© grafica by Mel il Sass lino n. 38 21 settembre 2013 Informazioni settimanali per i cristiani residenti e di passaggio nella parrocchia di SANTO STEFANO in Aosta. Si pubblica il sabato. Ufficio parrocchiale: Via Martinet, 16 - 11100 Aosta - tel. 0165 40 112 Dal lunedì al venerdì h 9:30 - 11:30. 4 Celebrazioni Eucaristiche della Settimana Il simbolo indica le feste di precetto. DOM 22 ● VENTICINQUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (vigilia) h 17:30 def. Germana, Alfonso, Giuseppe | def. Pio Villettaz | def. Elisa e Alidoro h 9:00 per la comunità parrocchiale L O Am 8,4-7 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. (Lc 16,13) ITURGIA DELLA PAROLA lun 23 mar 24 mer 25 gio 26 ven 27 sab 28 1 Tim 2,1-8 Lc 16,1-13 h 18:30 def. Salvatore Sorbara | def. fam. Sorbara, Longo | def. Rina Millet | def. fam. Perrenchio e Bois h 18:30 def. fam. Guerci, Folli, Villani | def. Angela Gaillard; Leone, Leo, Pio Verthuy ———— h 18:30 def. Alberto Linty | def. Pietro e Adelaide Petteruti | def. Ottavio e Sofia h 18:30 def. fam. Ballissier e Bus | def. Elena Spiller e par. ———— DOM 29 ● VENTISEIESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (vigilia) h 17:30 def. Francesco Guerrieri | def. Barbara Carlotto | def. Cecilia e Augusto Marinoni h 9:00 per la comunità parrocchiale O LITURGIA DELLA PAROLA Am 6,1a.4-7 1 Tim 6,11-16 Lc 16,19-31 U Agenda Settimanale della Comunità (Parrocchiale, Zonale, Diocesana) DOM 22 ■ Cascina delle Suore di S. Giuseppe a Variney, dalle h 9:00 / Incontro vocazionale per ragazze (2a, 3a media e 1a, 2a superiore). Per informazioni: Suor Odetta 366 66 03 426 , Mariella Morabito 339 88 05 489 (v. anche Corriere della Valle, p. 22). ■ Villa del Seminario, Valtournenche, dalle h 9:30 / Giornata di Inizio Anno Pastorale. lun 23 ■ Priorato di Saint Pierre, dalle h 9:15 / “Due giorni di aggiornamento” per presbiteri e diaconi, all’inizio dell’anno pastorale. gio 26 ■ Chiesa parrocchiale, h 8:30 - 9:30 / Preghiera per le vocazioni. sab 28 ■ Cattedrale, h 15:30 / Consacrazione di suor Cristina Damonte e suor Rosangela Chiesa nell’Ordo Eremitarum della Chiesa di Aosta. Vedi articolo a p. 18 del Corriere della Valle. DOM 29 ■ Istituto Don Bosco, h 15:00 / Processione verso l’Immacolata, dove si celebra l’eucaristia conclusiva dei Pellegrinaggi estivi ai santuari mariani. e Pochi secondi per un sorriso Saggezza: Il denaro non è tutto. Ci sono anche i diamanti. v L’Orazione della Liturgia (È l‘orazione pronunciata all’inizio dell’eucaristia domenicale o festiva. Facendo spesso riferimento alle tre letture, lungo la settimana può servire a ricordare la Parola di Dio ascoltata). O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa’ che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Altre Notizie ■ Iscrizioni al catechismo a partire da sabato 14 settembre (in Oratorio: i sabati dalle h 15:00 alle 17:30, i giovedì dalle h 16:30 alle 18:00). Scaricare il modulo di iscrizione dal sito: www.cattedraleaosta.it. ■ Il gruppo «Anziani sì… ma sempre giovani» ha organizzato, per sabato 28 settembre, alle h 12:30 (è raccomandata la puntualità), un pranzo presso il Circolino (parrocchia di Saint Martin): un’occasione per dare l’arrivederci all’estate e accogliere con allegria l’autunno. Iscrizioni, entro le h 11:30 di mercoledì 25 settembre, in ufficio parrocchiale, dando il proprio nominativo e versando la quota di 13,00 € (dall’antipasto al dolce). Appunti e Noterelle... Fratelli e Sorelle, la scorsa settimana, in questi «Appunti e Noterelle», prendendo spunto dalla collana editoriale “Accademia del Silenzio”, scrivevo alcune riflessioni su questa realtà – il silenzio – così disattesa nella nostra società rumorosa e fracassona. La mancanza di spazio tipografico mi ha fatto rimandare a questo numero qualche accenno al silenzio nella liturgia, di cui è parte essenziale. Se ciò è un dato acquisito per la maggior parte delle persone che partecipano ad un’azione liturgica, c’è comunque ancora molta strada da fare. Si sa che nelle messe, quelle feriali soprattutto, sono presenti anche fratelli e sorelle che non hanno alcuna dimestichezza con la liturgia; la loro partecipazione è motivata esclusivamente dal fatto che, in quella certa messa, c’è il “ricordo del defunto”, espressione comune per indicare invece qualcosa che va ben oltre il semplice ricordo affettivo: in quella messa, attraverso l’evento pasquale di Cristo, si prega in suffragio del tal defunto! Ebbene, proprio qualche settimana fa, in una celebrazione eucaristica feriale appunto, le parole e i silenzi, miei e dell’assemblea, erano contappuntati da un continuo bisbiglio, evidente segno della totale incapacità, per qualcuno, di fermare, sia pure per il breve tempo di una messa feriale, la prorompente voglia di scambiarsi parole, commenti, opinioni e quant’altro. E che dire poi di coloro che “dicono la messa” in parallelo con chi presiede? A volte è una fastidiosa eco (che arriva dopo); a volte è uno stucchevole ausilio mnemonico (che arriva prima) per il prete, che peraltro, avendo davanti a sé il messale, non abbisogna di suggeritore! Ebbene, riguardo al silenzio nella liturgia, leggete un po’ cosa ne scrive Silvano Sirboni su di un suo libro di recente pubblicazione: «Per la sua particolare dimensione comunitaria e altamente simbolica il silenzio è considerato dalle norme “parte della celebrazione” (Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 45). Le stesse norme poi non si stancano di sottolineare che il silenzio liturgico non è mutismo, né vuota attesa del rito successivo. Per mezzo del silenzio infatti “i fedeli non sono ridotti a partecipare all'azione liturgica come estranei e muti spettatori, ma si inseriscono più intimamente nel mistero che si celebra, in forza delle disposizioni interne, che derivano dalla parola di Dio che si ascolta, dai canti e dalle preghiere che si pronunziano, e dall’unione spirituale con il sacerdote che proferisce le parti a lui spettanti” (Istruzione della Congregazione dei Riti Musicam sacram sulla musica nella liturgia, n. 17). Il silenzio quindi è una forma di partecipazione attiva. Anzi, è la condizione previa di ogni vera celebrazione partecipata. È la capacità di silenzio che dà la vera misura della partecipazione. Purché questo silenzio, come ribadito dalle norme, sia considerato e gestito quale elemento della celebrazione liturgica e non come elemento devozionale aggiunto» (S. Sirboni, Celebrare per comunicare la fede, Edizioni San Paolo, 2013, p. 88). Interessante, vero? Ma, nella stessa celebrazione, c’è silenzio e silenzio. Andiamo avanti nella lettura della riflessione del mio amico Sirboni: «I silenzi liturgici sono piuttosto brevi e intensi; non intendono affatto essere una specie di “mini-ritiro spirituale” all’interno della messa. La celebrazione della messa non ha bisogno di altre aggiunte. I diversi momenti di silenzio che sono oggi previsti nella liturgia, tanto numerosi quanto ignorati o disattesi, hanno, secondo i momenti, funzioni diverse. E non dimentichiamo mai che il silenzio nella liturgia ha una preminente funzione simbolica, senza per questo sminuire la sua funzione di preparazione all’ascolto e al coinvolgimento personale nella preghiera della Chiesa. C’è quindi un silenzio che esprime il raccoglimento e la convergenza di tutti i cuori verso il rito che sta per essere compiuto. Pensiamo ad esempio al silenzio che precede la formula dell’atto penitenziale e l’orazione presidenziale. C’è poi il silenzio di appropriazione; si tratta del silenzio attento che accompagna i gesti e le parole di chi presiede, come durante la preghiera eucaristica o durante l’imposizione delle mani durante la confermazione e le ordinazioni. C’è il silenzio meditativo che esprime accoglienza della parola dopo una lettura o dopo l’omelia. C’è infine il silenzio di adorazione come quello che è previsto all’inizio della celebrazione del venerdì santo o che eventualmente unisce l’assemblea subito dopo la comunione, prima di un possibile canto o dell’orazione presidenziale conclusiva…» (op. cit. p. 89). Ma, come al solito, ciò che si vive oggi, risente dell’eredità del passato. Per quanto riguarda la liturgia, il nostro passato relativamente recente vedeva il silenzio nella liturgia come elemento necessario all’espletamento delle proprie devozioni personali, mentre il prete celebrava per conto suo una liturgia non comprensibile (per l’uso del latino) e in gran parte non visibile (per le spalle rivolte all’assemblea). Ahimè, qualcuno persiste nell’attribuire la sorgente dei mali della Chiesa nel Concilio Vaticano II e nella riforma liturgica ad esso collegata, denunciando, nelle celebrazioni attuali, la “mancanza del sacro”, e non cogliendo invece la ricchezza simbolica del silenzio così come indicato nelle norme liturgiche attuali, e che nel Messale Tridentino neppure veniva preso in considerazione. «Per secoli il silenzio ha trovato spazio fuori della liturgia o sovrapposto a essa. È una situazione storica che oggi si riflette ancora negativamente sulle nostre celebrazioni, in quanto il silenzio viene per lo più inteso come atteggiamento esclusivamente individuale, devozionale… Forse, ancora una volta, è proprio dal dialogo con il mondo che il Signore ci sollecita a riscoprire il linguaggio simbolico del silenzio. Pensiamo al minuto di silenzio che certe assemblee laiche fanno per ricordare qualcuno che è scomparso! Le nostre liturgie mancano sovente di questi silenzi eloquenti, ma non per colpa del Concilio! La maggiore familiarità con la parola di Dio potrebbe aiutare la liturgia a riscoprire il silenzio come linguaggio simbolico, se non altro, perché l’Apocalisse afferma che la grande liturgia celeste è preceduta dal grande silenzio di tutti gli uomini (Ap 8,1ss) » (op. cit. p. 90). ❧ Bene, nell’attesa di crescere ulteriormente nella nostra sensibilità liturgica (molti passi avanti si sono già fatti!), scendiamo nel concreto della nostra vita parrocchiale, alle prese con piccole (o grandi?) modifiche, conseguenti alla più stretta collaborazione pastorale con la parrocchia della Cattedrale. Preferisco rimandare alla prossima settimana il discorso, dopo la giornata (domenica 22) che vedrà riuniti molti fedeli di entrambe le parrocchie alla Villa di Valtournenche e dopo la consegna ai parrocchiani di un libretto con il calendario di tutto l’anno pastorale 2013-2014. Una cosa però è urgente dire, anzi: ridire, perché l’ho già scritta (v. «Appunti e Noterelle», su il Colombino n. 36 del 7-92013). Stiamo entrando, siamo già entrati in una fase particolare della storia della Chiesa, che richiede riorganizzazioni pastorali e forse anche territoriali delle nostre strutture (v. l’Oratorio San Filippo). Come sempre, i cambiamenti possono essere traumatici: vengono meno degli elementi che pensavamo inamovibili, delle istituzioni che pensavamo perenni… Ma nulla, nella storia degli uomini, è perenne. Tutto è immerso in un continuo divenire, che ci avvicina all’Unico veramente perenne e inamovibile: Dio. Ognuno di noi deve pregare intensamente, per sé e per gli altri, per ottenere la grazia di saper cogliere le ricchezze del momento presente (che pur ci sono) e di ringraziare per le ricchezze del tempo passato (che ci sono state e che ci hanno fatto crescere e ci hanno fatto diventare quello che siamo). Nell’attesa dei prossimi «Appunti e Noterelle», leggiamo, qualora non l’avessimo ancora fatto, la Lettera Pastorale del vescovo (la si può trovare presso la libreria Filotea). E poi ringraziamo il Signore perché in “sostituzione” dei due seminaristi che sono diventati preti (Carlo e Diego), sono entrati in seminario tre giovani, quindi il bilancio è in attivo. Ma anche di questo ne riparleremo. Carmelo