IN QUESTO NUMERO Editoriale...pg2 Viva L’Italia...pg3 Colpevoli, di nuovo...pg4 Colazione allo zucchi…pg5 Cara dea della fortuna, chi sei?...pg6 Pianeta Zucchi….pg7-8 Armatura di burro...pg9 Soy Taranta.. E Balkan Beat… Je Suis Le Freak...pg10 Westbound sign...pg11 Il nulla...pg12 Appaio=sono…pg13 NEW! Bon voyage...pg14 NEW! Pretty Woman ...pg15 NEW! Dulcis in fundo...pg16 CINEMA. Che film vedremo sabato pomeriggio?...pg17 Diario di un fumettista...pg18 MUSICA….pg 19-20 Bar sport...pg 21 Quorinfranti...pg 22 Oroscopo...pg23 Angulus Otiosus...pg24 Editoriale Siamo Zucchini ma non zucchine! Anche se a volte.. Benvenuti e bentornati cari Zucchini, a questo nuovo e tremendo anno scolastico! Sono Clara Del Genio, neo-direttrice del nostro amato Bartolomeo, e ho ricevuto per quest’anno l’immenso piacere di occupare il seggio della compianta Giulia Colombo, che vola ormai verso orizzonti universitari, e portare avanti la baracca. Il giornalino è, in tanti aspetti, diverso da quello degli anni scorsi: buona parte della redazione è costituita da nuovi membri, nuova è la grafica, nuove sono numerose rubriche. Il Bartolo è stato modificato nella volontà di ribadire il ruolo che riveste per la classe studentesca: è il giornale degli studenti per gli studenti. E non studenti qualunque. Studenti dello Zucchi: che vogliono saperne di più su cosa succede all’interno dell’istituto e all’interno dell’istituzione scolastica, che non assistono passivi agli eventi ma li osservano e reagiscono ad essi, e che, contrariamente a quanto si ritiene, non sono piccoli zombie che passano i pomeriggi riversati sui libri a ripetere meccanicamente date e nozioni (almeno, non tutti i giorni della settimana) ma che invece hanno un cervello e un’anima e sentono la necessità di dire la propria, affrontando un futuro che si presenta poco roseo per tutti. Siamo Zucchini ma non zucchine, possediamo una sensibilità di cui gli ortaggi sono privi, e scusate se è poco. é importante sottolineare, però, che il giornalino è sempre stato e sempre sarà luogo di otium, o, per dirlo trivialmente, luogo di sciallo. È verità assoluta che, dopo essere sopravvissuti a 6 interminabili ore scolastiche (grazie Mary Star), l’unico e più nobile desiderio scaturito dall’animo dello studente è quello di svaccarsi sul divano e letteralmente rincitrullire. Staccare la spina, spegnere i neuroni, trasformarsi in un blob umano armato di Nutella e internet…questo è l’unico modo per non soccombere al peso dei manuali, dei dizionari e dei libretti. Di certo non siamo verdura, ma talvolta assumiamo forma vegetativa, per salvaguardare le meningi. Il Bartolo vuole accompagnare creativamente questi momenti comatosi, e anche in questo riflette ciò che lo studente medio pensa e vuole. Questa è la mia visione del giornale: starà a voi giudicare se è in qualche maniera divenuta realtà o se rimane utopia. Concludo la mia boriosa orazione cice- roniana augurando a tutti di trascorrere un anno non troppo traumatico e di uscirne indenni, senza gravi contusioni o ferite, avvisando tutti gli appassionati del sudoku dell’angolo giochi che il livello di all’interno dell’istituto e all’interno dell’istituzione scolastica, che non assistono passivi agli eventi ma li osservano e reagiscono ad essi, e che, contrariamente a quanto si ritiene, non sono piccoli zombie che passano i pomeriggi riversati sui libri a ripetere meccanicamente date e nozioni (almeno, non tutti i giorni della settimana) ma che invece hanno un cervello e un’anima e sentono la necessità di dire la propria, affrontando un futuro che si presenta poco roseo per tutti. Siamo Zucchini ma non zucchine, possediamo una sensibilità di cui gli ortaggi sono privi, e scusate se è poco. é importante sottolineare, però, che il giornalino è sempre stato e sempre sarà luogo di otium, o, per dirlo trivialmente, luogo di sciallo. È verità assoluta che, dopo essere sopravvissuti a 6 interminabili ore scolastiche (grazie Mary Star), l’unico e più nobile desiderio scaturito dall’animo dello studente è quello di svaccarsi sul divano e letteralmente rincitrullire. Staccare la spina, spegnere i neuroni, trasformarsi in un blob umano armato di Nutella e internet…questo è l’unico modo per non soccombere al peso dei manuali, dei dizionari e dei libretti. Di certo non siamo verdura, ma talvolta assumiamo forma vegetativa, per salvaguardare le meningi. Il Bartolo vuole accompagnare creativamente questi momenti comatosi, e anche in questo riflette ciò che lo studente medio pensa e vuole. Questa è la mia visione del giornale: starà a voi giudicare se è in qualche maniera divenuta realtà o se rimane utopia. Concludo la mia boriosa orazione ciceroniana augurando a tutti di trascorrere un anno non troppo traumatico e di uscirne indenni, senza gravi contusioni o ferite, avvisando tutti gli appassionati del sudoku dell’angolo giochi che il livello di difficoltà non è alto, è sadico. Clara Del Genio IVA 2 VIVA L’ITALIA se e non paga le imposte a spese dei lavoratori dipendenti dal prelievo automatico. La maggioranza degli italiani che apprezzano e incentivano il berlusconismo sono i commercianti, ai quali devi letteralmente estorcere la ricevuta fiscale, che quando arrivò l'euro capirono che gli italiani continuavano a ragionare in vecchie lire, e ci guadagnarono su, i liberi professionisti di ogni libera professione che possono denunciare la metà o la metà della metà del reddito. E anche i ceti emergenti, cioè gli ex poveri che se non possono frodare il fisco frodano il pubblico impiego, timbrano il cartellino dell'ufficio e poi vanno a fare la spesa o le commissioni. Il segreto del berlusconismo è un segreto “farlocco”, è l’inadeguata educazione civile e democratica del popolo italiano che naturalmente si giustifica dicendo che l'Italia è troppo diversa per clima, per storia, o troppo bella e troppo calda, per aver voglia di lavorare e di rialzarci dall’attuale fase di stasi, per cui va sempre a finire a tarallucci e vino e che anche la gloriosa classe operaia vota Lega, l’emergente partito leninista-xenofobo. Ma sì, va bene così. Viva l’Italia. Ciò che vale per ciascuno di noi, vale per Silvio Berlusconi? L’etica pubblica che vincola gli attori politici, obbliga anche il Cavaliere? E, soprattutto, la legge è uguale anche per il capo del governo? E’ da sedici anni che queste domande -ormai un po’ buffe e retoriche- affliggono l’opinione pubblica. In sostanza, gli italiani, che sono per la legge eguale per tutti, si chiedono perché il dannato berlusconismo non passi mai di moda, perché tutti ne ingiurino contro ma la maggioranza continuino a votarlo. Che cosa non abbiamo almanaccato? È un maestro nel gioco delle parole che da Giolitti a Mussolini ha sempre incantato gli italiani, è un Paperon de Paperoni come ogni italiano vorrebbe essere, insulta platealmente e indecorosamente somme istituzioni, pomicia, alla veneranda età di settantaquattro anni, con minorenni ben prestanti, è un abile populista che dice agli italiani ciò che vogliono sentirsi dire: che sono belli, intelligenti, simpatici, furbi, che a loro non gliela fa nessuno. È un grande venditore di “aria fritta”, un esperto piazzista che racconta balle come acqua di sorgente, i potenti della Terra ne cercano i consigli, ridono alle sue barzellette, fermano le guerre, e se non ci fosse che ogni tanto un terremoto o un vulcano islandese ci provano a ricordare che Andrea Merola IID la matrigna natura è più forte del suo ottimismo, lui continuerebbe a vendere ottimismo fasullo, basandosi sull’attivismo del "ghe pensi mi". E ogni tanto, quando ci vuole, il duro richiamo all'ordine dei critici e degli indisciplinati si fa sentire sempre più fiocamente. Si sono studiate, voltate e rivoltate, discusse fino alla noia, fino all'antiberlusconismo come vizio, come tarantola sotto le lenzuola, come prurito irriducibile, come fobia, meno che meditare su i temi che sempre affossano il nostro paese tra cui, i due principali: la ritrosia a pagare le tasse e la propensione ad "aggiustarci", che fa comodo a tutti, dall’intellettuale facoltoso all’umile. Questo è il grande partito trasversale su cui Silvio sta galleggiando, e che a piena voce o nell'intimo continua a dire "meno male che Silvio c'è", e come lui l'indistruttibile maggioranza berlusconiana che resiste a tutto, persino a nomi osceni come il Partito della Libertà o il Partito dell'Amore, che altrove provocherebbe ciniche risate. E non sapete quanto invidia i suoi amici secessionisti padani i quali proclamano continuamente di “avercelo duro” , e questo è tutto: d'altronde, sorpassata una certa soglia d’età, questi problemi tecnici si fanno sentire maggiormente, e questo è una disdetta per il presidente (meno male che la scienza offre un aiuto consistente…) Eppure le spiegazioni chiare, chiarissime ci sono. Una è quella che si classifica come "dittatura della maggioranza", o anche dei benestanti sempre più benestanti e dei poveri sempre più poveri, dei garantiti sempre più tutelati e dei precari sempre più indifesi. Il Silvio del gioco delle parodie esagera quando dice che la via alla ricchezza è alla portata di tutti, basta sposare un miliardario, o anche come è bello il mare di Sardegna - il suo - se lo guardi è pieno di italiani felici sulle loro barche, ma è altrettanto vero che c'è una cospicua maggioranza di italiani che arriva alla fine del me3 COLPEVOLI DI NUOVO. Li hanno condannati, di nuovo. L'accusa? Sempre la stessa. Eh sì, in fondo, i cattivi non sono mai molto originali. Quelli di oggi guardano con nostalgia i loro più illustri predecessori,si rifanno ai loro ideali e li mettono in atto, tentando di dissimulare in modo pietoso e vergognoso la loro fonte di ispirazione, perchè è opinione comune che gli uomini debbano imparare qualcosa dalla storia (almeno è questo che ci dicono a scuola), perchè non c'è niente di glorioso nel ripetere la storia, perchè è meglio far credere a quegli elettori-capre che i loro beniamini abbiano dato forma a una nuova e rivoluzionare idea. E poi, quando quelle poche persone ancora rimaste con un cervello autonomo, che non segue i capricci dei media, e con una quantità d'intelligenza sufficiente per capire in che direzione si muoveranno le pedine sulla scacchiera, iniziano a protestare in nome dei diritti umani e cominciano a parlare di discriminazione, allora i cattivi del nostro racconto fanno la loro mossa vincente: “Razzismo? Quale razzismo? Dov'è il razzismo? Cos'è il razzismo? Queste che noi proponiamo sono soluzioni per combattere la criminalità”. Ah be'... se sono soluzioni. Allora gli animi di quegli elettori-capre, che si erano un poco allarmati al sentir solo nominare quell'orribile parola che, diciamolo, in fondo fa paura, si sono tranquillizzati, credendo ciecamente, un po' ingenui, un po' succubi, all'indiscussa veridicità delle parole del favorito di turno ed etichettando i protagonisti di quelle “isolate proteste” come comunisti, con un'ignoranza e una superficialità che lascia l'amaro in bocca. Non è il 1984. E' il 2010, ma Orwell ha descritto il presente che noi viviamo meglio di quanto lo riuscirei a fare io. Chi sono i colpevoli? Oggi sono i Rom. Ieri erano i clandestini, prima ancora i neri, gli ebrei, i drogati, gli omosessuali, gli alcolisti e così via, sempre a ritroso fino a incontrare le streghe, gli usurai (e qui ci imbattiamo di nuovo negli ebrei), gli infedeli e ancora indietro fino ai pagani e prima ai cristiani. Bisogna ammettere che la lista è lunga e che colpevoli lo siamo stati un po' tutti, chi più, chi meno. Però, e qui lasciatemelo dire, da un continente, le cui terre ne hanno vista di violenza e discriminazione, si spera in qualcosa di più che altra discriminazione, ci si augura una maggiore consapevolezza dei suoi errori passati e, soprattutto, da un continente che esalta le proprie radici cristiane ci si aspetta un po' più di indulgenza e comprensione. Certo, il Parlamento Europeo ha espresso “grande preoccupazione per le misure di espulsione prese dalle autorità francesi e di altri paesi nei confronti dei Rom”. Fantastico, adesso sì che è tutto risolto. Preoccupazione? Secondo il mio modesto parere all'etnia in questione non interessa minimamente sapere quale sia lo stato d'animo dei membri del Parlamento nell'apprendere quel che stavano subendo. Inoltre la risposta della Commissione è giunta tardi, in quanto già due voli, partiti da Parigi e da Lione, avevano portato ben 93 persone verso la Bulgaria e la Romania e sono previsti altri due voli entro la fine del mese. Una volta usavano i treni, adesso gli aerei, ma il futuro a cui li abbandonano è sempre di miseria e stenti. Tutti sanno che i Rom non sono i veri colpevoli. La verità è che non ci sono colpevoli, ma ci sono persone che preferiscono trovare nei più indifesi un capro espiatorio, colpevolizzarli, punirli e poi abbandonarli al loro destino, chiudendo gli occhi o voltandosi da un'altra parte. La criminalità è qualcosa di intrinseco in una società, ma non si può essere tanto ignoranti e stupidi da attribuirne l'intero peso a una sola persona o a un gruppo o a una razza. No, la criminalità riguarda la società nel suo insieme e bisogna combatterla in modo appropriato, non dandosi la colpa l'un l'altro, ma piuttosto agendo per sconfiggere la povertà, uno dei fattori principe che causa la diffusione della delinquenza; perchè non è facendo espellere gli zingari o distruggendo le bidonville che si debella la miseria: i poveri cacciati dalla Francia o dall'Italia, si stabiliscono in Austria o in Germania; adottando “soluzioni” di questo genere, si incrementa solo un circolo vizioso. Poi, vincere la povertà non è di certo nell'interesse di certi potenti che, così facendo, si troverebbero sottratti di uno dei più comuni e più vecchi pretesti per fare promesse con cui abbindolare e accaparrarsi il popolo, aiutati dalla televisione e certamente dall'ignoranza. Panem et circenses, dicevano i Romani. Concludo con un pensiero, attribuito a Brecht, che spero faccia riflettere voi quanto ha fatto riflettere me. Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare. 4 Colazione Allo Zucchi Ritratto di una corruzione ipocrita È sempre interessante poter constatare l’ignoranza di certe persone, da un certo punto di vista anche divertente, perché ti porta a capire, senza falsa modestia, la tua seppur minima superiorità rispetto alla loro ignoranza, e sottolineo che mi sto riferendo ad un ambito esclusivamente culturale. La cosa negativa, d’altro canto, è che troppo spesso questa ignoranza si riflette ed anzi è proprio rappresentata da coloro che ci dovrebbero rappresentare, anche se poi, in fin dei conti, se si parla del (poco) onorevole Di Pietro ciò non dovrebbe nemmeno stupire così tanto. Sto evidentemente facendo riferimento al recente (più o meno, in base a quando avrete fra le mani questa copia del Bartolomeo) discorso dell’ex Pm, presunto difensore della giustizia, alla camera. Discorso sorprendente, non certo concettualmente, populistico, a modello quasi ciceroniano oserei dire, ricco di offese, insulti e affermazioni di discutibile veridicità. Mi riferisco, fra le tante accuse mosse verso Berlusconi and company, ai “barbari Padani”, così chiamati da questo signore, categoria nella quale, ahimè, mi trovo. Premetto di non essere un leghista, e questo certamente l’avrà capito chi in passato si sia cimentato nella lettura dei miei articoli, quanto piuttosto un ragazzo attaccato alla sua terra e alle sue radici. Sembrerò banale e forse dedito alle cosiddette chiacchere da bar, ma vorrei porre a codesto signore alcune domande, in primis chi paghi il suo di certo molto lauto stipendio. Oppure chi gli permetta di inondare la camera dei deputati, rappresentanza di tutto il paese, con una fiumana di parole volgari ed accavallate, degne del peggior porcaro della ciociaria. Fra gli altri, temo, anche noi barbari padani. E allora come si permette questo tizio (e così lo chiamo perché per me la parola “signore” allude ad un genere di persone con ben precise qualità che in lui non riesco ad individuare) di parlare in questo modo? Stiamo forse scherzando? Si permette in maniera del tutto gratuita a costui di blaterare a vanvera in parlamento e poi però ci si scandalizza se Bossi fa una battuta rendendo la sigla SPQR l’acronimo di “sono porci questi romani”? Nessuno si scandalizza più? Nessuno osa ribattere? Siamo forse tutti in balia di questa sottospecie di ducetto di periferia che spera di incantare con discorsi dalla retorica facile? E non è la prima volta che Di Pietro si permette di insultare volgarmente e inconsultamente alti funzionari dello Stato, quando non, addirittura, lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano. Per non parlare poi degli altri e numerosi insulti profferti verso il Presidente del Consiglio, talmente assurdi da risultare noiosi e stancanti. Quanto perbenismo di provincia: tutti pronti a sferrare attacchi contro la Lega Nord solo perché “lo fanno tutti” ma nessuno pronto ad ammettere di avere un deficiente nel proprio schieramento politico. Ma d’altro canto è anche inutile lamentarsi, visto che non è questo il primo caso di demagogia che abbiamo avuto l’onore di vedere, non è il primo caso di popolaresco e goffo tentativo di carpire la simpatia di un popolino stolto e poco attento alla realtà, tentativo che a volte, purtroppo, ha funzionato. Pensiamo, per citare un caso noto, a Nerone (che sempre il nostro caro Antonino ha paragonato a Berlusconi nell’atto di suonare la lira ammirando la disfatta dell’Italia, come l’imperatore quella di Roma), pensiamo a Napoleone, sempre in Italia, pensiamo a molti (troppi) Papi. Panem et circensem. Ma anche molti giornalisti, che sono soliti adoperare panzane grandi come case per i propri interessi: c’è chi racconta cose mai accadute per vendere qualche copia in più, così come chi spuntando dal nulla si prende i meriti del lavoro degli altri per fare carriera. Ma, e questo lo spero, la sors è mutabile, ed essendo tale non rimane sempre fissa su una stessa persona, ma alla fine tende, come è venuta, ad andarsene, e così molti personaggi lasciano, come dire, il tempo che trovano, concludono poco, millantando il proprio per un gran lavoro senza in realtà fare nulla di concreto, ma esprimendo un’infinita quantità di ridicolezze. O tempora! O mores! Marco Colombo VG 5 CARA DEA DELLA FORTUNA, CHI SEI? Beatrice Delap, una bambina di nove anni che frequenta la scuola elementare di Meridian a Londra, ha scritto recentemente a Johnny Depp per implorarlo di andare in suo aiuto e organizzare un "ammutinamento" contro gli insegnanti. Ricevuta la richiesta, l'attore, che era a Londra per girare alcune scene del quarto film "I Pirati dei Caraibi", ci é andato davvero, nelle vesti di Jack Sparrow, trasformando una noiosa mattinata di lezione in un set cinematografico. Dopo averla baciata e abbracciata il bucaniere l'ha convinta a rimandare l'ammutinamento ad un altro giorno perché "la polizia era fuori a controllarlo". In un'altra parte del mondo, precisamente in Afghanistan, molti bambini della stessa età hanno ben altri motivi per sentirsi fortunati. Infatti lì la fortuna é innanzitutto quella di nascere, poter andare a scuola e di poter dire di essere bambine e non oggetti di baratto da scambiare con mucche e pecore a mariti-padroni. Le donne sono fortunate se hanno l'occasione di ricevere aiuti da associazioni umanitarie che offrono corsi di alfabetizzazione, aritmetica, diritti umani, igiene e educazione sessuale oppure concedono micro-crediti che consentono di avviare un'attività generatrice di reddito e non di essere schiavizzate. Nell’America Latina, in Cile, sono rimasti bloccati alla profondità di quasi 700 metri per quasi tre mesi trentatré operai, mentre lavoravano in una miniera, sopravvivendo grazie agli alimenti inviati tramite un tubo troppo piccolo perché un essere umano possa uscirne. Nel frattempo la figlia di uno dei minatori é nata ed é stata chiamata Esperanza. E' stata accolta dal mondo intero come un segno di buon auspicio per tutti. La fortuna di questa bambina sarà quella di conoscere suo padre come una persona sana di mente? Infatti medici temono che un'esperienza tale possa compromettere la salute mentale di chi l'ha vissuta. Oppure quella di riuscire semplicemente a conoscere il padre? E' vero che la dea della fortuna oltre a essere bendata si presenta sotto diverse sembianze, ma tutti noi abbiamo almeno una volta detto: "Che fortuna!" l'importante é saperla riconoscere anche nelle cose più comuni. E la mia fortuna quale può essere? Sicuramente é anche quella di poter frequentare una scuola come questa ma per ora studio, studio e studio ... Erika Radaelli IB 6 Pianeta Z: TUTTI ALLE URNE! Presto le elezioni nel nostro liceo Un nuovo anno scolastico è cominciato – non odiatemi se mi arrischio a ricordarvelo ancora una volta, perché ormai è un’evidenza lampante e non c’è nulla da fare se non accettare che sia così – e con lui sono arrivate puntualissime tutte le preoccupazioni e le incombenze, senza tralasciare le gioie tipiche del liceo (sta a voi definire quali). Ma, e ora mi rivolgo soprattutto ai nuovi arrivati – i “quartini” oppure ormai devo chiamarli i “primini” – tra poco arriverà anche il momento di eleggere i nostri nuovi Rappresentanti d’Istituto. Questa è sicuramente una novità per coloro che approdano allo Zucchi dalle scuole medie. Benissimo, è venuta l’ora di chiarire le idee. Ho scritto questo articolo ripensando a quando, tre anni fa, mi capitò di confrontarmi per la prima volta con la realtà delle elezioni, senza però capire moltissimo di ciò che stava succedendo. So che sarà un’esperienza divertente per i nuovi arrivati, ma ricordiamoci che ha una sua importanza, e che il voto va pensato e calibrato. Semplicemente per evitare di pentirci, dopo qualche tempo, di aver votato a caso perché non avevamo capito chi era chi e cosa voleva durante l’assemblea perché “l’ora dopo mi interrogava in greco e dovevo assolutamente ripassare”, oppure di pentirci di aver votato quel “ragazzo carino che avevo visto l’altro ieri in corridoio”. La speranza è che si riesca a fare qualcosa di bello per tutti, oltre all’organizzazione dei festeggiamenti di fine anno. Il Consiglio d’Istituto è un organo collegiale che si riunisce periodicamente per deliberare su varie questioni riguardanti la nostra amata scuola (esempi sono: le modalità di Irene Pronestì 4D gestione di alcuni giorni di vacanza, i viaggi d’istruzione, diversi progetti, concorsi). Nel Consiglio d’Istituto sono presenti i rappresentanti dei genitori, dei professori, del personale ATA, e – udite udite – degli studenti. Esattamente. E siamo noi ogni anno a prenderci la responsabilità di eleggere chi tra i candidati ci rappresenterà in Consiglio di Istituto. Vorrei soffermarmi proprio su questo punto: le elezioni. Tra poco gireranno dei graziosissimi volantini attraverso i quali le varie liste di candidati si presenteranno e si faranno pubblicità presso la popolazione zucchina. Poi verrà convocata un’assemblea, cioè una riunione di tutti gli studenti in cui le liste avranno modo di proporre i propri progetti, le promesse, ecc.. (si svolgerà in aula magna). La mia intenzione è quella di lanciare un appello a tutti voi. Cercate di compiere una scelta responsabile! So che se a candidarsi sono dei bei giovanotti, tutte le ragazzine (che non mancano nel nostro liceo prettamente femminile) li voteranno per il loro aspetto fisico piuttosto che per ciò che propongono concretamente. Con ciò non intendo delegittimare completamente ogni ragazzo che si offre volenteroso, e che poi è anche bello. Vi prego solo di leggere attentamente i programmi che vi saranno consegnati, valutando quali proposte saranno effettivamente attuabili e miglioreranno la nostra scuola (senza illudersi troppo). Perché mi preme ricordare che le elezioni dei rappresentanti d’Istituto non sono quelle di Mr e Miss Zucchi. Ci sarà sicuramente nel corso dell’anno scolastico l’occasione di votare i più belli, però in un concorso appositamente bandito. Inoltre spero che quest’anno le ragazze presenti nelle liste saranno più numerose rispetto agli anni precedenti: insomma un buon 70 – 75 % degli studenti di questa scuola è di sesso femminile; sarebbe bello avere almeno una rappresentante donna eletta, o mi sbaglio? E se si presenteranno delle ragazze meritevoli, mi auguro che verranno votate da tanti. Perciò usate il buon senso di cui siete sicuramente dotati, e tutti ne gioveranno. 7 Pianeta Z: Scienze a confronto: Alfieri VS Fabozzi Buongiorno Zucchini, bentornati ai veterani e benarrivati ai giovani liceali! Da quest’anno la rubrica dedicata a tutto ciò che accade sul “pianeta Zucchi” sarà arricchita da una scoppiettante intervista doppia a insegnanti della stessa materia, per scoprirne i segreti e magari riuscire a capire un po’ meglio cosa pensino della scuola. dio, ma…se posso dirlo, un po’ passivi, dovrebbero essere più rivoluzionari e subire meno le proposte dei “grandi”. F: Oddio, generalizzazione del tutto impropria! Una peculiarità dello Zucchi: i ragazzi hanno interesse, autocontrollo e voglia di imparare. Vivono però in una sorta di “isola felice” poiché in altre scuole esistono realtà molto più complesse, come l’inserimento di stranieri o di compagni Cominciamo subito con la prima serie di domande riguar- diversamente abili. danti Chimica e Biologia… 9. Un personaggio famoso che vorrebbe riportare in Buon divertimento! vita? A: Ah ah, Charles Darwin, perché così potrebbe rielaborare la teoria dell’evoluzione alla luce delle scoperte della genetica. Comunque mi piacerebbe anche vedere 1. Nome e cognome? A: Maria Rosa Montrasio Alfieri. F: Goethe. Fabozzi. 2. Liceo frequentato? A: Ovviamente questo: Zucchi, sezione D. F: Liceo Volta, Milano. F: Che bella domanda! Avendo tante passioni scegliere è difficile ma sicuramente per primo sceglierei Leonardo Da Vinci, perché era un genio. Come seconda scelta direi Leibniz. 3. Università e facoltà frequentate? A: Università Stata10. Meglio Chimica o Biologia? Perché? A: Come dole di Milano, Scienze biologiche. vreste ben sapere, la Chimica e la Biologia sono un’unica realtà, poiché una è conseguenza dell’altra. F: Università Statale di Milano, Biologia. 4. Titolo della tesi?A: La mia tesi? “La funzione dell’RNA ribosomiale nella differenziazione dei somiti”. F: Amo la Biologia, ma le due materie non sono disgiunte, ed essendo io una biochimica molecolare, so bene che importanza ha la Chimica. F: “Il ruolo dell’actina a livello delle membrane cellulari”. 5. Ci racconti un aneddoto della sua vita da liceale. A: Ne avrei uno talmente terribile, da non poterlo proprio raccontare, ideato da una mia compagna (terribile) che però all’esame di maturità ci ha lasciato le penne! F: Dunque, era un periodo di scontri politici fra fazioni avverse, destra contro sinistra, e il liceo era stato occupato. Il preside chiamò la polizia, che appena arrivata caricò gli studenti in modo molto duro… Così posso dire di aver conosciuto la violenza di questi scontri. 11. Un consiglio da dare ai primini (ex quartini)? A: Studiate,studiate,studiate e siate educati! F: Fate le cose con piacere, se lo studio è un’imposizione, il risultato è negativo. Aiutate l’insegnante ad aiutarvi! 12. E un consiglio per i ragazzi dell’ultimo anno? A: Scegliete la facoltà guardando solo in voi stessi, senza lasciarvi influenzare da nessuno, genitori, professori e altri. F: Il grosso problema è il vostro futuro abbastanza incerto 6. Da quanti anni insegna qui allo Zucchi? A: Dal 1985, a causa del quale, per farvi valere, dovrete eccellere in qualsiasi cosa scegliate di fare. Penso che abbiate delle troppi, me ne voglio andare! “belle teste”, quindi cercate di sviluppare un sapere non F: Allo Zucchi? Da tre anni. legato alle sole nozioni scolastiche, puntate sulla qualità delle vostre conoscenze. 7. Due aggettivi per descrivere i suoi colleghi? A: Difficile trovare solo due aggettivi, perché io vedo i miei colle- 13. Per concludere, cosa ne pensa del Bartolomeo? A: ghi come singole persone; comunque, in generale, li trovo E’ sicuramente positivo che ci sia un giornale della scuocompetenti e rigorosi. la, per il resto non saprei. Personalmente apprezzo gli articoli di taglio culturale, mentre alcuni proprio non li F: E’ una domanda difficile perché in un contesto sociale capisco, non mi fanno neppure ridere. eterogeneo come quello dell’istituto, trovo che ci sia una grande varietà di personalità; comunque penso che i professori si sforzino (nonostante tutto!) di offrire ai ragazzi il più alto livello possibile di insegnamento. 8. E due aggettivi per descrivere i suoi alunni? A: In generale, cioè nel complesso, credo che gli alunni della Zucchi siano … una specie di “isola felice” immersa nel mondo giovanile attuale. Sono educati, motivati allo stu8 L’ARMATURA DI BURRO Ho un’amica che non ha difetti. Immagina una persona senza difetti: bella, simpatica, piena di amici. Ecco, lei è così. Ride sempre al momento opportuno, ma raramente s’indigna: è lucidamente disillusa riguardo alla bontà del genere umano. Non è mai sopraffatta dall’inutile peso di quello che la circonda, forte della sua abilità nel dosare in ogni ambito impegno fisico e intellettuale. Mai si lascia sorprendere inelegante, in virtù dell’enorme cura che ha del proprio aspetto, conscia del fatto che chi dice che l’abito non fa il monaco deve avere ben poco senso della realtà. Per questo, adotta quotidiani provvedimenti contro una potenziale somiglianza con la gente “brutta”; non brutta moralmente, bensì nell’accezione deteriore del termine: gente sfuggita all’occhio benevolo di Madre Natura, dimentica del gusto comune, perfino incapace di costruirsi un proprio stile! Si sottopone a un regime alimentare tipo ramadan perpetuo-autoistituito, ma per non allarmare sua madre indossa ornamenti tanto massicci da raggiungere, a ogni controllo medico, il peso forma. Non è contenta se non sembra divina: sfoggia in ogni situazione un Sorriso Stoico e Serafico di fronte alla precoce preoccupazione di un naturale deperimento della carne, di fronte ad altri cinque miliardi, novecentonovantanove milioni e novecentonovantanove mila S.S. &S. speranzosi di essere ricambiati. Ma non si mostra certo superficiale! Alla giusta occasione è in grado di rispolverare un esauriente repertorio di frasi Accorate e Sensibili, per dar prova di grande empatia. Non per questo, però, lascia che le diano della mammoletta in pubblico. Se lo facesse, se azzardasse una frase o un gesto non calibrati, non codificati, la temibile Fama dai cento occhi e dalle mille lingue la etichetterebbe come ingenua, come fallita, come… buona. La bontà è un farmaco da somministrarsi con cautela: poche gocce salvano agli occhi altrui, ma un eccesso avvelena non solo ciò che si è, ma anche l’immagine che si dà alla gente. La mia amica tiene sempre a mente che nessuno ha mai comprato una villa con la bontà. Se ci è riuscito è perché si è realizzato con le proprie mani e, se necessario, poggiando i piedi sulla testa di qualcun altro. Quale persona di buon senso non schernirebbe quei poveri sciocchi che si lasciano usare come tappeti? Li deride, sì, ma non li sottovaluta. È consapevole del rischio che si correrebbe, se qualcuno di questi si accorgesse di cosa gli è davvero conveniente: si sottrarrebbe alla massa di zerbini, diverrebbe un nuovo, potenziale “arrivato” con cui competere. È per questa ragione che ha affinato la sua capacità selettiva, è sempre alla ricerca dell’amicizia perfetta, ma deve amaramente riconoscere che il suo giudizio non funziona ancora nel migliore dei modi, ed è spesso costretta a congedarsi da chi non si è rive- lato adatto, da chi l’ha “delusa”. In fondo non chiede altro che qualcuno che la sostenga nei suoi drammi quotidiani, che la motivi sempre nelle sue scelte sbagliate. È annientata dalla paura di vedersi con gli occhi degli altri, di riconoscere in sé anche una sola di quelle pecche che tanto biasima, di solito. Non per spavalderia, ma per debolezza lascia che la sua risata si confonda in quella generale, anche quando è intimamente consapevole che il ghigno è vile, è ingiusto. Ride tanto da dimenticarsi di sé, ride di quel riso di paura fino a che l’ultima flebile traccia di unicità è soffocata, fino a sbiadire i suoi colori nella cecità comune. Non è stupida. Possiede anzi un’intelligenza pronta e acuta, tuttavia si è trovata un giorno a svuotarsi, invece di riempirsi, a eliminare un’opinione sostituendola con un giudizio; e più eliminava più faceva spazio per l’approvazione, o forse per l’accettazione, altrui. È come una stanza piena di robe che non servono, che non suscitano singolarmente alcuna curiosità, ma che nel complesso, colorate e carine, fanno brillare gli occhi. È ormai sostanzialmente incapace di provare sentimenti, e occulta questa dolorosa aridità in parole enormi, amore, odio, applicando il principio secondo cui dare un nome alle cose le rende più tue, ma invano: definire i legami non li rafforza di certo, e lei, in fondo, lo sa. Ma non riesce a smettere di cercare. La ricerca continua e affannosa di qualcosa che nemmeno lei riesce a figurarsi è una droga meno spaventosa della spietata disonestà a cui si è incatenata. Eppure, ogni volta, il pasto non sazia, ma alimenta, la sua fame. Abominevole, vero? È figlia tua. Figlia nostra. Siamo figli nostri. Nostri, e della nostra spaventosa paura di ogni sorta di vulnerabilità, di corruttibilità inevitabile, in una lacerante fuga da noi stessi, in un perenne tendere a non spiacere. Ma certe tacite regole sono fatte per essere infrante. Non deve per forza essere così. Eva Casini e Camilla Rossini IVB 9 SOY TARANTA.. E BALKAN BEAT… JE SUIS LE FREAK. Di Matteo Monti IVB Quella sera, le luci si riflettevano sul mare, baluginando ad intervalli regolari tra le file del guard-rail, mentre la macchina filava silenziosa sull’autostrada. Stavamo andando verso Genova, di ritorno da una scampagnata notturna per le strade che si inerpicano buie sulle montagne dietro la città, e l’autostrada era sembrata un’ottima soluzione per ovviare al problema della discesa. La notte era scesa silenziosa sul respiro della marea , e le luci arancioni della città quasi disturbavano il netto colore scuro che assumeva quell’abisso quando si gonfiava. Nell’incresparsi delle onde abbiamo deciso di passare per il centro, avevamo tutta la notte, un forte bagaglio di noia da scaricare e una città silenziosa, ma attenta alle miliardi di storie che calpestano i suoi carrugi. Era ormai troppo tardi per vedere le folle frementi di gente che attraversava le piazze sulla corrente del divertimento, troppo presto per vederne i risultati. Passavamo come per gioco da una strada all’altra, mentre nella notte si dipanavano i fari abbaglianti della darsena, e oltre i docks del porto, con le sagome delle gru che cantavano la loro fatica a quella luna indifferente nel suo cielo. Da quel finestrino si stagliava un altro mondo, non c’erano persone, ma si udivano grida e risate, le case con le persiane sbarrate donavano un aspetto desolato a quella grande strada sotto il ponte dell’autostrada, illuminata da occhi al neon e volanti della polizia ferme ad ogni angolo. Restavano lì, immobili, statue con uno sguardo rude e grezzo che ti fissavano mentre attraversavi la via del ritorno, mentre loro ancora fermi a quell’incrocio, continuavano a seguirti con lo sguardo. Là, sotto quei grandi piloni del ponte autostradale, c’erano ombre con vestiti luccicanti e sorrisi poco convinti, che allungavano i loro profili verso le auto ferme a semafori troppo insistenti, si ritraevano al ruggire del motore, e guardavano anche loro, la tua faccia segnata, quell’insieme di particolari che ti rendeva tanto alieno alla loro realtà, e che quasi ti chiedevano una motivazione per la loro vita. I bagliori di quella città senza vita brillavano sui sorrisi poco convinti e su quei lividi occhi lucidi, che si limitavano a contare le macchine ferme, mentre altrettante ombre più massicce cambiavano strade, per altri quartieri, e vigilavano come cani da guardia su quelle sagome malinconiche nell’ombra. Non esistevano leggi, non c’erano regole in quella città ormai periferia, svuotata anche della sua dignità, oltre che dei suoi abitanti. Gruppi di persone correvano sotto i portoni mentre macchine lampeggianti percorrevano sì e no quel tratto di strada per poi svoltare, e ritornavano al loro compito, mentre ogni cosa sbiadiva dalla mente di chi comprava piccole dosi di felicità e consumava il tutto sul primo cassonetto di spazzatura, forse per impazienza forse per noia. Bande di disperati, forse, che vivevano all’ombra di quella vita vissuta solo in quel piccolo momento di assoluto, sul freddo asfalto che per loro rappresenta l’infinito. Smorfie e mani veloci nella poca luce contavano e spillavano banconote da mazzette tirate fuori a metà, mentre il fumo dei vapori di scarico del porto si mischiava a quello delle macchine, e lontano si sentiva lo stridìo di gomme sull’asfalto. Altre volanti, gente ferma sul ciglio della strada ad agitarsi e a mostrare un anello come tanti ad un agente in divisa che scrive su un blocchetto di fogli. Una spinta e l’avvio del motore, l’odore di gomma bruciata ci punge le narici mentre altre due macchine volano a sirene spiegate dietro alla macchina fuggitiva, e dove prima c’era quell’assembramento di macchine e persone, adesso è rimasta soltanto una macchia nera sull’asfalto opaco, e un’altra sagoma cammina a passi svelti verso un parcheggio sopraelevato. Ancora quelle sirene, che strillano semprechiare nell’aria vuota, mentre tutto inizia a diventare opaco, e i suoni si fanno più indistinti. Una brusca frenata, le sirene che si stoppano, un colpo secco esplode, e tutto sembra fermarsi. Non ho mai saputo che fine avesse fatto quella macchina, né se fosse veramente successo ciò che avevamo sentito o creduto di sentire. Quei profili di navi sull’acqua oleosa, quell’odore di benzina e salsedine, il ponte dell’autostrada, la darsena, i disperati della notte che si buttano tra le braccia degli abitanti nascosti della metropoli, in recessi di alti grattacieli e di palazzi commerciali. Strade buie e dimenticate, sorrisi falsi accennati, sguardi inquisitori. Non ho mai saputo dare una risposta a tutte quelle domande che sono sorte in seguito. Il giorno continua a pulsare nel traffico caotico, mentre la notte, cancellandosi, si porta appressa le mute grida dei suoi abitanti. 10 WESTBOUND SIGN Going straight will get you nowhere, andare dritto non ti porterà da nessuna parte. "Go west, young man, go west!" Consiglio dato dal giornalista dell'Indiana John B.L. Soule nel 1851 e adottato come slogan dell'emigrazione americana del diciannovesimo secolo. rie d'amore con sè stesso e dia un'occhiata sotto al divano, troverà strati su strati di polvere: in mezzo ad essi ci sono parole mai dette, pensieri mai condivisi. Sarà il caso di aggiungere buchi alla cintura che costringe le nostre menti? Salda i debiti con te stesso, te lo devi. Basta essere manichini vestiti di tutto punto, che di umano hanno ben poco. Basta essere sintetici. Siamo a Coloma, vicino a Sacramento, nel gennaio 1848. Hanno le loro convinzioni, e tali devono rimanere. "Ragazzi!", Disse James Marshall, descritto come un Impossibile che queste vengano integrate con altre idee o 'falegname arcigno e paranoico del New Jersey', "per Dio! opinioni. Credo di aver scoperto una miniera d'oro". Senza dubbio così è più semplice vivere. I tempi erano duri, e niente cattura l'immaginazione dei E, in fondo, ne vale davvero la pena? Vale davvero la poveri quanto la casuale scoperta dell'oro. pena di riunciare alla realtà a cui siamo saldamente ancoNel 1854, il numero degli emigrati in California ammon- rati per sbirciare furtivamente tra gli anfratti degli scogli tava a circa 300mila individui, tutti animati dalla stessa frastagliati che si susseguono sull'impervia salita che consperanza: trovare dell'oro. duce oltre il pelo dell'acqua? Tutta gente venuta per sfruttare le risorse del posto, e non Miriam Taieb IIC per stabilirvisi. "Always move forward" [avanza sempre più], un ritornello incatenato alla natura umana da un legame apparentemente inscindibile: un tempo si trattava della voglia di scoprire e di conoscere, ora è soprattutto la necessità di mettere le mani su un futuro migliore prima che lo faccia qualcun altro. Il futuro, però, ha smesso di essere ciò che è sempre stato. Le persone sono restie ad abbandonare solide certezze alla quali sono abituate, o addirittura assuefatte, nonostante esse si rivelino ben poco appaganti. Per fare? Per andare alla ricerca di qualcosa che renda migliore delle esistenze che l'hanno già trovato il loro avvenire, e sta nel soggiorno di casa, tra la poltrona foderata di piume d'oca sulla quale ti adagi ogni sera e il televisore ultrapiatto ultimo modello appeso alla parete. No, non si stratta del solito sproloquio sul fatto che i giovani d'oggi non sono più spinti a cercare un futuro concreto: sebbene sia un buon argomento, viene periodicamente propinato da chiunque si senta vagamente superiore e qualcun altro. Le persone tendono ad accontentarsi di 'quel poco che hanno', inteso come bagaglio culturale. Non nutrono più il desiderio di ampliare le loro conoscenze, di estendere i loro confini mentali. Probabilmente è il caso che qualcuno ponga fine alle sto- 11 IL NULLA Quando partono le rondini, lasciale andare. William e Emily Giuro che non ci riesco. Rimango immobile e non dico una parola. Sono nata per pensare. A tante, troppe cose, che ci rendono distanti. Stranieri nati nella stessa città. Figli di centrali elettriche oppure a turbogas. Di traguardi impalpabili e illusioni ineluttabili. Quasi non respiro dal dolore. Il mondo fa violenza su di me e io non faccio nulla per impedirlo. Sarà vero in fondo che non me ne frega niente. Che a stento mi ricordo di mangiare. Io fumo rabbia per vivere. E non so nemmeno più scrivere. Non suono come una canzone. Non sono la stessa cosa. Sono il silenzio quando tutto attorno esplode. Sono l'incapacità, l'invidia, il desiderio, l'egoismo e l'ombra. Sono il nulla. Giudico in disparte, nel buio della mia testa. Ancora non parlo. Mi guardo attorno: segnali di infinito. Forse inconsciamente non ho smesso di cercare un senso. Ma puntualmente dentro di me percepisco un vuoto. Fuori è un ammasso informe di irrealtà ostentate e sempre i soliti quattro colori. Io voglio essere l'indaco. E poi non voglio essere. Aspiro a un'incoerenza cacofonica. Perchè se mi faccio di coca mi censurano. Non sei più il mio antidolorifico, sei diventato la fonte di ogni mia delusione. Il problema non sono io, sei tu. Quando ti parlo sento solo l'eco delle mie parole. Non c'è competizione, è quello che ti frega. Incassi senza reagire. Sei fatto della stessa sostanza di un sacco da boxe. Nella mia vita sei inconsistente. Una parte per il niente. E' inutile che cerchi di farmi del male, ottieni il risultato contrario oscurandomi il sole. Siamo anime in dissolvenza, siamo privi di ogni logica. Convincimi a sfidare l'eternità assieme a te. Costringimi a sorridere ogni giorno, a ridere di me stessa. Nuota nella tenebra con me, non avere paura. Sollevami dall'orrore del mondo. Donami ogni tuo ricordo. Scalfisci la mia pelle, apriti un varco e scuotimi da dentro. Rendimi migliore. Insegnami quello che non so. Scolpiscimi, rendimi eterna. Illuminami. Scrivimi. Innalzami oltre l'essenza. Torturami. Allora tornerò ad amarti. Ammesso che un errore possa amare il cielo. C’è qualcosa nella Morte E.N. 12 che è come l’amore! Se con qualcuno che ti ha fatto conoscere la passione, e l’ardore dell’amore giovane, anche tu, dopo anni di vita insieme, senti che la fiamma si va estinguendo, e così insieme andate svanendo, gradualmente, impercettibilmente, con delicatezza, come stando abbracciati, attraversando la stanza consueta – questo è il potere dell’unisono tra anime che è come l’amore! Edgar Lee Masters Appaio=sono In questa nuova rubrica, dopo parecchi tentennamenti, ho deciso di parlare di poesia, e di poesie. Non spaventatevi, non sarà un revival delle lezioni di letteratura. Quello che intendo fare è offrire una mia chiave di lettura di questi testi, che magari negli esperti potrebbe suscitare un sorriso ilare (una studentessa che si improvvisa critica? Mah) ma che io desidero condividere con voi lettori del Bartolomeo. Come primo esempio vorrei presentare una poesia di Costantinos Kavafis, un testo all’apparenza semplice nella forma, che nasconde grandi verità e piccoli suggerimenti per la nostra crescita. estranea”, qualcosa di distante, per colpa proprio dell’eccessiva attenzione alle apparenze. Pur non essendo quello che appare, l’uomo ci si identifica, rinnegando la sua essenza profonda. Evitiamo questa trappola, ci avverte con enfasi Kavafis, questa sottile trappola che ci corrode dall’interno. Teniamoci anche i nostri dolori più forti, nel tentativo di essere sempre autentici, non affoghiamoli nella frenesia di un quotidianità, nell’equazioni appaio= sono. Irene Doda IVD E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti sino a farne una stucchevole estranea. ( C. Kavafis Per quanto sta in te, traduzione di Nello Risi) Tutti abbiamo obiettivi per la nostra esistenza. Tutti desideriamo essere qualcosa che non siamo, e forse non saremo mai del tutto. Pensiamo al nostro mondo, quello del XXI secolo, dove tenersi in contatto è così semplice, dove ogni cosa è collettiva, dove condividere la propria personalità con milioni di persone è quotidianità. Che fine fanno le segrete ambizioni personali? E il segretissimo dolore del fallimento per non essere riusciti a raggiungerle? Siamo veramente immersi in un “gioco balordo degli incontri e degli inviti”, gioco che ci vede costretti a indossare maschere continue, oppure a mettere in piazza la nostra intimità. Portiamo in giro la nostra vita, non riuscendo a essere quello che vogliamo, nel fallace tentativo di apparire, almeno, quello che vorremmo essere. Oggi è più che mai facile, grazie alla tecnologia, a tutta la rete del web, in cui continuamente si cercano giustificazioni per il proprio essere, per i propri successi e i propri fallimenti. La vita diviene “una stucchevole 13 BON VOYAGE : Londra La Bella Sveglia alle otto di mattina, la radio sintonizzata su ‘radio magic’ trasmette musica tipicamente inglese, sulle orme dei Beatles. I tetti rossastri delle detached house sono ancora immersi nella foschia mattutina, ma s’intravede un raggio di sole proprio dietro quel caminetto. A colazione ‘eggs and bacon’ e il profumo del tè caldo invade la hall. Un paio di jeans, pianta della città alla mano, e via, mi addentro nel cuore di Londra. Ecco la stazione underground, all’angolo di Baker Street. Ma come funzionerà questa metropolitana? Tredici linee coloratissime che si intrecciano tra loro. Proviamo la rosa, mi attira di più. Prendo le scale mobili e sto sulla destra ‘stand on the right please’ oppure ‘mind the gap between the train and the platform’. Eh si, qui non si scherza! Prima tappa Tower Hill e il maestoso Tower Bridge. Di fianco a me una ragazza elegantissima ha deciso che oggi andrà in giro scalza. A Londra non c’è moda, puoi essere chi vuoi. E poi ancora Westminster, la ruota panoramica dall’altra sponda del Tamigi. Il Big Ben mi suggerisce che è ora di pranzo. Decido di godermi il paesaggio fino in fondo, finché c’è il sole, passeggio. Dopotutto“Questa è una caratteristica di Londra…la nebbia, signorina.”, disse Charles Dickens. Arrivo fino a Trafalgar Square, costeggio il reale Hyde Park. Bambini che giocano nei prati e signori alle prese con il Times. C’è chi riposa all’ombra di una quercia, chi preferisce fare jogging sui sentieri. Attraverso un ampio viale attorniato dalle imperdibili guardie della regina: di fronte a me si innalza Buckingham Palace. L’atmosfera serena, pacifica, la gente calma, cordiale. A Covent Garden, tra negozi e ristoranti, la piazza è affollata da saltimbanchi, bancarelle e musicisti. Un ragazzo si siede su un gradino e si improvvisa chitarrista. Sta suonando ‘Viva la vida’, i Coldplay. Un luogo accogliente come pochi. E’ la volta di Carnaby Street, negli anni settanta era la dimora del punk, ora semplicemente qualcosa di fiabesco. Entro in Regent’s Street, colma di negozi d’alta moda quasi come Oxford Street, che mi porta fino a Piccadilly Circus. Resto lì per cena. Sono solo le sei, è passata soltanto un’ora dal tea time, ma mi adeguo agli orari! La specialità di St. James Tavern è ‘fish and chips’. Un classico! Finisco di ordinare e la cameriera, una ragazza dai capelli corti e dai lineamenti perfetti, mi chiede ‘anything else?’ e io distrattamente rispondo‘ no, a posto’. Nessun problema, anche lei è italiana. Evvai! Non devo rendermi ridicola con la mia pronuncia incerta. Intanto là fuori i teatri e i cinema si popolano, lì a Piccadilly. La notte è fuori dall’ordinario. In piazza si pavoneggiano ballerini hip hop, fachiri. Alcuni ragazzi nei pub si inchinano e fischiano quando passa una bella ragazza in abito rosso fuoco. Torno all’albergo, in tv il sabato sera c’è il cricket. Niente Sky né Mediaset Premium? Allora tanto vale addormentarsi. L’indomani c’è ancora tanto da vedere…il quartiere caratteristico di Camden, i mercatini di Portobello, i magazzini Harrods, il British Museum, Notting Hill. Come potrei non citare a proposito l’omonimo film con il bellissimo Hugh Grant e la celebre Julia Roberts? Più tardi quella notte, riprendo la subway, fermata Westminster Embankment. Regna il silenzio e c’è un panorama da togliere il fiato. La ruota panoramica, in tutta la sua imponenza, è illuminata da luci turchesi. Si vedono le stelle nella Londra inquinata, il loro bagliore si riflette e si disperde nel fiume. Sento che avrò nostalgia di questa città magicamente frenetica e quieta. “Non troverai nessuno, soprattutto un intellettuale, che voglia lasciare Londra. No, Sir, quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita; a Londra c’è tutto ciò che questa vita possa offrire.” Samuel Johnson (Poeta, critico e scrittore inglese 1709-1784) Carlotta De Luca IVB 14 PRETTY WOMAN La nuova moda. Ed ecco iniziato un altro settembre; siete già stressati per l’inizio della scuola? L’ ansia si sta già impadronendo di voi? Cercate un diversivo per alleggerire le vostre tristi giornate zucchine? Se avete risposto si a tutte queste domande, allora questa rubrica tutta al femminile è quello che fa per voi. Com’ è possibile che in una scuola come la nostra, frequentata prevalentemente da ragazze, ci sia da sempre una rubrica sportiva e non una dedicata al magico mondo della moda? STOP ALLE RIVISTE!da quest’anno c’è una novità: l’aggiornamento “glamour” arriva direttamente sui vostri banchi di scuola. Sono appena terminate le sfilate per la presentazione delle nuove collezioni autunno/ inverno 2010/2011 dei più grandi stilisti della moda internazionale; e noi eravamo in prima fila appostate per voi. La donna della prossima stagione è iperfemminile: la parola d’ordine è BON TON. Nei vostri guardaroba quindi non potranno mancare gonne a ruota, cappottini eleganti, tacchi vertiginosi e, per chi vuole osare di più, tanto pizzo. Anche quest'anno gli stivali saranno la tendenza della stagione, quindi sbizzaritevi pure perchè ce ne sono per tutti i gusti: lunghi fin sopra la coscia o appena sotto il ginocchio, in pelle, in camoscio o in vernice, perfetti sia di giorno che di sera, magari con un tacco 12! Per le nostalgiche del far west consigliamo frange e colori tenui, mentre per le più ribelli e controcorrente borchie e total black. È giunto il momento di tirare fuori gli artigli ed il vostro lato selvaggio: disegni tigrati, leopardati, zebrati, pitonati sfilano sulle passerelle e riempiono le vetrine dei negozi. Come vere donne della giungla scolastica vi sentirete sicure di voi e pronte ad affrontare le vostre giornate zucchine. Ispiratevi alle cantanti Shakira e Rihanna (nella foto), che indossano un abito leopardato come se fosse la loro seconda pelle. Passato e presente si incontrano ancora una volta. Va di moda riaprire bauli, rispolverare vecchi capi che raccontano storie e dare loro una seconda, nuovissima vita. Apprezzate quindi i vecchi regali della nonna: maglioni fatti a mano, ai ferri o all'uncinetto, belli bellissimi oggi come ieri, che vi terranno caldo nelle tristi aule di questo freddo liceo. Dopo anni in cui piumini, trench imbottiti, bomber e mantelle avevano preso il suo posto, il cappotto, capo principe del guardaroba invernale, torna alla ribalta. Il modello più gettonato è quello classico, lungo almeno fino al ginocchio e dalla linea diritta, un po' severa ma elegantissima. A renderlo più nuovo, però, ci pensano i dettagli, forti e modaioli: il collo di pelliccia, le maniche con il risvolto o addirittura corte sopra il gomito, la scollatura a scialle o i bottoni gioiello. Le più magre lo potranno indossare strizzato dalla cintura, rigorosamente a vita alta. Chi, invece, ha qualche chilo in più da nascondere, lo può portare aperto su un cardigan, un top scollato o un pull dolcevita. Questi sono alcuni piccoli consigli per sopravvivere al grigio inverno di Monza. Per il prossimo aggiornamento saremo piene di sorprese e novità. ROUGE 15 DULCIS IN FUNDO Chi di voi non ha mai desiderato qualcosa di succulento, appetitoso, gustoso nelle interminabili ore di lezione? Se anche tu sei tra codesti esemplari, questa è la pagina che fa per te! Nel corso dell’anno, nella nostra rubrica, vi daremo tante idee per organizzare una perfetta cena in antiquum modus. Vi proporremo deliziose ricette e fantastiche location per una cena in compagnia di Platone e Nerone! Di conseguenza, fra la fatica di una versione di greco e di un problema di matematica, cimentatevi con noi nell’antica arte della re coquinaria. Cominciamo con un quadro generale! Le prime notizie sulla cucina greca, ci arrivano direttamente da Omero: egli narra che si mangiava seduti per terra; solo in un secondo momento comparve il letto triclinare. Ovviamente, non esistendo ancora la posate, i nostri amati antenati solevano nutrirsi prendendo il cibo on le mani e morsicandolo. Capitava, a volte, che fossero presenti dei recipienti di ceramica. L’unico strumento che poteva essere usato, era una sorta di coltello con il quale scalcavano i quarti di bue. Carne quindi, alimento in assoluto preferito da Ulisse & Co. Inizialmente veniva solo arrostita e solo successivamente si iniziarono ad usare altri metodi di cottura: per sottolineare questa usanza, a suo dire primitiva, il comico Antifane dice di Omero: “Arrostiva persino la trippa tanto primitivo egli era!”. Importantissimo nel simposio era il vino, come dice la parola stessa. Esso veniva diluito, poiché era molto forte, ed era servito in brocche delle Oinochoai. Durante il simposio era possibile annoiarsi: il tutto infatti era rallegrato da canti e musiche, ed ogni discussione era buona per intavolare una discussione (Platone docet). compagnia. Sebbene molto diverso dal nostro, anche gli antichi Romani avevano un loro galateo. Numerose erano le regole che regolavano lo stare a tavola; nella sala del banchetto (i più modaioli ce l’avevano all’aperto, con vista mare…), oltre al triclinium erano presenti una tavola rotonda per il vino e una specie di credenza. Già in uso era anche la tovaglia; stuzzicadenti, sale, aceto e scaccimosche non mancavano mai, mentre talvolta fiori e profumi rallegravano la sala. Vi proponiamo ora la ricetta del libum; provateci! La parola libum viene dal verbo latino libare, che significa fare una libagione, e questa preparazione era una focaccia che veniva offerta agli dei specialmente per gli anniversari, ma era anche l'offerta che i due sposi dedicavano a Giove nella forma più antica e rituale del matrimonio. Catone nel suo libro “De Agricoltura” scrive: "Farai così il libum. Sciogli bene in un mortaio due libbre di formaggio. Quando lo avrai reso del tutto liscio impasta bene...". La ricetta che vi proponiamo, sia per la semplicità della sua preparazione, che per la presenza del nobile alloro, era ritenuta una delle preferite da Catone, il quale ne consigliava la cottura in un'unica pagnotta. Oggi, è molto più pratico fare tante piccole focaccine. Prendete della ricotta di pecora fresca, fatene una crema e aggiungetevi farina, uovo, sale e pepe. Impastare il tutto e farne delle palline, che adagerete su foglie d’alloro da passare in forno finché non saranno ben dorate. Anna Mottadelli e Federica Viaretti VG Saltiamo ora a Roma! Qui inizialmente i pasti erano molto frugali. In età imperiale invece era d’uso fare banchetti molto opulenti (alias strafogarsi, come il perfetto studente durante l’intervallo!). Anche i nostri cari padri Romani, come i nonni Greci, mangiavano sdraiati sul triclinium, con il gomito sinistro appoggiato ad un cuscino e i piedi volti verso destra. Il cibo si prendeva con le mani, ma esisteva già una specie di cucchiaio. Avevano più strumenti rispetto ai Greci, di vari materiali, e nei banchetti più in, addirittura d’argento. Il pasto veniva servito dagli schiavi (vi invitiamo a non cercare di procurarvene nel caso voleste organizzare la suddetta cena). Capitava anche che la cena si trasformasse in spettacolo, come narra Petronio nel Satyricon. Come nel simposio greco, anche nel convivio romano dunque c’erano vari intrattenimenti: letture, canti, giochi d’azzardo, acrobazie danze e il divertimento offerto dai Moriones, nanerottoli mezzo idioti che tenevano allegra la 16 CHE FILM VEDREMO SABATO POMERIGGIO? coinvolgente. NIENTE PAURA Niente Paura è un film di Piergiorgio Gay, che ha per protagonista principale il famoso cantante contemporaneo Luciano Ligabue. È un film avente come Tema PrinciTITANIC pale la modifica dello Stato Italiano, il cambiamento della società. La musica fa da protagonista, raccontando un’ Jack e Rose, due innamorati, scoprono il significato dell’amore durante il loro viaggio sull’inaffondabile intera vita. Titanic. Divisi da due mondi diversi, ma ricompensati “L'Italia non è di chi lo governa ma di chi la abita...” dalla loro voglia di sopravvivere insieme quando la nave si scontra contro un iceberg nel Mare del Nord. Consigliato: Sì Giudizio: Tutti gli italiani (e tutte le persone che si sentono tali) dovrebbero vederlo a prescindere dalla tendenza politica, poiché è un'ora e mezza circa di riflessione sulla nostra Italia. Coinvolge completamente, prendendoti lo stomaco, riempiendoti il cuore di amarezza ma soprattutto di molta, moltissima speranza. Consigliato: Sì Consigliato: Sì Giudizio: Ai due giovani non interessa la loro diversità, ma la voglia irrefrenabile di rimanere insieme fino all'ultimo. Il film non presenta solo l’amore tra Rose e Jack è, infatti, ricco di stereotipi e luoghi comuni: ricchi e poveri, le scelte di una donna che molto spesso sono contrastate dal volere dell’uomo. Questo capolavoro insegna a non arrendersi nonostante le difficoltà ed è capace di trasmettere numerose emozioni. Giudizio: Il film porta parecchie volte alla riflessione non tanto del mondo in generale, quanto del nostro paese. Il Consigliato: Sì titolo, preso dalla canzone di Ligabue, “Niente Paura” è la risposta agli interrogativi presentati nel film: non biso- Giudizio: romantico e appassionante, capace di coinvolgna aver paura di vivere. gere. Titanic è un film completo, che narra del sociale, dell'amore, del tragico e della verità. È molto evidente la divisione sociale. La colonna sonora, senza alcun dubbio, è la migliore di tutti i tempi. SOMEWHERE Johnny è un attore americano che vive in uno dei più famosi hotel Hollywoodiani, circondato da ragazze, alco- Biglieri, Miceli e Stoppato IB ol e pasticche. Nonostante ciò Cleo, “risultato” di un matrimonio fallito, consentirà alla vita del padre di migliorare, portandolo a riflettere sul senso stesso dell'esistenza e di come lui la stia sprecando. Consigliato: No Giudizio: Film non coinvolgente, i primi minuti del film illustrano il protagonista che percorre un tracciato per automobili, sfrecciando con la sua Ferrari. Il film è quasi privo di dialoghi, non vi sono né scene toccanti né esilaranti. È un film volgare e il protagonista non è sicuramente un modello da seguire. Meglio non vederlo, per non restarne delusi! Consigliato: Nì Giudizio: Lento e più superficiale di quanto possa sembrare. Ci rivela, però, una realtà, che colpisce molti attori. Può risultare interessante, anche se non risulta troppo 17 Diario di un fumettista Ho deciso di creare una rubrica di recensione per far conoscere, a chi non gli ha mai dato molta importanza,il mondo del fumetto. Quando parlo di fumetti non mi riferisco ai classici “Topolino” o ai famosi Manga, che quasi tutti conoscerete, ma bensì ai fumetti “occidentali” che hanno ispirato centinaia di film conosciuti in tutto il mondo, e che celano al loro interno temi attuali che tutti noi viviamo in prima persona ogni giorno, facendoci riflettere sul mondo in cui viviamo. In questo primo numero parlerò di un fumetto, che io oserei denominare “Il fumetto”, che mi ha fatto scoprire ed amare questo mondo prima sconosciuto. Watchmen – 20 anni dopo La particolarità innovativa che differenzia principalmente Watchmen dai fumetti di genere che lo hanno preceduto, è quella di presentare i supereroi protagonisti più nell'aspetto umano e "quotidiano" che in quello straordinario e avventuroso, "decostruendo" l'archetipo del supereroe convenzionale. Ecco che allora vengono descritti i loro problemi etici e personali, le difficoltà di relazione tra i componenti del gruppo, i loro difetti e le loro nevrosi, spesso riconducibili a particolari avvenimenti del loro passato. Inoltre, nessuno di essi con una sola notevole eccezione - possiede alcun superpotere: sono persone comuni che hanno deciso di fare il mestiere, comune nell'universo di Watchmen, del "giustiziere mascherato". A questo si devono aggiungere una sapiente applicazione di tecniche cinematografiche, un ampio uso di simboli, dialoghi con più livelli interpretativi e metanarrazione. Watchmen racchiude in sé tre tipologie di fumetto: è sia un fumetto fantascientifico, sia un fumetto ricco di supereroi, sia un giallo. eventi originati dal misterioso omicidio di uno di essi. A far da sfondo agli "avvenimenti quotidiani" dei protagonisti c'è la grave crisi internazionale tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica, da anni sull'orlo di una guerra nucleare. In questo contesto, gli USA godono di una notevole superiorità strategica dovuta alla persona di Jon Osterman, uno scienziato che nel 1959, a causa di un incidente, venne trasformato in un essere sovrumano, il Dr. Manhattan, capace di piegare la materia alla sua volontà (e per questi suoi poteri viene più volte paragonato a un dio); è quindi in grado di neutralizzare le armi nucleari nemiche quando ancora fossero in volo, di fatto facendo cadere la teoria della "distruzione mutua assicurata". Prova di questa superiorità erano state le diverse vittorie conseguite dagli USA sull'Unione Sovietica in tutta una serie di "guerre delegate", compresa la Guerra del Vietnam. Questa evidente disparità di forze non aveva fatto altro che accelerare ulteriormente la corsa agli armamenti nucleari, facendo aumentare in modo drastico la tensione globale. Fu proprio facendo leva sulla popolarità guadagnata dalla vittoria in Vietnam che il presidente Richard Nixon (che era scampato allo scandalo Watergate grazie alla morte, le cui cause non furono mai chiarite, dei due giornalisti che nella realtà avrebbero poi fatto scoppiare il caso) riuscì a far approvare l'abrogazione del XXII emendamento che limitava a due i mandati presidenziali, potendo così rimanere in carica per cinque mandati di governo, durante l'ultimo dei quali si svolgono gli eventi del fumetto. In questo clima d'imminenza di un nuovo conflitto mondiale, nella società americana si era diffuso ad ogni livello un generale senso di fatalismo: dalla vendita delle caramelle "Meltdown" (Fusione), ai graffiti ispirati dal bombardamento di Hiroshima, fino alla designazione di molti edifici di New York a rifugio antiatomico. Le vicende di Watchmen sono ambientate in una realtà alternativa molto simile a quella del mondo reale, in un 1985 in cui Stati Uniti ed Unione Sovietica sono in piena Guerra Fredda e sull'orlo di una guerra nucleare (metaforicamente emblemati- Martina De Pascalis 4E co è, in tal senso, l'orologio dell'apocalisse che segna quattro minuti a mezzanotte). La principale differenza con la realtà è la presenza di supereroi nella società comune, cosa che ha comportato un diverso epilogo per alcuni avvenimenti storici, come ad esempio la vittoria degli USA nella Guerra del Vietnam. Protagonisti della storia sono appunto dei supereroi (privi però di alcun superpotere), che si trovano a dover affrontare una serie di 18 UN TORNADO PUNK A BROADWAY Anche il punk ha trovato spazio nell’Olimpo newyorkese del teatro: American Idiot, il celebre concept album dei Green Day, ha fatto breccia a Broadway. Il musical tratto dall’omonimo album ha aperto il 20 Aprile 2010 al St. James Theatre riscuotendo un enorme successo da parte della critica: infatti è stato candidato e ha vinto alcuni dei più importanti premi in ambito teatrale, ad esempio si è aggiudicato due Tony Awards per la migliore scenografia e i migliori effetti scenici. Tuttavia prima di approdare quest’anno a Broadway, American Idiot è stato messo in scena nel corso del 2009 anche al Berkeley Repertory . Johnny torna a Jingletown e si riunisce a Tunny e Will. Una trama attualissima, musiche coinvolgenti e scenografie spettacolari, un cast giovane: questi sono gli ingredienti che fanno di American Idiot un musical di successo … ma il pubblico di fan ora aspetta anche il debutto cinematografico. Elisa Tonussi III D LA RUBRICA DELLA MUSICA Ciao a tutti, lettori del Bartolomeo, e benvenuti nella rubrica “Musica”! Oggi vi parlerò di una giovane band Metal nata in florida nel 1999. Loro sono i Trivium. All’inizio facevano cover, e dopo parecchie modifiche alla formazione, nel 2003 uscì il loro primo album, “Ember to Inferno”, dal sound a tratti aggressivo e a tratti più melodico, che riscosse un successo notevole. Il disco fece conoscere il gruppo rapidamente e firmato un contratto con la Roadrunner Records nel 2005 pubblicarono il loro secondo cd, “Ascendancy”. Sinceramente è quello preferisco perché è il più incattivito e all’orecchio risulta il più potente. In seguito al mirabolante successo che ha ottenuto questo loro album, sono andati in tournée per un anno, viaggio che diede spunto per un cambio di stile del gruppo, già alle origini particolare: dal metalcore al trash metal (come i Metallica). Infatti l’album del 2006 “the Crusade” è il portavoce di questo cambio stilistico, dove si da più spazio alla melodia e meno all’aggressività come prima era accaduto. Il disco in pochi mesi superò le 600.000 copie vendute e li portò in tour in giro per il mondo al fianco di band storiche come gli Iron Maiden. Nel 2008 uscì “Shogun”, un giusto mix tra le due correnti precedentemente trattate. Insomma se avete voglia di sfogarvi, di spaccare tutto per la rabbia, questo è il gruppo che fa per voi, ve lo assicuro. I loro testi esprimono l’odio per le differenze sociali, la violenza sulle donne,i maltrattamenti minorili… Il tutto accompagnato con assoli di chitarra elettrica da brividi e un growl da paura. Se volete mettere un po’ di pepe nelle vostre case loro sono i numeri uno! Parola mia! “L’idea di scrivere un musical basato su American Idiot – racconta orgoglioso il regista Michael Mayer in una delle tante interviste – è nata mentre ascoltavo l’album in auto, quando ho pensato che i suoi brani erano estremamente teatrali”. Come dargli torto? L’energia del punk rock si mischia alla potenza delle voci dei giovani attori, grazie ad alcuni riadattamenti apportati dalla band, che ha partecipato attivamente alla stesura del libretto, creando così dei brani perfetti secondo le esigenze della trama e del significato di American Idiot. Il cast infatti è formato da attori molto giovani, che insieme esprimono al meglio i disagi, le gioie e i problemi che la gioventù americana dell’era post – Bush ha vissuto e continua a vivere. Tra questi emergono gli astri nascenti John Gallagher Jr., che aveva già lavorato con Michael Mayer in Spring Awakening, Michael Esper e Stark Sands, la talentuosa Rebecca Naomi Jones e infine il già affermato Tony Vincent. La guerra e la voglia di affermarsi e diventare qualcuno, gli amori giovanili, la vita di provincia e la droga sono i punti cardine dell’opera dei Green Day e si ritrovano nel musical ben amalgamati: si alterna infatti la rabbia del brano “American Idiot” alla sdolcinatezza di “When it’s time”, la perdizione che emerge da “St. Jimmy” e la speranza di “Are We the Waiting”.La trama ruota intorno alla storia di tre ragazzi di provincia, Johnny, Tunny e Will: i tre amici decidono di dare una svolta alla propria esistenza, legata alla sola cittadina di Jingletown, e di fuggire verso la grande città. Tuttavia Will non può partire perché la sua ragazza è rimasta incinta, e in seguito cadrà in un vortice di televisione e alcol. Gli altri due ragazzi invece raggiungono il proprio sogno, ma la vita di Romualdo Grieco IB città delude Tunny, il quale comprende che la sua è una generazione apatica, e decide quindi di arruolarsi nell’esercito. Presto rimane ferito in un combattimento e in ospedale si innamora di un’infermiera. Johnny invece sfoga la propria ribellione nell’alter-ego di St. Jimmy ed entra nel mondo della droga, innamorandosi anche di una ragazza, Whatsername. Tra peripezie d’amore e droga 19 “IL PASSATO CHE NON PASSA!…IL FUTURO CHE NON FUTA!” “Wake me up, when September…SDAAANGS!” Sordomuti & Tortellini. Settembre 1970 – Monza Settembre 2010 - Monza Citazioni di dubbia provenienza ci invitano a destare chi ha voluto dormire fino a fine settembre. Chi ha sopito in “So che non mi crederà nessuno, ma io sto davvero pen- eccedenza, avrà quel che si merita; continuando a sonnecsando di scrivere un’opera rock che abbia per chiare non potrà che continuare a sognare dell’estate pasprotagonista un giocatore di flipper sordo, muto e cieco. sata, di spiagge assolate, mari solcati da surfisti incalliti. Non sto scherzando, anche se per ora è solo un’idea che Magari il più pigrone in questo preciso momento sta conho in testa. Non c’è niente di definito” -Pete Townshend- ducendo un’esistenza parallela in una stereotipata Califor14 settembre 1968, Rolling Stone.nia. Allora catapultiamolo con ironia plateale a Los Angeles, tra palme, divi e pontili, palazzi popolari di feroci gabbiani. La vendetta sonora comincia. Come? Il sogno si Mentre noi ragazzi italiani passiamo le nostre domeniche a trasforma in un vivace incubo, perché Los Angeles non è solo il binomio sabbia&bikini, ma è anche la Downtown, tortellini e lasagne attorniati da tanto amore materno e le che risplende della sua stessa scena alternativa. nostre settimane nelle nostre brave scuole, con i nostri preparati professori , dei ragazzi inglesi, che di tortellini Questo fine mese escono due attesissimi album di due ne vedranno pochi ma di palchi tanti, stanno cambiando la band tanto concorrenti quanto amiche, legate da vicende, storia della musica. Come molti di voi avranno immaginalavori e collaborazioni continue. to la formazione in questione sono i The Who e in cima in classifica ci rimarranno ancora molto con il loro quarto Lp “Everything in Between” rimette al centro i No Age, che “Tommy”, del maggio dello scorso anno. Con le sue 24 dopo l’affermatissimo “Nouns” ripropongono un album tracce lo possiamo ritenere una vera e propria opera bibli- sulla linea della precedente raccolta. Via libera a rampica della storia del rock: un concept album in cui è racchiu- canti intrecci di chitarra slegati e spezzati dai colpi furenti sa una storia di struggente malinconia ma anche di rivinci- di una batteria che pulsa, salta, e sotterra voce e testi, che ta . Tommy, cieco, sordo e muto in seguito ad un trauma è in questi nuovi pezzi ottengono però un maggior spessore bistrattato da tutti i componenti della sua famiglia fino a (anche se i molti non lo noteranno mai!).“Glitter”, il sinche attraverso un magico flipper di cui si scopre campione golo che in agosto ha preceduto di circa un mese l’uscita riesce a rivalersi delle ingiustizie subite con fama e ricdell’album, rivendica l’impronta esclusivamente noise del chezza. “He's a pin ball wizard There has got to be a twist. gruppo, un biglietto da visita più che confortante. A pin ball wizard, S'got such a supple wrist.”. Dopo che Tommy trova l'unico mezzo per parlare sentire e vedere in Invece catapultati nei cieli di Chino vestiti del loro solo “Skeleton” (un missile di vertebre e costole che ha fatto uno specchio che la madre rompe sciogliendo la sorta di trasvolare degli estrosi mulatti dentro numerose orecchie, incantesimo in cui era incatenato, il ragazzo può finalanche in quelle del sottoscritto), gli Abe Vigoda precipitamente tornare a comunicare con il mondo ma anche ad essere un bambino normale, senza alcun dono del flipper. no in periferia con un ridondante“Crush”. Genitori di un Tommy dunque sperimenta il mondo e ne diventa conosci- neonato stile etnico, spesso e volentieri supervisionato da tore attraverso strane esperienze e con l'incontro di altret- più canuti avi quali l’art e il punk, gli Abe con questo nuotanto strani personaggi che diventeranno una sorta di vo album, hanno dato vita a delle tracce riconducibili al “sensi acquisiti” che faranno del ragazzo un individuo più loro particolare stile eclettico, ma che risultano diversaunico che raro. Non starò certo a raccontarvi la storia per mente ballabili, più riflessive. Si sente meno nelle canzoni filo e per segno, non solo perchè l'Lp perderebbe dell'eflo svago, il gioco sperimentale, e più le soddisfazioni e i fetto sorpresa, ma anche perchè la vicenda di Tommy può risultati di un lavoro ben fatto, che però non esclude la essere interpretata in molti modi tanto che qualcuno filosofia fun del gruppo: un esempio per tutti“Throwing avrebbe addirittura azzardato che Pete Townshend, il Shade”, il singolo estratto, che lascia trapelare evoluzioni frontman dei The Who, sia lo stesso Tommy. elettroniche e buoni approcci di synth. La prossima volta che andate dalla nonna, fatevi dare diecimila lire per comprare questo Lp. L’incubo sta prendendo tinte molto più accese, eh? Allora svegliati e continua il sogno, “California Dreamin’”, questa è la nuova West Coast, questo è ciò che ti terrà sveglio per tutto ottobre, almeno fino ai Morti! (i banchi rimangono comunque degli ottimi guanciali). MARTINA FUMAGALLI e YURI GALBIATI V F (meglio III F) 20 BAR SPORT Molti di voi saranno ancora in vacanza con la testa e non solo anche dopo circa un mese di scuola (tra cui il sottoscritto) e quindi, per mantenerci tali ancora per qualche giorno prima di ributtarci del tutto nei libri, nelle verifiche e spero non dal balcone di casa, meglio fare un ripassino dei protagonisti nello sport in positivo e in negativo di questa meravigliosa e già lontana estate 2010… VOTO 9 a ANDRES INIESTA, il trequartista catalano che, dopo 90 anni esatti pieni di sofferenze e tormenti manco fossero nell’inferno di Dante e dovessero uscirne a carponi, regala un mondiale ai tifosi spagnoli facendo spegnere tutte le critiche che avevano giustamente soverchiato questa squadra da sempre, definendola inconcludente e arrogante, insomma tutto fumo e niente arrosto; ebbene al 112esimo minuto di una partita che si avvicinava molto a un incontro di box e in cui anche il figlio raccomandato di Gheddafi sarebbe riuscito ad andare a segno nelle palle gol capitate sui piedi dei vari Torres, Villa, Robben, Snejder, sigla il gol che lascia esplodere un intero paese nello slogan che 4 anni fa era toccato a noi italiani “campeones del mundo”…IDOLATRATO VOTO 7,5 a SILVIO BERLUSCONI, che in 4 giorni ha letteralmente spazzato via tutti gli insulti e le maledizioni che ormai aleggiavano nelle sue stanze da parte dei tifosi rossoneri (come se non ne avesse già abbastanza…) con 2 fenomeni a prezzo stracciato: Ibrahimovic e Robson de Souza noto anche come Robinho. Sarebbe troppo facile giudicare questi esborsi come i soliti eccessi di un presidente spendaccione e senza ritegno soprattutto dopo 7 anni in cui non si vedevano più neppure degli investimenti degni di questo nome e il calciomercato del Milan poteva essere senza scandalo affiancato e paragonato a quello del Portogruaro; perciò giù il cappello davanti al suo ritorno al timone della squadra più titolata al mondo…RISUSCITATO VOTO 7 a VALENTINO ROSSI, capace in poco più di un mese di tornare in sella alla propria M1 dopo la frattura scomposta di tibia e perone rimediata al Mugello il 5 giugno 2010; certo se si fosse chiamato superman e la sua moto Lois Lane c’era da aspettarsi che rientrasse e sbaragliasse tutti con una facilità imbarazzante, ma, per sua sfortuna, l’appellativo di supereroe non gli è ancora stato attribuito, però chissà, dopo 9 mondiali e questi miracoli magari conquisterà anche quello…INOSSIDABILE VOTO 4- a FELIPE MASSA, autore nel Gp di Hockenheim di una delle più grandi farse della Formula 1 interpretata talmente male da far rizzare i capelli anche al peggior regista di questa terra; il sorpasso di Alonso, studiato ai box a tavolino, doveva passare il più inosservato possibile, invece il povero commediante Felipe riesce nell’impresa per altro non semplicissima di farlo notare anche ai pochi vecchietti attempati presenti sulle tribune, insomma mancava solo che abbassasse il finestrino e si fumasse una sigaretta facendo cenno al compagno di scuderia di sorpassarlo…INGENUO VOTO 2 a FRANK RIBERY ches il 20 luglio ha subito uno stato di fermo da parte delle autorità giudiziarie con l’accusa di istigazione alla prostituzione, reato che in Francia viene pesantemente punito, per essere finito a letto con una minorenne di cui conosceva forse giusto il nome. La giovane ragazza di soli 17 anni ha affermato senza troppi indugi “ero il suo regalo di compleanno” e ad osservare il pacchetto non possiamo neppure dare proprio tutte le colpe al povero Ribery per averlo scartato…SCAGIONABILE VOTO 1- a MARCELLO LIPPI il primo e unico responsabile della figura da cioccolatai degli azzurri al mondiale per una serie di decisioni più che errate, catastrofiche, vedi Cassano e Balotelli lasciati a gustarsi il veliero che affonda sul divano di casa, vedi la chiamata di giocatori ormai abili e arruolabili solo per una partita a calciobalilla nel bar sotto casa (Cannavaro su tutti) vedi soprattutto la convocazione di ben 8 giocatori bianconeri dopo una stagione che definire fallimentare per la Juve è ancora un complimento. Nessuno può vivere nel passato e continuare a essere glorificato grazie ai successi ottenuti, neppure se hai riportato una nazione a vincere un mondiale dopo 24 anni, neppure se nella tua carriera hai conquistato ogni trofeo esistente, tutto questo, forse, il povero Lippi lo aveva tralasciato, però, si sa nella vita basta un solo errore in mezzo a tante imprese per essere ricordati in negativo e non bastano le dimissioni con le scuse di rito per cambiare il passato, anche perché se no sarebbe fin troppo facile…IMBARAZZANTE Federico Sala VG 21 Quorinfranti Primini, il loggiato non è il luogo ideale per giocare a nascondino: vi consiglio i giardinetti pubblici.. Piez ti ammazzo <3 Per quel figo di VC: cercami, ho i capelli castani! <3 Biondina dell’ultima sezione F, dove hai comprato il septum? Sei un ragazzo? 22 LO ZUCCHI SOTTO LE STELLE Di Eleonora Bertanza VG VERGINE ARIETE Mese tranquillo senza troppi scossoni per voi dell’Ariete, in particolare in amore: non ci saranno cambiamenti significativi e i single avranno tutto il tempo di riflettere sulla loro situazione. La vostra testardaggine vi spronerà ad esprimere il disappunto per ciò che non vi va a genio, ma attenti a non esagerare! Fortunatamente per voi, il periodo difficile è appena passato e ora siete più serene, anzi il mese di ottobre sarà il mese del riscatto per tutti quelli che hanno avuto delusioni! Anche a scuola riuscirete a stare bene al passo e oserete addirittura imporre il vostro punto di vista! Le stelle tifano per voi. TORO BILANCIA In questo periodo siete un po’ confusi e avete in testa mil- Non ci sono dubbi, questo mese dovrete dedicarvi le dubbi e domande. Cercate di vedere le cose totalmente all’amore e a mettere in in una luce positiva: forse è il momento giusto ordine il vostro cuoricino: avete per cambiare qualcosa, che sia il look o il vomille spasimanti, è arrivato il mostro atteggiamento! A scuola è bene che non vi mento di scegliere e dichiararvi distraiate inutilmente se non volete rischiare. (possibilmente a quello giusto!). A scuola tutto sarà possibile e le vostre idee innovative e un po’ pazze coinvolgeranno tutti. Fatevi valere! GEMELLI CAPRICORNO Grande novità amorose per i Gemellini, che questo mese Volete un consiglio? Non trascurate le persone a cui di ottobre saranno i favoriti! Tutto quello che volete bene! Magari questo mese i dovrete fare è lasciarvi andare ai sentimenti sentimenti non sono la priorità, ma senza pensarci su troppo, cogliendo le occasioni cercate di rimettervi in riga, sopratche le stelle vi danno. Positivo anche a scuola, tutto se siete già in una relazione. A dove otterrete i primi risultati delle vostre fatiscuola la grinta e le idee non vi che (se vi siete sempre impegnati, le stelle non mancano, e grazie alla vostra parlantina riuscite a tirarvi fuori da regalano voti!). qualsiasi interrogazione (beati voi!). CANCRO ACQUARIO E’ in assoluto il momento migliore per fare delle scelte Purtroppo questo ottobre sarà un po’ inquieto: non perché le vostre emozioni sono forti e chiare, ci metterete molto a illudere voi e basterà prestare loro attenzione! Fidatevi del gli altri di certi sentimenti senza vostro istinto e non rimandate oltre. In generale, fondamento. Non disperate però, sarete un tantino fiacchi e la scuola risulterà perché accanto a voi ci sono persopesante se non riacquisterete la grinta che sicune che vi conoscono bene e vi daramente avete. Coraggio! ranno i giusti consigli! Il periodo è in generale impegnativo e denso di responsabilità, ma nulla è impossibile! LEONE PESCI Non c’è che dire, in amore fate davvero scintille! Con il Il vostro ottimismo sarà alle stelle e coinvolgerà vostro partner siete tutte baci e tenerezze e non tutti i campi, dall’amore alla scuola: c’è modo per resistervi. Siate però un po’ meno sarete dolci, appassionati e fantasio“leoncine” e moderate l’impulsività, eviterete si (wow!) e riuscirete a farvi perdoinutili discussioni! A scuola tutto bene, ma donare qualsiasi cosa (ma non approvreste ascoltare di più le persone che hanno fittatene troppo…). Inoltre, la voglia di emergere a scuola di certo non maggiore esperienza di voi. mancherà e vi metterà sotto una luce molto positiva! 23 Immagini a cura di Elisa Piazza VG Angulus Otiosus 24 Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno collaborato all?uscita del Bartolomeo (collaboratori, insegnanti ed operatori scolastici). Ricordiamo che chiunque può partecipare alla redazione del Bartolomeo inviando un suo articolo all’indirizzo mail [email protected]; CHI DESIDERA INVIARE UN MESSAGGIO ALLA RUBRICA QUORINFRANTI PUO? FARLO INVIANDO UNA MAIL ALLO STESSO INDIRIZZO 25