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CORSO
DI
RELAZIONI INTERNAZIONALI
del professor Bonanate, Anno Accademico 2006-2007.
INDICE
GENERALE
Licenza d'uso del documento:..................................................................................
Istruzioni per la consultazione:...........................................................................2
Introduzione alla materia..................................................................................
........
Storia delle relazioni Internazionali...............................................................
......4
Lo Stato.................................................................................................................
....
Da quanto esistono gli stati?..............................................................................
.4
Lo Stato Moderno....................................................................................
............5
Lo Stato Patrimonialistico...................................................................................5
Stati, nazioni e rapporti tra di essi..................................................................
..........
I modelli dei rapporti tra gli uomini...................................................................
..5
Evoluzione dello stato.........................................................................
................6
Il paradosso dello Stato Moderno: il territorio.....................................................6
I confini ed il concetto di nazione.......................................................................7
1830: Un passo indietro........................................................................
..............7
Il capitalismo............................................................................................
...........7
Nation e State Building..............................................................
.........................8
Diritto internazionale..............................................................
............................8
Idealismo e Realismo...................................................................................
.............
L'idealismo.........................................................................................
.................9
Realismo...............................................................................
..............................9
Morgentau....................................................................................................
.......9
Tabella di studio...................................................................
....................................
I livelli analitici........................................................................
..........................10
I livelli di concettualizzazione...........................................................................10
La tabella..............................................................................
............................11
Analisi delle Caselle: Individuo.................................................................................
1 - La psicoanalisi.............................................................................................11
2 - La teoria del genio......................................................................
.................13
3 – Agente struttura.............................................................................
.............13
4 – Liberalismo.....................................................................................
.............14
5 – L'individuo come attore...........................................................................
....14
Analisi delle Caselle: Lo Stato......................................................................
.............
6 – Politica di Potenza................................................................
.......................14
7 – Formazione dello Stato...............................................................................15
8 – Palla da biliardo..................................................................................
.........15
9 – Il Marxismo...................................................................................
...............15
10 – Decision Making..............................................................
..........................16
Analisi delle caselle: Il Sistema Internazionale.........................................................
11 – Anarchia (internazionale)..........................................................................18
12 – Teoria dei Cicli...................................................................................
........19
13 - Stabilità Egemonica..................................................................
.................20
14 – Equilibrio....................................................................
...............................21
26-09-2006
Introduzione alla materia.
Storia delle relazioni Internazionali.
Parlando di Relazioni Internazionali si parla di rapporti tra nazioni. “La guerra è
l'evento con la maggiore ivasibilità della vita umana, è il cuore della disciplina
delle Relazioni Internazionali”. Le origini del termine possono essere fatte risalire
al 1789 con Benjamin e la teoria generale del diritto per sistemare i rapporti
giuridici nella realtà scientifica, lo IUS INTER GENTES .
Nel 1830 Compte dedica delle lezioni discutendo delle guerre e del loro ruolo
nella società, usando la parola “relazioni internazionali” senza che essa
appartenesse al linguaggio corrente.
Nel 1919-20 le prime lezioni di Relazioni Internazionali vengono tenute presso
l'Uinversità del Galles di Aberystwyth dal professor Zimmern.
Lo Stato.
Da quanto esistono gli stati?
A partire da Carlo Magno e dal Sacro Romano Impero il concetto evolve
principalmente in Europa. Il Papa è il primo tra le persone importanti sulla Terra
in quanto vi rappresenta Dio. Il Papa e l'Imperatore entrarono in conflitto per la
questione delle investiture, prima spaccatura decisiva tra Papato e Impero e
prima lotta politica mascherata da lotta teologica. Il Papa cerca di stabilire chi
diventa Imperatore, contro la decisione degli imperatori (Ottone I, II e III) di
scegliere autonomamente le modalità di successione. Alla conclusione del
conflitto il Papa benedirà semplicemente ciò che la politica ha deciso per conto
proprio. Il pontefice manterrà fino al 1870 un proprio Stato perduto con le guerre
d'indipendenza italiane.
Il “mondo europeo” è quindi organizzato in un'unità imperiale, la cui
organizzazione territoriale è feudale che si specializza assieme alla vita sociale.
Si affacciano fenomeni quali l'Urbanesimo1 cambiando il sistema economico
basato sulla sussistenza, cresce la popolazione, aumentano le occasioni di
interscambio aumentando i problemi di organizzazione dei luoghi in cui vivono
gli uomini. Nasce l'esigenza di un governo del villaggio, comunità, ecc...nascono i
comuni e le città dotate di mura. Esse erano una normale condizione di
sicurezza. Tutto questo richiede un minimo di potere politico, inserito nella
struttura feudale. La scala gerarchica esiste e funziona grazie ad una serie di
deleghe che partono dall'Imperatore e scendono verso il basso, dislocate
territorialmente. Questa è la struttura caratteristica dell'Impero. Per l'Imperatore
risulta gradualmente sempre più difficile comandare, perdendo coesione e
potere soprattutto lontano dal potere centrale. Si formano poteri locali che un po'
alla volta non prenderanno più ordini ordini dall'Imperatore. In questo periodo
nasce lo Stato Moderno.
1 Durante il periodo medievale (secoli XII-XIV) l'esigenza di protezione dai pericoli esterni prima
e quella di emancipazione e presa del potere di nuovi ceti sociali poi vide proliferare in Europa
nuovi insediamenti urbani. Questo fenomeno è detto, appunto, Urbanesimo.
Lo Stato Moderno.
La parola Stato Moderno è universalmente adottata per descrivere la
modalità della distruzione dell'unità Imperiale, realizzata intorno al XVI secolo
senza una precisa connotazione cronologica. I poteri locali divengono
indipendenti dall'autorità centrale.
Lo Stato Moderno è tale quando alcune funzioni si manifestano
contemporaneamente2:
1. la formazione di un potere politico, un governo, un sovrano;
2. esiste un'estrazione di denaro, ovvero la tassazione;
3. l'amministrazione della giustizia viene esercitata dal sovrano tramite
delegati, che richiede norme giuridiche e giudici;
4. la costituzione di eserciti 3 per la difesa.
Dopo vicende familiari complesse Carlo d'Asburgo diventò l'unico Re di
Spagna, venne quindi a Bologna per farsi nominare Imperatore diventando
quindi Carlo V. la Germania rimase però frantumata in piccoli stati, da cui si poté
capire come l'Imperatore non riuscì mai a controllare completamente lo Stato
che governava, e questo aspetto stava diventando il vero problema politico,
ovvero riuscire a mantenere il controllo sul territorio.
Lo Stato Patrimonialistico.
Il dibattito su come si articolino le forme di potere si evolve in continuazione.
L'era dello Stato Moderno è quella in cui il sovrano è assoluto ed al di sopra della
legge. Il sovrano è proprietario dello Stato; lo Stato è il suo patrimonio, da cui
deriva il termine di Stato Patrimonialistico.
27-09-2006
Stati, nazioni e rapporti tra di essi.
I modelli dei rapporti tra gli uomini.
Tra i vari stati ed i vari popoli, vi sono vari rapporti di diversa natura, non
ultimi i rapporti di guerra. Il centro problematico è la gestione dei rapporti politici
che possono sfociare nel caso estremo della guerra.
L'origine di questi rapporti umani può essere individuata in due modelli, quello
di Erodoto e quello di Odisseo.
Odisseo. Come racconta Omero, Odisseo torna a casa dopo 10 anni di
viaggio. Egli tarda nel tornare soprattutto per la sua sete di conoscenza
che lungo il tragitto lo spinge a incontrare e conoscere luoghi, gente,
posti. Questo significa scoprire ciò che fino ad allora non era conosciuto,
arricchendo le proprie conoscenze. La sintesi del modello potrebbe essere
“sconosciuto è bello” che rappresenta un modello positivo ed
ottimistico.
2 Questi punti principali si sono evoluti sino agli attuali ministeri.
3 Gli eserciti erano composti per lo più da mercenari, specialisti di mestiere al servizio dei
signori locali disposti a cambiare bandiera a seconda del salario più alto. Un esempio sono i
soldati di ventura, alcuni dei quali avevano una discreta fama.
Erodoto è uno storico e geografo e scrive “Le storie” opera fondamentale
per lo studio e la conoscenza dei popoli antichi. Sconosciuto è pericoloso
Il primo tra i popoli trattati è quello dei Persiani.
Erodoto li descrive come un popolo civile,
moderno, evoluto e con ottimi rapporti con i
Erodoto
vicini. Egli osserva che più i popoli vivono
lontano dai Persiani e meno sono le occasioni di
Odisseo
incontro, minore è la conoscenza reciproca e
quindi maggiore è la diffidenza. Di fronte allo
sconosciuto, è normale essere sospettosi,
aspettarsi qualsiasi cosa compresi gesti ostili. Sconosciuto è bello
Lo sconosciuto è visto come potenziale pericolo
Schema 1: modelli dei rapporti
dal quale proteggersi, col quale combattere. umani
Erodoto ne deduce che quindi “con gli
sconosciuti è guerra”.
Tra i due modelli quello predominante nella storia europea è decisamente
quello di Erodoto. L'Occidente è legato ad una storia sviluppata nello spirito del
conflittualismo, della violenza politica, dell'aggressività e della paura.
Evoluzione dello stato.
Nell'Europa cosmopolita del '700, è possibile viaggiare4 con una certa
agevolezza, sono possibili in linea di massima soggiorni in luoghi diversi
d'Europa. Non sono certo i contadini a muoversi ma delle GENTES, essere contadini
di uno stato piuttosto che di un altro era insignificante, la mobilità di questi strati
sociali era generalmente assente. Il frazionamento giuridico o politico era
irrilevante, lo Stato è nato ma le sue caratteristiche moderne sono ancora
lontane.
Il paradosso dello Stato Moderno: il territorio.
Nei “Pensieri”5 di Pascal egli anticipa il paradosso del neonato Stato Moderno.
Egli afferma che due stati nemici si possono sparare, anzi un soldato può anche
avere il dovere di farlo. Ai tempi di Pascal lo Stato Moderno ancora non era realrà
radicata, eppure intuisce quale sarà il principale motivo di guerra dello Stato
Moderno: il territorio. Il problema sollevato da Pascal è quello dei gruppi che
prima erano semplicemente più o meno distanti da altri mentre ora viene a
nascere il concetto di confine come ulteriore divisione. Il fiume di Pascal è la
figura retorica del confine; puntualizzando su come il concetto universale di
giustizia, seppure superiore all'idea di stato, venga “diviso” affermando che in
4 Naturalmente per nobili, ricchi, ecclesiastici o per chi aveva denaro sufficiente a pagare i vari
dazi locali.
5 Da filosofico.net: “Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti col mutare di clima. Tre
gradi di latitudine sovvertono tutta la giurisprudenza; un meridiano decide della verità; nel
giro di pochi anni le leggi fondamentali cambiano; il diritto ha le sue epoche; l'entrata di
Saturno nel Leone segna l'origine di questo o quel crimine. Singolare giustizia che ha come
confine un fiume! Verità di qua dei Pirenei, errore di là. Essi [i dogmatici, gli Stoici e i seguaci
del "giusnaturalismo"] affermano che la giustizia non consiste in queste costumanze, bensì in
leggi naturali, riconosciute in ogni paese. E, certo, lo sosterrebbero ostinatamente, se, tra le
leggi umane che la temerarietà del caso ha disseminato, ce ne fosse almeno una di
universale; ma il buffo è che il capriccio degli uomini si è così ben diversificato che non ce n'è
nessuna. Il furto, l'incesto, l'uccisione dei figli o dei padri, tutto ha trovato posto tra le azioni
virtuose. Si può dar cosa più spassevole di questa: che un uomo abbia il diritto di ammazzarmi
solo perché abita sull'altra riva del fiume e il suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo
sia con lui?”
alcuni luoghi assume determinati valori, ad esempio a Nord ed a Sud dei Pirenei.
È possibile per lo stato imporre ai cittadini un modo di vivere ingiusto?
I confini ed il concetto di nazione.
L'altro punto caldo individuato da Pascal è quello dei confini, concetto
strettamente legato alla figura del fiume nel testo di Pascal.
Dopo la battaglia di Valmy6, sul fiume Reno, il fiume stesso viene identificato
come confine naturale implicando quindi che lo Stato debba esistere come
condizione Naturale7 mentre è un artificio degli uomini.
La Francia non è in grado di rispondere militarmente, visto il completo dissesto
militare ed economico. Vengono chiamati alle armi i giovani. Non tutti avevano
capito di essere passati dalla condizione di sudditi a quella di cittadini, ed il
governo rivoluzionario utilizzò la formula che dice che la “nation armée” deve
difendere la Rivoluzione. Il 20 settembre 1792 nasce il concetto di Stato Nazione
che segna una svolta storica di enorme portata.
L'idea di nazione consente di identificare i suoi “confini naturali” ed il fiume
Reno è il primo di essi, cui verranno aggiunti poi le montagne ed altri. Tutte le
principali culture e civiltà sorgono e si sviluppano lungo i fiumi (fino alla
rivoluzione industriale), i fiumi sono il mezzo attraverso il quale avvengono i
rapporti commerciali, facilitava gli incontri tra i popoli, l'esatto opposto di ciò che
implica la parola confine. Dire che i fiumi sono divisioni naturali è innaturale.
1830: Un passo indietro.
A Norfolk (USA), ad una cena tra militari di alto grado, un generale fece un
brindisi pronunciando le parole “right or wrong my country”8. Con questa frase si
conferma il principio secondo il quale lo Stato detiene il libero arbitrio dei
cittadini, segnando un netto passo indietro.
L'Ottocento è il secolo del trionfo dell'idea di Nazione, che si afferma
attraverso la guerra (come è accaduto alla Francia rivoluzionaria).
Il capitalismo.
Esistevano anche persone che avevano intuito che l'organizzazione statalistica
non era l'unica pensabile. Alcuni filosofi teorizzarono l'anarchia9, ovvero l'assenza
6 Dopo il 1713 e la guerra di successione spagnola termina il lungo periodo di potere spagnolo a
favore della Francia e dell'Inghilterra, portando verso la rottura del sistema. Il crollo effettivo
avviene nel 1789 con la Rivoluzione francese ed il termine della concezione patrimonialistica
dello Stato grazie all'arresto del Re (agosto 1792). la preoccupazione delle corti europee
cresce, visto il rischio che il “virus” della rivoluzione attecchisca nel resto d'Europa. Viene
organizzata una spedizione militare cui prendono parte i principali stati europei. Questo
esercita rappresenta il pensiero conservatore europeo. La situazione è evidentemente a
favore dei conservatori. Il 20 settembre 1792 ha luogo la battaglia di Valmy, conclusasi con la
clamorosa vittoria dei Rivoluzionari.
7 Questo pensiero trova piena conferma nella Fenomenologia dello Spirito Hegeliana (17701831), secondo cui lo Stato (ed in particolare quello prussiano) è la sintesi della famiglia e
della società civile, manifestazione assoluta dello Spirito.
8 Ovvero “giusto o sbagliato, farò ciò che dice la mia patria”.
Da “La Repubblica”del 3 settembre 2005 di Renzo Buttazzi: “La frase fu pronunciata, proprio due
secoli fa, in un brindisi che fece il comandante di marina americano Stephen Decatur; egli
voleva sottolineare che, in quanto militare, non intendeva discutere alcune decisioni politiche,
anche se non le condivideva. Estrapolato da quel contesto il concetto è stato generalizzato,
spesso divenendo la parola d’ordine e la spia del più stupido nazionalismo.”
9 La parola Anarchia deriva dal greco αναρχία (an-archè) e significa assenza di comando. I
principali filosofi sono Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865), Michail Alexandrovič Bakunin
di un governo. Tuttavia la concezione statalistica continuò ad espandersi e ad
imporsi con forza schiacciante, ponendo le basi per il fenomeno del capitalismo.
Il successo di tale sistema risiede nei suoi stessi presupposti di competizione e
razionalità. Una battaglia, anche militare, condotta da un paese capitalistico ha
più probabilità di successo e questo ne ha determinato il successo di metodo.
Nation e State Building
Il processo di state building è fondamentale perché riunisce la popolazione per
fare la guerra ad un altro stato. Quest'idea porta alla perpetuazione dell'idea
nazionalistica, secondo la quale una volta fatta lo stato-nazione era necessario
espanderlo territorialmente, come affermato dagli irredentisti10.
Ernest Renand, studioso dell'idea di nazione pubblica un saggio su che cos'è
una nazione, e nessuna definizione pare essere soddisfacente. Giunge alla
conclusione che l'unico modo per definire la nazione è “il plebiscito di ogni giorno
di ognuno di noi”.
Diritto internazionale
A gestire i rapporti tra gli stati ci sono regole e trattati che sono stati redatti
col tempo, che costituiscono il diritto internazionale.
Il diritto internazionale nasce nel 1648 e passa per varie tappe importanti
come la guerra civile americana e la Costituzione USA, scritta a Philadelphia. Con
il costituzionalismo nasce anche il costituzionalismo internazionale.
Può esserci la necessità di avere una figura neutra tra gli stati, che svolga
determinate funzioni. Ad esempio la Croce Rossa nasce come un primo tentativo
di organizzazione internazionale, finalizzata a prestare soccorso ai feriti delle
guerre. Proprio nella prima metà del XIX secolo cominciano a comparire i primi
trattati ed accordi per limitare gli orrori della guerra, che verranno poi
ufficializzati a Ginevra nel 1949 e 1976.
Il diritto umanitario (della guerra) entro certi limiti ha fondamentalmente una
funzione promozionale, tanto che queste convenzioni vengono violate appena
vengono sottoscritte. Servono comunque a promuovere alcuni tipi di risoluzione
dei conflitti, ad esempio escludendo le armi di distruzione di massa. Nonostante
tutto negli anni '50 gli USA detengono il 50% degli armamenti mondiali,
rendendo evidente che l'Equilibrio del Terrore in realtà non esisteva.
La funzione promozionale del diritto internazionale è sottolineata da
Roberto Bobbio, secondo il quale in diritto è tale solo quando prevede una
sanzione. Il diritto ha quindi una funzione pedagogica, che dovrebbe insegnare ai
cittadini come comportarsi in determinate situazioni, e promuovere i
comportamenti virtuosi.
(1814-1876) e più recentemente Emma Goldman (1869-1940).
10 Nel 1859 Cavour cede la Costa Azzurra, oggetto delle pretese degli irredentisti.
16-10-2006
Idealismo e Realismo.
L'idealismo nasce nel 1919 come prima teoria delle Relazioni Internazionali. La
sua peculiarità è l'aspetto pionieristico che la contraddistingue. L'idealismo non
nasce come termine tecnico ma come epiteto. Questo movimento ha
caratteristiche comuni al realismo, parola che ha un retaggio storico di ampio
respiro, detto realismo politico che è fondamento della gran parte delle ideologie
occidentali. Quest'altro movimento si riconosce nella teoria realista delle
Relazioni Internazionali.
Le due teorie sono capisaldi della disciplina e coprono tutto il panorama delle
Relazioni Internazionali.
L'idealismo.
Dopo la Prima Guerra Mondiale nasce l'Idealismo, accusata dai realisti di essere
una teoria utopica ed ideologica. Ha il merito di essere la prima teoria formulata,
anche se non vi è una produzione letteraria specifica, ma viene “costruita” da
autori diversi in parti separate dei loro lavori. Paradossalmente, le migliori
definizioni sono quelle fornite dai critici dell'idealismo. L'idealismo si basa sul
principio che l'uomo è essenzialmente buono, che l'ordine si può raggiungere
con l'individuazione dell'armonia degli interessi. Quando quest'armonia viene
meno si scatenano le incomprensioni, gli odi e le guerre. Tali eventi sono il
risultato di incomprensioni, malintesi o semplicemente dell'ignoranza e possono
essere evitati lavorando politicamente per eliminarli. Purtroppo queste teorie
sono smentite duramente dalla storia. Grazie a questa teoria si introduce il
concetto che anche gli stati possono avere principi morali, in quanto comporti da
uomini che a loro volta possono avere dei principi morali. La teoria idealista era
stata espressa in maniera più efficace da attori della scena mondiale, per lo più
sotto il profilo politico che non intellettuale, ad esempio dal Presidente USA
Wilson che gettò le basi per la Società delle Nazioni. Proprio il rovinoso epilogo
che tale organizzazione ebbe può essere il simbolo del fallimento dell'idealismo.
Realismo.
Il realismo nasce come critica all'idealismo, a partire dagli anni '30 e rimane la
teoria predominante almeno fino agli anni '60. Come la teoria idealista, anche
quella realista si poneva come teoria scientifica, da poter essere usata come
strumento concreto.
Morgentau.
Morgentau è tedesco, negli anni '30 come molti ebrei emigra in Svizzera. In
Germania ha conseguito una laurea, ed una volta a Ginevra conosce Kelsen di
cui è allievo. Giunge come esule negli Stati Uniti dove diventa consulente al
governo per la politica estera, consigliando in seguito di abbandonare il Vietnam,
ed a questo punto viene licenziato.
Morgentau scrive “Politics Among Nations”, considerata la sua opera principale
ed opera chiave del realismo. Morgentau comincia il testo parlando di realismo
politico enunciandone i sei principi.
L'autore definisce subito il campo delle Relazioni Internazionali, dividendolo in
due tra idealismo e realismo. Secondo Morgentau l'uomo non è cattivo, bensì
egoista. Da questa considerazione consegue che gli esseri umani combattano
per il proprio interesse e non per “il bene”. Questi sono i presupposti che utilizza
Morgentau per fondare l'analisi scientifica rispetto agli eventi. Se è vero che il
movente è rappresentato dall'interesse, e se questo è un dato oggettivo sempre
valido, allora anche per la politica ci saranno dei presupposti simili, infatti la
condizione per realizzare un'interesse in politica è ottenere il potere. In questa
visione tutto è sempre in contrapposizione, tutto è sempre in lotta, con profonde
radici nel Darwinismo sociale e nel positivismo.
L'etichetta del realismo diventa quella dell'interesse nazionale. Lo statista deve
rappresentare e interpretare, attraverso la politica estera, l'interesse nazionale.
Questo in genere si può attuare solo con la potenza. Se tutto ciò è vero, è
provata la scientificità della disciplina.
Negli anni '70 l'austriaco Waltz si farà conoscere come il portavoce di un neorealismo che porta agli estremi l'interesse nazionale, dicendo che esso è
immutabile nel tempo. In questo caso si giunge a varcare i confini della filosofia
storica: ogni stato ha un obiettivo ben preciso da affrontare secondo Waltz.
L'interesse nazionale viene interpretato dallo statista, eppure anche questa
teoria è confutata dalla storia.
Le teorie di Morgentau possono essere applicate in maniera limitata e non come
universalmente valide per le Relazioni Internazionali.
23-10-2006
Tabella di studio.
I livelli analitici.
I due strumenti principali di lavoro devono in qualche modo esistere già. Waltz si
chiede qual'è l'ambito nel quale “vive” la guerra e propone tre spiegazioni:
● nella natura dell'uomo;
● nella natura dello Stato;
● nella natura dei rapporti tra gli Stati (identificata spesso come “Anarchy
international”).
Il testo è fortemente influenzato da Rousseau, Hobbes e Kant rendendolo più un
testo di filosofia politica. Egli affronta i temi sotto i vari aspetti, l'aspetto saliente
non è la conclusione ma i livelli di analisi usati: INDIVIDUO, STATO, SISTEMA INTERNAZIONALE,
cui si aggiunge il SISTEMA GLOBALE che differisce dal terzo perché si tiene conto che
esistono rapporti sociali, culturali, economici troppo estesi per essere confinati
nella terza categoria.
I livelli di concettualizzazione.
Per una disciplina con un panorama così esteso, non è sufficiente schematizzare
in questo modo il tema, c'è bisogno di più elasticità. Aron con “Entre le nations”
affronta la tematica cercando di impostare il problema secondo una serie di
livelli di concettualizzazione. Per lo scopo si serve della famosa metafora
dell'alieno che osserva il gioco del calcio. Partendo proprio dall'osservazione si
coglie la dimensione storica, teorica e sociologica; si giunge alla
concettualizzazione, ed infine alla valutazione complessiva. Aron propone infatti
che dopo la concettualizzazione si aggiunga un livello prasseologico, ovvero
quello della valutazione degli altri 3 livelli.
La tabella.
Prendendo i livelli di Waltz e quelli di Aron si può pensare di incrociarli in una
specie di tabella. Compiendo quest'operazione appare evidente come manchino
almeno due categorie rispetto alla classificazione di Aron: il livello economico e
quello politologico. Da questo incrocio si ottengono 24 combinazioni. Questo
criterio consente di ordinare maggiormente le idee. In questo modo non si
esaurisce il discorso sulle Relazioni Internazionali, dato che in alcune caselle
possono essere contenuti più soggetti. Col passare degli anni le analisi sono
evolute arrivando potenzialmente ad ampliare ancora di più lo schema.
Su questa tabella è necessario fare alcune precisazioni. Rispetto ai livelli analitici
possiamo notare che mentre l'individuo e lo stato sono soggetti tangibili e di
immediata verifica, lo stesso non si può dire per il sistema internazionale e
globale. Nella tabella, la colonna relativa alla valutazione viene lasciata per
ultima per differenziarla dal “corpus conoscitivo delle Relazioni Internazionali”
dato che la valutazione è un'operazione possibile solo dopo aver già conosciuto
le varie chiavi di lettura.
Il tentativo, adesso, è quello di assegnare una posizione alle caselle.
Livelli Analitici (Waltz)
Classificazione delle
Analisi
Internazionalistiche
Livelli Concettuali (Aron)
Teorico
Storiografico Sociologico Economico Politologico Valutativo
L'individuo
Teoria del
Agente / Liberalismo
come attore
Genio [2] struttura [3]
[4]
[5]
Idealismo
[21]
DecisionMarxismo Making / Stato
[9]
Impermeabile
[10]
Realismo
[22]
Individuo
Psicoanalisi
[1]
Stato
Formazione
Politica di
Palla da
dello Stato
Potenza [6]
Biliardo [8]
[7]
Sistema
internazionale
Sistema
Globale
Anarchia
[11]
Stabilità
Teoria dei
egemonica
Cicli [12]
[13]
Equilibrio
[14]
Modelli di
sistema
Guerra
costituente
[15]
Ordine Inter
nazionale [23]
Politica
Globalismo
Politica PostSocietà
Sistemaeconomica
Teoria dei
Istituzionaliz
internaziona
contempora
mondo [17]
internazionale Regimi [20]
zato [16]
le [18]
nea [24]
[19]
Analisi delle Caselle: Individuo.
Per ogni casella è importante non dimenticare che si possono individuare più di
un titolo, che la schematizzazione proposta è solo a titolo indicativo.
1 - La psicoanalisi.
Livello analitico individuale + livello teorico concettuale.
La psicoanalisi è una terapia medica, applicabile all'individuo, ad una singola
persona. Parlando di Relazioni Internazionali, può essere interessante la
psicanalisi nel momento in cui parla di Guerra. Questo accadde durante la Prima
Guerra Mondiale, quando Freud si interrogò sulle ragioni per cui l'uomo ha
commette tale atrocità. Freud applicò uno dei suoi principi teorici principali:
dentro l'uomo agiscono sempre contemporaneamente due pulsioni. Esse sono
l'Eros ed il Tanatos. Questi due termini rappresentano due mondi molto vasti,
due propensioni di comportamento in lotta perenne tra loro. Freud propone un
metodo per distinguere la struttura del comportamento umano. Il problema,
secondo l'autore, è che nella lotta tra il bene ed il male, alcune volte prevale uno
ed altre volte l'altro. Anche quando prevale un aspetto, l'altro è presente. Appare
evidente che la psicanalisi è impotente di fronte alla guerra, non può risolvere il
problema della guerra. La psicanalisi però ha aiutato a comprendere le ragioni
del conflitto.
Prima di Freud, all'inizio del secolo, era stata proposta da William James
un'analisi (L'equivalente morale della Guerra). In questa teoria James constata
che in genere in guerra vanno i giovani. L'ipotesi è che in guerra essi possano
esprimere tutta la loro violenza ed il loro impeto. La conseguenza è che si
potrebbe trovare uno sfogo alternativo alla guerra, principio alla base dell'attuale
servizio civile. Il difficile era dimostrare che scelte politiche potevano evitare la
guerra. Anche Freud interrogato da Einstein risponde che per evitare la guerra è
necessario sviluppare un'attitudine sociale che eviti lo scontro attraverso
l'educazione.
30-10-06
Tra tutte le specie animali, non ce n'è una che sviluppi volontariamente forme di
violenza intraspecifica, tra gli animali sono presenti forme di violenza ma
generalmente non verso altri animali della stessa specie, o comunque limitati a
momenti specifici. Lorens vuole arrivare a dire che gli esseri umani sono diversi
dagli altri animali perché non obbediscono solo agli stimoli istintivi, ma sono in
grado di limitare i propri comportamenti. Eppure gli esseri umani si aggrediscono
tra di loro anche in altre situazioni, basti pensare, ad esempio, alla guerra. La
disciplina di Lorens è detta etologia, la “psicologia” animale tra i quali c'è anche
l'uomo. Questo tipo di comportamento ha a che fare col Darwinismo. Darwin si
occupa proprio della lotta per la sopravvivenza, per cui sopravvive chi si è
meglio adattato alle condizioni ambientali ed alle sue variazioni.
Si può anche die che le guerre non le vince a priori chi le comincia, ma chi si
adatta meglio alla situazione, e questo accade nella maggio parte dei casi. Per
animali e vegetali, la lotta per la sopravvivenza non ha limiti oltre a quelli imposti
dal fisico, mentre per gli esseri umani possono essere posti dei limiti.
Un altro punto di vista, più tecnico, è quello che riconosce all'aggressività lo
status di malattia curabile. Questo ragionamento conferisce radici telluriche e
genetiche all'aggressività umana che risiede nel territorio che gli appartiene.
L'impostazione si collega con il coraggio e la disponibilità a combattere, con
ampi rimandi alle teorie freudiane dell'Eros. Non ci sarebbe più spaccatura tra
Eros e Tanatos secondo Wong, per cui è tutto semplice Eros, offerto verso il
terreno e la famiglia che giustificano i conflitti. Avere cultura, colore della pelle
diverso, non significa che di fronte a condizioni simili non ci si comporti in
maniera simile.
La conclusione è una sovrastruttura culturale. Se si dimostra che gli esseri umani
sono realmente diversi si giustificano le lotte contro altri gruppi di esseri umani.
Assumendo che gli esseri umani sono tutti uguali si distrugge la teoria
dell'origine genetica della violenza.
2 - La teoria del genio.
Livello analitico individuale + livello storiografico concettuale.
Questa concezione ha origine da un frase di Clausterwitz, primo filosofo della
guerra nella storia moderna. Viene evocato come padre del militarismo
Prussiano, a torto. Vive tra la fine del '700 e muore nel 1831. É militare e
diventa poi docente di strategia militare. Scrive “Von Kriege” (sulla guerra)
pubblicato postumo di cui solo due parti erano, secondo lui, complete. Parla delle
guerre Napoleoniche ed alla figura stessa di Napoleone si riferirà come un
genio. Accanto a nozioni specifiche per le tecniche di guerra si trovano anche
trattazioni teoriche sulla guerra, tra cui si dice che le guerre sono la
prosecuzione della politica con altri mezzi. Quando scoppia la guerra, la politica
non ha esaurito il suo compito, mentre per Cicerone era il contrario. Clausterwitz
si pone in questione se sia possibile per delle persone eccezionali, modificare il
corso della storia, e delle guerre in particolare.
Napoleone non vince le sue guerre per migliori armamenti o per la forza fisica,
ma per astuzia ed intelligenza. Napoleone sconvolge lo schema di guerra del
Settecento; quello in uso era moto metodico, basato su calcoli che paragonavano
le truppe a pedine degli scacchi. Il genio napoleonico scardina gli eserciti nemici
contrapponendo le sue truppe non in formazione classica ma concentrandole su
un unico punto del fronte per sfondare le linee avversarie e portare il caos
rendendo impossibile una ricostruzione tattica da parte dei condottieri nemici.
Questa semplice tattica permise a Napoleone di vincere le prime guerre.
Era un caso, oppure si tratta realmente di un genio? Sono gli esseri umani a
decidere la storia oppure è la storia che “crea” le persone per cambiarla? Questi
sono i temi su cui dibatte Carlyle. Sono temi senza una risposta univoca, ma che
offrono ampi spunti di riflessione.
3 – Agente struttura.
Livello analitico individuale + livello sociologico concettuale.
La sociologia guarda agli individui ed ai comportamenti della società per trovare
degli elementi comuni, il che è un ragionamento molto diverso da quello
utilizzato nella casella n°2. L'agente è il soggetto che agisce in rapporto alla
struttura (politica) che gli appartiene. Un buon esempio può essere Stalin in
Russia, o Gorbaciov.
31-10-06
Il fuoco dell'analisi si concentra sull'agente e non sulla struttura. Ad esempio il
regime degli anni '70 in URSS fu molto conservatore ed immobile fino all'aprile
del 1985 quando Gorbaciov arrivò alla segreteria del partito. Gorbaciov veniva
dai servizi segreti, conosceva bene la struttura della nazione. Quando arriva al
potere la sua idea non è assolutamente quella di distruggere il sistema, ma di
farlo funzionare meglio attraverso la glasnost e la perestrojka (la trasparenza e
la ristrutturazione). Innovò la politica estera, cercò di innovare il sistema politico
ma incontrò numerose resistenze all'interno delle istituzioni. Nell'agosto del 1991
vi fu un piccolo “colpo di stato” e Gorbaciov venne fatto arrestare e sostituito nel
dicembre dello stesso anno da Eltsin, decretando la definitiva dissoluzione
dell'URSS. Tutto questo non era nelle intenzioni d Gorbaciov, ma la struttura in
cui operava l'ha condotto a questi risultati.
4 – Liberalismo.
Livello analitico individuale + livello economico concettuale.
Il livello economico, si ricorda, è uno dei livelli analitici aggiunti rispetto a quelli
proposti da Aron. Il tema che viene trattato è il liberalismo. Vi può essere il
dubbio del livello da considerare per questa tematica, individuale o statuale. La
collocazione nella tabella lo vede al livello individuale perché sono più spesso gli
individui e la personale iniziativa a comporre il centro del liberalismo. Secondo il
liberalismo, la realtà si muove per decisioni di singoli uomini, differenziati per la
libera iniziativa. Esiste l'esigenza di capire i legami tra la politica ed il
commercio. Nell'Ottocento la questione importante era se il commercio doveva
seguire la bandiera o se la bandiera dovesse assecondare il commercio.
Il mercantilismo verrà sviluppato associandolo all'idea di pace perché per restare
in vita, un sistema simile avrà bisogno di una situazione pacifica. La posizione
liberale è un primo passo per il pacifismo Kantiano, dal commercio pacifico si
passa alla pace perpetua. Se ne deduce che l'idea di pace dipende dalla buona
volontà degli individui. Il filone che questa casella introduce è quello dominante
l'analisi internazionalistica. Da queste basi si muoverebbe verso l'anarchia
internazionale.
5 – L'individuo come attore.
Livello analitico individuale + livello politologico concettuale.
Esistono personaggi con particolare effetto sulla politica e/o sull'opinione
pubblica. Ad esempio Kennedy; egli fece del suo fascino e del suo carisma un
manifesto di “lotta politica”. Il modo con cui affronta la crisi dei missili è diversa
da come venne affrontato da altri uomini politici dell'epoca. Rispetto alla teoria
del genio, l'individuo come attore non ha rilevanza storiografica marcata, non ha
un aspetto proprio del genio ma può essere altrettanto rilevante. L'individuo nel
ruolo di attore è più pertinente alla scienza politica, ovvero a ciò che riguarda un
leader politico. Mentre il genio (o eroe) è al di fuori della storia, per certi versi
l'attore è radicato in una realtà ed in un tempo ben precisi, come ad esempio un
Presidente nella durata del suo incarico.
Si può schematizzare dicendo che uno stesso soggetto può comparire in
momenti diversi sotto profili diversi.
Analisi delle Caselle: Lo Stato.
Il livello analitico di individuo e quello di Stato sono i due presenti al livello reale,
empirico, direttamente verificabili ed osservabili. L'idea di Stato è solida,
concepita da tutti, lo Stato è un soggetto attore della politica internazionale. Allo
Stato appartiene la soggettività della vita internazionale; analizzare lo Stato
significa compiere l'analisi di questi aspetti.
6 – Politica di Potenza.
Livello analitico statuale + livello individuale concettuale.
La politica di potenza è ciò che uno stato fa in condizione di anarchia
internazionale (casella 11).
7 – Formazione dello Stato.
Livello analitico statuale + livello storiografico concettuale.
Questa casella è molto importante, dato che l'inizio del corso si è occupato molto
proprio di questo tema (vedi). In questa casella si fa ampio riferimento a Tilly la
cui più celebre frase è: “la guerra fece lo stato, e lo stato fece la guerra”.
Gli non stati nascono per volontà divina, ma per conseguenza di guerre. Molto
spesso il numero si stati prima e dopo una guerra restano gli stessi perché ne
nascono di nuovi e ne scompaiono altri. Questa dinamica è il modo in cui lo
storia delle società evoluta: sono eventi impercettibili per chi vive dentro questi
cambiamenti, ma di estrema importanza.
I commenti successivi del Professore sono identici a quelli riportati sul libro.
8 – Palla da biliardo.
Livello analitico statuale + livello sociologico concettuale.
L'espressione “palla da biliardo” è una metafora usata dagli studiosi americani
del Primo dopoguerra, tra i pochi che ragionarono su una realtà scientifica con
poca esperienza di studio alle spalle. Con questa metafora si intende la politica
estera, il modo con cui uno Stato si rapporta con tutti gli altri stati. Gli scienziati
hanno sempre dato poca importanza a quest'aspetto; di fronte a questo vuoto
due studiosi americani proposero l'immagine suggestiva delle palle da biliardo
come gli stati su una scena senza regole: l'ANARCHIA INTERNAZIONALE . Viene
immaginato, analogamente al gioco del biliardo, che se una palla ne colpisce
un'altra, o più di una, si scatenerà una sorta di effetto a catena, ed ogni Stato è
come una palla: si muove quando è colpito, urtato. Il messaggio è che le
politiche estere non sono che la manifestazione della reattività di ogni Stato
rispetto agli eventi esterni. L'idea che ci forma è che la politica estera è un
adattamento rispetto alle novità dell'ambiente. Questa teoria può finire per
essere ingenua e riduttiva. Ad ogni modo l'atteggiamento della palla da biliardo
è abbastanza simile agli atteggiamenti reali. L'aspetto saliente della questione è
che gli eventi in quanto esterni non sono direttamente controllabili, si declinano
molte responsabilità, essendo sempre vittime e soggetti della provocazione
altrui. Questo implica che il pericolo è sempre alle porte ed è necessario essere
sempre pronti a difendersi.
È una delle poche teorie che cercano di interpretare la politica estera a basarsi
su un principio istintivo ed intuitivo, limitato rispetto alla domanda: perché
queste palle si muovono?
9 – Il Marxismo.
Livello analitico statuale + livello economico concettuale.
Al posto di Marxismo sarebbe stato altrettanto corretto scrivere IMPERIALISMO.
La descrizione di questa casella riguarda la visione Marxista-Leninista del
sistema internazionale. È interessante vedere se il marxismo abbia avuto degli
aspetti rilevanti per la teoria delle Relazioni Internazionali. Si può argomentare
che abbia prodotto una teoria generale scritta da Lenin, che parla di
imperialismo. Marx non aveva grande interesse nelle relazioni internazionali,
semplicemente perché non erano ambiti da lui ritenuti interessanti. Nel
“Manifesto” una parte può essere considerata come un trattato economico
contemporaneo, che tratta di globalizzazione economica, senza ovviamente
usare mai questa parola, ma usando una terminologia pertinente con i problemi
attuali. La svolta nella dottrina Marxista è rappresentata dal MarxismoLeninismo, ed in particolare dalla figura di Lenin.
L'evoluzione e la crescente centralità dell'economia nel mondo è fondamentale
per comprendere i mutamenti nel mondo attuale. Tra Ottocento e Novecento
avvengono cambiamenti enormi: la rivoluzione industriale ottocentesca
introduce molti fattori nuovi, soprattutto grazie alla rivoluzione nella produzione.
AI suoi tempi fu sconvolgente la produzione di massa Tayloristica, ed in
particolare uno dei suoi applicatori più famosi, Ford, al punto che si parla di
fordismo. Grazie a questi cambiamenti si arrivò a produrre più automobili,
senza, però, aumentare gli stipendi al fine di guadagnare il più possibile. Ma se
sono prodotte poche automobili, con pochi acquirenti verranno vendute tutte con
soddisfazione reciproca. Aumentando la quantità prodotta a salari invariati, il
potenziale di acquisto non varia in maniera favorevole al capitalista, perché le
automobili, nel nostro caso, restano invendute. Gli economisti liberali di inizio
secolo lo chiamavano il “problema del sottoconsumo”, e prima di fallire, il
produttore deve ovviamente cercare di venderli anche altrove, ad esempio in un
altro Stato. In questo modo i diversi paesi dovranno dialogare non solo più in
diplomazia, ma anche mirando al consumatore degli altri paesi. Succede, così,
che i grandi complessi economici legati alla finanza dello Stato di origine, siano
troppo strettamente legati allo Stato stesso, arrivando a mettere a rischio
economie di vari Stati, perché in questa concorrenza si decide la sopravvivenza
di tali economie.
Lenin forgia il concetto, un economista inglese gli da il nome: imperialismo. Per
il controllo dei mercati potranno, quindi, sorgere dei conflitti. Il meccanismo
imperialista riguarda solo gli stati più progrediti al mondo, che tendono a
conquistare degli imperi economici. Il libretto di Lenin (un centinaio di pagine) è
scientifico e dimostra che lo scontro tra le potenze imperialiste è inevitabile. La
conclusione è una specie di profezia11: Lenin non solo pensa che questo scontro
sia inevitabile, ma dice anche che questo scontro provocherà la fine stessa del
capitalismo.
Marx non chiarì come portare il socialismo nel mondo fermandosi alla
“sbrigativa” soluzione della Rivoluzione. Negli ultimi scritti di Marx egli
addirittura pensa che il proletariato può andare al potere anche per via
elettorale. Lenin, invece, è molto più chiaro, perché prevede la distruzione
capitalista, come una sorta di suicidio. Nell'area di Lenin c'è però chi dice che vi
sarà anche una fase di ultra-imperialismo, la fase di stasi del capitalismo, in
cui le poche potenze rimaste mantengono l'equilibrio per non andare verso il
famigerato suicidio.
10 – Decision Making
Livello analitico statuale + livello politologico concettuale.
Questa è una delle poche caselle con due titoli.
La parola stato impermeabile è un concetto relativo al fatto che i confini
politici ideali degli stati siano o meno oltrepassabili dagli altri stati. Questo
ragionamento è relativo all'impostazione di Herz, che negli anni '50 fece nascere
11 Il titolo del libretto è “Imperialismo, fase suprema del capitalismo”.
il dubbio sulla sovranità degli stati satelliti dei due blocchi. Herz denuncia che
non è vero che si vive in stati sovrani, perché tutti sono sotto il ricatto dei due
stati allora possessori della bomba atomica. Gli stati sarebbero tutti permeabili,
salvo le due potenze. Herz dice che una cosa che tutti pensavano ma che
nessuno aveva il coraggio di dire. Questa dichiarazione era scandalosa per
l'epoca, per l'opinione pubblica, perché voleva dire che il mondo libero non è
realmente libero, il messaggio di Herz suonò, quindi, come scandaloso. Dopo
dieci anni da questa dichiarazione, Herz stesso ritorna sui suoi passi rinnegando
tutto, dicendo che in realtà la storia della bomba atomica era più di facciata che
altro. Dunque per Herz non è vero che tutti gli stati sono permeabili, anzi, ogni
stato conserva la sua indipendenza potendo prendere decisioni senza subire
l'autorità di uno stato terzo. Non ci interessa se avesse ragione prima o dopo,
l'importante è mettere in evidenza la problematica sollevata.
Il secondo titolo della casella è il decision making, espressione che interessa il
modo in cui vengono prese le decisioni. All'inizio fu il nome di una teoria che a
poco a poco diventa più che altro un modo di analisi. Questo modus operandi è
stato sempre meno applicato sul piano internazionale, diventando irrinunciabile
per la politica interna. Anche questa teoria risale agli anni '50, i più intensi per la
Guerra Fredda. Negli USA, da alcuni anni era in atto una sorta di “caccia alle
streghe” mirata a spie ed agenti segreti dell'URSS attivi negli Stati Uniti, dunque
lo scontro ideologico in occidente aveva provocato una situazione in cui nessuno
si permetteva di fare critiche verso la politica estera americana, o apprezzamenti
per quella sovietica. Nelle università stesse da parte di docenti c'era paura di ciò
che si insegnava, gli studiosi avevano timore nell'approccio,e nel modo con cui
conducevano la ricerca scientifica. Per sfuggire a questa “trappola” Snyder idea
il decision making. Questa teoria si basa sul principio che una decisione presa è
incontrovertibile, compiere un'azione come per esempio sganciare la bomba di
Hiroshima, è generata da una decisione oggettiva presa in precedenza. L'analisi
andava quindi compiuta su questo piano. Il successo che ottenne la teoria fu
enorme, l'autore si propose di applicare questa teoria alla guerra di Corea, per
capire chi l'aveva scatenata. Snyder cercò di ricercare tutte le varie decisioni
prese in quell'ambito, giungendo ad un fallimento totale, non ottenendo nessun
chiarimento in merito. Dopo questo fiasco, la teoria viene sempre meno usata
nella teoria delle Relazioni Internazionali, con un parziale recupero negli anni '70
adattandolo come prezioso strumento per la politica interna. La ricerca delle
decisioni prese, sono una guida per la ricerca empirica, che da sola non sarebbe
sufficiente per risolvere il problema. Questa modalità di analisi, non è molto utile
se alla base vi sono dei vizi, dei pregiudizi ideologici.
21-11-06
Analisi delle caselle: Il Sistema Internazionale.
Si ricorda di nuovo la distinzione tra i due gruppo di livelli, individuo e stato, che
sono sostantivi più facili da comprendere; passando all'idea di Sistema le cose
cambiano perché non ci sono soggetti empirici, ma dei concetti non direttamente
presenti nella realtà. Non si può dimostrare un Sistema, sono modelli si possibili
spiegazioni sul funzionamento degli eventi. I Sistemi non esistono realmente, si
ragione “come se”, facendo ipotesi. Si entra in una dimensione più complessa e
problematica. La differenza tra sistema Internazionale e Globale è che il livello
globale viene aggiunto in corrispondenza dell'evoluzione storica, consentendo di
approfondire aspetti nuovi, non analizzabili con gli strumenti tradizionali,
migliorando la comprensione delle Relazioni Internazionali. Tra i due livelli esiste
una differenza di sostanza. Con il livelli di analisi del Sistema Internazionale si
analizzano i rapporti tra stati e stati, come principali e privilegiati soggetti della
dialettica internazionale; con il livello di analisi Globale ci so occupa dei rapporti
tra tutti i vari soggetti presenti, rappresentando il livello di complessità massima.
È più facile studiare la guerra, partendo dal livello del Sistema Internazionale
perché la guerra sono fatte nella maggior parte dei casi (soprattutto
nell'immaginario collettivo) tra stati. A questo livello, va assegnato il massimo
livello di importanza.
11 – Anarchia (internazionale).
Livello analitico internazionale + livello teorico concettuale. (Per la descrizione dell'anarchia si
rimanda alla nota 9).
Con l'idea di stato moderno nasce anche l'anarchia, teoria dell'interpretazione
dei fatti. Secondo questa teoria nella realtà ci sono quotidianamente rapporti tra
stati, ma questi loro rapporti sono privi di qualsiasi regola valida per tutti gli
stati. Gli stati si ritengono impermeabili per quattro secoli, e partendo dalla
presunzione di sovranità di ogni stato, Hobbes dice che se per gli individui è
possibile costruire una società pacifica tramite accordi, rinunciando ad una parte
della propria libertà per avere la sicurezza, questo non può avvenire per gli stati,
proprio perché sono sovrani. Eppure qualcuno riesce a comandare perché è più
forte e la forza si dimostra con la guerra in un circolo continuo. La vita dei
rapporti tra gli stati è di possibile guerra perpetua. L'idea dalla base della
guerra perpetua di Hobbes è estremamente simile alla situazione riscontrata
durante la Guerra Fredda: stati che si controllano a vicenda per dominare
l'incertezza che prevale nel contesto. Incertezza, insicurezza ed una certa dose
di imprevedibilità. In una situazione di assenza di comando, con un vuoto di
potere, chiunque può tentare di comandare, ogni stato deve prepararsi meglio
che può alle possibili ostilità.
Si possono fare delle osservazioni: lo scopo principale di ogni governo sarà quello
di organizzare la difesa dell'integrità dello stato, quindi di respingere il nemico o,
eventualmente, di attaccarlo. Nell'Ottocento divenne una dominante quella del
primato della politica estera. Per tutti i governi dell'epoca la politica estera è più
impostante di quella interna, perché se non si garantisce l'integrità strutturale
dello stato è inutile occuparsi della politica interna, che è una fase successiva. In
secondo luogo la cosa più importante per uno stato è avere una buona
organizzazione militare, anzi, avere la migliore possibile. Questo da una
fortissima impressione sulla politica e sulle scelte che compie un governo.
Questa preoccupazione viene istituzionalizzata con la formula del dilemma
della sicurezza così importante durante il XX secolo. Esso si propone come il
vademecum di ogni buon statista, ed afferma che se è vero che un buon governo
si occupa della sicurezza, quindi si occupa di essere ben preparato, attraverso gli
armamenti, e siccome essi sono ben visibili, è facile vedere se un altro stato sta
compiendo un procedimento analogo, investendo in forze militari; a questo
punto, se lo statista è saggio, si preoccuperà di porsi sullo stesso piano dell'altro
stato, o meglio di superarlo; il presupposto base è che gli investimenti in armi
non sono fini a ste stessi, ma che verrano in qualche modo usati. Ciascuno stato
vedrà gli altri stati investire nella loro sicurezza, aumentando costantemente la
tensione creando una sindrome da corsa agli armamenti. In una situazione di
anarchia internazionale, gli stati operano una politica di potenza.
Il concetto di anarchia internazionale non è necessariamente vero, ma spesso
superato; è tuttavia necessario studiarlo per capire l'evoluzione storica si secoli
di problematiche e teorie delle Relazioni Internazionali.
12 – Teoria dei Cicli
Livello analitico internazionale + livello storiografico concettuale.
Questa è una casella di grande importanza. Per i cicli si intendono i cicli storici. Il
problema è grande perché l'ipotesi che sa Storia abbia una sua ciclicità ne
implica una prevedibilità: determinate fasi della storia si ripetono. Non sarà
possibile conoscere ne dettaglio le singole situazioni che si verranno a creare,
ma si possono fare delle previsioni più o meno corrette ed accurate. Per Gian
Battista Vico la storia dell'uomo è basata su tre fasi: nascita, crescita e morte, e
così accade nella storia. Non è difficile trovare degli esempi nella strategia
pensando agli esempi agli imperi, da quello Romano a quello Ottomano, Carlo V,
britannico fino a quello sovietico. Di tutti questi esempi possiamo dire che hanno
avuto un inizio, un apice ed infine un declino. Qual'è il principio che giustifica
questo modello? È più che altro una questione della filosofia della storia, tema
estremamente ampio. La domanda di questa casella è se è possibile dare senso
alla direzione della storia; ovvero se la storia ha razionalità, se il cammino
dell'umanità sia razionale. Sono domande di grande complessità, e si adattano
molto bene alle Relazioni Internazionali, perché attraverso la ciclicità della storia
si spiegano molte cose. Le guerre si prestano bene come esempio. Compte cercò
di interpretare la storia dell'umanità usando tre modelli (in realtà si tratta di un
modello con tre passaggi intermedi), il cui soggetto è la guerra, catalogata in:
difensiva, offensiva e commerciale. La teoria dei cicli è antica ed ha anche
varianti di matrice teologica. È il caso delle religioni che affermano che l'umanità
sia passata dall'Eden all'assenza di paradiso, con un meccanismo ciclico. Di
filosofia della storia non c'è una sola interpretazione. Possiamo vederne almeno
atre due.
Accanto alla teoria ciclica c'è un'altra teoria. Invece di considerare dei cicli storici
con alti e bassi, per
alcuni
studiosi
la
Caotica o casuale
freccia del tempo è
lineare: una volta
Esistenzialismo
assunta una direzione Filosofia della Storia
la persegue. Questo
punto di vista si divide
Determinismo
a sua volta in due
distinte interpretazioni
della filosofia della
Progresso
storia, dando luogo a
Teoria dei Cicli
Lineare
due scenari diversi:
Regresso
chi ritiene che grazie
Schema
2:
Filosofia
della
Storia
alla direzione presa
dalla storia la vota degli uomini migliorerà, e chi pensa che peggiorerà. Durante
il Settecento questa tematica assume grande importanza ed il massimo della sua
chiarezza, soprattutto grazie alla trattazione Kantiana, espressa in coerenza col
pensiero illuminista: l'umanità è in continuo progresso, pur con i suoi problemi
(leggasi: le guerre). Da questa trattazione nasce una linea della storia umana
inclinata positivamente. L'altra visione p quella pessimistica. Parallelo
all'esempio teologico della ciclicità, si può scorgere una visione lineare, secondo
la quale l'umanità continua a decadere dalla cacciata dal Paradiso in poi,
causando al sua stessa rovina, in una sorta di regresso. Se tutti gli imperi
crollano, significa che le cose non vanno poi così bene come si crede, anche il
bene alla fine si piega. D'altra parte molti indici danno ragione a questa
impostazione: il degrado ambientale, le malattie e le stesse guerre sempre più
spietate, verso un degrado morale. Esiste una scuola di filosofi detta postmoderna che dicono che nonostante il progresso materiale sia innegabilmente
aumentato, lo standard morale sia peggiorato, ed è difficile dargli torto se si
pensa ad eventi come Auschwitz, Hiroshima o agli scontri di massa del XX secolo.
All'incredibile progresso materiale si è affiancato un abissale arretramento della
moralità. Non si può dire che la concezione pessimista della linearità della storia
sia errata, quanto meno data l'evidenza della storia.
Tutte queste teorie hanno un denominatore comune: il determinismo. Tutte
ammettono che la storia ha un corso predeterminato e predestinato. Questo
segna l'impotenza umana di fronte agli eventi: è la negazione del libero arbitrio e
del libero pensiero umano. Queste interpretazioni affermano che tutto è già
deciso, senza alcuna possibilità di opporsi. Ma pagare come prezzo il libero
arbitrio è forse troppo.
La concezione caotica o casuale respinge assolutamente l'idea della
predeterminazione e dice semplicemente che l'andamento dello stato è il
risultato della libera attività umana senza possibilità di conoscere il futuro in
alcun modo; in altre parole l'essere umano è il solo detentore della propria
libertà. Questa è l'impostazione dell'esistenzialismo, da Kierkegaard in poi, fino
all'esistenzialismo del XX secolo, il cui risultato è la liberazione dell'uomo dalla
filosofia della storia, rendendolo finalmente libero, comprendendo i rischi e gli
aspetti negativi.
22-11-06
13 - Stabilità Egemonica
Livello analitico internazionale + livello sociologico concettuale.
L'espressione Stabilità Egemonica è spesso usata in modo riduttivo, ha avuto
una vicenda pubblica che condusse ad avere un grande successo per poi
scomparire. Questa formula è ben collocata storiograficamente, dal 1975 per
durare fino alla crisi del mondo sovietico, circa 1986. negli anni '70 gli effetti
della II Guerra Mondiale sono quasi scomparsi. Secondo i cicli di Modelski12 i
12 Modelski elabora una teoria dei cicli politici internazionali dall'età moderna a oggi. Per questo
studioso l'età moderna è caratterizzata dalla successione di potenze-leaders che, di volta in
volta, dominano il sistema politico globale e, per questa via, anche il sistema economico.
Modelski individua cinque cicli, ciascuno dei quali dominato da una potenza marittima. Il primo
(Cinquecento) vede come potenza-leader il Portogallo. Il secondo (Seicento) è dominato dalla
potenza olandese. Il terzo ciclo (Settecento) e il quarto (Ottocento) vedono entrambi come
potenza egemone la Gran Bretagna. Il quinto ciclo, iniziato nel 1945 e tuttora in corso, è
dominato dagli Stati Uniti. Ogni ciclo inizia con un conflitto globale i cui esiti decidono quale
sarà la potenza egemone (world power) del ciclo stesso. Nella fase che immediatamente
segue la conclusione della guerra globale la potenza egemone impone le regole del gioco e
assicura l'ordine politico globale. È una fase di alta concentrazione del potere nonché di forte
legittimazione dell'assetto politico internazionale scaturito dal conflitto. Man mano che il ciclo
avanza inizia un processo di erosione del potere della potenza egemone. Il potere si diffonde,
l'ordine politico viene sempre più contestato, la potenza egemone declina. Il ciclo termina con
una nuova guerra globale da cui nascerà il ciclo successivo.
Tratto da http://www.treccani.it/site/Scuola/Zoom/guerra/panebianco.htm
dopoguerra durano più o meno 25 anni.
Nel '75 la crisi nucleare è ormai superata, e la guerra atomica è solo una formula
retorica. È passato il Vietnam, la Primavera di Praga, le vicende Ungheresi,ecc...
tutti eventi che introducono il concetto che, per quanto infelice, la situazione è
molto stabile e solida. Ma in che modo è strutturata questa stabilità? Viene
scoperta una nuova curiosa circostanza. Gli Stati Uniti dal '45 al '75 guidano
l'Occidente nella ricostruzione con grande sforzo politico internazionale che
comincia a venir meno. Questo può voler dire che essi sono già diretti verso
l'oblio. In quegli anni esce un libretto intitolato “L'America come paese ordinario”
che mette gli USA sullo stesso piano degli altri stati. Non c'è più bisogno di
superpotenze. Con questo nuovo scenario si può immaginare che i giochi si
aprano per gli altri stati, anche se questo non accade in realtà. L'economia
americana è sempre la più forte, così come la ricerca scientifica e gli armamenti.
Ecco che alcuni studiosi partono da questo punto per descrivere una nuova
situazione dell'ordine internazionale occidentale e propongono come nome di
questa lettura la “stabilità egemonica”.
Il concetto ruota su queste due parole, stabilità ed egemonia. La stabilità è data
dall'improbabilità di una III Guerra Mondiale, gli stati sono rassegnati alla
posizione in cui sono, senza che alcuno si senta di muoversi per cambiare la
situazione. L'altro concetto è quello di egemonia. L'egemonia è una parola
parente dell'anarchia; in qualche modo si richiamano. In una situazione di
anarchia i più forti esercitano la loro egemonia sugli altri. La situazione è simile
allo stato di natura, e l'egemonia è riconosciuta dalla forza esercitata, ma
soprattutto con un altro tipo di riconoscimento, più formale. L'egemonia rafforza
o indebolisce la stabilità? Il passaggio è che l'ordine è stabile finché ci sono degli
egemoni che lo controllano. Sembra il prodotto di uno scambio politico: c'è
bisogno di ordine e l'egemone lo fornisce per decine di anni. Ma questa
situazione non può durare in eterno. Per mantenere immutata la scena il ricatto
della protezione è rappresentato dal favorire il commercio con l'egemone, il così
detto meccanismo di trade of. Il mondo conosce in questo modo la presenza di
beni pubblici collettivi come la pace, non più il prodotto della tensione
collettiva, ma concetto desiderabile e condiviso, seppure con un prezzo da
pagare. Questo modello vale anche oltre gli anni '70, con momenti in cui
funziona meglio e momenti in cui vale un po' meno. Dopo le vicende dell'89 e
l'11 settembre in particolare, dagli USA è stato rilanciato questo concetto di
egemonia.
Questa è una chiave di lettura più ricca e potente di quanto gli stessi ideatori
potessero immaginare. È un modello che va bene per periodi non
particolarmente critici, perché con lo scoppio di una guerra la stabilità
egemonica, evidentemente, è fallita.
14 – Equilibrio
Livello analitico internazionale + livello economico concettuale.
La parola “equilibrio” è una delle parole più importanti del linguaggio
internazionalistico. È certamente una delle più usate in assoluto, tanto da poterla
definire un monumento delle Relazioni Internazionali. La parola ha il suo
massimo successo in materia, della massima rilevanza, ma andrebbe eliminata,
poiché densa di significati negativi.
La parola comincia ad essere determinante grazie alla fisica, già con Archimede.
Viene oltretutto utilizzata nei tribunali, ad esempio, simboleggiando l'equilibrio
con i piatti della bilancia. Per i sociologi la società dovrebbe esercitare un
equilibrio tra le sue funzioni. L'equilibrio sociale è una delle tematiche più
studiate dalla sociologia statunitense. L'equilibrio ha un connotato naturalmente
positivo, di norma. perché insere l'equilibrio nella casella dell'economia?
La prima teorizzazione dell'equilibrio nelle scienze sociali è rappresentato
dall'equilibrio economico, un equilibrio altamente quantificabile. Adam Smith
costruisce la sua teoria economica partendo dall'equilibrio. Il mercato è
composto da produttori e consumatori: bisogna produrre cose giuste nei
quantitativi giusti affinché siano di gradimento dei consumatori per cercare una
posizione di equilibrio; tutte le scienze economiche hanno come punto centrale
l'equilibrio tra la domanda e l'offerta, l'ottimo paretiano.
Hume pensò di pubblicare On balance of power, in cui applica la teoria
dell'equilibrio alle teorie internazionali usando la parola balance, che non è da
tradurre con “bilancia” ma con bilanciamento introducendo l'idea che
l'equilibrio non è un dato di fatto ma un'operazione in continua evoluzione.
L'equilibrio internazionale diventa sinonimo di pace, facendo finta di essere un
concetto scientifico, assume un valore positivo: l'equilibrio è una cosa buona. Da
questo punto, gli statisti perseguono la ricerca di un equilibrio.
Questo può essere visto come una sovrastruttura ideologica, una maschera per
nascondere una situazione esattamente opposta. Parlando di equilibrio atomico
è evidente che l'equilibrio non c'è mai stato: gli Stati Uniti erano di molto
superiori all'URSS. Si trattava non di un semplice disequilibrio ma decisamente di
disuguaglianza, sui piatti ideali della bilancia non c'erano affatto elementi di
analogo peso. Partendo dalla teoria che afferma che la pace esiste fintanto che
c'è equilibrio, abbiamo in un tempo zero iniziale una situazione di effettivo
equilibrio. Col proseguire cronologico si può giungere alla guerra: l'equilibrio si
spezza. Dopo la guerra si forma un nuovo equilibrio e così via.
Se l'equilibrio è un'operazione in continuo aggiustamento, perché la politica di
equilibrio di interrompe? Forse perché tale politica non è mai stata realmente
intrapresa. Gli storici dicono che le guerre scoppiano con un vuoto di potere, in
una visione meccanicistica. Il vuoto viene determinato in quale modo? Per
applicare la teoria dell'equilibrio ci deve essere necessariamente un deus ex
machina13 per dare un seguito agli eventi. Nelle guerre c'è chi vince e c'è chi
perde, ci sono morti e devastazioni, nulla di più distante dall'equilibrio: è
evidente che ci saranno disordini e disuguaglianza.
Altro aspetto del bilanciamento: è possibile usare gli elementi, come gli esseri
umani o interi stati, come pesi per una bilancia? L'espressione del bilanciamento
è quindi, pura retorica ed ideologizzazione per nascondere la realtà. Il concetto
di equilibrio viene infatti usato dagli stati vincitori e mai dai repressi e dai
sottomessi. Questo perché rompere l'equilibrio è una minaccia molto valida, che
13 Deus ex machina è una frase latina che significa "Dio dalla macchina", che è a sua volta
copiata dal greco "από μηχανής ϑεός", (pronuncia "apo mekhanes theos").La frase ha origine
con il teatro greco e con quello romano. In tali ambiti una mechanè calava un dio (o più dei)
sulla scena per risolvere una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di
uscita. Da qui, il "dio che viene dalla macchina".Il significato della frase deus ex machina è
stato ampliato nel tempo per indicare qualsiasi soluzione di una storia che non presti il dovuto
riguardo alla logica interna della storia stessa ed è così improbabile da sfidare la sospensione
del dubbio, tale, comunque, da permettere all'autore di far finire la storia nel modo voluto. Il
tragico greco Euripide era noto per l'uso di questo tipo di soluzione.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Deus_ex_machina
offre il coltello dalla parte del manico allo stato oppressore. La regola Aurea, che
dice che è possibile salvaguardare l'equilibrio con in bilanciamento, viene quindi
invalidata.
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