all’opera — 19 Gli studenti dello Iuav per Francesco Cavalli Al Malibran la rilettura della «Virtù de’ strali d’amore» T di Mirko Schipilliti esisteva il Teatro San Cassiano, vicino a San Polo, uno dei teatri più importanti di Venezia, dove nel 1642, agli albori del melodramma, La Virtù de’ strali d’amore (ossia Il potere delle frecce d’Amore) andò in scena, prima collaborazione del librettista Giovanni Faustini col compositore Pietro Francesco Caletti Bruni, in arte Francesco Cavalli. Opera, come tante, sparita poi dalle scene, morta e sepolta, ma, come tante altre partiture, testimonianza di un’epoca e di un recentosessantasei anni fa so, ricco di apparati scenici, dove la voce regna in assoluto in tutte le sue sfumature non solo prettamente musicali ma anche teatrali. Un canto che fa del recitativo una colonna portante, una struttura narrante intorno a cui ruota tutto. Quindi il cosiddetto «continuo», l’accompagnamento, è affidato a un ricco corteo strumentale (organo, cembalo, tiorba, arpa, lirone) e necessita di una fantasia elaborativa per nulla scontata. Ma è soprattutto la concezione del tempo a stupire, tempo cronometrico e mentale, senso del tempo completamente diverso da quello che viviamo oggi, fatto di frenesia e comunicazione istantanea. Opere lunghissime, ore e ore, non c’era fretta, non ce n’era bisogno, c’è da gustarsi ogni sfumatura del canto fra innumerevoli personaggi. Ecco quindi le due grandi difficoltà nel ripensare questo repertorio: le problematiche dello stile, poiché ci si affidava alla prassi laddove non tutto veniva scritto (realizzazione di parti, varianti, strumentazione), e le difficoltà nel gestire la lunghezza a secoli di distanza. L’orchestra di Biondi, che ha curato una revisione dell’opera, in parti reali, rimaneva ancorata a una rigorosa lettura, lontana da concessioni e libertà di dinamica. Per il violinista-direttore qui il canto è un evidente dominatore, dove «la parola impone le sue leggi», con «una musica sensibile alle sfu- all’opera Scene dalla Virtù de’ strali d’amore modo di percepire l’arte e la musica. Ed è soprattutto musica, patrimonio artistico ancora troppo abbandonato, goccia di un mare magnum ancora inesplorato. La fervida produzione teatrale del Barocco e del Settecento creò in Italia un’immensa quantità di musiche rimaste solo storia, che necessitano di revisione e di un lavoro di restauro al pari delle opere architettoniche. Non si tratta di archiviare o catalogare, ma di riportare in vita, suonare e allestire. La Fondazione La Fenice continua da anni un lavoro di recupero filologico affidando a specialisti l’interpretazione di partiture riproposte dopo secoli in prima esecuzione moderna. Con Cavalli era stato Andrea Marcon a cominciare con L’Orione per Civiltà Musicale Veneziana nel 1998; seguirono L’Olimpiade di Galuppi, poi quella di Cimarosa, per passare alla lezione di Fabio Biondi e dell’ensemble Europa Galante, che a Vivaldi accostarono, due anni fa, la Didone di Cavalli. L’opera barocca è una sfida, uno spettacolo comples- mature del sentimento», vedendovi, per le arditezze linguistiche «un tributo di riconoscenza al suo maestro Monteverdi». L’opera «tragicomica musicale» inaugurò la stagione del 1642, quarta di Cavalli per il San Cassiano. Lungo una struttura drammaturgica complessa si muovono nodi di personaggi principali e secondari intorno a vicende amorose intricate, fra mitologia e scenari pastorali. Una non facile prova per la Facoltà di Design e Arti dello Iuav di Venezia, che attraverso il corso di laurea specialistica in Scienze e tecniche del teatro diretto da Walter Le Moli, ha offerto a giovani studenti la possibilità di cimentarsi in una produzione nuova, andata in scena al Malibran lo scorso ottobre. Compito arduo per il barocco, tanto lontano nel tempo quanto delicato, così da venirne fuori con una regia di Davide Livermore, scene di Tiziano Santi e costumi di Vera Marzot (tutti tutor) molto cautamente, secondo una moderna linea essenziale e asciutta, scene fisse e geometrie. ◼ 20 — all’opera «Il ritorno di Ulisse» di Monteverdi secondo William Kentridge Monteverdi riprende il poema omerico, selezionandone gli episodi dedicati alle vicende dell’eroe al ritorno dalla guerra di Troia. Egli mantiene inalterato il «libretto», adattandolo alla forma aristocraticamente morale dell’opera seria coeva: un grande dispiegamento di valori astratti e di virtù, incarnate in personaggi fortemente idealizzati, in questo caso l’Umana Fragilità, il Tempo, la Fortuna e l’Amore. Nella versione dell’Ulisse monteverdiano firmata da William Kentridge ritroviamo lo stesso spunto di rivisitazione che ricontestualizza il medesimo materiale arcaico, filtrandolo al setaccio delle necessità della nostra epoca e della propria versatile sensibilità artistica. Afferma Kentridge: «È stata proprio la scoperta di un’umanità vulnerabile e non più eroica, al centro della versione di Monteverdi, che mi ha avvicinato a quest’opera, cercando di Patrizia Parnisari di ricreare in ogni sua parte un costante slittamento tra l’ottimismo eroico di Ulisse e un fatalismo per cui ogni cosa dii fu un tempo, nell’antichità, nel viene troppo difficile da affrontare». Il quale si riconosce il passaggio quesito portante dell’Ulisse di Kentridalle comunità democratiche Il ritorno di Ulisse è realizzato da Wildge è: «Qual è la linea, quale il confine liam Kentridge con Ricercar Consort diretta primitive – potremo chiamare questo che separa l’esterno dalla percezione di da Philippe Pierlot e le marionette della comperiodo precedente «medioevo greco» noi stessi? Oggi non siamo timorati dapagnia Handspring Puppets. Grazie alla col– alla civiltà aristocratica nascente. gli dei, ma comunque alla mercé di forlaborazione tra Teatro La Fenice, FondazioI poemi omerici sono una creazioze esterne. Il mondo che è oltre il nostro ne Bevilacqua La Masa e illlycaffè l’artista sune e, al giorno d’oggi, un documento controllo, è adesso dentro di noi, al nodafricano proporrà anche la mostra (Repeat) di quell’epoca di transizione. L’Iliade e stro interno. Invece di bruciare olio nei From the Beginning, allestita presso Pal’Odissea rappresentano l’ordinamento templi, facciamo sacrifici sulle macchilazzetto Tito, sede della Bevilacqua La Mafinale di un materiale poetico compone delle palestre (oppure no, attirandoci sa a San Barnaba. Dal 9 dicembre il video dalsto in vari periodi e da diversi autori. E la collera degli dei); ingeriamo le nostre lo stesso titolo – (Repeat) From the Beginanche se non ci è concesso individuare offerte: calcio, antiossidanti, ci limitianing – creato da William Kentridge appositale personalità individuali né il numero mo in quaresima, sul burro, sulla carne mente per il sipario frangifuoco della Fenice preesatto di questi autori, quel materiale fa rossa, le sigarette (oppure no, addossancederà l’inizio di tutte le prove e rappresentazioaffiorare la fisionomia storico-culturadosi una sorte avversa)». ni del dittico I pagliacci di Leoncavallo e Von le di questo mondo in fase di passaggio, Rivolgendosi a un’interiorità che diHeute auf Morgen di Schönberg che poté godere della sua breve e anarventa in scena assolutamente letterale, (cfr. l’articolo a fianco). chica libertà. Kentridge delinea il senso della sua opeA sua volta l’opera: «Le proiezioni ra monteverdiana, presenti nel prolonel suo complesso, go, create attraversi colloca successiso l’uso di raggi X vamente in un pune risonanze, sono to storico determidifferenti dalle lonante, che comro immagini esterprende la nascita ne, sono diverse da del teatro in musica quello che qualsiae che darà successisi disegno anatovamente i natali almico abbia mai pol’opera lirica più cotuto mostrare; (...) nosciuta; ma occuuna seconda mepa anche una portafora del vedere e zione del periodo dello strumento atdi passaggio daltraverso cui vediala concezione mumo: immagini dalsicale largamente l’interno che potreIl ritorno di Ulisse di Claudio Monteverdi, modale alla succesmo riconoscere, ma bozzetto di Günther Rennert, Amburgo 1964 siva selezione dei che non afferriamo modi maggiore/ mai del tutto. Sono minore e all’avvenovviamente molto della cosiddetta tonalità. Non è secondario ricordare la pubto diverse da ciò che appare all’esterno, sono un simbolo di blicazione del Sidereus nuncius (Venezia 1610) di Galileo Gaqualcosa di lontano e sconosciuto». lilei, testimonianza dell’evoluzione del pensiero filosofico e Gli esiti dell’impegno artistico di Kentridge fanscientifico dal tardo Rinascimento al primo Barocco che rapno affiorare la fisionomia storico-culturale della conpresenta emblematicamente i fermenti, le tensioni, lo spirito temporaneità; ci spingono doverosamente a interrodi ricerca che anima questo periodo della civiltà occidentale. garci sui percorsi possibili e sulle direzioni intrapreNella sua opera veneziana Il ritorno di Ulisse in patria (1640) se dall’attuale epoca di profonda trasformazione. ◼ Accompagnano lo spettacolo una mostra e un video dell’artista sudafricano all’opera C all’opera — 21 Leoncavallo e Schönberg in dittico alla Fenice so cinematografico. Dopo il 1890 Leoncavallo interrompe il lavoro alla sua grande opera storica I Medici (che completerà nel 1893) per dedicarsi interamente ai Pagliacci, di cui sarà compositore nonché librettista. L’opera viene elaborata ricalcando la traccia del fortunato lavoro di Mascagni. Pagliacci va in scena al Teatro Dal Verme il 21 maggio 1892, diretto dal giovane Toscanini, ed è un grande successo. In breve tempo entra nel repertorio internazionale e la sua popolarità è talmente vasta da farne la prima opera quasi completamente incisa su disco (1907). Von Heute auf Morgen è il secondo cimento operistico di Schönberg e fu composto nel 1928. La moglie del compositore, con lo pseudonimo di Max Blonda, ne curò il libretdi Andrea Oddone Martin to. Immediatamente successiva alla composizione delle Variazioni op. 31, il lavoro che testimonia ultimo appuntamento della in maniera compiuta e definitiva la mastagione lirica 2007-2008 delturità del neonato sistema dodecafonila Fenice giustappone le opere co, quest’opera per il soggetto può dedi due compositori che, a dispetto della finirsi commedia e ben figurare nella relativa prossimità epocale, fanno capo produzione tradizionale dell’operetta. a due dimensioni musicali distinte neGenere teatrale nato in Francia e in Augli esiti ma unite nella rivoluzione degli stria nella seconda metà dell’Ottocento intenti artistici: sia Pagliacci di Ruggero e rimasto in voga fino al 1930 circa, fu Leoncavallo che Von Heute auf Morgen un tipo di spettacolo rivolto principaldi Arnold Schönberg si collocano ciamente al pubblico borghese. L’operetta scuna nella forte corrente d’innovazione porta alla ribalta il sentimentalismo ne dei rispettivi periodi storici. e le intime contraddizioni che ne caratL’avventura verista inaugurata con terizzano la quotidianità. Protagonisti Cavalleria rusticana, che interrompe ne divennero quindi gli stessi borghel’immobilismo della creatività lirica itasi oppure gli improbabili aristocratici e liana paralizzata dalla colonizzazione diplomatici di granducati immaginari delle opere di Wagner, dal sinfonismo dell’Europa centrale. Arnold Schönberg tedesco e dal grand-opéra francese, comLa musica di Von Heute auf Morgen fu porta la realizzazioscritta dallo Schönne di uno spettacoberg radicalmente lo nel quale l’azione dodecafonico, ma scenica e la musica presenta una forraggiungono pama chiara e di fari dignità attravercile comprensioso una vera fusione. I personaggi, ne. La poetica vecon le loro inclinarista materializza zioni e gestualità, la Gesamtkunstwerk, sono descritti con l’opera d’arte totaprecisione dall’orle wagneriana, perchestra e, considemettendo l’identirata la sua complesficazione nei persosità, l’opera risulta naggi da parte del straordinariamenpubblico, coinvolto te accessibile. nell’intensa parteciNonostante la difpazione alla rappreferenza nella predisentazione teatrale. lezione verista per i Difatti l’opera vepersonaggi umili e Pagliacci di Ruggiero Leoncavallo, bozzetto di Helene Gliewe (1937) rista abbandona il semplici, l’analogia romanticismo esafra le due opere si risperato, le storie vela nelle situazioni fantastiche, i personaggi solenni; al contrario preferisce ficontestualizzate tra le pieghe di una riconoscibilissima attuagure semplici i cui drammi intimi vengono ambientati in una lità. La felice giustapposizione operata dal direttore artistico cornice realisticamente delineata. Coerentemente la nuova Fortunato Ortombina si giustifica pienamente, rivelando sofigura femminile si dimostra più decisa e crevrapposizioni e congruenze fra i due lavori. dibile, rispecchiando costumi sociali mutati. Eliahu Inbal dirigerà l’orchestra e il coIl conflitto quotidiano e «verosimile» tra uoro del Teatro La Fenice, Piero GiuVenezia mo e donna eclissa la lotta verdiana tra il Beliacci, Lado Ataneli e Paoletta MarroTeatro La Fenice ne e il Male e si prepara a trasmigrare nell’ancu. Scene di Frank Philippe Schloes12, 16, 18 dicembre, ore 19.00 cor più realistico e oramai imminente universmann e regia di Andreas Homoki. ◼ 14, 20 dicembre, ore 15.30 Eliahu Inbal dirige «Pagliacci» e «Von Heute auf Morgen» all’opera L’ 22 — all’opera La nuova stagione del Teatro lirico di Trieste Umberto Fanni spiega le scelte strategiche del Verdi I l 18 novembre parte la nuova stagione del Teatro Verdi di Trieste. Ne parliamo con il direttore artistico, Umberto Fanni, che ci descrive l’articolato cartellone anche alla luce dei tagli ai finanziamenti pubblici. all’opera Hugo de Ana Alessandro Solbiati vicini come il Verdi, la Fenice e l’Arena. E anche la decisione di partire con Tosca rientra in questa strategia, dato che lo spettacolo è prodotto dall’ente lirico veronese, cui noi in cambio «presteremo» il nostro Paese dei campanelli. Quali altre coproduzioni prevede la stagione? Sempre nell’ottica di stringere accordi con importanti realtà limitrofe, il nostro terzo titolo sarà un’Aida firmata da Hugo de Ana e realizzata con l’Arena e la città di Padova. Poi sarà la volta della Norma di Bellini diretta da Federico Tiezzi, che presentiamo insieme al Teatro Comunale di Bologna e al Petruzzelli di Bari, e si prosegue con La figlia del reggimento di Donizetti, cui lavoriamo insieme alla Fondazione Donizetti di Bergamo, mentre dal Teatro Sociale di Como arriva da noi L’italiana in Algeri di Rossini. Altri momenti forti del programma? Citerei almeno l’Eugenio Onegin di Cajkovskij allestito dal Teatro Musicale Accademico Stanislavskij di Mosca, che giunge a Trieste al gran completo. L’accordo prevede a breve una nostra trasferta in Russia, dove probabilmente porteremo Anna Bolena. Ma vorrei ricordare soprattutto la prima assoluta del Carro e i canti, opera in un atto che Alessandro Solbiati ha composto a partire dal Festino in tempo di peste di Aleksandr Puskin. Siamo orgogliosi di cimentarci, sulla scia di grandi teatri italiani come La ScaFederico Tiezzi la e La Fenice, con un lavoro Il programma è rimasto invariato, con sette titoli operistici e sette balletti, ciascuno dei quali prevede sette repliche. L’unica piccola variazione rispetto a quanto annunciato in precedenza riguarda l’apertura, che invece della Francesca da Rimini (che comunque riprenderemo in un prossimo futuro) vedrà protagonista la Tosca di Puccini. Gaetano Donizetti Aleksandr Puskin Vincenzo Bellini Nonostante le recenti difficoltà di tipo economico dunque intendiamo rispettare gli appuntamenti previsti. Anche dal punto di vista dei cast abcontemporaneo, che produciamo in totale autonomia. Abbiamo cercato di mantenere lo stesso impianto, chiedendo biamo identificato in Solbiati uno dei compositori italiani di a tutti uno sforzo e cercando di riconpunta, che possiede una sua cifra stilitrattare il cachet degli artisti in vista delle stica molto ben definita e particolarnuove difficoltà e dei tagli operati dallo mente accattivante. E queste caratteTrieste – Teatro Verdi Stato a partire da questo stesso 2008, taristiche emergono nitidamente in queTosca di Giacomo Puccini gli che ovviamente peseranno ancora di maestro concertatore e direttore Donato Renzetti sta nuovissima composizione che prenpiù nel corso del successivo 2009. D’al- regia, scene, costumi e luci Giovanni Agostinucci de spunto dal magnifico romanzo di 18, 20, 25, 27 novembre, ore 20.30 tro canto è per noi vitale eliminare tutti Puskin. La serata regalerà anche un’ul22 novembre, ore 17.00 i costi non indispensabili, pena il rischio teriore novità, realizzata in collabora23, 29 novembre, ore 16.00 di commissariamento del teatro, come zione con il Maggio Danza. Ospitereaccade in altre parti d’Italia. In questa mo infatti BB & BB, ovvero Bach, Berio Red Giselle (un tributo a Olga Spessivtseva) difficile situazione è ancora più urgen& Break Beats, una speciale coreogralibretto e coreografia Boris Eifman te sviluppare il progetto del «Parco del fia che condurrà gli spettatori attraver9, 10, 11, 13 dicembre, ore 20.30 Nord Est», che consiste nell’attivare una so un viaggio breve e intenso tra le varie 12, 14 dicembre, ore 16.00 serie di sinergie tra Teatri storicamente forme di danza contemporanea. (l.m.) ◼ 13 dicembre, ore 15.00 all’opera — 23 A Treviso la «Tosca» di Massimo Gasparon fano (nel secondo) e addirittura luogo di morte (la prigione del terzo). Nel primo atto la croce di Sant’Andrea presagisce il martirio: ai lati della croce sono collocate due statue, la Pietà di Michelangelo e la Maddalena di Bernini. Trovo che il fatto di restare all’interno di alcuni elementi chiave sia estremamente creativo. Nel secondo atto ho trasformato lo studio di Scarpia: ai lati si aprono due grandi finestre e al centro della scena ci sono uno stemma cardinalizio, un grande tavolo nero in stile pompeiano e una sedia. Scarpia è vestito di bianco, in grande livrea, e questo sicuramente può creare stupore, ma bisogna pensare che nel dramma costui è invitato al concerto in onore della regina, e il bianco è il colore di gala. Ho voluto togliere qualsiasi volgarità: Scarpia non è un uomo rozdi Arianna Silvestrini zo, anzi pensa di aver capito tutte le regole e segue una sua personale non-etica. Ho cercato di evitare qualsiasi languorazie a una coproduzione tra Teatri Spa, Sferisterio re, qualsiasi malinconia tardo-ottocentesca. Nel secondo atOpera Festival di Macerata e Fondazione Pergolesi Spontini to ho inserito anche la visione della tortura di Cavaradossi: di Jesi, dal 6 al 9 novembre a Treviso va in scena la Tosca puc«Aprite le porte, si oda…». Questo diviene un grande affreciniana, interpretata dai giosco barocco dove la tortuvani vincitori del XXXVIII ra è reale, e trovo che queConcorso Internazionale per sto rafforzi il senso di dicantanti «Toti Dal Monte». sperazione di Tosca. Parliamo di questo allestimenNel terzo atto ho creato con Massimo Gasparon, reto una situazione archigista, scenografo e costumista tettonica che giustificasdello spettacolo. se l’intera drammaturgia. Ho cercato di operare La scena si svolge all’inuna stilizzazione che fosse terno di un grande cortidistante dai luoghi comule, e ho aggiunto una noni sulla Tosca. Sono partito vità nell’allestimento: la filologicamente dall’epifucilazione di Cavaradosstolario di Puccini, in cui si avviene verso il pubblisi ritrovano precise e detco. È un momento piuttotagliate tutte le indicaziosto forte (i fucili antichi, a ni per la regia, persino un salve, producono un forappunto sulla tonalità delte botto): ho ribaltato la le campane. Spesso negli prospettiva per rendeallestimenti si cerca di esre gli spettatori partecipi sere moderni a tutti i costi, del momento in una verfacendo degli errori colossione un po’ cinematosali. Ciò che interessa a me grafica. La drammaticità non è essere di moda, ma è sottolineata nel mettere trovare uno stile: è questo tutti davanti al plotone di a mio avviso che rende atesecuzione. tuale una messinscena. Il Voglio sottolineare che lavoro di ricerca non finiil mio modo di ideare gli sce mai, mentre nel teatro allestimenti risente della contemporaneo sovenmia formazione di archite viene ricercato il sensatetto, che mi rende molzionalismo; ciò che manto sensibile allo spazio ca è l’ironia. tridimensionale. Mi inCome provo sempre a teressa esplorare gli spafare, anche questa volta zi che hanno un chiarosono partito dai contesti scuro, mi piace il contraper creare degli spazi coerenti, e ho rievocato una Roma più sto vuoto-pieno anche nei personaggi, e cerco sempre di barocca che settecentesca e ottocentesca, avvicinandomi coproporre questo al pubblico. Spesso manca la consapevosì anche al mondo di Bernini. Dalla costruzione della chielezza dell’uso dello spazio, anche tra i cantanti e gli attori, sa del primo atto è nato poi tutto il resto, sempre rispettane così si buttano via i gesti e il senso delle parole non emerdo la drammaturgia pucciniana, che è un meccanismo assoge. Trovo che l’importante non sia solo cantare bene, ma dilutamente perfetto. Penso che il regista sia al re le cose, come faceva la Callas. Aggiunservizio dell’opera, perciò non è necessario go infine che a Treviso sarà molto interessnaturarla. La mia Tosca ha un’impostazione Treviso – Teatro Comunale sante incontrare i giovani vincitori del conclassica anche se la scenografia è fissa e nei tre corso «Toti Dal Monte». È per me un gros6 novembre, ore 17.00 atti cambiano solo alcuni elementi: la scena so stimolo lavorare con dei ragazzi che han7, 8 novembre, ore 20.45 9 novembre, ore 16.00 è ora luogo sacro (nel primo atto), luogo prono l’esigenza e tanta voglia di progredire. ◼ I vincitori del «Toti Dal Monte» protagonisti al Comunale all’opera G 24 — all’opera A Parma tra Verdi e il Correggio insuperato. Nello scrigno del Teatro di Busseto è stato invece presentato Il corsaro, affidato alla bacchetta di Carlo Montanaro e alla regia di Lamberto Puggelli, che hanno dato vita a uno spettacolo denso e ricco di suggestioni. In scena al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia è andato in scena Nabucco, nell’allestimento firmato da Daniele Abbado. all’1 al 28 ottobre, mese in cui ricorre l’anniverPoi ancora: Temirkanov è tornato a Parma alla direzione sario della nascita di Giuseppe Verdi, il Teatro Redell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, il clarinetgio di Parma ha reso omaggio al compositore itatista Eduard Brunner e il Trio di Parma hanno eseguito paliano con una nuova edizione del festival a lui dedicato. gine di Olivier Messiaen in occasione del centenario della Giovanna d’Arco, Rigoletto, Il corsaro, Nabucco sono le opere nascita del compositore, prime esecuzioni assolute hanno che hanno segnato il programma del Festival Verdi 2008, composto il programma del Quartetto Arditti e dell’Ex Noa Parma e nelvo Ensemble. le terre conNon da ultif inant i, con mo il repertoRigoletto una concenrio contempotrazione noteraneo, da Enno vole di spettaPoppe a Georg coli ed eventi Friedrich Haas, cui hanno preda Luigi Nono so parte artia K arl hei nz sti e interpreStockhausen e ti di indiscusso György Ligeti. prestigio. E sempre a I ventot to Parma, nelle sagiorni del festile della Galleria val si sono deNazionale in dicati ciascuno Pilotta e all’ina un’opera, e terno del Teasul palcoscenitro Farnense, si co della rassepotrà visitare in gna si è potuto questo periodo ascoltare e assila mostra dedistere a quanto cata al Corregdi meglio offre gio, uno dei più l’interpretaziograndi artisti ne verdiana dei nostri tempi: Stedell’epoca rinascimentale. AperAntonio Allegri detto Correggio, fanie Irányi, Irina Lungu, Nino ta fino al 25 gennaio 2009, queVenere con Mercurio e Cupido, Machaidze, Désirée Rancatosta esposizione resterà nella stoLondra, National Gallery re, Dimitra Theodossiou, Svetla ria come la più ampia e organica Vassileva, Renato Bruson, Carlo mostra che mai sia stata dedicata Colombara, Leo Nucci tra i canad Antonio Allegri (più noto, aptanti; Bruno Bartoletti, Michele punto, come Correggio), del quaMariotti, Carlo Montanaro, Yule si potranno ammirare le opere ri Temirkanov, Massimo Zanetti maggiormente significative, arritra i direttori d’orchestra; Danievate dai musei di tutto il mondo. le Abbado, Gabriele Lavia, LamCurata da Lucia Fornari Schianberto Puggelli e Stefano Vizioli chi, con l’organizzazione generale tra i registi. di Luca Sommi, la mostra diventa Il sipario sul festival s’è alzaparte di un percorso che porta ad to con un nuovo allestimento di ammirare – tutti concentrati in un Giovanna d’Arco: celebre attore e raggio di poche centinaia di metri apprezzato regista, Gabriele Laintorno all’esposizione – i tre cavia s’è cimentato per la prima volpolavori assoluti del Correggio: i ta con il melodramma verdiano, sontuosi cicli affrescati nella Cuavvalendosi delle scene di Alespola della Cattedrale, quelli nelle sandro Camera e dei costumi di due Cupole del Monastero di San Andrea Viotti, per uno spettacoGiovanni Evangelista e il sublime lo che è risultato di forte impatinsieme rappresentato dalla Cameto emotivo. ra della Badessa in San Paolo, che Rigoletto ha segnato il ritorspeciali impalcature, allestite per no di Leo Nucci nelle vesti del l’occasione, offrono l’opportuniprotagonista, di cui è interprete tà di apprezzare da vicino. (i.p.) ◼ all’opera D