News Primavera 2006 da SHC-I News n.2/1997 Estate MOVEMENT IS THE ESSENCE Riportiamo la traduzione di un articolo, a firma Dan Fleitas di Charlotte, North Carolina - USA, apparso alcuni anni fa sulla rivista americana “The Siberian Quaterly” winter 1988-89 in quanto l’argomento è molto interessante e ancor oggi di estrema attualità per la realtà italiana. L’importanza del movimento Supponiamo che vi chiedano: “a parte le caratteristiche specifiche della razza, qual è, secondo voi, il requisito fondamentale di un buon Siberian Husky? Che cosa, cioè, lo differenzia dalle altre razze nordiche del suo stesso gruppo in un ring d’esposizione?” La risposta immediata dovrebbe essere: “il suo movimento, regolare, fluido, senza sforzo apparente!” Ancor più che in altre razze da lavoro possiamo vedere assai frequentemente nel Siberian Husky il corretto equilibrio anatomico tra osso e muscolo che produce una locomozione appropriata. C’è da meravigliarsi di come si sia riusciti fino ad ora ad evitare a questa razza di insabbiarsi in quegli innumerevoli difetti, come garretti vaccini, andatura a granchio, ondeggiamento, andatura a gambe incrociate, ecc. che sono la piaga di così tante altre razze. E’ fortuna? O si deve dir grazie all’intervento dell’uomo? Può essere invece che il pool genetico dei Siberian Husky capostipiti portati in America nei primi anni, fosse a tal punto superiore che nelle generazioni successive i figli continuano ad essere prepotentemente dotati di una costituzione adatta a produrre un movimento corretto? O la razza Siberian Husky è più protetta ed immune da possibili difetti rispetto alla maggioranza delle altre razze? Non avrebbe senso del resto credere che gli allevatori di Siberian Husky posseggano una sorta di sapienza di allevamento superiore alle conoscenze degli allevatori di Akita, Malamute, Dobermann, Rottweiler, ecc. Al contrario, si può dar ragione sia ai primi “allevatori” della razza, gli uomini della tribù dei Chukchi dell’Asia orientale, sia ai primi “padri fondatori” della razza sul continente americano, quando ritenevamo che “l’essenza” di questa razza venisse da qualcosa di più delle decisioni prese in allevamento. In modo quasi unico rispetto alle altre razze il Siberian Husky è riuscito a conservare la sua originaria superiorità di movimento nonostante il consueto tentativo di manipolazione da parte dell’ uomo. Il problema a questo punto è il seguente: saremo, noi appassionati, in grado di conservarlo? Saremo capaci di mantenere intatta “l’essenza” di questo notevole animale ed evitare gli errori fatti in così tante altre razze?” La responsabilità di consolidare l’eredità della razza è nettamente dei giudici e degli allevatori: entrambi devono valutare attentamente e con occhio critico il movimento del Siberian Husky. Gli allevatori devono selezionare le femmine che muovono meglio nei loro programmi di allevamento. Devono prestare almeno una pari attenzione al movimento delle loro femmine come al loro pedigree, che troppo spesso viene privilegiato. Devono avere più informazioni di quelle date dalle fotografie pubblicate dai proprietari di stalloni sulle riviste specializzate; devono guardare al di là del libretto delle qualifiche e rendersi conto che a volte grandi successi di ring possono solamente significare che un “riproduttore” può essere stato ben reclamizzato, weekend dopo weekend, da un proprietario che se lo poteva permettere. In pratica gli allevatori dovrebbero sempre vedere ed esaminare personalmente questi soggetti, o altrimenti affidarsi al giudizio di un vero amico competente. Allevatori e giudici devono potersi servire di tutto quanto si sa sul movimento: tra le fonti disponibili, ad esempio, c’è il filmato dell’American Kennel Club (AKC) sull’andatura e il testo “The New Dogsteps” di Rachel Page Elliott, degno di rispetto e di facile lettura. Meno famoso ma con molti riconoscimenti è “The Art and Science of Judging Dogs” di Curtis e Thelma Brown, che contiene alcune spiegazioni ricche di buon senso su come deve muovere un cane. Di volta in volta i diversi Club di razza e gruppi cinofili sponsorizzano seminari sul movimento che possono essere molto utili. Moltissimi giudici, secondo me, sembra si intestardiscano nel valutare il movimento frontale piuttosto che quello da dietro. La verità è che sono ugualmente pericolosi per l’essenza della razza sia i difetti dell’anteriore sia quelli del posteriore, per quanto riguarda il movimento. - 11 - News Primavera 2006 Forse si occupano tanto dell’anteriore perché portano sul ring la loro esperienza di allevamento di altre razze per le quali i difetti dell’anteriore tendono ad essere così prevalenti (talvolta così atroci) che a confronto i difetti del movimento posteriore sembrano trascurabili. Di conseguenza, dato che tra i Siberian Husky un buon anteriore è relativamente comune, un posteriore scarso potrebbe venir trascurato dal giudice che è rimasto molto ben impressionato dall’ anteriore. Inoltre sembra ci sia, anche tra gli allevatori di Siberian Husky, una gran confusione riguardo al buon movimento posteriore. Lo standard parla chiaro quando afferma che il Siberian Husky man mano che la velocità aumenta tende al “single track”. “Questo movimento è caratterizzato dalla graduale inclinazione degli arti verso l’interno in modo tale che i piedi producono impronte poste tutte lungo la stessa linea ideale corrispondente all’asse longitudinale del corpo”. Pare che alcuni espositori ed allevatori non vogliano tenere conto di questa parte fondamentale dello standard e pare che siano convinti che un cane che compie un gran movimento di posteriore “scalciando” verso l’esterno ed allungando molto stia dando una dimostrazione della potenza e della resistenza ereditate dalla capacità di trainare la slitta. Un esame della fig.1 indica lo schema del “single track”: si noti come le impronte dei piedi anteriori e posteriori cadono tutte lungo la stessa linea. Come dice Rachel Page Elliott: “per raggiungere l’equilibrio le sue gambe assumono un’angolazione verso l’interno avvicinandosi ad una immaginaria Fig. 1 “Single track” linea centrale situata sotto il corpo, mentre con l’aumentare della velocità lasciano impronte sempre più disposte lungo una sola linea dritta.......” Dato che la maggior parte dei cani in un ring non ha la possibilità di compiere un lungo percorso rettilineo in modo da sviluppare una grande velocità, non è così facile dimostrare un vero e proprio movimento da “single track”, mentre è più comune vedere quello della fig.2 in cui ci si avvicina comunque molto. In entrambi gli esempi il fatto di piazzare i piedi sulla linea centrale sottostante il corpo o appena vicino ha come conseguenza l’effetto di dare un’efficace spinta in avanti. Di contro, quel gran movimento del posteriore che a volte, a torto, si ammira, e viene valutato in modo erroneo, è quello di fig.3 Il risultato delle gambe posteriori che scalciano in fuori aprendo molto è quello di portare il cane prima avanti a sinistra poi avanti a destra, producendo quella situazione chiamata “instabilità laterale” o “spostamento laterale”, citata nel libro dei Brown. Secondo la loro interpretazione: il “controbilanciare l’instabilità laterale disperde enormi quantità di energie e riduce notevolmente la resistenza”. Conclusione: è necessario fare grande attenzione all’aspetto movimento, studiando e approfondendo maggiormente l’argomento per non rischiare di disperdere questa caratteristica così importante per la nostra razza. Fig. 2 si avvicina al “Single Track” - 12 - Dan Fleitas (traduz.Tonie Vajani/gb) Fig. 3 “instabilità laterale”