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Istruzioni per la consultazione:...........................................................................2 Introduzione alla materia.................................................................................. ........ Storia delle relazioni Internazionali............................................................... ......4 Lo Stato................................................................................................................. .... Da quanto esistono gli stati?.............................................................................. .4 Lo Stato Moderno.................................................................................... ............5 Lo Stato Patrimonialistico...................................................................................5 Stati, nazioni e rapporti tra di essi.................................................................. .......... I modelli dei rapporti tra gli uomini................................................................... ..5 Evoluzione dello stato......................................................................... ................6 Il paradosso dello Stato Moderno: il territorio.....................................................6 I confini ed il concetto di nazione.......................................................................7 1830: Un passo indietro........................................................................ ..............7 Il capitalismo............................................................................................ ...........7 Nation e State Building.............................................................. .........................8 Diritto internazionale.............................................................. ............................8 Idealismo e Realismo................................................................................... ............. L'idealismo......................................................................................... .................9 Realismo............................................................................... ..............................9 Morgentau.................................................................................................... .......9 Tabella di studio................................................................... .................................... I livelli analitici........................................................................ ..........................10 I livelli di concettualizzazione...........................................................................10 La tabella.............................................................................. ............................11 Analisi delle Caselle: Individuo................................................................................. 1 - La psicoanalisi.............................................................................................11 2 - La teoria del genio...................................................................... .................13 3 – Agente struttura............................................................................. .............13 4 – Liberalismo..................................................................................... .............14 5 – L'individuo come attore........................................................................... ....14 Analisi delle Caselle: Lo Stato...................................................................... ............. 6 – Politica di Potenza................................................................ .......................14 7 – Formazione dello Stato...............................................................................15 8 – Palla da biliardo.................................................................................. .........15 9 – Il Marxismo................................................................................... ...............15 10 – Decision Making.............................................................. ..........................16 Analisi delle caselle: Il Sistema Internazionale......................................................... 11 – Anarchia (internazionale)..........................................................................18 12 – Teoria dei Cicli................................................................................... ........19 13 - Stabilità Egemonica.................................................................. .................20 14 – Equilibrio.................................................................... ...............................21 26-09-2006 Introduzione alla materia. Storia delle relazioni Internazionali. Parlando di Relazioni Internazionali si parla di rapporti tra nazioni. “La guerra è l'evento con la maggiore ivasibilità della vita umana, è il cuore della disciplina delle Relazioni Internazionali”. Le origini del termine possono essere fatte risalire al 1789 con Benjamin e la teoria generale del diritto per sistemare i rapporti giuridici nella realtà scientifica, lo IUS INTER GENTES . Nel 1830 Compte dedica delle lezioni discutendo delle guerre e del loro ruolo nella società, usando la parola “relazioni internazionali” senza che essa appartenesse al linguaggio corrente. Nel 1919-20 le prime lezioni di Relazioni Internazionali vengono tenute presso l'Uinversità del Galles di Aberystwyth dal professor Zimmern. Lo Stato. Da quanto esistono gli stati? A partire da Carlo Magno e dal Sacro Romano Impero il concetto evolve principalmente in Europa. Il Papa è il primo tra le persone importanti sulla Terra in quanto vi rappresenta Dio. Il Papa e l'Imperatore entrarono in conflitto per la questione delle investiture, prima spaccatura decisiva tra Papato e Impero e prima lotta politica mascherata da lotta teologica. Il Papa cerca di stabilire chi diventa Imperatore, contro la decisione degli imperatori (Ottone I, II e III) di scegliere autonomamente le modalità di successione. Alla conclusione del conflitto il Papa benedirà semplicemente ciò che la politica ha deciso per conto proprio. Il pontefice manterrà fino al 1870 un proprio Stato perduto con le guerre d'indipendenza italiane. Il “mondo europeo” è quindi organizzato in un'unità imperiale, la cui organizzazione territoriale è feudale che si specializza assieme alla vita sociale. Si affacciano fenomeni quali l'Urbanesimo1 cambiando il sistema economico basato sulla sussistenza, cresce la popolazione, aumentano le occasioni di interscambio aumentando i problemi di organizzazione dei luoghi in cui vivono gli uomini. Nasce l'esigenza di un governo del villaggio, comunità, ecc...nascono i comuni e le città dotate di mura. Esse erano una normale condizione di sicurezza. Tutto questo richiede un minimo di potere politico, inserito nella struttura feudale. La scala gerarchica esiste e funziona grazie ad una serie di deleghe che partono dall'Imperatore e scendono verso il basso, dislocate territorialmente. Questa è la struttura caratteristica dell'Impero. Per l'Imperatore risulta gradualmente sempre più difficile comandare, perdendo coesione e potere soprattutto lontano dal potere centrale. Si formano poteri locali che un po' alla volta non prenderanno più ordini ordini dall'Imperatore. In questo periodo nasce lo Stato Moderno. 1 Durante il periodo medievale (secoli XII-XIV) l'esigenza di protezione dai pericoli esterni prima e quella di emancipazione e presa del potere di nuovi ceti sociali poi vide proliferare in Europa nuovi insediamenti urbani. Questo fenomeno è detto, appunto, Urbanesimo. Lo Stato Moderno. La parola Stato Moderno è universalmente adottata per descrivere la modalità della distruzione dell'unità Imperiale, realizzata intorno al XVI secolo senza una precisa connotazione cronologica. I poteri locali divengono indipendenti dall'autorità centrale. Lo Stato Moderno è tale quando alcune funzioni si manifestano contemporaneamente2: 1. la formazione di un potere politico, un governo, un sovrano; 2. esiste un'estrazione di denaro, ovvero la tassazione; 3. l'amministrazione della giustizia viene esercitata dal sovrano tramite delegati, che richiede norme giuridiche e giudici; 4. la costituzione di eserciti 3 per la difesa. Dopo vicende familiari complesse Carlo d'Asburgo diventò l'unico Re di Spagna, venne quindi a Bologna per farsi nominare Imperatore diventando quindi Carlo V. la Germania rimase però frantumata in piccoli stati, da cui si poté capire come l'Imperatore non riuscì mai a controllare completamente lo Stato che governava, e questo aspetto stava diventando il vero problema politico, ovvero riuscire a mantenere il controllo sul territorio. Lo Stato Patrimonialistico. Il dibattito su come si articolino le forme di potere si evolve in continuazione. L'era dello Stato Moderno è quella in cui il sovrano è assoluto ed al di sopra della legge. Il sovrano è proprietario dello Stato; lo Stato è il suo patrimonio, da cui deriva il termine di Stato Patrimonialistico. 27-09-2006 Stati, nazioni e rapporti tra di essi. I modelli dei rapporti tra gli uomini. Tra i vari stati ed i vari popoli, vi sono vari rapporti di diversa natura, non ultimi i rapporti di guerra. Il centro problematico è la gestione dei rapporti politici che possono sfociare nel caso estremo della guerra. L'origine di questi rapporti umani può essere individuata in due modelli, quello di Erodoto e quello di Odisseo. Odisseo. Come racconta Omero, Odisseo torna a casa dopo 10 anni di viaggio. Egli tarda nel tornare soprattutto per la sua sete di conoscenza che lungo il tragitto lo spinge a incontrare e conoscere luoghi, gente, posti. Questo significa scoprire ciò che fino ad allora non era conosciuto, arricchendo le proprie conoscenze. La sintesi del modello potrebbe essere “sconosciuto è bello” che rappresenta un modello positivo ed ottimistico. 2 Questi punti principali si sono evoluti sino agli attuali ministeri. 3 Gli eserciti erano composti per lo più da mercenari, specialisti di mestiere al servizio dei signori locali disposti a cambiare bandiera a seconda del salario più alto. Un esempio sono i soldati di ventura, alcuni dei quali avevano una discreta fama. Erodoto è uno storico e geografo e scrive “Le storie” opera fondamentale per lo studio e la conoscenza dei popoli antichi. Sconosciuto è pericoloso Il primo tra i popoli trattati è quello dei Persiani. Erodoto li descrive come un popolo civile, moderno, evoluto e con ottimi rapporti con i Erodoto vicini. Egli osserva che più i popoli vivono lontano dai Persiani e meno sono le occasioni di Odisseo incontro, minore è la conoscenza reciproca e quindi maggiore è la diffidenza. Di fronte allo sconosciuto, è normale essere sospettosi, aspettarsi qualsiasi cosa compresi gesti ostili. Sconosciuto è bello Lo sconosciuto è visto come potenziale pericolo Schema 1: modelli dei rapporti dal quale proteggersi, col quale combattere. umani Erodoto ne deduce che quindi “con gli sconosciuti è guerra”. Tra i due modelli quello predominante nella storia europea è decisamente quello di Erodoto. L'Occidente è legato ad una storia sviluppata nello spirito del conflittualismo, della violenza politica, dell'aggressività e della paura. Evoluzione dello stato. Nell'Europa cosmopolita del '700, è possibile viaggiare4 con una certa agevolezza, sono possibili in linea di massima soggiorni in luoghi diversi d'Europa. Non sono certo i contadini a muoversi ma delle GENTES, essere contadini di uno stato piuttosto che di un altro era insignificante, la mobilità di questi strati sociali era generalmente assente. Il frazionamento giuridico o politico era irrilevante, lo Stato è nato ma le sue caratteristiche moderne sono ancora lontane. Il paradosso dello Stato Moderno: il territorio. Nei “Pensieri”5 di Pascal egli anticipa il paradosso del neonato Stato Moderno. Egli afferma che due stati nemici si possono sparare, anzi un soldato può anche avere il dovere di farlo. Ai tempi di Pascal lo Stato Moderno ancora non era realrà radicata, eppure intuisce quale sarà il principale motivo di guerra dello Stato Moderno: il territorio. Il problema sollevato da Pascal è quello dei gruppi che prima erano semplicemente più o meno distanti da altri mentre ora viene a nascere il concetto di confine come ulteriore divisione. Il fiume di Pascal è la figura retorica del confine; puntualizzando su come il concetto universale di giustizia, seppure superiore all'idea di stato, venga “diviso” affermando che in 4 Naturalmente per nobili, ricchi, ecclesiastici o per chi aveva denaro sufficiente a pagare i vari dazi locali. 5 Da filosofico.net: “Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti col mutare di clima. Tre gradi di latitudine sovvertono tutta la giurisprudenza; un meridiano decide della verità; nel giro di pochi anni le leggi fondamentali cambiano; il diritto ha le sue epoche; l'entrata di Saturno nel Leone segna l'origine di questo o quel crimine. Singolare giustizia che ha come confine un fiume! Verità di qua dei Pirenei, errore di là. Essi [i dogmatici, gli Stoici e i seguaci del "giusnaturalismo"] affermano che la giustizia non consiste in queste costumanze, bensì in leggi naturali, riconosciute in ogni paese. E, certo, lo sosterrebbero ostinatamente, se, tra le leggi umane che la temerarietà del caso ha disseminato, ce ne fosse almeno una di universale; ma il buffo è che il capriccio degli uomini si è così ben diversificato che non ce n'è nessuna. Il furto, l'incesto, l'uccisione dei figli o dei padri, tutto ha trovato posto tra le azioni virtuose. Si può dar cosa più spassevole di questa: che un uomo abbia il diritto di ammazzarmi solo perché abita sull'altra riva del fiume e il suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo sia con lui?” alcuni luoghi assume determinati valori, ad esempio a Nord ed a Sud dei Pirenei. È possibile per lo stato imporre ai cittadini un modo di vivere ingiusto? I confini ed il concetto di nazione. L'altro punto caldo individuato da Pascal è quello dei confini, concetto strettamente legato alla figura del fiume nel testo di Pascal. Dopo la battaglia di Valmy6, sul fiume Reno, il fiume stesso viene identificato come confine naturale implicando quindi che lo Stato debba esistere come condizione Naturale7 mentre è un artificio degli uomini. La Francia non è in grado di rispondere militarmente, visto il completo dissesto militare ed economico. Vengono chiamati alle armi i giovani. Non tutti avevano capito di essere passati dalla condizione di sudditi a quella di cittadini, ed il governo rivoluzionario utilizzò la formula che dice che la “nation armée” deve difendere la Rivoluzione. Il 20 settembre 1792 nasce il concetto di Stato Nazione che segna una svolta storica di enorme portata. L'idea di nazione consente di identificare i suoi “confini naturali” ed il fiume Reno è il primo di essi, cui verranno aggiunti poi le montagne ed altri. Tutte le principali culture e civiltà sorgono e si sviluppano lungo i fiumi (fino alla rivoluzione industriale), i fiumi sono il mezzo attraverso il quale avvengono i rapporti commerciali, facilitava gli incontri tra i popoli, l'esatto opposto di ciò che implica la parola confine. Dire che i fiumi sono divisioni naturali è innaturale. 1830: Un passo indietro. A Norfolk (USA), ad una cena tra militari di alto grado, un generale fece un brindisi pronunciando le parole “right or wrong my country”8. Con questa frase si conferma il principio secondo il quale lo Stato detiene il libero arbitrio dei cittadini, segnando un netto passo indietro. L'Ottocento è il secolo del trionfo dell'idea di Nazione, che si afferma attraverso la guerra (come è accaduto alla Francia rivoluzionaria). Il capitalismo. Esistevano anche persone che avevano intuito che l'organizzazione statalistica non era l'unica pensabile. Alcuni filosofi teorizzarono l'anarchia9, ovvero l'assenza 6 Dopo il 1713 e la guerra di successione spagnola termina il lungo periodo di potere spagnolo a favore della Francia e dell'Inghilterra, portando verso la rottura del sistema. Il crollo effettivo avviene nel 1789 con la Rivoluzione francese ed il termine della concezione patrimonialistica dello Stato grazie all'arresto del Re (agosto 1792). la preoccupazione delle corti europee cresce, visto il rischio che il “virus” della rivoluzione attecchisca nel resto d'Europa. Viene organizzata una spedizione militare cui prendono parte i principali stati europei. Questo esercita rappresenta il pensiero conservatore europeo. La situazione è evidentemente a favore dei conservatori. Il 20 settembre 1792 ha luogo la battaglia di Valmy, conclusasi con la clamorosa vittoria dei Rivoluzionari. 7 Questo pensiero trova piena conferma nella Fenomenologia dello Spirito Hegeliana (17701831), secondo cui lo Stato (ed in particolare quello prussiano) è la sintesi della famiglia e della società civile, manifestazione assoluta dello Spirito. 8 Ovvero “giusto o sbagliato, farò ciò che dice la mia patria”. Da “La Repubblica”del 3 settembre 2005 di Renzo Buttazzi: “La frase fu pronunciata, proprio due secoli fa, in un brindisi che fece il comandante di marina americano Stephen Decatur; egli voleva sottolineare che, in quanto militare, non intendeva discutere alcune decisioni politiche, anche se non le condivideva. Estrapolato da quel contesto il concetto è stato generalizzato, spesso divenendo la parola d’ordine e la spia del più stupido nazionalismo.” 9 La parola Anarchia deriva dal greco αναρχία (an-archè) e significa assenza di comando. I principali filosofi sono Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865), Michail Alexandrovič Bakunin di un governo. Tuttavia la concezione statalistica continuò ad espandersi e ad imporsi con forza schiacciante, ponendo le basi per il fenomeno del capitalismo. Il successo di tale sistema risiede nei suoi stessi presupposti di competizione e razionalità. Una battaglia, anche militare, condotta da un paese capitalistico ha più probabilità di successo e questo ne ha determinato il successo di metodo. Nation e State Building Il processo di state building è fondamentale perché riunisce la popolazione per fare la guerra ad un altro stato. Quest'idea porta alla perpetuazione dell'idea nazionalistica, secondo la quale una volta fatta lo stato-nazione era necessario espanderlo territorialmente, come affermato dagli irredentisti10. Ernest Renand, studioso dell'idea di nazione pubblica un saggio su che cos'è una nazione, e nessuna definizione pare essere soddisfacente. Giunge alla conclusione che l'unico modo per definire la nazione è “il plebiscito di ogni giorno di ognuno di noi”. Diritto internazionale A gestire i rapporti tra gli stati ci sono regole e trattati che sono stati redatti col tempo, che costituiscono il diritto internazionale. Il diritto internazionale nasce nel 1648 e passa per varie tappe importanti come la guerra civile americana e la Costituzione USA, scritta a Philadelphia. Con il costituzionalismo nasce anche il costituzionalismo internazionale. Può esserci la necessità di avere una figura neutra tra gli stati, che svolga determinate funzioni. Ad esempio la Croce Rossa nasce come un primo tentativo di organizzazione internazionale, finalizzata a prestare soccorso ai feriti delle guerre. Proprio nella prima metà del XIX secolo cominciano a comparire i primi trattati ed accordi per limitare gli orrori della guerra, che verranno poi ufficializzati a Ginevra nel 1949 e 1976. Il diritto umanitario (della guerra) entro certi limiti ha fondamentalmente una funzione promozionale, tanto che queste convenzioni vengono violate appena vengono sottoscritte. Servono comunque a promuovere alcuni tipi di risoluzione dei conflitti, ad esempio escludendo le armi di distruzione di massa. Nonostante tutto negli anni '50 gli USA detengono il 50% degli armamenti mondiali, rendendo evidente che l'Equilibrio del Terrore in realtà non esisteva. La funzione promozionale del diritto internazionale è sottolineata da Roberto Bobbio, secondo il quale in diritto è tale solo quando prevede una sanzione. Il diritto ha quindi una funzione pedagogica, che dovrebbe insegnare ai cittadini come comportarsi in determinate situazioni, e promuovere i comportamenti virtuosi. (1814-1876) e più recentemente Emma Goldman (1869-1940). 10 Nel 1859 Cavour cede la Costa Azzurra, oggetto delle pretese degli irredentisti. 16-10-2006 Idealismo e Realismo. L'idealismo nasce nel 1919 come prima teoria delle Relazioni Internazionali. La sua peculiarità è l'aspetto pionieristico che la contraddistingue. L'idealismo non nasce come termine tecnico ma come epiteto. Questo movimento ha caratteristiche comuni al realismo, parola che ha un retaggio storico di ampio respiro, detto realismo politico che è fondamento della gran parte delle ideologie occidentali. Quest'altro movimento si riconosce nella teoria realista delle Relazioni Internazionali. Le due teorie sono capisaldi della disciplina e coprono tutto il panorama delle Relazioni Internazionali. L'idealismo. Dopo la Prima Guerra Mondiale nasce l'Idealismo, accusata dai realisti di essere una teoria utopica ed ideologica. Ha il merito di essere la prima teoria formulata, anche se non vi è una produzione letteraria specifica, ma viene “costruita” da autori diversi in parti separate dei loro lavori. Paradossalmente, le migliori definizioni sono quelle fornite dai critici dell'idealismo. L'idealismo si basa sul principio che l'uomo è essenzialmente buono, che l'ordine si può raggiungere con l'individuazione dell'armonia degli interessi. Quando quest'armonia viene meno si scatenano le incomprensioni, gli odi e le guerre. Tali eventi sono il risultato di incomprensioni, malintesi o semplicemente dell'ignoranza e possono essere evitati lavorando politicamente per eliminarli. Purtroppo queste teorie sono smentite duramente dalla storia. Grazie a questa teoria si introduce il concetto che anche gli stati possono avere principi morali, in quanto comporti da uomini che a loro volta possono avere dei principi morali. La teoria idealista era stata espressa in maniera più efficace da attori della scena mondiale, per lo più sotto il profilo politico che non intellettuale, ad esempio dal Presidente USA Wilson che gettò le basi per la Società delle Nazioni. Proprio il rovinoso epilogo che tale organizzazione ebbe può essere il simbolo del fallimento dell'idealismo. Realismo. Il realismo nasce come critica all'idealismo, a partire dagli anni '30 e rimane la teoria predominante almeno fino agli anni '60. Come la teoria idealista, anche quella realista si poneva come teoria scientifica, da poter essere usata come strumento concreto. Morgentau. Morgentau è tedesco, negli anni '30 come molti ebrei emigra in Svizzera. In Germania ha conseguito una laurea, ed una volta a Ginevra conosce Kelsen di cui è allievo. Giunge come esule negli Stati Uniti dove diventa consulente al governo per la politica estera, consigliando in seguito di abbandonare il Vietnam, ed a questo punto viene licenziato. Morgentau scrive “Politics Among Nations”, considerata la sua opera principale ed opera chiave del realismo. Morgentau comincia il testo parlando di realismo politico enunciandone i sei principi. L'autore definisce subito il campo delle Relazioni Internazionali, dividendolo in due tra idealismo e realismo. Secondo Morgentau l'uomo non è cattivo, bensì egoista. Da questa considerazione consegue che gli esseri umani combattano per il proprio interesse e non per “il bene”. Questi sono i presupposti che utilizza Morgentau per fondare l'analisi scientifica rispetto agli eventi. Se è vero che il movente è rappresentato dall'interesse, e se questo è un dato oggettivo sempre valido, allora anche per la politica ci saranno dei presupposti simili, infatti la condizione per realizzare un'interesse in politica è ottenere il potere. In questa visione tutto è sempre in contrapposizione, tutto è sempre in lotta, con profonde radici nel Darwinismo sociale e nel positivismo. L'etichetta del realismo diventa quella dell'interesse nazionale. Lo statista deve rappresentare e interpretare, attraverso la politica estera, l'interesse nazionale. Questo in genere si può attuare solo con la potenza. Se tutto ciò è vero, è provata la scientificità della disciplina. Negli anni '70 l'austriaco Waltz si farà conoscere come il portavoce di un neorealismo che porta agli estremi l'interesse nazionale, dicendo che esso è immutabile nel tempo. In questo caso si giunge a varcare i confini della filosofia storica: ogni stato ha un obiettivo ben preciso da affrontare secondo Waltz. L'interesse nazionale viene interpretato dallo statista, eppure anche questa teoria è confutata dalla storia. Le teorie di Morgentau possono essere applicate in maniera limitata e non come universalmente valide per le Relazioni Internazionali. 23-10-2006 Tabella di studio. I livelli analitici. I due strumenti principali di lavoro devono in qualche modo esistere già. Waltz si chiede qual'è l'ambito nel quale “vive” la guerra e propone tre spiegazioni: ● nella natura dell'uomo; ● nella natura dello Stato; ● nella natura dei rapporti tra gli Stati (identificata spesso come “Anarchy international”). Il testo è fortemente influenzato da Rousseau, Hobbes e Kant rendendolo più un testo di filosofia politica. Egli affronta i temi sotto i vari aspetti, l'aspetto saliente non è la conclusione ma i livelli di analisi usati: INDIVIDUO, STATO, SISTEMA INTERNAZIONALE, cui si aggiunge il SISTEMA GLOBALE che differisce dal terzo perché si tiene conto che esistono rapporti sociali, culturali, economici troppo estesi per essere confinati nella terza categoria. I livelli di concettualizzazione. Per una disciplina con un panorama così esteso, non è sufficiente schematizzare in questo modo il tema, c'è bisogno di più elasticità. Aron con “Entre le nations” affronta la tematica cercando di impostare il problema secondo una serie di livelli di concettualizzazione. Per lo scopo si serve della famosa metafora dell'alieno che osserva il gioco del calcio. Partendo proprio dall'osservazione si coglie la dimensione storica, teorica e sociologica; si giunge alla concettualizzazione, ed infine alla valutazione complessiva. Aron propone infatti che dopo la concettualizzazione si aggiunga un livello prasseologico, ovvero quello della valutazione degli altri 3 livelli. La tabella. Prendendo i livelli di Waltz e quelli di Aron si può pensare di incrociarli in una specie di tabella. Compiendo quest'operazione appare evidente come manchino almeno due categorie rispetto alla classificazione di Aron: il livello economico e quello politologico. Da questo incrocio si ottengono 24 combinazioni. Questo criterio consente di ordinare maggiormente le idee. In questo modo non si esaurisce il discorso sulle Relazioni Internazionali, dato che in alcune caselle possono essere contenuti più soggetti. Col passare degli anni le analisi sono evolute arrivando potenzialmente ad ampliare ancora di più lo schema. Su questa tabella è necessario fare alcune precisazioni. Rispetto ai livelli analitici possiamo notare che mentre l'individuo e lo stato sono soggetti tangibili e di immediata verifica, lo stesso non si può dire per il sistema internazionale e globale. Nella tabella, la colonna relativa alla valutazione viene lasciata per ultima per differenziarla dal “corpus conoscitivo delle Relazioni Internazionali” dato che la valutazione è un'operazione possibile solo dopo aver già conosciuto le varie chiavi di lettura. Il tentativo, adesso, è quello di assegnare una posizione alle caselle. Livelli Analitici (Waltz) Classificazione delle Analisi Internazionalistiche Livelli Concettuali (Aron) Teorico Storiografico Sociologico Economico Politologico Valutativo L'individuo Teoria del Agente / Liberalismo come attore Genio [2] struttura [3] [4] [5] Idealismo [21] DecisionMarxismo Making / Stato [9] Impermeabile [10] Realismo [22] Individuo Psicoanalisi [1] Stato Formazione Politica di Palla da dello Stato Potenza [6] Biliardo [8] [7] Sistema internazionale Sistema Globale Anarchia [11] Stabilità Teoria dei egemonica Cicli [12] [13] Equilibrio [14] Modelli di sistema Guerra costituente [15] Ordine Inter nazionale [23] Politica Globalismo Politica PostSocietà Sistemaeconomica Teoria dei Istituzionaliz internaziona contempora mondo [17] internazionale Regimi [20] zato [16] le [18] nea [24] [19] Analisi delle Caselle: Individuo. Per ogni casella è importante non dimenticare che si possono individuare più di un titolo, che la schematizzazione proposta è solo a titolo indicativo. 1 - La psicoanalisi. Livello analitico individuale + livello teorico concettuale. La psicoanalisi è una terapia medica, applicabile all'individuo, ad una singola persona. Parlando di Relazioni Internazionali, può essere interessante la psicanalisi nel momento in cui parla di Guerra. Questo accadde durante la Prima Guerra Mondiale, quando Freud si interrogò sulle ragioni per cui l'uomo ha commette tale atrocità. Freud applicò uno dei suoi principi teorici principali: dentro l'uomo agiscono sempre contemporaneamente due pulsioni. Esse sono l'Eros ed il Tanatos. Questi due termini rappresentano due mondi molto vasti, due propensioni di comportamento in lotta perenne tra loro. Freud propone un metodo per distinguere la struttura del comportamento umano. Il problema, secondo l'autore, è che nella lotta tra il bene ed il male, alcune volte prevale uno ed altre volte l'altro. Anche quando prevale un aspetto, l'altro è presente. Appare evidente che la psicanalisi è impotente di fronte alla guerra, non può risolvere il problema della guerra. La psicanalisi però ha aiutato a comprendere le ragioni del conflitto. Prima di Freud, all'inizio del secolo, era stata proposta da William James un'analisi (L'equivalente morale della Guerra). In questa teoria James constata che in genere in guerra vanno i giovani. L'ipotesi è che in guerra essi possano esprimere tutta la loro violenza ed il loro impeto. La conseguenza è che si potrebbe trovare uno sfogo alternativo alla guerra, principio alla base dell'attuale servizio civile. Il difficile era dimostrare che scelte politiche potevano evitare la guerra. Anche Freud interrogato da Einstein risponde che per evitare la guerra è necessario sviluppare un'attitudine sociale che eviti lo scontro attraverso l'educazione. 30-10-06 Tra tutte le specie animali, non ce n'è una che sviluppi volontariamente forme di violenza intraspecifica, tra gli animali sono presenti forme di violenza ma generalmente non verso altri animali della stessa specie, o comunque limitati a momenti specifici. Lorens vuole arrivare a dire che gli esseri umani sono diversi dagli altri animali perché non obbediscono solo agli stimoli istintivi, ma sono in grado di limitare i propri comportamenti. Eppure gli esseri umani si aggrediscono tra di loro anche in altre situazioni, basti pensare, ad esempio, alla guerra. La disciplina di Lorens è detta etologia, la “psicologia” animale tra i quali c'è anche l'uomo. Questo tipo di comportamento ha a che fare col Darwinismo. Darwin si occupa proprio della lotta per la sopravvivenza, per cui sopravvive chi si è meglio adattato alle condizioni ambientali ed alle sue variazioni. Si può anche die che le guerre non le vince a priori chi le comincia, ma chi si adatta meglio alla situazione, e questo accade nella maggio parte dei casi. Per animali e vegetali, la lotta per la sopravvivenza non ha limiti oltre a quelli imposti dal fisico, mentre per gli esseri umani possono essere posti dei limiti. Un altro punto di vista, più tecnico, è quello che riconosce all'aggressività lo status di malattia curabile. Questo ragionamento conferisce radici telluriche e genetiche all'aggressività umana che risiede nel territorio che gli appartiene. L'impostazione si collega con il coraggio e la disponibilità a combattere, con ampi rimandi alle teorie freudiane dell'Eros. Non ci sarebbe più spaccatura tra Eros e Tanatos secondo Wong, per cui è tutto semplice Eros, offerto verso il terreno e la famiglia che giustificano i conflitti. Avere cultura, colore della pelle diverso, non significa che di fronte a condizioni simili non ci si comporti in maniera simile. La conclusione è una sovrastruttura culturale. Se si dimostra che gli esseri umani sono realmente diversi si giustificano le lotte contro altri gruppi di esseri umani. Assumendo che gli esseri umani sono tutti uguali si distrugge la teoria dell'origine genetica della violenza. 2 - La teoria del genio. Livello analitico individuale + livello storiografico concettuale. Questa concezione ha origine da un frase di Clausterwitz, primo filosofo della guerra nella storia moderna. Viene evocato come padre del militarismo Prussiano, a torto. Vive tra la fine del '700 e muore nel 1831. É militare e diventa poi docente di strategia militare. Scrive “Von Kriege” (sulla guerra) pubblicato postumo di cui solo due parti erano, secondo lui, complete. Parla delle guerre Napoleoniche ed alla figura stessa di Napoleone si riferirà come un genio. Accanto a nozioni specifiche per le tecniche di guerra si trovano anche trattazioni teoriche sulla guerra, tra cui si dice che le guerre sono la prosecuzione della politica con altri mezzi. Quando scoppia la guerra, la politica non ha esaurito il suo compito, mentre per Cicerone era il contrario. Clausterwitz si pone in questione se sia possibile per delle persone eccezionali, modificare il corso della storia, e delle guerre in particolare. Napoleone non vince le sue guerre per migliori armamenti o per la forza fisica, ma per astuzia ed intelligenza. Napoleone sconvolge lo schema di guerra del Settecento; quello in uso era moto metodico, basato su calcoli che paragonavano le truppe a pedine degli scacchi. Il genio napoleonico scardina gli eserciti nemici contrapponendo le sue truppe non in formazione classica ma concentrandole su un unico punto del fronte per sfondare le linee avversarie e portare il caos rendendo impossibile una ricostruzione tattica da parte dei condottieri nemici. Questa semplice tattica permise a Napoleone di vincere le prime guerre. Era un caso, oppure si tratta realmente di un genio? Sono gli esseri umani a decidere la storia oppure è la storia che “crea” le persone per cambiarla? Questi sono i temi su cui dibatte Carlyle. Sono temi senza una risposta univoca, ma che offrono ampi spunti di riflessione. 3 – Agente struttura. Livello analitico individuale + livello sociologico concettuale. La sociologia guarda agli individui ed ai comportamenti della società per trovare degli elementi comuni, il che è un ragionamento molto diverso da quello utilizzato nella casella n°2. L'agente è il soggetto che agisce in rapporto alla struttura (politica) che gli appartiene. Un buon esempio può essere Stalin in Russia, o Gorbaciov. 31-10-06 Il fuoco dell'analisi si concentra sull'agente e non sulla struttura. Ad esempio il regime degli anni '70 in URSS fu molto conservatore ed immobile fino all'aprile del 1985 quando Gorbaciov arrivò alla segreteria del partito. Gorbaciov veniva dai servizi segreti, conosceva bene la struttura della nazione. Quando arriva al potere la sua idea non è assolutamente quella di distruggere il sistema, ma di farlo funzionare meglio attraverso la glasnost e la perestrojka (la trasparenza e la ristrutturazione). Innovò la politica estera, cercò di innovare il sistema politico ma incontrò numerose resistenze all'interno delle istituzioni. Nell'agosto del 1991 vi fu un piccolo “colpo di stato” e Gorbaciov venne fatto arrestare e sostituito nel dicembre dello stesso anno da Eltsin, decretando la definitiva dissoluzione dell'URSS. Tutto questo non era nelle intenzioni d Gorbaciov, ma la struttura in cui operava l'ha condotto a questi risultati. 4 – Liberalismo. Livello analitico individuale + livello economico concettuale. Il livello economico, si ricorda, è uno dei livelli analitici aggiunti rispetto a quelli proposti da Aron. Il tema che viene trattato è il liberalismo. Vi può essere il dubbio del livello da considerare per questa tematica, individuale o statuale. La collocazione nella tabella lo vede al livello individuale perché sono più spesso gli individui e la personale iniziativa a comporre il centro del liberalismo. Secondo il liberalismo, la realtà si muove per decisioni di singoli uomini, differenziati per la libera iniziativa. Esiste l'esigenza di capire i legami tra la politica ed il commercio. Nell'Ottocento la questione importante era se il commercio doveva seguire la bandiera o se la bandiera dovesse assecondare il commercio. Il mercantilismo verrà sviluppato associandolo all'idea di pace perché per restare in vita, un sistema simile avrà bisogno di una situazione pacifica. La posizione liberale è un primo passo per il pacifismo Kantiano, dal commercio pacifico si passa alla pace perpetua. Se ne deduce che l'idea di pace dipende dalla buona volontà degli individui. Il filone che questa casella introduce è quello dominante l'analisi internazionalistica. Da queste basi si muoverebbe verso l'anarchia internazionale. 5 – L'individuo come attore. Livello analitico individuale + livello politologico concettuale. Esistono personaggi con particolare effetto sulla politica e/o sull'opinione pubblica. Ad esempio Kennedy; egli fece del suo fascino e del suo carisma un manifesto di “lotta politica”. Il modo con cui affronta la crisi dei missili è diversa da come venne affrontato da altri uomini politici dell'epoca. Rispetto alla teoria del genio, l'individuo come attore non ha rilevanza storiografica marcata, non ha un aspetto proprio del genio ma può essere altrettanto rilevante. L'individuo nel ruolo di attore è più pertinente alla scienza politica, ovvero a ciò che riguarda un leader politico. Mentre il genio (o eroe) è al di fuori della storia, per certi versi l'attore è radicato in una realtà ed in un tempo ben precisi, come ad esempio un Presidente nella durata del suo incarico. Si può schematizzare dicendo che uno stesso soggetto può comparire in momenti diversi sotto profili diversi. Analisi delle Caselle: Lo Stato. Il livello analitico di individuo e quello di Stato sono i due presenti al livello reale, empirico, direttamente verificabili ed osservabili. L'idea di Stato è solida, concepita da tutti, lo Stato è un soggetto attore della politica internazionale. Allo Stato appartiene la soggettività della vita internazionale; analizzare lo Stato significa compiere l'analisi di questi aspetti. 6 – Politica di Potenza. Livello analitico statuale + livello individuale concettuale. La politica di potenza è ciò che uno stato fa in condizione di anarchia internazionale (casella 11). 7 – Formazione dello Stato. Livello analitico statuale + livello storiografico concettuale. Questa casella è molto importante, dato che l'inizio del corso si è occupato molto proprio di questo tema (vedi). In questa casella si fa ampio riferimento a Tilly la cui più celebre frase è: “la guerra fece lo stato, e lo stato fece la guerra”. Gli non stati nascono per volontà divina, ma per conseguenza di guerre. Molto spesso il numero si stati prima e dopo una guerra restano gli stessi perché ne nascono di nuovi e ne scompaiono altri. Questa dinamica è il modo in cui lo storia delle società evoluta: sono eventi impercettibili per chi vive dentro questi cambiamenti, ma di estrema importanza. I commenti successivi del Professore sono identici a quelli riportati sul libro. 8 – Palla da biliardo. Livello analitico statuale + livello sociologico concettuale. L'espressione “palla da biliardo” è una metafora usata dagli studiosi americani del Primo dopoguerra, tra i pochi che ragionarono su una realtà scientifica con poca esperienza di studio alle spalle. Con questa metafora si intende la politica estera, il modo con cui uno Stato si rapporta con tutti gli altri stati. Gli scienziati hanno sempre dato poca importanza a quest'aspetto; di fronte a questo vuoto due studiosi americani proposero l'immagine suggestiva delle palle da biliardo come gli stati su una scena senza regole: l'ANARCHIA INTERNAZIONALE . Viene immaginato, analogamente al gioco del biliardo, che se una palla ne colpisce un'altra, o più di una, si scatenerà una sorta di effetto a catena, ed ogni Stato è come una palla: si muove quando è colpito, urtato. Il messaggio è che le politiche estere non sono che la manifestazione della reattività di ogni Stato rispetto agli eventi esterni. L'idea che ci forma è che la politica estera è un adattamento rispetto alle novità dell'ambiente. Questa teoria può finire per essere ingenua e riduttiva. Ad ogni modo l'atteggiamento della palla da biliardo è abbastanza simile agli atteggiamenti reali. L'aspetto saliente della questione è che gli eventi in quanto esterni non sono direttamente controllabili, si declinano molte responsabilità, essendo sempre vittime e soggetti della provocazione altrui. Questo implica che il pericolo è sempre alle porte ed è necessario essere sempre pronti a difendersi. È una delle poche teorie che cercano di interpretare la politica estera a basarsi su un principio istintivo ed intuitivo, limitato rispetto alla domanda: perché queste palle si muovono? 9 – Il Marxismo. Livello analitico statuale + livello economico concettuale. Al posto di Marxismo sarebbe stato altrettanto corretto scrivere IMPERIALISMO. La descrizione di questa casella riguarda la visione Marxista-Leninista del sistema internazionale. È interessante vedere se il marxismo abbia avuto degli aspetti rilevanti per la teoria delle Relazioni Internazionali. Si può argomentare che abbia prodotto una teoria generale scritta da Lenin, che parla di imperialismo. Marx non aveva grande interesse nelle relazioni internazionali, semplicemente perché non erano ambiti da lui ritenuti interessanti. Nel “Manifesto” una parte può essere considerata come un trattato economico contemporaneo, che tratta di globalizzazione economica, senza ovviamente usare mai questa parola, ma usando una terminologia pertinente con i problemi attuali. La svolta nella dottrina Marxista è rappresentata dal MarxismoLeninismo, ed in particolare dalla figura di Lenin. L'evoluzione e la crescente centralità dell'economia nel mondo è fondamentale per comprendere i mutamenti nel mondo attuale. Tra Ottocento e Novecento avvengono cambiamenti enormi: la rivoluzione industriale ottocentesca introduce molti fattori nuovi, soprattutto grazie alla rivoluzione nella produzione. AI suoi tempi fu sconvolgente la produzione di massa Tayloristica, ed in particolare uno dei suoi applicatori più famosi, Ford, al punto che si parla di fordismo. Grazie a questi cambiamenti si arrivò a produrre più automobili, senza, però, aumentare gli stipendi al fine di guadagnare il più possibile. Ma se sono prodotte poche automobili, con pochi acquirenti verranno vendute tutte con soddisfazione reciproca. Aumentando la quantità prodotta a salari invariati, il potenziale di acquisto non varia in maniera favorevole al capitalista, perché le automobili, nel nostro caso, restano invendute. Gli economisti liberali di inizio secolo lo chiamavano il “problema del sottoconsumo”, e prima di fallire, il produttore deve ovviamente cercare di venderli anche altrove, ad esempio in un altro Stato. In questo modo i diversi paesi dovranno dialogare non solo più in diplomazia, ma anche mirando al consumatore degli altri paesi. Succede, così, che i grandi complessi economici legati alla finanza dello Stato di origine, siano troppo strettamente legati allo Stato stesso, arrivando a mettere a rischio economie di vari Stati, perché in questa concorrenza si decide la sopravvivenza di tali economie. Lenin forgia il concetto, un economista inglese gli da il nome: imperialismo. Per il controllo dei mercati potranno, quindi, sorgere dei conflitti. Il meccanismo imperialista riguarda solo gli stati più progrediti al mondo, che tendono a conquistare degli imperi economici. Il libretto di Lenin (un centinaio di pagine) è scientifico e dimostra che lo scontro tra le potenze imperialiste è inevitabile. La conclusione è una specie di profezia11: Lenin non solo pensa che questo scontro sia inevitabile, ma dice anche che questo scontro provocherà la fine stessa del capitalismo. Marx non chiarì come portare il socialismo nel mondo fermandosi alla “sbrigativa” soluzione della Rivoluzione. Negli ultimi scritti di Marx egli addirittura pensa che il proletariato può andare al potere anche per via elettorale. Lenin, invece, è molto più chiaro, perché prevede la distruzione capitalista, come una sorta di suicidio. Nell'area di Lenin c'è però chi dice che vi sarà anche una fase di ultra-imperialismo, la fase di stasi del capitalismo, in cui le poche potenze rimaste mantengono l'equilibrio per non andare verso il famigerato suicidio. 10 – Decision Making Livello analitico statuale + livello politologico concettuale. Questa è una delle poche caselle con due titoli. La parola stato impermeabile è un concetto relativo al fatto che i confini politici ideali degli stati siano o meno oltrepassabili dagli altri stati. Questo ragionamento è relativo all'impostazione di Herz, che negli anni '50 fece nascere 11 Il titolo del libretto è “Imperialismo, fase suprema del capitalismo”. il dubbio sulla sovranità degli stati satelliti dei due blocchi. Herz denuncia che non è vero che si vive in stati sovrani, perché tutti sono sotto il ricatto dei due stati allora possessori della bomba atomica. Gli stati sarebbero tutti permeabili, salvo le due potenze. Herz dice che una cosa che tutti pensavano ma che nessuno aveva il coraggio di dire. Questa dichiarazione era scandalosa per l'epoca, per l'opinione pubblica, perché voleva dire che il mondo libero non è realmente libero, il messaggio di Herz suonò, quindi, come scandaloso. Dopo dieci anni da questa dichiarazione, Herz stesso ritorna sui suoi passi rinnegando tutto, dicendo che in realtà la storia della bomba atomica era più di facciata che altro. Dunque per Herz non è vero che tutti gli stati sono permeabili, anzi, ogni stato conserva la sua indipendenza potendo prendere decisioni senza subire l'autorità di uno stato terzo. Non ci interessa se avesse ragione prima o dopo, l'importante è mettere in evidenza la problematica sollevata. Il secondo titolo della casella è il decision making, espressione che interessa il modo in cui vengono prese le decisioni. All'inizio fu il nome di una teoria che a poco a poco diventa più che altro un modo di analisi. Questo modus operandi è stato sempre meno applicato sul piano internazionale, diventando irrinunciabile per la politica interna. Anche questa teoria risale agli anni '50, i più intensi per la Guerra Fredda. Negli USA, da alcuni anni era in atto una sorta di “caccia alle streghe” mirata a spie ed agenti segreti dell'URSS attivi negli Stati Uniti, dunque lo scontro ideologico in occidente aveva provocato una situazione in cui nessuno si permetteva di fare critiche verso la politica estera americana, o apprezzamenti per quella sovietica. Nelle università stesse da parte di docenti c'era paura di ciò che si insegnava, gli studiosi avevano timore nell'approccio,e nel modo con cui conducevano la ricerca scientifica. Per sfuggire a questa “trappola” Snyder idea il decision making. Questa teoria si basa sul principio che una decisione presa è incontrovertibile, compiere un'azione come per esempio sganciare la bomba di Hiroshima, è generata da una decisione oggettiva presa in precedenza. L'analisi andava quindi compiuta su questo piano. Il successo che ottenne la teoria fu enorme, l'autore si propose di applicare questa teoria alla guerra di Corea, per capire chi l'aveva scatenata. Snyder cercò di ricercare tutte le varie decisioni prese in quell'ambito, giungendo ad un fallimento totale, non ottenendo nessun chiarimento in merito. Dopo questo fiasco, la teoria viene sempre meno usata nella teoria delle Relazioni Internazionali, con un parziale recupero negli anni '70 adattandolo come prezioso strumento per la politica interna. La ricerca delle decisioni prese, sono una guida per la ricerca empirica, che da sola non sarebbe sufficiente per risolvere il problema. Questa modalità di analisi, non è molto utile se alla base vi sono dei vizi, dei pregiudizi ideologici. 21-11-06 Analisi delle caselle: Il Sistema Internazionale. Si ricorda di nuovo la distinzione tra i due gruppo di livelli, individuo e stato, che sono sostantivi più facili da comprendere; passando all'idea di Sistema le cose cambiano perché non ci sono soggetti empirici, ma dei concetti non direttamente presenti nella realtà. Non si può dimostrare un Sistema, sono modelli si possibili spiegazioni sul funzionamento degli eventi. I Sistemi non esistono realmente, si ragione “come se”, facendo ipotesi. Si entra in una dimensione più complessa e problematica. La differenza tra sistema Internazionale e Globale è che il livello globale viene aggiunto in corrispondenza dell'evoluzione storica, consentendo di approfondire aspetti nuovi, non analizzabili con gli strumenti tradizionali, migliorando la comprensione delle Relazioni Internazionali. Tra i due livelli esiste una differenza di sostanza. Con il livelli di analisi del Sistema Internazionale si analizzano i rapporti tra stati e stati, come principali e privilegiati soggetti della dialettica internazionale; con il livello di analisi Globale ci so occupa dei rapporti tra tutti i vari soggetti presenti, rappresentando il livello di complessità massima. È più facile studiare la guerra, partendo dal livello del Sistema Internazionale perché la guerra sono fatte nella maggior parte dei casi (soprattutto nell'immaginario collettivo) tra stati. A questo livello, va assegnato il massimo livello di importanza. 11 – Anarchia (internazionale). Livello analitico internazionale + livello teorico concettuale. (Per la descrizione dell'anarchia si rimanda alla nota 9). Con l'idea di stato moderno nasce anche l'anarchia, teoria dell'interpretazione dei fatti. Secondo questa teoria nella realtà ci sono quotidianamente rapporti tra stati, ma questi loro rapporti sono privi di qualsiasi regola valida per tutti gli stati. Gli stati si ritengono impermeabili per quattro secoli, e partendo dalla presunzione di sovranità di ogni stato, Hobbes dice che se per gli individui è possibile costruire una società pacifica tramite accordi, rinunciando ad una parte della propria libertà per avere la sicurezza, questo non può avvenire per gli stati, proprio perché sono sovrani. Eppure qualcuno riesce a comandare perché è più forte e la forza si dimostra con la guerra in un circolo continuo. La vita dei rapporti tra gli stati è di possibile guerra perpetua. L'idea dalla base della guerra perpetua di Hobbes è estremamente simile alla situazione riscontrata durante la Guerra Fredda: stati che si controllano a vicenda per dominare l'incertezza che prevale nel contesto. Incertezza, insicurezza ed una certa dose di imprevedibilità. In una situazione di assenza di comando, con un vuoto di potere, chiunque può tentare di comandare, ogni stato deve prepararsi meglio che può alle possibili ostilità. Si possono fare delle osservazioni: lo scopo principale di ogni governo sarà quello di organizzare la difesa dell'integrità dello stato, quindi di respingere il nemico o, eventualmente, di attaccarlo. Nell'Ottocento divenne una dominante quella del primato della politica estera. Per tutti i governi dell'epoca la politica estera è più impostante di quella interna, perché se non si garantisce l'integrità strutturale dello stato è inutile occuparsi della politica interna, che è una fase successiva. In secondo luogo la cosa più importante per uno stato è avere una buona organizzazione militare, anzi, avere la migliore possibile. Questo da una fortissima impressione sulla politica e sulle scelte che compie un governo. Questa preoccupazione viene istituzionalizzata con la formula del dilemma della sicurezza così importante durante il XX secolo. Esso si propone come il vademecum di ogni buon statista, ed afferma che se è vero che un buon governo si occupa della sicurezza, quindi si occupa di essere ben preparato, attraverso gli armamenti, e siccome essi sono ben visibili, è facile vedere se un altro stato sta compiendo un procedimento analogo, investendo in forze militari; a questo punto, se lo statista è saggio, si preoccuperà di porsi sullo stesso piano dell'altro stato, o meglio di superarlo; il presupposto base è che gli investimenti in armi non sono fini a ste stessi, ma che verrano in qualche modo usati. Ciascuno stato vedrà gli altri stati investire nella loro sicurezza, aumentando costantemente la tensione creando una sindrome da corsa agli armamenti. In una situazione di anarchia internazionale, gli stati operano una politica di potenza. Il concetto di anarchia internazionale non è necessariamente vero, ma spesso superato; è tuttavia necessario studiarlo per capire l'evoluzione storica si secoli di problematiche e teorie delle Relazioni Internazionali. 12 – Teoria dei Cicli Livello analitico internazionale + livello storiografico concettuale. Questa è una casella di grande importanza. Per i cicli si intendono i cicli storici. Il problema è grande perché l'ipotesi che sa Storia abbia una sua ciclicità ne implica una prevedibilità: determinate fasi della storia si ripetono. Non sarà possibile conoscere ne dettaglio le singole situazioni che si verranno a creare, ma si possono fare delle previsioni più o meno corrette ed accurate. Per Gian Battista Vico la storia dell'uomo è basata su tre fasi: nascita, crescita e morte, e così accade nella storia. Non è difficile trovare degli esempi nella strategia pensando agli esempi agli imperi, da quello Romano a quello Ottomano, Carlo V, britannico fino a quello sovietico. Di tutti questi esempi possiamo dire che hanno avuto un inizio, un apice ed infine un declino. Qual'è il principio che giustifica questo modello? È più che altro una questione della filosofia della storia, tema estremamente ampio. La domanda di questa casella è se è possibile dare senso alla direzione della storia; ovvero se la storia ha razionalità, se il cammino dell'umanità sia razionale. Sono domande di grande complessità, e si adattano molto bene alle Relazioni Internazionali, perché attraverso la ciclicità della storia si spiegano molte cose. Le guerre si prestano bene come esempio. Compte cercò di interpretare la storia dell'umanità usando tre modelli (in realtà si tratta di un modello con tre passaggi intermedi), il cui soggetto è la guerra, catalogata in: difensiva, offensiva e commerciale. La teoria dei cicli è antica ed ha anche varianti di matrice teologica. È il caso delle religioni che affermano che l'umanità sia passata dall'Eden all'assenza di paradiso, con un meccanismo ciclico. Di filosofia della storia non c'è una sola interpretazione. Possiamo vederne almeno atre due. Accanto alla teoria ciclica c'è un'altra teoria. Invece di considerare dei cicli storici con alti e bassi, per alcuni studiosi la Caotica o casuale freccia del tempo è lineare: una volta Esistenzialismo assunta una direzione Filosofia della Storia la persegue. Questo punto di vista si divide Determinismo a sua volta in due distinte interpretazioni della filosofia della Progresso storia, dando luogo a Teoria dei Cicli Lineare due scenari diversi: Regresso chi ritiene che grazie Schema 2: Filosofia della Storia alla direzione presa dalla storia la vota degli uomini migliorerà, e chi pensa che peggiorerà. Durante il Settecento questa tematica assume grande importanza ed il massimo della sua chiarezza, soprattutto grazie alla trattazione Kantiana, espressa in coerenza col pensiero illuminista: l'umanità è in continuo progresso, pur con i suoi problemi (leggasi: le guerre). Da questa trattazione nasce una linea della storia umana inclinata positivamente. L'altra visione p quella pessimistica. Parallelo all'esempio teologico della ciclicità, si può scorgere una visione lineare, secondo la quale l'umanità continua a decadere dalla cacciata dal Paradiso in poi, causando al sua stessa rovina, in una sorta di regresso. Se tutti gli imperi crollano, significa che le cose non vanno poi così bene come si crede, anche il bene alla fine si piega. D'altra parte molti indici danno ragione a questa impostazione: il degrado ambientale, le malattie e le stesse guerre sempre più spietate, verso un degrado morale. Esiste una scuola di filosofi detta postmoderna che dicono che nonostante il progresso materiale sia innegabilmente aumentato, lo standard morale sia peggiorato, ed è difficile dargli torto se si pensa ad eventi come Auschwitz, Hiroshima o agli scontri di massa del XX secolo. All'incredibile progresso materiale si è affiancato un abissale arretramento della moralità. Non si può dire che la concezione pessimista della linearità della storia sia errata, quanto meno data l'evidenza della storia. Tutte queste teorie hanno un denominatore comune: il determinismo. Tutte ammettono che la storia ha un corso predeterminato e predestinato. Questo segna l'impotenza umana di fronte agli eventi: è la negazione del libero arbitrio e del libero pensiero umano. Queste interpretazioni affermano che tutto è già deciso, senza alcuna possibilità di opporsi. Ma pagare come prezzo il libero arbitrio è forse troppo. La concezione caotica o casuale respinge assolutamente l'idea della predeterminazione e dice semplicemente che l'andamento dello stato è il risultato della libera attività umana senza possibilità di conoscere il futuro in alcun modo; in altre parole l'essere umano è il solo detentore della propria libertà. Questa è l'impostazione dell'esistenzialismo, da Kierkegaard in poi, fino all'esistenzialismo del XX secolo, il cui risultato è la liberazione dell'uomo dalla filosofia della storia, rendendolo finalmente libero, comprendendo i rischi e gli aspetti negativi. 22-11-06 13 - Stabilità Egemonica Livello analitico internazionale + livello sociologico concettuale. L'espressione Stabilità Egemonica è spesso usata in modo riduttivo, ha avuto una vicenda pubblica che condusse ad avere un grande successo per poi scomparire. Questa formula è ben collocata storiograficamente, dal 1975 per durare fino alla crisi del mondo sovietico, circa 1986. negli anni '70 gli effetti della II Guerra Mondiale sono quasi scomparsi. Secondo i cicli di Modelski12 i 12 Modelski elabora una teoria dei cicli politici internazionali dall'età moderna a oggi. Per questo studioso l'età moderna è caratterizzata dalla successione di potenze-leaders che, di volta in volta, dominano il sistema politico globale e, per questa via, anche il sistema economico. Modelski individua cinque cicli, ciascuno dei quali dominato da una potenza marittima. Il primo (Cinquecento) vede come potenza-leader il Portogallo. Il secondo (Seicento) è dominato dalla potenza olandese. Il terzo ciclo (Settecento) e il quarto (Ottocento) vedono entrambi come potenza egemone la Gran Bretagna. Il quinto ciclo, iniziato nel 1945 e tuttora in corso, è dominato dagli Stati Uniti. Ogni ciclo inizia con un conflitto globale i cui esiti decidono quale sarà la potenza egemone (world power) del ciclo stesso. Nella fase che immediatamente segue la conclusione della guerra globale la potenza egemone impone le regole del gioco e assicura l'ordine politico globale. È una fase di alta concentrazione del potere nonché di forte legittimazione dell'assetto politico internazionale scaturito dal conflitto. Man mano che il ciclo avanza inizia un processo di erosione del potere della potenza egemone. Il potere si diffonde, l'ordine politico viene sempre più contestato, la potenza egemone declina. Il ciclo termina con una nuova guerra globale da cui nascerà il ciclo successivo. Tratto da http://www.treccani.it/site/Scuola/Zoom/guerra/panebianco.htm dopoguerra durano più o meno 25 anni. Nel '75 la crisi nucleare è ormai superata, e la guerra atomica è solo una formula retorica. È passato il Vietnam, la Primavera di Praga, le vicende Ungheresi,ecc... tutti eventi che introducono il concetto che, per quanto infelice, la situazione è molto stabile e solida. Ma in che modo è strutturata questa stabilità? Viene scoperta una nuova curiosa circostanza. Gli Stati Uniti dal '45 al '75 guidano l'Occidente nella ricostruzione con grande sforzo politico internazionale che comincia a venir meno. Questo può voler dire che essi sono già diretti verso l'oblio. In quegli anni esce un libretto intitolato “L'America come paese ordinario” che mette gli USA sullo stesso piano degli altri stati. Non c'è più bisogno di superpotenze. Con questo nuovo scenario si può immaginare che i giochi si aprano per gli altri stati, anche se questo non accade in realtà. L'economia americana è sempre la più forte, così come la ricerca scientifica e gli armamenti. Ecco che alcuni studiosi partono da questo punto per descrivere una nuova situazione dell'ordine internazionale occidentale e propongono come nome di questa lettura la “stabilità egemonica”. Il concetto ruota su queste due parole, stabilità ed egemonia. La stabilità è data dall'improbabilità di una III Guerra Mondiale, gli stati sono rassegnati alla posizione in cui sono, senza che alcuno si senta di muoversi per cambiare la situazione. L'altro concetto è quello di egemonia. L'egemonia è una parola parente dell'anarchia; in qualche modo si richiamano. In una situazione di anarchia i più forti esercitano la loro egemonia sugli altri. La situazione è simile allo stato di natura, e l'egemonia è riconosciuta dalla forza esercitata, ma soprattutto con un altro tipo di riconoscimento, più formale. L'egemonia rafforza o indebolisce la stabilità? Il passaggio è che l'ordine è stabile finché ci sono degli egemoni che lo controllano. Sembra il prodotto di uno scambio politico: c'è bisogno di ordine e l'egemone lo fornisce per decine di anni. Ma questa situazione non può durare in eterno. Per mantenere immutata la scena il ricatto della protezione è rappresentato dal favorire il commercio con l'egemone, il così detto meccanismo di trade of. Il mondo conosce in questo modo la presenza di beni pubblici collettivi come la pace, non più il prodotto della tensione collettiva, ma concetto desiderabile e condiviso, seppure con un prezzo da pagare. Questo modello vale anche oltre gli anni '70, con momenti in cui funziona meglio e momenti in cui vale un po' meno. Dopo le vicende dell'89 e l'11 settembre in particolare, dagli USA è stato rilanciato questo concetto di egemonia. Questa è una chiave di lettura più ricca e potente di quanto gli stessi ideatori potessero immaginare. È un modello che va bene per periodi non particolarmente critici, perché con lo scoppio di una guerra la stabilità egemonica, evidentemente, è fallita. 14 – Equilibrio Livello analitico internazionale + livello economico concettuale. La parola “equilibrio” è una delle parole più importanti del linguaggio internazionalistico. È certamente una delle più usate in assoluto, tanto da poterla definire un monumento delle Relazioni Internazionali. La parola ha il suo massimo successo in materia, della massima rilevanza, ma andrebbe eliminata, poiché densa di significati negativi. La parola comincia ad essere determinante grazie alla fisica, già con Archimede. Viene oltretutto utilizzata nei tribunali, ad esempio, simboleggiando l'equilibrio con i piatti della bilancia. Per i sociologi la società dovrebbe esercitare un equilibrio tra le sue funzioni. L'equilibrio sociale è una delle tematiche più studiate dalla sociologia statunitense. L'equilibrio ha un connotato naturalmente positivo, di norma. perché insere l'equilibrio nella casella dell'economia? La prima teorizzazione dell'equilibrio nelle scienze sociali è rappresentato dall'equilibrio economico, un equilibrio altamente quantificabile. Adam Smith costruisce la sua teoria economica partendo dall'equilibrio. Il mercato è composto da produttori e consumatori: bisogna produrre cose giuste nei quantitativi giusti affinché siano di gradimento dei consumatori per cercare una posizione di equilibrio; tutte le scienze economiche hanno come punto centrale l'equilibrio tra la domanda e l'offerta, l'ottimo paretiano. Hume pensò di pubblicare On balance of power, in cui applica la teoria dell'equilibrio alle teorie internazionali usando la parola balance, che non è da tradurre con “bilancia” ma con bilanciamento introducendo l'idea che l'equilibrio non è un dato di fatto ma un'operazione in continua evoluzione. L'equilibrio internazionale diventa sinonimo di pace, facendo finta di essere un concetto scientifico, assume un valore positivo: l'equilibrio è una cosa buona. Da questo punto, gli statisti perseguono la ricerca di un equilibrio. Questo può essere visto come una sovrastruttura ideologica, una maschera per nascondere una situazione esattamente opposta. Parlando di equilibrio atomico è evidente che l'equilibrio non c'è mai stato: gli Stati Uniti erano di molto superiori all'URSS. Si trattava non di un semplice disequilibrio ma decisamente di disuguaglianza, sui piatti ideali della bilancia non c'erano affatto elementi di analogo peso. Partendo dalla teoria che afferma che la pace esiste fintanto che c'è equilibrio, abbiamo in un tempo zero iniziale una situazione di effettivo equilibrio. Col proseguire cronologico si può giungere alla guerra: l'equilibrio si spezza. Dopo la guerra si forma un nuovo equilibrio e così via. Se l'equilibrio è un'operazione in continuo aggiustamento, perché la politica di equilibrio di interrompe? Forse perché tale politica non è mai stata realmente intrapresa. Gli storici dicono che le guerre scoppiano con un vuoto di potere, in una visione meccanicistica. Il vuoto viene determinato in quale modo? Per applicare la teoria dell'equilibrio ci deve essere necessariamente un deus ex machina13 per dare un seguito agli eventi. Nelle guerre c'è chi vince e c'è chi perde, ci sono morti e devastazioni, nulla di più distante dall'equilibrio: è evidente che ci saranno disordini e disuguaglianza. Altro aspetto del bilanciamento: è possibile usare gli elementi, come gli esseri umani o interi stati, come pesi per una bilancia? L'espressione del bilanciamento è quindi, pura retorica ed ideologizzazione per nascondere la realtà. Il concetto di equilibrio viene infatti usato dagli stati vincitori e mai dai repressi e dai sottomessi. Questo perché rompere l'equilibrio è una minaccia molto valida, che 13 Deus ex machina è una frase latina che significa "Dio dalla macchina", che è a sua volta copiata dal greco "από μηχανής ϑεός", (pronuncia "apo mekhanes theos").La frase ha origine con il teatro greco e con quello romano. In tali ambiti una mechanè calava un dio (o più dei) sulla scena per risolvere una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di uscita. Da qui, il "dio che viene dalla macchina".Il significato della frase deus ex machina è stato ampliato nel tempo per indicare qualsiasi soluzione di una storia che non presti il dovuto riguardo alla logica interna della storia stessa ed è così improbabile da sfidare la sospensione del dubbio, tale, comunque, da permettere all'autore di far finire la storia nel modo voluto. Il tragico greco Euripide era noto per l'uso di questo tipo di soluzione. Da http://it.wikipedia.org/wiki/Deus_ex_machina offre il coltello dalla parte del manico allo stato oppressore. La regola Aurea, che dice che è possibile salvaguardare l'equilibrio con in bilanciamento, viene quindi invalidata.