FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 6 FEBBRAIO 22 DICEMBRE 2016 2015 ANNO ANNOXIV XIV --NUMERO NUMERO 74 73 Meditate che questo è stato Primo Levi INDEX PAGINA EDITORIALE 3 Soldati 31 Dicembre 2015 4 5 INCHIESTA Siamo sicuri di conoscere il nostro passato? 6 LEVINSIDE Hall of Fame Olimpiadi di informatica Notte Nazionale del Liceo Classico Intervista al futuro Levi On The Road 8 8 9 10 12 ATTUALITÀ La giornata della memoria Enrico Vanzini: l’ultimo sopravvissuto La risposta del governo al terrore: arte e cultura Da Palermo a Parigi: il boato del cambiamento Il mondo (e l’ironia dei social) contro l’ISIS I don’t care: I love it! 14 15 16 17 18 19 CULTURA E SOCIETÀ L’incantatrice di numeri Children for sale I geroglifici dell’era digitale Lampedusa Cross: fra dolore, fede e speranza LE FIABE DI OCKHAM Bianca e i sette noni 20 22 23 24 25 CACCIATORI DI LIBRI La verità sul caso Quebert Le parole che ci salvano 26 27 INDEX PAGINA MUSICROOM What do you mean? I Lived, One Republic 28 TALKING MOVIES Spy 29 SPORTIVAMENTE SOS: combinata nordica 28 NOSCE TE IPSUM 31 DE GUSTIBUS 32 IPSE DIXIT 34 LEVIGNETTE 36 GIOCHI 37 Editoriale EDITORIALE Salve cari lettori! Con il nuovo anno, oltre all’ansia per la ripresa della scuola e ai chili in più a causa dei troppi panettoni, arriva anche il nuovo numero del nostro caro Rasoio! Purtroppo queste vacanze di Natale, come pensiamo sappiate tutti, sono state segnate dalla perdita di Lorenzo, amico prima che studente del Levi. Le nostre condoglianze vanno alla famiglia e a chiunque lo conosceva. Lo ricordiamo in due articoli, “31 Dicembre 2015” e “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Abbiamo scelto di non chiederci il perché di un simile gesto e di non raccontare nuovamente cos’è successo, per quello sono bastati gli altri giornali. Abbiamo deciso di ricordarlo in modo semplice, per la sua vita e non per la sua morte. Anche in questo numero partono nuove rubriche, grazie alla redazione (aperta, lo ricordiamo, a chiunque studente abbia la passione per la scrittura), sempre più numerosa e varia. Complimenti agli alunni meritevoli del Levi, sia per le borse di studio vinte sia per gli ottimi risultati conseguiti nelle olimpiadi di informatica e di italiano. Congratulazioni anche agli studenti del classico, che ci hanno allietato con conferenze e incontri durante la Notte bianca, tenutasi il 15 gennaio. Altro evento importante è stato lo spettacolo in commemorazione della Giornata della Memoria il 27 gennaio. E che dire di tutti gli intrepidi ragazzi cimentatisi nella gara di scii e snowboard? Insomma, bravi a tutti! Per qualsiasi critica, osservazione e domanda potete contattarci alla seguente mail: [email protected] ERRATA CORRIGE Anche a noi giornalisti in erba del Rasoio di Ockham ogni tanto scappa qualche errore. Da questo numero in avanti, dedicheremo questo spazio, chiamato appunto “Errata corrige” (Correggi le cose sbagliate), agli errori commessi nei numeri precedenti. Ecco quindi di seguito gli errori presenti nel numero precedente che ci sono stati segnalati. • A pag. 5, nella sesta riga del secondo paragrafo, i due studenti eletti nella Consulta Provinciale avevano candidamente espresso il loro dispiacere per la famigerata censura, non uno degli studenti candidati nel Consiglio d'Istituto. Inoltre, sempre nello stesso articolo, nel sottotitolo si legge la parola “legenda” anziché “leggenda”. • A pag. 8, nella quint'ultima riga, a causa di un errore di battitura è stato scritto “molto” anziché “molte”. • A pag. 17, il redattore Pietro Bazzani frequenta la 3BCL, non la 3ACL. • A pag. 25, la redattrice Silvia Lucchesi frequenta la 3BCL, non la 3BSC. LA REDAZIONE FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 3 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 CIAO LORENZO SOLDATI "Si sta come D'autunno Sugli alberi Le foglie" La celebre poesia "Soldati" di Ungaretti mi è venuta in mente dopo qualche ora di riflessione su quanto era accaduto. Questi versi rendono perfettamente l'idea della caducità umana, e spiegano appieno ciò che provavo in quel momento: ero sbalordito per l’avvenimento, e queste parole spiegavano in modo sintetico ma efficace la marea di pensieri che rumoreggiavano nel mio cervello. Lorenzo è come una foglia in autunno: si è staccato dall'albero chiamato vita ed è atterrato altrove. Questo non vuol dire che Lorenzo abbia smesso di esistere - quando una foglia si stacca dal ramo non cessa di esserci. Lorenzo è atterrato nel cuore dei suoi cari, nel cuore dei suoi amici, nel cuore di chi non lo conosceva molto. E qui, come una foglia, si trasformerà con il passare del tempo in fertile terra, adatta al germogliare di nuova vita. Per ricordarlo, dunque, dobbiamo vivere. Dobbiamo continuare a sorridere alla vita, ricordandolo sempre e tenendolo vivo nei nostri cuori. In questo modo Lorenzo vivrà in eterno, e aiuterà il germogliare e la crescita della nostra vita. PIETRO BAZZANI 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 4 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 31 DICEMBRE 2015 - Perché sono salito quassù? Chi indovina? - Per sentirsi alto. - No [...]. Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva. DAL FILM “L’ATTIMO FUGGENTE” Le notizie circolano in fretta. Passano da bocca a bocca. Si ingigantiscono, cambiano, si trasformano. E alla fine cosa ne rimane? Una copia imperfetta del fatto iniziale. Una vana illusione di poter sapere, capire e di conseguenza giudicare. Per comprendere veramente una persona non ci si può fermare a un singolo avvenimento o a un singolo momento della sua vita ma bisogna cambiare punto di vista, guardarla da un’altra prospettiva. E neanche così potremmo pretenziosamente affermare di aver compreso tutto e di avere la verità in tasca. I giornali ci hanno presentato Lorenzo attraverso un solo punto di vista incentrandosi solo sul suo ultimo gesto e fermandosi alle apparenze: “Si suicida a soli 16 anni: dramma a Capodanno a Montebelluna”. “Male di vivere, studente si toglie la vita a soli 16 anni”. Da lì è cominciato tutto: obbligatori i posti vicini nella stessa loggetta per commentare tra una battuta e un selfie le arie de “L’elisir d’amore” di Donizzetti. La camminata verso la stazione ci ha fatti sentire padroni del mondo, viaggiare di notte su un treno ha un che di magico. La nostra amicizia è nata così, in modo semplice come ne nascono tante, raccontando pezzi delle nostre vita: dai problemi sentimentali alla scuola, dagli interessi e dalle passioni ai nostri sogni. Non siamo diventati subito amici per la pelle, è stato più un percorso, spesso in salita, che ha portato a un affetto così forte da continuare anche ora, dopo tutto quello che è successo. Nei mesi successivi abbiamo potuto stringere un legame ancora più stretto con Lorenzo, scoprendo il suo carattere, il suo modo di fare e di pensare. Non era di certo un leader, un ragazzo popolare, come l’hanno dipinto molti giornali. Era una ragazzo normale come tanti altri, con problemi normali come tanti altri. D e t e r m i n a t o, m a i s o d d i s f a t t o, t e s t a r d o (maledettamente testardo), lagnoso, ma anche leale, affezionato, divertente. Insomma era lui, difficile descriverlo con degli aggettivi. Era sua la capacità di descrivere il mondo attraverso metafore ironiche e ben calibrate. Ci aveva definite la sua Fragola e la sua Panna. Le sue migliori amiche, una l’opposto dell’altra ma che insieme formiamo la miscela perfetta. Dilungarsi oltre non avrebbe senso, come neanche cercare le cause che hanno portato a un simile gesto. Come detto prima vogliamo raccontarvi la vita, non la morte. Vogliamo che nella mente di tutti rimanga il Lollo scherzoso che salutava con un “Salve!”, il Lollo sempre in cerca di abbracci, il Lollo che ordinava le pizze per teatro, il Lollo che amiamo e che non dimenticheremo. ELEONORA BORDIGNON 3BCL SARA SPADETTO 3BCL Noi vorremmo lasciarvi un ricordo di Lorenzo diverso, perché le persone vanno ricordate in vita, non classificate in base alla morte, ed è per questo che siamo qui a raccontarvi la nostra storia. Abbiamo conosciuto Lorenzo in un treno verso Venezia il 12 febbraio 2015. Eravamo tutti vestiti in tiro per andare a uno spettacolo al teatro “La Fenice” con il gruppo del laboratorio teatrale “I Paladini di Talìa”. Un’occasione più unica che rara, impreziosita dal celebre carnevale veneziano. Le strade erano gremite delle coloratissime e strabilianti maschere, Piazza San Marco era unica, illuminata da un tramonto imperdibile, accentuato dal riverbero dei canali. È lungo questi canali, parlando del più e del meno, che noi e Lorenzo ci siamo conosciuti un po’ meglio. È vero, facevamo teatro insieme da qualche mese, ma questa è stata la prima occasione per legare davvero. FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 5 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Inchiesta SIAMO SICURI DI CONOSCERE IL NOSTRO PASSATO? Abbiamo deciso di realizzare questo sondaggio per SCOPERTA DELL’AMERICA capire se gli studenti di ogni età del liceo Levi hanno (1492 d.C.) un’adeguata conoscenza delle date storiche più significative del nostro passato più o meno recente. Il Errato Esatto nostro scopo era quello di capire non tanto la preparazione scolastica di ciascuno, quanto l’interesse Prime per la storia e la consapevolezza che l’attualità che stiamo vivendo è il risultato del nostro passato storico. Seconde Le domande che abbiamo posto a diversi gruppi di ragazzi in base alla classe di appartenenza sono le seguenti: • Data della fondazione di Roma. • Anno della scoperta dell’America. • Inizio e fine della prima guerra mondiale. • Anno del suffragio universale in Italia. • In quale periodo storico ti sarebbe piaciuto vivere? Di seguito vi riportiamo i grafici relativi a ciascuna domanda. FONDAZIONE DI ROMA (753 a.C.) Errato Esatto Terze Quarte Quinte 0 4 8 12 16 Con la scoperta dell'America i risultati sono decisamente migliori: è probabilmente uno degli eventi più ricordati a livello mondiale. Ha segnato l'inizio dell'età moderna che ha portato alla nascita e al rafforzamento dello stato odierno e non solo. Questi sono alcuni dei principali motivi che meglio ci aiutano a giustificare la netta prevalenza di risposte corrette. 1^ GUERRA MONDIALE (1914-1918 d.C.) Prime Seconde Errato Terze Esatto Quarte Quinte 20% 0 4 8 12 16 Come possiamo vedere dal grafico, solo nelle terze le risposte corrette superano quelle errate, mentre nelle altre classi, soprattutto nelle prime e nelle quarte, risulta esserci una netta prevalenza di risposte errate. A nostro parere il risultato è dovuto al fatto che non viene data molto importanza a questo evento storico perché molto lontano nel tempo. 80% FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 6 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Inchiesta Anche la data della 1^guerra mondiale risulta essere stata appresa brillantemente dai ragazzi, probabilmente per le recenti commemorazioni (nel 2015) per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. Infatti tutti i mezzi di comunicazione hanno ampiamente trattato questo momento storico e ci sono stati numerosi eventi a riguardo anche nella zona in cui viviamo. LA PRIMA VOLTA DELLE DONNE AL VOTO IN ITALIA (10 Marzo 1946) Errato Esatto Prime Seconde frequenti, sono molto vari, ma il periodo storico maggiormente “gettonato” è quello della Belle époque. Probabilmente lo sfarzo della torre Eiffel, il grande sviluppo delle arti e le innovazioni industriali e tecnologiche hanno affascinato la maggior parte di voi. Ci siamo divertite a raccogliere le vostre risposte, e ci scusiamo per aver interrotto la ricreazione di alcuni di voi. Non ci siamo particolarmente stupite per le numerose date errate, sappiamo quanto possa essere noioso e alle volte faticoso memorizzare le diverse date storiche, e come facilmente finiscano nel dimenticatoio! Tuttavia riteniamo che questo sondaggio possa essere uno stimolo per andare a rivedere non solo le singole date ma anche e soprattutto per approfondire gli eventi che hanno segnato la nostra storia. Chiudiamo con una celebre frase di Cicerone: "La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità". Terze Quarte ELEONORA DALLA BETTA 3BCL REBECCA DE MARTIN 3BCL ALESSANDRA MARIN 3BCL Quinte 0 3 6 9 12 Esattamente 70 anni fa, le donne italiane poterono votare per la prima volta. Molti di voi non ricordavano la data di questo evento, forse dando per scontato un diritto del genere, ma speriamo che d'ora in poi teniate in mente l'anno di un traguardo così importante per la popolazione femminile italiana. IN QUALE PERIODO STORICO AVRESTI VOLUTO VIVERE? Antichità Classica 1800 Belle Epoque 1900 Futuro 0 5,5 11 16,5 22 Riuscite ad indovinare a chi ci siamo ispirate per sottoporvi quest'ultima domanda? Ebbene sì, proprio a Miss Italia 2015! I risultati, di cui vi abbiamo riportato solo le scelte più FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 7 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside HALL OF FAME E’ proprio il caso di dirlo: gli studenti del Levi non si smentiscono mai. Dove ci sono premi, concorsi, borse di studio, ci sono sempre loro tra i vincitori. Ecco gli ultimi premiati (in ordine di tempo, naturalmente!): almeno uno dei due linguaggi di programmazione, Pascal o C/C++, per essere in grado di individuare gli errori negli algoritmi dei quesiti. Nonostante sia stato il primo anno, il nostro liceo ha ottenuto buoni risultati, infatti 7 alunni su un massimo di 8 sono stati selezionati per partecipare alla fase successiva in quanto hanno ottenuto un punteggio superiore alla media nazionale. Il prossimo appuntamento è il 14 Aprile per la fase territoriale, in luogo ancora da definirsi. Ecco i nomi dei nostri studenti selezionati: JONA BENETAZZO TOBIA STEFANI, della classe 2BSA, ha vinto una Borsa di studio del Rotary Club di Camposampiero (PD) per il Concorso "Per un'etica della vita buona". ANNACHIARA BORDIN, di 4DSC e CHRISTIAN FERRARO di 5CSC sono risultati tra i vincitori delle borse di studio Chiara Giavi, che premia ragazzi che eccellono sia nello sport che nello studio. Annachiara pratica la scherma, mentre Christian è campione di nuoto. Infine, last but not least, la 3ASA ha prodotto un video che ha vinto il concorso"All-In", promosso dalla Cooperativa Il Sestante in collaborazione con i Comuni del Montebellunese, nell'ambito del progetto di Educazione alla salute sulla prevenzione dei rischi e delle dipendenze. A tutti, i complimenti e le congratulazioni della Redazione del Rasoio di Ockham! LA REDAZIONE OLIMPIADI DI INFORMATICA 4ASA TOMMASO MENEGHIN CHIARA TAROZZO 4ASA 4ASA ALESSANDRO NANDI 3BSA SEBASTIANO ROSSI 4ASA MARCO STECCA 3ASA MARCO RONCATO 3ASA Da ricordare anche gli ottimi piazzamenti dei sei alunni di quinta che hanno partecipato. Parlando della mia esperienza vi posso dire che mi ero iscritta un po’ per curiosità, un po’ per gioco e un po’ per sfida verso me stessa, non aspettandomi minimamente i risultati ottenuti, che mi hanno sorpreso e di cui sono felice. La gara non è stata troppo difficile e un po’ di impegno per i novanta minuti a disposizione ha portato i suoi frutti. In bocca al lupo a tutti coloro che con me si cimenteranno nella fase successiva! CHIARA TAROZZO 4ASA Le Olimpiadi Italiane di Informatica nascono da una collaborazione tra MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ed AICA (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) e sono un’occasione per far emergere e valorizzare le eccellenze della scuola italiana. Quest’anno sono state inserite tra le varie competizioni scolastiche e si sono svolte per la prima volta nel nostro istituto il 18 Novembre. Vi hanno partecipato 49 alunni di diverse classi. La gara è rivolta agli studenti della scuola secondaria di secondo grado a cui si richiedono le competenze per risolvere esercizi di logica più o meno complessi e la conoscenza di FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 8 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO Lettura di brani classici, interventi di filosofia, storia, inglese, greco, latino. Ma anche danza, teatro, recitazione, musica, esperimenti scientifici, vestiti simili a quelli degli antichi, degustazioni di piatti tipici dei Greci e dei Romani: questi gli ingredienti che hanno contribuito alla buona riuscita della “Notte Nazionale del Liceo Classico”, iniziativa nazionale svoltasi nel nostro liceo il 15 gennaio scorso, come in gran parte dei Licei Classici d'Italia. Serata in cui, dalle 18 alle 22.30, la nostra scuola è stata aperta a tutta la cittadinanza: sono arrivati studenti, ex studenti, genitori, nonni, amici, ragazzi di terza media interessati a intraprendere il percorso di questo i n d i r i z z o. M a a n c h e p e r s o n e c h e e r a n o semplicemente curiose di capire in che condizione è il liceo Classico. Questo è stato infatti uno dei motivi principali per cui è nata questa iniziativa: far capire che questo indirizzo non è morto, come alcuni vogliono farci credere, ma probabilmente è più vivo che mai. Far capire anche che il Classico non è una scuola ancorata al passato, rimasta alle sole lezioni frontali e alle nozioni da imparare a memoria, ma che c'è anche tanto altro. Ragazzi eccellenti non solo dal punto di vista del rendimento ma anche per quanto riguarda il mondo della musica, della danza e dello spettacolo. Così le circa 500 persone che hanno partecipato all'iniziativa hanno potuto scegliere tra un programma contenente molte attività diverse: dalla derivazione greca e latina delle parole inglesi, alla dimostrazione fisica dei paradossi di Zenone, passando per la recitazione di monologhi tratti da Shakespeare o di parte del quinto canto dell'Inferno o delle opere di Plauto, senza dimenticare la riproduzione di quadri viventi. Il tutto inframezzato dai bravissimi ragazzi dell'orchestra, che in pochi giorni sono riusciti a preparare tre pezzi e a suonarli in maniera notevole, e da un rinfresco nel quale erano presenti riproposizioni di ricette greche e latine. Da segnalare anche il grande successo del “processo al Liceo Classico”, nel quale tutti i presenti, riuniti in aula magna, dopo aver sentito l'accusa e la difesa della nostra scuola, sono stati chiamati a votare per la condanna o l'assoluzione di questo indirizzo. Risultato? Liceo Classico ampiamente assolto. SILVIA LUCCHESI 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 9 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside INTERVISTA AL FUTURO GIURISPRUDENZA “Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita.” (Anonimo) Quante volte ci siamo persi a fantasticare su cosa fare della nostra vita, su quali sogni contano davvero per noi e sugli obiettivi che vogliamo perseguire? Il primo step è stata la scelta della scuola superiore, ma il passo decisivo che ci avvicina al nostro futuro sarà l’università. Purtroppo o per fortuna, la scelta della facoltà è decisamente ampia. Per questo motivo comincia da questo numero una nuova rubrica nella quale verrà intervistato un ex allievo del “Levi” ora alle prese con i corsi universitari, in modo da poter gettare uno sguardo al di là della maturità. La prima facoltà presa in esame è giurisprudenza. L’intervistata ha preferito rimanere anonima. Ha 21 anni, si è diplomata al Liceo Classico e ora frequenta il terzo anno di giurisprudenza a Treviso, sede staccata di Padova. PERCHÉ HAI SCELTO QUESTA FACOLTÀ? per mangiare quello che mi sono portata da casa purtroppo da noi non c'è la mensa. Se tra il pranzo e le lezioni pomeridiane c'è del tempo libero cerco di sfruttarlo studiando per conto mio in aula studio, finché i compagni non ti implorano di aggiungerti al torneo di carte che ormai sta coinvolgendo sempre più studenti. Si parte sempre con il solito monito “solo una partita eh”, per poi finire a chiedere rivincite su rivincite. Concluse anche le ultime lezioni faccio la solita maratona per tentare di prendere il primo treno utile per arrivare a casa il prima possibile. Una volta arrivata, mi riposo un po’ e, se avanza del tempo, mi metto sui libri fino a cena. CHE CORSI STAI SEGUENDO? In questo semestre ho seguito i due corsi previsti, diritto commerciale e diritto amministrativo. QUAL È IL CORSO CHE FINORA TI È PIACIUTO DI PIÙ? E QUELLO PIÙ IMPEGNATIVO? Ho scelto questa facoltà perché sono sempre stata interessata ai problemi di attualità che si sentono quotidianamente alla TV e si leggono nei giornali. Ho iniziato quindi a studiare diritto per poter discutere questi argomenti dal punto di vista giuridico e partendo dalla discussione trovare soluzioni concrete. Il corso che finora mi è piaciuto di più è stato quello di diritto privato, con particolare riguardo al diritto di famiglia, quello più complicato invece diritto commerciale. PERCHÉ HAI SCELTO QUESTA UNIVERSITÀ? Il rapporto con i docenti finora è stato sempre buono, essendo una sede piccola è più semplice avere rapporti diretti con loro, fermarli in corridoio per chiedere un chiarimento o presentarsi ai ricevimenti settimanali previsti da regolamento. A parte qualche mail a cui non si riceve risposta, sono quasi tutti disponibili. Ho scelto l’università di Padova sia per la qualità che, come è risaputo, caratterizza questa antica università, sia per la vicinanza a casa. FAI LA PENDOLARE OPPURE VIVI LÍ? Poiché frequento la vicina sede di Treviso faccio la pendolare. QUAL È LA TUA GIORNATA TIPO? È molto semplice: mi sveglio alle 7 e dopo una veloce colazione corro a prendere il treno delle 8. Dopo una breve passeggiata arrivo all’università e vado a seguire le prime lezioni mattutine. Alla pausa pranzo scendo COM’È IL RAPPORTO CON I DOCENTI? COME TI ORGANIZZI CON LO STUDIO? Nella mia sede cercano di raggruppare tutte le lezioni in tre giorni, solitamente i primi tre della settimana. Rimane dunque quello che chiamiamo il “weekend lungo di studio”. Essendoci quattro giorni liberi è più facile organizzare lo studio, suddividendolo tra la mattina e il pomeriggio. Questo ovviamente vale per i periodi di lezione, poi quando inizia la sessione esami si è a casa e ci si impegna per studiare il più possibile, FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 10 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside cercando sempre di ritagliarsi i propri spazi la sera o i fine settimana per ricaricare le batterie. COME SONO GLI ESAMI? Gli esami sono misti: ci sono quelli obbligatori e quelli opzionali (che quindi si scelgono a piacere), alcuni solo orali, alcuni solo scritti e altri sia orali che scritti. CONSIGLIERESTI QUESTA FACOLTÀ? COSA DIRESTI A CHI VUOLE INTRAPRENDERE LA TUA STESSA STRADA? Certo che consiglio questa facoltà! È parecchio impegnativa però al di là del futuro che ognuno avrà o sceglierà di avere, ti crea una forma mentis particolare, utile nella vita in generale. A chi è intenzionato a fare la mia stessa scelta consiglio la costanza nello studio, proprio quello che i prof ci supplicano di mantenere al liceo, serve molto per stare al passo con gli esami e non trovarsi da subito con l’acqua alla gola. E per ultimo, l’ansia è sempre dietro l’angolo, basta tenerla a bada e andare avanti con sicurezza. Non sarà facile, ma con l’impegno le soddisfazioni arrivano, come per ogni cosa. QUAL È L’EPISODIO PIÙ DIVERTENTE CAPITATO ALLÚNIVERSITÀ? Ci sono parecchi episodi simpatici, tra questi mi viene in mente il professore di economia che in sede di esame, passando a controllare la corrispondenza tra noi e la foto presente nel libretto, faceva un suo personale commento: “Ora sta decisamente meglio...” oppure “Il capello riccio le dona di più!”. C'è sempre qualche motivo per sorridere anche nell’ansia da esame! VUOI DIRE QUALCOSA AI TUOI EX COLLEGHI ANCORA STUDENTI DEL LEVI? Ai miei colleghi liceali vorrei dire di vivere al meglio questi anni, forse a voi ora non sembra ma passano davvero in fretta. All’università è molto diverso, si è in tanti e non ci si vede tutti i giorni, si creano piccoli gruppi spesso un po' per caso, non esiste più la dimensione gruppo di classe, quindi godetevelo al meglio questo aspetto, mischiate l’impegno costante con l’allegria e il sorriso. Non lo avrei mai pensato, ma il liceo un po’ mi manca! Quando siete alle prese con la scelta della facoltà, non ce n'è una giusta o una sbagliata, scegliete quello che più vi piace e che vi sentite a pelle, sarà sicuramente la scelta migliore!! ELEONORA BORDIGNON 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 11 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside LEVI ON THE ROAD Continua la rubrica nella quale studenti del nostro liceo raccontano la loro esperienza all'estero. Buona lettura! COME TI CHIAMI? Mi chiamo Cecilia Menegon e sono in 4Acl. IN CHE STATO TI TROVI? Mi trovo in Ohio, negli Stati Uniti. COME È STATO AFFRONTARE UN VIAGGIO COSÌ LUNGO? Il viaggio non è stato troppo lungo. Siamo partiti in gruppo da Roma, abbiamo fatto un volo fino a Londra e da lì abbiamo preso un aereo per New York. Quest'ultimo volo è durato nove ore. Infine ne abbiamo preso un altro per Cleveland. Siamo stati sempre tra italiani e abbiamo legato subito, scherzando tutto il tempo. Abbiamo guardato ore e ore di film quindi quando siamo arrivati a Cleveland è stato difficile rendersi conto di essere davvero lì. COME MAI HAI SCELTO DI ANDARE ALL'ESTERO? Per l'esperienza soprattutto e anche per non studiare greco e latino per un anno. A CHE LIVELLO ERI CON L'INGLESE PRIMA DI PARTIRE? E ORA? CHE MATERIE STUDI? Studio anatomia, letteratura inglese, matematica, fisica, storia/governo americano, chimica e latino. PARTECIPI AD ATTIVITÀ POMERIDIANE O EXTRASCOLASTICHE? Vivo il sogno americano facendo la cheerleader, ma sono abbastanza imbarazzante e scoordinata. Sono nel Yearbook, che è un club nel quale facciamo foto agli studenti e agli eventi scolastici e le mettiamo insieme per preparare l'annuario. VI DANNO COMPITI PER CASA? SE SÌ, TANTI? Ci danno compiti per casa ma non troppi, dato che la scuola finisce più tardi e molti studenti fanno sport e attività pomeridiane organizzate dalla scuola (la maggior parte dei professori allena una squadra). TI MANCANO LA SCUOLA E LA VITA IN ITALIA? A volte mi mancano le persone che frequentavo in Italia e mi manca un sacco il caffè italiano. COME SONO LE STRUTTURE DELLA SCUOLA CHE FREQUENTI? Credo che il mio livello di inglese fosse buono. Ora è sicuramente migliorato anche se la mattina appena sveglia non riesco proprio a parlare. A volte sogno in inglese ed è stranissimo. La scuola non è nuovissima ma ha tantissimi laboratori (in quello di anatomia ci hanno fatto dissezionare un gatto, è stata dura), computer, palestre, piscina, mensa, campi da tennis, calcio, baseball e football. Gli studenti non devono comprare i libri, ma ogni classe ha i suoi e li restituisce a fine anno. CI SONO DIFFERENZE TRA I DUE SISTEMI SCOLASTICI? SE SÌ, QUALI? DESCRIVI LA TUA GIORNATA TIPO La scuola qui è completamente diversa: andiamo a scuola dal lunedì al venerdì e il sabato stiamo a casa. Le lezioni iniziano alle 8 e finiscono alle 3 con una pausa per il pranzo. Abbiamo le stesse materie ogni giorno. Per ogni lezione abbiamo cinque minuti per cambiare classe e lasciare i libri negli armadietti. Mi alzo verso le 6.30/7 e vado a scuola, alle 12 abbiamo mezz'ora per il pranzo e poi rimango a scuola fino alle 15. Torno a casa e di solito (se non ho allenamento per diventare una cheerleader provetta) faccio i compiti e qualche attività in famiglia. Poi verso le 19 ceniamo. FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 12 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 LEVInside COME È LA TUA FAMIGLIA OSPITANTE? La mia famiglia ospitante mi piace davvero tanto. La mia host mum si chiama Jackie, ha 29 anni ed è la mia professoressa di anatomia. Racconta alla classe le cose imbarazzanti che faccio e dico. Il mio host dad si chiama Dan, ha 30 anni e fa il dentista. Non hanno figli ma hanno un cane che si chiama Dexter, che ogni mattina salta sul mio letto e mi lecca la faccia. Mi trovo davvero bene con loro anche se è difficile vederli come genitori visto che sono così giovani, ma voglio loro molto bene. HAI CONOSCIUTO ALTRI EXCHANGE STUDENTS DI ALTRE NAZIONALITÀ? Nella zona in cui vivo ci sono parecchi exchange students, non di tante nazionalità diverse. E' davvero facile legare con queste persone e andare d'accordo, soprattutto perché notiamo tutti abitudini strane degli americani e le prendiamo in giro insieme. CONSIGLIERESTI QUESTA ESPERIENZA AD ALTRI RAGAZZI? Sì, consiglierei questa esperienza, ma non necessariamente con Intercultura o in paesi che possono sembrare più “facili” come gli Stati Uniti o altri paesi europei. SALUTA I TUOI COMPAGNI DEL LEVI Ciao splendidi, mi mancate! FRANCESCA AMADIO 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 13 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Attualità LA GIORNATA DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE È strano e terribile pensare a quello che è successo in quegli anni del '900. Al giorno d’oggi viviamo in un’Europa in cui ognuno gode di libertà di pensiero, una società in cui ognuno può scegliere, dove ciascuno di noi può creare un proprio futuro senza paura, o almeno senza la paura che si provava allora. Abbiamo imparato ad avere rispetto per gli altri, rispetto per come sono, rispetto per la loro religione, rispetto per il colore della loro pelle, rispetto per la loro cultura. Siamo cresciuti in questa società, ed è difficile immaginare come la mente umana possa essere arrivata ad atti così terribili in passato. Come può una persona pensare che un'altra sia sbagliata solo perché è diversa? Ma è quello che è successo. Un uomo, Hitler, spalleggiato da altri uomini crudeli come lui, è arrivato a distruggere molte persone perché non erano come lui, sperando di conservare quella che per lui era la “razza ariana”, la “razza pura”. La cosa terribile è che molti gli hanno dato retta, anziché scegliere il dissenso come arma per contrastare queste folli ideologie. La maggior parte delle vittime era formata da ebrei, ma non solo: anche disabili, zingari, tutti coloro etichettati come “diversi”. Iniziarono ad essere discriminati, maltrattati, deportati, uccisi, sterminati. Erano trattati come animali, non c'era rispetto e molti erano a conoscenza di tutto ciò. Coloro che alla fine li liberarono non potevano credere all'orrore che quell'uomo aveva creato. Milioni di ebrei morti, senza motivo. Mi chiedo ancora: com'è possibile? Tutti quegli innocenti, che vivevano con il terrore nel cuore, non potevano avere pace, vivevano nell’ansia aspettando il giorno in cui sarebbero entrati in un campo da cui non sarebbero più usciti. Il dolore che provavano non si può nemmeno immaginare. Uno sterminio di uomini, donne, bambini innocenti. Alcuni sono usciti vivi, ma non riesco a immaginare il panico di coloro che cercavano di nascondersi e sfuggire a quella terribile realtà. Non riesco a immaginare il terrore negli occhi di madri e padri che si vedevano sottrarre i propri figli, e di questi ultimi nel vedere i propri genitori forse per l'ultima volta. Non possiamo dimenticare proprio perché dobbiamo essere sicuri che questa atrocità non si ripeta più. Per questo, il 27 gennaio è oggi la Giornata della Memoria, per conoscere i terribili fatti accaduti, per non dimenticare ciò che è successo, ma soprattutto per scegliere la pace. EMMA DAMATAR 1ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 14 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Attualità ENRICO VANZINI: L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO INTERNATO NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI DACHAU, VI TRASCORSE UN ANNO. RACCONTÒ DELL'ESPERIENZA VISSUTA SOLTANTO SESSANT'ANNI DOPO A volte c'è il dovere morale di raccontare la storia di alcune persone. Oggigiorno infatti i mezzi d'infor mazione nazionali e internazionali preferiscono dar spazio alle biografie di personaggi noti (attori, politici, artisti in generale), tralasciando inevitabilmente quelle di persone comuni e del tutto o parzialmente sconosciute; ciò avviene anche quando si deve in qualche modo testimoniare i fatti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Per questo motivo ho pensato di raccontarvi la storia quasi sconosciuta di un uomo, che penso valga la pena di essere raccontata. Mi riferisco a Enzo Vanzini, un anziano signore che ho conosciuto qualche anno fa durante un incontro alle scuole medie. La sua storia mi ha colpito nel cuore e fatto riflettere, perciò mi appresto ad esporla anche a voi, dato che ritengo fondamentale che una volta ascoltata una testimonianza, ognuno debba diventare a sua volta testimone. Enrico Vanzini nasce in un paesino in provincia di Varese il 18 novembre 1922. Con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, a soli diciassette anni, Vanzini viene arruolato come artigliere e inviato in Grecia dove resta sino al settembre del 1943, quando le milizie tedesche lo deportano in Germania a seguito dell'armistizio (3 settembre 1943) firmato dall'Italia con gli Alleati. Qui, per un anno, è costretto ai lavori forzati presso l'industria bellica tedesca a Ingolstadt. Nel 1944, dopo aver tentato la fuga approfittando dei bombardamenti aerei delle forze alleate ed essere stato catturato, viene internato nel campo di concentramento di Dachau, a nord-ovest di Monaco di Baviera. Il numero di matricola assegnatogli è il 123343, già appartenuto ad un detenuto deceduto, mentre è inviato alla baracca 8, nella sezione dei detenuti lavoratori. Il lavoro di Enrico Vanzini è senz'altro quello più terribile e disumano che potesse essere svolto in quei campi di per sé brutali. È infatti membro del Sonderkommando (tradotto letteralmente “unità speciale”), un gruppo di internati che deve collaborare con le SS allo sterminio degli altri internati; in particolare il compito principale è quello di rimuovere i corpi dalle camere a gas e di cremarli. Oltre a questa tremenda azione, a cui è costretto, pena la sua istantanea eliminazione, Vanzini è testimone di per versi esperimenti, apparentemente a scopo scientifico, condotti dai reparti medici delle SS utilizzando i deportati come cavie. Il 29 aprile 1945 l'esercito degli USA irrompe a Dachau e libera i reclusi ancora superstiti, tra cui c'è anche Vanzini, segnato fisicamente e psicologicamente. Quando torna a casa dalla sua famiglia dopo ben cinque anni, è pelle ed ossa, pesa soltanto 29 chili ed è riconosciuto a stento dai suoi genitori. Una volta ritornato a casa, passate le difficoltà iniziali del dopoguerra, Vanzini trova un lavoro, si sposa e ha dei figli. Per sessant'anni non accenna minimamente alla situazione che ha vissuto, soffre dentro sé stesso, ma mai e poi mai si confida coi suoi familiari. Solo alla veneranda età di novant'anni decide di confessare, di confidarsi, di raccontare ciò che ha vissuto sulla sua pelle. La decisione di diffondere la sua esperienza è mirata in modo particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Marca Trevigiana. Vanzini motiva così la scelta di focalizzare le sue energie nei giovani: “Io dico tutto ciò che ho sofferto a questi ragazzi, che sappiano cosa vuol dir la sofferenza, che sappiano cosa vuol dire la vita in quei lager.” Attualmente Enrico Vanzini è l'unico membro del Sonderkommando italiano ancora in vita e continua a recarsi in vari istituti della Marca Trevigiana portando la sua testimonianza. Recentemente, dopo essere stato insignito della Medaglia d'Onore dal Presidente della Repubblica, ha pubblicato con Rizzoli il libro che racconta i mesi trascorsi a Dachau “L'ultimo sonderkommando italiano” ed è stato il protagonista del documentario “Dachau - Baracca 8 Numero 123343 - Enrico Vanzini”, realizzato da Marca Trevigiana. GIANLUCA VETTORETTO 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 15 Attualità LA RISPOSTA DEL GOVERNO AL TERRORE: ARTE E CULTURA UN BUONO DI 500 EURO PER INIZIATIVE CULTURALI AI NEO DICIOTTENNI Teatri, musei, concerti e cultura. Ecco di cosa potranno beneficiare i neo diciottenni con la “carta bonus”. A dirlo è il premier Renzi il 24 Novembre durante l’evento ‘Italia, Europa: una risposta al terrore’. Il presidente del Consiglio per sconfiggere il terrorismo stabilisce due miliardi di euro; uno da investire in sicurezza, l’altro in cultura. Sulla scia della legge sulla Buona Scuola, dopo il bonus per i professori, adesso anche i diciottenni potranno usufruire della cosiddetta Card Cultura. Da inserirsi nella Legge di Stabilità 2016, il buono già previsto per i professori sarà esteso a tutti i ragazzi che compiranno diciotto anni durante quest’anno. Ci saranno poi cinquanta milioni di euro per borse di studio. Perché “chi è meritevole di studiare non può essere fermato per questioni di reddito", dice Renzi aggiungendo “Anche questo è un pezzo della risposta al terrore”. Il bonus del valore di 500 euro che il governo ha stabilito per i 550mila maggiorenni quest’anno, sarà usufruibile in iniziative culturali. Ancora si sa ben poco sul come e quando verrà erogato questo bonus. Molto probabilmente si tratterà di una carta elettronica personale dal valore nominale di 500 euro utilizzabile sui circuiti telematici di pagamento a maggiore diffusione sul territorio nazionale. Attualmente è da verificare se la carta per i maggiorenni potrà essere utilizzata per acquistare biglietti per teatro, cinema, musei, mostre, concerti, eventi culturali, o libri o anche altro materiale. Per conoscere le modalità e le indicazioni su come utilizzare i soldi del bonus 18 anni, si dovrà attendere l’inserimento e l’approvazione definitiva della misura nella Legge di Stabilità. Questa legge tuttavia va approvata annualmente, quindi non è certo che questo provvedimento sarà fruibile anche per il prossimo anno. Come pure le FAQ del Ministero che oltre alla spiegazione su come e dove poter spendere i 500 euro, forniranno anche l’elenco delle strutture e degli eventi culturali accessibili con la “Card Cultura” e le spese ammesse, come è già stato fatto dal MIUR per il bonus docenti. Nonostante non ci siano al momento delle direttive ufficiali, abbiamo comunque chiesto ai prossimi diciottenni del Levi come usufruirebbero dei 500 euro della Card Cultura: Silvia (Scientifico bilinguismo): “Principalmente penso che li userei per spettacoli teatrali o cinematografici.” Linda (Classico): “Penso che li utilizzerei per concerti e mostre (in particolare artistiche e fotografiche)”. Marco (Scienze applicate): “Credo in concerti e cinema.” Elena (Classico): “Li utilizzerei in libri scolastici.” Giorgia (Scientifico): “Se si potesse li userei per le tasse universitarie.” Sara (Scienze applicate): “Io comprerei libri e materiale per progetti.” Giulia (Classico): “Mi piace leggere, per cui userei il buono per comprare libri.” Jacopo (Scienze applicate): “Beh.. una buona calcolatrice, libri e attrezzature informatiche (Arduino).” Francesca (Scientifico): “Credo che spenderei i 500 euro in libri di scuola oppure un tablet e cinema.” Serena (Classico): “Vorrei utilizzarli in corsi e certificazioni, e magari anche in attività artistiche.” Tante sono state le polemiche per questo provvedimento, ma noi non possiamo che guardare con occhi positivi un investimento nella cultura e nei giovani, sicure che sarà sfruttato al meglio dalle nuove generazioni. SARA SPADETTO 3BCL VALENTINA VIDOTTO 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 16 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Attualità DA PALERMO A PARIGI: IL BOATO DEL CAMBIAMENTO “Coloro che vivono e si nutrono di violenza hanno perso la dignità umana. Sono meno che uomini, si degradano da soli, per le loro scelte, al rango di animali.” Parole del beato Don Pino Puglisi nella messa del 25 luglio 1993. Meno di due mesi prima di essere ucciso dalla mafia perché “troppo scomodo”, circa un anno dopo gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino. Attentati che, nella loro crudeltà, hanno aperto gli occhi a tutti coloro che dicevano che la mafia non esisteva. Hanno dato la forza di rialzare la testa e reagire a tutte le persone che erano sfruttate e vivevano nel terrore. Ancor più, hanno fatto capire a tutti che la mafia deve essere combattuta, nonostante ciò che può fare nei nostri confronti, per il bene di tutte le altre persone che vivono vicino a noi. Proprio come gli attentati di Parigi del 13 Novembre scorso, che hanno aperto gli occhi a chi pensava che l'ISIS non fosse un problema vicino. Questi attentati hanno colpito il cuore della nostra Europa, della nostra civiltà. E l'Europa ha avuto paura, proprio come le vittime della mafia. Per un paio di giorni c'è stato un silenzio agghiacciante. Silenzio di terrore. Silenzio atipico per un venerdì, per un sabato, per una domenica. Silenzio proprio come quello dell'omertà. E i pianti. Pianti dei parenti delle vittime, dei loro amici, dei loro conoscenti e di chi queste persone neanche le conosceva. Poi però l'Europa ha deciso di reagire. Tutti i cittadini si sono come risvegliati da un letargo, con un boato. Un urlo di liberazione e di rabbia per quelle persone che sono morte ingiustamente. Perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Boato come quello che è stato provocato dai 15 quintali di esplosivo scoppiati al passaggio delle macchine del giudice Falcone, di sua moglie e della sua scorta. Boato che ha fatto volare via le loro macchine, facendoli morire sul colpo e sfigurando i loro volti. Boato che ha spinto gli stessi parenti, amici, conoscenti e p e r s o n e c o mu n i ch e p r i m a piangevano a far sentire la loro voce. A portare presso i luoghi degli attentati lettere, pensieri, fiori, disegni e piccoli oggetti in ricordo di tutte quelle vittime. Proprio come succede in Sicilia, a Palermo. Dove, tra i palazzi e i negozi, in mezzo al cemento spunta un grande albero. E' l'albero dedicato a Falcone e Borsellino. Albero che dal 1992 raccoglie pensieri e ricordi su due grandi uomini che hanno cambiato la storia di questa città, della Sicilia e dell'Italia intera. Passandoci davanti, oltre a una strana sensazione di malinconia e tristezza, non si può fare a meno di provare un po' di orgoglio. Essere orgogliosi dei due giudici, di ciò che hanno fatto, del fatto che fossero Italiani, persone comuni, proprio come noi. Persone che hanno sacrificato la loro vita per una causa più grande, per permettere di vivere in maniera migliore a tutti i Siciliani che sarebbero venuti dopo di loro. Persone che non sono morte invano. Anzi. Grazie a loro il nostro paese è un posto migliore. Grazie a loro oggi la gente lotta per quello in cui crede. Per quello che ritiene sia giusto. Grazie a loro oggi si parla di mafia. E grazie a questo dialogo si tenta di sconfiggerla. In maniera pacifica. Proprio come bisognerebbe fare con l'ISIS. Queste vittime non d e vo n o m o r i r e i nva n o, m a spronare a qualcosa. A migliorare i nostri rapporti, a tentare di trovare una soluzione pacifica. Non devono insinuare in noi paura verso le persone islamiche e non dobbiamo collegare l'Islam al terrorismo, dato che non tutti gli islamici sono estremisti e terroristi. Proprio come non tutti i Siciliani sono mafiosi. Anzi, in tutti due i casi i Siciliani e gli Islamici sono le principali vittime della situazione in cui si trovano. E allora, viva il dialogo costruttivo. Soprattutto tra i più giovani, nelle scuole. Perché, come diceva don Pino: “Con loro siamo ancora in tempo, l'azione pedagogica può essere efficace”. Sarà efficace. SILVIA LUCCHESI 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 17 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Attualità IL MONDO (E L’IRONIA DEI SOCIAL) CONTRO L’ISIS ! “DEVO ANDARE A VEDERE STAR WARS.” COSÌ RISPONDE IL MONDO, ORMAI STANCO DI ESSERE DILANIATO DALLA GUERRA E DAL DOLORE, ALLA CHIAMATA ALLE ARMI DELL’ISIS L’ennesima feroce chiamata alle armi. L’ennesimo discorso che maschera con l’Islam la sete di potere di uomini spietati. L’ennesimo messaggio di odio. L’ennesima pubblicazione su Twitter legata allo Stato islamico. 24 minuti che incitano a unirsi alla lotta armata per la supremazia di quella che erroneamente definiscono religione islamica. ridicolizzare l’appello dell’Is. “Domenica c’è Star Wars, magari dopo” risponde sul noto social un ragazzo. Tante le persone impossibilitate ad arruolarsi perché impegnate a guardare Netflix. “Scusa Is, questo musulmano si è appena svegliato e ha bisogno di un caffè e di un weekend di Natale a fianco alla sua famiglia”. E tra un’accusa e l’altra rivolta ai principi professati dai terroristi viene sottolineata la difficoltà di raggiungere la Siria e l’Iraq "con questi trasporti ferroviari". E poi il football è fondamentale, non c’è guerra che tenga. Tweet spiritosi ma taglienti che testimoniano il cambiamento avvenuto. Dopo l’attentato di Parigi il mondo si è svegliato, si è reso conto del pericolo comune, ha colorato i suoi monumenti più rappresentativi con il simbolico tricolore francese. I governi hanno espresso il loro dolore, si sono mobilitati per combattere questo cancro che minaccia la terza guerra mondiale. Anche le genti di tutto il mondo si sono svegliate. E hanno deciso di reagire, neutralizzando l’Isis attraverso messaggi tanto ironici quanto significativi. Non ci accontentiamo più di guardare i notiziari con volti preoccupati ma sicuri che nulla di tutto ciò ci riguarda. Le persone si stanno rendendo conto del pericolo e allo stesso tempo della differenza tra Isis e Islam, accumunati solo dalla lettera iniziale. Della differenza tra un kalashnikov e un dibattito interreligioso pacifico. Della differenza tra portare il velo per fede e essere costrette a indossare sempre il burqa. Non è una novità quella di affidare a un social network i propri ideali perversi. Sono cambiate tante cose però dagli ultimi messaggi pubblicati. In mezzo ci sono stati paura, rabbia, odio. Ci sono stati sogni infranti, ideali calpestati e speranza fatta a pezzi. Ci sono stati insensati attentati e spietate uccisioni per inutili scopi. Stavolta non è nemmeno servita Anonymous per Testimonianza di una rete di sostegno che si sta formando per tutti i musulmani, prime vittime di questo terrorismo senza religione né giustificazione. Come dimostra il gesto di uno sconosciuto che ha pagato la cena di una famiglia musulmana all’insaputa della stessa. L’unica traccia del suo gesto nello scontrino: “Pagato. Buon Natale. Bellissima famiglia.” ELEONORA BORDIGNON 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 18 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Attualità I DON'T CARE: I LOVE IT! “E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.” ALESSANDRO D’AVENIA, “IL PRIMO GIORNO CHE VORREI”! Prendo il telecomando. Click. Accendo la TV. Una serie di immagini mi passano davanti agli occhi: il mondo che cade a pezzi, l’umanità in rovina e i vertici del potere incapaci. A cominciare dalla nostra Italia. Dopo le immagini, sono le parole a colpirmi. Frasi, post sui social network, articoli che dibattono, accusano, diffamano sempre lei – la nostra Italia. ! Decido di disconnettermi, di staccare per un po’. Ed è solo allora che guardandomi intorno capisco perché la nostra cara Italia viene definita con questo nome, Bel Paese. ! Tante le critiche che si potrebbero muovere. Tanti gli aspetti che si potrebbero migliorare. Ma non è di questo che voglio parlare. Troppo spesso l’Italia viene bistrattata, calpestata, messa da parte. Troppo spesso validi cervelli in fuga trovano riparo in altri Stati. Le cause sono chiare (in primo luogo le scarse opportunità offerte dal territorio), ma le conseguenze? Le scuole italiane sono celebri per l’educazione che offrono, educazione che forma tanto la mente quanto la persona. Molto apprezzati sono i ricercatori e gli studiosi all’estero, mentre la meritocrazia in Italia è quasi nulla. Ma se tutti i giovani andassero all’estero, che ne sarebbe dell’Italia? Ci lamentiamo tanto delle penose condizioni in cui si ritrova, ma siamo i primi a dover lottare per cambiare la situazione. Se non noi, chi?! E come non ricordare l’immensa ricchezza di cui godiamo e che spesso scordiamo: in oltre tremila anni di storia l’Italia è diventata tutta un museo, un libro aperto tre le mani. Nessun altro Stato al mondo può vantare un patrimonio culturale così vasto ed eterogeneo. Dai candidi marmi di Canova alla raffinata Venere di Botticelli. Dalla pretenziosa cupola di Santa Maria del Fiore alla superba Cappella Sistina. Il tutto incorniciato da scenari paesaggistici di una bellezza stupefacente. A questo si aggiungono anche grandi autori: Dante, Manzoni, Calvino, Levi, personaggi di cui il nostro paese si può vantare a buon diritto. Un privilegio per noi poterli leggere in lingua originale. ! Tanti sono gli stranieri che vorrebbero vivere in Italia, un motivo ci dovrà pur essere. Possiamo anche solo accennare ad alcune eccellenze che caratterizzano il Bel Paese, come l’agroalimentare che vanta prodotti di prima qualità, il ricercato marchio made in Italy della moda, l’industria aerospaziale, le macchine utensili da sempre in guerra con la Germania.! La lista potrebbe continuare all’infinito. Forse dovremmo imparare a criticare un po’ meno e ad amare un po’ di più l’Italia. Imparare ad andare orgogliosi di quello che – giustamente – viene definito “Bel Paese”. ! E se anche non vi avessi convinto con queste argomentazioni, volete davvero andare all’estero e rinunciare all’inimitabile caffè italiano? No grazie, io resto.! ELEONORA BORDIGNON 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 19 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cultura e Società L'INCANTATRICE DI NUMERI SIGNORINA AUDACE PER IL SUO TEMPO, ADA LOVELACE VA RICORDATA NON SOLO COME ESEMPIO DI DONNA EMANCIPATA MA ANCHE PER LE SUE GENIALI INTUIZIONI, FONDAMENTALI PER LA SUCCESSIVA CREAZIONE DEI COMPUTER. Immaginatevi di passeggiare per le strade di una Londra ottocentesca, ombrellino in mano per ripararvi dai timidi raggi di sole. Donne imbellettate in abiti di taffettà affollano le strade. Un odore penetrante di carbone colpisce i sensi, facendovi spostare l’attenzione sulla fuliggine che ricopre gli edifici. Nelle botteghe si sente il rumore delle penne d’oca che graffiano la carta. Da una carrozza scende una donna ben vestita dall’aria aristocratica e indipendente. Decidete di avvicinarvi. È allora che notate il fagotto che porta in braccio, una bambina ancora ignara del caotico contesto cittadino in cui è stata trascinata. Ed è qui che inizia la nostra storia. Ada Lovelace nasce il 10 dicembre 1815 in seguito al matrimonio molto discusso tra il poeta Lord Byron e la matematica Anne Isabella Milbanke. Dopo solo un anno dalla nascita della figlia la madre si trasferisce a Londra, città cosmopolita, centro della recente rivoluzione industriale, aperta al cambiamento e alle novità. Ben presto Ada si trova al centro di circoli aristocratici e culturali nei quali cresce, e che le danno la possibilità di ricevere un’istruzione di alto livello, di certo all’epoca insolita per una donna. Fin da piccola ricalca le orme della madre (definita “principessa dei parallelogrammi” da Lord Byron), dimostrando predisposizione per le scienze, la logica e la matematica. Ma è solo il 5 giugno 1833 che in uno di questi circoli farà l’incontro che le cambierà la vita, dandole modo di sviluppare in maniera incredibile le proprie potenzialità e i propri sogni. Char les Babba ge, matematico scontroso accomunato dalle stesse passioni, divenne suo mentore, amico e collega, il primo a capire realmente la portata del talento di Ada, tanto da definirla “incantatrice di numeri”. Gli bastò mostrarle il prototipo (strano, insolito, audace) di una macchina calcolatrice per affascinarla a tal punto da dedicare la sua intera vita a quel progetto. Quello in cui investì senza FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 20 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cultura e Società esitazioni tutta sé stessa è una macchina capace di svolgere calcoli automaticamente semplicemente girando degli ingranaggi. Un’ambizione veramente molto alta considerando il panorama dell’epoca: l’invenzione del telegrafo è dietro l’angolo, mentre bisognerà aspettare ancora un po’ per oggetti per noi molto comuni – quasi scontati – come l’anestesia, la coca cola o il cinema. La collaborazione tra i due studiosi purtroppo non diede mai a risultati concreti. Il progetto si sviluppò e portò all’ideazione di una macchina calcolatrice dalle dimensioni immense e dai costi proibitivi, che infatti non riuscirono a realizzare. Ma non bastò questo né la perdita di fiducia del governo britannico (che smise di finanziarli nel 1842) a fermarli. Ormai le loro menti concepivano traguardi ben più alti: la macchina analitica, capace di operazioni molto più complesse. A questo punto Ada non solo spinse l’amico a pubblicare le loro ricerche, consapevole degli importanti risultati ottenuti, ma andò oltre. Arrivò a immaginare qualcosa di cui nemmeno Babbage era stato capace: trasformare la macchina analitica in un computatore. che dall’ottobre 2009 si festeggia l’Ada Lovelace Day, giornata svolta a promuovere i ruoli femminili “nel mondo delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica”. Mondo troppo spesso dominato da giacche e cravatte, a volte precluso alle donne. Ada Lovelace morì il 27 ottobre 1852 all’età di 36 anni. Ma il suo sogno e la validità dei suoi progetti non si fermarono né con la sua morte né con la realizzazione dei primi computer. Forse il merito più grande di questa donna non va tanto agli ammirevoli calcoli, quanto al coraggio nell’affrontare gli ottusi pregiudizi e i luoghi comuni di un mondo (solo?) all’epoca tutto al maschile. ELEONORA BORDIGNON 3BCL SARA SPADETTO 3BCL Aggiungendo diverse note all’articolo che esponeva i progressi suoi e del collega, capì che il macchinario poteva fare molto più che manipolare numeri. La macchina analitica funzionava con un meccanismo di input per inserire i dati, uno che permetteva di rielaborarli e uno di output che forniva i risultati. Ada intuì che assegnando un simbolo ad ogni numero si aumentavano le potenzialità della macchina, permettendo di programmarla e quindi di fornirle degli strumenti di ragionamento paragonabili ai moderni software. Un concetto mai anche solo accennato o minimamente pensato. “The Analytical Engine weaves algebraic patterns just as the Jacquard loom weaves flowers and leale”. “La macchina analitica tesse pattern algebrici esattamente come il telaio Jacquard [uno dei primi telai automatici della storia] tesse fiori e foglie”, come affermerà lei stessa. Ad ogni modo i progetti geniali di Ada Lovelace e Babbage verranno accantonati, messi da parte ma non dimenticati. È su di essi, e in particolare sulle annotazioni di Ada, che Alan Turing cento anni dopo si baserà (dopo l’invenzione dei primi computer a scopi bellici) per capire che i numeri utilizzati potevano essere associati ad altro, fino a risolvere addirittura algoritmi. Fu così che il sogno di una ragazza aristocratica inglese con la passione per i numeri e di un burbero matematico all’inizio della sua carriera venne realizzato. Ma la storia non finisce qui. Secondo una stima statunitense le donne che lavorano nell’ambito scientifico e informatico sono diminuite negli ultimi vent’anni, con un 34% di occupazioni “rosa” in questo settore nel 1990 contro il 27% del 2011. È per questo FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 21 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cultura e Società CHILDREN FOR SALE “Qui abbiamo a che fare con il vivente e il vivente non è una merce, un prodotto monetizzabile. Dei poveri non vogliamo più nemmeno la forza lavoro, ci bastano le macchine. Ai poveri non resta che diventare essi stessi macchine, affittando o vendendo il proprio corpo, parti di quel corpo o i suoi prodotti derivati». Onfray in un’intervista rilasciata alla rivista “Vita” GPA . Gestazione per altri. Maternità surrogata. Utero in affitto. Tanti i nomi per indicare un’unica cosa: il cieco desiderio di diventare genitori, anche a costo di pratiche contro natura dai costi proibitivi. Tre le categorie di cui fanno parte i cosiddetti “genitori d’intenzione” troviamo coppie in cui la donna è sterile, coppie omosessuali e persone sole. Queste persone si vedono impossibilitate per motivi evidentemente scientifici ad avere un figlio. La soluzione c’è? Certo che si, in un mondo dove la ricerca è talmente avanzata da pretendere di ottenere tutto non ci si fa mancare proprio nulla. “Gestazione per altri”. Ecco il rimedio. Il procedimento è apparentemente semplice: i genitori d’intenzione cercano una donna che possa portare avanti la gestazione al loro p o s t o. Pe r f a r l o contattano apposite ag enzie che o f f r o n o cataloghi di portatrici disponibili. Si firma un contratto, si discutono le condizioni di consegna del bimbo, si stabiliscono le spese legali, quelle sanitarie e il compenso per la madre. Procedure che ricordano l’acquisto di un immobile, di un’attività, di un oggetto. A questo punto si prelevano il seme e gli ovuli dei genitori d’intenzione. In caso di single o coppie di due donne o di due uomini il patrimonio genetico mancante viene preso da estranei. Ovuli e spermatozoi vengono poi fecondati e impiantati nell’utero della madre portatrice. L’intervento è rischioso e molto complesso, frequenti sono gli aborti spontanei. L’operazione va quindi spesso ripetuta più e più volte prima che sortisca il risultato voluto. Se il figlio non è conforme ai desideri e alle aspettative dei genitori d’intenzione, la madre è costretta ad abortire senza potersi opporre e a iniziare di nuovo il procedimento. Subito dopo il parto la madre deve abbandonare il figlio e spedirlo ai genitori di intenzione che lo hanno ordinato. Viene chiamato “utero in affitto”, ma è molto di più di un egoistico desiderio di maternità. L’utero in affitto è un contratto commerciale con lo scopo di arricchire le agenzie che sfrutta il corpo di una donna. L’utero in affitto comporta l’abbandono di un bambino da parte della madre e permette di comprare un figlio con una spesa proibitiva che va dai 110 ai 120 mila dollari negli USA, di cui 30-40 mila dollari arrivano alla madre surrogata. Ne deriva che solo le coppie più abbienti possono intraprendere un simile percorso, spesso a discapito di donne costrette dalla povertà e dalla mancanza di sostegno a vendere e denigrare il proprio corpo in questo modo. Un diritto di pochi fondato sul bisogno di tanti. Lo denuncia anche Aldo Busi (scrittore gay dichiarato) sul Corriere. «Voi […] sapete chi sono queste donne da voi degradate a bestie produttrici di placenta, sapete dove stanno e si dibattono forse insensibili e immobili, andate a prenderle […] e se queste donne hanno bisogno di cure, è vostro dovere provvedervi al massimo livello economico e affettivo. Una volta fatto ciò, potrete rispondere al sorriso di questi neonati con un sorriso mondato finalmente dalla cattiva coscienza che io almeno presupporrei in me se fossi al vostro posto, perché qualche dovuto passaggio nella maturazione sentimentale e civile bisogna proprio averlo saltato per essere dei padri e degli educatori felici sulla pelle di madri alienate, lontane, allontanate, vive e morte a sé: vive in vitro». Segno che il problema dell’utero in affitto non è una questione derivante da discriminazioni o omofobia. Si tratta di capire se è davvero giusto esaudire ogni nostro capriccio, ricorrendo alla scienza dove la natura non arriva. Perché la vita – non dimentichiamolo – non è un gioco. ELEONORA BORDIGNON 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 22 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cultura e Società I GEROGLIFICI DELL’ERA DIGITALE GLI EMOJI, MEGLIO CONOSCIUTI IN ITALIANO COME FACCINE, SONO SEMPRE PIÙ USATI DAI FREQUENTATORI DELLA RETE, MA PROVOCANO EFFETTI COLLATERALI NON INDIFFERENTI SULLA SCRITTURA DI NOI RAGAZZI. Facebook, Instagram, Whatsapp e tutti gli altri social network sono ormai sommersi e tappezzati di faccine che compaiono, secondo dati statistici aggiornati, in ben più del 50% dei post e delle didascalie che accompagnano le foto. Se queste inizialmente erano solo accostamenti di segni di punteggiatura la cui forma riproduceva in modo stilizzato un’espressione facciale umana - ad esempio, per esprimere felicità, in un messaggio era sufficiente accostare i due punti ad una parentesi tonda :) - , ora anche le cosiddette emoticon (parola nata dall’unione di emotion e icon) si sono evolute e, come avvenne più di quindici secoli fa all’interno della civiltà micenea quando dalla complessa scrittura ideogrammatica lineare A si passò a una forma meno complessa e più efficace lineare B, con l’avvento dei computer e degli smartphone, da una quindicina d’anni si parla di emoji, veri e propri pittogrammi. Questi sono in continuo aumento, tanto che ormai se ne contano più di 850 solo su Whatsapp, e non rappresentano più solamente emozioni e sentimenti. Si sono evoluti a tal punto da poter sostituire intere frasi. Uno degli esempi più classici è l’emoji che rappresenta una mano con il pollice in su, che ha varie accezioni, tutte comunque per esprimere approvazione. Tra le tante si possono citare “mi piace”, “sono d’accordo”, “va bene” e significati affini. Per quanto possano essere ritenute stupide e infantili, queste faccine hanno un vantaggio indiscutibile, ovvero quello di poter essere comprese da chiunque, indipendentemente dalla lingua parlata. Un’altra agevolazione è il risparmio di tempo. Infatti, anziché digitare più lettere per comporre parole e frasi, adoperando gli emoji basta cliccare una sola volta. Da qualche anno se ne fa grande uso, che sia questa solo una moda temporanea? Forse sì, come è successo con il text language, il linguaggio abbreviato, impiegato frequentemente fino a qualche anno fa e oggi ormai quasi del tutto in disuso. E se invece gli emoji si affermassero tanto da soppiantare la nostra lingua e da riportarci ad un tempo in cui non veniva utilizzata la scrittura come la intendiamo noi oggi? Difficile da dire, in molti credono che questo possa accadere negli anni a venire, io di certo non me lo auguro. L’uso, o per meglio dire, l’abuso di faccine da parte di noi giovani è solamente un danno che ci rende difficile esprimere e far trasparire la gioia, il dolore, l’amore e ogni altra emozione a parole. Non è facile riuscire a comunicare queste sensazioni o emozioni attraverso il linguaggio, però non sempre si può ricorrere ad un emoji come soluzione. È bene quindi che queste simpatiche e graziose faccine vengano utilizzate con la consapevolezza che non possono sostituire parole, sentimenti o intere frasi e che quindi vengano considerate come parte aggiuntiva al testo scritto. FRANCESCA AMADIO 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 23 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cultura e Società LAMPEDUSA CROSS: FRA DOLORE, FEDE E SPERANZA Busti di filosofi, cariatidi direttamente dall’Eretteo, frontoni del Partenone, la Stele di Rosetta, tutte opere affascinanti e di enorme valore, ma ciò che ha catturato di più la mia attenzione nell'ultima visita al British Museum, non è stato nessuno di questi capolavori. L’opera che mi ha colpito maggiormente non risale infatti a secoli fa, bensì al 2013. Non ha dimensioni monumentali: misura solo 35 cm. Non è stata nemmeno costruita con un materiale prezioso, semplicemente in legno. Tuttavia questo è un legno particolare, di un valore implicito e immenso: esso infatti proviene dai resti di una nave carica di migranti africani affondata nel 2013 nelle acque del Mediterraneo, rappresenta il ricordo delle 348 persone morte ed è simbolo di speranza per le 151 che, invece, ce l’hanno fatta . Sto parlando della cosiddetta “The Lampedusa Cross”, l’ultima opera acquisita dal celeberrimo museo inglese. L’idea e la realizzazione sono di un artigiano di Lampedusa, Francesco Tuccio, il quale ha deciso di donare la sua opera al Museo, ringraziandone il direttore per “avere richiamato l’attenzione sul grande fardello che questo pezzo di legno rappresenta” e per aver dato la possibilità ai visitatori futuri provenienti da tutto il mondo di riflettere su un momento molto triste per l’intera umanità. L’opera è un simbolo con un significato davvero profondo, che ha lasciato piacevolmente stupita me e allo stesso modo anche molti altri visitatori, che, incuriositi e allo stesso tempo coinvolti, si fermavano ad ammirarla. Essa ha un compito assai importante: far conoscere le drammatiche vicende che colpiscono alcuni paesi anche a coloro che magari si sentono più distanti o non direttamente toccati, col fine di sensibilizzare e unire le persone in una “battaglia” che ponga fine a questo strazio. In questi ultimi anni infatti sono moltissimi gli uomini, le donne e addirittura i bambini che, pieni di speranze di salvezza, libertà e pace, continuano a rischiare la propria vita in viaggi su barconi sfasciati per arrivare in nazioni piene di promesse. Solo nel 2014 sono morte più di 3000 persone, 21500 negli ultimi venticinque anni, secondo i dati di Fortress Europe. Sono numeri che fanno rabbrividire, non si può continuare così. È giunta l’ora di agire e risolvere questo problema attraverso la collaborazione e l’aiuto reciproco fra stati e cittadini, senza partire dal presupposto che ciò sia solo un’irrealizzabile utopia, perché con la speranza e la determinazione tutto è possibile. Come Francesco Tuccio, anche noi, seppur nel nostro piccolo, possiamo e dobbiamo trovare un modo per essere d’aiuto, per dipingere questa grigia tragedia di giallo, di verde e di azzurro, come i colori della croce di Lampedusa. I colori della speranza e del coraggio presenti nei cuori dei migranti, ma anche i colori di quel mare, talvolta funesto e talvolta salvifico, e soprattutto delle lacrime che tratteniamo a stento al ricordo delle vittime. Così una piccola croce di legno racchiusa in una teca di vetro in una delle grandi sale del British Museum, vista velocemente, quando ormai stavano annunciando la chiusura del museo, mi ha fatto riflettere profondamente e superare ogni tipo di pregiudizio e visione pessimistica che talvolta giornali e media ci presentano. In casi come questi le riflessioni sono fondamentali a capire cosa non funziona, a mettersi nei panni dell’altro e dovrebbero portare ad una soluzione. Solo attraverso la fede e la solidarietà, valori racchiusi in una scultura simbolica quale la “Lampedusa Cross”, si potrà porre fine a questa tremenda strage che non può continuare, non deve continuare! FRANCESCA AMADIO 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 24 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Le Fiabe di Ockham BIANCA E I SETTE NONI COME UNA FAVOLA PUÒ NASCONDERE GRANDI VERITÀ ATTUALI C’era una volta… una ragazza di nome Bianca che si stava preparando per andare ad una festa, stranamente invitata da una sua compagna di classe a cui non era mai stata molto legata, Grimilde. Quando fu pronta uscì di casa per recarsi al locale dove si sarebbe tenuto il party. Arrivata lì incontrò la sua “amica” e, dopo aver parlato un po’, iniziarono a ballare, attratte dalla musica della band che si stava esibendo: un gruppo chiamato I Sette Noni. Le ragazze iniziarono a rilassarsi e a divertirsi, anche grazie all’aiuto di alcuni drink alcolici. I sette noni, preoccupati per Bianca, le rimasero accanto fino a quando non si riprese e il giorno seguente la riaccompagnarono a casa. Per averla aiutata quella sera, Bianca iniziò a pensare a Carlo come il suo “ principe azzurro” . Essendo molto diffuso, ricorrente e attuale, abbiamo voluto trattare il tema dell’alcool e quello dell’amicizia, che non sempre si rivela tale. MARGERITA FELTRIN 1ASC Quando furono stanche di ballare, si avvicinarono al bancone del bar e Grimilde ebbe una “grande idea”: propose a Bianca di fare una gara per vedere chi sarebbe riuscita a bere più bicchieri di vodka alla mela, superalcolico che entrambe adoravano. Bianca accettò, non molto convinta ma desiderosa di dimostrare all’amica che non era da meno. Quello che però Bianca non sapeva era il reale scopo di questa sfida: infatti Grimilde, invidiosa del fatto che l’amica sembrasse sempre migliore in ogni situazione, aveva corrotto il barista, che avrebbe fatto ubriacare Bianca mentre a lei avrebbe dato solo acqua, facendola così rimanere sobria. Dopo alcuni drink Bianca iniziò a sentirsi male e ad avere la nausea. Cercò quindi un po’ di aria fresca, uscendo dal retro dopo essersi allontanata dall’amica con una scusa. Lì trovò il cantante della band dei Sette Noni che in quel momento stava facendo una pausa. Si rese immediatamente conto che la ragazza non stava molto bene. Le andò incontro chiedendole se poteva darle una mano e lei inconsciamente si affidò a lui. Il ragazzo che in seguito si presentò come Carlo chiese aiuto anche ai suoi sei amici e insieme la portarono al pronto soccorso. Non sapendo in quale altro modo aiutarla la consegnarono nelle mani dei medici che la assistettero fino al giorno seguente, dandole dei farmaci che la avrebbero aiutata a stare meglio. FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 25 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cacciatori di Libri LA VERITÀ SUL CASO HARRY QUEBERT NOLA KELLERGAN, QUINDICI ANNI, SCOMPARE NEL 1975 AD AURORA, NEW HAMPSHIRE. TRENTATRÈ ANNI DOPO, LA SOLUZIONE DEL CASO Accaniti lettori del nostro amato e pluripremiato giornalino d’istituto, passate bene le vacanze? Ci auguriamo che tra panettoni, pandori, cenoni e cioccolate calde (e magari qualche compito) abbiate trovato il tempo di leggere qualche libro. Per questo numero del Rasoio abbiamo avuto l’ardire di cambiare genere letterario: questa volta vi consigliamo uno stuzzicante romanzo giallo. “La verità sul caso Harry Quebert”, nonostante possa apparire molto voluminoso, uno di quei libri che in gergo chiamiamo “mattone”, si legge con estrema facilità. Dalla prima all’ultima pagina vi coinvolgerà a tal punto che non riuscirete a far nulla finchè non l’avrete finito. I frequenti colpi di scena, sapientemente inseriti nel testo dall’esperta penna dell’autore svizzero, rendono il racconto un best-seller appassionante e ricco di suspence, ma anche piacevole e scorrevole. TITOLO “La verità sul caso Harry Quebert” AUTORE Joel Dicker CASA EDITRICE Bompiani GENERE Giallo PRIMA EDIZIONE 2012 Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di quindici anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Nessuno riesce a capire cosa le sia avvenuto. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: il cosiddetto blocco dello scrittore, un periodo nel quale un autore non riesce più a trovare l’ispirazione per scrivere i suoi racconti. Al culmine di questo momento di blocco, Marcus decide di rivolgersi all’unica persona che poteva aiutarlo a ritrovare la capacità di scrivere, lo stesso uomo che l’aveva fatto diventare uno scrittore: Harry Quebert. Quest’ultimo è un noto autore americano ed è stato professore di Marcus all’università e, ora pensionato, vive ad Aurora, nel New Hampshire. I due durante gli anni passati insieme hanno instaurato un rapporto di profonda amicizia. Dopo il breve soggiorno di Marcus nella cittadina, che non ha giovato alla sua ispirazione, nella casa di Harry alcuni giardinieri, incaricati dallo stesso scrittore, fanno una macabra scoperta: sepolte sotto un metro di terra rinvengono le ossa di una quindicenne, in seguito identificata come Nola Kellergan. Harry viene arrestato. Marcus abbandona New York per aiutare il suo amico e dopo varie indagini l’abile scrittore riesce a dare un ordine ai fatti che colpirono la piccola comunità di Aurora trentatrè anni prima, portando a galla la verità sul caso Harry Quebert. CAMILLA GAZZOLA 2ACL GIANLUCA BEGHIN 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 26 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Cacciatori di Libri LE PAROLE CHE CI SALVANO LA FORZA DI UN LIBRO CHE FA RIFLETTERE Più di mezzo secolo fa una grave malattia afflisse il mondo, spazzando via ogni briciolo di umanità. Da anziani a giovani, da padri di famiglia a politici, tutti vennero infettati da un morbo che ancora oggi riscuote una certa macabra fama. Così cerchiamo di alleggerire il fardello che abbiamo dentro in qualsiasi modo. E cosa c’è di meglio se non un buon libro? TITOLO ‘’L’amico ritrovato’’ o ‘’Réunion’’ AUTORE Fred Uhlman CASA EDITRICE Feltrinelli! GENERE romanzo autobiografico PRIMA EDIZIONE 1971! Siamo nella primavera del 1932 e Hans Schwarz, giovane di origine ebrea, vive a Stoccarda, città della Germania meridionale, con la sua famiglia. Un giorno nella sua classe arriva un nuovo compagno, Konradin Von Hohenfels. Dopo alcune settimane i due divengono inseparabili e tra loro si instaura una profonda amicizia, fatta di quotidiana frequentazione. I due giovani passano tutti i pomeriggi insieme, passeggiando nei viali e parlando dei più svariati argomenti. Un giorno Hans invita l’amico a casa, presentandolo ai genitori. Solo dopo parecchio tempo anche Konradin decide di ricambiare l’invito portando l’amico nella sua grande dimora, ma sempre in assenza dei suoi genitori. Hans Schwarz inizia a domandarsi le motivazioni di questo strano comportamento dell’amico. Presto arriva alla triste spiegazione e da quel momento per i due giovani nulla è più come prima… Un libro breve ma che nella sua sommarietà riesce a colpire il lettore in un modo che nemmeno i grandi romanzi sanno fare. L’autore ha deciso di concentrarsi maggiormente sulle vicende, tralasciando dialoghi e descrizioni che avrebbero reso il libro noioso. I personaggi sono semplici, veri e non troppo costruiti poiché rappresentano la cruda realtà. Il romanzo non è molto scorrevole, ma il messaggio che ci dona fa trascurare anche le carenze. L’amico ritrovato è denso di significati ma non risulta troppo pesante, riesce a far riflettere senza dare l’idea di un saggio che insegna a vivere. Da L’amico ritrovato è stato tratto un film uscito nel 1989, ispirato al libro, ma mi sento comunque in dovere di consigliarvi questo breve libro che potrete leggere dappertutto. MICHELA FERRACIN 1ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 27 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 MusicRoom WHAT DO YOU MEAN? I LIVED, ONE REPUBLIC Salve a tutti, ragazze e ragazzi! Quest'anno abbiamo deciso di proporre questa nuova rubrica che avrà come scopo quello di farvi scoprire il vero significato delle canzoni, ovvero la storia che si cela dietro alla scrittura di un testo musicale. Per questo primo articolo abbiamo scelto “I lived” perché secondo noi trasmette un messaggio importante. Probabilmente molti di voi avranno già sentito questa canzone, ma vi siete mai chiesti cosa cercano di dirci con queste parole gli One Republic? “I lived” è un elogio alla forza e alla vita. Per realizzare questo pezzo, la band si è ispirata alla storia di Bryan Warnecke, un americano che da sempre lotta contro la fibrosi cistica cercando di realizzare i propri sogni. Egli ha percorso oltre 1200 miglia in giro per gli USA raccogliendo 300mila dollari da destinare alla ricerca sulla sua malattia. Questa canzone è un chiaro messaggio di speranza. L'augurio è quello di vivere intensamente i giorni, i mesi, gli anni che la natura e il destino vorranno regalarci, di non sprecare il tempo che ci è stato concesso e di poter dire, alla fine, di aver vissuto. Ci è concesso intervenire solo sul presente, mentre non ci è concesso conoscere né tantomeno determinare il futuro. Nonostante le cadute lungo il cammino, le ossa rotte, gli occhi arrossati, l'unica via d'uscita possibile per sé stessi e per gli altri è quella di accogliere sia la gioia che il dolore con passione. 'Carpe diem': cogliete ogni occasione, ogni opportunità, ogni gioia che vi si presenta oggi, senza troppi timori per il futuro perché la vita si vive una volta sola! REBECCA DE MARTIN 3BCL ALESSANDRO NANDI 3BSA Hope that you fall in love And it hurts so bad The only way you can know You gave it all you had And I hope that you don’t suffer But take the pain Hope when the moment comes, You’ll say Spero che tu ti innamori E che ti faccia così tanto male L'unico modo in cui puoi capire Che hai dato via tutto quello che avevi E spero che tu non soffra Ma che che ti rimanga in mente il dolore Spero che quando il momento verrà Tu dirai I, I, I I did it all I, I, I I did it all I owned every second that this world could give I saw so many places, the things that I did Yeah with every broken bone I swear I lived Io... Ho fatto tutto Io... Ho fatto tutto Ho posseduto ogni singolo secondo che il mondo potesse donarmi Ho visto così tanti luoghi, le cose che ho fatto Sì, con tutte le ossa rotte Giuro che ho vissuto FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 28 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Talking Movies SPY SPY WON'T JUST EXCEED YOUR EXPECTATIONS; IT’LL SHATTER THEM. 'Spy' is a 2015 American action comedy film written and directed by Paul Feig. Susan Cooper (Melissa McCarthy) is a desk-bound CIA employee without the licence to kill; her job is to remotely guide the agent Bradley Fine (Jude Law) on his missions. She secretly has a crush on him. During one of his missions, while searching for a suitcase nuclear device, Fine kills Boyanov, the only man who knows the location of this suitcase bomb; so the agency learns that maybe Boyanov's daughter Rayna (Rose Bryne) knows the location of the device, and decides to send Fine to infiltrate her house. But, while Susan is watching online, Rayna shoots Fine, who dies. boss agrees, on the condition that she has to stay away from Boyanov's daughter. However, Susan's life outside the office isn't exactly easy! One day she meets Rayna inside a casino and prevents her assassination; for this reason, the agent Cooper becomes part of Boyanov's daughter's inner circle. You should see the film and see how Susan, a really unlikely spy, starts an amazing but extremely amusing operation. I enjoyed this film because it's the perfect combination of an action film and a comedy, so it's eventful and also really good fun! At this point there is a problem to solve for the agency: Boyanov's daughter already knows all the their top agents' identities, so they don't have anyone to send on a new mission. I also like the fact that the main character is a woman; in the great majority of action films, the hero is a man. In this case, a short plumpy woman tries to save the world, performing incredible actions. The agent Cooper volunteers to become a field agent, and, due to the fact that she's unknown to Rayna, her REBECCA DE MARTIN 3BCL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 29 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Sportivamente S.O.S. ( SPORT OLIMPIONICI SCONOSCIUTI) COMBINATA NORDICA DUE SPORT IN UNO La combinata nordica nacque in Norvegia grazie alla competizione tra gli atleti del salto con gli sci e quelli dello sci di fondo: infatti entrambi ritenevano che la loro disciplina fosse più dura dell’altra. Si hanno notizie di gare sin dal XVIII secolo, ma la prima competizione vera e propria si svolse nel 1892 ad Oslo. La combinata nordica è presente nel programma olimpico invernale sin dalla prima edizione del 1924 come sport individuale, mentre a partire dal 1988 è stata introdotta anche la gara a squadre. I campionati mondiali si disputano sin dal 1925; mentre la Coppa del Mondo é organizzata ogni anno a partire dal 1979-1980 dalla Federazione Internazionale di Sci. Storicamente la combinata nordica è uno sport solo maschile, ma dopo 1998 sono state organizzate anche competizioni femminili, che però non sono ancora presendi alle Olimpiadi e ai Mondiali. Fuori dalla Norvegia questo sport è diffuso anche in Finlandia, Germania, Austria e Giappone, paesi che dominano da sempre le competizioni internazionali. L’Italia gode di una visibilità maggiore in questo sport dopo i mondiali di Vancouver del 2010, nei quali Alessandro Pittin vinse la prima medaglia azzurra nella specialità. 1-La gara individuale Gundersen, che prevede un salto dal trampolino seguito da 10km di fondo. Il primo classificato del salto è il primo a partire nella prova dello sci di fondo; chi taglia per primo il traguardo nella prova di fondo vince la gara di combinata. 2- La gara con partenza in linea che prevede, prima la prova di sci di fondo e poi la gara di salto. Chi ottiene il punteggio complessivo più alto tra fondo e salto vince la combinata. 3- La gara a squadre segue lo stesso meccanismo dell’individuale ma vi partecipano squadre composte da quattro atleti. Ogni atleta effettua due salti e la gara di fondo è una staffetta 4x5 km. La combinata nordica è uno sport invernale in cui i concorrenti gareggiano in due distinte discipline dello sci nordico: sci di fondo e salto con gli sci. La prova di sci di fondo viene valutata tramite tempo di percorrenza fatto segnare al traguardo, mentre la prova di salto viene valutata sommando la lunghezza del salto e il punteggio relativo allo stile. In questa disciplina ci sono tre tipi di competizioni: Dopo aver analizzato questo sport, lo consigliamo alle persone amanti del salto, dell’altezza e della resistenza e a coloro che amano provare tante e forti emozioni. Le gare più importanti sono i Giochi Olimpici Invernali, i campionati Mondiali e la Coppa del Mondo, organizzati dalla Federazione Internazionale sci (FIS). Il trofeo consegnato al vincitore della Coppa del Mondo è una sfera di cristallo , che rappresenta il mondo, su un piedistallo. Oggi la combinata nordica è l’unica disciplina dei Giochi Invernali solo maschile. Le piste più importanti e famose nelle quali si può praticare la combinata nordica sono: 1-La pista Holmenkollen, situata in una collina nella parte nord di Oslo, la capitale della Norvegia. E’ attrezzata con il trampolino per il salto con gli sci più antico al mondo e con numerose piste di sci di fondo. La pista è una delle più importanti attrazioni turistiche della Norvegia con oltre un milione di visitatori all’anno. 2-La pista che si trova nella località di Ramsau in Austria, attrezzata per la pratica dello sci nordico. Ha ospitato numerose tappe della Coppa del Mondo di combinata nordica e i Mondiali del 1999. ANGELICA POLONIATO 1ASP ELEONORA PACCAGNAN 1ASP FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 30 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Nosce Te Ipsum NOSCE TE IPSUM CITAZIONI PIÙ BELLE IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA “È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. “ Anna Frank, “Il diario di Anna Frank" "Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano" Italo Calvino, "Il sentiero dei nidi di ragno" “Tutti parlano di pace, ma non si può realizzare la pace all’esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l’odio.” Dalai Lama “Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare" Primo Levi, ”Se questo è un uomo" "Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. In questo libro se ne descrivono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l’indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l’abdicazione dell’intelletto e del senso morale davanti al principio d’autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un’idea" Primo Levi, "L’assimetria della vita” "Avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del Lager; ma abbiamo subito smesso, perché era troppo triste contarci, e trovarci ogni volta più pochi, e più deformi , più squallidi. Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo.” Primo Levi “La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita” Testimonianza di Mario Rigoni Stern FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 31 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 De Gustibus DE GUSTIBUS Muffin alla carota Voglia di qualcosa di dolce? Questi dolcetti sono a bassissimo contenuto di colesterolo e grassi saturi. Pensate che un dolcetto di questo tipo fornisce pressoché le stesse calorie di una brioche industriale, ma è molto più sana, oltre che buona! Ingredienti • • • • • • • • • • 250 g di carote grattugiate 70 g di mandorle tritate finemente (o farina di mandorle) 120 g di zucchero 1 uovo bio 180 g di farina di frumento bio tipo “0” 50 g di fecola di patate 8 g di lievito 1 bustina di vanillina 60 cc di olio extravergine d’oliva 60 cc di spremuta d’arancia Preparazione Mettete in una ciotola l’uovo sgusciato e lo zucchero e mescolate il composto finché risulterà chiaro e spumoso, aggiungete le carote grattugiate, la farina di mandorle, la farina setacciata, il lievito e la vanillina, poi l’olio e la spremuta d’arancia. Amalgamate il tutto, il composto dovrà essere piuttosto fluido. Con l’aiuto di un cucchiaio versate l’impasto in 12 stampini da muffin e infornate in forno statico per 25-30 minuti a 180°C. Panini dolci al cioccolato La ricetta è veramente semplicissima! In meno di mezz’ora otterrete un’ottima merenda per voi e per i vostri amici. Ingredienti • • • • • • 200 g di farina (100 g di 00 e 100 g di integrale), 120 g di yogurt bianco naturale, 50 g di zucchero, 40 g di gocce di cioccolato, 20 g di olio extravergine d’oliva, 1/2 bustina di lievito. Procedimento Versate in una ciotola le farine, il lievito e lo zucchero. Aggiungete lo yogurt e l’olio, poi mescolate. Impastate il tutto e inglobate bene anche le gocce di cioccolato. Formate delle palline con le mani (a me ne sono venute 7) e infornate in forno ventilato a 180° per circa 15 minuti. FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 32 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 De Gustibus Frittelle Ecco che ritorna il carnevale con i suoi colori felici e scoppiettanti che possono riportare la gioia in ogni ambiente; per questo motivo ho deciso di presentarvi una ricetta adatta al periodo… le frittelle! Ma non le solite frittelle che tutti noi possiamo trovare al panificio, in pasticceria o al supermercato, ma quelle che di solito vengono vendute dagli ambulanti nelle sagre e nelle feste di paese. Ingredienti • • • • • • • • • 50g di zucchero 10g di sale fino 25g di lievito di birra 250ml di latte 100g di burro Scorza grattugiata di 2 limoni 200g di farina 1 bacca di vaniglia Olio di semi (q.b.) Procedimento Togliete il burro dal frigorifero e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente.! Mettete in un contenitore il latte a temperatura ambiente, scioglietevi il sale e lo zucchero, poi aggiungete la scorza grattugiata dei 2 limoni.! Versate il composto di latte in un recipiente capiente e lavorate l'impasto a mano, aggiungete i semini della vaniglia e 1/3 della farina; impastate bene fino ad ottenere una pastella fluida e aggiungete il lievito sbriciolato. Lavorate ancora per qualche minuto e incorporate un po' alla volta tutta la restante farina, continuate a impastare fino ad ottenere un composto morbido ed elastico, quindi incorporate anche il burro e lavorate ancora l'impasto finché risulta morbido ed elastico.!Ungete di olio di semi i palmi delle mani e l'interno di una ciotola abbastanza grande. Prendete l'impasto, ponetelo nella ciotola e spennellate leggermente la sua superficie con dell'olio di semi di arachidi; mettetelo a lievitare per circa 1 ora e ½ ponendo la ciotola in un luogo privo di correnti d’aria e fonti di calore (dovrà raddoppiare il suo volume).!Inumidite uno strofinaccio da cucina pulito e coprite l’impasto delle frittelle: questo servirà a prevenire il formarsi di una crosticina dura sulla superficie. Quando l'impasto delle frittelle avrà raggiunto il doppio del suo volume, trasferitelo su un piano e formate un lungo bastone che taglierete a pezzetti e con cui formerete delle palline.!Disponete le palline su di un canovaccio pulito e asciutto, distanziandole tra di loro di almeno 2-3 cm; ricopritele con un altro canovaccio, attendendo circa 20 minuti per la seconda lievitazione. Passati i 20 minuti, allargate con le mani le palline di impasto per renderle piatte e circolari facendo molto sottile (quasi trasparente) il centro della frittella e i bordi un po' più spessi.!Scaldate dell’olio per friggere le frittelle, immergete la frittella nell'olio e aspettate che prendano colore da entrambi i lati.!Adagiate le frittelle già pronte su un vassoio e servitele calde. CHIARA BERTI 3ACL FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 33 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Ipse Dixit IPSE DIXIT LE CITAZIONI DEI NOSTRI PROFESSORI MORELLATO Prof. : “Ma ragazzi, io non vi interrogo mica! Chiacchiero con voi. Io non vi spiego cose: vi racconto delle storie! C'era una volta…" Prof. : “Il codice genetico è universale, un po' come i cd di musica. Non è che se ne mettete uno in macchina o in un computer o nello stereo di casa una volta vi mette un pezzo rock o un'altra un canto gregoriano.” PERISELLO Facendo affondi (ovviamente durante l'ora di educazione fisica) Prof. : ”Stendete la gamba dietro ragazzi, che non è un esercizio propedeutico alla genuflessione!” MARTINI Parlando di innesto E. : “Ma prof. , che differenza c’è tra innestare e incalmare?” Prof. : “Innestare s’è dialetto!! Datemi un gene di intelligenza così te incalme!” Parlando di come prevenire i tumori G. (studente maschio): “Ma cos’è questo Pap test?” Prof. : “È quando ti prelevano un pezzettino del collo dell’utero e…” G. : “Ma prof, scusi, io non ho mica l’utero eh!!” LANARO Parlando di un soldato rappresentato in un quadro Prof. : “Questo soldato è simile a quale altra opera che abbiamo visto?” D. : “Al San Giorgio!” Prof. : “Bravo! E di chi è..?” D. : “Ehm.. Michelangelo…” Prof. : “Ma no, è di Donatello!” D. : “Scusi prof, mi confondo sempre con le ‘Tartarughe Ninja’.” DE SANTI Mentre descriveva il cielo di un’opera di Giorgione Prof. : “Perché quando viene una tromba d'aria... Chi riesce a fermarla? Maledetta! L'an pasà a me ga anca spacà el canceo de casa!” Mentre spiegava come veniva rappresentata la figura di Dio durante il Rinascimento, si rivolge alla classe: Prof. : “Voi avete mai visto Dio?" Nessuno risponde... Allora il prof. aggiunge: Prof. : ”Nemmeno l'ultimo dì dell'anno co do litri de prosecco?!” BOTTERO Prof. : “C’è un aneddoto che narra di come Talete osservando le stelle cadde in un pozzo…” D. : “E fu così che scoprì l’acqua!” FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 34 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 Ipse Dixit DA RE Prof. : “… e questa è chiamata mutazione silente. E a voi viene in mente…” Alunni: “Albus Silente…” Prof. : “… ecco, lo sapevo.” SMANIO Spiegando il principio di conservazione dell’energia con un esempio in termini di denaro, per poi concludere con una riflessione… Prof. : “Ragazzi, bisogna dire, però, che non è tanto vero che i soldi si conservano, come fa l’energia. Il sistema risulta essere non isolato, perché arrivano le tasse…” Nel mezzo di una lunga lezione, gli alunni vengono risvegliati da un… Prof. : “F., smetti di accarezzare il tuo compagno!” BORDIGNON Vedendo un’alunna distratta a guardare nel vuoto… Prof. : “Ehi B.! Ciao, come va? Ci sei, ce la fai, sei connessa?” B. : “Circa…” Prof. : “Be’, è già qualcosa.” Quarta ora del sabato, nel mezzo di una spiegazione di Platone… Prof. : “Seguite, alle 21.10, su Accademia 1, il canale televisivo dedicato alla filosofia di Platone, ‘Evasioni dal Carcere’, ne vedremo delle belle.” Sempre il sabato alla quarta ora… Prof. : “Non sono un “grillino”… anche perché non gracido…” DANIELI Interrogando sulla Divina Commedia… Prof. : “Da chi era formata la ‘Bella scuola’?” F. : “Ma non era la ‘Buona scuola’?” Prof. : “… QUELLA È DI RENZI!” Prof. : “Z. , vorrei avere una pinza per tirarti fuori la… la lingua!” Interrogando in poesia… Prof. : “Quali sono le rime semantiche?” L’alunno non risponde, smarrito… Prof. : “C., le rime semantiche!” C. : “Ah! Ok. “scialla”…” Prof. : “No, le rime semantiche! “Scialla” è una bestemmia.” FRUSTRA FIT PER PLURA QUOD POTEST FIERI PER PAUCIORA 35 ORGANO UFFICIALE STUDENTESCO DEL LICEO LEVI DI MONTEBELLUNA 22 DICEMBRE 2015 ANNO XIV - NUMERO 73 NUMBER SEVEN 2016 - JANUARY GIOCHI CRUCIVERBA ILLUSTRATO Nello schema qui accanto sono presenti i nomi dei soggetti raffigurati che il risolutore dovrà via via cancellare. A gioco ultimato, le lettere restanti, prese nell'ordine, daranno il nome di un pittore. LA REDAZIONE PROFESSORESSA REFERENTE Nicoletta Galante CODIRETTORI Francesca Amadio 3ACL, Eleonora Bordignon 3BCL, Silvia Lucchesi 3BCL SETTORE GRAFICO Arturo Caseley 3BSC, Gaia Gasparetto 2BSC, Stefano Panziera 4ASA SETTORE TECNICO Federico Ferro 3BSC REDATTORI Francesca Amadio 3ACL, Pietro Bazzani 3BCL, Gianluca Beghin 3ACL, Chiara Berti 3ACL, Chiara Bordignon 1ACL, Eleonora Bordignon 3BCL, Rachele Cominella 3ACL, Grazia Conte 1ACL, Emma Damatar 1ACL, Eleonora Dalla Betta 3BCL, Rebecca De Martin 3BCL, Davide De Nardo 3BCL, Margherita Feltrin 1ASC, Michela Ferracin 1ACL, Federico Ferro 3BSC, Gaia Gasparetto 2BSC, Camilla Gazzola 2ACL, Marco Golino 1CSA, Giada Guzzo 2BSA, Silvia Lucchesi 3BCL, Alessandra Marin 3BCL, Anna Merlo 3ACL, Davide Mondin 3ACL, Nausicaa Naibo 1ASC, Eleonora, Paccagnan 1ASP, Gianluca Pasi 5DSC, Marta Poloni 1ASC, Angelica Poloniato 1ASP, Lorenzo Portaluri 3DSC, Sara Spadetto 3BCL, Tobia Stefani 2BSA, Gianluca Vettoretto 3ACL, Valentina Vidotto 3BCL [email protected] Puoi trovare il Rasoio di Ockham anche online. Visita http://www.iisprimolevi.gov.it