all’opera — 19
Gli studenti
dello Iuav per
Francesco Cavalli
Al Malibran
la rilettura della
«Virtù de’ strali d’amore»
T
di Mirko Schipilliti
esisteva il Teatro San
Cassiano, vicino a San Polo, uno dei teatri più importanti di Venezia, dove nel 1642, agli albori del
melodramma, La Virtù de’ strali d’amore (ossia Il potere delle frecce d’Amore) andò in scena, prima collaborazione del librettista Giovanni Faustini col compositore Pietro Francesco Caletti Bruni, in arte Francesco Cavalli. Opera, come tante, sparita poi dalle scene, morta e sepolta, ma, come tante altre partiture, testimonianza di un’epoca e di un
recentosessantasei anni fa
so, ricco di apparati scenici, dove la voce regna in assoluto in tutte le sue sfumature non solo prettamente musicali ma anche teatrali. Un canto che fa del recitativo una colonna portante, una struttura narrante intorno a cui ruota
tutto. Quindi il cosiddetto «continuo», l’accompagnamento, è affidato a un ricco corteo strumentale (organo, cembalo, tiorba, arpa, lirone) e necessita di una fantasia elaborativa per nulla scontata. Ma è soprattutto la concezione del
tempo a stupire, tempo cronometrico e mentale, senso del
tempo completamente diverso da quello che viviamo oggi, fatto di frenesia e comunicazione istantanea. Opere lunghissime, ore e ore, non c’era fretta, non ce n’era bisogno, c’è
da gustarsi ogni sfumatura del canto fra innumerevoli personaggi. Ecco quindi le due grandi difficoltà nel ripensare questo repertorio: le problematiche dello stile, poiché ci
si affidava alla prassi laddove non tutto veniva scritto (realizzazione di parti, varianti, strumentazione), e le difficoltà nel gestire la lunghezza a secoli di distanza. L’orchestra
di Biondi, che ha curato una revisione dell’opera, in parti reali, rimaneva ancorata a una rigorosa lettura, lontana
da concessioni e libertà di dinamica. Per il violinista-direttore qui il canto è un evidente dominatore, dove «la parola impone le sue leggi», con «una musica sensibile alle sfu-
all’opera
Scene dalla Virtù de’ strali d’amore
modo di percepire l’arte e la musica. Ed è soprattutto musica, patrimonio artistico ancora troppo abbandonato, goccia di un mare magnum ancora inesplorato. La fervida produzione teatrale del Barocco e del Settecento creò in Italia
un’immensa quantità di musiche rimaste solo storia, che necessitano di revisione e di un lavoro di restauro al pari delle opere architettoniche. Non si tratta di archiviare o catalogare, ma di riportare in vita, suonare e allestire. La Fondazione La Fenice continua da anni un lavoro di recupero filologico affidando a specialisti l’interpretazione di partiture riproposte dopo secoli in prima esecuzione moderna. Con Cavalli era stato Andrea Marcon a cominciare con
L’Orione per Civiltà Musicale Veneziana nel 1998; seguirono
L’Olimpiade di Galuppi, poi quella di Cimarosa, per passare
alla lezione di Fabio Biondi e dell’ensemble Europa Galante, che a Vivaldi accostarono, due anni fa, la Didone di Cavalli. L’opera barocca è una sfida, uno spettacolo comples-
mature del sentimento», vedendovi, per le arditezze linguistiche «un tributo di riconoscenza al suo maestro Monteverdi». L’opera «tragicomica musicale» inaugurò la stagione del 1642, quarta di Cavalli per il San Cassiano. Lungo
una struttura drammaturgica complessa si muovono nodi
di personaggi principali e secondari intorno a vicende amorose intricate, fra mitologia e scenari pastorali. Una non facile prova per la Facoltà di Design e Arti dello Iuav di Venezia, che attraverso il corso di laurea specialistica in Scienze e tecniche del teatro diretto da Walter Le Moli, ha offerto a giovani studenti la possibilità di cimentarsi in una produzione nuova, andata in scena al Malibran lo scorso ottobre. Compito arduo per il barocco, tanto lontano nel tempo quanto delicato, così da venirne fuori con una regia di
Davide Livermore, scene di Tiziano Santi e costumi di Vera Marzot (tutti tutor) molto cautamente, secondo una moderna linea essenziale e asciutta, scene fisse e geometrie. ◼
20 — all’opera
«Il ritorno di Ulisse»
di Monteverdi
secondo
William Kentridge
Monteverdi riprende il poema omerico, selezionandone gli
episodi dedicati alle vicende dell’eroe al ritorno dalla guerra di Troia. Egli mantiene inalterato il «libretto», adattandolo
alla forma aristocraticamente morale dell’opera seria coeva:
un grande dispiegamento di valori astratti e di virtù, incarnate in personaggi fortemente idealizzati, in questo caso l’Umana Fragilità, il Tempo, la Fortuna e l’Amore.
Nella versione dell’Ulisse monteverdiano firmata da William Kentridge ritroviamo lo stesso spunto di rivisitazione
che ricontestualizza il medesimo materiale arcaico, filtrandolo al setaccio delle necessità della nostra epoca e della propria versatile sensibilità artistica.
Afferma Kentridge: «È stata proprio la scoperta di un’umanità vulnerabile e non più eroica, al centro della versione di
Monteverdi, che mi ha avvicinato a quest’opera, cercando
di Patrizia Parnisari
di ricreare in ogni sua parte un costante slittamento tra l’ottimismo eroico di Ulisse e un fatalismo per cui ogni cosa dii fu un tempo, nell’antichità, nel
viene troppo difficile da affrontare». Il
quale si riconosce il passaggio
quesito portante dell’Ulisse di Kentridalle comunità democratiche
Il ritorno di Ulisse è realizzato da Wildge è: «Qual è la linea, quale il confine
liam Kentridge con Ricercar Consort diretta
primitive – potremo chiamare questo
che separa l’esterno dalla percezione di
da Philippe Pierlot e le marionette della comperiodo precedente «medioevo greco»
noi stessi? Oggi non siamo timorati dapagnia Handspring Puppets. Grazie alla col– alla civiltà aristocratica nascente.
gli dei, ma comunque alla mercé di forlaborazione tra Teatro La Fenice, FondazioI poemi omerici sono una creazioze esterne. Il mondo che è oltre il nostro
ne Bevilacqua La Masa e illlycaffè l’artista sune e, al giorno d’oggi, un documento
controllo, è adesso dentro di noi, al nodafricano proporrà anche la mostra (Repeat)
di quell’epoca di transizione. L’Iliade e
stro interno. Invece di bruciare olio nei
From the Beginning, allestita presso Pal’Odissea rappresentano l’ordinamento
templi, facciamo sacrifici sulle macchilazzetto Tito, sede della Bevilacqua La Mafinale di un materiale poetico compone delle palestre (oppure no, attirandoci
sa a San Barnaba. Dal 9 dicembre il video dalsto in vari periodi e da diversi autori. E
la collera degli dei); ingeriamo le nostre
lo stesso titolo – (Repeat) From the Beginanche se non ci è concesso individuare
offerte: calcio, antiossidanti, ci limitianing – creato da William Kentridge appositale personalità individuali né il numero
mo in quaresima, sul burro, sulla carne
mente per il sipario frangifuoco della Fenice preesatto di questi autori, quel materiale fa
rossa, le sigarette (oppure no, addossancederà l’inizio di tutte le prove e rappresentazioaffiorare la fisionomia storico-culturadosi una sorte avversa)».
ni del dittico I pagliacci di Leoncavallo e Von
le di questo mondo in fase di passaggio,
Rivolgendosi a un’interiorità che diHeute auf Morgen di Schönberg
che poté godere della sua breve e anarventa in scena assolutamente letterale,
(cfr. l’articolo a fianco).
chica libertà.
Kentridge delinea il senso della sua opeA sua volta l’opera: «Le proiezioni
ra monteverdiana,
presenti nel prolonel suo complesso,
go, create attraversi colloca successiso l’uso di raggi X
vamente in un pune risonanze, sono
to storico determidifferenti dalle lonante, che comro immagini esterprende la nascita
ne, sono diverse da
del teatro in musica
quello che qualsiae che darà successisi disegno anatovamente i natali almico abbia mai pol’opera lirica più cotuto mostrare; (...)
nosciuta; ma occuuna seconda mepa anche una portafora del vedere e
zione del periodo
dello strumento atdi passaggio daltraverso cui vediala concezione mumo: immagini dalsicale largamente
l’interno che potreIl ritorno di Ulisse di Claudio Monteverdi,
modale alla succesmo riconoscere, ma
bozzetto di Günther Rennert, Amburgo 1964
siva selezione dei
che non afferriamo
modi maggiore/
mai del tutto. Sono
minore e all’avvenovviamente molto della cosiddetta tonalità. Non è secondario ricordare la pubto diverse da ciò che appare all’esterno, sono un simbolo di
blicazione del Sidereus nuncius (Venezia 1610) di Galileo Gaqualcosa di lontano e sconosciuto».
lilei, testimonianza dell’evoluzione del pensiero filosofico e
Gli esiti dell’impegno artistico di Kentridge fanscientifico dal tardo Rinascimento al primo Barocco che rapno affiorare la fisionomia storico-culturale della conpresenta emblematicamente i fermenti, le tensioni, lo spirito
temporaneità; ci spingono doverosamente a interrodi ricerca che anima questo periodo della civiltà occidentale.
garci sui percorsi possibili e sulle direzioni intrapreNella sua opera veneziana Il ritorno di Ulisse in patria (1640)
se dall’attuale epoca di profonda trasformazione. ◼
Accompagnano lo spettacolo
una mostra e un video
dell’artista sudafricano
all’opera
C
all’opera — 21
Leoncavallo
e Schönberg
in dittico alla Fenice
so cinematografico.
Dopo il 1890 Leoncavallo interrompe il lavoro alla sua grande opera storica I Medici (che completerà nel 1893) per dedicarsi interamente ai Pagliacci, di cui sarà compositore nonché librettista. L’opera viene elaborata ricalcando la traccia del fortunato lavoro di Mascagni. Pagliacci va in scena al Teatro Dal
Verme il 21 maggio 1892, diretto dal giovane Toscanini, ed è
un grande successo. In breve tempo entra nel repertorio internazionale e la sua popolarità è talmente vasta da farne la prima
opera quasi completamente incisa su disco (1907).
Von Heute auf Morgen è il secondo cimento operistico di
Schönberg e fu composto nel 1928. La moglie del compositore, con lo pseudonimo di Max Blonda, ne curò il libretdi Andrea Oddone Martin
to. Immediatamente successiva alla composizione delle Variazioni op. 31, il lavoro che testimonia
ultimo appuntamento della
in maniera compiuta e definitiva la mastagione lirica 2007-2008 delturità del neonato sistema dodecafonila Fenice giustappone le opere
co, quest’opera per il soggetto può dedi due compositori che, a dispetto della
finirsi commedia e ben figurare nella
relativa prossimità epocale, fanno capo
produzione tradizionale dell’operetta.
a due dimensioni musicali distinte neGenere teatrale nato in Francia e in Augli esiti ma unite nella rivoluzione degli
stria nella seconda metà dell’Ottocento
intenti artistici: sia Pagliacci di Ruggero
e rimasto in voga fino al 1930 circa, fu
Leoncavallo che Von Heute auf Morgen
un tipo di spettacolo rivolto principaldi Arnold Schönberg si collocano ciamente al pubblico borghese. L’operetta
scuna nella forte corrente d’innovazione porta alla ribalta il sentimentalismo
ne dei rispettivi periodi storici.
e le intime contraddizioni che ne caratL’avventura verista inaugurata con
terizzano la quotidianità. Protagonisti
Cavalleria rusticana, che interrompe
ne divennero quindi gli stessi borghel’immobilismo della creatività lirica itasi oppure gli improbabili aristocratici e
liana paralizzata dalla colonizzazione
diplomatici di granducati immaginari
delle opere di Wagner, dal sinfonismo
dell’Europa centrale.
Arnold Schönberg
tedesco e dal grand-opéra francese, comLa musica di Von Heute auf Morgen fu
porta la realizzazioscritta dallo Schönne di uno spettacoberg radicalmente
lo nel quale l’azione
dodecafonico, ma
scenica e la musica
presenta una forraggiungono pama chiara e di fari dignità attravercile comprensioso una vera fusione. I personaggi,
ne. La poetica vecon le loro inclinarista materializza
zioni e gestualità,
la Gesamtkunstwerk,
sono descritti con
l’opera d’arte totaprecisione dall’orle wagneriana, perchestra e, considemettendo l’identirata la sua complesficazione nei persosità, l’opera risulta
naggi da parte del
straordinariamenpubblico, coinvolto
te accessibile.
nell’intensa parteciNonostante la difpazione alla rappreferenza nella predisentazione teatrale.
lezione verista per i
Difatti l’opera vepersonaggi umili e
Pagliacci di Ruggiero Leoncavallo, bozzetto di Helene Gliewe (1937)
rista abbandona il
semplici, l’analogia
romanticismo esafra le due opere si risperato, le storie
vela nelle situazioni
fantastiche, i personaggi solenni; al contrario preferisce ficontestualizzate tra le pieghe di una riconoscibilissima attuagure semplici i cui drammi intimi vengono ambientati in una
lità. La felice giustapposizione operata dal direttore artistico
cornice realisticamente delineata. Coerentemente la nuova
Fortunato Ortombina si giustifica pienamente, rivelando sofigura femminile si dimostra più decisa e crevrapposizioni e congruenze fra i due lavori.
dibile, rispecchiando costumi sociali mutati.
Eliahu Inbal dirigerà l’orchestra e il coIl conflitto quotidiano e «verosimile» tra uoro
del Teatro La Fenice, Piero GiuVenezia
mo e donna eclissa la lotta verdiana tra il Beliacci,
Lado Ataneli e Paoletta MarroTeatro La Fenice
ne e il Male e si prepara a trasmigrare nell’ancu. Scene di Frank Philippe Schloes12, 16, 18 dicembre, ore 19.00
cor più realistico e oramai imminente universmann e regia di Andreas Homoki. ◼
14, 20 dicembre, ore 15.30
Eliahu Inbal dirige
«Pagliacci»
e «Von Heute auf Morgen»
all’opera
L’
22 — all’opera
La nuova stagione
del Teatro lirico
di Trieste
Umberto Fanni spiega
le scelte strategiche
del Verdi
I
l 18 novembre parte la nuova stagione del Teatro Verdi di
Trieste. Ne parliamo con il direttore artistico, Umberto Fanni,
che ci descrive l’articolato cartellone anche alla luce dei tagli ai finanziamenti pubblici.
all’opera
Hugo de Ana
Alessandro Solbiati
vicini come il Verdi, la Fenice e l’Arena. E anche la decisione
di partire con Tosca rientra in questa strategia, dato che lo spettacolo è prodotto dall’ente lirico veronese, cui noi in cambio
«presteremo» il nostro Paese dei campanelli.
Quali altre coproduzioni prevede la stagione?
Sempre nell’ottica di stringere accordi con importanti realtà limitrofe, il nostro terzo titolo sarà un’Aida firmata da Hugo de Ana e realizzata con l’Arena e la città di Padova. Poi sarà
la volta della Norma di Bellini diretta da Federico Tiezzi, che
presentiamo insieme al Teatro Comunale di Bologna e al Petruzzelli di Bari, e si prosegue con La figlia del reggimento di Donizetti, cui lavoriamo insieme alla Fondazione Donizetti di
Bergamo, mentre dal Teatro Sociale di Como arriva da noi
L’italiana in Algeri di Rossini.
Altri momenti forti del programma?
Citerei almeno l’Eugenio Onegin di Cajkovskij allestito dal
Teatro Musicale Accademico Stanislavskij di Mosca, che
giunge a Trieste al gran completo. L’accordo prevede a
breve una nostra trasferta in
Russia, dove probabilmente
porteremo Anna Bolena. Ma
vorrei ricordare soprattutto la prima assoluta del Carro
e i canti, opera in un atto che
Alessandro Solbiati ha composto a partire dal Festino in
tempo di peste di Aleksandr Puskin. Siamo orgogliosi di cimentarci, sulla scia di grandi teatri italiani come La ScaFederico Tiezzi
la e La Fenice, con un lavoro
Il programma è rimasto invariato, con sette titoli operistici e sette balletti, ciascuno
dei quali prevede sette repliche. L’unica piccola variazione rispetto a quanto annunciato in precedenza riguarda l’apertura, che invece della Francesca da Rimini (che comunque riprenderemo in un
prossimo futuro) vedrà protagonista la Tosca di Puccini.
Gaetano Donizetti
Aleksandr Puskin
Vincenzo Bellini
Nonostante le recenti difficoltà di tipo economico dunque intendiamo rispettare gli
appuntamenti previsti. Anche dal punto di vista dei cast abcontemporaneo, che produciamo in totale autonomia. Abbiamo cercato di mantenere lo stesso impianto, chiedendo
biamo identificato in Solbiati uno dei compositori italiani di
a tutti uno sforzo e cercando di riconpunta, che possiede una sua cifra stilitrattare il cachet degli artisti in vista delle
stica molto ben definita e particolarnuove difficoltà e dei tagli operati dallo
mente accattivante. E queste caratteTrieste – Teatro Verdi
Stato a partire da questo stesso 2008, taristiche emergono nitidamente in queTosca di Giacomo Puccini
gli che ovviamente peseranno ancora di maestro concertatore e direttore Donato Renzetti sta nuovissima composizione che prenpiù nel corso del successivo 2009. D’al- regia, scene, costumi e luci Giovanni Agostinucci de spunto dal magnifico romanzo di
18, 20, 25, 27 novembre, ore 20.30
tro canto è per noi vitale eliminare tutti
Puskin. La serata regalerà anche un’ul22 novembre, ore 17.00
i costi non indispensabili, pena il rischio
teriore novità, realizzata in collabora23, 29 novembre, ore 16.00
di commissariamento del teatro, come
zione con il Maggio Danza. Ospitereaccade in altre parti d’Italia. In questa
mo infatti BB & BB, ovvero Bach, Berio
Red Giselle (un tributo a Olga Spessivtseva)
difficile situazione è ancora più urgen& Break Beats, una speciale coreogralibretto e coreografia Boris Eifman
te sviluppare il progetto del «Parco del
fia che condurrà gli spettatori attraver9, 10, 11, 13 dicembre, ore 20.30
Nord Est», che consiste nell’attivare una
so un viaggio breve e intenso tra le varie
12, 14 dicembre, ore 16.00
serie di sinergie tra Teatri storicamente
forme di danza contemporanea. (l.m.) ◼
13 dicembre, ore 15.00
all’opera — 23
A Treviso
la «Tosca» di
Massimo Gasparon
fano (nel secondo) e addirittura luogo di morte (la prigione
del terzo). Nel primo atto la croce di Sant’Andrea presagisce
il martirio: ai lati della croce sono collocate due statue, la Pietà di Michelangelo e la Maddalena di Bernini. Trovo che il fatto di restare all’interno di alcuni elementi chiave sia estremamente creativo. Nel secondo atto ho trasformato lo studio di
Scarpia: ai lati si aprono due grandi finestre e al centro della
scena ci sono uno stemma cardinalizio, un grande tavolo nero in stile pompeiano e una sedia. Scarpia è vestito di bianco,
in grande livrea, e questo sicuramente può creare stupore, ma
bisogna pensare che nel dramma costui è invitato al concerto in onore della regina, e il bianco è il colore di gala. Ho voluto togliere qualsiasi volgarità: Scarpia non è un uomo rozdi Arianna Silvestrini
zo, anzi pensa di aver capito tutte le regole e segue una sua
personale non-etica. Ho cercato di evitare qualsiasi languorazie a una coproduzione tra Teatri Spa, Sferisterio
re, qualsiasi malinconia tardo-ottocentesca. Nel secondo atOpera Festival di Macerata e Fondazione Pergolesi Spontini
to ho inserito anche la visione della tortura di Cavaradossi:
di Jesi, dal 6 al 9 novembre a Treviso va in scena la Tosca puc«Aprite le porte, si oda…». Questo diviene un grande affreciniana, interpretata dai giosco barocco dove la tortuvani vincitori del XXXVIII
ra è reale, e trovo che queConcorso Internazionale per
sto rafforzi il senso di dicantanti «Toti Dal Monte».
sperazione di Tosca.
Parliamo di questo allestimenNel terzo atto ho creato con Massimo Gasparon, reto una situazione archigista, scenografo e costumista
tettonica che giustificasdello spettacolo.
se l’intera drammaturgia.
Ho cercato di operare
La scena si svolge all’inuna stilizzazione che fosse
terno di un grande cortidistante dai luoghi comule, e ho aggiunto una noni sulla Tosca. Sono partito
vità nell’allestimento: la
filologicamente dall’epifucilazione di Cavaradosstolario di Puccini, in cui
si avviene verso il pubblisi ritrovano precise e detco. È un momento piuttotagliate tutte le indicaziosto forte (i fucili antichi, a
ni per la regia, persino un
salve, producono un forappunto sulla tonalità delte botto): ho ribaltato la
le campane. Spesso negli
prospettiva per rendeallestimenti si cerca di esre gli spettatori partecipi
sere moderni a tutti i costi,
del momento in una verfacendo degli errori colossione un po’ cinematosali. Ciò che interessa a me
grafica. La drammaticità
non è essere di moda, ma
è sottolineata nel mettere
trovare uno stile: è questo
tutti davanti al plotone di
a mio avviso che rende atesecuzione.
tuale una messinscena. Il
Voglio sottolineare che
lavoro di ricerca non finiil mio modo di ideare gli
sce mai, mentre nel teatro
allestimenti risente della
contemporaneo sovenmia formazione di archite viene ricercato il sensatetto, che mi rende molzionalismo; ciò che manto sensibile allo spazio
ca è l’ironia.
tridimensionale. Mi inCome provo sempre a
teressa esplorare gli spafare, anche questa volta
zi che hanno un chiarosono partito dai contesti
scuro, mi piace il contraper creare degli spazi coerenti, e ho rievocato una Roma più
sto vuoto-pieno anche nei personaggi, e cerco sempre di
barocca che settecentesca e ottocentesca, avvicinandomi coproporre questo al pubblico. Spesso manca la consapevosì anche al mondo di Bernini. Dalla costruzione della chielezza dell’uso dello spazio, anche tra i cantanti e gli attori,
sa del primo atto è nato poi tutto il resto, sempre rispettane così si buttano via i gesti e il senso delle parole non emerdo la drammaturgia pucciniana, che è un meccanismo assoge. Trovo che l’importante non sia solo cantare bene, ma dilutamente perfetto. Penso che il regista sia al
re le cose, come faceva la Callas. Aggiunservizio dell’opera, perciò non è necessario
go infine che a Treviso sarà molto interessnaturarla. La mia Tosca ha un’impostazione Treviso – Teatro Comunale
sante incontrare i giovani vincitori del conclassica anche se la scenografia è fissa e nei tre
corso «Toti Dal Monte». È per me un gros6 novembre, ore 17.00
atti cambiano solo alcuni elementi: la scena
so stimolo lavorare con dei ragazzi che han7, 8 novembre, ore 20.45
9 novembre, ore 16.00
è ora luogo sacro (nel primo atto), luogo prono l’esigenza e tanta voglia di progredire. ◼
I vincitori
del «Toti Dal Monte»
protagonisti al Comunale
all’opera
G
24 — all’opera
A Parma
tra Verdi
e il Correggio
insuperato.
Nello scrigno del Teatro di Busseto è stato invece presentato Il corsaro, affidato alla bacchetta di Carlo Montanaro e
alla regia di Lamberto Puggelli, che hanno dato vita a uno
spettacolo denso e ricco di suggestioni.
In scena al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia è andato in scena Nabucco, nell’allestimento firmato da Daniele Abbado.
all’1 al 28 ottobre, mese in cui ricorre l’anniverPoi ancora: Temirkanov è tornato a Parma alla direzione
sario della nascita di Giuseppe Verdi, il Teatro Redell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, il clarinetgio di Parma ha reso omaggio al compositore itatista Eduard Brunner e il Trio di Parma hanno eseguito paliano con una nuova edizione del festival a lui dedicato.
gine di Olivier Messiaen in occasione del centenario della
Giovanna d’Arco, Rigoletto, Il corsaro, Nabucco sono le opere
nascita del compositore, prime esecuzioni assolute hanno
che hanno segnato il programma del Festival Verdi 2008,
composto il programma del Quartetto Arditti e dell’Ex Noa Parma e nelvo Ensemble.
le terre conNon da ultif inant i, con
mo il repertoRigoletto
una concenrio contempotrazione noteraneo, da Enno
vole di spettaPoppe a Georg
coli ed eventi
Friedrich Haas,
cui hanno preda Luigi Nono
so parte artia K arl hei nz
sti e interpreStockhausen e
ti di indiscusso
György Ligeti.
prestigio.
E sempre a
I ventot to
Parma, nelle sagiorni del festile della Galleria
val si sono deNazionale in
dicati ciascuno
Pilotta e all’ina un’opera, e
terno del Teasul palcoscenitro Farnense, si
co della rassepotrà visitare in
gna si è potuto
questo periodo
ascoltare e assila mostra dedistere a quanto
cata al Corregdi meglio offre
gio, uno dei più
l’interpretaziograndi artisti
ne verdiana dei nostri tempi: Stedell’epoca
rinascimentale.
AperAntonio Allegri detto Correggio,
fanie Irányi, Irina Lungu, Nino
ta
fino
al
25
gennaio
2009,
queVenere con Mercurio e Cupido,
Machaidze, Désirée Rancatosta esposizione resterà nella stoLondra, National Gallery
re, Dimitra Theodossiou, Svetla
ria come la più ampia e organica
Vassileva, Renato Bruson, Carlo
mostra che mai sia stata dedicata
Colombara, Leo Nucci tra i canad Antonio Allegri (più noto, aptanti; Bruno Bartoletti, Michele
punto, come Correggio), del quaMariotti, Carlo Montanaro, Yule si potranno ammirare le opere
ri Temirkanov, Massimo Zanetti
maggiormente significative, arritra i direttori d’orchestra; Danievate dai musei di tutto il mondo.
le Abbado, Gabriele Lavia, LamCurata da Lucia Fornari Schianberto Puggelli e Stefano Vizioli
chi, con l’organizzazione generale
tra i registi.
di Luca Sommi, la mostra diventa
Il sipario sul festival s’è alzaparte di un percorso che porta ad
to con un nuovo allestimento di
ammirare – tutti concentrati in un
Giovanna d’Arco: celebre attore e
raggio di poche centinaia di metri
apprezzato regista, Gabriele Laintorno all’esposizione – i tre cavia s’è cimentato per la prima volpolavori assoluti del Correggio: i
ta con il melodramma verdiano,
sontuosi cicli affrescati nella Cuavvalendosi delle scene di Alespola della Cattedrale, quelli nelle
sandro Camera e dei costumi di
due Cupole del Monastero di San
Andrea Viotti, per uno spettacoGiovanni Evangelista e il sublime
lo che è risultato di forte impatinsieme rappresentato dalla Cameto emotivo.
ra della Badessa in San Paolo, che
Rigoletto ha segnato il ritorspeciali impalcature, allestite per
no di Leo Nucci nelle vesti del
l’occasione, offrono l’opportuniprotagonista, di cui è interprete
tà di apprezzare da vicino. (i.p.) ◼
all’opera
D
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