giugno 2012 Periodico del Rotary Club Cagliari Distretto 2080 • End Polio Now! • Un anno di feconda attività • Ricordi di A. Romagnino e G. Lilliu • Problemi della donna Sommario Rotary Club Cagliari Periodico del Rotary Club Cagliari Distretto 2080 Anno di fondazione 1949 n. 3/4 giugno 2012 Pubblicazione riservata ai soci Rotariani Direttore responsabile: Lucio Artizzu Comitato di redazione: Salvatore Fozzi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giovanni Sanjust Segretaria di redazione: Anna Maria Muru Autorizzazione del Tribunale di Cagliari n. 171 del 18 agosto 1965 Obiettivi rotariani per il nuovo anno – Grazie alla collaborazione di tutti – Michele Rossetti Programma del nuovo presidente – Mauro Manunza Una conquista del Rotary per i bambini del mondo – Francesco Birocchi Formiamo i giovani leader – Enzo Pinna La “Questione femminile”, oggi – Maria Corona Incontro con suor Anna – Giovanni Sanjust Il Rotary e il Buon Pastore – Paolo Ritossa L’esperienza femminile della droga – Maria Pia Lai Guaita Antonio Romagnino visto da vicino – Ugo Carcassi Antonio Romagnino – Rafaele Corona Ricordo di Giovanni Lilliu – Marcello Marchi Il Gotico a Cagliari – Michele Pintus Riferimenti nei vangeli e nelle parabole di Gesù – Antonio Lenza Breve storia di una lunga vita – Marcello Marchi La Marmora: storia di un premio – Salvatore Fozzi MusiKaralis 2012 – Giuseppe Masnata L’Ecocampus, Scuola di vita – Mario Figus 1 3 9 48 52 54 57 59 Benvenuto ai nuovi soci Commissioni anno 2012-2013 63 64 LE RIUNIONI Le presenze 65 11 15 17 21 23 27 29 33 35 41 Progetto grafico e impaginazione Bruno Pittau – www.brokenart.org fotografie: Archivio Rotary e soci del Club Sardegna Digital Library http://www.sardegnadigitallibrary.it/ Stampa e allestimento: Grafica del Parteolla, Dolianova (CA) _____________________________ Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. Hanno collaborato a questo numero: Francesco Birocchi • Ugo Carcassi • Angelo Cherchi Maria Corona • Rafaele Corona • Mario Figus • Salvatore Fozzi Maria Pia Lai Guaita • Antonio Lenza • Mauro Manunza Marcello Marchi • Giuseppe Masnata • Enzo Pinna Michele Pintus • Paolo Ritossa • Michele Rossetti • Giovanni Sanjust in copertina: Cagliari, Torre dell’Elefante con la proiezione del logo End Polio Now in quarta di copertina: Cagliari, veduta aerea del quartiere di Castello giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 1 LE NOSTRE PROSPETTIVE Obiettivi rotariani per il nuovo anno C Il nuovo Segretario Generale, John HEWKO, ha elencato i cinque temi prioritari, che costituiranno la guida nello svolgimento delle attività rotariane nel corso dell’anno. portare a termine l’eradicazione della polio. Inoltre, l’eventuale nostro successo costituirà la base per la prossima iniziativa globale che il Rotary dovesse decidere di intraprendere qualsiasi essa sia. Comunque, le recenti notizie sono molto importanti: il Rotary ha raccolto la somma di 200 milioni di dollari necessaria per pareggiare la sfida lanciata dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. Inoltre, un’ulteriore somma di 50 milioni di US dollari legata alla battaglia contro la poliomielite è stata resa direttamente disponibile dalla medesima Fondazione. Molto eccitante è stata la notizia della scomparsa della polio dal territorio dell’India, molto probabilmente dovuta al nuovo vaccino anti polio. Queste recenti informazioni sono molto importanti, ma non debbono abbassare il livello della nostra battaglia perché la gara intrapresa è ancora da vincere. La prima priorità è rappresentata dalla POLIO PLUS, con la quale si riafferma l’impegno assunto dal Rotary di La seconda priorità è rappresentata dall’attuazione del piano Strategico del Rotary Internazionale e dall’introduzione on il primo luglio prende inizio il nuovo anno rotariano, con nuovi eccitanti programmi. In occasione dell’Assemblea Internazionale dedicata alla formazione finale dei Governatori subentranti, tra cui il nostro carissimo Governatore Silvio Piccioni, le Autorità Rotariane hanno presentato diverse importanti novità. Il subentrante Presidente Internazionale, il giapponese SAKUJI TANAKA, ha presentato il tema dell’anno, semplice ma di straordinario effetto: La Pace attraverso il servizio 2 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 definitiva del piano di Visione futura della Rotary Foundation il nuovo modello delle sovvenzioni della Fondazione Rotary. L’attuazione del piano di Visione futura porterà all’attuazione di impegni nelle note sei aree di intervento, accrescendo notevolmente l’immagine del Rotary e delle sue attività, portando considerevoli vantaggi anche ai Club e ai Distretti. ed importante per le nuove generazioni. Il Consiglio Centrale ha sviluppato piani triennali su misura regionale, tenendo conto delle diverse specifiche necessità, che comportano la disponibilità di social media, la estensione degli e-club e la flessibilità in termini di assiduità. Infine, la quinta priorità riguarda l’assistenza umanitaria che deve essere potenziata e posta tra le più elevate a livello mondiale, in virtù del nostro diffuso potenziale, dovuto al numero di un milione e duecento mila soci. La terza priorità consiste nella creazione di uno strumento on line, chiamato Rotary Club Centrale. Lo strumento permette l’analisi on line delle migliaia di progetti di servizio che i club attuano ogni anno, valutando la validità delle attività dei Club, dei L’attivazione delle cinque priorità porDistretti e delle zone rotariane. terà notevoli benefici al distretto e a tutti i club del distretto. La quarta priorità concerne l’effettivo, ■ cercando di rendere il Rotary più attraente Jean e Paul Harris nella loro casa, Comely Bank, dicembre 1942 giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 3 Un anno denso di progetti Grazie alla collaborazione di tutti Michele Rossetti razie! È quanto sento di dover dire al termine di questa bellissima, vorticosa esperienza che è stato l’anno di presidenza del Rotary Club Cagliari. Un anno denso di progetti, di impegno, di soddisfazioni; un anno il cui ricordo resterà come uno dei più intensi ed appaganti della mia vita. Grazie a tutti i soci, per la benevolenza, l’amicizia e la disponibilità dimostrate nei miei confronti. Grazie ai presidenti ed ai componenti delle diverse Commissioni del Club che si sono spesi per la realizzazione dei progetti, sottraendo tempo al lavoro, alla famiglia e qualche volta impegnandosi anche economicamente per il raggiungimento dell’obbiettivo. G Grazie agli amici del Consiglio Direttivo, per avermi affiancato nella amministrazione del Club, perdonando le mie mancanze, come solo i veri amici sanno fare. Maria Luigia Muroni, impareggiabile segretario, Ninni Cabras, Mauro Manunza, Salvatore Fozzi, Salvatore Ferro, Paolo Ciani, Geppi Cocco, Paola Dessì, Mario Figus e Roberto Nati mi hanno dimostrato vera amicizia ed affetto. L’aiuto concreto ed i preziosi consigli di Salvatore Ferro e di Salvatore Fozzi sono stati poi per me un insostituibile sostegno. Grazie alla Assistente del Governatore, Rita Dedola, consigliera discreta e costante, prezioso aiuto nel lavoro a favore del Rotary. Concerto MusiKaralis, Raykhana Dairbekova, presidente del RC Moscou-Pokrovka 4 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 I 90 anni di Ugo Carcassi Grazie al Governatore del Distretto, Daniela Tranquilli Franceschetti, per il supporto, l’entusiasmo e l’amicizia dimostratami, forse anche in ricordo della bella amicizia rotariana che intercorse tra suo padre e mio suocero, a testimonianza che, nel Rotary, i rapporti si trasmettono e permangono al susseguirsi delle generazioni. Un grazie, non meno importante, agli altri Presidenti dei Rotary Club dell’area di Cagliari: Graziano Sanna, Vincenzo Carrozza, Giovanni Duni, Anna Maria Bonomo, Rossella Ricciardi. Ci ha uniti, quest’anno, uno splendido rapporto di amicizia e di voglia di agire insieme, che ha fatto sì che i Club, riuniti nel Coin, siano riusciti a svolgere congiuntamente azioni importanti, quali la realizzazione di un pozzo d’acqua in Guinea Bissau, e la proiezione del logo “End Polio Now” sulla Torre dell’Elefante nella notte del 23 febbraio di quest’anno, in occasione del Rotary Day, accompagnata da una serata interclub con oltre 230 persone tra soci, ospiti ed autorità. È consuetudine dei presidenti uscenti, alla fine dell’anno rotariano, fare, sulle pagine di questa nostra bella rivista, una sorta di riepilogo di quanto è stato fatto dal Club, un piccolo bilancio consuntivo. Scrivo queste righe all’inizio del mese di giugno, con una quantità di progetti ancora in corso di realiz- zazione particolarmente elevata, perché il nostro è un sodalizio che, grazie alle capacità e professionalità dei soci, riesce a far fronte a una mole di lavoro impressionante. Ho ancora nelle orecchie la frase dettami dal Governatore Daniela Tranquilli, nel corso della sua visita, dopo aver sfogliato il libro, appositamente predisposto, con il programma del Club: «Avete un numero di progetti enorme, ma riuscirete a realizzarli?». Nell’occasione, conscio del valore dei soci, risposi, deciso: «Sì». A meno di un mese dal termine del mandato possiamo essere orgogliosi per essere riusciti ad avviare pressoché tutti i programmi, e per averne portato a conclusione la gran parte. Nella tradizione del Club poi, così come, nel corso di quest’anno abbiamo portato a conclusione progetti ereditati da annate precedenti, altri, nati quest’anno, troveranno compimento con le prossime presidenze, con la ruota del Rotary che gira in continuazione e scandisce il succedersi degli avvenimenti. Scrivo queste righe mentre è in corso di svolgimento l’EcoCampus, uno dei progetti più impegnativi, anche economicamente, di quest’annata rotariana e, credo, uno dei progetti più rilevanti mai tentati nell’ambito dei Club: 24 giovani laureati italiani e stranieri, con 20 docenti di livello internazionale (tra i quali ben 5 sono soci del nostro Club), si sono applicati nell’arco di 15 giorni e per oltre 85 ore di seminari e workshop, realizzando non solo alta formazione nelle nuove generazioni ed uno scambio di esperienze interna- giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 5 La riunione dedicata al libro Ladri di uomini zionali, ma anche idee per la riqualificazione del territorio del Sulcis-Iglesiente. Credo che dobbiamo essere tutti riconoscenti a Mario Figus, ideatore, anima e realizzatore, insieme all’amico Roberto Monticelli, del RC Carbonia, dell’evento, coadiuvati dai giovani dell’AEGEE Cagliari. Scrivo queste righe il giorno dopo il successo del Torneo di Burraco, organizzato, a favore della eradicazione della Polio, con impegno e abnegazione non comuni, da Ninni Cabras, grazie alla disponibilità e generosità di Paola Giuntelli, nella splendida cornice dell’Hotel Flamingo di Santa Margherita di Pula, con la collaborazione dell’Associazione Burraco Cagliari e di Lilli Balletto: abbiamo parlato di Rotary e di lotta alla Polio a 260 persone, abbiamo raccolto fondi per la campagna PolioPlus ed abbiamo, tramite una lotteria, raccolto una cifra importante da destinare al Distretto 2070, a favore dei terremotati dell’Emilia, rispondendo così, forse per primi, all’appello del Governatore del nostro Distretto. Ma, mentre scrivo, mi vengono in mente i tanti progetti realizzati nell’anno, ad iniziare dal concerto MusiKaralis, magistralmente reso realtà da Giuseppe Masnata e Luigi Puddu, che ha visto oltre 700 spettatori al Teatro Massimo, praticamente al completo, per ascoltare giovani talenti, moscoviti e sardi, e dare il loro contributo a favore della campagna regionale per la prevenzione delle malattie congenite, campagna, condivisa dai Rotary Club della Sardegna, in corso di realizzazione in questo mese di giugno. Il nostro ringraziamento deve anche andare ad Anna Tifu, che si è prestata a fare da madrina e da ospite d’onore della serata. E la presenza dei nostri amici moscoviti è stata anche l’occasione per concretizzare, attraverso l’opera di Giovanni Barrocu, il gemellaggio tra il nostro Club ed il RC Moscou-Pokrovka, e gettare le basi per importanti sviluppi internazionali per la campagna di prevenzione delle malattie neonatali. Mi perdoneranno i soci se, pur evidenziando che le diverse attività del Club so- 6 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 La visita del Governatore Daniela Tranquilli no naturalmente il frutto dell’impegno di più persone, riunite nelle diverse Commissioni, non vi è qui materialmente lo spazio per nominarle tutte. Debbo però sottolineare la disponibilità e la generosità di Margherita Mugoni e Marcello Marchi, a favore del concerto, così come quella di Alessandro Palmieri, non solo con i saggi della Scuola di Danza Atena, ma anche con l’aiuto dato al Club in termini di impegno personale. Parlando poi di Giuseppe Masnata non possiamo dimenticare quanto da lui fatto, anche quest’anno, per il tramite di Vela Solidale, per i bambini e i ragazzi portatori di handicap. E nominando Giovanni Barrocu non si può dimenticare il progetto Alla ricerca dei dispersi e dei caduti sardi nella campagna di Russia (1941-43), ideato con Angelo Deplano e portato avanti con gli amici del Club Moscou-Pokrovka. Michele Bajorek ha poi continuato, anche quest’anno, nel programma Sangue, salute per chi lo dona, vita per chi lo rice- ve, coinvolgendo un numero particolarmente elevato di Istituti Scolastici. I progetti Per una Nuova Vita, seguito da Paolo Piccaluga, e Oasi di San Vincenzo, curato da Ninni Giua, hanno completato l’attività nel sociale, così come l’indagine sulla percezione della droga da parte dei giovanissimi, condotta da Maria Pia Lai Guaita, ha completato l’impegno del Club nella prevenzione delle tossicodipendenze. Quando queste righe saranno pubblicate sarà probabilmente giunto a conclusione il lavoro per dotare la Basilica di Santa Croce di pannelli esplicativi in italiano ed inglese, seguito da Marinella Ferrai Cocco Ortu, così come dovrebbe essere in via di completamento la realizzazione del nuovo portone in bronzo per la chiesa di San Lucifero, diretta da Michele Pintus, programma pluriennale, per il quale, dato l’impegno economico, da diversi anni vengono accantonati, nel bilancio del Club, dei fondi finalizzati, e che è quindi frutto del lavoro di diversi presidenti del Club. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 7 Gita di affiatamento al villaggio di Rosas A favore delle nuove generazioni si sono impegnati, con le loro Commissioni, Cecilia Onnis, Enzo Pinna e Franco Staffa: sono stati organizzati ben due RYLA (una eredità dell’anno precedente), anche grazie all’impegno di Maria Luigia Muroni; abbiamo ospitato due ragazze statunitensi nell’ambito dello scambio giovani ed abbiamo selezionato sei giovani per lo scambio del prossimo anno; non abbiamo certo trascurato i giovani del Rotaract e siamo stati da loro ricambiati con la collaborazione e l’aiuto prezioso nelle più diverse iniziative. Abbiamo poi avuto la soddisfazione di assegnare il XXVI Premio La Marmora. Ma la vita del Club non è fatta solo di progetti, per quanto importanti: è incentrata molto sul piacere di stare insieme, sulla frequentazione e l’amicizia tra i soci, sull’interesse per la riunione settimanale. L’assiduità anche quest’anno è cresciuta di qualche punto percentuale, a dimostrazione del nostro star bene insieme, e sicuramente per merito dell’impegno della Commissione Programmi, presieduta da Caterina Lilliu, e che ha avuto come sede permanente la casa di Rafaele e Rosellina Corona. Grazie anche all’impegno di Piergiorgio Corrias, Pasquale Mistretta e Paola Piras abbiamo avuto riunioni incentrate su conversazioni interessanti. Per ricordarne solo alcune: la tavola rotonda Ladri di uomini, con la presenza di molte autorità, la visita del Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che si è sottoposto alle domande dei soci, la serata con il Comandante della Legione Carabinieri Sardegna, gen. Luigi Robusto. Inoltre le tante riunioni dedicate al tema prescelto: “La Sardegna ed il mondo del lavoro”, nelle quali abbiamo parlato di diritto, di turismo, di artigianato, di ICT, di cinema, di sindacato e di quant’altro ci potesse indicare prospettive ed opportunità per lo sviluppo della nostra Isola. Non abbiamo del resto trascurato le conversazioni tenute dai nostri soci, svolte con passione, competenza e capacità. 8 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Gita di affiatamento al villaggio di Rosas In svariate occasioni abbiamo ospitato nel Club diverse autorità civili e militari, e per questo il ringraziamento va a Paola Dessì. Lino Cudoni, pur tediato da problemi di salute, ha poi, con la sua Commissione, organizzato alcune occasioni per stare ulteriormente insieme tra noi, contribuendo così all’affiatamento. Da ultimo, se le considerazioni qui espresse possono essere lette, bisogna ringraziare tutta la redazione di questa splendida rivista, diretta da Lucio Artizzu, rivista che rappresenta anche la memoria storica della attività del Club, dei soci e della loro vita anche personale. Termino ringraziando coloro che, indicandomi alla presidenza del Club, mi hanno dato la possibilità di vivere questa magnifica avventura, nella speranza di non averli delusi. Grazie a tutti, Michele P.S. Un grandissimo grazie a mia moglie Maura, meravigliosa compagna di vita e prezioso aiuto nel mio impegno nel Rotary. ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 9 Le nostre vie d’azione Programma del nuovo presidente Mauro Manunza l Rotary è una grande macchina che consente di elaborare e sviluppare idee, progetti e azioni di carattere umanitario. Il Rotary è quindi uno strumento, non un fine. Il fine è l’efficacia delle idee e delle azioni, di cui sono protagonisti le donne e gli uomini che si servono di un’organizzazione sempreverde ed energicamente in crescita – forte di un’ultracentenaria esperienza – in un mondo che va arricchendosi di svariatissime altre forme concrete di solidarietà. La ragione della vitalità rotariana è insita nella parte nobile dell’animo umano, quella predisposta alla generosa attenzione nei confronti del prossimo e che cerca di avere il sopravvento sull’altra parte, quella che sostiene invece le innate ragioni dell’egoismo legate al naturale istinto di sopravvivenza. Il Rotary chiede solo di agire al di sopra degli interessi personali, quindi quella del rotariano è una scelta di razionalità capace di prevalere su residui impulsi ancestrali. Nessun’altra ragione può spiegare – né giustificare – l’adesione al Rotary International, che persegue la strada della pace universale attraverso lo sguardo verso l’altro. L’altro è chi ci sta vicino o lontano e che umanamente deve esserci caro. Caro significa gradito, oggetto di affetto; e il suo sostantivo è carità, che vuol dire per l’appunto affetto. La carità è benevolenza, atten- I zione nei confronti di chi è più sfortunato e disagiato di noi: di chi è derelitto, chi è povero, chi non ha mezzi per sopravvivere, chi ha sete e chi ha fame, chi è ammalato, chi è oppresso dalla guerra, dall’intolleranza e da qualsiasi forma di odio, sopraffazione, arroganza, cinismo, egoismo. La carità è amore per chi soffre, e non necessariamente nelle aree maggiormente depresse e maltrattate del mondo, ma anche nei luoghi più opulenti, magari dietro casa nostra. L’attenzione verso l’altro significa accorgersi del misero, del disadattato, del rifiutato, dello sbandato, dell’immigrato deluso, del malato, del carcerato, di chi non trova speranze, di chi rischia d’inselvatichirsi e di chi è già indurito e asociale, fattosi nemico di una società che non è in grado di guardare l’altro e vederlo come persona “cara”. Sono fermamente convinto che la carità nei termini laici (il latino caritas, in greco agape) così come nelle sottolineature religiose (l’evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso”, o “Deus caritas est”) sia il fondamento del pensiero rotariano, come del resto suggeriscono le quattro domande che siamo invitati a porci ogni giorno e le cinque principali vie d’azione che dobbiamo cercare di conseguire attraverso i nostri programmi. L’attenzione verso l’altro – la carità – è insomma il motore dallo spirito rotaria- 10 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 no che 107 anni fa animò Paul Harris, tanto da essere diventato il codice etico della più vasta associazione umanitaria del mondo. Vorrei quindi che sul concetto di carità (nel senso più largo possibile della parola) si concentrasse in modo particolare la riflessione del nostro Club, del quale mi avete consegnato la guida morale per l’entrante anno rotariano. Una scelta forse troppo fiduciosa, per me grandemente preoccupante e per voi densa d’incognite – le stesse di cui avverto il peso della responsabilità, ricordando una celebre frase di Napoleone: «Non ci sono cattivi reggimenti, ma solo colonnelli incapaci». Ma sono anche io fiducioso. La mia fiducia ha radici nella natura di questo Club, che ritengo straordinario per la straordinarietà delle persone che lo animano: predisposte all’altruismo e al desiderio di opera- re, unite dall’amicizia. Voglio sottolineare questa parola, amicizia, perché credo sia il punto-cardine del Club: di questo Club. Amicizia significa conoscenza, stima reciproca, sincera collaborazione, condivisione di angoli visuali; è quindi lo spirito portante, il carburante di ogni nostra attività – che possa arrivare in porto o che si riveli irraggiungibile. Anche per questo (oltre che per l’esperienza e la sua ben nota disponibilità) ho chiesto a Paolo Ritossa di assistermi come vice-presidente, ricordando come il sentimento dell’amicizia avesse informato lo spirito della sua presidenza, solo pochi anni fa. Ha risposto sì, e mi ha incoraggiato convincendomi che la guida del Club non può essere rifiutata, perché fa parte dell’impegno rotariano. Del resto, come osservava Cesare Pavese, non ci si libera di una cosa evitandola ma soltanto attraversandola. ■ Paul Harris nel suo ufficio presso la sede del Rotary, 1945 giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 11 Il Rotary vince la polio Una conquista del Rotary per i bambini del mondo Francesco Birocchi utti i rotariani del mondo lo sanno e ne vanno fieri. La sfida alla Poliomielite, lanciata più di 25 anni fa, è quasi vinta. E il merito è, certo, di chi ha voluto e lanciato questa campagna, di chi ha mosso e diretto la macchina imponente e l’ha condotta in porto, ma è anche di quel milione e 200 mila persone di ogni parte del mondo che attraverso il Rotary ed i suoi 33.000 Club hanno contribuito a raccogliere le somme ingenti che sono state spese: dal 1985 più di un miliardo di dollari. Nel 1965 i casi di Poliomielite nel mondo erano 350 mila all’anno e interessavano 125 paesi. Oggi la Polio può considerarsi ancora endemica solo in quattro paesi: Afghanistan, India, Nigeria e Pakistan. Nell’ultimo anno sono stati rilevati in totale appe- T na 410 casi e in India neppure un caso dal 13 gennaio 2011. Il 23 febbraio scorso è stato celebrato il 107° anniversario della fondazione del Rotary. E non c’era modo migliore per celebrarlo che verificare sul campo i risultati concreti prodotti dagli ideali di Paul Harris condivisi e praticati da milioni di rotariani. “Servire ad di sopra di ogni interesse personale” è il motto e i rotariani lo hanno messo in pratica. La Polio Plus è stata una delle operazioni più importanti, ampie ed efficaci che siano mai state organizzate in campo sanitario nel mondo. Il Rotary è stato il motore di questa operazione, fianco a fianco con Nazioni e prestigiosi ed importanti organismi internazionali. L’Organizzazione mondiale della sanità, innanzitutto (WHO, 12 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 World Health Organization), che è l’Agenzia dell’ONU per la salute, il cui obiettivo è il raggiungimento del livello di salute più alto possibile per tutte le popolazioni, con il completo benessere fisico, mentale e sociale di tutti gli abitanti del pianeta. È stata proprio l’Assemblea mondiale della sanità ad approvare, nel 1985, la risoluzione per il lancio dell’iniziativa globale per l’eradicazione della Polio, partita effettivamente tre anni dopo, nel 1988. E poi hanno aderito il CDC (Centers for disease control end prevention) l’organizzazione degli Stati Uniti per il controllo e la prevenzione delle malattie e l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia. Il programma Polio Plus è universalmente riconosciuto come un modello di riferimento nell’ambito della cooperazione tra pubblico e privato per il perseguimento di obiettivi umanitari: un altro obiettivo raggiunto. L’idea viene da lontano. Nel 1978, il Board del R.I. approvò il progetto di una massiccia campagna di vaccinazione da affiancare al programma EPI (Enhanced Program of Immunization), il Programma avanzato di immunizzazione che la WHO aveva avviato quattro anni prima, aggiun- gendo la vaccinazione antipolio alla lista delle vaccinazioni consigliate durante il primo anno di vita dei bambini (Morbillo, Tetano, Difterite, Pertosse e Tbc). Il programma però non contemplava vaccinazioni di massa e prevedeva per la Polio la somministrazione di un’unica dose di vaccino. Fu Albert Sabin, lo scopritore del vaccino contro la Poliomielite, ad insistere sulle vaccinazioni di massa, le sole che si sono dimostrate in grado di interrompere la circolazione uomo-ambiente-uomo del virus poliomielitico. Così l’anno successivo, il 1979, la Convention rotariana di Roma, su proposta di Sergio Mulitsch di Palmenberg, del club Treviglio e Pianura Bergamasca, decise che i due maggiori obiettivi da realizzare nell’ambito dei programmi 3H (Hunger, Humanity, Health) dovessero essere: combattere la fame nel mondo e debellare la polio. Una richiesta pressante giunse dai Rotary delle Filippine, perché in quel paese il virus colpiva duro. La risposta del club italiani fu immediata. L’organizzazione fu diretta con grande energia da Sergio Mulitsch di Palmenberg. Non fu facile. Non bastava lanciare una raccolta di fondi. Bisognava scegliere i vaccini, mettere a giugno 2012 — punto il programma di somministrazione, predisporre gli imballaggi adatti per la conservazione dei farmaci a bassa temperatura, organizzare la spedizione ed il trasporto, trovare persone preparate per gestire la distribuzione. Ma la caparbietà e anche le capacità professionali dei rotariani dei 24 club aderenti al programma non si fermarono di fronte alle difficoltà. In poco più di un anno furono inviati nelle Filippine e in India, Paesi colpiti da violente epidemie, due milioni di dosi di vaccino OPV (Vaccino antipolio orale). All’Operazione Filippine seguì l’iniziativa in Marocco dove vennero inviate 3 milioni di dosi di OPV. Il piano fu approvato nel febbraio del 1982 dal Consiglio Generale del R.I. E dalla Rotary Foundation e fu battezzato “Polio Plus”. I Rotary della Sardegna non si tirarono indietro. Nell’anno rotariano 1982-83 il Rotary Club Cagliari (presidente il cavaliere del lavoro Franco Trois) contribuì con l’invio in Marocco di 70 mila dosi di vaccino. Ma da allora tutti i sei Club dell’area cagliaritana (Cagliari Est, Cagliari Nord, Quartu SE, Cagliari Sud e Cagliari Anfiteatro) hanno sempre contribuito generosamente alla campagna, distinguendosi nell’ambito del Distretto. Non solo con la raccolta fondi ma anche cooperando attivamente alla campagna, in alcuni casi anche con concrete azioni di volontariato sul campo. È con grande soddisfazione dunque che la sera del Rotary day, all’imbrunire, tutti hanno potuto vedere la Torre dell’ele- Rotary Club Cagliari 13 fante, uno dei monumenti simbolo di Cagliari, illuminarsi con il messaggio “End Polio Now”. Il contributo finanziario del Rotary International ha superato complessivamente il miliardo di dollari. Il risultato è stato raggiunto grazie anche alla sfida stimolante della “Bill e Melinda Gates Foundation”: la cui cospicua donazione a favore del progetto Polio Plus è stata raddoppiata in tre anni dalla Rotary Foundation. Obiettivo raggiunto (e con qualche mese di anticipo) nel gennaio scorso. La soddisfazione è grande ma il Rotary non si fermerà. Deve intanto portare a termine la campagna e poi altre sfide importanti attendono. Il 7 novembre 14 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 scorso, in occasione di un incontro nella sede dell’UNICEF Italia, il Governatore Daniela Tranquilli ha confermato l’impegno del Distretto 2080 a sostegno della lotta alla malaria in Guinea Bissau. Già lo scorso anno il Distretto 2080 ha sostenuto il lavoro dell’UNICEF in Guinea Bissau, contribuendo ai programmi di prevenzione della malaria con la donazione di 6.000 zanzariere trattate con insetticida a lunga durata. Le risorse che i Club del Distretto riusciranno a mobilitare nel 2012 saranno destinate alla diagnosi e alla cura della malaria tra i bambini, con la fornitura di test rapidi per diagnosticare la malattia in poche ore, la distribuzione di farmaci per la cura e la formazione di personale sanitario. L’impegno proseguirà anche nell’anno sociale 2012-2013, come ha già anticipato il Governatore eletto, Silvio Piccioni. L’umanità è sull’orlo di una crisi globale e torna la paura delle malattie che pensavamo scomparse e che invece riemergono. Un rapporto del WHO ha dimostrato che, dei 52 milioni di persone morte nel mondo l’anno scorso, 17 milioni (inclusi 9 milioni di bambini) sono state uccise da malattie infettive. Malattie quali la Malaria e la Tubercolosi che un tempo sembravano essere state debellate stanno tornando di nuovo a colpire con rinnovata ferocia. La malaria, in particolare, sta diventando una delle principali minacce per la salute nel mondo di oggi. Due miliardi di persone vivono a rischio di Malaria e ogni anno più di 500 milioni sono gli infettate dal parassita. Duetre milioni muoiono per questa malattia. La Guinea Bissau è il sesto Paese al mondo per la mortalità infantile. Un bambino su 5 muore prima del suo quinto compleanno per cause che potrebbero essere prevenute o curate. La Malaria è una delle cause principali di questa elevatissima mortalità. Il Distretto 2080 ha accettato la sfida. La Guinea Bissau, questo piccolo e poverissimo Paese dell’Africa Occidentale che ha un milione e mezzo di abitanti, dove la vita media non supera i 50 anni, è alle prese con mille gravissimi problemi. Fra questi vi è l’approvvigionamento idrico. I Rotary della Sardegna si stanno mobilitando. In tempi brevissimi è stato realizzato un pozzo nel villaggio di Tamara. Il progetto è stato condiviso ed attuato dai sei club di Cagliari ed ora le donne del villaggio non sono più costrette a percorrere chilometri a piedi con le bacinelle sulla testa per procurarsi l’acqua potabile. Un progetto di più vaste proporzioni, che prevede la realizzazione di un acquedotto viene sostenuto da tutti i Club della Sardegna ed è stato sottoposto al Distretto per la condivisione. Oltre a queste iniziative sarebbe giusto non dimenticare i molti progetti sostenuti dai Rotary di Cagliari per la salute, anche in Sardegna. Basterà citare, come esempio, la campagna di prevenzione delle malformazioni congenite, lanciata dal Rotary Club di Cagliari e condivisa da tutti i Rotary dell’Isola. Nello spirito indicato dal Presidente del Rotary internazionale, Kalyan Banerjee: «migliorando noi stessi miglioriamo l’umanità». ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 15 Importanza della comunicazione Formiamo i giovani leader Enzo Pinna princìpi e l’etica della leadership; l’importanza della comunicazione; la risoluzione dei conflitti e la mediazione; la fiducia in se stessi; i principi del senso civico e della cittadinanza globale: punti fondamentali del comportamento rotariano nella vita di tutti i giorni, rientrano nel programma strategico di formazione delle nuove generazioni alla leadership. Non per caso la commissione Ryla del nostro Club ha posto questi temi alla base di un corso per la formazione di giovani leader, puntando in particolare su un argomento di grande attualità: la deontologia. I La commissione è partita da un’analisti dell’attuale condizione economica e sociale del territorio, osservando come necessiti di operatori che siano in possesso di adeguata preparazione professionale e che possano – in prospettiva – costituire un punto di riferimento per la società in generale. Per offrire un esempio di vita moralmente corretta, è evidente che non si può prescindere da norme comportamentali di carattere etico in ciascun ambito lavorativo; ed è altrettanto ovvio che la conoscenza di tali norme debba precedere l’inizio dell’attività, per poter essere poi affinata attraverso una costante formazione teorico-pratica. Il fine ultimo è il perseguimento degli obiettivi con trasparenza ed efficacia. Si tratta purtroppo – in generale – di norme comportamentali largamente e costantemente disattese, ed è soprattutto questa la ragione di tanti effetti negativi nel mondo lavorativo, compreso il graduale impoverimento delle corrette relazioni interpersonali. Pertanto, i punti principali presi in considerazione per il Ryla (Rotary Youth Leadership Awards, programma di formazione rivolto a ragazzi di 14-18 anni e a giovani dai 19 ai 30 anni) hanno riguardato la deontologia e principi generali; i profili nell’ambito delle arti e delle professioni (autonome e subordinate, pubbliche e private, con particolare riferimento a quelle che assumono un rilievo maggiore sotto il profilo economico, sociale e culturale); la deontologia nei rapporti con le istituzioni pubbliche e private, gli organismi di controllo, gli organismi giudiziari; i conflitti e i provvedimenti disciplinari; la casistica. Intitolato I giovani e la deontologia nelle professioni e diretto da Maria Luigia Muroni (segretaria del Club), il corso si è tenuto il 23 e 24 marzo nella sala convegnistica dell’Archivio di Stato di Cagliari (messa a disposizione della past-president Marinella Ferrai Cocco Ortu). Vi hanno partecipato 25 giovani diplomati, laureandi o laureati di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Le conversazioni sono state tenute da relatori esperti, per la maggioranza rotariani: il magistrato Marcello Marchi ha illustrato i princìpi generali della deontologia; l’ingegner Paolo Piccaluga (già alto funzionario della Saras) ha parlato della deontologia nell’ambito delle professioni private; della deontologia nell’informazione si è occupato il giornalista Mauro Manunza, del rapporto tra etica religiosa e politica sociale il giudice Rafaele Corona e l’avvocato Alberto Cocco Ortu; la deontologia nell’ambito delle professioni pubbliche è stato il tema del vice-prefetto Paola Dessì, men- 16 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 tre l’avvocato Roberto Nati ha esposto una sere di casi pratici relativi ai conflitti e ai provvedimenti disciplinari, il magistrato Giangiacomo Pisotti è entrato nel merito degli organismi di controllo (con particolare riguardo a quelli giudiziari) e l’editore Salvatore Fozzi ha chiuso con il determinante argomento dell’etica nel Rotary. Si è trattato, in definitiva, di un’importante occasione per approfondire temi di estremo rilievo ed attualità, che devono essere sempre presenti nel “modus operandi” di ciascuno e soprattutto dei giovani che intendono diventare nel prossimo futuro dei leader. ■ A UGO CARCASSI RICONOSCIMENTO LIONS l Lions Club Cagliari Host assegna an- ed i professori Mario Piga e Franco Pitnualmente il premio Maschera Punica zus, che lo ebbero come primo Maestro, al personaggio sardo che con la sua affermatisi dopo come illustri primari e, opera ha fatto onore alla Sardegna a li- seguendo il suo esempio, come validi dovello nazionale e mondiale. L’11 maggio centi, hanno riferito, in felice sintesi, l’inscorso è stato premiato il nostro carissi- tensa attività scientifica svolta, le espemo amico UGO CARCASSI. Nell’aula rienze internazionali, gli altissimi riconoconsiliare del Municipio affollata di Lio- scimenti, la partecipazione a società menisti, di molti soci del nostro Club e da diche a livello mondiale e gli incarichi ditanti medici che sono stati suoi degni al- rettivi in essa coperti e, da ultimo, la sua lievi raccogliendo e sviluppando quanto passione per la storia della medicina che da lui operato e trasmesso in sessantasei lo ha spinto ad essere autore di molti libri anni di impegno accademico e scientifi- che hanno avuto grande successo. co, il nostro socio, Paola Piras, VicesindaUgo Carcassi, anch’egli commosso per co, gli ha consegnato la Maschera con commosse espressioni di ringraziamento la stima e ancor più per l’affetto sincero per un clinico illustre, che, per unanime che sentiva intorno a sé, ha ringraziato considerazione, viene ritenuto un Mae- con estrema emozione avvertendo che la memoria lo riportava indietro, ai ricordi stro di Medicina. dei tempi lontani del suo cammino. Ma, Il Dottor Piero Loriga ha introdotto la subito ha voluto precisare che «la cultura manifestazione illustrando il valore del non si ricorda. La cultura si fa» e che «con premio e ha letto poi la motivazione del la costanza, la volontà, la voglia di fare arconferimento allo studioso che, specie riva il successo». nei tre campi del favismo, della malaria e Il Club è veramente lieto che il nostro della talassemia, ha contribuito in modo determinante ad accrescere il prestigio amico Ugo, il più anziano per età ma, non della Sardegna creandovi un centro di ri- sembri un paradosso, tra i più giovani per cerca internazionale. Il Prof. Guido Alber- vivacità di spirito, abbia, una volta ancoti, Presidente del Club ha, a sua volta, ra, ricevuto un prestigioso riconoscimenesposto la natura e le finalità del premio to dei suoi meriti. I giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 17 Una data da ricordare La “Questione femminile”, oggi Maria Corona 8 marzo si è celebrata la giornata della donna. Occorre distinguere la vera Storia dalla leggenda. Sotto l’egida dell’ONU in molti paesi è diventato una festa nazionale, in altre realtà, ciò avviene in tono minore, ma le donne di molti continenti, spesso divise da frontiere nazionali, e da differenze etniche, linguistiche, culturali, economiche e politiche si riuniscono per ricordare un secolo di lotte per l’eguaglianza, la pace e lo sviluppo. La data è l’evento sono un falso storico. Come ha scritto Repubblica il 6 marzo 1987 nella cronaca, sollevando per prima il problema, due storiche femministe Tilde Campomazza e Marisa Ombra non hanno trovato traccia nelle cronache e nei documenti dell’epoca del famigerato incendio. Neppure corrisponde al vero che la data sia sta scelta da Clara Zetkin nella Seconda conferenza internazionale socialista del 1910. Altrove si è parlato del 25 marzo del 1911. Ma a noi non interessa risolvere il giallo, l’8 marzo è il simbolo di un secolo di lotte al femminile. Che senso ha parlare oggi della “questione femminile”. Non occorre elencare le grandi donne a livello nazionale e internazionale che ricoprono ruoli in dicasteri importantissimi, dalla ministra Fornero, alla Severino, alla Cancellieri, ma anche la presidente di Confindustria, la segretaria generale della CGL, la presidente del Fondo Monetario Internazionale Cristine Lagarde, Angela Merk, Hilary Clinton ecc. ecc. Donne che sono emerse esclusivamente in base al merito personale. Sembrerebbe che la lunga strada verso la parità sia stata ultimata, ma, non si deve guardare solo in alto. Il risultato e il privilegio di poche non L’ deve farci dimenticare la condizione di tante altre, perché i giornali di questi giorni sono pieni di dati sull’occupazione femminile in Europa, da cui risulta che non ostante la diffusione della crisi in tutto il continente, la situazione italiana è molto al di sotto della media europea e per quanto attiene alla Sardegna, nell’Iglesiente nella notevole disoccupazione della popolazione 18 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 giovanile, di gran lunga la più estesa è quella che riguarda le donne. Quindi ha un senso, eccome, parlare ancora oggi della “questione femminile”, perché ci sono tanti problemi irrisolti, ma, intendiamoci bene il lavoro non è che uno dei tanti. Come sempre occorre ripercorrere la Storia di un fenomeno per comprenderlo a fondo: quella recente e quella antica. Vista la vastità del tema mi limiterò a suggerire qualche spunto di riflessione adoperando delle categorie interpretative che sono necessarie per porre un po’ d’ordine in questo mare magnum. L’ingresso delle donne nella politica italiana risale alla Costituente, e alle successive elezioni del 1948 che segnarono l’estensione del suffragio alle donne. Gli esponenti delle maggiori forze politiche a cominciare da De Gasperi avevano molte perplessità, sul voto femminile! Perché queste reticenze se non vere e proprie ostilità? Le origini della misoginia occidentale sono assai remote, bisogna risalire ad Adamo ed Eva, al modo Biblico Vetero-testamentario, perché da allora inizia le soggezione femminile nei confronti dell’uomo. La differenza tra il I e il II capitolo della Genesi (Genesi I, 26-29; II 7-24; III 15-16) dove la contestualità della creazione e la pari dignità, del primo viene completamente ribaltata a vantaggio dell’uomo nel secondo, per non parlare della tentazione e della caduta di Eva (III) con le sue disastrose conseguenze, per tutta l’umanità, sancirono l’inferiorità femminile per millenni. Le citazioni di Gesù Cristo, in tutti i Sinottici confermano la validità del I capitolo: «Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò». La profonda rivoluzione operata da Gesù Cristo, non ha bisogno di molte parole (Giovanni è l’evangelista più sensibile su questo problema, vedi l’episodio della Samaritana e quello dell’adultera). Il Regresso di San Paolo è stato spaventoso e totalizzante [I ai Corinzi, 11. 1-6.; Colossesi 3.18-25: «mogli siate sottomesse ai vostri mariti»; Efesini 5. 22-24 «Le mogli siano sottomesse ai propri mariti come al Signore, poiché il marito è il capo della moglie, come Cristo è il capo Albrecht Dürer, Adamo ed Eva della Chiesa. ... Ora come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli debbono sottomettersi in ogni cosa ai propri mariti»] ha impiegato secoli ad essere superato, quasi due millenni. Infatti è del 1993 la Mulieris dignitatem sulla Dignità della donna, con il papa Giovani Paolo II che crede nel genio femminile e ad esso affida l’umanità. Ma quanti sono i sacerdoti che hanno recepito la lezione papale? Ben pochi. Si potrebbe pensare che l’attuale pontefice, il Papa teologo, abbia altre priorità, ma nel commentare San Girolomo, il grande biblista traduttore della Vulgata, parlando del problema pedagogico e della responsabilità dei genitori afferma il dovere alla promozione della donna a cui riconosce «il diritto a una formazione completa: umana, scolastica, religiosa, e professionale [...] condizione di ogni progresso, di ogni pace, di ogni conciliazione e di ogni esclusione della violenza». Siamo nel 2011. Le due grandi tradizioni culturali dunque, di cui siamo eredi la giudaico-cristiana e la classica greco-romana convergono nei secoli per conculcare i diritti delle donne. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari Donne nell’antica Grecia Nella democratica Atene esistevano 4 tipi di donne. Il pensiero politico cerca di razionalizzare questa situazione con Aristotele e la sua teoria della gerarchia delle intelligenze, che è stata accettata sino al razionalismo del 1600 quando si ci rifiuta di aderire a qualunque affermazione che non sia verificabile dalla ragione. Anche nel mondo romano la feroce satira di Giovenale dimostra una misoginia diffusa, e se si trova affermata la dignità della matrona, è inconcepibile una domina senza figli, e ancora le leggi Iulia et Papia, siamo al tempo di Augusto, stabilivano che la donna poteva essere libera dalla tutela se madre di tre figli, e di quattro se liberta. Ma si può obbiettare altre culture rivelano una diversa posizione della donna in Oriente, in Egitto, le donne hanno gestito il potere. Ormai studi approfonditi hanno rivelato l’inconsistenza delle ipotesi sul matriarcato: è esistito nel mito e nelle leggende, ma quello che noi chiamiamo matriarcato, o ginecocrazia, in alcune tribù dell’Africa o tra gli aborigeni australiani, come hanno dimostrato gli antropologi, altro non è che la trasmissione matrilineare del nome e di alcune proprietà, ma il potere, alcune prerogative religiose sono sempre esercitate da un uomo sia pure nelle vesti di zio o di fratello della donna. Il problema del potere femminile specialmente del potere politico, è stato ed è ancora irrisolto perché, 19 spesso è stato mistificato; più facile la conquista del potere familiare e di quello economico. Soltanto nell’età moderna con la consapevolezza e l’elaborazione dei diritti umani, dei diritti naturali, con il razionalismo e il giusnaturalismo troviamo la affermazione che l’uomo e la donna hanno la stessa natura umana, sono sostanzialmente uguali e quindi la donna adeguatamente educata è in grado di fare tutto quello che fa l’uomo. Così ci insegna nel milleseicento Poullain de La Barre, ponendo le radici del femminismo moderno. Dopo la categoria del Genere (in tutte le discipline, storiche geografiche politiche sociologiche anche teologiche) l’Emancipazione (movimento riformista, che vuole modificare la realtà attraverso conquiste graduali e parziali, per cui l’istruzione è lo strumento per la sua fondamentale conquista che è la parità) e la Liberazione (movimento essenzialmente rivoluzionario che vuole mutare una realtà che è stata costruita dall’uomo e per l’uomo e propone un nuovo umanesimo al femminile, donde in sostanza la parità non interessa alle liberazioniste che reputano la donna diversa anche se non inferiore) costituiscono le due categorie interpretative dei principali filoni del pensiero femminista: spiegano la realtà di un fenomeno che ha dilaniato il neo femminismo contemporaneo fino agli ultimi due decenni del ’900. La teoria della differenza, rivela tutta la sua pericolosità specialmente dove differenza significa ancora inferiorità. In Occidente le pari opportunità di oggi sono il risultato del lento cam- 20 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 mino verso la parità che è durato più di tre secoli, con le sue conquiste graduali e parziali. Molto c’è ancora da fare; basti riflettere sulla nuova legge sulle quote rosa dei consigli di amministrazione, che impone 1/3 di presenza femminile. Moltissime aziende, tra cui le banche, cercano di rinnovare i propri consigli di amministrazione, subito, per evitare per un lungo lasso di tempo di applicare la legge che entrerà in vigore dal prossimo agosto. Si pensa di ridurre il numero dei componenti dei Consigli per diminuire l’ingresso di molte facce nuove; ma la scoperta più interessante è che manca il decreto attuativo per le aziende pubbliche. Come è evidente grandi ostacoli si frappongono per le pari opportunità anche in campo economico. Che il problema sussista e che abbia attirato l’attenzione del legislatore è provato dall’art. 51 della Costituzione dove, con legge del 30 maggio 2003 n. 1, è stata fatta una integrazione. «A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini». Le due massime istituzioni lo Stato e la Chiesa sono arrivate al terzo millennio per prendere atto del problema e adeguarsi alla realtà. Un accenno alla profonda diversità tra l’Occidente e il mondo islamico; il ruolo della religione è imprescindibile, e non sono soltanto gli integralisti islamici e i talebani a destare le nostre preoccupazioni. Schirin Ebadi Nobel per la pace, vale ancora la metà di qualsiasi uomo iraniano, per la composizione penale o civile. Tanti esempi si potrebbero fare di palesi violazioni dei diritti umani, quasi tutti riguardanti le donne: il caso di Saffila l’adultera che ha rischiato la lapida- zione, come l’adultera del Vangelo. L’infibulazione tanto diffusa in Africa e le mutilazioni dei genitali. Ecco perché è stato determinante l’affermarsi dei diritti della persona, del singolo nei confronti della famiglia o delle tradizioni tribali! Tutti seguiamo con interesse e siamo coinvolti negli aiuti benemeriti ai paesi più poveri, ma quanta consapevolezza abbiamo delle assurde torture e discriminazioni a cui sono ancora sottoposte le donne in nome di una affermata, talvolta anche in buona fede, identità. Proprio in questi giorni è venuto alla ribalta il caso del Nobel per la pace Aun San Suu Kyi la leader della Birmania che ha lottato contro il regime militare del suo paese, pagando con il carcere la sua fede nella libertà e democrazia. Ecco quindi che la “questione femminile” si intreccia con il problema della libertà e della pace, oltre che della democrazia. Il mio cauto ottimismo in proposito, scaturisce da Internet, la comunicazione globale non può più essere controllata neanche dal più occhiuto e repressivo regime politico. E la fiducia è motivata dall’inevitabile trionfo della parità nella democrazia. Concludendo direi che: non ci può essere vera democrazia senza eguaglianza, ci può essere eguaglianza senza democrazia, su questo non vi è dubbio, anche se nelle società chiuse, come ci ha dimostrato il secolo breve appena trascorso, sono inevitabili le discriminazioni e la strada verso la democrazia è ineludibile, proprio perché risponde a questo diritto naturale fondamentale, come ci ha insegnato Alexis de Tocqueville. Mi riferisco, all’uguaglianza sostanziale, nei diritti e nelle opportunità. ■ PAOLO e FRANCESCA: No, non è un richiamo ai due sventurati travolti da amore e passione cantati da Dante; se si vuole restare nel campo della Commedia, si deve lasciare l’aura nera che tormenta gli spiriti menandoli “di qua, di là, di giù, di su” e giungere alla luce radiosa dell’Empireo per bearsi del sacro volo degli angeli dal volto di fiamma viva, le ali d’oro, la figura bianca come la neve. Proprio di angeli in terra dobbiamo dire: Paolo RITOSSA junior ha, dal 30 maggio, una sorellina, FRANCESCA, che unirà i suoi strilli alla voce argentina di lui. Ai bambini, ai genitori, Andrea e Camilla, ai nonni, Paolo e Nella, nostri carissimi amici, tanti affettuosi auguri. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 21 Una vita per i deboli Incontro con suor Anna Giovanni Sanjust er i rotariani è diventata la meta di un appuntamento imprescindibile, un momento di serenità in mezzo ai bambini e ai ragazzi sottratti a famiglie disastrate e crudeli nei loro confronti, ma per suor Anna Cogoni, da 44 anni suora della Congregazione delle Figlie della Carità, è la missione di una vita interamente dedicata ad aiutare i deboli e gli indifesi, e a combattere gli egoismi della nostra Società: l’Oasi di Terra Mala (Centro di accoglienza Terra Mala), che ospita stabilmente 16 minori a rischio (8 bambini e 8 adolescenti). Molti rotariani ricordano con commozione il giorno in cui, in loro presenza, arrivò un bambino di sei mesi abbandonato dalla madre. Ora Francesco ha compiuto nove mesi ed è diventato la mascotte della casa. P Suor Anna Cogoni è nata ad Arizzo ed appartiene a una famiglia di 13 figli, otto dei quali viventi. «Sono fiera delle mie origini barbaricine» – dice con orgoglio – ed è entrata a far parte della Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a venti anni. I primi anni di insegnamento a Olbia e a Sassari, poi a Cagliari al “Carlo Felice” per dedicarsi al recupero dei ragazzini che non andavano a scuola e venivano sfruttati nel lavoro nero. Questa suora, un turbine sempre in movimento, ha la rara capacità di accorgersi prima degli altri di quali saranno i bisogni emergenti nei piani bassi della nostra società. Negli anni ’89-90, Madre Superiora all’asilo San Giuseppe, crea un Centro di accoglienza diurna per ospitare 40 minori di famiglie a 22 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 rischio che avevano interrotto gli studi dopo la licenza media per insegnare loro il mestiere di operatore informatico. Superfluo aggiungere che in tutte le attività i singoli compiti sono esercitati da educatori e psicologi. Nel 1989 istituisce a Cagliari il Centro di accoglienza San Vincenzo per ospitare in alcuni appartamenti donne maltrattate con bambini. Le donne venivano reclutate in gran parte dal marciapiede. Suor Anna, con padre Sergio Visca ed alcuni volontari, faceva una sorta di ronda notturna. Non era facile avvicinarle, data l’occhiuta vigilanza dei “protettori”. Ci riusciva la suora consegnando loro un’immaginetta, che nascondeva però un numero telefonico. La prima ad appro- fittare di questa possibilità è stata una donna letteralmente scappata dal recinto portuale per sfuggire a coloro che volevano farla abortire. Infine, da tredici anni, Terra Mala. Un vasto appezzamento di terreno incolto trasformato in giardino, una casa dove sotto la guida di padre Giovanni succeduto al co-fondatore padre Sergio, di due coniugi che hanno scelto di vivere questa esperienza, di psicologi ed educatori, trascorrono serenamente la loro vita imparando un mestiere (giardinaggio, disinfestazione, informatica) otto bambini e otto adolescenti. Tanti ragazzi, trovando un lavoro, si sono già inseriti pienamente nella Società. «Quel che ci siamo sempre proposti – sottolinea suor Anna – è restituire a ciascuno la propria dignità, affrontando innanzitutto le nuove povertà». E proprio a questo scopo suor Anna, precorrendo istituzioni, sindacati e imprenditori, ha realizzato nei giorni scorsi in città la prima casa per mariti divorziati o separati. È nota a tutti la loro situazione: costretti a lasciar la casa, a versare con il loro misero stipendio gli alimenti alla moglie e a garantire il necessario per l’educazione dei figli, non hanno neppure i soldi per affittare una stanza dove dormire. Per sé non ha mai chiesto niente. Citando Manzoni afferma: «è la Provvidenza che guida la Storia». ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 23 Nel quartiere di San Benedetto Il Rotary e il Buon Pastore Paolo Ritossa l mio quartiere è sempre stato quello di San Benedetto: vi ho abitato sin dalla mia prima infanzia, vi sono cresciuto e, ancora oggi, sento di essere profondamente legato a quella parte della città compresa tra piazza San Benedetto, via Paoli, via Dante, piazza Garibaldi. Percorrerne le strade mi riporta alla mente ed al cuore sereni ricordi,trovo ancora i miei riferimenti, mi fa sentire a casa, sicuro. Abitavo in via Tola, allora neanche pavimentata, ove affiorava un’argilla rossastra. Via Pitzolo era assolutamente priva di autovetture e costituiva un ottimo campo per disputare diuturne partite di calcio, spesso utilizzando un’approssimativa bocc’e zappulu. Via Paoli era la via dello shopping, o meglio delle botteghe. Latte, vino, olio erano venduti esclusivamente sfusi e, quindi, bisognava portare il relativo recipiente. Altri riferimenti erano gli alimentari di signora Maria dove potevi comprare di tutto, da un etto di estratto per il sugo (sa bagna) al blocchetto di cotognata Zuegg per la merenda. Indimenticabile il negozio di dolciumi di signor Federighi che, per Carnevale, preparava una frittura araba di chilometrica lunghezza. Ma il quadro più vivace era offerto dal mercatino di piazza Galilei, un confuso e intricato susseguirsi di folcloristiche bancarelle. La chiesa di riferimento per gli abitanti era, almeno nei miei ricordi, esclusivamente quella di San Benedetto, all’angolo tra l’omonima strada e via Verdi. Infatti lo spazio ove ora sorge la chiesa di Santa Lucia era un vasto mandorleto, sede di lunghe battaglie con lanci di pietre (batterie a perda) tra i ragazzi de Su Baroni e quelli della via Dante. I La chiesa di San Benedetto era un forte punto di aggregazione per i giovani del quartiere: aveva una piccola sala per i giochi e bravi sacerdoti, impareggiabili organizzatori di attività sportive e religiose. Io vi feci la Prima Comunione nel 1947, rigorosamente vestito di bianco, sandaletti freschi di biacca, fascia al braccio e libretto con copertina madreperlata. Per l’occasione ebbi in regalo il mio primo orologio. Era, mi ricordo ancora, un Lanco. 24 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Quel giorno la piccola chiesa (forse 200 metri quadrati) era per me come una grande Cattedrale. A parte queste mie considerazioni personali, la chiesa ha una lunga e interessante storia. Venne fondata nel 1643 e lo Spano, nella sua guida di Cagliari, così la descrive: «In fondo ad un piazzale ornato d’alberi si trova la chiesa di San Benedetto, il Noviziato dei Cappuccini, la di cui facciata sebbene sia modesta come conviene al loro instituto pure ha l’aspetto di una muraglia araba coi merli sopra. Nell’arco del portone vi sono due putti dormienti in marmo di buona scultura». Lo Spano propone un’accurata descrizione degli interni, cappelle, presbiterio e sacrestia, sottolineando, come ancora si può parzialmente riscontrare, la diffusa presenza alle pareti di quadri di ottima scuola «dipinti così belli che si scambierebbero facilmente con quelli del Guercino e del Caracci». Ora, a noi tutti, la chiesa è forse più nota perché ad essa fa capo l’Opera del Buon Pastore. Per definirla niente vale di più di quanto scrisse nel 1927 l’Avv. Venturino Castaldi nella sua pubblicazione Io parlo al Cuore. «Un’opera provvidenziale, il cui spirito e la cui vita possono essere penetrati solo da chi sa che la Fede può tutto e che il Padre nostro che è nei Cieli, come provvede l’abito fastoso ai gigli del campo ed il grano agli uccelli dell’aria, non si dimentica neppure del più povero dei suoi figli». Il 24 giugno del 1923, un santo sacerdote, don Virgilio Angioni, dopo aver lasciato nella parrocchia di San Giacomo, nelle buone mani di altri sacerdoti, un centinaio di bambine abbandonate, si trasferì nei locali adiacenti alla chiesa adibiti a stalle per i cavalli de Is carrottoneris de s’aliga all’interno de su campu de Lobina. Da quel luogo, da quei locali abbandonati, don Angioni ricominciò la sua continua opera di raccolta, per le strade della città, di tutte quelle piccole creature abbandonate, miseramente coperte, affamate, malate, che chiedevano fino a tarda notte l’elemosina per diventare spesso facile preda della corruzione. Nell’agosto dello stesso anno, dopo solo due mesi, le bambine erano diventate 54. Come si provvedeva al sostentamento di tante persone bisognose di aiuto? Solo con l’aiuto della Divina Provvidenza, che interveniva nelle forme più disparate. Il signor Lobina garantiva un litro di latte al giorno, una cooperativa due chili di pane e i macellai un chilo di carne alla settimana; c’era chi forniva ceste di legna e i mercatini si consorziavano per cibi di ogni genere. Il signor Manunza, il miglior parrucchiere di Cagliari, prestava gratis la sua opera e altrettanto erano felici di fare diversi medici. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari Un comitato di pie donne si industriava per trovare tutto il necessario per le bambine e ben presto arrivarono dai paesi dell’interno alcune ragazze desiderose di esprimere il loro spirito di servizio nell’aiuto ai più poveri. L’Opera mancava di tutto e ci si ingegnava nel trasformare cassette di legno in tavoli e sedie, e vecchie ceste in piccoli lettini. Quando il pane scarseggiava ci si riuniva in preghiera e, puntualmente, la Divina Provvidenza interveniva. Monsignor Piovella, un indimenticato arcivescovo di Cagliari, condivise con cristiano entusiasmo l’iniziativa che, ben presto, diventando ente morale, assunse la configurazione di una buona stabilità. Non soddisfatto, don Angioni cominciò a girare in calesse, dapprima nell’hinterland cagliaritano, e quindi in tutta la Sardegna, fondando, ove se ne ravvisasse il bisogno, piccoli nuclei della sua opera. Intanto le giovani volontarie erano diventate suore inquadrate nell’ordine delle Figlie di Maria Santissima, Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore, ma alcuni cagliaritani ricordano come fossero generalmente riconosciute come Is mongias de su Bon Pastori. Don Angioni morì nel settembre del 1947 dopo una vita dedicata alla carità, una carità infinita, con un impegno totale tanto da assorbire fino all’ultimo giorno di vita ogni sua risorsa. Dopo la sua morte fu monsignor Botto, altro indimenticabile arcivescovo di Cagliari, a prendersi cura della sorte dell’Opera del Buon Pastore dandole stabilità amministrativa e più consoni riconoscimenti ecclesiastici. La chiesa di San Benedetto diventò la Casa Madre delle Suore Figlie di Maria Santissima, Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore. 25 Sono passati da allora tanti anni, anni pieni di incertezze e di sacrifici ma anche continuamente costellati da episodi di amore per il prossimo ed esempi elevatissimi di carità. Sono passati tanti anni ma Is mongias de su Bon Pastori sono ancora là, in via San Benedetto, impegnate nell’aiutare i più bisognosi. Preparano un centinaio di pasti al giorno, distribuiscono settimanalmente generi alimentari per le famiglie bisognose, raccolgono e consegnano a chi ne fa richiesta indumenti usati e, soprattutto, continuano a confidare nella Divina Provvidenza. Come voi sapete, è intenzione del nuovo Presidente del Club, di voler improntare alla Carità il tema di fondo del suo anno. Credo che niente ci possa essere di più nobile e opportuno, tenuto conto degli scopi del nostro Club, della fase di crisi economica che moltiplica ogni giorno il numero dei bisognosi, dei sentimenti di profonda solidarietà che devono albergare nel cuore di ogni buona persona. 26 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Mi rendo conto di aver sinora scritto un lungo prologo ad una piccola e breve proposta. Confido, pertanto, nella clemenza delle forbici di Lucio. Il nostro Club è già impegnato in opere di carità, seguiamo costantemente l’Oasi di San Vincenzo e molti di noi sono singolarmente impegnati in proprie iniziative benefiche. Sono peraltro certo che si possa fare di più, ma ciò che voglio proporvi è una forma di carità a costo zero. Data l’età media del nostro Club, capita, purtroppo sempre più spesso, di pubblicare un necrologio sui giornali, spesso ad un costo abbastanza elevato. Se invece portassimo una nostra offerta alle suore del Buon Pastore, un offerta di qualsiasi entità, madre Maria Luisa scriverà, con semplici parole, alle famiglie del defunto, di aver ricevuto da parte nostra una generosa offerta per le opere di carità della Chiesa, ricordando nelle loro preghiere l’anima della persona scomparsa. Non sempre ciò sarà possibile, poiché esistono rapporti che pretendono una certa ufficialità, ma, se ci proponessimo di voler rinunciare alla piccola componente di vanità personale che spesso fa parte del messaggio a favore della più nobile destinazione dei nostri soldi, non dovremmo avere alcun dubbio. Sperando di non avere urtato la suscettibilità di qualcuno e di non avervi troppo annoiato, desidero chiudere con una nota spensierata. Mi si addebita una certa informalità nel vestire (forse, lo riconosco, qualche volta ho ecceduto) ma spesso, dopo una faticosa giornata di lavoro, non ho il tempo o la propensione a cambiarmi e quindi vengo come sono, che è sempre molto meglio di non venire per niente. Una delle prime volte che mi recai nei locali di via San Benedetto per fare beneficenza, non trovando nessuno nell’atrio, mi inoltrai fino a trovarmi dinanzi una Suora che guardandomi severamente (dato il mio abbigliamento casual) mi disse con tono autoritario «Ti avevo detto di aspettare, torna più tardi!» Noi, per quanto sarà possibile, proviamo a non tardare nel farci tramite di un’insperata Provvidenza. ■ SITO INTERNET DEL CLUB: www.rotarycagliari.org E-mail del club: [email protected] giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 27 Un diversivo pericoloso L’esperienza femminile della droga Maria Pia Lai Guaita i può affermare che la prima finalità della ricerca è il dare risposte alle domande che l’hanno motivata. Non così sino ad ora, a quella che fa riferimento alla macroscopica differenza tra la partecipazione maschile e femminile alla esperienza di droghe. Sino a questo momento e con riferimento a sostanze come cannabis, eroina, cocaina ecc. Una precisazione necessaria perché sembra attraverso le indagini più recenti, che la situazione sia diversa allorché si parla delle droghe alcol e tabacco. Escludendo queste due ultime, lo studio dei dati raccolti per esempio dal ministero dell’Interno e l’osservazione della realtà delle carceri, tale differenziazione numerica è subito obiettivamente evidente e non contestabile, senza una accettabile razionale spiegazione. Un esempio della realtà carceraria del 31 dicembre 2010 in Sardegna: su 849 uomini tossicodipendenti ospiti nelle realtà carceraria solo ventidue erano donne (Maria Pia Lai Guaita, Le donne e la droga, 2012). Una disparità numerica che si riscontra anche nella realtà comunitaria, per esempio in quella di “Mondo X” diretta da padre Salvatore Morittu. Nel 2010 su trentadue ingressi ventinove erano maschi e tre femmine. Nel momento attuale a Buoncammino, Casa Circondariale di Cagliari, su duecento maschi tossicodipendenti, le donne sono quattro. In questo fenomeno oceanico che ha trasformato abitudini, seminato morte, distrutto dinamiche familiari, come mai è stata soprattutto la parte maschile della società ad essere stravolta e non quella femminile o per lo meno non con la stessa entità? Il ricorrere a fattori genetici è, a nostro parere, semplicistico in quanto non dimostrato e difficilmente dimostrabile. Si può invece certamente dire che l’insieme delle droghe precedentemente citate, ha co- S 28 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 lorato e caratterizzato, seppure con periodicità diversa, la storia del loro uso, e non ha coinvolto e travolto nel tempo e nella stessa maniera, l’attenzione femminile. Oggi si assiste a un qualcosa di diverso che colpisce e sul quale occorre riflettere: la vicinanza delle giovani donne alla droga alcol nelle sue varie espressioni. Le cronache relative alla assunzione di questa sostanza mostrano il suo uso anche da parte dei giovanissimi con un gradimento privo della percezione del pericolo. Una percezione collegabile alla sua presenza casalinga senza preminenti idee di cautela verso il suo potenziale coinvolgimento. Oltre l’uso dei giovanissimi colpisce il coinvolgimento della parte femminile della società, ben diverso da quello che si è potuto osservare nel passato: esperienza “sotterranea”, nascosta, all’interno delle mura domestiche. Nell’intimità delle situazioni familiari un bicchiere del buon vino della vigna era per la donna comportamento accettato e accettabile, e diverso da quello dell’alcolico assunto nel locale pubblico come capita ora. Oggi l’appuntamento per “bere” tra le ragazze non è episodico, ma spontaneo e momento di socializzazione e diversivo allegro. In discoteca è consuetudine delle ragazze assumere alcolici tanto da arrivare alla situazione di stordimento nel quale le tensioni si allentano, così pure le difese e ci si abbandona ai pensieri liberi senza inibizione. Stati d’animo ricercati; il raggiungerli significa in poche parole e in gergo “sbronza” che diventa elemento di orgoglio finale tra le presenti partecipanti alla serata. Esperienza alcolica diversa da quella della donna di una volta, caduta in essa, per la eccessiva solitudine, per la presenza della sostanza nell’abitazione. Diverse le donne sarde adulte che hanno raccontato l’inizio banale dell’esperienza: bere senza scopo un bicchiere di vino lontano dai pasti solo gustandolo le prime volte e poi ricercandolo per lo stato d’animo procurato e che dopo un certo numero di volte, divenuto oggetto di desiderio. Uno stato che aiutava a sopportare il peso della famiglia sulle proprie spalle, la lontananza del marito pastore, il monotono susseguirsi del giorno con la notte senza grande eventi se non quelli temuti della malattia e della morte. Stato della donna dell’altro giorno, dal quale si discosta quello delle giovani dell’oggi per le quali l’alcol è elemento di palese, palesabile e palesata socialità. Precedentemente insieme alla droga alcol abbiamo citato il tabacco per il suo uso massiccio tra le donne di tutte le età e specialmente, elemento che colpisce, tra quelle mature se non anziane. Una recente ricerca ha evidenziato una iniziazione femminile tra i venticinque e i sessanta anni e la diffusa motivazione perché “sostegno per lo stato d’ansia”. Relativamente è quest’ultima, è il fumare indicato come momento di scarico con tutto il suo rituale: prendere il pacchetto estrarre la sigaretta, sentirla tra le dita, portarla alle labbra, accenderla e aspirare profondamente la prima voluttuosa boccata. L’osservazione mostra come il numero delle donne fumatrici è sempre in aumento e tra esse appare diffuso il non volersi soffermare sui danni; quasi che la conoscenza della malattia limitasse il piacere derivante dall’esperienza. Posizione diffusa in genere tra le più anziane. ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 29 Una storia inedita Antonio Romagnino visto da vicino Ugo Carcassi on Antonio abbiamo frequentato le scuole elementari Santa Caterina situate nella parte alta del Bastione tra via Lamarmora e via del Fossario, entrata in funzione nel 1908. Antonio abitava in via Lamarmora ed era stato iscritto alla prima classe nel 1923 io, che abitavo con i miei nonni in via dei Genovesi n. 23, avevo iniziato a frequentare la scuola nel 1927. Già allora Antonio si distingueva per una certa turbolenza e per la vivace intelligenza. Costituiva per noi, ed in particolare per me ed Ugo Ferrara, un punto di riferimento. C La signora Giuseppina Solinas in Monni, nostra insegnante, bonariamente ci rimproverava dicendo «Di Romagnino dovete imitare soprattutto l’applicazione allo studio... ...». Ci eravamo persi di vista ma entrambi avevamo iniziato a frequentare il vecchio Liceo Ginnasio Dettori, situato nell’omonima piazzetta. Antonio era stato iscritto, nel 1928, ed io quattro anni più tardi (1932). Con il trasferimento di mio padre a Sassari completavo gli studi ginnasiali presso il Liceo Azuni della città Turritana. Conseguita, nel 1940, la Maturità classica mi ero iscritto a Medicina. Scuola Santa Caterina Università degli Studi di Siena Il vecchio Liceo Dettori 30 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Antonio aveva conseguito a Cagliari, nel 1938, la laurea in Lettere, si era anche iscritto alla Facoltà di Scienze Politiche, ed aveva iniziato ad insegnare quale supplente nell’Istituto Minerario di Iglesias. Ambedue ci eravamo arruolati, io a Sassari ed Antonio a Cagliari, quali volontari Universitari Carristi. La Divisione Corazzata Centauro alla quale erano stati assegnati i volontari universitari era di stanza a Siena. È in questa città che si rinnova la mia amicizia con Antonio Romagnino, tramite Cesare Bolognesi, classe 1919, anche lui volontario universitario ed iscritto al 4° anno della Facoltà di Lettere dell’Università di Padova. Ugo Carcassi Nonostante le defatiganti esercitazioni che dovevano prepararci alla guida dei carri armati e degli autocarri avevamo trovato il tempo di frequentare la biblioteca dell’Università di Siena. Per avere un po’ di tranquillità ci incontravamo spesso nella Casa dello Studente della cittadina toscana per uno spartano pasto serale e per vivaci scambi di vedute su argomenti politici e letterari. Ci accumunava l’interesse che nutrivamo per Dante Alighieri e per la sua Divina Commedia. Completata la prima fase di addestramento il gruppo dei volontari universitari aveva finito con lo scindersi in due segmenti: uno avviato ai reparti corazzati della Divisione Ariete, combattenti in Africa settentrionale, l’altro, di cui faceva parte anche Antonio, spedito a Bologna per frequentarvi la Scuola Allievi Ufficiali Carristi. Cesare Bolognesi Antonio Romagnino 1948, sposa Anna Maria Pes giugno 2012 — Rotary Club Cagliari In Libia, nonostante ci si trovasse in reparti già operanti in zone di guerra, grazie all’entusiasmo di Cesare Bolognesi, eravamo riusciti ad organizzare delle riunioni culturali durante le quali si commentava la Divina Commedia e si faceva della “critica” politica. Conservo ancora il libretto tascabile del Paradiso che Cesare mi aveva regalato. Egli perdeva la vita, il 1 dicembre del 1941, colpito alla gola da una scheggia di granata nella battaglia di Sidi Rezegh in Marmarica. Antonio era giunto in Africa, con il grado di Sottotenente, con la Divisione Centauro, rifiutando di essere assegnato alle truppe destinate ad essere dislocate in Sardegna. I Reparti italiani, dopo la Battaglia di El Alamein, erano in affannosa ritirata ed Antonio era stato fatto prigioniero ed avviato al campo di concentramento di Weingarten, nel Missouri. Durante la prigionia, di circa due anni e mezzo, aveva incontrato intellettuali di valore quali Tumiati con i quali aveva stretto amicizia. Nel suo libro Diario Americano – Prisoner of War 1943-1945, pubblicato nel 2003, cioè 58 anni dopo la sua liberazione, racconta in maniera affascinante il vissuto personale e di alcuni amici ed il travaglio intellettuale e politico che lo aveva coinvolto. Rientrato a Cagliari, con un trasporto militare, nel 1945, ricorda «la visione dal mare della città devastata dai bombardamenti, un’emozione sconvolgente, non riuscivo a trattenere le lacrime». Antonio aveva ripreso il suo insegnamento presso l’Istituto Minerario di Iglesias ed era diventavo, nel 1947, Redattore Capo della rivista Rivoluzione Liberale, fondata da Francesco Cocco Ortu Junior nel 1945. Nel 1948 diventa Professore Ordinario di Italiano e Latino presso il Liceo Dettori e sposa Anna Maria Pes di San Vittorio. Con il mio rientro a Cagliari quale Assistente Universitario della Facoltà di Medicina, nel 1949, riprendevano i miei rapporti di amicizia con Antonio. Aveva appena fondato la Sezione sarda di Italia Nostra, di cui era diventato Presidente con Aquilino Cannas Segretario. Quest’ultimo, Generale in congedo, era un convinto sostenitore di una decisa azione ambientalistica della città. Antonio imbarazzato dall’aggressività di Cannas, mi pregava spesso di sostituirlo nelle riunioni della Sezione, dicendomi «Castia chi certara cun tottus...». In questo periodo Romagnino stringe una salda amicizia con Nicola Valle che era stato suo professore al Liceo Dettori. Nel marzo del 1946 Antonio è con Valle 31 32 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Il canonico Giovanni Spano Remo Branca, Autoritratto per la prima manifestazione degli Amici del Libro, presso i locali del Palazzo Civico, concessi al Sodalizio dall’allora Sindaco Pietro Leo. Antonio sente il fascino e lo stimolo di un personaggio poliedrico quale era Nicola Valle ottimo letterato scrittore efficace ed avvincente, raffinato musicista e bravo cavallerizzo. È con un senso di sofferta delicatezza che Antonio ricorda Nicola Valle nella sua magistrale presentazione del libro del Valle Scompare un’Isola: «Aveva accettato quella sera di commemorare Filippo Figari in preparazione delle celebrazioni dei Cagliaritani Illustri che si tennero agli Amici del Libro dal 1990 e il 1991. Ma ad un certo punto il suo pensiero prese a farsi disordinato, confuso, cominciò a farfugliare, divenne incomprensibile... [...] Si ritirò è quasi senza più parola prese a rifugiarsi con la moglie e con la figlia in uno dei sedili di ferro lungo il viale che si apre poco lontano dalla sua casa, in prossimità di San Saturno. Già allo- ra, si osa pensare, lo accompagna il sonno di Heine, lo cullavano segretamente le sue stesse musiche». Antonio assume la presidenza degli Amici del Libro, nel 1984, che mantiene per 10 anni consecutivi. Memorabili restano le sue conversazioni su Radio Sardegna e preziosa fonte di riferimento i suoi numerosissimi articoli scritti per L’Unione Sarda. I suoi allievi lo ricordano ancora quale docente eccezionale del nuovo Liceo Dettori. Nei periodi caldi della contestazione era stato uno dei pochi se non l’unico professore a riuscire a svolgere regolarmente le lezioni. Quale presidente del Rotary aveva curato, in occasione della morte di Francesco Alziator, la pubblicazione del libro L’Elefante sulla Torre. Strenuo difensore di questo eminente studioso cagliaritano aveva affermato che «impallinato dagli accademici cagliaritani era stato costretto ad insegnare presso l’università di Sassari». Antonio Romagnino affrontava con cura meticolosa lo studio degli argomenti che si accingeva a trattare soprattutto quando essi riguardavano personaggi meno noti quali il sassarese scrittore e xilografo Remo Branca. Quando aveva iniziato ad occuparsi del Canonico Giovanni Spano, appreso il rapporto di parentela esistente tra la famiglia di mia moglie e l’alto prelato, per mesi, aveva valutato con estrema cura il poco materiale disponibile. Al Canonico Spano, Rettore dell’Università di Cagliari, docente ed archeologo di chiara fama, aveva dedicato una serie di memorabili conversazioni alla radio. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 33 Una testimonianza Antonio Romagnino Rafaele Corona na brevissima testimonianza di stima e di affetto. Il prof. Antonio Romagnino era Presidente del club nell’anno sociale 1985-86, quando venni eletto alla presidenza. La reputazione, il prestigio, l’autorevolezza gli consentirono, prima, di orientare la designazione e, poi, di impartirmi suggerimenti e consigli... vincolanti. «Sei stato scelto – mi disse – per la cultura (bontà sua) e per svecchiare il club». «Quanto alla cultura, Cagliari – continuò il prof. Romagnino – è una città ignorante, che vive di miti. Per tutti coloro, che a suo tempo studiarono al liceo Dettori, il prof. Liborio Azzolina era un mito. Delle sue lezioni sul Foscolo o sul Leopardi la piccola città di provincia parlava perfino al caffè Torino. Salvatore Satta, l’autore de Il giorno del giudizio, confessava di aver imparato a scrivere in italiano proprio dal prof. Azzolina. Quando egli morì, noi insegnanti del Dettori ci recammo a rendere omaggio alla salma e finalmente avemmo accesso alla sua famosa biblioteca. Le pareti erano coperte da scaffali colmi di volumi, ma i libri erano intonsi». Quanto al Rotary, per il prof. Romagnino, il club era una bellissima occasione, spesso mancata per le burocrazie, le cariatidi, i riti e le liturgie. Troppe le commissioni. Al club servono tre commissioni: i programmi, l’assiduità e l’effettivo. Le altre sono burocrazia. In ogni caso, le commissioni devono essere presiedute dai giovani, che apportano una ventata d’aria fresca. Per avvalersi dell’esperienza dei past-presidenti, al più si può inventare una commissione consultiva formata da tutti loro: commissione che si riunisce due volte all’anno. I presidenti sono primi inter pares, durano in carica un anno e, come Paganini, non si ripetono. I past-presidenti hanno dato, devono continuare a dare il loro contributo: ma mai con funzioni direttive. Le riunioni rituali, dedicate agli anniversari, alla formazione, alla stampa, ai progetti, all’azione inter- U Nel 1997 pubblicava, con la figlia Ludovica, per i tipi Della Torre, una guida di Cagliari molto documentata ed aggiornata. È con viva commozione che lo ricordo oggi memore dei tanti momenti importanti insieme vissuti. Antonio ha dato molto a Cagliari, alla scuola, agli Amici del Libro ed al Rotary. Quando il nostro Club aveva festeggiato il suo 90° compleanno gli avevo fatto gli auguri ricordando i tempi passati. Antonio mi aveva risposto, sorridendo: «Ugo non rinnego nulla di tutto quello che ho fatto». Ai familiari oggi presenti vanno le espressioni della mia affettuosa partecipazione al loro cordoglio. Certamente senza Antonio Cagliari sarebbe stata diversa. Senza la presenza di Antonio gli Amici del Libro ed il Rotary sarebbero stati differenti. Io stesso, sento, che senza l’amicizia di Antonio sarei stato diverso. ■ 34 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Antonio Romagnino (foto Max Solinas) nazionale, se proprio non possono abolirsi, devono essere inserite per cinque minuti nelle sedute ordinarie. Da questi cenni potrebbe affiorare la figura di un intellettuale ipercritico e supercilioso. Il prof. Romagnino non era così. Il prof. Romagnino sapeva ridere. Un episodio. Egli era amico di don Paolo De Magistris, il Sindaco di Cagliari, molto stimato, come lui nato e cresciuto nei pressi della via Lamarmora. Ripetutamente il Sindaco aveva rifiutato di ricevere una delegazione degli abitanti del Castello. «Conosco le doglianze: è colpa loro, sono sporcaccioni». «Sunti caddotzus». Un pomeriggio, dopo l’ennesimo rifiuto, don Paolo scendeva lento pede lungo la via Martini diretto al Municipio quando fu ripetutamente chiamato per nome: don Paolo, don Paolo! Si fermò e da qualcuno nascosto partì una pernacchia fragorosa, assordante, interminabile. Una di quelle pernacchie impietose, che risuonavano al cinema nelle interpretazioni di Totò e nelle sceneggiature di Marotta. Il commento del prof. Romagnino fu laconico ed esemplare nella sua ambivalenza: «Tutte le speranze non sono perdute». Il mio commento è che laddove, per avventura, si incontrano uomini come Antonio Romagnino, là dimorano gli dèi. ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 35 Grave perdita per la cultura Ricordo di Giovanni Lilliu Marcello Marchi ella Chiesa Parrocchiale di Barumini attorno alla salma di Giovanni Lilliu una folla profondamente commossa partecipa alla liturgia che lo affida alla Misericordia del Signore fra le cui braccia, per i suoi meriti e per la sua Fede, deve aver già trovato eterno rifugio. Le sacre parole del rito vanno intese nel loro profondo significato. Vita mutatur non tollitur recita il Prefazio a segnare come il secolo di vita terrena dell’Estinto, così ricco di glorie e successi, si è già mutato nell’esistenza eterna, felice, radiosa, premio per chi ha ben fruttato tra gli uomini i talenti che Dio gli aveva dato. Il corpo di Lilliu torna alla terra, a quella in cui era nato, in cui era cresciuto, che aveva tanto amato, alla terra a cui aveva tolto la meraviglia che racchiudeva da millenni. Riesce forse difficile alle generazioni sorte nella seconda metà del ’900, rendersi conto di quale fosse la vita, e quella di un paese rurale, nella prima metà del secolo e come fosse conseguentemente non facile emergere dedicandosi agli studi. La presenza delle sole scuole elementari nel luogo natio imponeva che si ricorresse a trovare l’istruzione in luoghi diversi, quasi sempre lontani da esso, nei quali, l’inefficienza delle reti di trasporto, con la mancanza di collegamenti diretti e, co- N munque, non rapidi, costringeva una permanenza costante durante l’intero anno scolastico. Spesso le famiglie di scarso reddito inviavano i ragazzi in Seminario, du studiaus a predi, per giovarsi di una istruzione gratuita, (salva poi la possibilità di interrompere il cammino verso il sacerdozio), altre di censo più elevato mandavano i ragazzi in collegi retti da religiosi. Così anche Giovanni Lilliu, orfano di madre a soli tre anni, affronta questi problemi non senza patirne i disagi. Dopo la seconda elementare, è mandato nel collegio salesiano di Lanusei, «per imparare – dice – l’analisi logica, il latino, il freddo e la solitudine». Ma poi tornava al paese, «caldo nella casa e nel cuore. Barumini, un universo totale». Qui, la vita segue i tempi segnati dal naturale succedersi delle varie fasi in cui si compie il ciclo della coltivazione dei campi o dell’allevamento del bestiame. Quando, in piena estate, giunge il momento del raccolto, considerato pur sempre con letizia anche nelle annate di scarso profitto, si celebra sa festa. E Lilliu ricorda spesso quella di fine luglio che si tiene a Tuili per festeggiare Sant’Antonio Abate. Oggi, con manifestazioni che in ogni epoca dell’anno coinvolgono grossi e piccoli centri, con masse che si spostano per assistervi, con megaconcerti ed in- 36 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Veduta aerea Su Nuraxi, Barumini Giovanni Lilliu all’interno di Su Nuraxi terpreti celebri o, comunque, celebrati in Italia e all’estero, mal si comprende l’interesse che poteva muovere la gente di allora, e soprattutto i giovani, per le feste paesane. E pure, servendosi di un carretto trainato da un asino, dal quale bisognava scendere per alleviare il peso e render possibile l’andare, Giovanni Lilliu ed i suoi giovani amici, a Tuili, si divertivano impegnati in su ballu tundu. La sera, allegri, sostavano a strimpellare e a cantare a “Sa Funtana”, il piccole colle, dal pozzo senza acqua, che sorgeva accanto alle case di Barumini. In quel punto era solito recarsi con i suoi coetanei da ragazzo a cercare is istrias (i barbagianni) e più tardi, nelle notti estive, a sostare sotto un cielo che, non turbato dalle scarse luci dell’abitato vicino o degli altri paesi più lontani splendeva ricco di stelle o schiariva a lugori ’e luna. Dopo il liceo, anch’esso presso i Salesiani, a Frascati, e la maturità classica con la media del 9 all’istituto romano “Tasso”, si iscrive all’università nella Facoltà di Lettere e Filosofia e nel 1938 si laurea con l’illustre paletnologo Ugo Rellini discutendo una tesi sulla religione primitiva in Sarde- gna. Racconta che «la laurea fu lodevole. Meritavo un bel regalo: desideravo un pianoforte. Ebbi in dono da mio nonno un luccicante fucile. Che è sempre rimasto luccicante e inutilizzato». Perseguendo il fortissimo impulso per gli studi archeologici, ha vinto ormai le resistenze della famiglia che, in una logica propria di una borghesia agraria di quei tempi, avrebbe preferito che non facesse su professori de perdas beccias o de teulacciu ma avesse scelto la professione di notaio o di medico. Si specializza in Archeologia ed è Assistente volontario. Il padre lo mantiene con 400 lire al mese con le quali ci viveva «...a malapena, perché Roma è città tentatrice: musei, mostre, teatri. Ero incantato e subivo molto facilmente il fascino della tentazione». Si diploma in archeologia nel 1942 con una tesi sulle stele puniche di Sulci. Concorre per una borsa di studio, la vince e l’assegnano a Vienna alla celebre Scuola di Archeologia e Paletnologia del prof. Oswald Menghin. «Ma la debolezza e la fragilità del mio fisico non ne vollero sapere. Niente Vienna. La Sardegna mi ridiede salute e affetti». giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 37 Su Nuraxi, particolare della tholos Nell’isola, dal febbraio del 1943 è chiamato ad insegnare Paletnologia come professore incaricato. Ma la guerra, con i terribili bombardamenti aerei costringe Giovanni Lilliu, ed il cognato con cui viveva, a scappare «...terrorizzati al nostro paesello. A Barumini. Ma non eravamo soli». Nella biografia che, raccontata alla scrittrice Rossana Copez e da lei raccolta, è trascritta nella prima parte del saggio L’archeologo ed i falsi bronzetti (in cui ricostruisce la vicenda delle statuine fenicio-puniche fuse nel 1800, ed in modo anche rozzo, e spacciate per antiche) Lilliu riferisce come scompaiano, o vengano accantonate, le valutazioni di superiorità reale, o così intesa, della città sulla campagna, ora che i due mondi, il cittadino e il campagnolo sono costretti a convivere. «Nel ’43 la città distrutta non aveva più la voglia e neanche la forza di schernire il paese di campagna. E sì che quella forza era antica!» Quel periodo, benché si stesse «ancora consumando il più grande eccidio della nostra storia», viene da lui ricordato con affettuoso rimpianto per il mutamento che le voci nuove apportavano al paese. Così rammenta le associazioni culturali che si creavano, il teatro, la musica, le conferenze che riempivano quei momenti di angoscia per la crudeltà della guerra ma anche di speranza e di attesa di un mondo migliore. Vi fu il ritorno a Cagliari «e il paese, così come allegramente si era svegliato, dolcemente ricadeva nel sonno». Lilliu rientra in città ed affronta, come tutti, i primi anni difficili del dopoguerra. È però diffusa e intensamente sentita una gran voglia di rinascita: Cagliari, la città che non volle morire, si apre alla nuova vita democratica; vi è una partecipazione generale al dibattito politico, talvolta con aspre contese. Giovanni Lilliu, formatosi nelle associazioni cattoliche, specie nella Fuci a Roma, scende anch’egli in campo assumendo posizioni di rilievo nella Democrazia Cristiana, sostenendo sempre, nei vari ruoli (Segretario cittadino, Consigliere Regionale, Consigliere Comunale), la necessità di una politica diretta a rompere l’isolamento della Sardegna affermandone in modo reale l’autonomia. 38 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Su Nuraxi, particolare La politica però lo delude; impegnato in una costante, appassionata attività diretta a difendere la Sardegna dalla speculazione e dal degrado, rilevava che non si era attuato quel necessario passaggio di competenze nel campo dell’ambiente e dei beni culturali dallo Stato alla Regione Autonoma, con evidenti segni negativi pur contrapponendosi «la costante resistenziale dei sardi». Tale assunto finisce per costituire l’essenza del suo pensiero politico. «La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un’isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza». La delusione e lo sconforto patiti non spengono, anzi rafforzano l’impegno sempre più vivace e polemico contro tutte le azioni che gli paiono attentare alla integrità dei tesori ambientali e culturali della Sardegna. Anche la sua straordinaria opera di archeologo appare sorretta, oltre che dal profondo, vasto, quasi geneticamente intui- tivo sapere scientifico, dall’amore illimitato per la sua, e nostra, terra e per i sardi che in essa hanno vissuto e vivono così da ritrovare e riproporre una loro identità e far conoscere al mondo un mirabile patrimonio storico. Si instaura da allora un rapporto assai lungo con L’Università di Cagliari, alla quale egli dà grande lustro insegnando a generazioni di studenti molti dei quali lo seguono nei suoi studi e nelle attività di archeologo in cui è costantemente impegnato diventando anch’essi appassionati cultori e, a loro volta, autori di scoperte di altissimo valore. Preme porre in massima evidenza che Lilliu è stato un grande Maestro; non si è chiuso in una inaccessibile isola del suo sapere quasi per un timore, irragionevole, ma, purtroppo sentito da taluno, di essere defraudato di quanto appreso e studiato, ma ne ha reso partecipi tutti quelli a cui ha insegnato e gli altri specialisti della materia. Non solo, ma ha comunicato l’esito delle sue ricerche e dei suoi studi anche ad una maggiore schiera di appassionati di archeologia che hanno potuto prenderne conoscenza dai tanti pregevoli testi in cui li g i u g n o 20 1 2 — R otar y Clu b Cagli ar i 39 Su Nuraxi, veduta aerea ha esposti, e soprattutto, ad un vastissimo pubblico con innumerevoli articoli su giornali ed altri mezzi di informazione in cui, con rigore scientifico e con linguaggio facilmente comprensibile anche dai profani, il che è un pregio che possono vantare solo i migliori ingegni, riferiva via, via quanto andava accertando. Deve altrettanto dirsi che è stato un grande giornalista: i suoi scritti, oltre che in pubblicazioni scientifiche italiane ed internazionali, compaiono su riviste e quotidiani, specie quelli editi e diffusi in Sardegna, riuscendo sempre, come si è detto, a conquistare l’interesse del lettore, talora con una felice sovrapposizione della realtà storica a quella attuale così da renderla più facilmente comprensibile. Nell’Ateneo cagliaritano insegna Paletnologia, poi Storia delle Religioni, Geografia, Antichità Sarde fino al 1984 quando va fuori ruolo. Per quasi 20 anni è Preside della Facoltà di Lettere e ricopre numerose cariche accademiche; porta all’Università un grandissimo contributo come illustre archeologo e l’arricchisce di notevole fama. L’amico Pasquale Mistretta, docente e per tanti anni Magnifico Rettore, durante il rito funebre, ha letto i testi biblici della liturgia a significare, anche con questa manifesta partecipazione, lo strettissimo vincolo tra lo studioso e l’Università cagliaritana che ha avuto l’onore di averlo tra i suoi Maestri. Subito dopo la laurea Lilliu comincia il suo glorioso cammino nelle ricerche e negli studi esplorando per primi proprio i siti archeologici o storici di Barumini. Andava spesso alla collina sa funtana a «quella collina, dolce e tondeggiante come una mammella di femmina» su cui aveva sostato, in tante notti serene, nell’allegra compagnia degli amici. Il luogo era avvolto nel mistero e alimentava tante fantasticherie: accesso ad un corridoio sotterraneo che giungeva sino al Castello di Las Plassas; rifugio della musca macedda, insetto che avrebbe potuto fuoriuscirne, diventando enorme e distruggendo ogni cosa. Ovviamente l’archeologo non era sfiorato da queste leggende e già nel 1938 descrive il grosso cumulo di terra stratificatasi nei 40 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 millenni da cui spuntano per un breve tratto la parte superiore della costruzione e tre o quattro filari appena emergenti dalle rovine. Con la conoscenza diretta delle diverse colture agricole, aveva notato che su quel terreno si seminava orzo e non grano, segno di un minore spessore del suolo fertile per la supposta presenza di pietre sottostanti e, quindi, di eventuali costruzioni. Iniziò un primo scavo nell’estate del 1940 che confermò le sue previsioni. Sulla singolarità del destino che faceva ritrovare quel monumento ad uno studioso nato nello stesso luogo in cui tremila cinquecento anni prima era iniziata la sua costruzione, è lo stesso Lilliu ad esprimere con affascinanti, commoventi parole quale emozione susciti nel suo spirito. «Che nelle cose della storia sia presente, qualche volta, un filo rosso di continuità è possibile. Non di rado in me, quando penso a quel nuraghe del mio villaggio, dei miei morti vicini e lontani, sorge un quid sentimentale in cui si mescolano metastoria e scienza, fattura e ragione, destino e scelta, sorte e determinazione». Gli scavi, eseguiti prima a spese del proprietario del terreno, signor Oreste Sanna, sotto il controllo di Lilliu, proseguirono, sotto la sua direzione, con un finanziamento regionale, dal 1951 alla fine del 1956 e portarono alla scoperta di un vasto insediamento urbano dal tessuto esclusivo ed originale: un intero villaggio nuragico sorto intorno ad un nuraghe dalla struttura e forma insolite e complesse. La scrupolosa ricerca stratigrafica, l’esame dei reperti, lo studio accurato delle costruzioni, consentì di inserire il monumento in un periodo storico di oltre mille anni con varie fasi che potevano essere ben individuate e distinte ma, soprattutto, con i risultati di altre ricerche condotte dallo stesso Lilliu e da altri archeologi a ricostruire la storia, l’identità di un intero popolo. Non è questa la sede, né chi scrive ha il necessario corredo culturale, per illustrare in modo specifico l’importanza degli studi di Lilliu, specie della scoperta della Barumini nuragica, determinanti per ridonare un passato a noi Sardi, in una nuova visio- ne dei rapporti tra le antiche civiltà del Mediterraneo. Altri, studiosi italiani e stranieri, in tante diverse sedi, hanno considerato la sua opera di archeologo e le teorie che ha espresso, concordi in lusinghiero unanime apprezzamento e hanno posto in risalto tutti i suoi meriti, che gli sono stati riconosciuti anche con prestigiosi riconoscimenti, primo fra gli altri per l’altissimo livello, il seggio di socio dell’Accademia dei Lincei nel 1990. Nel 2007 la Regione Sarda gli conferisce il premio Sardus Pater; in tale occasione, ringraziando per l’onorificenza, dice: «Penso che tale onore mi sia stato dato perché io ho servito la mia terra, la nostra terra, costruendone puntigliosamente sempre nuove identità. Ho cercato di individuare la sua cultura e la sua gente nel segno delle antiche suggestioni e nel solco della sua lunga tradizione resistenziale». In questa breve nota si è cercato, anche attingendo a quanto espressamente manifestato in tante occasioni da Giovanni Lilliu, di esporre, nella sintesi imposta dallo spazio, insieme alla sua figura di insigne Maestro, il suo aspetto umano in quel legame strettissimo che lo avvinceva alla terra che lo aveva visto nascere e che il destino, o meglio, la Provvidenza, gli offriva perché con la sua scienza, ma anche con un congenito intuito, ne scoprisse il tesoro che celava. Giovanni Lilliu è stato socio per anni del nostro Club, poi, non consentendogli i molteplici impegni la frequenza, lo aveva lasciato; l’ideale del servire animava il suo spirito per cui questo valore fondamentale del Rotary era già in lui e fu sempre perseguito in tutta la sua lunga operosa vita spesa con la sua scienza ed il suo appassionato amore per la Sardegna, proprio come un buon padre. Ricordando il Grande Scomparso, siamo lieti che una sua figlia, Caterina, sia socio del Club partecipando, con premura e simpatia, alle sue attività, contribuendo anche a mantenere e ravvivare l’interesse per l’archeologia, scienza in cui è esperta per gli studi compiuti e per... eredità genetica. ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 41 Ricordi di epoche diverse Il Gotico a Cagliari Michele Pintus otico è il termine utilizzato con senso fortemente spregiativo dagli umanisti italiani del XV secolo nei confronti di una realtà contemporanea in contrasto con la cultura idealizzata dell’epoca classica; solo dopo le analisi critiche che iniziano nel XVIII secolo il termine ritrova l’uso corretto per definire la civiltà del tardo medioevo e la sua rivoluzione architettonica. L’arco acuto viene rivalutato e utilizzato come struttura portante molto più efficiente dell’arco a tutto sesto dell’architettura classica e diventa, a buona ragione, l’elemento caratterizzante dell’architettura gotica. L’abate Suger di Saint-Denis, uno dei più grandi costruttori della Francia del secolo XII, amico e confidente del re Luigi VI prima e Luigi VII dopo, introduce nella sua abbazia per la prima volta l’arco acuto e la volta a costoloni, in modo tanto convincente da essere considerato il “creatore del go- 1 S. Saturnino; 2 S. Maria del Porto; 3 S. Francesco Stampace; 4 S. Pietro dei Pescatori; 5 S. Maria Di Castello; 6 Santuario di Bonaria; 7 S. Domenico; 8 Sant’Eulalia; 9 La Purissima; 10 S. Rocco; 11 S. Sepolcro; 12 Le Seziate; 13 S. Lucia in Castello; 14 Viceregio; 15 La Speranza; 16 Ex Palazzo di Città; 17 S. Maria del Monte; 18 S. Restituta; 19 S. Giacomo; 20 S. Benedetto; 21 S. Aleniscedda; 22 S. Bartolomeo. 42 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Saint Denis, chiesa abbaziale benedettina, navata centrale e coro tico” e il precursore di altri grandi costruttori che, sviluppando l’idea di Suger, avviano un processo inarrestabile per una nuova qualità dell’arte sacra in particolar modo. In poco meno di un secolo, tra il 1180 e il 1270, che segna la fine del gotico maturo, solo in Francia si costruiscono circa 80 cattedrali gotiche e in breve tempo il nuovo “modo di costruire francese” si diffonde in tutta l’Europa soprattutto nel Nord, Inghilterra e Germania. Questo fenomeno “rivoluzionario” in realtà non fa che elaborare elementi preesistenti, già ben noti al precedente modo di fare architettura, il romanico, giunto a livelli eccellenti ma sempre molto ancorato alle grosse masse murarie perimetrali. Anche in Sardegna, per ritardo o riflusso di periferia, solo il Romanico viene considerato eccelso, almeno da parte di studiosi che fino ad epoca relativamente recente dimenticano quasi l’esistenza del gotico; l’architettura gotica certamente non soppianta quella romanica che sopravvive per molto tempo anche parallelamente, ma si integra con essa con le varianti apportate dalle differenti formazioni e tradizioni delle stesse maestranze. Con la effettiva penetrazione di Pisa dopo la vittoria su Mugahid, l’ultimo invasore islamico, nei primi decenni dell’XI secolo, la Sardegna si apre al continente italiano favorendo la venuta di famiglie toscane e liguri e quindi di maestranze specializzate nelle tecniche costruttive del luogo di provenienza. Un fenomeno analogo si ripete con la conquista aragonese di Cagliari nel 1326. Questi avvenimenti, per quanto possano essere considerati tragici per il popolo sardo, proiettano la nostra isola verso una dimensione europea mutuata dall’influenza ispanica, tanto che da questo momento la produzione architettonica rispetta le formule gotico-catalane e se le porta dietro fino alle soglie del Seicento. Molte chiese ed edifici civili vengono realizzati, anche in periodo rinascimentale, seguendo modi tecnico-formali che rispettano la tradizione gotico-italiana prima e gotico-catalana dopo. L’estendersi della dominazione aragonese impone costumi, tecnica e arte dei costruttori catalani e aragonesi, tanto che troviamo nei secoli XIV e XV forme decorative e strutture che, pur rientrando nello stile lombardo o nel gotico, presentano caratteri peculiari che, del tutto assenti nelle opere lombarde realizzate in Sardegna, sono invece frequenti nelle opere romaniche, ispirate alle forme costruttive francesi, dell’Aragona e della Catalogna. Nella struttura romanica o gotica degli edifici spagnoli ritroviamo quasi sempre una ornamentazione arabescata che la contraddistingue e caratterizza fortemente. La penetrazione artistica aragonese e catalana porta a rendere più ornate, suggestive e leggiadre le forme gotiche dei primi del XIV secolo. L’elemento dominante all’interno delle chiese gotiche è la volta a crociera con spigoli sagomati, impostati su fasci di colonnine o mensole decorate, che si intersecano in una gemma anulare centrale nelle forme più semplici, nella suddivisione in spicchi il numero delle gemme aumenta in relazione all’incrociarsi dei costoloni rispettando la disposizione a croce, con al centro la gemma più grande e più ornata delle altre. giugno 2012 — A Cagliari l’orientamento gotico-italiano qualifica chiaramente la grande chiesa di San Francesco di Stampace, oggi quasi totalmente distrutta, mentre quello gotico-catalano, proprio perché prodotto da maestranze iberiche levantine, caratterizza in modo altrettanto chiaro il santuario di Bonaria. Altre chiese, tante altre chiese come vedremo nel corso di questa breve esposizione, recepiscono, sia in interventi di ristrutturazione che in nuove realizzazioni, tecnica e arte dei costruttori catalani ed aragonesi mediati nello stile lombardo oppure nel gotico. Alcune soluzioni strutturali e decorative introdotte nel San Saturnino sono proprie dell’ambiente franco-catalano: volte a botte rinforzate da doubleaux nelle navate mediane, crociere nelle navatelle, capitelli e mensole con scalettatura inversa. Santa Maria del Porto, interamente demolita nel 1909, si conserva in forme romaniche fino all’ultimo quarto del XIII secolo, quando la facciata viene ridisegnata in senso gotico con l’apertura di una finestra bifora a centina ogivale ribattuta da una cornice orizzontale estesa a tutta la base del frontone. La chiesa del complesso monumentale di San Francesco di Stampace, demolita a seguito dei danni subiti fra il 1871 e il 1874 e dell’incuria dell’amministrazione pubblica, viene realizzata dopo il 1274 da maestranze pisane, secondo modi gotico-italiani. Le modifiche del XV secolo riguardano gli ampliamenti a piccole cellule – l’ingresso principale viene chiuso e spostato nella parete laterale sul corso Vittorio Emanuele – per soddisfare le richieste di facoltose famiglie committenti, che fanno costruire cappelle addossate alla chiesa e aperte sulle pareti laterali in forme gotico-catalane sia nella tecnica muraria che nella qualificazione degli arredi. Il portale principale sacrificato si salva e viene rimontato nel santuario di Bonaria: gli stipiti sono lisci e l’architrave è sormontato da lunetta ogivale. La strombatura, poco profonda, è segnata dalla successione di tre semicolonne con capitelli fitomorfi sulle quali poggiano le ghiere dell’arco di scarico, modanate alla gotica con gole, Rotary Club Cagliari 43 Chiesa distrutta di Santa Maria del Porto, prospetto Chiesa distrutta di San Francesco di Stampace, fianco meridionale e frontone listelli e tori. Gli elementi superstiti del chiostro evidenziano forme e decorazioni architettoniche del periodo gotico maturo. Fra le chiese demolite non possiamo non ricordare le chiese di Sant’Agostino e del Carmine. La chiesa “vecchia” di Sant’Agostino, eretta ai primi del Quattrocento in forme gotico-catalane, viene demolita in conseguenza del rafforzamento delle fortificazioni ad opera di Jacopo Palearo Fratino. La chiesa del Carmine, ricostruita nel secondo dopoguerra a causa della quasi completa distruzione causata dai bombardamenti del 1943, presenta la cappella della Vergine col 44 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Cattedrale di S. Maria in Castello, cappella aragonese Bambino molto simile a quella del Rosario di San Domenico: pianta quadrata con copertura a padiglione ottagonale su voltine di raccordo nervate di stampo gotico. A maestranze lombardo-catalane è da attribuire l’abside della chiesa di San Pietro dei Pescatori, mentre nella ricostruzione della facciata maestranze toscane, operose a Cagliari nell’ultimo quarto del XIII secolo, applicano i modi gotici. Prima della conquista aragonese, dopo il 1274, la cattedrale Santa Maria in Castello viene ampliata, modificando l’originario schema iconografico canonicamente pisano, da maestranze educate al gotico italiano e trasferite in duomo dopo l’erezione di San Francesco di Stampace. In occasione di quest’ampliamento viene inserito il transetto con gli ingressi disposti verso occidente in modo da consentire l’accesso direttamente dalla piazza e non dalle testate, ostruite dagli edifici lungo il crinale a strapiombo; ecco, questi ingressi rivelano forme tardo romaniche volgenti al gotico. In quello destro l’arco di scarico a tutto sesto è sostituito da un coronamento a cuspide triangolare trilobata internamente, attribuibile ai primi decenni del XIV secolo, che testimonia un deciso orientamento gotico a Cagliari, proprio negli anni in cui da Pisa viene spedito alla cattedrale di Cagliari il “pergamo di Guglielmo”. Il completamento della cattedrale è opera degli Aragonesi che realizzano le cinque cappelle presbiteriali fra cui la cappella poligonale di stile gotico-catalano, che documenta l’ultimazione della fabbrica dopo la costruzione del Santuario di Bonaria. La volta di copertura è a spicchi costolonati che si chiudono nella gemma centrale di chiave. Una elegantissima bifora illumina la piccola cappella. Sul lato destro della cappella, dal transetto si accede alla Sacrestia dei Beneficiati un ambiente ispirato agli stilemi gotico-catalani, a pianta rettangolare allungata, ripartito in cinque campate coperte da volte a crociera costolonata provviste di gemme pendule finemente decorate da ghirlande fitomorfe. Nel 1323 le truppe del re di Aragona si impadroniscono del porto e del suo quartiere commerciale, i Pisani arroccati nella cittadella resistono e costringono gi aragonesi ad accamparsi sotto le colline di Bonaria. Qui costruiscono il loro quartiere residenziale insieme a un convento e una chiesa, il Santuario di Bonaria, che è ciò che rimane al loro abbandono nel 1326 quando riescono ad impadronirsi della città. La chiesa appartiene a una fase di transizione giugno 2012 — Santuario di N.S. di Bonaria, zona presbiteriale tra gotico e aragonese. La zona presbiteriale conserva i caratteri originari; l’abside ha pianta poligonale coperta da volta a spicchi con costoloni che si irradiano dalla chiave, in corrispondenza dell’arco acuto di trionfo, per scendere fino al pavimento. Sulla copertura absidale spicca dai contrafforti radiali, tipici della consuetudine catalana, la grande torre campanaria a pianta poligonale come l’abside. L’antica chiesa medioevale inserita nel monastero di San Domenico, fondato nel 1254 dal frate Nicolò Fortiguerra da Siena, viene costruita secondo i canoni dell’Ordine molto simili al modello di San Francesco di Stampace. Dopo il passaggio di Cagliari alla Corona d’Aragona la chiesa viene rimaneggiata in forme gotiche aragonesi che possiamo vedere nelle due cappelle a destra della cripta dell’attuale chiesa, costruita nel 1953 sulle rovine della chiesa distrutta Rotary Club Cagliari 45 San Giacomo, volta stellare del presbiterio San Domenico, volta del coro da un bombardamento dell’ultima guerra (1943). Il chiostro viene costruito nei secoli XV e XVI parte in stile tardo gotico, parte rinascimentale. Gli aragonesi con le armi, i costumi e le tradizioni religiose portano anche la devo- 46 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 zione a Sant’Eulalia vergine e martire, patrona della città di Barcellona, uccisa per la fede nei primi anni del IV secolo, durante la persecuzione di Diocleziano. Nello stesso secolo del loro arrivo a Cagliari, XIV secolo, si ha notizia di una chiesa dedicata a Sant’Eulalia; il primo documento che ne parla è del 1371, ma la chiesa attuale si definisce solo sul finire del ’500. È nei consistenti interventi del Novecento che vengono alla luce le linee gotico-aragonesi originarie, liberandole da altre strutture baroccheggianti. Su una preesistente chiesetta intitolata a Santa Elisabetta in stile romanico pisano vengono fondati nel 1554 il monastero e la chiesa della Purissima che presenta cappelle laterali in un gentile e nobilissimo gotico-catalano volte nervate, stellari e bifore gotiche. L’interno è a una sola navata divisa in due campate con sei cappelle laterali, tre per lato, coperte da volte a crociera, stellate, con gemme anulari. La cappilla mayor del presbiterio ha pianta quadrata con volta stellare e nervature che si raccolgono nelle gemme pendule e peducci riccamente istoriati. La chiesa non ha facciata; l’edicoletta gotica che si apre sui tetti potrebbe essere il fastigio della facciata mai nata. Anche la chiesetta di San Rocco del XVII secolo nelle sue linee semplicissime rivela un gusto riferibile al gotico-aragonese. Le prime notizie sulla chiesa del Santo Sepolcro risalgono al XIV secolo, viene costruita in stile gotico-catalano, come un’opera degli aragonesi, ma a costruirla sono i Templari per adibirla a cappella del loro monastero. Nel 1686 viene costruito il cappellone dedicato alla Vergine della Pietà in stile barocco, così tutta la chiesa perde l’armonia delle sue originarie linee gotiche, che si salvano nelle due cappelle sul lato sinistro e in quattro cappelle del lato destro. I lavori della radicale ristrutturazione barocca lasciano intatta anche la volta a crociera del presbiterio, con le sue vibranti costolature gotiche e le cinque gemme scolpite. I varchi, le finestre e gli archi ogivali ancora visibili sul prospetto verso la piazza Arsenale del palazzo delle Seziate testimoniano le caratteristiche gotiche del nucleo originario, che risale alla fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. La chiesa di Santa Lucia in Castello, costruita nel 1539, è in stile gotico. La navata è divisa in tre campate, le prime due presentano volte a crociera e costoloni ogivali, con gemme pendule in chiave, la terza, che ricopre il presbiterio a cappilla mayor, ha una bella volta stellare con nervature ad ogiva e gemma pendula in chiave. Il Palazzo Viceregio risale nelle sue strutture originarie al periodo della dominazione aragonese; la sede viene allestita nel 1337 in una costruzione messa a disposizione dal’arcivescovo. Esempio semplice ma significativo di architettura gotico-catalana è la chiesetta Della Speranza in Castello. L’interno è un ambiente rettangolare coperto da tre volte, la centrale è una completa crociera di ogive, le altre due, dalla parte dell’ingresso e verso il fondo sono mezze crociere, tagliate subito dopo la chiave. A destra si aprono tre cappelle, probabilmente più tarde, con costoloni che ripetono le sagome di quelli dell’ambiente principale. L’ex Palazzo di città è del 1331, l’attuale struttura – barocchetto piemontese – costituisce un rifacimento della fine del Settecento. Alfonso IV ne decide l’edificazione su richiesta dei consiglieri e dei probiuomini di Castello che necessitano di una sede adeguata per il buon governo della città. Delle sue forme originarie rimane ben poco, così come nell’attiguo Episcopio, dove sono ancora visibili gli archi acuti dell’appartamento d’inverno. Il prospetto della chiesa di Santa Maria del Monte, edificata alla fine del ’500, si ispira ai moduli dell’arte gotico-catalana. Il vano di ingresso è sormontato da un arco di scarico a sesto acuto. L’interno è a pianta quadrata, unica navata con presbiterio a cappella mayor, coperta da volta stellare con ogive e gemme pendule. Il coro è sor- giugno 2012 — montato da una cupola ottagonale con cornice d’imposta a modiglioni, raccordata da pennacchi a voltine nervate e gemmate di derivazione gotico-catalana. Santa Restituta, costruita tra il 1640 e il 1645 ricalca moduli gotici. È a navata unica con sei cappelle laterali contenute tra i contrafforti sui quali si innesta la volta a botte irrigidita da archi traversi. Risale alla prima metà del ’300 la chiesa di San Giacomo, uno dei primi modelli di architettura gotico-catalana in Cagliari. Il campanile ha base quadrata, come quello della cattedrale, e presenta nella parte superiore monofore ogivali con sopraciglio; l’ornamento è costituito da archetti gotici polilobati. Il presbiterio ha una bellissima volta stellare realizzata secondo i canoni gotico-catalani. L’attuale prospetto viene realizzato a meta ’800 su disegno di Gaetano Cima. Nel borgo di S. Vetrano tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo viene edificata la chiesetta di Santa Aleniscedda in un Rotary Club Cagliari 47 romanico-campidanese aperto al gotico. La facciata è gotica, divisa in tre specchi da quattro lesene modanate a triplo toro, decorate da una serie di archetti ogivali internamente trilobati e poggiati su mensole. Il portale è a sesto acuto con cornice a punta di diamante sormontato da un oculo; sull’abside si aprono due finestrelle ogivali. L’antica chiesa di San Bartolomeo, la cui origine risale al XII secolo, nell’impianto attuale del XIV secolo presenta un’impostazione ispirata a moduli gotico-catalani, evidenti nell’arco sopra il portale e nei due merli posti ai lati della cornice di coronamento, che ritroviamo anche nella semplice facciata rettangolare della chiesa di San Benedetto. Fondata nel 1643 da don Benedetto Nater di una nobile famiglia di origini genovesi, la facciata della chiesa di San Benedetto oltre i merli presenta un portale con arco a sesto acuto sovrastato da due oculi di gusto spiccatamente goticoaragonese. ■ CHI VA, CHI VIENE! ompiacimento e rammarico per il Club in quest’ultimo periodo: acquista tre nuovi soci ma ne perde altrettanti. Salvino Leoni, Mario Carta e Giuseppe Loddo hanno dato le dimissioni. C SALVINO LEONI, impegnato per ragioni di lavoro in tale misura da non consentirgli di frequentare il Club, si è sentito costretto a lasciarlo. MARIO CARTA, cessata l’attività professionale che lo impegnava a Cagliari e risiedendo la famiglia a Sassari, pur avendo cercato di frequentare almeno alcune delle nostre riunioni, ha dovuto dimettersi con grande malincuore. Perdiamo un rotariano molto attivo che in tanti modi e in tante occasioni ha operato con efficacia alle attività del Club, godendo della stima, della simpatia e dell’affetto di tutti noi che abbiamo sempre apprezzato l’impegno speso anche nei numerosi incarichi direttivi sempre svolti in modo egregio. Anche GIUSEPPE LODDO, ritenendo di non poter più assicurare la presenza costante agli impegni rotariani, ha deciso, dopo trentasei anni di appartenenza al Club, di dare le dimissioni. Ci duole che Giuseppe, che nonostante i suoi quasi ottantacinque anni, dimostra di avere ancora energie e capacità di operare, non sia più nel Club che ha onorato attuando il suo servire, con grandi apprezzamenti, nei campi del commercio e degli incarichi pubblici ricoperti. A tutti e tre molti affettuosi auguri da tutti noi che continueremo ad averli nostri cari amici. 48 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Monete e religione nella storia Riferimenti nei vangeli e nelle parabole di Gesù Antonio Lenza econdo la Bibbia, le origini degli Ebrei – stirpe affine etnicamente ai Fenici e agli Assiro babilonesi – sono da ritrovare nel territorio di Ur, in Caldea, regione sulle coste del Golfo Persico attraversata dal fiume Eufrate. Il nome di questa popolazione significa appunto gente venuta da oltre il fiume. Dopo una peregrinazione protrattasi per alcuni secoli, il popolo ebraico raggiunge la zona meridionale della Siria comunemente chiamata Palestina e dagli ebrei terra di Canaan o d’Israele, che significa forte in Dio. Fedele espressione del popolo che le ha coniate, le monete ebraiche sono strettamente collegate con la sensibilità religiosa e le vicende che caratterizzano la storia di questo popolo. L’iconografia della produzione monetaria è molto limitata, mediocre sotto il profilo artistico e denota l’avversione tipica dei Semiti verso l’immagine umana e le immagini elaborate. La Bibbia parla di scambi e di pagamenti, e quindi di moneta, fin dal tempo dei Patriarchi. Verso il 1800 a.C. Giuseppe viene venduto dai fratelli invidiosi a mer- S Lingotto di metallo usato come mezzo di scambio canti egiziani in cambio di 5 sicli. La parola siclo non indica peraltro una vera e propria moneta d’argento, in quanto lo scambio avviene verosimilmente con la consegna di lingotti d’argento. Interpretazione questa che si basa sul fatto che la moneta, con le funzioni che ancora oggi sussistono, nasce non prima del VII secolo a.C. Il popolo ebraico conia le prime monete in tempi relativamente recenti, cioè alla fine del II secolo a.C., al tempo di Giovanni Ircano, principe giudeo della dinastia sacerdotale degli Asmonei, terzo figlio di Simone Maccabeo al quale successe nella dignità di sommo sacerdote e di etnarca dei giudei nel 135 o 134 a.C. Fu Ircano appunto il primo a far battere monete col nome di un principe ebreo. La Bibbia abbonda di riferimenti a monete di vari paesi, sicuramente in circolazione all’interno di una società incline per natura al commercio. Si tratta di monete quali: darici (antica moneta persiana d’oro e poi anche d’argento introdotta da Dario I verso la fine del VI secolo a.C.), sicli dei Medi (antica unità di misura di peso corrispondente a 1/60 di mina, cioè di una unità Darico giugno 2012 — Rotary Club Cagliari ponderale in uso tra gli antichi popoli del Mediterraneo orientale di valore compreso fra i 436 e i 502 grammi), tetradrammi (antiche monete greche del peso e del valore di 4 dramme, largamente coniata dagli stati greci ed ellenistici e che ebbe ampia circolazione) e tante altre. I banchieri seduti al loro banco (proprio da qui proviene il termine banca) pesavano e cambiavano le monete provenienti da Atene, Siracusa, Macedonia, Siria, Egitto e da molti altri stati. Le prime monete ebraiche ebbero una circolazione strettamente locale e avevano per tipi una corona, una palma, il corno dell’abbondanza, un giglio, raffigurati in uno stile molto grossolano. Per i loro scambi delle merci i popoli mesopotamici, pur avendo raggiunto un elevato grado di progresso e di organizzazione, non usavano la moneta. Le transazioni venivano rapportate a un prodotto campione costituito dall’oro, dall’argento e dall’orzo. Il sistema metrico dei Babilonesi si basava sull’orzo ed era definito sessagesimale, perché fondato sul numero 60, sui suoi multipli e sottomultipli: 180 grani di orzo costituivano il siclo (8 grammi) 60 sicli formavano la mina (circa mezzo chilo). Al vertice del sistema vi era il talento che arrivava a circa 30 chili. Questo sistema rimase sempre e solo un parametro ponderale e non venne mai monetato. Per molti secoli Bassorilievo raffigurante argentari dell’antica Roma al loro banco 49 venne usato in tutto l’Oriente e si diffuse anche in Grecia fino all’introduzione del sistema decimale, più pratico perché basato sulle 10 dita. Secondo una proporzione di peso venivano allora usati anche l’oro (1) e l’argento (13,5) in base al rapporto tra anno solare e mese lunare. Essendo provincia romana, la Palestina era tenuta ad assoggettarsi al sistema monetario romano che nel nostro periodo di riferimento aveva come base il sesterzio, come multipli il quinario e il denaro e come sottomultipli l’asse, il semiasse, il triante e il quadrante. Ampiamente usata era anche la moneta greca, che aveva come base la dracma, come multipli il didracma e il tetradracma e come sottomultipli il tetrobolo, il triobolo, il diobolo e l’obolo. I predetti due sistemi monetari si trovano menzionati ed equiparati nei vangeli. Ad esempio nella parabola La piccola offerta di una povera vedova (Mc. 12,42) i due spiccioli sono infatti da identificarsi con il lepton o kolliba (in italiano collibo), moneta greca di bassissimo valore, che secondo la monetazione romana equivalgono ad un quattrino, cioè ad un quadrante. Alla luce di questo testo evangelico è possibile stabilire, anche se in via approssimativa, il rapporto fra i due sistemi monetari: essendo il lepton all’incirca 1/420 di dracma si ha che 1 dracma corrisponde a 13 sesterzi. Gli ebrei, peraltro, continuarono ad usare il loro sistema basato sulle misure di peso, rapportandolo ai valori monetari 50 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Illustrazione della parabola dei talenti, da una tavola del 1712. Due servi presentano i loro talenti mentre l’altro scava per dissotterrare il proprio correnti, i quali non avevano nessun corrispondente in moneta battuta: talento = 6.000 dracme mina = 100 dracme Alla metà del VII secolo a.C. compare la prima moneta di Stato coniata in piccoli globetti che consentono una facilità di scambio delle merci di importo limitato. Questo sistema si estende rapidamente e per rendere più agevoli i traffici commerciali, i globetti vengono contrassegnati da simboli che attestano peso e bontà del metallo. Aristotele nella Politica considera la moneta uno strumento necessario a supportare gli scambi in forte crescita e nell’Etica nicomachea ipotizza che la nascita della moneta derivi da un bisogno di uguaglianza e di giustizia sociale. Di fatto, le affermazioni del grande filosofo del IV seco- lo a.C. adombrano l’ipotesi di una genesi etica-politica del denaro (il termine latino nummus deriva dal greco nomisma a sua volta coniato dalla parola nomos, “legge”). La prima città greca a coniare moneta è ritenuta Egina, isola ubicata nel golfo Saronico, tra il Peloponneso e l’Attica. Si tratta di un ricco centro commerciale che ha il controllo della produzione di oro e argento dell’isola di Sifno. La moneta coniata da Egina presenta al dritto la sagoma di una tartaruga. Il mondo greco e tutte le regioni che si trovano sotto la sua sfera d’influenza adottano ben presto la moneta. I Vangeli hanno una presa straordinaria nella vita dell’uomo. Numerose parabole di Gesù prendono spunto da fatti ordinari, elaborano racconti che nascondono insegnamenti di realtà superiori e propongono valori spirituali che indicano all’umanità la via della salvezza. In queste parabole ricorrono spesso richiami a varie monete, come ad esempio didramma, denari, stateri, sicli, lepton, dramma, mine, obolo, talenti. Emblematica è la parabola I talenti (Mt. 25, 14-30). Questa in sintesi la similitudine: dovendo partire per un viaggio un uomo consegna i propri beni ai suoi servi. Si tratta di un ingente patrimonio, considerato che il primo servo riceve 5 talenti (1 talento equivale a 6.000 denari, cioè al salario di altrettante giornate lavorative) corrispondenti a 30.000 denari, il secondo 2 talenti, pari a 12.000 denari, il terzo 1 talento, cioè 6.000 denari. I primi due investono il denaro raddoppiandone il valore e ricevono al suo ritorno l’encomio e la gratitudine del padrone, mentre il terzo che si è limitato a nascondere per paura il suo talento in una buca sottoterra e lo restituisce senza alcun interesse, viene aspramente rimproverato dal padrone che toglie al servo infingardo il talento e lo da al servo fedele, che ha raddoppiato i dieci talenti, con queste parole: «Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 51 Siclo Nella parola “talento” sono istintivamente associate doti naturali di intelligenza, intraprendenza, forza, capacità artistiche, bellezza. Ma ciò appare secondario perché il significato della parabola di Gesù non si riduce all’obbligo di sviluppare le proprie doti naturali, ma invita a far fruttare i doni spirituali da lui recati. Nell’opera Dal Vangelo alla vita, il Francescano Cappuccino Raniero Cantalamessa scrive: «A sviluppare le doti naturali ci spinge già la natura, l’ambizione, la sete di guadagno. A volte anzi è necessario tenere a freno questa tendenza a far valere i propri talenti perché essa può diventare facilmente carrierismo, smania di imporsi sugli altri. I talenti di cui parla Gesù sono la parola di Dio, la fede, in una parola il regno da lui annunciato. I frutti dei talenti naturali finiscono con noi o al massimo passano agli eredi, i frutti dei talenti spirituali ci seguono nella vita eterna e un giorno ci varranno l’approvazione del Giudice divino». Un breve commento va dedicato alla vicenda del tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota, accordatosi con i sommi sacerdoti per la consegna di Gesù al prezzo fissato in trenta monete d’argento. La tradizione parla di trenta denari, il Vangelo di San Matteo (Mt. 26, 14-16) parla di triginta argentei, cioè di monete d’argento generiche. Non possiamo pensare – sottolineano valenti numismatici – che il tradimento sia stato pagato nella moneta dell’odiato oppressore, il denario, anche perché nei territori dell’impero questa moneta aveva un corso forzoso che la faceva valere più del suo valore intrinseco, rendendone svantaggioso il cambio con le monete locali. Le Giotto di Bondone,Tradimento di Giuda, 1306, Cappella degli Scrovegni, Padova monete d’argento in uso nella Palestina erano piuttosto i sicli, di valore circa equivalente ai tetradrammi greci, ed è quindi molto probabile che il pagamento a Giuda sia avvenuto con trenta di queste monete. Il numero trenta, poi, è spiegato dal fatto che con questa cifra la legge stabiliva il risarcimento da pagare per uno schiavo morto. In chiusura, cedo ancora la parola a Cantalamessa: «È al momento della sua morte che Cristo inizia a regnare sul mondo. La croce è il trono di questo re. C’era una scritta sopra il suo capo: Questi è il re dei giudei. Quello che nelle intenzioni dei nemici doveva essere la giustificazione della sua condanna, era, agli occhi del Padre celeste, la proclamazione della sua sovranità universale». ■ 52 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Auguri Giovanni! Breve storia di una lunga vita Marcello Marchi l titolo è una parafrasi della conversazione “La lunga storia del processo breve” con la quale Giovanni Olla ha intrattenuto i soci nella riunione del 17 maggio scorso, felice occasione per festeggiare i suoi ottant’anni compiuti il 25 aprile. Storia breve, come impone il taglio della rivista e vita lunga come è stata sinora e come, secondo il comune affettuoso augurio, possa protrarsi nel tempo. Pur conoscendolo da oltre cinquant’anni e nonostante la stretta amicizia che ci lega anche per la comune professione svolta, non è facile dire di lui che tra le tante virtù ha anche, forse esasperata, la modestia con conseguente ritegno a parlare di sé. Solo vincendo questa innata ritrosia son riuscito ad avere conferma di quanto sapevo di lui. Nato a Cagliari vi ha compiuto gli studi sino alla laurea in Giurisprudenza conseguita nel 1955. Suo padre, che aveva esperienza politica nel Partito Popolare, continuò nel suo impegno dopo la caduta del fascismo ed il ritorno alla vita democratica, dedicandosi allo studio dei problemi agrari quale Segretario regionale della Federazione Agricoltori della Sardegna e Direttore del giornale Sardegna Agricola, con particolare impulso ad una riforma moderna delle attività connesse ed anche alla ricostituzione delle Cantine sociali. I Dopo la laurea Gianni (così siamo soliti chiamarlo), ha collaborato all’attività di uno studio legale, quello dell’avvocato Palmas, seguito dall’avv. Flavio Lai. L’esperienza, se pur breve, gli ha consentito di osservare la impostazione che le parti, clienti e loro legali, davano al processo così da consentirgli poi, da giudice, di meglio comprendere le ragioni esposte. Partecipa al concorso per la Magistratura e lo vince con un decina di concorrenti sardi, tra cui Rafaele Corona e chi scrive. Entra in servizio nell’aprile 1959 e compie il periodo di uditore senza funzioni presso la Procura della Repubblica di Roma; le successive tappe sono le Preture di Busto Arsizio, di Iglesias e di Decimo sino al 1964 quando viene trasferito al Tribunale di Cagliari. Gli viene affidata la funzione, particolarmente impegnativa e difficile di Giudice Fallimentare. La scelta è frutto della stima e dell’alta considerazione delle capacità professionali e delle doti di estremo rigore morale che gli sono riconosciute sia dai magistrati preposti all’assegnazione degli incarichi sia dal giudizio unanime degli avvocati e poi dei commercialisti e degli altri consulenti che collaboreranno con lui. Nel 1969 lascia l’incarico e viene destinato al Tribunale per i minorenni, per tornare poco dopo al Tribunale come giudice civile; dal 1975 è Giudice alla Corte d’Appello (si occupa sempre di giustizia civile ma matura giugno 2012 — esperienze anche in quella penale come componente della Sezione Istruttoria e giudice a latere nella Corte d’Assise d’Appello). In questo lungo periodo Gianni arricchisce la sua cultura giuridica studiando, in particolare, la Procedura Civile impegnandosi nella nostra Università come Assistente di tale disciplina, prima come volontario ed ottenendo poi l’idoneità avendo superato il relativo esame. Riceve allora l’incarico dalla federazione Italiana Palla a Volo, FIPAV, di redigere il Regolamento giurisdizionale che è tuttora in vigore. Diventa Presidente della Commissione Federale d’Appello, CAF, di tale sport e poi, per otto anni, Consigliere dela FIPAV. Nel 1985 il CONI lo premia per la brillante ed efficace attività svolta, conferendogli la medaglia al merito sportivo. Nel 1989 è in Corte di Cassazione a Roma; i suoi meriti gli valgono l’assegnazione a componente della prima Sezione Civile, ruolo ambito e prestigioso. Ne diventa presidente titolare sino al 2007 quando, dopo 48 anni, è collocato a riposo. La storia, come detto in premessa, deve essere breve per cui si deve omettere di citare le sentenze di maggiore rilievo giuridico, talune anche innovative, delle quali è stato autore. Pare opportuno invece riferire che, a suo avviso, le nuove generazioni di giudici entrati a far parte della Cassazione, portatori di fermenti culturali sviluppatisi alla fine degli anni ’60, ovviamente dei valori positivi che sono maturati, pur tra i tanti aspetti assolutamente negativi determinanti conseguenze dannose per la società, hanno contribuito ad una evoluzione del Supremo Collegio facendogli abbandonare l’area di “astrattezza assoluta del diritto allo stato puro” per indurlo ad un maggior accostamento al fatto, ad una sorta di “umanizzazione”. Ma Gianni aggiunge subito che tale tendenza, apprezzabile nell’intento di rimuovere dall’estrema astrazione di cui si è detto, sta trovando, talora, esasperate applicazioni che rischiano di travolgere l’essenza di giudice di legittimità della Corte di Cassazione. Rotary Club Cagliari 53 Gianni ha sposato Gabriella Repetto, Direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari che ha concluso la brillante carriera a Roma, Ispettore Generale della Sezione Archivistica del Ministero dei Beni Culturali. Gabriella ha diretto nella nostra città la Scuola biennale di Specializzazione di Archivistica, Paleografia e Diplomatica ed ha avuto, tra i tanti allievi, Francesco Cesare Casula, Luisa D’Arienzo e Marco Tangheroni (insignito del Premio La Marmora) tre storici assai noti, così come storico di grande prestigio è lei stessa, Gabriella, come tale premiata nel 1989 dall’Inner Wheel di Cagliari con il premio Eleonora d’Arborea, autrice di molte pubblicazioni sulle vicende della Sardegna, specie nel periodo della dominazione spagnola, e valente organizzatrice di mostre e di eventi culturali di grande successo. Gianni e Gabriella hanno una figlia, Marina, che esercita la professione di avvocato. È coniugata con l’ing. Paolo Cucciari (fratello dell’attrice e scrittrice Geppi). Hanno un figlio di 4 anni, Giovanni, nome dei due nonni. Non mi fa velo l’amicizia, anzi conto su di essa perché Gianni contenga in termini affettuosi il rimprovero che la sua innata modestia gli suggerirà di muovermi, per concludere esprimendo non solo il mio pensiero, ma anche, fedelmente interpretandola, l’opinione di colleghi, avvocati, collaboratori del campo giudiziario e di tutti quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, affermando che egli ha eccellenti doti di intelligenza, di signorilità, di cultura, di capacità professionale profonda e vasta anche per i vari uffici in cui ha esercitato le funzioni. È stato un Giudice esemplare per spirito di servizio, assiduità e continuità nel lavoro, assoluta indipendenza, imparzialità manifesta. A lui spetta la stima di coloro ai quali ha reso giustizia e di chi, socio del Club, ha il piacere di essergli amico e può rinnovare da queste pagine vivissimi auguri. ■ 54 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Un vanto del nostro Club La Marmora: storia di un premio Salvatore Fozzi ono passati oramai 35 anni dalla fondazione di questo importante premio istituito dal nostro club. L’esempio del prestigioso premio internazionale Galileo Galilei nato a Pisa nel 1962 sotto il patrocinio dei Rotary italiani e della Università di quella città, suggerì al rientro da quella manifestazione ad un nostro illustre consocio scomparso, il professor Marcello Serra, profondo studioso di storia sarda e noto autore di opere fondamentali come Sardegna quasi un continente, l’idea di istituire un premio da assegnare ad un soggetto, non sardo, studioso, tecnico, operatore economico, scrittore o artista, che avesse contribuito con studi o azioni culturali alla conoscenza, valorizzazione della Sardegna ed al suo progresso, promuovendo l’elevazione sociale ed economica e culturale della nostra isola. L’idea, trasmessa al club, fu prontamente accolta con entusiasmo nella riunione del 16/7/1977 da tutti i membri del sodalizio, che allora contava 101 soci, e su proposta e grazie alla determinazione dell’allora presidente Angelo Cherchi, oggi nostro amato PDG, approvò l’iniziativa dando avvio alla sua concreta realizzazione. Il premio fu opportunamente intitolato al generale Alberto Ferrero Della Marmora (1789-1863) illustre geografo, geologo e colto viaggiatore che negli anni del suo lungo soggiorno in Sardegna ebbe il merito di far conoscere l’isola in Italia e all’estero, in particolare attraverso due basilari pubblicazioni: Voyage en Sardaigne, pubblicato a Parigi nel 1826, e Itineraire de l’Île de Sardaigne, pubblicato a Torino nel 1860, entrambe originariamente in lingua francese e successivamente tradotte in lingua italiana, che S costituiscono ancora oggi un punto di riferimento obbligato per chiunque voglia conoscere e approfondire lo studio dell’isola. Il consiglio direttivo, composto allora oltre che dal presidente Cherchi, dai soci Zanda e Uras (vicepresidenti), Sanna (segretario), F. Corda (tesoriere), Anedda (prefetto), Cabitza, Olivetti e Sanjust (consiglieri), Villasanta (past-presidente) e Bonomo (presidente eletto ’77-78), prontamente convocato per l’occasione, decise di assegnare il premio nel successivo mese di novembre di quell’anno in occasione del 28° anniversario della fondazione del club. In effetti la data fu in seguito spostata, per motivi organizzativi, al mese di giugno dell’anno successivo 1978. I consigli direttivi degli anni 1976-1977 e 1977-1978, all’uopo riuniti, decisero congiuntamente di nominare la prima commissione giudicatrice, come previsto dal regolamento appena approvato, nelle persone dei soci: Rino Bonomo, presidente; Angelo Berio, Angelo Cherchi, Nino Fara Puggioni, Marcello Marchi, Marcello Serra, Franco Trois. La commissione, dopo appassionata discussione, decide di assegnare il premio La Marmora alla Rockefeller Foundation, con la seguente motivazione: «Per aver concorso in misura determinante a liberare la Sardegna dalla malaria, piaga millenaria che la aveva flagellata implacabilmente stremandone le forze». Il premio, alla sua prima edizione, consistente in una targa in bronzo raffigurante Alberto La Marmora, opera d’arte appositamente ideata da Dino Fantini che ne ha voluto far dono al club, fu consegnato ufficialmente nel corso della riunione interclub del 21 giugno 1978 svoltasi con una solenne cerimonia alla presenza giugno 2012 — del Governatore dell’allora distretto 208, Avv. Augusto Ferri, e del ministro Allen Holmes, consigliere di ambasciata degli USA, in rappresentanza dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Richard Gardner impedito a partecipare. Alla serata erano inoltre presenti illustri personalità, tra le quali l’onorevole Alessandro Ghinami, assessore al Turismo, in rappresentanza del Presidente della Regione Sarda; il dottor Enrico Marongiu, rappresentante del Governo presso la Regione Sarda; il prefetto di Cagliari, dottor Giuseppe Porpora; l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Bonfiglioli ed il segretario don Mosè Marcia, oggi vescovo di Nuoro; il procuratore generale presso la Corte d’Appello, dottor Basilio Sposato; il presidente della Commissione Distrettuale per le Pubbliche Relazioni, Tonino Tranquilli, padre della nostra governatrice Daniela e che diventerà dopo qualche anno governatore del Distretto 2080 ed inoltre i presidenti di Cagliari Est e Cagliari Nord, unici club allora esistenti in città oltre il nostro, il presidente del Lions Club, la presidente dell’Inner Wheel, la presidente del Soroptimist, la presidente della Fidapa, il presidente degli Amici del Libro, professor Nicola Valle, nonché i giovani del Rotaract e dell’Interact e i giornalisti della carta stampata e della Rai e un gran numero di rotariani. Rotary Club Cagliari 55 Il premio si è potuto realizzare anche per la fattiva collaborazione e i preziosi consigli in particolare dei soci Angelo Cherchi, Antonio Cocco, Gigi Cosentino, Emilio Fadda Ravot, Nino Fara Puggioni, Renzo Pirisi, Antonio Romagnino e Giovanni Sanjust. Per l’anno rotariano 2011-2012 la commissione per l’assegnazione del Premio La Marmora, giunto alla ventiseiesima edizione, presieduta quest’anno dal Rotary Club Cagliari, ha attribuito il prestigioso riconoscimento al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula con la seguente motivazione: «Da oltre quarant’anni è protagonista, in Sardegna, nel campo dell’ospitalità d’eccellenza. Ha saputo elaborare un’immagine seducente dell’Isola, carica di suggestioni storiche, culturali e naturalistiche, che ha proposto a livello globale, affascinando sardi, italiani ed ospiti provenienti da tutto il mondo. Ha contribuito a diffondere il nome della Sardegna ed a farla conoscere da una clientela di alto livello. Per i servizi offerti e la dimensione raggiunta rappresenta altresì un polo di eccellenza nello sviluppo dell’industria turistica dell’Isola, con ricadute economiche ed occupazionali di grande valenza». Approfondimenti sul vincitore del premio e sulle assegnazioni delle precedenti edizioni possono essere reperiti sul libretto pubblicato per l’occasione a cura del nostro club. ■ a sera del 12 maggio è morto l’ingegner MARIO LASIC che, negli ultimi tempi, per le condizioni di salute, si era indotto a dar le dimissioni dal Club di cui era stato socio per tantissimi anni. L Ad ottobre avrebbe compiuto 90 anni: nel corso della lunga esistenza ha sempre operato con incessante impegno conquistando stima e rispetto per le alte capacità professionali e per lo spirito di servizio, vivamente sentito, che lo hanno contraddistinto in modo esemplare. Anche nel Club ha avuto modo di manifestare costantemente le sue doti partecipando alle varie attività intraprese, ricoprendo cariche direttive o assumendo impegni nelle Commissioni, ricambiato da simpatia ed affetto dai soci, specie da quelli più anziani, che hanno avuto il piacere di godere più a lungo della sua amicizia. Alla moglie Paola, graditissima ospite a tante riunioni, al figlio Riccardo, che dopo l’esperienza di roctariano, è ora nostro caro socio, a continuare la tradizione paterna, esprimiamo la nostra affettuosa solidarietà. 56 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 57 La musica suona la campana della prevenzione Giuseppe Masnata usiKaralis 2012, concerto internazionale di giovani talenti, è stato organizzato dal Rotary Club Cagliari, nell’ambito della propria attività di servizio. Il Rotary Club Cagliari, all’interno dei progetti di servizio attuati, si occupa ormai da diversi anni, in collaborazione con l’A.S.B.I. – Associazione Spina Bifida Italia, della prevenzione delle malformazioni congenite, con la Commissione sviluppo comunitario – aspetti sanitari. Quest’anno, insieme agli altri Rotary Club della Sardegna, è in fase di realizzazione una campagna di comunicazione per la prevenzione della Spina Bifida e dei Difetti del Tubo Neurale, che vuole raggiungere la maggior parte dell’Isola. Ma per conoscere come si è sviluppato il progetto, occorre tornare indietro al maggio 2010, quando un gruppo di rotariani del Rotary Club Moscou-Pokrovka, guidati dal presidente Raykhana Dairbekova, organizzò un viaggio in Sardegna, incontrandosi con i Rotary Club di Cagliari ed Iglesias. Erano accompagnati da giovanissimi virtuosi di musica, che si esibirono in diverse piacevoli serate nelle due città. In seguito il Rotary Club Cagliari rese la visita a Mosca, suggellando un forte rapporto di amicizia. Lo scorso ottobre ricevemmo la telefonata dell’amica Raykhana che intendeva ritornare a trovarci: l’idea era di portare in tour dei giovani virtuosi di musica, nell’ambito del club project degli amici rotariani moscoviti «young talent in open world». Lo stesso progetto è stato esteso in Italia ai Rotary Club di Cremona e Padova. Altri club rotariani francesi, argentini, svedesi, M canadesi e degli Stati Uniti hanno manifestato interesse ad aderire al progetto. Il Rotary club Moscou-Pokrovka si è sempre distinto in azioni di supporto a giovani musicisti, provenienti soprattutto da famiglie meno abbienti. Questa esperienza rotariana fa sì che i ragazzi abbiano un orizzonte culturale più ampio per i contatti avuti all’estero, imparando che il mondo è aperto a chiunque voglia eccellere restando in armonia con esso. Con queste premesse, in seno alla Commissione sviluppo comunitario – aspetti sanitari, costituita dai soci del Rotary Club Cagliari Ugo Carcassi, Angelo Deplano, Mario Figus, Alessio Grazietti, Giorgio La Nasa, Salvatore Lostia di Santa Sofia, Margherita Mugoni Contini e Giuseppe Masnata, nasce l’idea di organizzare un concerto per raccogliere fondi da destinarsi alla campagna di prevenzione delle malformazioni congenite. Per la realizzazione e l’organizzazione del progetto nasce il Comitato per MusiKaralis 2012 costituito dai soci Giovanni Barrocu, Paolo Ciani, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Maria Luigia Muroni, Michele Rossetti, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna e Luigi Puddu. È stato quindi proposto all’Associazione Spina Bifida Sardegna presieduta da Mario Orgiana di collaborare nel progetto ed al Comune di Cagliari di concedere a titolo gratuito la sala del Teatro Massimo di Cagliari. Sono da ricordare le meravigliose giornate passate insieme agli amici russi ed ai ragazzi a Barumini accompagnati da Caterina Lilliu ed a Villasimius, ospiti di Dante Sicbaldi sul “Fiore di maggio”. 58 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Il concerto tenutosi presso il teatro Massimo, è stato presentato da Rosanna Cancellieri ed ha avuto un grande successo di pubblico, con più di 700 spettatori. La celebre violinista cagliaritana Anna Tifu ha ricoperto il ruolo di Madrina dell’evento esibendosi in duo con il pianista Romeo Scaccia sulle note della Carmen Fantasy di Pablo De Sarasate. Hanno aperto la serata i piccoli chitarristi Davide Mascia e Flavio Banni della Scuola Civica di Musica diretta dal nostro socio Luigi Puddu. A seguire i giovanissimi virtuosi del Conservatorio Tchaijkowsky di Mosca, Maria Andreeva, pianista e violinista di soli undici anni, e Georgy Krizhnenko, pianista tredicenne, esibitisi sulle musiche di Rachmaninov, Wieniawsky e Novachek. Il concerto ha poi visto la partecipazione straordinaria della giovane soprano Nafset Chenib, accompagnata al piano da Cinzia Casu e Riccardo Zinzula ed è stato arricchito dalle coreografie del corpo di ballo di Atena Danza diretto da Stefania Nonis. 300 bambini affetti da difetti congeniti di varia entità. Le malformazioni congenite sono tra le maggiori cause di mortalità infantile nel mondo industrializzato e causano gravi sofferenze ai bambini affetti. Nonostante la prevenzione primaria sia possibile ed a basso costo (SÌ ad Acido Folico prima della gravidanza, NO a fumo e obesità in gravidanza), in Italia si fa e si conosce poco». Nel corso della cena che è seguita al concerto, il Presidente del R.C. MoscouPokrovka, Raikhana Dairbekova, ed il Presidente del R.C. Cagliari, Michele Rossetti, alla presenza di numerosi soci dei Club, hanno sottoscritto l’atto di gemellaggio, esprimendo il più vivo compiacimento per i rapporti di amicizia ed affiatamento creatisi negli anni tra i soci dei due Club e manifestando soddisfazione per i progetti di servizio già realizzati congiuntamente. I Presidenti hanno poi auspicato che la collaborazione in atto tra i due sodalizi possa portare alla realizzazione di progetti di respiro «La collaborazione con il Rotary Mo- internazionale ancora più importanti. scou-Pokrovka presieduto da Raikhana Raikhana Dairbekova ha infine concluDairbekova nasce da una lunga amicizia – ha spiegato Michele Rossetti – e dalla con- so: «aiutare i giovani talenti musicali per divisione di un grande progetto umanita- dare l’opportunità di sviluppare la prorio: la prevenzione primaria delle malfor- pria attività, migliorandone i risultati e mazioni congenite, attuata con l’utilizzo informare la popolazione sulla possibilità prima del concepimento di una semplice vi- di prevenire le malformazioni congenite sono azioni che rientrano negli obiettivi tamina: l’acido folico». primari del Rotary per rendere il mondo Mario Orgiana, Presidente dell’ASBI migliore. Questo progetto è anche una belSardegna, ha illustrato nel suo intervento: la attività promozionale per il Rotary, mo«I difetti congeniti colpiscono tra il 3 e il 5 strando i nostri valori e proponendoli in per cento di tutti i nati, rappresentando la un piacevole contesto con l’ascolto della prima causa di morte nel primo anno di vi- grande musica». ■ ta. Ogni anno nascono in Sardegna circa giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 59 Valorizzazione del patrimonio ex minerario del Sulcis L’Ecocampus Scuola di vita Mario Figus Rotary Club di Cagliari, Carbonia ed Iglesias insieme con la Provincia di Carbonia Iglesias, la Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, il Comune di Carbonia, il Comune di Narcao, il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, l’AEGEE Cagliari (filiale dell’Association des Etats Généreaux des Etudiants d’Europe), il Rotaract Club di Cagliari, hanno promosso ed organizzato l’Eco Campus, che si è svolto tra il villaggio minerario di Rosas a Narcao e il Centro Italiano di Cultura del Carbone a Carbonia dal 26 maggio al 9 giugno. formazione sul tema del recupero e della riqualificazione dell’ingente patrimonio archeo-industriale minerario del Sulcis sul tema: Modelli e strategie multidisciplinari di riqualificazione ecosostenibile del patrimonio minerario del Sulcis Iglesiente. Ventiquattro brillanti giovani professionisti di età compresa tra i 23 ed i 30 anni provenienti da ogni parte d’Italia e dal resto del mondo (tre giovani architetti erano cinesi) hanno trascorso un intenso periodo di lavoro ma anche di divertimento nel Villaggio Minerario di Rosas, ospitati in modo mirabile dall’amico Gianfranco Tunis, sindaco di Narcao. L’EcoCampus è stato concepito come un Il percorso didattico si è dipanato su tre percorso multidisciplinare Europeo di alta percorsi tematici, che hanno costituito il fi- I 60 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 lo conduttore dei vari seminari: l’ingegneria naturalistica, l’architettura del paesaggio e la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. Il percorso formativo è stato comune a tutti i partecipanti ed ha consentito loro di confrontarsi, di mettere a fattor comune le loro esperienze lavorative e formative e di sviluppare, sotto la guida dei docenti e dei tutor, schede progettuali ed elaborati di sicuro valore ed originalità sul tema della valorizzazione dei siti ex minerari. Abbiamo verificato che il tema della valorizzazione delle risorse archeo-industriali minerarie è molto vivo nei vari paesi europei e che molti territori ex minerari hanno trovato nella valorizzazione a fini turistici e culturali del loro patrimonio di archeologia industriale una importante fonte di ricchezza, raggiungendo in alcuni casi di eccellenza ottimi numeri di presenze. I seminari sui tre temi di studio sono stati tenuti durante le varie mattinate mediante presentazioni multimediali da docenti, tutti di assoluto valore, tra i quali segnaliamo i nostri soci Angelo Aru, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Pasquale Mistretta, Gian Paolo Ritossa, Gaetano Ranieri socio del Rotary Club di Iglesias, Nino Granara socio del Rotary Club di Cagliari Est, nonché presidente del Parco Geominerario della Sardegna, a cui va il nostro ringraziamento per la brillantezza delle loro esposi- zioni e per la disponibilità manifestata anche in fase di organizzazione del Campus. Gli altri docenti sono stati: il prof. Luis Placido Martins, direttore generale del Ministero dell’Energia e della Geologia del Governo del Portogallo, la d.ssa Helena Viegas, direttrice del Laboratorio Nacional de Energia e Geologia del Governo Portoghese, l’architetto Maguelonne Dejeant Pons, francese, direttrice della divisione patrimonio culturale pianificazione territoriale paesaggio e gestione territoriale del Consiglio d’Europa, il professor Francesco Calzolaio, del Landscape Architecture Dept. dell’Università del Minnesota (USA), il prof. Franco Mancuso dell’Università di Venezia, il dr. Rainer Siotta, tedesco, direttore del Deutsches Bergbau Museum, l’arch. Enrico Buergi, svizzero, presidente della Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione Europea del Paesaggio, gli architetti Maria Luisa Bellisario e Alessandra Fassio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’arch. Maria Irene Cardillo, il prof. Mario Grosso del Politecnico di Torino, i professori Gianluigi Bacchetta e Raimondo Ciccu, dell’Università di Cagliari, il dr. Maurizio Costa della società Criteria S.r.l. leader in Sardegna nel campo dell’Ingegneria naturalistica, il dr. Tommaso Rossi presidente della SIMAM S.p.A. azienda leader in campo nazionale nel trattamento delle acque. giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 61 Carbonia ed Iglesias, si sta avviando verso la sua realizzazione, dato che, completato l’iter di caratterizzazione ambientale, le discariche minerarie sono state restituite al territorio. Ricordo a chi mi legge che l’Ecoparco, nell’idea dei nostri Club, dell’Amministrazione Provinciale di Carbonia Iglesias, dell’Amministrazione Comunale di Carbonia e del Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna, che l’hanno sposata e fatta propria, dovrà essere la sede di un Centro di Alta Formazione finalizzato allo studio ed alla sperimentazione di modelli multidisciplinari e nuove tecnologie finalizzati al recupero e valorizzazione del patrimonio archeo-industriale. L’ECOCAMPUS, pur nelle sue dimensioni temporali e numeriche ridotte, è stato dai nostri Club ideato come il primo germe del futuro Centro di Formazione. I nostri giovani ospiti hanno certamente potuto apprezzare la bellezza dell’incontaminato scenario naturale in cui è inserito il villaggio di Rosas e l’altrettanto splendido panorama della costa del Sulcis che si gode dall’alto della discarica di Serbariu e, da quanto ci hanno detto al termine dell’EcoL’ECOCAMPUS si collega strettamente Campus, tornano a casa contagiati dal mal al progetto “ECOPARCO” che, dopo la di Sardegna. consegna al Comune di Carbonia delle idee Ma il loro lavoro non è ancora finito. Inprogettuali scaturite dal Concorso di Idee organizzato dal nostro Club e dai Club di fatti, gli elaborati grafici e le schede realiz- Ai seminari della mattina, tenutisi per 11 giorni al villaggio minerario di Rosas e per 3 giorni al Centro Italiano di Cultura del Carbone a Serbariu, si sono affiancati gli workshop di progettazione serali, in cui i giovani professionisti si sono confrontati con i tutor e gli stessi docenti, in vivaci e creativi momenti di riflessione e di progettazione. Un ringraziamento tutto particolare deve essere rivolto all’arch. Maria Irene Cardillo, al prof. Mario Grosso ed all’amico Luis Martins per il prezioso coordinamento didattico degli workshop di progettazione. Di particolare interesse sono stati i tre giorni trascorsi a Serbariu, che si sono sviluppati contemporaneamente ed in collegamento televisivo a circuito chiuso con l’undicesimo meeting del Consiglio d’Europa per l’implementazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Gli workshop pomeridiani si sono svolti nelle bellissime aule dell’AUSI a Serbariu e sul campo consentendo ai giovani professionisti di effettuare sopralluoghi di lavoro presso la Grande Miniera di Serbariu e presso la vicina discarica, in cui dovrebbe sorgere l’Ecoparco. 62 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 zate dai giovani professionisti sotto la guida dei docenti e dei tutor verranno successivamente completati e raccolti in una pubblicazione dal titolo Modelli e strategie multidisciplinari di riqualificazione ecosostenibile del patrimonio minerario del Sulcis Iglesiente. La pubblicazione sarà articolata in due sezioni: una prima sezione in cui i docenti, in collaborazione tra loro, formuleranno un complesso di linee guida per la valorizzazione delle aree minerarie basate su alcuni capisaldi fondamentali: l’uso dei materiali naturali per la stabilizzazione dei pendii, la loro rivegetazione, l’utilizzo, dove possibile, della fitodepurazione per il risanamento delle acque superficiali e di falda, il rispetto e l’applicazione dei princìpi e delle linee guida della Convenzione Europea del Paesaggio, e, in ultimo, l’approccio alla musealizzazione di tale aree secondo le metodologie adottate per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. La seconda sezione si fonderà sul lavoro dei giovani professionisti che hanno partecipato al Campus, illustrato sotto forma di schede progettuali e di elaborati grafici, in cui si svilupperanno due case history: il percorso di valorizzazione della discarica Serbariu, fino alla realizzazione dell’Ecoparco ed ulteriori sviluppi della valorizzazione del villaggio minerario di Rosas, che troveranno il loro compendio nello sviluppo di un modello di messa in rete dei due siti. La pubblicazione verrà presentata in un convegno programmato a Carbonia per il prossimo inverno presso il Centro Italiano di Cultura del Carbone. La ragione profonda per cui i nostri Club si sono impegnati nella realizzazione di questo progetto risiede nel fatto che l’eredità lasciata dall’attività mineraria è un patrimonio inalienabile della Sardegna, come riconosciuto dall’UNESCO, ed i nostri Club vogliono dare il loro contributo, perché questo patrimonio venga trasmesso alle giovani generazioni non come lo scomo- do residuo di un passato lontano ed irripetibile, ma come una civiltà, un’identità, ed una fondamentale fonte di sviluppo per il territorio. L’eredità materiale ed immateriale che ci viene tramandata è una risorsa che la nostra terra non può trascurare e lasciar decadere. Inoltre, è proprio la cultura mineraria per il suo stretto rapporto con l’ambiente e con il trattamento dei materiali la base da cui si può far nascere una nuova cultura della tutela ambientale, basata sul recupero e sul riciclaggio dei materiali abbandonati. Prima di chiudere la descrizione di questa bellissima esperienza, vorrei ringraziare tutti gli sponsor che hanno sostenuto con il loro importante contributo la realizzazione del campus: la Provincia di Carbonia Iglesias, con il suo presidente Tore Cherchi, il Comune di Carbonia ed il suo sindaco Giuseppe Casti, storico partner delle nostre iniziative a favore del territorio del Sulcis, il Comune di Narcao, con il suo sindaco Gianfranco Tunis, splendido ospite del Campus, il Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna, con l’amico Nino Granara, che da anni ci affianca e ci sostiene nelle nostre iniziative di valorizzazione del patrimonio ex minerario della Sardegna. Lascio per ultimi quelli che sono stati più vicini alla nostra commissione nel suo duro lavoro, il nostro Governatore Daniela Tranquilli, che ci ha fatto pervenire lungo tutto lo sviluppo del progetto il suo sostegno, prima a parole e poi nei fatti, i ragazzi dell’AEGEE, colonne dell’organizzazione del Campus ed immancabili presenze nelle nostre numerose riunioni, i ragazzi del Rotaract, come sempre generosamente pronti a seguirci nelle nostre avventure, e lasciatemi stringere in un abbraccio fortissimo Michele e Roberto, che hanno condiviso con chi Vi scrive ogni passo di questo faticoso ma esaltante cammino. ■ giugno 2012 — Rotary Club Cagliari 63 Benvenuto ai nuovi soci GIANFRANCO DOTTA ALBERTO LAI MICHELE MARINI Nato a Cagliari il 12 gennaio 1949. Maestro di Sport in ruolo dal 1 gennaio 1972. Ha svolto attività di grande rilievo tecnico nello sport, impegnato in ruoli molto importanti conseguendo risultati di altissimo rilievo in campo nazionale ed internazionale. Allenatore delle Squadre Nazionali della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) dal 1982; responsabile del Settore Velocità e Staffette e in seguito dei “Progetti Speciali” Settore Velocità Nazionale, è stato per quattordici anni docente ai Corsi Federali per la formazione degli allenatori dal primo livello alla specializzazione. Questo intenso operare gli ha consentito di far ottenere ai propri atleti, in competizioni agonistiche della massima importanza, ottimi premi: 1°, 2°, 5° e 8° posto ai Campionati Europei; 4° Campionati del mondo indoor; 3° Universiadi. Con la staffetta nazionale: 3° e 5° Campionati del Mondo, 5° Olimpiadi, 3° e 3° Campionati Europei, 1° e 2° Coppa Europa e 11 Titoli Italiani Assoluti. Inoltre, come preparatore atletico della squadra Juve Caserta ha contribuito in modo determinante alla vittoria, nel 1991, del Campionato Italiano di Basket; altre numerosi successi hanno riportato pugili da lui preparati in campionati d’Italia e d’Europa e giovani tennisti in campionati italiani individuali e di doppio. Ha conseguito il brevetto di pilota per aerei da turismo. Presidente Associazione Sportiva Dilettantistica ATHLON. Nato a Cagliari il 1 febbraio 1964. Laureato nell’Università cittadina in Medicina e Chirurgia nel 1990; specializzato nel 1994 in Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Ufficiale Medico di complemento, poi Ufficiale del Corpo Militare della Croce Rossa (ora con il grado di Capitano). In forza a questo Corpo ha partecipato ad attività istituzionali per la formazione del personale, ed a missioni di supporto in sede nazionale. In numerose occasioni ha preso parte ad interventi in campo internazionale a sostegno delle popolazioni vittime della guerra ed anche, in ausiliarietà alle Forze Armate Nazionali e della N.A.T.O., in teatri di guerra balcanici e mediorientali (Albania, Kosovo, Iraq, Uganda). Nel 1992 inizia la carriera ospedaliera a Isili, Carbonia, Iglesias (ospedali Traumatologico e Pediatrico) e dal 1999 al Presidio Ospedaliero SS. Trinità di Cagliari presso l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione. Esperto di cure intensive pediatriche dedica la maggior parte della sua attività professionale alla cura dei piccoli pazienti sia all’interno dell’ospedale, come anestesista presso la chirurgia pediatrica e il dipartimento per le diagnostiche per immagini, sia come collaboratore delle cliniche universitarie pediatriche e dell’Assistenza Domiciliare Integrata per la presa in carico e la cura dei bambini che necessitano di cure palliative, ventilazione meccanica e supporti vitali intensivi domiciliari. Dal 2000 è Medico del servizio di Elisoccorso S.A.R. – H.E.S.M. della Centrale Operativa del 118 di Cagliari. Dal 2011 è docente della Scuola di Specializzazione in pediatria dell’Università di Cagliari. Autore di diverse pubblicazioni e comunicazioni scientifiche; ha svolto numerose relazioni congressuali a livello nazionale su argomenti inerenti la sua specializzazione; ha illustrato sovente l’attività svolta a livello internazionale per la Croce Rossa. Ha sposato la dott.sa Antonia Piccioni, insegnante. Hanno un figlio, Matteo, di 14 anni. È un appassionato lettore e quando l’intensa attività professionale glielo consente, un altrettanto appassionato viaggiatore. Nato a Cagliari il 14 gennaio 1970. Ha conseguito il diploma di Ragioniere commerciale. Successivamente ha seguito uno stage di Formazione Professionale presso la scuola di impresa IPSOA gestione risorse umane. Consulente del Lavoro iscritto all’Albo dei Consulenti della Provincia di Cagliari. È amministratore della società “Studio Marini SRL” agenzia del lavoro iscritta al relativo Albo Informatico. Ha maturato pluriennale esperienza professionale in attività di consulenza ed organizzazione per Enti/Società pubblici e privati, e, in particolare, operando negli ambiti di: Consulenza Gestionale, Amministrativa e Contabile per Associazioni di coltivatori diretti delle province di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e della Regione; Associazione Commercianti della Provincia di Cagliari e suoi iscritti; clienti del proprio studio; Consulenza Organizzativa con progettazione di strutture e organigrammi aziendali e funzionigrammi, selezione personale, analisi bilanci aziendali, formulazione di strategie alternative ed altri specifici interventi che i limiti di questa nota non consentono di meglio specificare. Consulenza finanziaria per Enti Locali con redazione di piani socio-economici, piani di sviluppo locale e di sviluppo integrato territoriale. Senza addentrarci in una specifica elencazione dei lavori compiuti si può indicare che ha, in qualità di legale rappresentante della Sirconsul S.r.l., svolto incarichi di assistenza tecnica e supporto a valere su Leggi Regionali, Nazionali e Comunitarie per iniziative di grande rilevo che hanno interessato, tra gli altri, i Comuni di Armungia, Ballao, Castiadas, Domus de Maria, Muravera, Nuxis, Olbia, San Vito, Villaputzu e diverse associazioni fra taluni di questi enti. È sposato con la sig.ra Eleonora Fini ed hanno due figli: Giuseppe e Chiara. 64 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 COMMISSIONI ANNO 2012–2013 AMMINISTRAZIONE DEL CLUB Presidente coordinatore: Paolo PICCALUGA E-mail: [email protected] PROGETTI DI SERVIZIO Presidente coordinatore: Giovanni BARROCU E-mail: [email protected] COMUNICAZIONE PROGRAMMI Marinella FERRAI COCCO ORTU E-mail: [email protected] COMPONENTI: Guido Chessa Miglior, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Gaetano Giua Marassi, Caterina Lilliu, Pasquale Mistretta, Paola Piras AZIONE INTERNAZIONALE PRESIDENTE: Giovanni BARROCU E-mail: barrocu@tiscali COMPONENTI: Angelo Aru, Giulia Casula, Angelo Deplano, Alessio Grazietti, Franco Passamonti, Lucia Pagella, Giorgio Sanna RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI PRESIDENTE: Michele ROSSETTI E-mail: [email protected] COMPONENTI: Paola Dessì, Salvatore Fozzi, Giampaolo Piras EVENTI SPECIALI Luigi PUDDU E-mail: [email protected] COMPONENTI: Stefano Liguori, Guido Maxia, Stefano Oddini Carboni, Alessandro Palmieri, Marco Rodrigues, Giulia Vacca Cau RAPPORTI CON I MEDIA PRESIDENTE: Giovanni SANJUST DI TEULADA COMPONENTI: Francesco Birocchi, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Luigi Puddu PRESIDENTE: PRESIDENTE: ASSIDUITÀ E AFFIATAMENTO PRESIDENTE: Giuseppe CASCÌU E-mail: [email protected] COMPONENTI: Angelo Deplano, Massimo Frongia, Antonio Lenza, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Alessandro Palmieri RIVISTA E BOLLETTINO DEL CLUB PRESIDENTE: Lucio ARTIZZU E-mail: [email protected] COMPONENTI: Francesco Birocchi, Salvatore Fozzi, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giovanni Sanjust di Teulada SITO WEB DEL CLUB Michele ROSSETTI E-mail: [email protected] COMPONENTI: Francesco Birocchi, Caterina Lilliu, Roberto Nati PRESIDENTE: EFFETTIVO Presidente coordinatore: Cecilia ONNIS E-mail: [email protected] AMMISSIONI, CLASSIFICHE E SVILUPPO DELL’EFFETTIVO PRESIDENTE: Rafaele CORONA COMPONENTI: Giovanni Barrocu, Ugo Carcassi, Piergiorgio Corrias, Salvatore Ferro, Gaetano Giua Marassi INFORMAZIONE E FORMAZIONE ROTARIANA PRESIDENTE: Angelo CHERCHI E-mail: [email protected] COMPONENTI: Lucio Artizzu, Salvatore Fozzi, Marcello Marchi, Roberto Nati, Paolo Piccaluga, Gian Paolo Ritossa SVILUPPO DELLA COMUNITÀ Aspetti Culturali (Rotary per la Città) PRESIDENTE: Michele PINTUS E-mail: [email protected] COMPONENTI: Ercole Bartoli, Guido Chessa Miglior, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Marcello Marchi, Maria Luigia Muroni, Lucia Pagella SVILUPPO DELLA COMUNITÀ Ambiente, Territorio, Ecoparco PRESIDENTE: Mario FIGUS E-mail: [email protected] COMPONENTI: Angelo Aru, Ambrogio Atzeni, Ginevra Balletto, Maurizio Boaretto, Antonio Pillai, Giorgio Sanna, Antonio Scrugli SVILUPPO DELLA COMUNITÀ Aspetti Sanitari PRESIDENTE: Giuseppe MASNATA E-mail: [email protected] COMPONENTI: Efisio Baire, Carlo Carcassi, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cocco, Ulisse Figus, Giorgio La Nasa, Salvatore Lostia di Santa Sofia SVILUPPO DELLA COMUNITÀ Aspetti Sociali PRESIDENTE: Giorgio LA NASA E-mail: [email protected] COMPONENTI: Michele Bajorek, Carlo Carcassi, Mario Graziano Figus, Gaetano Giua Marassi SVILUPPO DELLA COMUNITÀ Prevenzione Tossicodipendenza PRESIDENTE: Maria Pia LAI GUAITA E-mail: [email protected] COMPONENTI: Michele Bajorek, Gianfranco De Gesu, Paola Dessì, Ulisse Figus, Gaetano Giua Marassi Presidente coordinatore: Ettore ATZORI E-mail: [email protected] NUOVE GENERAZIONI Presidente coordinatore: Antonio CABRAS E-mail: [email protected] ROTARACT LASIC E-mail: [email protected] COMPONENTI: Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Paola Giuntelli Pietrangeli PRESIDENTE: Riccardo RYLA Enzo PINNA E-mail: [email protected] COMPONENTI: Giuliano Frau, Andrea Lixi, Cecilia Onnis, Paola Piras PRESIDENTE: SCAMBIO GIOVANI Francesco STAFFA E-mail: [email protected] COMPONENTI: Ezio Castagna, Vincenzo Cincotta, Salvatore Ferro, Cecilia Onnis PRESIDENTE: Pier FONDAZIONE ROTARY Presidente coordinatore: Salvatore FOZZI E-mail: [email protected] FONDO PERMANENTE E PolioPlus PRESIDENTE: Salvatore FOZZI E-mail: [email protected] COMPONENTI: Lucio Artizzu, Antonio Cabras, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Alberto Lai, Marcello Marchi, Luigi Puddu BORSE DI STUDIO Ex BORSISTI, ALUMNI (GSE) SCAMBIO DI GRUPPI DI STUDIO PRESIDENTE: Antonio CABRAS E-mail: [email protected] COMPONENTI: Flavio Carboni, Giuseppe Fois, Giampaolo Piras, Pier Francesco Staffa giugno 2012 — Rotary Club Cagliari Le riunioni del Club Rotariani in visita: il prof. Vadim Panov del RC di San Pietroburgo. 1° DICEMBRE Presiede: MICHELE ROSSETTI Assemblea Ordinaria n. 2 del Club per Elezione Presidente 2013/2014 e Consiglio Direttivo 2012/2013. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori, Efisio Baire, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Flavio Carboni, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Lino Cudoni, Gianfranco De Gesu, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Caterina Lilliu, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Antonio Scrugli, Pierfrancesco Staffa. Ospiti del Club: Alberto Villasanta (socio onorario). 22 DICEMBRE Presiede: MICHELE ROSSETTI Cena degli auguri Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Efisio Baire, Michele Bajorek, Berto Balduzzi, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Giovanni Maria Campus, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Mario Giovanni Carta, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Gianfranco De Gesu, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Paola Dessì, Paolo Fadda, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Enzo Ferraris, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Paola Giuntelli, Alessio Grazietti, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Luigi Lepori, Andrea Lixi, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Guido Maxia, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust, Pier Francesco Staffa, Giulia Vacca Cau. Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, M. Grazia Atzori, Giulia Baire, Mariuccia Balduzzi, Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, Laura Cadeddu, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus, Maria Vittoria Carcassi, Haydee Casciu, Giulietta Casciu, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Germana Cudoni, Paola Deplano, Maria Gabriella Ferraris, Pietrina Ferro, Antonella Figus, Lina Fois, Franca Fozzi, Rossana Grazietti, Luisanna Giua Marassi, Paola Lasic, M. Rosaria Lenza, Ginetta Lepori, Lia Lixi, Bruna Loddo, Mariangela Manunza, Tiziana Masnata, M. Vittoria Maxia, Mariella Mistretta, Gabriella Olla, Patrizia Palmieri, Giovanna Passamonti, Maria Teresa Piccaluga, Barbara Pinna, Marina Pintus, Loredana Piras, Giuseppina Ritossa, Diana Rodriguez, M. Grazia Rosella, Maura Rossetti, Elisabetta Sanjust Sono presenti in sala i coniugi: Antonello Cau, Giacomo Damele, Michele Pietrangeli. Ospiti del Club: l’ing. Giorgio Bognin, Padre Salvatore Morittu, il prof. ing. Fabrizio Pilo, il pianista Renato Sellani con la consorte Anna Maria Vasta, il consigliere regionale Claudia Zuncheddu. Rotaract: il presidente dott. Nicola Satta, Sara Lucchi, Sara Pintus, Alessandro Coa. Scambio Giovani: Gimena Cruz Saladino, Nola Lee Heyes, Suzanne Richelle Kanavell. Ospiti dei soci: di Piergiorgio Corrias il figlio prof. Paolo Efisio, di Enzo Ferraris la nipote 15 DICEMBRE Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatori: MARIA PIA LAI GUAITA e Don MARIO CUGUSI: “La famiglia oggi – ancora il fondamento della società?” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giovanni Maria Campus, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Salvatore Lostia di S. Sofia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Stefano Oddini Carboni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa. Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus, Giulietta Casciu, Maria Rosaria Corona, Lina Fois, Maria Teresa Lostia, Giovanna Passamonti, M. Teresa Piccaluga, Marina Pintus, Maura Rossetti. Rotaract: Antonello Fiori, Francesca Fiorilla, Sara Pintus. Ospiti dei soci: di Silvano Costa l’ing. Gino Caproni. 65 dott.ssa Angela Maria Grosso; di Salvatore ferro il figlio Enrico; di Enzo Pinna il dott. Michele Marini con la consorte sig.ra Eleonora; di Alessandro Palmieri la figlia Valentina col coniuge ing. Raoul Cadeddu; di Marcello Caletti il dott. Giovanni Caria e la sig.ra Iole, il dott. Carlo Spano e la sig.ra Rosi, il geometra Giovanni Olivas e la sig.ra Giovanna; di Luigi Lepori l’ing. Emanuele Corona con la consorte sig.ra Ginetta; di Giovanni Sanjust la cognata sig.ra Anna Pascarella Sanjust. Rotariani in visita: dott. Luciano Di Martino – R.C. Cagliari Est; la dott.ssa Luisa Sanjust – R.C. Roma Colosseo. 12 GENNAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Assemblea n. 3 di metà anno, nel corso della quale il Presidente del Club, i Presidenti delle Commissioni e i Coordinatori hanno fatto il punto sull’attività del Club e sullo stato dei diversi progetti. Il tesoriere ha illustrato l’andamento del bilancio. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Giovanni Maria Campus, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giovanni Sanjust. 19 GENNAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Riunione in Interclub con R.C. Carbonia e R.C. Iglesias Argomento della serata: “Macchina del Paesaggio ed Eco-Campus: idee per la valorizzazione del Patrimonio archeoindustriale”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Paola Giuntelli, Riccardo Lasic, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Margherita Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, 66 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Paola Dessì, Marina Pintus. Ospiti del Club: l’on. ing. Salvatore Cherchi, Presidente della Provincia Carbonia-Iglesias; l’on. dott. Gianfranco Tunis, Sindaco di Narcao; il col. Giovanni Rossitto (Comandante 1° Reggim. Corazzato di Teulada), socio onorario del R.C. Carbonia; il dott. Maurizio Saba, Assessore all’Urbanistica di Carbonia; il dott. Franco Manca, Assessore all’Ambiente del Comune di Carbonia; l’ing. Giorgio Bognin, direttore operativo della Ligestra, società del gruppo Fintecna; il prof. Erminio Ariu, corrispondente di Rai Sardegna per il Sulcis Iglesiente; il dott. Francesco Pinna, giornalista dell’Unione Sarda; i giovani dell’AEGEE (Associazione degli Stati Generali degli Studenti Europei); il presidente Ouswana Diewg, Marco Pischedda e Martina Littera, rotaractiana del club di Quartu S.E. e Claudia Secci; il dott. Nicola Satta presidente e Antonello Fiori vicepresidente del Rotaract Cagliari. Ospiti dei soci: di Silvano Costa l’ing. Gino Caproni. Rotariani in visita: il prof. Vadim Panov del RC di San Pietroburgo. 26 GENNAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Commemorazione del socio ANTONIO ROMAGNINO Interventi dei soci: UGO CARCASSI, MARCELLO MARCHI, GIOVANNI SANJUST, RAFAELE CORONA. L’attrice ISELLA ORCHIS ha letto alcune pagine tratte dalle opere di A. Romagnino Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Flavio Carboni, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giovanni Sanjust, Giorgio Sanna. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Giulietta Casciu, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Lina Fois, Franca Fozzi, Maria Rosaria Lenza, Marina Pintus, Maura Rossetti, Elisabetta Sanjust. Ospiti del Club: la sig.ra Anna Maria, vedova di Antonio Romagnino, le figlie Carla con i figli Alessandro e Michele Capra, e Ludovica con il marito Angelo Porru; l’attrice Isella Orchis; l’ing. Silvia Scanu dell’E-Club Rom@it. Ospiti dei soci: di Salvatore Fozzi il dott. Carlo Figari; di Michele Pintus il dott. Cesare Saliu, coniuge di Isella Orchis. 2 FEBBRAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: l’ing. MARCELLO DEPLANO: “Lo sviluppo di Energie Rinnovabili visto da un cagliaritano che opera in Polonia” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Paolo Desogus, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Alessio Grazietti, Gaetano Giua Marassi, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Salvatore Lostia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Guido Maxia, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Marco Rodriguez, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Haydee Casciu, Antonella Cherchi, Paola Deplano, Lia Lixi, Maria Vittoria Maxia. Ospiti dei soci: di Paolo Desogus il dott. Alberto Lai. 9 FEBBRAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: dott. GIANFRANCO DE GESU: “Carceri tra realtà e pregiudizi: il caso Sardegna” Sono presenti I soci: Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Gianfranco De Gesu, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Gianpaolo Ritossa, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: M. Vittoria Carcassi, Giulietta Casciu, Lia Lixi, Marina Pintus Ospiti dei soci: di Enzo Pinna il dott. Michele Marini. Ospiti del Club: l’avv. Rita Dedola, assistente del Governatore e il dott. Alberto Lai. 16 FEBBRAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Visita del Governatore DANIELA TRANQUILLI FRANCESCHETTI Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Berto Balduzzi, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giovanni Maria Campus, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Mariuccia Balduzzi, Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus, Haydee Casciu, Giulietta Casciu, M. Rosaria Corona, Paola Deplano, Paola Dessì, Pietrina Ferro, Lina Fois, Paola Lasic, M. Rosaria Lenza, Mariangela Manunza, Mariella Mistretta, Patrizia Palmieri, Giovanna Passamonti, M. Teresa Piccaluga, Diana Rodriguez, Maura Rossetti. Sono presenti in aula i coniugi: di Paola Giuntelli: il dott. Michele Pietrangeli. Ospiti dei soci: di Mario Figus: l’on. ing. Angelo Cherchi; di Marcello Marchi: la sorella sig.ra Cecilia Ospiti del Club: il comandante Guido Franceschetti, consorte del Governatore, nonché socio fondatore e Past President del R.C. Roma Monte Mario; il Segretario Distrettuale per la Sardegna, nonché Governatore Nominato per l’anno 20132014, avv. Pier Giorgio Poddighe; il Segretario Distrettuale per Roma e Lazio e Coordinatore Attività Governatore arch. Italo Melanesi; il Tesoriere Distrettuale Laura Capuzzo Dolcetta; l’assistente del Governatore avv. Rita Dedola; il Presidente del Rotaract dott. Nicola Satta; il vicepresidente del Rotaract dott. Antonello Fiori. 23 FEBBRAIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Evento: “Rotary Day” – Interclub tra i Rotary Club Cagliari, Cagliari Anfiteatro, Cagliari Est, Cagliari Nord, Cagliari Sud, Quartu S. Elena. Il nostro socio FRANCESCO BIROCCHI ha illustrato i traguardi raggiunti dal Rotary nella lotta alla Poliomielite ed ha delineato un quadro degli interventi, attuali e futuri, del Rotary e dei vari club in campo sanitario. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Efisio Baire, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Maurizio giugno 2012 — Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Flavio Carboni, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Massimo Frongia, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Andrea Lixi, Salvatore Lostia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Guido Maxia, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Stefano Oddini Carboni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Giulia Baire, Elia Maria Cabras, Laura Cadeddu, Luisella Castagna, Antonella Cherchi, Franca Cincotta, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Maria Rosaria Lenza, Tiziana Masnata, Maria Vittoria Maxia, Marina Pintus, Loredana Piras, Maura Rossetti. Ospiti dei soci: di Paolo Ciani l’ing. Carlo Maccioni con la signora Piera; di Marcello Marchi la sorella sig.ra Cecilia; di Michele Rossetti il figlio Davide. Rotaract: il vice-presidente Antonello Fiori e la past-president Paola Carcassi. Scambio Giovani: Nola Lee Heyes e Suzanne Richelle Kanavell. 1 MARZO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: la prof.ssa MARIA LETIZIA PRUNA, docente di Sociologia Economica e del Lavoro dell’Università di Cagliari: “Monotonia portami via. Quale futuro per i giovani” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Pier Giorgio Corrias, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, M. Vittoria Carcassi, M. Rosaria Corona, Maria Corrias, Paola Deplano, Lina Fois, Lia Lixi, Marina Pintus. Rotaract: Claudia Puddu. 8 MARZO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: prof.ssa MARIA CORONA CORRIAS: “La Questione Femminile oggi” Rotary Club Cagliari Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giov. Maria Campus, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Pier Giorgio Corrias, Lino Cudoni, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Enzo Pinna, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus, M. Rosaria Corona, M. Grazia Figus, Luisanna Giua Marassi, Mariella Mistretta, Gabriella Olla. Ospiti del Club: l’assistente del Governatore avv. Rita Dedola. Ospiti dei soci: di Pier Giorgio Corrias l’avv. Marino Cotti con la consorte avv. Marinella Dore Cotti, la dott.ssa Maria Laura Mossa Nuti, il dott. Francesco Sette e la consorte dott.ssa Anna Maria Garau, il prof. Giovanni Corona e la consorte dott.ssa Fernanda Levanti; di Guido Chessa Miglior il dott. Gianluigi Ferrero con la consorte Maria Grazia e la figlia di Guido Valentina. 15 MARZO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: dott. MARIO MARIANI, fondatore di The Net Value, consigliere delegato per l’innovazione e ricerca di Confindustria Sardegna Meridionale e già amministratore delegato di Tiscali Italia: “L’Information & Communication Technology come opportunità di creazione di impresa”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Giov. Maria Campus, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Pier Giorgio Corrias, Silvano Costa, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Andrea Lixi, Salvatore Lostia di S. Sofia, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Enzo Pinna, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu. Ospiti del Club: la co-istruttrice distrettuale e socia del R.C. Sanluri Medio Campidano Orsola Altea. Ospiti dei soci: di Salvatore Fozzi il rag. Michele Marini. 67 22 MARZO Presiede: MICHELE ROSSETTI “Il Sindaco risponde” – Il sindaco di Cagliari, MASSIMO ZEDDA, ha risposto alle domande dei soci del club relative ai programmi dell’Amministrazione Comunale e/o a problemi della città di interesse generale. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Ercole Bartoli, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Giov. Maria Campus, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Paola Giuntelli, Alessio Grazietti, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Giovanni Sanjust, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Mirella Campus, Haydee Casciu, Giulietta Casciu, M.Rosaria Corona, Maria Corrias, Lina Fois, Lia Lixi, Patrizia Palmieri, Marina Pintus, M. Grazia Rosella. Sono presenti i coniugi: di Paola Giuntelli il dott. Nicola Pietrangeli. Ospiti dei soci: di Enzo Pinna il dott. Michele Marini. Ospiti del Club: l’avv. Rita Dedola, assistente del Governatore e il dott. Alberto Lai. 29 MARZO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: prof. GIORGIO LA NASA: “Le origini dell’uomo” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Giovanni Barrocu, Ercole Bartoli, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Giov. Maria Campus, Carlo Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artiz- 68 Rotary Club Cagliari — giugno 2012 zu, M. Vittoria Carcassi, Rossana Cocco, M. Rosaria Corona, Paola Deplano, Elisabetta La Nasa, Gabriella Olla, Maria Teresa Piccaluga, M. Grazia Rosella. Ospiti dei soci: di Francesco Birocchi il dott. Bepi Anziani, di Alberto Cocco Ortu il figlio Giovanni, di Marinella Ferrai Cocco Ortu il figlio avv. Francesco. 12 APRILE Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: ALESSIO GRAZIETTI, direttore della Sogaer: “L’aeroporto di Cagliari: strumento di crescita per l’Isola” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Carlo Carcassi, Giovanni Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Paolo Desogus, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Alessio Grazietti, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Salvatore Lostia di S. Sofia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Michele Marini, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, M. Rosaria Corona, Marina Pintus, M. Grazia Rosella. 19 APRILE Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: dott. RAFAELE CORONA: “Considerazioni su Etica ed Economia”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Salvatore Fozzi, Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Alessio Grazietti, Giorgio La Nasa, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Michele Marini, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Maria Corona, Elisabetta La Nasa, M. Grazia Rosella, Elisabetta Sanjust. Ospiti del Club: Peter Ziegler, del R.C. di Berna Ospiti dei soci: di Rafaele Corona la figlia avv. Elisabetta col coniuge avv. Enrico Salone. 26 APRILE Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: prof. GIANNI LOY, docente di diritto del lavoro presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Cagliari: “Gli attuali interventi in materia di mercato del lavoro”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Giovanni Maria Campus, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Michele Marini, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Andrea Rusconi, Pier Francesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Antonella Cherchi, Elisabetta La Nasa. Ospiti del Club: Giacomo Bertocchi del club Moscow-Porkovka, la violinista Anna Tifu con i genitori Ospiti dei soci: di Enzo Pinna e Michele Marini il dott. Giuseppe Scura, segretario del R.C. Ca/Nord; di Piergiorgio Corrias il figlio avv. Massimo. 3 MAGGIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Tavola rotonda organizzata dalla nostra socia, prof.ssa MARIA PIA LAI GUAITA, sulla “Droga e l’età dell’adolescenza”. Sono intervenuti i soci dott.ssa PAOLA DESSÌ, dott. MAURO ROSELLA e il socio onorario padre SALVATORE MORITTU. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Efisio Baire, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Andrea Lixi, Salvatore Lostia, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli, Pier Francesco Staffa Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Maria Pia Ciani, M. Rosaria Corona, Lina Fois, Lia Lixi, Maria Teresa Lostia, Marina Pintus, Maura Rossetti. Ospiti del Club: l’Assistente del Governatore Rita Dedola. Ospiti dei soci: di Rafaele Corona la nipote Giuseppina; di Marcello Marchi la sorella Cecilia. 10 MAGGIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatori: il regista dott. ANTONELLO GRIMALDI e il componente del CdA dott. GIOVANNI FOLLESA: “Il Cinema: occasione di sviluppo per la Sardegna” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Giorgio La Nasa, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust, Pier Francesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Giulietta Casciu, M. Rosaria Corona, Maria Grazia Figus, Maria Grazia Rosella Ospiti del Club: i componenti della Sardegna Film Commission: il presidente dott. Antonello Grimaldi e i componenti dott. Giovanni Follesa e il dott. Filippo Spina, figlio di un socio e past president Franco Spina; signora Rosanna Castangia, vice presidente e signor Gianni Cesaraccio. 17 MAGGIO Presiede: MICHELE ROSSETTI Relatore: dott. GIOVANNI OLLA: “La lunga storia del processo breve” Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Stefano Liguori, Marcello Marchi, Michele Marini, Pasquale Mistretta, Giovani Olla, Cecilia Onnis, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Pier Francesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Giulietta Casciu, M. Rosaria Corona, Lina Fois, Gabriella Olla, Giovanna Passamonti. Ospiti dei soci: di Giovanni Olla la figlia avv. Marina e il prof. Paolo Corrias, figlio del nostro socio Piergiorgio Corrias. ■ ROTARY INTERNATIONAL – DISTRETTO 2080 ITALIA ROTARY CLUB CAGLIARI ORGANIGRAMMA DEL CLUB Anno Rotariano 2012 / 2013 Presidente Mauro MANUNZA E-mail: [email protected] Presidente uscente Michele ROSSETTI E-mail: [email protected] Presidente eletto Francesco BIROCCHI E-mail: [email protected] Vice Presidente Paolo RITOSSA E-mail: [email protected] Segretario Michele BAJOREK E-mail: [email protected] Tesoriere Salvatore FERRO E-mail: [email protected] Prefetto Lino CUDONI E-mail: [email protected] Consiglieri Maria Pia LAI GUAITA E-mail: [email protected] Caterina LILLIU E-mail: [email protected] Maria Luigia MURONI E-mail: [email protected] Enzo PINNA E-mail: [email protected]