LA GESTIONE DI UN
SISTEMA COMPLESSO:
il caso del bacino del Po
Alessandro Daraio
Alessia Rossi
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Sommario
1. La pianificazione di bacino: un sistema
complesso di beni pubblici e comuni
2. Evoluzione normativa
3. Il bacino del Po: caratteristiche e attori
4. L’utilizzo delle risorse: criticità e conflitti
5. Il sistema di regolazione
6. Verso una nuova stagione nel governo del
territorio: il PSS Valle del fiume Po
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LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
4. L’utilizzo delle risorse:
criticità e conflitti
INDIETRO
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Il sistema delle risorse del bacino
ACQUE
SUOLO
AMBIENTE
-RISCHIO (IDRAULICO
E IDROGEOLOGICO)
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Gli utilizzi delle risorse idriche
Funzioni
Stakeholders
Prelievo
Scarico
Agricoltura
USO
USO
Zootecnia
USO
USO
Attività
industriali
USO
USO
Usi civili
USO
USO
Produzione
elettrica
USO
Altra
funzione
economica
Itticoltura
USO
Navigazione
commerciale
USO
Collettività
Funzione
ecologica
Funzione
ricreativa
Altre [1]
NON USO
USO
NON USO
[1] Si intendono tutte le forme di interesse scientifico, estetico, simbolico e religioso svolte dalle risorse idriche.
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La quantità delle risorse idriche
• Dissipazione idrica dovuta a vecchi sistemi di gestione delle
derivazioni e delle reti e a sistemi di irrigazioni poco efficienti
• Gestione localistica della risorsa (in particolare per la produzione
idroelettrica)
• La configurazione della rete idroviaria non è adeguata alle
esigenze della navigazione commerciale, per problemi di
strozzature, mancate interconnessioni e portate insufficienti nei
periodi di magra
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La qualità delle acque superficiali
• Quattro sostanze maggiormente responsabili delle situazioni
di inquinamento: nitrati, fitofarmaci, cloruri, metalli pesanti
• La principale causa dell’alterazione della qualità naturale
delle risorse idriche (a livello di bacino) è rappresentata
dall’arricchimento di sostanze organiche, in particolare di
nutrienti
• Due problematiche distinte:
– fattori di generazione dei nutrienti, costituiti dal comparto
civile-produttivo e dal comparto agrozootecnico;
– fattore di veicolazione dei carichi, rappresentato dal
reticolo drenante naturale ed artificiale.
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7 ottobre 2008
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Impatto dei vari utilizzi sul fiume
AGRICOLTURA
INDUSTRIA
ZOOTECNIA
ARBORICOLTURA
COMPARTO
CIVILE
IDROELETTRICO
PESCICOLTURA
NAVIGATORI
COMMERCIALI
FRUITORI COME
LEISURE
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Risorse idriche: obiettivi prefissati
• D.Lgs. 152/99  raggiungimento dell’obiettivo di
buono stato ambientale entro il 31 dicembre 2016,
salvo deroghe motivate.
L’obiettivo riguarda non solo la qualità idrochimica ma l’intero
ecosistema acquatico, sotto l’aspetto qualitativo e
quantitativo. Per le acque superficiali esprime lo stato dei
corpi idrici in funzione della loro capacità di mantenere e di
supportare comunità animali e vegetali ampie e ben
diversificate, il più possibile vicine alla condizione naturale in
cui non appaiono significative modificazioni dell’ecosistema
prodotte dall’attività umana.
Attua anche la direttiva 91/676/CEE “Nitrati”
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Criticità relative alle risorse idriche
• degrado qualitativo dei corpi idrici superficiali, che
provoca anche i fenomeni di eutrofizzazione nel mare
Adriatico
• elevato sovrasfruttamento e compromissione qualitativa
degli acquiferi
• riduzione della funzionalità del reticolo drenante naturale e
artificiale
• riduzione dei deflussi naturali conseguenti alla presenza di
derivazioni idriche in numero e quantità incompatibili con la
disponibilità naturale e le capacità autodepurative dei
corpi idrici
• alterazione della funzionalità degli ecosistemi acquatici
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Criticità relative alle risorse idriche
• carenza di una ripartizione chiara ed inequivocabile delle
competenze e delle responsabilità di gestione
• necessità di riorganizzazione e ottimizzazione della rete di
monitoraggio quali-quantitativo delle acque, compresa la
rilevazione dei punti di prelievo e restituzione dell’acqua
• carenza di un efficace sistema di monitoraggio tecnicoeconomico delle opere infrastrutturali realizzate e dei
benefici delle azioni pianificatorie attivate
• necessità di approfondimento delle conoscenze in merito
ad aspetti tecnici ancora lacunosi (ad esempio la
definizione del deflusso minimo vitale per i corsi d’acqua)
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Uso del suolo e del territorio
• Elevata densità di abitanti (120% della media italiana)
ed elevata concentrazione insediativa
• Evoluzione delle dinamiche insediative: consumo di
suolo, frammentazione degli spazi naturali, perdita di
identità territoriale  …la “città infinita” e il fallimento
della pianificazione urbanistica
• Industrializzazione dei modelli di produzione agricola e
sfruttamento intensivo del territorio rurale
• Lo “spazio del fiume” è usato per altre attività:
pioppicoltura, escavazioni, agricoltura …
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Patrimonio culturale e paesistico
• Il bacino del Po contiene una vasta varietà di paesaggi, da
quelli tipici delle valli alpine, ai territori di pianura, agli
ambienti lagunari e del delta
• Paesaggi naturali (rari) e paesaggi di antica
antropizzazione (emergenze archeologiche, storiche,
architettoniche, culturali) supportano l’identità territoriale
locale
• Lo sviluppo industriale (in epoca fordista) ha portato a una
fortissima banalizzazione del paesaggio, in particolare nelle
aree maggiormente urbanizzate
• Le fasce fluviali hanno risentito di questo generale processo,
ma in misura minore a causa delle maggiori condizioni di
rischio
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Ambiente e biodiversità
• Preoccupante diminuzione della biodiversità in
particolare nelle aree collinari e di pianura con la
scomparsa di taxa di elevato valore naturalistico
• Un insieme complesso di cause: inquinamento e
frammentazione degli habitat
• Numerose aree protette nel bacino del Po e azioni di
conservazione generate dai Piani paesistici regionali
• Scarsa percezione del problema da parte
dell’opinione pubblica e debolezza del valore di non
uso
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Ambiente e biodiversità
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Ambiente e biodiversità
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Ambiente e biodiversità: le fasce fluviali
• l’inquinamento delle acque è una delle cause di turbativa più
conosciute degli ecosistemi fluviali e rivieraschi;
• l’impatto biologico determinato dall’artificializzazione
dell’alveo di un corso d’acqua (rettifiche, risagomature e
arginature, opere trasversali) può risultare addirittura superiore
a quello causato dall’immissione di carichi inquinanti;
• tra gli ambienti che hanno subito maggiori trasformazioni vi
sono gli ambienti ripariali, a causa delle pressioni antropiche e
come conseguenza indiretta della captazione dell’acqua e
dell’abbassamento dell’alveo (escavazioni e alterazioni
trasporto solido);
• la biocenosi fluviale autoctona ha subito profonde
trasformazioni a causa della incontrollata introduzione di
specie alloctone.
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Ambiente e biodiversità: le fasce fluviali
• La valorizzazione naturalistica delle aree fluviali è
obiettivo dichiarato di tutti gli Enti territoriali e statali.
La Legge 183/89 assegna alle Autorità di Bacino, tra
gli altri, il preciso compito di "salvaguardia e
conservazione delle aree demaniali e la costituzione
di parchi fluviali e di aree protette" (art. 11 lett. n.)
 le reti ecologiche
• Obiettivo della pianificazione di bacino è la
ricostruzione dell’ambiente fluviale nella sua
complessità  Restituire spazio ai fiumi
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La mitigazione del rischio
• Le fasce fluviali A e B
rappresentano lo “spazio del
fiume” in situazioni di piena. Per
tale ragione, in queste aree non è
significativo parlare di condizioni di
pericolosità e di rischio di
inondazione, essendo destinate
strutturalmente a tale funzione.
• La fascia C rappresenta la
porzione di territorio
potenzialmente soggetta a
inondazione durante un evento di
piena straordinario o per i tratti
difesi da opere di contenimento
non adatte
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di pianura del
La mitigazione del rischio • IlPotratto
e dei principali
affluenti è
completamente
arginato. In caso di
inefficienza del
sistema difensivo
verrebbe inondata
una superficie
superiore a 6.000
kmq;
• Per il reticolo di
montagna e i versanti
i fenomeni di dissesto
sono soprattutto
frane, dinamica
torrentizia, valanghe.
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Mitigazione del rischio: criticità
• inadeguatezza in quota delle arginature rispetto al profilo di piena,
con conseguente rischio di rotta per tracimazione;
• inadeguatezza strutturale del rilevato arginale rispetto ai fenomeni
di filtrazione, con conseguente rischio di rotta per sifonamento;
• possibilità di cedimento del rilevato arginale per effetto di
modificazioni della morfologia dell’alveo da parte della corrente
in piena (erosione della sponda al piede del rilevato arginale,
erosione diretta del rilevato arginale, sollecitazione diretta della
corrente sul rilevato).
IL RISCHIO E’ UNA CONDIZIONE INELIMINABILE. Esso dipende da tre
componenti: la pericolosità dell’evento calamitoso, intesa come
probabilità che si verifichi; il valore degli elementi a rischio
(persone e beni); la vulnerabilità degli stessi elementi, intesa come
la loro attitudine a subire danni per effetto dell’evento in misura
più o meno elevata rispetto al valore.
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Conflittualità
A valle dei conflitti tra beni pubblici e beni
privati (tradizionalmente ambiente vs.
economia) si verificano 2 tipi di conflitti:
– Tensione tra i diversi obiettivi della pianificazione
di bacino
– Tensioni per l’utilizzo delle risorse:
• tra generazioni
• all’interno della medesima generazione.
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Conflitti tra generazioni
Il soddisfacimento di tutte le domande
implica un prelievo di risorse eccessivo
rispetto alla disponibilità, tale da alterare i
profili di rinnovabilità della risorsa e/o
trasferire alle generazioni future esternalità
negative oppure costi e oneri che
spetterebbero alla generazione attuale
 tragedia dei commons
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Conflitti nella medesima generazione
• Se la disponibilità non è sufficiente per soddisfare tutte le
domande, alcune funzioni desiderate non possono essere
soddisfatte oppure si riscontrano usi contraddittori tra loro
• L’utilizzo di una medesima risorsa deve permettere l’appropriazione da
parte di diversi utilizzatori, ma si creano criticità:
– esternalità negative causate dall’azione di alcuni soggetti che
impediscono o rendono più complesso e costoso l’uso della risorsa da
parte di altri soggetti
– alcune comunità sono costrette a farsi carico di problemi percepiti
come spettanti ad altre comunità
– delega di potere decisionale alle “tecnocrazie”
– esternalità diffuse determinate dalla crescente artificializzazione del
sistema
– difficoltà di conciliare principi di efficienza economica, giustizia sociale
ed equità
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I Conflitti relativi all’acqua nel bacino del Po
• Conflitti tra appropriatori: nei periodi di magra
l’utilizzo per la produzione idroelettrica diventa
incompatibile con l’uso irriguo e la navigazione
• Conflitti tra monte e valle: l’innalzamento degli
argini a valle comporta lo spostamento dei rischio
verso monte
• Conflitti tra bacino e situazioni locali:
l’ottimizzazione della portata dei singoli affluenti non
garantisce il deflusso minimo vitale nell’asta principale
del Po
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Cambiamenti di sfondo
• Cambiamenti climatici  verso la scarsità
assoluta della risorsa
• Dinamiche demografiche e degli insediamenti:
l’aumento delle pressioni e l’intensificarsi della
marginalità. Un processo inarrestabile?
• Evoluzione dei modelli di produzione e consumo
• Lenta evoluzione delle politiche di lungo termine (il
contributo dell’Europa) e dei modelli culturali
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Una composizione possibile?
Qualità della vita come nuovo paradigma
culturale/politico
La disponibilità di acqua in termini di quantità e di
qualità e la sicurezza del territorio, sono legate al
corretto funzionamento dei processi naturali in grado
di difendere il suolo e di rigenerare costantemente
questa risorsa e quindi ad un uso compatibile con
questa capacità di rigenerazione.
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5. Il sistema di regolazione
INDIETRO
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Il sistema di regolazione del bacino
• Il sistema di regolazione di bacino deriva da una
stratificazione di leggi settoriali e presenta una forte
frammentazione delle competenze
• L’evolvere del quadro delle regole rispecchia
(parzialmente) l’evolvere dei rapporti di forza tra gli
interessi socio-economici
• Interessi concentrati di parte, organizzati e
sedimentati, prevalgono sull’interesse collettivo, diffuso
tra una pluralità di soggetti e privo di una forte
rappresentanza
7 ottobre 2008
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Diversi modelli di azione
• Acquisizione al demanio e concessione in uso
delle aree (Legge n. 37 del 5 gennaio 1994)
• Vincoli e norme per l’uso del suolo
 dialogo tra le pianificazioni territoriali: tra
separazione e condivisione
• Interventi attivi della pubblica amministrazione:
programmi di opere pubbliche, interventi di
delocalizzazione degli insediamenti
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I finanziamenti per la difesa del suolo
Fondi erogati dai provvedimenti di riparto ex L. 183/89 (Keuro a prezzi costanti 1995)
1.400.000
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
89-93
94-96
97-99
7 ottobre 2008
99-01
01-03
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
I finanziamenti per la difesa del suolo
Spesa per l’assetto
idraulico 1972 – 2000
(milioni di euro, prezzi
costanti 2000)
Fonte: Rita Cellerino, 2002, Il
costo delle alluvioni,
FrancoAngeli, Milano
Regione
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Spesa ordinaria
486
527
546
863
Spesa alluvioni
414
81
1982
2120
Percentuale
46,0
13,3
78,4
71,1
Emilia Romagna
638
2000
75,8
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
178
606
225
166
397
1098
48,3
39,6
83,0
Lombardia
879
2306
72,4
Marche
Molise
299
156
697
50
70,0
24,3
Piemonte
239
2386
90,9
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
404
105
1584
1500
1232
114
170
270
2235
396
1175
231
228
127
40,1
95,5
20,0
43,9
15,8
66,7
42,8
Veneto
2047
468
18,6
Italia
12798
18827
59,5
7 ottobre 2008
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Caratteri del sistema di regolazione
• Per competenza di materia: ciascun ente
persegue la propria missione specifica ignorando le
interdipendenze con gli altri livelli (conflitti di
attribuzione)
• Per competenza sul territorio, spesso a scala
inadeguata rispetto al problema da affrontare
(frammentazione amministrativa nel bacino del Po)
• Per settore disciplinare e amministrativo
(conflitti interni alle Amministrazioni)
7 ottobre 2008
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L’architettura di sostegno alle regole
• Fallimento dello Stato centrale, complessificazione e
riarticolazione dei processi decisionali (distribuzione dei
poteri per competenza), aumento delle tensioni
istituzionali tra centro e periferia
 Un nuovo centralismo regionale?
 La creazione di nuove reti locali e inter-locali
• Diffusione delle autonomie funzionali, in particolari
settori di interesse pubblico (es. le Autorità di bacino)
come luogo di composizione degli interessi territoriali e
settoriali
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Criticità emergenti
• rilevanza dei cambiamenti strutturali attesi in base ai
processi e alle tendenze in atto nel contesto
socioeconomico, culturale e territoriale di riferimento;
• lunga durata degli effetti, spesso differiti nel tempo e
nello spazio, di molte delle azioni necessarie per
fronteggiare efficacemente i problemi attuali e quelli
futuri (vs. inerzia);
• crescente insostenibilità dei costi economici, sociali e
ambientali delle politiche di intervento legate
all’emergenza; crisi irreversibile degli approcci settoriali
a fronte dell’esplosione dei conflitti per l’uso delle
risorse.
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6. Verso una nuova stagione nel
governo del territorio fluviale:
il progetto speciale Valle del Po
INDIETRO
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Un nuovo sistema di regolazione
•
•
•
•
•
•
•
Sostenibilità, non solo ambientale
Principio precauzionale e prevenzione del danno
Responsabilità  principio “chi inquina paga”
Valutazione economica delle risorse
Compatibilità tra usi
Partecipazione
Riferimento costante al livello di bacino idrografico (o
di distretto)
 la sommatoria di interventi con effetti positivi localmente può risultare
negativa!
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Un nuovo concetto di pianificazione
• superare l’impostazione basata esclusivamente su vincoli e
rinunce;
• integrare le esigenze ecologiche ed economiche in una
prospettiva di nuove opportunità per tutti gli attori sociali coinvolti;
• valorizzare le potenzialità positive, e aumentare il livello di
integrazione tra i soggetti;
• facilitare e coordinare le relazioni tra gli attori della
trasformazione;
• garantire comportamenti coerenti, attraverso la produzione di
regole certe e condivise;
• adottare un approccio di tipo negoziale-dialogico (tra tecnici,
pianificatori, politici, gruppi sociali) per passare dal conflitto
(anche potenziale) all’identificazione di soluzioni condivisibili.
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Tra parole chiave
• Cooperazione istituzionale
• Integrazione delle politiche
• Un approccio pro-attivo ai problemi del
territorio
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
La strategia dell’Autorità di bacino
• Aspetti istituzionali: la pianificazione di bacino come quadro
complessivo di riferimento sistemico e motore trainante per
l’azione dei diversi enti, cui viene chiesto di operare in forma
cooperativa, in funzione degli obiettivi e degli interessi comuni.
Potenziamento delle funzioni tecniche-gestionali-amministrative
dei presidi territoriali (livello locale)
• Aspetti attuativi: attuare una programmazione temporale
realistica delle azioni di piano, in rapporto alla capacità
progettuale e realizzativa e alle risorse finanziarie disponibili
(valutazione, feed-back …)
• Interazioni con le componenti territoriali: il piano deve
assumere modalità d’interazione stabili con i settori che
condizionano l’uso del territorio (risorse idriche, assetto
territoriale)
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
La diffusione delle pratiche negoziali
• Politiche contrattualizzate: si fondano sul consenso
(formalizzato attraverso accordi scritti) piuttosto che
sull’autorità
 governare la frammentrazione
 governare l’incertezza
• Contratti di fiume: integrare le politiche di bacino e
sottobacino idrografico, con la partecipazione di
soggetti pubblici e privati, per la tutela e valorizzazione
delle risorse idriche e degli ambienti connessi e la
salvaguardia dal rischio idraulico
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Una lenta convergenza
1993: Nascita della Consulta delle Province del Po
1999: Accordo quadro per la valorizzazione del fiume Po
2002: Programma speciale d’area Po, fiume d’Europa
2003: Progetto interregionale Valorizzazione turistica del fiume Po ai
sensi della legge 135/01
2004: Sistema turistico Po di Lombardia
2004: RIVAdiPO
2005: Protocollo d’intesa per la tutela e la valorizzazione del territorio
e la promozione della sicurezza delle popolazioni della valle del Po
2007: “Un futuro sostenibile per il Po” - Programma di Azioni per la
valorizzazione del capitale umano, naturale e culturale delle terre
del Po
2007: IV Congresso Nazionale del Po
7 ottobre 2008
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RIVAdiPO
• Soggetti promotori: Adbpo, Associazione comuni ABS,
3 Università (Parma, Piacenza, Piemonte Orientale)
Circa 100 Comuni coinvolti su un territorio
appartenente a 3 Regioni e 7 Province
• Obiettivo: avviare un processo di riscoperta del
territorio e del fiume, con l’obiettivo di valorizzare
l’area della Media Valle del Po, a partire dalle
potenzialità economiche, turistiche ed attrattive
Temi principali:
– Valorizzazione ambientale e sicurezza
– Sviluppo turistico della Media Valle del Po
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Pilota relativo ai territori della
“Media Valle del Po”
che coinvolge una novantina di Comuni,
da Candia Lomellina (PV) a Motta Baluffi (CR)
7 ottobre 2008
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Protocollo d’intesa Consulta Province del Po
Obiettivi qualificanti:
• miglioramento delle condizioni di sicurezza, anche mediante azioni
di riduzione della vulnerabilità e incentivi alla delocalizzazione;
• incentivazione delle attività di manutenzione ordinaria e di
monitoraggio morfologico e controllo;
• tutela delle fasce fluviali;
• tutela quali-quantitativa della risorsa idrica;
• incentivazione della fruizione delle risorse ambientali e storicoculturali;
• promozione dell’immagine del Po e del turismo fluviale;
• sostegno alle attività eco-compatibili e all’educazione e
sensibilizzazione ambientale.
7 ottobre 2008
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Un futuro sostenibile per il Po
Programma di azioni
•
•
•
•
Condivisione tra Province e Adb Po
Coerenza con il QSN 2007-2013
4 Assi – 12 Misure – 55 Azioni
Orizzonte temporale di lungo periodo
7 ottobre 2008
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Un futuro sostenibile per il Po
Programma di azioni
• ASSE SICUREZZA, DIFESA DEL SUOLO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE
1. MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA IDRAULICA E RECUPERO DEGLI SPAZI DI MOBILITÀ DEL FIUME NEI
TERRITORI DI PIANURA
2. CONTROLLO DELLE PRESSIONI E MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI SULLE RISORSE IDRICHE NELLA REGIONE FLUVIALE DEL
PO
3. MONITORAGGIO E CONTROLLO INTEGRATO
• ASSE TUTELA E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE
4 RINATURAZIONE E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE DELLA FASCIA FLUVIALE DEL PO
5. PROMOZIONE DI UN’AGRICOLTURA ECOCOMPATIBILE
6 CERTIFICAZIONE AMBIENTALE
• ASSE PROMOZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO
7 VALORIZZAZIONE DELL’IDENTITÀ LOCALE AI FINI DELLO SVILUPPO LOCALE: PAESAGGIO, CULTURA, PATRIMONIO
ARCHITETTONICO
8 I PERCORSI, I LUOGHI E LE SPIAGGE DEL PO
9 LA MARCA DEL PO: CREAZIONE E PROMOZIONE DEL SISTEMA TURISTICO
10 NAVIGAZIONE FLUVIALE
11 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
• ASSE GOVERNANCE
12 GOVERNANCE E PARTECIPAZIONE
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Valle del fiume PO
• Stralcio del Programma di Azioni
• Approvato con delibera CIPE del 21/12/2007 come
Progetto Strategico Speciale finanziato con FAS per il
Centro-Nord all’interno del QSN 2007-2013
Il Progetto Strategico Speciale “Valle del fiume Po” si propone, in
un’ottica territoriale fortemente integrata (ossia coinvolgendo tutti
i soggetti pubblici e privati), di sostenere il raggiungimento di
obiettivi qualificanti per il miglioramento delle condizioni di
sicurezza delle popolazioni insediate nella valle, la tutela delle
fasce fluviali, il potenziamento della rete ecologica e la
conservazione quali-quantitativa della risorsa idrica,
promuovendo, al contempo, la fruizione delle risorse ambientali e
storico-culturali e il turismo fluviale.)
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Valle del fiume PO
Le Amministrazioni coinvolte sono:
l’Autorità di bacino del fiume Po;
le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e
Veneto;
le Province rivierasche del Po;
i Parchi fluviali dell’asta fluviale e del delta Po.
Sono complessivamente interessati i territori di oltre
490 Comuni, ricadenti anche in altre province del
bacino.
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Valle del fiume PO
Il Progetto Strategico Speciale prevede quattro obiettivi:
1. Migliorare le condizioni di sicurezza idraulica e recuperare gli spazi
di mobilità del fiume nei territori di pianura
2. Promuovere la conservazione dell’integrità ecologica della fascia
fluviale e della risorsa idrica del Po
3. Valorizzare il patrimonio naturale e culturale della regione fluviale,
migliorando la fruibilità per la popolazione locale e per lo sviluppo
del turismo sostenibile
4. Rafforzare il sistema complessivo della governance del fiume Po,
aumentare il livello di conoscenza e partecipazione al fine di
migliorare la capacità di programmazione e attuazione degli
interventi, in un’ottica di sostenibilità
7 ottobre 2008
LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Valle del fiume PO
Le linee di azione prioritarie riguardano:
• Il riassetto idraulico, l’aumento della capacità di
laminazione nelle fasce fluviali e la ricostruzione morfologica
dell’alveo di piena;
• La conservazione dell’integrità ecologica della fascia
fluviale e della risorsa idrica del Po.
Ad esse si aggiungono, a supporto di una progettazione
integrata del “sistema Po”, ulteriori due linee di azione:
• Il sistema della fruizione e dell’offerta culturale e turistica;
• il sistema della governance e delle reti immateriali per la
conoscenza, formazione e partecipazione.
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LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Progetto Valle del fiume PO
Quadro Strategico Nazionale 2007-2013
Priorità QSN
Obiettivi specifici
Energia e ambiente: uso sostenibile e
efficiente delle risorse per lo sviluppo
Accrescere la capacità di offerta, la qualità e l’efficienza del servizio
idrico, e rafforzare la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi
naturali
Schema di Programma operativo
Ob. Compl. Linea di intervento
Riassetto idraulico e ricostruzione morfologica
dell’alveo di piena
Conservazione dell’integrità ecologica della
fascia fluviale del Po e della risorsa idrica
Valorizzare la rete ecologica e tutelare la biodiversità per migliorare la
qualità dell’ambiente e promuovere opportunità di sviluppo economico 5.1.2
sostenibile
Valorizzazione delle risorse naturali e
culturali per l'attrattività e lo sviluppo
Valorizzare i beni e le attività culturali quale vantaggio comparato delle 5.1.1.
Regioni italiane per aumentarne l’attrattività territoriale, per rafforzare 5.1.3
la coesione sociale e migliorare la qualità della vita dei residenti
5.1.4
Aumentare in maniera sostenibile la competitività internazionale delle
destinazioni turistiche delle Regioni italiane, migliorando la qualità
5.1.1
dell'offerta e l'orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali
5.1.4
e valorizzando gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le
risorse naturali e culturali
Sistema della fruizione e dell’offerta culturale
e turistica
5.1.2
7.2.1
1.3.1
1.4.1
2.1.1
7.2.1
Miglioramento e valorizzazione delle
risorse umane
Migliorare il governo dell’attuazione, l’integrazione tra i sistemi
dell’istruzione, formazione e lavoro e il rapporto con il territorio
Governance, capacità istituzionali e
mercati concorrenziali ed efficienti
2.1.5 2.1.7 immateriali per la conoscenza, la formazione e
la partecipazione
Rafforzare le competenze tecniche e di governo delle amministrazioni 3.1.4
e degli enti attuatori, per migliorare l’efficacia della programmazione e 5.1.4
la qualità degli interventi per offrire servizi migliori alla cittadinanza
7.1.1
7.1.2
Sistema della governance e delle reti
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LA GESTIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO: il caso del bacino del Po
Per approfondimenti:
http://www.adbpo.it/online/ADBPO/Home/ProgettoStrategicoSpecialeValledelfiumePoValutazioneAmbientaleStrategicaaisensidegliartt.13e14delD.lgs.15
22006esmi/artCatProgettoStrategicoSpecialeValledelfiumePoVAS-Elaboratidellaconsultazione.432.1.100.1.1.html
[email protected]
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2008/09 Seminario Po Parte II