Cineforum ODEON Società Generale di Mutuo Soccorso 2009-10 2 N- novembre dicembre Ore 16 - 18 - 20 - 22 (Salvo diversa indicazione)* 3/4/5 novembre 2009 BASTA CHE FUNZIONI di Woody Allen p. 10/11/12 novembre 2009 LE MIE GROSSE GRASSE VACANZE GRECHE di Donald Petrie p. 17/18/19 novembre 2009 BAARIA di Giuseppe Tornatore p. (15:30 - 18:15 - 21)* 24/25/26 novembre 2009 IO, DON GIOVANNI di Carlos Saura p. (15:20 - 17:40 - 20 - 22:20)* 1/2/3 dicembre 2009 LA BATTAGLIA DEI TRE REGNI di John Woo p. (15:30 - 18:15 - 21)* 8/9/10 dicembre 2009 BASTARDI SENZA GLORIA di Quentin Tarantino p. (15 - 18 - 21)* 15/16/17 dicembre 2009 JULIE & JULIA di Nora Ephron p. (15:40 - 17:50 - 20 - 22:10)* 2 4 5 7 8 9 11 I BIGLIETTI SONO IN VENDITA TUTTI I GIORNI. Si prega di tenere spenti i cellulari in sala.Grazie. Si ricorda che non è consentito riservare più di un posto per gli amici ritardatari, e comunque non oltre dieci minuti dall’inizio dello spettacolo. IMPORTANTE: le tessere del Cineforum Odeon e del Filmstudio danno diritto al biglietto ridotto al Cinema Odeon escluso la Domenica. CON LE E.MAIL I PROGRAMMI DEL CINEMA ODEON A CASA VOSTRA. E’ sufficiente collegarsi al sito: www.odeonline.it w w w. o d e o n l i n e . i t . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Broadway con le sue commedie: "Don't drink the Water" e "Play it again Sam". Nel 1965 debutta ad Hollywood come attore e sceneggiatore con "Ciao Pussycat" (What's new Pussycat) di Clive Donner. Il primo film lo dirige nel 1969: "Prendi i soldi e scappa" (Take the money and run). Nel corso della sua carriera ha ricevuto diciotto nominations all'Oscar vincendone tre: per la regia e la sceneggiatura originale di "Io & Annie" (Annie Hall) nel 1977 e per la sceneggiatura originale di "Hanna e le sue sorelle" (Hannah and her sisters). "Io & Annie" ha vinto anche l'Oscar come miglior film. Nel 1995, anno del centenario del cinema, riceve a Venezia il Leone d'oro alla carriera, ritirato in sua vece da Carlo Di Palma, che in quell'occasione dichiara "Ritirare premi al suo posto è diventato quasi un lavoro a tempo pieno, vista la sua idiosincrasia per le cerimonie pubbliche". (Whatever Works) 3 - 4 - 5 novembre (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Woody Allen Attori: Larry David (Boris Yellnikoff), Evan Rachel Wood (Melody), Patricia Clarkson (Marietta), Ed Begley Jr. (John), Conleth Hill (Leo Brockman), Michael McKean (Joe), Henry Cavill (Randy James), John Gallagher Jr. (Perry), Jessica Hecht (Helena), Carolyn McCormick (Jessica), Christopher Evan Welch (Howard), Kristen Johnston, Lyle Kanouse Soggetto: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Fotografia: Harris Savides Montaggio: Alisa Lepselter Scenografia: Santo Loquasto Arredamento: Ellen Christiansen Costumi: Suzy Benzinger Produzione: PRODUCTIONS, WILD BUNCH Distribuzione: MEDUSA Durata: 92 min. Origine: USA, 2009 Genere: COMMEDIA, ROMANTICO Il regista Nasce a NEW YORK (USA) il 01-121935. Regista, attore, sceneggiatore, compositore. Nato a Flatbush, un rione di Brooklyn, da una famiglia ebraica di origine ungherese. A soli sedici anni decide di adottare il nome d'arte di Woody Allen e comincia a guadagnare i primi soldi vendendo le sue gag prima per strada e poi ai comici televisivi. Falliti gli studi sia alla New York University che GRAVIER PRODUCTIONS, PERDIDO al City College, inizia a lavorare come 'gang man' per alcuni spettacoli televisivi e come presentatore nei night clubs, alternando esibizioni comiche e musicali (suona il clarinetto dall'età di dodici anni). Prima di Abbigliamento donna tentare la strada del Vicenza cinema ottiene un Viale Trieste, 18 - 0444.304800 grande successo a P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 2 LA STORIA Boris Yellnikoff, misantropo e brontolone, trascorre le sue giornate sproloquiando sull'inutilità del tutto, l'insignificanza delle aspirazioni umane e il caos totale dell'universo. Ma Boris non è sempre stato così. Ex professore alla Columbia University (autoproclamatosi genio candidato al premio Nobel per la Meccanica Quantistica), Boris era sposato con l'affascinante e ricca Jessica, e viveva in un lussuoso appartamento nei quartieri alti di New York. Poi tutto è cambiato a causa della sua perenne disperazione e si è ritrovato a vivere nei quartieri bassi e con un divorzio alle spalle. Una notte, Boris incontra Melody St. Ann Celestine, una ragazza originaria del Mississippi, in fuga e in cerca di un riparo. Boris la accoglie in casa e da quel momento la sua vita subisce un'ulteriore cambiamento. La fortuna e la felicità sembrano finalmente sorridergli di nuovo, ma poi i genitori di Melody giungono a New York. Il loro arrivo scatenerà un gorgo di imprevisti intrighi sentimentali il cui esito renderà consapevoli tutti i protagonisti del fatto che in amore non ci sono regole e che tutti dovrebbero imparare ad essere aperti, flessibili e realisti e che CINEFORUM ODEON per quanto stravagante o straordinaria possa sembrare una relazione, è quel che serve per andare avanti nella vita. LA CRITICA La miracolosa aria di Manhattan resuscita Woody Allen, cinematograficamente deceduto (a sua insaputa) da circa 20 anni. (...) Eccellenti personaggi bigotti presto alla spassosa deriva liberal a New York. Woody invoca Brando/Kurtz e la necessità di una licenza per procreare, come per pescare. Ci indottrina col tono e i tempi del nobile intrattenimento radiofonico. Bentornato. Alessio Guzzano, 'City', 18 settembre 2009 Magro e allampanato, pantaloni a scacchi e t-shirt sdrucite, Larry David è un cabarettista tv. Nel film si muove come Allen, ma senza fare del personaggio finto-odioso una macchietta. Non è la solita zuppa direbbe Bianciardi. E anzi tutto il film segna un punto all'attivo nella carriera declinante del regista: per come smantella i cliché newyorkesi sui "bianchi" del sud, per come intreccia i casi anche sessuali dei personaggi, per come imbastisce il gioco delle coincidenze, al di là delle prevedibili battute strappa applauso. Poi, certo, Woody continua ad incarnare un modello intellettuale (ed estetico) intramontabile, almeno per una certa opinione pubblica progressista: l'America - ironica, cotta, metropolitana, psicoanalizzata, civile e pacifista, in definitiva europea - nella quale amiamo rispecchiarci, tanto più oggi che alla Casa Bianca non siede più un texano dal grilletto facile ma un atletico afroamericano. Michele Anselmi, 'Il Riformista', 18 settembre 2009 Commedia a prima vista semplice, in realtà Whatever Woks è un film complesso. Ricorre a battute ciniche come non mai eppure va a parare quasi in un panegirico dell'amore: retto sì dal caso, come tutte le sorti umane, ma che in fondo può pioverti addosso in qualsiasi momento. Se nella prima parte il film pare un caso estremo di cinema monoCINEFORUM ODEON logo, la seconda accantona un po' l'invadente Boris per lasciare spazio agli altri. La capacità alleniana di scrivere battute divertenti è inalterata; però lo spettatore conosce ormai troppo bene il repertorio per non avvertire un senso di già sentito. L'andamento divagativo degli episodi, invece, è più libero, più creativo. A momenti evoca i percorsi deboli, i personaggi instabili di quello che è ormai uso chiamare il 'cinema moderno': i film della Nouvelle Vague francese e delle altre 'correnti' europee anni 60 a cui Allen si è sempre ispirato. Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 18 settembre 2009 Vivicissima, verbosa, incalzante, spiritosa, la commedia pare a volte un po' stucchevole, saltellante: ma insieme con il vuoto e buffo brillare sta la malinconia della vita che non c'è più. Molto bello. Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 settembre 2009 Dialoghi smaglianti e incendiari, situazioni proposte a lungo ma sempre con una vivissima dinamica cinematografica interna; con la conseguenza che i ritmi, oltre che fluidi, sono quasi aggressivi, non concedendoci altre pause al di fuori dei pepatissimi commenti di quel protagonista verso di noi, con il gusto di farsi avanti da un proscenio. Regge splendidamente quei commenti, e tutte le sfumature del personaggio, un attore come Larry David, degno ad ogni svolta, della sua fama di attore comico di prim'ordine. Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 18 settembre 2009 Il ritorno a New York giova ad Allen, che ne sa rendere le strade meglio che i panorami di Barcellona. Inoltre le psicologie degli ebrei di Brooklyn gli riescono più che quelle dei seduttori catalani. E soprattutto fa piacere vedere che Allen s'è liberato (o viceversa) di Scarlett Johansson, trovandone un alter ego nella Wood, così brillante nel mostrare l'«intelligenza di un'ostrica». Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 18 settembre 2009 Woody Allen dà sfogo al suo pensiero critico, puntando il suo dito indignato sulle stupidità del mondo, e non senza una buona dose di autoironia. L'unico problema, forse, è che questo mondo ridicolo che tanto egli addita, alla fine gli piace. La sua non è una critica dall'interno, radicale anche se ironica, ma un gigioneggiare geniale, galleggiando sui relitti lussuosi di quella modernità occidentale. Anzi, newyorchese. Dario Zonta, 'L'Unità', 18 settembre 2009 3 (My Life in Ruins) 10 - 11 - 12 novembre (Ore 16 - 18 - 20 - 22) Regia: Donald Petrie Attori: Nia Vardalos (Georgia), Richard Dreyfuss (Irv Gordon), Alistair Mcgowan (Nico), Alexis Georgoulis (Poupi Kakas), Rita Wilson (Elinor), Harland Williams (Big Al), Rachel Dratch (Kim), Caroline Goodall (Dott. Tullen), Ian Ogilvy (Sig. Tullen), Sophie Stuckey (Caitlin), María Botto (Lala), María Adánez (Lena), Brian Palermo (Marc), Jareb Dauplaise (Gator), Simon Gleeson (Ken), Natalie O'Donnell (Sue) Sceneggiatura: Mike Reiss Fotografia: José Luis Alcaine Musiche: David Newman Montaggio: Patrick J. Don Vito Scenografia: David Chapman Arredamento: Christine Vlachos (Christine Athina Vlachos) Costumi: Lena Mossum, Lala Huete Produzione: TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE TOM HANKS Distribuzione: VIDEA C.D.E. Durata: 100 min. Genere: COMMEDIA Origine: SPAGNA, USA, 2009 Il regista Nato il 2 Aprile 1954 a New York City (New York – USA). Figlio del regista Daniel, ha tre fratelli tutti nello spettacolo come lui.: Daniel jr. sceneggiatore e regista e le gemelle June, attrice, e Mary produttrice.L'esordio alla regia cinematografica è nel 1989 con 'Mystic Pizza', una commedia interpretata da Julia Roberts e Liv Taylor ai loro esordi. Nella sua lunga filmografia sono da ricordare 'Due irresistibili brontoloni' (1993), con Jack Lemmon e Walter Matthau; 'Funny Money - Come far soldi senza lavorare' (1996), con Whoopi Goldberg; 'Il più ricco del mondo' (1994), con Macaulay Culkin; 'La fortuna bussa alla porta... il problema è farla entrare' (1992). Ha diretto molte serie televisive, ma solo nella loro stagione iniziale: 'The Players', 'The Equalizer' e 'L.A. Law'. Per la sua attività ha ricevuto una candidatura agli Emmy per un 4 episodio della serie 'L.A. Law' intitolato 'The Venus Butterfly'. LA STORIA Georgia è una guida turistica grecoamericana che si è trasferita da poco nella sua terra d'origine e che, oltre ad ammirare le bellezze storiche e culturali della Grecia sta cominciando a riscoprire le sue radici. Tuttavia, ad interrompere la sua idilliaca esperienza interviene un variopinto gruppo di turisti che è stata chiamata ad accompagnare. Ognuno di loro sembra prediligere solo la parte ludica del viaggio a discapito delle esperienze culturali e ed aggiungere disagio per la scoraggiata Georgia ci sono anche il suo collega Nico e l'autista del pullman, Poupi, che sembrano far di tutto per rendere ancor più difficile e faticosa la sua situazione. A rimettere a posto le cose interverrà l'amicizia di Georgia con Irv Gordon, anche lui nel gruppo guidato dalla ragazza, che le insegnerà a divertirsi e soprattutto una inaspettata storia d'amore... LA CRITICA Il film di Donald Petrie, basato su una sceneggiatura non certo a prova di bomba e infarcita di stereotipi - che risultano anche efficaci nel caso della caratterizzazione dei turisti ma lo sono molto meno nell'ambito del romance - ricorda effettivamente My Big Fat Greek Wedding per la satira culturale giocosa e lievissima di cui sono vittime, oltre agli stranieri in tour, i padroni di casa ("I greci hanno inventato l'arte, hanno fondato la democrazia e la filosofia. Poi hanno scoperto la pennichella") e per l'abilità nell'impiegare il fascino così brioso e poco convenzionale della Vardalos, in splendida forma a 47 anni. Alla luminosa Nia, però, Le mie grosse grasse vacanze greche affianca un altro asso: un Richard Dreyfuss decisamente in parte, che riesce a farci preoccupare per il suo stato di salute, a regalarci i momenti più riusciti e divertenti del film, e anche a bilanciare l'inevitabile sentimentalismo zuccheroso con una buona dose di sincera e toccante malinconia. Alessia Starace, Movieplayer.it, 6 ottobre 2009 Il problema di quando si è la protagonista di un film di successo come Il mio grosso grasso matrimonio greco è che il rischio di confronti è, per le pellicole successive, sempre dietro l’angolo. Quando poi si sceglie un titolo che richiama esplicitamente il successo in questione pur non essendone il seguito, scelta questa ovviamente tutta italiana, allora sembra quasi che il confronto lo si vada proprio a cercare. Ed è un peccato, perché è proprio l’ombra dell’esilarante commedia campione d’incassi interpretata dalla Vardalos a far apparire un po’ pallida questa sua nuova commedia tutta giocata sui bellissimi paesaggi della Grecia e sulla capacità dei suoi abitanti di essere pieni di ‘gioia di vita’. Ironia, insoddisfazione e malinconia sono gli ingredienti di questo film, dove la sdolcinatezza dell’immancabile storia d’amore che tutti si aspettavano tranne la protagonista, è sapientemente mitigata dalle tematiche, anche non facili, introdotte dai diversi percorsi di vita degli altri personaggi, tra i quali spicca un ironico Richard Dreyfuss che fa commuovere con la sua nostalgia per la moglie persa da poco. Il film risulta nel complesso scorrevole e semplice, una simpatica commedia romantica. Anna Garofalo, 35mm.it, 8 ottobre 2009 CINEFORUM ODEON 1956. Inizia giova- (Lajos Koltai). Premio David di Donatello nissimo a lavorare per la migliore fotografia. Nel 1995 ricenel campo della ve il titolo di Cavaliere delle Arti e delle fotografia, riceven- Lettere in Francia e l'anno successivo do diversi riconosci- quello di Commendatore della 17 - 18 - 19 novembre (Ore 15:30 18:15 - 21) menti dalle riviste Repubblica Italiana. Nel 2006 torna diefotografiche nazio- tro la macchina da presa con "La scononali. Nel 1982 con sciuta", che si aggiudica ben tre David di "Le minoranze etni- Donatello e che viene scelto per rappreche in Sicilia" vince sentare l'Italia nella selezione per le il premio per il nomination come miglior film straniero miglior documenta- agli Oscar 2008. rio al Festival di BIOGRAFIA COMPLETA su: Salerno. Nel 1986 la www.odeonline.it sua prima regia con "Il camorrista", vin- LA STORIA cendo un Nastro Le vicende di una famiglia siciliana, racd'argento e il Globo contate attraverso tre generazioni - dal d'oro della stampa capostipite Ciccio, al figlio Peppino, al estera in Italia come nipote Pietro - e 50 anni di Storia italiaRegia: Giuseppe Tornatore Attori: miglior regista emergente. La consacra- na. Nella provincia di Palermo, durante il Francesco Scianna (Peppino), zione arriva nel 1988 con il suo secondo Ventennio fascista, Cicco, un modesto Margareth Madè (Mannina), Nicole film, "Nuovo cinema paradiso", con cui pecoraio, coltiva la passione per i libri e Grimaudo (Sarina da giovane), Ángela vince diversi premi tra cui il Gran Premio i poemi cavallereschi. Nel dopoguerra, Molina (Sarina adulta), MLina Sastri speciale della giuria a Cannes, il Golden mentre il paese versa nella fame e nella (Tana/La mendicante), Salvo Ficarra Globe della stampa estera a Los Angeles miseria, suo figlio Peppino scopre che il (Nino), Valentino Picone (Luigi), Gaetano e, soprattutto, l'Oscar come miglior film mondo è pieno di ingiustizie e, diventato Aronica (Cicco adulto), Alfio Sorbello straniero. Il suo palmares è molto ricco: un fervente comunista, si impegna a (Cicco da giovane), Luigi Lo Cascio "Stanno tutti bene" - Premio OCIC tempo pieno nella politica. Per questo, (Figlio della mendicante), Enrico Lo (Critica Ecumenica Internazionale) a quando incontra Sarina e si innamora di Verso (Minicu), Nino Frassica (Giacomo Cannes 1990 e Nastro d'argento per lei, la loro unione viene osteggiata da Bartolotta), Laura Chiatti miglior soggetto originale; "Una pura tutti. Ma a volte la volontà e l'amore rie(Studentessa), Michele Placido formalità" - Ciak d'oro per miglior mon- scono a superare ogni ostacolo... (Esponente del PCI), Vincenzo Salemme taggio; "L'uomo delle stelle" - Gran (Capocomico), Giorgio Faletti Premio speciale della Giuria alla 52 LA CRITICA (Corteccia), Corrado Fortuna (Renato Mostra del Cinema di Venezia, La grande forza del film, da cui gli spetGuttuso), Paolo Briguglia (Maestro di Nomination all'Oscar come miglior film tatori italiani saranno privati per ragioni Catechismo), Leo Gullotta (Liborio), straniero, David di Donatello per miglior di mercato, è che la folla di attori che lo Beppe Fiorello (Venditore di dollari) regia, Nastro d'argento 1996 per miglior popolano parla in dialetto baarioto, con Soggetto: Giuseppe Tornatore film italiano e miglior regia; "La leggenda quelle grida gutturali che ci ricordano Sceneggiatura: Giuseppe ornatore del pianista sull'oceano" - Nastro d'ar- una regione, una nazione che avevamo Fotografia: Enrico Lucidi Musiche: gento 1999 per miglior regia e miglior dimenticato in tutta la sua sottomissione Ennio Morricone Montaggio: Massimo sceneggiatura,scenografia, fotografia e primitiva, la sua superstiziosa rassegnaQuaglia Scenografia: Maurizio Sabatini il miglior attore protagonista, Tim Roth.- zione, il suo abbandono. In italiano il film Costumi: Antonella Balsamo, Luigi David di Donatello Bonanno Effetti: MarioZanot, Storyteller 1999 per regia, fotoProduzione: MARINA BERLUSCONI, grafia, costumi, musiTARAK BEN AMMAR PER MEDUSA FILM, ca, scenografia e QUINTA COMMUNICATIONS, EXON FILM David Agiscuola; Distribuzione: MEDUSA Durata: 152 "Malena" - Candidato min. Origine: ITALIA, FRANCIA, 2009 agli Oscar 2000 per la Abbigliamento donna Genere: DRAMMATICO migliore colonna origiVicenza nale (Ennio Morricone), Il regista Viale Trieste, 18 - 0444.304800 miglior fotografia Nasce a BAGHERIA, Palermo il 27-05P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 CINEFORUM ODEON 5 sarà più comprensibile, ma meno commovente e ipnotizzante, perché i suoni di quella lingua quasi selvaggia aderiscono completamente alle persone e ne esaltano le storie. Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 03 settembre 2009 Non crediate ad un film di stampo neorealista. Baaria è visionario, sfarzoso, esagerato, pomposo. Ti travolge con un'inventiva che qua e là sfocia nel bozzetto, e regala nel finale una dimensione onirica ben poco originale. Ma strada facendo, ha momenti memorabili. Sul registro epico - la sequenza dell'occupazione dei braccianti - e soprattutto su quello intimo, familiare. Il gioco della memoria, la rievocazione del passato spingono Tornatore sul terreno del mito. (...) Se Tornatore avesse girato il film 20 - 30 anni fa, ci avrebbe messo Franco e Ciccio, con lo stesso risultato: vittoria piena. Alberto Crespi, 'L'Unità', 03 settembre 2009 Il film riflette più d'ogni altro le caratteristiche di Tornatore: la sua gran bravura alla macchina da presa, la sua mancanza d'umorismo e di ironia, la sua capacità nell'affrontare il pathos o la singolarità dei dettagli e l'incapacità di forte visione generale. Baaria, un poco scolastico, prevedibile, alla maniera di Rosebud di Orson Welles termina con l'immagine di un giocattolo infantile, e affastella forse troppi dettagli. (...) Alla mafia si accenna pochissimo, al cinema moltissimo: manifesti ('Uno sguardo dal ponte', 'Fellini' Satyricon'), proiezioni, Alberto Lattuada che gira a Villa Patagonia, il commercio tra bambini di piccoli pezzi di pellicola. La musica di Ennio Morricone è facile e invadente, i protagonisti sono bravi. 6 Come tanti film inaugurali di festival, Baaria non può essere paragonato a Amarcod di Fellini anche per la carenza di fantasia e satira (ma al massimo si arriva a un tenue grottesco) ma è accurato, piacevole da vedere. Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 03 settembre 2009 Tornatore impiega con coscienza una fotografia di cultura televisiva (la fiction e lo spot) e la distacca nel passo metaforico del film, fiducioso che questa immagine "corrotta" corrisponda a un immaginario, a un sentimento visivo riconoscibile del pubblico di oggi. I personaggi, alcuni protagonisti e decine di figure minori densissime di ruolo e significato, sono distribuiti secondo un lavoro di casting registico intelligente e originale, i ruoli principali affidati a esordienti che lasciano il segno (Francesco Scianna che ha energia e carisma, ricordando una sorta di Richard Gere siculo, e Margareth Madè, meno incisiva ma misurata), quelli secondari ad artisti celebri trasformati dal segno deciso, e decisivo, della regia (la Sastri matrice magica delle sorti di famiglia, il politico dc di Frassica, il Salemme cantante istrione, e Placido, Lo Cascio, Beppe Fiorello, eccetera). E' una via giusta per aiutare lo spettatore a seguire il percorso denso e incalzante di un ambizioso Novecento indeciso tra tragedia e commedia, tra iperrealismo e caricatura. Per non smentirsi, Tornatore dispone almeno tre finali, l'ultimo con strazio retorico. Ma, bisogna distinguere: nel film, l'impiego della figura retorica e della sovrabbondanza melò sono trattati da un narratore di razza esposto alle proprie sincere debolezze.Baaria è un kolossal da 25 milioni di euro destinato a lunga vita nazionale e internazionale, ma è anche un film dell'anima. Di Tornatore. Su questo non c'è dubbio. Nel bene e nel male. Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 03 settembre 2009 Certo, in due ore e trenta minuti di proiezione non tutto funziona alla perfezione, e il gusto per una favola un po' troppo sottolineata ogni tanto fa capolino, ma alla fine ti senti tirato dentro in questo spaccato di vita siciliana. Forse non ne sai molto di più su Bagheria ma ti sembra di esserne diventato una piccola parte e come il popolo in piazza al comizio di Placido vien voglia di gridare insieme a tutti: 'acqua!'. Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 03 settembre 2009 CINEFORUM ODEON 24 - 25 - 26 novembre (Ore 15:20 - 17:40 - 20 - 22:20) sempre più nel personaggio. La sua passione per Annetta lo spinge a lasciare la sua vita dissoluta e a dedicarsi solo a lei. La prima di 'Don Giovanni', alla presenza dell'Imperatore Giuseppe II, ottiene grande successo. LA CRITICA SEZIONE CRITICA INCOMPLETA. IL FILM E’ IN USCITA NAZIONALE IL 23 OTTOBRE 2009 Regia: Carlos Saura Attori: Lorenzo Balducci (Lorenzo da Ponte), Lino Guanciale (Mozart), Emilia Verginelli (Annetta), Tobias Moretti (Casanova), Ennio Fantastichini (Salieri),Ketevan Kemoklidze (Adriana Ferrarese/Donna Elvira), Sergio Foresti (Leporello), Borja Quiza (Don Giovanni), Francesca Inaudi (Costanza), Franco Interlenghi (Padre di Annetta), Cristina Giannelli (Caterina Cavalieri), Francesco Barilli (Sacerdote), Alessandra Marianelli (Zerlina), Sylvia De Fanti (Tipoletta) Soggetto: Raffaello Uboldi Sceneggiatura: Carlos Saura, Raffaello Uboldi, Alessandro Vallini Fotografia: Vittorio Storaro Musiche: Nicola Tescari (coordinamento) Montaggio: Julia Juaniz Scenografia: Paola Bizzarri, Luis Ramírez Costumi: Marina Roberti, Birgit Hutter Effetti: Fabrizio Storaro Produzione: ANDREA OCCHIPINTI, ANDRES VICENTE GOMEZ E IGOR UBALDI PER LUCKY RED, LOLA FILM, EDELWEISS CINEMATOGRAFICA Distribuzione: LUCKY RED Durata: 127 min. Origine: ITALIA, SPAGNA, AUSTRIA, 2009 Genere: BIOGRAFICO, DRAMMATICO, MUSICALE Il regista Nasce a HUESCA (Spagna) il 04-011932. Uno dei cineasti spagnoli più ecletCINEFORUM ODEON tici e internazionali. Ha esordito nel 1959 con "Los Golfos". Nel 1998 ha ricevuto una nomination all'Oscar come miglior film straniero per "Tango". Fra gli altri titoli della sua ricca filmografia, "Spara che ti passa" (1993, con Francesca Neri), "Flamenco" (1995), "Taxi" (1996), "Goya" (1999). Schiacciato dalla fama di Mozart, il librettista Lorenzo Da Ponte – che pure nel '700 fu una celebrità, amico di Giacomo Casanova e introdotto negli ambienti che contavano (oltre che nelle camere da letto di cantanti e gentildonne) – non gode oggi della notorietà che meriterebbe: a rendere giustizie al suo talento – capolavori come Le nozze di Figaro e Così fan tutte portano anche la sua firma, oltre a quella del sommo Amadeus – e alla vita avventurosa trascorsa tra Venezia, Vienna, Londra e New York (dove muore alle soglie dei novant'anni) ci pensa Carlo Saura, campione dell'antifranchismo e maestro del cinema spagnolo degli anni '70. Convertitosi da qualche tempo ai biopic artistici (Goya) e ai film musicali (Tango, Fados), il regista stavolta attinge a entrambe i generi, intrecciando le romanzate vicende amorose di Da Ponte (Interpretato da Lorenzo Balducci, visto già nei film di autori come Téchiné e Zanussi) con quelle del suo personaggio più noto, il Don Giovanni dell'opera di Mozart. Un gioco di rimandi tra realtà e finzione, verità e teatro, impreziosito dal lavoro sulle luci del direttore della fotografia (pardon, autore della cinematografia: ci tiene alla definizione) Vittorio Storaro, vincitore di tre premi Oscar, alla sua sesta collaborazione con Saura. Gabriele Barcaro, Best Movie, ottobre 2009 LA STORIA La vita di Lorenzo da Ponte, l'uomo che non rinuncia al suo animo libertino e alla sua amicizia con Giacomo Casanova, nonostante sia stato ordinato sacerdote. Esiliato da Venezia per 15 anni dalla Santa Inquisizione con l'accusa di appartenere alla Massoneria, da Ponte si rifugia a Vienna dove, grazie ad una lettera di presentazione di Casanova, conosce Antonio Salieri e poi Mozart. Scrive il libretto delle 'Nozze di Figaro', che si rivela un grande successo, e ritrova la giovane Annetta, di cui si era innamorato a Venezia. Dopo un nuovo incontro con Casanova propone a Mozart di scrivere una Abbigliamento donna nuova versione del Vicenza 'Don Giovanni' e man Viale Trieste, 18 - 0444.304800 mano che scrive il P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 testo si immedesima 7 (Chi bi) 1 - 2 - 3 dicembre (15:30 - 18:15 - 21) Regia: John Woo, Corey Yuen (scene d'azione), Patrick Leung (regia navale) Attori: Tony Leung Chiu Wai (Tony Leung - Zhou Yu), Takeshi Kaneshiro (Zhuge Liang), Zhang Fengyi (Cao Cao), Chang Chen (Sun Quan), Zhao Wei (Sun Shangxiang), Hu Jun (Zhao Yun/Zhao Zilong), Shido Nakamura (Gan Xing), Lin Chiling (Xiao Qiao), You Yong (Liu Bei), Hou Yong (Lu Su), Tong Dawei (Sun Shucai), Song Jia (Li Ji), Ba Sen Zha Bu (Guan Yu), Zang Jingsheng (Zhang Fei), Zhang Shan (Huang Cai), Wang Qingxiang (Kong Rong), Jiang Tong (Li Tong) Soggetto: Chen Shou (romanzo), Luo Guanzhong (romanzo) Sceneggiatura: Chan Khan, Kuo Cheng, Sheng Heyu, John Woo Fotografia: Lu Yue, Zhang Li Musiche: Tarô Iwashiro Montaggio: Angie Lam, Yang Hongyu, Robert A. Ferretti Scenografia: Tim Yip Costumi: Tim Yip Effetti: Craig Hayes, The Orphanage Produzione: CHINA FILM GROUP, LION ROCK PRODUCTIONS Distribuzione: EAGLE PICTURES Durata: 152 min. Origine: CINA, 2008 Genere: DRAMMATICO, STORICO Tratto da: "Cronache dei Tre Regni" di Chen Shou (III° Sec. d.C.) e "Romanzo dei tre regni" di Luo Guanzhong (XIV° Sec. d.C.) Il regista Nasce a GUANGZHOU, Canton (Cina) il 01-05-1946. Ha iniziato la sua carriera a Hong Kong dove, in vent'anni, ha realizzato ventisei film. Cresciuto artisticamente nella commedia, verso la metà degli anni Ottanta si è segnalato per una serie di 'gangster stories' dalle venature romantiche. Ha esordito nella regia nel 1973 con "The Young Dragons". Dopo aver realizzato altri due film di arti marziali ha realizzato otto commedie di fila. Nel 1986 ha firmato "A Better Tomorrow", leggendario giallo venato di romanticismo. Il suo ultimo film realizzato in Asia è stato "Hard Boiled" (1991). Ha debuttato ad Hollywood nel 1992 con "Senza Tregua". LA STORIA Cronache della guerra fra i signori dei Tre Regni in cui era frazionata l'Antica Cina del 208 d.C, subito dopo il crollo della dinastia Han. Il generale Cao Cao a nord, Liu Bei e Sun Quan a sud saranno protagonisti di uno scontro che culminerà nell'epocale battaglia delle "scogliere rosse". LA CRITICA Il romanzo dei tre regni è uno dei testi fondamentali dell'epos cinese e Woo lo affronta senza badare a spese – ottanta milioni di dollari fanno del film la produzione più costosa della storia del cinema cinese – e cercando di convogliare nel kolossal tutte le sfaccettature di uno stile peculiare, 8 a volte discusso, ma senza dubbio unico. L'edizione internazionale è molto più corta di quella di quasi quattro ore uscita in Cina, ma i pur abbondanti tagli non snaturano il senso profondo dell'opera. Storia di (super)uomini, di amicizie virili che nascono e si consolidano in breve tempo, eccessi affrontati senza alcun timore (lo zoom per evidenziare i timori dell'Imperatore), i consueti omaggi a Sergio Leone – fino alla goccia d'acqua che indica la direzione del vento - e a John Ford. Ma soprattutto coreografie action (supportate dalla perizia di Corey Yuen) in cui far emergere il dinamismo boccioniano degli eroi e scene di battaglia girate con una perizia e un amore per il dettaglio come non se ne vedevano dal Bondarciuk di Waterloo. Testuggini da De bello gallico, specchi ustori memori di Archimede, assalti navali degni della flotta ateniese che imbriglia l'Impero di Serse: ovvero il John Woo che da sempre ama iniettare elementi dell'Occidente in un corpus che rimane, e non potrebbe essere altrimenti, figlio dell'Oriente. L'interpretazione dei quattro elementi fondamentali e della loro mutevole natura – uno dei topoi wu xia per antonomasia, da King Hu in poi – gioca un ruolo chiave nell'esito della battaglia, sancendo il trionfo dell'umanità capace di convivere con il mondo circostante e la sua bellezza sulla macchina mortifera del potere e della sopraffazione. E se gli effetti digitali non sempre sono all'altezza, è il fattore umano a colmare ogni lacuna. Anche in virtù di un casting all stars capace di rimettere fianCINEFORUM ODEON co a fianco Tony Leung e Takeshi Kaneshiro, i due poliziotti innamorati di Hong Kong Express, rispettivamente nella parte dello stratega Zhuge Liang e del vicerè Zhou Yu. Micidiali in guerra, ma che ad essa ricorrono solo per preservare i piaceri della vita, dell'amore, dell'arte e della natura dalla tirannia violenta dell'usurpatore Cao Cao; uomini che parlano per mezzo della musica o che leggono il futuro nelle nuvole, che combattono ma che pensano solo alla fine della guerra. Si vis pacem para bellum, ancora una volta. Emanuele Sacchi, Mymovies.it, 2009 “Qui nessuno ha vinto”. In guerra c’è chi vince e chi perde. Ma, in realtà, ogni uomo caduto è una sconfitta. Nessuno vince, tutti soffrono. Questo il messaggio che vuole trasmettere John Woo con il suo ultimo lavoro, La battaglia dei tre regni. Tornato a produrre in Cina dopo un’assenza piuttosto lunga, il regista di Honk Kong prende spunto da un’idea avuta ben 20 anni fa: girare un film ispirato a “Il romanzo dei tre regni”. Scritto da Luo Guanzhong e pubblicato quasi settecento anni fa, il testo è ancora molto letto in Asia. L’opportunità, però, si presenta solo nell’estate del 2004 quando Chang, il produttore di Woo, va a Pechino per la prima volta e inizia a mettere insieme l’ambizioso progetto. Un film corale, complesso da girare cercando di rimare fedeli al fatto storico, la battaglia delle Scogliere Rosse, ma rendendola interessante per un pubblico apparentemente così distante. E, invece, i temi trattati sono attualissimi. La collaborazione, la fiducia, l’amicizia, l’amore, la forza di una donna consapevole di sé, la debolezza di un uomo innamorato, la solitudine, la crudeltà di una guerra combattuta per i motivi sbagliati. Il tutto ambientato in una Cina quasi fantasy, con dei personaggi vari, approfonditi e caratterizzati al meglio di 2 ore e 10 minuti di girato. Un film emozionante, girato in maniera esperta, con occhio attento ai particolari, ma col giusto sguardo d’insieme. Giulia Oppia, 06 ottobre 2009, 35mm.it CINEFORUM ODEON (BASTARDI SENZA GLORIA) 8 - 9 - 10 dicembre (Ore 15 - 18 - 21) Regia: Quentin Tarantino Attori: Brad Pitt (Tenente Aldo Raine), Mélanie Laurent (Shosanna Dreyfus), Christoph Waltz (Colonnello Hans Landa), Eli Roth (Sergente Donny Donowitz), Diane Kruger (Bridget von Hammersmark) Soggetto: Quentin Tarantino Sceneggiatura: Quentin Tarantino Fotografia: Robert Richardson Montaggio: Sally Menke Scenografia: David Wasco Arredamento: Sandy Reynolds-Wasco Costumi: Anna B. Sheppard Effetti: John Dykstra Produzione: QUENTIN TARANTINO LAWRENCE BENDER, UNIVERSAL PICTURES Distribuzione: UNIVERSAL Durata: 160 min. Origine: USA, GERMANIA, 2009 Genere: AZIONE, DRAMMATICO, GUERRA Il regista Nasce a KNOXVILLE, Tennessee (USA) il 27-03-1963. Non ha mai frequentato corsi di cinematografia e la sua scuola è stata il cinema stesso, quello di Sergio Leone, di Jean-Luc Godard, di Brian De Palma e Sam Peckinpah. Nel 1987 completa la stesura del suo primo script "True Romance" ma non riesce a trovare dei finanziatori per realizzare il film, così decide di venderlo. Stessa sorte tocca alla sua seconda sceneggiatura, "Natural Born Killers". Nel 1992 riesce finalmente a realizzare il suo primo film, "Le iene". Il film è accolto con successo al Sundance Film Festival e Tarantino viene subito annoverato tra i registi di 'culto'. Due anni dopo realizza "Pulp Fiction" che vince la Palma d'Oro a Cannes, viene candidato a ben sette premi Oscar. Alla fine ottiene solo la statuetta per la miglior sceneggiatura, ma in tutto il mondo viene acclamato come uno dei migliori film dell'anno. Dalla metà degli anni '90 è molto attivo sia sul grande che sul piccolo schermo, come attore, come regista e come Abbigliamento donna Vicenza Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 9 produttore. E' proprietario infatti, insieme all'attore Lawrence Bender, della casa di produzione 'A band apart', con cui oltre a realizzare i suoi film da "Pulp Fiction" in poi, ha finanziato opere come "Dal tramonto all'alba" (1996), diretto da Robert Rodriguez , che ha portato al successo internazionale George Clooney. Per la televisione ha diretto nel 1995 un episodio della serie "E.R. Medici in prima linea" LA STORIA Francia, II Guerra Mondiale. Un gruppo di soldati americani di origine ebraica viene paracadutato sul suolo francese per una missione speciale: uccidere il maggior numero possibile di nazisti e partecipare ad un'azione di sabotaggio, atta ad eliminare il Führer e i suoi più fedeli collaboratori, durante l'anteprima di un film realizzato da Goebbels, che si terrà in un cinema di Parigi. Nel frattempo, anche la bella e giovane Shosanna Dreyfus, una ragazza di origine ebrea, proprietaria della sala in cui si terrà l'anteprima, cercherà la sua personale vendetta contro coloro i quali hanno compiuto il massacro della sua famiglia, di cui lei è rimasta unica superstite... LA CRITICA Il bello del cinema è che può permettersi di reinventare la Storia. Così Tarantino in un colpo solo fa fuori Hitler, Goebbels, Goring, Boorman e compagnia: boom, e la guerra finisce con un attentato al cinema parigino in cui gli occupanti nazisti e i loro sommi capi proiettano in gran pompa un film di propaganda. Il bello di Tarantino è che può spaziare tra i generi rimanendo fedele a se stesso e continuando a divertire il pubblico: Inglorious bastards, ispirato all'italiano Quel 10 maledetto treno blindato (1978, regia di Castellari), è la storia di una doppia vendetta. (...) Ma rispetto alle atrocità che si sono viste in questo festival, paradossalmente il nuovo Tarantino brilla per moderazione. Il sangue è ridotto al minimo, a parte qualche scalpo in primo piano. E i dialoghi, caustici e serrati, garantiscono la tensione, sono la vera forza del film. Come i protagonisti, da Pitt a Christoph Waltz, lo strepitoso attore tedesco che interpreta un colonnello viscido e poliglotta delle SS, dal sinistro soprannome di 'cacciatore di ebrei'. Gloria Satta, 'Il Messaggero', 21 maggio 2009 Operazione Kino batte Operazione Walkiria dieci a zero. Se l' obiettivo di entrambe le operazioni è lo stesso (eliminare Hitler e il suo stato maggiore) nessuno può mettere in discussione che quella messa a punto per Inglourious Basterds sia molto più affascinante di quella attuata dal maggiore von Stauffenberg. Perché il cinema ha delle ragioni che la Storia non è in grado di capire. Ma Quentin Tarantino sì. E il cinema è il vero trionfatore di questo film, divertente, trascinante (nonostante le sue due ore e 28 minuti di durata), spensierato e colorato, che si permette di riscrivere i destini della Seconda guerra mondiale in nome della passione cinefila ma anche di un' idea di cinema che vuole ritrovare nella forza della produzione di genere (film di guerra, ma anche western, melodramma, commedia, eccetera eccetera) l'energia per superare l' impasse creativo che a volte sembra aver imbrigliato registi e produttori e che lo stesso Tarantino aveva sperimentato sulla propria pelle con il precedente, molto meno riuscito, Grindhouse. Invece in Inglourious Basterds (che riprende, storpiandolo, il titolo internazionale del film di Enzo G. Castellari Quel maledetto treno blindato. E i legami si fermano lì, smentendo ogni altra possibile derivazione) il gusto di giocare coi generi e con le citazioni diventa lo schema portante intorno a cui prende forma la storia di un gruppo di soldati americani guidati da Aldo (...). Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 21 maggio 2009 Note - OMAGGIO AL FILM "QUEL MALEDETTO TRENO BLINDATO" (1977) DI ENZO G. CASTELLARI CHE NEGLI USA ERA STATO DISTRIBUITO CON IL TITOLO "THE INGLORIOUS BASTARDS". - PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE A CHRISTOPH WALTZ AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009). PER LA BIOGRAFIA COMPLETA E ALTRE RECENSIONI, VISITATE IL SITO: www.odeonline.it C.so Palladio, 18 Ang. P.zza Castello CINEFORUM ODEON 15 - 16 - 17 dicembre (Ore 15:40 - 17:50 - 20 - 22:10) Regia: Nora Ephron Attori: Meryl Streep (Julia Child), Amy Adams (Julie Powell), Stanley Tucci (Paul Child), Chris Messina (Eric Powell), Linda Emond (Simone Beck), Helen Carey (Louisette Bertholle), Mary Lynn (Rajskub Sarah), Jane Lynch (Dorothy Mcwilliams), Joan Juliet Buck (Madame Brassart), Crystal Noelle (Ernestine), George Bartenieff (Chef Max Bugnard), Vanessa Ferlito (Cassie), Casey Wilson (Regina), Andrew Garman (John O'Brien), Michael Brian Dunn (Ivan Cousins), Kacie Sheik (Annette), Brian Avers (Garth), Eric Sheffer Stevens (Tim), Brooks Ashmanskas (Sig. Misher), Diane Kagan (Phila McWilliams), Remak Ramsay (John McWilliams), Frances Sternhagen (Irma Rombauer) Soggetto: Julie Powell (Libro), Julia Child (libro), Alex Prud'homme (libro) Sceneggiatura: Nora Ephron Fotografia: Stephen Goldblatt Musiche: Alexandre Desplat Montaggio: Richard Marks Scenografia: Mark Ricker Arredamento: Susan Bode Costumi: Ann Roth Effetti: Brainstorm Digital Produzione: EASY THERE TIGER PRODUCTIONS, SCOTT RUDIN PRODUCTIONS Distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA Origine: USA, 2009 Genere: BIOGRAFICO, COMMEDIA Durata: 123 min.Tratto da: libri "Julie & Julia" di Julie Powell e "My Life in France" di Julia Child e Alex Prud'homme Il regista Nasce a NEW YORK CITY, New York (USA) il 19-05-1941. Ha studiato al Wellesey College. Saggista e romanziera, ha scritto soggetti per molti film famosi. La sua sensibilità ha aiutato Rob Reiner in 'Harry ti presento Sally' (1989) per il quale ha ottenuto una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura. Ha debuttato alla regia con 'This is my life' (1992), scritto con la sorella Delia. Ha proseguito co-sceneggiando la commedia romantica 'Sleepless in Seattle' CINEFORUM ODEON (1993). Nora è figlia d'arte degli sceneggiatori, Henry e Phoebe Ephron, che utilizzarono la sua infanzia per i lavori 'Three's a Family', 'Take her' e 'She's mine'. Sposata con il romanziere Dan Greenberg, poi con il giornalista Carl Bernstein, è ora la moglie del cronista e sceneggiatore ('Goodfellas', 1990) Nicholas Pileggi. LA STORIA Julie Powell sente che la sua vita è incastrata in un mondo che non le appartiene: il suo lavoro, le sue amiche, il suo tempo libero. Appassionata di cucina, Julie decide di affrontare una sfida con se stessa: si cimenterà con le 254 ricette contenute in un famoso libro di cucina scritto da Julia Child, un'americana trapiantata a Parigi negli anni '60 che, a sua volta, per dare un senso alla sua vita decise di misurarsi con l'arte della cucina francese e che poi, grazie alle sue qualità di chef, pubblicò il best-seller culinario finito nelle mani di Julie. Ma non è tutto. Julie, infatti, terrà la cronaca dei suoi successi e insuccessi dietro i fornelli in un blog costantemente aggiornato. Riuscirà Julie ad emulare la sua maestra e ispiratrice? LA CRITICA SEZIONE CRITICA INCOMPLETA. IL FILM E’ IN USCITA NAZIONALE IL 23 OTTOBRE 2009 se tutte le regole maschiliste dell'alta cucina diventando una celebre chef. E' bastata una telefonata della Streep, che, imitando alla perfezione l'inconfondibile voce della Child, saluta la Ephron con un caloroso “Bon appétit!”. Tratto dal libro Julie & Julia: 365 giorni, 524 ricette, 1 piccola cucina di Julie Powell, la scrittrice e regista newyorkese adatta e dirigere per lo schermo una divertente commedia con due attrici che rappresentano meritatamente il passato, il presente e il futuro di una recitazione al femminile meticolosa e di alto livello. E, dopo le acrobazie di Mamma Mia! e il ruolo della rigida Suor Aloysius ne Il dubbio, Meryl torna a far coppia con Amy Adams, la Giselle di Come d'incanto che nel film diretto da Shanley interpretava la timorata Sorella James. Ispirato a due storie vere, il film narra della svolta che Julie Powell (Amy Adams), insoddisfatta del suo impiego presso una compagnia di assicurazioni, dà alla sua vita sfidando se stessa e preparndo in un anno le 524 ricette che Julia Child (Meryl Streep) ha riportato nel ricettario, Mastering the Art of French Cooking (Imparare l'arte della cucina francese). Stefania Taranto, Best Movie, ottobre 2009 Non pensava di certo a Meryl Streep, alta un metro e 67, Nora Ephron, la nota sceneggiatrice di Harry, ti presento Sally e regista di C'è post@ per te, quando ha deciso di raccontare al cineAbbigliamento donna ma la storia di Julie Child (20 centimetri più Vicenza alta), la prima donna Viale Trieste, 18 - 0444.304800 P.zza XX settembre, 2 - 0444317574 americana che infran- 11 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni Cinema Odeon 100 anni BRINDISI D’AUTORE “Bevendo gli uomini migliorano. Fanno buoni affari, sono felici, vincono le cause. E sostengono gli amici”. Aristofane (445-386 CA A.C.) 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