SAN GABRIELE DELL’ ADDOLORATA GIOVANE SANTO Gabriele dell’Addolorata, aveva compiuto 24 anni di età due giorni prima di morire. Era nato ad Assisi il 1 Marzo 1838 da Sante Possenti e Agnese Friscotti : famiglia agiata e onorata. Suo padre, in quel tempo, era governatore della Città del Poverello, allora sotto l’amministrazione pontificia. Gli venne imposto il nome di Francesco, in onore del Santo Serafico. Nel 1842 la sua famiglia si trasferì a Spoleto, dove, improvvisamente, morì la madre, lasciando sette figli. Sicuramente questo triste fatto gli avrà lasciato un lacerante ricordo, sebbene avesse, Francesco, soltanto quattro anni. Dopo aver frequentato le elementari dai Fratelli delle Scuole cristiane di Spoleto, passò a studiare dai Padri Gesuiti. Diligente, studioso, premuroso e pio, il giovane di buoni propositi, cresceva meditando in cuor suo la vocazione alla vita religiosa che, lentamente invadeva il suo animo. A diciotto anni decise, con stupore di quanti lo conoscevano, compreso suo padre, di farsi Passionista. A scegliere la Congregazione di San Paolo della Croce, saranno state, senza dubbio, le circostanze luttuose che avevano colpito la sua famiglia. Dopo la madre, perdette due fratelli, uno dei quali morì suicida, e pure una sorella. Scelse il nome religioso di Gabriele dell’Addolorata, per la profonda compassione che sentiva per la Passione di Cristo e la forte devozione che portava alla Santa Madre di Gesù Crocifisso. “Il mio Paradiso – diceva – sono i dolori della cara Madre mia”. Così, da novizio, si avvia agli studi in preparazione del sacerdozio. Niente di clamoroso nella vita di questo giovane ventenne. Dopo la sua professione religiosa venne destinato al convento Passionista di Isola, sotto il Gran Sasso d’Italia. Riceve gli ordini minori mentre, in Italia, gli eventi risorgimentali rendono la vita pericolosa. Cagionevole di salute, Gabriele, sia per le privazioni, e le penitenze a cui si sottoponeva, sia per lo stato generale in cui si viveva in quei giorni, andava, giorno per giorno, peggiorando. Presto si spense, invocando i nomi di Gesù, Maria e Giuseppe. Morì il 27 Febbraio 1862. Aveva la stessa età di Luigi Gonzaga, Elisabetta d’Ungheria, Teresa del Bambino Gesù, Elisabetta della Trinità, Pier Giorgio Frassati : fiori raccolti dal Signore nel giardino vivaio di Santa Madre Chiesa. “MUORE GIOVANE COLUI CHE AL CIELO E’ CARO”, cantava un poeta. Subito dopo la morte di Gabriele dell’Addolorata, si sparse in tutto l’Abruzzo una grande, popolare devozione per questo giovane Passionista che si spense in odore di Santità. Un sacerdote di Spoleto, ancora nel 1868, diffuse un libretto : ”Memorie sopra la vita e le virtù di Gabriele”, che contribuì a fare conoscere la santità di questo giovane Passionista. L’iniziativa dei figli di San Paolo della Croce, di aprire subito il processo di beatificazione, venne ostacolata dal clima anticlericale e reazionario del governo unitario che, notoriamente, era in mano ai massoni. Quante opposizioni, diffidenze, espoliazioni, soppressioni e sorprusi ha dovuto subire la Chiesa, specie dopo la presa di Roma, avvenuta il 20 Settembre 1870. Papa Pio IX, ora beato, ha avuto un pontificato di amarezze e di dolore. Dopo circa 30 anni, finalmente, si aprì, nel 1891, l’auspicato processo per riconoscere la vita eroica del “Giovane Santo”. Il 31 Maggio 1908 il Papa Pio X lo beatificava e il 13 Maggio 1920 Papa Benedetto XV lo elevava agli onori degli altari. Nel grande santuario di Isola del Gran Sasso, meta continua di pellegrinaggi, specialmente di associazioni giovanili, si conservano le spoglie mortali di San Gabriele dell’Addolorata, passionista, patrono dell’Abruzzo. Gianni Mangano