RAI INTERNATIONAL
40 anni.
Una storia
1963 – 2003
DA MARCONI ALLA S ECONDA GUERRA MONDIALE
RADIO ROMA
LA DIREZIONE S ERVIZI GIORNALISTICI E PROGRAMMI
O GGI PER DOMANI
Roma, 27 ottobre 2003
Palermo, 1 novembre 2003
PER L’ESTERO
RAI INTERNATIONAL
40 anni.
Una storia
1963 – 2003
DA MARCONI
LA DIREZIONE S ERVIZI
S ECONDA GUERRA MONDIALE
RADIO ROMA
GIORNALISTICI E PROGRAMMI PER L’ESTERO
O GGI PER DOMANI
ALLA
Roma, 27 ottobre 2003
Palermo, 1 novembre 2003
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4
INDICE
9
Introduzione di Massimo Magliaro
11
La grande impresa di Guglielmo Marconi:
tappe e luoghi della nascita della radio
19
Parte Prima
40 anni di RAI International (1963-2003)
21
Da Guglielmo Marconi alla fine della seconda
guerra mondiale
25
Il Dopoguerra: Radio Roma e l’informazione
per gli italiani all’estero
27
La prima Convenzione e il potenziamento
dell’informazione radiofonica
31
I notiziari televisivi
33
La riforma della RAI, la nascita della
Direzione servizi giornalistici e programmi
per l’Estero e la nuova Convenzione
40
Dal terremoto del Friuli del 1976 a
“Il giornale della Mezzanotte”
43
La guerra del Golfo e l’emergenza per gli
italiani in Iraq
44
La distribuzione dei programmi in America
46
La nascita di RAI International
48
Satelradio nel mondo e il potenziamento
dell’Onda corta
5
INDICE
6
51
Un nuovo Media: Internet
52
La copertura dei grandi eventi mondiali
55
Dalla “Giostra dei Gol” a “La Grande Giostra
dei Gol”
56
Le produzioni Tv degli anni ‘90
58
Verso il 2000
59
Oggi per domani
73
Parte seconda
DOCUMENTI
74
I - “Storia ed analisi delle trasmissioni
effettuate dalla R.A.I. per gli italiani
all’estero” - Estratto della Tesi di Laurea di
Marussia Cristiano del 1974
74
Un mezzo di informazione che non teme
distanze e censure
75
Le origini delle trasmissioni per l’estero ad
Onda corta
78
Importanza delle Onde corte nel conflitto
italo-etiopico
80
Scoppia la Seconda Guerra Mondiale
84
I notiziari per gli italiani all’estero
86
Il contributo delle radiotrasmissioni per
l’estero nella diffusione dell’arte e della
cultura italiana nel mondo
89
La funzione delle stazioni italiane all’estero
93
II - Cronologia
103
III - Testimonianze
104
Quella sensazione di lontananza
di Mirella Boncompagni
110
Eravamo una ventina, ma molto motivati
di Luigi Bencetti
117
1975. Inizia la nuova avventura
di Nerino Rossi
120
Un sogno lungo 40 anni
di Antonio Ciampaglia
123
La DE negli anni ottanta
di Giulio Cattaneo
129
Tre anni memorabili
di Roberto Morrione
138
Una breve ma intensa esperienza
di Giancarlo Leone
142
Una voce oltre confine
di Gina Basso
146
RAI Stereonotte.
Per non perdersi nell’etere
di Pierluigi Tabasso
148
Si chiamavano “le Australie”
di Enrico Morbelli
153
Appendici
154
Ospiti
160
Sedi
161
Direttori
162
Indice analitico
7
L’Italia terra d’emigrazione. Una storia lunga,
struggente, di addii, ma anche di affermazioni
e di dignità. Una storia che nel corso di un
secolo ha portato in giro per il mondo milioni
di nostri concittadini con il loro calore, il loro
carattere, la loro creatività, ma anche con i loro
bisogni, i loro progetti, i loro sogni.
L’Altra Italia è nata così.
Oggi ci sono sessanta - settanta milioni di
uomini che hanno radici antiche e lontane nel
Paese più bello del pianeta. La RAI per l’estero
è nata proprio per continuare a parlare a questi
fratelli lontani. Ha cambiato nome, ha
cambiato sede, ha cambiato pelle, non ha
cambiato vocazione e natura: parlare, appunto,
a questi milioni e milioni di nostri concittadini
che per lo più hanno lasciato a terra la valigia
di cartone e sono diventati influenti, sempre
più influenti, nei loro nuovi Paesi;
parlamentari (ce ne sono più di
trecentocinquanta), imprenditori, finanzieri,
commercianti, distributori, artigiani, gente che
ha creato e crea per sé e per gli altri ricchezza
e cultura.
Questi 40 anni sono la storia di un grande
amore italiano. Ne siamo orgogliosi, ne è
orgogliosa la RAI, ne è orgogliosa l’Italia,
speriamo che ne sia orgogliosa anche l’Altra
Italia.
Nuovi traguardi, più grandi, più alti, più
ambiziosi, attendono questa struttura. Ne
siamo perfettamente consapevoli.
Lo scenario del mondo è cambiato. L’Italia non
è più terra di emigrazione. È diventata terra di
immigrazione. L’Italia è un Paese che pensa e
opera in grande.
Lavoriamo tutti perché questa struttura sia
all’altezza del compito che le viene assegnato
dalla storia della nostra Patria, ma anche dalla
forza di questi sessanta - settanta milioni di
italiani che portano alto nel mondo il nome
della nostra terra benedetta.
Introduzione
Massimo Magliaro
dal 2000 Direttore di
RAI International
e dal 2003
Amministratore
delegato della Newco
RAI International
S.P.A.
9
1896 - Ritratto di
Guglielmo Marconi
1930 - Guglielmo
Marconi a bordo della
"nave laboratorio"
Elettra
10
La grande impresa di Guglielmo Marconi:
tappe e luoghi della nascita della Radio
“Ci sono stati tre grandiosi momenti nella
mia vita di inventore.
Il primo, quando i segnali radio da me inviati
fecero suonare un campanello dall’altro lato
della stanza in cui stavo svolgendo i miei
esperimenti; il secondo, quando i segnali
trasmessi dalla mia stazione di Poldhu, in
Cornovaglia, furono captati dal ricevitore che
ascoltavo a S. Giovanni di Terranova,
dall’altra parte dell’Oceano Atlantico a una
distanza di circa 3.000 Km; il terzo è ora ogni
qualvolta posso serenamente immaginare le
possibilità future e sentire che l’attività e gli
sforzi di tutta la mia vita hanno fornito basi
solide su cui si potrà continuare a costruire.”1
Guglielmo Marconi – dicembre, 1935
Guglielmo Marconi nasce a Bologna il 25
aprile del 1874, da padre italiano e madre
inglese.
Sin da giovane dimostra grande interesse per
le materie scientifiche e nel 1895, appena
ventunenne, ottiene dei primi fondamentali
risultati per le applicazioni delle onde
elettromagnetiche. In questo periodo il
giovane Marconi riesce a dar corpo ad un
sogno, quello, cioè, di realizzare un
dispositivo in grado di inviare e ricevere
segnali sotto forma di impulsi senza l’utilizzo
dei fili.
In una stanza a Villa Griffone a Pontecchio,
presso Bologna, Marconi aveva allestito il
suo primo laboratorio, e proprio qui ottiene
risultati incredibili. Nell’inverno tra il 1894 e
il 1895 lavora assiduamente tentando di
tradurre in realtà tutte le conoscenze
acquisite attraverso lo studio delle numerose
esperienze svolte da tanti ricercatori che lo
1895
I primi
esperimenti
nella villa di
Pontecchio
11
12
hanno preceduto e che in quegli stessi anni
operano nello stesso settore.
Alla Conferenza tenutasi alla Reale
Accademia delle Scienze di Stoccolma nel
1909, Marconi stesso afferma: “Nel tracciare
brevemente la storia del mio contributo alla
realizzazione della radiotelegrafia, debbo
dire che non ho mai studiato in modo
regolare la Fisica e l’Elettromagnetica, per
quanto, fin da ragazzo, abbia nutrito il più
vivo interesse per questi argomenti. Ho
tuttavia seguito un corso di lezioni di Fisica
tenuto dal compianto Prof. Rosa a Livorno e
credo di poter asserire di essermi tenuto
diligentemente al corrente di tutte le
pubblicazioni di quel tempo, relative ad
argomenti scientifici comprendenti i lavori di
Hertz, Branly e Righi”.
Ovviamente le problematiche da affrontare e
risolvere sono innumerevoli, a partire da
quanto lontano possono giungere i segnali
fino alla risoluzione dei problemi che
potrebbero nascere nel momento in cui tra
una stazione e l’altra si interpongono degli
ostacoli materiali quali montagne o
costruzioni.
Marconi si pone come primo ostacolo la
Collina dei Celestini di fronte alla villa di
Pontecchio.
Dopo vari tentativi, un giorno un colpo di
fucile lanciato in aria da un fattore al di là
della collina gli conferma che i segnali
possono oltrepassare gli ostacoli fisici.
La prima grande sfida è vinta.
Sempre in occasione della Conferenza di
Stoccolma del 1909, Marconi descrivendo i
suoi primi esperimenti, racconta: “Nella mia
casa presso Bologna io intrapresi fin dal
1895 delle prove e delle esperienze volte a
stabilire se fosse possibile trasmettere a
distanza, per mezzo delle onde hertziane,
segnali telegrafici e segni convenzionali
senza ricorrere alla connessione per filo (…),
mi convinsi rapidamente che, se fosse stato
possibile trasmettere e ricevere in modo
sicuro e a distanze considerevoli queste onde
o altre simili, si sarebbe realizzato un nuovo
sistema di comunicazioni” .2
Marconi nelle sue prime prove aveva
adoperato un comune oscillatore di Hertz, e,
come rivelatore, un coherer di Branly (un
rivelatore di onde elettromagnetiche), ma si
rende presto conto che il coherer è poco
stabile, perciò inizia una serie di migliorie sia
sull’apparecchio trasmettitore che sul
ricevente. Il risultato di queste operazioni
sono degli strumenti notevolmente più
affidabili e sensibili.
“Le grandi conquiste già fatte ci permettono
tuttavia di asserire oramai con certezza che,
per mezzo delle onde elettriche, l’umanità
non solo ha a sua disposizione un nuovo e
potente mezzo di ricerca scientifica, ma sta
conquistando una nuova forza e utilizzando
una nuova arma di civiltà e progresso che
non conosce frontiere”. 3
Guglielmo Marconi
1896
La concessione
del brevetto
Nel 1896, a Londra, Marconi presenta la sua
invenzione a varie personalità tra le quali
William H. Preece, capo del Brithish Post
Office. Egli inoltra la domanda di brevetto il
2 giugno 1896 con il titolo “Perfezionamenti
nella trasmissione degli impulsi e degli
apparecchi relativi”.
Il brevetto è concesso con il certificato
n. 12039 in data 7 luglio 1897.
13
1901
Inizia l’era della
radio
“La mattina del 12 dicembre tutto era pronto
ed il momento decisivo si avvicinava.
Nonostante un fortissimo e gelido vento, si
riuscì ad innalzare, dopo molti vani tentativi,
un cervo volante che sollevava una estremità
dell’antenna ad un’altezza di circa 120
metri.” 4
Guglielmo Marconi
Marconi decide di effettuare un grande
esperimento, utilizzando la stazione
provvisoria a St. John’s, in Terranova Nord
America, dove è allestita una stazione
ricevente provvisoria in un ex-ospedale in
cima ad una collina, e la stazione di Poldhu
in Cornovaglia (UK).
A causa delle forti raffiche di vento che
impedivano l’uso di palloni per sostenere il
filo dell’antenna, Marconi utilizza un
aquilone. Alle 12.30 del 12 dicembre 1901
Guglielmo Marconi, dopo ore di paziente
attesa, riesce a distinguere tre flebili e brevi
scariche elettriche generate dalla stazione di
Poldhu. I segnali che Marconi percepisce in
cuffia sono i “tre punti” della lettera “S” del
codice
Morse.
Marconi,
rapito
dall’entusiasmo, passa le cuffie al suo
collaboratore Kemp, pronunciando le parole
divenute famose: “Lei sente qualcosa, signor
Kemp?”. L’espressione stupita di Kemp fa
capire all’inventore di Pontecchio che la sua
impresa è alla svolta decisiva.
1903
La radio unisce i
due mondi
14
“Un dubbio rimaneva tuttavia nella mente di
molti studiosi, quello cioè che essendo la
trasmissione dall’Inghilterra all’America
avvenuta soltanto attraverso la superficie del
mare, che essa, forse, avrebbe potuto essere
ostacolata se lungo il percorso si fossero
trovati continenti e montagne. La possibilità
di risolvere questo dubbio mi fu data per
volere di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele
III, che nel 1902 fece mettere a mia
disposizione la Regia Nave Carlo Alberto agli
ordini dell’Ammiraglio Carlo Mirabello. (…)
Si ebbe così la conferma di ciò che avevo da
tempo intuito e che ora è divenuto realtà e
cioè che non vi è distanza sulla terra che le
radiocomunicazioni non possono superare”. 5
Guglielmo Marconi
Dopo diverse campagne radiotelegrafiche a
bordo di incrociatori messi a disposizione
dalla Marina Italiana per confermare i suoi
esperimenti attraverso prove convincenti, nel
1903 avviene un evento dal grande valore
scientifico e storico.
Il Presidente degli Stati Uniti Theodore
Roosevelt, da Washington, e il re Edoardo
VII, da Londra, si scambiano i primi
telegrammi transatlantici. Le stazioni radio
impiegate sono la stazione di Poldhu, in
Cornovaglia, e la stazione costruita a
Wellfleet, nella penisola di Cape Cod,
Massachussets.
Il re Vittorio Emanuele III comunica le sue
congratulazioni ai due Capi di Stato per la
nuova impresa dell’inventore italiano e dei
suoi collaboratori inglesi e americani.
Nel 1909 a Marconi viene assegnato il
Premio Nobel per la Fisica.
“E’ noto a tutti che le scoperte di Marconi
furono in un primo tempo accolte con un certo
scetticismo negli ambienti scientifici. (…) La
storia di questi primi successi delle radio
trasmissioni, costituisce una riconferma del
fatto che nello studio dei fenomeni naturali,
teoria ed esperimento devono andare di pari
passo.” 6
Enrico Fermi
1937
Guglielmo
Marconi lascia
una grande
eredità
15
Guglielmo Marconi muore a 63 anni nel
1937. Il giorno dopo il Times di Londra
scrive: “Quando gli storici ripercorreranno il
ventesimo secolo vedranno in Marconi
l’uomo più significativo della nostra epoca,
l’uomo da cui la nostra era prenderà nome”.
I siti geografici
storici della
nascita della
radio
St. John’s, Terranova, Canada
St. John’s, capitale della Provincia canadese
di Terranova e Labrador, è il porto più ad est
e la città più antica del Nord America. Gli
europei cominciano a frequentare questo
porto intorno all’inizio del sedicesimo secolo.
Nel tempo si è distinta come una città del
progresso, dove gli scienziati hanno trovato
sempre mezzi e strutture adeguate, come
l’importante centro internazionale di studi
superiori della scienza e della tecnologia
marina.
In una stazione allestita in questa città
Marconi nel 1901 percepisce in cuffia i “tre
punti” della lettera “S” del codice Morse, il
primo messaggio radiotrasmesso senza fili.
Sasso Marconi, Bologna, Italia
La città emiliana deve il suo nome alla
famosa rupe (sasso) e proprio allo scienziato
Guglielmo Marconi. Situata in una vallata
dall’eccezionale bellezza naturale può
vantare numerosi siti d’interesse storicoculturale come Palazzo De’ Rossi, nonché
l’Itinerario Marconiano con il Mausoleo e la
Villa Griffone, dove lo scienziato realizzò i
suoi primi esperimenti.
16
Poldhu, Cornovaglia, Inghilterra
Nel 1901, la stazione radiotelegrafica Poldhu
viene usata con successo da Marconi per il
primo servizio transoceanico di telegrafia
senza fili diretto verso St. John’s. La stazione
eretta nel 1900, viene smantellata nel 1933.
In ricordo delle imprese di Marconi, in
questa sede si trova una stele in granito.
Poldhu si trova nei pressi della città di
Helston, conosciuta nel mondo per il suo
folcloristico
festival
primaverile.
Collocazione ideale per esplorare il SudOvest della Cornovaglia.
Wellfleet, Massachussetts, USA
Collocata a circa sessantacinque miglia nella
parte finale della penisola di Cape Cod
sull’Oceano Atlantico, la città di Wellfleet
offre
pittoresche
spiagge
rurali,
caratteristiche e affascinanti. Limitata a est
dall’oceano e a ovest dalla baia di Cape Cod,
il 61% dell’area di Wellfleet fa parte del
Parco Nazionale Seashore di Cape Cod. Nel
paese è presente la sede generale del Cape
Cod National Seashore, come anche i circa
4000 ettari del santuario “Massachussetts
Audubon Society Wildlife”.
NOTE
1 Dal sito ufficiale della Fondazione Marconi www.fgm.it.
2 Guglielmo Marconi, Per il Premio Nobel, in “Scritti di Guglielmo
Marconi”, Roma, Reale Accademia d’Italia 1941, pp. 165-166.
3 Guglielmo Marconi, Fenomeni accompagnanti le radiotrasmissioni, in
“Scritti di Guglielmo Marconi”, Roma, Reale Accademia d’Italia, 1941, pp.
400-401.
4 Tratto dal disco a 78 giri della Discoteca di Stato che reca incise le parole
pronunciate da Guglielmo Marconi il 12 dicembre del 1932, in occasione
della rievocazione della prima trasmissione a grande distanza.
5 Tratto dal disco a 78 giri della Discoteca di Stato che reca incise le parole
pronunciate da Guglielmo Marconi il 12 dicembre del 1932, in occasione
della rievocazione della prima trasmissione a grande distanza.
6 Enrico Fermi, Guglielmo Marconi e la propagazione delle onde
elettromagnetiche nell’alta atmosfera, in “Società Italiana Progresso delle
Scienze, Guglielmo Marconi: omaggio degli scienziati d’Italia nel primo
anniversario della morte”, supplemento al fascicolo di luglio 1938 degli atti
della S.I.
17
Parte prima
40 anni di RAI International
(1963 – 2003)
19
Tavolo di laboratorio a
Villa Griffone come lo
lasciò Guglielmo
Marconi nel 1895
Finestra di Villa
Griffone da dove
Guglielmo Marconi
lanciò il primo segnale
radio
20
L’Italia è stato tra i primi Paesi al mondo ad
avere avviato, fin dai primi anni ‘30, le
trasmissioni radiofoniche internazionali. Fu
lo stesso Guglielmo Marconi ad impegnarsi
nella realizzazione, a Prato Smeraldo, alla
periferia sud di Roma, del primo
trasmettitore ad Onde corte, sistema in grado
di coprire le lunghe distanze.
Da Guglielmo
Marconi alla fine
della Seconda
Guerra Mondiale
Il primo gennaio 1931 cominciarono le
prime periodiche trasmissioni rivolte verso il
nord America alle quali seguirono quelle per
l’Africa.
Quattro anni dopo vennero realizzati altri
due impianti ed ebbero inizio regolari
trasmissioni verso il Nord America, in inglese
e in italiano.
Fecero seguito, da quello che era divenuto il
Centro Imperiale ad Onde corte di Prato
Smeraldo, i primi notiziari destinati
all’Europa, in inglese, francese, tedesco,
spagnolo, bulgaro, ungherese, serbo e croato.
Nel 1933 iniziarono da Radio Bari, una delle
stazioni dell’EIAR, le trasmissioni in Onda
media in albanese e nelle altre lingue
balcaniche.
Grande importanza fu data ai programmi in
arabo che ebbero inizio nel 1934 e furono
ampliati negli anni successivi: l’Italia fu così
il primo Paese non arabo a trasmettere nella
lingua più diffusa nel Bacino mediterraneo.
La funzione di comunicazione e di
collegamento con le grandi Comunità
dell’emigrazione italiana fu particolarmente
importante nella prima parte degli anni ‘30 e
portò alla istituzione di una vera e propria
Università radiofonica italiana e all’avvio del
21
primo servizio di corrispondenza con gli
ascoltatori.
Anche l’Italia dunque utilizzò i programmi
radiofonici verso l’estero per rafforzare il
legame della Madrepatria con le Comunità
italiane nel mondo. Certo, lo sviluppo delle
trasmissioni internazionali venne realizzato
anche per ragioni di potenza e di presenza
geopolitica, esattamente come fecero tutte le
Nazioni a vocazione imperiale, dalla Gran
Bretagna alla Francia, dall’Olanda alla
Germania.
1938 - Tratto da una
pubblicazione del
Radiocorriere
in occasione del 25
aprile, giorno della
nascita di Guglielmo
Marconi
22
Ma, dopo l’entrata in guerra, le trasmissioni
di Radio Roma assunsero un carattere
esclusivamente strategico-militare. Già
limitate dai bombardamenti subiti dalle
antenne di Prato Smeraldo, vennero
interrotte definitivamente con l’Armistizio
dell’8 settembre 1943 che vietava all’Italia di
effettuare trasmissioni radiofoniche ad Onde
corte, privando così il nostro Paese dello
strumento inventato da uno dei suoi figli più
grandi, Guglielmo Marconi, tramite il quale
la vita del mondo è via via cambiata. Quel
divieto fu un atto di spietata mortificazione
del popolo italiano che a quella scoperta
rivoluzionaria doveva molta parte della
propria dignità nazionale.
1938 - Edificio n. 2 del
Centro Imperiale di
Prato Smeraldo dove
dal 1° luglio 1930
iniziano le trasmissioni
ad Onde corte
2000 – Panoramica del
Centro di Prato
Smeraldo
23
2003 - Il vecchio palazzo romano al n. 9 di Via
del Babuino, attualmente Hôtel de Russie
24
Alla fine della guerra, soltanto dopo ripetute
sollecitazioni le trasmissioni di Radio Roma
furono ripristinate, con l’accordo degli
Alleati, il 3 settembre 1946. Ripresero in una
prima fase i programmi per l’Europa, quelli
per le Americhe in inglese, francese,
spagnolo e portoghese e quelli, in italiano,
destinati alle Comunità italo-americane. Cui
seguirono, nel 1948, i notiziari per l’Australia
e quelli per i Paesi arabi e il Sud-Africa
Il Dopoguerra:
Radio Roma e
l’informazione
per gli italiani
all’estero
Fu avviata la ricostruzione del Centro ad
Onde corte di Prato Smeraldo, che venne
affidata dal Governo alla RAI con una
Convenzione approvata il 7 maggio 1948. La
RAI si fece carico della installazione delle
nuove antenne, della ricostruzione degli
edifici e del trasferimento delle due antenne
che si erano salvate dalla distruzione bellica
e che erano state trasferite a Busto Arsizio,
nei pressi di Milano. Infine, all’Ente Radio
Audizioni Italia R.A.I. venne affidata la
gestione degli impianti.
Il nuovo Centro di trasmissione ad Onde
corte venne inaugurato nel 1949,
permettendo al Servizio per l’Informazione e
la Proprietà Letteraria della Presidenza del
Consiglio dei Ministri di potenziare il
palinsesto, fino a coprire venti ore quotidiane
di trasmissione.
Nel frattempo, secondo quanto scaturito dai
nuovi rapporti internazionali, ai programmi
per l’estero venne fatta assumere anche una
funzione d’informazione alternativa rispetto
ai Paesi del blocco comunista. Per cui
vennero avviati o potenziati i programmi in
russo, polacco, ceco, slovacco, ungherese,
ucraino e lituano.
25
Ma, prioritariamente, si sviluppò la funzione
originaria: quella di collegamento simbolico
con le Comunità italiane nel mondo e di
diffusione dell’arte, della cultura e della
lingua italiana nel mondo.
Un ruolo che Radio Roma e gli altri
programmi radiofonici della RAI hanno
svolto, in alcune aree del mondo, in modo
quasi esclusivo fino agli anni ‘80 e che
ancora oggi svolgono, nonostante la
diffusione dei canali satellitari televisivi.
Negli anni ‘50 fu dato sempre maggiore
spazio ai programmi di attualità, alle
trasmissioni culturali ed a quelle sportive, ma
soprattutto a quelle che mettevano in
contatto gli italiani emigrati con la loro terra
di origine. Si arrivarono a coprire undicimila
ore di trasmissione all’anno, in trentadue
lingue, con programmi destinati a 52 Paesi.
Gestite direttamente da un apposito Servizio
Informativo della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, le trasmissioni per l’estero
venivano messe in onda dagli studi di via Po
14 a Roma, che erano collegati con gli
impianti di trasmissione di Prato Smeraldo,
mentre diverse Redazioni, come quella
araba, lavoravano in altri edifici di proprietà
pubblica.
26
Nel 1962 il Governo presieduto da Amintore
Fanfani decise di affidare il servizio radiofonico informativo e i programmi per l’estero
alla RAI presieduta da Ettore Bernabei
(amministratore delegato era Angelo
Rodinò). Un'apposita legge dettò le linee
generali del servizio, mentre i particolari
operativi furono fissati in una prima
Convenzione del 30 marzo 1962 che delegò
a una Commissione mista, composta dai rappresentanti di diversi Ministeri e della RAI,
la responsabilità della verifica e delle eventuali modifiche dei palinsesti. La
Convenzione regolava, e ancora oggi regola,
sia pure con successive modifiche, le trasmissioni irradiate dalla RAI sia in Onda
corta che in Onda media per gli italiani nel
mondo e per gli ascoltatori stranieri.
La prima
Convenzione e il
potenziamento
dell’informazione
radiofonica
Il primo aprile 1962 avvenne formalmente il
trasferimento della responsabilità dell’informazione e del personale alla RAI, anche se la
Redazione rimase nella storica sede di Via Po
14, dove si trovavano gli studi del Servizio
per l’Informazione della Presidenza del
Consiglio dei Ministri. Vi lavoravano una
ventina di giornalisti, la metà dei quali provenienti dalla Presidenza del Consiglio.
Venne nominato il primo direttore dei
Notiziari e servizi informativi per l’Estero,
Delio Mariotti (che ebbe come vice Carlo De
Biase), che operava alle dipendenze della
Direzione centrale dei servizi giornalistici
della RAI.
Dal 1964 la direzione passò a Luciano
Guaraldo, affiancato da Nerino Rossi e
Marcello Modugno.
27
La Redazione giornalistica, oltre ad elaborare i notiziari diffusi in Onda corta in ventisei
lingue, avvalendosi di traduttori-annunciatori, iniziò a curare anche quelli in inglese,
francese e tedesco trasmessi dalle 24.00 alle
05.00 del mattino, ogni ora, in Onde medie,
all’interno del “Notturno dall’Italia”, storico
programma radiofonico della rete nazionale
già destinato ad un ascolto europeo. I notiziari notturni in italiano continuarono, invece, ad essere elaborati dalla redazione del
Giornale Radio in via del Babuino e fatti
arrivare con un usciere motorizzato in via Po
14.
Nel frattempo il forte flusso migratorio italiano del dopoguerra e i sempre maggiori
accordi stabiliti con i Governi di alcuni Paesi
per dare spazio all' informazione dall’Italia,
fecero affidare alla RAI anche la fornitura di
programmi radiofonici speciali destinati alle
emittenti estere disposte a diffondere gratuitamente programmi in lingua italiana. Un
piccolo nucleo redazionale cominciò a lavorare nella sede RAI di via del Babuino.
Le radio di Monaco e di Colonia furono le
prime ad avviare una collaborazione in tal
senso, seguite poi da Radio Parigi, dalla
BBC, da Radio Liegi e da Radio
Lussemburgo.
28
Nel 1968, la Direzione fu incaricata di predisporre una trasmissione quotidiana per gli
italiani in Europa. Nacque così “Qui Italia”,
un vero e proprio giornale per gli italiani in
Europa, trasmesso via cavo dagli studi di
Roma a Radio Lussemburgo, dalle cui antenne, affittate dalla RAI, veniva diffuso. Un
modo per scavalcare le Alpi che costituisco-
no, da sempre, una barriera, nelle ore diurne,
alla diffusione delle onde radio direttamente
dall’Italia.
L’informazione in Europa veniva completata
dai servizi quotidiani inviati via telex alle
radio di Monaco e di Colonia e, settimanalmente, da invii a Lussemburgo, Londra e
Parigi.
Una rassegna della stampa italiana veniva
inviata la domenica a Monaco.
Un analogo programma quotidiano, “Un
giorno in Italia”, cominciò ad essere prodotto e inviato, via cavo, alle stazioni radio di
lingua italiana del Nord America.
29
1965 - Sigla di “Sport Italia”
30
1965 - Sigla di "Cordialmente dall'Italia - Herzliche Grüsse
aus Italien"
Nel 1965, di fronte alla sempre maggiore
richiesta di informazione dall’Italia proveniente dalle Comunità italiane nel mondo, su
richiesta governativa ebbe inizio la produzione dei primi settimanali televisivi destinati
alle stazioni tv nel mondo. Dopo alcuni esperimenti isolati avviati soprattutto in
Germania, con le tv regionali di Monaco e di
Colonia, in Svizzera e nel Benelux (Belgio,
Lussemburgo,
Olanda)
con
Radiotelelussemburgo, si arrivò al settimanale “Panorama Italiano”.
I notiziari
televisivi
Primo giornalista a curare l’informazione
televisiva per l’estero fu Sergio Toselli.
“Panorama Italiano” era una rubrica di
informazione e cultura che veniva realizzata
rieditando i servizi realizzati dai telegiornali
e dalle rubriche culturali della Tv pubblica
nazionale. Una prima edizione, in lingua italiana, della durata di 15 minuti, venne distribuita in Canada, in Somalia e negli USA.
Un'edizione internazionale, sempre settimanale, venne trasmessa in inglese, spagnolo,
portoghese e francese in 35 Paesi.
A “Panorama Italiano” vennero affiancati
altri programmi.
Nella Germania Federale furono tre le principali trasmissioni: “Sette giorni in Italia”,
settimanale, in un'unica versione bilingue,
trasmessa a Monaco di Baviera dalla
Bayerischer Rundfunk; “La nostra terra, la
vostra terra”, settimanale, in italiano e tedesco, trasmesso a Colonia dalla WDR;
“Cordialmente dall'Italia”, quindicinale, in
versione bilingue italo-tedesca, trasmesso a
Magonza dalla ZDF.
31
In Svizzera andava in onda “Un'ora per voi”,
settimanale in italiano trasmesso a Ginevra,
Zurigo e Lugano. La seconda parte della trasmissione conteneva programmi di spettacolo e varietà condotti da Corrado Mantoni.
Nel
Benelux
(Belgio,
Olanda
e
Lussemburgo)
veniva
trasmesso
“Appuntamento Italiano” a periodicità quindicinale, in unica versione italo-francese
dalla RTB di Liegi. Infine, un programma
sportivo, “Sport Italia”, di circa 20 minuti,
era trasmesso in italiano, in sei Paesi, tra i
quali Argentina, Australia, e Brasile.
Nel 1969 avvenne il trasferimento della
Redazione giornalistica dei Notiziari e servizi informativi per l’Estero dalla sede della
Presidenza del Consiglio di via Po 14 a quella RAI di via del Babuino che dal dopoguerra ospitava, nel Palazzo Vaselli, sede dell’exHotel de Russie, la Redazione del Giornale
Radio. Gli studi radiofonici ed i programmi
rimasero in via Po 14. L’informazione in italiano per il “Notturno dall’Italia” continuò
ad essere curata dalla Redazione del
Giornale Radio unico.
Ai quotidiani cominciarono ad essere affiancati i settimanali “Italia Oggi”, “Settimana
italiana”, “Per voi giovani”, “Orizzonte italiano”, “Sport Italia”, “Tutto cinema” e
“Supplementi regionali di Vita Cittadina”.
Inviati in bobina, venivano diffusi oltre che
nel Nord America anche in America Latina,
grazie alla sede RAI di Montevideo che
cominciò a curare anche le edizioni in spagnolo e portoghese. L’invio di questi programmi fu esteso poi anche all’Australia,
all’Africa e all’Europa.
32
Con la Riforma della RAI, nel 1975, nacque
la Direzione servizi giornalistici e programmi
per l’Estero (conosciuta come DE).
La DE è la prima testata giornalistica del settore completamente autonoma che cominciò
ad accorpare buona parte delle vecchie e
nuove
competenze
sull’informazione
radiofonica e televisiva per l’estero gestite
dalla RAI.
I suoi compiti principali sono la gestione dei
programmi in Convenzione con la
Presidenza del Consiglio in Onda corta,
informazione e programmazione radiofonica
notturna in Onda media, programmi giornalistici e culturali spediti alle radio estere, settimanali televisivi per l’estero.
La riforma della
RAI, la nascita
della Direzione
servizi
giornalistici e
programmi per
l’Estero e
la nuova
Convenzione
Il primo direttore è stato Nerino Rossi, al
quale sono succeduti, nei quindici anni successivi, fino alla nascita di RAI International,
Giulio Cattaneo, Giorgio Brovelli e Pietro
Vecchione.
La struttura di programmazione radiofonica,
una parte degli studi e la messa in onda dei
notiziari in Onda corta continuarono a rimanere nella sede della Presidenza del
Consiglio di via Po 14, mentre il servizio televisivo lavorava in una palazzina nei pressi del
Centro di produzione RAI Tv di via Teulada.
Solo nel 1992 è cominciata la lenta marcia
verso l’accorpamento degli uffici della struttura, con l’ingresso prima della Unità di
informazione e, successivamente e per gradi,
della Unità di programmazione nella
33
Palazzina E di Saxa Rubra, dove la RAI, in
occasione dei Campionati mondiali di calcio
del 1990, aveva costruito un grande centro di
produzione.
Contemporaneamente alla Riforma della
RAI, nel 1975, una nuova Convenzione in
base alla legge del 14 aprile dello stesso
anno, definì ulteriormente gli impegni della
RAI per la diffusione di programmi radiofonici e televisivi destinati alle emittenti estere,
sia in lingua italiana che in inglese, francese
e spagnolo.
Si avviò quindi una fase di potenziamento
dell’informazione e dei programmi in italiano anche sulla base delle indicazioni della
Conferenza nazionale dell’emigrazione.
Tra gli appuntamenti informativi quotidiani
vennero rinnovati e rilanciati “Qui Italia”,
giornale per gli italiani in Europa, diffuso
dalla antenne di Radio Lussemburgo e “Un
giorno in Italia”, inviato via cavo a New York
e diffuso negli Stati Uniti e in Canada.
I programmi giornalistici in Onda corta, in
ventisei lingue, iniziarono a seguire una linea
informativa che privilegiò i grandi avvenimenti italiani ed internazionali con la costituzione di un'apposita Redazione. Altre
Redazioni curavano l’informazione in italiano alimentata anche dalle Redazioni tematiche, culturale e sportiva.
Nel 1976 fu istituito il settore delle rubriche
speciali a cui fu affidata la gestione di tutte
34
le rubriche settimanali inviate via cavo o in
bobina in italiano, inglese e spagnolo nelle
Americhe, in Europa e nell’Estremo Oriente.
È di questo periodo l’avvio, su proposta della
Radio Nacional d’España, nell’ambito
dell’Unione europea di radiodiffusione
(UER), del primo quindicinale radiofonico
europeo dal titolo “Debate Europa”.
Dedicato ai grandi temi politici, sociali, culturali europei venne realizzato inizialmente
con la BBC ed esteso successivamente alla
tedesca Deutche Welle, a Radio France
Internationale, alla RDP portoghese, a Radio
Netherland e alla Radio internazionale
austriaca.
La Direzione Servizi Giornalistici e
Programmi per l’Estero vi partecipò per la
prima volta in via sperimentale nel 1979 e in
modo organico dal 1980. Il programma veniva realizzato in duplex settimanalmente in
spagnolo e andava in onda in diretta sui programmi interni o internazionali delle radio
che vi aderivano. La DE ha ospitato, a Roma,
in più occasioni le riunioni della Redazione
internazionale.
Anche i programmi culturali subirono una
prima riorganizzazione dando maggiore spazio ai temi dell’Europa in divenire (“Nazione
Europa e Cittadino d’Europa”), alla storia,
alle novità editoriali, alla poesia, al mondo
della scienza e della tecnica, all’agricoltura
italiana in trasformazione e naturalmente
agli italiani nel mondo.
35
1965 - Alcuni componenti della redazione dei Servizi giornalistici televisivi per
l'Estero. Da sinistra: i giornalisti Claudio Pistola, Pino Lo Voi e Sergio Toselli,
coordinatore della redazione; la segretaria di edizione Maria Teresa Tartaro e
l'annunciatrice Josephine Franzelin
1981 – Enrico Barzotti, funzionario coordinatore (a destra) e Alessio
Rebecchini, uno dei conduttori del programma "Punto d’incontro"
36
“Esprimersi meglio è vivere meglio”: è stato
uno dei programmi che ha cercato di fare, in
modo diverso, lezione d’italiano e di storia
della lingua italiana.
I programmi a carattere sociale e quelli destinati al dialogo con gli ascoltatori trovarono
sempre più spazio per rispondere alle nuove
e vecchie esigenze legate all’integrazione,
alla lontananza, ma anche ai cambiamenti
delle società di accoglienza degli italiani.
La musica ha sempre avuto un ruolo importante nella vita degli italiani nel mondo.
Programmi come “Canzoni da ricordare”,
“Invito al classico”, “Libretto nell’Opera”,
“Sulle ali della musica: dall’operetta al musical” hanno cercato di mantenere viva questa
tradizione illustrando anche le nuove tendenze musicali del Paese.
L’immagine turistica italiana veniva promossa da un settimanale radiofonico in inglese
francese, tedesco e spagnolo.
Un discorso particolare merita il collegamento radiofonico con i marinai italiani nel
mondo sviluppato in quegli anni da “Avanti
Tutta”, un programma a carattere ricreativo,
di raccordo tra le navi e le famiglie lontane
dei marinai. È stato uno dei programmi
radiofonici più antichi per l’estero, trasformato successivamente in “Con voi sul mare”,
che ancora oggi è una trasmissione di servizio e di successo.
Per la prima volta l’intera informazione e
37
programmazione notturna della RAI fu curata direttamente dalla Direzione Servizi
Giornalistici e Programmi per l’Estero dalle
h. 23.30 alle h. 05.55. Una trasmissione di
mezz’ora, realizzata dalla struttura di programmazione ma con programmi di
approfondimento curati anche dalla
Redazione giornalistica, apriva la lunga e
apprezzata programmazione musicale che
vide l’arrivo di nuovi conduttori e prese il
definitivo nome di “Notturno Italiano”.
Tra i titoli principali “Buonanotte Europa”,
“Assolutamente Musica”, “Processo a….”, e
“C’è posta per tutti”.
Anche nel settore televisivo venne riorganizzata e potenziata l’informazione rispondendo
alle richieste che venivano sia dalle
Comunità italiane che dagli stessi responsabili delle emittenti che curavano la messa in
onda dei notiziari e delle rubriche. Ma furono i programmi a subire una più radicale trasformazione.
38
La linea “mandolini e spaghetti” che dava
un’immagine sicuramente limitativa della
cultura italiana venne sostituita da una produzione più ampia, centrata sull’insieme del
patrimonio culturale del nostro Paese. I principali titoli: “Un’ora per voi”, trasmesso dalla
Tv svizzera; “Italia Oggi/Italia Hoy”, destinato all’America Latina; “Cordialmente
dall’Italia”, diffuso nella Germania Federale;
“Ciao Amici”, in Belgio, e “Buona domenica”, in Lussemburgo.
Su richiesta dalla Presidenza del Consiglio fu
avviata la produzione di un Corso televisivo
di lingua italiana, differenziato per utenti
delle lingue inglese, francese, spagnola e
araba. Negli anni il corso è stato richiesto e
utilizzato da numerose stazioni televisive del
mondo, da Università e Istituti italiani di cultura all’estero.
La Redazione televisiva della Direzione
Esteri fu anche incaricata di rappresentare
l’Italia nel progetto del quindicinale televisivo europeo “Contact Magazine”, una coproduzione europea destinata in particolare alle
televisioni dei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e
del Pacifico, legati alla Comunità Europea
dagli Accordi di Lomè.
39
Dal terremoto
del Friuli del
1976 a
“Il Giornale
della
Mezzanotte”
“Giovedì 6 maggio 1976, ore 21.06. Una
scossa sismica del decimo grado della scala
Mercalli ha devastato un’ampia zona del
Friuli colpendo in modo particolare Maiano,
Buia, Gemona, Osoppo, Magnano, Artegna,
Colloredo, Tarcento, Folgaria, Vito d’Asio,
assieme a tanti altri paesi della zona pedemontana”.
Questo il primo flash di agenzia che annunciò la grande catastrofe che aveva colpito il
Friuli.
Il “Notturno Italiano” e le trasmissioni in
Onda corta iniziarono, come la radio e la Tv
nazionali, un lungo ponte informativo. Fu
l’occasione per confermare l’enorme potenzialità di ascolto della radio italiana per l’estero. Iniziarono ad arrivare telefonate da
tutto il mondo e il breve notiziario in lingua
italiana delle h. 24.00 del “Notturno
Italiano” iniziò a trasformarsi in un vero e
proprio Giornale Radio.
40
Furono messe così le basi di quello che
diventerà, nei mesi successivi, con l’approvazione del Consiglio di Amministrazione della
RAI, “Il Giornale della Mezzanotte”. Curato
da un’apposita Redazione che si avvaleva di
inviati, dei corrispondenti esteri della RAI e
dei servizi dalle Sedi regionali, diventò ben
presto un appuntamento in grado di offrire
in Onda media agli italiani in Europa e nel
Bacino del Mediterraneo e in Onda corta
negli altri continenti (oltre alla diffusione in
FM per l’Italia) una panoramica delle ultime
24 ore sugli avvenimenti italiani e del
mondo.
Il 5 ottobre del 1978, un altro appuntamento
informativo si aggiunse all’offerta della DE
con la nascita del “Giornale dall’Italia”.
Quindici minuti d'informazione sulla giornata che si stava aprendo a chiusura delle oltre
cinque ore del “Notturno Italiano”.
Negli anni successivi nuove rubriche della
struttura di programmazione sostituirono e
arricchirono le precedenti. Tra queste “Nel
corso della storia”, analisi della politica estera italiana dall’unità al dopoguerra; “La vita
letteraria”, sul Novecento tra poesia, narrativa e critica; “Società in controluce”, sugli
effetti dei grandi cambiamenti sociali nella
vita quotidiana e “Meccanismi economici”.
Tra le altre iniziative della DE vi fu il potenziamento del settore corrispondenza con gli
ascoltatori nel mondo, sia italiani che di altre
nazionalità, anche con l’avvio di iniziative
promozionali.
Nel 1982 una decisione dell’azienda affidò
alla Direzione Esteri anche la responsabilità
di un programma di ricerca musicale in FM,
“RAI Stereonotte”, ideato e curato da
Pierluigi Tabasso. Nell’ambito del programma di sei ore, messo in onda dagli studi di via
Po, venivano trasmessi notiziari flash curati
dalla Redazione giornalistica. Quattro conduttori si alternavano nel presentare musica
non-commerciale che fino ad allora non
aveva mai trovato ospitalità nei canali
radiofonici della RAI. Fu un grande e inaspettato successo.
41
1998 - Il tecnico Alessia
Colletta in uno degli
studi di registrazione
delle trasmissioni
radiofoniche in Onda
corta
1998 - Banco di regia di
una delle sale di
registrazione di RAI
International
42
Nel 1991 la Guerra del Golfo costituì un
momento importante nella vita dell’informazione e dei programmi per l’estero della RAI.
L’emergenza internazionale e la presenza di
italiani in Iraq spinsero all’avvio di una programmazione ancora più legata all’attualità.
La guerra del
Golfo e
l’emergenza per
gli italiani in
Iraq
Il “Notturno Italiano”, nato nel 1952 e con
un forte ascolto in Europa e nel bacino del
Mediterraneo, si confermò ancora di più uno
strumento di presenza diretta sul piano internazionale. Il programma venne mandato per
la prima volta tutto in diretta per permettere
il continuo inserimento della Redazione
giornalistica in modo da fornire un’informazione ampia e tempestiva sugli avvenimenti
iracheni.
Contemporaneamente
la
Presidenza del Consiglio chiese alla RAI di
avviare un programma in Onda corta specificamente destinato alla regione del Golfo.
Nacque così uno speciale “Giornale Radio
per il Golfo”, la cui prima edizione veniva
diffusa alle 13.00 ora italiana, e aggiornata
ogni mezz’ora fino alle h. 17.00. In particolare, il notiziario trasmise, in diretta, tutta la
vicenda degli italiani che dovevano rientrare
da Bagdad a lungo tenuti in ostaggio nell’aeroporto della capitale irachena.
Una funzione, quella della tradizionale Onda
corta, che è servita successivamente anche
per altre emergenze in Africa, permettendo
ad esempio a tecnici italiani della ditta
“Salini” presi in ostaggio nel Sudan di conoscere le informazioni su quanto si stava muovendo sul loro caso.
43
La distribuzione
dei programmi
in America
Un discorso a parte merita RAI Corporation,
fondata nel 1960 a New York, che ha avuto
tra i suoi compiti, oltre alla distribuzione
negli USA e in Canada dei quotidiani
radiofonici “Un Giorno in Italia” e “Italia
delle Regioni” inviati dall’Italia via cavo,
anche la diffusione dei programmi televisivi. La copertura iniziò nel 1971 con l’affitto
di due ore settimanali di tempo d’antenna
sul Canale WNJU-Tv Ch. 47 di New Jersey
che copriva New York e New Jersey.
Alla fine del 1984 il palinsesto settimanale
era diventato di cinque ore e mezzo. Il palinsesto conteneva uno sceneggiato o un
varietà, un segmento della “Domenica
Sportiva” e un notiziario locale.
Nel 1977 la RAI Corporation ottenne i diritti per trasmettere il campionato di calcio di
serie A.
Nel 1980 iniziò la produzione e la distribuzione di un notiziario settimanale di 30
minuti, ideato e condotto da Paolo Frajese,
con contributi filmati provenienti da Roma.
Nel 1985 i programmi si espansero a 17 ore
settimanali e furono spostati sul Canale
WNYC-31 di New York (due ore dal lunedì al
venerdì, un ora il sabato e sei ore la domenica). Il palinsesto includeva il Telegiornale
serale (TG1 o TG2) inviato appositamente via
satellite, una partita di calcio di serie A in
diretta, programmi culturali e d’intrattenimento inviati da Roma e un notiziario locale
prodotto interamente da RAI Corporation.
Nel 1986 l’intero palinsesto fu trasmesso via
satellite (C-band) e reso disponibile per le
stazioni cavo negli Stati Uniti.
44
Ai primi del ‘90 i programmi di RAI
Corporation coprivano oltre 29 città metropolitane degli Stati Uniti raggiungendo il
68% della popolazione di origine italiana e
successivamente, via satellite, l’America
Latina.
Tramite l’ufficio di Montevideo di RAI
Corporation venivano distribuiti su cassette
programmi italiani destinati alle emittenti,
agli enti, alle istituzioni non in grado di ricevere dal satellite.
A partire dai primi anni ‘80 in Canada RAI
Corporation distribuiva 25 ore di programmazione settimanale. Questi programmi
venivano registrati a Torino su indicazioni
fornite dalla Direzione Servizi Giornalistici e
Programmi per l’Estero e inviati a New York
per l’inoltro.
45
La nascita di
RAI
International
Nel 1995 il Consiglio di Amministrazione
della RAI, presieduto da Letizia Moratti,
attraverso l’accorpamento di tutti i servizi
radiotelevisivi per l’estero decise la realizzazione di una struttura operativa volta a rilanciare l’azienda nel nuovo scenario mondiale
dei mass media. È così che nacque RAI
International. A dirigerla fu chiamata Angela
Buttiglione, uno dei volti più noti della RAI.
L’obiettivo era quello di portare all’interno di
questa nuova struttura una serie di competenze a livello di diffusione internazionale
suddivise fino ad allora in diversi settori
aziendali e di far operare la nuova testata con
una duplice missione, pubblica e di mercato.
Tra questi obiettivi vi fu la riorganizzazione e
il potenziamento dei primi canali radiofonici
e televisivi satellitari della RAI, tra cui "RAI
USA".
Nel 1992, in occasione delle iniziative per
celebrare i 500 anni del primo viaggio di
Cristoforo Colombo in America, era stato
lanciato dalla RAI il canale satellitare "RAI
USA" che aveva suscitato molte aspettative
nelle comunità italiane. Problemi tecnici e di
gestione spinsero però a trovare nuove soluzioni che, nella impossibilità di un ulteriore
intervento dello Stato, portarono a individuare nella collaborazione con un gruppo privato la realizzazione di una pay Tv italiana nel
mondo.
46
Dalla fine del 1995 iniziò così la diffusione,
nelle Americhe e successivamente in
Australia, di un canale televisivo satellitare di
RAI International che è arrivato a coprire,
negli anni successivi, un palinsesto di 24 ore.
La diffusione del canale internazionale è
stata successivamente estesa all’Asia, attra-
verso il satellite Asiat 2, e all’Africa.
Nel 1996, dopo la prima riorganizzazione, la
televisione di RAI International era dunque
costituita da "RAI America", che diffondeva
il segnale via satellite in America Latina e
USA con 16 ore al giorno durante la settimana e 20 ore domenicali; "RAI USA", due ore
al giorno di programmi RAI e local news;
mentre in Canada, attraverso una emittente
di Toronto, venivano trasmesse 40 ore settimanali; e in Australia, attraverso la SBS, la
televisione pubblica di quel Paese, veniva
trasmessa l’edizione di un telegiornale nazionale.
Contemporaneamente venne affrontato il
problema della riorganizzazione della distribuzione dei programmi televisivi e radiofonici alle emittenti estere, prevista dalla
Convenzione aggiuntiva con la Presidenza
del Consiglio dei Ministri del 5 Novembre
1975. Le cosiddette "spedite" passarono in
parte alla diffusione via satellite attraverso
un’offerta coordinata di due ore di programmazione realizzate da RAI International.
Anche l’uso del tradizionale cavo telefonico
che permetteva l’invio a New York e la ridistribuzione da parte di RAI Corporation dei
Giornali Radio e dei programmi alle emittenti locali del Canada e degli Stati Uniti, fu
sostituito successivamente dalla captazione
diretta via satellite da parte delle stazioni
radio utilizzatrici.
Tra i primi nuovi programmi televisivi prodotti ci fu "Speciale RAI International".
L’intera produzione venne ampliata con
nuovi programmi, notiziari e servizi di attualità destinati sia alla trasmissione diretta che
alla diffusione attraverso le emittenti radiofoniche nel mondo.
47
Satelradio nel
mondo e il
potenziamento
dell’Onda corta
I programmi radiofonici per l’estero furono
potenziati nel 1996 con il passaggio a RAI
International di "Satelradio", il primo programma radiofonico satellitare della RAI con
il meglio della produzione delle tre reti
radiofoniche pubbliche.
Nato come canale europeo e del bacino del
Mediterraneo, "Satelradio" cominciò a essere
distribuito in tutti i continenti insieme con il
canale televisivo di RAI International.
Dal 1 al 7 settembre 1997 fu sperimentata
una lunga maratona in diretta di "Satelradio"
con tre conduttori (Massimo Biagini,
Antonella Condorelli e Gianfranco Baldazzi)
in dialogo permanente, via fax, telefono e
Internet, con gli ascoltatori nel mondo.
Le diverse rubriche della precedente programmazione in Onda corta confluirono in
un nuovo contenitore, "Taccuino Italiano",
rotocalco radiofonico quotidiano per gli italiani nel mondo. Uno spazio di un’ora e quarantacinque minuti, a cura della Unità di
programmazione.
Diffuso dal 1975 in Onda corta nelle
Americhe, in Africa e in Europa, il programma, grazie al nuovo canale satellitare, arrivò
anche in Australia e in Asia.
48
Si avviò contemporaneamente il potenziamento del servizio in Onda corta con la
ripresa delle trasmissioni per l’Australia e il
miglioramento del segnale per l’Africa e per
le Americhe grazie all’affitto di stazioni relais
a Singapore e nell’isola di Ascension,
1991 – Sigla di “Italia
Hoy”, edizione spagnola
del programma "Italia
Oggi"
1998 - Sigla del
programma "Remember
Italy"
49
nell’Oceano Atlantico, per un totale di tre ore
al giorno. Ciò permise di rilanciare la presenza radiofonica in tre delle principali aree
geografiche caratterizzate dalla massiccia e
qualificante presenza italiana.
Nacque così il contenitore radiofonico
"Un’ora con voi". Un conduttore in studio
lanciava l’ultima edizione del "Giornale
dall’Italia", riprendendo poi, con uno o più
ospiti in studio, il tema della giornata, alternando l’approfondimento con musica e una
serie di rubriche dedicate alla rassegna della
stampa, ai fatti del giorno, alla cucina, al
cinema. Migliaia di lettere, fax e telefonate
confermarono il successo del nuovo programma e la riscoperta della presenza della
RAI in zone più o meno isolate del mondo
con una presenza di emigrati e oriundi italiani, missionari, volontari laici e grandi imprese. In alcune zone a forte presenza turistica e
sulle navi da crociera i notiziari venivano
registrati e diffusi in diversi momenti della
giornata o trascritti sotto forma di mini-giornale.
50
Alla fine del 1995 venne avviato il primo sito
internet della RAI. Si chiamò "Planet Italy" e
fu realizzato da RAI International in collaborazione con Sacis e RAI Corporation. Si trattava di una vetrina del made in Italy e della
cultura italiana.
Un nuovo Media:
Internet
La presenza di RAI International sul web fu
ampliata nel 1996 con la nascita promossa
da Fabio Storelli, di "Italica", prima università telematica, con l'obiettivo, istituzionale,
di diffondere e promuovere anche in Internet
la conoscenza della lingua e della cultura italiana, offrendo agli utenti spazio e modo per
interagire.
Oltre a "Italica" (www.italica.rai.it), che si trasformerà in seguito in un portale della lingua
italiana, fu realizzato il nuovo sito web dedicato all’intera produzione di RAI
International (www.international.rai.it) che
cominciò ad affiancare gli eventi speciali. Il
Festival di Sanremo, ad esempio, fu diffuso
per la prima volta anche in diretta su
Internet, affiancato da un Forum sul web
aperto agli italiani nel mondo.
Nel 1995 venne anche rinnovato e rilanciato
il semestrale "Qui la RAI - Radiotelevisione
Italiana che vi parla da Roma" che per molti
decenni ha costituito un altro strumento di
collegamento con gli ascoltatori nel mondo.
51
La copertura dei
grandi eventi
mondiali
Un’occasione importante per sviluppare e
consolidare il cammino di RAI International
fu offerta dal Vertice mondiale sull’alimentazione che si svolse a Roma presso la sede
della Fao dal 13 al 17 novembre 1996. La Tv
di RAI International seguì il Vertice mondiale sull’alimentazione della FAO con speciali
diffusi nella programmazione satellitare
La copertura radiofonica dell’evento fu assicurata con la realizzazione di "Radio
Summit", un programma di dodici ore di
diretta radiofonica realizzata nel cuore del
Vertice, in italiano ed inglese, con news in
francese, spagnolo e arabo. Diffuso via satellite, in Onda corta e, per la prima volta a
Roma sulla rete cittadina FM, registrò un
importante successo che aprì alla RAI le
porte del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite
per l’organizzazione a New York del Forum
mondiale della televisione.
Un altro evento televisivo importante della
testata, diretta allora da Roberto Morrione, fu
"La Giostra di fine d’anno" che per la prima
volta permise di festeggiare l’inizio del nuovo
anno con gli italiani nel mondo. Il programma, di circa 20 ore, iniziò in Australia, passò
in Asia, a Gerusalemme, per arrivare in Italia
e concludersi nelle Americhe: una lunga carrellata di personaggi, ospiti musicali, servizi
culturali, spettacoli legati alle tradizioni dei
diversi continenti.
52
Nell’ambito della Conferenza delle
Radiotelevisioni del Mediterraneo (Copeam)
la Redazione giornalistica dei Progetti speciali elaborò il progetto di un programma
radiofonico mediterraneo legato ai grandi
eventi dell’area. Fu l’avvio di "Radio
Euromed", la cui prima edizione venne rea-
lizzata a Malta. Parteciparono al programma
la radio maltese, quelle egiziana e tunisina e
la radio della Catalogna. Altri appuntamenti
di "Radio Euromed" furono successivamente
a Tunisi e Valencia in occasione delle
Conferenze delle radio-tv del Mediterraneo;
a Napoli in occasione del secondo Forum
Civile del Mediterraneo e a Palermo per la
Conferenza mediterranea dei Ministri degli
Esteri dell’area.
53
54
2003/2004 - Gianfranco de Laurentiis nello studio de "La
Grande Giostra dei Gol"
In occasione della prima giornata del girone
di ritorno del Campionato di calcio di serie A
del 1996-1997 da un’idea di Franco
Porcarelli, ebbe inizio "La Giostra dei Gol".
In studio Gianfranco de Laurentiis e Ilaria
D’Amico cominciarono ad inseguire i goal
del campionato su tutti gli otto campi della
serie A, inframmezzati da una serie di interventi e dalla diffusione del secondo tempo di
uno degli incontri della giornata. Per la cronaca, i primi ospiti furono Ilario Castagner,
Rino Marchesi e Gigi Maifredi.
Da "La Giostra
dei Gol" a "La
Grande Giostra
dei Gol"
Dal 1999 il programma si è andato ampliando e consolidando fino alle attuali 4 ore di
durata, con l’introduzione del pubblico, con
la presenza di ospiti del mondo dello sport,
dello spettacolo, della moda, della cultura,
con una squadra giovanile di calcio, con uno
spazio dedicato ai mille e mille paesi in un
viaggio sempre nuovo nel territorio italiano
per mostrare a chi da anni vive all’estero il
villaggio da cui è partito o sono partiti i suoi
antenati.
Un’evoluzione del programma, che dal 2000
si chiama "La Grande Giostra dei Gol", con i
suoi attuali 50 milioni di telespettatori, lo ha
fatto diventare nell’arco di questi anni la produzione più seguita in assoluto della televisione italiana: un programma cult che consente di essere seguito da tutta la famiglia italiana all’estero perché coniuga in modo assolutamente originale lo sport all’attualità, il
territorio all’informazione in diretta, la musica ai ritratti degli italiani nel mondo.
55
Le produzioni
Tv degli anni ‘90
Nel 1997 la Unità di Programmazione
riportò ai microfoni della RAI un mitico personaggio degli inizi della storia della televisione: il maestro Alberto Manzi. I corsi televisivi permisero a molti di prendere un titolo
di studio e dare una svolta culturale e sociale alla propria vita. Il maestro Manzi ritornò
con un programma radiofonico sull’italiano
parlato e sui tanti significati veri o falsi attribuiti alle parole. Si trattava di pillole di italiano della durata di cinque minuti.
Per l’informazione televisiva fu costituita la
Redazione "Approfondimenti" che trasformò
alcuni programmi tradizionali. "Italia delle
regioni" divenne "Un paese, cento città". Il
rotocalco sportivo "Sport Italia" fu trasformato ne "La mongolfiera", mentre il quindicinale economico "Azienda Italia" divenne settimanale.
Nel frattempo era stato avviato un nuovo
appuntamento di servizio "Dai del tu alla
Tv", con risposte mirate sui quesiti pensionistici, assistenziali e burocratici. Un settimanale, "Celluloide", veniva dedicato interamente al cinema italiano.
Proseguì comunque la realizzazione di
"Monitor" e "Babylon", settimanali destinati
alla Germania; "Italia News" per l’Australia;
"Vicini in Europa" per la Svizzera; "Italia
Argentina" e "Filo diretto" per il Sud
America.
La programmazione televisiva si arricchì nel
1997/1998 di nuovi programmi autoprodotti
da RAI International con specifiche caratteristiche, alcuni dei quali hanno avuto anche
una diffusione nazionale.
56
Particolarmente significativo "Radici", programma di ricerca delle origini della presenza italiana nelle diverse aree del mondo.
Nell’ambito del programma di Renzo Arbore
"Come eravamo", Gianni Bisiach lavorò alla
"Moviola della storia" realizzata con testimonianze, filmati, interviste a grandi personaggi
della vita italiana. Nel programma venivano
coinvolti anche gli italiani del mondo testimoni degli eventi principali della storia italiana.
Nacque "Donne", un viaggio nella storia
delle donne italiane dalla conquista del voto
ai nostri giorni, condotto da Gigliola
Cinquetti.
57
Verso il 2000
Nel 1999 il Consiglio di Amministrazione
della RAI, allora presieduto da Roberto
Zaccaria (Direttore generale era Pierluigi
Celli), decise di riportare le attività e la produzione di RAI International nell’ambito di
quanto previsto dalla Convenzione con la
Presidenza del Consiglio di cui abbiamo parlato prima. La Direzione affidata a Giancarlo
Leone mise ordine alla produzione e alla
organizzazione di RAI International, con una
politica di razionalizzazione dei costi che non
impedì affatto il rilancio della struttura con
la nascita, ad esempio, di un programma di
servizio come "Sportello Italia" e di una linea
culturale che si articolava in due collane,
"Passaggio in Italia", dedicato all’ambiente
ed alla cultura del Belpaese, e "Italiani come
noi", dedicato invece ai personaggi, anche
del passato, che hanno fatto e fanno grande
l’Italia.
Uno degli impegni più rilevanti affrontato
dalla Direzione Leone fu quello del miglioramento della distribuzione televisiva nel
mondo, con particolare riguardo al rapporto
con la Società araba Allah Al-Baraka, distributrice nelle due Americhe e in Oceania, e
alla situazione del Canada, unico Paese al
mondo a non consentire a RAI International
la trasmissione di 24 ore sul suo territorio.
58
In questo clima di rilancio produttivo e di
razionalizzazione delle risorse ha agito sino
ad ora la Direzione affidata a Massimo
Magliaro, in precedenza vice-direttore vicario di Leone, il quale ha accentuato il peso
dell’informazione mirata agli Italiani nel
mondo ridimensionando quello dell’intrattenimento.
Oggi per domani
Tv
È così che sono nati il quotidiano televisivo
"Qui Roma" e la produzione di speciali
radiofonici e televisivi legati ai grandi appuntamenti delle comunità italiane nel mondo.
Seguite con il massimo dell’impegno le riunioni più significative degli organismi istituzionali degli italiani nel mondo (Comites e
CGIE); la Conferenza dei 350 parlamentari
di origine italiana nel mondo svoltasi a
Roma, presso la Camera dei Deputati, il 20 e
21 novembre 2000; infine, la Prima
Conferenza degli Italiani nel Mondo, che si è
tenuta presso la sede della FAO a Roma
dall’11 al 15 dicembre del 2000 e che ha
registrato per RAI International un successo
senza precedenti per la quantità di collegamenti televisivi e radiofonici che hanno consentito alle Comunità italiane di seguire in
diretta quattro giorni di lavori, alla presenza
del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.
"Pianeta Donna", affidato ad una delle voci
storiche della radiofonia, quella di Gina
Basso, nacque proprio per informare ogni
settimana la donna italiana del mondo delle
iniziative culturali, sociali, legislative dedicate all’"altra metà del cielo".
Dicevamo di "Qui Roma", il notiziario informativo quotidiano dalle regioni italiane e
59
dalle Comunità italiane all’estero. Quindici
minuti per due edizioni. Sono previste altre
due edizioni di cui una in inglese e un’altra
in spagnolo. È il programma dal quale
nascerà il primo telegiornale per gli italiani
nel mondo e per l’estero.
"La Grande Giostra dei Gol", lo abbiamo
detto, è di gran lunga il programma più
popolare dell’intera produzione RAI. Ogni
domenica raccoglie, in una ideale "piazza italiana", decine di milioni di telespettatori, italiani ma anche stranieri innamorati del
nostro calcio, il più bello del mondo; un successo che cresce di stagione in stagione, di
puntata in puntata. Oggi lo conducono Paola
Saluzzi e Gianfranco de Laurentiis.
Un nuovo programma domenicale, già sperimentato nel 2002 come "Sabato Italiano", va
in onda dopo l’edizione del TG1 delle ore
20,00: si tratta di "Domenica Italiana", un
talk show in diretta dedicato all'attualità italiana e internazionale ma anche al costume
appena raccontati dal telegiornale della
prima rete della RAI. All’interno del programma un’ampia pagina di storia, "Accadde
domani", condotta da Nino Benvenuti, ma
anche l’intrattenimento musicale con l’esibizione di uno dei cantanti italiani di maggior
successo in Italia e nel mondo.
60
L’informazione religiosa trova spazio nel settimanale "Cristianità", un appuntamento in
diretta in onda subito dopo l’Angelus del
Papa, che vede ospiti in studio personalità
laiche e religiose. Quest’anno il programma è
stato portato da quindici minuti a mezz’ora.
Inoltre, RAI International trasmette le udienze del Papa del mercoledì, per un totale di 26
ore di programmazione televisiva.
2003 - Paola Saluzzi
conduttrice de “La
Grande Giostra dei Gol”
2003 - Giorgia Caruso,
giornalista conduttrice
del programma
televisivo "Il Caffè"
61
"Sportello Italia", il fortunato programma
quotidiano di servizio che si occupa di fisco,
casa, scuola, sanità e burocrazia per gli italiani all’estero ha quest’anno un’edizione arricchita di rubriche, di inviati, di inchieste e di
documentazione utile ai telespettatori.
"Anteprima" è il settimanale che presenta i
palinsesti di RAI International, costruiti oggi
con due ore quotidiane di autoproduzione e
ventidue ore di ritrasmissione della programmazione RAI.
Rinforzata anche l’offerta culturale. Il programma settimanale "Il Caffè" è stato arricchito rispetto alla passata edizione con risorse aggiuntive. Condotto da Giorgia Caruso, è
divenuto il talk-show culturale del canale
internazionale della RAI con la discussione,
fatta da esperti, degli eventi culturali più
significativi del nostro Paese in Italia ma
anche all’estero, dal cinema all’archeologia,
dalla musica al teatro, dalla moda alla letteratura. La precedente edizione, che era invece dedicata ai personaggi della cultura italiana di oggi, ha registrato la partecipazione dei
più grandi nomi dell’arte del nostro Paese.
Alcuni titoli di documentari realizzati da RAI
International sotto la Direzione Magliaro
hanno partecipato a prestigiosi festival
(Montreal, Montreaux, Praga), vincendo
premi e meritandosi ampi riconoscimenti dal
pubblico.
Questi documentari continuano ad esser prodotti nella collana "Gli Eventi di RAI
International".
62
"Sestante" offre, ogni venerdì, 30 minuti
dedicati alla attualità della politica, dell'economia, della cronaca e della scienza. Suo
obiettivo è far conoscere l’Italia a chi si trova,
da poco o da molto tempo, lontano dalla
Madrepatria, mettendo a confronto la realtà
italiana con quella internazionale sui diversi
argomenti affrontati.
Altre tre rubriche settimanali vengono prodotte nell’ambito della Convenzione con la
Presidenza del Consiglio e inviate, per la
messa in onda, a stazioni Tv estere. In particolare "Italia News", che offre in Australia
mezz’ora di servizi selezionati dalla produzione di RAI International, dai Tg nazionali,
dalle sedi regionali e dalle Reti RAI.
Inviato via satellite viene messo in onda dalla
SBS, la rete televisiva pubblica australiana.
"Monitor Italia" è un settimanale di trenta
minuti inviato a Monaco attraverso il circuito dell’Eurovisione, diffuso dalla BR Tv, la
televisione pubblica della Baviera.
La Televisione della Svizzera Italiana mette
in onda il settimanale "Icaro", un contenitore di un’ora, trenta minuti dei quali prodotti
dalla Redazione giornalistica di RAI
International.
Destinato all’America Latina è il settimanale
televisivo "Filodiretto", prodotto in tre edizioni: italiana, spagnola e portoghese.
Radio
Le trasmissioni radiofoniche per l’estero, in
ventisei lingue, coprono attualmente 11.600
ore di trasmissione. Di queste circa 6.000
sono costituite dall’informazione. Vi lavorano
ogni giorno tre Redazioni giornalistiche.
La Redazione Onda corta cura due edizioni
del "Giornale dall’Italia": la prima alle 11.00
63
2003 – Cristina
Benedetti, giornalista
conduttrice di "Qui
Roma"
2003 – Elena Longhi,
conduttrice di
"Domenica Italiana"
64
ora italiana verso l’Australia, le Americhe,
l’Europa e il bacino del Mediterraneo in
Onda corta e via satellite; la seconda alle
15.00 e alle 10.00 ora italiana, rispettivamente per il Canada e il bacino del
Mediterraneo.
In particolare, la Redazione predispone i
notiziari che vengono tradotti e letti da uno
staff di traduttori-annunciatori, in ventisei
lingue: albanese, arabo, bulgaro, ceco, croato, danese, esperanto, francese, greco, inglese, lituano, polacco, portoghese, rumeno,
russo, serbo, slovacco, sloveno, somalo, spagnolo, svedese, tedesco, turco, ucraino,
ungherese, più, ovviamente, italiano.
I notiziari tendono a offrire una panoramica
dei maggiori fatti italiani, i commenti italiani
sugli avvenimenti internazionali, le linee
della politica estera e di quella europea, notizie culturali, scientifiche e sportive.
Un notiziario radiofonico viene inviato, dal
lunedì al venerdì, via posta elettronica alla
sede RAI di Montevideo da dove viene diffuso in italiano, spagnolo e portoghese.
Dal 2002 sono state realizzate apposite pagine di Internet dedicate ai programmi per l’estero nelle ventisei lingue di diffusione, con
la possibilità di ascoltare in diretta il canale
internazionale multilingue e la registrazione
dell’ultimo notiziario in ciascuna lingua.
La Redazione Giorno cura due edizioni del
"Giornale dall’Italia". Una alle 18.00, ora italiana, irradiata verso l’Africa in Onda corta e
via satellite Hot Bird 1 in Europa e nel
Bacino del Mediterraneo; la seconda alle
23.00, ora italiana, destinata alle Americhe
in Onda corta e via satellite e alle 03.30 verso
65
le Americhe; altri notiziari brevi vengono
trasmessi in Europa, in Africa, nelle
Americhe.
La Redazione Notte rappresenta la terza
fascia del ciclo produttivo giornalistico di
RAI International ed opera dalle ore 22.54
alle ore 6.00. Produce cinque notiziari brevi
(3 minuti circa) in lingua italiana che, con
altrettanti notiziari di identica durata in lingua inglese, francese e tedesca, vengono
messi in onda ogni ora a partire dall’1,00
all’interno del programma musicale
"Notturno Italiano"; produce inoltre quattro
giornali con le seguenti destinazioni: Ultime
Americhe (messa in onda h. 2.45); Relais per
il Sud America (h. 3.30); Bacino del
Mediterraneo (h. 6.15); Africa dell’Est (h.
6.35).
Un contenitore quotidiano di approfondimenti giornalistici comprende, oltre all’ultima edizione del "Giornale dall’Italia", le
rubriche "Italia chiama Italia" (un bisettimanale di dialogo con gli italiani nel mondo) e
"Un’ora con voi" (un trisettimanale di
approfondimento dell’attualità non solo italiana). Queste due rubriche costituiscono
delle novità che l’attuale Direzione ha voluto
inserire nella programmazione radiofonica di
RAI International. "Un’ora con voi" è diventata una rubrica soltanto giornalistica che
consente di "stare" sulla notizia con un
ampio approfondimento tre volte la settimana. "Italia chiama Italia" è invece lo strumento che due volte a settimana consente
agli italiani nel mondo di discutere tra di loro
(informazione circolare) e di farlo con
l’Italia (informazione di ritorno).
66
Allo sport sono dedicate, rispettivamente la
domenica ed il lunedì, "Nonsolocalcio" e
"Sport Italia". Altre due rubriche, "I commenti del lunedì", programma di approfondimento degli eventi sportivi domenicali con
particolare attenzione rivolta al campionato
di calcio di Serie A, e "Italia Sport" vengono
diffuse in Onda corta, via satellite o spedite
alle radio estere.
Altri due settimanali giornalistici caratterizzano la produzione radiofonica di RAI
International: "Rotosette" che ha lo scopo di
raccontare l'Italia agli italiani all'estero nelle
forme più curiose e meno scontate (i servizi
sono realizzati prevalentemente dalle sedi
regionali della RAI e danno conto di sagre
regionali, iniziative locali, collegamenti col
mondo dell'emigrazione, rapporti fra le
regioni e le varie comunità all'estero); e
"Tutto cinema", interamente prodotto da RAI
International, che racconta quanto accade
nel cinema italiano: le nuove produzioni, i
risultati al botteghino, le nuove tendenze, i
riconoscimenti da parte della critica internazionale, le interviste agli attori, l'impegno
delle istituzioni a sostegno della settima arte
(ne vengono realizzate, oltre a quella in italiano, altre due edizioni, in spagnolo e portoghese).
Altre trasmissioni d’informazione radiofonica
vengono realizzate nell’ambito della
Convenzione con la Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
"Italia oggi" è un programma settimanale che
nasce dall’accurata selezione dei servizi giornalistici che nel corso di ogni settimana giungono a RAI International dalle Regioni o
vengono realizzati in redazione a Roma. Il
programma, della durata di quindici minuti,
in onda la domenica e il lunedì, non ha una
67
struttura fissa ma tende ad offrire all’ascoltatore un panorama complessivo su alcune
realtà italiane e spunti sui temi che direttamente o meno interessano gli italiani nel
mondo.
"Italia delle regioni" è un notiziario quotidiano che raccoglie le novità più significative
che si affacciano ogni giorno dalle varie
regioni italiane. Temi prevalenti sono la cronaca, i rapporti tra le regioni e le comunità
italiane all'estero, le politiche di sviluppo
regionale in campo economico, sanitario,
culturale e sportivo. Non mancano i riferimenti alle curiosità che abbondano nella
vivacità delle realtà locali. Il quotidiano
nasce con la selezione dei servizi che ciascuna sede regionale della RAI propone attraverso la rete Intranet del Relais e viene integrato da servizi realizzati dalle Redazioni di
RAI International.
68
"Notturno Italiano", abbiamo detto all’inizio,
rimane il più antico, il più importante e
ascoltato contenitore radiofonico di RAI
International. Si tratta di un programma
dedicato agli amanti della musica italiana,
ovunque essi si trovino: musica leggera, jazz,
pop, ma anche classica, lirica e sinfonica, che
si può ascoltare ogni notte, sulle Onde
medie, su Satelradio e in Real Audio su
Internet. Da mezzanotte e trenta all'una vi
sono ospiti in diretta. Alle 1.00, 2.00, 3.00,
4.00, 5.00 sono trasmessi giornali radio in
italiano, inglese, francese e tedesco curati
dalla Redazione giornalistica.
Dopo il Giornale Radio dell'1.00, e fino alle
2.00, le più belle canzoni italiane dagli anni
'60 a oggi. Dopo il Giornale Radio delle 2.00,
fino alle 3.00 la grande musica di ieri, dal
1920 al 1963.
Home page di RAI International
Home page di Italica, il Portale della Lingua
e della Cultura italiana
69
Dopo il Giornale Radio delle 3.00, e fino alle
4.00, dal lunedì al venerdì, un'ora di musica
classica; sabato e domenica, alla stessa ora, le
nuove tendenze della musica italiana. Dopo
il Giornale Radio delle 4.00, fino alle 5.00,
jazz, rock e cantautori di sempre. Dalle 5.12
alle 5.57 i suoni del mattino.
"Taccuino Italiano" è un quotidiano di arte,
musica, spettacolo, scienza, costume, realtà
sociale, curiosità, Internet: questi gli ingredienti della prima parte del programma, tanti
piccoli tasselli per costruire un grande
mosaico che cerca di rappresentare l'Italia di
oggi, senza dimenticare la realtà del passato.
La seconda parte del programma è dedicata
alle città italiane: un'intera settimana di collegamenti, interviste, descrizioni, documenti
sonori di film, citazioni letterarie per raccontare il passato, l'economia, i luoghi, l'arte, la
musica, il modo di essere dei giovani, le
scuole, le tradizioni, le abitudini, le attività
culturali e i progetti delle città. Nella trasmissione del sabato "Taccuino Italiano" si
collega con le radio italiane all'estero con
interviste, scambi musicali e informazioni.
70
"Con voi sul mare" è un settimanale della
durata di 25 minuti dedicato agli equipaggi
in navigazione e a tutti gli italiani che vivono
e lavorano all'estero. Sono frequenti i collegamenti con le navi in viaggio, per parlare
della vita di bordo o per mettere l'equipaggio
in contatto con personalità del mondo della
cultura, dell'informazione o dello spettacolo.
Seguono, dopo uno stacco musicale, appuntamenti più o meno fissi con il sindacato per
seguire le problematiche dei lavoratori marittimi, con l'attualità per informare anche su
avvenimenti non strettamente legati al mare,
con la cultura o l'intrattenimento. Nel corso
dell'anno la trasmissione si trasferisce nelle
più significative località marinare allo scopo
di realizzare alcune puntate dedicate alla storia, alla cultura, ai costumi delle varie città.
Altri contenitori della struttura di programmazione radiofonica vengono inviati alle
radio locali convenzionate con RAI
International. In particolare:
a) "Questo è amore", contenitore musicale in
tre edizioni, italiana, spagnola e portoghese,
composto da tre diverse rubriche: "Tenda
mobile", che presenta le ultime tendenze
musicali, i cantanti e i nuovi gruppi di successo; "Generazioni a confronto", ovvero
idee, gusti musicali e di costume confrontati
fra generazioni diverse; e "C'era un ragazzo",
sulle canzoni intramontabili degli anni '60.
b) "Studio Azzurro", contenitore per la cultura e la narrativa composto da due rubriche:
"Dossier", una rubrica di attualità culturale
commentata da più esperti su cinema, teatro,
letteratura, arte, sport e costume e "Racconto
italiano", sui personaggi di ieri e di oggi,
scrittori, scienziati, curiosità letterarie, raccontati in sceneggiati radiofonici.
Internet
Il sito Internet istituzionale di RAI
International - www.international.rai.it ampiamente rinnovato, offre una panoramica
sulla programmazione radiofonica e televisiva, con schede di presentazione, orari e frequenze per l’ascolto della radio. Permette di
accedere a tutti i settori dell’informazione e
della programmazione radiotelevisiva per
l’estero e, via Real Audio, di ascoltare e vedere la produzione di RAI International.
71
Particolarmente significativa è l’esperienza di
"Italica", divenuto con la Direzione Magliaro
il portale di lingua e cultura italiana più
seguito nel web. Il Corso di lingua italiana è
suddiviso in 72 lezioni divise in tre livelli,
principiante, intermedio, avanzato. È possibile, inoltre, seguire le lezioni del corso
seguendo i percorsi per Unità, Funzioni, o
Ambienti. Il corso è disponibile in cinque
lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco e
portoghese.
Tre sezioni del sito sono dedicate alla cultura italiana. "Diario di bordo" è un’agenda
quotidiana degli avvenimenti culturali italiani più rilevanti in Italia e all'estero;
"Multimedia" è una rubrica mensile dedicata
ai siti web italiani; "Argomenti" propone
approfondimenti sulla cultura italiana realizzati anche da illustri firme del mondo accademico italiano e straniero. L'utente può
interagire con la redazione attraverso la newsletter, i forum e le rubriche.
Nell' archivio di "Italica" sono attualmente
online 10.000 pagine, 500 documenti audiovisivi in Real Audio, 2.000 fotografie. Questa
sezione è aggiornata quotidianamente ed è
integrata da un motore di ricerca per facilitare ulteriormente la navigazione. L'accesso a
tutti i servizi è totalmente gratuito.
Sia il sito istituzionale di RAI International
sia quello di "Italica" sono disponibili, oltre
che in lingua italiana, anche in inglese e spagnolo.
72
Parte seconda
DOCUMENTI
73
Storia ed analisi
delle
trasmissioni
effettuate dalla
R.A.I. per gli
italiani all’estero
di Marussia
Cristiano
Estratto della tesi di
laurea del 1974
Università Degli Studi di
Roma
Facoltà di Magistero
Corso Di Laurea in
Pedagogia
Un mezzo di informazione che non
teme distanze e censure
L’Informazione, cioè la divulgazione di fatti e
di idee, può ritenersi tecnicamente perfetta
quando è rapida, capillare e libera da ostacoli, frontiere e censure. Nell’informazione a
grandi distanze le Onde corte soddisfano
queste esigenze.
Le radiotrasmissioni non potranno mai sostituire la stampa. Il giornale non subisce la
concorrenza della radio, né della televisione:
la stampa è più completa, più esauriente,
proveniente da una libera scelta, può essere
conservata e riletta a piacere, non dipende,
come la radio da fattori che possono incidere sull’ascolto rendendolo nullo o cattivo.
Le radiotrasmissioni sono complementari
della stampa, ma hanno su di essa il vantaggio di giungere all’istante in qualsiasi punto
del mondo superando ostacoli naturali e
frontiere.
Con la massima facilità, come avviene per le
Onde corte, parlano nella stessa lingua dei
popoli ai quali sono dirette, e a differenza del
libro e del giornale, possono essere ascoltate
anche dagli analfabeti, e ciò è molto importante per esempio nelle trasmissioni per l’estero, che sono molto seguite nelle zone sottosviluppate dove vivono in genere più uomini illetterati che colti.
74
Attualmente ben un terzo degli uomini sono
illetterati, senza alcuna cognizione dei propri
diritti e senza possibilità di conoscerli e di
poterli difendere. Ottocento milioni di analfabeti non sarebbero in grado di sapere ciò
che avviene nel mondo se non fosse per la
radio. 1
Il primo trasmettitore ad Onde corte per l’estero entrò in funzione in Italia nel luglio del
1930, qualche anno dopo che l’Unione
Sovietica e gli Stati Uniti d’America avevano
iniziato ad utilizzare la radio, come mezzo di
comunicazione a grande distanza. In quell’anno,
l’Ente
Italiano
Audizioni
Radiofoniche (ora RAI) realizzò a Prato
Smeraldo, località nei dintorni di Roma, un
primo impianto.
Il nostro Paese è stato tra i primi ad adottare
quel magnifico e ancora trascurato mezzo di
comunicazione a grande distanza. Infatti, il
primo servizio ad Onde corte ebbe inizio
nell’Unione Sovietica nel 1922; seguirono gli
Stati Uniti nel 1924, l’olandese Eindhoven e
poi l’inglese Chelmoford e la tedesca
Zeensen.
Sembra che l’intuizione di utilizzare le Onde
corte per poter lanciare un "giornale internazionale che può attraversare le frontiere e
giungere alle menti degli ascoltatori, indipendentemente dalla volontà dei governi", la
ebbe Lenin. 2
Negli anni ’30 tre Stati impegnati politicamente sono già pronti nel cimento delle
Onde corte: URSS, Italia e Germania; e questa circostanza spiega di per sé il ruolo delle
trasmissioni per l’Estero durante e dopo la
seconda guerra mondiale.
E’ un periodo storico tormentato; la crisi
mondiale che dal 1929 al 1932 aveva travolto le economie di moltissime nazioni, aveva
rinserrato tutti i Paesi in loro stessi, nella
ricerca di soluzioni individuali per uscire
dalla morsa economica. Gli Stati che hanno
interessi oltremare utilizzano le eccezionali
doti delle Onde corte per comunicare con i
loro possedimenti lontani e con le loro collettività all’estero. Le Radiotrasmissioni ita-
Le origini delle
trasmissioni per
l’estero ad Onda
corta
75
76
liane nacquero per perseguire soprattutto
questo ultimo scopo e lo dimostrano i programmi che venivano emessi.
Nel 1933 sono in piena efficienza anche l’inglese Daventry, per comunicare nella sola
lingua materna, con il Commonwealth;
Parigi, per far sentire la sua voce ai
Possedimenti coloniali nella lingua francese
e in arabo; Radio-Madrid e Radio-Lisbona,
per le trasmissioni verso l’America Latina,
legata da tanti interessi ai due Stati Iberici; la
Radio della Città del Vaticano, per il collegamento con le Nazioni e i Centri Cattolici di
tutto il mondo; la Radio nelle Nazioni Unite,
che trasmetteva da Ginevra. Le Onde corte
avevano iniziato quella corsa verso la supremazia fra i mezzi di comunicazione e la conquista delle opinioni pubbliche mondiali che
non sembra essersi ancora arrestata.
Nel 1934 si ebbero in Italia due avvenimenti di grande rilievo per lo sviluppo delle Onde
corte. Il primo è politico: la creazione del
Sottosegretariato per la Stampa e la
Propaganda nelle cui competenze rientrano i
servizi radiofonici 3, il secondo tecnico, cioè
l’ampliamento dell’impianto di Prato
Smeraldo. Il 28 ottobre 1934 entrarono in
servizio nuovi trasmettitori dando inizio alle
trasmissioni dirette all’America del Nord.
Cinque mesi dopo, il 12 marzo 1935, anche
l’America del Sud e l’Estremo Oriente
cominciarono a ricevere regolarmente i
nostri programmi, e solo un mese dopo, il 14
aprile, fu dato il via alle trasmissioni dirette
ai Paesi del bacino del Mediterraneo.
All’inaugurazione delle trasmissioni per il
Nord America si volle dare una particolare
solennità. Fu Guglielmo Marconi a parlare ai
cittadini americani e agli italiani che in quel
Paese vivevano. Marconi ebbe in primo
luogo una conversazione telefonica con il
Presidente della Radio-Corporation di New
York, Sig. Sarnoff, quindi fece un breve
discorso in cui trattò il luminoso futuro delle
Onde corte.
I programmi per il Sud e Nord America, assai
curati, erano soprattutto a carattere culturale
e ricreativo. La possibilità di godere di larghi
spazi di tempo, permetteva di trasmettere
ricchissimi programmi con interi concerti dal
vivo o atti interi di opere liriche, intercalati
da notiziari politici, commerciali, letterali,
sportivi; conversazioni e lezioni di italiano
dirette soprattutto ai figli degli italiani da
tempo residenti nelle due Americhe. Ecco di
seguito lo schema della trasmissione che
andò in onda il 31 dicembre 1934:
- Messaggio di Pietro Mascagni al popolo
americano
- Esecuzione dell’Atto Secondo de: "L’Amico
Fritz" di Mascagni"
- Conversazione di studenti americani a
Roma
- Canzoni folcloristiche. Lezioni di lingua
italiana
- Notiziario
- Puccini: "L’inno a Roma"
Nei programmi trasmessi dall’Italia prevaleva, dunque, come si è detto, l’indirizzo culturale-ricreativo. Allo stesso modo si comportavano le altre emittenti europee, ad eccezione
di Radio-Mosca che fu senz’altro la prima
emittente politica del mondo.
77
L’importanza
delle Onde corte
nel conflitto
italo-etiopico
78
La guerra italo-etiopica ebbe un’influenza
notevolissima nel processo di sviluppo dei
nostri programmi per l’estero. Già i mesi che
precedettero quel conflitto provocarono
nuovi problemi al servizio italiano delle trasmissioni per l’estero: innanzitutto quello di
interessare i compatrioti che vivevano lontano, e specialmente quelli delle due
Americhe, ad una partecipazione almeno
morale al grande sforzo del Paese; in secondo luogo, quello di affrontare la nuova situazione politica che derivava dalla netta opposizione del gabinetto Eden alla conquista italiana dell’Etiopia.
Il collegamento con i militari e i civili concentrati in Eritrea e Somalia fu risolto brillantemente qualche mese prima dell’inizio
del conflitto, con un servizio che ebbe molto
successo, di trasmissioni radiotelegrafiche
denominato "Radio A.O." il quale aveva
anche lo scopo di fornire al mondo intero le
informazioni sull’andamento del conflitto.
Con l’inizio delle operazioni, "L’Ufficio Radio
moltiplicava i suoi sforzi per trasmettere al
mondo i bollettini in varie lingue estere relativi agli avvenimenti militari in Abissinia.
Oltre ai bollettini, la nostra attività radiofonica era rivolta a ribattere polemicamente agli
argomenti sollevati all’estero contro l’Italia.
Quegli argomenti che trovarono la loro clamorosa estrinsecazione nell’applicazione
delle sanzioni economiche da parte della
Società delle Nazioni." 4
All’inizio del 1936, le trasmissioni dall’Italia
erano indirizzate verso le seguenti zone:
bacino del Mediterraneo: in italiano tutti i
giorni;
Estremo Oriente: in inglese, cinese, giapponese e indonesiano;
Africa Orientale: in italiano tutti i giorni;
Paesi Arabi: in arabo tutti i giorni;
Turchia: in turco a giorni alterni;
Sud e Nord America: in italiano a giorni
alterni.
Così la guerra etiopica, e soprattutto il successo, superiore alle speranze, delle nostre
trasmissioni, ebbero il potere di fornire il
nostro Paese di un moderno ed efficientissimo centro ad Onde corte, proprio a solo un
anno dall’inizio della Seconda Guerra
Mondiale. Le trasmissioni per l’estero, intanto, avevano mutato carattere e la polemica
era entrata in essa soffocando la loro primitiva disposizione di servire come diversivo. Chi
le usa, ormai, si è reso conto delle enormi
possibilità che esse hanno come mezzo di
convinzione delle masse.
79
Scoppia la
Seconda Guerra
Mondiale
80
Il 1 settembre del 1939 scoppiò la Seconda
Guerra Mondiale con l’aggressione tedesca
alla Polonia cui rispose la dichiarazione di
guerra della Francia e dell’Inghilterra alla
Germania; il conflitto trovò l’organizzazione
italiana delle Onde corte preparatissima sia
per i mezzi tecnici, perché Prato Smeraldo
era stato da poco messo in grado di efficienza da non temere confronti con le altre stazioni emittenti straniere, che per l’esperienza
del personale.
Nel settembre del 1943, quando l’Italia fu
costretta a chiedere l’armistizio, le nostre trasmissioni per l’estero avevano raggiunto indici mai più avvicinati, anche alla ripresa,
come numero di programmi e di lingue trasmesse. L’armistizio, firmato con gli alleati in
segreto a Cassibile (in Sicilia) il 3 Settembre
del 1943, conteneva, fra i capitolati, il divieto di effettuare trasmissioni radiofoniche ad
Onde corte: non si doveva più comunicare
con l’estero. Cinque giorni dopo, l’8 settembre, lo stesso giorno cioè della pubblicazione
dell’armistizio, le radiotrasmissioni per l’estero cessarono la loro attività recando gravi
disagi a tutte le comunità italiane sparse per
il mondo. Anche alcuni ascoltatori stranieri
vollero attestare attraverso la corrispondenza
la sorpresa e il disagio che provarono quando le trasmissioni per l’estero italiane cessarono, senza preavviso, i loro servizi.
Fu l’avvicinarsi della Conferenza di Parigi
per il Trattato di pace da imporre all’Italia
che favorì, in maniera singolare, la ripresa
delle nostre trasmissioni per l’estero. Lo
scopo era quello di dare al nostro Paese un
validissimo strumento per sostenere il nostro
diritto ad un trattato di pace il meno oneroso
possibile, in omaggio alla giovane democrazia italiana, e al contributo da essa dato alla
guerra di liberazione. Il problema lo risolse il
capo della Commissione di Controllo alleato,
ammiraglio Stone, che nel giugno del 1946
invitò il nostro governo a prendere iniziative
per cercare di rimuovere a suo favore l’opinione pubblica mondiale all’avvicinarsi della
Conferenza di Parigi.
Fra i mezzi più efficienti a raggiungere lo
scopo, l’ammiraglio Stone indicò, appunto, le
Onde corte, perché strumento capace di agire
tempestivamente e di raggiungere qualsiasi
parte del globo, superando ogni ostacolo,
politico o naturale. Fatto singolare è che
l’ammiraglio Stone era allora Presidente
dell’Organo che aveva il compito di imporre
la scrupolosa osservanza delle clausole dell’armistizio. Lo stesso quindi autorizzò la
ripresa delle radiotrasmissioni per l’estero. In
solo poco più di due mesi dal favorevole
intervento l’ufficio che era completamente da
riorganizzare perché aveva perso tutti i suoi
effettivi, fu posto in grado di funzionare; da
parte sua la RAI-TV fece il miracolo di rimettere in vita gli impianti tecnici indispensabili
per la ripresa delle emissioni.
Nel giro di pochi anni "Radio Roma", questo
è il nome che fu scelto alla ripresa, seppe
riportarsi ad una posizione più che dignitosa
fra le radio-emittenti ad Onde corte del
mondo, riconquistando molti degli amici che
avevamo perduto e molti altri nuovi. Essa
infatti, sia per il numero di programmi che
per numero di lingue e per quantità di trasmissioni, nel 1950 era già di nuovo fra le
principali e più seguite.
Nello stesso anno venivano potenziati i programmi in lingua italiana per i connazionali
all’estero con emissioni speciali dirette
all’Australia, alla Nuova Zelanda all’Estremo
Oriente e all’Africa Orientale.
Il 15 aprile del 1962 ebbe termine un ciclo
delle trasmissioni per l’estero, quello della
81
82
gestione diretta dei Servizi Giornalistici da
parte dello Stato, che risaliva agli anni ’30, e
si aprì un nuovo ciclo che dura tuttora: la
gestione degli stessi servizi da parte della
RAI.
La Presidenza del Consiglio, affidando alla
RAI la gestione dei notiziari informativi per
l’estero, non è che si sia spogliata di una sua
competenza, perché le attribuzioni in materia di stampa e di radio spettano al Servizio
Informazioni per legge.
La gestione dei notiziari informativi per l’estero da parte della RAI continua ormai da
13 anni, durante i quali la collaborazione tra
i Servizi della Presidenza e l’ente concessionario è stata quanto mai proficua.
La Direzione dei Notiziari esercita i suoi
compiti secondo direttive politiche generali,
ma nella massima libertà di giudizio nelle
scelte delle notizie e dei commenti che formano i notiziari. Essi devono unicamente
rispecchiare la realtà nazionale: questa è la
direttiva di carattere generale. Non viene
effettuato quindi alcun controllo preventivo
dei testi dei notiziari e dei commenti.
Naturalmente questo materiale, una volta
trasmesso, viene letto da un apposito ufficio
della Divisione Radio della Presidenza del
Consiglio, che è in tal modo informato quotidianamente, sia pure a posteriori, dell’impostazione che è stata data ai programmi e ai
notiziari.
Le direttive alle quali devono attenersi i
responsabili dei notiziari e dei programmi
sono concordati nel "Comitato Misto
Programmi Informativi per l’Estero" il quale
è l’organo supremo che sovrintende alle trasmissioni per l’estero.
Il Comitato ha lo scopo di "dare un coordinato indirizzo al servizio di redazione ed
emissione, sia in lingua italiana che nelle lin-
gue estere dei notiziari e, in genere, delle trasmissioni rivolte agli ascoltatori residenti
all’estero". Fra i suoi compiti sono: stabilire
gli orari, la durata e il numero delle trasmissioni, deliberare sui programmi e sugli orientamenti dei medesimi nonché sulla organizzazione dei mezzi relativi, fornire proposte,
promuovere iniziative, dare suggerimenti per
un sempre più idoneo funzionamento del
servizio, anche in relazione con altri enti o
organismi italiani all’estero.
Il Comitato è un organo altamente qualificato e responsabile. Suo Presidente è il
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, che è a diretto contatto con il Presidente del Consiglio e ne interpreta le direttive politiche.
Fanno poi parte del Comitato rappresentanti
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
della RAI-TV ed esperti che possono essere
chiamati anche di volta in volta.
83
I notiziari per gli
italiani all’estero
84
Lo scopo delle radio trasmissioni per l’estero
è politico, ma non esclusivamente. E’ politico nel senso che esse sono destinate a tenere
viva nel mondo e nelle collettività italiane
all’estero l’azione dell’Italia come nazione
democratica, ad illustrare le sue decisioni in
politica interna ed esterna, le sue riforme
sociali, le sue realizzazioni in tutti i campi.
L’informazione politica è quindi essenziale,
ma naturalmente non esclude il resto perché
il notiziario per essere gradevole deve essere
vario il più possibile. Le trasmissioni dirette
agli italiani all’estero sono sostanzialmente
differenti da quelle indirizzate agli stranieri.
Innanzitutto, si tenga presente che di circa
24 ore di trasmissioni giornaliere, ben un
terzo sono dedicate ai nostri compatrioti. I
programmi in lingua italiana sono quindi
molto ricchi, così i notiziari. I servizi giornalistici devono, infatti, dare agli italiani all’estero un quadro completo di quanto avviene
in Italia scendendo anche nei minimi particolari, mentre i notiziari per gli stranieri possono riportare non più dell’essenziale, anche
per ragioni di spazio. La Patria di origine si
collega con i suoi figli perché vuole farsi sentire vicino. Si sa che chi vive lontano dalla
terra nativa è sempre in una situazione di
crisi sentimentale. Allora si cerca di avvicinargli la Patria con le radiotrasmissioni in
modo da dargli l’impressione di non essere
abbandonato. Questa "voce", che spesso si fa
largo faticosamente fra le cento lingue
incomprensibili di altri Paesi, parla in maniera accessibile alla mentalità, ai gusti e agli usi
dei nostri compatrioti, mentre tutto intorno il
mondo è straniero, se non ostile. La RAI-TV
cura assai i notiziari, i programmi musicali e
di varietà per gli italiani all’estero, utilizzando, in grande misura, tutto il materiale trasmesso all’interno anche in sede regionale, il
che è particolarmente gradito a questo tipo di
ascoltatori.
In queste trasmissioni le richieste degli italiani relative ai notiziari sono tenute in forte
considerazione. Essi chiedono nelle loro lettere soprattutto notizie dell’Italia, commenti
sull’Italia, musiche del nostro Paese. Hanno
bisogno di sentirsi idealmente in Italia quando ascoltano le nostre trasmissioni.
I fatti internazionali dovrebbero trovare
posto nei notiziari solo nei riflessi che essi
hanno avuto in Italia. Per gli italiani che
vivono in Paesi d’oltre-oceano i Servizi
Giornalistici devono dunque dare un quadro
il più completo possibile di quanto avviene in
Italia con qualche commento sui fatti del
mondo; e sembrano poco interessati alle
polemiche tra i partiti, al contrario dei nostri
compatrioti che risiedono per motivi di lavoro nei Paesi europei. Questi, infatti, in genere non intendono stabilirsi definitivamente
all’estero e sono quindi più interessati ai problemi politici italiani. Inoltre questi connazionali amano essere informati sui problemi
che possono interessare la famiglia e loro
stessi.
La RAI, di sua iniziativa e a proprie spese, ha
inviato materiale audio-visivo ad alcune stazioni situate in Paesi dove esistono forti collettività italiane, affinché vengano ritrasmessi localmente.
85
Il contributo
delle
radiotrasmissioni
per l’estero nella
diffusione
dell’arte e della
cultura italiana
nel mondo
86
I programmi culturali e artistici costituiscono
un’altra attività cui attendono gli appositi
uffici della RAI-TV. L’interesse dello Stato
per questi programmi è indicato nelle premesse alla Convenzione del 7 maggio 1948
per la ricostruzione di Prato Smeraldo.
Anche questo settore è naturalmente sottoposto al Comitato dei Programmi come qualsiasi altra attività 133 che rientri nelle trasmissioni per l’estero. L’Ufficio cura fra l’altro
un gran numero di rubriche culturali e di
varietà, per predisporre le quali occorrono
nei responsabili del servizio non solo elevate
doti culturali e critiche, ma direi di inventiva.
I programmi culturali non sono come i servizi giornalistici condizionati dagli avvenimenti del giorno, ma devono essere inventati. Per
dare un’idea più realistica del lavoro che
spetta ai Servizi Culturali riporto quasi integralmente uno studio su tali programmi pubblicato proprio dall’Ufficio Servizio
Programmi per l’Estero della RAI e relativo
agli anni 1971 e 1972:
"Sono indicati con l’espressione programmi
culturali per l’estero numerosi programmi e
rubriche di divulgazione riferibili ai più
disparati campi della cultura (spettacolo, narrativa, letteratura, poesia, scienze, storia,
folklore, arte, musica leggera, da camera,
operistiche, ecc…) oltre a parecchie altre trasmissioni di carattere ricreativo, assistenziale
e vario, che la RAI, secondo la Convenzione
del 7/5/1948 con la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, realizza al fine di diffondere
L’arte e la cultura italiana e di mantenere i
legami tra l’Italia e tutti i suoi figli sparsi nel
mondo". Nella pratica si definiscono come
‘culturali’ tutte le trasmissioni che non siano
impostate sull’informazione di stretta attualità.
Particolare attenzione, sempre a norma di
convenzione, viene rivolta al mantenimento
dei legami affettivi dei nostri emigrati con la
madre-patria. Tenendo conto delle esigenze e
delle preferenze agli italiani, sviluppano la
divulgazione dei più svariati aspetti della cultura e della tradizione, sfrondata da inutili
orpelli accademici. Cercando un contatto
ricco di spunti, ma sempre sereno ed obiettivo, che faciliti una visione realistica e moderna della nostra realtà nazionale. Gli interessi
e le preferenze degli stranieri si orientano
più decisamente verso programmi dedicati al
turismo, al folklore, all’arte nelle sue più
varie manifestazioni e a tutti quei settori in
cui il prestigio italiano è più evidente.
Particolare attenzione è stata data negli ultimi tempi alla trattazione di argomenti di storia nazionale e regionale, dedicando sempre
spazio all’aneddotica e alla cultura paesana,
alle trasmissioni dedicate allo scambio di
messaggi e saluti con connazionali, ai programmi a richiesta dedicati ad amici e parenti lontani nonché alle rubriche che illustrano
l’arte e la bellezza del nostro Paese, con trattazioni sempre rigorosamente controllate
anche sul piano critico, tali da poter essere
eseguite con profitto anche da centri e istituti culturali.
Al fine di illustrare agli ascoltatori i programmi loro destinati e di riportare dettagliatamente gli orari e le lunghezze d’onda delle
trasmissioni, il Servizio Programmi per
l’Estero pubblica un periodico, quasi un
radiocorriere
tascabile:
"Qui
la
Radiotelevisione Italiana che vi parla da
Roma" edito in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo). Ogni numero contiene, oltre all’illustrazione di vari programmi, un editoriale di attualità politica,
economica e sociale e pregevoli riproduzioni
87
di capolavori della nostra arte. Attualmente
esce in 150 mila copie quattro volte l’anno,
in coincidenza con le variazioni delle frequenze
di
trasmissione
stabilita
dall’"International Frequency Registration
Board" e viene distribuita capillarmente
all’estero presso Istituti italiani di Cultura, a
rappresentanze diplomatiche e consolari,
Società aeree e di navigazione e oltre 80 mila
ascoltatori sparsi nei cinque continenti. Il
Servizio cura anche, parallelamente alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, la corrispondenza con gli ascoltatori.
88
La RAI collabora con le emittenti all’estero
che trasmettono programmi dedicati ai nostri
emigranti. Questi programmi, in genere in
lingua italiana, possono essere così distinti:
a) programmi di emittenti situate negli stessi
Paesi che ospitano le collettività italiane;
b) programmi di emittenti installate in altri
Paesi;
c) programmi di emittenti straniere dirette
agli italiani che vivono nel territorio nazionale.
Le trasmissioni di emittenti situate negli stessi Paesi che ospitano collettività italiane possono essere effettuate o dalle Radio
Nazionali, come avviene in Europa, dove esiste regime di monopolio delle radiotrasmissioni, oppure da privati in genere italiani che
vivono all’estero. Nel primo caso abbiamo
l’esempio delle radio Parigi, Radio Liegi, la
BBC, la Radio Luxemburgo, Radio Colonia,
Radio Francoforte, Radio Monaco, la
Svizzera e per i Paesi Bassi la stazione di
Hilversum, che trasmettono regolari programmi per i nostri connazionali che lavorano nei rispettivi Paesi. La maggior parte di
queste trasmissioni vengono effettuate in collaborazione con la RAI. Ciò permette ai
nostri connazionali che lavorano nei Paesi
dell’Europa Occidentale di seguire programmi in lingua italiana su Onde Medie o a
Modulazione di Frequenza cioè perfettamente chiare ed accessibili ad ogni tipo di apparecchio ricevente e in ore, infine, libere da
ogni impegno di lavoro. I programmi trasmessi da organizzazioni private italiane
all’estero sono numerosi nelle due Americhe
e in Australia dove l’esercizio delle trasmissioni radiotelevisive è libero. Alcune di queste stazioni mantengono regolari rapporti
con la RAI che fornisce assistenza tecnica
consistente soprattutto nell’invio regolare di
La funzione
delle stazioni
italiane all’estero
89
90
programmi di attualità o culturali, di dischi,
registrazioni. Sono circa 50 queste stazioni
con le quali la RAI collabora. La pubblicazione del Ministero degli Esteri "Problemi
del Lavoro degli Italiani all’Estero" fornisce i
seguenti dati, relativi al 1971, di dette stazioni:
Canada
10 stazioni trasmettono programmi in lingua
italiana
localizzate
nella
Columbia
Britannica, Ontario, Quebec e a Ottawa.
Stati Uniti
84 programmi radio, di cui 11 sono trasmessi tutti i giorni, 8 tutti i giorni ad eccezione
del sabato e della domenica, 6 tutti i giorni
ad eccezione del sabato e della domenica, 2
sono trasmessi il sabato e la domenica, 1 il
giovedì e il venerdì, 54 solo il sabato o la
domenica.
Argentina
22 stazioni trasmettono in lingua italiana
Brasile
12 stazioni trasmettono in lingua italiana
Cile
3 stazioni trasmettono programmi in lingua
italiana
Panama
1 stazione trasmette programmi in lingua italiana
Perù
5 stazioni trasmettono in lingua italiana
Uruguay
3 stazioni trasmettono in lingua italiana
Venezuela
9 stazioni trasmettono in lingua italiana
Australia
5 stazioni trasmettono programmi in lingua
italiana a Melbourne, Cairns, Brisbane,
Innisfail, Canberra.
Naturalmente occorre andare assai cauti
nelle valutazioni, perché non si può negare
che si devono considerare di interesse generale solo quelle stazioni che hanno assunto
quella funzione di operare a favore della collettività italiana e di mantenere questa legata
alla madre patria. Tutte le altre, cioè quelle
che perseguono scopi di lucro o commerciali, non devono essere prese in considerazione. Nulla si sa di preciso circa i contenuti di
molti programmi italiani all’estero, perché
chi li effettua svolge una libera attività che
non è sottoposta al controllo delle nostre rappresentanze diplomatiche.
L’attività delle stazioni italiane all’estero è di
grande interesse quando il Paese conduce
una politica di assistenza ai nostri connazionali non per ragioni materiali, quali rimesse
e preferenza dei prodotti italiani, ma soprattutto morali e sentimentali. Queste stazioni,
operando sul posto, hanno la possibilità di
interpretare meglio le esigenze e i problemi
delle collettività in seno alle quali vivono:
hanno quindi una funzione insostituibile.
Esse si affiancano, quindi, alle radiotrasmissioni per l’estero dall’Italia nell’azione di
informazione e formazione dei nostri connazionali all’estero, ma con maggior possibilità
di persuasione e di penetrazione.
Questa collaborazione tra le Onde corte e gli
organi di informazione all’estero fu molto
stretta negli anni che seguirono la ripresa
delle trasmissioni per l’estero, alla fine della
Seconda Guerra Mondiale; poi andò attenuandosi, anche in relazione all’affievolirsi
delle emissioni italiane.
NOTE
1 Bilancio pubblicato dall’UNESCO nel settembre del 1972 in
occasione della Giornata Internazionale dell’analfabetismo.
2 Tangye Lean: "The Revolution Overseas", Londra 1963.
91
3 I servizi Radio furono assorbiti nel 1937 dall’Ispettorato per la
Radiodiffusione e la televisione del Ministero della Stampa e
Propaganda. L’Ispettorato era ordinato in due Divisioni. La prima
curava i rapporti con l’EIAR per le trasmissioni all’interno, la
seconda curava i rapporti con l’EIAR per le trasmissioni per
l’estero e comprendeva i servizi giornalistici, i reparti traduttori
divisi per lingua e per zone geografiche e il Servizio di
intercettazione radio.
4 Giorgio Nelson Page: "L’Americano di Roma", pag. 452, Edizioni
Longanesi.
1930
Guglielmo Marconi realizza a Roma la prima
antenna per le trasmissioni in Onde corte.
Il 1° luglio, nei pressi di Roma, entra in funzione il Centro Radio Imperiale di Prato
Smeraldo, la prima stazione che trasmette ad
Onde corte per l’estero.
Cronologia
1931
Iniziano le prime trasmissioni in Onde corte
per l’America del Nord.
1934
Il 28 ottobre entrano in funzione, a Prato
Smeraldo, due trasmettitori ad Onde corte
destinati al servizio per l’estero.
Iniziano le trasmissioni ad Onde corte dirette all’America del Nord in inglese e italiano.
1935
Viene completato il Centro Imperiale ad
Onde corte di Prato Smeraldo e iniziano i
regolari programmi per le Americhe,
l’Europa e l’Africa. Radio Roma inizia a trasmettere anche in esperanto.
Il 12 marzo iniziano le trasmissioni per il
Sud America in italiano, portoghese e spagnolo.
Il 14 aprile hanno inizio le trasmissioni per il
bacino del Mediterraneo, in lingua italiana.
1936
Iniziano le trasmissioni per l’Africa Orientale
in italiano; per la Grecia in greco; per
l’Estremo Oriente in inglese, cinese, giapponese, indostano.
93
1937
Trasmissioni per gli italiani all’estero in italiano. Hanno inizio i programmi in lingua
araba, turca, tedesca, francese, albanese,
rumeno, bulgaro, ungherese, croato, spagnolo e portoghese per l’Europa.
Il 22 aprile viene istituito l’Ispettorato della
Radiodiffusione fra le cui competenze rientra
la gestione dei servizi giornalistici delle Onde
corte.
1938
Iniziano i programmi in lingua serba e danese. Con l’installazione di sei nuovi trasmettitori viene ufficialmente costituito il Centro
radiofonico ad Onde corte di Roma a Prato
Smeraldo.
1939
Le trasmissioni ad Onde corte vengono utilizzate per le operazioni militari.
Iniziano le prime trasmissioni per l’Oceania
in italiano e inglese e per l’Estremo Oriente
in francese e amarico.
1940
Iniziano le trasmissioni in olandese, persiano, corso, maltese, bengalino, pangiambico.
1941
Iniziano le trasmissioni in finlandese, svedese e thailandese.
94
1943
In seguito alle direttive dell’Armistizio dell’8
settembre vengono interrotte dall’Italia tutte
le trasmissioni radiofoniche in Onde corte.
1946
Il 3 settembre riprendono le trasmissioni di
Radio Roma ad Onde corte per l’Europa e le
Americhe in italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese.
1947
Il 16 aprile iniziano le trasmissioni in croato,
serbo, sloveno e tedesco.
Il 10 ottobre iniziano le trasmissioni in arabo
da Radio Bari e hanno inizio i bollettini
radiotelegrafici per le navi.
Il 15 dicembre iniziano le trasmissioni in
danese, olandese e svedese.
1948
Il 7 maggio viene approvata la Convenzione
fra Governo e RAI-TV che prevede la ricostruzione del Centro radiofonico ad Onde
corte di Prato Smeraldo e l’affidamento alla
RAI della gestione tecnica delle trasmissioni
per l’estero.
Il 17 maggio iniziano le trasmissioni in turco
e greco.
Il 21 luglio iniziano le trasmissioni in rumeno.
Il 15 settembre iniziano le trasmissioni in
cinese.
Il 7 novembre iniziano le trasmissioni in
ceco, polacco, russo, slovacco e ungherese.
1949
Il 15 ottobre iniziano le trasmissioni in bulgaro.
1950
Radio Roma trasmette in trentadue lingue,
95
con programmi destinati a cinquantadue
Paesi.
L’8 maggio iniziano le trasmissioni in giapponese, hindi e urdu.
Il 5 ottobre iniziano le trasmissioni in albanese, ucraino e persiano.
1952
Il 6 maggio iniziano le trasmissioni in lituano.
Il 7 giugno iniziano le trasmissioni in indonesiano.
1956
Il 2 dicembre iniziano le trasmissioni in bengalico.
1962
Il 30 marzo, nell’ambito di un accordo fra la
Presidenza del Consiglio dei Ministri e la
RAI-TV, viene firmata la Convenzione per il
passaggio alla RAI dei notiziari giornalistici
delle Onde corte e dei programmi radiofonici per l’estero.
Iniziano i primi notiziari in inglese, francese
e tedesco nel "Notturno dall’Italia".
1963
Il 29 ottobre viene decisa dal Comitato Misto
Programmi la ristrutturazione dei programmi
con la concentrazione delle trasmissioni
nelle zone di maggiore interesse.
96
1964
Il 1° luglio vengono soppresse le trasmissioni
in lingua iranica, hindi, urdu, bengali, cinese, giapponese e indonesiano.
1965
Inizia la produzione di "Panorama Italiano",
il primo settimanale televisivo per gli italiani
nel mondo.
Il 2 maggio vengono soppresse le trasmissioni in lituano e quelle bisettimanali in inglese
e francese destinate ai problemi della NATO
e dell’Unità europea. Vengono anche ridotte
le trasmissioni in lingua rumena, ungherese,
albanese, polacca, ceca ed esperanto.
1966
Il 19 dicembre il Ministro degli Esteri
Amintore Fanfani lancia l’iniziativa per
migliorare le trasmissioni italiane per l’estero.
1967
Il 19 settembre ha luogo la riunione interministeriale per studiare le iniziative tese a
potenziare l’attività informativa italiana all’estero.
1968
Nasce "Qui Italia", giornale radio per gli italiani in Europa, seguito da "Un giorno in
Italia" per il Nord America.
Inizia la fornitura di servizi giornalistici alle
emittenti estere che destinano spazi all’informazione per le comunità italiane.
1969
La redazione dei Notiziari per l’estero viene
trasferita nella sede RAI di Via del Babuino,
a Roma.
97
1970
Il 19 giugno il Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, On. Antonio
Bisaglia, propone al Comitato Misto la costituzione di un "gruppo di lavoro" ristretto per
studiare proposte concrete per risolvere il
problema delle trasmissioni italiane per l’estero.
Il 16 dicembre ha luogo la riunione del
"gruppo di lavoro" formato da rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
del Ministero degli Esteri e della RAI.
Dall’incontro nasce un nuovo progetto di
ristrutturazione delle trasmissioni per l’estero e di potenziamento del Centro di Prato
Smeraldo.
1971
Inizia la distribuzione nelle Americhe da
parte di RAI Corporation.
Il 15 dicembre viene attivata la Convenzione
fra Stato e RAI-TV aggiuntiva all’Atto del
1952 che proroga di un anno la Convenzione
del 1948 di Prato Smeraldo e quella del
1962 per la gestione da parte della RAI-TV
dei notiziari per l’estero.
Viene inoltre riconosciuto alla RAI-TV il
diritto al rimborso delle spese per l’invio di
materiale audiovisivo all’estero.
1975
Viene sancita la Convenzione RAI –
Presidenza del Consiglio per le trasmissioni
distribuite alle Radio Tv nel mondo.
E’ attuata la Riforma della RAI e nasce la DE
– Direzione servizi giornalistici e programmi
98
per l’estero.
Si riorganizzano i programmi e "Il Notturno
dall’Italia" diventa "Notturno Italiano".
1976
Il 6 maggio ha luogo la tragedia del terremoto in Friuli. Nasce "Il Giornale della
Mezzanotte".
1978
Va in onda la prima edizione de "Il Giornale
dall’Italia".
1991
In conseguenza della Guerra nel Golfo, scoppia l’emergenza per gli italiani in Iraq.
1995
Nasce RAI International e i primi programmi
satellitari dall’Italia.
Viene attivato "Planet Italy" il primo sito web
della RAI.
Nasce "Un’ora con voi": programma radiofonico di informazione, approfondimenti,
rubriche e musica per gli italiani nel mondo.
Sono trasmessi relais radiofonici per
Australia, Africa e Americhe.
1996
Nasce il sito ufficiale di RAI International e
il sito "Italica", prima università telematica
sulla lingua e la cultura italiana.
RAI International organizza il "Radio
Summit", dodici ore in diretta nel mondo, in
occasione
del
Vertice
Mondiale
sull’Alimentazione tenutosi a Roma dal 13 al
17 novembre.
99
Per festeggiare il Capodanno nel mondo RAI
International manda in onda la "Giostra di
fine d’anno", venti ore di Tv satellitare.
Viene varato Satelradio, il canale radiofonico
satellitare.
1997
Nasce il programma televisivo domenicale
"La Giostra dei Gol"
1999
Nasce "Sportello Italia", programma Tv di
servizio sui temi d’attualità quali pensioni,
fisco, casa, sanità e burocrazia.
Il sito web "Italica" (www.italica.rai.it) si trasforma nel Portale della Lingua e della
Cultura italiana.
2000
In diretta radiotelevisiva dalla FAO di Roma,
la Prima Conferenza degli Italiani nel
Mondo.
Il programma televisivo domenicale si trasforma diventando "La Grande Giostra dei
Gol", un contenitore con il calcio in diretta,
un viaggio nei paesi, l’intrattenimento musicale, le interviste con i protagonisti delle
comunità italiane nel mondo e gli sport considerati minori. "La Grande Giostra dei Gol"
è la più grande trasmissione televisiva italiana con i suoi circa quaranta milioni di telespettatori.
2001
"Un mondo di Rai International" si chiama
così la più lunga diretta televisiva della RAI
100
con ventiquattro ore di trasmissione ininterrotta attraverso tutti i continenti per celebrare con gli italiani all’estero il loro
Capodanno.
Nasce "Qui Roma" il primo notiziario televisivo quotidiano per gli italiani nel mondo.
2002
"La Grande Giostra dei Gol" cresce ancora:
diventa una trasmissione di quattro ore in
diretta.
Cresce anche "Un mondo di RAI
International", che raggiunge le ventisette
ore.
Va on line il nuovo sito di RAI International
(www.international.rai.it), completamente
ristrutturato con tutti i palinsesti Tv aggiornati quotidianamente e i web dedicati alle
produzioni originali radiotelevisive.
2003
Il Consiglio di Amministrazione della RAI
decide la societarizzazione di RAI
International.
"Sabato Italiano" diventa il primo programma televisivo di approfondimento in diretta
per e con gli italiani all’estero.
"Sportello Italia", da settimanale, diventa un
programma quotidiano.
101
Testimonianze
Mirella Boncompagni
Luigi Bencetti
Nerino Rossi
Antonio Ciampaglia
Giulio Cattaneo
Roberto Morrione
Giancarlo Leone
Gina Basso
Pierluigi Tabasso
Enrico Morbelli
103
Quella
sensazione di
lontananza
di Mirella
Boncompagni
Dirigente
Generale a.r. alla
Presidenza del
Consiglio dei
Ministri
Testo tratto dalla
pubblicazione RAI
"Ieri, oggi, domani"
104
È difficile comprendere oggi quella sensazione di lontananza dal proprio paese che si
provava vivendo all’estero non solo in aree
geografiche al di là del nostro Continente,
ma già nella stessa Europa.
Parlo certo di alcuni decenni fa, quando solo
prendere la linea telefonica per l’Italia poteva rappresentare un problema.
Forse per l’esperienza diretta provata nelle
tante trasferte di lavoro all’estero, quando
sarebbe stato bellissimo sentire parlare italiano accendendo la radio o la Tv; avrebbe rappresentato un insostituibile momento di
relax dopo giornate di full immersion in altre
realtà meno congeniali.
Forse per le tante richieste in tal senso formulatemi spesso con intensità da persone di
ogni appartenenza politica e sociale.
Certo è che sono tra coloro che hanno da
sempre "sentito" l’esigenza dei nostri connazionali residenti all’estero per loro scelta ma
soprattutto per necessità, di continuare a partecipare in qualche modo all’evoluzione del
nostro paese, agli sviluppi della vita culturale e sociale degli italiani, per non sentirsene
estranei, una volta "fuori dall’Italia".
Fu così che da giovane dirigente alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiesi
ed ottenni di occuparmi dei rapporti
Convenzionali con la RAI e con le maggiori
Agenzie di Stampa, entrando così a far parte
di una squadra eccellente: mi riferisco tra gli
altri ai nostri dirigenti Randone e
Mammucari, al valente Jacobacci che curava
i rapporti quotidiani tra il nostro ufficio e la
RAI.
Erano gli anni ’70 e il mondo dei media in
Italia sembrava esplodere con la liberalizzazione dell’etere e l’apertura operata dalla
Corte Costituzionale nei confronti delle Tv
private.
Ricordo che in quegli anni, in sede Consiglio
d’Europa a Strasburgo durante una riunione
di esperti dei mass-media, fui colpita da una
battuta ironica del Presidente di turno del
Comitato ad hoc secondo il quale "il cittadino italiano aveva scoperto di avere più diritto di qualsiasi altro essere umano ad una
maggiore informazione". Piccata, l’alto senso
di italianità che mi ha sempre contraddistinto mi ha fatto reagire per puntualizzare che il
diritto
riconosciuto
dalla
Corte
Costituzionale italiana non era rivolto al cittadino perché fosse "maggiormente informato", ma alle imprese che da quella decisione
trassero il diritto di esercitare libera attività
"di informazione".
Noi usavamo il termine di "laboratorio" per
definire la situazione venutasi a creare in
Italia, ma certo non fu facile confrontarsi
all’epoca con i partner europei nelle sedi
Istituzionali preposte.
Possiamo immaginare le attese che in quel
contesto maturavano i nostri connazionali
all’estero, vivamente interessati alla vasta
produzione radiofonica per non parlare di
quella televisiva.
Se ben ricordo invece, ma lascio ad altri la
più puntuale descrizione del contesto RAI
del periodo, da parte della Concessionaria
del servizio pubblico non si avvertiva ancora la potenzialità delle trasmissioni per l’estero, e le Convenzioni con la Presidenza del
Consiglio venivano vissute come "routine" a
fronte di introiti non trascurabili per
l’Azienda.
In altre parole si aveva la sensazione che l’attività della Direzione Servizi Giornalistici e
Programmi per l’Estero avesse difficoltà ad
ottenere la dovuta considerazione e che
dovesse essere difesa anche all’interno della
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stessa RAI, compito che mi assunsi spontaneamente pur nel rispetto delle competenze
e della professionalità dei miei interlocutori
istituzionali, essendo assolutamente convinta
che il notevole sforzo di "svecchiamento" che
si chiedeva alla RAI nei rapporti
Convenzionali avrebbe alla fine ripagato sia
l’Azienda che la committente Presidenza del
Consiglio.
Nel perseguire questo obiettivo che determinò una vera ristrutturazione del settore sia
per quel che riguardava le trasmissioni
radiofoniche in Onde corte per l’estero, che
per le trasmissioni televisive che seguirono in
attuazione della legge 103/75, fui efficacemente coadiuvata da splendidi personaggi,
quali Nerino Rossi e Giulio Cattaneo; l’elenco potrebbe continuare, ma temendo di
omettere nomi altrettanto eccellenti per professionalità e intelligenza, preferisco lasciarli
nella sfera dei miei ricordi personali.
Fu così che la Direzione Servizi Giornalistici
e Programmi per l’Estero iniziò a confezionare programmi radiofonici e televisivi destinati a stazioni estere, differenziati per aree di
destinazione, i cui contenuti spaziavano dagli
aspetti economico-sindacale e previdenziale
legati al potenziale rientro in Italia dei nostri
connazionali, a programmi di carattere culturale, rubriche musicali, sport ecc, nonché
brevi filmati quali importanti contributi italiani al cinegiornale della CEE "Image
d’Europe" destinato ai paesi ACP e dedicato
ai temi dello sviluppo oltreché all’immagine
dell’Europa comunitaria.
Quante battaglie sostenute nelle riunioni
mensili a Bruxelles, cui ho voluto continuare
a prendere parte anche dopo la nomina a
Direttore Generale che, se possibile, ha
rafforzato il mio indomabile senso dello
Stato, affiancata dai giornalisti Toselli e poi
Verde, impegnati come me a difendere il
punto di vista italiano sugli obiettivi da raggiungere e sui filmati realizzati dai bravi
Pistola, Innocenti e altri.
Ma mentre scrivo queste brevi righe, mi
viene in mente un altro episodio bizzarro dal
quale scaturì l’importante iniziativa di realizzare Corsi televisivi di lingua italiana differenziati per utenti delle lingue inglese, francese, spagnola e araba, per i quali si registrò
un immediato interesse da parte di moltissime emittenti estere: perfino il Giappone
chiese di poter disporre del Corso per trasmetterlo con una breve introduzione esplicativa in lingua giapponese.
Ma veniamo alla circostanza che ha dato origine all’iniziativa.
Fu per puro caso che venni in possesso di
una videocassetta contenente alcune lezioni
di un corso di italiano realizzato, non ricordo
per conto di chi, in un paese europeo.
Alcune scene si svolgevano in un Circo dove
soltanto i Clown si esprimevano in lingua italiana, dileggiati da tutti, spintonati e malmenati mentre il pubblico divertito rideva di
loro come in genere accade in tali circostanze.
Ma la mia suscettibilità è stata messa a più
dura prova quando in un’altra "lezione"
entravano nella scena personaggi che volevano rappresentare Garibaldi e il re d’Italia che
in sostanza si giocavano a scacchi la sorte
della nostra penisola.
Farne vedere qualche tranche in amicizia ad
un collega del Ministero degli Affari Esteri e
proporre alla RAI di realizzare un nostro
Corso di italiano fu affare di qualche ora,
perché l’idea piacque subito e partì l’iniziativa il cui successo fu tanto rilevante che negli
anni i Corsi furono ampliati, aggiornati, estesi ad utenti di altre lingue.
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Ma i diretti interessati, ossia gli italiani all’estero, cosa pensavano dei notevoli cambiamenti che la RAI affrontava in quegli anni
per dare dell’Italia un’immagine veritiera e
più ampia possibile, quando l’utilizzo del
satellite era solo sperimentale per trasmettere il TG1 nazionale a Toronto e a New York
nonché per raggiungere il Belgio con la
prima rete televisiva?
Prendendo parte alle Conferenze intercontinentali che via via venivano organizzate nelle
varie aree geografiche, la cui valenza di
"osservatorio" assolveva un’incisiva funzione
di monitoraggio utile anche agli stessi operatori dell’informazione fuori dell’Italia, fornendo loro un’ottima occasione di scambio
di esperienze professionali, mi piaceva esplorare dal vivo opinioni, valutazioni, aspettative, a conferma o meno delle relazioni ufficiali basate sulla copiosa corrispondenza cartacea sviluppata dalla RAI e dalla stessa
Presidenza con i nostri connazionali.
Se ne ricavava inoltre un feed-back prezioso
per gli esponenti del mondo politico / istituzionale direttamente interessati.
Da queste esperienze ho tratto, se ancora
occorreva, la profonda convinzione dell’assoluta necessità che si dovesse contribuire ad
accelerare il processo di "avvicinamento culturale" in senso lato degli italiani fuori
dell’Italia al nostro paese, per mantenere
vivo un legame già istintivamente fortissimo.
Mi si affollano in mente episodi singolari
legati a situazioni a dir poco curiose: un coro
improvvisato quanto approssimativo nelle
parole e nelle note di canzoni popolari italiane cui ho ovviamente partecipato in un pullman durante un trasferimento logistico a
Toronto: avevo volentieri rinunciato alla
macchina cortesemente riservatami per
rimanere vicina ai nostri amici che ci aveva-
no accolto con tanto entusiasmo.
Cene organizzate nei Circoli degli italiani
all’estero con consegna di targhe-ricordo,
dediche poetiche anche… in musica a New
York, San Paolo, Berlino, come a Cape Town
o a Sidney ma anche qui in Italia in occasione del Convegno di Montesilvano.
La richiesta da parte di tutti: sempre maggiore attenzione e considerazione da parte della
RAI nel desiderio di partecipare in tempo
reale alla vita del nostro paese.
Concludo questi brevi pensieri lasciando
volutamente ad altri il compito di percorrere
i quarant’anni di storia della Direzione
Servizi Giornalistici e Programmi per
l’Estero, trasformatasi e adeguatasi ai tempi
nella struttura e nella denominazione raccontando i prestigiosi traguardi raggiunti che
peraltro sono sotto gli occhi di tutti.
Ho scelto invece di riprendere dal fondo dei
miei ricordi personali qualche spunto di
testimonianza diretta e verace, che spero
contribuisca in qualche modo a far comprendere a chi non ha vissuto quelle esperienze,
quanto grande sia stato l’impegno di coloro
che hanno dato inizio alla "grande avventura".
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Eravamo una
ventina, ma
molto motivati
di Luigi Bencetti
Vicedirettore
RAI International
fino al 1998
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Trentacinque anni in RAI, vissuti tutti (salvo
una brevissima parentesi) nel mondo affascinante delle trasmissioni per l'estero è stato
per me un motivo di orgoglio professionale.
Ho creduto in questa missione: informare gli
italiani all'estero, esportare il nostro grande
patrimonio culturale, far conoscere l'Italia
sotto molteplici aspetti al mondo intero, dare
notizie là dove arrivavano distorte o non arrivavano (c'era ancora la cortina di ferro).
Il mio interesse risale al 1960, quando ero il
diretto collaboratore del sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, on.
Giovanni Giraudo, con delega ai Servizi
Informativi della Presidenza stessa. Capo dei
Servizi era il dottor Gilberto Bernabei, un
vero servitore dello Stato, di grande valore
professionale, che mi introdusse nella conoscenza delle trasmissioni ad Onda corta che
lo Stato inviava attraverso i trasmettitori della
RAI di Prato Smeraldo. Un corpo di traduttori preparava i testi (rivisti da funzionari
dello Stato) nelle principali lingue, ma anche
in quelle meno conosciute, per raggiungere
tutto il mondo. Le trasmissioni erano un’eredità del Minculpop (Ministero della Cultura
Popolare) del tempo del fascismo e servivano
in gran parte per propaganda politica, specialmente nell'imminenza dell'ultimo conflitto mondiale.
Nel 1960 i notiziari avevano già altro carattere, ma l'allora presidente del Consiglio,
Amintore Fanfani, si rese conto che l'informazione giornalistica doveva essere gestita
non dallo Stato ma dall'ente preposto a questo compito, la RAI. Il sottosegretario
Giraudo e l'allora direttore generale della
RAI, Ettore Bernabei, attraverso un gruppo
misto di lavoro stesero la Convenzione StatoRAI del 1962, tuttora vigente, con la quale fu
costituita una nuova direzione dell'ente
radiotelevisivo, la Direzione Servizi Informativi
per l'Estero.
Il 1° aprile 1962 la neonata Direzione
cominciò la sua attività in via Po, sotto la
direzione di Delio Mariotti, vice direttore
Carlo De Biase e capo redattore unico
Francesco Casa.
Quanta strada percorsa e quanto lavoro di
tutti perché da una direzione di servizi, non
testata, pur avendo un corpo redazionale, si
arrivasse all'attuale RAI International!
Nella convenzione Stato-RAI fu stabilito
anche il passaggio di personale della
Presidenza del Consiglio alla RAI e così
anche per me iniziò l’avventura giornalistica
in RAI, nella redazione notturna. Curavo in
particolare i tre notiziari in inglese, francese
e tedesco per il "Notturno italiano", mentre
quello in italiano veniva redatto in via del
Babuino dalla redazione del Giornale Radio
per competenza, perché il "Notturno" era
irradiato anche in Onda media e, quindi,
ascoltato sul territorio nazionale.
Eravamo una ventina di giornalisti, molto
motivati, anche se troppo pochi per il numero delle trasmissioni che coprivano le ventiquattro ore, in ventisei lingue.
Inoltre, era necessario elaborare le notizie
per renderle più comprensibili ad ascoltatori
stranieri, desiderosi di conoscere l'Italia, ma
il più delle volte lontani dal contesto in cui
potevano maturare determinati avvenimenti.
Anche gli italiani all'estero in quegli anni
non avevano possibilità di avere molte notizie dall'Italia ed era necessario informarli,
dando, però, tutte le chiavi di lettura per
seguire il rapido sviluppo culturale ed economico dell'Italia degli anni '60.
Fu il tempo delle prime rivendicazioni sindacali per dare dignità ad un lavoro giornalistico specializzato, spesso poco conosciuto o
111
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mal valutato anche nella stessa RAI. Era di
quegli anni la battuta "ti mando all'Onda
corta" o, peggio, considerare la Direzione
Servizi Informativi per l'Estero come la
"Caienna".
Può sembrare di pessimo gusto ricordare
questi giudizi negativi mentre celebriamo un
avvenimento di alto profilo nella storia della
RAI: lo ricordo, invece, perché la determinazione, la passione e soprattutto la professionalità di quei pochi giornalisti di allora, uniti
ai traduttori, tecnici e impiegati resero possibile un ribaltamento completo della situazione, tanto che nel 1975 la nuova Direzione dei
Servizi Giornalistici e Programmi per l'Estero
era finalmente "testata giornalistica" e unificava informazione e programmi sia radiofonici che televisivi.
Quando si cerca di andare un poco indietro
nel tempo e mettere insieme alcuni ricordi si
rischia di banalizzare il tutto, limitandosi ad
alcune date e segnalando i passaggi più significativi. Ma dietro c'è la vita delle persone, ci
sono gli anni trascorsi nell'impegno di dare
alla RAI pari dignità con gli altri Paesi nel
campo delle trasmissioni per l'estero. Quanti
episodi... mi limito a ricordare che la RAI
con le sue trasmissioni ad Onda corta diede
per prima la notizia dell’invasione della
Cecoslovacchia da parte dei carri armati
sovietici, grazie a un suo traduttore cecoslovacco che captò una trasmissione radiofonica
del suo paese.
E in tempi più recenti l'aiuto chiesto da
alcuni ascoltatori polacchi di spiegare bene
nei nostri notiziari gli obiettivi e l'azione di
un sindacato, perché, pur essendo nato
"Solidarnosc", non si aveva alcuna esperienza sindacale.
Dicevo prima che l'impegno di tante persone
ha reso possibile che quel piccolo seme delle
trasmissioni ad Onda corta desse frutti
abbondanti, che oggi celebriamo. Sarebbe
doveroso ricordare ad uno ad uno i tanti
lavoratori che hanno dato il meglio di sé
nella fedeltà all'Azienda, ma mi limito a
ricordare i direttori, perché ognuno con le
sue proprie caratteristiche ha dato impulso
alle varie trasformazioni.
Dopo Delio Mariotti, che seppe gestire il
delicato passaggio delle trasmissioni dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri alla
RAI, fu direttore Luciano Guaraldo, che con
determinazione portò avanti la prima ristrutturazione interna della Direzione, grazie
all'appoggio dell'allora direttore della
Direzione Centrale dei Servizi Giornalistici
Mimmo Gennarini, che ben comprese l'importanza strategica di questo settore della
RAI.
Fu costituita per la prima volta la Segreteria
di Redazione, fu eletto il primo Comitato di
Redazione e nel 1969 la Direzione si trasferì
da via Po a via del Babuino, dove c'era il
Giornale Radio.
Con la riforma della RAI del 1975 primo
direttore della nuova Direzione dei Servizi
Giornalistici e dei Programmi per l'Estero
(DE) fu Nerino Rossi, che si trovò ad operare gestendo una seconda Convenzione con la
Presidenza del Consiglio dei Ministri e con
nuove acquisizioni di notiziari giornalistici e
programmi, che erano curati da altri settori
della RAI. Fu poi direttore Giulio Cattaneo,
uomo di cultura, scrittore, che da una parte
si trovò a dover consolidare quanto era ormai
patrimonio della nuova Direzione e dall'altra
a dare nuovo impulso alle trasmissioni culturali, secondo le linee della nuova
Convenzione per la diffusione della cultura e
della lingua italiana nel mondo.
La direzione di Giorgio Brovelli, giornalista
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parlamentare, proveniente dal GR2, si caratterizzò per un "taglio" giornalistico più
moderno ed agile (servizi brevi), dando così
un’informazione più ampia possibile. Con lui
la Direzione si trasferì da via del Babuino a
Saxa Rubra, insieme con le altre testate giornalistiche.
Fu però in questo periodo che la Direzione
Servizi Giornalistici e Programmi per l'Estero
corse il rischio di essere molto ridimensionata e forse abolita per altre linee editoriali del
nuovo Consiglio di Amministrazione. Nel
1994 fu dato un "interim" a Pietro
Vecchione, che però cercò di rivitalizzare la
programmazione per l'estero con una nuova
linea editoriale.
Nel 1995 un altro Consiglio di
Amministrazione, presieduto da Letizia
Moratti, diede nuovo impulso al settore per
l'estero: nacque RAI International, con l'obiettivo di rilanciare informazione e programmazione per l'estero. Nuovo direttore
Angela Buttiglione, con una notevole esperienza professionale e sopratutto tanta determinazione nel rilanciare la RAI all'estero.
Io, che ero già vice direttore da alcuni anni,
ebbi l'opportunità di rivivere quell'entusiasmo iniziale del 1962. Fu potenziato l'organico, fu riscritta la Convenzione con la
Presidenza del Consiglio dei Ministri del
1975, furono presi nuovi contatti con le
comunità italiane all'estero, trasmettendo
con l'aiuto del satellite.
Dopo due anni il nuovo Consiglio di
Amministrazione, presieduto da Enzo
Siciliano, nominò Roberto Morrione nuovo
direttore. Morrione, anche lui con una vasta
esperienza professionale ed entusiasmo per
questo nuovo incarico, continuò sulla strada
aperta da Angela Buttiglione, ovviamente
con il suo stile e la sua fantasia.
Ho un ricordo molto bello di questi miei ultimi anni in RAI, perché si è trattato di gettare le basi per una nuova RAI per l'estero. Sia
con Angela Buttiglione, sia con Roberto
Morrione si è lavorato in équipe, senza limiti
di orari, potenziando organici, creando
nuove trasmissioni e sopratutto rilanciando
l'idea di base di una RAI ambasciatrice
dell'Italia nel mondo.
Oggi, sotto la guida del direttore Massimo
Magliaro, anche lui con tanti anni di vita professionale alle spalle, RAI International vive
la sua missione con autorevolezza in RAI e
fuori nel mondo. Ne sono testimone, perché
oggi sono io un italiano residente all'estero.
Da due anni, come diacono della Chiesa di
Roma, sono missionario con mia moglie in
Perù, all'estrema periferia di Lima in mezzo
alle baraccopoli, e. con altri italiani residenti
qui da anni manteniamo i contatti con la
Patria grazie al servizio di RAI International.
La RAI con la sua programmazione per l'estero compie una missione di alto profilo
perché tiene vivi i legami con le nostre
comunità all'estero e aiuta le giovani generazioni discendenti da italiani a non perdere le
radici.
Diffonde nel mondo la lingua e la cultura italiana, contribuendo a rafforzare quei principi
di libertà e di giustizia che sono aspirazione
comune di tutti i popoli.
Ricordare quarant'anni di trasmissioni per
l'estero da parte della RAI significa prendere
atto di quanto fatto finora, ma per puntare
più in alto.
Il papa Giovanni Paolo II invita con forza
tutti gli uomini di buona volontà a costruire
un mondo più giusto, dove ci siano sempre
meno disuguaglianze sociali, dove possa
regnare concretamente la pace; la RAI, gra-
115
zie al suo patrimonio professionale, può contribuire con le sue trasmissioni per l'estero a
rafforzare questi sentimenti comuni a tutti gli
uomini. Questa celebrazione è una grande
opportunità per proseguire con maggiore
convinzione la missione propria di chi sa
mettere la sua professionalità al servizio dell'umanità perché prevalgano i valori comuni
a tutti gli uomini.
116
Ho diretto la Direzione Servizi giornalistici e
Programmi per l’Estero (sigla DE =
Direzione Esteri) per quasi cinque anni, dal
dicembre 1975 all’ottobre 1980.
La DE era una delle tante novità della grande riforma della RAI che aveva moltiplicato
le testate giornalistiche: tre telegiornali e tre
giornali radio.
Fu, in quell’occasione, che anche l’attuale
RAI International diventò, per la prima volta,
una testata giornalistica. Una promozione
che però dovetti difendere con tutte le mie
forze. Infatti, nella Conferenza dei Direttori
di Testata (un’altra novità, che funzionò per
qualche anno con competenze di notevole
portata riguardanti le Sedi regionali e gli
Uffici di corrispondenza dall’estero) non fu
facile superare l’incredulità dei colleghi
Direttori.
Per la verità, la DE era diventata anche una
Rete, sia pure di dimensioni limitate. Per la
prima volta comprendeva, infatti, ben quattro settori: l’informazione radiofonica,
l’informazione televisiva, i programmi
radiofonici, i programmi televisivi. E in effetti era distribuita in ben quattro Sedi: Via del
Babuino (dove avevo stabilito la Direzione),
Via Teulada, Via Po, Via Col di Lana.
Insomma la Riforma aveva valorizzato non
poco le vecchie Onde corte (così venivano
chiamati nel gergo aziendale i precedenti
Servizi per l’Estero) dove, per un paio di
anni, dal 1967 al 1969, ero stato
Condirettore.
Nel corso degli anni mi adoperai molto,
superando non poche resistenze, per aumentare gli organici.
Riuscii comunque a portare l’organico dei
giornalisti a 48 unità. I miei principali collaboratori erano due Vicedirettori giornalistici,
1975. Inizia la
nuova avventura
di Nerino Rossi
Direttore DE
dal 1975 al 1980
117
118
il Responsabile dei Programmi radiofonici, il
Responsabile dei Programmi televisivi e un
Assistente, oltre al Responsabile per il
Personale e l’Amministrazione. Non mancai,
naturalmente, di fare delle adeguate promozioni.
Fra le varie iniziative andate in porto ricordo,
con particolare piacere e soddisfazione, il "Il
Giornale della Mezzanotte". Veramente, a
Viale Mazzini, non trovai il dovuto sostegno:
mi pronosticarono un sicuro insuccesso.
Invece la formula funzionò, eccome. Non
facemmo, infatti, l’ultimo giornale-radio
della giornata, ma un giornale che riassumeva tutte le notizie delle ultime ventiquattr’ore. Per di più era diffuso in Onda media: era
bastato un ritocco all’impianto di Milano per
superare le Alpi e dilagare in buona parte
d’Europa. In breve, l’ascolto era possibile in
un vastissimo trapezio: Londra–Varsavia,
Algeri–Il Cairo. In particolare in Italia godevano di una notevole, insperata, massa di
ascoltatori; attirati da un’informazione completa (e obiettiva!) che comprendeva, ripeto,
l’intera giornata. Fra l’altro, ero anche riuscito a strappare alla Rete Radio la mezz’ora
dalle 23.30 alle 24.00, che venne utilizzata
come trasmissione-traino. Ma va anche detto
che per "giustificare" un vero e proprio giornale radio a mezzanotte, approfittai di un
aggancio tecnico a un brevissimo notiziario
di cinque minuti già esistente a quell’ora.
Partimmo così con un giornale di poco meno
di un quarto d’ora, per finire, di lì a poco,
passo dopo passo, con un notiziario definitivo di circa mezz’ora. E a questo punto Viale
Mazzini non fiatò: "Il Giornale della
Mezzanotte" era cosa fatta.
Ovviamente mi sforzai di potenziare anche
tutti gli altri settori della Direzione, cercando
di sanare i vecchi mali della diffusione, della
distribuzione dei programmi in cassetta, dei
rapporti con le emittenti dell’Europa, del
Nord e Sud America e dell’Australia che captavano e irradiavano sul territorio le nostre
trasmissioni. Infine ponemmo le basi per un
ascolto differito dei telegiornali italiani a
New York.
119
Un sogno lungo
40 anni
di Antonio
Ciampaglia
Vice direttore DE
dal 1976 al 1990
120
Il Babuino come Strand Street, Roma come
Londra, la RAI come la BBC, un canale
internazionale per portare nel mondo la voce
e l'immagine dell'Italia. Sotto l'ala di questa
ambizione è corso per interi decenni l'impegno professionale di quanti ai vertici della
struttura RAI per l'estero hanno vissuto con
passione l'esperienza di quella che aveva per
sigla DE (Direzione per l'Estero), nata
appunto 40 anni fa con mezzi e risorse assai
esigui, tali da costringere quotidianamente
quanti se ne occupavano a fare le classiche
"nozze con i fichi secchi". Per mettere assieme un numero assai esteso di notiziari in
Onda corta e di programmi registrati, sia
radio che televisivi per le nostre collettività
in Europa ed oltre Oceano. Un apporto
importante veniva alla produzione informativa per l'estero dagli annunciatori-traduttori
di madrelingua e non era infrequente annoverare tra di essi personaggi di spicco dell'emigrazione politica soprattutto dai paesi dell'est europeo, del cosiddetto socialismo reale,
che condividevano con noi al tempo stesso
frustrazioni e speranze, nel desiderio comune di fare della Direzione per l'Estero - in un
primo tempo dei "Programmi per l'Estero"
(in seguito più correttamente dei "Servizi
Giornalistici e Programmi per l'Estero") - il
sospirato canale internazionale dell'Ente
Radiotelevisivo pubblico. Nelle sale del
piano ammezzato al Babuino si realizzava già
almeno in parte quel sogno di fare della DE
il "salotto buono" della cultura e dell'informazione internazionale, in ciò propiziati
dalla vanità o dall'orgoglio di aver sede nella
strada forse più esclusiva del centro di Roma.
Intanto mano a mano la Direzione per
l'Estero si caricava di nuovi impegni. Se sin
dall'inizio aveva curato le trasmissioni del
Notturno si accollò poi la non lieve incom-
benza di fare da saldatura informativa sull'intero arco dalle 24 alle 6 del mattino che si
apriva con la ricca edizione del Giornale
della Mezzanotte, puntuale sintesi della giornata appena conclusa e proiezione di quella
successiva. Irradiati in OM oltre che in MF,
tali programmi, per la favorevole congiuntura tecnica della più ampia propagazione delle
onde radio nelle ore della notte, divenivano
la vera voce diretta dell'Italia in un ampio
bacino di ascolto: dall'Africa settentrionale al
Centro-nord Europa, alla fascia balcanica e
così via. Insomma cominciava a riempirsi di
contenuti veri il sogno tutto "british" di
essere quasi una BBC.
Chi scrive ha trascorso più di due lustri al
vertice della Direzione per l'Estero (prima di
avere la responsabilità del GR3) senza sottrarsi allo sforzo, fatto anche in prima persona, che l’intera struttura compiva nel tentativo di fare finalmente quel salto di qualità che
programmi e informazione per l'estero meritavano.
In un azienda soffocata da "lacci e lacciuoli"
si cercava di sottrarsi alla morsa della ristrettezza delle risorse finanziarie umane e tecniche. Quante volte si era parlato, purtroppo
inutilmente, di rivedere, ampliare impianti e
trasmettitori sempre più obsoleti dinanzi al
progresso assai rapido in questo campo, dai
ponti-radio ai primi esperimenti satellitari
sia RF che Tv. Discorsi, riunioni, progetti
portati a confronti anche aspri nell'azienda
che quasi sempre si rivelavano inutili poiché
le scelte di fondo dell'azienda non puntavano
su questo settore come opzione strategica,
nonostante anche le ragioni del marketing lo
consigliassero. La concezione burocratica
aveva la meglio nell'"imbalsamare" quel
tanto o poco che c'era. Dopo la sperimentazione delle cosiddette "fasce orientate"
121
(accanto all'informazione generalista e agli
aggiornamenti, i quattro turni orari venivano
destinati ciascuno ad un settore: OC, ritrasmessi via cavo, Giornale della Mezzanotte,
notiziari della Notte Lunga), le mie proposte
si tradussero in un piano più articolato, il
"Progetto Giano". Esso faceva appunto leva
sulla doppia valenza della produzione della
Struttura: per l'Estero e per l'Interno (durante le ore notturne). Larga sottolineatura assumeva in questo progetto la politica del made
in Italy, essenzialmente sul piano della cultura e delle tradizioni del nostro Paese che
oltretutto si stava affiancando in quegli anni
alle nazioni più industrializzate del mondo,
occupandone il quinto posto. Per la prima
volta nel Progetto Giano, che risale alla fine
del 1988, la Struttura per l'Estero veniva battezzata "RAI International". Non era un fatto
solo nominalistico, si mettevano viceversa i
paletti perché quel sogno e quella ambizione
potessero diventare realtà. Forse resta ancora
qualche tratto di strada da fare ma indubbiamente il traguardo di essere la "piccola BBC
italiana" è oggi meno velleitario.
122
Per quanto riguarda la Direzione dei servizi
giornalistici e dei programmi per l’estero si
prende qui in considerazione il decennio dall’autunno del 1980 a quello del 1990.
L’impostazione dei servizi giornalistici era
rinnovata con l’ordinamento delle fasce
orientate in tre compartimenti distinti. La
prima, a cura della redazione del mattino, era
orientata sull’Onda corta; la seconda, realizzata dalla redazione del pomeriggio, comprendeva le trasmissioni via cavo messe in
onda da stazioni europee e d’oltre oceano; la
terza, propria della redazione notturna, si
riferiva all’Onda media con il "Giornale della
mezzanotte" e le informazioni notturne rivolte all’interno ma con largo ascolto europeo
compresa la Scandinavia, nel bacino del
Mediterraneo e oltre, con riscontri anche
nell’Africa equatoriale.
A un rinnovamento strutturale si aggiungeva
una trasformazione nei contenuti. In particolare le emissioni in lingue straniere puntavano su una notizia-base commentata, dal fatto
politico o di cronaca quotidiana capace di
conservare una validità per una durata di
quindici ore se non addirittura di ventiquattro. Non più pastoncini o notizie minute,
anche se curiose, che all’estero non avrebbero potuto avere risonanza, ma echi, riflessi,
interpretazioni italiane di grande spicco.
L’informazione era differenziata per quattro
grandi aree culturali: Europa occidentale,
Europa orientale, Africa e bacino del
Mediterraneo, Americhe. Si teneva conto
dell’interesse dell’Europa occidentale per la
cultura e le arti, dell’attenzione nell’Est europeo per le valutazioni italiane dei problemi
politici, sociali ed economici del mondo di
allora, del particolare rilievo dato nei Paesi in
via di sviluppo al progresso tecnologico e
all’attività industriale italiana, della conside-
La DE negli anni
ottanta
di Giulio Cattaneo
Direttore DE dal
1980 al 1990
123
124
razione nell’America del Nord per la tenuta
del nostro Paese, dell’incremento dei fattori
produttivi, del movimento della Borsa e della
vita culturale e, quanto all’America del Sud,
delle linee generali della politica italiana, dei
fatti più clamorosi della cronaca, delle notizie sui personaggi noti nei Paesi dell’America
Latina. Punti di riferimento sono quindi, da
una parte la vastità della platea d’ascolto,
dall’altra, per i notiziari in lingua italiana, le
richieste di informazione dei nostri connazionali che risiedono e lavorano all’estero:
l’emigrazione o meglio il lavoro italiano nel
mondo, l’Europa come prospettiva di collaborazione comunitaria con la tendenza ad
allargarsi a sud, nel bacino del Mediterraneo,
la voce dell’Italia sui maggiori problemi
interni e internazionali da diffondere dovunque.
La struttura di Programmazione delle trasmissioni culturali e ricreative si adeguava
all’evoluzione dei programmi che si era
andata progressivamente imponendo sulle
reti della RAI della seconda metà degli anni
Sessanta e in seguito alla riforma del 1975.
Questa trasformazione aveva portato al passaggio da una radio scritta a una radio prevalentemente parlata con la conseguente
soluzione del problema, lungamente discusso, del linguaggio radiofonico. Si era assecondato inoltre il trapasso da una impostazione saggistica delle trasmissioni, basate
all’origine su testi che potevano essere utilizzati senza modifiche per la pubblicazione in
riviste specializzate o raccolti in volume, a
vere e proprie inchieste, avvicinando e spesso fondendo informazione culturale e informazione giornalistica. La Struttura si impegnava quindi in un’attenta revisione dei programmi, intensificando il rapporto con il
mondo della cultura e considerando le situa-
zioni particolari, ciascuna con una sua storia,
degli italiani all’estero.
Si differenziarono i messaggi secondo la
varietà delle loro destinazioni, rivolgendosi a
comunità grandi e piccole, molto diverse tra
loro.
Per evitare le dispersioni in un numero
eccessivo di titoli, i programmi culturali e di
contenuto sociale su Onda corta furono raggruppati in dieci contenitori corrispondenti a
una ripartizione, sia pure non rigida, per
materie: storia, letteratura, scienza e tecnica,
economia, corsi di lingua, turismo, folclore,
oltre ad una serie di trasmissioni, spesso in
rapporto a richieste di ascoltatori, su aspetti
del costume o su temi di varietà culturale difficilmente classificabili entro discipline delimitate. I cicli su problemi del lavoro, della
casa, della famiglia, della scuola, delle donne,
dei giovani, degli anziani in Italia e fuori,
fecero parte, insieme a rubriche di consulenza legale e assistenziale, di due contenitori. I
programmi culturali e ricreativi avevano
spesso una forma spettacolare attraverso
dibattiti e inchieste. Nei due spazi settimanali sulla prima e la seconda rete erano trasmessi rispettivamente "Teatrino", con la
partecipazione di scrittori interessati alle
varie forme di spettacolo, e "Buonanotte
Europa", visite a città italiane di noti poeti,
narratori, esperti del mondo della cultura e
dello spettacolo. Fra le collocazioni quotidiane del "Notturno Italiano", in Onda media
fra le 23.30 e le 24.00 prima del "Giornale
della Mezzanotte", erano trasmesse esplorazioni dell’Italia regionale, indagini sulla
realtà dell’emigrazione e del lavoro italiano
all’estero, dibattiti sulla vita della cultura e
dello spettacolo, programmi musicali in rapporto a motivi culturali e sociali, discussioni
sui grandi temi del tempo.
125
126
Il piano della programmazione della DE non
è sempre stato lo stesso negli anni Ottanta.
Le trasmissioni in Onda media ad apertura
del "Notturno Italiano" furono completamente rinnovate nell’impostazione col titolo
"Dove il sì suona": non più cicli di programmi monografici, ma un avvicendamento di
interventi brevi su soggetti diversi. Fu annullata in questo modo la rigidità dello schema
precedente eliminando lo svantaggio di un
tema discusso in più riprese da una settimana all’altra data l’inevitabile discontinuità
dell’ascolto. Per cinque sere si trattavano gli
argomenti propri del "Notturno": il lavoro
italiano nel mondo, l’Italia che cambia nella
struttura sociale, la ricognizione del Paese in
tanti luoghi suggestivi poco frequentati, la
letteratura e lo spettacolo nelle novità, negli
anniversari e ricorrenze, la musica classica e
la musica di oggi nelle espressioni di maggiore interesse, sempre a confronto con
realtà europee. Il presentare tutto questo a
piccole dosi quotidiane con la possibilità, in
alcuni casi, di illustrarne più aspetti da un
giorno all’altro invece che di settimana in
settimana, corrispondeva alle esigenze di
movimento in un programma di largo ascolto. Fra i motivi di alleggerimento all’interno
di una stessa trasmissione la musica, il comico ieri e oggi, piccole antologie di registrati,
campioni di spettacolo a confronto (opera
lirica, rivista, commedia musicale). Nelle
altre due sere il programma era dedicato ai
giovani (caratteri di una generazione, problemi, prospettive) e all’incontro con un personaggio di prestigio (uno scrittore, uno studioso, un uomo di spettacolo) sui temi di varietà
culturale e in particolare sulle sue predilezioni musicali. Ogni tanto collegamenti fra
luoghi d’Italia e comunità italiane all’estero,
soprattutto in Europa.
Nel frattempo erano stati rinnovati i modi
dell’informazione, a cominciare dal
"Giornale della mezzanotte" con una prima
parte più agile, fornita di una maggiore
quantità di notizie e con l’introduzione di
rubriche di interesse popolare dedicate, fra
l’altro, alla medicina, alle nuove tecnologie
nelle loro applicazioni pratiche, all’ecologia
e, per motivi di alleggerimento, alla musica,
allo spettacolo, alle arti, al costume. In chiusura erano messi in rilievo i due o tre fatti del
giorno più rilevanti e dal significato più complesso.
Si era rafforzata intanto l’informazione notturna che poté contare su un gruppo di giornalisti, quasi una redazione (il numero dei
giornalisti era notevolmente aumentato).
Da notare anche l’introduzione di
Stereonotte, rivolto ad un pubblico giovanile
con una scelta di musiche rock, di pop music,
di jazz di alta qualità, che contrastava efficacemente la concorrenza delle radio private.
La produzione televisiva giornalistica e dei
programmi era piuttosto limitata, ma, dopo la
metà degli anni Ottanta, si è realizzato in
parte il progetto di uscire da una attività di
piccoli contributi per una programmazione
rivolta a grandi aree geografico-culturali,
puntando su alcune iniziative che non avevano equivalenti nei telegiornali e nelle reti
nazionali. Fra queste i collegamenti diretti
via satellite da luoghi d’Italia e Paesi oltre
oceano, promossi e attuati dalla Struttura di
Programmazione.
Nel frattempo si rinnovavano le trasmissioni
giornalistiche, trasformate nell’impostazione
e nei contenuti con un’attenzione nuova al
lavoro italiano all’estero e con un deciso
impegno europeistico, assecondando le
richieste delle comunità italiane e delle emittenti straniere che mettevano in onda i nostri
127
programmi. Anche i servizi e gli speciali
distribuiti negli Stati Uniti, nel Canada, in
Australia e in America Latina si riproponevano con caratteri diversi. In particolare un
quindicinale del tutto nuovo, "Filo diretto
Italia", diffondeva informazione sciolta e
agile su avvenimenti italiani nei Paesi latinoamericani soprattutto nel campo della cooperazione.
Verso la fine del decennio il servizio televisivo giornalistico era sostituito da una redazione, con l’aumento dell’informazione quotidiana e nuovi contributi.
Rimanevano irrisolti o in sospeso alcuni problemi, per l’indifferenza della classe politica
alla diffusione dei nostri programmi all’estero: l’insufficienza dell’Onda corta (dati i
pochi e deboli trasmettitori) inconfrontabile
con la potenza dei mezzi in Inghilterra, in
Francia e in Germania. Si aggiungevano i
limiti della produzione televisiva nonostante
i miglioramenti nell’ultima fase del decennio,
alla vigilia dell’era dei satelliti.
128
Settembre 1996, gennaio 1999, quasi tre
anni a RAI International. Un fiume di ricordi che si inseguono sul filo di due sentimenti contrastanti, non sempre conciliabili: la
certezza di aver lavorato bene, di aver
costruito qualcosa, l’amarezza di averla dovuta lasciare incompiuta. Come un bellissimo
castello sulla riva sommerso da un’imprevista onda anomala prima di essere terminato,
ma quando sono già state gettate le fondamenta, costruite mura e torri. Per questo preferisco di solito non parlare, né tanto meno
scrivere di quegli anni.
Tre anni
memorabili
di Roberto
Morrione
Direttore RAI
International dal
1996 al 1999
Ho ritenuto questa volta di fare un’eccezione
per spirito aziendale, per coloro che hanno
condiviso con me questa esperienza, per le
persone di RAI International che continuano
a farmi avere segnali della loro stima.
Qualche frammento positivo di memoria e di
riflessione, dunque. L’altra storia richiederebbe (e forse prima o poi otterrà) altra sede
e altra analisi, che non si addicono ai colori
della festa.
RAI International era il frutto di una intuizione della Presidente Letizia Moratti, che
aveva capito come dalle antiche strutture
produttive, sclerotiche e marginali, occorresse passare a una moderna proiezione internazionale, cercando di raggiungere e unificare, soprattutto con la televisione, l’enorme
potenziale della diaspora italiana.
Prima della mia, c’era stata la direzione di
Angela Buttiglione, che aveva già portato
cambiamenti, riorganizzando soprattutto la
redazione giornalistica. Angela aveva realizzato anche i primi incontri, molto difficili,
con comunità di lingua o origine italiana
129
deluse da precedenti assenze della RAI o
illuse da promesse di antenne miracolose che
nascondevano improbabili avventure tecniche e reali affari di qualcuno.
Il quadro inesistente della proiezione internazionale richiedeva evidentemente risorse e
partner, che erano stati individuati nella
società araba ART, con un complesso e controverso contratto.
Questo rapporto era sfociato in una costosa
controversia legale, che di fatto paralizzava
tra reciproche accuse l’avvio di un’organica
azione nel mondo.
Capii che questo era il passaggio decisivo, il
nodo gordiano per il salto internazionale,
insieme con la necessità di progettare in
grande, dotandosi di maggiori e più specifiche competenze nelle tecnologie e negli
scambi internazionali. Occorreva una squadra di specialisti.
Su mia esplicita domanda, il Direttore
Generale Franco Iseppi (e il C.d.A. di Enzo
Siciliano, che mi diede un ampio mandato)
escluse che potessero esserci altri partner
possibili e, non avendo la RAI alternative, mi
diede via libera per l’avventura con i compagni di viaggio arabi.
Allo stesso tempo composi la squadra, che mi
avrebbe affiancato nel grande gioco internazionale, aiutandomi sul terreno per me
nuovo degli scambi e degli accordi, del
marketing, delle tecnologie di diffusione
satellitare, confrontandosi in un intensissimo
lavoro progettuale.
130
Con me hanno più strettamente partecipato a
questo viaggio Vittorio Panchetti, Vittorione,
un Vicario dalle innumerevoli conoscenze
nell’audiovisivo di ogni continente; Giovanni
Celsi, stratega del marketing e delle trattative, buon amico e colto napoletano dalle mille
risorse; Glauco Benigni, cultore delle tecnologie, conoscitore del sistema delle TLC;
Carlo Orichuia, ideatore e organizzatore di
programmi e uomo di prodotto; Lorenza Lei,
dalle generosi doti di organizzazione, chiarezza, capacità di lavoro in squadra, alla
quale spetterà il compito delicato dei rapporti fiduciari con un Direttore Artistico d’eccezione quale Renzo Arbore. E come non
ricordare Franco Porcarelli, coordinatore dei
programmi televisivi e dei palinsesti, ideatore della mitica Giostra dei Gol e, nell’ultima
fase, Pasquale Santoli, di rara lucidità e correttezza manageriale, succeduto a Franco
Monteleone, che si era prodigato nei rapporti con il mondo della cultura; e Loredana
Rotondo, ai programmi radiofonici, dove
portò un segno di rinnovamento e di capacità
ideativa.
E come dimenticare i due uomini-chiave che
hanno contribuito alla veloce diffusione di
RAI International in America Latina,
Domingo Cutuli e Gustavo Spangenberg?
Oggi che sono scomparsi, non posso non
ricordare–insieme con il loro profondo senso
dell’onore, dell’amicizia, dell’ospitalità–come
pur dipendendo dall’organizzazione del partner arabo, il loro cuore battesse sempre per
la RAI.
A New York e in America Latina procedevamo intanto alla radicale riorganizzazione e al
rilancio di RAI Corporation, sfuggita per
poco a rischi di chiusura e affidata alla competenza gestionale di Mario Bona e Guido
Corso.
131
Tante le figure di quella felice stagione che
diedero contributi seri. Farò certamente torto
a qualcuno non citandolo, e me ne scuso fin
d’ora, ma non posso non ricordare Maurizio
Ferrise, Mario Vestri, Silvia Viglia, Antonella
Licini, ciascuno con compiti diversi ma eguale dedizione, capacità di dare discretamente.
E ci fu nello stesso tempo un grande lavoro
di gruppo nell’informazione giornalistica,
dove, senza mai abbandonare il terreno
radiofonico, che ebbe la sua parte di riorganizzazione e di progettazione, si ristrutturarono i format televisivi, si crearono nuovi
spazi e rubriche.
Così si introdusse e sviluppò l’inchiesta, su
temi anche scottanti o scomodi, mentre quella tipologia giornalistica scompariva in pratica dall’orizzonte del Servizio Pubblico.
Anche qui le qualità umane e professionali
della squadra che si andava formando furono
decisive.
Innanzi tutto quelle dei Vicedirettori giornalistici Luigi Bencetti e Franco Poggianti, con
storie diverse alle spalle, ma che si integravano perfettamente. La casa-madre della
Chiesa il primo, saggio e diplomatico, la
casa-madre storica della sinistra il secondo,
inquieto e creativo, ma entrambi fidati
mediatori e organizzatori. Li chiamavano "il
diavolo e l’acqua santa", incerti su chi si
identificasse nel primo ruolo…
132
Ora Luigi, in pensione alla RAI, è andato a
vivere in America Latina, fra i diseredati,
portandovi la sua fede, la volontà di aiutare il
prossimo. Forse era proprio lui l’acqua
santa…
Franco subisce invece un ingiustificabile
ostracismo rispetto alle sue capacità e al suo
grado, pagando le contraddizioni della RAI e
la "colpa" di non avermi tradito nei momenti dell’"onda anomala", difendendo il comune lavoro da attacchi ingiusti.
Dal TG2 arrivò, rispondendo al mio appello,
una delle persone umanamente e professionalmente più straordinarie che io abbia
incontrato nella variegata esperienza delle
redazioni: Marcella Sansoni. Con Fausto
Spegni, solido professionista di antico corso,
resse senza risparmio uno sforzo enorme.
Avvenne allora un investimento umano,
destinato a dare splendidi frutti, che in gran
parte tuttora crescono rigogliosamente dopo
le traversie che colpirono alla fine il viaggio,
essendosi innestati nel terreno di RAI News
24.
Su questo viaggio potrei scrivere un libro.
Chissà, un giorno forse… Mi limiterò qui a
pochi titoli di capitoli ben più sostanziosi.
Con quell’ininterrotto, faticosissimo tavolo di
trattativa con i partner arabi, coordinati dall’abilissimo Tarak Ben Ammar, mettendo
cocciutamente da parte rivalse e contenziosi,
che tuttavia sapevamo accumularsi fino a
una futura inevitabile rottura (ora in corso)
abbiamo portato la RAI in tre continenti, via
satellite e via cavo. Contemporaneamente, in
silenzio, costruivamo una futura "successione" autonoma nel ruolo di distribuzione dei
partner arabi, con area-manager legati alla
RAI, e altri partner pronti a subentrare nelle
Americhe, in Canada, in Australia.
Da New York e Los Angeles, a Toronto, a
Caracas e Buenos Aires, a Sidney, da Hong
Kong e Pechino a Johannesburg, la RAI è
133
entrata così per la prima volta in milioni di
case dove si parla italiano o si raccontano in
altre lingue memorie e culture del nostro
Paese.
Dalle "local news" degli USA in italiano e in
inglese, a quelle dell’America Latina in spagnolo e portoghese, all’università informatica
di Italica su Internet, al Progetto Cinema per
la promozione all’estero del cinema italiano.
E ci furono grandi dirette, spesso con successive riproposizioni su RAI 3, da Toronto in
collegamento con Belluno, da Merida nel
Venezuela, da Johannesburg in Sudafrica, da
New York per il Columbus Day e per ricordare l’azione dell’ONU, dalle colline di Little
Big Horn per far conoscere gli sconosciuti
emigranti italiani che avevano combattuto al
fianco di Custer, ai teatri di Pechino per la
fiera industriale de "L’Italia in Cina" organizzata dall’ICE: sono solo alcuni dei momenti,
i più visibili, che hanno punteggiato quel
viaggio costruendo una nuova immagine e
un insediamento globale di RAI
International nel mercato audiovisivo.
134
La "madre delle dirette" fu quella Giostra di
Capodanno del ’97 che vide Arbore in studio
per venti ore consecutive, con tantissimi
ospiti e collegamenti dal Polo, Pechino,
Mosca, Berlino, Gerusalemme, San Paolo,
Buenos Aires, New York, Los Angeles.
Un’impresa memorabile, senza precedenti e
mai più ripetuta. Fu resa possibile dall’aver
trovato una notevole cifra nel budget del ’96
destinata a non essere spesa, insieme alla
necessità di far uscire RAI International dall’anonimato nel quale sembrava inesorabilmente imprigionata. E RAI International
uscì dal ghetto, conquistò attenzione e rispetto, non fu più, da quel momento, la
Cenerentola
della
RAI,
come
la
"Destinazione Sardegna" per l’Arma dei
Carabinieri…
Eventi peraltro accompagnati da accordi,
incontri, allargamento della distribuzione,
scambi con un intensissimo lavoro di setaccio del mercato audiovisivo, ma insieme
presso i Comites e gli organismi del CGIE, il
Ministero degli Esteri e la Presidenza del
Consiglio, come con il Ministero dei Beni
Culturali retto da Walter Veltroni. Un lavoro
di aspro confronto, superando antiche comprensibili diffidenze e meno ragionevoli ostilità, a volte di segno pregiudiziale, dichiaratamente quanto immotivatamente politico.
Sempre tuttavia a viso aperto, senza deviare
dagli obiettivi–come ben ricorderà il
Ministro Tremaglia–e, soprattutto, in costante comunicazione con tutto ciò che era Italia
nel mondo.
Così non si può ignorare il percorso ideato e
realizzato con le Camere di Commercio
Estere guidate da Piero Bassetti, un rapporto
tanto proficuo da essere tuttora valido dal
versante, perfettamente integrabile con la
RAI International di oggi, che fa capo a RAI
News 24.
Una strada che univa agli obiettivi della diffusione nel mondo, il rinnovamento dei programmi, i nuovi linguaggi e la qualità dell’informazione, la funzionalità promozionale
di grandi eventi, la presenza standistica alle
grandi manifestazioni internazionali delle
TLC. Si pensi ad esempio al ruolo delle tourneé musicali di Renzo Arbore e della sua
orchestra in America Latina o alla partecipazione di RAI International alle sfilate degli
135
italo-americani per il Columbus Day a New
York o, su un versante diverso, ma egualmente innovativo, l’inedita collaborazione
giornalistica fra la redazione di "Celluloide"
e la prestigiosa rivista "Variety" ai Festival di
Venezia e di Cannes.
L’agenzia Italia Cinema, ad esempio, nacque
lì, cementata a un tavolo di una trattoria di
Venezia fra chi scrive e Luciana Castellina e,
per fortuna, faticosamente sopravvissuta alla
dissoluzione del vertice di RAI International
alla fine del ’98.
Si potrebbe francamente continuare a lungo,
ma i ricordi diverrebbero troppo personali e
anche stravolti dai velenosi attacchi interni
che si registrarono dopo. Mi limiterò a concludere con un semplice concetto di cui mi
assumo serenamente la responsabilità.
Quella squadra stava realizzando, concretamente, non solo progettualmente, una realtà
che, se il viaggio non fosse stato inspiegabilmente interrotto, avrebbe portato la RAI su
posizioni nel mondo molto vicine, pur avendo risorse e identità nazionali e statuali ben
diverse, a quelle realizzate da prestigiosi
broadcaster pubblici europei.
Non a caso il recentissimo piano della RAI di
commercializzazione e proiezione internazionale, tuttora peraltro sulla carta, riprende
molti dei nostri obiettivi e dei percorsi già
allora raggiunti o tracciati.
È andata così, ora non voglio entrare nel
merito, come ho detto.
136
Se non per rimarcare che, con una pervicacia
che non ha alcunché di razionale, né fonda-
mento, né motivazione, alcuni degli stretti
collaboratori di allora hanno pagato e stanno
tuttora pagando un duro prezzo personale in
termini di carriera e d’immagine
nell’Azienda.
Questa cosa è profondamente ingiusta e mi
ha ferito.
Oggi posso loro affidare, insieme con la mia
amicizia e gratitudine, solo l’antico detto
popolare argentino, che Domingo Cutuli ci
recitava spesso a Buenos Aires: "Nessuno
può togliermi quello che ho ballato."
Suonava ancora meglio in spagnolo.
137
Una breve ma
intensa
esperienza
Breve ma intensa. Soltanto così posso sintetizzare la mia esperienza di Direttore di RAI
International.
di Giancarlo
Leone
La brevità era stata messa in conto: ero direttore del Marketing Strategico e sarei stato a
breve nominato Amministratore Delegato di
Rai Cinema. Mi era stato chiesto dall’allora
Direttore Generale della RAI, Pierluigi Celli,
di ricoprire ad interim l’incarico a RAI
International con lo scopo di gestire, in una
fase di transizione, alcune emergenze che
erano state individuate.
Direttore di RAI
International dal
1999 al 2000
Tra queste la necessità di portare sempre di
più al centro dell’attenzione il prodotto televisivo e radiofonico. Non che le esperienze
precedenti avessero sottovalutato questo
aspetto. Ma ciò che dai più diversi terminali
internazionali veniva continuamente sollecitato era un maggiore impegno nella produzione di programmi originali, un’offerta televisiva tratta dal “meglio” della programmazione delle tre reti Rai e un potenziamento
della già consistente offerta informativa.
La mia esperienza al Coordinamento palinsesti televisivi (dal 1995 al 1999) deve evidentemente essere stata alla base della scelta
compiuta nei miei confronti.
138
In meno di un anno RAI International è riuscita a valorizzare la propria produzione
interna e la scelta dai palinsesti nazionali
grazie soprattutto a tre fattori: focalizzare
maggiormente la programmazione televisiva
su contenuti “alti”, di elevata qualità culturale ed informativa; migliorare sensibilmente
la distribuzione del segnale di RAI
International nel mondo attraverso uno stret-
to coinvolgimento di coloro che in Nord
America, America Latina, Australia, Canada,
Asia avevano la responsabilità di promozione
e diffusione dei nostri programmi; rafforzare
e aggiornare la penetrazione dell’informazione radiofonica di RAI International nel
mondo sulla base delle diverse esigenze dei
nostri utenti.
Se tutto questo è avvenuto in poco tempo e
con risultati lusinghieri lo si deve alle esperienze precedenti e allo straordinario impegno dei dirigenti, dei giornalisti, dei programmisti, del personale di RAI
International.
Tutti avevano capito che si era di fronte ad
una svolta: la riuscita di un nuovo percorso
qualitativo e di un più stretto contatto con le
diverse realtà che da tutto il mondo ci seguivano avrebbe significato una maggiore considerazione dell’insostituibile ruolo di RAI
International anche all’interno dell’Azienda
stessa. In quegli anni infatti i vertici aziendali che via via si erano succeduti avevano
mostrato una leggera sottovalutazione delle
potenzialità della testata, confermandone il
ruolo ma non individuando compiutamente
la sua funzione strategica e i necessari interventi per il suo rafforzamento.
Mi ricordo una visita dell’allora Presidente
Zaccaria in Argentina. La passionalità, l’interesse ed anche le puntuali critiche dei nostri
connazionali a Buenos Aires rischiarono di
sfociare in una sorta di incidente diplomatico. Io e l’Ambasciatore italiano in Argentina
Jannuzzi spiegammo a Zaccaria che l’aspettativa dei nostri utenti era talmente alta da
suscitare comprensibili e focose sollecitazio-
139
ni. Più o meno lo stesso episodio si ripeté a
New York. Dopo queste due esperienze fu
certamente più facile per me, come - immagino - per il mio successore, ottenere maggiore considerazione per i necessari interventi di rafforzamento della struttura.
Sono particolarmente lieto del fatto che,
dopo la mia breve esperienza, l’allora
Vicedirettore Massimo Magliaro abbia avuto
la possibilità di proseguire e ampliare con
successo l’opera di riqualificazione produttiva e trasmissiva di RAI International: uno
dei rari casi di continuità aziendale da cui
l’intera Azienda e, soprattutto, milioni e
milioni di utenti hanno tratto beneficio.
140
Una voce oltre
confine
di Gina Basso
Giornalista,
conduttrice del
programma
radiofonico "C’è
posta per tutti"
142
È difficile, molto difficile parlare di sé. Ci
proverò sperando di non cedere alla tentazione di ripercorrere, con malinconia, un
passato denso di emozionanti ricordi. Sono
calabrese. Ho gli anni che gli altri mi danno,
e da sempre, ho affidato alla penna e alla
voce il mio amore per la radio e per la parola scritta.
La radio… un mezzo espressivo che mi ha
permesso non solo di raffinare le tecniche
ma anche di mettere in luce il mio carattere
sottolineato da una dote di cui vado fiera: la
mia umanità.
Così alla DE ci sono arrivata perché lo desideravo. Corrispondere con i nostri connazionali all’estero e i loro familiari in Italia è
stato un continuo arricchimento interiore e
culturale. Interviste a personaggi famosi,
rubriche, intrattenimenti fino all’indimenticabile "C’è posta per tutti" che per quindici
anni mi ha permesso di rispondere a centinaia e centinaia di lettere e telefonate da tutti
gli italiani sparsi nel mondo e da quanti in
patria, volevano discutere dei loro problemi.
Si trattava di una antesignana "piazza Italia"
radiofonica dove venivano toccate tutte le
corde del vivere sociale. È una questione di
carattere, certo, ma anche la conseguenza di
una certezza: la comunicazione, di qualsiasi
tipo, perde scopo e senso se non è finalizzata
alla crescita sociale. Nessun cedimento, quindi, al commerciale, nessuna sudditanza
all’"auditel", ma tanta cocciutaggine (tipicamente calabrese) ad aprire i microfoni alla
vita reale.
Per anni ho parlato di emigranti, di detenuti,
disoccupati, handicappati, casalinghe, figli,
suocere, nuore, pensionati, malati. Non ho
mai preteso di possedere informazioni enciclopediche o certezze granitiche. Spessissimo
contattavo esperti in ogni branca del sapere
mettendoli a disposizione degli ascoltatori.
Posso dire di essere stata una pioniera e di
aver anticipato un comportamento televisivo
oggi tanto di moda.
"Sei come il sole di mezzanotte per chi è da
tempo nel buio del dolore, che non crede più
di uscirne. E invece verso mezzanotte la tua
voce arriva per radio e porta la speranza
ancora una volta".
Oppure: "Per ascoltarti punto la sveglia e
dico a mio marito è l’ora di Gina". Già mi
chiamavano così, semplicemente Gina, perché tutti mi sentivano di famiglia. Mi chiedevano consiglio per tutti i problemi che si presentavano: dal quesito previdenziale o pensionistico, alla domanda di carattere legale,
sanitario.
Naturalmente erano all’ordine del giorno le
richieste di chiarimenti per le scuole all’estero, per la normativa dell’impatrio e dell’espatrio da parte di chi voleva emigrare.
E poi… tutto ciò che riguardava l’inserimento nell’ambiente nuovo, la malinconia struggente per il paese natio lontano. Ma mi chiedevano anche dall’Italia e dall’estero consigli
sul modo di educare i figli difficili o di trattare con un marito od una moglie insopportabili. Chiedevano anche aiuti economici perché c’erano, purtroppo, casi disperati.
Chi ascoltava la radio verso mezzanotte, alla
fine della settimana, veniva proiettato in un
mondo che non conosceva, anche se i massmedia ne informavano, talvolta, l’opinione
pubblica. Era il mondo che stringeva i ranghi
intorno a chi chiedeva aiuto per qualsiasi
ragione. Perché intorno a quell’umanità in
angoscia, si muovevano gli ascoltatori che si
mobilitavano per mandare vestiario, soldi,
medicine quando occorrevano. Oppure si
mettevano in contatto direttamente con le
143
144
persone in difficoltà.
C’era chi soffriva di solitudine, tanto da pensare al suicidio. Allora si muoveva l’ingranaggio umano e solidaristico che era il fulcro
di "C’è posta per tutti" e, in pochi giorni, si
ritrovavano persone scomparse all’estero (si
faceva anche questo con la collaborazione
del servizio sociale internazionale), si procurava un amico al solitario che pensava al suicidio, si spediva un assegno per evitare uno
sfratto.
La redazione era sempre stipata all’inverosimile di pacchi e pacchetti pronti per la spedizione. Mi ritenevano, molti, dotata di poteri taumaturgici… o in possesso di una bacchetta magica.
Cari cari ascoltatori e care e care ascoltatrici
che avete appoggiato e sostenuto un lungo
percorso della mia vita… Grazie, grazie
ancora. Perché, vedete, la trasmissione non si
esauriva allo scoccare della mezzanotte… il
giorno dopo, il telefono squillava ininterrottamente e "C’è posta per tutti" continuava
tutta la settimana.
Mi chiamavano Gina degli emigranti e mi
identificavano, di volta in volta, con la
madre-sorella-fidanzata-amica alla quale si
poteva dire proprio tutto.
Al di là delle mode e delle correnti non ho
mai accettato etichette culturali perché la
gente che soffre bisogna ascoltarla e aiutarla,
in barba a certe regole che del dolore se ne
infischiano. E questo è stato uno dei segreti
del successo di "C’è posta per tutti" e di tante
tantissime trasmissioni destinate ai nostri
connazionali sparsi per il mondo, non ultima
delle quali "Pianeta donna", un programma
tutto al femminile destinato alle donne italiane nel mondo.
Qualcuno si domanderà perché tanto amore,
tanto interesse per i nostri connazionali all’e-
stero. Il problema dell’emigrazione è stato il
tema dominante della mia infanzia trascorsa
a Crotone in Calabria, regione tradizionalmente avara di lavoro per i suoi uomini.
Da bambina sentivo la dolorosa partecipazione al dramma della partenza con le valigie di
cartone legate con lo spago, intorno i figli
spauriti e in lacrime che guardavano, per la
prima volta, in faccia la vita in una sua tragica dimensione. Allora giurai a me stessa che
avrei fatto qualcosa di concreto per loro. E ci
sono riuscita.
"C’è posta per tutti" e, più recentemente
"Pianeta donna", sono stati dunque un
lembo dell’Italia a disposizione di tutti quelli che sentivano di avere ancora un legame
affettivo con la loro terra. E la mia voce è
stata il ponte radiofonico invisibile, immediato ed efficace, che li collegava alle memorie
più care, agli affetti custoditi in silenzio, alla
speranza tenace di non dimenticare e di non
essere dimenticati.
145
RAI Stereonotte.
Per non perdersi
nell’etere
di Pierluigi
Tabasso
Dirigente RAI
Stereonotte dal
1982 al 1992
146
Non scrivo volentieri queste poche righe su
RAI Stereonotte: non mi piace ricordare un
bel ricordo e per questo mi limiterò all’essenziale.
Sono trascorsi più di venti anni da quel
novembre del 1982 quando, in contemporanea con RAI Stereouno e RAI Stereodue,
andò in andò la prima trasmissione sulle tre
reti radiofoniche unificate in MF, dalle 24
alle 6.00.
Pur essendo un programma di rete, RAI
Stereonotte fu sorprendentemente assegnata
alla Direzione dei Servizi Giornalistici e
Programmi per l’Estero, motivando questa
decisione con l’esperienza che la DE aveva
accumulato negli anni con la gestione dell’unico programma notturno della Radio, il
"Notturno Italiano".
Sono portato a credere invece, che nessuno
dei responsabili del progetto stereofonia credesse in questo azzardo notturno e di conseguenza lo spazio risultò poco appetibile.
A quei tempi lavoravo a Radio Tre e mi offrii
volontario, proponendo a Giulio Cattaneo,
Direttore della DE, di lavorare "a mezzo servizio".
Si è detto, e molti lo dicono ancora, che RAI
Stereonotte è stato un evento unico, irripetibile. Non sono d’accordo. RAI Stereonotte
indicò semplicemente una strada da seguire
per non perdersi nell’etere confondendosi
con musichette commerciali, stacchi e stacchetti, vocine e vocette. E lo fece con grande
semplicità: quattro conduttori per notte,
assolutamente liberi e responsabili che portavano in trasmissione le loro proposte musicali unicamente tratte dalle loro raccolte
discografiche. E un’unica sigla a fare da sipario tra uno spazio e l’altro.
In sintesi, RAI Stereonotte fu soprattutto una
trasmissione di ricerca musicale, di musica
sconosciuta nella programmazione radiofonica. Non so se la strada indicata da RAI
Stereonotte verrà riscoperta e seguita; finora
non è stato così.
Voglio terminare con le parole di Ernesto De
Pascale, uno dei conduttori storici di RAI
Stereonotte, pescate su Internet in occasione
dei venti anni della trasmissione:
"Rimpianti? Nessuno. Nessun rimpianto perché poi scopri che una cosa bella vive anche
da sola e questa sensazione più volte mi
appare chiara. È come aver inciso un grande
disco che adesso è di tutti. Con RAI
Stereonotte è andata così. È stato bello".
147
Si chiamavano
"le Australie"
di Enrico Morbelli
Giornalista e
conduttore di
"Un’ora con voi"
dal 1995 al 2000
148
Si chiamavano "le Australie", e quando
rinacquero fu festa grande. Era lunedì 9 gennaio 1995. Quel giorno, per giungere puntuale nello studio dove mi aspettava Rino
Icardi per commentare gli avvenimenti sportivi della domenica, attraversai di corsa tutto
il campus del Saxa Rubra. Da allora, e sino al
25 novembre 1997, di quelle corsette ne ho
fatte 474: un paio di volte sono arrivato a
sigla iniziata (e con il regista e i fonici prossimi allo svenimento), ma sono sempre arrivato, tenendo fede all’impegno assunto con
Angela Buttiglione: far ripartire a tutti i costi
quello storico programma che idealmente
collegava Roma con le comunità italiane
d’Australia. E così è stato: "Un’ora con
voi"–nuovo titolo dell’antica trasmissione,
impaginata con quindici minuti di notiziario
e tre quarti d’ora di ospiti e intrattenimento –
non ha più perso un colpo e oggi viene regolarmente ascoltata non solo in Oceania, ma
anche nell’Africa sub-sahariana, in America
Latina e in una vasta porzione dell’Asia. Ma
come si è giunti a questa copertura?
Facciamo un passo indietro, come nei
romanzi d’appendice. I vecchi impianti delle
Onde medie si trovano a Prato Smeraldo,
nella periferia sudorientale di Roma. Man
mano che la città si estendeva, le case cominciarono a spuntare intorno al Prato, laddove
non avrebbero mai dovuto essere costruite.
Seguendo un consolidato copione italiano
(compra a quattro soldi un terreno attorno a
una discarica, costruisciti una casa, poi organizza pubbliche manifestazioni contro la
puzza e fai spostare la discarica) gli abitanti
del nuovo quartiere cominciarono a lamentarsi dell’inquinamento elettromagnetico:
aprivano il frigorifero e sentivano il notiziario albanese, suonavano il citofono e rispon-
deva l’annunciatore arabo… Il pretore
ordinò di abbassare la potenza dell’impianto.
E "le Australie" non arrivarono più neanche
a Lampedusa. Le trasmissioni furono interrotte e gli Italiani d’Australia abbandonati.
Fu a questo punto (era direttore Giorgio
Brovelli) che iniziò una trattativa prima con i
russi, e poi con gli inglesi. Crollato il muro di
Berlino e dissolti gli imperi, i sovietici (ormai
ex sovietici) e i britannici avevano difficoltà
economiche a mantenere apparati sorti a fini
propagandistici. E fu nella progressiva contrazione della BBC international che si inserì
la nostra DE (Direzione Esteri), ribattezzata
– chissà perché – RAI International. Ecco lo
schema seguito per le tre emissioni di
"Un’ora con voi": a mezzogiorno (alle 13
quando scatta l’ora legale) il programma è
inviato in diretta a Londra. Da quel momento lo gestisce la BBC: il segnale viene inoltrato via satellite alla stazione OC di
Singapore che lo irradia in Asia, Oceania e
Africa orientale. Nel pomeriggio lo stesso
programma (ma con un nuovo Giornale
Radio) viene nuovamente inviato a Londra e
da lì all’isola atlantica di Ascensione che lo
rilancia in Africa. Terza edizione (notturna),
sempre via Londra-Ascensione, ma stavolta
irradiata verso il subcontinente americano.
Lettere, visite e telefonate ci confermarono
subito la bontà del piano. Il mio amico ingegner Zorio di Bogotà ci ascoltava mentre si
faceva la barba; un’anziana coppia di
Melbourne usava la nostra Ora come tisana
per addormentarsi meglio; un parrucchiere
di Harare ci invitò a essere più puntuali perché – scoccata l’ora – i tecnici della BBC
staccavano la spina e troncavano a metà
Fratelli d’Italia "…che nel salone vogliamo
149
ascoltare tutti i giorni e ci teniamo assai". Gli
ospiti del programma ("catturati" uno al giorno da Flora Paolucci) erano inizialmente
titubanti. L’eco da terre lontane risolse ogni
dubbio. L’indimenticabile Corrado mi disse
che lo aveva chiamato un amico: "Sono a
Malindi in vacanza, ti ho sentito ieri al bar".
Roba da non crederci: Fabio Storelli, il capostruttura, era gongolante. Cominciarono ad
arrivare cantanti in partenza per l’estero.
Renzo Arbore lanciò in Onda corta la sua
tournée mondiale con l’Orchestra Italiana.
150
Il capitolo ospiti meriterebbe un libro a
parte. Nella scaletta di quei primi anni (oggi,
come tutte le cose al mondo, è stata rivoluzionata) il lunedì c’era sempre un giornalista
sportivo, il sabato c’era un personaggio raggiungibile al telefono, la domenica l’ospite
fisso era il Papa (ma a lui forse non lo ha mai
detto nessuno), negli altri quattro giorni avevamo lo studio pieno di gente: quando sono
venuti i piloti delle Frecce Tricolori non
sapevamo dove metterli. In quello studio non
è passato solo lo spettacolo italiano, ma
anche la moda, la scienza, l’economia… Chi
più chi meno tutti avevano girato il mondo e
gli argomenti cari a chi ci ascolta all’estero
non sono mai mancati: Nilla Pizzi che raccontò la festa per l’indipendenza del Burkina
Faso; Remo Girone che ricordò la sua infanzia ad Asmara; Alberto Sordi che ci fece rivivere le lunghe crociere atlantiche… E poi
quelli che dall’estero venivano: il ristoratore
con tre spaghetterie nel Ciad, il piantatore di
ananas in Mozambico… Il villaggio globale
esiste davvero ed io lo scoprii negli studi di
RAI international, dove tutti i giorni (in "prestazione aggiuntiva") arrivavo di corsa dal
mio GR RAI. Per 474 volte.
1992 - Il “Grifone
alato” dello scultore
Mario Ceroli simbolo del
Centro di Produzione
RAI di Saxa Rubra,
Roma
2003 - L’ingresso del
Centro di Produzione
RAI di Saxa Rubra,
Roma
151
Appendici
153
Gli ospiti
di RAI
International
154
RAI International nelle sue trasmissioni ha
ospitato fra gli altri:
Abbado Marcello, Accardo Salvatore,
Acquaviva Gennaro, Acquaviva Sabino,
Agnese Gino, Agostinelli Andrea, Agostini
Giacomo, Aiuti Ferdinando, Alberoni
Francesco, Albertazzi Giorgio, Altobelli
Alessandro, Amadei Amadeo, Amati Matteo,
Amendola Ferruccio, Amendola Luca,
Ammaniti Niccolò, Amorosino Vittorio,
Antognoni Giancarlo, Antonio e Marcello,
Arbore Renzo, Argento Dario, Arigliano
Nicola, Astarita Roberto, Attardi Ugo, Augias
Corrado, Avati Pupi, Azzariti Livia, Baccini
Francesco, Baldassarri Mario, Balducci
Corrado, Balestra Renato, Banfi Lino,
Barassi Rudy, Barenson Guido, Baretta
Pierpaolo, Baronci Sergio, Bartoletto
Antonello, Bartoloni Lillo, Basso Gina, Belli
Agostina, Bellman Alessandro, Benagiano
Giuseppe, Bennato Edoardo, Bernabei
Ettore, Bernabei Roberto, Bersani Lello,
Berselli Filippo, Bertinotti Fausto, Bertuzzi
Emilio, Bettiza Enzo, Bevilacqua Alberto,
Biagini Isabella, Biancheri Boris, Bianchi
Regina, Bigazzi Beppe, Billé Sergio, Bindi
Umberto, Bini Smaghi Lorenzo, Blanc Erika,
Blasetti Mara, Bloise Gino, Bobby Solo,
Boldrini Laura, Bologna Gianfranco,
Bolognini Maurizio, Bongusto Fred, Boni
Carla, Boniver Margherita, Bormans
Maurice,
Borrelli
Giulio,
Borrini
Giovambattista, Boselli Enrico, Bosetti
Giulio, Bossi Fedrigotti Isabella, Bouchet
Barbara, Bragaglia Carlo Ludovico,
Brancaleoni Fabio, Brunetta Renato, Bruno
Stella, Bruschi Enrico, Bucarelli Angelo,
Buongusto Fred, Burt Clarissa, Buzzanca
Lando, Calabria Enrico, Calchi Novati
Giampaolo, Caliendo Antonio, Caligaris
Luigi, Calligaris Novella, Calvesi Maurizio,
Calvi Guido, Calvi Maurizio, Cammarota
Lionello, Campatelli Stefano, Capranica
Antonio, Caprioglio Deborah, Caracciolo
Lucio, Carandina Luigi, Carosone Renato,
Cardinale Carraro Flavio, Caruso Pino,
Casadei Anita, Casadei Raoul, Casini
Pierferdinando,
Castagnetti
Pierluigi,
Castagno Mauro, Castellacci Mario,
Castelnuovo Nino, Castiglione Elisa, Castro
Francesco, Castro Giuseppe, Catalano
Massimo, Cattabiani Alfredo, Cavasin
Alberto, Ceccato Marina, Cera Pierluigi,
Cerami Vincenzo, Chiesa Guido, Chiti
Alessandro, Chiti Ugo, Christian, Ciangottini
Valeria, Cigliano Fausto, Cinque Luigi, Ciotti
Sandro, Cirinnà Monica, Cisnetto Enrico,
Clery Corinne, Cocchi Stefano, Cola Barbara,
Collicelli Carla, Colò Licia, Conforti Gianni,
Conforti Roberto,
Consolini Giorgio,
Cornacchione Giorgio, Corona Puccio,
Corradini Luciano, Cotti Alessandro, Cova
Alberto, Crepet Paolo, Cucchi Enzo, Cucchi
Riccardo, Cucci Italo, Cugini di Campagna,
D’Agostino Roberto, D’Alessio Gigi, D’Angelo
Gianfranco, D’Urso Barbara, Dall’Oglio Luca,
Dall’Ongaro Giuseppe, Dalla Piccola Bruno,
Dallara Tony, D'ambrosio Antonio, Dapporto
Massimo, D’Ascenzo Giuseppe, De Angelis
Wilma, De Carmine Renato, De Cataldo
Massimo, De Cesaris Walter, De Crescenzo
Luciano, De Curtis Liliana, De Filippis Don
Carmine, De Magistris Gianni, De Mattei
Roberto, De Matteo Aldo, De Mistura
Staffan, De Pompeis Lorenzo, De Rossi
Barbara, De Sica Manuel, De Sio Teresa, De
Vico Pietro, De Vita Bruno, Debenedetti
Antonio, Del Toma Eugenio, Del Turco
Ottaviano, Del Turco Riccardo, Del Vecchio
Mauro, Della Vedova Benedetto, Dentico
Nicoletta, D’Errico Alberto, Di Benedetto
155
156
Ida, Di Biasi Klaus, Di Pietro Antonio, Di
Pippo Simona, Di Stefano Giuseppe, Don
Backy, Don Paglia, Dottorini Silvio, Elkan
Alain, Endrigo Sergio, Evangelisti Fabio,
Fabbri Marisa, Faenza Roberto, Fanti
Stefano, Fara Gian Maria, Farina Gianni,
Fedi Marco, Fedostiani Luca, Ferazzoli
Marco, Ferradini Marco, Ferrara Giuseppe,
Ferrari Paolo, Ferri Elda, Fidenco Nico, Fini
Gianfranco, Fiorentini Fiorenzo, Fioroni
Giosetta, Florin Reto, Fogli Riccardo, Folena
Pietro, Fondriest Maurizio, Fontana Jimmy,
Fontana Luigi, Fontana Micol, Forleo
Romano, Formica Daniele, Formula 3, Forte
Rita, Fracci Carla, Francescato Grazia,
Francia Paolo, Frattini Franco, Freni Mirella,
Frezzotti Massimo, Frizzi Fabrizio, Fulci
Paolo, Fumagalli Carulli Ombretta, Fusco
Maria Pia, Gabbuti Gioacchino, Galateria
Daria, Galderisi Giuseppe, Galdieri Eugenio,
Gambarotta Bruno, Garavaglia Maria Pia,
Gardini Elisabetta, Garibaldi Giuseppe,
Garrani Tony, Gasdia Cecilia, Gassman Paola,
Gelmetti Luigi, Gennaro Giovanni, Gentile
Giovanni, Gervaso Roberto, Ghedina
Kristian, Ghini Massimo, Giannini Belotti
Elena, Giordana Marco Tullio, Giorgi
Eleonora, Girone Remo, Girotti Massimo,
Giuffré Carlo, Gleyesses Geppy, Goich
Wilma, Golini Antonio, Golino Valeria, Goria
Amedeo, Gottardo Michela, Graziani Ivan,
Gregoretti Ugo, Guarducci Marcello,
Guerisoli Giovanni, Guglielmi Federico,
Guidoni Umberto, Gullotta Leo, Haber
Alessandro, Herlitzka Roberto, Iacobelli
Xavier, Ianni Albertina, Interlenghi
Antonellina, Intini Ugo, Jean Carlo,
Kabaivanska
Raina,
Kezich
Tullio,
Kusterman Manuela, La Capria Raffaele, La
Malfa Ennio, La Spina Antonio, Lambertini
Luigi, Laterza Giuseppe, Latilla Gino,
Lattuada Laura, Laura Ernesto G., Laurito
Marisa, Leggio Augusto, Leoni Carlo, Levi
Montalcini Rita, Litrico Angelo, Little Tony,
Loy Rosetta, Lucarelli Carlo, Lucherini
Enrico, Luise Raffaele, Luttazzi Lelio, Luzi
Mario, Luzzi Ezio, Maccarinelli Piero,
Macchiavelli Beatrice, Maffei Michele,
Maggio Rosalia, Magnavita Nicola, Maifredi
Luigi, Malgeri Gennaro, Malgioglio Maurizio,
Malvini Cinzia, Mancioli Laura, Manfredonia
Lionello, Mannino Franco, Mantoni Corrado,
Mantovano Alfredo, Manzi Alberto, Maraini
Dacia, Marchini Simona, Maresca Giancarlo,
Mari Fioretta, Marino Ignazio, Mariotti
Domenico, Martinelli Elsa, Martini Fulvio,
Martino Antonio, Martino Giorgio, Martino
Mirando, Martufello, Telesforo Gegè,
Marzano Antonio, Marzotto Marta, Masala
Daniele, Massaro Gianni, Mastella Clemente,
Materazzi Giuseppe, Mattiolo Gay, Mauro
Walter, Mazzantini Carlo, Mazzucco Melania,
Medici Mita, Melandri Elisabetta, Menichella
Fabrizio, Micheletta Giuseppe, Minghi
Amedeo, Mini Fabio, Minore Renato,
Mirabella Michele, Mochi Sismondi Carlo,
Modeo Liliana, Modugno Massimo, Moggi
Alessandro, Molfese Carlo, Mollica Vincenzo,
Monicelli Mario, Monorchio Andrea,
Monsignor Paglia, Monsignor Tonini Esilio,
Montaldo Giuliano, Monti Maria, Monticone
Alberto, Morante Laura, Morawski Dominik,
Morini Maurizio, Morricone Ennio, Moscati
Italo, Moser Francesco, Muccino Gabriele,
Murolo Roberto, Musy Maschia, Nada, Nanni
Giancarlo, Napoli Roberto, Nava Mariella,
Nazzaro Gianni, Negri Giovanni, Negri
Michele, Neri Sergio, New Trolls, Nichetti
Maurizio, Nicoletti Gianluca, Nicosia
Umberto, Nicotra Francesca, Noto Silvio,
Occhini Ilaria, Oliva Patrizio, Omaggio Maria
Rosaria, Orfei Liana, Orfei Nando, Origlia
157
158
Clara, Ottaviani Amedeo, Ottolenghi Vittoria,
Padellaro Antonio, Pampanini Silvana, Papa
Massimo, Paparatti Elio, Pappalardo
Adriano, Parascandolo Renato, Parlato
Giuseppe, Parsi Maria Rita, Pavone Rita,
Pedrizzi Riccardo, Pedullà Walter, Perilli
Plinio, Perri Oreste, Petacco Arrigo, Petrone
Lucio, Petrosillo Orazio, Petruzzi Katia,
Pettinato Giovanni, Piantella Paolo, Pica
Alberto, Pieraccioni Leonardo, Pieretti
Gerardo, Pietrangeli Nicola, Pigni Paola,
Pinci Claudia, Piperno Walter, Pitagora
Paola, Pivetti Veronica, Pizzi Nilla, Poggi
Daniela, Poli Paolo, Pontecorvo Gillo,
Portoghesi Paolo, Pratesi Luca, Prati
Giancarlo, Pravo Patty, Pregadio Roberto,
Puglisi Giovanni, Pupo, Quattrini Paola,
Quilici Folco, Ramponi Luigi, Ranieri
Massimo, Raspani Dandolo Giusi, Reggiani
Francesca, Reitano Mino, Renis Tony, Ricci
Nora, Ricciarelli Katia, Rienzi Carlo, Rinaldi
Nadia, Risi Dino, Rivera Gianni, Rodotà
Stefano, Roma Giuseppe, Rosa Marcello,
Rosi Gianfranco, Rossi Umberto, Ruffilli
Paolo, Ruffo Melba, Rummo Mario, Ruta
Maria Teresa, Safier Mariù, Sala Claudio,
Salemme Vincenzo, Sandos Flo, Sani Nicola,
Santagata Tony, Santonastaso Pippo, Sastri
Lina, Satto Fiamma, Savino Lunetta, Savona
Paolo, Scaccia Mario, Scalco Francesco,
Scaparro Maurizio, Scapini Bruno, Schiavo
Francesca, Schipa Tito, Scialoja Mario,
Scimeca Claudio, Scola Ettore, Sepe
Giancarlo, Serianni Luca, Sermonti Vittorio,
Serri Rino, Sforzellini Luigi, Silvestri
Stefano, Simionato Giulietta,
Simone
Roberto, Simonelli Chiara, Simonetti
Claudio, Sinatra Tom, Sisti Loredana, Sofio
Gisella, Soldini Giovanni, Solenghi Tullio,
Solfiti Franco, Somma Giulio, Somma
Roberto, Somma Sebastiano, Sordi Alberto,
Sorgonà Dino, Spaccesi Silvio, Spagna Ivana,
Spalletti Luciano, Staccioli Ivan, Staino
Sergio, Strada Gino, Suma Marina, Taddei
Giuseppe, Tajani Antonio, Tamaro Susanna,
Tedeschi Corrado, Tempesta Enrico, Teofili
Corraso, Terribile Tiziana, Togliani Achille,
Togni Gianni, Toia Patrizia, Tonini Ersilio,
Tony Esposito, Tony Little, Tornatore
Giuseppe, Tortorella Cino, Tosca, Tosini
Gianni, Trappolini Paolo, Treglia Erasmo,
Tremaglia Mirko, Trillini Giovanna, Trovajoli
Armando, Turani Giuseppe, Turchetta
Barbara, Ulivieri Renzo, Urso Adolfo,
Vaccaro Concetta Maria, Vaime Enrico,
Valentini Chiara, Valentini Tocchini Glauco,
Valentino Viola, Valeri Franca, Vallone Raf,
Vasile Turi, Vattani Umberto, Vecchi Roberto,
Vegas Giuseppe, Venettoni Sante, Veneziani
Marcello, Venneri Sebastiano, Vento Sergio,
Ventura Giampiero, Verdone prof. Mario,
Verso Alberto, Vespignani Renzo, Vianello
Edoardo, Vianello Enrico, Viglia Silvia, Villa
Emanuela, Villari Lucio, Villari Rosario,
Villoresi Pamela, Vinci Enrico, Visca Fabio,
Visentin Pierpaolo, Vita Vincenzo, Vitti
Monica, Viviani Vittorio, Vlad Roman, Volpe
Jacopo, Von Funsterberg Egon, Wertmuller
Massimo, Woyda Taddeo, Zanicchi Iva,
Zavattaro Fabio, Zichichi Antonino,
Zingaretti Luca, Zinni Vittoria, Zoff Dino
159
Sedi
Via Po, 14 Roma
Dal 1962 fino al 1969, nel palazzo della
Presidenza del Consiglio dei Ministri di Via
Po, lavorano gli studi radiofonici di RAI
International e la redazione dei notiziari
informativi.
Via del Babuino, 9 Roma
Dal 1969 fino al 1992, la redazione dei
Notiziari e servizi informativi per l’Estero si
trasferisce da Via Po 14 al n. 9 di Via del
Babuino, attualmente Hotel de Russie.
Via Teulada, 66 Roma
Dal 1975 fino al 1992, il servizio televisivo
lavora presso la storica sede di Via Teulada
66.
Centro di Produzione di Saxa Rubra
Largo Villy De Luca 4 Roma
Nel 1992 tutti i servizi e le redazioni
radiofoniche e televisive di RAI
International si riuniscono nell’unica sede
nel Centro di Produzione di Saxa Rubra.
160
Direttori
Delio Mariotti
1962-1964
Luciano Guaraldo
1964-1975
Nerino Rossi
1975-1980
Giulio Cattaneo
1980-1990
Giorgio Brovelli
1990-1994
Pietro Vecchione
1994-1995
Angela Buttiglione
1995-1996
Roberto Morrione
1996-1999
Giancarlo Leone
1999-2000
Massimo Magliaro
dal 2000
161
Indice analitico
A
Accadde domani · 60
Accordi di Lomè · 39
Africa · 21; 25; 32; 39; 43; 47; 48; 65; 66; 78;
81; 93; 99; 121; 123; 148; 149
Algeri · 118
Alpi · 28; 118
America · 14; 32; 38; 44; 45; 46; 56; 63; 66;
75; 76; 93; 119; 124; 128; 131; 134; 135; 139;
148
America Latina · 32; 38; 45; 47;124; 128; 132
Americhe · 25; 35; 46; 48; 52; 58; 65; 66; 77;
78; 89; 93; 95; 98; 99; 123; 133
Anteprima · 62
Approfondimenti · 56
Appuntamento Italiano · 32
Arbore, Renzo · 57; 131; 134; 135; 150; 154
Argentina · 32; 90; 139
Argomenti · 72
Armistizio dell’8 settembre · 22; 94
Asia · 46; 48; 52; 139; 148; 149
Assolutamente Musica · 38
Atlantico, Oceano · 11; 17; 50
Australia · 25; 32; 46; 47; 48; 52; 56; 63; 65;
81; 89; 90; 99; 119; 128; 133; 139; 148; 149
Avanti Tutta · 37
Azienda Italia · 56
B
Babuino, via del · 28; 32; 97; 111; 113; 114;
117; 120; 160
Babylon · 56
Bacino del Mediterraneo · 21; 40; 65; 66
Bagdad · 43
Baldazzi, Gianfranco · 48
Bassetti, Piero · 135
Basso, Gina · 59; 142; 154
Bayerischer Rundfunk · 31
BBC · 28; 35; 89; 120; 121; 149
Belgio · 31; 32; 38; 108
Belluno · 134
Ben Ammar, Tarak · 133
Bencetti, Luigi · 110; 132
Benelux · 31; 32
Benigni, Glauco · 131
Benvenuti, Nino · 60
Berlino · 109; 134; 149
Bernabei, Ettore · 27; 110; 154
Biagini, Massimo · 48
Bisaglia, Antonio · 98
Bisiach, Gianni · 57
Bogotà · 149
Bologna · 11; 12; 16; 154
Boncompagni, Mirella · 104
162
Branly, Edouard · 12; 13
Brasile · 32; 90
Brisbane · 90
Brovelli, Giorgio · 33; 113; 149; 161
Bruxelles · 106
Buenos Aires · 133; 134; 137; 139
Buona domenica · 38
Buonanotte Europa · 38; 125
Buttiglione, Angela · 46; 114; 115; 129; 148;
161
C
C’è posta per tutti · 38; 142; 144; 145
Calabria · 145; 154
Camere di Commercio Estere · 135
Canada · 16; 31; 34; 44; 45; 47; 58; 65; 90;
128; 133; 139
Canberra · 90
Canzoni da ricordare · 37
Cape Cod · 15; 17
Cape Town · 109
Caracas · 133
Carlo Alberto · 15
Caruso, Giorgia · 62; 155
Casa, Francesco · 111
Cassibile · 80
Castagner, Ilario · 55
Castellina, Luciana · 136
Cattaneo, Giulio · 33; 106; 113; 123; 146; 161
C-band · 44
Celli, Pierluigi · 58; 138
Celluloide · 56; 136
Celsi, Giovanni · 131
C'era un ragazzo · 71
CGIE · 59; 135
Chelmoford · 75
Ciad · 150
Ciampaglia, Antonio · 120
Ciampi, Carlo Azeglio · 59
Ciao Amici · 38
Cile · 90
Cinquetti, Gigliola · 57
Circoli degli italiani all’estero · 109
Codice Morse · 14; 16
Col di Lana, via del · 117
Colombo, Cristoforo · 46
Colonia · 28; 29; 31
Come eravamo · 57
Comitato dei Programmi · 86
Comitato Misto Programmi Informativi per
l’Estero · 82
Comites · 59; 135
Commissione mista · 27
Commonwealth · 76
Comunità Europea · 39
Comunità italiane · 22; 26; 31; 38; 59; 60
Comunità italiane nel mondo · 22; 26; 31
Con voi sul mare · 37; 70
Condorelli, Antonella · 48
Conferenza degli Italiani nel Mondo · 59; 100
Conferenza delle Radiotelevisioni del
Mediterraneo · 52
Conferenza di Parigi · 80
Conferenza mediterranea dei Ministri degli
Esteri · 53
Conferenza nazionale dell’emigrazione · 34
Consiglio di Amministrazione · 40; 46; 58; 101;
114
Contact Magazine · 39
Convenzione · 25; 27; 33; 34; 47; 58; 63; 67;
86; 95; 96; 98; 110; 113; 114
Coordinamento palinsesti televisivi · 138
Cordialmente dall'Italia · 31; 38
Cornovaglia · 11; 14; 15; 16; 17
Corte Costituzionale · 104; 105
Cristianità · 60
Cristiano, Marussia · 73
Crotone · 145
Cutuli, Domingo · 131; 137
D
D’Amico, Ilaria · 55
Dai del tu alla tv · 56
Daventry · 76
De Biase, Carlo · 27; 111
De Laurentiis, Gianfranco · 55; 60
De Pascale, Ernesto · 147
Destinazione Sardegna · 135
Deutche Welle · 35
Direzione Servizi Giornalistici e Programmi per
l’Estero - DE · 33; 35; 38; 41; 45; 98; 105;
106; 109; 113; 117; 120; 126; 123; 142; 146; 149
Domenica Italiana · 60; 64
Donne · 57
Dossier · 71
Dove il sì suona · 126
E
Edoardo VII · 15
EIAR · 21
Eindhoven · 75
Eritrea · 78
Esprimersi meglio è vivere meglio · 37
Estremo Oriente · 35; 76; 78; 81; 94
Etiopia · 78
Europa · 21; 25; 28; 29; 32; 34; 35; 40; 43; 48;
65; 66; 89; 93; 94; 95; 97; 104; 105; 106; 118;
119; 120; 121; 123; 124; 126
F
Fanfani, Amintore · 27; 97; 110
FAO · 52; 59; 100
Fermi, Enrico · 15
Ferrise, Maurizio · 132
Festival di Cannes · 136
Festival di Sanremo · 51
Festival di Venezia · 136
Filo diretto · 56; 63
Filo diretto Italia · 128
FM · 40; 41; 52
Forum Civile del Mediterraneo · 53
Forum mondiale della televisione · 52
Frajese Paolo · 44
Francia · 22; 80; 128; 156
Frecce Tricolori · 150
Friuli · 40; 99
G
Garibaldi, Giuseppe · 107; 156
Generazioni a confronto · 71
Germania · 22; 31; 56; 75; 80; 128
Germania Federale · 31; 38
Ginevra · 32; 76
Giornale dall’Italia · 41; 50; 63; 65; 66
Giornale Radio · 28; 32; 43; 68; 70; 149
Giornale Radio per il Golfo · 43
Giostra di fine d’anno · 52; 100; 134
Giovanni Paolo II · 115
Giraudo, Giovanni · 110
Girone, Remo · 150; 156
Gli Eventi di RAI International · 62
Governo · 25; 27; 95
GR RAI · 150
GR2 · 114
GR3 · 121
Gran Bretagna · 22
Guaraldo, Luciano · 27; 113; 161
Guerra del Golfo · 43; 99
H
Hertz, Gustav · 12; 13
Hong Kong · 133
Hot Bird 1 · 65
I
Icardi, Rino ·
Icaro · 63
ICE · 134
Il Caffè · 61; 62
Il Cairo · 118
Il Giornale della Mezzanotte · 40; 99; 118;
121; 122; 125
Il Notturno dall’Italia · 99
Il rotocalco sportivo · 56
Inghilterra · 14; 16; 80; 128
Innisfail · 90
163
Innocenti, Leopoldo · 107
International Frequency Registration Board ·
88
Invito al classico · 37
Iraq · 43; 99
Iseppi, Franco · 130
Istituti italiani di cultura · 39
Italia · 9; 16; 21; 22; 28; 29; 31; 32; 39; 40;
44; 52; 56; 60; 62; 63; 67; 70; 72; 75; 76; 77;
78; 80; 84; 85; 86; 91; 94; 96; 97; 99; 100;
104; 105; 106; 108; 109; 110; 111; 115; 118;
120; 121; 124; 125; 126; 127; 135; 142; 143;
145
Italia Argentina · 56
Italia chiama Italia · 66
Italia delle regioni · 68
Italia Hoy · 38; 49
Italia News · 63
Italia Oggi · 32; 38; 67
Italia Sport · 67
Italiani come noi · 58
Italica · 51; 72; 99; 100; 134
J
Jacobacci, Nicoletta · 104
Jannuzzi, Giovanni · 139
Johannesburg · 133; 134
K
Kemp, Martin · 14
L
L’Italia in Cina · 134
La Giostra dei Gol · 55; 100; 131
La Grande Giostra dei Gol · 54; 55; 60; 61;
100; 101
La mongolfiera · 56
Lei, Lorenza · 14; 131
Lenin, Vladimir Jlich · 75
Leone, Giancarlo · 58; 59; 138; 161
Libretto nell’Opera · 37
Licini, Antonella · 132
Liegi · 32
Livorno · 12
Londra · 13; 15; 16; 29; 118; 120; 149
Los Angeles · 133; 134
Lugano · 32
Lussemburgo · 29; 31; 32; 34; 38
M
Magliaro, Massimo · 9; 59; 62; 72; 115; 140;
161
Magonza · 31
Maifredi, Luigi · 55
Malta · 53
Mammucari, Giovanni · 104
164
Mantoni, Corrado · 32; 157
Manzi, Alberto · 56; 157
Marchesi, Rino · 55
Marconi, Guglielmo · 11; 12; 13; 14; 15; 16;
17; 21; 22; 76; 93
Mariotti, Delio · 27; 111; 113; 157; 161
Mascagni, Pietro · 77
Massachussets · 15; 17
Mazzini, viale · 118
Melbourne · 90; 149
Milano · 25; 118
Ministero degli Affari Esteri · 107
Mirabello · 15
Modugno, Marcello · 27
Modulazione di Frequenza · 89
Monaco · 28; 29; 31; 63
Monitor · 56
Monitor Italia · 63
Monteleone, Franco · 131
Montevideo · 32; 45; 65
Moratti, Letizia · 46; 114; 129
Morbelli, Enrico · 148
Morrione, Roberto · 52; 114; 115; 129; 161
Mosca · 134
Moviola della storia · 57
Multimedia · 72
N
NATO · 97
Nazione Europa e Cittadino d’Europa · 35
Nel corso della storia · 41
New Jersey · 44
New York · 34; 44; 45; 47; 52; 77; 108; 109;
119; 131; 133; 134; 140
Nonsolocalcio · 67
Nord America · 14; 16; 21; 29; 32; 76; 77; 79;
97; 139
Notiziari · 21; 25; 28; 31; 33; 38; 41; 47; 50;
65; 66; 77; 82; 83; 84; 85; 96; 98; 110; 111;
112; 113; 120; 124; 160
Notiziari della Notte Lunga · 122
Notiziari e servizi informativi per l’Estero · 27;
32; 160
Notturno · 28; 32; 38; 40; 41; 43; 66; 68; 96;
99; 111; 120; 125; 126; 146
Notturno dall’Italia · 28; 32
Notturno Italiano · 38; 40; 41; 43; 66; 68; 99;
125; 126; 146
Nuova Zelanda · 81
O
Olanda · 22; 31; 32
Onda corta - Onde corte - OC · 21; 22; 25; 27;
28; 33; 34; 40; 43; 48; 52; 63; 65; 67; 74; 75;
76; 77; 78; 79; 80; 81; 91; 93; 94; 95; 96; 117;
148; 149
Onda media - Onde medie · 21; 27; 33; 40;89
ONU · 134
Orichuia, Carlo · 131
Orizzonte italiano · 32
P
Pacifico, Oceano · 39
Paesi arabi · 25
Panama · 90
Panchetti, Vittorio · 131
Panorama Italiano · 31; 97
Paolucci, Flora · 150
Parigi · 28; 29; 76; 81
Passaggio in Italia · 58
Pechino · 133; 134
Per voi giovani · 32
Perù · 90
Pianeta Donna · 59; 144; 145
Pistola, Claudio · 107
Pizzi, Nilla · 150; 158
Planet Italy · 51; 99
Po, via · 26; 27; 28; 32; 33; 41; 111; 113; 117;
160
Poggianti, Franco · 132
Poldhu · 11; 14; 15; 16; 17
Pontecchio · 11; 12; 14
Porcarelli, Franco · 55; 131
Prato Smeraldo · 21; 22; 25; 26; 75; 76; 80;
86; 93; 94; 95; 98; 110; 148
Presidenza del Consiglio · 25; 26; 27; 32; 33;
38; 43; 47; 58; 63; 67; 82; 83; 86; 88; 96; 98;
104; 105; 106; 110; 111; 113; 114; 135; 160
Processo a… · 38
Progetto Cinema · 134
Progetto Giano · 122
Puccini, Giacomo · 77
Q
Questo è amore · 71
Qui Italia · 28; 34
Qui la Radiotelevisione Italiana che vi parla da
Roma · 87
Qui la RAI - Radiotelevisione Italiana che vi
parla da Roma · 51
Qui Roma · 59; 101
R
Racconto italiano · 71
Radici · 57
Radio · 11; 22; 28; 32; 34; 40; 47; 53; 63; 68;
70; 77; 81; 82; 89; 93; 95; 111; 113; 146
Radio A.O. · 78
Radio Bari · 21
Radio Colonia · 89
Radio Città del Vaticano · 76
Radio Euromed · 52
Radio France Internationale · 35
Radio Francoforte · 89
Radio internazionale austriaca · 35
Radio Liegi · 28; 89
Radio Lussemburgo · 28; 89
Radio Monaco · 89
Radio Nacional d’Espana · 35
Radio Netherland · 35
Radio Roma · 25; 26
Radio Summit · 52; 99
Radio-Lisbona · 76
Radio-Madrid · 76
Radio-Mosca · 77
Radiotelelussemburgo · 31
RAI · 9; 19; 25; 26; 27; 28; 32; 33; 34; 38; 40;
43; 44; 45; 46; 47; 48; 50; 51; 52; 56; 58; 59;
60; 62; 65; 66; 67; 68; 71; 72; 75; 81; 82; 83;
84; 85; 86; 89; 90; 95; 96; 97; 98; 99; 100;
101; 104; 105; 106; 107; 108; 109; 110; 111;
112; 113; 114; 115; 117; 120; 122; 124; 129;
130; 131; 132; 133; 134; 135; 136; 138; 139;
140; 146; 147; 149; 150; 154; 160
RAI America · 47
Rai Cinema · 138
RAI Corporation · 44; 45; 51
RAI International · 9; 19; 33; 42; 46; 47; 48;
51; 52; 56; 58; 59; 60; 62; 63; 66; 67; 68; 71;
72; 99; 100; 101; 110; 111; 114; 115; 117;
122; 129; 131; 134; 135; 136; 138; 139; 140;
149; 154; 160
RAI News 24 · 133; 135
RAI Stereodue · 146
RAI Stereonotte · 41; 127; 146; 147
RAI Stereouno · 146
RAI USA · 46; 47
Randone · 104
RDP portoghese · 35
Reale Accademia delle Scienze · 12
Redazione internazionale · 35
Remember Italy · 49
Rete Radio · 118
Riforma · 33; 34; 98; 117
Righi, Augusto · 12
Rodinò, Angelo · 27
Roma · 21; 22; 26; 28; 35; 44; 52; 59; 67; 75;
77; 81; 93; 94; 95; 97; 99; 100; 115; 120; 148;
160
Rosa, Vincenzo · 12
Rossi, Nerino · 16; 27; 33; 106; 113; 117; 155;
158; 161
Roosevelt, Theodore· 15
Rotondo, Loredana · 131
Rotosette · 67
RTB · 32
165
S
Sabato Italiano · 60; 101
Saluzzi, Paola · 60
San Paolo · 109; 134
Sansoni, Marcella · 133
Santoli, Pasquale · 131
Sasso Marconi · 16
Satelradio · 48; 68; 100
Saxa Rubra · 34; 114; 148; 160
SBS · 47; 63
Scandinavia · 123
Seconda Guerra Mondiale · 21; 79; 80; 91
Sestante · 62
Settimana italiana · 32
Sicilia · 80
Siciliano, Enzo · 114; 130
Sidney · 109; 133
Singapore · 48; 149
Somalia · 31; 78
Sordi, Alberto · 150; 159
Sottosegretariato per la Stampa e la
Propaganda · 76
Spangenberg, Gustavo · 131
Speciale RAI International · 47
Spegni, Fausto · 133
Sport Italia · 32; 56
Sportello Italia · 58; 62; 101
St. John’s - S. Giovanni di Terranova · 11· 14;
16
Stati Uniti · 15; 34; 44; 45; 47; 75; 90; 128
Stoccolma · 12
Stone, Ellery W. · 81
Storelli, Fabio · 51; 150
Strasburgo · 105
Studio Azzurro · 71
Sudafrica · 134
Sudan · 43
Sulle ali della musica dall’operetta al musical ·
37
Supplementi regionali di Vita Cittadina · 32
Svizzera · 31; 32; 56; 63
T
Tabasso, Pierluigi · 41; 146
Taccuino Italiano · 48; 70
Teatrino · 125
Tenda mobile · 71
Teulada, via · 33; 117; 160
TG1 · 44; 60; 108
TG2 · 44; 133
TLC · 131; 135
Torino · 45
Toronto · 47; 108; 133; 134
Toselli, Sergio · 31; 106
Tremaglia, Mirko · 135; 159
Turchia · 79
Tutto cinema · 32; 67
166
Tv · 31; 38; 40; 46; 52; 53; 59; 63; 98; 100
U
Un giorno in Italia · 29; 34; 97
Un mondo di RAI International · 100; 101
Un paese, cento città · 56
Un’ora con voi · 50; 66; 99; 148; 149
Unione europea di radiodiffusione · 35
Unione Sovietica · 75
Università radiofonica italiana · 21
Un'ora per voi · 32; 38
Uruguay · 90
USA · 17; 31; 44; 46; 47; 134
V
Variety · 136
Varsavia · 118
Vecchione, Pietro · 33; 114; 161
Veltroni, Walter · 135
Venezuela · 90; 134
Verde, Aniello, · 107
Vertice mondiale sull’alimentazione · 52
Vestri, Mario · 132
Vicini in Europa · 56
Viglia, Silvia · 132; 159
Villa Griffone · 11; 16
Vittorio Emanuele III · 15
W
Washington · 15
WDR · 31
Wellfleet · 15; 17
William H. Preece · 13
WNJU-TV Ch. 47 · 44
www.international.rai.it · 51; 71; 101
www.italica.rai.it · 51; 100
Z
Zaccaria, Roberto · 58; 139
ZDF · 31
Zeensen · 75
Zurigo · 32
RAI International
40 anni. Una storia
1963-2003
Libro, Videocassetta, Cd audio, Cd Rom
Direttore Responsabile: Massimo Magliaro
Coordinamento: Maurizio Imbriale
Libro
Testi di Augusto Milana con il contributo di Luigi Carandina,
Elena Fantini, Maurizio Ferrise, Rodolfo Fiorilla, Camilla
Lucchi, Sergio Toselli
Editing: Giovanna Fratini
Tv (Videocassetta)
Testi di Paolo Bernardi
Ricerche di Gabriele Liberati
Montaggio di Fabio Loli
Produzione esecutiva di Alessandra Badioli
Regia di Francesco Pogliani
Coordinamento di Silvia Viglia
Radio (Cd Audio)
“Storia dell'informazione giornalistica radiofonica della RAI
per l'estero”
Testo e realizzazione di Marco Griffoni
Voce narrante di Biancamaria Ferrari
“Anche i Programmi hanno raccontato l’Italia”
Testo e realizzazione di Marco Artico per il “Notturno
Italiano”, Antonello Libonati per “Taccuino Italiano” e
l’Onda corta
Con il contributo di Costanza Baracchini
Voci narranti di Tiziana Amico, Enrico Guttuso e Paolo
Cicchetti
Realizzazione tecnica: Marcello Como, Gianni Fazio, Michele
Fiore, Mauro Tonini
Cd Rom
Progettazione: Redazione Internet RAI International
Supervisione: Daniela Davoli
Ricerca iconografica : Elena Fantini, Francesco Moriconi,
Francesco Russo
Realizzazione multimediale: NetAge
Si ringraziano per la collaborazione: Paolo Bonetti, Fiammetta
Giani, Flora Paolucci
Fonti iconografiche: © RAI - Radiotelevisione Italiana e RAI
International
La foto di Luigi Bencetti è di Alessandro Iasevoli
167
168
Realizzazione grafica: Openmedia
Tipografia Hardware Service
Roma, ottobre 2003
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