Il dialogo possibile
Omaggio a Ada Gobetti
Gli anni
della riflessione
1960-1985
Semplice, Ada era, e ferma; sapeva quel
che voleva e, quando aveva voluto, cercava
immediatamente che l’idea si traducesse
in realtà. Era una donna di carattere,
comprensiva degli affanni altrui,
e soccorrevole senza farsi pregare,
ma intransigente prima di tutto con se stessa.
Aveva affetti profondi, come coloro
che credono, seppure alla fine di un lungo
e impervio cammino, alla fraternità
degli uomini. (N. Bobbio)
La prima condizione perchè il dialogo
sia possibile è il rispetto reciproco, che implica il dovere
di comprendere lealmente ciò che l’altro dice.
(N. Bobbio)
1935 - L'editore Giovanni Laterza,
Adele Rossi Croce e Ada Gobetti
Non ci siamo resi conto che l’Università
era in crisi. Noi eravamo seduti
sul vulcano che stava esplodendo,
e non lo sapevamo. (N. Bobbio)
1944 - Ada Gobetti e il figlio Paolo appena giunti,
attraverso le montagne, in Francia per una missione
con gli alleati
Quale socialismo?
Nel 1961 Ada ebbe l’idea, maturata
da tempo, di lasciare la sua casa,
dove aveva vissuto gli ultimi anni con Piero,
ad un centro di studi che ne avrebbe
raccolto la biblioteca e l’archivio.
Si costituì il Centro studi Piero Gobetti
diventato da allora una nota e benemerita
istituzione culturale cittadina. (N. Bobbio)
È ripresa l’occupazione dell’Università.
Questi ragazzi si battono bene e con
una tenacia ammirevole.
Un gruppo di professori si è schierato con loro:
ci sono Bobbio, Quazza, d’Entrèves…
Ha ragione Bobbio (che dimostra di essere
l’uomo vivo e aperto che è) quando dice
che è tale lo sfacelo dell’Università che se ne
accorgono gli studenti, ma non più i professori
che ci vivono immersi. (G. Agosti)
1961 - Ritratto di Piero Gobetti eseguito da Felice
Casorati in occasione dell'inaugurazione del Centro
studi Piero Gobetti
1961 - Inaugurazione del Centro studi Piero Gobetti,
da sinistra a destra Renato Treves, Alessandro Passerin
d'Entréves e Norberto Bobbio
Nasce a Torino il Centro studi Piero Gobetti,
di cui Bobbio sarà il primo presidente. Con lui
Ada, Paolo e Carla Gobetti, Giorgio Agosti,
Franco Antonicelli, Alessandro Galante Garrone,
Giulio Einaudi, Franco Venturi e tanti altri.
Bobbio inizia l’insegnamento
di Scienza della politica a Torino,
accanto a quello di Filosofia del diritto.
Bobbio partecipa al congresso
di unificazione del Psi e del Psdi nel Psu.
In quell’occasione Bobbio si iscrive al nuovo
partito preparando quello che definirà il suo
“secondo fallimento” politico.
1960
1961
1962
1966
Appare su Nuovi argomenti il celebre
saggio su Il problema della guerra e le vie
della pace.
30 ottobre
Incontro sulla figura di Piero Gobetti in un liceo
torinese. Paolo Gobetti stringe la mano a Bobbio
18 luglio
8 marzo
Raccolta degli articoli di Bobbio
usciti su La Stampa.
Aderii all’unificazione, vedevo la possibilità di rifare il grande partito
socialista e democratico.
Partecipai anche alla Costituente, a Roma, nel ’66. E il fallimento di questa
esperienza fu così grave da lasciarmi senza fiato.
(N. Bobbio)
Norberto Bobbio viene nominato Senatore
a vita “per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico e letterario” dal Presidente
della Repubblica Sandro Pertini.
Bobbio tiene a Milano la conferenza sul
tema Elogio della mitezza, destinata a dare
origine a un suo fortunato libro.
Io non mi ero più iscritto a nessun partito politico dopo lo scioglimento
del Partito d’Azione.
24 settembre
Oggi sappiamo che la libertà si può usare
per il bene e per il male.
Si può usare non per educare
ma per corrompere, non per accrescere il proprio
patrimonio ideale ma per dilapidarlo, non per rendere
gli uomini più saggi e nobili, ma per renderli
più ignoranti e volgari.
La libertà si può anche sprecare.
Si può sprecarla fino al punto di farla apparire inutile,
un bene non necessario, anzi dannoso.
E a furia di sprecarla, un giorno o l’altro
(vicino? lontano?) la perderemo.
Ce la toglieranno.
1981 - Visita del Presidente Sandro Pertini al Centro
studi Piero Gobetti. Da sinistra a destra Carlo Mussa
Ivaldi, Primo Levi, Giorgio Agosti, Alberto Bianco,
Sandro Pertini, Bianca Guidetti Serra, Giulio Einaudi,
Sandro Galante Garrone e Nello Poma; nella foto
a destra, Bobbio e Pertini
La vocazione per le cause sbagliate
Si svolge al teatro Alfieri di Torino,
organizzato da Franco Antonicelli,
un ciclo di lezioni su Trent’anni di storia italiana
(1915-1945).
Considerato come un manifesto dell’attualità
dell’antifascismo, ottiene un enorme successo
di pubblico.
Decisi che quando agivo in politica, sbagliavo, o almeno avevo
la vocazione per le cause sbagliate, e rimasi con le mie delusioni,
dopo le speranze. (N. Bobbio)
Bobbio lascia l’insegnamento di Filosofia
del diritto a Giurisprudenza e assume
la cattedra di Filosofia della politica
nella neonata Facoltà di scienze politiche
di Torino, che ha contribuito a creare insieme
ad Alessandro Passerin d’Entrèves.
1968
1969
1972-73
Dilaga anche in Italia la rivolta
studentesca. Ondata di occupazioni
nelle università.
Al rifiuto della riforma universitaria proposta
dal ministro Gui si assomma la protesta
internazionale contro la guerra del Vietnam.
La rivolta studentesca contagia
le fabbriche con una forte mobilitazione
operaia che culminerà nell’ “autunno caldo”.
1974
18 ottobre
Ottobre
25 ottobre
Nell’estate, Bobbio apre il dibattito su
Il Marxismo e lo Stato sulla rivista del Partito
socialista Mondoperaio, da cui nascerà nel 1976
il libro Quale socialismo?
Bobbio inizia la propria collaborazione
come editorialista del quotidiano La Stampa.
Vi firmerà, nei decenni successivi,
ben quattrocentotrentatre articoli, il primo
dei quali intitolato Che cos’è il pluralismo.
Su invito di Gregorio Peces-Barba Martinez,
allora presidente del Partido socialista obrero
español (Psoe), ridiventato legale dopo
la caduta del franchismo, Norberto Bobbio
tiene a Madrid una lezione sul tema
Democrazia e socialismo nella sala delle Cortes
che proprio in quel periodo stavano
discutendo la nuova Costituzione spagnola.
1975
1976
1978
Il Partito socialista inizia la propria svolta
“autonomista” con l’elezione a segretario
di Bettino Craxi.
Rapimento di Aldo Moro nel giorno della
presentazione alla Camera del nuovo governo
presieduto da Giulio Andreotti e comprendente
nella maggioranza anche il Pci.
Dopo cinquantacinque giorni di prigionia,
Moro verrà assassinato.
1972
Bobbio è nuovamente a Madrid dove tiene
una lezione sul tema della democrazia che,
rielaborata e ampliata, darà origine al testo
di apertura de Il futuro della democrazia,
destinato anch’esso a sollevare un ampio
dibattito.
Pochi anni più tardi verrà insignito del titolo
di dottore honoris causa in Giurisprudenza
all'Università Complutense di Madrid.
1982
1983
Il Consiglio della Facoltà di scienze
politiche dell’Università di Torino festeggia
contemporaneamente il suo
settantacinquesimo compleanno e i suoi
cinquant’anni di attività scientifica.
Si svolge a Torino il Convegno “Per una teoria
generale della politica”, dedicato al suo
pensiero e alle sue opere, nel corso del quale
pronuncia il suo celebre Congedo.
Invitato dagli studenti di Giurisprudenza
dell’Università cilena di Valparaiso a tenere
una lezione sul tema della democrazia,
nel Cile ancora sotto la dittatura di Pinochet,
è accolto trionfalmente.
1984
1986
Aprile
1973
Luglio
Nasce a giugno il primo governo
di centro-sinistra.
A ottobre si apre a Roma il Concilio ecumenico
Vaticano II.
Lo stesso mese, a causa della “crisi dei missili”
a Cuba si sfiora lo scontro nucleare tra Usa
e Urss.
Ondata di proteste contro la decisione
di far tenere il congresso del Movimento
sociale italiano a Genova, città medaglia d’oro
della Resistenza. La città insorge.
A Reggio Emilia la polizia spara: sette i morti.
A Palermo e a Catania altre quattro vittime.
Cade il governo di centro-destra guidato
dall’onorevole Tambroni.
Il 12 dicembre un gravissimo attentato
alla Banca dell’Agricoltura, in piazza Fontana
a Milano, provoca sedici vittime. Ha inizio
la “strategia della tensione”.
Marcia della Pace
1961 - La copertina di Trent'anni di Storia Italiana,
pubblicato da Einaudi
Bobbio festeggiato all’Università di Torino, accanto
a lui Luigi Bonanate
Tutti gli scritti compresi in questo libretto
hanno un titolo con un punto interrogativo.
Non l’ho fatto apposta. Ho soltanto
delle domande (che faccio continuamente
prima di tutto a me stesso) da porre
a chi essendo più addentro alle cose
della politica di quel che io sia è in grado
di intravvedere soli dell’avvenire là dove
io vedo soltanto qualche bagliore
(che potrebbe anche essere d’incendio). (N. Bobbio)
Eppure il dialogo è necessario, è necessario
più che mai. Il dialogo non solo è necessario
ma è estremamente utile, perché è l’unico
modo che abbiamo per capire
quali sono le ragioni profonde e serie
del malcontento, che sfocia talora
in aperta rivolta, di alcuni
tra i nostri migliori studenti. (N. Bobbio)
1966 - La visita di Giuseppe Saragat
al Centro studi Piero Gobetti.
Nella foto accanto, da sinistra a destra Ada Gobetti,
Giuseppe Saragat, Giorgio Agosti e Norberto Bobbio
Bobbio partecipa ad Assisi alla Marcia
della Pace organizzata da Aldo Capitini.
Al ritorno pubblica su Resistenza
un articolo in cui afferma tra l’altro:
“Se mai c’è un’alternativa, questa
non è più tra pace e libertà, tra pace
e onore, tra pace e giustizia, ma,
tra essere e non essere”, e che “la pace
è un bene assoluto, condizione necessaria
per l’esercizio di tutti gli altri valori”.
1961 - Alessandro Galante Garrone durante
una lezione sui Trent'anni di Storia Italiana
In nessun paese del mondo il metodo democratico può perdurare
senza diventare un costume.
Ma può diventare un costume senza il riconoscimento della fratellanza
che unisce tutti gli uomini in un comune destino? Un riconoscimento
tanto più necessario oggi che di questo comune destino diventiamo
ogni giorno più consapevoli e dovremmo, per quel poco lume di ragione
che rischiara il nostro cammino, agire di conseguenza. (N. Bobbio)
L’università e la contestazione
1923 - Piero e Ada Gobetti
“Non sono un uomo di azione, non ero
fatto per l’azione.
Sono un contemplativo che ama
vedere, comprendere, cercare il ritmo
e le armonie nascoste.
Pur tuttavia, la stessa sincerità di una
visione indipendente e un istinto
di giustizia mi hanno, due o tre volte
nella mia vita, costretto a prendere
partito nell’azione contro la tirannia
insolente di un’opinione pubblica
oppressiva e degradante”. (N. Bobbio)
La libertà
La democrazia
(L. Bonanate)
Centro studi Piero Gobetti
Abbiamo, io e i miei amici,
una sola forza, che è quella
di non avere ambizioni da far
valere e tanto meno interessi
da difendere, di considerare
l’attività politica come
un dovere civile, talora anche
increscioso: una volta si diceva
un dovere verso la patria, ma
ora che la patria è il mondo, il
nostro dovere è verso la grande
patria di tutti gli uomini tenuti
insieme da un comune destino
di vita o di morte.
In questa patria il nostro posto
è dalla parte dei diseredati,
degli oppressi, delle vittime,
di coloro che combattono
e muoiono per la libertà. (N. Bobbio)
Prima di tutto professore
L’impronta che Bobbio mi ha lasciato,
come professore, è prima di tutto quella
di una grande serietà, una “deontologia
professionale”.
Ha insegnato a me e a tutti noi a non parlare
a vanvera, a non sparare nel mucchio,
a conoscere bene ciò di cui si parla prima
di aprire bocca, una cosa che non usa più.
Enrico Berlinguer, segretario
del Partito comunista, vara la strategia
del “compromesso storico”.
A Genova le Brigate Rosse rapiscono
il giudice Mario Sossi.
A Brescia, in piazza della Loggia,
durante una manifestazione sindacale,
esplode una bomba che uccide otto persone.
Al referendum promosso da una parte
del mondo cattolico per abrogare la legge
sul divorzio prevale il “No”.
Il Pci di Enrico Berlinguer si pone in netta
opposizione.
Muore Enrico Berlinguer.
Alle elezioni europee per la prima volta
il Pci supera, sia pur di poco, la Dc.
1986 - Valeria e Norberto Bobbio alla miniera
di rame a Chuquicamata in Cile
Trilogia dedicata
al “mondo di Bobbio”
A luglio è eletto alla Presidenza
della Repubblica Sandro Pertini.
1978 - Norberto Bobbio durante gli esami
all'Università di Torino nell'aula intitolata
a Gioele Solari
L’emancipazione delle donne
Anch’io ho partecipato alla prima Marcia
della Pace, organizzata da Aldo Capitini,
quando il mondo viveva sotto l’incubo
dell’equilibrio del terrore atomico
e si costruivano bombe che da una parte
e dall’altra erano in grado di distruggere
dieci volte il genere umano. (N. Bobbio)
Bettino Craxi diviene Presidente del
Consiglio di una coalizione di pentapartito.
È da ritenere
che il movimento per l’emancipazione delle donne
e per la parità dei diritti e delle condizioni
sia la più grande (sarei persino tentato di dire l’unica)
rivoluzione del nostro tempo.
(N. Bobbio)
1961 - Aldo Capitini e Norberto Bobbio alla Marcia della Pace Perugia-Assisi;
a destra un’altra immagine della marcia
I problemi del nostro tempo
Se qualcuno mi chiede quali sono secondo
me i problemi fondamentali del nostro tempo,
non ho alcuna esitazione a rispondere.
Il problema dei diritti dell’uomo e quello
della pace. (N. Bobbio)
Soprattutto i giovani
La pace è un bene assoluto,
condizione necessaria per l’attuazione
di tutti gli altri valori.
(N. Bobbio)
Non mi sono mai preso troppo sul serio.
Una delle ragioni per cui non mi sono mai preso troppo
sul serio sta nel fatto che ho cercato di prendere
sul serio gli altri, soprattutto i giovani.
(N. Bobbio)
Elogio della mitezza
Avete capito: identifico il mite
con il nonviolento, la mitezza con il rifiuto
di esercitare la violenza contro chicchessia.
Virtù non politica, dunque, la mitezza.
O addirittura, nel mondo insanguinato
dagli odii di grandi (e piccoli) potenti,
l’antitesi della politica.
(N. Bobbio)
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