VERSIFICAZIONE
U.D.: Il verso
Farneticava. Principio di febbre cerebrale, avevano detto i medici; e lo
ripetevano tutti i compagni d’ufficio, che ritornavano a due, a tre, dall’ospizio
ov’erano stati a visitarlo. Pareva provassero un gusto particolare a darne
l’annunzio coi termini scientifici, appresi or ora dai medici, a qualche collega
ritardatario che incontravano per via.
(…)
L. Pirandello, Il treno ha fischiato…
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari
G.Leopardi Alla Luna, vv.1-5
In quest’oscuro
colle mani
gelate
distinguo
il mio viso
Mi vedo
abbandonato nell’infinito
G.Ungaretti, Un’altra notte
Un testo poetico è un testo scritto in versi,
caratterizzato da una struttura ritmica e metrica
RITMO
Successione ordinata di
suoni
determinata
dall ’ alternanza di
sillabe
accentate
(toniche)
e
non
accentate (atone).
METRO
Schema
astratto,
particolare tipo di
struttura
(convenzionale
o
originale) del verso o
della strofa o del
componimento.
Il verso (dal lat. vertěre: voltare, andare a capo) è l’unità metrica
fondamentale, costituita da una serie di sillabe su cui cade
l’accento ritmico o ictus (battuta di tempo, percussione)
Un componimento poetico
può essere costituito da
versi
uguali
o
di
lunghezza variabile.
La
tradizione
poetica
italiana
assegna
un
numero predeterminato di
sillabe ai versi e in base
al numero, calcolato sui
versi piani, ne decreta il
nome.
Parametri per differenziare i
versi
• Numero delle sillabe
(a
determinarlo
concorrono le figure
metriche e la regola per
il conto delle sillabe).
• Posizione
degli
accenti (per ogni verso
varia lo schema della
posizione degli accenti).
FIGURE METRICHE 1
•
SINALEFE: fusione in un’unica sillaba metrica della vocale finale di una
parola con la vocale iniziale della parola successiva. Esse non devono
essere accentate.
PETRARCA:
Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11
So
lo e
pen
so
so i
più
de
ser
ti
cam
pi
vo
me
su
ran
do a
pas
si
tar
di e
len
ti
ORA PROVA TU!
Rintraccia le sinalefi nei seguenti versi e poi dividi
in sillabe:
• CARDUCCI
Al sole del mattin puro e leggero
Soluzione
1
2
3
4
5
Al
so
le
del mat
6
7
8
tin
pu
ro e
9 10 11
leg
ge
• CARDUCCI
L’albero a cui tendevi
Soluzione
1
2
3
4
5
6
7
L’al
be
ro a
cui
ten
de
vi
ro
FIGURE METRICHE 2
• DIALEFE: fenomeno inverso alla sinalefe, si verifica quando la
vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva
formano due sillabe separate. Essa si applica quando le vocali o la
prima di esse sono accentate.
DANTE:
e tu che se’ costì, anima viva
1
2
e
tu
3
4
che se’
5
6
7
8
9
co
stì
a
ni
ma
10 11
vi
va
FIGURE METRICHE 3
• SINERESI: fenomeno che si verifica all’interno di una parola e che
consiste nella fusione in un’unica sillaba di due o più vocali vicine,
ma appartenenti a sillabe diverse.
FOSCOLO:
Ed oggi nella Troade inseminata
1
2
3
4
5
Ed
og
gi
nel
la
6
7
Troa de in
8
9
10
11
se
mi
na
ta
FIGURE METRICHE 4
• DIERESI: separazione; fenomeno inverso alla sineresi, si verifica
quando un dittongo si divide in due sillabe in modo da rallentare e
dilatare il ritmo. Essa è segnata graficamente graficamente con due
puntini posti sulla vocale più debole per indicare che i due suoni
vocalici sono staccati.
DANTE:
Dolce color d’orïental zaffiro
1
2
3
4
5
Dol
ce
co
lor D’o
6
7
8
9
rï
en
tal
zaf
10 11
fi
ro
REGOLA PER IL CONTO DELLE SILLABE
Per denominare i versi bisogna tener conto dell’ultima parola del verso.
Il nome è dato dalla sillaba che segue quella accentata dell’ultima
parola del verso.
1.
2.
3.
Se l’ultima parola è piana (accento sulla penultima), il verso ha il
numero di sillabe indicato dal suo nome.
Se la parola è tronca (accento sull’ultima), il verso avrà una sillaba
in meno rispetto al numero indicato dal suo nome.
Se la parola è sdrucciola (accento sulla terzultima), il verso avrà una
sillaba in più del numero di sillabe indicato dal suo nome.
Consideriamo i seguenti versi:
• Petrarca: Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
• Manzoni: Soffermati sull’arida sponda
Ricerchiamo le figure metriche!
Contiamo il numero delle sillabe!
1
2
Voi
3
ch’a scol
4
5
6
7
ta
te in
ri
me
8
9
spar se il
10 11
suo
no
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Sof
fer
ma
ti
sul
l’a
ri
da
spon
da
Osserviamo le ultime parole di ogni verso: suono e sponda.
Che parole sono rispetto all’accento?
Piane. Pertanto il primo verso sarà un endecasillabo piano
e il secondo un decasillabo piano.
In altre parole, il nome è dato dal numero dell’ultima sillaba accentata + 1.
Ripetiamo l’operazione con altri versi:
• Carducci: deh perché fuggi rapido cosí
• Manzoni: certi in cor dell’antica virtú
Contiamo il numero delle sillabe tenendo conto delle figure metriche!
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
deh
per
ché
fug
gi
ra
pi
do
co
sí
1
2
3
4
5
6
7
8
9
cer
ti in
cor
del
l’an
ti
ca
vir
tú
Rispetto all’accento, che parole sono le ultime di ogni verso, cosí e virtú?
Tronche.
Pertanto, per denominare il verso, dovremo considerare la posizione
dell’ultima sillaba accentata + 1.
Cosí: l’ultima sillaba ad essere accentata è la decima; 10+1=11; il primo verso
è un endecasillabo tronco formato perciò da 10 sillabe.
Per lo stesso motivo (ultima sillaba accentata: nona; 9+1=10), il secondo verso è un
decasillabo tronco formato pertanto da 9 sillabe.
Ripetiamo l’operazione con altri versi ancora:
• Dante: sí che dal foco salva l’acqua e li argini
• Manzoni: Sparsa le trecce morbide
Contiamo il numero delle sillabe tenendo conto delle figure metriche!
1
2
3
4
5
6
7
sí
che
dal
fo
co
sal
va
8
9
l’ac qua e
10
11
12
li ar
gi
ni
1
2
3
4
5
6
7
8
Spar
sa
le
trec
ce
mor
bi
de
Rispetto all’accento, che parole sono le ultime di ogni verso, argini e morbide?
Sdrucciole.
Per denominare il verso, come al solito dovremo considerare la posizione
dell’ultima sillaba accentata + 1.
Argini: l’ultima sillaba ad essere accentata è la decima; 10+1=11; il primo
verso è un endecasillabo sdrucciolo formato perciò da 12 sillabe.
Per lo stesso motivo il secondo verso è un settenario sdrucciolo (ultima sillaba
accentata: sesta; 6+1=7), formato pertanto da 8 sillabe.
Tipi di verso
Numero
sillabe
Accenti
Esempi
(se piano)
Binario o
bisillabo
Ternario
Quaternario
o
quadrisillabo
Quinario
Senario
Settenario
2
3
1ª sillaba
2ª
4
(1ª)- 3ª
5
(1ª o 2ª)- 4ª
6
7
2ª- 5ª
(1ª o 2ª o 3ª
o 4ª)- 6ª
Entro l’angusta
gabbia ritta al vederti
S’al/za
Saba
U.
Re Orso
Ti scherni
Dal morso
De’ vermi
A. Boito
Damigella
tutta bella
G.Chiabrera
melanconia
ninfa gentile
I. Pindemonte
Se cerca, se dice:
“L’amico dov’è?”
“L’amico, infelice”
Rispondi: “morí”
P. Metastasio
Forse s’avess’io l’ale
da volar su le nubi
G. Leopardi
Tipi di verso
Numero
sillabe
Accenti
Esempi
(se piano)
Ottonario
Novenario
8
9
3ª- 7ª
2ª- 5ª- 8ª
Teodorico di Verona,
dove vài tanto di fretta?
G. Carducci
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba
G. Pascoli
Decasillabo
10
3ª- 6ª- 9ª
Soffermati sull’arida sponda
Volti i guardi al varcato Ticino
A. Manzoni
4ª- 10ª
Endecasillabo
Per me si va ne la città dolente
Dante
11
6ª- 10ª
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Dante
Dodecasillabo
12
3ª- 11ª
Quando il tremulo splendore de la luna
G. Carducci
Riconosci i seguenti versi:
Il morbo infuria /
Il pan ti manca /
Quant’è bella giovinezza, /
sul ponte sventola /
bandiera bianca
(A.Fusinato)
che si fugge tuttavia!
(Lorenzo Il Magnifico)
Sono apparse in mezzo ai viburni / le farfalle crepuscolari.
(G. Pascoli)
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende /
prese costui della bella persona
(Dante)
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La versificazione - Quelli che studiano.