SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 “AGGIORNAMENTO DELLA PROCEDURA DI CALCOLO PER LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI” Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 2 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 3 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 4 SPECIFICHE RELATIVE AI COMPITI DEL SOGGETTO CERTIFICATORE Il Soggetto certificatore è tenuto a conservare, per i 5 anni successivi la registrazione della pratica nel catasto energetico, tutta la documentazione acquisita per redigere l’attestato di certificazione energetica. A solo titolo di esempio si cita: Copia del libretto di impianto o di centrale Copia della prova di combustione Copia del libretto di uso e manutenzione del generatore di calore Relazione tecnica di cui all’art. 28, legge 10 del 9 gennaio 1991 Planimetrie e visure catastali Documentazione progettuale Documentazione fotografica Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 5 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 6 ZONA TERMICA Definizione: “parte dell’edificio, cioè insieme di ambienti a temperatura controllata o climatizzati, per la quale si abbia sufficiente uniformità spaziale nella temperatura dell’aria (ed eventualmente nell’umidità) e per la quale, coerentemente con quanto indicato al §E.3, si abbia un unico e comune valore prefissato della grandezza controllata (temperatura ed, eventualmente, umidità di set-point), si abbia la stessa tipologia di occupazione e destinazione d’uso, e che, per ogni servizio, sia servita da un’unica tipologia di sistema impiantistico, ovvero da più tipologie tra loro complementari, purché facenti parte dello stesso impianto termico”. Zona 2 Zona 1 Zona 3 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 7 ZONA TERMICA: CONFINI Per definire i confini del volume lordo climatizzato si considerano le dimensioni esterne dell’involucro, mentre, per definire i confini tra le zone termiche, si utilizzano le superfici di mezzeria degli elementi divisori Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 8 ZONA TERMICA: CONFINI Tutte le zone termiche definite in questa finestra saranno associate a tutti i subalterni precedentemente inseriti. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 9 FABBISOGNO DI ENERGIA TERMICA DELL’EDIFICIO: VALORE DI RIFERIMENTO E VALORE CORRETTO Fabbisogno di energia termica dell’involucro di riferimento: ipotesi di ventilazione naturale o sola aerazione per mettere in evidenza le caratteristiche termiche dell’involucro edilizio (QBH,yr e QBC,yr) Fabbisogno di energia termica dell’involucro corretto: valutazione dell’effettivo modo di ventilare l’edificio, per mettere in evidenza l’eventuale miglioramento di efficienza dovuto alla presenza di ventilazione meccanica e per calcolare correttamente l’energia richiesta al sistema di generazione (QBH,adj,yr e QBC,adj,yr) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 10 FABBISOGNO DI ENERGIA TERMICA DELLA ZONA TERMICA: VALORE DI RIFERIMENTO E VALORE CORRETTO FABBISOGNO TERMICO DELLA ZONA TERMICA = FABBISOGNO TERMICO SENSIBILE + FABBISOGNO TERMICO LATENTE VALORE DI RIFERIMENTO VALORE CORRETTO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 11 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 12 APPROCCI DI CALCOLO Edificio di nuova costruzione: “anche in deroga alla definizione di cui al punto 2 lettera r) della Delibera della Giunta Regionale VIII/8745 si definisce edificio di nuova costruzione un edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o denuncia di inizio attività per interventi di nuova costruzione e/o demolizione e ricostruzione in ristrutturazione sia stata presentata successivamente all’entrata in vigore della Delibera della Giunta Regionale VIII/5018 del 20 luglio 2007”. Edificio esistente: “edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o denuncia di inizio attività sia stata presentata precedentemente all’entrata in vigore della Delibera della Giunta Regionale VIII/5018 del 20 luglio 2007”. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 13 APPROCCI DI CALCOLO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 14 APPROCCI DI CALCOLO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 15 APPROCCI DI CALCOLO Edificio di nuova costruzione Involucro Calcolo analitico dei ponti termici Calcolo analitico/forfettario della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi Calcolo analitico/forfettario della capacità termica areica Ricambi orari nel caso di ventilazione naturale per edifici a destinazione d’uso residenziale pari a 0,3 h-1 Impianto Calcolo analitico delle perdite di distribuzione dell’acs (calcolo per tratti) Calcolo analitico delle perdite all’accumulo Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 16 APPROCCI DI CALCOLO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 17 APPROCCI DI CALCOLO Edificio esistenti Involucro Calcolo analitico/forfettario dei ponti termici Calcolo analitico/forfettario della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi Calcolo analitico/forfettario della capacità termica areica Ricambi orari nel caso di ventilazione naturale per edifici a destinazione d’uso residenziale pari a 0,5 h-1 Impianto Calcolo analitico/forfettario delle perdite di distribuzione dell’acs Calcolo analitico/forfettario delle perdite all’accumulo Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 18 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici Uk AL,j Uj è la trasmittanza termica media della struttura opaca k-esima, che separa la zona termica considerata dall’ambiente circostante, [Wm2K]; è l’area lorda di ciascun componente, j, della struttura k-esima che separa la zona termica considerata dall’ambiente circostante, [m2]; è la trasmittanza termica di ciascun componente, j, uniforme della struttura k-esima che separa la zona termica considerata dall’ambiente circostante, [W/m2K]; è la trasmittanza termica lineica dell’ i-esimo ponte termico lineare attribuito alla struttura k-esima, basata sulle dimensioni esterne, [W/mK]; è la lunghezza caratteristica del ponte termico i-esimo, [m]. Nel caso in cui il ponte termico si riferisca ad un giunto tra due strutture che coinvolgono due zone termiche diverse, il valore della trasmittanza termica lineare, dedotto dalla UNI EN ISO 14683, deve essere ripartito tra le due zone termiche interessate Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 19 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 20 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 21 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici Condizioni al contorno Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 per tutti i dettagli: - resistenza termica superficiale interna - resistenza termica superficiale esterna per le pareti esterne: - spessore per le pareti interne: - spessore per pareti isolate: - trasmittanza termica - resistenza termica dello strato isolante per pareti non isolate: - trasmittanza termica per tutte le solette: - spessore - conducibilità termica per i tetti: - trasmittanza termica - resistenza termica dello strato isolante per i telai delle aperture: - spessore per i pilastri: - spessore - conducibilità termica per i pavimenti controterra: - spessore - conducibilità termica - resistenza termica dello strato isolante Rsi =0,13 [m2K/W] Rse=0,04 [m2K/W] d=0,30 [m] d=0,20 [m] U=0,343 [W/m2K] R=2,50 m2K/W] U=0,375 [W/m2K] d=0,20 [m] λ=2,00 [W/mK] U=0,365 [W/m2K] R=2,50 [m2K/W] d=0,06 [m] d=0,30 [m] λ=2,00 [W/mK] d=0,20 [m] λ=2,00 [W/mK] R=2,50 [m2K/W] SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 22 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici Nel caso in cui il calcolo dei ponti termici sia impostato sulla modalità puntuale verrà visualizzata la finestra relativa ai Ponti termici da associare. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 23 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico dei ponti termici È necessario selezionare l’immagine relativa alla tipologia di ponte termico di cui si è in presenza per visualizzare nelle caselle Trasmittanza termica lineica ψ e Codice i relativi valori. Qualora non siano presenti le condizioni previste dalla procedura di calcolo che consentono l’applicazione dell’abaco riportato nell’Appendice B della procedura stessa, è necessario calcolare le trasmittanze lineiche secondo quanto riportato nella successiva Appendice C e digitare tale valore nella casella corrispondente. Pag. 139 Manuale CENED Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 24 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi HT AL,k Uk θa è il coefficiente di scambio termico per trasmissione tra la zona climatizzata o a temperatura controllata e l’ambiente circostante, [W/K]; è l’area lorda della struttura k-esima, che separa la zona climatizzata o a temperatura controllata dall’ambiente circostante, [m2]; è la trasmittanza termica media della struttura opaca k-esima, che separa la zona termica considerata dall’ambiente circostante, [W/m2K]; è la temperatura media mensile dell’ambiente circostante, calcolata secondo la metodologia descritta all’ Appendice A, [°C]; è la temperatura interna prefissata della zona termica considerata, (si veda § E.3), [°C]; è il valore medio mensile della temperatura media giornaliera esterna (si veda § E.6.3.7.1), [°C]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 25 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi QSI è l’energia solare mensile entrante nell’ambiente non servito dall’impianto termico attraverso i suoi serramenti, [kWh]; QSI è l’energia mensile entrante nell’ambiente non servito dall’impianto termico dovuta a persone e cose, [kWh]; Δt è la durata del mese considerato, [kh]; HT,ju è il coefficiente di scambio termico per trasmissione tra la zona j-esima (compreso l’ambiente esterno) e la zona o ambiente non servito da impianto termico (u), [W/K]; HV,ju è il coefficiente di scambio termico per ventilazione/infiltrazione tra la zona j-esima limitrofa (compreso l’ambiente esterno) e la zona o ambiente non servito da impianto termico (u), [W/K]; θj è la temperatura della zona j-esima a temperatura controllata o dell’ambiente esterno, [°C]; N è il numero totale di zone con le quali si ha interazione termica (compreso l’ambiente esterno); NT è il numero totale di zone con le quali si ha trasmissione termica (compreso l’ambiente esterno); NV è il numero totale di flussi di ventilazione/infiltrazione. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 26 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi Nel caso in cui si sia scelto il calcolo puntuale per la temperatura ambiente circostante andranno inserite le temperature mensili dell’ambiente circostante. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 27 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico della capacità termica areica I componenti dell'involucro edilizio che concorrono a definire la capacità termica complessiva sono i seguenti: per la zona priva di elementi interni di separazione: gli elementi di involucro che delimitano la zona; per la zona costituita da più unità mantenute alla stessa temperatura ma separate tra di loro da un involucro edilizio (partizioni verticali interne, solai): gli elementi di involucro interni orizzontali e verticali ed elementi che delimitano la zona da quelle adiacenti o dall'esterno. Data la loro scarsa incidenza, le pareti verticali interne di separazione possono non essere considerate nel calcolo. I solai devono essere invece considerati sia come elementi di soffitto per il piano inferiore ed elementi di pavimento per il piano superiore. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 28 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico della capacità termica areica Nel caso in cui il calcolo della capacità termica sia impostato sulla modalità puntuale per ogni zona termica andrà definita tale grandezza. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 29 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico delle perdite di distribuzione dell’acs QW,d,ls Li Ui ∆t è la perdita termica di processo del sottosistema di distribuzione, [kWh]; è la lunghezza del tratto i-esimo della rete di distribuzione considerato, [m]; è la trasmittanza lineica del tratto i-esimo della rete di distribuzione considerato, [W/m K]; è la temperatura media dell’acqua nei tratti della rete di distribuzione, assunta pari a 60°C; è la temperatura media dell’ambiente in cui sono installate le tubazioni, [°C]; si veda § E.8.3.2.1; è la durata del mese considerato (si veda la (17)), [kh]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 30 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico delle perdite di distribuzione dell’acs Dovranno essere inseriti i dati caratteristici della rete di distribuzione della rete ACS. Pag. 328 Manuale CENED Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 31 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico delle perdite all’accumulo Per sistemi di accumulo installati successivamente all’entrata in vigore della D.G.R. VIII/5018 (20 luglio 2007), le perdite del sottosistema vengono calcolate secondo la: QW,s,ls Kboll ∆t è la perdita termica di processo del sottosistema di accumulo, [kWh]; è il valore di dispersione termica dell’apparecchio fornita dal costruttore, [W/K]; è la temperatura media nell’accumulo, [°C]; è la temperatura ambiente del locale in cui è installato il serbatoio di accumulo, [°C]; è la durata del mese considerato (si veda la (17)), [kh]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 32 EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE: calcolo analitico delle perdite all’accumulo Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 33 EDIFICI ESISTENTI: calcolo forfettario dei ponti termici UC,k Uk FPT è la trasmittanza termica media, eventualmente corretta, della struttura k-esima, che separa la zona climatizzata o a temperatura controllata dall’ambiente circostante, [W/m2K]; è la trasmittanza termica media della struttura opaca k-esima, che separa la zona termica considerata dall’ambiente circostante, [W/m2K]; è il fattore correttivo da applicare al valore di trasmittanza termica della struttura opaca così da tener conto delle maggiorazioni dovute ai ponti termici (Prospetto IV). Descrizione della parete Parete con isolamento dall’esterno (a cappotto) senza aggetti/balconi e con ponti termici corretti Parete con isolamento dall’esterno (a cappotto) con aggetti-balconi FPT 0,15 Parete omogenea in mattoni pieni o in pietra (senza isolante) 0,05 Parete a cassa vuota con mattoni forati (senza isolante) 0,10 Parete a cassa vuota con isolamento nell’intercapedine (ponte termico corretto) 0,10 0,05 Parete a cassa vuota con isolamento nell’intercapedine (ponte termico non corretto) 0,20 Pannello prefabbricato in calcestruzzo con pannello isolante all’interno 0,30 Prospetto IV– Maggiorazioni percentuali relative alla presenza di ponti termici in edifici esistenti (Fonte: UNI TS 11300-1:2008) Il prospetto sopra ed in particolare le prime due voci sottostimano l’effetto dei ponti termici. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 34 EDIFICI ESISTENTI: calcolo forfettario della temperatura di ambienti non dotati di impianto termico adiacenti agli ambienti oggetto di analisi HT AL,k UC,k FT,k k è il coefficiente di scambio termico per trasmissione tra la zona climatizzata o a temperatura controllata e l’ambiente circostante, [W/K]; è l’area lorda della struttura k-esima, che separa la zona climatizzata o a temperatura controllata dall’ambiente circostante, [m2]; è la trasmittanza termica media, eventualmente corretta, della struttura k-esima, che separa la zona climatizzata o a temperatura controllata dall’ambiente circostante, [W/m2K]; è il fattore correttivo da applicare a ciascuna struttura k-esima così da tener conto delle diverse condizioni di temperatura degli ambienti con cui essi sono a contatto (Prospetto III); è il numero delle strutture disperdenti. Ambiente circostante Ambienti con temperatura pari alla temperatura esterna FT,k 1,00 Ambiente non climatizzato con una parete esterna senza serramenti esterni e con almeno due pareti esterne con serramenti esterni e con almeno due pareti esterne (per esempio autorimesse) con tre pareti esterne (per esempio vani scala esterni) Piano interrato o seminterrato senza finestra o serramenti esterni con finestre o serramenti esterni 0,40 0,50 0,60 0,80 0,50 0,80 Sottotetto 1,00 aerato tetto isolato 0,70 Terreno 0,45 Vespaio aerato 0,80 Prospetto III– Fattori correttivi da applicare a ciascun componente, k, così da tener conto delle diverse condizioni di temperatura degli ambienti adiacenti alla zona termica considerata (Fonte: UNI TS 11300-1:2008) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 35 EDIFICI ESISTENTI: calcolo forfettario della capacità termica areica Caratteristiche costruttive dei componenti edilizi Intonaci gesso malta Numero di piani Isolamento Pareti esterne Pavimenti interno qualsiasi tessile 1 2 ≥3 Capacità termica areica [kJ/(m2K)] 75 75 85 interno qualsiasi legno 85 95 105 interno qualsiasi piastrelle 95 105 115 assente/esterno leggere/blocchi tessile 95 95 95 assente/esterno medie/blocchi tessile 105 95 95 assente/esterno leggere/blocchi legno 115 115 115 assente/esterno medie/blocchi legno 115 125 125 assente/esterno leggere/blocchi piastrelle 115 125 135 assente/esterno medie/blocchi piastrelle 125 135 135 interno qualsiasi tessile 105 105 105 interno qualsiasi legno 115 125 135 interno qualsiasi piastrelle 125 135 135 assente/esterno leggere/blocchi tessile 125 125 115 assente/esterno medie tessile 135 135 125 assente/esterno pesanti tessile 145 135 125 assente/esterno leggere/blocchi legno 145 145 145 assente/esterno medie legno 155 155 155 assente/esterno pesanti legno 165 165 165 assente/esterno leggere/blocchi piastrelle 145 155 155 assente/esterno medie piastrelle 155 165 165 assente/esterno pesanti piastrelle 165 165 165 Prospetto XXIV – Capacità termica per unità di superficie dell’involucro, Cm (Fonte: UNI TS 11300-1:2008) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 36 EDIFICI ESISTENTI: calcolo forfettario delle perdite di distribuzione dell’acs QW,d,ls Lv LS LSL φr ∆t è la perdita termica di processo del sottosistema di distribuzione, [kWh]; è la lunghezza dei tratti della rete che possono essere situati in ambienti non riscaldati, in solai interpiano o nelle pareti dell’edificio e che collegano il generatore con le colonne montanti del sottosistema di distribuzione, [m]; è la lunghezza dei tratti orizzontali e/o verticali della rete situati nelle pareti dell’edificio e che costituiscono le colonne montanti del sottosistema di distribuzione, [m]; è la lunghezza dei tratti della rete che collegano le colonne montanti con i terminali di erogazione, [m]; è il flusso termico specifico disperso dai tratti del sottosistema di distribuzione che appartengono alla rete di ricircolo, assunto pari a 40 W/m; è la trasmittanza lineica dei tratti del sottosistema di distribuzione che non appartengono alla rete di ricircolo, assunta pari a 0,35 W/m K; è la temperatura media dell’ambiente in cui sono installate le tubazioni, [°C]; si veda § E.8.3.2.1; è la durata del mese considerato (si veda la (17)), [kh]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 37 EDIFICI ESISTENTI: calcolo forfettario delle perdite all’accumulo Per sistemi di accumulo installati antecedentemente all’entrata in vigore della D.G.R. VIII/5018 (20 luglio 2007), le perdite del sottosistema vengono calcolate secondo la: QW,s,ls Ss ds ∆t è la perdita termica di processo del sottosistema di accumulo, [kWh]; è la superficie esterna dell’accumulo, [m2]; è la conduttività dello strato isolante [W/mK]; è lo spessore dello strato isolante, [m]; è la temperatura media nell’accumulo, [°C]; è la temperatura ambiente del locale in cui è installato il serbatoio di accumulo, [°C]; è la durata del mese considerato (si veda la (17)), [kh]. Nell’impossibilità di reperire i dati richiesti le perdite del sottosistema di accumulo possono essere stimate con la seguente equazione: Volume di accumulo da 10 fino a 50 litri Relatore: Clara PISTONI f ’s [W] 30 da 50 a 200 litri 60 da 200 a 1500 litri 120 da 1500 a 10000 500 oltre i 10000 900 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 38 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai controterra F.A.Q. (Frequently Asked Questions) 18 Software CENED+ www.cened.it Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 39 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai controterra UNI EN ISO 13790:2008 Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di calore attraverso il terreno - Metodi di calcolo Solai su terreno Pavimento sospeso Basamento riscaldato Basamento non riscaldato Basamento parzialmente riscaldato Definizioni: Solaio su terreno: solaio costruito direttamente sul terreno per tutta la sua estensione. Pavimento sospeso: tipo di costruzione di solaio in cui la parte inferiore del pavimento è tenuta staccata dal terreno tramite un vespaio. Questo vuoto d’aria, può essere ventilato o meno e non è considerato parte abitabile. Basamento: ambiente utilizzabile dell’edificio, situato in parte o interamente al di sotto del livello del terreno (seminterrati, cantine, box auto…). Tale spazio può essere riscaldato o meno. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 40 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai su terreno UNI EN ISO 13790:2008 Dimensione caratteristica del solaio B’ A area del solaio P perimetro esposto del pavimento Immagine da EN ISO 13790 1: solaio 2: terreno w: spessore del muro esterno Spessore equivalente del solaio d t Valore indicativo λ= 2W/(mK) w spessore totale dei muri [m] λ conducibiltà termica terreno [W/(mK)] R si resistenza superficiale interna [m2K/W] R f resistenza termica del solaio [m2K/W] R se resistenza superficiale esterna [m2K/W] Per ulteriori valori si veda: UNI EN ISO 13790 EN ISO 10456 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 41 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai su terreno UNI EN ISO 13790:2008 In caso di solaio non isolato, o poco isolato, quando d t < B’ In caso di solaio ben isolato, quando d t Relatore: Clara PISTONI B’ 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 42 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai su terreno UNI EN ISO 13790:2008 In caso di isolamento perimetrale se: la lunghezza o la profondità dell’isolante D è limitata rispetto alla lunghezza o alla è profondità dell’edificio lo strato perimetrale dell’isolamento è collegato con l’isolante della parete a fornire una soluzione tecnologica a ponte termico corretto Per isolamenti posizionati in orizzontale con: d’ è lo spessore equivalente addizionale [m], risultante dallo strato isolante perimetrale Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 43 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai su terreno UNI EN ISO 13790:2008 Lo spessore equivalente addizionale è dato dalla: R’ è la resistenza termica addizionale dello strato isolante, calcolato come differenza tra la resistenza termica dello strato di isolamento perimetrale R n e la resistenza termica del pavimento che questo sostituisce con: dn è lo spessore dell’isolante perimetrale. 1: solaio 2: isolamento perimetrale orizzontale 3: muro di fondazione D: lunghezza dell’isolante orizzontale dn : spessore dello strato isolante orizzontale Immagine da EN ISO 13790 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 44 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: solai su terreno UNI EN ISO 13790:2008 Nel caso di isolamenti posti in verticale la trasmittanza è calcolato come visto per isolamenti posti in orizzontale; ciò che cambia è il valore della trasmittanza termica lineare, dato dalla : 1: solaio 2: isolamento perimetrale verticale 3: muro di fondazione D: profondità dell’isolante verticale dn : spessore dello strato isolante verticale Immagine da EN ISO 13790 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 45 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento sospeso UNI EN ISO 13790:2008 La trasmittanza termica equivalente di un pavimento sospeso si ricava dalla: dove: Uf Ug Ux è la trasmittanza termica della parte sospesa del pavimento, in W/(m2 · K) (tra l'ambiente interno e lo spazio sottopavimento); è la trasmittanza termica per il flusso termico attraverso il terreno, in W/(m2 · K); è la trasmittanza termica equivalente che tiene conto dello scambio termico per lo spazio sottopavimento attraverso le pareti dell'intercapedine e per effetto della ventilazione dello stesso spazio aerato, in W/(m2 · K). Immagine da EN ISO 13790 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 46 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento sospeso UNI EN ISO 13790:2008 La trasmittanza termica per il flusso termico attraverso il terreno è data da: con: dove: Rf è la resistenza termica del solaio su terreno, [m2 · K/W ] Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 47 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento sospeso UNI EN ISO 13790:2008 La trasmittanza termica equivalente U x è data da: dove: h Uw ε v fw è l’altezza del livello superiore del pavimento, rispetto al livello del terreno stesso, [m]; è la trasmittanza termica dei muri al di sotto del pavimento ma sopra il livello del terreno, [W/(m2K)]; è l’area delle aperture per la ventilazione per la lunghezza perimetrale dell’intercapedine al di sotto del pavimento, [m2/m]; è la velocità media del vento a 10 m di altezza secondo norma UNI 10349, [m/s]; è il coefficiente di protezione dal vento. Posizione dell’edificio f Protetta (centro città) Media (periferie) Esposta (zone rurali) 0,02 0,05 0,10 w Valori del coefficiente di protezione dal vento (Fonte: UNI EN ISO 13790:2001) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 48 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: basamento riscaldato UNI EN ISO 13790:2008 Se (dt+0,5z)<B’ cioè per basamenti poco o per niente isolati allora : Se (dt+0,5z) B’ cioè per basamenti ben isolati allora : 1: piano del solaio su terreno Rf: resistenza termica del solaio z : profondità del solaio sul terreno rispetto al livello esterno del terreno Immagine da EN ISO 13790 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 49 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: basamento riscaldato UNI EN ISO 13790:2008 La trasmittanza termica del muro perimetrale Ubw del basamento è data da: se dw < dt dt=dw dove dw è lo spessore equivalente del muro perimetrale dato dalla: La trasmittanza termica del basamento è data dalla: Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 50 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: basamento non riscaldato UNI EN ISO 13790:2008 La trasmittanza termica è ricavata dalla: dove: Usf Uw n V è la trasmittanza termica del pavimento sospeso tra l’ambiente interno ed il basamento non riscaldato, [W/(m2K)]; è la trasmittanza termica della parte di muro del basamento posta sopra il livello del terreno, [W/(m2K)]; sono i ricambi d’aria orari del basamento, in assenza di dati si assume 0,3; è il volume del basamento, [m3]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 51 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: basamento parzialmente riscaldato UNI EN ISO 13790:2008 In caso di locale seminterrato parzialmente riscaldato, il valore di trasmittanza termica sarà medio tra quelli per basamento riscaldato e quelli per basamento non riscaldato. E’ necessario quindi calcolare due valori, seguendo le procedure riportate precedentemente. La trasmittanza termica risulta dalla media delle due trasmittanze calcolate, pesata sulle aree delle parti di basamento rispettivamente riscaldata e non riscaldata in contatto con il terreno. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 52 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento contro terra _ esempio di calcolo 18,40 11,50 w=0,3 m Pilastri 0,3x0,3 m Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 53 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento contro terra _ esempio di calcolo Dati soletta contro-terra: s [cm] λ [W/mK] Piastrelle 1 1,30 Calcestruzzo 7 1,150 Descrizione strati Polistirene espanso 10 0,035 Bitume 1 0,170 Calcestruzzo 10 1,150 Ghiaia grossa 10 1,200 RESISTENZA SOLETTA R f = 3,15 m2K/W FLUSSO DISCENDENTE Resistenza superficiale interna (UNI 6946) Rsi=0,17 m2K/W Resistenza superficiale esterna (UNI 6946) Rse=0,04 m2K/W Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 54 EDIFICI ESISTENTI E DI NUOVA COSTRUZIONE: pavimento contro terra _ esempio di calcolo Dimensione caratteristica del solaio: A area del pavimento a contatto con il terreno P perimetro esposto del pavimento A= (11,5-0,6) x (18,40-0,6)=194,02 m2 P= (10,9+17,8) x 2=57,4 m d t > B’ B’=194,02/(0,5 x 57,4)=6,76 m Spessore equivalente del pavimento: U= 0,194 W/m2K d t = 0,3+ 2 x (0,17+3,15+0,14)=7,22 m Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 55 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 56 ENERGIA TERMICA LATENTE QWv,S Gv,per Gv,p hv ∆t è l’entalpia del vapore di acqua prodotto all’interno della zona da persone e processi e sorgenti varie (cottura, lavaggi, ecc.), [kWh]; è la portata massica media giornaliera di vapore d’acqua dovuta alla presenza di persone, [g/h]; è la portata massica media giornaliera di vapore d’acqua dovuta alla presenza di apparecchiature, [g/h]; è l’entalpia specifica del vapore di acqua convenzionalmente posta pari a 0,695, [Wh/g]; è la durata del mese considerato (si veda la (17)), [kh]. Attività Gv,per è la portata massica media giornaliera di vapore d’acqua dovuta alla presenza di persone, [g/h]; gv,per è la portata massica specifica di progetto ricavabile dal Prospetto XXVI, [g/h persona]; is è l’indice di affollamento (Prospetto XI), [persone/m2]; A è la superficie utile di pavimento, [m2]; fG,per è il fattore di presenza medio giornaliero (valore compreso tra 0 e 1), (Prospetto XXXV). Applicazioni Seduto a riposo Seduto in attività leggera Seduto in attività media Seduto al ristorante In piedi, lavoro leggero In piedi, lavoro medio In piedi, lavoro pesante In movimento Danza moderata In cammino a 1,3 m/s Attività atletica Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 teatro ufficio, appartamento ufficio, appartamento ristorante negozio officina officina, cantiere banca sala da ballo corridoi palestra, discoteca gv [g/h pers.] 45 65 80 115 80 200 410 100 230 265 450 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 57 ENERGIA TERMICA LATENTE Gv,p,i è la portata massica specifica di progetto per singola sorgente i-esima (Prospetto XXVIII ), [g/h]; Ni è il numero di sorgenti di tipo i-esimo presenti; fG,i è il fattore di utilizzo medio giornaliero della sorgente i-esima, assunto pari a 1. Prospetto XXVIII – Valori medi della portata di vapore Gv,p, [g/h], dovuti alla presenza di apparecchiature caratterizzate dalla potenza massima assorbita Pmax [W] (Fonte: AICARR - Miniguida) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 58 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 59 SISTEMI SCHERMANTI (UNI EN 13363-1:2008 Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della trasmittanza solare e luminosa - Parte 1: Metodo semplificato) Schermature solari poste all’esterno dell’elemento di involucro trasparente, con intercapedine tra schermo e superficie chiusa non ventilata (approccio conservativo) Schermature solari poste all’interno dell’elemento di involucro trasparente sia con intercapedine d’aria ventilata verso l’interno sia chiusa (valutazione conservativa) Schermature solari integrate con intercapedine d’aria non ventilata Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 60 SISTEMI SCHERMANTI Schermature solari interposte tra due vetrate costituenti l’elemento di involucro trasparente, con ventilazione naturale o forzata dell’intercapedine e presa ed espulsione dell’aria all’esterno della zona climatizzata Schermature solari poste tra due vetrate costituenti l’elemento di involucro trasparente, con ventilazione naturale o forzata dell’intercapedine, presa dell’aria all’interno della zona climatizzata ed espulsione all’interno o all’esterno (l’espulsione verso l’esterno, in assenza di un analisi che tenga propriamente conto dei ricambi d’aria effettuati con la ventilazione attraverso la doppia pelle, viene ricondotta in via conservativa all’espulsione verso l’interno) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 61 SISTEMI SCHERMANTI Per ogni serramento devono essere definite: 1. La tipologia di serramento se singolo o doppio; 2. Le caratteristiche delle schermature solari 3. Eventuali Ostruzioni presenti; 4. Aggetti orizzontali e verticali Pag. 149 Manuale CENED Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 62 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 63 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Scegliere la tipologia di generazione dell’energia termica. Pag. 149 Manuale CENED Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 64 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 65 GENERATORI TRADIZIONALI MULTISTADIO O MODULANTI I generatori modulanti regolano la fiamma con continuità in un intervallo di potenze richieste tra la potenza massima e un valore minimo al di sotto del quale funzionano come caldaie tradizionali. Il metodo utilizzato per la valutazione del rendimento e del fabbisogno di energia primaria richiesta dal sistema di generazione del calore per il riscaldamento o la climatizzazione invernale prende in considerazione due modalità di funzionamento per i generatori modulanti: 1. intermittente alla potenza minima 2. continuo ad una potenza intermedia tra la minima e la massima a secondo del carico richiesto dall’edificio e delle condizioni climatiche esterne. Il parametro che permette di individuare il regime di funzionamento del generatore è il fattore di carico al focolare FC. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 66 GENERATORI TRADIZIONALI MULTISTADIO O MODULANTI Se il fattore di carico al focolare FC converge ad un valore minore di 1 la procedura per il calcolo delle perdite e degli assorbimenti elettrici alla generazione è analoga a quella prevista per i generatori monostadio: Fabbisogno di combustibile Energia elettrica assorbita dagli ausiliari Perdite totali Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 67 GENERATORI TRADIZIONALI MULTISTADIO O MODULANTI Se il fattore di carico al focolare FC converge ad un valore maggiore o uguale a 1 si calcola la potenza media al focolare Φ con la seguente procedura: 1. 2. 3. Determinare la quantità di calore che il generatore deve fornire Qgn,out (in assenza di accumulo esso uguale alla somma dei fabbisogni di calore dei sottosistemi di distribuzione alimentati) Calcolare Pgn,env assumendo FC=1 Calcolare Pch,on,min e Pch,on,max assumendo FC=1 4. 5. 6. Calcolare Qaf Porre Φcn,avg= Φcn,min Calcolare Pch,on,avg con: 7. Calcolare Relatore: Clara PISTONI con: 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 68 GENERATORI TRADIZIONALI MULTISTADIO O MODULANTI 8.Calcolare una nuova Φcn,avg 9.Ripetere i passi 6 e 7 fino a quando Φcn,avg converge 10.Calcolare il fabbisogno di combustibile con: 11.Calcolare l’energia ausiliaria totale con: 12.Calcolare l’energia ausiliaria recuperata con: 13.Calcolare le perdite totali con: Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 69 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 70 GENERATORI A CONDENSAZIONE MULTISTADIO O MODULANTI I generatori a condensazione multistadio/modulanti seguono la stessa procedura di calcolo vista per quelli tradizionali multistadio/ modulanti sostituendo rispettivamente Pch,on, Pch,on,avg, Pch,on,min con: P*ch,on= Pch,on-R P*ch,on,avg= Pch,on,avg-Ravg P*ch,on,min= Pch,on,min-Rmin R è il fattore di recupero di condensazione, espresso come percentuale di Φcn (assumendo come valore nominale quello alla potenza massima), in funzione dell’effettiva temperatura di funzionamento Ravg è il fattore di recupero di condensazione alla potenza media, espresso come percentuale di Φcn,avg del rendimento termico utile alla potenza Φcn,avg della perdita percentuale ai fumi a bruciatore acceso, Pch,on,avg, e della perdita al mantello, Pgn,env, in funzione sia dell’effettiva temperatura media di esercizio del generatore, sia del fattore di carico espresso dal rapporto Rmin è il fattore di recupero di condensazione alla potenza minima espresso come percentuale di Φcn,min del rendimento termico utile alla potenza Φcn,min della perdita percentuale ai fumi a bruciatore acceso, Pch,on,min, e della perdita al mantello, Pgn,env, in funzione sia dell’effettiva temperatura media di esercizio del generatore, sia del fattore di carico espresso dal rapporto Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 71 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 72 GENERATORI A COMBUSTIONE DI BIOMASSA Per i generatori a combustione di biomassa il calcolo viene condotto in maniera analoga a quello previsto per: - Generatori tradizionali monostadio - Generatori tradizionali multistadio - Generatori a condensazione - Generatori a condensazione multistadio In fase di inserimento dati nel software prestare attenzione a selezionare come tipo di combustibile “Biomassa”. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 73 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 74 TELERISCALDAMENTO Il fabbisogno di energia richiesto nel periodo di riscaldamento alla rete do teleriscaldamento è dato da: Qgn,in è la quantità di energia termica in entrata alla sottostazione di scambio, [kWh]; Qgn,out è la quantità di energia termica in uscita dalla sottostazione di scambio e fornita al sottosistema di distribuzione dell’impianto, [kWh]; Qgn,L è la quantità di energia termica dispersa in ambiente dalla sottostazione di scambio, [kWh]. è la potenza termica nominale della sottostazione, [kW]; FCtu N è la percentuale di potenza termica persa dalla sottostazione di scambio nelle condizioni di esercizio calcolata secondo la (304), [%]; è il tempo di attivazione dell’impianto, assunto pari a 24 h/giorno; è il fattore di carico termico utile della sottostazione, così come definito al § E.9.6.3; è il numero dei giorni del mese. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 75 TELERISCALDAMENTO La percentuale di potenza termica persa dalla sottostazione è fornita dalla seguente espressione è la temperatura media del fluido nella sottostazione, [°C]; è la temperatura dell’ambiente ove è installata la sottostazione (Prospetto LX), [°C]; è la temperatura media di riferimento del fluido termovettore nella sottostazione (Prospetto LIX), [°C]; è la temperatura dell’ambiente nelle condizioni di test, pari a 20°C; C2 C3 è un coefficiente assunto pari a 2,24; è un coefficiente assunto pari a 0,57; è la potenza termica nominale della sottostazione, [kW]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 76 TELERISCALDAMENTO Nel caso in cui il fornitore della sottostazione dichiari il fattore di perdita della sottostazione, kss, la quantità di energia termica dispersa in ambiente dalla sottostazione si calcola come segue: è il fattore di perdita della sottostazione, [W/K]; Fattori di conversione in energia primaria Combustibili fossili (metano, gasolio, carbone,GPL) Energia elettrica Fonti rinnovabili: legna, biomasse, RSU eolico, solare termico e fotovoltaico Teleriscaldamento: con caldaie altri sistemi di generazione Teleraffreddamento: con refrigeratori industriali combinato con teleriscaldamento (trigenerazione) refrigeratori + free-cooling free-cooling (impiego di acqua di lago/fiume) calore di scarto di processo + frigoriferi assorbimento * da utilizzarsi in assenza di dato dichiarato dal fornitore ** utilizzare il dato dichiarato dal fornitore Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 fp 1 2,18 0,5 0 1.2* ** 0,5 0,4 0,3 0,1 0,05 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 77 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 78 GENERATORI AD ARIA CALDA L’energia richiesta in ingresso al generatore (energia del combustibile) è data da: Qgn,out η gH è l’energia termica prodotta dal generatore ad aria calda, [kWh] è il rendimento termico utile del generatore ad aria calda, in assenza di dati forniti dal costruttore si fa riferimento al Prospetto LVIII; Tipo di generatore Generatori di aria calda a gas o gasolio con bruciatori ad aria soffiata o premiscelato, funzionamento on-off Generatori di aria calda a gas a camera stagna con ventilatore nel circuito di combustione di tipo B o C, funzionamento on-off Generatori di aria calda a gas o gasolio con bruciatori ad aria soffiata o premiscelato, funzionamento bistadio o modulante Generatori di aria calda a gas a camera stagna con ventilatore nel circuito di combustione di tipo B o C, bistadio o modulazione aria-gas Generatori di aria calda a gas a condensazione regolazione modulante aria-gas Valore di base ηgH Riduzione per installazione all’esterno 90 3 90 3 93 2 93 2 100 1 Prospetto LVIII – Rendimenti convenzionali per generatori ad aria calda, ηgH (Fonte: UNI TS 11300-2:2008) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 79 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 80 EMETTITORI ALIMENTATI ELETTRICAMENTE Nel caso di sistemi elettrici ad infrarossi o altri tipi di emettitori puramente elettrici, l’energia elettrica richiesta normalmente solo dagli ausiliari copre il fabbisogno termico e si ha: dove: WH,e,i,j QH,e,ls,i,j è il fabbisogno di energia elettrica degli ausiliari del sottosistema di emissione j-esimo nella zona i-esima, [kWh]; è il fabbisogno di energia termica sensibile netto corretto per il riscaldamento o la climatizzazione invernale della zona termica i-esima coperto dalla tipologia d’impianto j-esima, [kWh]; è la perdita termica di processo del sottosistema di emissione j-esimo nella zona i-esima, [kWh]. 6 10 14 Generatore d'aria calda singolo a basamento o pensile Aerotermi ad acqua Generatore d'aria calda singolo pensile a condensazione 0,97 0,96 0,98 0,96 0,95 0,97 0,95 0,94 0,96 Carico termico specifico [W/m3] 4-10 Altezza del locale [m] 6 10 14 heeH 0,95 0,94 0,93 0,94 0,93 0,92 0,96 0,95 0,94 Strisce radianti ad acqua, a vapore, a fuoco diretto Riscaldatori ad infrarossi Pannelli annegati a pavimento disaccoppiati termicamente 0,99 0,98 0,98 0,98 0,97 0,97 0,97 0,96 0,96 0,97 0,96 0,96 0,97 0,96 0,96 0,96 0,95 0,95 0,96 0,95 0,95 0,96 0,95 0,95 0,95 0,94 0,95 Pannelli annegati a pavimento non disaccoppiati termicamente 0,98 0,97 0,96 0,96 0,96 0,95 0,95 0,95 0,95 Pannelli a pavimento (isolati) disaccoppiati termicamente 0,99 0,98 0,97 0,97 0,97 0,96 0,96 0,96 0,95 Pannelli a pavimento (isolati) non disaccoppiati termicamente 0,99 0,98 0,97 0,97 0,97 0,96 0,96 0,96 0,95 <4 Terminale di erogazione del calore > 10 6 10 14 0,93 0,92 0,94 0,92 0,91 0,93 0,91 0,9 0,92 Prospetto XL – Valori convenzionali del rendimento di emissione in locali di altezza superiore a 4m, ηeeH (Fonte: UNI TS 11300-2:2008) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 81 NUOVI SISTEMI DI GENERAZIONE Generatori tradizionali multistadio/modulanti Generatori a condensazione multistadio/modulanti Generatori a biomassa (calcolo analitico) Teleriscaldamento (calcolo analitico) Generatori ad aria calda Sistemi di riscaldamento ad infrarossi Cogenerazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 82 EMETTITORI ALIMENTATI ELETTRICAMENTE Il bilancio energetico di un sistema di cogenerazione è dato da: Waux Qgn,out Qgn,L Wgen è l’energia elettrica assorbita dagli ausiliari del sistema di cogenerazione, [kWh]; è l’energia termica richiesta al cogeneratore, [kWh]; è la perdita termica complessiva del cogeneratore, [kWh]; è l’energia elettrica prodotta dal cogeneratore, [kWh]. L’energia elettrica netta che viene prodotta dal generatore è: da cui il bilancio energetico diventa: Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 83 EMETTITORI ALIMENTATI ELETTRICAMENTE Introducendo il rendimento termico ed elettrico medio mensile definiti come: Dal bilancio termico si ricavano le perdite complessive come: L’energia in ingresso al sistema di cogenerazione si calcola direttamente con: L’energia elettrica netta prodotta si calcola come: Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 84 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 85 SISTEMI MULTIPLI DI GENERAZIONE Se si hanno più generatori posti in parallelo, questi possono essere azionati con due diverse modalità, che modificano il modo di attribuire le frazioni di richiesta termica in parallelo puro (assenza di priorità di accensione) tutti i generatori operano con lo stesso fattore di carico termico utile con priorità di accensione predefinita (funzionamento in cascata) i generatori sono regolati in modo da attivarsi in cascata, cioè il carico viene soddisfatto dal generatore n.1 e, solo quando questo non è più in grado di soddisfare la richiesta, parte il generatore n.2 e così via in sequenza ordinata crescente. Se il carico si riduce, l’ultimo generatore attivato va prima in regolazione e infine si spegne, e così via in sequenza ordinata decrescente. In questo caso i generatori hanno, mese per mese, un fattore di carico termico utile differenziato in base all’ordine di attivazione. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 86 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO Per il calcolo dell’energia termica richiesta dal sistema di riscaldamento al sottosistema di generazione, occorre innanzitutto individuare se siano presenti più ramificazioni d’impianto che confluiscono in un’unica o più centrali termiche. Il sottosistema di ventilazione, di emissione e, in parte, di distribuzione possono essere differenti sia all’interno della stessa zona che in funzione delle diverse zone servite; così come l’eventuale sistema d’accumulo se presente. Si possono individuare i seguenti sottocasi: 1. un unico sistema impiantistico, che serve un’unica zona termica, alimentato da un’unica centrale termica; EDIFICIO ZONA TERMICA SISTEMA IMPIANTISTICO RAMIFICAZIONE CENTRALE TERMICA GENERATORE/I Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 87 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO 2. un unico sistema impiantistico, che serve più zone termiche, alimentato da un’unica centrale termica; 3. un unico sistema impiantistico, che serve più zone termiche, alimentato da più centrali termiche EDIFICIO ZONA TERMICA SISTEMA IMPIANTISTICO RAMIFICAZIONE CENTRALE TERMICA GENERATORE/I Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 88 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO 4. Più sistemi impiantistici (diversi tra loro come tipologia), che servono la stessa zona termica, alimentati dalla stessa centrale termica; 5. Più sistemi impiantistici (diversi tra loro come tipologia), che servono la stessa zona termica, alimentati da diverse centrali termiche; EDIFICIO ZONA TERMICA SISTEMA IMPIANTISTICO RAMIFICAZIONE CENTRALE TERMICA GENERATORE/I Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 89 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO 6. Più sistemi impiantistici (diversi tra loro come tipologia), che servono più zone termiche, alimentati dalla stessa centrale termica; 7. Più sistemi impiantistici (diversi tra loro come tipologia), che servono più zone termiche, alimentati da diverse centrali termiche; EDIFICIO ZONA TERMICA SISTEMA IMPIANTISTICO RAMIFICAZIONE CENTRALE TERMICA GENERATORE/I Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 90 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO Un sistema impiantistico è costituito da un insieme di sottosistemi diversi a secondo del tipo di servizio a cui il sistema impiantistico è dedicato. Servizio: RISCALDAMENTO SH DH EH E : sottosistema di emissione D: sottosistema di distribuzione S : sottosistema di accumulo Servizio: PRODUZIONE DI ACS SH DH EH E : sottosistema di emissione D: sottosistema di distribuzione S : sottosistema di accumulo Servizio: VENTILAZIONE MECCANICA DV RV Relatore: Clara PISTONI AV EV 1 aprile 2010 E : sottosistema di emissione A: sottosistema di distribuzione aria S : sottosistema recuperatore D : sottosistema distribuzione del fluido termovettore SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 91 BILANCIO ENERGETICO – SINGOLO SOTTOSISTEMA Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 92 BILANCIO ENERGETICO - RISCALDAMENTO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 93 BILANCIO ENERGETICO – RAFFRESCAMENTO E DEUMIDIFICAZIONE Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 94 BILANCIO ENERGETICO – PRODUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 95 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 96 STRUTTURA GERARCHICA DELL’IMPIANTO TERMICO Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 97 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 98 SISTEMA IMPIANTISTICO VMC Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 99 SISTEMA IMPIANTISTICO VMC E è il sottosistema di emissione A è il sottosistema dell’aria di distribuzione R è il sottosistema recuperatore termico/entalpico D è il sottosistema di distribuzione (solo per UTA con batteria alimentata da fluido termovettore) I sistemi di ventilazione non rappresentano sistemi di riscaldamento ad aria, ma sistemi dedicati esclusivamente all’immissione di aria esterna, con o senza recupero termico/entalpico, che eventualmente provvedono alla sua umidificazione con/o senza post-riscaldamento affinché la temperatura di immissione in ambiente sia pari alla temperatura dell’ambiente. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 100 RENDIMENTI O PERDITE? Nella UNI 10348 si parlava di rendimenti, nelle nuove norme di perdite: quali si usano ? Gli uni e le altre ! La UNI TS 11300-2* fornisce i rendimenti: emissione controllo distribuzione generazione ηEH ηCH ηDH ηGH Questi vengono poi trasformati in perdite * UNI/TS 11300-2:2008 Dati e metodi per la determinazione dei rendimenti dell’impianto di riscaldamento e di produzione di ACS Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 101 RENDIMENTO DI EMISSIONE Rendimento di emissione: è il rapporto fra il calore richiesto per il riscaldamento degli ambienti con un sistema di emissione teorico di riferimento in grado di mantenere in ambiente una temperatura perfettamente uniforme e uguale nei varia locali ed il sistema di emissione reale, nelle stesse condizioni di temperatura ambiente richiesta e di temperatura esterna. Il rendimento dei terminali di emissione individua quindi l'influenza del modo di emissione sulle perdite di calore dovute per esempio a fenomeni di trasmissione localizzata e di stratificazione dell'aria. Gli aspetti di cui si tiene conto sono: disuniformità indotte dai terminali di emissione all'interno degli ambienti riscaldati aumento di dispersioni verso l'esterno determinato dai terminali stessi in relazione al loro tipo e posizionamento all'interno dei locali riscaldati Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 102 RENDIMENTO DI EMISSIONE Q = energia dispersa dal locale A = situazione ideale: il radiatore mantiene a 20 °C ogni punto del locale Q=QA B = situazione reale: il radiatore mantiene a 20 °C il punto di misura Q=QB Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 103 RENDIMENTO DI EMISSIONE Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 104 RENDIMENTO DI EMISSIONE I moti convettivi innescati dal corpo scaldante ed il calore radiante emesso dallo stesso direttamente verso le strutture disperdenti sono causa di un aumento del coefficiente liminare interno; aumentano di conseguenza la trasmittanza della parete ed il calore disperso dalla stessa verso l'esterno. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 105 RENDIMENTO DI EMISSIONE Per effetto della stratificazione, il calore QB dissipato nel caso reale B è molto superiore a quello QA dissipato nel caso ideale (temperatura uniforme) A. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 106 RENDIMENTO DI EMISSIONE Come si può migliorare il rendimento di emissione? Bassa temperatura media di progetto del fluido termovettore i gradienti termici sono più bassi e si limita il fenomeno radiativo Buon isolamento termico della parete retrostante aumenta la resistenza termica della parete e quindi diminuisce la trasmittanza Strato riflettente sulla parete retrostante si limitano le perdite per effetto radiativo sulla parete immediatamente adiacente alla superficie del corpo scaldante Mensole atte deviare i flussi convettivi verso l'interno dei locali limitazione dei fenomeni di stratificazione dell'aria Taglio termico delle mensole stesse si limitano le dispersioni dovute all'installazione del componente Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 107 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Sistema di regolazione: è il dispositivo in grado di controllare il funzionamento dell'impianto in seguito a variazioni di temperatura interna o esterna all'ambiente. Rendimento del sistema di regolazione: misura la qualità del sistema di regolazione, cioè la sua prontezza nel rispondere ad una variazione della temperatura dell'ambiente da scaldare. Tecnicamente è espresso dal seguente rapporto: ηR = Q R-Ideale/Q R-Reale Q R-Ideale = quantità di calore necessaria per riscaldare un ambiente con una regolazione teorica perfetta (che risponde istantaneamente ad una variazione di temperatura) Q R-Reale = quantità di calore necessario per riscaldare lo stesso ambiente con il sistema di regolazione reale. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 108 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Il rendimento di regolazione è tanto più elevato quanto maggiore è la costanza della temperatura ambiente Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 109 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata: il sistema è pilotato da una sonda che rileva la temperatura esterna. La grandezza che viene regolata è la temperatura di mandata del fluido termovettore. Il sistema è cieco nei confronti della situazione climatica interna e qualunque causa determini una variazione sistematica o occasionale degli apporti energetici (errato dimensionamento dei corpi scaldanti - irraggiamento solare - accensione di un forno per cottura cibi) non viene percepita. Vantaggi: - il sistema ha tempi di risposta piuttosto rapidi - il punto di misura (temperatura esterna Te) è rappresentativo di una situazione comune a tutti gli ambienti riscaldati Svantaggi: - la temperatura degli ambienti riscaldati non ha effetti sul sistema di controllo - è necessario mettere a punto la curva di termoregolazione con una lunga azione di verifica (nella pratica tale operazione non viene mai effettuata e si imposta la curva del costruttore in funzione della zona climatica) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 110 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione per singola zona termica: vengono utilizzati diversi regolatori, ciascuno dei quali serve un gruppo di emettitori distribuiti in parti dell'edificio caratterizzate, per esempio dalla stessa esposizione. Ogni regolatore agirà su una valvola di zona (a due vie oppure a tre vie) in relazione alle indicazioni provenienti da un sensore di temperatura disposto in un punto rappresentativo della zona stessa. La regolazione per singola zona termica assicura la costanza e l'uniformità delle temperature nei locali rappresentativi delle varie zone. Il rendimento di regolazione assume valori sensibilmente più alti rispetto al caso precedente anche in funzione del tipo di regolatore utilizzato. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 111 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione per singolo ambiente: ciascun corpo scaldante è dotato di una particolare valvola a due vie, chiamata valvola termostatica che, grazie ad un sensore di temperatura posto in ambiente (di solito è incorporato nella valvola), intercetta il fluido e mantiene inalterata la temperatura del locale. La temperatura di mandata Tm del fluido vettore rimane costante e uguaglia quella che è stata impostata sul termostato della caldaia La regolazione sul singolo ambiente assicura la costanza e l'uniformità delle temperature di ogni locale riscaldato. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 112 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata e singola zona termica: sono presenti le valvole di zona e una centralina climatica che, pilotata dalla sonda esterna, ha il compito di effettuare una preregolazione modulando la temperatura di mandata del fluido. La temperatura di mandata Tm del fluido vettore oppure la temperatura della caldaia Tc (generatori di calore a temperatura scorrevole) viene impostata dal regolatore climatico in funzione di quella esterna. La regolazione accoppiata climatica centralizzata + singola zona termica assicura la costanza e l'uniformità delle temperature nei locali rappresentativi delle varie zone. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 113 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata e singola zona termica Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 114 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata e singola zona termica Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 115 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata e singolo ambiente: sono presenti le valvole termostatiche e una centralina climatica che, pilotata dalla sonda esterna, ha il compito di effettuare una preregolazione modulando la temperatura di mandata del fluido. La temperatura di mandata Tm del fluido vettore oppure la temperatura della caldaia Tc (generatori di calore a temperatura scorrevole) viene impostata dal regolatore climatico in funzione di quella esterna. La regolazione accoppiata climatica centralizzata + singola zona termica assicura la costanza e l'uniformità delle temperature in ogni ambiente riscaldato. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 116 RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Regolazione climatica centralizzata e singolo ambiente Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 117 RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE Qp = energia termica immessa dal sistema di produzione nel sistema di distribuzione Qdnr = energia termica dispersa dalla rete di distribuzione e non recuperabile Qdr = energia termica dispersa dalla rete di distribuzione MA recuperata Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 118 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 119 SISTEMA IMPIANTISTICO ACS: recupero perdite Sottosistema di erogazione QZ,LR,e fR,W,e QW,e,L è la quota parte delle perdite termiche del sottosistema di erogazione recuperata dal sistema involucro della zona termica considerata, [kWh]; è il fattore di recupero del sottosistema di erogazione, assunto pari a 0; è l’energia termica dispersa complessivamente dal sottosistema di erogazione, [kWh]. Sottosistema di distribuzione QZ,LR,d fR,W,d QW,d,L è la quota parte delle perdite termiche del sottosistema di distribuzione recuperata dal sistema involucro della zona termica considerata, [kWh]; è il fattore di recupero del sottosistema di distribuzione, rilevabile dal Prospetto XXXIII in caso di assenza di anello di ricircolo, ovvero, assunto pari a 0,2 se dotato di ricircolo; è l’energia termica dispersa complessivamente dal sottosistema di distribuzione[kWh]. Sottosistema di accumulo QZ,LR,s è la quota parte delle perdite termiche del sottosistema di distribuzione recuperata dal sistema involucro della zona termica considerata, [kWh]; fR,W,s è il fattore di recupero del sottosistema di accumulo, pari a 1 se posto in ambiente a temperatura controllata o pari a 0 se posto fuori dall’ambiente a temperatura controllata; QW,s,L è l’energia termica dispersa complessivamente dal sottosistema di distribuzione, [kWh]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 120 SISTEMA IMPIANTISTICO ACS: recupero perdite QZ,LR è la quota parte delle perdite termiche complessive dei sottosistemi recuperata dal sistema involucro della zona termica considerata, [kWh]; fR,W,y è il fattore di recupero dell’energia termica dispersa complessivamente dal generico sottosistema y-esimo appartenente al sistema impiantistico asservito alla produzione di acqua calda sanitaria; QW,y,L è l’energia termica dispersa complessivamente dal generico sottosistema y-esimo appartenente al sistema impiantistico asservito alla produzione di acqua calda sanitaria, [kWh]; Nsub è il numero di sottosistemi impiantistici che servono la zona termica considerata. Q*NH,s è il fabbisogno di energia termica per il solo riscaldamento “sensibile” della zona termica al netto delle perdite recuperate, [kWh]; Q*NC,s è il fabbisogno di energia termica per il solo raffrescamento “sensibile” della zona termica al netto delle perdite recuperate, [kWh]; QZ,LR è la quota parte delle perdite termiche dei sottosistemi recuperata dal sistema involucro della zona termica considerata, [kWh]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 121 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 122 SOLARE TERMICO: integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Norma tecnica di riferimento: UNI EN 15316-4-3:2008 “Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 4-3: Sistemi di generazione del calore, sistemi solari termici” Procedure di calcolo indicate nella UNI EN 15316-4-3: METODO A utilizza come dati di ingresso quelli dell’impianto di riscaldamento ad energia solare (visto come sistema) ovvero dati provenienti da prove sul sistema o dati di default come in EN 12976-2 (indicatori di performance) ovvero dati provenienti da simulazioni. Attualmente questo metodo è valido solo per sistemi di produzione acqua calda sanitaria caratterizzati in accordo alla norma UNI EN 12976-2 METODO B utilizza come dati in ingresso quelli caratteristici dei componenti costituenti l’impianto di riscaldamento ad energia solare, ovvero dati provenienti da prove sui componenti stessi (calcolo basato su metodo F-Chart) Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 123 SOLARE TERMICO: integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Impianto a preriscaldamento solare o a sola energia solare Impianto di preriscaldamento a energia solare (solar preheat system): impianto di riscaldamento ad energia solare che preriscalda l’acqua prima del suo ingresso in un altro tipo di impianto di riscaldamento dell’acqua Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 124 SOLARE TERMICO: integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Impianto di riscaldamento ad energia solare con fonte ausiliari Impianto a energia solare con fonte ausiliaria (solar-plus-supplementary system): impianto di riscaldamento a energia solare che utilizza in modo integrato le sorgenti di energia solare e ausiliaria ed è in grado di fornire il servizio di riscaldamento richiesto, indipendentemente dalla disponibilità di energia solare Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 125 NOVITA’ INTRODOTTE DAL DECRETO n. 5796 Specifiche relative ai compiti del Soggetto certificatore Analisi energetica per subalterni e zone termiche Due approcci di calcolo: “da progetto”: rigoroso e completo per edifici nuovi “da rilievo sull’edificio”: forfettario per edifici esistenti Calcolo del fabbisogno di energia termica latente per ambienti ad umidità controllata Calcolo della trasmittanza di energia solare in presenza di sistemi schermanti Nuovi sistemi di generazione del calore Sistemi multipli di generazione del calore e struttura gerarchica dell’impianto termico Sistema impiantistico VMC Recupero delle perdite termiche del sistema impiantistico a servizio della produzione di ACS a riduzione del fabbisogno di energia termica dell’involucro Solare termico ad integrazione del riscaldamento ambienti e/o produzione ACS Fabbisogno di energia elettrica per l’illuminazione Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 126 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE Direttiva Europea 2002/91/CE Articolo 2 Definizioni […] 2) “rendimento energetico di un edificio”: la quantità di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi con ad un uso standard dell’edificio, compresi, tra gli altri, il riscaldamento, il riscaldamento dell’acqua, il raffreddamento, la ventilazione e l’illuminazione. […] Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 127 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE Direttiva Europea 2002/91/CE Allegato Quadro generale per il calcolo del rendimento energetico degli edifici Il metodo di calcolo del rendimento energetico degli edifici deve comprendere almeno i seguenti aspetti: a) Caratteristiche termiche dell’edificio b) Impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda, comprese le relative caratteristiche di coibentazione c) Sistema di condizionamento dell’aria d) Ventilazione e) Impianto di illuminazione incorporato (principalmente per il settore non residenziale) […] Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 128 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE Riferimento normativo: UNI EN 15193 “Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazione”. La metodologia di calcolo per la determinazione del fabbisogno di energia elettrica per illuminazione viene applicata ad edifici con destinazione d’uso non residenziale e tiene conto della potenza elettrica installata e, in maniera semplificata, della disponibilità di luce naturale, delle modalità di occupazione e della presenza di eventuali sistemi di controllo sull’accensione del sistema di illuminazione. Il fabbisogno di energia elettrica per illuminazione viene valutato, su base mensile, suddividendo ciascuna zona termica in ambienti con caratteristiche illuminotecniche omogenee. Ambiente 1 Spazio non dotato di impianto di illuminazione fissa Zona termica 1 Ambiente 2 Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 129 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE Ai fini della valutazione del fabbisogno di energia per l’illuminazione si considera che un ambiente ha caratteristiche illuminotecniche omogenee quando: 1. 2. 3. Le superfici trasparenti che si aprono sull’ambiente sono caratterizzate dallo stesso indice di ostruzione Le superfici trasparenti che si aprono sull’ambiente hanno lo stesso coefficiente di trasmissione luminosa Le superfici trasparenti che si aprono sull’ambiente sono tutte vetrate a doppia pelle In questo modo è possibile calcolare il fattore di luce diurna per ciascun ambiente e da questo determinare: - il fattore di disponibilità di luce naturale, FD,S - il fattore che tiene conto del sistema di controllo della luce artificiale per ottimizzare quella naturale, FD,C -il fattore che lega l’utilizzo della potenza di illuminazione totale alla disponibilità di luce diurna, FD Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 130 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE Il fabbisogno di energia elettrica per la sola illuminazione artificiale fissa della zona termica considerata è dato da: EL,el,in,yr i A è il fabbisogno annuale di energia elettrica per la sola illuminazione fissa della zona termica considerata applicabile solo a destinazioni d’uso non residenziali, [kWh]; è l’indice dell’ambiente con caratteristiche illuminotecniche omogenee; è l’energia elettrica mensile necessaria per l’illuminazione artificiale dell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, [kWh]; è l’energia elettrica parassita annuale assorbita dai dispositivi di controllo e dalle batterie di ricarica dei sistemi di illuminazione di emergenza presenti nell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, [kWh]. è la superficie utile di pavimento dell’ambiente con caratteristiche illuminotecniche omogenee considerato, [m2]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 131 FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA PER ILLUMINAZIONE è l’energia elettrica mensile necessaria per l’illuminazione artificiale dell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, [kWh]; Fc,i tD,i Fo,i FD,i tN,i è la potenza totale installata per l’illuminazione artificiale nell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, [W]; è il fattore che tiene conto della presenza di sistemi di controllo per il mantenimento di valori costanti di illuminamento nell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee; in presenza di tali sistemi di controllo si assume Fc=0,9, altrimenti Fc= 1; è il tempo in cui vi è disponibilità di luce naturale, tabulato in funzione della destinazione d’uso (Prospetto LXXIV), [h]; è il fattore di occupazione che lega l’utilizzo della potenza di illuminazione totale al periodo di permanenza nell’ambiente i- esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, calcolato in funzione della destinazione d’uso e del sistema di controllo della luce artificiale, si veda § E.11.1.3; è il fattore che lega l’utilizzo della potenza di illuminazione totale alla disponibilità di luce diurna nell’ambiente i-esimo con caratteristiche illuminotecniche omogenee, calcolato in funzione della destinazione d’uso e del sistema di controllo della luce artificiale, si veda § E.11.1.2; è il tempo in cui non vi è disponibilità di luce naturale, tabulato in funzione della destinazione d’uso, (Prospetto LXXIV), [h]. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 132 RIEPILOGO Struttura del calcolo: 1. si calcola il fabbisogno di acqua calda sanitaria relativo alla zona termica i-esima per definire le perdite termiche recuperabili dalla zona stessa 2. si calcola il fabbisogno termico netto sensibile corretto della zona termica i-esima, definito come 3. si calcola la frazione j-esima che viene soddisfatta dal sistema impiantistico j-esimo presente nella zona i-esima: 4. si calcola il fabbisogno di energia termica “sensibile” corretto della zona al netto delle perdite recuperate richiesto al j-esimo impianto Q*NH,s,adj,i,j , determinato come: Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED DECRETO N. 5796 DEL 11 GIUGNO 2009 133 RIEPILOGO 5. si calcola la quota del fabbisogno termico sensibile per ventilazione meccanica coperta dall’impianto di ventilazione, con il preriscaldamento dell’aria di reintegro, QV,s,i 6. si calcola per la zona i-esima, se l’impianto j-esimo controlla anche l’umidità dell’aria ambiente (umidificazione), il suo fabbisogno di energia termica “latente”, QNH,l 7. si calcolano le perdite termiche dei sottosistemi appartenenti ad ogni j-esima tipologia d’impianto che serve la zona i-esima fino al sottosistema di generazione escluso; 5. si sommano le richieste delle diverse tipologie o ramificazioni d’impianto che convergono sullo stesso sottosistema di generazione; 6. si determinano le perdite termiche di ogni sottosistema di generazione; 7. si determinano i fabbisogni dei diversi vettori energetici e l’eventuale quota esportata; 8. si determina il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento o la climatizzazione invernale; 9. si determina l’efficienza energetica dell’edificio e dell’impianto termico. Relatore: Clara PISTONI 1 aprile 2010 SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO CENED