Africo è figlia di un Dio Minore e non può redimersi. Il peccato
originale, secondo le Autorità, sta nell'essere africoti. Mimmo
Versace, sindaco di Africo, ha recitato quotidianamente l'atto di
dolore chiedendo perdono per le colpe di Adamo ma non hanno
voluto sentir ragione. Un tempo Africo era famoso per gli scritti
di Zanotti Bianco che avevano commosso l'Italia, per il pane
immangiabile, per i bambini scalzi, per le scuole tugurio. Oggi è
bollata come la patria del “tiradritto” e questo basta.
PAGINA 8
DOMENICA 29 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
02
CONTROCOPERTINA
Locri Epizefiri
VII sec. a.C.
entile Direttore, leggo su
“La Riviera” di un accordo
di collaborazione tra i dieci
siti archeologici del Basso
Ionio reggino, Bova Marina,
Brancaleone, Casignana, Portigliola,
Locri, Gerace, Marina di Gioiosa
Jonica, Gioiosa Jonica, Monasterace
e Stilo, che costituiranno i “Comuni
Archeologici di Qualità”. Sono note
universalmente le emergenze antiche
di quasi tutte le località, ma io dichiaro la mia ignoranza di non conoscere
alcun vestigio antico (quanto meno
archeologico) nel territorio della
G
Comuni Archeologici di Qualità
che ci azzecca Locri
Neolocri (già Gerace Marina fino al
1934), a meno che qualcuno non
voglia spacciare per pertinenza di
Locri moderna il Parco Archeologico
dei greci Lokroi oi Epizephyrioi, che
appartiene al territorio di Portigliola
(se no, perché sarebbe nel precedente
elenco?). Dunque: che ci azzecca
Locri attuale, comunità formatasi nel
1840-47? Si dovrebbe sostituire Locri
con Roccella che, quanto meno, può
vantare le Colonne di Melissari (egizio-romane), il probabile porto subacqueo antico e la discussa citazione di
Amphisia nelle Metamorfosi di
Ovidio: ("Linquit (Aesculapius)
Iapygiam levibusque Amphisia remis
/Saxa fugit, dextra praerupta
Cocynthia parte / Zephiriumque legit,
Naritiamque,
Cauloniamque,/
Evincitque fretum, Siculique (che
sarebbero una forzatura, ma almeno
esistono come argomento di studi).
Peraltro, le comunità moderne nulla
hanno a che vedere con l'Antichità
Locri, presentato il marchio “Comuni Archeologici di Qualità”
È stato presentato a Locri presso il Palazzo di Città un
accordo di collaborazione tra dieci comuni della fascia
jonica reggina che andranno ad istituire il marchio
“Comuni Archeologici di Qualità”, che ha come fine quello di migliorare la valorizzazione e la promozione del patrimonio archeologico presente in questi territori.
I comuni che rientrano nell'iniziativa sono Bova Marina,
Brancaleone, Casignana, Portigliola, Locri, Gerace,
Marina di Gioiosa Jonica, Gioiosa Jonica, Monasterace e
Stilo, e, coordinatrice dell'iniziativa, è stata designata la
dottoressa Francesca Crea, Viceprefetto di Reggio
Calabria, che ha guidato il Comune di Locri in qualità di
Commissario Prefettizio fino allo scorso mese di maggio.
L'obiettivo è quello di costituire una rete tra questi comuni, cercando di valorizzare e promuovere il patrimonio storico - archeologico con una realtà d'insieme, virtualmente
identificata come Museo Archeologico Architettonico
Territoriale (M.A.A.T.) Locride. Le Amministrazioni
Comunali dei comuni aderenti hanno sottoscritto un
Accordo di Collaborazione che prevede l'istituzione del
marchio “Comuni Archeologici di Qualità”, la realizzazione di un sito Internet, l'elaborazione di un Holiday Package
(denominato “Gran tour tra gli indigeni, i Greci, i Romani,
i Bizantini, gli Ebrei e i discendenti grecanici”) da sottoporre a qualificati tour operator, e la partecipazione alla XVI
Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si terrà
a Paestum (Salerno) dal 14 al 17 novembre 2013.
La Crea durante il suo discorso ha detto: «Ovviamente
Locri ha un ruolo particolare, anche perché ha la maggior
parte del patrimonio archeologico, assente negli altri
comuni se non con cose peculiari e specifiche: come ad
esempio Bova Marina con i resti della Sinagoga;
Casignana la villa romana. Ma insieme, tutto questo, crea
un panorama che è unico. Questa è la nostra idea e la
nostra proposta. Adesso spetta agli operatori commerciali
dover sviluppare concretamente il nostro pacchetto.
L'impegno c'è da parte di tutti e spero che si possa arrivare a qualcosa di buono e positivo.»
DOMENICA
magnogreca, scomparsa definitivamente con la Guerra greco-gotica,
finita nel 553 con il sopravvento dei
Bizantini, del tutto dimentichi della
Grecia classica e della latinità
(Giustiniano, pur latinista e meritorio
giurista, era erede di una genia di
pastori della montagnosa Dardania, a
nord della Macedonia). Ma si sa che
sempre le comunità, per acquisire
quarti di nobiltà, hanno fatto sistematicamente carte false (proprio così:
“carte false”!). Ma chi correggerà mai
gli errori della storia bugiarda? “La
menzogna è madre di tutte le historie”, ammoniva Pietro Aretino, senza
possibilità di essere smentito. E così,
quasi certamente, Locri (Gerace
Marina) sarà archeologica solo perché re Vittorio Emanuele III firmò il
decreto di ridenominazione con un
toponimo appartenente alla storia
antica e non alla geografia moderna.
Con simpatia.
Vincenzo Papa
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
BIONDO
ape
Diocesi come tribunali:
Console Barillaro in pensione
Il Console Generale d'Italia a
Nizza, Luciano Barillaro,
illustre sidernese che fa
periodiche capatine nella
città di nascita, alle soglie
dell'estate si è messo in pensione. Al congedo dalla
comunità italiana nizzarda
nella sede del Consolato, il diplomatico è stato festeggiato da una folla di invitati abbigliati in splendidi costumi del XVII
secolo. Tra i vari incarichi di prestigio ricoperti con alto senso di responsabilità, Barillaro è
stato anche Ambasciatore d'Italia in alcuni
Paesi dell'Africa Occidentale. Il Console e sua
moglie, genitori di tre figli, continueranno a
vivere sulla Costa Azzurra. Auguri.
Nel solco
di Morosini
La diocesi di Locri-Gerace è ancora vacante dopo il
trasferimento a Reggio di mons.Fiorini Morosini,
operato dalla Curia qualche mese fa.
A tenere le redini per il momento ci pensa mons.
Cornelio Femia, eletto amministratore Diocesano
dal Collegio dei Consultori. L’elezione di mons.
Femia è stata una conferma della volontà del
Collegio di continuità nell’operato pastorale, Femia
è stato infatti il vicario generale durante la reggenza
di Morosini. La strada è quella già tracciata quindi e
si prosegue nel solco indicato finora dal nuovo arcivescovo di Reggio-Bova.
Piselli
massonici
accorparte?
Se, per pura ipotesi, Papa Francesco continuasse a farsi prendere dal ghiribizzo della spending
review su larga scala, a farne le spese potrebbero essere perfino le piccole diocesi. Ad esempio, per risparmiare, alcune sedi vescovili
potrebbero fare la fine di periferici tribunali
italiani: accorpate. La diocesi di Oppido-Palmi
con quella di Reggio, la diocesi di Gerace-Locri lo stesso.
Così
Giuseppe
Fiorini Morosini, per
possesso
canonico,
diventerebbe l'arcivescovo di tutta la provincia. Ci sarebbero in
questo caso sollevazioni
dei preti e dei fedeli,
come ai tempi remoti di
monsignor Perantoni per lo
spostamento dell'episcopio da
Gerace a Locri?
Latitanti e carte di credito
Nessuno dei cronisti che perlustrano da mane a
sera atti giudiziarii per farne un riassunto, ha chiesto mai agli inquirenti pur prodighi di dichiarazioni qualche notizia sulle carte di credito rinvenute
nei portafogli di grandi latitanti catturati in giro per
il mondo, magari per sapere su quali istituti fossero appoggiate e a quali nominativi fossero intestati i conti di addebito. Tracce finora ignote,
che i cronisti non sanno scovare, forse perché
non fanno le domande giuste, limitandosi al
copia & incolla, senza approfondimenti.
Qualche domanda, la facciano di tanto in
tanto, per dimostrare che il mestiere di giornalista esiste. E la banca pure.
Un vecchio libro semiumoristico del gossiparo Roberto D'Agostino
e dello storico dell'arte
Federico Zeri s'intitolava “Sbucciando i piselli”, sigla anche di una
loro trasmissione televisiva. Sulla falsariga delle
osservazioni di quei caustici censori delle umane
vanità, anche noi ci
divertiamo a togliere
il baccello ai piselli nostrani. Ad
esempio, ci
domandiamo
benevolmente
quale affinità
elettiva fosse riuscita a
coniugare nella famiglia
massonica la virtù di un
medico infettivologo già
democristiano e poi
forza-italiano con quella
di un commerciante di
libri vetero-comunista.
Nemmeno scorrendo i
rituali dei gradi simbolici
siamo riusciti a
saperlo.
Missione
a Nairobi
Tra le persone prese in ostaggio nel centro commerciale Westgate di Nairobi attaccato da un gruppo di terroristi, c'era di Rita Caparra, 57 anni, vedova di Michele
Calautti figlio dell'ex senatore sidernese, famiglia molto
conosciuta in città, e mamma di Nella, Francesco e
Giulio. E' scampata alla strage restando nascosta per
ore in un camerino al secondo piano della grande struttura, mentre al piano terra un commando di terroristi
islamici sparavano alla cieca. Quel giorno la sidernese
con una rappresentante dell'ambasciata si era spostata
dal luogo in cui risiedeva per rifornirsi di provviste e
viveri. Solo dopo 4 ore e pressanti trattative con gli
assaltatori un gruppo di persone è riuscito ad uscire dal
centro commerciale, e tra loro anche Rita Caparra con
la sua amica.
Lei stessa è riuscita a postare su Facebook un commento in cui rassicurava i familiari di aver superato indenne
questa drammatica avventura, che sicuramente non scoraggerà Rita Caparra a svolgere il suo ruolo da missionaria, impegno preso ormai da sei anni per aiutare le
popolazioni a risolvere molti problemi i vitale e primaria importanza.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
04
la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Autunno in arrivo
Nuvole monelle su questo
cielo di smalto, questo cielo
calabrese che risuona nelle
menti con la potenza di mille
tamburi, questo cielo e questo mare che vorresti fosse
sempre estate ed invece
loro, le discole e sfuggenti
annunciatrici della nuova stagione, scambiandosi il bianco ed il grigio in un valzer di
piogge promesse e di ombre
mantenute, giungono di
corsa trafelate e alle fiumare
riarse promettono la pioggia
e agli uomini di buona
volontà il rinfresco, la vendemmia e l’inizio di una
nuova vita sperata. San
Lorenzo, e gli irti colli.
SIDERNO
Caffé e spazzatura
Ecco ancora scorrazzare sul corso di Siderno in
pieno giorno camion che emanano tutto il loro
olezzo. Puzza di spazzatura invade negozi e
attività commerciali. Abbiamo già denunciato
molte volte il comportamento scorretto, in
ogni città civile infatti i camion di questo tipo
transitano la mattina presto per non creare
disagi ai cittadini. Adesso abbiamo deciso che
ogni settimana riprenderemo questo problema
finché chi deve prendere provvedimenti si
decida a fare qualcosa.
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
1) SIDERNO: ARRESTATO CARROZZIERE
PER DETENZIONE D’ARMA
2)
GIANLUCA BEVILACQUA HA CONFESSATO DI ESSERE L’ASSASSINO DI TATIANA KUROPATYK
3) SEQUESTRATI 15 MILIONI AL
ROCCELLESE RAOUL BOVA:
«ACCANIMENTO, STO GIÀ PAGANDO»
4) LIBERATA LA SIDERNESE RITA CAPARRA OSTAGGIO IN UN CENTRO COMMERCIALE A NAIROBI
MERIDIONAL-MENTE di Vincenzo Carrozza
Meridione: ripartire da scuola e famiglia
ANNIVERSARI
L’omicidio Carbone
ancora insoluto
È trascorso un altro anno dalla morte di
Massimiliano Carbone. Con questo fanno
nove. Nove anni e ancora nessuna novità, nessuna condanna, nessun colpevole. Il 17 settembre del 2004 come ogni venerdì sera
Massimiliano stava andando a giocare a calcetto con gli amici e invece ha incontrato il suo
assassino. Dietro questo delitto molte ombre e
un figlio illegittimo avuto da Carbone con una
donna sposata e più grande di lui. La madre di
Massimiliano, Liliana sono anni che continua a
chiedere giustizia e chiarezza sulla morte del
figlio appena trentenne.
Immagino sia difficile
essere insegnanti. È difficile essere genitori.
Entrambi sono ruoli
importanti che incidono
profondamente
sulla
struttura sociale. La qualità di una società tanto
dipende dal come questi
ruoli vengono interpretati e svolti. La ricerca della
verità e l'assunzione delle
responsabilità, sono due
dei principi basilari che
tali ruoli si prefiggono di
trasmettere alle nuove
generazioni. Verità, qualunque sia il prezzo da
pagare. Assunzione di
responsabilità, qualunque sia il peso da portare.
La vera ricompensa del
mestiere d'insegnante,
del mestiere di genitore,
sta nel vedere la generazione di alunni, di figli, a
cui si è “insegnato”, svolgere il proprio ruolo
sociale con coscienza e
competenza, attraverso
la ricerca della verità e
l'assunzione di responsabilità.
Tutto si insegna ora dopo
ora, giorno dopo giorno,
con fatica nelle aule delle
scuole, dentro le mura
domestiche. L'errore per
genitori e insegnanti è
facile. Facile considerata
l'età degli alunni, dei figli.
Facile considerata la
spinta a lasciar perdere
perché “tanto sono
ragazzi”, a cui si vuole
bene. Chi insegna sa che
oggi si vive la società dell'apparire e della menzogna, la società del demerito. L'essere in sé, il
merito, il sacrificio, sono
puntualmente scavalcati
dalle categorie del demerito e dell'effimero. Sta
primariamente a chi insegna dare valore alla
verità, alla giustizia, al
senso di responsabilità, al
merito, al senso di sacrificio per raggiungere
obiettivi ambiziosi. Dare
valore, nella sostanza, a
tutte
le
categorie
“Costituzionali” su cui è
fondata la nostra società.
Certo, a volte è difficile
tenere ferma la rotta in
questo viaggio. Non è
tuttavia la punizione l'obiettivo di chi insegna e
neanche, in fondo, il giudizio
sul
profitto.
L'obiettivo è formare cittadini consapevoli esponsbili.
DOMENICA
5) 440 MILIONI PER I TRASPORTI IN
CALABRIA, QUASI TRE MILIARDI PER
I TRENI AL NORD
6) ISAN LUCA, RAGAZZA IN GRAVI CONDIZIONI DOPO UN INCIDENTE
7) SIDERNO SUPERIORE: AUTO
DISTRUTTA DALLE FIAMME NELLA
NOTTE
8) CAULONIA: FERITO UN OPERAIO IN
UN AGGUATO
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
05
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
06
ELEZIONI
Natalino Cusato
LOCRIDE AL VOTO
Domenico Lucano
Giovanni Pittari
In totale sono tredici le città della Locride chiamate alle urne: soltanto
per Marina di Gioiosa Jonica la tornata è prevista già il 17 e 18
novembre, mentre per tutti gli altri centri occorre attendere il 2014.
Gli incandidabili e i sindaci uscenti
ANGELO NIZZA
Mimmo Lucano, Natalino Cusato e
Giovanni Pittari. Sono i tre sindaci
incandidabili. Alle elezioni comunali della
prossima primavera, Riace, Agnana e San
Giovanni di Gerace faranno i conti col
doppio mandato del primo cittadino
uscente che, dunque, risulta ineleggibile.
In totale sono tredici le città della Locride
chiamate alle urne: soltanto per Marina di
Gioiosa Jonica la tornata è prevista già il 17
e 18 novembre, mentre per tutti gli altri
centri occorre attendere il 2014.
Roccella si butta nella mischia difendendo
il ruolo di paese capofila dell'intero
comprensorio per ordine, senso civico e
tutela dell'ambiente. Giuseppe Certomà,
già sindaco durante il quinquennio '95-'99,
sarebbe nelle condizioni di tentare il bis
consecutivo ma c'è da capire quali saranno
le manovre del regista Sisinio Zito.
considerevole essendo il presidente
dell'assemblea di AssoComuni. Quanto al
resto della geografia, sono prossimi al
rinnovo degli organi consiliari i comuni di
Benestare, Brancaleone, Canolo e
Stignano. Menzioni a parte meritano
Palizzi e Platì. La cittadina al confine con
l'area grecanica si reca al seggio dopo lo
scioglimento del consiglio comunale
provocato dalle dimissioni di cinque
consiglieri e il conseguente insediamento
del commissario Eugenio Barillà al posto
dell'ex sindaco Sandro Autolitano.
Il centro aspromontano, invece, è fuori
dalla politica dall'11 marzo 2011 quando si
dimise Michele Strangio. A marzo del
2012, quando già si era in fermento per le
elezioni, il municipio di Platì è stato
commissariato per mafia e nell'agosto di
quest'anno il provvedimento ha subito una
proroga di altri sei mesi. Se tutto va bene, ci
si rivede dopo le piogge.
Giorgio Imperitura e Sisinio Zito in
una nostra vecchia vignetta
Maria Carmela Lanzetta
L'ex senatore della Repubblica è, infatti,
succeduto proprio a Certomà e per dieci
anni di fila è rimasto alla guida del
municipio per poi ricandidarsi nel 2009
individuando il “suo” capolista e
mantenendo la gestione dell'Ente da
vicesindaco.
Altro caso particolare è quello che
riguarda Monasterace. Maria Carmela
Lanzetta ha lasciato dopo che la Giunta
non ha votato all'unanimità la proposta di
costituzione di parte civile nell'ambito del
processo “Village”, scaturito dall'omonima
operazione coordinata della “Dia” reggina
che portò all'arresto del capo dell'Ufficio
Tecnico, Vito Micelotta, e di Benito Ruga,
ritenuto il patriarca dell'omonimo clan.
La Lanzetta, al secondo mandato dal 2011,
a seguito di continue intimidazioni (la
farmacia incendiata e le pistolettate contro
la Fiat Panda) si era dimessa una prima
volta nell'aprile del 2012 ma poi era tornata
in sella forte dell'appoggio del partito, il Pd,
con l'allora leader Pierluigi Bersani giunto
fino alla porta del Palazzo di città per non
farla desistere. Guardando ai rapporti di
forza che caratterizzano la Locride, assume
un certo interesse anche il voto di Martone.
Il sindaco Giorgio Imperitura non è un
incandidabile, ma ha un peso
Sandro Autolitano
MARINA DI GIOIOSA
Si cerca un candidato, ma nessuno si fa avanti
E intanto a Marina di Gioiosa si attende che qualcuno
si faccia avanti. Fra un mese e mezzo, la città del sorriso
torna al voto dopo due anni di commissione
straordinaria a seguito dello scioglimento del Comune
per mafia.
Sulla scena, in vista della formulazione dei programmi
e della compilazione delle liste, non ci sono i partiti
tradizionali, azzerati un po' per effetto della crisi politica
nazionale e un po' tanto per l'affidabilità persa dopo lo
smantellamento della Giunta a opera della Dda
nell'ambito dell'operazione “Circolo formato”. Sotto i
riflettori ci sono due organizzazioni civiche, il Comitato
per la vivibilità, presieduto da Marilena Loschiavo, e il
Comitato giovanile O'strakon, diretto da Valentina
Femia. Nell'ultima settimana hanno intensificato le
riunioni congiunte, aprendosi alla cittadinanza, per
riflettere sul da farsi. Insieme hanno convenuto che un
candidato a sindaco venga fuori dall'assemblea,
riproducendo lo spirito della democrazia diretta.
Ma al momento, al di là delle buone intenzioni e dei
nomi tirati a casaccio, non c'è nulla di certo. Aumenta il
numero di coloro che danno la propria disponibilità a
collaborare, tuttavia non esistono dati precisi quanto a
idee e personaggi.
Da escludere, invece, con fermezza, il ritorno in pista da
parte di Francesco Macrì, già primo cittadino dal 2000
al 2005. È noto che una fetta di cittadinanza gli abbia
chiesto una presa di responsabilità, ma l'avvocato
(peraltro difensore dell'ex primo cittadino Rocco
Femia, condannato a dieci anni di carcere dal Tribunale
di Locri) ha rifiutato l'invito, dicendo che «non si
occupa più di politica» se non per mera passione, com'è
successo nei giorni scorsi a Gioiosa Jonica quando era
in platea ad ascoltare l'ex ministro Fabrizio Barca ospite
del locale circolo del Pd. Insomma, in superficie
succede poco o nulla.
Dal canto loro, i due comitati civici affermano di essere
impegnati in un lavoro di riallacciamento delle fila di un
discorso politico che dal 25 luglio 2011, giorno in cui si
insediò la terna commissariale, è rimasto senza parole.
Certamente il paese è scosso, sta ancora
metabolizzando lo shock del blitz della polizia,
sentendosi oltremodo ferito e punito.
Punito in qualche misura anche dallo Stato, che ha
scelto il pugno duro per tentare di debellare il crimine,
sospendendo la regolare prassi e proponendo anche la
proroga del commissariamento durante gli ultimi sei
mesi.
Tutto sta nel capire se ciò ha funzionato. Gran parte
della risposta spetta alla cittadinanza, che adesso è
chiamata a mostrare l'intelligenza di cui dispone.
A.N.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
07
COPERTINA
L’EDITORIALE
Africo figlia
del peccato
originale
CONTINUA DALLA PRIMA
Certo, i tempi cambiano e un grande Filosofo
invitava a comprendere di ogni cosa “il suo
nascimento”.
Il consiglio comunale per far dimenticare alle “Alte
Sfere” la colpa di essere africoti, aveva deliberato la
costituzione di parte civile nei processi di mafia,
aveva contribuito al finanziamento per la
realizzazione della statua al Carabiniere, il sindaco
aveva partecipato, con tanto di fascia tricolore, a
tutte le manifestazioni antimafia.
Tutto inutile, Africo è, e sarà, “paese di mafia”e non
vale “né merito quadrilustre né zelo di arcani
uffici”. Non so se avremo ancora un altro paese in
cui la democrazia sarà sospesa in aperto contrasto
con la lettera e lo spirito della Costituzione,
certamente, nell'intera Locride si fa affermando
una lucida e levigata “non democrazia” Dopo S.
Luca, Platì, Careri, Samo, Casignana ecc. ecc.
probabilmente Africo completerà il quadro. I
“paesi di 'ndrangheta” non hanno diritto alla libertà
di scegliersi una classe dirigente che, nel bene e nel
male, sia genuina espressione di un popolo. I partiti
hanno rinunciato alla battaglia politica e ad essere
portatori e palestre di libertà e di partecipazione.
La politica vile scappa dei paesi di ndrangheta, i
politici non vogliono contaminarsi con il popolo di
cui sono rappresentati e da cui traggono la loro
legittimità, tutto è affidato al braccio secolare.
Nessun imbarazzo, per noi che consideriamo un
grande onore rappresentare il nostro popolo,
raccogliere la bandiera della libertà, battendoci con
tutte le nostre forze affinché la Locride non
precipiti in una specie di nuovo medioevo
antecedente alla civiltà comunale.
PS. Visto l'alto numero dei comuni commissariati
non sarebbe male che l'associazione dei sindaci
della Locride cambiasse nome.
Ilario Ammendolia
Tatiana è
una di noi
Per la gente raccolta nelle vie e nelle piazze del paese a sbagliare non è stata
una genia ma una singola persona, Gianluca Bevilacqua, freddo e calcolatore.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
08
BRANCALEONE
Una comunità
che reagisce
FRANCESCA DIENI
GIOVANNI DROGO
Tatiana Kuropatik è una di noi. È il senso della reazione
civile del popolo di Brancaleone al brutale assassinio della
badante ucraina di 41 anni stuprata, uccisa a colpi di pietra e poi bruciata da Gianluca Bevilacqua, 22 anni, origine rom ma animo nero, nulla a che fare con
la sua identità culturale. E questo la gente di
Brancaleone lo sa, essere rom non vuol dire
essere di indole assassina, anzi, ogni comunità ha le sue pecore smarrite, che a volte
commettono errori irrimediabili. Per la
gente raccolta nelle vie e nelle piazze del
paese a sbagliare non è stata una genia ma
una singola persona, Gianluca Bevilacqua,
freddo e calcolatore. Ma il flusso copioso di
umanità che ha unito i cittadini di
Brancaleone in questa spiacevole situazione
è iniziato lunedì 15 settembre, quando il
cadavere di Tatiana è stato rinvenuto tra i
rovi di un torrente che sfocia nel blu dello
jonio. Un mare troppo bello e affascinante
per pensare che sulle sue rive si possano
commettere atrocità del genere. Eppure
così è stato. Allora serviva trovare subito il colpevole di un
simile gesto, consegnarlo alla giustizia perché scontasse la
sua pena e perché liberasse il paese dall'ombra che un
uomo capace di tanta violenza potesse ancora circolare
indisturbato tra figli, mogli e madri inconsapevoli. I
Carabinieri volevano il colpevole, la comunità voleva
vederlo in faccia. Così si sono uniti gli intenti e da ogni
parte sono arrivate le dritte dei cittadini verso le forze dell'ordine.
Una “caccia all'uomo” civile e composta, accordata sulla
nota del fare giustizia e in breve. La sinergia ha funzionato, il caso è stato risolto. Tra i cittadini di
Brancaleone è tornata una parvenza di
serenità, troppo duro il segno della violenza per scomparire con la cattura di un
giovane assassino. Ma per Brancaleone è
stata una grande prova di solidarietà e
coraggio. Uniti per dire no alla violenza e
uniti nel raccogliere i fondi che hanno
consentito alla salma di Tatiana di tornare in patria.
Ecco una Locride che cresce, che si compatta nel dolore e nelle difficoltà dimostrando umanità e spiritualità da vendere. Anche dalle vie oscure di un omicidio
è nato un fiore nuovo sullo jonio. Essere
cittadini vuol dire partecipare, alle sventure come agli onori. Il peso di una comunità va diviso e portato insieme, agli
ucraini, ai rom, ai nigeriani e chiunque sia essere umano
su questa terra. Tatiana è diventata donna di Brancaleone,
amica di tutti, la Calabria e la Locride ha regalato a tutti
un senso nuovo di civiltà, qui Tatiana ha trovato la morte
ma il suo sacrificio non è stato vano.
È ancora molto forte lo sgomento gettato sulla collettività di
Brancaleone dalla drammatica vicenda della morte della donna ucraina uccisa dieci giorni fa da un giovane rom, membro della comunità
residente da anni a Brancaleone. Nonostante l'arresto del colpevole
dell'orrendo delitto, le indagini sono tutt'ora in corso per individuare
eventuali complici. Ma ciò che colpisce, ciò che emerge tra le chiacchierate al bar dei non più giovani come tra i commenti di chi appartiene alla stessa generazione del giovane omicida, è un forte senso di
incredulità. La prima impressione di chi scrive è che si è consumata, in
quella mattina di due domenica fa, un’assurda vicenda di follia, un’incontrollata sopraffazione della ragione da parte degli istinti umani più
bassi: una donna come tante (non importa la sua nazionalità), piena di
vita e desiderosa di trascorrere qualche ora in totale relax, viene aggredita barbaramente da una mano violenta che non ha saputo controllare la propria indole. Un fatto di cronaca come tanti, troppi, purtroppo,
che hanno come protagoniste donne innocenti ed indifese che per il
solo fatto di essere “donne” vengono colpite da mani rabbiose, dimentiche della razionalità che dovrebbe distinguere l'uomo dagli animali.
Al di là della confusione, dello sgomento, appunto, dell'incredulità che
questa vicenda ha gettato sul piccolo centro ionico di Brancaleone, ciò
che risalta soprattutto è la reazione della comunità locale a tutto questo orrore. Innanzitutto, ha colpito lo spirito di collaborazione con le
forze dell'ordine, il desiderio di contribuire alla scoperta della verità
che sin dai primi momenti delle indagini è emerso, forte e deciso. Non
solo da parte dei locali ma, in un momento successivo, anche la comunità rom, da anni stabilitasi in pianta stabile a Brancaleone e che conta
più generazioni nate e cresciute proprio nel nostro comune, non ha
fatto quadrato, come ci si poteva aspettare, intorno al colpevole per
offuscare la realtà terribile di quanto compiuto. A dimostrazione che
un orrore è tale sempre e comunque, anche quando a commetterlo è
un giovanissimo. E poi, il senso di commozione verso la vittima ed i
suoi familiari lontani, che aspettavano proprio in questi giorni il ritorno della loro cara e che sì, la vedranno ritornare in patria, ma non sorridente come avrebbero voluto bensì lacerata da una morte tanto straziante quanto ingiusta ed incomprensibile. Commozione che ha spinto qualcuno a credere di avere il dovere morale di contribuire in qualche modo a che la povera Tatjana potesse ricongiungersi coi suoi cari;
commozione che ha anche stretto la comunità di Brancaleone in un
grido di denuncia e rifiuto di ogni forma di violenza alle donne, in particolare, che troverà la sua espressione nella fiaccolata e nell'incontro
di preghiera previsti per venerdì 27 c.m. Per far sentire la voce della
gente di Brancaleone che è una voce che urla pace e solidarietà.
DOMENICA 29 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
09
Polaroid
PRIMO PIANO
Incompiute
Il teatro di Siderno
L’ecomostro di via Amendola
ELEONORA ARAGONA
«Un accumulatore urbano, un polo
che interpreta e rende visibile l'energia
che percorre la città».
Questo doveva essere il nuovo teatro
di Siderno nel disegno di Franco
Purini, capogruppo dei progettisti che
vinsero il concorso per la realizzazione
della struttura.
Nel giugno 2004 era questa l'idea che
gravitava intorno a quel lotto in Via
Amendola su cui doveva sorgere un
edificio a pianta rettangolare,
57,60m*21,60, tre piani che avrebbero
ospitato attori e spettatori della
Locride.
Doveva essere un luogo in cui poter
accrescere la propria cultura, magari
fare corsi per aspiranti giovani attori,
registi, costumisti, sceneggiatori, ecc.
Invece si è rivelato l'ennesimo progetto monco.
Ma d'altra parte era già nato con un
deficit. Per l'effettiva realizzazione
della struttura infatti erano stati previsti due differenti progetti, quindi due
gare d'appalto e due finanziamenti. Il
primo lotto riguardava la costruzione
della struttura, la predisposizione dell'impianto di climatizzazione, la realizzazione dell'impianto elettrico, dei servizi, della pavimentazione e degli intonaci.
Nel secondo lotto invece erano previsti i lavori per il completamento degli
interni e tutte le spese per i macchina-
ri necessari, gli arredamenti e le scene.
Il primo appalto, da 4 miliardi delle
vecchie lire, quindi è stato vinto e portato a termine dalla società secondo
quanto richiesto dal bando di concorso.
Ma adesso sono due anni che la struttura è ultimata e abbandonata a se
stessa in attesa di rintracciare i finanziamenti necessari a organizzare il
secondo bando e ultimare i lavori
necessari al completamento reale del
teatro.
Per questo secondo stralcio l'ex commissario di Siderno, Luca Rotondi,
aveva chiesto a Provincia e Regione 3
milioni di euro, ma secondo stime di
addetti del settore in realtà servirebbero circa 4 milioni di euro. Senza contare però che anche la struttura princi-
UNA QUESTIONE DI PARI DIGNITÀ PER UN’IMMAGINE DI CRESCITA
Servizi pubblici,
più pubblici di altri
PINO ROMEO
Realizzare nuove opere è sempre sinonimo di crescita e di
adeguamento dei luoghi e dei servizi ad esigenze che richiedono attenzione e a domande di maggior qualità della vita.
Una qualità a cui ogni servizio destinato a migliorarne la
condizione dovrebbe tendere. Ora, se dovessimo guardare
al Sud e, in particolar modo alla Calabria e, in ulteriore particolare attenzione alla Locride ci si accorge che ogni qualvolta si parla di fare, di innovare, di realizzare opere sicuramente importanti non si va oltre caserme e tribunali o istituti di prevenzione. Non che tali servizi non siano da adeguare, tutt'altro. Ma ciò che salta agli occhi di un osservatore attento è che, di fronte al deserto delle opere pubbliche
che riguardino sanità, scuole, trasporti, investimenti in attività produttive e in logistica avanzata - per favorire l'attrazione di merci e la loro movimentazione su mercati mediterranei - ci si preoccupa solo di un aspetto del servizio pubblico e non dell'insieme.
Un limite di prospettiva, ed un'immagine di particolare
preoccupazione, dal momento che si supera quel normale
significato che fa si che per pubblico servizio si intenda un
aggregato di plurime offerte sinergicamente coordinate e
raccordate per offrire al cittadino tutto ciò di cui ha necessità per condurre, secondo standard di crescita consolidati e
condivisi, la propria esistenza. Certo, il commento che di
fronte a simile realtà si esprime nella sua evidenza è che in
Calabria, come al Sud - se l'attenzione è riposta solo su
determinati aspetti della qualità di strutture piuttosto che di
altre - certamente non vi possono essere modi diversi per
scansare il dubbio che il solo servizio che funziona, e l'economia che ne deriva, sia quello giudiziario: tribunali, istituti
di prevenzione e pena, caserme ecc... Sanità, istruzione, trasporti sono differibili. D'altra parte, un Sud ed una Calabria
siffatta, che parla solo di indagini e criminalità non ha gran-
di prospettive di poter dislocare al meglio risorse che vengono assorbite su servizi sicuramente importanti come
quelli giudiziari. Tuttavia, restano servizi, questi, che al di
fuori di un sistema di reciproca legalità e di reciproca fiducia su cui si costruisce tutta la comunità rischiano, nonostante le vesti esteriori, di rimanere sterili se non si inseriscono
in un quadro di crescita civile partecipata dove fare impresa, curarsi, andare a scuola, muoversi e muovere, diventano
aspetti strutturali e …infrastrutturali che devono esprimere
pari dignità per il solo fatto che sono, questi unitamente ai
primi, certamente fattori decisivi per dimostrare il vero,
reale, livello di crescita di una società. In fondo, se per un
accreditato vocabolario italiano una struttura è da ritenersi
come il complesso degli elementi costitutivi di un organismo, di una costruzione o di un sistema considerati nei loro
rapporti, nella loro reciproca interdipendenza, ci si interroga su quale sia il nesso di “interdipendenza sociale” che si
crea tra lo strutturare fine a se stesso, ancorché ispirato a
giusti motivi di maggior funzionalità e ospitalità per alcuni,
o il lasciar destrutturare per comoda inerzia ciò che andrebbe a sua volta “strutturato”, o anche solo ri-strutturato per
priorità di vita collettiva per altri. Insomma, per essere eleganti, sembra quasi di poter riproporre una riflessione da
Levi-Strauss in un contesto antropologico singolare che
divide la società e i suoi servizi, oggi, tra il potere del nuovo
e l'impotenza del consunto.
E, così, per tornare sul semplice, ci si chiede in molti, che
significato “sociale” dovremmo dare, al di là dell'evidenza
della necessità, alla particolare attenzione che si pone per la
costruzione di un tribunale, di un carcere o di una caserma
nuova se a loro contorno altre strutture pubbliche o infrastrutture di pubblico servizio - a cui si dovrebbe affidare o
far favorire la crescita e la produttività futura di una società
- non sono degne di pari attenzione?
pale dopo due anni di abbandono avrà
bisogno di nuovi lavori e saranno quindi necessari ulteriori fondi.
Decidere di avviare un progetto così,
essendo già coscienti che non si hanno
le risorse per portarlo a termine, che
senso ha? Magari si poteva contare su
quel finanziamento e l'amministrazione ha pensato di iniziare a lavorare
che tanto i soldi per continuare poi li
avrebbero trovati? Intanto il teatro se
ne sta lì, incompiuto e recintato. Un
ecomostro. Finora non è stato un
accumulatore urbano, tutt'al più, come
abbiamo visto è diventato una stalla.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013 LA
RIVIERA
10
DOMENICA 29 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
11
Polaroid
PRIMO PIANO
Sarà intitolata al professore
Pasquino Crupi, la sezione
“Calabria” del Polo culturale
“Mattia Preti” che verrà inaugurato a novembre nella sala
“Nicholas Green” di Palazzo
Campanella, dove troveranno
dimora pregevoli libri e pubblicazioni acquistati negli anni dal
Consiglio regionale
Lo ha comunicato ufficialmente il
presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco
Talarico all'iniziativa in ricordo
dello studioso che amava definirsi
“intellettuale in trincea e meridionalista senza conversione”.
Crupi fu anche giornalista di
prim'ordine, un operatore dell'informazione che non esitava ad
insorgere contro la stessa stampa
quando sembrava adagiarsi supinamente alle direttive del potere;
ed egli insorgeva anche contro il
potere che tentava di screditare la
stampa per farne uno strumento
ai suoi ordini.
Nell'incontro coordinato dal giornalista Mimmo Nunnari, portavoce del presidente del Consiglio
regionale, sono riecheggiate tante
memorie della nostra storia. Le
difficoltà e le speranze dell'Italia
postunitaria, le tribolazioni dei
più deboli, i patimenti degli emigrati, braccianti, contadini, artigiani, che salivano sui “battelli
della morte”, gente povera, analfabeti che, dopo l'America latina,
andava verso gli Stati Uniti: era la
fuga dalle campagne, il “sogno
americano”.
Nei suoi libri, Crupi accusa gli
scrittori nazionali che non si sono
La Calabria ricorda Pasquino Crupi
mai occupati dell'emigrazione.
«Perchè mai - si chiedeva Crupi
sferzante - quella classe dirigente
e la sua letteratura avrebbero
dovuto occuparsi dei lavoratori
italiani quando erano all'estero, se
non se ne occupavano nemmeno
quando erano in Italia?»
Le opere del prof. Crupi - ha
detto il Presidente del Consiglio
regionale, Francesco Talarico resteranno un punto di riferimento per la vita sociale e culturale
della Calabria. Crupi rimarrà per
sempre una delle figure intellettuali di maggior prestigio. È riuscito a rappresentare la Calabria
per quello che realmente è.
Durante il corso dell’incontro in
molti hanno ribadito uno dei concetti più cari a Crupi: «La questione meridionale era e resta questione sociale contro chi voleva
invece derubricarla ad invenzione
o peggio a questione criminale».
Nel suo intervento il Governatore
Giuseppe Scopelliti ha annunciato il progetto di una Fondazione
per gli studi meridionalistici:
«Credo che “il coronamento del
percorso ed il successo dell'uomo
sia racchiuso nel suo senso di
appartenenza al territorio diversamente da molti intellettuali che
si sono trincerati in un recinto
politico. Egli è stato fedele alla
propria storia politica ma fuori
dagli schieramenti. Ecco credo
che proprio intorno a questa idea
dell'appartenenza al territorio
abbiamo il dovere di costruire una
battaglia meridionalista».
La subalternità culturale è il riflesso della sudditanza politica ed
economica. Nella sala Levato è
stato un susseguirsi di testimonianze. Anche Ilario Amendolia e
Rosario Condarcuri, rispettivamente editorialista ed editore de
“la Riviera” - di cui Crupi fu direttore - e Giuseppe Bombino,
Presidente dell'Ente Parco
Nazionale
dell'Aspromonte
hanno confermato l'importanza
del ruolo e dell'impegno dello
scrittore che fu anche docente
nella scuola pubblica, e spese anni
della sua esistenza fra i banchi
degli istituti superiori. “Un combattente”, “un uomo libero”,
“grazie a lui - è stato detto - gli
autori e la letteratura calabrese
hanno trovato il giusto riscatto
nella dimensione nazionale”.
Lo scrittore avrebbe potuto regalare ancora molte opere alla
Calabria. Intanto restano le sue
ferme denunce contro le dissennatezze della classe dirigente
dello Stato unitario, cui va imputata la politica di sperequazione a
danno del Sud e a favore del
Nord. Un carico tributario eccessivo e la subordinazione economica furono gli strumenti utilizzati ripeteva Crupi - per lasciare il
Mezzogiorno in una condizione
di sottosviluppo. E restano le
denunce per l'assedio subito per
lungo tempo dalla ragnatela di
avventurieri e speculatori che
hanno manomesso le risorse pubbliche. Saranno ascoltati il monito
e gli appelli di un intellettuale sarcastico e tagliente che amando la
Calabria ripeteva spesso: «Forse
non sarei diventato scrittore se no
fossi nato qui».
L'ultimo ricordo commosso è toccato al figlio Vincenzo che ha infine voluto ringraziare i vertici della
Regione.
Una giustizia per “Pierini”?
ILARIO AMMENDOLIA
Ho letto con incredulità prima e
stupore dopo, le intercettazioni in
carcere ascoltate nel corso di un
colloquio tra l'avvocato Giovanni
Pellicanò e il suo assistito Luciano
Lo Giudice, capo dell'omonima
cosca e detenuto per associazione
mafiosa.
Durante l'incontro si fa il nome di
un autorevole magistrato, come
amico e protettore di Lo Giudice.
Contemporaneamente si fa riferimento ad “amici politici” a cui
rivolgersi per ottenere l'impunità e
quindi la scarcerazione. Le parole
sul magistrato non lascerebbero
dubbi circa un rapporto di confidenza, anzi di tutela e di fiducia di
Questi nei confronti del capo della
cosca dei Lo Giudice. Infatti l'uomo di ’ndrangheta arriva al punto
di dire «Se vedi don Ciccio gli dai
un bacetto da parte mia». Parole
sottili che, in linguaggio mafioso,
potrebbero essere interpretate
IN EVIDENZA
Nella Repubblica nata
dalla Resistenza nessuno, né tantomeno la
magistratura, può usare
due pesi e due misure.
Non è in discussione il
destino di singole persone ma la credibilità della
democrazia e della
Costituzione in Italia
come un inquietante messaggio.
Non conosco personalmente il
magistrato in questione, né ha alcuna importanza il suo nome ma ho il
dovere di credere che sia una persona perbene, integgerrima e onesta. Non possono bastare le brucianti allusioni di un uomo di
’ndrangheta per compromettere la
credibilità e l'onore di una persona
sia esso un bracciante o magistrato.
Dobbiamo sempre mettere in
conto che si potrebbe trattare di
una pantomima studiata e messa in
atto da ambienti malavitosi e diretta proprio a colpire una persona
perbene.
Le garanzie costituzionali debbono
valere per tutti, nessuno escluso.
Inoltre sono sicuro che essendo le
intercettazioni del 2009 la magistratura avrà indagato con scrupolo e
particolare serietà escludendo da
ogni responsabilità penale il magistrato in questione. Se così non
fosse sarebbe un fatto di inaudita
gravità e iniziare oggi le indagini
sarebbe assurdo ancorché inutile.
Relativamente ai “potenti amici
politici” in grado di intervenire sulla
magistratura, le indagini sicuramente avranno stabilito che si tratta di una millanteria del Lo Giudice
e del suo ex avvocato perché se tali
“amici” fossero in circolazione ci
sarebbe poco da stare allegri.
Qualora invece non si fosse indagato la cosa è ancora più grave.
Questa la premessa.
Però, ed è un però grande quanto
una casa, ci sono, e ci sono stati,
uomini in galera per molto meno.
Qualche centinaio di nomi hanno
alle spalle anni di carcere e poi sentenze definitive di assoluzione.
L'intercettazione di cui parliamo
risale a quattro anni fa e, da allora,
è stata gelosamente custodita al
riparo da occhi ed orecchie indiscrete.
Immaginate se queste stesse parole
fossero state pronunciate verso un
piccolo commerciante di paese,
verso un dipendente della forestale
o nei confronti di un consigliere
comunale di Samo o di Ciminà.
Senza alcun dubbio, sarebbe stato
sbattuto in prima pagina con tanto
di fotografia, sarebbe sfilato in
manette senza alcun rispetto per la
moglie o per i figli e senza alcuna
tutela per la dignità della persona
umana. Infine sarebbe stato portato in carcere e tenuto in cella quantomeno fino alla celebrazione del
processo.
Ricordate Don Milani, parroco di
Barbiana, e il suo sdegno nei confronti dei doppi cromosomi dei
“Pierini”?
Don Milani non ha avuto vita facile, ha subito persecuzioni, denunce
e finanché una grave condanna. La
sua colpa è stata la lotta senza quartiere contro la divisione del mondo
in “Pierini” e gente del popolo. Noi
non riconosciamo i Pierini anzi ci
collochiamo, senza se e senza ma,
per l'uguaglianza sostanziale dei cittadini dinanzi alla legge e non solo.
Se una preferenza dovessimo fare è
sempre verso i deboli ed agli emarginati che il “Potere” tende a criminalizzare e distruggere senza pietà.
Le regole debbono essere uguali
per tutti, ed in ogni angolo della
Repubblica. Doverosa la prudenza
e il rispetto delle garanzie costituzionali nel caso in questione, ma lo
stesso metro dovrebbe essere usato
in ogni occasione.
Non si può fare strame di una perDOMENICA
sona “normale” perché appena
citata in una intercettazione e prendere a prestito dalla mafia il detto
“nulla ho visto e nulla ho sentito”
quando si tratta di possibili Pierini.
In democrazia non esistono mafiosi per nascita, ma neanche persone
al di sopra di ogni sospetto. La lotta
partigiana, le battaglie democratiche del dopoguerra sono state
combattute perché tutti i cittadini
fossero realmente uguali dinanzi
alla legge, né mi tranquillizza il
fatto che possano essere in circolazione “amici politici” in grado di
tutelare i mafiosi ed ovviamente in
condizioni di rovinare degli innocenti perché scomodi.
Nella Repubblica democratica nata
dalla Resistenza nessuno, né tantomeno la magistratura, può usare
due pesi e due misure. Non è in
discussione il destino di singole persone ma la credibilità della democrazia e della Costituzione in Italia
e soprattutto in Calabria.
29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA
12
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
13
Polaroid
LOCRIDE
TERME ANTONIMINA
Pane, companatico e che altro?
DANIELE MANGIOLA
Rimodellato il CdA del Consorzio termale Antonimina-Locri e l’amministrazione comunale locrese presenta i
suoi due araldi: Francesco Macrì e
Vittorio Zadotti.
Il complesso termale ha urgente bisogno di una seria cura ricostituente, il
cronico malessere che lo affligge
rischia di condurlo alla morte e finora
nessun terapeuta chiamato al suo
capezzale ha saputo portare una cura
adatta. Non c’è riuscito DiGiorgio a
cui si era affidata la commissaria
dott.ssa Crea, non c’era riuscito prima
di lui Pino Pelle, imprenditore antoniminese.
A proposito di Pelle si era a suo tempo
espresso l’ex sindaco Macrì, ironizzando sulla sua competenza in fatto di
terme, visto che è “uno che produce
panini”. Ora prende il suo posto: dopo
il pane il companatico, vien subito da
dire. Dopo i panini, formaggio, vino e
arance per dessert.
Di accostamenti azzardati il mondo
della finanza ce ne ha sempre offerti in
abbondanza, dalle lattine di pelati con
il pallone, alle banche vaticane con
anticoncezionali e industrie belliche,
giusto per dirne qualcuna.
In fondo i soldi son sempre soldi e
sono sempre dello stesso colore e se
uno ha il fiuto per gli affari riesce a
farne dovunque.
Dunque nulla impedisce che Macrì e
Zadotti, due imprenditori navigati, tra
un panino imbottito e un bicchiere di
vino, riescano davvero a far sviluppare
il sito termale in tutta la sua eccezionale potenzialità.
Nominato Francesco Macrì presidente
del CdA così costituito, altri quesiti ci
ronzano in testa. Ad esempio sulla
figura di Zadotti, ideatore del
Call&Call di Locri, alla quale è strettamente legata la figura del sindaco
Giovanni Calabrese. Come è da interpretare la nomina di Zadotti?
Industriale sicuramente capace, ma
senza alcuna connessione con il nostro
territorio, lui ligure. Non è certo un
segreto che la democrazia sia soltanto
una veste gentile sotto la quale i
potenti continuano a fare interessi,
continuano a gestire dinastie familiari
e amicizie personali.
Il fatto in questo caso però è talmente
evidente da permetterci almeno un
piccolo “ooh” di stupore, se non di
indignazione.
E i più maliziosi potrebbero anche
chiedersi che altro c’è dietro. Che
manovre si preparano per il futuro del
complesso termale di AntoniminaLocri? .
Attendiamo rassegnati e un poco disillusi augurando ogni successo al nuovo
CdA e che un florido domani possa
arridere alle nostre terme.
Siderno
“Formazione ed innovazione per la mobilità in Calabria”
La triade e la stampa
Il progetto formativo ha
coinvolto più di 60 lavoratori
in mobilità della Provincia
La triade commissariale incontrato la stampa per
che attualmente gestisce il un primo bilancio dopo
comune di Siderno ha cinque mesi d’attività.
Rotary Club
1000 euro per i giovani
Divani e Divani giornalisti della Locride
Siderno
foto di Luigi Errigo
Bisognerebbe fare un
applauso al cittadino che
ha abbandonato un nuovo
modello della linea Divani
e Divani davanti ad un cassonetto della spazzatura a
dimostrazione del suo
grado di civiltà.
Il Rotary club di Locri ha istituito un premio per giovani giornalisti. Il concorso
indetto dal distretto della Locride è rivolto a giornalisti, pubblicisti o professionisti,
di età inferiore ai 40 anni che si siano
distinti con inchieste e articoli finalizzati al
miglioramento della qualità della vita e
della vivibilità della Locride.
Il premio si suddivide in due sezioni, una
per la carta stampata e i web l'altre per i
servizi radio televisivi, e ai vincitori di ciascuna andranno un assegno da 1.000 e
un attestato. A selezionare i pezzi, inviati
entro e non oltre il 15.02.2014, e a decretare i due migliori giovai giornalisti è stata
istituita una commissione di valutazione
composta da: Enzo Romeo, responsabile
della redazione estera del Tg2; Pasquale
Tavernese, presidente area progetti Club
Rtary; Giuseppe Mirarchi, vice presidente area progetti club Rotary; Giorgio
Botta, segretario club Rotary; Luigi
Brugano, componente are progetti club
Rotary; Francesco Archinà, presidente
area pubblicazione relazioni club Rotary.
La commissione si riserva inoltre di
segnalare ulteriori elaborati meritevoli di
menzione.
I vincitori del concorso saranno premiati
il 29 marzo 2014 dal presidente del
Rotary Club di Locri, Salvatore Cilea.
“Formazione ed innovazione per la mobilità
in Calabria”, è questo il titolo del progetto formativo che ha coinvolto più di 60 lavoratori in
mobilità della Provincia di Reggio Calabria. La
formazione, finanziata dal fondo interprofessionale Fondimpresa nell'ambito dell'Avviso
2/2010, è stata finalizzata alla riconversione
lavorativa nel settore turistico alberghiero di
lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, appartenenti ad alcune delle imprese aderenti a
Fondimpresa che sono state oggetto di procedure di mobilità nel triennio 2011- 2013. Il
fondo interprofessionale nazionale per la formazione continua Fondimpresa, travalicando
gli ambiti tradizionali di finanziamento della
formazione, ha inteso, con questa iniziativa di
carattere straordinario, destinare cospicue
risorse alla riqualificazione di lavoratori in
mobilità, finalizzata all'occupabilità ed al rimpiego degli stessi anche in ambiti professionali diversi rispetto al bacino di provenienza. Il
percorso formativo, iniziato a novembre 2012
e conclusosi nel mese di agosto 2013, ha visto
quale soggetto promotore ed attuatore l'ATS
tra Formitalia srl, Formamentis Soc.Coop. e
Sicur.con, che congiuntamente hanno realizzato e gestito in sinergia il percorso formativo
finanziato da Fondimpresa.
Le attività formative previste nel progetto
hanno mirato a potenziare le qualità dell'offerta turistica calabrese, qualificando i potenziali addetti al turismo tradizionale, al turismo
“verde”, al turismo rurale, enogastronomico e
DOMENICA
vitivinicolo, consentendo ai lavoratori coinvolti nel percorso di riqualificazione, di acquisire delle competenze trasversali che comunque potranno essere utilizzate anche nella
realizzazione di progetti autonomi quali l'apertura di piccole attività imprenditoriali.
Nello specifico i percorsi formativi realizzati
sono stati: Corso di Addetto al ricevimento
alberghiero; Corso di Addetto al turismo rurale ed enogastronomico;Corso di Cameriere;
Corso di addetto alla promozione turistica.
I percorsi formativi si sono caratterizzati per
metà delle ore in aula e per l'altra metà in formazione on the job presso aziende del settore turistico - alberghiero. Proprio quest'ultima
parte ha conseguito una duplice finalità, da
un lato ha consentito ai discenti di mettere sul
campo le competenze acquisite durante la
formazione in aula e, dall'altra parte, ha consentito alle aziende di intercettare una forza
lavoro qualificata per le proprie esigenze.
Il progetto, condiviso da CONFINDUSTRIA,
CGIL, CISL E UIL di Reggio Calabria, si concluderà lunedì 30 settembre alle ore 17.30
presso la “Tenuta il Palazzo” di contrada
Moschetta, con la presentazione della significativa esperienza maturata e la contestuale
consegna - alla presenza dei Rappresentanti
delle parti sociali - da parte dell'Università di
Salerno del “Libretto formativo del cittadino”,
documento che raccoglie e certifica le competenze acquisite.
lr
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
14
La Riviera
Barca va, la nave no
ILARIO AMMENDOLIA
IN EVIDENZA
Il Circolo del PD di Gioisa Jonica, uno
dei più autorevoli della Locride, mi ha
invitato ad introdurre la conferenza del
professor Fabrizio Barca , tecnico di spessore, già ministro nel governo Prodi, autore di un interessante documento politico
sull’organizzazione di un partito di sinistra
che poi dovrebbe essere il Pd. Ammirevole
l’impegno di Barca che nel tentativo di
delineare i contorni del partito ha sentito il
bisogno di girare l’Italia alla ricerca di un
confronto positivo.
E’ arduo tentare la sintesi del documento
di Barca, per cui mi limiterò solo ad alcune
considerazioni Secondo l’ex ministro un
partito non dovrebbe essere una scuola
di vita, bensì una palestra aperta in cui gli
iscritti hanno la possibilità di elaborare
collettivamente ed influenzare la vita
della Nazione. Infatti Barca vuole“ un
partito di sinistra”, che, con un forte
ancoraggio alla Costituzione e dovrebbe sollecitare la partecipazione e a
lavorare allo scopo di promuovere
una società democratica giusta
dove gli individui, indipendentemente dalle condizioni “di sesso, di razza, di
Obiettivo ambizioso per
un Pd, che rischia di
confondersi con una politica grigia, senza progetti.
Un partito non può vivere
di scadenze elettorali e di
queste morire, non può
vivere in una lacerante scissione tra il gruppo dirigente
del partito ed il suo popolo.
lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali” (Cost. art 3),
possano realizzare gli obiettivi ai quali
danno valore nelle molteplici dimensioni
della vita: dalla dignità sociale all’impegno
per il bene comune, dal benessere fisico a
quello intellettivo, dal lavoro alla relazione
con gli altri e con la natura”.
Ed infatti il PD dovrebbe impegnarsi per
realizzare la Costituzione e soprattutto
l’articolo 3 per rimuovere: “gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadi-
ni, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale”
Obiettivo ambizioso per un PD, che
attualmente rischia di confondersi con una
politica grigia, senza progetti, senza ideali e
senza passione.
Un partito non può vivere di scadenze elettorali e di queste morire, non può vivere in
una lacerante scissione tra il gruppo dirigente del partito ed il suo popolo.
Ci sono azioni simbolo, che non costerebbero niente e che potrebbero essere realizzati in 24 ore. Faccio solo qualche esempio:
la fine del finanziamento pubblico ai partiti e dei gruppi, l’abolizione dei vitalizi ai
consiglieri regionali, la restituzione della
libertà di scelta dei propri parlamentari
impedita da un vergognoso scippo della
democrazia, realizzato dal governo
Berlusconi, ma che ha fatto comodo a tutti
le oligarchie dei partiti, la sensibile riduzione delle indennità dei parlamentari e dei
burocrati di Stato. L’obbligo dei parlamentari di essere almeno una volta la settimana nel proprio collegio elettorale, non per
comiziare ma per sentire gli umori , lo stato
d’animo, le necessità, le proposte della
gente.
Sono fatti simbolici che avrebbero però un
impatto immenso sul recupero di fiducia.
Senza questo recupero, come ho avuto
modo di dire, il PD rischia di fare la fine del
vino Folonari “ il sole d’Italia in bottiglia, il
buon vino per ogni famiglia”, un marchio
un tempo diffuso finchè non s’ è scoperto
che piuttosto che d’uvai era un prodotto di
laboratorio. Da allora per il marchio non ci
fu salvezza.
Ci pensi il Pd. E’ tempo di battaglie ideali
e politiche su temi sensibili quali l’uguaglianza, la democrazia, l’asoluto disinteresse personale.
La Destra berlusconiana è semicotta ma la
sinistra non si adagi sulle rose.
Un’ultima annotazione. Nel corso del
dibattito un giovane “compagno”, Angelo,
piuttosto che parlare del documento di
Barca ha trovato il modo per attaccare i
miei articoli, a suo , dire eccessivamente
garantisti, quasi una difesa degli uomini
della ndrangheta. Trovo legittime le sue
critiche ma mi consenta di dire che la differenza tra me e lui è questa: Lui dinanzi ad
un ‘imponente frana che minaccia di travolgere uomini e cose, pensa di togliere
qualche sasso dal manto stradale , io vorrei
impedire la frana e bonificare il territorio.
Tutto qui!
SIDERNESI
Fai da te
NINO TARZIA
Domenica 1 settembre alle 8 di mattina mi
stavo recando in auto da casa verso il lungomare. Prima di superare la rotonda di via
Amendola intravedo due persone con una
"pichetta" in mano che pulivano le erbacce sul
marciapiede. Ho pensato:"Ma che ci fanno
qui gli operai del Comune? La domenica???".
Ma il mio stupore aumenta nel momento in
cui riconosco i fantomatici operai: il mio
amico Luigi "Mandingo" Errigo e mio cognato Antonio "Biona" Commisso!!! Gli chiedo
cosa fanno lì e loro mi rispondono di andare a
Domenica con la pichetta
prendere una "pichetta" e di tornare ad aiutarli. Così ho fatto, portando anche una "pala" e
una "carretta". Mi è subito piaciuta l'idea di
dedicare qualche ora ad una attività volontaria
che ha al suo centro la presa in carico di situazioni difficili come la cura di beni di interesse
generale, soprattutto in questo periodo buio e
triste che sta attraversando la mia amata
Siderno. La giornata è nata quasi per scherzo,
ma come dice Luigi la "pichetta" rappresenta
davvero il nostro stato d'animo. Innanzitutto
rappresenta il "Fare", naturalmente leva via
tutte le erbacce inutili da ogni cosa e poi lascia
l'odore del pulito. Morale della favola: se non
ci alziamo dalla sedia per affrontare i problemi
non cambierà mai nulla. Se per molti la
"pichetta" è uno strumento inadeguato per
affrontare i problemi ambientali, non hanno
capito niente del significato del gesto che è
solo un modo per sensibilizzare Cittadini e
Istituzioni e per differenziarci da quelli che si
riempiono la bocca di belle parole e poi non
fanno niente per la collettività. Siamo consapevoli che non dovremmo essere noi a pulire
le strade, ma la nostra azione è rivolta agli
amministratori locali che dovrebbero provvedere alla gestione del servizio di pulizia (il servizio è appaltato e pagato!) e ai cittadini che
dovrebbero mantenere pulito davanti la propria casa ed evitare azioni incivili come buttare qualsiasi cosa per strada dal finestrino della
propria auto. Siamo tutti bravi a lamentarci e
a rivendicare i nostri diritti, ma dimentichiamo
che come Cittadini abbiamo anche il dovere di
rispettare le regole. Il nostro obiettivo è quello
di allargare la partecipazione alla pulizia
volontaria e coinvolgere un numero sempre
crescente di cittadini in questo gesto d'amore
verso una città che ha voglia di risveglio civico.
Il volontariato è il farsi carico di qualcosa che
nessun altro cura con lo stesso spirito disinteressato, con la stessa forte ma gratuita motivazione. La partecipazione attiva dei cittadini
però non si è vista, a parte la nostra amica
DOMENICA
Esterina, nessuno si è presentato a collaborare. Molti Cittadini si sono fermati per complimentarsi, altri per portarci da bere e ringraziarci. Spero che domenica si uniscano al gruppo altre persone e invito personalmente le
associazioni di volontariato e i miei amici a
partecipare.
Io purtroppo non ci sarò per qualche mese
perchè sono all'estero, ma spero che l'iniziativa
continui e che il numero dei partecipanti
aumenti. Siderno ne ha bisogno.
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
15
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
16
DOMENICA 29 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
17
Classifica
estate
2013
1
La nostra classifica viene stilata in base a parametri
diversi e non solo per la qualità delle iniziative, tiene
conto dell’investimento economico rapportato alla
grandezza della località e alle esperienze precedenti
Clamoroso nella Locride: Miss Caulonia
batte allo sprint la favoritissima Roccella
«Che la sfida cominci» era
questo l'invito fatto dalla
nostra redazione quando
guardandoci intorno percepivamo che la Locride avesse
bisogno di un bello scossone
per risvegliarsi da quella
fase di sonnolenza acuta.
C'è stato chi con grinta ha
cercato di mettersi in gioco,
chi è entrato in campo solo
per partecipare, chi ha assistito dalla panchina e
chi ancora ha fatto la
parte della “bella
addormentata” attendendo
il
fatidico
bacio del principe che
la risvegliasse. Ma
per quest'estate niente di fatto, non
resta che sperare nel 2014.
2 Roccella blu come la sua bandiera,
pulita come una cartolina di saluti.
Ma è la Roccella by night quella che
non si vede e che le toglie il primo
posto nella nostra classifica di fine
estate che la vedeva Juventus. Il jazz è
jazz, la differenziata è la differenziata, ma l'estate chiede di più, chiede
l'incontro di sorrisi, non solo il dialogo da salotto; il tormentone, non solo
Rumori Mediterranei. Il problema è
che la marina più bella della Locride
riesce ad essere più brava dei suoi
“rivali” prossimi nel pubblico, ma
rimane una mezza frana nelle iniziative private.
PRINCIPESSA
comunale, guidata dal Sindaco
Antonio Scordino. Un'estate ricca di
iniziative seppur con un budget basso.
Serate all'insegna della cultura, dello
sport, della solidarietà, teatro, musica
e balli oltre a serate enogastronomiche che hanno accontentato un po'
tutte le fasce d'età. Fiore all'occhiello
come ogni anno è stato lo spettacolo
pirotecnico, attrattiva di migliaia di
persone che hanno affollato la spiaggia e il lungomare.
LEONESSA DI BRONZO
Voto 9,5
1 Caulonia, che l'anno scorso si è contesa
con Roccella il titolo di Miss Locride, per il
2013 vince battendo allo sprint la favoritala
rivale storica. Lungomare colorato, punto di
incontro di persone razza, età, colore e classe sociale differenti. Per l'Ushuaia, paese dei
balocchi di ogni teen-ager, per il Blu Tango,
ritrovo degli over 25 e per il Moontribe,
jukebox di buona musica dal vivo. Ciliegina
sulla torta, Piazza Mese che per i cinque
giorni di tarantella è stato il cuore pulsante
di tutta la Calabria. Un piazza estiva per
tutti i gusti.
COMPLETA
Voto 9
3 Bianco, la sorpresa. Ritmo alto,
fascino buono per l'ombelico del
distretto sud della Locride. Tanti gli
eventi promossi dall'Amministrazione
Caulonia
Roccella
2
4 Locri è la regina della notte vip, tra
Le Club e Scialai, ma tanta quantità e
poca, pochissima, qualità. Ci si diverte in tanti, ma si dialoga poco, distratti dalla fretta di caricare su Facebook
la foto col cocktail d'ordinanza in
mano. Gli eventi istituzionali, invece,
si appoggiano a Rumori Mediterranei
Voto 7,5
5 Bovalino. Il vecchio borgo superiore risplende grazie all'impegno di
arciconfraternita e ragazzi, così come
una ravvivata pro loco si immerge non
solo in classiche ludiche organizzazioni di eventi ma anche in importanti
progetti sociali, ambientali e culturali
(giornate ecologiche, messa a dimora
di piante floreali nel lungomare, spettacoli teatrali e collaborazioni con la
facoltà di architettura di Reggio C.).
Male invece la "marina". Pessima l'organizzazione della festa patronale,
poca e incattivita la socialità nella
festa dei rioni, quasi latitante l'assessorato allo spettacolo e alla cultura.
Elogio solo al trio RFA, che con decine di concerti ammorbidisce l'impazienza dei marinari e al Savica.
PERICLE DI RAME
Voto 7
6 Gioiosa Jonica che da seconda in
classifica passa a sesta con un volo
pindarico. Seppur un'estate ricca d'eventi di ogni genere, ha fatto differenza rispetto ai primi classificati per non
aver fatto da calamita ai giovani in
9,5 8 7 7- 6+
8 7,5 7 6,5 6-
ESTATE 2012
1
Voto 8
Jazz Festival e Magna Graecia Teatro
Festival. Presente e confermatissimo
Mimmo
Cavallaro,
il
Bruce
Springsteen born in the jonica. Si può
dare di più.
CI PIACE
Gioiosa Jonica
3
Bovalino
4
Bianco
5
Casignana
6
Ardore
7
9
Locri
Africo
Stignano,Placanica,
Mammola
Monasterace
8
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
10
LA RIVIERA
18
1
cerca di serate mondane. Non sta
vivendo nel punto di non ritorno come
la sorella Gioiosa Marina, ma se non
fosse per San Rocco sarebbe peggio di
...
GERACE
Voto 7
7 Siderno, 250 000 persone dal quattro
all'otto settembre nella più grande
fiera della Calabria, per il primo anno
addirittura superiore a quella di
Crotone nonostante nessun nome di
richiamo artistico previsto dalla fredda
e disaffezionata triade commissariale, a
parte il Premio Trichilo con la premiazione a Pasquino Crupi. E poi…tutto il
resto è noia.
PORTPOSALVO
Voto 7-
8 Eolo, dio del vento, non ha fatto il
suo dovere con Portigliola, visto che
nessuna ventata di novità ha spinto la
cittadina della Locride, che però rimane stabile in classifica grazie a qualche
serata culturale che ha allietato l'estate
portigliolese. “Compagna di classifica”
Stilo meta ambita e d'obbligo per coloro che amano immergersi nell'ambiente storico che bene rappresenta ormai
da tanti anni il Palio di Ribusa, attrazione per migliaia di turisti.
CALMA PIATTA
Voto 6+
7
2
9 Mammola come Stignano fanno un
lieve salto in giù. Ma il baricentro del
Torbido ha perso un primato importante: è la Cittanova di Capossella la capitale italiana dello stocco. Essere secondi non è mai bello. Bisogna lottare,
tenere duro e rischiare. I secondi non
se li ricorda nessuno.
MOSTARDA
3
4
5
6
9
10
Foto di Pino Curtale. Ci scusiamo con
l’autore per esserci dimenticati di citarlo
nell’articolo del festival jazz
Voto 6
1 0 Ricca l'estate benestarese. Le serate sono piacevoli e la gestione della
cosa pubblica si mantiene all'altezza
degli altri anni. Una piccola roccaforte
culturale e sociale che accontenta tutti
i target e punta decisa su eventi "alti" di
cultura (Nino Racco, compagnie di teatro popolare, presentazioni di libri) e
sociali (feste dei popoli, dibattiti sulla
condizione delle donne, festa dei bambini, progetti di cittadinanza attiva). A
Benestare si affiancano Placanica con
l'evento Borghinfiore un po' sfigato per
il maltempo l'ultima serata, e Gerace,
che ha brillato solo per il baffi del suo
sindaco e per il Borgo.
INCANTATA
Voto 6-
N.C. E poi sarà come morire... l’estate
è finita, ma per chi gli altri anni ci sia
stato un sussulto degno di nota,
Ardore,
Casignana,
Africo,
Monasterace, Sant'lario.
8
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
19
www.larivieraonline.com
Gerenza ... [email protected]
[email protected]
Tel 0964/380159
La
la Riviera
Registrazione Tribunale di
Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
Rosario Vladimir Condarcuri
Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE
Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA
In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA
RUBRICHE
AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, NINO SIGILLI.
Art Director: PAOLA D’ORSA
Grafica: EUGENIO FIMOGNARI
di Enzo Carrozza
Cartoline
di Antonio Calabrò
meridional-mente
Briganti
di Serena Iannapollo
Loqui e sproloqui
di Filomena Cataldo
COLLABORATORI
Ercole Macrì,Anna Laura Tringali, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,
Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,
Franco Blefari, Daniele Mangiola, Angelo Nizza, Domenico Angiletta.
Messaggi nel tempo
di Daniela Ferraro
Arte e dintorni
di Domenico Spanò
NOTE E SCHERMAGLIE
IL RICORDO
Un pensiero per Francesco Commisso
Nella ricorrenza del trigesimo dalla
scomparsa del prof. Francesco
Commisso, la moglie, Joy, ed i figli,
Domenico, Erminia, Erin, e Jennifer,
rivolgono i più sentiti ringraziamenti
a tutti coloro i quali, e sono stati veramente tanti, hanno manifestato un
immenso affetto nei suoi confronti e
della famiglia tutta, e tengono ad
esprimere quanto segue:
Siamo stati molto colpiti per le bellissime parole spese nella memoria del
nostro amato padre e marito, ciò ci è
di grande aiuto nell'affrontare un
dolore per noi così forte.
Ci teniamo a rivolgere un ringraziamento particolare all'amico e sindaco
Giovanni Calabrese per il continuo
affetto e sostegno, per averlo onorato dell'accoglienza avuta con l'allestimento della camera ardente presso
la sala del consiglio comunale ed
avergli così consentito un suo ultimo
saluto in un luogo a lui estremamente caro, circondato da persone a cui
era molto legato. Per avergli dedicato un minuto di raccoglimento
durante il successivo consiglio comunale, ed averlo sempre ricordato con
commovente affetto. Lo ringraziamo
inoltre, e ne siamo molto orgogliosi,
per aver proposto una edizione speciale del Giugno Locrese, a cui lui
teneva tanto, nel giorno della ricorrenza del suo compleanno il 24 febbraio prossimo.
Un pensiero particolare è rivolto
all'ex sindaco e suo fedele amico
Francesco Macrì; a Tommaso
Rachellà che ha combattuto al suo
fianco durante la sua lunga e dolorosa malattia sostenendolo amorevolmente; alla cara Maria Elena
Filippone per tutto ciò che con gran-
de sensibilità ha sempre fatto e a cui
lui ha voluto bene come un membro
della famiglia; a Domenica
Bumbaca, Peppe Napoli, e Pino
Lombardo per i toccanti ricordi pubblicati; e a Enzo Lacopo per l'inaspettato e commovente video in sua
memoria.
Infine, a tutti i familiari, amici, ex
alunni, ex colleghi, conoscenti, che
veramente tanto sostegno ci hanno
dato e tanta stima gli hanno dimostrato. Non lo dimenticheremo mai.
Grazie di cuore.
Ci teniamo, anche, a pubblicare un
estratto del discorso che fece in occasione del suo ultimo Giugno Locrese
nel 2010, perché lo consideriamo come
una sorta di testamento ed è rivolto a
tutti coloro i quali sapranno riconoscersi nelle sue parole.
L'Amore è per me ancora più importante dell'aria
che respiriamo. L'amore è tutto: è fons vitae. Io
amo la vita e di conseguenza io amo tutto ciò che
mi sta intorno: amo le persone, i luoghi, il mio
mare, la campagna, Gerace, le nostre tradizoni, la
nostra cultura. Io amo mia moglie, amo la mia
famiglia, i miei figli, i miei nipoti.
Amo la mia terra, amo Locri che mi ha dato i
natali. Vivere a Locri è stato un atto d'amore, la
presenza è un atto d'amore perché amare non è
ricevere o possedere ma è dare, è avere rispetto
delle persone o cose che si amano, è avere rispetto per quello che siamo.
Mi congedo da voi tutti con una riflessione: si dice
solitamente che ogni rosa ha le sue spine.
Proviamo a pensare che è proprio tra quelle spine
che c'è La Rosa.
Ab imo corde (dal profondo del cuore)
Francesco Commisso
*Estratto dal discorso del Giugno Locrese 2010
FIAMMA TRICOLORE&PROBLEMATICHE AMBIENTALI
Proteggiamo l’Allaro del mito
Noi abbiamo l'Allaro, che è molto più di una delle
maggiori fiumare della Calabria per l'estensione, la
portata e i meandri possenti, incuneati e divaganti
dalle Serre allo Ionio. Attraversa, insieme, la storia e
la religione, la cultura, la vita millenaria con le sue le
sue forze generatrici e distruttive, si conforma alla
tipica corsa delle vallate verso il mare con i paesi in
groppa alle dorsali.
L'Allaro rievoca l'antico fiume Sagra, e con esso la
civiltà magno greca che sul nostro territorio costiero
lasciò orme indelebili; sovviene l'epica vittoria dei
locresi sui crotoniati, quando un piccolo esercito
sconfisse quello tredici volte più grande per farsi mito
e leggenda. In epoca medievale, laddove il suo corso
s'invalla dopo aver scolpito gole e salti fragorosi e
pozze silenti, dalla coltre coriacea di un enorme
monolite aprico e prominente su un'ansa dell'alveo
montano nacque, come un faro risalente dai secoli
bui a nuova luce, un romitorio ancora meta dei devoti, la prima forma di vita ascetica nel culto di
Sant'Ilarione Abate. Così l'Allaro e le sue genti parteciparono a quel movimento religioso e di culto del
dopo anno mille che ebbe al centro San Giovanni
Therestis nella vallata dello Stilaro e San Brunone di
Colonia nell'altopiano delle Serre.
E sulle pendici e le sponde dell'Allaro, seminascosti
dalle fratte e dalle piante erratiche cresciute sulle creste, spuntano i ruderi dei casolari sparsi delle secolari sofferenze e della definitiva resa all'estranea civiltà
industriale di altri luoghi. Ma Allaro fu, pure, fattore
di insediamento fornendo la pietra ai nuclei abitativi
fatti di tuguri e case basse, nonché di trasformazione
dal germogliare dei gelseti per i bachi da seta di epoca
bizantina e feudale alla più recente fioritura delle
zagare da cui le fatiche contadine trassero la sopravvivenza, e tornarono a ricostruire ad ogni torbida e
nefasta esondazione.
Oggi la “cascata”, la porta che conduce al tempio
eretto dalla natura alla bellezza primigenia, è meta di
migliaia di turisti e i più avventurosi s'inerpicano
incantati tra rocce monumentali alla ricerca della
mitica “gurna nigra”, la forra senza fondo da cui l'acqua risale dalle viscere della terra per ingravidare
ogni zolla e rigenerare l'ecosistema della vallata.
Noi abbiamo e vogliamo conservare respingendo
ogni disegno di devastazione. L'Albe Sud sas, che di
sud non ha nulla giacché la sua sede è a Genova,
vuole costruire una centrale idroelettrica con le opere
idrauliche che dovranno trasportare la “grande derivazione” delle acque nel tratto tra i comuni di
Nardodipace e Caulonia. Pretende di sventrare la
falda della montagna in coincidenza della “cascata”
per riporre al suo interno le turbine e poi scavare per
svariati chilometri la catena ininterrotta dei monoliti
in cui sono incisi le gole, i salti, le pozze, la “gurna
nigra”. Potremmo parlare di studi mai compiuti per
valutare l'impatto, di deflusso minimo vitale per mantenere integro l'ecosistema, di effetti sul sistema preesistente di irrigazione delle colture, sul ripascimento
naturale della spiaggia in accentuata erosione, ma
inorridiamo di fronte all'invasione vandalica di mezzi
meccanici, macchine pneumatiche, frese, esplosioni
di mine, possenti vibrazioni che scuoteranno gli
anfratti, le falesie, i dirupi, la base dei versanti ripidi
della montagna da cui si elevano le macchie degli ilici,
delle eriche, delle felci e trovano sicuro rifugio i cinghiali, le melogne, i ghiri, le serpi, gli uccelli migratori e stanziali. Non abbiamo nulla contro l'iniziativa
privata, né contro le centrali idroelettriche, non
siamo indifferenti alla necessità di espandere le fonti
di energia pulita, ma non vogliamo lo scempio di
quei luoghi, la compromissione del fragile e delicato
assetto orografico, il precario equilibrio idrogeologico che lo sorregge e che già a stento resiste ai contraccolpi inflitti della natura stessa.
Non ci convince la logica colonialistica che accompagna il progetto. La Calabria consuma solo un terzo
dell'energia prodotta, il resto è esportato, non è fattore propulsivo del suo sviluppo. Produce energia per il
suo oscurantismo economico e ambientale, giacché è
evidente la depredazione delle più preziose risorse, il
sacrificio dei paesaggi, della vocazione naturalistica
del territori.
No! Noi vogliamo coniugare sempre al presente il
verbo avere, lo sentiamo denso e sapido di un altro
futuro ancorato solidamente al rispetto e alla valorizzazione dei paradisi terrestri della Calabria.
Francesco Tuccio
«L’amministrazione
di Roccella si prende
gioco dei cittadini»
Noi della Destra Sociale-Fiamma Tricolore, da sempre attenti alle problematiche ambientali, sociali e
territoriali inerenti particolarmente il comune di
Roccella Jonica, dobbiamo questa volta chiedere
scusa per la nostra disattenzione, ai cittadini ed a
tutti i turisti che questa estate si sono bagnati nelle
acque del litorale roccellese.
Non ci siamo accorti che l'Amministrazione
Comunale ha fatto apporre sul lungomare, in ben
cinque punti prospicienti la spiaggia, dei tabelloni
con la dicitura :
“Spiaggia libera attrezzata con servizi di salvamento e assistenza bagnanti con personale dalle ore
08.00 alle 15.00” - dal 15 maggio al 15 settembre.
Continua questa Amministrazione a prendersi gioco
dei cittadini, delle Istituzioni, delle Forze dell'Ordine
e dei turisti, perché quanto dichiarato con i summenzionati tabelloni sarebbe falso poiché il servizio di
salvamento tanto pubblicizzato non sarebbe mai
stato effettuato.
Non è sufficiente porre su tre punti della spiaggia
libera una torretta di osservazione con due bandiere
per garantire la sicurezza e l'incolumità dei bagnanti,
occorre la presenza attenta e costante di un bagnino
qualificato con tanto di scialuppa di salvamento, salvagente e quant'altro, come da Ordinanze
dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella e da
Leggi dello stato. Se questo è il prezzo da pagare per
ottenere la Bandiera Blu, gli onesti cittadini di questa comunità non ci stanno a pagare un prezzo così
alto ed a tal proposito abbiamo presentato una
richiesta di chiarimenti al sig. Sindaco, inoltrata per
conoscenza a S.E. il Prefetto, alla FEE ed alla
Capitaneria di Porto di Reggio Calabria.
Chiediamo alla Capitaneria di Porto di Roccella
Jonica, istituzione preposta alla tutela delle coste
della cittadina, a volersi attivare per accertare le
responsabilità di una simile presunta illegale e pericolosa dichiarazione sulla sicurezza delle spiagge.
Ringraziamo quei turisti e quei cittadini che ci hanno
segnalato il caso, anche se a fine stagione balneare,
ed a coloro i quali ci hanno fornito ampia ed articolata documentazione.
Qualora per questa incresciosa vicenda fosse accertato il dolo, sicuramente per l'ottenimento della
Bandiera Blu, crediamo che l'Amministrazione
Comunale di Roccella Jonica debba calare il sipario
e terminare anzitempo questa legislatura.
DIMISSIONI SUBITO
Claudio Belcastro
www.fiammareggio.it
DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
COPERTINE
Dal 2003 a cura
di Paola D’Orsa
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
l’editore e gli autori sono da intendersi
gratuite.
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non
verranno restituiti.
I SERVIZI sono coperti da copyright diritto
esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
PUBBLICITÀ
Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl
Via Gramsci, 72/A info 0964383251
la Riviera
GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi,
l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc...
Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.
STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA)
DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
Risponde il direttore
Letta e la libertà di stampa
Caro direttore
Il governo Letta, a parte una nuova legge elettorale, che avrebbe dovuto avere la priorità su tutto,finora, non ha speso una parola sul tema della libertà di
stampa e il suo legame diretto col conflitto di interessi,con tutte le conseguenze che ne derivano.
Non è un caso, secondo i ragguagli internazionali,a
riguardo di tale problematica, se l'Italia è uno tra i
primi paesi,in Europa, a indossare la maglia nera.
Nel 2012,secondo i dati delle agenzie internazionali, il numero dei cronisti ammazzati nel mondo sono
stati circa un centinaio.
Eppure,l'Italia,nello specifico, ha alle sue spalle un
lungo elenco di giornalisti uccisi: Pippo Fava ,
Peppino Impastato, Beppe Alfano, Ilaria Alpi,
Giancarlo Siani,di cui proprio ieri è ricorso il
28°anniversario della sua morte, e molti altri. Tutti
morti ammazzati perché cercavano di fare un po' di
chiarezza e,con le loro inchieste, portare allo scoperto le trame dei misteri italiani,primo fra tutti il sanguinoso intreccio che da sempre lega mafia massoneria e politica. Oggi,con una strategia molto perversa e infame, si ricorre alle minacce e alle intimidazioni, per mettere a tacere quei cronisti coraggiosi che ancora hanno voglia di esercitare il mestiere
fino in fondo,e che non sono assoggettati al potere.
L'ultima invenzione del sistema,per intimorire i
Colloquio con
lo scrittore
sidernese
Roberto Scarfò
Roberto Scarfo' vive a Roma, ma ogni
estate viene a Siderno. Una sera ci
siamo incontrati per caso e così ho
avuto modo di spiegargli di come i suoi
scritti, a volte, mi lascino un po' perplesso. Parlano di amore verso il prossimo e
di come si debba fare sempre del bene
nella vita. Feci presente che in alcuni circostanziati casi, la società non era stata
certo benevola
con
lui.
Ricordai l'anno
in cui un suo
fratello aveva
perso la vita in
un incidente
stradale e naturalmente gli
ultimi mesi di
studio in un
I s t i t u t o
Superiore non
furono facili: i
professori, implacabili, lo bocciarono.
Chiesi : “ Roberto, nutri sentimenti di
odio o rancore verso quei professori?”Rispose: “ Nessun odio, da vero credente in Dio!”. Mi parlò anche dei suoi rapporti sinceri che ha verso i suoi amici.
Caro Roberto sono contento che tu
abbia questi sentimenti, per me difficili
da comprendere in assoluto.
Franco Parrello
LA RISPOSTA
Concordo con lei che sono tempi difficili per chi ha effettivamente voglia
di svolgere con rigore l'attività giornalistica. In quanto alla libertà di
stampa, le ricordo che l'Italia attualmente occupa il 130° posto a livello
mondiale. Siamo addirittura indietro
a molte nazioni africane. Da noi
quasi tutti gli editori hanno altre attività più remunerative. Utilizzano le
testate giornalistiche solo per raggiungere determinati obiettivi. Sono
quelli che intascano milioni di euro
dallo Stato come contributi e rimborsi per l'editoria. Si avverte, in definitiva, la mancanza di editori “puri”,
quelli che dovrebbero garantire assoluta libertà ai giornalisti . La Riviera
ed il suo editore potrebbero essere
un esempio di editoria “pura”. Se
poi ci mettiamo che in Italia le tariffe
per singolo articolo applicate dalle
società editrici e riconosciute ai collaboratori sono “ridicole”, il dado è
tratto. In queste condizioni, anche se
tutti i cittadini si aspettano dal giornalista una funzione quasi “eroica”
appare più che comprensibile l'atteggiamento di chi non vuol “rischiare”
per la propria incolumità personale e
familiare perché non ha nessun tipo
di gratificazione personale. Vivere in
alcuni paesi con il prepotente di
turno accanto induce spesso il cronista a fare una valutazione d'opportunità che è questa : “ma vale la pena
denunciare fatti eclatanti se poi il tuo
giornale, quello per cui tu vorresti
dare l'anima, neanche ti paga e addirittura non ti riconosce neppure gli
elementari diritti della categoria ?
Auspico, pertanto, una riforma che
possa effettivamente difendere la
categoria giornalistica dai poteri
forti, dalla censura (in alcuni casi
addirittura preventiva) o da qualsiasi
limitazione perché la stampa per
essere credibile deve essere libera ed
indipendente come generalmente
dovrebbe essere in uno Stato democratico ma ricordiamoci sempre che
l'Italia è l'unica nazione al mondo
che, col vecchio sistema analogico
televisivo, ha consentito ad un soggetto unico di diventare l'effettivo
proprietario di ben 6 reti nazionali (
tre finanziate dalle famiglie italiane e
tre dagli inserzionisti commerciali)
senza che nessuno sentisse la necessità di approvare in tempi rapidi, pur
avendone i numeri in Parlamento,
una legge che ponesse fine all'evidente conflitto d'interessi.
Antonio Tassone
giornalisti scomodi, sono le cosiddette “querele
temerarie” esposte,per così dire in modo avventato
e spericolato senza nessun valido motivo,ma solo
per scoraggiare preventivamente. Questa vergognosa classifica nasce dalla mancata risoluzione del conflitto di interessi da parte di tutti i governi fin qui succedutisi,ma anche da una vecchia logica che ancora
oggi vuole molti giornalisti sottopagati e sfruttati e
dal ripetuto tentativo di introdurre leggi bavaglio.
Bisogna far rispettare e proteggere il diritto fondamentale alla libertà d'espressione e d'informazione,perché è un diritto garantito dalla
costituzione,all'art.21,e che,quindi, va difeso dalle
ingerenze dei poteri forti e da qualsiasi forma di censura,revisione o limitazione. Il pluralismo e il giornalismo indipendente sono i cardini su cui si regge una
vera democrazia.
Se al più presto, non si affronterà il problema e,in
più si stravolgerà la carta costituzionale a proprio
uso e consumo,come in tanti hanno intenzione di
fare,e il metodo prepotente e quasi mafioso di concepire e formare l'attuale governo conferma questa
impressione, l'Italia non solo non si leverà di dosso
questa maglia nera, ma è destinata a portarla ancora per lungo tempo.
Pasquale Aiello
Placanica RC
SECONDA PUNTATA
Un viaggio senza ritorno
Sembrava che qualcosa si stesse muovendo dentro
quel bosco selvaggio, dietro una grande siepe
piena di ragnatele c'era un uccellino intrappolato
nel centro di quell'erba selvatica e non poteva
volare, cercava aiuto, Enzo cercò di spezzare quei
fili che erano così duri, ma non riuscì perché non
aveva più forza, allora andò a cercare qualcosa per
tagliarli, il povero uccellino piangeva Enzo lo guardava e voleva fare qualcosa per salvarlo ma era già
notte e nel cielo le stelle brillavano. Si udivano voci
che dicevano “ricorda quanto tu ci hai sparato,
quel grosso uccello era uno di noi e fu ucciso e tu
lo hai ammazzato un'altra volta”. Enzo urlò “aiuto!
Abbi pietà di me!” camminando dentro al bosco
con in testa il solo pensiero di trovare un qualcosa
per poter aiutare quell'uccellino, dalla paura tremava come una foglia soffiata dal vento.
Camminava dentro quella pineta e vide in cima a
due alberi un tavolone che faceva da sostegno tra
un albero e l'altro per poter scendere qualcosa. Si
udì nell'aria un rombo di elicottero, da una fune
scendevano uomini su quel pontile. Sulla terra
silenziosamente camminavano per non farsi vedere, quando arrivarono sotto un albero si fermarono
guardando a destra e sinistra, presero una chiave
sotto delle foglie secche e aprirono una porta da
un albero secolare, entrarono all'interno, era un
immenso nascondiglio che nessuno mai poteva
scoprire e immaginare. Dentro quell'albero tenevano consiglio; erano più di venti persone, dopo aver
chiuso la porta si poteva sentire tutto quello che
dicevano: “Fratello noi siamo qui questa sera perché il dovere ci chiama, dobbiamo parlare di politica”, Enzo guardava dalle fessure di quell'albero
antico e da lì si vedeva una massa di uomini tutti
vestiti di nero e con un cappuccio rosso sulla testa,
quello che parlava era vestito tutto di bianco, erano
seduti attorno a un tavolo circolare, ognuno occupava il suo posto. Enzo pensò che quelli fossero
dei fantasmi “Vergine Maria, salva la vita mia, se mi
scoprono questi maledetti sicuramente mi uccidono”. Ascoltò il loro dire, poi si ricordò del povero
uccellino che aveva bisogno di aiuto e stava soffrendo. Dopo tre colpi di martello si alzò dal tavolo l'uomo vestito di bianco, era il grande maestro
che cercava di insegnare ai suoi discepoli ad alta
voce “la politica è un albero che frutta se uno lo sa
coltivare, acquista potere per ingannare la popolazione, se nel vostro paese ci sono diecimila votanti fate ventimila schede, diecimila le distribuite ai
cittadini e le altre le tenete voi, quelle schede che
il popolo vota le distruggerete e le altre le utilizzate a vostro piacimento secondo chi deve prendere
le poltrone. Così non vi sbaglierete mai e nessuno
dei cittadini si potrà accorgere di ciò che date da
mangiare alle camicie bianche, casi mai possono
votare contro di voi, sono loro che hanno il potere
in tutti gli uffici del paese, sono loro che decidono
che deve essere il nuovo governatore. Radunati
tutti i poteri occulti dategli da mangiare e fate un
banchetto di carne di maiale, zuppa, bistecche ai
ferri e vino in quantità, così quando avrete qualche
problema chiederete a loro che risolveranno qualsiasi cosa. Questi chiudono tutte le porte e buttano
la chiave negli abissi del mare e voi non vi dovete
preoccupare, oggi come oggi non sono più i tempi
di mio padre, allora erano tutti analfabeti, oggi
invece tutti i cittadini hanno una laurea appesa al
muro di casa e comprendono i difetti dei vostri
brutti affari, dovete stare tutti all'erta mi raccomando! Mio nonno che era governatore del paese e
proprietario di terreni e abbandonati così mio
nonno fece una proposta alle camicie bianche “vi
dono mille metri di terreno se ognuno di voi mi
apre delle strade e valorizzate così i mieti terreni”,
così fu fatto e nessuno dei cittadini si accorse di
niente, si sono arricchiti sia il governatore che le
camicie bianche dopo di che con un'altra truffa
mandò tutti i suoi dipendenti a casa accusandoli di
latrocinio e vinsero la causa a peso d'oro e ognuno
ebbe la sua parte”. Batté di nuovo il martello, si
alza dalla sedia un uomo alto e magro, sembrava
una stecca da bigliardo, aveva barba e capelli lunghi e il suo volto era nero come il carbone, prese
una falce e la batté tre volte poi disse “fratelli, il mio
collaboratore è partito per l'Europa per portare a
DOMENICA
termine una missione segreta, deve ritirare un premio Nobel, e con una canzone ha vinto il festival di
San Remo e ha avuto un grande successo nella
quarta dimensione. Ci sono in ballo milioni di
euro, ora sta a voi giudicare il mio lavoro”. Tutti i
fratelli lo applaudirono e il suo volto diventò rosso,
non gli era mai successo, occhi lucenti e viso illuminato di felicità, cominciò a guardare tutti e sorridendo disse “sono io l'uditore cari fratelli, avete in
mezzo a voi un grande poeta, un angelo mi ha
invogliate a scrivere opere buone, e prima di ciò
avevo gli occhi di fuoco e la volontà di distruggere
qualsiasi cosa”. Si alzò il maestro dello spirito maligno e si mise a dire “fratelli cari vi vorrei dare un
consiglio politico, purtroppo il tempo vola e lo
faremo la prossima seduta. Vi voglio raccomandare di seguire gli ordini. La seduta è sciolta, potete
tornare a casa. Un abbraccio e un bacio sulla
bocca. Chi sbaglia paga con la vita”. Quando uscirono l'elicottero li stava già aspettando, scomparvero nell'aria come una nuvola. Enzo pensava se
mai avessero dimenticato qualcosa, qualche documento, qualche riconoscimento ma lì era pulito
come se dentro a quella taverna non fosse mai
entrato nessuno. Enzo si guarda intorno tutto il
giorno e sul tavolo vide una falce, e si ricordò di
quel povero uccellino intrappolato in mezzo a
quelle siepi pungenti e non poteva volare liberamente, allora prese quella falce e si mise a gridare
“ti salverò, farò il mio meglio per renderti libero”.
Come un matto si mise a correre seguendo le orme
che lui stesso aveva lasciato per salvare quel povero uccellino.
(continua...)
Domenico Ubaldo
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
21
SPORT
Chi è il re
?
della serie A
Era ampiamente prevedibile, è
successo e succederà chissà quante
altre volte, Mario Balotelli resta
comunque il valore aggiunto del
calcio italiano, un ragazzo non
da perdonare e giustificare di fronte
a ogni evidente sbaglio, ma da
prendere per mano e condurre
sulla retta via.
A Tevez tutto questo riesce
benissimo e, anche meglio di lui,
questo compito sa svolgerlo Gonzalo
Higuain che ha dimostrato di valere se
ancora non del tutto, almeno gran
parte dei 37 milioni di euro. Super
Mario è di nuovo nell'occhio del
ciclone, ecco che i suoi detrattori sono
di nuovo saliti in cattedra a esporre e a
ostentare conclusioni in toto campate
in aria, al pari di loro.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
22
?
Nome
Mario Barwuah Balotelli
Soprannome:
Super Mario
Data di nascita:
12/ago/1990 (Età 23)
Luogo di nascita:
Palermo
Nazionalità:Italia
Altezza: 189 cm.
Peso: 88 Kg.
Ruolo: Attaccante
Maglia: 45
Nazionale: Italia
Nome
Gonzalo Gerardo Higuaín
Soprannome:
Pipita
Data di nascita:
10/dic/1987 (Età 25)
Luogo di nascita:
Brest, Finisterre, Francia
Nazionalità: Argentina
Altezza: 184 cm.
Peso: 75 Kg.
Ruolo: Attaccante
Maglia: 9
Nazionale: Argentina
Nome
Carlos Tévez
Soprannome:
El Apache
Data di nascita:
05/feb/1984 (Età 29)
Luogo di nascita:
Fuerte Apache,
Buenos Aires
Nazionalità: Argentina
Altezza: 170 cm.
Peso: 72 Kg.
Ruolo: Attaccante
Maglia: 10
Ciò che il campionato sembrerebbe invece già accertato è che la Serie A 2013/14 è
agonisticamente meno "povera". Sia chiaro, il gap con altre realtà - Premiere League e Liga
su tutte - è sempre ampio, la "forbice" però si è attenuata e, anche se a sprazzi, si cominciano
ad avvertire i sintomi di una prima controtendenza. Juve e Napoli hanno puntato sugli
uomini giusti e possono sorridere, i tifosi bianconeri e azzurri hanno gli idoli giusti.
ANGELO LETIZIA
Cinque giornate sono ancora poche per estrapolare
fondate indicazioni e plausibili "tendenze" di stagione,
tra i protagonisti c'è ancora molto da collaudare e rodare, servono più tempo e più lavoro, e nell'attesa ogni giudizio è sospeso e da rinviare al tempo opportuno. Ciò
che il campionato sembrerebbe invece avere già accertato è che la Serie A 2013/14 è agonisticamente meno
"povera". Sia chiaro, il gap con altre realtà - Premiere
League e Liga su tutte - è sempre ampio, la "forbice"
però si è attenuata e, anche se a sprazzi, si cominciano
ad avvertire i sintomi di una certa controtendenza. Le
prime gare in calendario hanno evidenziato
una qualità media più elevata rispetto
al recente passato e a questo livellamento verso l'alto ha certamente contribuito lo
sbarco
sul
pianeta
Serie A di "stelle" prima troppo
lontane e, come tali,
osservate con ammirazione e
incanto, ma pure con evidente rassegnazione, come galassie splendenti ma
irraggiungibili e distanti. Nel cielo però d'un
tratto si è aperto uno squarcio e già dalla seconda
metà della scorsa stagione, sono così iniziati di nuovo gli
avvistamenti e, poi, finalmente i primi atterraggi. Ad
inaugurare la galleria di E.T. è stato Mario Balotelli, che
dopo essere sbarcato sull'astronave Milan, ne è diventata parte integrante, ne ha assunto il comando e l'ha condotta di corsa in Champions League, facendo perfino
luccicare quello che fino a poco prima non solo non era
parso oro, ma nemmeno dell'infima bigiotteria, vedi la
squadra sbiadita e spenta precedente al suo innesto.
Quest'estate dai rossoneri-società sarebbe stato lecito
attendersi un intervento più deciso sul mercato, con un
"nome" all'altezza d'affiancare a Balo, un pari grado con
cui fondere e, di conseguenza, elevare e sprigionare del
tutto le potenzialità, invece si è finito per fare poco e ora
che Super Mario è di nuovo nell'occhio del ciclone, ecco
che i suoi detrattori sono di nuovo saliti in cattedra a
esporre e a ostentare conclusioni in toto campate in
aria, al pari di loro. Era ampiamente prevedibile, è
successo e succederà chissà quante altre volte,
Mario Balotelli resta comunque il valore aggiunto
del calcio italiano, un ragazzo non da perdonare e
giustificare di fronte a ogni evidente sbaglio, ma da
prendere per mano e condurre sulla retta via. Ad
alcuni, se non impossibile, potrebbe apparire
un'ardua missione, ma è comunque la strada da
seguire, l'unica per salvaguardare un talento che per
il calcio italiano è al contempo garanzia per il futuro e
icona di vittoria, il palmarès di Balotelli a soli 23 anni è
lì a testimoniarlo. Se il Milan a luglio e agosto è stato
a dormire, Juve e Napoli sono invece
rimaste ben deste e attente,
così mentre Mario veniva
lasciato solo a Milano, a
Torino e Napoli hanno spalancato le porte (e anche i borsoni)
dando il benvenuto a Carlitos Tevez e
Gonzalo Higuain. Due star, due su due, su
questo non ci piove. A chiarire le idee a chi
ancora le avesse annebbiate, sono stati sufficienti pochi minuti e le prime giocate d'alta scuola
subito tramutate in gol pesanti, belli e mai banali, a
partire da quello a porta vuota e apparentemente
"scontato" messo a segno dalla'Apache alla prima giornata a Genova contro la Samp, invece palese dimostrazione del fatto che la vera abilità del fuoriclasse non è
solo segnare ma sapersi trovarsi al posto giusto nel
momento giusto ed essere in grado di fare altrettanto
con i compagni di squadra.
A Tevez tutto questo riesce benissimo e, anche meglio
di lui, questo compito sa svolgerlo Gonzalo Higuain che
- tuffo carpiato sullo scoglio a parte e conseguenti punti
di sutura in testa ma, nel caso, non in classifica - ha
dimostrato di valere se ancora non del tutto, almeno
gran parte dei 37 milioni (più 3 di bonus eventuale)
spesi per lui, senz'altro un eccesso ma imprescindibili
per le ambizioni e le velleità di un calcio spietato, irriguardoso dal punto di vista economico e concorrenziale all'eccesso come quello attuale. Juve e Napoli hanno
puntato sugli uomini giusti e possono sorridere, i tifosi
bianconeri e azzurri hanno gli idoli che meritano. E,
nonostante il brutto periodo, lo stesso possono fare il
Milan e i fan rossoneri, perché Mario Balotelli è "oro"
ed è loro. E, soprattutto, è il migliore dei tre.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
Domani a Reggio Calabria
AIA e AIAC insieme in un
convegno di approfondimento
Lunedì 30 settembre alle ore 17:30, presso il Palazzo
della Provincia sito in Piazza Italia a Reggio Calabria,
l’Associazione Italiana Arbitri e l’Associazione
Italiana Allenatori Calcio, organizzano un incontro
tecnico per approfondire gli aspetti del Regolamento
del Giuoco del Calcio alla presenza degli Arbitri e
degli Allenatori impegnati nei campionati dilettanti
della provincia di Reggio Calabria. Durante i lavori,
saranno proiettati alcuni filmati.Parteciperanno, per
l’Associazione Italiana Arbitri Giacomo Idone
SPORT
Le designazioni
per la 4°
di Eccellenza
Roccella: i conti iniziano a tornare
Sei punti in due partite per il Roccella di
mister Galati. Dopo la sconfitta alla prima
di campionato con l’Isola Capo Rizzuto,
sono arrivate le due vittorie consecutive di
Rizziconi contro la Taurianovese e quella di
domenica scorsa contro il Corigliano. Due
colpi di testa di Pizzoleo e Saffioti consentono alla compagine amaranto di viaggiare alla volta di Paola con la segreta speranza di poter ottenere l’intera posta in
palio. Un Roccella sorprendente che ha
rotto rispetto al passato rinnovando l’organico e puntando tutto su giovani di qualità che garantiscono anche un futuro
importante per la società jonica. Sotto
questo punto di vista la presenza di mister
Galati è sinonimo di professionalità, competenza e rigore sul lavoro che sicuramente
non potrà che portare nell’entourage della
squadra benefici effetti. La trasferta di
Paola giunge a puntino per saggiare le reali
ambizioni del Roccella che, in caso di vittoria, potrebbe davvero pensare di inserirsi
nelle posizioni che contano anche se si è
ancora all’inizio della stagione. Ma i reparti
sembrano ben collaudati, la squadra sembra avere un assetto tattico ben definito e
sono in molti a pensare che il Roccella si
esprima meglio fuori casa quando può liberare l’estro e la fantasia di un calciatore
importante come Matteo Carbone. La
ritrovata vena realizzativa di Saffioti e la
frizzante verve di Femia potranno creare
grossi problemi alla difesa della Paolana
che sinora ha ottenuto solo un punto in
queste prime tre gare di campionato. Ma a
decidere tutto, come al solito, sarà il campo.
A..T.
Èil giorno di M.di Gioiosa- Siderno
In altre circostanze il derby tra
Marina di Gioiosa e Siderno
avrebbe favorito ben altro interesse mediatico, in questo periodo, invece, le due squadre non
stanno attraversando un bel
momento della loro storia calcistica sia in termini di risultati e
sia in termini di gioco. Per
questo motivo la gara odierna
sembra non presentare i grandi
motivi d’interesse del passato
allorquando le due compagini si
affrontavano per le alte sfere
della classifica e non, come
accadrà oggi, per la zona bassa.
Il Marina di Gioiosa, nella gara
persa a Bianco, ha dimostrato di
essere in palla e anche se ha
perso nei titoli di coda, ha giostrato alla pari rispetto alla più
blasonata squadra di casa partita, lo ricordiamo, con i favori dei
pronostici. Il Siderno, dal canto
suo, grazie alla ritrovata vena
Minuto di raccoglimento
in memoria
di Paolo Zantelli
In relazione all’indicazione del Presidente del
Coni, Giovanni Malagò, si è disposto l’effettuazione di un minuto di silenzio, in occasione
delle gare di tutti i campionati, in programma
fino a domenica scorsa, in memoria di Paolo
Zantelli, tragicamente scomparso domenica sul
circuito dell’Idroscalo di Milano durante la gara
del Campionato Europeo Formula 2.
realizzativa del suo leader carismatico, Peppe Carabetta, ha
ottenuto la sua prima vittoria
stagionale battendo la matricola
Soriano. Una partita, quella di
oggi, i cui punti in palio serviranno ad entrambe le formazioni
per cercare di ottenere quelli
che sono gli obiettivi stagionali.
Mister Pasquale Rotondo, alla
guida del Marina di Gioiosa,
ancora non è riuscito a vincere
una partita e per questo motivo
proporrà almeno inizialmente
una formazione votata all’offensiva mentre il Siderno cercherà
di opporsi puntando tutto sulle
veloci ripartenze dello sgusciante Riccardo Rumbo e sulle
intuizioni di Cosimo Figliomeni.
La nota positiva del Siderno è
che quest’anno ha puntato tutto
sui giocatori del posto. Forse è
questa la strada giusta.
lr
Cataldo ok ad Ardore
Il sidernese Massimo Cataldo,
classifica 4.2. Federazione
Italana Tennis ha vinto il torneo di tennis ospitato dal tennis club di Ardore Marina di
4° categoria che ha visto scendere in campo 31 tennisti per
lo più appartenenti a circoli
tennistici della locride. Nel
tabellone iniziale il testa di
serie numero uno Ferragina
4.1. di Catanzaro è stato eliminato da Filippone in semifinale e il milanese Morè 4.1 di
Milano che si è recato nel nostro territorio appositamente
per partecipare al torneo e
conoscere i luoghi, purtroppo
per lui in semifinale è stato
sconfitto da Massimo Cataldo
che poi, in una finale caratterizzata da buoni contenuti agonistici
particolarmente
apprezzati dal pubblico presente si è aggiudicato la manifestazione con il punteggio di
6-3 - 6-2.
lr
1) BOCALE NAUSICAA
MUSUMECI DAVIDE CAT
2) ACRI SERSALE
VARACALLI DOMENICO LOC
3) CASTROVILLARI SAN LUCIDO
DE NAPOLI IPPOLITO COS
4) CORIGLIANO TAURIANOVESE
MASSARIA DOMENICO VVA
5) ISOLA CR A. ROSSANESE
MORABITO SALVATORE TAU
6)PALMESE GALLICO-CATONA
CAVALIERE ERMES FABRIZIO
PAO
7) PAOLANA ROCCELLA
MICHIENZI ROSARIO LAM
8) SAMBIASE GUARDAVALLE
CASTORINA SALVATORE ACI
Le designazioni
arbitrali della
Promozione
1) BAGNARESE VILLESE
FRANCO EMANUELE LOC
2) BRANCALEONE TAUREANA
SIGNORELLI STEFANIA PAO
3) SORIANO BENESTARNATILESE
D'AGOSTINO ANTONIO CZ
4) BOVALINESE DELIESE
ESPOSITO PINO CRT
5) FILOGASO GIOIOSA J
INNOCENTE MATTIA COS
6) M.DI GIOIOSA SIDERNO
GATTO LUCA LAM
7) POLISTENA REGGIO M
MANDARADONI ANTONINO VVA
8) RIZZICONI BIANCO
CATANZARO GIANLUCA CZ
La BenestarNatilese ottiene
la prima vittoria
in campionato
La BenestarNatilese domenica scorsa ha ottenuto la sua prima vttoria
nel campionato di Promozione. L’ha
ottenuta nella maniera più bella battendo la Bovalinese. E’ stata una
gara giocata meglio dall’undici di
Procacciante, che hanno sofferto
solo i primi 20 minuti, prima di passare meritatamente in vantaggio con
Sergi e poi raddoppiato con
Costanzo. Per la Bovalinese, invece,
un passo indietro dopo la bella vittoria contro il Siderno. Ieri la
Benestar-Natilese ha giocato in
trasferta contro il Soriano mentre la
Bovalinese riceverà tra le mura
amiche la Deliese.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
24
Presidente della Sezione A.I.A. di Reggio Calabria,
Stefano Archinà Presidente del Comitato Regionale
Arbitri Calabria e Francesco Milardi Vice Resp.
Nazionale del Settore Tecnico dell’A.I.A. Per
l’Associazione Italiana Allenatori di Calcio invece
presenzieranno Raffaele Pilato Presidente A.I.A.C.
Calabria, Mommo Mesiti Pres Prov Rc e Dirigente
Nazionale A.I.A.C. prevista anche la presenza del
Presidente del C.R. Calabria della L.N.D. Saverio
Mirarchi.
Ritorna NtaCalabria Sport
la Riviera
Ritorna, dopo la pausa estiva, l'appuntamento con il programma
sportivo NtaCalabria Sport, un'esclusiva del giornale on line
www.ntacalabria.it Lunedì 30 settembre, dalle ore 20.30 saranno in
studio il direttore responsabile Francesco Iriti e la caporedattrice
Maria Cristina Condello. L'evento potrà essere seguito in diretta
streaming su www.ntacalabria.it, sul digitale terrestre al canale 632,
sulle frequenze della radio e sui siti radiostudio95.it, gioiasport.com
e strettoweb.com
Roccella, un week end per
ricordare Pietro Mennea
Due giornate per onorare la memoria
del mitico campione olimpico Pietro
Mennea, scomparso prematuramente
a marzo di quest’anno, ricordandone le
grandi doti umane e sportive e traendone il giusto stimolo per riflettere
sulla necessità di contrastare il sempre
più diffuso ricorso al doping nello
sport. E’ quanto si propone l’evento dal
titolo “Ricordando Pietro Mennea,
l’Uomo, l’Atleta. La lotta al doping”,
organizzato dall’assessorato allo Sport
del Comune di Roccella Jonica per
volontà dell’ assessore Gabriele
Alvaro, in collaborazione con
l’Oratorio parrocchiale. L’iniziativa si
svilupperà attraverso una tavola rotonda e un successivo incontro - dibattito
con gli studenti delle scuole superiori,
programmati rispettivamente nelle
giornate di domenica 29 (ore 17.00 Sala
del Consiglio comunale) e lunedì 30
settembre (ore 8.15 Auditorium comunale) nella cittadina jonica. A ricordare
la figura dell’indimenticato velocista di
origini pugliesi, soprannominato la
“Freccia del sud”, ci saranno degli ospiti che gli sono stati accanto nella vita e
nella carriera e degli esperti del mondo
della medicina, dello sport e del giornalismo, impegnati anche nella lotta al
doping. Ai lavori della tavola rotonda e
dell’incontro – dibattito, dopo i saluti
del sindaco di Roccella Jonica,
Giuseppe Certomà e l’introduzione
dell’assessore allo Sport Gabriele
Alvaro, interverranno: l’avvocato
Manuela Olivieri Mennea, moglie del
campione olimpico, vicepresidente e
co-fondatrice della “Fondazione Pietro
Mennea”; il prof. Dario D’Ottavio,
biochimico clinico, referente del
Consiglio nazionale chimici per il doping e consulente della Procura della
Repubblica per i reati di doping; il prof.
Ciro Indolfi, direttore della Cattedra di
Cardiologia dell’Università “Magna
Graecia” di Catanzaro e dirigente
dell’Unità operativa di Cardiologia
emodinamica
Utic
dell’azienda
ospedaliera “Mater Domini” di
Catanzaro; il campione olimpico e
mondiale di canoa Daniele Scarpa (29
titoli assoluti e 10 di categoria di cui 2
Coppe del Mondo, 2 Campionati del
mondo, 1 Oro e 1 Argento alle
Olimpiadi di Atlanta); la campionessa
paraolimpica di tiro con l’arco Sandra
Truccolo (due volte Campionessa del
Mondo, una volta d'Europa, 2
medaglie d'Oro ad Atlanta e Sydney
nelle Paraolimpiadi); il giornalista di
Tele Radio Stereo e Tele Roma 56 Nino
Santarelli. (lr)
Partirà in Ottobre a Siderno “Karate Giocando”
Abbiamo incontrato in D.T. del Centro
Studi Karate, cintura nera 4° dan,
Vincenzo Ursino, accompagnato dal
Direttore dell'Hotel “Casa del
Gourmet” di Siderno, Mimmo
Figliomeni, che sponsorizzerà il progetto “Karate Giocando” mettendo a
disposizione i propri locali . Il Progetto
- esordisce il D.T. Ursino - si rivolge a
bambini e ragazzi compresi nella fascia
d'età tra i 6 e i 13 anni ed è offerto in
forma Gratuita.
Quali sono le finalità del Progetto
“Karate Giocando” ?
Fondamentalmente, il voler offrire ai
ragazzi una proposta operativa, relativa ad una pratica sportiva ben radicata
nel territorio, che ha le caratteristiche
del gioco sportivo educativo e formativo. Tale attività motoria è realizzata
con la partecipazione attiva di tutti
ragazzi/e, senza discriminazione alcuna, nel rispetto delle regole e delle
potenzialità di ognuno. Peraltro - continua Vincenzo Ursino - nei programmi ministeriali della Scuola, il movimento viene definito “linguaggio totalmente integrato nel processo di maturazione dell'autonomia personale che
tiene presente gli obiettivi formativi da
perseguire in rapporto a tutte le
dimensioni della personalità”; in
quest'ottica, il karate si presenta come
pratica sportiva che armonizza in
modo completo l'area morfologicofunzionale, l'area intellettivo-cognitiva, l'area affettivo-morale e l'area
sociale per lo sviluppo della personalità”.
Per concludere cosa vogliamo aggiungere?
Che, comunque, terremo conto dei più
piccoli senza tralasciare gli adulti.
Infatti si svolgeranno corsi per attività
Agonistiche,
Amatoriali,
di
Avviamento allo Sport e di Difesa
Personale con la possibilità di un
Personal Trainer. Insomma, ce ne sarà
per tutti, all'insegna dello sport.
Sporting Locri, oggi l'esordio in campionato col Castellana Grotte
Inizia stasera il campionato di
serie A Figc di calcio a 5 femminile che quasi sicuramente
vedrà lo Sporting Locri protagonista in una stagione sportiva
che si preannuncia calda ed
impegnativa con 26 partite in
giro per l’Italia meridionale. Lo
Sporting Locri, al secondo anno
nella massima serie, punta davvero in alto in questa stagione,
con l’obiettivo chiaro di essere
tra le prime squadre a contendersi i play off. La compagine
locrese, tra le cinque calabresi
che militano nel campionato del
girone C, si presenta tra le più
attrezzate con una panchina
guidata
dall’allenatrice
Nicoletta Sergiano, un mister
capace di trasportare il gruppo
delle atlete a raggiungere mete
importanti. Il mercato dello
Sporting gestito e seguito dal
direttore generale Ferdinando
Armeni, è stato ricco di colpi di
scena. Sono giunte a Locri atlete giovani, straniere, qualificate,
esperte e determinate a far
bene e a rinforzare la rosa già
ben solida delle amaranto. A
disposizione di mister Sergiano
ci saranno Giusy Ceravolo (confermata),
Greta
Guerra
(nuova), Sandra Buitrago
(nuova), Daniela Babuscia
(confermata), Cecilia Roldan
(nuova), Imma Sabatino (con-
fermata) Antonella Sabatino
(confermata), Antonella Corio
(confermata), Lina De Vita
(nuova), Lucia Ponzo (nuova),
Azzurra Agostino (confermata), Chiara Loiacono (nuova),
Maria Antonietta Todarello
(confermata), Francesca Ierardi
(confermata), Gigia Capalbo
(nuova), Daniela Marzano
(nuova) e gli ultimi acquisti
Samanta Fragola e Costantina
Cucciniello. Alle ore 17.00 al
Palazzetto dello Sport si giocherà contro la squadra del
Castellana Grotte.
lr
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
25
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
26
Polaroid
Libri
RECENSIONE: LA SCUOLA A PEZZI DI ANTONIO DE LEO
... Ovvero i pezzi
della scuola
AMEDEO MACRÌ
Recensire un libro non è mai una cosa
semplice, soprattutto quando si conosce l'autore, ma la pubblicazione di “La
scuola a pezzi” di Antonio De Leo
edito nella collana “I libri saggi” della
Casa Editrice Robin Edizioni costituisce un appetibile momento di riflessione rispetto a quello che è (o meglio è
stato) il mondo della scuola.
Generalmente le recensioni rivestono
un carattere “mieloso” che spesso e
volentieri nascondono le reali considerazioni intorno alle tematiche trattate,
ma forse servono ad accattivarsi la simpatia dell'autore o per vendere qualche
copia in più.
Il tentativo che cercherò di fare nel
riflettere sul contenuto del libro è quello di rifuggire da qualsiasi forma di
“accomodamento culturale” nel confronti dell'autore, al quale sono legato,
non foss'altro, da una fattiva ventennale
collaborazione scolastica presso l'ITC
“Marconi” di Siderno.
Già la immagine della copertina è un
programma, difatti la presenza del martelletto (sembrerebbe quello di un
ortopedico alle prese con i riflessi al
ginocchio) è in perfetta contraddizione
con la rigorosità del titolo e per la quale
si sarebbe potuto associare meglio un
“mazza” da fabbro.
Non sappiamo chi abbia creato la
copertina, certo è che ha interpretato
bene il carattere dell'autore nel senso di
una “doppia”o “ambigua” volontà, cioè
quella di descrivere una scuola completamente in rovina, ma al contempo
lascia trasparire il desiderio di qualcosa
che potrebbe essere rimessa in sesto.
Quello che l'autore vuole trasmettere
dalle pagine del libro è una provocazione a tutto campo, che per alcuni versi
sembrerebbe non guardare in faccia
nessuno e lo fa proprio lui che già in
tenera età respirava aria di scuola per
motivi parentali.
La sua disamina del mondo scolastico è
impietosa; sembrerebbe che tutto sia
uno sfascio e di citazioni ne fa tante in
un mix statistico che verrebbe da rabbrividire se dovesse essere realmente vero
quanto sostiene. Proprio su questo
aspetto non possiamo non condividere
quanto detto da Vito Pirruccio (dirigente scolastico) nella presentazione del
libro a Roccella: come si fa a non tenere conto delle dinamiche sociali che si
sono avute nel corso del tempo? Come
si fa a ritenere la scuola un “isolotto”
(non ci riferiamo a quella di Barbiana
di don Lorenzo Milani- altri tempi)
perennemente sovrastato da onde
distruttive? E così di seguito.
La sua disamina è senza peli sulla lingua e benché sia suffragata da dati statistici, di essi viene data una asettica lettura in un “groviglio” tematico difficile
da sbrogliare. Non pare che ci siano
delle precise indicazioni delle responsabilità attribuibili ad alcuno sul livello
dello sfascio della scuola. Non pare
altresì che ci siano delle indicazioni
rispetto al valore culturale dei contenuti didattico-disciplinari strettamente
collegati con i cambiamenti che repentinamente avvengono nella società.
Non è stato l'autore ad affermare che ci
sono alunni che conoscono l'uso del
computer meglio dei professori (anche
quelli di informatica)?
Certo, sembrerebbe molto disdicevole,
che una valutazione totalmente negativa provenga dall'autore che, piaccia o
no, è stato, quantomeno a livello regionale, uno dei protagonisti attivi della
scuola, e che possiede un impareggiabile patrimonio politico (… che andava
oltre la sinistra tradizionale).
E allora, seppur schematicamente, ci si
chiede come sia stato possibile negli
anni '70, sull'onda della rivoluzione studentesca, a margine della nascita dei
decreti delegati, sostenere una anomala
forma di trasversalismo pseudo-politico
nei distretti scolastici - guarda un po' per una gestione “democratica” della
scuola. Si obietterà: è colpa dei partiti
politici. No comment!
E allora, bisogna scoprire l'acqua calda
per saper che l'edilizia scolastica rappresenta uno dei mali endemici della
scuola italiana e che il livello di sicurezza e di incolumità degli utenti è ridotta
a zero ( lei ricorderà la laguna che si
creava al 1° piano della nuova struttura
dell'ITC nelle giornate di pioggia). I
dati statistici sono inoppugnabili, ma le
criticità sono rimaste. Si obietterà: è
colpa delle istituzioni e dei partiti politici.
E allora perché considerare inefficaci e
improduttive le varie attività progettuali extra-curriculari (Pon-Por e quant'altro) che si sono sviluppate nelle regioni
meridionali riconducendole alla elargizione di miserie economiche non solo a
docenti, ma anche a dirigenti scolastici
e a direttori amministrativi. Valutazioni
non pienamente veritiere se si tiene
conto delle esperienze formative effettuate (vedi ad esempio corsi di lingua e
tirocini all'estero).
E allora è proprio vero che oggi il Ds lo
può fare anche un collaboratore scolastico? Senza nulla togliere ai collaboratori scolastici ci pare estremamente
riduttiva l'affermazione e non certamente professionalmente qualificante
rispetto allo spirito della normativa sull'autonomia scolastica e sul modo di
concepire la gestione di una o più istituzioni scolastiche. Si obietterà: è complicato coordinare le attività delle scuole,
soprattutto quando si tratta di accorpamenti verticali e/o scuole poste in siti
diversi. Ma il “manager” non poteva
non sapere quali sarebbero stati gli
oneri e gli onori con i quali si andava a
cozzare se è vero che, come afferma lo
stesso autore “ … Anch'io, per essere
tecnologizzato e diventar manager , ho
frequentato uno di quegli inutili corsi
tenuti da una delle tante sconosciute
agenzie formative, affidataria del
Ministero e lautamente pagate.
Ricordo che l'unica preoccupazione di
noialtri aspiranti manager era quella di
assicurarci le presenze per aver riconosciuta la validità del corso….”. Certo
“vista la sua completa inefficienza” non
si poteva pretendere da parte di tanti
corsisti un rinnovato spirito “rivoluzionario sessantottino di contestazione
globale”, epperò - visti i presupposti formativi manageriali si poteva anche
ricorrere ”all'istituto della rinuncia”.
E allora se quanto detto sopra risponde
al vero, non ci si può meravigliare degli
effetti a cascata che si incontrano nel
corpo docente. Sarebbe stato molto
fantasioso ritenere immune la classe
insegnante rispetto al concetto della
meritocrazia dell'“appartenenza”. È un
concetto che purtroppo coinvolge la
società nel suo complesso che privilegia
appunto l'appartenenza e non l'essere.
E' sotto questo profilo che le denunce
dell'autore sul livello di preparazione
della classe insegnante è sempre più
basso e demotivante e si domanda “…
se esiste un insegnante ideale…” o
come Paola Mastrocola determinare
“… quanti sono bravi…”.
Non è semplice per nessuno rispondere
a simili quesiti, né tantomeno utilizzare
metodi comparativi con altri paesi stranieri (Finlandia, Corea del Nord, ecc.),
né ancor di più pensare di traslare
modelli di istruzione da altrettanti paesi
stranieri, senza tenere in opportuna
considerazione una serie di differenziali elementi storici, politici , ambientali,
culturali, sociali e quant'altro.
“Il libro di De Leo”, afferma Renato
Gargiulo (DSGA - I.I.S. “Marconi”) “è una foto in bianco e nero ….. dove
prevale il nero senza fine. E non si tratta di pessimismo, ma di nuda e cruda
realtà”. Quindi una “nuda e cruda
realtà” che vuole trasmettere sapendo
che non si tratta del “più certo modo di
trasferire agli altri i confini del proprio
sapere e di non trapassarli. (Pensieri
LXXXVI-Giacomo Leopardi)”
E' stata una provocazione la stesura di
questo libro, che purtroppo avviene in
maniera tardiva rispetto alla sua vita
“dentro la scuola”, come se l'autore
fosse stato per tutta la sua vita scolastica un “allogeno” ossia un forestiero del
luogo.
Come dire un'analisi ex-post, quasi con
aria distaccata. Ma com'è strano questo
paese. La responsabilità è sempre di
qualcun altro. Pazienza. Tuttavia questo
libro, sebbene di non facile lettura,
rimane uno strumento utilissimo per
riflettere. De Leo - tanto per riprendere un adagio ambientale - ha ritenuto di
“pensare globalmente e agire localmente”. Così è stato?
“La scuola è un luogo di rivalità accanite” scrisse Lev Trockji ne La mia vita.
Non sappiamo quanto ci sia di rivoluzionario in questa affermazione, certo è
che sarebbe una vero disastro per le
nuove generazioni se ciò dovesse essere
vero e perpetuarsi nel tempo.
Ondina dai
capelli fluenti e le
allegre amiche
Giosofatto Pangallo,
Ondina dai capelli fluenti e le allegre
amiche
Profili di donne seducenti.
Calabria Letteraria Editrice, 2013.
Un cadeau letterario veramente inconsueto
e stupefacente quello dell'amico scrittore
Giosofatto Pangallo (Ondina dai capelli
fluenti e le alle-gre amiche Profili di donne
seducenti).
In questo volume di recente pubblicazione,
ma dalla lunga e sofferta medi-tazione
(come annota lo stesso Pangallo nella nota
introduttiva), l'autore, nei panni di Giorgio un ex compagno di scuola ritornato in paese
per le festività natalizie - esplora il mondo
della donna, un universo complesso e
variegato da qualunque angolazione lo si
scandagli.
Innanzitutto
appare
opportuno sottolineare, in
primis, che si tratta di un libro coraggioso, nient'affatto
di tenore maschilista,
dall'andamento introspettivo-catartico-rigenerante
ancorchè patologico per
altri versi, in cui confluiscono, in simbiosi virtuosa col
processo autoanalitico del
protagonista-narratore
(“Ti confesso… che
raccontare… è stato per
me
salutare”)
e
liberatorio
(“liberazione di qualcosa che
portavo dentro… come
una
zavorra”),
tramature in-dubbiamente
psicopedagogiche nel senso più ampio del
termine, nonché un fondo di religiositàspiritualità forse inibente ovvero salvifico.
Come in una lunga e voluttuosa dissolvenza
si materializzano, nei ricordi di Giorgio,
quindi, le figure di Ondina (remissiva e
garbata), di Clara (insa-ziabile, inquieta e
spregiudicata), di Rosa (di modesta
intelligenza e vanitosa), di Vilma (impulsiva
e insolente), di Stella (sorniona e
disponibile) di Eloisa (smaniosa e
superbiosa).
Sembra di sfogliare, a tutto tondo, l'universo
femminile di un quotidiano non stereotipato
e neppure molto lontano né nel tempo né
nello spazio, quello secretato nei mille
sotterfugi per raggiugere lo scopo
(degradarsi in maniera forsennata e senza
vergogna), il leit-motiv, in fondo, di ciascuna
delle prota-goniste. Interessanti e pertinenti
risultano i richiami letterari.
Mi pare opportuno, infine, a chiosa di queste
brevi note, sottolineare come si percepisca,
pagina dopo pagina, carattere dopo
carattere, la ricerca spasmo-dica del tempo
perduto o delle occasioni svanite.
Agostino Formica
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
27
CULTURA E SOCIETÀ
I bambini non
cercano più
le conchiglie
Stamattina il mare era in tempesta; niente
barca, niente nuoto, ho fatto una lunga passeggiata sulla spiaggia ammirando l'attorcigliarsi delle onde e il loro stanco spegnersi
sulla battigia. Il mare è meraviglioso, qualunque sia il suo incedere mi dà un senso di
pace; forse è l'ineluttabilità del movimento;
forse è la vista dell'orizzonte, forse è la percezione terrena dell'infinito. Da questi pensieri, che mi tenevano immerso in una sorta
di mistica contemplazione, sono stato distolto da un rumore strano, che diventava sempre più nitido man mano che mi avvicinavo
al lido. A poca distanza da me c'era un ragazzino, dall'apparente età di 10 - 12 anni, il
quale aveva in mano un attrezzo infernale,
penso uno smartphone con touchscreenn,
sul quale le dita lavoravano a una velocità
raccapricciante mentre con i piedi calciava,
senza pause e con adeguata abilità, una bottiglia di plastica, regalo improbo degli umani
alla natura inerte. Da anni non cerco più
conchiglie; non ci sono più, al loro posto ci
sono mozziconi di sigarette, buste bottiglie,
bicchieri e ogni indistinta sporcizia, meticolosamente posizionata con l'unico scopo di
imbrattare e distruggere la spiaggia.
Qualcuno dirà: dove è la novità? È vero,
ormai dappertutto è così anzi la montagna è
anche peggio; da Mangiatorella a Serra
S.Bruno non c'è spiazzo vicino la strada che
non sia coperto da plasticume vario, con l'aggiunta di lattine, di copertoni, carcasse di
autovetture e elettrodomestici dismessi.
Guardando quel ragazzino, però, mi sono
venute a mente le parole di una mia conoscente: «Mio figlio è un genio; pensa non ha
nemmeno quattro anni e usa lo smartphone
meglio di me, per non parlare del computer...». Il ragazzino non scrutava il mare; il
suo sguardo era assorto nella contemplazione di un oggetto, super tecnologico, magistralmente colorato, dai suoni delicati ma
sempre “oggetto”! Il ragazzino non cercava
conchiglie, non guardava la spiaggia e il suo
lento rimodellarsi, accarezzata dalle onde
del mare ma si distraeva solo per prendere a
calci la bottiglia di plastica. Ho aspettato e
sperato che raccogliesse quella cazzo di bottiglia e la buttasse in uno dei cestini del lido
ma si è trattato di una speranza vana. Ho
letto, a suo tempo e faticosamente, il
Capitale di Marx; uno dei pochi passi che
ricordo è questo: “ Il capitalismo maturo
produrrà mostri”! Chi di noi ha veramente il
coraggio di dargli torto?
Pietro Alvaro
Vincent Raschellà, il
pioniere dell’aviazione
viene ricordato a Caulonia
Presentato
il progetto
“La Memoria
ritrovata”
È stato presentato mercoledì 25 settembre a Largo San Nicolello
(Badia) nel centro storico di Caulonia, in occasione del 150° anniversario della nascita di Vincent Raschellà, cauloniese artista, inventore
e pioniere dell'aviazione, il progetto “La memoria ritrovata”.
Il dibattito è stato moderato da Maria Teresa D’Agostino e sono
intervenuti Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura Regione
Calabria, Giovanni Riccio, Sindaco di Caulonia, Enzo Di Chiera,
responsabile progetto, Mimmo Candido, esperto di aviazione, Mario
Vasile dell'associazione sportiva “38° Fly
Zone”, Mimmo Cavallaro, musicista, Paolo Imperitura, video
mapping e reading, Karla
Licano, traduttrice, Pino
Circosta, videoproiezione.
Poco si sapeva, soprattutto nella sua città
natale e in Calabria, di
Vincent (Vincenzo)
Raschellà, nato a
Caulonia il 25 settembre 1863 e
morto nel New
Jersey nel 1957,
eccezionale pioniere
del volo e antesignano dei fratelli Wright.
Dopo anni di vani
tentativi, il 25 settembre 1889, in località
Scrongi,
Vincenzo
Raschellà, in paese detto
“Vici u pacciu”, con un aliante da lui costruito e battezzato
“Il falco”, vede finalmente realizzato il suo sogno, ben tredici anni prima
dello storico volo dei fratelli Wright.
Spetta ad Enzo Di Chiera, curioso e appassionato di storia dell'emigrazione, il merito di aver riportato alla luce questa incredibile storia. In seguito a meticolose e approfondite ricerche, grazie alla preziosa collaborazione di Maria Elisa Campisi, Pino “Puccio” Circosta e
alla pazienza di Maria Roccisano, responsabile dell'ufficio anagrafe,
con questa straordinaria scoperta si apre un nuovo e inedito scenario
sulla veridicità storica del primo volo, ufficialmente effettuato il 17
Dicembre 1903.
T
arantella
sulla cresta dell'onda
Anche quest'anno il Kaulonia Tarantella Festival è
stato un successo. Gente da vicino e lontano,
attratta dalla musica, dai laboratori, dall'atmosfera
narcotizzante della terzina zoppa e frenetica.
Non se ne poteva più dei concerti di vecchie star in
pensione con dentiere e parrucche che le amministrazioni locali ci proponevano ad ogni angolo fino
a un decennio fa. Tutte d'oltre Pollino, rigorosamente, con minimo 4\500 km di viaggio alle spalle.
Oggi ci gustiamo la musica della nostra terra,
ascoltiamo canzoni nel nostro dialetto, finalmente
un poco fieri di quello che siamo.
Per la verità se andiamo a guardare il cartellone
del Kaulonia Festival ci rendiamo conto che continuano a dominare le realtà musicali d'oltre
Pollino, quest'anno, come l'altr'anno, come quello
prima. C'è sicuramente la presenza del nostro
Mimmo Cavallaro, la cui crescita artistica procede
a passi da gigante, da cantante e ricercatore, a leader di un vero e proprio movimento musicale, a
direttore artistico. Per il resto più che tarantella c'è
tanta taranta, al Festival di Caulonia, tanta musica
campana e pugliese.
Lasciamo perdere i discorsi dei puristi che vorrebbero vedere e sentire soltanto lire calabresi, zampogne e chitarre battenti, che vorrebbero danzare
soltanto al ritmo dell'organetto. Un festival è non
soltanto un contenitore ma anche e soprattutto
occasione d'incontro e confronto, di esplorazione
dei limiti, di sperimentazione.
Ci siamo confrontati sulla questione con gli
Invece. Definire la band di reggae bovalinese semplicemente un gruppo musicale significa fare un
torto alla loro storia.
In anticipo su tutti, gli Invece ci hanno aperto le
orecchie sul mondo, con testi che hanno reso
onore al nostro dialetto, dimostrando che era
capace di esprimere concetti ben più complessi
delle storie d'amore o di sdegno, dimostrando che
era capace di dire la contemporaneità. Uo-Cì
ricorda il Peruzzi Gino di Gaber.
A loro il Kaulonia Tarantella Festival ha riservato
una mezz'oretta di concerto tre anni fa, non retribuito, come un gruppo emergente qualsiasi.
«Forse ci doveva essere un rimborso spese e invece neanche la cena promessa ci hanno offerto»,
dice Peppe De Luca, segno dello scarso rispetto
con cui sono stati accolti. «E' inutile, siamo fatti
così noi calabresi, con quest'abitudine a prenderci
tutta la torta e senza condividere una fetta con chi
ci sta vicino», commenta Sasà Scoleri. Perché a
ben vedere qualche nome calabrese appare nel
circuito del festival, ma sono sempre gli stessi. Con
Sasà e Peppe è difficile parlare di cose locali senza
che poi il discorso si apra al mondo e si rivolga lontano nello spazio o nel tempo.
L'esempio degli Invece è emblematico anche se
l'elenco degli esclusi si potrebbe allungare (ad
esempio citando i Koralira). Esiste il circuito di
Calabria Sona che i maligni descrivono come chiuso a chi non vi faccia parte. Triste. Dice Sasà: «La
Calabria ha bisogno di cambiare, se non riusciamo
a darlo noi con la musica, un segnale di cambiamento, come speriamo che avvenga?»
Daniele Mangiola
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
28
Rave party.
Ognuno è
artefice del
proprio destino
NAZARENO MURDACA
Giunti al termine dell'estate prendiamo
coscienza di una problematica o, per alcuni, particolare estivo: i rave party. Possiamo
porci delle domande per quanto riguarda
l'antitesi "problematica-particolarità".
Effettivamente affermiamo che un qualcosa sia particolare quando c'è un quid che lo
rende diverso o, per meglio dire, qualcosa
che lo faccia distinguere. Per la verità si
deve affermare che da anni ormai l'affluenza dei rave party regna sovrana tra i canoni
dello spirito giovanile ed è proprio questo
il punto debole della società: lo spirito giovanile. Animo colmo di iniziative, voglia di
vivere e spasmodica ricerca di divertimento. Sono questi i caratteri che rendono
unici i giovani. Sete di divertimento che
scade nel pericolo e per tale si intende
"movida". Qui non si tratta di un luogo in
rilievo tra tanti, ma è una questione di tutta
l'area ionica. Chissà che tipo di bevande
alcoliche sono state vendute nei locali notturni. Chissà se di qualità o meno?
Innumerevoli le bottiglie di vodka vendute.
Qui un appello di rilevante importanza va
ai genitori. Dov'è finito il ruolo del pater
familias? Dove sono i valori della famiglia?-tutte cose antiche-direbbe così gran
parte della popolazione. Eppure, i suddetti, sono interrogativi di un certo
spessore.nella società odierna un ruolo di
rilevante importanza viene occupato anche
dalla figura materna, la quale dovrebbe
essere rigida nello svolgimento della propria carica. Si deve però considerare il fatto
che la figura materna tende ad essere più
duttile rispetto a quella paterna. Ciò vale a
dire che la complicità in famiglia, soprat-
Bisogna remare sulla barca della Madonna
Quale futuro
per la Festa
di Portosalvo?
Siamo seri. No, dico, siamo seri. C’è
qualcosa in tutta la fiera di
Portosalvo, ma dico tutta tutta, che
non si potesse trovare a minor prezzo
in un negozio vicino o su internet, in
garanzia, senza spese di spedizione e
con reso gratuito?
Se parliamo di mandorle caramellate
e mostaccioli, siamo d’accordo. Ma il
diluvio di ciabatte, mutande, anellini
di plastica, borse che più finte non si
può…ne sentivamo davvero il bisogno?
Sentivamo il bisogno di dvd piratati
nell’epoca dello streaming? Di pantaloni della taglia sbagliata, di calze
cinesi vendute come cotone italiano?
Di certo non ho trovato quello che mi
serviva: una city mug col tappo davvero ermetico e un copriteiera imbottito. Magari qualche libro fuori catalogo, di quelli che devi “scatarnare” su
eBay. O una compostiera sottocosto.
Macché. Solo custodie per telefonini
e tovaglie che a comprarle da catalogo spendi meno.
Che tipo di acquirente può essere
attirato dalla fiera di Portosalvo?
Solo i distratti, quelli che casualmente passano in un posto e comprano
qualcosa. Chi, in poche parole, esce
tanto per uscire, in maniera un po’
Errata
corrige
apatica, solo per sentirsi parte del
paese trasformato in un interminabile mercatino. Non ci si ferma neanche più a parlare con gli amici, tanto
gli “amici” quando possono di accoltellano alle spalle. Non c’è un reale
senso dell’appaesamento né nella
festa religiosa, né nella fiera commerciale. E a Siderno si devono sopportare quattro giorni di rumori, schiamazzi, musica, sporcizia, per ottenere
poi cosa? Un diluvio di porcheriole
che neanche regalate e un traffico
schizofrenico?
No, grazie. Quando finisce la dannata fiera, io ritorno a respirare. Non
che il traffico torni alla normalità:
ormai la “normalità” non esiste più.
Per avere un senso, la fiera commerciale dovrebbe prendere due strade:
o quella della varietà dei prodotti
esposti e dell’economicità dell’offerta, o quella dell’artigianato locale di
alta o altissima qualità. In breve
dovrebbe arrivare ad essere una sorta
di “Amazon” popolare, o un luogo
dove trovi ciò che non puoi trovare
altrove. Un po’ come una volta,
quando c’era il mercato del bestiame,
il vasaio, il cestaio.
A farlo. Ci vogliono soldi e strutture.
Un sacco di paesi, specie della zona
della Toscana, hanno letteralmente
costruito la loro fama nazionale e
internazionale su eventi di tipo folkloristico e religioso. E dietro alla
fama è venuto il commercio, che non
è solo quello spicciolo dei souvenir,
ma quello grosso, del turismo tutto
l’anno, delle foto sulle riviste patinate, del commercio immobiliare.
Allora, signori miei, bisogna salire
tutti insieme sulla barca della
Madonna e iniziare a remare. Perché
la Festa di Portosalvo questo ha: la
regata con la Madonna. Bisogna che
attorno a questa celebrazione si crei
aura, mistero, attesa, happenning,
evento.
Il mare, che per noi è stata via di
comunicazione e via commerciale,
potrebbe essere la soluzione a quello
che tra pochi anni diventerà un vero
rompicapo.
Se si darà slancio a questo aspetto
etnologico e religioso, che è in assoluto il più affascinante tra le celebrazioni, anche perché avviene in acqua,
che per un mediterraneo è come una
seconda casa, potremmo pensare di
avere qualche carta da giocare.
Ora come ora non abbiamo neanche
un tris.
Lidia Zitara
La settimana scorsa a pagina 20 c’era un errore nel
titolo della lettera della signora Maria Giovanna
Sassone. Il titolo corretto era “Il Trenino risponde
all’assessore Giurleo”. Ci scusiamo con i nostri lettori.
tutto tra i genitori è di fondamentale
importanza e che quest'ultima spesse volte
viene meno per svariati motivi. In contrapposizione alla complicità tra genitori,vi è
quella tra genitore e figlio, la quale tende a
danneggiare la crescita e lo sviluppo dei
ragazzi. Penso che sia meglio sentirsi biasimati da un figlio che non possa esagerare
in ciò che fa piuttosto che vederlo star
male, nella migliore delle ipotesi per un
coma etilico. Vogliamo veramente inglobare nel concetto di emancipazione cose che
non stanno ne in cielo ne in terra? Forse
alcuni lo farebbero solo per dimostrare alla
massa, e dico massa perché può essere
definita solo come tale, l'evoluzione del
tutto negativa di questo popolo.
Comprendere che adolescenti di quindici
anni tornino a casa all'alba e sotto effetto
alcolico è del tutto svenevole. Capire a cosa
porta l'omologazione è una profonda delusione. Al giorno d'oggi tutto quello che succede ha come causa l'omologazione,
conformazione giovanile, ma non solo! Chi
può essere garante del fatto che i giovani
ingeriscano bevande accuratamente controllate? Chi in un rave party potrebbe mai
garantire la salute dei vostri figli?nessuno!
Pertanto: dobbiamo allontanarci dall'uniformazione, la quale ormai sta diventando un vero e proprio cancro sociale ed
essere meno flessibile nei confronti dei
vostri figli al fine di garantire loro un futuro sano, ma soprattutto una vita futura! La
mia non è un esortazione, ma semplicemente un invito a fare dei vostri figli delle
persone vigorose. Ognuno è artefice del
proprio destino, a voi la scelta!
“Terremoto - io non
rischio”la campagna
nazionale per la riduzione
del rischio sismico
Per il terzo anno consecutivo, il volontariato di Protezione Civile, le istituzioni e
il mondo della ricerca scientifica si impegnano insieme per “Terremoto io non
rischio”, la campagna informativa nazionale per la riduzione del rischio sismico:
oltre 3.200 volontari di 14 associazioni
nazionali di protezione civile hanno allestito nella giornata punti informativi “Io
non rischio” in 215 piazze, distribuite su
quasi tutto il territorio nazionale, per
sensibilizzare i propri concittadini sul
rischio sismico.
L'iniziativa
è
promossa
dal
Dipartimento della Protezione Civile e
dall'Anpas-Associazione
Nazionale
delle Pubbliche Assistenze, in collaborazione con l'Ingv-Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia e con ReLuisConsorzio della Rete dei Laboratori
Universitari di Ingegneria Sismica e in
accordo con le Regioni e i Comuni interessati.
Ieri e oggi, domenica 29 settembre, dalle
ore 9:00 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00
alle ore 20:00 in contemporanea con le
altre piazze in tutta Italia, i volontari dell'associazione L.A.Do.S. in collaborazione con il CIPC (centro italiano protezione civile) di Siderno - Camini - Natile di
Careri partecipano alla campagna
“Terremoto io non rischio” con punti
informativi allestiti in piazza Zaleuco a
Marina di Gioiosa Jonica nella regione
Calabria per distribuire materiale informativo, rispondere alle domande dei cittadini sulle possibili misure per ridurre il
rischio sismico e sensibilizzarli a informarsi sul livello di pericolosità del proprio territorio.
International Police Association
Incontri a Lamezia e a San Marino
(con Michele Galluzzo per la Locride)
Simpatico incontro a Lamezia Terme tra
la delegazione I.P.A. della Calabria e un
qualificato esponente dell' I.P.A. di
Montreal, Gilles Theberge, presidente
del sodalizio canadese, in vacanza in Italia
con sua moglie, accolto in un piacevole
convivio serale dal comitato locale
Catanzaro - Lamezia (presidente Rosario
Messone, vicepresidente Paravati
Gioacchino) e dal presidente della 18a
Delegazione
Calabria,
Vincenzo
Severino. Il Comitato della Locride era
rappresentato dal suo vicepresidente
Michele Galluzzo (accompagnato dalla
moglie Giuliana), che in assenza del presidente Giuseppe Cusumano ha porto il
saluto di rito. Alla serata ha partecipato
anche il dottor Francesco Marcianò, della
Polizia di Stato. Al tesoriere del sodalizio
calabrese, Carlo Cilento, è stato consegnato un “attestato di fedeltà” all'IPA, a
nome del comitato nazionale.
L'IPA della Locride è particolarmente
attiva: ultimamente il suo vicepresidente
Michele Galluzzo si è recato, con i rappresentanti dell'Associazione di Pompei
Carlo Cozzolino e Orazio Gualtieri, in
visita ufficiale alla delegazione della
Repubblica di San Marino. Sono stati
accolti dal comandante del Corpo delle
Guardie della Rocca Livio Lettoli e, presso la sede nazionale della Polizia Civile
(dove opera anche una struttura di
Protezione Civile), da membri del direttivo IPA (Sabrina Paoletti, Peter Guerra e
Maurizio Taddei). Visita di amicizia
anche al comitato di Cesena, presieduto
dal carabiniere in pensione Maurizio
Giannini. L'I.P.A. è un'associazione apolitica, presente in 61 Stati nei cinque continenti. Conta nel mondo oltre 375.000
aderenti, di cui circa 15. 000 solo in Italia.
Persegue scambi culturali, turistici e professionali tra appartenenti alle diverse
Forze di Polizia, attraverso manifestazioni
di vario genere.
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
ATTUALITÀ
Volenterosi
Eterna giovinezza
A.A.A.
Abbracciatissimi
Se la
Spassosi
All’ attacco!!!
Loqui e
Sproloqui di Filomena Cataldo
Il Presidente Napolitano
e la ministra Carrozza,
ora ci vedono chiaro!
Finalmente. Dopo anni di miopie
e tagli, per fortuna, sarebbe tornata la luce sulla scuola italiana.
Così parrebbe secondo quanto
sostenuto da Giorgio Napolitano
durante l'inaugurazione dell'anno
scolastico al Quirinale, tenutasi
lunedì 23 cm. E' necessario - ha
ribadito Napolitano - che la politica non faccia spreco di questo
momento positivo e si mobiliti per
promuovere valide azioni di ripresa. Insieme alla politica ed alle
forze valide sarebbe stata annoverata anche la scuola. Giammai,
verrebbe da esclamare!Poiché il
presidente dimentica, o fa finta,
che la scuola non è mai stata considerata dalla politica luogo di
alcunché né foriera di alcuna iniziativa interessante. Quello che
basisce e disturba, oggidì, nel
campo dell'Istruzione, è la calante
credibilità del mondo universita-
rio che, preda anch'esso della
disillusione generale in cui è precipitata la classe giovane italiana,
vede - quasi irrimediabilmente vacillare molte illustri cattedre.
Ragion per cui si è mossa la politica, sensibile notoriamente alle
cattedre illustri, come alle poltrone! Non possiamo, noi che ci aggiriamo fra le scuole d'Italia, curando l'amaro prodotto di anni di cattiva politica, non ravvisare questi
intendimenti come fasulli e strettamente legati ad una dialettica
dell'apparenza. Non possiamo più
accettare che il luogo primo della
formazione dell'uomo e del cittadino sia diventato un non luogo. Il
luogo dell'integrazione, in realtà,
non la favorisca. Le parole del
Presidente e della Ministra
Carrozza
fanno
sperare!Purtroppo non ci è ancora chiaro in che cosa.
Gioiosi
Che stress...
Arteedintorni...
Un bacio dalla Riviera Maya
di Domenico Spanò
Lo scrittore calabrese
Alessandro Demaria e
la sua ”stella in trincea”
L'affascinante racconto dello scrittore
calabrese è un percorso intenso ed affascinate, attraverso la scoperta di un raffinato simbolismo che circonda ogni individuo nella propria vita.
Demaria scrive: “Dal desiderio di
conoscere e dal coraggio nascono quelle
che poi vengono definite imprese o scoperte. Dalla paura non nasce mai niente”.
Questo testo rappresenta la consapevolezza interiore di poter trarre da tutto
ciò che ci circonda intimamente, il vero
significato dell'esistenza umana. E' la stella, simbolo per antonomasia, la guida che
sin dai tempi antichi ha indirizzato l'umanità verso un percorso di coscienza e
credibilità. In questa storia è un simbolo
che funge da espediente per guardare
aldilà di ogni cosa, appunto non lasciandola mai sola in trincea. E' la volontà
intrinseca di poter imparare a farla splenDOMENICA
dere e illuminare la propria realtà in ogni
situazione. Voltare lo sguardo oltre l'orizzonte per scoprire nuovi ed affascinanti
scenari. Scoprendo così i tanti perché alle
nostre domande sulla vita, sin troppe
volte rimaste senza risposta.
“Una Stella in trincea” è il titolo del
primo libro scritto da Alessandro
Demaria, edito da marzo 2013 dalla casa
editrice Marco Serra Tarantola. Il giovane
scrittore è nato a Molochio (RC) nel
1977. Laureato in Giurisprudenza presso
l'Università Mediterranea di Reggio
Calabria è un avvocato del foro di Palmi
(RC) ed Insegnante presso l'I.C. di
Mazzano in provincia di Brescia.
Demaria racconta con un linguaggio semplice ma elegante una storia suggestiva,
estremamente metaforica ma perfettamente ambientabile alle difficoltà, alla
durezza ed atrocità della vita odierna.
29 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
30
la Riviera
tempo
Messaggi nel
di Daniela Ferraro
Misteri di Calabria
musica ce l’hai nel sangue
Smile Man
Chi cerca trova...
Sotto la stessa bandiera???
Tre amici in piazza
Tre amici al bar
Questo libro invita, insegna a non abbattersi nei momenti di dolore e di sconforto. Aiuta ad affinare ed attingere una
particolare oculatezza su ogni situazione,
traendone cosi sempre un messaggio
positivo. Fa evadere dalle insignificanti e
superficiali certezze su cui l'uomo odierno cementa facilmente la propria vita:
potere, ricchezza, bellezza. Tutte condizioni transitorie ed evanescenti che nel
lungo percorso di un uomo non garantiscono la felicità. Un ritorno ad assaporare
le cose essenziali e semplici come stato
fondamentale ed indispensabile per la
vera felicità. E' la luce, la stella di questo
racconto a portare armonia e certezza, a
dare il significato del percorso di vita che
ogni individuo ricerca continuamente.
Una vita fatta di dure salite e rapide
discese. Una vita senza mai rinunciare ad
alzare lo sguardo verso la propria meta,
verso la propria stella, anche quando
apparentemente vi è nascosta.
Alessandro Demaria ha regalato ai propri lettori in questo esordio brillante, un
manuale di sopravvivenza interiore,
estrapolando da ogni situazione
emblematica regole di saggezza e maturità. Insiemi di formidabili riflessioni
dalle quali poter trarre sempre un giovamento, ognuno a proprio modo in base
alle situazioni che si ripercuotono quotidianamente. Sempre con forza, speranza, consapevolezza che nessuno in
questo duro mondo è solo e senza
direzione. Una stella in trincea ha da
poco ricevuto il suo primo Premio
Letterario come 2° classificato al Premio
Letterario Nazionale Città di Rimini
2013, grazie all'approvazione piena da
parte della Giuria composta da importanti personaggi del mondo culturale e
dello spettacolo, capitanati dal
Presidente di Giuria la Giornalista
Rosanna Cancellieri.
Incontro Alessandro per porgli tre semplici domande sul suo primo lavoro letterario e su cosa l'ha spinto a scriverlo:
o Cosa ti ha spinto a raccontare questa
storia nella tua opera prima?
“Una Stella In Trincea” più che un libro,
lo considero una piacevole avventura
culturale nata la scorsa estate a Molochio
(RC) dal condividere alcuni percorsi di
vita con gli Amici di sempre. Sono stati
loro che mi hanno incitato a “scrivere”; a
mettere per iscritto un viaggio ricco di
arguti riferimenti culturali utili e tali da
fornire spunti meditativi ai lettori-viaggiatori ed indicazioni per ritrovare la propria Armonia con la vita.
o Il simbolismo e la metafora sono per
te veicolo di trasferimento di episodi di
vita vissuti da ritrasferire ai lettori con
sapienza?
Il simbolismo e le metafore sono da sempre uno strumento esplicativo per facilitare la comprensione degli argomenti
trattati, sotto questo aspetto “Una Stella
In Trincea” può benissimo essere considerato un libro di letteratura filosofica; un
libro sui generis, “aperto” alle più disparate interpretazioni, poiché ogni lettore nei vari simboli e metafore presenti,
riesce non solo ad immedesimarsi attraverso il protagonista, ma anche a riveder-
si ed a ritrovare diversi aspetti del proprio vivere quotidiano. Del resto ognuno
di Noi purtroppo vive la propria
“Trincea” e per fortuna ha la propria
“Stella”. Forse è proprio per questo che
è stato definito: ”Un libro culturalmente
intrigante, appassionante, coinvolgente e
formativo”.
o Quali le sensazioni e le emozioni nel
ricevere il primo riconoscimento letterario con il 2° posto al Concorso
Letterario Nazionale Scrivi Rimini
2013?
Salito sul podio ero davvero emozionato,
ed alla domanda del presentatore
Massimo Giletti: “ Che cos'è una Stella
In Trincea” ? Ho risposto che è un piccolo-grande libro, scritto a Molochio, pubblicato a Brescia e premiato a Rimini!
Nel ricevere gli applausi del pubblico ho
pensato a tutte le persone che mi sono
state vicine e che hanno permesso la
realizzazione del libro. Raggiungere il
secondo posto ad un premio letterario
nazionale con il mio primo libro ed a
pochi mesi dalla pubblicazione è un qualcosa di impensabile e straordinario.
Evidentemente la giuria premiandolo
con il secondo posto ne ha compreso ed
apprezzato la particolarità letteraria. E'
stata un'esperienza fantastica ed emozionante, un riconoscimento competente
che non fa altro che “certificare” la bontà
e le potenzialità culturali della mia opera
che quotidianamente riceve attestati di
stima da parte dei lettori, che considero
la vera anima di quest'avventura e con i
quali interagisco attraverso l'apposita
pagina creata su Facebook.
Domenico Spanò
Il cozzo
dei Giganti
Una rada assolata che sovrasta la cittadina di
Campana (CS) cui fa corona il lussureggiante profilo della Sila Grande. Siamo a oltre
600 metri di altezza, il sole picchia inclemente ma la curiosità tutto regge e sopporta. Ed
ecco ,finalmente ,i due monoliti fronteggiarsi alla distanza di circa 5 metri l'uno dall'altro. Si tratta di pareidolia o…? E riviviamo
l'enorme stupore dell'architetto Domenico
Canino quando, nel 2002, in perlustrazione
sul luogo alla ricerca di monete antiche ,
s'imbatté casualmente nei due colossi. Un
fatto naturale o dovuto all'azione umana?
Davanti a noi s'innalza , sovrastandoci dai
suoi oltre 6 metri di altezza, un enorme elefante di pietra fronteggiato da un altro
monolite ( il“Ciclope”) riproducente parte
di una figura umana, seduta, tronca dal bacino in su e che richiama nell'immediatezza la
particolare postura delle statue di Memnone
a Tebe. Sotto i due monoliti circondati da
ciottoli forse da loro provenienti, due piccole grotte. Il dott. Domenico Canino, anche a
seguito di studi approfonditi e ricerche, non
nutre alcun dubbio in relazione che si tratti
di vere e proprie sculture. Lo dimostrerebbero, ad esempio, la perfetta simmetria delle
forme e le tracce rilevate di modellazione
scultorea .Il ritrovamento di mappe geografiche della zona attribuite a G. Antonio
Mangini e risalenti al 1603, inoltre, evidenziano questo punto della Sila indicandolo
come “Il Cozzo del gigante” e, dal momento
che Mangini non era mai venuto in Italia, ciò
fa ritenere che si sia rifatto a mappe ancora
precedenti e più antiche! Secondo il Canino,
le due statue sarebbero di origine preistorica
e identifica l'animale con l' Elephans antiquus, estinto alla fine del pleistocene, 12.000
anni fa. Diversa invece è la teoria a proposito del dott.Carmine F.Petrungaro che considera le due statue non preistoriche ma di
tempi molto più recenti. E la mente ritorna
alla sbarco di Pirro, re dell'Epiro, in Puglia e
ai suoi “grandi buoi lucani”(come li chiamarono i Romani),26 elefanti indiani da combattimento. Sbarcato in Puglia nel 281 a.Cr.,
dopo la prima vittoria ad Eraclea, Pirro
sarebbe passato in Calabria per contrastare i
Cartaginesi, alleati dei Romani. Ancora vittorioso, si fece dichiarare re…Potrebbero,
quindi, essere le due statue un omaggio al
condottiero e ai suoi “divini” animali? Le
ricerche continuano. Mi allontano dal
“Cozzo dei giganti” con nella mente i due
monoliti stagliarsi misteriosi tra brume preistoriche e clamori di battaglie, mentre i pini
continuano a scintillare al sole nel loro silenzio che nulla chiede e tutto sa.
DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 LA RIVIERA
31
Scarica

Africo è figlia di un Dio Minore e non può redimersi. Il