Buon Natale
al Vescovo, ai
preti della nostra Diocesi,
agli amici del
Seminario. A
tutti quanti ci
sono vicini
con la loro
preghiera e il
loro sostegno,
ma soprattutto
a quanti nel
mondo sono
sofferenti e
non hanno la
Pace
Anno della Fede
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Avvento
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EDITORIALE di Don Willy Volonté, Rettore
Dies Accademicus
I giovani ticinesi. Perché così pochi in Seminario?
Questa è una domanda che mi sento rivolgere come Rettore del Seminario molte volte.
Perché? È un bel problema rispondere in quattro e quattr’otto, ma ci provo. Anzitutto: la
vocazione è un dono di Dio e non la si compra al Buonmercato a prezzi scontati. Se è un
dono, allora ci deve essere qualcuno che l’accoglie oppure qualcuno che umilmente lo
chiede. Ecco qui il primo grosso problema: occorre avere un grande desiderio di “essere
preso a giornata” come gli operai del Vangelo, da chiedere nella preghiera e nel sacramento. È quello che facciamo in Seminario nell’Adorazione, ogni secondo mercoledì
del mese. Mi è capitato di incontrare giovani che certamente hanno sentito il “vieni e
seguimi” da parte di Cristo, ma poi la famiglia, la ragazza, il pregiudizio degli amici,
un’idea astratta del prete o l’attrattiva di questo mondo hanno avuto la meglio e se ne
sono andati via tristi (come è capitato al giovane ricco del Vangelo). Altri, che pur non
essendo chiamati pretendono di diventare preti a tutti i costi; questi sono i casi più difficili da trattare. Gesù ha scelto solamente alcuni per restare con Lui: qualcuno, che voleva seguirlo lo ha rimandato a casa sua assegnandogli una missione diversa mentre il giovane ricco, che era stato chiamato, rifiutò. Ma dove sboccia la vocazione? Ognuno ha
una propria strada, ma normalmente occorre un contesto comunitario: la famiglia, la
parrocchia, l’oratorio, il gruppo giovanile, il movimento; insomma un luogo dove
l’annuncio cristiano, o meglio la persona di Gesù, sia chiaramente e con decisione fatta
incontrare e così il giovane conosca bene Chi deve seguire e per Chi dare la propria vita.
Il seme senza il terreno adatto, e continuamente coltivato, non attecchisce. Occorre un
luogo dove il giovane respiri l’amore per la Chiesa come comunione di persone, ma così
come é oggi e non cresca in un clima di sospetto dove c’è sempre da contestare l’esistente,
sognando una Chiesa su misura dei propri gusti. Il clima di dubbio sulla Chiesa mortifica la
nascente vocazione. Occorre incontrare un prete che sia contento di esserlo e, vivendo nella certezza del suo sacerdozio, lo trasmetta al giovane senza “se” e senza “ma”. Il resto lo fa il Signore,
ma da parte nostra occorre non intralciare il germinare del dono della vocazione .
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Ritiri spirituali
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Con gli amici del Serra
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VOX CAROLI
Anno della Fede, il 4 novembre aperto in Diocesi
A cura del vicerettore,
don Tomasz Wojtal
Cari Lettori e Amici del nostro “Vox Caroli”!
Di nuovo siamo ospiti da voi. Vi ringraziamo per la vostra accoglienza e la vostra
amicizia con la quale condividete la nostra vita e il nostro cammino. La consapevolezza che c’è qualcuno che ci “legge” e
prega per noi, perché è interessato di
quello che viviamo, ci offre il conforto e la
motivazione per continuare con serietà
questa avventura che abbiamo iniziato,
che il Signore “ha iniziato in noi”. Siamo
felici che abbiate voluto fare parte di questo mondo, arricchendolo con la vostra
presenza e vicinanza. La famiglia degli
Amici del Seminario cresce e porta sempre nuovi frutti. È bello vedere la nostra
cappella che si riempie sempre di più ogni secondo mercoledì del mese per il
momento d’Adorazione e di preghiera. È
edificante vedere sempre nuove persone,
a cui non sono indifferenti le nuove vocazioni, i sacerdoti, la santità. Le adorazioni
continuano. “Il Signore mandi operai nella
sua messe”. Passiamo la parola, invitiamo gli altri. Vi aspettiamo. Inoltre, in primavera vi inviteremo al nostro nuovo
spettacolo “Porta fidei”. Abbiamo già iniziato le prove. Sull’ultima pagina troverete il primo poster che lancia questa nostra
iniziativa. Vogliamo così insieme a voi
attraversare la porta della fede.
Con questo numero vogliamo portare nelle vostre case un po’ di Natale, di questa
Festa della vita, dell’amore e della pace.
Che il Signore che viene ci aiuti a riscoprire il suo vero volto, illuminando con la
sua luce il cammino della nostra fede.
Buon Natale e buona lettura!
Un anno della fede, un tempo di particolare riflessione, di ritorno a Dio
e alla Chiesa, convocato sull’esempio di quanto fece Paolo VI nel 1967,
con l’intento di favorire “una più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede in Lui e per annunziarLo con gioia all’uomo del nostro
tempo”. L’invito è di Benedetto XVI, il Vicario di Cristo, a tutta la
Chiesa universale. Anticipata nell’omelia di domenica 16 ottobre 2011
e illustrata nella lettera apostolica Porta Fidei, la proposta del Papa per
un anno dedicato alla fede si è concretizzata e ufficialmente aperta à
Roma l’11 ottobre 2012 in occasione della solenne celebrazione del
cinquantenario dell’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II.
La Chiesa di Cristo che è a Lugano non è stata in margine all’invito del
Santo Padre. Dopo l’apertura a livello nazionale lo stesso 11 ottobre a
Berna dalla Conferenza episcopale svizzera, la Messa d’inaugurazione
dell’anno della fede in Diocesi è stata celebrata nella basilica del Sacro
Cuore a Lugano presieduta dal Mons. Pier Giacomo Grampa. La partecipazione era importante e viva sia da parte dei fedeli che dei preti nonché di tutto il Seminario San Carlo. Nella sua omelia, il vescovo ha, in
un primo momento, presentato la figura di fede d’un “grandissimo uomo della Chiesa”, San Carlo Borromeo nella cui festa cade la celebrazione. «Se vogliamo trovare un centro di gravità, un filo conduttore nel
cammino della vita del grande Arcivescovo, questo è l’amore folle per
il nostro Dio e Signore (…) e San Carlo non solo crede in Dio, ma si
affida, si abbandona incondizionatamente a Lui», ha affermato il Vescovo. Credere è affidarsi nelle braccia di Dio e del nostro Dio crocifisso per noi. Riferendosi poi alle letture del giorno, il Vescovo ha rilevato
che la fede nasce dall’ascolto: «Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio!»; da questo ascolto, che non è un semplice sentire ma un mettersi in
moto, il credente prende un rischio, quello dell’amore: «Amerai il Signore Dio tuo!». Credere è quindi entrare in una relazione, in un rapporto vivo d’amore con l’Altro che per primo ci ha amati e ci ha chiamati alla vita con Lui. La fede è questione di relazione, di comunione.
Ma se «la porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio
e permette l’ingresso nella Chiesa è sempre aperta a noi» – così inizia la
lettera apostolica di indizione del Papa – perché un anno della fede proprio adesso? Proprio perché «c’è una crisi, risponde il Cardinal Walter
Kasper. Lo si vede in Europa (…) soprattutto tra i giovani, molti non
hanno alcun contatto reale con la vita della Chiesa e coi sacramenti. Se
si parla di nuova evangelizzazione, non si può che prendere atto di questo. Altrimenti si finisce per fare cose accademiche». La fede, o è un
incontro cioè una esperienza personale con Cristo, uno “scommettere”
sul Dio di Gesù Cristo, o diventa una religiosità senza fondamento; e
qui sta il pericolo della Chiesa e pertanto della società del nostro tempo.
A tutti auguriamo un Anno della fede fecondo che ci porti all’incontro
con Dio e col prossimo.
«Signore, accresci in noi la fede!»
Paul Ezin
Una cordiale serata con i Cavalieri del Santo Sepolcro
Il 6 dicembre, al Seminario diocesano di Lugano, una festa celebrata dai Cavalieri in occasione delle feste natalizie. La serata è iniziata con la Messa presieduta da Mons. Grampa insieme ai Cavalieri e ai Seminaristi. Durante l'omelia, Mons
Grampa ha ricordato il significato profondo della realtà del Natale portatore di pace, della quale c'è bisogno, soprattutto in
Terra santa, dove la convivenza religiosa e culturale dovrebbe diventare una testimonianza viva di ciò che il Re della pace
ha voluto incarnandosi in quella terra. Dopo la Messa, è stata servita una cena cordiale e vivace, accompagnata dal tradizionale suono della cornamusa. Durante la serata è stato organizzato un concorso con in palio una forma di formaggio, il fortunato vincitore, l’amico Umberto, che ringraziamo di cuore, l’ha poi offerta al Seminario. Alla fine, al momento del dessert, i
seminaristi presentati dal Rettore don Willy hanno meritato gli applausi cantando due canzoni tradizionali, e la festa si è
conclusa con la venuta di San Nicolao che ha distribuito ai presenti dei buoni cioccolatini.
Imad
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NUMERO 2 (18)
Veglia d’Avvento: l’eccomi per Cristo
Avvento è desiderare con il desiderio
di Maria che Gesù nasca
Eccomi! Come si può aprire meglio il nuovo anno liturgico, se
Avvento è desiderare con tutta la
non mediante la preghiera?
Chiesa che Gesù Venga
Ed è stato proprio così, la sera del primo dicembre, ai primi vespri della prima domenica d’Avvento, nella quale ognuno di noi Avvento è fare presepio
ha rinnovato il suo “eccomi” al Signore, si è dato inizio ad un Nella propria carne
nuovo anno della Chiesa. Però, questo “eccomi” doveva essere
pronunciato ancora una volta solennemente.
Dopo la preghiera del vespro siamo partiti per Bellinzona, dove
ci aspettava un evento molto importante. Nella chiesa del Sacro
L’avvento in Seminario
Cuore, la Pastorale Giovanile diocesana ha preparato, ormai come da tradizione, la Veglia d’Avvento. È questo un momento propizio per stare Un anno liturgico se ne va e uno nuoinsieme iniziando l’Avvento in preghiera, nella riflessione e vo inizia. Ogni anno la Chiesa ci dà
nell’accoglienza reciproca. Durante la veglia c’era anche un altro mo- l’occasione di rivedere la nostra vita
mento particolare legato alla parola “eccomi”, cioè il primo impegno di in vista della fine, che si fa vicina ogni
alcuni seminaristi di ambedue i Seminari di Lugano. Questo “eccomi” è il minuto che passa, all’incontro con il
Signore
che
viene.
Lontano
primo passo ufficiale nel cammino della formazione ed é l’accoglienza e dall’essere una rutine, l’Avvento
il riconoscimento, da parte della Chiesa, della vocazione con dev’essere un tempo di riflessione sull’ammissione del candidato al commino verso l’ordine sacro.
la propria relazione con Dio. È vero,
dare
l’impressione
di
La veglia e cominciata con una sacra rappresentazione sulla vita di Santa può
un’abitudine
dal
momento
che
ogni
Chiara, egregiamente diretta da Padre Callisto che ha saputo coinvolgere i
presenti invitandoli ad unirsi ai canti e alle preghiere della sacra rappre- anno sono le medesime letture, però
l’Avvento è come dei gradini circolari
sentazione. Dopo di ciò, i rettori dei due Seminari hanno presentato i se- che salendo ci sembra di girare attorminaristi per il primo impegno. Davanti al Vescovo PierGiacomo, si sono no a sé.
presentati quattro seminaristi, tra cui il nostro fratello dal Benin: Bona- Dobbiamo lasciarci provocare dalla
ventura Tassou. Questo momento era significativo anche per coloro che voce dei profeti che chiama alla conCome
si
prepara,
l’hanno già fatto, ricordandosi del momento in cui abbiamo detto il nostro versione.
quest’anno,
l’Avvento
nel
Seminario
“eccomi” davanti al Vescovo.
Ricordando Bonaventura nelle nostre preghiere, gli auguriamo un buon San Carlo?
La prima cosa che facciamo è la lectio
cammino di formazione verso il sacerdozio.
Jakub Tomaszewski divina, consigliata ad ogni cristiano.
Attraverso la lectio divina, noi ascoltiamo il Signore che dice una parola
per noi oggi, la meditiamo e la mettiamo in pratica
Nella cultura bariba (nord del Benin),
in attesa di un ospite si pulisce la casa
all’interno come all’esterno così che
l’ospite viene trova un luogo pulito,
piacevole e accogliente.
Penso che è così che dobbiamo passare il tempo dell’Avvento, facendo una
pulizia nella nostra vita. Abbiamo già
imparato dall’insegnamento degli apostoli come comportarci e piacere a Dio (1Ts. 4,1). Già uno sforzo si fa, bisogna adesso progredire ancora di più.
Nell’ottica di aiutare a vivere bene
questo tempo, ogni venerdì, il nostro
seminario presiede alla preghiera di
Avvento alla Facoltà di Teologia, dalle 10.15. Abbiamo anche ossequiato la
tradizione realizzando il presepe per
Natale. Quest’anno abbiamo il più bel
presepe del Ticino. Ha in sé il riflesso
delle culture ticinese, lombarda, austriaca, filippina e rumena.
È da vedere!
Bonaventura Tassou
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VOX CAROLI
Uno dei momenti più attesi dai seminaristi
Ritiri spirituali mensili
Grazie alla proposta formativa dei nostri Superiori, come seminaristi del Seminario Diocesano San Carlo, abbiamo
l’opportunità di partecipare, oltre che ai ritiri spirituali nei tempi
forti, a dei momenti formativi, spirituali e di ritiro ogni mese.
Alla domanda: “Come mai alla fine di un ritiro spirituale, di un
periodo vissuto in silenzio e preghiera, tutti i partecipanti sono
pieni di gioia e pronti a riprendere la vita quotidiana con uno
slancio più intenso?”. Ho scelto di rispondere a questa domanda
citando il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La preghiera è la
vita del cuore nuovo. Deve animarci in ogni momento. Noi, invece, dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro Tutto.
[…] La preghiera come ricordo di Dio, risveglio frequente della
memoria del cuore”. Nel anno della fede vogliamo impegnarci
seriamente, metterci al lavoro e vivere intensamente questi ritiri
spirituali in una giusta prospettiva.
Nel mese di ottobre abbiamo avuto il privilegio di avere come
predicatore Mons. Azzolino Chiappini, rettore della Facoltà.
L’accento è stato messo sull’importanza del contatto con la Parola di Dio, sul senso della nostra vita – di essere vicini a Dio in
Gesù - che è la nostra pace. Come si può vivere in pace? Solo a
partire dalla persona di Cristo, trasformati dall’incontro con Lui.
In novembre abbiamo vissuto la nostra due giorni accompagnati
da Don Nicola Zanini, professore di liturgia alla Facoltà. Il tema
principale sul quale abbiamo lavorato è stato l’incontro e la
chiamata dei discepoli con Gesù, e la loro testimonianza. La
prima riflessione la riassumo con due domande da Gv 1,38:
“Che cosa cercate?” e “Rabbi dove dimori?”. Nella seconda riflessione sono stati sottolineati tre punti: a) la novità di Dio,
cioè Cristo presente nell’anonimato di Nazareth, nella quotidianità della vita; b) La missionarietà per contagio, essere testimoni là dove siamo chiamati a vivere; c) La grandezza di Cristo
sulla croce, ovvero Dio che si offre totalmente per noi.
Questi ritiri spirituali, credo, che dovrebbero essere modello per
tutti, per riscoprire la Vita, nella preghiera, nel silenzio, nella
meditazione e nell’Adorazione.
Concludo ringraziando, a nome di tutti i seminaristi, Mons.
Chiappini e don Nicola.
Marius Micloş
San Carlo. Accomunati dallo stesso Patrono
Domenica 4 Novembre, giorno in cui la Santa
Chiesa festeggia liturgicamente San Carlo Borromeo, Compatrono della nostra diocesi, alcuni
seminaristi si sono recati con il Rettore del Seminario, presso la chiesa di San Carlo in via
Nassa a Lugano, dove abbiamo celebrato una
solenne Santa Messa, su invito dalla Confraternita di San Carlo Borromeo, la quale è stata rifondata recentemente. Lo scopo principale di
questa confraternita, proprietaria della chiesa,
consiste fondamentalmente nel dare una nuova
spinta alle attività pastorali in questa bellissima
Chiesa, per esempio la ripresa della devozione
dei “primi Sabati” del mese, voluti dalla Madonna a Fatima, a partire dal Febbraio prossimo.
L’invito a questa Santa Messa è servito anche
per stabilire un legame amichevole fra la confraternita e il seminario diocesano. In
quest’occasione, don Volontè ci ha ricordato
nella sua omelia, prendendo esempio da San
Carlo Borromeo, il quale ha visitato il Ticino
diverse volte, in che cosa consista la vera riforma nella Chiesa cattolica, ovvero che la
“reformatio” esige sempre una “instauratio” per
essere una riforma autentica e feconda. Essa nasce dalla conversione interiore verso Gesù Cristo – proprio come San Carlo Borromeo ci ha
lasciato l’esempio, essendosi convertito anche
egli stesso da una vita mondana a una vita completamente immersa nel mistero salvifico di Gesù Cristo.
Dopo la celebrazione della Santa Messa in onore
di San Carlo, i seminaristi si recarono, insieme
al loro Rettore, presso le sacre reliquie del santo
Cardinale milanese per rendergli omaggio, baciando con devozione il reliquiario.
Michele Gurtner
Serata pre-Natalizia, con gli amici del Serra Club
Freddo. Neve. Qualche luce. Mercoledì 5 dicembre u.s. siamo partiti verso le 18.00 dal seminario per la tradizionale festa con gli amici del Serra Club. Giunti alla casa Santa Brigida abbiamo celebrato la Santa Messa
presieduta da don Willy, e aiutati dalla predica di don Tomasz, abbiamo meditato sull’Avvento. La serata è
continuata all’insegna della conoscenza e dell’amicizia con una deliziosa cena e un dolce altrettanto buono.
Conclusa la cena abbiamo vissuto un momento strabiliante e unico: la brava e conosciuta pianista di fama
mondiale, Caroline Dörge e membra del Serra club, ci ha allietati con alcuni brani classici suonati al pianoforte. Ma le sorprese non erano finite! Il comico, scoppiettante e amico Yor Milano (anch’esso serrano) ci ha accompagnati verso la conclusione della serata dove abbiamo avuto il tradizionale scambio di auguri natalizi e il
sorteggio dei “padrinati di preghiera”. Un grazie ancora a tutti i membri del Serra club per l’aiuto al nostro
seminario…e…cari auguri di buon natale!
Carlo Vassalli
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NUMERO 2 (18)
Dies Accademicus
L’Honoris Causa al compositore Arvo Pärt
Si è svolto sabato 01 dicembre
2012 presso l’Auditorium
dell’USI la cerimonia del ventesimo anniversario del “Dies Accademicus” della Facoltà di
Teologia di Lugano.
La cerimonia è stata inaugurata
da Mons. Azzolino Chiappini
Rettore della Facoltà, il quale
porgendo il suo benvenuto agli
illustri ospiti, il prof. Piero Martinoli, l’On. Manuele Bertoli,
Mons. Pier Angelo Sequeri,
nonché al Gran Cancelliere della FTL e Vescovo di Lugano
Mons. Pier Giacomo Grampa,
ha evidenziato l’importanza di
questo giorno per la vita accademica della Facoltà.
Sia il prof. Martinoli che
l’onorevole Bertoli hanno espresso parole di grande elogio
per la Facoltà e per i suoi docenti, sottolineando l’importanza
dell’esistenza della Facoltà di
Teologia per il Cantone Ticino e
per l’Università della Svizzera
Italiana come partner nel campo
della ricerca.
Mons. Vescovo salutando calorosamente docenti, studenti e
autorità presenti, pieno di riconoscenza ha ricordato il fondatore della Facoltà di Teologia di
Lugano, Mons. Corecco, il quale il 27 aprile 1992 decideva con
un suo decreto, la fondazione
della Facoltà. Allo stesso tempo
mons. Vescovo ha voluto manifestare i suoi sentimenti di speranza riguardo alla affiliazione e
riconoscimento della Facoltà di
Teologia nel Campus dell’USI,
nel prossimo futuro.
Invitato di onore per tale evento,
era il compositore estone Arvo
Pärt al quale la facoltà ha conferito il dottorato “Honoris causa”. Arvo Pärt, maestro e compositore di musica contemporanea, durante la sua carriera ha
collezionato diversi premi importanti. È membro dell’ Accademia americana delle arti e
delle lettere, e del Pontificio
Consiglio della Cultura, nominato da Benedetto XVI.
Il maestro pieno di gratitudine,
nel ringraziare le autorità accademiche per il premio conferito,
ha messo in risalto la preziosità
della musica nella sua vita e soprattutto nel suo rapporto personale con Dio. L’incontro si è
concluso sulle note di un brano
musicale composto dal maestro
e neo dottore Arvo Pärt.
Daniel Ienciu
Ordinazioni Diaconali
Lo scorso 28 ottobre, presso la chiesa
parrocchiale di Cevio, 3 seminaristi
del Seminario Redemptoris Mater di
Melano, hanno ricevuto la sacra ordinazione diaconale dal Vescovo Pier
Giacomo. Anche la comunità del San
Carlo ha voluto essere presente a questo importante avvenimento per la nostra Chiesa di Lugano.
Il Vescovo, che celebrava il sacro rito
nel giorno del suo compleanno, si è
rivolto agli ordinandi con toccanti parole che interrogano tutti noi che siamo in cammino:“La vocazione è la
storia di un incontro col Signore che
passa, non è lontano, ci raggiunge già
da piccoli col Battesimo e poi con gli
altri sacramenti, passa con le feste e
con i suoi insegnamenti, è presente
con la Sua parola, con i suoi gesti di
perdono e di bontà. Voi, Elia, Bartolomeo e José Miguel, ve ne siete resi
conto, vi siete alzati in piedi al Suo
passaggio, avete buttato via il mantello, simbolo del vostro passato e gli
avete chiesto la grazia di avere la vista della fede.”
Per questo, vivendo insieme questo
momento decisivo del nostro cammino vocazionale, anche noi siamo afferrati dalla meraviglia e ci domandiamo:
cosa è avvenuto nella mia vita per condurmi a questo appuntamento con il Signore e con la Sua Chiesa? Quale mistero sta per accadere in questa liturgia?
Quale forma di vita dovrai assumere
dopo la tua ordinazione diaconale?
(ognuno ha la sua risposta …)
Carissimi lettori non è facile ma neanche impossibile rispondere coerentemente a queste domande, ma soprattutto
non è impossibile rispondere “eccomi”
quando il Signore ci chiama.
“Gesù fa che io veda i bisogni di chi
cerca forza, pazienza, coraggio e libertà
per continuare il duro cammino della
vita. Signore, apri i nostri occhi per vedere la Tua presenza nella storia, per
cogliere la Tua vicinanza, per credere
alle Tue promesse”.
Magloire
5
Bonaventure riceve
l’abbraccio del Vescovo in occasione
dell’admissio
ADORAZIONI EUCARISTCHE
Anche quest’anno le Adorazioni eucaristiche si terranno
il 2° mercoledì del mese, in
collaborazione con il Serra
Club e la Commissione diocesana per le vocazioni.
PROSSIMI INCONTRI
9 gennaio, 13 febbraio
13 marzo, 10 aprile
Al termine della di preghiera
ci intratterremo per un momento di fraternità
Parola di Dio e
Sacrosanctum
Concilium
Qualche anno fa, ho
trovato un libretto
intitolato : “Il banchetto dell’Angelo”. Raccontava la conversione di un calvinista al
cattolicesimo, Scott Hahn, ha iniziato ad
andare alla Messa, per provare che i cattolici non valorizzano abbastanza la Sacra
Scrittura, questo per il fatto che essi non
hanno l’abitudine di portare in giro con sè,
il libro delle Sacre Scritture; ma Scott arriva alla conclusione seguente, che secondo
me è una delle frasi più belle del libro:
“Dopo la mia frequentazione alla Messa
Cattolica, mi sono accorto che la Sacra
Scrittura non era fra le mie mani, come di
solito succedeva nella mia chiesa
d’origine, ma nella Messa Cattolica, le Sacre Scritture erano davanti a me, dietro a
me, accanto a me e nelle mie labbra, infatti
se si volesse togliere dal rito Cattolico della Messa le Sacre Pagine, non resterebbe
praticamente niente”.
Il Concilio Vaticano II, ha portato la Chiesa ad un ulteriore più abbondante uso della
Parola di Dio, in più la possibilità di sentirLa nella propria lingua madre. Ma quanti
di noi dopo esserci nutriti della Mensa del
Sacrifico dell’altare, ci ricordiamo
dell’alimento ricevuto nella Mensa della
Parola? Quanti di noi si ricordano del Vangelo proclamato nella domenica scorsa?
Che diremmo della prima lettura o del salmo? Oggi proclamate non nel vecchio latino, ma nelle nostre lingue. Forse non abbiamo anche noi il bisogno di convertici alla
Parola?
Amici, in quest’anno in cui la Chiesa Svizzera, ci propone un maggior approfondimento della Costituzione
conciliare
“Sacrosanctum Concilium”, non ci lasciamo illudere dalle celebrazioni di fuochi
d’artificio, non accontentiamoci con le riforme delle forme, anche se queste hanno il
loro valore, ma andiamo alla profondità
delle cose, alle radice, al cuore, al perché.
La riforma liturgica più che malinconia del
passato o ideologia del futuro, deve accadere nel cuore del credente.
Che in questo Avvento la Madonna,
Colei che ha accolto così radicalmente
la Parola di Dio, al punto che Questa si
è fatta Carne in lei, possa aiutarci ad
accogliere ugualmente nella nostra quotidianità questa stessa Parola, così come
ha auspicato il Concilio.
Augusto
dos
Cena col Serra Club
6
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I giovani ticinesi. Perché così pochi in Seminario?