2 Aprile 2004, ore 21.00 CATTEDRALE DI FIESOLE Musiche di J. S. Bach 16 Aprile 2004, ore 21.00 SALA VANNI Piazza del Carmine Musiche di D. Shostakovich, L. Janàcek, A. Schnittke 29 Aprile 2004, ore 21.00 SALA VANNI Piazza del Carmine Musiche di J. Brahms, L. V. Beethoven, F. Schubert, A. Schnittke, L. Falconi 7 Maggio 2004, ore 21.00 SALA BIANCA DEL POGGIO IMPERIALE Viale del Poggio Imperiale 1 Musiche di A. Schoenberg, G. Machaut, B. Bartòk, W. A. Mozart 14 Maggio 2004, ore 21.00 SALA CONVEGNI DELLA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE Via Folco Portinari 5 Musiche di J. S. Bach, C. Debussy, T. Takemitsu, I. Stravinsky, J. Dowland 4 Giugno 2004, ore 21.00 TEATRO GOLDONI Via S.Maria 12 Musiche di S. Prokofiev, D. Shostakovich 16 Giugno 2004, ore 21.00 CHIOSTRO DELLA BADIA FIESOLANA Via Badia dei Roccettini 11 Musiche di J. S. Bach, L. Janàcek, F. Schubert 4 Il programma più spericolato - il quarto dei sette che compongono la stagione 2004 dei Nuovi Eventi Musicali, il programma centrale - combina la Messa di Nôtre Dame di Guillaume de Machaut con tre pagine pianistiche (di Mozart, Bartòk e Schoenberg: affidate a Gloria d'Atri e a Matteo Fossi), una di queste - l'aforistico Schoenberg op. 19 - in funzione di entr'act. Se ne è parlato con Mario Setti, il coordinatore. Ma certo: amare Machaut (l'abate di Reims, coetaneo del Petrarca) significa condividere l'attrazione verso il "molto antico", che è connotato giovanile; andare così indietro - oltre la voga barocca - e riproporre la prima Messa della Storia della Musica, invitando un ensemble di coetanei bravi (l’Insula Dulcamara Ensemble), vuol dire sentire che "tutto è Musica", nell'accezione del "tutto è Grazia" di Bernanos, affermando la soglia dell'oggi da cui si intende spalancare la profonda prospettiva a ritroso. Sarà questo il concerto del 7 maggio e avrà luogo nella Sala Bianca del Poggio Imperiale. Il primo e l'ultimo concerto saranno fiesolani: in essi, simmetricamente, ricorre il nome di Bach, che è l'intestazione del cartellone 2004 degli Eventi. E si osservi: il tutto Bach di apertura - il 2 aprile nella Cattedrale di Fiesole - si snoda per contrasti ancora una volta provocatori: meglio, provocatori di sussulti salutari nell'uditorio. Saranno contrasti timbrici: dal violoncello solo (Francesco Dillon) alla fisarmonica (Francesco Gesualdi), all'organo e al violino e orchestra. Nell'ultima serata (il 16 giugno nel chiostro della Badia Fiesolana), un'altra bachiana Suite per violoncello (il nobile violoncello di Andrea Nannoni) ci avvierà all'ascolto di Janàcek (quartetto: il Quartetto Prometeo) e poi di Schubert: il Quintetto per archi, conclusione pacificata. Janàcek - una delle predilezioni dei nostri amici - sarà stato al centro del secondo concerto (alla Sala Vanni, il 29 aprile) per il resto russo-moderno, in mezzo ai beneamati Shostakovich e Schnittke: Schnittke, una costante fin dalla prima stagione. Tornerà per l'occasione Irina Schnittke al pianoforte; e suoneranno due altri magnifici solisti russi, Pavel Vernikov e Alexander Ivashkin, nel collaudato affiatamento con tre campioni degli Eventi: Lorenza, Matteo e Edoardo (rispettivamente Borrani, Fossi e Rosadini). Ancora russo-moderno sarà il quarto concerto, il 4 giugno, quando il Teatro Goldoni ospiterà il prestigioso Quartetto Kopelman e Boris Berman, pianista emerito e amico, che suoneranno Prokofiev e, di nuovo, Shostakovich. Il solido, giusto ancoraggio romantico è al terzo programma (il 29 aprile alla Sala Vanni), con Beethoven, Schubert e Brahms, non senza un ulteriore, breve "richiamo" a Schnittke: di scena i "fondatori", insieme con Leonardo Consoli (corno) per il Brahms, bello e raro, del Trio op. 40. All'insegna perenne del "niente di scontato" è anche il sesto programma (il 14 maggio nella Sala Convegni della Cassa di Risparmio); e all'insegna dell'amicizia intergenerazionale e dell'osmosi fra i giovani "di casa" (ora Martina Mattioli accanto a Lorenzo Micheli, chitarre; e Claudia Bucchini, flauto; e Lorenzo Falconi, viola con Valentina Rindi, arpa) e solisti rinomatissimi: Mario Ancillotti, flauto, e Susanna Rigacci, soprano. Questa sarà piuttosto la volta di una preziosa, omogenea continuità timbrica nel succedersi e nel combinarsi di chitarre, flauto, arpa, voce, che si effonderà alla fine nell'arioso capolavoro di Debussy, la Sonata per flauto, viola e arpa, dopo che saremo passati da Bach a Stravinsky, a Takemitsu (un grande: un giapponese di Darmstadt), con l'affondo degli struggenti Songs di Dowland, coetaneo di Shakespeare. Sabato 27 Marzo 2004 - ore 21.00 CONCERTO STRAORDINARIO da un’idea di Luciano Alberti Lettura di brani da “La Passione” di Mario Luzi. CATTEDRALE DI FIESOLE Franz Joseph Haydn Le Ultime Sette Parole del Nostro Salvatore in Croce, op.51 SONATA I: Largo "Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno" SONATA II: Grave e Cantabile "Amen, ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso" SONATA III: Grave "Donna, ecco tuo figlio; figlio, ecco tua madre" SONATA IV: Largo "Dio, Dio, perché mi hai abbandonato?" SONATA V: Adagio "Ho sete" SONATA VI: Lento "Tutto è compiuto!" SONATA VII: Largo "Padre! Nelle Tue mani consegno il mio spirito" a cui segue subito IL TERREMOTO Presto e con tutta la forza QUARTETTO ALKMAN Pietro David Caramia, Daniela Marinucci: Violino Edoardo Rosadini: Viola Giancarlo Giannangeli: Violoncello. Evento realizzato con la preziosa collaborazione del Centro Culturale Cattolico ingresso libero Luciano Alberti 6 Ritorna anche quest’anno una stagione intensa. Con novità particolari che confermano la crescita dell’esperienza che Fiesole decise di fare con i cinque musicisti dei Nuovi Eventi Musicali, e che ancora resta uno degli impegni principali all’interno delle politiche culturali dell’Amministrazione. Promuovere la formazione di realtà nuove che consentano di allargare le possibilità della musica di venire a contatto con nuovo pubblico e nuove modalità è forse infatti una delle sfide più belle e difficili. Una sfida che ci ha consentito in questi anni di scoprire veri professionisti della musica, di aprire il panorama musicale a soggetti nuovi e coraggiosi, di consolidare i rapporti con le istituzioni più importanti del territorio a partire da quelle fiesolane, che insomma ha permesso a Fiesole di sostenere progetti sempre più vicini, sempre più impegnati nel rendere alla musica classica lo spazio che merita nella formazione e nella cultura. Le attività della Scuola di Musica di Fiesole accanto agli eventi autunnali organizzati dai musicisti di questa stagione, la collaborazione del Comitato Musica e Cultura di Fiesole e la presenza di progetti musicali all’interno delle scuole dell’obbligo, il Premio Abbiati per le istituzioni scolastiche e i rapporti con i Conservatori e le associazioni musicali, tutto questo patrimonio restta nelle mani di operatori e amministratori, che devono saperlo custodire senza mai porre limiti all’arrivo di nuove proposte, di nuove intuizioni. Fiesole ha accettato anche di scommettere su un’esperienza, quella dei Nuovi Eventi Musicali appunto, che non necessariamente si concentra sui confini fiesolani; in questo interpretando lo spirito cosmopolita della tradizione culturale tipica di Fiesole e scommettendo su una fiducia che anche quest’anno si conferma con convinzione. È interessante seguire il percorso di questa esperienza, a maggior ragione quando è capace di portarci ad ascoltare artisti e musiche come quelle del programma di quest’anno. Sempre di più l’Associazione Nuovi Eventi Musicali dimostra di seguire un progetto ben delineato, poco disponibile a compromessi e rinunce se la posta in gioco è quella di consentire alla sua idea di fare musica di affermarsi e diffondersi. E questa idea incontra ancora nuovi accompagnatori i più importanti dei quali sono e resteranno comunque gli spettatori che hanno seguito le stagioni passate e che si propongono di seguire quella che sta per aprire. Insieme a loro e grazie a loro la stagione conoscerà nuove edizioni. Con programmi capaci di fondere la tradizione più classica e amabile allo spudorato e testardo esercizio delle virtù di cinque (e più) giovani teste. Il concerto che dà il nome alla Stagione. Il concerto che ci porta al nostro passato, il concerto del futuro. Il concerto che inaugura la nostra Orchestra da Camera, il concerto che riporta S. Francesco e Giotto nella nostra Stagione (al posto di Dante, quest’anno, abbiamo messo Petrarca: d’altronde ricorrono i 700 anni dalla sua nascita…). Il concerto che afferma che la musica è una scelta di vita: non lo può essere per tutti, ma per chi ci lavora e per chi tutti i giorni gli dedica attenzione è scelta obbligata. Per noi lo è. E’ scelta di vita per Mozart (“sono un musicista”), per Beethoven (fuori dalla musica gli sembra di non riuscire a far niente), per Schubert (lo Stato dovrebbe mantenerlo…), per Klee la pittura (“sono un pittore”). A pagina 12 abbiamo inserito tutti questi riferimenti, per far ricordare la durezza e l’entusiasmo di questa scelta, il dolore che si può provare tutti i giorni, l’umanità che è sempre necessaria, le rare ma fortissime gioie. Il concerto della coralità e dell’introspezione, della bontà melodica dell’Adagio del concerto per violino e dell’assoluto rigore della Passacaglia per organo; il concerto dell’”Arte della Fuga”, unione di entrambi, realizzata alla fisarmonica in una esecuzione che ci lasciò profondamente scossi la prima volta che la ascoltammo. Il concerto della regalità del violoncello solo, il concerto con due geniali Canoni (trascritti e arrangiati da Lorenzo Falconi) mai sentiti in concerto in tutti questi anni. Il concerto della Musica, di Bach. Beatrice Biagini Assessore alla Cultura del Comune di Fiesole Presidente Comitato Musica e Cultura di Fiesole “Se passi davanti ad una chiesa e senti suonare un organo, entra e mettiti ad ascoltare. Se poi hai la fortuna di poterti tu stesso sedere ad un organo, prova la tastiera con le tue piccole dita e rimarrai stupito dinanzi a quella immane potenza della musica” 7 Venerdì 2 aprile 2004 - ore 21.00 Francesco Dillon Violoncello CATTEDRALE DI FIESOLE Lorenza Borrani Violino Johann Sebastian Bach Suite per violoncello solo in Do Maggiore n° 3 BWV 1009 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Buorrée Giga Francesco Gesualdi Fisarmonica Michele Manganelli Organo ORCHESTRA DA CAMERA “NUOVI EVENTI MUSICALI” Johann Sebastian Bach Violini: Paolo Lambardi, Roberto Falconi, Nicola Dalle Luche, Maria Chiara Fratoni, Roberta Puddu Viole: Lorenzo Falconi, Edoardo Rosadini Violoncelli: Andrea Landi, Alice Gabbiani Contrabbasso: Riccardo Ragno Canon Trias Harmonica BWV 1072 Concerto per violino archi e cembalo in Mi Maggiore BWV 1042 Allegro Adagio Allegro assai Canon Super Fa-Mi, a 7 Post Tempus Musicum BWV 1078 AAAATAAAA Johann Sebastian Bach S. Richter, O. Kagan Contrappunti nn. 1-2-3-6 dall’Arte della Fuga BWV 1080 Johann Sebastian Bach Passacaglia in Do Minore per organo BWV 582 ingresso libero “Senza entusiasmo nulla riesce bene nell’arte” “…o sommo, ottimo, potentissimo, onnipotentissimo, misericordiosissimo e giustissimo, remotissimo e presentissimo, bellissimo e fortissimo, stabile e inafferrabile, immutabile che tutto muti, mai nuovo mai decrepito, rinnovatore di ogni cosa, che a loro insaputa porti i superbi alla decrepitezza; sempre attivo sempre quieto, che raccogli senza bisogno, che porti e riempi e serbi, che crei e nutri e maturi, che cerchi mentre nulla ti manca. Ami ma senza smaniare, sei geloso e tranquillo, ti penti ma senza soffrire, ti adiri e sei calmo, muti le opere ma non il disegno, ricuperi quanto trovi e mai perdesti; mai indigente, godi dei guadagni; mai avaro, esigi gli interessi; ti si presta per averti debitore, ma chi ha qualcosa, che non sia tua? Paghi debiti senza dovere a nessuno, li condoni senza perdere nulla. Che ho mai detto, Dio mio, vita mia, dolcezza mia santa?…” (S. Agostino) 10 Prigioniero in una stanza Grande pericolo Nessuna uscita Ecco: una finestra aperta, staccarsi in volo: e librarsi libero, ma piove sottile, piove sottile, e piove, piove, piove… piove… piove. (Paul Klee) “Suona sempre come se ci fosse un maestro ad ascoltarti.” “Frate Leone, il tuo fratello Francesco ti augura salute e pace. Io ti dico, o figlio mio, con l’affetto di una madre, che tutto il discorso che abbiamo fatto, lungo la via lo condenso brevemente con queste parole di disposizione e di consiglio. E non è necessario che tu venga da me per consiglio, perché questo è il mio consiglio: qualunque modo vi sembrerà il più idoneo per piacere al Signore Iddio, e per seguire l’esempio e la povertà sua, fatelo, sicuri di ottenere la benedizione del Signore Iddio ed io obbedirò. E se poi, per necessità della tua anima e per avere ulteriore consolazione vorrai venire da me, o Leone, vieni.” (lettera di S. Francesco a Frate Leone) “Carissimo papà, non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con tanta arte da far loro gettare ombre e luci: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i miei sentimenti e i miei pensieri con i gesti e con la pantomima: non sono un ballerino. Ma posso farlo con i suoni: sono un musicista. […]” (Wolfgang Amadeus Mozart) “Tutto quello che intraprendo fuori dalla musica mi riesce stupido e mal fatto.“ (Ludwig van Beethoven) 12 “…Interrompo il lavoro. Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono un pittore.” (Paul Klee) “Lo Stato dovrebbe mantenermi. Sono venuto al mondo per comporre e basta.” (Franz Schubert) Pace non trovo, et non ò da far guerra; e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio; et volo sopra ‘l cielo, et giaccio in terra; et nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio. Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra, né per suo mi riten né scioglie il laccio; et non m’ancide Amore, et non mi sferra, né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio. Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido; et bramo di perir, et cheggio aita; et ò in odio me stesso, et amo altrui. Pascomi di dolor, piangendo rido; egualmente mi spiace morte et vita: in questo stato son, donna, per voi (Francesco Petrarca) “A poco a poco devi arrivare a conoscere tutte le opere più importanti di tutti i maestri importanti.” “L’arte non è fatta per conquistare ricchezze. Cerca soltanto di diventare un artista sempre più grande; tutto il resto verrà da sé.” 13 La figura di Alfred Schnittke ci guida e ci accompagna fin dal primo anno. Ormai i suoi grandi capolavori di musica da camera li abbiamo presentati nelle passate programmazioni. Due anni fa ospitammo Irina Schnittke, per portarci la musica del marito, e quest’anno ritorna per interpretare il quintetto (forse il suo più grande capolavoro, che piacque tanto a Massimo Mila, che scrisse in proposito: “Una reale fantasia sonora, ancor più che musicale, non manca mai. Questo qui è uno che ha qualcosa da dire.”, era il 1985.), quintetto che viene presentato accanto a Shostakovich. L’anno scorso, a Novembre, abbiamo invitato il Coro della Cappella di Stato Russa, diretto da Valery Polyansky: amico di Schnittke, dedicatario di tante sue opere, ci ha regalato un concerto incredibile. Incredibile per tutti noi, e speriamo anche per le 500 e più persone che intervennero. Per quel concerto impiegammo tante energie, morali, culturali, ma anche stress e fatica; i momenti di sconforto per raggiungere la meta furono tanti. Poi, subito dopo il concerto, capimmo la giustezza di avere speso tante energie. Un concerto che non avrebbe sfigurato in qualsiasi grande teatro, italiano e non. Forse non abbiamo spostato una montagna, ma una collina di sicuro, quella fiesolana, e l’abbiamo condotta in una delle vette della musica e dell’impegno attivo. Parliamo ora a tutti gli organizzatori e a coloro che lavorano nella cultura: accorgetevi delle cose, degli avvenimenti importanti, non voltate mai il capo, discutiamo, ma smettiamola di girare lo sguardo. Nella musica non esiste concorrenza, così esiste solo un piccolo provincialismo culturale. Torniamo alla musica: il Professor Ivashkin (grande violoncellista che due anni fa suonò per noi con Irina Schnittke) è ormai un caro amico: l’abbiamo ospitato in altre occasioni e sempre ci ha regalato grande musica, e una profonda stima. Una persona buona, che aiuta a fare grande la musica (ricordiamo la visita agli Uffizi assieme a lui, sua moglie e Irina: ci ringraziavano mettendosi la mano sul cuore…). Janàcek si affaccerà nel programma, oltre che con la musica, con un suo breve scritto: uno di quei compositori che non rinuncia mai a sognare ci aiuterà a fare di questo concerto una “notte bianca” dostoevskiana. Il concerto si collega idealmente a quello del 4 Giugno: anche stasera ci sarà un bel pò di “Mosca”, e Pavel Vernikov (allievo di Oistrakh) è uno dei migliori tramiti che potevamo avere la fortuna di incontrare. Un concerto buono. “Venera l’antico, ma vai incontro al nuovo con tutto il tuo cuore. Non covare pregiudizi verso nomi che non hai mai sentito.” 15 Venerdì 16 aprile 2004 - ore 21.00 SALA VANNI Piazza del Carmine, 14 Irina Schnittke Matteo Fossi Pianoforte Dmitri Shostakovich Sonata per violoncello e pianoforte in re minore op.40 Allegro non troppo Allegro Largo Allegro Pavel Vernikov Lorenza Borrani Violino Edoardo Rosadini Viola Alfred Schnittke Trio per violino, violoncello e pianoforte Moderato Adagio Alexander Ivashkin Violoncello AAAATAAAA Leos Janácek Pohàdka per violoncello e pianoforte Con moto - Un poco più mosso - Tempo I - Andante - Un poco più mosso - Tempo I - Allegro Con moto - Adagio - Adagio poco rubato - Più mosso - Ancora più mosso - Con moto Poco a poco adagio - Allegro - Un poco meno mosso - Tempo I Alfred Schnittke D. Ojstrach Quintetto per pianoforte e archi “Alla memoria di mia madre Maria Vogel” Moderato In tempo di valse Andante Lento Moderato pastorale Ingresso: Biglietto intero: 10 € Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 € “Per guarirti da ogni boria e vanità, non c’è cura più rapida che studiare la storia della musica, aiutandoti con l’ascolto dal vivo dei capolavori delle varie epoche.” “…La nebbia si è diradata; vedi erba umida di rugiada e steli ritti. Volti senza enigma. Ora tu sai chi partorisce, chi geme, piange, si lamenta, implora. Sono così vicini da poterli afferrare, la bocca gemente, gli occhi piangenti, il cuore ferito. I rossori del mattino inondano la tua opera di sangue. Il peso e il respiro della vita consacrano i suoni. Il comporre non è così semplice come l’ingenuo intelletto suppone. Anche l’opera musicale è in gran parte arte figurativa. Arte figurativa in ogni istante nel quale si scorda una visione, ma in quel certo essere vivente, come grazie a un miracolo.” (Leos Janàcek) “Avrei tanto desiderato imparare a leggere.” (Johann Wolfgang Goethe a 80 anni) 18 19 “…Nell’istante stesso in cui leggevo, vidi un altro universo e diventai un altro uomo. Sebbene abbia un vivo ricordo dell’impressione che ne ebbi, i particolari mi sono sfuggiti da quando li ho depositati in una delle mie quattro lettere al sigor De Malesherbes. Questa è una delle stranezze della mia memoria che meritano di essere dette. La memoria mi serve solo finchè posso fare affidamento su di essa; non appena ne affido il deposito alla carta, essa mi abbandona, e una volta scritta una cosa non me ne ricordo assolutamente più. Questa singolarità mi segue persino nella musica.” (Jean Jacques Rousseau) “I pezzi virtuosistici mutano con il tempo; l’agilità ha valore soltanto quando serve a fini superiori.” “Se il Cielo ti ha donato una fantasia viva, ti capiterà spesso di sedere per ore al pianoforte, come incantato, e di voler esprimere il tuo mondo interno in armonia. Allora ti sentirai attratto in un cerchio magico da una forza tanto più misteriosa quanto meno chiaro magari è ancora per te il regno delle armonie. Sono ore felici della gioventù queste. Ma intanto guardati bene dall’abbandonarti troppo spesso a un talento che ti induce a dissipare forze e tempo seguendo una sorta di gioco di ombre cinesi…” C.P.F. COSTRUZIONI S.p.A Costruzioni civili ed industriali Ristrutturazioni chiavi in mano Restauro monumentale . In questi anni non avevamo mai eseguito Beethoven in stagione.…mai… Quasi non ce ne eravamo accorti. I motivi sono tanti, i più forti e importanti risiedono forse nel nostro intimo, nel nostro inconscio. Beethoven non lo puoi smembrare; Beethoven, se lo inserisci in un programma, lo fa diventare suo, sgomita. Solo Bach lo accetterebbe, sorriderebbe, e gli lascerebbe lo spazio che reclama. E in questa stagione Bach ha deciso di lasciargli spazio. Il sorriso di Bach (solo il sorriso…ci mancherebbe!) abbiamo voluto lo portasse Lorenzo, scrivendo uno dei suoi Bisconcertanti, il quinto. Schnittke e Schubert sono buoni, ci aiutano a far diventare questo programma uno dei “nostri” programmi (come lo sarà quello del 14 maggio), con capolavori scelti con dedizione. Brahms è la realizzazione di un sogno: da tanti anni volevamo portare il Trio op. 40 in stagione. Musica altissima, del “più in alto” (secondo il nostro “albero” del 2004… l’abbiamo inserito a pagina 14). Nei nostri concerti mancava anche la Scuola di Vienna: Schoenberg sarà nel prossimo concerto, nel frattempo inseriamo alcuni suoi dipinti, una frase di Berg…ancora musica, pittura, letteratura… musica. Via de’Cattani 71 Firenze Tel 05530268 Fax 055310096 Email: [email protected] www.cpfcostruzioni.it “Riposati dai tuoi studi musicali leggendo con attenzione buona letteratura. Va’ all’aria aperta appena puoi!” 21 Giovedì 29 Aprile 2004 - ore 21.00 SALA VANNI Piazza del Carmine, 14 Alfred Schnittke Pantomima (dalla Suite in Stile Antico) Franz Schubert Rondò: Allegro Moderato (dalla Sonatina n. 3 in Sol minore D 408) Ludwig van Beethoven Sonata per Pianoforte e Violino in Sol maggiore n. 10 op. 96 Allegro Moderato Adagio espressivo Scherzo. Allegro Poco allegretto - Adagio espressivo - Tempo I - Allegro - Poco adagio - Presto Matteo Fossi Pianoforte Lorenza Borrani Violino AAAATAAAA Leonardo Consoli Corno Johannes Brahms Trio per violino, corno e pianoforte in Mi bemolle maggiore op.40 Andante Scherzo: Allegro Adagio mesto Finale: Allegro con brio Lorenzo Falconi Viola Lorenzo Falconi Bisconcertante n. 5 A. Cortot “Non puntare mai sull’agilità, sul cosiddetto virtuosismo. In ogni pezzo tenta di produrre l’effetto che il compositore aveva in mente; di più non si deve fare; tutto ciò che va più in là è una deformazione.” Ingresso: Biglietto intero: 10 € Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 € 24 “Sbaglierò forse, ma ho questa impressione: siamo diventati troppo raffinati, troppo colti. Abbiamo un senso così acuto dei tempi tradizionali, delle minime oscillazioni di concezione! Sappiamo esattamente ciò che voleva Beethoven, abbiamo edizioni che portano per ogni pagina di musica di Beethoven tre pagine di spiegazioni; sappiamo esattamente ciò che spetta a ciascun strumento e non chiediamo al piano nulla che non sia pianistico, conosciamo il primo Beethoven, il Beethoven della maturità, e il vecchio Beethoven. Distinguiamo le sottili differenze che corrono nella forma e nel colore delle differenti epoche: quando Beethoven sentiva ancora, e dopo che divenne sordo - sappiamo tutto questo, ma i vulcani che emergendo facevano soffrire Beethoven, i soli che lo illuminavano, le grida che gli spezzavano il cuore non ci scuotono. E qui stanno le fonti dell'avvenire: dimenticate il pianoforte, lo stile, l'educazione, la scienza, e vivete Beethoven, suonate l'organo, il violino, fischiate, suonate il timpano, cantate di nuovo sul pianoforte, suscitate nuovamente il mondo interno dal tenebroso regno delle note scritte per portarlo alla luce; eseguite, se vi pare, la Sonata “Al Chiaro di Luna” come il singhiozzare di un morente, e orchestrate la Marcia Funebre dall’op.26 nel modo più moderno, fate sorgere oggi, come per incanto, dalla Sonata “a Waldstein” un idillio con la Natura, per farne domani una lotta tra voi e il mondo, e il giorno appresso suonate in piena forma la musica pura; quando vi sarete così agguerriti, da dilettarvi alle forme, c'è tutto qui, allora metterete le ali che porteranno voi e gli altri nel regno della fantasia e potrete contemplare la dimora dove stava lo spirito di Beethoven. Trarrete ancora godimento da questo magnifico pianoforte che possiede oggi tutta la gamma di colore dell’orchestra e domani emette suoni che provengono da altre sfere.” (Edwin Fischer) “Ho suonato di nuovo la Nona di Mahler. Il primo tempo è la cosa più splendida che Mahler abbia scritto. È l’espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio di viverci in pace e di poter godere fino in fondo la natura, prima che giunga la morte. Poiché essa arriverà inesorabilmente. Tutto questo tempo è impostato sul presentimento della morte, che riemerge in continuazione. Ogni sogno terreno culmina in esso e con più forza in quel passo incredibile dove il presentimento diviene certezza e dove la morte si annuncia nella più profonda e più dolorosa gioia di vivere. Contro tutto ciò non c’è più resistenza! Ciò che segue sembra quasi rassegnazione. Sempre con il pensiero all’aldilà, al di sopra delle montagne, sì, proprio come in quello spazio dove l’aria si rarefà […] Vuole godere ancora, finché gli è possibile, tutti i tesori che la terra gli offre. Lontano da ogni contrarietà, vuole costruirsi una casa per godersi quest’aria, la più pura della terra, bevendola con respiri sempre più profondi, sempre più profondi…, perché questo cuore, il più splendido che abbia mai pulsato fra gli uomini, si espanda, si espanda sempre di più prima di dover cessare di battere più.” (lettera di Alban Berg alla moglie) 25 A. Schoenberg, ricordo della sepoltura di Mahler “Anche al di là delle montagne ci sono persone che vivono. Sii modesto! Ancora non hai inventato o pensato nulla che non abbiano già inventato o pensato altri prima di te. E, se così invece fosse, lo dovresti considerare come un dono del cielo, che devi condividere con gli altri.” “Quando suoni, non preoccuparti di chi ti sta a sentire.” Forse Machaut nacque nel 1304. Forse perché non è sicuro, si sa solo che l’anno di nascita oscilla tra il 1300 e il 1305. Petrarca nacque nel 1304. Questo invece è sicuro. Sono quindi 700 anni dalla nascita di questi due grandi. Erano amici e si incontrarono nel 1361 a Parigi…che tempi… Si incontrarono perché i Visconti inviarono il Petrarca a Parigi come ambasciatore. Il Petrarca, la sua orazione d’obbligo, la pronunciò in latino, non in francese. Si scusò dicendo che il latino era la sua lingua, non il francese che (disse) non conosceva. In realtà lo conosceva benissimo, volle semplicemente portare l’arma ben più formidabile e veramente decisiva di un latino ignoto ai moderni, la base di Dante e Boccaccio, la nostra (sua) lingua. Matteo e Gloria (giovane, forte e dolcissima interprete, cara amica che già da anni ci aiuta a fare musica) ci guideranno nel cammino di questo concerto, nel quale l’Insula Dulcamara Ensemble (il nome proviene da un quadro di Klee…) eseguirà la prima Messa scritta da un unico compositore nella storia della musica, la Messa di Notre Dame, appunto di Machaut. Ma non si tratterà di un’esecuzione comune: l’Ensemble ha infatti studiato la pronuncia del latino “in quel benedetto 1300 in cui tutti parlavano e scrivevano bene…”, in Francia: sarà quindi il latino come suonava nelle orecchie di Machaut e nella voce dei cantanti dell’epoca. Uno studio difficile che ha dato risultati bellissimi. A questo lavoro che ci manda così indietro nel tempo, abbiamo affiancato (sempre con lo spirito di voler negare ogni impegno di carattere esclusivamente intellettuale o accademico) uno dei percorsi più affascinanti fra musica e pittura, percorso che segna l’intero nostro libretto. Kandinsky e Schoenberg sono tappa obbligata in questo cammino: il quadro che abbiamo inserito di Kandinsky (Konzert, Improvvisazione 3), è diretta creazione ispirata dall’Op. 11 di Schoenberg. Potevamo fare l’Op. 11, ma semplicemente l’Op. 19 la riteniamo più bella, importante, e anch’essa avrebbe potuto ispirare benissimo un pianoforte che restituisce un alone giallo dissonante. L’Op. 19 è buona, assolutamente sconvolgente, totale ispirazione. Bartòk e Mozart saranno contenti… Mozart che bambino suonò in questa splendida Sala del Poggio Imperiale. Ringraziamo di cuore Rosaria Farina, Direttrice dell’Istituto, che ci permette come gli anni passati di dare corpo a queste piccole cose che per noi e per i nostri concerti sono importantissime. 26 A. Schoenberg, ritratto di A.Berg “A volte mi domando chi sono…”. (Inizio dell’ultima conferenza di Arnold Schoenberg, 1951) “Melodia è il grido di battaglia dei dilettanti – ed è vero che una musica senza melodia non è musica affatto. Ma devi capire bene che cosa intendono quelli per melodia: per loro le uniche melodie sono quelle facili da ricordare, con un andamento ritmico piacevole. Ma ci sono anche melodie di ben altro genere, e ti basterà aprire Bach, Mozart, Beethoven perché ti vengano incontro nelle loro mille varietà: sicchè si può sperare che presto ti verrà a noia la misera uniformità delle altre melodie, in particolare di quelle dei recenti melodrammi italiani.” 27 Venerdì 7 maggio 2004 - ore 21.00 SALA BIANCA DEL POGGIO IMPERIALE Viale del Poggio Imperiale 1 Arnold Schoenberg Sei piccoli pezzi per pianoforte op. 19 Leicht, zart Langsam Sehr langsame Viertel Rasch, aber leicht Etwas rasch Sehr langsam Guillame De Machaut Gloria D’Atri Matteo Fossi Pianoforte Messa di Notre Dame Kyrie Eleison Gloria in Excelsis INSULA DULCAMARA ENSEMBLE Michele Napolitano Triplum Sergio Martella Motetus Stefano Scialè Tenor Claudio Napolitano Contratenor Bela Bartòk Sonata per pianoforte AAAATAAAA Guillame De Machaut Messa di Notre Dame Credo in Unum Deum Sanctus Agnus Dei Ite Missa Est Wolfgang Amadeus Mozart A. Berg, A. Schoenberg Sonata per pianoforte a quattro mani in do magg. K 521 Allegro Andante Rondò Ingresso: Biglietto intero: 10 € Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 € “La formazione dell’orecchio è la cosa più importante. Esercitati sin dall’inizio a riconoscere note e tonalità. La campana, i vetri delle finestre, il cuculo – tenta di cogliere quali suoni producono.” “Egregio Professore! Mi scusi se Le scrivo pur non avendo il piacere di conoscerLa personalmente. Ho appena ascoltato il Suo concerto, ed è stata per me un’autentica gioia. Certamente Lei non mi conosce…ma i nostri intenti, il nostro modo di pensare e di sentire hanno così tanto in comune che sento di poterLe esprimere le mia simpatia. Nelle Sue opere Lei ha realizzato ciò che io, in forma naturalmente indeterminata, desideravo trovare nella musica.” (Prima lettera di Wassily Kandinsky ad Arnold Schoenberg) P. Klee, Insula Dulcamara 30 31 “Io sono astratto con qualche ricordo.” (Paul Klee) W. Kandisky, Impovvisazione 3 Konzert “I tuoi pezzi non soltanto devi conoscerli con le dita, ma devi saperli cantare dentro di te, senza tastiera. Devi acuire la tua immaginazione sino al punto di poter fissare nella memoria non solo la melodia di una composizione, ma anche la sua armonia.” “Sforzati di suonare bene i pezzi facili; è molto meglio che eseguire in modo mediocre i pezzi difficili.”