Buon Natale al Vescovo, ai preti della nostra Diocesi, agli amici del Seminario. A tutti quanti ci sono vicini con la loro preghiera e il loro sostegno, ma soprattutto a quanti nel mondo sono sofferenti e non hanno la Pace Anno della Fede Pagina 2 Avvento Pagina 3 EDITORIALE di Don Willy Volonté, Rettore Dies Accademicus I giovani ticinesi. Perché così pochi in Seminario? Questa è una domanda che mi sento rivolgere come Rettore del Seminario molte volte. Perché? È un bel problema rispondere in quattro e quattr’otto, ma ci provo. Anzitutto: la vocazione è un dono di Dio e non la si compra al Buonmercato a prezzi scontati. Se è un dono, allora ci deve essere qualcuno che l’accoglie oppure qualcuno che umilmente lo chiede. Ecco qui il primo grosso problema: occorre avere un grande desiderio di “essere preso a giornata” come gli operai del Vangelo, da chiedere nella preghiera e nel sacramento. È quello che facciamo in Seminario nell’Adorazione, ogni secondo mercoledì del mese. Mi è capitato di incontrare giovani che certamente hanno sentito il “vieni e seguimi” da parte di Cristo, ma poi la famiglia, la ragazza, il pregiudizio degli amici, un’idea astratta del prete o l’attrattiva di questo mondo hanno avuto la meglio e se ne sono andati via tristi (come è capitato al giovane ricco del Vangelo). Altri, che pur non essendo chiamati pretendono di diventare preti a tutti i costi; questi sono i casi più difficili da trattare. Gesù ha scelto solamente alcuni per restare con Lui: qualcuno, che voleva seguirlo lo ha rimandato a casa sua assegnandogli una missione diversa mentre il giovane ricco, che era stato chiamato, rifiutò. Ma dove sboccia la vocazione? Ognuno ha una propria strada, ma normalmente occorre un contesto comunitario: la famiglia, la parrocchia, l’oratorio, il gruppo giovanile, il movimento; insomma un luogo dove l’annuncio cristiano, o meglio la persona di Gesù, sia chiaramente e con decisione fatta incontrare e così il giovane conosca bene Chi deve seguire e per Chi dare la propria vita. Il seme senza il terreno adatto, e continuamente coltivato, non attecchisce. Occorre un luogo dove il giovane respiri l’amore per la Chiesa come comunione di persone, ma così come é oggi e non cresca in un clima di sospetto dove c’è sempre da contestare l’esistente, sognando una Chiesa su misura dei propri gusti. Il clima di dubbio sulla Chiesa mortifica la nascente vocazione. Occorre incontrare un prete che sia contento di esserlo e, vivendo nella certezza del suo sacerdozio, lo trasmetta al giovane senza “se” e senza “ma”. Il resto lo fa il Signore, ma da parte nostra occorre non intralciare il germinare del dono della vocazione . Pagina 5 Ritiri spirituali Pagina 4 Con gli amici del Serra Pagina 4 s 1 VOX CAROLI Anno della Fede, il 4 novembre aperto in Diocesi A cura del vicerettore, don Tomasz Wojtal Cari Lettori e Amici del nostro “Vox Caroli”! Di nuovo siamo ospiti da voi. Vi ringraziamo per la vostra accoglienza e la vostra amicizia con la quale condividete la nostra vita e il nostro cammino. La consapevolezza che c’è qualcuno che ci “legge” e prega per noi, perché è interessato di quello che viviamo, ci offre il conforto e la motivazione per continuare con serietà questa avventura che abbiamo iniziato, che il Signore “ha iniziato in noi”. Siamo felici che abbiate voluto fare parte di questo mondo, arricchendolo con la vostra presenza e vicinanza. La famiglia degli Amici del Seminario cresce e porta sempre nuovi frutti. È bello vedere la nostra cappella che si riempie sempre di più ogni secondo mercoledì del mese per il momento d’Adorazione e di preghiera. È edificante vedere sempre nuove persone, a cui non sono indifferenti le nuove vocazioni, i sacerdoti, la santità. Le adorazioni continuano. “Il Signore mandi operai nella sua messe”. Passiamo la parola, invitiamo gli altri. Vi aspettiamo. Inoltre, in primavera vi inviteremo al nostro nuovo spettacolo “Porta fidei”. Abbiamo già iniziato le prove. Sull’ultima pagina troverete il primo poster che lancia questa nostra iniziativa. Vogliamo così insieme a voi attraversare la porta della fede. Con questo numero vogliamo portare nelle vostre case un po’ di Natale, di questa Festa della vita, dell’amore e della pace. Che il Signore che viene ci aiuti a riscoprire il suo vero volto, illuminando con la sua luce il cammino della nostra fede. Buon Natale e buona lettura! Un anno della fede, un tempo di particolare riflessione, di ritorno a Dio e alla Chiesa, convocato sull’esempio di quanto fece Paolo VI nel 1967, con l’intento di favorire “una più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede in Lui e per annunziarLo con gioia all’uomo del nostro tempo”. L’invito è di Benedetto XVI, il Vicario di Cristo, a tutta la Chiesa universale. Anticipata nell’omelia di domenica 16 ottobre 2011 e illustrata nella lettera apostolica Porta Fidei, la proposta del Papa per un anno dedicato alla fede si è concretizzata e ufficialmente aperta à Roma l’11 ottobre 2012 in occasione della solenne celebrazione del cinquantenario dell’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II. La Chiesa di Cristo che è a Lugano non è stata in margine all’invito del Santo Padre. Dopo l’apertura a livello nazionale lo stesso 11 ottobre a Berna dalla Conferenza episcopale svizzera, la Messa d’inaugurazione dell’anno della fede in Diocesi è stata celebrata nella basilica del Sacro Cuore a Lugano presieduta dal Mons. Pier Giacomo Grampa. La partecipazione era importante e viva sia da parte dei fedeli che dei preti nonché di tutto il Seminario San Carlo. Nella sua omelia, il vescovo ha, in un primo momento, presentato la figura di fede d’un “grandissimo uomo della Chiesa”, San Carlo Borromeo nella cui festa cade la celebrazione. «Se vogliamo trovare un centro di gravità, un filo conduttore nel cammino della vita del grande Arcivescovo, questo è l’amore folle per il nostro Dio e Signore (…) e San Carlo non solo crede in Dio, ma si affida, si abbandona incondizionatamente a Lui», ha affermato il Vescovo. Credere è affidarsi nelle braccia di Dio e del nostro Dio crocifisso per noi. Riferendosi poi alle letture del giorno, il Vescovo ha rilevato che la fede nasce dall’ascolto: «Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio!»; da questo ascolto, che non è un semplice sentire ma un mettersi in moto, il credente prende un rischio, quello dell’amore: «Amerai il Signore Dio tuo!». Credere è quindi entrare in una relazione, in un rapporto vivo d’amore con l’Altro che per primo ci ha amati e ci ha chiamati alla vita con Lui. La fede è questione di relazione, di comunione. Ma se «la porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella Chiesa è sempre aperta a noi» – così inizia la lettera apostolica di indizione del Papa – perché un anno della fede proprio adesso? Proprio perché «c’è una crisi, risponde il Cardinal Walter Kasper. Lo si vede in Europa (…) soprattutto tra i giovani, molti non hanno alcun contatto reale con la vita della Chiesa e coi sacramenti. Se si parla di nuova evangelizzazione, non si può che prendere atto di questo. Altrimenti si finisce per fare cose accademiche». La fede, o è un incontro cioè una esperienza personale con Cristo, uno “scommettere” sul Dio di Gesù Cristo, o diventa una religiosità senza fondamento; e qui sta il pericolo della Chiesa e pertanto della società del nostro tempo. A tutti auguriamo un Anno della fede fecondo che ci porti all’incontro con Dio e col prossimo. «Signore, accresci in noi la fede!» Paul Ezin Una cordiale serata con i Cavalieri del Santo Sepolcro Il 6 dicembre, al Seminario diocesano di Lugano, una festa celebrata dai Cavalieri in occasione delle feste natalizie. La serata è iniziata con la Messa presieduta da Mons. Grampa insieme ai Cavalieri e ai Seminaristi. Durante l'omelia, Mons Grampa ha ricordato il significato profondo della realtà del Natale portatore di pace, della quale c'è bisogno, soprattutto in Terra santa, dove la convivenza religiosa e culturale dovrebbe diventare una testimonianza viva di ciò che il Re della pace ha voluto incarnandosi in quella terra. Dopo la Messa, è stata servita una cena cordiale e vivace, accompagnata dal tradizionale suono della cornamusa. Durante la serata è stato organizzato un concorso con in palio una forma di formaggio, il fortunato vincitore, l’amico Umberto, che ringraziamo di cuore, l’ha poi offerta al Seminario. Alla fine, al momento del dessert, i seminaristi presentati dal Rettore don Willy hanno meritato gli applausi cantando due canzoni tradizionali, e la festa si è conclusa con la venuta di San Nicolao che ha distribuito ai presenti dei buoni cioccolatini. Imad 2 NUMERO 2 (18) Veglia d’Avvento: l’eccomi per Cristo Avvento è desiderare con il desiderio di Maria che Gesù nasca Eccomi! Come si può aprire meglio il nuovo anno liturgico, se Avvento è desiderare con tutta la non mediante la preghiera? Chiesa che Gesù Venga Ed è stato proprio così, la sera del primo dicembre, ai primi vespri della prima domenica d’Avvento, nella quale ognuno di noi Avvento è fare presepio ha rinnovato il suo “eccomi” al Signore, si è dato inizio ad un Nella propria carne nuovo anno della Chiesa. Però, questo “eccomi” doveva essere pronunciato ancora una volta solennemente. Dopo la preghiera del vespro siamo partiti per Bellinzona, dove ci aspettava un evento molto importante. Nella chiesa del Sacro L’avvento in Seminario Cuore, la Pastorale Giovanile diocesana ha preparato, ormai come da tradizione, la Veglia d’Avvento. È questo un momento propizio per stare Un anno liturgico se ne va e uno nuoinsieme iniziando l’Avvento in preghiera, nella riflessione e vo inizia. Ogni anno la Chiesa ci dà nell’accoglienza reciproca. Durante la veglia c’era anche un altro mo- l’occasione di rivedere la nostra vita mento particolare legato alla parola “eccomi”, cioè il primo impegno di in vista della fine, che si fa vicina ogni alcuni seminaristi di ambedue i Seminari di Lugano. Questo “eccomi” è il minuto che passa, all’incontro con il Signore che viene. Lontano primo passo ufficiale nel cammino della formazione ed é l’accoglienza e dall’essere una rutine, l’Avvento il riconoscimento, da parte della Chiesa, della vocazione con dev’essere un tempo di riflessione sull’ammissione del candidato al commino verso l’ordine sacro. la propria relazione con Dio. È vero, dare l’impressione di La veglia e cominciata con una sacra rappresentazione sulla vita di Santa può un’abitudine dal momento che ogni Chiara, egregiamente diretta da Padre Callisto che ha saputo coinvolgere i presenti invitandoli ad unirsi ai canti e alle preghiere della sacra rappre- anno sono le medesime letture, però l’Avvento è come dei gradini circolari sentazione. Dopo di ciò, i rettori dei due Seminari hanno presentato i se- che salendo ci sembra di girare attorminaristi per il primo impegno. Davanti al Vescovo PierGiacomo, si sono no a sé. presentati quattro seminaristi, tra cui il nostro fratello dal Benin: Bona- Dobbiamo lasciarci provocare dalla ventura Tassou. Questo momento era significativo anche per coloro che voce dei profeti che chiama alla conCome si prepara, l’hanno già fatto, ricordandosi del momento in cui abbiamo detto il nostro versione. quest’anno, l’Avvento nel Seminario “eccomi” davanti al Vescovo. Ricordando Bonaventura nelle nostre preghiere, gli auguriamo un buon San Carlo? La prima cosa che facciamo è la lectio cammino di formazione verso il sacerdozio. Jakub Tomaszewski divina, consigliata ad ogni cristiano. Attraverso la lectio divina, noi ascoltiamo il Signore che dice una parola per noi oggi, la meditiamo e la mettiamo in pratica Nella cultura bariba (nord del Benin), in attesa di un ospite si pulisce la casa all’interno come all’esterno così che l’ospite viene trova un luogo pulito, piacevole e accogliente. Penso che è così che dobbiamo passare il tempo dell’Avvento, facendo una pulizia nella nostra vita. Abbiamo già imparato dall’insegnamento degli apostoli come comportarci e piacere a Dio (1Ts. 4,1). Già uno sforzo si fa, bisogna adesso progredire ancora di più. Nell’ottica di aiutare a vivere bene questo tempo, ogni venerdì, il nostro seminario presiede alla preghiera di Avvento alla Facoltà di Teologia, dalle 10.15. Abbiamo anche ossequiato la tradizione realizzando il presepe per Natale. Quest’anno abbiamo il più bel presepe del Ticino. Ha in sé il riflesso delle culture ticinese, lombarda, austriaca, filippina e rumena. È da vedere! Bonaventura Tassou 3 VOX CAROLI Uno dei momenti più attesi dai seminaristi Ritiri spirituali mensili Grazie alla proposta formativa dei nostri Superiori, come seminaristi del Seminario Diocesano San Carlo, abbiamo l’opportunità di partecipare, oltre che ai ritiri spirituali nei tempi forti, a dei momenti formativi, spirituali e di ritiro ogni mese. Alla domanda: “Come mai alla fine di un ritiro spirituale, di un periodo vissuto in silenzio e preghiera, tutti i partecipanti sono pieni di gioia e pronti a riprendere la vita quotidiana con uno slancio più intenso?”. Ho scelto di rispondere a questa domanda citando il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La preghiera è la vita del cuore nuovo. Deve animarci in ogni momento. Noi, invece, dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro Tutto. […] La preghiera come ricordo di Dio, risveglio frequente della memoria del cuore”. Nel anno della fede vogliamo impegnarci seriamente, metterci al lavoro e vivere intensamente questi ritiri spirituali in una giusta prospettiva. Nel mese di ottobre abbiamo avuto il privilegio di avere come predicatore Mons. Azzolino Chiappini, rettore della Facoltà. L’accento è stato messo sull’importanza del contatto con la Parola di Dio, sul senso della nostra vita – di essere vicini a Dio in Gesù - che è la nostra pace. Come si può vivere in pace? Solo a partire dalla persona di Cristo, trasformati dall’incontro con Lui. In novembre abbiamo vissuto la nostra due giorni accompagnati da Don Nicola Zanini, professore di liturgia alla Facoltà. Il tema principale sul quale abbiamo lavorato è stato l’incontro e la chiamata dei discepoli con Gesù, e la loro testimonianza. La prima riflessione la riassumo con due domande da Gv 1,38: “Che cosa cercate?” e “Rabbi dove dimori?”. Nella seconda riflessione sono stati sottolineati tre punti: a) la novità di Dio, cioè Cristo presente nell’anonimato di Nazareth, nella quotidianità della vita; b) La missionarietà per contagio, essere testimoni là dove siamo chiamati a vivere; c) La grandezza di Cristo sulla croce, ovvero Dio che si offre totalmente per noi. Questi ritiri spirituali, credo, che dovrebbero essere modello per tutti, per riscoprire la Vita, nella preghiera, nel silenzio, nella meditazione e nell’Adorazione. Concludo ringraziando, a nome di tutti i seminaristi, Mons. Chiappini e don Nicola. Marius Micloş San Carlo. Accomunati dallo stesso Patrono Domenica 4 Novembre, giorno in cui la Santa Chiesa festeggia liturgicamente San Carlo Borromeo, Compatrono della nostra diocesi, alcuni seminaristi si sono recati con il Rettore del Seminario, presso la chiesa di San Carlo in via Nassa a Lugano, dove abbiamo celebrato una solenne Santa Messa, su invito dalla Confraternita di San Carlo Borromeo, la quale è stata rifondata recentemente. Lo scopo principale di questa confraternita, proprietaria della chiesa, consiste fondamentalmente nel dare una nuova spinta alle attività pastorali in questa bellissima Chiesa, per esempio la ripresa della devozione dei “primi Sabati” del mese, voluti dalla Madonna a Fatima, a partire dal Febbraio prossimo. L’invito a questa Santa Messa è servito anche per stabilire un legame amichevole fra la confraternita e il seminario diocesano. In quest’occasione, don Volontè ci ha ricordato nella sua omelia, prendendo esempio da San Carlo Borromeo, il quale ha visitato il Ticino diverse volte, in che cosa consista la vera riforma nella Chiesa cattolica, ovvero che la “reformatio” esige sempre una “instauratio” per essere una riforma autentica e feconda. Essa nasce dalla conversione interiore verso Gesù Cristo – proprio come San Carlo Borromeo ci ha lasciato l’esempio, essendosi convertito anche egli stesso da una vita mondana a una vita completamente immersa nel mistero salvifico di Gesù Cristo. Dopo la celebrazione della Santa Messa in onore di San Carlo, i seminaristi si recarono, insieme al loro Rettore, presso le sacre reliquie del santo Cardinale milanese per rendergli omaggio, baciando con devozione il reliquiario. Michele Gurtner Serata pre-Natalizia, con gli amici del Serra Club Freddo. Neve. Qualche luce. Mercoledì 5 dicembre u.s. siamo partiti verso le 18.00 dal seminario per la tradizionale festa con gli amici del Serra Club. Giunti alla casa Santa Brigida abbiamo celebrato la Santa Messa presieduta da don Willy, e aiutati dalla predica di don Tomasz, abbiamo meditato sull’Avvento. La serata è continuata all’insegna della conoscenza e dell’amicizia con una deliziosa cena e un dolce altrettanto buono. Conclusa la cena abbiamo vissuto un momento strabiliante e unico: la brava e conosciuta pianista di fama mondiale, Caroline Dörge e membra del Serra club, ci ha allietati con alcuni brani classici suonati al pianoforte. Ma le sorprese non erano finite! Il comico, scoppiettante e amico Yor Milano (anch’esso serrano) ci ha accompagnati verso la conclusione della serata dove abbiamo avuto il tradizionale scambio di auguri natalizi e il sorteggio dei “padrinati di preghiera”. Un grazie ancora a tutti i membri del Serra club per l’aiuto al nostro seminario…e…cari auguri di buon natale! Carlo Vassalli 4 NUMERO 2 (18) Dies Accademicus L’Honoris Causa al compositore Arvo Pärt Si è svolto sabato 01 dicembre 2012 presso l’Auditorium dell’USI la cerimonia del ventesimo anniversario del “Dies Accademicus” della Facoltà di Teologia di Lugano. La cerimonia è stata inaugurata da Mons. Azzolino Chiappini Rettore della Facoltà, il quale porgendo il suo benvenuto agli illustri ospiti, il prof. Piero Martinoli, l’On. Manuele Bertoli, Mons. Pier Angelo Sequeri, nonché al Gran Cancelliere della FTL e Vescovo di Lugano Mons. Pier Giacomo Grampa, ha evidenziato l’importanza di questo giorno per la vita accademica della Facoltà. Sia il prof. Martinoli che l’onorevole Bertoli hanno espresso parole di grande elogio per la Facoltà e per i suoi docenti, sottolineando l’importanza dell’esistenza della Facoltà di Teologia per il Cantone Ticino e per l’Università della Svizzera Italiana come partner nel campo della ricerca. Mons. Vescovo salutando calorosamente docenti, studenti e autorità presenti, pieno di riconoscenza ha ricordato il fondatore della Facoltà di Teologia di Lugano, Mons. Corecco, il quale il 27 aprile 1992 decideva con un suo decreto, la fondazione della Facoltà. Allo stesso tempo mons. Vescovo ha voluto manifestare i suoi sentimenti di speranza riguardo alla affiliazione e riconoscimento della Facoltà di Teologia nel Campus dell’USI, nel prossimo futuro. Invitato di onore per tale evento, era il compositore estone Arvo Pärt al quale la facoltà ha conferito il dottorato “Honoris causa”. Arvo Pärt, maestro e compositore di musica contemporanea, durante la sua carriera ha collezionato diversi premi importanti. È membro dell’ Accademia americana delle arti e delle lettere, e del Pontificio Consiglio della Cultura, nominato da Benedetto XVI. Il maestro pieno di gratitudine, nel ringraziare le autorità accademiche per il premio conferito, ha messo in risalto la preziosità della musica nella sua vita e soprattutto nel suo rapporto personale con Dio. L’incontro si è concluso sulle note di un brano musicale composto dal maestro e neo dottore Arvo Pärt. Daniel Ienciu Ordinazioni Diaconali Lo scorso 28 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di Cevio, 3 seminaristi del Seminario Redemptoris Mater di Melano, hanno ricevuto la sacra ordinazione diaconale dal Vescovo Pier Giacomo. Anche la comunità del San Carlo ha voluto essere presente a questo importante avvenimento per la nostra Chiesa di Lugano. Il Vescovo, che celebrava il sacro rito nel giorno del suo compleanno, si è rivolto agli ordinandi con toccanti parole che interrogano tutti noi che siamo in cammino:“La vocazione è la storia di un incontro col Signore che passa, non è lontano, ci raggiunge già da piccoli col Battesimo e poi con gli altri sacramenti, passa con le feste e con i suoi insegnamenti, è presente con la Sua parola, con i suoi gesti di perdono e di bontà. Voi, Elia, Bartolomeo e José Miguel, ve ne siete resi conto, vi siete alzati in piedi al Suo passaggio, avete buttato via il mantello, simbolo del vostro passato e gli avete chiesto la grazia di avere la vista della fede.” Per questo, vivendo insieme questo momento decisivo del nostro cammino vocazionale, anche noi siamo afferrati dalla meraviglia e ci domandiamo: cosa è avvenuto nella mia vita per condurmi a questo appuntamento con il Signore e con la Sua Chiesa? Quale mistero sta per accadere in questa liturgia? Quale forma di vita dovrai assumere dopo la tua ordinazione diaconale? (ognuno ha la sua risposta …) Carissimi lettori non è facile ma neanche impossibile rispondere coerentemente a queste domande, ma soprattutto non è impossibile rispondere “eccomi” quando il Signore ci chiama. “Gesù fa che io veda i bisogni di chi cerca forza, pazienza, coraggio e libertà per continuare il duro cammino della vita. Signore, apri i nostri occhi per vedere la Tua presenza nella storia, per cogliere la Tua vicinanza, per credere alle Tue promesse”. Magloire 5 Bonaventure riceve l’abbraccio del Vescovo in occasione dell’admissio ADORAZIONI EUCARISTCHE Anche quest’anno le Adorazioni eucaristiche si terranno il 2° mercoledì del mese, in collaborazione con il Serra Club e la Commissione diocesana per le vocazioni. PROSSIMI INCONTRI 9 gennaio, 13 febbraio 13 marzo, 10 aprile Al termine della di preghiera ci intratterremo per un momento di fraternità Parola di Dio e Sacrosanctum Concilium Qualche anno fa, ho trovato un libretto intitolato : “Il banchetto dell’Angelo”. Raccontava la conversione di un calvinista al cattolicesimo, Scott Hahn, ha iniziato ad andare alla Messa, per provare che i cattolici non valorizzano abbastanza la Sacra Scrittura, questo per il fatto che essi non hanno l’abitudine di portare in giro con sè, il libro delle Sacre Scritture; ma Scott arriva alla conclusione seguente, che secondo me è una delle frasi più belle del libro: “Dopo la mia frequentazione alla Messa Cattolica, mi sono accorto che la Sacra Scrittura non era fra le mie mani, come di solito succedeva nella mia chiesa d’origine, ma nella Messa Cattolica, le Sacre Scritture erano davanti a me, dietro a me, accanto a me e nelle mie labbra, infatti se si volesse togliere dal rito Cattolico della Messa le Sacre Pagine, non resterebbe praticamente niente”. Il Concilio Vaticano II, ha portato la Chiesa ad un ulteriore più abbondante uso della Parola di Dio, in più la possibilità di sentirLa nella propria lingua madre. Ma quanti di noi dopo esserci nutriti della Mensa del Sacrifico dell’altare, ci ricordiamo dell’alimento ricevuto nella Mensa della Parola? Quanti di noi si ricordano del Vangelo proclamato nella domenica scorsa? Che diremmo della prima lettura o del salmo? Oggi proclamate non nel vecchio latino, ma nelle nostre lingue. Forse non abbiamo anche noi il bisogno di convertici alla Parola? Amici, in quest’anno in cui la Chiesa Svizzera, ci propone un maggior approfondimento della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium”, non ci lasciamo illudere dalle celebrazioni di fuochi d’artificio, non accontentiamoci con le riforme delle forme, anche se queste hanno il loro valore, ma andiamo alla profondità delle cose, alle radice, al cuore, al perché. La riforma liturgica più che malinconia del passato o ideologia del futuro, deve accadere nel cuore del credente. Che in questo Avvento la Madonna, Colei che ha accolto così radicalmente la Parola di Dio, al punto che Questa si è fatta Carne in lei, possa aiutarci ad accogliere ugualmente nella nostra quotidianità questa stessa Parola, così come ha auspicato il Concilio. Augusto dos Cena col Serra Club 6 Reis