Dirigenti Scolastici
N. 30/
30/ 2012
2012 – 10 Maggio 201
2012
E’ on line il sito web della FLC CGIL Lombardia, all’indirizzo www.flccgil.lombardia.it
Nel sito un’ampia sezione dedicata ai DIRIGENTI SCOLASTICI, con una raccolta normativa,
spazio FAQ, notizie ed informazioni utili per tutti i colleghi
PER LA CONSULENZA MAIL , SCHEDE CONSULENZA, ALTRI SERVIZI (CEDOLINO, PENSIONI ECC..)
I SOLI DIRIGENTI ISCRITTI ALLA FLC LOMBARDIA POSSONO RIVOLGERSI A
[email protected] - tel 3357322206
RESPONSABILE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI LOMBARDIA
IN PRIMO PIANO
01. Salva la scuola: Dirigenti scolastici e DSGA 11 maggio al MIUR, presidio
davanti al Ministero una protesta per 10 proposte da realizzare subito.
MANOVRA
02. Lavoro pubblico: CGIL, ipotesi di intesa primo segnale di discontinuità
03. Apprendistato: sottoscritto
certificazione delle competenze
l’Accordo
tra
Stato
e
Regioni
sulla
NOTIZIE NAZIONALI
04. Tavoli tecnici: secondo incontro tra MIUR e sindacati scuola
05. DSGA e dimensionamento: incontro del 7 maggio 2012
06. Docenti inidonei: riammissione in servizio in caso di mancata dispensa
07. Assegnazioni insegnamenti alle classi di concorso: primo chiarimento del
Miur
08 Pratica musicale nella primaria: la FLC CGIL chiede chiarezza sull’utilizzo
delle risorse
09 Mobilità professionale ATA e assunzioni sui posti non utilizzati per gli
inidonei
10 Mobilità professionale Ata. Il Miur corregge la nota del 16 marzo
11. ormazione iniziale. Pronto il decreto per i tutor delle attività di tirocinio
NOTIZIE REGIONALI
12. Presidio CGIL Lombardia del 11 maggio 2012 e Prove INVALSI: qualche
precisazione
13.CGIL CONFEDERALE LOMBARDIA - CAMBIAMO L’ITALIA: PROMUOVERE IL
LAVORO, DIFENDERE IL WELFARE, RIFORMARE IL FISCO – presidio 11
maggio 2011
SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
14. Accorpamento classi: illegittimità per violazione della normativa in
materia di sicurezza: Tar Molise – Sentenza n. 144 del 10 aprile 2012 - Avv.
Marcella Ceniccola
NAVIGANDO IN RETE
15 Il dirigente scolastico tra dimensionamento e leadership di Franco Buccino
IN ALLEGATO
NOTIZIARIO :
SUL
SITO
REGIONALE
FLC
in
sezione
dirigenti
scolastici
INSIEME
AL
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3330
• CARTELLA presidio 11 maggio 2012
volantino flc cgil presidio 11 maggio 2012 al miur
documento-flc-cgil-dieci-provvedimenti-salvascuola
• Protocollo_definitivo_3.5.2012.pdf
• 2012 04 19 accordo conferenza stato-regioni certificazione competenze apprendistato
• 2012 05 04 nota 3391 personale permanentemente inidoneo all insegnamento
• nota 679 del 4 maggio 2012 chiarimento geografia a039
• nota 3377 del 3 maggio 2012 immissioni in ruolo personale ata posti residuali a
mobilita professionale decorrenza nomina
• decreto ministeriale 8 novembre 2011 tutor del tirocinio
• CARTELLA volantini manifestazione 11 maggio lombardia
Volantino precarietà unico taglio giusto
Volantino 2 precarietà unico taglio giusto
• Tar Molise – Sentenza n. 144 del 10 aprile 2012 **************
IN PRIMO PIANO
01. Salva la scuola: Dirigenti scolastici e DSGA 11 maggio al MIUR,
presidio davanti al Ministero una protesta per 10 proposte da
realizzare subito.
Venerdì prossimo
dalle 10.30 in poi
Dirigenti scolastici
e DSGA
presidio davanti al
Ministero
dell'Istruzione
organizzato dalla FLC
CGIL.
La scuola vuole vivere e non sopravvivere. La scuola non è un costo, è un'opportunità per le
persone e per il paese. La scuola ha subito tagli su tagli e ora non ne può più.
Basta poco per rilanciare la scuola e metterla in condizione di riprendersi. È quanto diremo
venerdì 11 maggio a cominciare dalle 10.30 davanti al MIUR a Roma in Viale Trastevere.
Ci saranno dirigenti scolastici e direttori amministrativi che non ce la fanno più a far
quadrare bilanci vuoti.
Questa è la seconda volta in tre anni che la FLC fa un presidio davanti al Miur per rivendicare
finanziamenti pubblici all'offerta formativa e denunciare la difficile gestione quotidiana che
Dirigenti scolastici e DSGA debbono affrontare ogni giorno.
Essi sono costretti a mettere continuamente toppe ai buchi finanziari e organizzativi creati dal
Miur che centellina le risorse anche per pagare i contributi di legge sugli stipendi dei supplenti.
Le tematiche oggetto del sit in chiamano in causa le pesanti responsabilità e le vessazioni a cui
sono sottoposti, loro malgrado, Dirigenti scolastici e DSGA che fanno i salti mortali per
garantire un minimo di funzionalità alle scuole. Ma le soluzioni proposte dal documento FLC
vanno ben oltre il bisogno di tutela professionale di queste due figure.
E' il caso ad esempio della richiesta di rimborso a piè di lista delle spese per le supplenze, il
finanziamento di voci di spese onerose per retribuire il lavoro fatto in più da docenti e
assistenti amministrativi che si assumono la responsabilità di svolgere funzioni superiori o
ancora il tema del dimensionamento che metterà a soqquadro le scuole con una perdita
enorme di posti di dirigente, DGSA e di collaboratori scolastici.
Dato che le scuole sono in ...catene, anche noi lo saremo sulle scale del MIUR.
Nel corso della mattinata una delegazione sarà ricevuta da dirigenti del ministero.
Il presidio, previsto dalle ore 10,00 alle 13,30, ha come protagonisti principali i soggetti
che sono chiamati a gestire le istituzioni scolastiche ma, ovviamente, la governance delle
scuole riguarda tutti i lavoratori, gli studenti e i genitori.
"Il Governo sta per varare nuovi tagli sulla scuola - denuncia Domenico Pantaleo in un
comunicato. Questa volta l'affondo sarebbe sulle spese di funzionamento e delle segreterie che
verrebbero gestite 'a mezzo' tra più istituti. Il risparmio annunciato sarebbe di circa un miliardo
di euro. È una strada sbagliata. Nella scuola non c'è più niente da risparmiare". C'è semmai da
combattere davvero sprechi e disfunzioni e creare le condizioni per un migliore funzionamento.
Per questo non c'è da tagliare, ma fare – come chiede la FLC CGIL – 10 semplici cose, subito
e a costo quasi zero.
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• CARTELLA presidio 11 maggio 2012
volantino flc cgil presidio 11 maggio 2012 al miur
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02. Lavoro pubblico:
discontinuità
CGIL,
MANOVRA
ipotesi di
intesa
primo
segnale
di
Il 3 maggio è stata raggiunta una ipotesi di intesa sul lavoro pubblico, ora per la
Confederazione la "mobilitazione prosegue per il reale avvio della stagione contrattuale”
“Un primo segnale di discontinuità che riapre, dopo le macerie prodotte dalla legge Brunetta,
un percorso sindacale che riguarda il mondo del lavoro pubblico”. E' quanto afferma il
Segretario Confederale della CGIL, Nicola Nicolosi, in merito all'ipotesi di intesa sul lavoro
pubblico, sottolineando come si riapra “finalmente la porta ad un percorso fatto di norme
legislative e di nuove contrattualizzazioni”.
Per il dirigente sindacale “il ritorno alla contrattualizzazione del rapporto di lavoro, la ripresa
della stagione contrattuale e il ruolo del contratto nazionale di lavoro, le relazioni sindacali, le
nuove norme sulla mobilità, il superamento della precarietà sono i punti sui quali abbiamo
operato in questo confronto”. Inoltre, aggiunge Nicolosi, “sottolineamo il fatto che, partendo
dal merito, si è arrivati ad un pronunciamento comune delle forze sindacali, chiudendo lo
strappo istituzionale, compiuto dal passato governo, avvenuto con gli accordi separati”.
Questa discontinuità, osserva il sindacalista, “va consolidata e per questo proseguiranno le
iniziative sindacali e la mobilitazione della CGIL nel corso dell'iter parlamentare sulla legge
delega, nella definizione degli atti conseguenti e soprattutto con il reale avvio, anche nelle
condizioni date, della stagione dei rinnovi contrattuali che continua ad essere il primo obiettivo
della nostra organizzazione per la salvaguardia ed il rilancio del sistema pubblico, per la
valorizzazione del lavoro pubblico, e per rispondere concretamente alla emergenza salariale”,
conclude Nicolosi.
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03. Apprendistato: sottoscritto l’Accordo tra Stato e Regioni sulla
certificazione delle competenze
L’obiettivo è la realizzazione di un sistema nazionale di certificazione
Il 19 aprile scorso è stato sottoscritto in Conferenza Stato-Regioni l’Accordo per la
definizione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze comunque
acquisite in apprendistato. Si tratta di un passaggio di grande rilievo nel processo di
progressiva attuazione del TUA (Testo Unico sull’Apprendistato) approvato con Decreto
Legislativo 167/11 ed in particolare di quanto previsto dall’art. 6 del TUA che fa riferimento alla
definizione degli standard professionali, degli standard formativi e, appunto, delle modalità di
certificazione delle competenze. L’Accordo segue quello sottoscritto il 15 marzo scorso che
regolamentava i profili formativi dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, a
norma dell’art. 3 comma 2 del D.Lgs. 167/11.
I contenuti dell’Accordo
Premessa
L’Accordo si inserisce nel più complessivo contesto di cooperazione interistituzionale di
riforma dei sistemi educativi di istruzione e formazione e del mercato del lavoro.
L’Accordo definisce la cornice di principi, definizioni, orientamenti metodologici e standard
minimi di un sistema nazionale di certificazione delle competenze acquisite in contesti formali,
non informali e informali.
I principi generali
•
al centro di un processo di certificazione delle competenze si trova la persona, cui
vanno riconosciute, in modo unitario a livello nazionale, le competenze comunque
acquisite
•
la certificazione è un atto pubblico
•
il carattere pubblico è garantito dall’Ente pubblico titolare: Stato, Regione, Provincia
autonoma
•
un sistema nazionale di certificazione si fonda su standard minimi di servizio
omogenei su tutto il territorio nazionale
Definizioni
L’Accordo, partendo dal glossario messo a punto dal CEDEFOP (Centro europeo per lo sviluppo
della formazione professionale), adotta le definizioni di: Competenza, Convalida/validazione
delle competenze, Certificazione delle competenze, Apprendimento formale, Apprendimento
non formale, Apprendimento infornale, Figura, Profilo.
Oggetto della certificazione
Può essere oggetto di certificazione una competenza o un aggregato di competenze
riferibili a parte di una figura/profilo. Ciò comporta che
1. l’unità minima certificabile è un’intera competenze e non singole o aggregati di abilità
o conoscenze
2. è necessario che le figure/profili siano preliminarmente standardizzate in termini di
competenze
3. è necessario disporre di uno standard di riferimento per la certificazione delle
competenze
4. gli standard siano previsti in repertori codificati a livello nazionale o regionale
5. gli standard devono far riferimento a
a. competenze di base
b. competenze tecnico professionali
6. gli standard debbano essere pubblicamente riconosciuti e accessibili su base
telematica
Attenzione: non si certificano i percorsi, gli ambiti, le modalità di acquisizione delle
competenze
Leggibilità e correlabilità dei repertori nazionali e regionali di competenze
Sono fondate in prima applicazione sui seguenti descrittori
•
descrizione/denominazione (oggetto, ambito, descrizione figura/profilo)
•
livello (EQF: European Qualification Framework, ossia Quadro europeo delle qualifiche
per l’apprendimento permanente.)
•
referenziazioni (attività economica e classificazione professionale)
•
processo lavorativo / aree di attività
•
competenze (elementi minimi di competenza, anche articolati in abilità/capacità e
conoscenze).
Processo di certificazione
Tutti i processi di certificazione devono essere realizzati attraverso tre fasi:
•
identificazione:
certificabile
individuazione
delle
competenze
riconducibili
ad
uno
standard
•
accertamento/valutazione: verifica del possesso delle competenze secondo criteri e
indicatori conformi a standard predefiniti
•
attestazione: rilascio
accertate/valutate
di documenti standardizzati che attestano le competenze
Carattere pubblico della certificazione
Il carattere pubblico è garantito dall’Ente pubblico titolare (Stato, Regione, Provincia
autonoma). Tale titolarità identifica e differenzia la certificazione dalla convalida,
quest’ultima realizzata da soggetti non titolari di funzione pubblica.
Procedure
Elementi essenziali delle procedure di certificazione sono
•
Conformità al “processo di certificazione” e all’”oggetto della certificazione”
•
Presenza di figure preposte alle varie fasi del processo di certificazione in possesso
di specifici requisiti professionali
•
Presenza di figure preposte al rilascio del certificato/attestazione in possesso di
specifici requisiti professionali
•
Definizione delle condizioni di accesso, fruizione ed erogazione del servizio basate su
criteri di standardizzazione, trasparenza e accessibilità
•
Adozione di un sistema informativo finalizzato al monitoraggio, alla tracciabilità e alla
tenuta degli atti e dei certificati/attestati rilasciati
•
Conformità alle norme relative all’accesso agli atti amministrativi
•
Conformità alle norme relative alla tutela della privacy
•
L’accertamento e la valutazione devono essere caratterizzati da:
o
collegialità,
o
oggettività
o
indipendenza
Elementi minimi del certificato/attestato
•
dati anagrafici del destinatario
•
dati dell’Ente che rilascia il certificato/attestato
•
competenza o aggregati di competenze acquisiti
•
indicazione per ogni competenza: della tipologia (di base, tecnico professionale), della
denominazione, del repertorio nazionale o regionale di riferimento oppure della
figura/profilo di cui la competenza o aggregato di competenze fa parte
•
indicazione della denominazione/descrizione di figura/profilo,
•
livello EQF,
•
referenziazioni
•
processo lavorativo/aree di attività
•
dati relativi alle modalità di apprendimento e accertamento delle competenze.
Il certificato/attestato può essere integrato con informazioni aggiuntive, ove queste
contribuiscano a migliorarne la trasparenza e a valorizzarne la spendibilità.
Registrazione
I certificati/attestati rilasciati in esito al processo di certificazione sono registrabili sul Libretto
formativo del cittadino.
Ciascuna Regione e Provincia autonoma potrà integrare lo standard formativo con ulteriori
elementi conoscitivi non previsto dal citato Libretto formativo del cittadino.
Requisiti minimi essenziali dei soggetti accreditati e/o autorizzati alla certificazione
I requisiti sono di tipo professionale, relativi a figure in possesso di specifici competenze, e di
tipo procedurale.
Criteri, soglie e modalità di verifica requisiti sono declinati dalle Regioni e Province
autonome nei rispettivi territori.
Passaggi istituzionali successivi
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della
ricerca, le Regioni e Province Autonome si impegnano ad accompagnare e sostenere
l’attuazione dell’Accordo attraverso un’azione di cooperazione interistituzionale finalizzato
allo “sviluppo di proposte organiche a partire dalle tematiche della corre labilità, della
portabilità e della qualificazione del processo e dei prodotti della certificazione.”
Recepimento dell’accordo
L’accordo per diventare operativo dovrà essere adottato con decreto del Ministro del lavoro e
delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell'università e della ricerca.
Il commento
L’Accordo del 19 aprile 2012 rappresenta un importante tassello nel processo di
progettazione e avvio del sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze.
Specificatamente nell’ambito dell’apprendistato l’Accordo appare assai utile per evitare una
pericolosa deriva localistica in tema di certificazione e spendibilità di titoli ed attestazioni:
questo risultato fino a pochi mesi fa non era affatto scontato ed indubbiamente la caduta del
governo Berlusconi e le forti pressioni dell’Unione Europea hanno contribuito a raggiungere
questo obiettivo.
L’Accordo é il risultato di un complesso equilibrio istituzionale e, pertanto, non mancano
aspetti parzialmente o totalmente non condivisibili.
Le criticità
Da un punto di vista formale occorre denunciare la tecnica di scrittura degli Accordi in
Conferenza Stato Regioni e in Conferenza Unificata in tema di istruzione e formazione. Su poco
più di otto pagine ben quattro sono costituite da premesse e complessi riferimenti normativi.
Tenuto conto delle ricadute di questi accordi non solo su soggetti istituzionali (governo,
regioni, province, università, scuole, ecc.) ma su persone in carne ed ossa, sarebbe necessario
utilizzare una tecnica normativa caratterizzata da una maggiore semplificazione. In altre parole
se al centro del processo di certificazione c’è la persona questo deve avvenire a partire della
comprensibilità dei documenti normativi di riferimento.
Nel merito
•
appare non condivisibile e fuori luogo la raccomandazione presente nelle premesse,
che prevede che: “nelle more della definizione di norme che disciplinino la materia in
modo organico, quanto disposto dall’accordo stesso per la certificazione degli
apprendimenti non formali e informali valga non solo nel percorso dell’apprendistato”.
Indipendentemente dalla valutazione dell’Accordo non vi può essere una trasposizione
automatica di quanto qui previsto nei percorsi del sistema educativo e dell’istruzione
universitaria tenuto conto dell’esistenza di specifiche norme di settore, alcune delle
quali, peraltro, richiamate nella parte introduttiva
•
non tutte le definizioni adottate appaiono condivisibili. Ecco alcuni esempi:
o
Competenze. Sono ignorati i riferimenti ai livelli di autonomia e responsabilità,
elementi rilevanti nella descrizione delle competenze nel contesto del quadro
europeo delle qualifiche:
o
Apprendimento formale. Si utilizza, parzialmente, la definizione del CEDEFOP ma
ci si dimentica che il Disegno di Legge sul mercato del lavoro ne da’ una
definizione molto più chiara e ben declinata rispetto alla realtà italiana: “per
apprendimento formale si intende quello che si attua nel sistema nazionale di
istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica,
musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio
o di una qualifica professionale o di una certificazione riconosciuta”.
•
•
o
Apprendimento non formale. Anche in questo caso c’è una evidente differenza
tra l’utilizzo della generica definizione del glossario del CEDEFOP con la più
stringente definizione presente nel DDL sul mercato del lavoro: “si intende quello
caratterizzato da una scelta intenzionale, (…), in ogni organismo che persegua
scopi educativi e formativi, anche del volontariato e del privato sociale e nelle
imprese che rispondono” a specifici criteri definiti per legge
o
Profilo. La definizione è “standard regionale definito anche in termini di
declinazione territoriale della Figura di riferimento nazionale”. Ci si dimentica
però che l’accordo del 27 luglio 2011 in tema di istruzione e formazione
professionale precisa che “Le competenze tecnico-professionali e di base che,
sulla base delle specifiche esigenze territoriali, connotano il profilo regionale si
intendono in ogni caso aggiuntive rispetto a quelle assunte dal sistema Paese
come standard nazionale.” (Allegato 1, lettera B) punto 3)
Oggetto della certificazione. La precisazione che la competenza rappresenta
l’elemento minimo certificabile, è probabilmente pertinente con l’apprendistato
professionalizzante, ma non certamente con quello di primo e terzo livello. Infatti:
o
nell’apprendistato per l’acquisizione della qualifica e del diploma professionale
(primo livello) una competenza può essere acquisita anche dopo tre anni di
formazione ed è spesso costituita da una serie notevole di abilità e conoscenze.
Peraltro questa parte dell’accordo confligge con quanto previsto dall’Accordo del
15 marzo 2012. Infatti tale accordo prevede l’adozione dei modelli di
certificazione anche in caso di nel caso di interruzione del percorso formativo,
previsti dal citato Accordo del 27 luglio 2011. In tali modelli si parla
esplicitamente della certificazione anche di sole abilità e/o conoscenze riferibili a
specifiche competenze.
o
Riguardo all’apprendistato di alta formazione è evidente che le modalità indicate
nell’Accordo non sono al momento applicabili. Infatti i diplomi quinquennali
dell’istruzione tecnica e professionale, le lauree e le lauree magistrali non sono
definiti nei termini previsti da questa parte dell’Accordo. Peraltro in riferimento
agli unici percorsi post secondari strutturati in maniera compatibile con i
contenuti dell’Accordo del 19/04/2012, quelli che si svolgono negli ITS, viene
citato un decreto, il DM 7/11/2011 (ma non era datato 3/11/2011?) di cui si
sono perse completamente le tracce. Infatti l’articolato non è mai stato
formalmente pubblicato mentre gli allegati che definiscono il profilo culturale e
professionale degli studenti, le competenze comuni, gli ambiti di ciascuna figura
e le relative “macrocompetenze in esito” sono praticamente scomparsi.
Non vi sono indicazioni sulle modalità di “tenuta” nazionale dei sistemi di
certificazione regionali. Questo punto è particolarmente rilevante: infatti o la
creazione di tale sistema si accompagna alla contemporanea definizione di organismi
nazionali di monitoraggio e verifica o tutto quanto scritto nell’Accordo rischia di essere
privo di valore. Il timore qui espresso è fortemente alimentato dal fatto che non vi è
alcun riferimento alle risorse finanziarie per la creazione e la messa a regime del
sistema nazionale di certificazione. La cosa è particolarmente evidente se si affronta
uno dei temi più delicati dell’Accordo: quello della convalida/validazione delle
competenze in contesti non formali e informali. Come è noto l’Unione Europea da
anni promuove la prospettiva di valorizzare e rendere spendibili gli apprendimenti non
formali e informali (validation of non formal and informal learning). In alcuni paesi
europei i sistemi e i modelli di validazione hanno precise regolazioni finalizzate a
tutelare gli utenti. In Italia invece non c’è nulla di tutto questo ma solo una miriade di
esperienze con modalità, metodologie, tipologie di validazione assai diverse. E’ evidente
che solo ingenti investimenti possono rendere l’operazione credibile. In caso contrario il
rischio è quello della definizione di norme molto stringenti sulla carta ma prive di
qualsiasi possibilità di essere concretamente applicabili.
Per concludere
In conclusione, un accordo complessivamente condivisibile sul piano del metodo e dei
principi, ma che non appare in grado di attivare un reale processo che conduca in tempi
ragionevoli alla creazione di un sistema pubblico e nazionale di certificazione delle competenze
caratterizzato da “standard minimi di servizio omogenei su tutto il territorio nazionale nel
rispetto dei principi di accessibilità, riservatezza, trasparenza, oggettività e tracciabilità”
Segnaliamo, infine, che in queste settimane sono state emanate specifiche norme
regionali e sottoscritti accordi sindacali sull’apprendistato. Pubblicheremo prossimamente
sul questo sito norme e accordi analizzandoli dal punto della vista dei percorsi formativi e della
certificazione delle competenze.
IN ALLEGATO
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• 2012 04 19 accordo conferenza stato-regioni certificazione competenze apprendistato
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NOTIZIE NAZIONALI
04. Tavoli tecnici: secondo incontro tra MIUR e sindacati scuola
L'informativa del MIUR su organico funzionale, riconversione, precariato,
reclutamento, autonomia e valutazione. Per la FLC soluzioni insoddisfacenti
su molti punti. Totale disaccordo sulle scelte del MIUR in materia di
riconversione del personale in esubero.
Il 3 maggio scorso si è tenuto il secondo incontro tecnico al MIUR sul tema delle relazioni
sindacali.
Di seguito l'informativa del MIUR e le nostre valutazioni punto per punto.
Organici 2012-2013
Conferma dell'organico di diritto già autorizzato nell'anno scolastico in corso. Pertanto non ci
potranno essere modifiche sull'organico di diritto per effetto della stabilizzazione di quote
dell'organico di fatto. Inoltre, il MIUR non autorizzerà più posti in deroga né sull'organico di
diritto né sull'organico di fatto, ritenendo che tale operazione sia di esclusiva competenza dei
Direttori regionali che conoscono meglio di chiunque altro le esigenze legate alla specificità del
territorio.
Così facendo il MIUR ritorna sui suoi passi rispetto alle rassicurazioni che erano state date
in occasione dell'incontro con il Ministro Profumo anche sulla possibilità di stabilizzare una
quota di posti in organico di diritto al fine di rendere più stabile l'erogazione del servizio e
consentire l'attuazione del piano sulle stabilizzazione dei precari messo a dura prova dopo il
blocco dei pensionamenti introdotti dalla riforma Fornero. Tutto ciò stride con le previsioni
dell'art. 50 contenuto nel decreto semplificazione laddove parla di organico funzionale.
Corsi di specializzazione su sostengo e riconversione
Il decreto ministeriale sui corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le
attività di sostegno prevede che la partecipazione sia su base volontaria. Sono destinatari i
docenti in esubero o appartenenti a classe di concorso in esubero. I posti disponibili sono
all'incirca 800.
Nessuna novità invece per quel che riguarda la riconversione del restante personale in
esubero (ITP, docenti di materie artistiche e altro) dal momento che manca la copertura
finanziaria per questi ulteriori corsi.
Coerentemente con quanto avevamo denunciato il 2 maggio scorso (vedi correlati) abbiamo
ribadito la nostra contrarietà a questo modo di procedere del MIUR poco rispettoso del
lavoro delle persone e del ruolo del sindacato. Inoltre affrontare in maniera così parziale e
limitante il tema dell'esubero significa non avere una visione strategica sulle politiche del
personale della scuola, ma affrontare il tema delle risorse professionali in termini burocratici.
Autonomia e valutazione (attuazione artt. 50 e 51 decreto semplificazione)
Sono in fase di predisposizione le linee guida previste dal decreto semplificazione su
organico funzionale, reti di scuole, sperimentazioni sui finanziamenti.
Sulla valutazione l'informativa è stata rinviata al prossimo 15 maggio, dal momento che è in
corso il passaggio di consegna tra capi dipartimenti. Le scuole disponibili ad aderire al progetto
Vales sono circa 1000 pertanto verranno definiti i criteri di selezione delle stesse, tenendo
conto delle risorse finanziarie disponibili.
Sulle linee guida è inaccettabile il fatto che si stia già procedendo alla loro stesura senza il
preventivo confronto con il sindacato su quelle che debbono essere le loro linee portanti.
Pertanto è necessario passare dal tavolo tecnico ad un confronto politico con il Ministro. È
necessario capire se c'è davvero la volontà politica di tradurre in fatti le dichiarazioni di
principio del Ministro sull'autonomia responsabile, sulla valorizzazione del personale della
scuola e sulla trasparenza e la condivisione delle scelte strategiche come ad esempio la
governance della scuola.
Sui temi del reclutamento e del precariato abbiamo pubblicato una specifica notizia.
I prossimi incontri sono previsti per il 14 maggio (TFA e Tutor) e il 15 maggio (Classi di
concorso e sistema nazionale di valutazione).
Inoltre, abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo politico sulla questione dello spending
review visti gli allarmanti annunci di ulteriori tagli sulla scuola.
**************
05. DSGA e dimensionamento: incontro del 7 maggio 2012
La FLC CGIL si oppone a decisioni unilaterali dell'Amministrazione. Basta con
il taglio di DSGA. Cosi l'efficienza e l'efficacia del servizio Amministrativo e
l'autonomia delle scuole sono vanificate.
Nell'incontro di lunedì 7 maggio l'Amministrazione ha semplicemente informato le
Organizzazioni sindacali sulle decisioni che intenderebbe adottare rispetto agli organici dei
DSGA in seguito alle ultime norme sul dimensionamento con la conseguente perdita del
posto di DSGA nelle scuole al di sotto di 600 alunni o 400 per le zone di montagna o piccole
isole (vedi comma 70 dell'art. 40 della Legge 183/11).
Il Ministero vorrebbe procedere ad un ulteriore accorpamento delle scuole
sottodimensionate per costituire un posto in organico di diritto abbinando due segreterie; in
questo modo il DSGA potrebbe chiedere le sedi così abbinate per ottenere la titolarità pur in
presenza di due scuole giuridicamente autonome. Tali abbinamenti verrebbero decisi
autonomamente dai Dirigenti degli Uffici scolastici regionali indipendentemente dai piani di
dimensionamento che sono di competenza delle Regioni.
Le nostre valutazioni e proposte
Questo dimensionamento della rete scolastica è profondamente sbagliato perché crea
scuole ingestibili sguarnendole di Dirigenti e direttori se hanno meno di 600 alunni, come
abbiamo segnalato nel nostro documento Dieci provvedimenti salva scuola.
Si tratta di un'operazione meramente "contabile" per tagliare ancora, senza nessun
legame con la didattica e l'integrazione verticale o orizzontale, e non garantisce effettivi
risparmi laddove si crea esubero.
Inoltre, l'operazione proposta dal MIUR invade le prerogative delle Regioni in materia di
organizzazione
della
rete
scolastica.
Pertanto
la
nostra
contrarietà
è
netta.
Non accetteremo decisioni che non tengano conto della complessità di gestione delle scuole
dell'autonomia, delle prerogative contrattuali e delle condizioni materiali di lavoro delle
persone.
La FLC CGIL ha una proposta alternativa in grado di tenere insieme esigenze
dell'Amministrazione e rispetto del ruolo professionale del DSGA, mettendo a frutto la loro
esperienza.
È necessario prevedere un pacchetto articolato che tenga conto delle specificità territoriali,
scolastiche e del fatto che è bene che i DSGA vengano utilizzati prima di tutto nella scuola.
Di seguito alcune prime proposte su cui abbiamo chiesto al MIUR di aprire il negoziato.
•
Mantenimento della titolarità negli Istituti tecnici/professionali agrari,
alberghieri e istituti superiori con lavorazione per conto terzi. Questo serve a
salvaguardare alcune tipologie di scuole che per la loro specificità sono uniche nel
territorio provinciale/regionale e con dei bilanci di maggiore complessità. Si tratta di
istituti che gestiscono le risorse finanziarie sia con il sistema di contabilità pubblica sia
con i sistemi di contabilità privata (partita doppia).
•
Mantenimento della titolarità nelle scuole con meno di 600 alunni in caso di
esubero regionale del profilo. In alcune regioni il dimensionamento è stato così
violento per cui privare della titolarità il DSGA la cui scuola ha meno di 600/400 alunni
produrrebbe esclusivamente effetti negativi sul governo della scuola senza realizzare
risparmi di spesa in quanto rimarrebbe comunque a disposizione senza sede.
•
Reti di scuole (art. 50 decreto semplificazioni, legge 35/12). La presenza del
DSGA sulle reti di scuola serve ad evitare un sovraccarico di lavoro del DSGA della
scuola capofila. Spesso le reti lavorano su progetti europei e gestiscono, anche
finanziariamente, situazioni piuttosto complesse.
•
Utilizzo presso i Centri per l'istruzione degli adulti. In alcune regioni i Cpia sono
stati istituiti sulla carta. L'utilizzo dei DSGA su questi centri potrebbe aiutare a renderli
funzionanti.
Sono anche ipotizzabili utilizzazioni a domanda volontaria fuori dal comparto scuola a
partire dagli Uffici dell'Amministrazione centrale e periferica e degli Enti Locali (che hanno
attinenza agli Uffici Istruzione e Cultura).
Poiché si tratta di materie contrattuali, ci batteremo perché ci sia l'apertura di un "tavolo
negoziale" al fine di individuare regole certe e soluzioni organiche su tutti gli aspetti giuridici ed
economici che riguardano questa vicenda.
**************
06. Docenti inidonei: riammissione in servizio in caso di mancata
dispensa
Una nota del Ministero dell'Istruzione che risolve una situazione paradossale
Il MIUR ha comunicato agli uffici periferici del Lazio, della Lombardia e del Piemonte, con la
nota prot. 3391 del 4 maggio 2012, che il personale inidoneo che ha prodotto la
domanda di dispensa, poi revocata dagli organi di controllo, deve essere riammesso in servizio
con conseguente riattivazione della partita di spesa fissa per il pagamento dello stipendio.
Esprimiamo soddisfazione per la soluzione di una situazione che aveva del paradossale,
essendo la dispensa prevista dal Decreto 79 del 2011 ed avendo il personale interessato
prodotto istanza rispondendo a quella normativa.
Su sollecitazione della FLC CGIL delle altre Organizzazioni sindacali il MIUR ha chiesto un
incontro con le diverse amministrazioni interessate, Funzione pubblica, MEF e INPS/INPDAP,
perché vengano forniti chiarimenti necessari a rendere esigibile il comma 3 dell'articolo 4 del
Decreto 79 del 2011 che consente ai docenti inidonei di poter avvalersi dell'istituto della
dispensa, qualora non fossero nella condizione di entrare nel circuito della mobilità prevista
dalla legge 111/11.
IN ALLEGATO
NOTIZIARIO :
SUL
SITO
REGIONALE
FLC
in
sezione
dirigenti
scolastici
INSIEME
AL
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3330
• nota 3391 del
insegnamento
4
maggio
2012
personale
permanentemente
inidoneo
all
**************
07. Assegnazioni insegnamenti
chiarimento del Miur
alle
classi
di
concorso:
primo
Un intervento sull'insegnamento della geografia. Restano altri errori e
imprecisioni.
Il Miur con la nota 679/12 interviene sulle assegnazioni degli insegnamenti alle classi di
concorso previste con la nota 2320/12 (vedi correlati).
Si tratta di una precisazione relativa all'insegnamento della Geografia negli Istituti tecnici
"Amministrazione, finanza e marketing" e "Turismo".
L'atipicità relativa all'insegnamento di Geografia opera soltanto qualora, una volta sistemati i
titolari della A039, rimangano ore o posti disponibili e ci sia la necessità di assegnare ai
docenti della A060 anche tale insegnamento per garantire le titolarità.
Si tratta di una decisione che deriva dalle numerose proteste dei mesi scorsi e che smentisce
quanto deciso anche lo scorso anno con una interpretazione "larga" delle atipicità.
A questo primo intervento dovrebbero seguirne altri per sistemare le altre questioni
controverse ed in particolare i "sub-indirizzi" dei Licei artistici (Arti figurative, Design,
Audiovisivo e multimediale) sui quali abbiamo sollecitato una nota specifica.
IN ALLEGATO
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scolastici
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• nota 679 del 4 maggio 2012 chiarimento geografia a039
**************
08. Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale della scuola
2012/2013: in corso la trattativa per il rinnovo del contratto
Avviata la trattativa per il rinnovo del contratto annuale sulle utilizzazioni e
assegnazioni provvisorie di tutto il personale docente, educativo ad Ata della
scuola per il 2012-2013
Si è avviata da qualche settimana la trattativa al ministero per il rinnovo del contratto annuale
sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie di tutto il personale docente, educativo ad Ata
della scuola per il 2012-2013. Sia l’Amministrazione che le Organizzazioni Sindacali si sono
impegnate a concluderla non oltre la metà del mese di maggio. Questo per consentire la
sottoscrizione definitiva del Ccni entro giugno e consentire, ai primi di luglio, la possibilità di
presentare le domande da parte del personale interessato.
Uno degli obiettivi della trattativa in corso è quello di ripristinare le prerogative contrattuali
sull’insieme degli aspetti delle utilizzazioni del personale, ivi comprese le competenze delle RSU
nella contrattazione di scuola per ciò che attiene alla mobilità interna alle singole scuole.
Questo aspetto, lo scorso anno, è stato uno dei nodi controversi nel rapporto con il ministero
della funzione pubblica, che deve autorizzare la sottoscrizione del Ccni, e causa della mancata
sottoscrizione definitiva del contratto 1011-2012 da parte delle organizzazioni sindacali.
Altra questione nuova da regolare nel contratto per il prossimo anno riguarda il blocco anche
nella mobilità annuale, per le assegnazioni provvisorie in diversa provincia per chi è neo
assunto, in attuazione della legge n. 106/11, art. 9 c. 21. Tutte le Organizzazioni sindacali
hanno chiesto l’esclusione dal blocco nella mobilità annuale per altra provincia di tutti gli aventi
diritto alle precedenze previste dal contratto in quanto beneficiari di leggi specifiche. Su questo
punto si è già registrata la disponibilità dell’amministrazione.
Particolare attenzione viene dedicata anche al problema dell’utilizzo del personale nei Licei
musicali e coreutici di recente e nuova istituzione e alle problematiche connesse all’utilizzo del
personale in esubero per effetto, in particolare, dei nuovi ordinamenti della scuola secondaria
di secondo grado. Per la prima volta, quest’anno, si avrà esubero, ed in talune province anche
in numero piuttosto consistente per effetto del massiccio dimensionamento della rete scolastica
attuato, anche nel profilo di Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi. Nel contratto, ed
in attesa dell’avvio di percorsi di riconversione professionale, andranno individuate e regolate
modalità di utilizzo qualificato di questo personale a partire dall’attivazione in organico di fatto,
anche in forma sperimentale, dell’organico funzionale tenendo conto di queste risorse
disponibili.
Infine le organizzazioni sindacali e l’amministrazione hanno convenuto sull’esigenze di rivedere
l’allegato 3 al vecchio Ccni e riguardante la sequenza delle diverse operazioni di utilizzazioni e
assegnazioni provvisorie ai fine di superare alcune incoerenze presenti nel precedente testo
con quanto prevede il contratto.
**************
08 Pratica musicale nella primaria: la FLC CGIL chiede chiarezza
sull’utilizzo delle risorse
Incontro al MIUR sul Decreto Ministeriale 8/11
Si è svolto il 7 maggio presso il MIUR un incontro sulla formazione dei docenti impegnati nei
corsi di pratica musicale nella scuola primaria previsti dal Decreto Ministeriale 31 gennaio 2011
n. 8.
Come è noto il DM 8/11 è stato emanato in base al Regolamento sul primo ciclo (DPR 89/10,
art. 4 comma 10) che demanda ad un apposito decreto l’individuazione dei titoli prioritari per
impartire l’insegnamento della musica e della pratica musicale nella scuola primaria e alla
pronuncia del CNPI del 16 dicembre 2009 nella quale si sottolinea l’opportunità che lo studio di
uno strumento musicale inizi fin dal terzo anno della scuola primaria.
Il decreto DM 8/11 prevede specifici interventi di formazione in servizio del personale
docente (art. 11) e individua le relative fonti di finanziamento (art. 12).
I contenuti dell’informativa
1. Tutte le risorse provengono dall’annuale direttiva sulla distribuzione delle risorse della
Legge 440/97
2. In base alla Direttiva 87/10 relativa all’annualità 2010 sono stati previsti i seguenti
interventi:
Oggetto del
finanziamento
Proponenti
Tematiche
Data del
Decreto
Finanziamento
Strumento
musicale nella
primaria
Conservatori
Attività di
formazione dei
docenti di
musica in
campo musicale
28/12/2010
€ 400.000,00
Piano
formazione
musicale
(Comitato
Berlinguer)
Educandato
Statale S.
Benedetto di
Montaganana
(PD), Università
Suor Orsola
Benincasa
Attività di
formazione per i
docenti relative
al D.M. 8/2011
29/12/2011
€ 400.000,00
3. In base alla Direttiva 102/2011 relativa all’annualità 2011 sono stati previsti i
seguenti interventi:
Numero e
data
impegno
Decreto
n. 107 del
29/12/2011
Ammontare
dell’impegno
Affidatario
risorse
impegnate e
proponenti
Tipologia di
personale
formato,
distinto per
grado di
istruzione
Attività di
formazione dei
docenti sulla
Formazione in
campo musicale
Educandato Statale Docenti della
S. Benedetto di
Scuola
Montagnana (PD) Primaria, della
€ 280.000,00
scuola
Università Suor
Secondaria
di Attività seminariali
Orsola di Napoli,
dirette alla
I
e
II
grado
Reti di scuole
formazione dei
docenti in servizio
Educandato Statale
S. Benedetto di
Montagnana (PD)
Decreto
n. 141 del
30/12/2011
Sintesi attività
finanziate e
obiettivi**
€ 400.000,00
On. Gelmini,
Comitato musica,
Presidente
comitato per la
musica prof.
Berlinguer, Capo
Dipartimento
Biondi, DGPER
Docenti di
scuola
primaria
Attività di
formazione per i
docenti
sull'insegnamento e
la pratica musicale
Attività seminariali
dirette alla
formazione dei
docenti in servizio
4. è previsto l’avvio di corsi di 180 ore in modalità blended per 300 docenti. I relativi
materiali sono stati predisposti dal Dipartimento di Scienze della Formazione Primaria
della Università di Roma tre. L’elenco dei nominativi dei docenti doveva essere inviato al
MIUR entro 27 aprile scorso (nota prot. n. 3018 del 20 aprile 2012)
5. il 4 maggio sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature per la selezione
di 15 docenti con funzioni di tutor dei corsi di pratica musicale nella primaria (nota prot.
n. 3018 del 20 aprile 2012). La relativa domanda andava inviata presso l’Educandato
Statale S. Benedetto di Montagnana (PD).
La nostra posizione
Pur condividendo l’obiettivo di avviare alla pratica musicale i bambini fin dalla terza classe della
primaria, abbiamo stigmatizzato la totale assenza di relazioni sindacali sulla formazione
del personale in generale e su quella musicale in particolare. La cosa appare gravissima se si
tiene conto che a fronte di ben due accordi sindacali relativi alla formazione 2010/11
sottoscritti il 14 luglio 2010 e il 14 dicembre 2010, le attività formative nonché i relativi
impegni di spesa, decreti del 28 e 29 dicembre 2010, sono stati resi noti ad un anno e mezzo
di distanza e solo dopo reiterate richieste.
Abbiamo chiesto di avere informazioni e documentazione riguardo
•
a tutte le attività relative al DM 8/11 concluse, ancora in atto e ancora allo stato di
progetto
•
alle modalità e i criteri con cui sono stati scelti i soggetti che hanno svolto l’attività di
formazione
•
al monitoraggio e la rendicontazione delle attività concluse
•
alle fonti di finanziamento relative alle eventuali ore aggiuntive per i corsi di pratica
musicale nella primaria, tenuto conto che il DM 8/11 non prevede specifiche risorse
economiche
Vista la scarsa chiarezza nella quale si sono svolte le attività in questo anno e mezzo, la FLC
ha chiesto, inoltre, di
•
sospendere tutte le attività non concluse o non ancora avviate
•
annullare il bando relativo ai tutor scaduto il 4 maggio
•
aprire un tavolo di confronto permanente su tutta questa materia e ripristinare corrette
relazioni sindacali
•
implementare il sito del "Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della musica"
con
1. l'elenco delle scuole primarie individuate quali sedi dei Corsi di pratica
2. le graduatorie regionali dei progetti,
3. l'elenco di tutte le scuole coinvolte nelle varie reti,
4. i protocolli d'intesa sottoscritti
5. i modelli didattici prescelti.
E’ previsto un ulteriore incontro sull’argomento nei prossimi giorni.
Al fine di dare un quadro completo della situazione riguardante l’attività di formazione
del personale in campo musicale promossa dal MIUR e le utilizzazioni del personale nei
corsi di cui al DM 8/11, pubblichiamo le note ministeriali attualmente conosciute
emanate da maggio 2011 alla fine di aprile 2012.
Nota 3012 del 20 aprile 2012
Avviso selezione pubblica mediante
procedura comparativa per titoli
Nota 9854 del 30 novembre 2011
DM 8-10. Richiesta di conferma
candidature scuole e nominativi
docenti
Nota 3018 del 20 aprile 2012
DM 8-11. Corso di formazione docenti
scuola primaria e docenti di musica e
strumento
Nota 7949 del 30 settembre 2011
Corsi di formazione per docenti per
la preparazione al ruolo dei Direttori
di cori studenteschi
Nota 3038 del 20 aprile 2012
Seminario di formazione per docenti di
musica e strumento
Nota 9855 del 30 settembre 2011
Corsi di formazione per docenti Direttori di cori studenteschi.
Integrazione a nota 5546/11
Nota 2787 del 12 aprile 2012
Indagine nazionale istituti comprensivi e
scuole secondarie di primo grado ad
indirizzo musicale
Nota 6700 del 24 agosto 2011
Utilizzazioni personale in esubero.
Precisazioni
Nota 2791 del 12 aprile 2012
Diffusione della cultura e della pratica
musicale nella scuola. Progetto Itinerari
lisztiani
Nota 6557 del 4 agosto 2011
Utilizzazioni personale in esubero
Nota 1586 del 29 febbraio 2012
Progetto MUSICA ELETTRONICA
procedure di avvio dei seminari-elenchi
corsisti
Nota 5546 del 4 luglio 2011
Corsi di formazione per docenti per
la preparazione al ruolo dei Direttori
di cori studenteschi
Nota 1300 del 22 febbraio 2012
Progetto nazionale di formazione "Atlante
sonoro - fase seconda"
Nota 5575 del 5 luglio 2011
Istituzioni scolastiche sedi corsi
formazione musicale. Chiarimenti
Nota 842 del 2 febbraio 2012
Seminario di formazione per docenti di
musica e docenti scuola primaria. Progetto
MUSICA ELETTRONICA
Nota 3899 del 5 maggio 2011
Individuazione istituzioni scolastiche
corsi pratica musicale
Nota 10576 del 20 dicembre 2011
Corso di formazione per docenti - Progetto
INNOVAMUSICA
**************
09 Mobilità professionale ATA e assunzioni sui posti non utilizzati per
gli inidonei
Timide aperture del MIUR sullo sblocco dei posti non utilizzati per il personale
docente inidoneo a favore delle nomine in ruolo dai 24 mesi di AA e AT. Allo
studio soluzioni ulteriori soluzioni per consentire la mobilità professionale in
ambito regionale.
Nel pomeriggio di lunedì 7 maggio si è tenuto presso il Ministero dell'Istruzione l’incontro
specifico su varie problematiche del personale ATA più volte sollecitato dalla FLC CGIL.
Le nostre richieste
Restituzione ai profili di assistente amministrativo e assistente tecnico da graduatoria
permanente dei posti non utilizzati per il personale docente inidoneo che “ha revocato” la
domanda di passaggio ai ruoli ATA. Tali nomine debbono avere decorrenza giuridica dal 1^
settembre 2011 ed economica dalla data di effettiva assunzione in servizio.
Entro una settimana, concluso il monitoraggio, l’Amministrazione si è impegnata ad inviare una
circolare con istruzioni specifiche per sbloccare i posti residui rimasti liberi e disporre le nomine
in ruolo da graduatorie permanenti (24 mesi di AA e AT) in modo che gli aventi titolo possano
presentare la domanda di trasferimento per ottenere già dal 1^ settembre 2012 la sede di
titolarità.
Surroga con nomine in ruolo sui posti lasciati liberi da chi ha ottenuto il passaggio di profilo o
altro ruolo.
L’Amministrazione ha rimandato la questione ad un successivo incontro.
Passaggio al profilo dei DSGA. Sono state chieste soluzioni concrete tramite la ricognizione
puntuale di tutti i posti liberi a livello regionale, utilizzando anche i posti che si renderanno
liberi per i pensionamenti al 1 settembre 2012 i cui dati sono già noti al MIUR. Ovviamente
analoga soluzione l’abbiamo proposta anche per gli altri profili dove nonostante ci sia personale
idoneo ci sono difficoltà per la nomina del personale interessato.
L’Amministrazione non ha escluso la praticabilità della nostra proposta che non comporta
aggravio di spesa ma si è riservata di valutarla con ulteriori approfondimenti.
Per la FCL CGIL questo ritardo non è più giustificabile e impedisce di programmare la
riapertura del negoziato sulla mobilità professionale e rispondere alle legittime aspettative di
chi da anni svolge di fatto mansioni superiori.
**************
10 Mobilità professionale Ata. Il Miur corregge la nota del 16 marzo
La decorrenza giuridica delle immissioni in ruolo da disporre sui posti non utilizzabili per la
mobilità professionale ATA è al 1 settembre 2011.
Il Miur su richiesta della FLC ha corretto il refuso contenuto nella la nota prot. 1985 16 marzo
2012 laddove prevedeva erroneamente la decorrenza giuridica delle immissioni in ruolo sui
posti non utilizzabili per la mobilità professionale al 1 settembre 2012 anziché 1 settembre
2011.
Con la stessa nota il Miur sostiene che la decorrenza economica sui suddetti posti è rinviata al
prossimo anno scolastico.
Non condividiamo questa indicazione, dal momento che riteniamo inaccettabile scaricare sul
personale le conseguenze dei ritardi ministeriali nell’attuazione della mobilità professionale.
In occasione dell’incontro di oggi pomeriggio ribadiremo la necessità di dare seguito
immediatamente alle immissioni in ruolo sui suddetti posti.
IN ALLEGATO
NOTIZIARIO :
SUL
SITO
REGIONALE
FLC
in
sezione
dirigenti
scolastici
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AL
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3330
• nota 3377 del 3 maggio 2012 immissioni in ruolo personale ata posti residuali a
mobilita professionale decorrenza nomina
**************
11. ormazione iniziale. Pronto il decreto per i tutor delle attività di
tirocinio
Un decreto firmato dall'ex ministro e che rispunta miracolosamente. Ancora
tante forzature ed errori.
Si è svolto il 7 maggio un incontro presso il MIUR sul decreto ministeriale concernente la
determinazione dei contingenti del personale della scuola necessario per lo svolgimento dei
compiti tutoriali nell’ambito dei TFA e i criteri per la selezione degli aspiranti a tali compiti in
applicazione dell’art. 11 comma 5 del DM 249/10.
I contenuti del Decreto
Il Decreto che sarà effettivamente operante una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale,
regolamenta le modalità di individuazione dei tutor dei tirocinanti (tutor di scuola), dei tutor
organizzatori (in semi esonero) e coordinatori (in esonero totale e solo per Scienze della
formazione primaria).
Tutor dei tirocinanti
Per i docenti tutor dei tirocinanti l'individuazione è di competenza del Dirigente scolastico (o
coordinatore didattico per le scuole paritarie), sulla base della valutazione di titoli e di una
intervista strutturata del comitato di valutazione. E' comunque richiesta un'anzianità di
servizio di almeno 5 anni a tempo indeterminato.
Tutor coordinatori e organizzatori
Per i tutor coordinatori e organizzatori l'individuazione e l'eventuale conferma/revoca è di
competenza delle strutture accademiche (Università o istituzioni AFAM). Anche in questo caso
sono previsti alcuni requisiti ed un'anzianità di servizio di almeno 5 anni a tempo
indeterminato di cui almeno 3 (negli ultimi 10) di effettivo servizio nella specifica
classe di concorso/insegnamento. Come tutor organizzatori possono concorrere anche i
Dirigenti scolastici per i quali è sufficiente il superamento del periodo di prova.
I tutor coordinatori e organizzatori durano in carica al massimo 4 anni (prorogabili al
massimo di 1). Una ulteriore utilizzazione può essere prevista solo dopo almeno un anno dal
termine dell'incarico precedente.
La definizione dei contingenti assegnati alle singole Università e istituzioni AFAM e per i vari
insegnamenti sono definiti di anno in anno con un decreto interministeriale. Per i contingenti
relativi al 2011/12 (quindi a partire dal prossimo settembre 2012 vista l'attivazione con
ritardo dei TFA), la ripartizione dei contingenti sarà definita direttamente dalla Direzione
generale per il personale (si prevede a breve).
Una volta definiti i contingenti, i bandi saranno pubblicati dalle singole Istituzioni alle
quali andranno presentate le domande.
La nostra posizione
In premessa la FLC ha stigmatizzato la totale assenza di relazioni sindacali su materia di
fondamentale importanza per l’avvio dei percorsi TFA e per le ricadute su utilizzazioni,
assegnazioni provvisorie e supplenze. In effetti il Decreto è stato firmato dall'ex Ministro
Gelmini nel lontano novembre 2011 e solo ora se ne ha notizia ufficiale dopo la faticosa
registrazione della Corte dei Conti (5 mesi).
Inoltre abbiamo rilevato l'anomalia dello strumento giuridico utilizzato: un decreto
ministeriale invece che un decreto interministeriale (Istruzione – Economia), così come
previsto dall’art. 11. comma 5 del DM 249/10. A questo si aggiunge il fatto che già in questo
decreto, in maniera assai singolare, vengano fissati criteri per la determinazione dei
contingenti: un tutor coordinatore ogni 15 corsisti o frazione, un tutor organizzatore ogni 150
corsisti o frazione.
Nel merito ha FLC ha rilevato quanto segue:
Tutor Tirocinanti
•
Il decreto regola i requisiti e le modalità di selezione dei tutor dei tirocinanti
senza che questo sia previsto dal DM 249/10
•
La selezione dei tutor dei tirocinanti è una vera e propria procedura concorsuale
con tanto di commissione di valutazione (il comitato di valutazione) e punteggi per titoli
(Tabella 1)
•
E’ previsto che al colloquio accedano un numero di candidati doppio rispetto ai posti
previsti. Ma dei criteri di determinazione dei posti di tutor dei tirocinanti non vi
è traccia né nel DM 249/10 e né nel decreto sui tutor.
•
I compiti assegnati al comitato di valutazione esulano da quelli previsti dalla legge
(art. 11 D. Lgs. 297/94)
•
Non sono previsti compensi per i tutor dei tirocinanti a fronte di impegni di grande
rilievo: ben 19 crediti, 475 ore, nel TFA e 24 crediti, 600 ore, per Scienze della
Formazione Primaria
•
Nella tabella di valutazione sono ancora previsti i corsi per la formazione alle
funzioni tutoriali che, come è noto, sono stati revocati.
Tutor coordinatori e organizzatori
La selezione e la nomina resta di piena competenza degli organi accademici, anche se
nell'ambito di alcuni parametri. La previsione per cui in caso di revoca dall’incarico il personale
revocato non possa "partecipare alle selezioni per il ruolo di tutor organizzatore o coordinatore
per i successivi cinque anni" appare eccessivo e fuori luogo e pone tale personale in posizione
di evidente subalternità, se non di ricattabilità, nell’ambito delle attività accademiche.
Aspetti contrattuali
Il decreto prevede che i punteggi acquisiti con le selezioni per tutor dei tirocinanti, coordinatori
e organizzatori "adeguatamente perequati, possono essere oggetto di valutazione per la
definizione delle graduatorie d’istituto, per la mobilità territoriale e professionale". A parte il
fatto che nell’ambito della mobilità si fanno graduatorie d’istituto per l’individuazione del
perdente posto e non certo per la mobilità territoriale o addirittura professionale è evidente
l’invasione in un campo di competenza contrattuale. Inoltre il riferimento normativo alla
Legge 143/04 è errato e in ogni caso tale legge all’art. 3 quater fa riferimento all’art. 5 della
Legge 53/03 e al D.Lgs. 227/05 sulla formazione iniziale dei docenti, norme che sono state
abrogate da oltre quattro anni (Legge 244/07 art. 2 comma 416)
Altre questioni relative al TFA
Nell'occasione abbiamo anche contestato l'esosità dei contributi imposti dalle Università agli
studenti per la frequenza del TFA, e rinnovato la richiesta che la contribuzione studentesca
per la frequenza del TFA, del percorso per la specializzazione nel sostegno, dei corsi di
perfezionamento CLIL e del corso annuale per i "maestri", rientri nel calcolo del 20%
dell'importo del finanziamento ordinario annuale dello stato previsto dall'art. 5 comma 1
del DPR 306/97.
Per tutti i motivi sopra esposti la FLC ha chiesto l’apertura immediata di uno specifico
tavolo di confronto su tutta la partita tutor anche in relazione alle specifiche norme previste
per i corsi di sostegno e quelli CLIL.
IN ALLEGATO
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• decreto ministeriale 8 novembre 2011 tutor del tirocinio
**************
NOTIZIE REGIONALI
12. Presidio CGIL Lombardia del 11 maggio 2012 e Prove INVALSI:
qualche precisazione
Sulla valutazione e sulle prove invalsi molte volte e con una molteplicità di strumenti la FLC
CGIL ha espresso e sostenuto la sua posizione al riguardo. La richiesta di una valutazione di
sistema qualificata e articolata, l'esigenza di processi partecipativi, la necessità di un pieno
coinvolgimento del Collegio Docenti, la garanzia di un uso corretto delle rilevazioni (non
utilizzabili per valutare singole istituzioni scolastiche nè, tantomeno, singoli docenti), il bisogno
di risorse e finanziamenti dedicati, il dovere di dar seguito all'ordine del giorno assunto dal
governo. Recentemente, di nuovo, nel ribadire la nostra posizione, avevamo evidenziato la
necessità di affrontare globalmente e tempestivamente il tema della valutazione.
La FLC CGIL non ha proclamato alcuno sciopero avverso le prove invalsi e tantomeno messo in
campo iniziative per il boicottaggio delle stesse.
Il presidio del giorno 11 maggio 2012 previsto in Lombardia non ha nulla a che
vedere con le prove invalsi.
La CGIL confederale da tempo aveva annunciato 16 ore di sciopero e manifestazioni territoriali
articolate contro la precarietà e per la una diversa politica economica fondata sul lavoro e sul
rilancio dei consumi delle famiglie italiane ed un sistema di welfare orientato alla coesione
sociale e alla difesa dei più deboli, a partire dalle persone non autosufficienti.
Le giornate impegnate a tal fine rientravano nell’arco temporale 9-16 maggio 2012.
In Lombardia varie sono state le manifestazioni in tal senso e in giorni diversi organizzate dai
territori provinciali.
Oggi 10 maggio c’è stata la manifestazione nazionale contro la precarietà, il 15 maggio 2012 i
lavoratori della Lombardia in presidio a Roma e domani la manifestazione con presidio in
Lombardia, confederale naturalmente, quindi con la partecipazione di personale della scuola e
pensionati, ed i lavoratori degli altri settori.
In tale contesto peraltro pur volendo sarebbe stato difficile indicare diversa data e se indicata
non risolveva il problema in considerazione che prove invalsi erano previste per i diversi ordini
per il 9,il 10, l’11 ed il 16 maggio 2012.
Il tentativo di collegare il presidio di domani e l’assemblea regionale alla somministrazione
delle prove invalsi è fuorviante e conferma l’intenzione di alcuni di sottovalutare artatamente
le azioni che la CGIL ha messo in campo per promuovere il lavoro, difendere il
welfare,riformare il fisco.
Naturalmente avevamo già dato notizia delle manifestazioni nei notiziari precedenti a
possibile accedere e si veda in proposito la notizia successiva.
cui è
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13. CGIL CONFEDERALE LOMBARDIA - CAMBIAMO L’ITALIA:
PROMUOVERE IL LAVORO, DIFENDERE IL WELFARE, RIFORMARE IL
FISCO – presidio 11 maggio 2011
La crisi non è finita: la politica dell’Unione Europea fondata sul rigore monetarista, sul liberismo
economico e sulla riduzione del welfare, si è dimostrata inadeguata e sbagliata, incapace di far
ripartire la crescita e l’occupazione.
Soprattutto per gli errori del Governo precedente, l’Italia si trova di fronte al bivio drammatico
tra recessione e stagnazione.
I provvedimenti sin qui decisi dal Governo Monti, dall’intervento sulle pensioni, alle
liberalizzazioni fino alla proposta di riforma del mercato del lavoro, si sono dimostrati privi di
equità e non sufficientemente orientati al rafforzamento della coesione sociale.
Crescita e rilancio dell’occupazione sono fino ad ora assenti nelle politiche del Governo: per
questo rivendichiamo un urgente cambio di passo con politiche che guardino ai bisogni delle
persone e non agli interessi delle banche e della finanza.
In particolare:
• Una diversa politica economica fondata sul lavoro e sul rilancio dei consumi delle famiglie
italiane;
• Un sistema di welfare orientato alla coesione sociale e alla difesa dei più deboli, a partire
dalle persone non autosufficienti;
• Una riforma fiscale equa e sostenibile, che ridistribuisca ricchezza, che tassi le rendite e i
grandi patrimoni, che sostenga pensioni, lavoro dipendente e imprese;
• Un sistema pensionistico pubblico e solidale, che risolva prima di tutto l’emergenza di coloro
che si trovano senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione, oltre che il ripristino della
rivalutazione delle pensioni;
• Un sistema di servizi pubblici efficienti che, nel rispondere ai bisogni dei cittadini e delle
cittadine, valorizzino il lavoro pubblico.
CAMBIAMO LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO
Dopo aver scelto di interrompere il confronto con le Parti Sociali, il Governo ha presentato in
Parlamento la propria proposta di riforma del mercato del lavoro.
La CGIL ha deciso una vasta mobilitazione per cambiare e migliorare la proposta del Governo:
• per una maggiore equità sociale;
• per una legge che favorisca il lavoro ed il futuro dei giovani;
• per garantire l’universalità degli strumenti di protezione sociale, a favore di tutti e tutte
coloro che perdono il lavoro;
• per preservare i diritti fondamentali, garantendo il principio della deterrenza contro i
licenziamenti facili.
In particolare:
• RIDURRE LA PRECARIETÀ
La proposta presentata al Parlamento dal Governo peggiora quanto discusso con le Parti
Sociali: chiediamo l’impegno di ridurre e regolamentare le diverse tipologie di rapporto di
lavoro, eliminando quelle più precarie e rendendo le altre meno vantaggiose, sul piano
economico, per le imprese, al fine di incentivare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato,
nonché il contratto di apprendistato per l’inserimento dei giovani al lavoro.
• REALIZZARE L’UNIVERSALITÀ DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Contrariamente agli impegni assunti, il Governo, con la sua proposta, non realizza l’universalità
degli ammortizzatori e non prospetta una protezione sociale adeguata per le situazioni di crisi
aziendali. In particolare, l’eliminazione dal 2017 dell’indennità di mobilità – unitamente
all’allungamento dell’età pensionabile – lascia senza adeguata protezione coloro che, superati i
50/55 anni di età, perderanno il posto di lavoro: meno protetti dagli ammortizzatori, più
lontani dalla pensione e disoccupati, senza possibilità di ricollocazione.
• GARANTIRE IL DIRITTO AL REINTEGRO PER TUTTI I LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI
Grazie alla mobilitazione ed alle lotte indette dalla CGIL, il Governo ha dovuto recedere dalla
volontà di stravolgere l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rendendo così più facili i
licenziamenti. Si tratta di un primo risultato importante che va difeso, consolidato e migliorato.
Va garantito il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, come unico vero
elemento di deterrenza e quale principio di civiltà giuridica fondamentale per salvaguardare la
dignità delle persone che lavorano.
• VALORIZZARE IL LAVORO PUBBLICO PER GARANTIRE I SERVIZI AI CITTADINI
Se licenziano il lavoro pubblico licenziano i diritti dei cittadini e delle cittadine. Per questo
chiediamo il rinnovo dei contratti, il rilancio della contrattazione integrativa, la valorizzazione
della scuola pubblica, un sistema di relazioni sindacali democratico e partecipato, il
superamento del precariato e lo sblocco delle assunzioni, l’abrogazione della legge Brunetta, la
definizione di regole condivise sulla mobilità.
Il Governo Monti deve affrontare il sistema dei settori pubblici: servono servizi pubblici
efficienti, per sostenere i più deboli, i giovani, i pensionati, le famiglie, un sistema pubblico di
formazione e ricerca per competere e sostenere prospettive di sviluppo.
CAMBIAMO LA REGIONE LOMBARDIA
La Regione è un’Istituzione importante, con competenze fondamentali in vari campi, dalla
sanità al welfare, dai trasporti al lavoro.
Oggi, Regione Lombardia è un’Istituzione in crisi, screditata da una lunga serie di scandali e
inchieste della Magistratura che vedono coinvolti molti Consiglieri Regionali, esponenti vecchi e
nuovi della Giunta.
Abbiamo, da molti mesi ormai, una Giunta Regionale che appare ferma, divisa, incapace di
passare dalle parole ai fatti, assente nel realizzare politiche efficaci per la crescita, lo sviluppo e
l’occupazione.
PER QUESTO LA CGIL LOMBARDIA CHIEDE SCELTE POLITICHE CHIARE
NON RIDURRE IL WELFARE, QUALIFICARE TRASPORTI LOCALI, SANITÀ E ASSISTENZA
Regione Lombardia deve rilanciare un sistema integrato di welfare mantenendo alcuni impegni
presi:
• l’estensione dell’assistenza domiciliare e politiche a favore della non autosufficienza, a partire
dalla costituzione del Fondo regionale;
• potenziare e qualificare il trasporto pubblico locale, senza ricorrere ad incrementi tariffari;
• esercitare controlli efficaci e generalizzati sulla spesa sanitaria, evitando gli sprechi e
prevenendo le ruberie, così da disporre di risorse utili ad abbattere il costo a carico dei cittadini
e dei pensionati a partire dai ticket;
• reperire nuove risorse per diminuire le rette per la degenza nelle case di riposo e di cura a
carico degli anziani, delle persone disabili e delle loro famiglie, secondo criteri trasparenti di
valutazione del reddito e del patrimonio.
RILANCIARE IL LAVORO
Vogliamo politiche, concordate con le Parti Sociali, per la crescita, che investano sulla
formazione, la ricerca e il lavoro. Non ci serve una Regione che, facendosi tentare dall’idea di
invadere l’autonomia delle Parti Sociali, sostenga la derogabilità di leggi e contratti. Chiediamo
politiche più efficaci a favore della legalità.
Noi chiediamo:
• investimenti e sostegno alla ricerca pubblica e privata, in diversi settori strategici presenti nei
territori lombardi;
• conferma ed estensione delle forme di sostegno dell’occupazione, a partire dal finanziamento
degli ammortizzatori in deroga, fino alla fine della crisi;
• qualificazione dei servizi e valorizzazione del ruolo del lavoro pubblico in tutti i settori;
• l’abrogazione dell’art. 8 della LR 7/12 e il mantenimento delle procedure concorsuali previste
dal vigente ordinamento, a garanzia del sistema nazionale di istruzione;
• un impegno sostanziale di ordine economico rispetto agli Enti di Formazione Professionale
regionale e alle loro politiche sull’apprendistato, visto l’aggravarsi della crisi.
TORNARE AL VOTO PER RIDARE CREDIBILITÀ ALLA POLITICA E ALL’ISTITUZIONE
Non è in discussione la presunzione di innocenza per chi è indagato, bensì la credibilità stessa
della nostra Regione. Per questo occorre un passo indietro da parte di tutti.
Chiediamo le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio, cosicché si possa tornare
al voto e rinnovare un’Istituzione logorata da un’inaccettabile serie di inchieste e scandali.
* Per difendere il lavoro e sostenere la crescita e il rilancio produttivo
* Per cambiare la politica fiscale, sostenendo i redditi da lavoro dipendente e
pensione
* Per un sistema di welfare universale e pubblico
PRESIDIO
DI LAVORATORI E LAVORATRICI, PENSIONATI E
PENSIONATE
VENERDI’ 11 MAGGIO 2012
dalle ore 9,30 alle ore 11.00
davanti alla Sede di
REGIONE LOMBARDIA
Via Melchiorre Gioia, 37 – Milano
IN ALLEGATO
NOTIZIARIO :
SUL
SITO
REGIONALE
FLC
in
sezione
dirigenti
scolastici
INSIEME
AL
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3330
• CARTELLA volantini manifestazione 11 maggio lombardia
Volantino precarietà unico taglio giusto
Volantino 2 precarietà unico taglio giusto
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SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
14. Accorpamento classi: illegittimità per violazione della normativa in
materia di sicurezza: Tar Molise – Sentenza n. 144 del 10 aprile 2012 Avv. Marcella Ceniccola
L’accorpamento di classi deve risultare compatibile con l’esigenza di assicurare la sicurezza e la
salubrità dell’aula destinata ad accogliere gli alunni delle sezioni accorpate, stante la necessità di
tutelare siffatti valori primari.
Il rispetto delle misure di tutela della salubrità degli ambienti di lavoro e di sicurezza dei lavoratori
e degli utenti del servizio rappresenta una condizione di legittimità dei provvedimenti relativi
all’organizzazione del sistema scolastico.
IN ALLEGATO
NOTIZIARIO :
SUL
SITO
REGIONALE
FLC
in
sezione
dirigenti
scolastici
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AL
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3330
• Tar Molise – Sentenza n. 144 del 10 aprile 2012 -
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NAVIGANDO IN RETE
15 Il dirigente scolastico tra dimensionamento e leadership di Franco
Buccino
Una riflessione a margine del convegno di Napoli dei ds della Flc Cgil
A metà degli anni ’90 in una breve ma intensa stagione di riforme nacque la cosiddetta
autonomia scolastica, e da essa discese la dirigenza scolastica. Con il compito di sostenerla,
rappresentarla e praticarla. Già in una fase rivendicativa della dirigenza si diceva, tra l’altro,
che il preside era una sorta di tappo che comprimeva professionalità e ruoli presenti nelle
scuole, che potevano invece prender forma e realizzarsi se lui fosse diventato un dirigente. Si
pensava, in primis, al vecchio segretario e al vicepreside, ma anche ad altri ruoli e
collaborazioni dei docenti. Effettivamente, con l’acquisizione della dirigenza da parte dei
presidi, si passò rapidamente a una definizione dell’area amministrativa e dei servizi, alla
creazione della figura del Dsga, il Direttore dei servizi appunto, e di altre figure al momento
solo dette, e cioè il coordinatore amministrativo e quello tecnico. E a una generalizzazione delle
articolazioni dell’ex segreteria, come si ascolta dai messaggi telefonici di accoglienza delle
scuole: l’amministrazione, la didattica, il personale, la contabilità, l’ufficio tecnico. Sul fronte
didattico, invece, non è cambiato niente.
Ma cosa poteva cambiare, e perché non è cambiato. Nelle scuole abbiamo le funzioni obiettivo,
previste dal contratto, abbiamo i responsabili dei dipartimenti, abbiamo i collaboratori negli
uffici di presidenza, abbiamo esempi di coordinatori di corso, dei bienni e dei trienni, ecc. ecc.
Tutti docenti i quali svolgono una funzione più complessa del semplice insegnare. Una
ricchezza di ruoli e funzioni che fa a pugni con la dichiarata impossibilità di una carriera per i
docenti all’interno della scuola. Si dice che tale operazione non è possibile per difficoltà
economiche, per i tagli di organico, per le modeste retribuzioni. Il che è certamente vero.
Bisognerebbe riconoscere, altresì, che ogni ipotesi di carriera è malvista da tanti docenti, restii
a riconoscere a propri colleghi tale opportunità. Con motivazioni anche di tipo ideale, e cioè
una pretesa frantumazione della funzione docente. Ma il vero ostacolo a ogni carriera dei
docenti è il più delle volte lo stesso ds, il quale in tanti casi non rinuncia a nessuna delle
attività alle quali è preposto. Ci sono ds i quali si vantano e si lamentano di partecipare a tutti i
consigli di classe, di ricevere tutti i genitori, di conoscere tutti gli alunni, sicuramente i difficili
che spesso curano personalmente, di relazionarsi con tutti gli interlocutori della “loro” scuola,
dai servizi sociali ai rappresentanti delle case editrici. Se passano in una scuola molto grande o
se gli tocca una reggenza, entrano in crisi. Sono, in genere, i ds migliori. Anche perché i loro
colleghi che non hanno lo stesso stile e vocazione, non solo non si applicano con la stessa
dedizione, ma non realizzano il coordinamento e il governo in nessun altro modo. E si vede.
Qualcuno sottolineerà che il ds proviene dalla docenza. Che nell’acceso dibattito ai tempi della
definizione del nuovo ruolo del preside, si scontrarono due tesi opposte, una che vedeva nel
dirigente della scuola un “semplice” dirigente amministrativo, l’altra che esaltava la sua
funzione di leader educativo. Si è optato poi per la denominazione di dirigente scolastico.
Senza approfondire troppo la natura della dirigenza e senza sciogliere una serie di nodi che
puntualmente si ripresentano. Quando i dirigenti scolastici non c’erano ancora e li
immaginavamo… Pensavamo a unità scolastiche complesse e a un dimezzamento del numero
delle presidenze. Pensavamo a incarichi dirigenziali da parte dell’Amministrazione e non alla
mobilità. Pensavamo a un reclutamento rigoroso di queste figure apicali e non ai soliti concorsi
con sanatorie incorporate. Pensavamo a una retribuzione uguale a quella di altri dirigenti
pubblici, con una parte significativa, legata alla posizione e al risultato. Pensavamo a
un’articolazione nell’istituzione scolastica di ruoli, funzioni, collaborazioni, sia sul versante
amministrativo sia su quello didattico. Pensavamo, noi presidi, e temevamo. Poi, come si sa,
non è avvenuto niente di tutto ciò. E oggi siamo definitivamente in crisi perché se l’autonomia
scolastica non è vera autonomia, la dirigenza scolastica non è vera dirigenza.
Rischiamo di chiudere una strada che non abbiamo percorso. Anziché dedicarci solo a
discussioni accademiche, proviamo a riprendere in mano gli istituti contrattuali della dirigenza
e rivisitiamoli in questi momenti critici, anzi drammatici. Il punto di partenza è un’articolazione
complessa di ruoli e funzioni che vale per una istituzione scolastica di grosse dimensioni, forse
non la semplice scuola. È questa articolazione che giustifica una dirigenza in senso pieno su
ogni versante. Una dirigenza scolastica realizzata da persone che provengono dalla docenza,
che provengono da una docenza “arricchita”, dalle articolazioni più alte della funzione docente,
persone che si sono misurate con programmazione e territorio, risorse e organizzazione.
Persone che possano esercitare la loro leadership educativa anche senza presenziare a tutti i
consigli, forse neanche a tutti i collegi, anche senza conoscere personalmente tutti i ragazzi
difficili, non avendo neppure il proprio ufficio vicino alle aule. Con quei chiacchiericci che
disturbano e tranquillizzano. Se ci sembra troppo, lasciamo stare. Non ne parliamo più, della
dirigenza.
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2012 10 Maggio 2012 NOTIZIARIO DS