“Ed ecco che un giorno rifletto su un dato pensiero
quanto mai essenziale, e un minuto dopo,
giusto un attimo dopo, mi sfugge.
Ho perso, forse per sempre,
quello che stavo cercando di dire”.
Cos’è l’Alzheimer?
La malattia di Alzheimer, individuata per la prima volta nel 1906 dal dott. Alois Alzheimer, è una patologia
degenerativa che interessa il sistema nervoso centrale, causando processi di restrizione e morte cellulare e
apportando numerosi, seppure lenti, progressivi cambiamenti nei processi cognitivi con grandi ripercussioni
sul funzionamento nella vita quotidiana e sociale dell’individuo.
L’apparenza di tale degenerazione è caratterizzata da placche neuritiche e
grovigli neuro fibrillari che vengono individuati post-mortem nei pazienti affetti
da Alzheimer.
L’esordio può essere pre-senile o senile, a seconda che la patologia inizia a
manifestarsi prima o dopo i 65 anni.
Il primo sintomo che può essere riscontrato è dato dall’incapacità di ricordare fatti recenti. Di questi primi
“vuoti di memoria” il soggetto è assolutamente consapevole tanto che potrebbero presentarsi in questa prima
fase manifestazioni ansiose e/o depressive, unite a tentativi di nascondere e compensare questi deficit.
Altre avvisaglie sono date dal disorientamento spaziale e temporale: la persona può infatti non sapere più
dove si trova né che giorno sia.
Pian piano queste difficoltà si estendono anche ad altri processi, ad
esempio a livello linguistico si possono riscontrare inizialmente anomie,
deficit linguistici che tendono a peggiorare col progredire della malattia
fino ad arrivare ad un livello di impossibilità comunicativa per
insufficiente comprensione e produzione linguistica. A causa di deficit di
memoria di lavoro il soggetto può fare dei discorsi spesso incomprensibili
dal punto di vista del contenuto accostando frasi anche in contraddizione
tra loro, non riuscendo quindi a dare coerenza al proprio parlato in quanto si dimentica di ciò che stava
raccontando perdendo continuamente il filo del discorso, e riempiendo i vuoti di memoria con
confabulazioni.
Se inizialmente si riscontrano difficoltà nello svolgere attività poco familiari, più avanti saranno palesi le
difficoltà nello svolgere anche le più comuni attività di vita
quotidiana, come gestire le proprie giornate, relazionarsi con gli altri
e prendersi cura di se stessi. Si possono presentare anche aprassie,
termine usato per descrivere la perdita della capacità di compiere atti
volontari e finalizzati, nonostante l'integrità della funzione motoria.
Ad esempio, il malato non è capace di allacciarsi le stringhe delle scarpe, aprire una porta, accendere la
televisione.
È possibile inoltre osservare il fenomeno dell’agnosia, ossia la perdita della capacità di riconoscere gli
oggetti e il loro uso appropriato. Ad esempio, il malato può usare la forchetta invece del cucchiaio, una
scarpa al posto di una tazza o un temperino invece della matita, e così via. Per quanto riguarda
l’identificazione delle persone, può venire meno la capacità di riconoscerle, non a causa della perdita di
memoria, ma piuttosto come risultato della mancata elaborazione da parte del cervello delle caratteristiche
identitarie della persona in base alle informazioni fornite dalla vista.
In fase avanzata, a livello comportamentale, si possono riscontrare sbalzi d’umore caratterizzati ora da
irritabilità e aggressività, ora da apatia tanto che la persona sembra quasi aver cambiato personalità.
Si evidenziano, inoltre, deficit nelle capacità di giudizio, di ragionamento astratto, perdita di interesse e di
iniziativa.
I 10 segni clinici dell’Alzheimer
I 10 segni clinici più importanti dell’Alzheimer possono essere così riassunti:
1. Perdita di memoria che interessa le funzioni quotidiane. Dimenticare le
cose è normale a ogni età, specialmente se abbiamo tanti pensieri per la testa.
Quando ci rilassiamo di solito ricordiamo quello che avevamo dimenticato. Una
regola di vita dice che se ricordate di aver dimenticato qualcosa, probabilmente
siete ok. Ma quando la frequente dimenticanza e un’inspiegabile confusione
interferiscono con la vostra abilità di agire normalmente (per esempio, siete
incapaci di fare le normali cose di ogni giorno) potrebbe indicare che
qualcosa non va bene.
2. Difficoltà nel compiere azioni familiari. È facile essere distratti quando
si fanno cose d’ogni giorno come farsi una tazza di tè e mettere 3 cucchiai di
zucchero invece di 1. Ma una persona con l’Alzheimer può anche non
ricordarsi più come fare una tazza di tè in primo luogo, senza contare poi quanto
zucchero gli piace.
3. Difficoltà del linguaggio. Se possiamo immaginare che il nostro cervello ha dentro di sé un dizionario che
ci permette di usare e capire la lingua, quando la malattia di Alzheimer si stabilisce, strappa
progressivamente le pagine di quel dizionario. Quindi, i malati di Alzheimer non conoscono le parole, o le
inventano, o non capiscono più le parole che sentono o leggono.
4. Disorientamento temporale e non riconoscimento dei luoghi familiari. Una persona con l’Alzheimer
può camminare per la strada dove ha abitato per tanti anni e non sapere dove si trova, come ci è arrivato, o
come tornare indietro.
5. Perdita o diminuzione della capacità di giudicare. Tutti noi di tanto in
tanto facciamo degli errori di giudizio (ad esempio dimentichiamo di prendere
l’ombrello quando piove). Ma una persona affetta da malattia di Alzheimer può
indossare molte maglie in una giornata calda, o mettersi degli indumenti intimi
sopra i vestiti, senza capire che ciò non è appropriato.
6. Problemi con i concetti astratti. Molti di noi hanno difficoltà a far quadrare il libretto degli assegni. Ma
per il malato di Alzheimer anche una semplice operazione matematica diventa impossibile.
7. Perdita di oggetti. Una persona con l’Alzheimer mette spesso le cose in posti strani e dimentica dove
sono o perché sono in quei posti. Sovente accusa i familiari o chi lo assiste di “rubare”.
8. Cambi di umore o di comportamento. Le persone con l’Alzheimer sono
soggette a rapidi ed estremi cambiamenti di umore e comportamento senza
ragioni apparenti.
9. Cambi di personalità. La nostra personalità è di solito relativamente costante
durante l’arco si vita. In una persona con l’Alzheimer tuttavia, i cambi di
personalità sono spesso evidenti. Questi cambiamenti possono essere subitanei o
graduali. Una persona che era sempre gioviale e piacevole può diventare collerica,
sospettosa e paurosa.
10.Perdita d’iniziativa. La persona manifesta una continua mancanza d’interesse
verso le proprie occupazioni e i propri hobby.
Tutti noi siamo soggetti ogni tanto a qualcuna di queste condizioni, tuttavia molti di noi non svilupperanno la
malattia di Alzheimer. È quando questi sintomi insorgono stabilmente e peggiorano progressivamente
interferendo con la capacità di portare a termine in modo efficace le attività di vita quotidiana, che diventano
un forte campanello d’allarme che dovrebbe spingerci ad agire per il benessere di chi ci sta accanto.
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