giugno 2012
Periodico del Rotary Club Cagliari
Distretto 2080
• End Polio Now!
• Un anno di
feconda attività
• Ricordi di
A. Romagnino
e G. Lilliu
• Problemi della donna
Sommario
Rotary Club Cagliari
Periodico del Rotary Club Cagliari
Distretto 2080
Anno di fondazione 1949
n. 3/4
giugno 2012
Pubblicazione riservata
ai soci Rotariani
Direttore responsabile:
Lucio Artizzu
Comitato di redazione:
Salvatore Fozzi,
Mauro Manunza,
Marcello Marchi,
Giovanni Sanjust
Segretaria di redazione:
Anna Maria Muru
Autorizzazione
del Tribunale di Cagliari
n. 171 del 18 agosto 1965
Obiettivi rotariani per il nuovo anno –
Grazie alla collaborazione di tutti – Michele Rossetti
Programma del nuovo presidente – Mauro Manunza
Una conquista del Rotary per i bambini del mondo
– Francesco Birocchi
Formiamo i giovani leader – Enzo Pinna
La “Questione femminile”, oggi – Maria Corona
Incontro con suor Anna – Giovanni Sanjust
Il Rotary e il Buon Pastore – Paolo Ritossa
L’esperienza femminile della droga
– Maria Pia Lai Guaita
Antonio Romagnino visto da vicino – Ugo Carcassi
Antonio Romagnino – Rafaele Corona
Ricordo di Giovanni Lilliu – Marcello Marchi
Il Gotico a Cagliari – Michele Pintus
Riferimenti nei vangeli e nelle parabole di Gesù
– Antonio Lenza
Breve storia di una lunga vita – Marcello Marchi
La Marmora: storia di un premio – Salvatore Fozzi
MusiKaralis 2012 – Giuseppe Masnata
L’Ecocampus, Scuola di vita – Mario Figus
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3
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Benvenuto ai nuovi soci
Commissioni anno 2012-2013
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LE RIUNIONI
Le presenze
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Progetto grafico e impaginazione
Bruno Pittau – www.brokenart.org
fotografie:
Archivio Rotary e soci del Club
Sardegna Digital Library
http://www.sardegnadigitallibrary.it/
Stampa e allestimento:
Grafica del Parteolla, Dolianova (CA)
_____________________________
Le opinioni espresse negli
articoli firmati impegnano
esclusivamente i loro autori.
Hanno collaborato a questo numero:
Francesco Birocchi • Ugo Carcassi • Angelo Cherchi
Maria Corona • Rafaele Corona • Mario Figus • Salvatore Fozzi
Maria Pia Lai Guaita • Antonio Lenza • Mauro Manunza
Marcello Marchi • Giuseppe Masnata • Enzo Pinna
Michele Pintus • Paolo Ritossa • Michele Rossetti • Giovanni Sanjust
in copertina: Cagliari, Torre dell’Elefante con la proiezione del logo End Polio Now
in quarta di copertina: Cagliari, veduta aerea del quartiere di Castello
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Rotary Club Cagliari
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LE NOSTRE PROSPETTIVE
Obiettivi
rotariani per
il nuovo anno
C
Il nuovo Segretario Generale, John
HEWKO, ha elencato i cinque temi prioritari, che costituiranno la guida nello svolgimento delle attività rotariane nel corso
dell’anno.
portare a termine l’eradicazione della polio. Inoltre,
l’eventuale nostro successo costituirà la base
per la prossima iniziativa globale che il Rotary dovesse decidere
di
intraprendere
qualsiasi essa sia.
Comunque, le recenti
notizie sono molto importanti: il Rotary ha
raccolto la somma di 200
milioni di dollari necessaria per pareggiare la sfida lanciata dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. Inoltre, un’ulteriore somma di
50 milioni di US dollari legata alla battaglia contro la poliomielite è stata resa direttamente disponibile dalla medesima
Fondazione. Molto eccitante è stata la notizia della scomparsa della polio dal territorio dell’India, molto probabilmente dovuta al nuovo vaccino anti polio. Queste
recenti informazioni sono molto importanti, ma non debbono abbassare il livello della nostra battaglia perché la gara intrapresa è ancora da vincere.
La prima priorità è rappresentata
dalla POLIO PLUS, con la quale si riafferma l’impegno assunto dal Rotary di
La seconda priorità è rappresentata
dall’attuazione del piano Strategico del
Rotary Internazionale e dall’introduzione
on il primo luglio
prende inizio il
nuovo anno
rotariano,
con nuovi
eccitanti programmi.
In occasione dell’Assemblea Internazionale dedicata alla formazione finale dei Governatori subentranti, tra
cui il nostro carissimo
Governatore Silvio Piccioni, le Autorità Rotariane
hanno presentato diverse importanti novità.
Il subentrante Presidente Internazionale, il giapponese SAKUJI TANAKA, ha
presentato il tema dell’anno, semplice ma
di straordinario effetto:
La Pace attraverso il servizio
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
definitiva del piano di Visione futura della
Rotary Foundation il nuovo modello delle
sovvenzioni della Fondazione Rotary. L’attuazione del piano di Visione futura porterà all’attuazione di impegni nelle note sei
aree di intervento, accrescendo notevolmente l’immagine del Rotary e delle sue attività, portando considerevoli vantaggi anche ai Club e ai Distretti.
ed importante per le nuove generazioni. Il
Consiglio Centrale ha sviluppato piani
triennali su misura regionale, tenendo conto delle diverse specifiche necessità, che
comportano la disponibilità di social media, la estensione degli e-club e la flessibilità in termini di assiduità.
Infine, la quinta priorità riguarda l’assistenza umanitaria che deve essere potenziata e posta tra le più elevate a livello
mondiale, in virtù del nostro diffuso potenziale, dovuto al numero di un milione e
duecento mila soci.
La terza priorità consiste nella creazione di uno strumento on line, chiamato Rotary Club Centrale. Lo strumento permette
l’analisi on line delle migliaia di progetti di
servizio che i club attuano ogni anno, valutando la validità delle attività dei Club, dei
L’attivazione delle cinque priorità porDistretti e delle zone rotariane.
terà notevoli benefici al distretto e a tutti i
club del distretto.
La quarta priorità concerne l’effettivo,
■
cercando di rendere il Rotary più attraente
Jean e Paul Harris nella loro casa, Comely Bank, dicembre 1942
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Rotary Club Cagliari
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Un anno denso di progetti
Grazie alla
collaborazione di tutti
Michele Rossetti
razie! È quanto sento di dover dire
al termine di questa bellissima, vorticosa esperienza che è stato l’anno
di presidenza del Rotary Club Cagliari.
Un anno denso di progetti, di impegno,
di soddisfazioni; un anno il cui ricordo resterà come uno dei più intensi ed appaganti della mia vita.
Grazie a tutti i soci, per la benevolenza,
l’amicizia e la disponibilità dimostrate nei
miei confronti.
Grazie ai presidenti ed ai componenti delle diverse Commissioni del Club che si sono
spesi per la realizzazione dei progetti, sottraendo tempo al lavoro, alla famiglia e qualche volta impegnandosi anche economicamente per il raggiungimento dell’obbiettivo.
G
Grazie agli amici del Consiglio Direttivo, per avermi affiancato nella amministrazione del Club, perdonando le mie
mancanze, come solo i veri amici sanno fare. Maria Luigia Muroni, impareggiabile
segretario, Ninni Cabras, Mauro Manunza,
Salvatore Fozzi, Salvatore Ferro, Paolo
Ciani, Geppi Cocco, Paola Dessì, Mario Figus e Roberto Nati mi hanno dimostrato
vera amicizia ed affetto. L’aiuto concreto
ed i preziosi consigli di Salvatore Ferro e di
Salvatore Fozzi sono stati poi per me un insostituibile sostegno.
Grazie alla Assistente del Governatore,
Rita Dedola, consigliera discreta e costante, prezioso aiuto nel lavoro a favore del
Rotary.
Concerto MusiKaralis, Raykhana Dairbekova, presidente del RC Moscou-Pokrovka
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
I 90 anni di Ugo Carcassi
Grazie al Governatore del Distretto, Daniela Tranquilli Franceschetti, per il supporto, l’entusiasmo e l’amicizia dimostratami, forse anche in ricordo della bella amicizia rotariana che intercorse tra suo padre e mio
suocero, a testimonianza che, nel Rotary, i rapporti si
trasmettono e permangono al susseguirsi delle generazioni.
Un grazie, non meno importante, agli altri Presidenti dei Rotary Club dell’area di Cagliari: Graziano
Sanna, Vincenzo Carrozza, Giovanni Duni, Anna Maria Bonomo, Rossella Ricciardi. Ci ha uniti, quest’anno, uno splendido rapporto di amicizia e di voglia di
agire insieme, che ha fatto sì che i Club, riuniti nel
Coin, siano riusciti a svolgere congiuntamente azioni
importanti, quali la realizzazione di un pozzo d’acqua
in Guinea Bissau, e la proiezione del logo “End Polio
Now” sulla Torre dell’Elefante nella notte del 23 febbraio di quest’anno, in occasione del Rotary Day, accompagnata da una serata interclub con oltre 230 persone tra soci, ospiti ed autorità.
È consuetudine dei presidenti uscenti, alla fine dell’anno rotariano, fare, sulle pagine di questa nostra
bella rivista, una sorta di riepilogo di quanto è stato
fatto dal Club, un piccolo bilancio consuntivo.
Scrivo queste righe all’inizio del mese di giugno,
con una quantità di progetti ancora in corso di realiz-
zazione particolarmente elevata, perché il nostro è un sodalizio che, grazie alle capacità e
professionalità dei soci, riesce a
far fronte a una mole di lavoro
impressionante. Ho ancora nelle orecchie la frase dettami dal
Governatore Daniela Tranquilli, nel corso della sua visita, dopo aver sfogliato il libro, appositamente predisposto, con il
programma del Club: «Avete un
numero di progetti enorme, ma
riuscirete a realizzarli?». Nell’occasione, conscio del valore
dei soci, risposi, deciso: «Sì».
A meno di un mese dal termine del mandato possiamo essere orgogliosi per essere riusciti ad avviare pressoché tutti i
programmi, e per averne portato a conclusione la gran parte.
Nella tradizione del Club
poi, così come, nel corso di quest’anno abbiamo portato a conclusione progetti ereditati da
annate precedenti, altri, nati
quest’anno, troveranno compimento con le prossime presidenze, con la ruota del Rotary
che gira in continuazione e
scandisce il succedersi degli avvenimenti.
Scrivo queste righe mentre è
in corso di svolgimento l’EcoCampus, uno dei progetti più
impegnativi, anche economicamente, di quest’annata rotariana e, credo, uno dei progetti più
rilevanti mai tentati nell’ambito
dei Club: 24 giovani laureati italiani e stranieri, con 20 docenti
di livello internazionale (tra i
quali ben 5 sono soci del nostro
Club), si sono applicati nell’arco
di 15 giorni e per oltre 85 ore di
seminari e workshop, realizzando non solo alta formazione nelle nuove generazioni ed uno
scambio di esperienze interna-
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Rotary Club Cagliari
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La riunione dedicata al libro Ladri di uomini
zionali, ma anche idee per la riqualificazione del territorio del Sulcis-Iglesiente.
Credo che dobbiamo essere tutti riconoscenti a Mario Figus, ideatore, anima e
realizzatore, insieme all’amico Roberto
Monticelli, del RC Carbonia, dell’evento,
coadiuvati dai giovani dell’AEGEE Cagliari.
Scrivo queste righe il giorno dopo il
successo del Torneo di Burraco, organizzato, a favore della eradicazione della Polio, con impegno e abnegazione non comuni, da Ninni Cabras, grazie alla disponibilità e generosità di Paola Giuntelli, nella
splendida cornice dell’Hotel Flamingo di
Santa Margherita di Pula, con la collaborazione dell’Associazione Burraco Cagliari
e di Lilli Balletto: abbiamo parlato di Rotary e di lotta alla Polio a 260 persone, abbiamo raccolto fondi per la campagna PolioPlus ed abbiamo, tramite una lotteria,
raccolto una cifra importante da destinare
al Distretto 2070, a favore dei terremotati
dell’Emilia, rispondendo così, forse per
primi, all’appello del Governatore del nostro Distretto.
Ma, mentre scrivo, mi vengono in mente i tanti progetti realizzati nell’anno, ad
iniziare dal concerto MusiKaralis, magistralmente reso realtà da Giuseppe Masnata e Luigi Puddu, che ha visto oltre 700
spettatori al Teatro Massimo, praticamente
al completo, per ascoltare giovani talenti,
moscoviti e sardi, e dare il loro contributo
a favore della campagna regionale per la
prevenzione delle malattie congenite, campagna, condivisa dai Rotary Club della
Sardegna, in corso di realizzazione in questo mese di giugno.
Il nostro ringraziamento deve anche andare ad Anna Tifu, che si è prestata a fare
da madrina e da ospite d’onore della serata.
E la presenza dei nostri amici moscoviti
è stata anche l’occasione per concretizzare,
attraverso l’opera di Giovanni Barrocu, il
gemellaggio tra il nostro Club ed il RC Moscou-Pokrovka, e gettare le basi per importanti sviluppi internazionali per la
campagna di prevenzione delle malattie
neonatali.
Mi perdoneranno i soci se, pur evidenziando che le diverse attività del Club so-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
La visita del Governatore Daniela Tranquilli
no naturalmente il frutto dell’impegno di
più persone, riunite nelle diverse Commissioni, non vi è qui materialmente lo spazio
per nominarle tutte. Debbo però sottolineare la disponibilità e la generosità di
Margherita Mugoni e Marcello Marchi, a
favore del concerto, così come quella di
Alessandro Palmieri, non solo con i saggi
della Scuola di Danza Atena, ma anche
con l’aiuto dato al Club in termini di impegno personale.
Parlando poi di Giuseppe Masnata non
possiamo dimenticare quanto da lui fatto,
anche quest’anno, per il tramite di Vela Solidale, per i bambini e i ragazzi portatori di
handicap.
E nominando Giovanni Barrocu non si
può dimenticare il progetto Alla ricerca dei
dispersi e dei caduti sardi nella campagna
di Russia (1941-43), ideato con Angelo Deplano e portato avanti con gli amici del
Club Moscou-Pokrovka.
Michele Bajorek ha poi continuato, anche quest’anno, nel programma Sangue,
salute per chi lo dona, vita per chi lo rice-
ve, coinvolgendo un numero particolarmente elevato di Istituti Scolastici.
I progetti Per una Nuova Vita, seguito
da Paolo Piccaluga, e Oasi di San Vincenzo, curato da Ninni Giua, hanno completato l’attività nel sociale, così come l’indagine sulla percezione della droga da parte
dei giovanissimi, condotta da Maria Pia
Lai Guaita, ha completato l’impegno del
Club nella prevenzione delle tossicodipendenze.
Quando queste righe saranno pubblicate sarà probabilmente giunto a conclusione
il lavoro per dotare la Basilica di Santa
Croce di pannelli esplicativi in italiano ed
inglese, seguito da Marinella Ferrai Cocco
Ortu, così come dovrebbe essere in via di
completamento la realizzazione del nuovo
portone in bronzo per la chiesa di San Lucifero, diretta da Michele Pintus, programma pluriennale, per il quale, dato l’impegno economico, da diversi anni vengono
accantonati, nel bilancio del Club, dei fondi finalizzati, e che è quindi frutto del lavoro di diversi presidenti del Club.
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Rotary Club Cagliari
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Gita di affiatamento al villaggio di Rosas
A favore delle nuove generazioni si sono
impegnati, con le loro Commissioni, Cecilia Onnis, Enzo Pinna e Franco Staffa: sono stati organizzati ben due RYLA (una
eredità dell’anno precedente), anche grazie
all’impegno di Maria Luigia Muroni; abbiamo ospitato due ragazze statunitensi
nell’ambito dello scambio giovani ed abbiamo selezionato sei giovani per lo scambio del prossimo anno; non abbiamo certo
trascurato i giovani del Rotaract e siamo
stati da loro ricambiati con la collaborazione e l’aiuto prezioso nelle più diverse iniziative.
Abbiamo poi avuto la soddisfazione di
assegnare il XXVI Premio La Marmora.
Ma la vita del Club non è fatta solo di
progetti, per quanto importanti: è incentrata molto sul piacere di stare insieme,
sulla frequentazione e l’amicizia tra i soci,
sull’interesse per la riunione settimanale.
L’assiduità anche quest’anno è cresciuta di qualche punto percentuale, a dimostrazione del nostro star bene insieme, e sicuramente per merito dell’impegno della
Commissione Programmi, presieduta da
Caterina Lilliu, e che ha avuto come sede
permanente la casa di Rafaele e Rosellina
Corona.
Grazie anche all’impegno di Piergiorgio
Corrias, Pasquale Mistretta e Paola Piras
abbiamo avuto riunioni incentrate su conversazioni interessanti.
Per ricordarne solo alcune: la tavola rotonda Ladri di uomini, con la presenza di
molte autorità, la visita del Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che si è sottoposto
alle domande dei soci, la serata con il Comandante della Legione Carabinieri Sardegna, gen. Luigi Robusto.
Inoltre le tante riunioni dedicate al tema prescelto: “La Sardegna ed il mondo
del lavoro”, nelle quali abbiamo parlato di
diritto, di turismo, di artigianato, di ICT,
di cinema, di sindacato e di quant’altro ci
potesse indicare prospettive ed opportunità per lo sviluppo della nostra Isola. Non
abbiamo del resto trascurato le conversazioni tenute dai nostri soci, svolte con passione, competenza e capacità.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Gita di affiatamento al villaggio di Rosas
In svariate occasioni abbiamo ospitato
nel Club diverse autorità civili e militari, e
per questo il ringraziamento va a Paola
Dessì.
Lino Cudoni, pur tediato da problemi
di salute, ha poi, con la sua Commissione,
organizzato alcune occasioni per stare ulteriormente insieme tra noi, contribuendo
così all’affiatamento.
Da ultimo, se le considerazioni qui
espresse possono essere lette, bisogna ringraziare tutta la redazione di questa splendida rivista, diretta da Lucio Artizzu, rivista che rappresenta anche la memoria storica della attività del Club, dei soci e della
loro vita anche personale.
Termino ringraziando coloro che, indicandomi alla presidenza del Club, mi hanno dato la possibilità di vivere questa magnifica avventura, nella speranza di non
averli delusi.
Grazie a tutti,
Michele
P.S.
Un grandissimo grazie a mia moglie
Maura, meravigliosa compagna di vita e
prezioso aiuto nel mio impegno nel Rotary.
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Rotary Club Cagliari
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Le nostre vie d’azione
Programma del
nuovo presidente
Mauro Manunza
l Rotary è una grande
macchina che consente di elaborare e
sviluppare idee, progetti
e azioni di carattere
umanitario. Il Rotary è
quindi uno strumento,
non un fine. Il fine è l’efficacia delle idee e delle
azioni, di cui sono protagonisti le donne e gli uomini che si servono di
un’organizzazione sempreverde ed energicamente in crescita – forte
di un’ultracentenaria
esperienza – in un mondo che va arricchendosi di svariatissime altre forme concrete di solidarietà. La ragione della vitalità rotariana è insita nella parte nobile dell’animo umano, quella predisposta alla generosa attenzione nei confronti del prossimo e che cerca di avere il
sopravvento sull’altra parte, quella che sostiene invece le innate ragioni dell’egoismo
legate al naturale istinto di sopravvivenza.
Il Rotary chiede solo di agire al di sopra degli interessi personali, quindi quella del rotariano è una scelta di razionalità capace di
prevalere su residui impulsi ancestrali.
Nessun’altra ragione può spiegare – né giustificare – l’adesione al Rotary International, che persegue la strada della pace universale attraverso lo sguardo verso l’altro.
L’altro è chi ci sta vicino o lontano e che
umanamente deve esserci caro. Caro significa gradito, oggetto di affetto; e il suo sostantivo è carità, che vuol dire per l’appunto affetto. La carità è benevolenza, atten-
I
zione nei confronti di chi
è più sfortunato e disagiato di noi: di chi è derelitto, chi è povero, chi
non ha mezzi per sopravvivere, chi ha sete e chi
ha fame, chi è ammalato,
chi è oppresso dalla
guerra, dall’intolleranza
e da qualsiasi forma di
odio, sopraffazione, arroganza, cinismo, egoismo. La carità è amore
per chi soffre, e non necessariamente nelle aree
maggiormente depresse e
maltrattate del mondo,
ma anche nei luoghi più opulenti, magari
dietro casa nostra. L’attenzione verso l’altro significa accorgersi del misero, del disadattato, del rifiutato, dello sbandato, dell’immigrato deluso, del malato, del carcerato, di chi non trova speranze, di chi rischia d’inselvatichirsi e di chi è già indurito e asociale, fattosi nemico di una società
che non è in grado di guardare l’altro e vederlo come persona “cara”.
Sono fermamente convinto che la carità
nei termini laici (il latino caritas, in greco
agape) così come nelle sottolineature religiose (l’evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso”, o “Deus caritas est”) sia il
fondamento del pensiero rotariano, come
del resto suggeriscono le quattro domande
che siamo invitati a porci ogni giorno e le
cinque principali vie d’azione che dobbiamo
cercare di conseguire attraverso i nostri programmi. L’attenzione verso l’altro – la carità
– è insomma il motore dallo spirito rotaria-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
no che 107 anni fa animò Paul Harris, tanto
da essere diventato il codice etico della più
vasta associazione umanitaria del mondo.
Vorrei quindi che sul concetto di carità
(nel senso più largo possibile della parola)
si concentrasse in modo particolare la riflessione del nostro Club, del quale mi avete consegnato la guida morale per l’entrante anno rotariano. Una scelta forse troppo
fiduciosa, per me grandemente preoccupante e per voi densa d’incognite – le stesse di cui avverto il peso della responsabilità, ricordando una celebre frase di Napoleone: «Non ci sono cattivi reggimenti, ma
solo colonnelli incapaci».
Ma sono anche io fiducioso. La mia fiducia ha radici nella natura di questo Club,
che ritengo straordinario per la straordinarietà delle persone che lo animano: predisposte all’altruismo e al desiderio di opera-
re, unite dall’amicizia. Voglio sottolineare
questa parola, amicizia, perché credo sia il
punto-cardine del Club: di questo Club.
Amicizia significa conoscenza, stima reciproca, sincera collaborazione, condivisione
di angoli visuali; è quindi lo spirito portante, il carburante di ogni nostra attività – che
possa arrivare in porto o che si riveli irraggiungibile. Anche per questo (oltre che per
l’esperienza e la sua ben nota disponibilità)
ho chiesto a Paolo Ritossa di assistermi come vice-presidente, ricordando come il sentimento dell’amicizia avesse informato lo
spirito della sua presidenza, solo pochi anni
fa. Ha risposto sì, e mi ha incoraggiato convincendomi che la guida del Club non può
essere rifiutata, perché fa parte dell’impegno rotariano. Del resto, come osservava
Cesare Pavese, non ci si libera di una cosa
evitandola ma soltanto attraversandola.
■
Paul Harris nel suo ufficio presso la sede del Rotary, 1945
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Rotary Club Cagliari
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Il Rotary vince la polio
Una conquista del Rotary
per i bambini del mondo
Francesco Birocchi
utti i rotariani del mondo lo sanno e
ne vanno fieri. La sfida alla Poliomielite, lanciata più di 25 anni fa,
è quasi vinta. E il merito è, certo, di chi ha
voluto e lanciato questa campagna, di chi
ha mosso e diretto la macchina imponente e
l’ha condotta in porto, ma è anche di quel
milione e 200 mila persone di ogni parte del
mondo che attraverso il Rotary ed i suoi
33.000 Club hanno contribuito a raccogliere le somme ingenti che sono state
spese: dal 1985 più di un miliardo di dollari.
Nel 1965 i casi di Poliomielite nel mondo erano 350 mila all’anno e interessavano
125 paesi.
Oggi la Polio può considerarsi ancora
endemica solo in quattro paesi: Afghanistan, India, Nigeria e Pakistan. Nell’ultimo anno sono stati rilevati in totale appe-
T
na 410 casi e in India neppure un caso dal 13
gennaio 2011.
Il 23 febbraio scorso è stato celebrato il
107° anniversario della fondazione del Rotary. E non c’era modo migliore per celebrarlo che verificare sul campo i risultati
concreti prodotti dagli ideali di Paul Harris
condivisi e praticati da milioni di rotariani.
“Servire ad di sopra di ogni interesse personale” è il motto e i rotariani lo hanno
messo in pratica.
La Polio Plus è stata una delle operazioni più importanti, ampie ed efficaci che
siano mai state organizzate in campo sanitario nel mondo. Il Rotary è stato il motore
di questa operazione, fianco a fianco con
Nazioni e prestigiosi ed importanti organismi internazionali. L’Organizzazione mondiale della sanità, innanzitutto (WHO,
12
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
World Health Organization), che è l’Agenzia dell’ONU per la salute, il cui obiettivo è
il raggiungimento del livello di salute più
alto possibile per tutte le popolazioni, con il
completo benessere fisico, mentale e sociale
di tutti gli abitanti del pianeta. È stata proprio l’Assemblea mondiale della sanità ad
approvare, nel 1985, la risoluzione per il
lancio dell’iniziativa globale per l’eradicazione della Polio, partita effettivamente
tre anni dopo, nel 1988. E poi hanno aderito il CDC (Centers for disease control end
prevention) l’organizzazione degli Stati
Uniti per il controllo e la prevenzione delle
malattie e l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni
Unite per l’infanzia.
Il programma Polio Plus è universalmente riconosciuto come un modello di
riferimento nell’ambito della cooperazione
tra pubblico e privato per il perseguimento
di obiettivi umanitari: un altro obiettivo
raggiunto.
L’idea viene da lontano. Nel 1978, il
Board del R.I. approvò il progetto di una
massiccia campagna di vaccinazione da affiancare al programma EPI (Enhanced Program of Immunization), il Programma
avanzato di immunizzazione che la WHO
aveva avviato quattro anni prima, aggiun-
gendo la vaccinazione antipolio alla lista
delle vaccinazioni consigliate durante il primo anno di vita dei bambini (Morbillo,
Tetano, Difterite, Pertosse e Tbc). Il programma però non contemplava vaccinazioni
di massa e prevedeva per la Polio la somministrazione di un’unica dose di vaccino.
Fu Albert Sabin, lo scopritore del vaccino contro la Poliomielite, ad insistere sulle
vaccinazioni di massa, le sole che si sono
dimostrate in grado di interrompere la circolazione uomo-ambiente-uomo del virus
poliomielitico.
Così l’anno successivo, il 1979, la Convention rotariana di Roma, su proposta di
Sergio Mulitsch di Palmenberg, del club
Treviglio e Pianura Bergamasca, decise che
i due maggiori obiettivi da realizzare nell’ambito dei programmi 3H (Hunger, Humanity, Health) dovessero essere: combattere la fame nel mondo e debellare la polio.
Una richiesta pressante giunse dai Rotary delle Filippine, perché in quel paese il
virus colpiva duro. La risposta del club
italiani fu immediata. L’organizzazione fu
diretta con grande energia da Sergio
Mulitsch di Palmenberg. Non fu facile. Non
bastava lanciare una raccolta di fondi.
Bisognava scegliere i vaccini, mettere a
giugno 2012 —
punto il programma di somministrazione, predisporre gli
imballaggi adatti per la conservazione dei farmaci a bassa
temperatura, organizzare la
spedizione ed il trasporto, trovare persone preparate per gestire la distribuzione.
Ma la caparbietà e anche le
capacità professionali dei rotariani dei 24 club aderenti al
programma non si fermarono di
fronte alle difficoltà. In poco
più di un anno furono inviati
nelle Filippine e in India, Paesi
colpiti da violente epidemie,
due milioni di dosi di vaccino
OPV (Vaccino antipolio orale).
All’Operazione Filippine seguì l’iniziativa in Marocco dove
vennero inviate 3 milioni di dosi
di OPV. Il piano fu approvato
nel febbraio del 1982 dal Consiglio Generale del R.I. E dalla
Rotary Foundation e fu battezzato “Polio Plus”.
I Rotary della Sardegna non
si tirarono indietro. Nell’anno
rotariano 1982-83 il Rotary Club
Cagliari (presidente il cavaliere
del lavoro Franco Trois) contribuì con l’invio in Marocco di
70 mila dosi di vaccino. Ma da
allora tutti i sei Club dell’area
cagliaritana (Cagliari Est, Cagliari Nord, Quartu SE, Cagliari
Sud e Cagliari Anfiteatro) hanno
sempre contribuito generosamente alla campagna, distinguendosi nell’ambito del Distretto.
Non solo con la raccolta fondi ma anche cooperando attivamente alla campagna, in alcuni
casi anche con concrete azioni
di volontariato sul campo.
È con grande soddisfazione
dunque che la sera del Rotary
day, all’imbrunire, tutti hanno
potuto vedere la Torre dell’ele-
Rotary Club Cagliari
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fante, uno dei monumenti simbolo di Cagliari, illuminarsi con il messaggio “End Polio Now”.
Il contributo finanziario del Rotary International
ha superato complessivamente il miliardo di dollari. Il
risultato è stato raggiunto grazie anche alla sfida stimolante della “Bill e Melinda Gates Foundation”: la
cui cospicua donazione a favore del progetto Polio Plus
è stata raddoppiata in tre anni dalla Rotary Foundation. Obiettivo raggiunto (e con qualche mese di anticipo) nel gennaio scorso.
La soddisfazione è grande ma il Rotary non si fermerà. Deve intanto portare a termine la campagna e
poi altre sfide importanti attendono. Il 7 novembre
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Rotary Club Cagliari
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scorso, in occasione di un incontro nella
sede dell’UNICEF Italia, il Governatore
Daniela Tranquilli ha confermato l’impegno del Distretto 2080 a sostegno della lotta alla malaria in Guinea Bissau.
Già lo scorso anno il Distretto 2080 ha
sostenuto il lavoro dell’UNICEF in Guinea
Bissau, contribuendo ai programmi di prevenzione della malaria con la donazione di
6.000 zanzariere trattate con insetticida a
lunga durata.
Le risorse che i Club del Distretto riusciranno a mobilitare nel 2012 saranno destinate alla diagnosi e alla cura della malaria
tra i bambini, con la fornitura di test rapidi
per diagnosticare la malattia in poche ore,
la distribuzione di farmaci per la cura e la
formazione di personale sanitario.
L’impegno proseguirà anche nell’anno
sociale 2012-2013, come ha già anticipato il
Governatore eletto, Silvio Piccioni.
L’umanità è sull’orlo di una crisi globale e torna la paura delle malattie che pensavamo scomparse e che invece riemergono. Un rapporto del WHO ha dimostrato
che, dei 52 milioni di persone morte nel
mondo l’anno scorso, 17 milioni (inclusi 9
milioni di bambini) sono state uccise da
malattie infettive.
Malattie quali la Malaria e la Tubercolosi che un tempo sembravano essere state
debellate stanno tornando di nuovo a colpire con rinnovata ferocia. La malaria, in
particolare, sta diventando una delle principali minacce per la salute nel mondo di
oggi. Due miliardi di persone vivono a rischio di Malaria e ogni anno più di 500 milioni sono gli infettate dal parassita. Duetre milioni muoiono per questa malattia.
La Guinea Bissau è il sesto Paese al
mondo per la mortalità infantile. Un bambino su 5 muore prima del suo quinto compleanno per cause che potrebbero essere
prevenute o curate. La Malaria è una delle
cause principali di questa elevatissima
mortalità. Il Distretto 2080 ha accettato la
sfida.
La Guinea Bissau, questo piccolo e
poverissimo Paese dell’Africa Occidentale
che ha un milione e mezzo di abitanti, dove
la vita media non supera i 50 anni, è alle
prese con mille gravissimi problemi. Fra
questi vi è l’approvvigionamento idrico. I
Rotary della Sardegna si stanno mobilitando. In tempi brevissimi è stato realizzato
un pozzo nel villaggio di Tamara. Il progetto è stato condiviso ed attuato dai sei club
di Cagliari ed ora le donne del villaggio non
sono più costrette a percorrere chilometri a
piedi con le bacinelle sulla testa per procurarsi l’acqua potabile.
Un progetto di più vaste proporzioni,
che prevede la realizzazione di un acquedotto viene sostenuto da tutti i Club della
Sardegna ed è stato sottoposto al Distretto
per la condivisione.
Oltre a queste iniziative sarebbe giusto
non dimenticare i molti progetti sostenuti
dai Rotary di Cagliari per la salute, anche
in Sardegna. Basterà citare, come esempio,
la campagna di prevenzione delle malformazioni congenite, lanciata dal Rotary
Club di Cagliari e condivisa da tutti i Rotary dell’Isola. Nello spirito indicato dal
Presidente del Rotary internazionale,
Kalyan Banerjee: «migliorando noi stessi
miglioriamo l’umanità».
■
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
15
Importanza della comunicazione
Formiamo
i giovani leader
Enzo Pinna
princìpi e l’etica della leadership; l’importanza della comunicazione; la risoluzione dei conflitti e la mediazione; la fiducia in se stessi; i principi del senso civico
e della cittadinanza globale: punti fondamentali del comportamento rotariano nella
vita di tutti i giorni, rientrano nel programma strategico di formazione delle nuove
generazioni alla leadership. Non per caso la
commissione Ryla del nostro Club ha posto
questi temi alla base di un corso per la formazione di giovani leader, puntando in
particolare su un argomento di grande attualità: la deontologia.
I
La commissione è partita da un’analisti
dell’attuale condizione economica e sociale
del territorio, osservando come necessiti di
operatori che siano in possesso di adeguata
preparazione professionale e che possano –
in prospettiva – costituire un punto di riferimento per la società in generale. Per offrire un esempio di vita moralmente corretta, è evidente che non si può prescindere da
norme comportamentali di carattere etico
in ciascun ambito lavorativo; ed è altrettanto ovvio che la conoscenza di tali norme
debba precedere l’inizio dell’attività, per
poter essere poi affinata attraverso una costante formazione teorico-pratica. Il fine
ultimo è il perseguimento degli obiettivi
con trasparenza ed efficacia.
Si tratta purtroppo – in generale – di
norme comportamentali largamente e costantemente disattese, ed è soprattutto
questa la ragione di tanti effetti negativi
nel mondo lavorativo, compreso il graduale impoverimento delle corrette relazioni
interpersonali.
Pertanto, i punti principali presi in considerazione per il Ryla (Rotary Youth Leadership Awards, programma di formazione
rivolto a ragazzi di 14-18 anni e a giovani
dai 19 ai 30 anni) hanno riguardato la
deontologia e principi generali; i profili
nell’ambito delle arti e delle professioni
(autonome e subordinate, pubbliche e private, con particolare riferimento a quelle
che assumono un rilievo maggiore sotto il
profilo economico, sociale e culturale); la
deontologia nei rapporti con le istituzioni
pubbliche e private, gli organismi di controllo, gli organismi giudiziari; i conflitti e i
provvedimenti disciplinari; la casistica.
Intitolato I giovani e la deontologia nelle
professioni e diretto da Maria Luigia Muroni (segretaria del Club), il corso si è tenuto
il 23 e 24 marzo nella sala convegnistica dell’Archivio di Stato di Cagliari (messa a disposizione della past-president Marinella
Ferrai Cocco Ortu). Vi hanno partecipato
25 giovani diplomati, laureandi o laureati di
età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Le conversazioni sono state tenute da
relatori esperti, per la maggioranza rotariani: il magistrato Marcello Marchi ha illustrato i princìpi generali della deontologia;
l’ingegner Paolo Piccaluga (già alto funzionario della Saras) ha parlato della deontologia nell’ambito delle professioni private;
della deontologia nell’informazione si è occupato il giornalista Mauro Manunza, del
rapporto tra etica religiosa e politica sociale il giudice Rafaele Corona e l’avvocato
Alberto Cocco Ortu; la deontologia nell’ambito delle professioni pubbliche è stato
il tema del vice-prefetto Paola Dessì, men-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
tre l’avvocato Roberto Nati ha esposto una
sere di casi pratici relativi ai conflitti e ai
provvedimenti disciplinari, il magistrato
Giangiacomo Pisotti è entrato nel merito
degli organismi di controllo (con particolare riguardo a quelli giudiziari) e l’editore
Salvatore Fozzi ha chiuso con il determinante argomento dell’etica nel Rotary.
Si è trattato, in definitiva, di un’importante occasione per approfondire temi di
estremo rilievo ed attualità, che devono essere sempre presenti nel “modus operandi”
di ciascuno e soprattutto dei giovani che
intendono diventare nel prossimo futuro
dei leader.
■
A UGO CARCASSI RICONOSCIMENTO LIONS
l Lions Club Cagliari Host assegna an- ed i professori Mario Piga e Franco Pitnualmente il premio Maschera Punica zus, che lo ebbero come primo Maestro,
al personaggio sardo che con la sua affermatisi dopo come illustri primari e,
opera ha fatto onore alla Sardegna a li- seguendo il suo esempio, come validi dovello nazionale e mondiale. L’11 maggio centi, hanno riferito, in felice sintesi, l’inscorso è stato premiato il nostro carissi- tensa attività scientifica svolta, le espemo amico UGO CARCASSI. Nell’aula rienze internazionali, gli altissimi riconoconsiliare del Municipio affollata di Lio- scimenti, la partecipazione a società menisti, di molti soci del nostro Club e da diche a livello mondiale e gli incarichi ditanti medici che sono stati suoi degni al- rettivi in essa coperti e, da ultimo, la sua
lievi raccogliendo e sviluppando quanto passione per la storia della medicina che
da lui operato e trasmesso in sessantasei lo ha spinto ad essere autore di molti libri
anni di impegno accademico e scientifi- che hanno avuto grande successo.
co, il nostro socio, Paola Piras, VicesindaUgo Carcassi, anch’egli commosso per
co, gli ha consegnato la Maschera con
commosse espressioni di ringraziamento la stima e ancor più per l’affetto sincero
per un clinico illustre, che, per unanime che sentiva intorno a sé, ha ringraziato
considerazione, viene ritenuto un Mae- con estrema emozione avvertendo che la
memoria lo riportava indietro, ai ricordi
stro di Medicina.
dei tempi lontani del suo cammino. Ma,
Il Dottor Piero Loriga ha introdotto la subito ha voluto precisare che «la cultura
manifestazione illustrando il valore del non si ricorda. La cultura si fa» e che «con
premio e ha letto poi la motivazione del la costanza, la volontà, la voglia di fare arconferimento allo studioso che, specie riva il successo».
nei tre campi del favismo, della malaria e
Il Club è veramente lieto che il nostro
della talassemia, ha contribuito in modo
determinante ad accrescere il prestigio amico Ugo, il più anziano per età ma, non
della Sardegna creandovi un centro di ri- sembri un paradosso, tra i più giovani per
cerca internazionale. Il Prof. Guido Alber- vivacità di spirito, abbia, una volta ancoti, Presidente del Club ha, a sua volta, ra, ricevuto un prestigioso riconoscimenesposto la natura e le finalità del premio to dei suoi meriti.
I
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Una data da ricordare
La “Questione
femminile”, oggi
Maria Corona
8 marzo si è celebrata la giornata
della donna. Occorre distinguere la
vera Storia dalla leggenda. Sotto
l’egida dell’ONU in molti paesi è diventato
una festa nazionale, in altre realtà, ciò avviene in tono minore, ma le donne di molti
continenti, spesso divise da frontiere nazionali, e da differenze etniche, linguistiche,
culturali, economiche e politiche si riuniscono per ricordare un secolo di lotte per
l’eguaglianza, la pace e lo sviluppo. La data
è l’evento sono un falso storico. Come ha
scritto Repubblica il 6 marzo 1987 nella
cronaca, sollevando per prima il problema,
due storiche femministe Tilde Campomazza e Marisa Ombra non hanno trovato traccia nelle cronache e nei documenti dell’epoca del famigerato incendio. Neppure corrisponde al vero che la data sia sta scelta da
Clara Zetkin nella Seconda conferenza internazionale socialista del 1910. Altrove si è
parlato del 25 marzo del 1911. Ma a noi non
interessa risolvere il giallo, l’8 marzo è il
simbolo di un secolo di lotte al femminile.
Che senso ha parlare oggi della “questione femminile”. Non occorre elencare le
grandi donne a livello nazionale e internazionale che ricoprono ruoli in dicasteri importantissimi, dalla ministra Fornero, alla
Severino, alla Cancellieri, ma anche la presidente di Confindustria, la segretaria generale della CGL, la presidente del Fondo
Monetario Internazionale Cristine Lagarde, Angela Merk, Hilary Clinton ecc. ecc.
Donne che sono emerse esclusivamente in
base al merito personale. Sembrerebbe che
la lunga strada verso la parità sia stata ultimata, ma, non si deve guardare solo in alto. Il risultato e il privilegio di poche non
L’
deve farci dimenticare la condizione di tante altre, perché i giornali di questi giorni
sono pieni di dati sull’occupazione femminile in Europa, da cui risulta che non
ostante la diffusione della crisi in tutto il
continente, la situazione italiana è molto al
di sotto della media europea e per quanto
attiene alla Sardegna, nell’Iglesiente nella
notevole disoccupazione della popolazione
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
giovanile, di gran lunga la più estesa è
quella che riguarda le donne. Quindi ha un
senso, eccome, parlare ancora oggi della
“questione femminile”, perché ci sono tanti problemi irrisolti, ma, intendiamoci bene
il lavoro non è che uno dei tanti.
Come sempre occorre ripercorrere la
Storia di un fenomeno per comprenderlo a
fondo: quella recente e quella antica. Vista
la vastità del tema mi limiterò a suggerire
qualche spunto di riflessione adoperando
delle categorie interpretative che sono necessarie per porre un po’ d’ordine in questo
mare magnum. L’ingresso delle donne nella
politica italiana risale alla Costituente, e alle successive elezioni del 1948 che segnarono
l’estensione del suffragio alle donne. Gli
esponenti delle maggiori forze politiche a
cominciare da De Gasperi avevano molte
perplessità, sul voto femminile! Perché queste reticenze se non vere e proprie ostilità?
Le origini della misoginia occidentale
sono assai remote, bisogna risalire ad Adamo ed Eva, al modo Biblico Vetero-testamentario, perché da allora inizia le soggezione femminile nei confronti dell’uomo.
La differenza tra il I e il II capitolo della
Genesi (Genesi I, 26-29; II 7-24; III 15-16)
dove la contestualità della creazione e la
pari dignità, del primo viene completamente ribaltata a vantaggio dell’uomo nel
secondo, per non parlare della tentazione e
della caduta di Eva (III) con le sue disastrose conseguenze, per tutta l’umanità,
sancirono l’inferiorità femminile per millenni. Le citazioni di Gesù Cristo, in tutti i
Sinottici confermano la validità del I capitolo: «Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò». La
profonda rivoluzione operata da Gesù Cristo, non ha bisogno di molte parole (Giovanni è l’evangelista più sensibile su questo
problema, vedi l’episodio della Samaritana
e quello dell’adultera). Il Regresso di San
Paolo è stato spaventoso e totalizzante [I ai
Corinzi, 11. 1-6.; Colossesi 3.18-25: «mogli
siate sottomesse ai vostri mariti»; Efesini 5.
22-24 «Le mogli siano sottomesse ai propri
mariti come al Signore, poiché il marito è il
capo della moglie, come Cristo è il capo
Albrecht Dürer, Adamo ed Eva
della Chiesa. ... Ora come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli debbono sottomettersi in ogni cosa ai propri mariti»] ha impiegato secoli ad essere superato, quasi due millenni. Infatti è del 1993 la
Mulieris dignitatem sulla Dignità della
donna, con il papa Giovani Paolo II che
crede nel genio femminile e ad esso affida
l’umanità. Ma quanti sono i sacerdoti che
hanno recepito la lezione papale? Ben pochi. Si potrebbe pensare che l’attuale pontefice, il Papa teologo, abbia altre priorità,
ma nel commentare San Girolomo, il grande biblista traduttore della Vulgata, parlando del problema pedagogico e della responsabilità dei genitori afferma il dovere
alla promozione della donna a cui riconosce «il diritto a una formazione completa:
umana, scolastica, religiosa, e professionale [...] condizione di ogni progresso, di ogni
pace, di ogni conciliazione e di ogni esclusione della violenza». Siamo nel 2011. Le
due grandi tradizioni culturali dunque, di
cui siamo eredi la giudaico-cristiana e la
classica greco-romana convergono nei secoli per conculcare i diritti delle donne.
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
Donne nell’antica Grecia
Nella democratica Atene esistevano 4 tipi di donne. Il pensiero politico cerca di razionalizzare questa
situazione con Aristotele e la sua teoria della gerarchia
delle intelligenze, che è stata accettata sino al razionalismo del 1600 quando si ci rifiuta di aderire a qualunque affermazione che non sia verificabile dalla ragione. Anche nel mondo romano la feroce satira di Giovenale dimostra una misoginia diffusa, e se si trova affermata la dignità della matrona, è inconcepibile una
domina senza figli, e ancora le leggi Iulia et Papia, siamo al tempo di Augusto, stabilivano che la donna poteva essere libera dalla tutela se madre di tre figli, e di
quattro se liberta.
Ma si può obbiettare altre culture rivelano una diversa posizione della donna in Oriente, in Egitto, le donne
hanno gestito il potere. Ormai studi approfonditi hanno
rivelato l’inconsistenza delle ipotesi sul matriarcato: è
esistito nel mito e nelle leggende, ma quello che noi
chiamiamo matriarcato, o ginecocrazia, in alcune tribù
dell’Africa o tra gli aborigeni australiani, come hanno
dimostrato gli antropologi, altro non è che la trasmissione matrilineare del nome e di alcune proprietà, ma il potere, alcune prerogative religiose sono sempre esercitate
da un uomo sia pure nelle vesti di zio o di fratello della
donna. Il problema del potere femminile specialmente
del potere politico, è stato ed è ancora irrisolto perché,
19
spesso è stato mistificato; più facile la conquista del potere familiare e di quello economico. Soltanto nell’età moderna con la
consapevolezza e l’elaborazione
dei diritti umani, dei diritti naturali, con il razionalismo e il
giusnaturalismo troviamo la affermazione che l’uomo e la donna hanno la stessa natura umana, sono sostanzialmente uguali
e quindi la donna adeguatamente educata è in grado di fare tutto quello che fa l’uomo. Così ci
insegna nel milleseicento Poullain de La Barre, ponendo le radici del femminismo moderno.
Dopo la categoria del Genere
(in tutte le discipline, storiche
geografiche politiche sociologiche anche teologiche) l’Emancipazione (movimento riformista, che vuole modificare la
realtà attraverso conquiste graduali e parziali, per cui l’istruzione è lo strumento per la sua
fondamentale conquista che è la
parità) e la Liberazione (movimento essenzialmente rivoluzionario che vuole mutare una
realtà che è stata costruita dall’uomo e per l’uomo e propone
un nuovo umanesimo al femminile, donde in sostanza la parità
non interessa alle liberazioniste
che reputano la donna diversa
anche se non inferiore) costituiscono le due categorie interpretative dei principali filoni
del pensiero femminista: spiegano la realtà di un fenomeno
che ha dilaniato il neo femminismo contemporaneo fino
agli ultimi due decenni del ’900.
La teoria della differenza, rivela
tutta la sua pericolosità specialmente dove differenza significa ancora inferiorità. In Occidente le pari opportunità di oggi
sono il risultato del lento cam-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
mino verso la parità che è durato più di tre
secoli, con le sue conquiste graduali e parziali. Molto c’è ancora da fare; basti riflettere sulla nuova legge sulle quote rosa dei consigli di amministrazione, che impone 1/3 di
presenza femminile. Moltissime aziende, tra
cui le banche, cercano di rinnovare i propri
consigli di amministrazione, subito, per evitare per un lungo lasso di tempo di applicare la legge che entrerà in vigore dal prossimo
agosto. Si pensa di ridurre il numero dei
componenti dei Consigli per diminuire l’ingresso di molte facce nuove; ma la scoperta
più interessante è che manca il decreto attuativo per le aziende pubbliche. Come è
evidente grandi ostacoli si frappongono per
le pari opportunità anche in campo economico. Che il problema sussista e che abbia
attirato l’attenzione del legislatore è provato
dall’art. 51 della Costituzione dove, con legge del 30 maggio 2003 n. 1, è stata fatta una
integrazione. «A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari
opportunità tra donne e uomini». Le due
massime istituzioni lo Stato e la Chiesa sono
arrivate al terzo millennio per prendere atto
del problema e adeguarsi alla realtà.
Un accenno alla profonda diversità tra
l’Occidente e il mondo islamico; il ruolo della religione è imprescindibile, e non sono
soltanto gli integralisti islamici e i talebani a
destare le nostre preoccupazioni. Schirin
Ebadi Nobel per la pace, vale ancora la metà
di qualsiasi uomo iraniano, per la composizione penale o civile. Tanti esempi si potrebbero fare di palesi violazioni dei diritti umani, quasi tutti riguardanti le donne: il caso di
Saffila l’adultera che ha rischiato la lapida-
zione, come l’adultera del Vangelo. L’infibulazione tanto diffusa in Africa e le mutilazioni dei genitali. Ecco perché è stato determinante l’affermarsi dei diritti della persona,
del singolo nei confronti della famiglia o
delle tradizioni tribali! Tutti seguiamo con
interesse e siamo coinvolti negli aiuti benemeriti ai paesi più poveri, ma quanta consapevolezza abbiamo delle assurde torture e
discriminazioni a cui sono ancora sottoposte
le donne in nome di una affermata, talvolta anche in buona fede, identità. Proprio
in questi giorni è venuto alla ribalta il caso
del Nobel per la pace Aun San Suu Kyi la
leader della Birmania che ha lottato contro il
regime militare del suo paese, pagando con
il carcere la sua fede nella libertà e democrazia. Ecco quindi che la “questione femminile” si intreccia con il problema della libertà e della pace, oltre che della democrazia. Il mio cauto ottimismo in proposito, scaturisce da Internet, la comunicazione globale non può più essere controllata neanche
dal più occhiuto e repressivo regime politico.
E la fiducia è motivata dall’inevitabile
trionfo della parità nella democrazia.
Concludendo direi che: non ci può essere vera democrazia senza eguaglianza, ci può essere eguaglianza senza democrazia, su questo non vi è dubbio, anche se
nelle società chiuse, come ci ha dimostrato
il secolo breve appena trascorso, sono inevitabili le discriminazioni e la strada verso
la democrazia è ineludibile, proprio perché
risponde a questo diritto naturale fondamentale, come ci ha insegnato Alexis de
Tocqueville. Mi riferisco, all’uguaglianza
sostanziale, nei diritti e nelle opportunità.
■
PAOLO e FRANCESCA: No, non è un richiamo ai due
sventurati travolti da amore e passione cantati da Dante; se si
vuole restare nel campo della Commedia, si deve lasciare l’aura
nera che tormenta gli spiriti menandoli “di qua, di là, di giù, di su” e
giungere alla luce radiosa dell’Empireo per bearsi del sacro volo degli angeli dal volto di fiamma
viva, le ali d’oro, la figura bianca come la neve. Proprio di angeli in terra dobbiamo dire:
Paolo RITOSSA junior ha, dal 30 maggio, una sorellina,
FRANCESCA, che unirà i suoi strilli alla voce argentina di lui.
Ai bambini, ai genitori, Andrea e Camilla, ai nonni,
Paolo e Nella, nostri carissimi amici, tanti affettuosi auguri.
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Rotary Club Cagliari
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Una vita per i deboli
Incontro con
suor Anna
Giovanni Sanjust
er i rotariani è diventata la meta di
un appuntamento imprescindibile,
un momento di serenità in mezzo ai
bambini e ai ragazzi sottratti a famiglie disastrate e crudeli nei loro confronti, ma per
suor Anna Cogoni, da 44 anni suora della
Congregazione delle Figlie della Carità, è la
missione di una vita interamente dedicata
ad aiutare i deboli e gli indifesi, e a combattere gli egoismi della nostra Società:
l’Oasi di Terra Mala (Centro di accoglienza
Terra Mala), che ospita stabilmente 16 minori a rischio (8 bambini e 8 adolescenti).
Molti rotariani ricordano con commozione
il giorno in cui, in loro presenza, arrivò un
bambino di sei mesi abbandonato dalla
madre. Ora Francesco ha compiuto nove
mesi ed è diventato la mascotte della casa.
P
Suor Anna Cogoni è nata ad Arizzo ed
appartiene a una famiglia di 13 figli, otto
dei quali viventi. «Sono fiera delle mie origini barbaricine» – dice con orgoglio – ed è
entrata a far parte della Congregazione
delle Figlie della Carità di San Vincenzo
de’ Paoli a venti anni. I primi anni di insegnamento a Olbia e a Sassari, poi a Cagliari al “Carlo Felice” per dedicarsi al recupero dei ragazzini che non andavano a scuola
e venivano sfruttati nel lavoro nero. Questa
suora, un turbine sempre in movimento, ha
la rara capacità di accorgersi prima degli
altri di quali saranno i bisogni emergenti
nei piani bassi della nostra società. Negli
anni ’89-90, Madre Superiora all’asilo San
Giuseppe, crea un Centro di accoglienza
diurna per ospitare 40 minori di famiglie a
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
rischio che avevano interrotto gli studi dopo la licenza
media per insegnare loro il mestiere di operatore informatico. Superfluo aggiungere che in tutte le attività i
singoli compiti sono esercitati da educatori e psicologi.
Nel 1989 istituisce a Cagliari il Centro di accoglienza
San Vincenzo per ospitare in alcuni appartamenti donne maltrattate con bambini. Le donne venivano reclutate in gran parte dal marciapiede. Suor Anna, con padre Sergio Visca ed alcuni volontari, faceva una sorta
di ronda notturna. Non era facile avvicinarle, data
l’occhiuta vigilanza dei “protettori”. Ci riusciva la
suora consegnando loro un’immaginetta, che nascondeva però un numero telefonico. La prima ad appro-
fittare di questa possibilità è
stata una donna letteralmente
scappata dal recinto portuale
per sfuggire a coloro che volevano farla abortire.
Infine, da tredici anni, Terra
Mala. Un vasto appezzamento
di terreno incolto trasformato in
giardino, una casa dove sotto la
guida di padre Giovanni succeduto al co-fondatore padre Sergio, di due coniugi che hanno
scelto di vivere questa esperienza, di psicologi ed educatori,
trascorrono serenamente la loro
vita imparando un mestiere
(giardinaggio, disinfestazione,
informatica) otto bambini e otto
adolescenti. Tanti ragazzi, trovando un lavoro, si sono già inseriti pienamente nella Società.
«Quel che ci siamo sempre proposti – sottolinea suor Anna – è
restituire a ciascuno la propria
dignità, affrontando innanzitutto le nuove povertà». E proprio
a questo scopo suor Anna, precorrendo istituzioni, sindacati e
imprenditori, ha realizzato nei
giorni scorsi in città la prima casa per mariti divorziati o separati. È nota a tutti la loro situazione: costretti a lasciar la casa,
a versare con il loro misero stipendio gli alimenti alla moglie e
a garantire il necessario per l’educazione dei figli, non hanno
neppure i soldi per affittare una
stanza dove dormire.
Per sé non ha mai chiesto
niente. Citando Manzoni afferma: «è la Provvidenza che guida la Storia».
■
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Rotary Club Cagliari
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Nel quartiere di San Benedetto
Il Rotary
e il Buon Pastore
Paolo Ritossa
l mio quartiere è sempre stato quello di
San Benedetto: vi ho abitato sin dalla
mia prima infanzia, vi sono cresciuto e,
ancora oggi, sento di essere profondamente
legato a quella parte della città compresa
tra piazza San Benedetto, via Paoli, via
Dante, piazza Garibaldi. Percorrerne le
strade mi riporta alla mente ed al cuore sereni ricordi,trovo ancora i miei riferimenti,
mi fa sentire a casa, sicuro.
Abitavo in via Tola, allora neanche pavimentata, ove affiorava un’argilla rossastra.
Via Pitzolo era assolutamente priva di
autovetture e costituiva un ottimo campo
per disputare diuturne partite di calcio,
spesso utilizzando un’approssimativa
bocc’e zappulu. Via Paoli era la via dello
shopping, o meglio delle botteghe. Latte,
vino, olio erano venduti esclusivamente
sfusi e, quindi, bisognava portare il relativo
recipiente. Altri riferimenti erano gli alimentari di signora Maria dove potevi comprare di tutto, da un etto di estratto per il
sugo (sa bagna) al blocchetto di cotognata
Zuegg per la merenda. Indimenticabile il
negozio di dolciumi di signor Federighi
che, per Carnevale, preparava una frittura
araba di chilometrica lunghezza. Ma il
quadro più vivace era offerto dal mercatino
di piazza Galilei, un confuso e intricato
susseguirsi di folcloristiche bancarelle.
La chiesa di riferimento per gli abitanti
era, almeno nei miei ricordi, esclusivamente
quella di San Benedetto, all’angolo tra l’omonima strada e via Verdi. Infatti lo spazio
ove ora sorge la chiesa di Santa Lucia era un
vasto mandorleto, sede di lunghe battaglie
con lanci di pietre (batterie a perda) tra i ragazzi de Su Baroni e quelli della via Dante.
I
La chiesa di San Benedetto era un forte
punto di aggregazione per i giovani del
quartiere: aveva una piccola sala per i giochi e bravi sacerdoti, impareggiabili organizzatori di attività sportive e religiose. Io
vi feci la Prima Comunione nel 1947, rigorosamente vestito di bianco, sandaletti freschi di biacca, fascia al braccio e libretto
con copertina madreperlata. Per l’occasione ebbi in regalo il mio primo orologio.
Era, mi ricordo ancora, un Lanco.
24
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Quel giorno la piccola chiesa
(forse 200 metri quadrati) era
per me come una grande Cattedrale.
A parte queste mie considerazioni personali, la chiesa ha
una lunga e interessante storia.
Venne fondata nel 1643 e lo Spano, nella sua guida di Cagliari,
così la descrive: «In fondo ad un
piazzale ornato d’alberi si trova
la chiesa di San Benedetto, il
Noviziato dei Cappuccini, la di
cui facciata sebbene sia modesta
come conviene al loro instituto
pure ha l’aspetto di una muraglia araba coi merli sopra. Nell’arco del portone vi sono due
putti dormienti in marmo di
buona scultura».
Lo Spano propone un’accurata descrizione degli interni,
cappelle, presbiterio e sacrestia,
sottolineando, come ancora si
può parzialmente riscontrare,
la diffusa presenza alle pareti di
quadri di ottima scuola «dipinti così belli che si scambierebbero facilmente con quelli del
Guercino e del Caracci».
Ora, a noi tutti, la chiesa è
forse più nota perché ad essa fa
capo l’Opera del Buon Pastore.
Per definirla niente vale di più
di quanto scrisse nel 1927 l’Avv. Venturino Castaldi
nella sua pubblicazione Io parlo al Cuore.
«Un’opera provvidenziale, il cui spirito e la cui vita
possono essere penetrati solo da chi sa che la Fede può
tutto e che il Padre nostro che è nei Cieli, come provvede l’abito fastoso ai gigli del campo ed il grano agli
uccelli dell’aria, non si dimentica neppure del più povero dei suoi figli».
Il 24 giugno del 1923, un santo sacerdote, don Virgilio Angioni, dopo aver lasciato nella parrocchia di San
Giacomo, nelle buone mani di altri sacerdoti, un centinaio di bambine abbandonate, si trasferì nei locali
adiacenti alla chiesa adibiti a stalle per i cavalli de Is
carrottoneris de s’aliga all’interno de su campu de Lobina.
Da quel luogo, da quei locali abbandonati, don Angioni ricominciò la sua continua opera di raccolta, per
le strade della città, di tutte quelle piccole creature abbandonate, miseramente coperte, affamate, malate,
che chiedevano fino a tarda notte l’elemosina per diventare spesso facile preda della corruzione. Nell’agosto dello stesso anno, dopo solo due mesi, le bambine
erano diventate 54.
Come si provvedeva al sostentamento di tante persone bisognose di aiuto?
Solo con l’aiuto della Divina Provvidenza, che interveniva nelle forme più disparate.
Il signor Lobina garantiva un litro di latte al giorno,
una cooperativa due chili di pane e i macellai un chilo
di carne alla settimana; c’era chi forniva ceste di legna
e i mercatini si consorziavano per cibi di ogni genere.
Il signor Manunza, il miglior parrucchiere di Cagliari,
prestava gratis la sua opera e altrettanto erano felici di
fare diversi medici.
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Rotary Club Cagliari
Un comitato di pie donne si industriava per trovare
tutto il necessario per le bambine e ben presto arrivarono
dai paesi dell’interno alcune ragazze desiderose di esprimere il loro spirito di servizio nell’aiuto ai più poveri.
L’Opera mancava di tutto e ci si ingegnava nel trasformare cassette di legno in tavoli e sedie, e vecchie
ceste in piccoli lettini. Quando il pane scarseggiava ci
si riuniva in preghiera e, puntualmente, la Divina
Provvidenza interveniva.
Monsignor Piovella, un indimenticato arcivescovo
di Cagliari, condivise con cristiano entusiasmo l’iniziativa che, ben presto, diventando ente morale, assunse
la configurazione di una buona stabilità.
Non soddisfatto, don Angioni cominciò a girare in
calesse, dapprima nell’hinterland cagliaritano, e quindi in tutta la Sardegna, fondando, ove se ne ravvisasse
il bisogno, piccoli nuclei della sua opera.
Intanto le giovani volontarie erano diventate suore
inquadrate nell’ordine delle Figlie di Maria Santissima, Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore, ma alcuni cagliaritani ricordano come fossero
generalmente riconosciute come Is mongias de su Bon
Pastori.
Don Angioni morì nel settembre del 1947 dopo una
vita dedicata alla carità, una carità infinita, con un
impegno totale tanto da assorbire fino all’ultimo giorno di vita ogni sua risorsa. Dopo la sua morte fu monsignor Botto, altro indimenticabile arcivescovo di Cagliari, a prendersi cura della sorte dell’Opera del Buon
Pastore dandole stabilità amministrativa e più consoni
riconoscimenti ecclesiastici.
La chiesa di San Benedetto diventò la Casa Madre
delle Suore Figlie di Maria Santissima, Madre della
Divina Provvidenza e del Buon Pastore.
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Sono passati da allora tanti
anni, anni pieni di incertezze e
di sacrifici ma anche continuamente costellati da episodi di
amore per il prossimo ed esempi elevatissimi di carità. Sono
passati tanti anni ma Is mongias de su Bon Pastori sono ancora là, in via San Benedetto,
impegnate nell’aiutare i più bisognosi.
Preparano un centinaio di
pasti al giorno, distribuiscono
settimanalmente generi alimentari per le famiglie bisognose,
raccolgono e consegnano a chi
ne fa richiesta indumenti usati
e, soprattutto, continuano a
confidare nella Divina Provvidenza.
Come voi sapete, è intenzione del nuovo Presidente del
Club, di voler improntare alla
Carità il tema di fondo del suo
anno. Credo che niente ci possa
essere di più nobile e opportuno, tenuto conto degli scopi del
nostro Club, della fase di crisi
economica che moltiplica ogni
giorno il numero dei bisognosi,
dei sentimenti di profonda solidarietà che devono albergare
nel cuore di ogni buona persona.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Mi rendo conto di aver sinora scritto un
lungo prologo ad una piccola e breve proposta. Confido, pertanto, nella clemenza
delle forbici di Lucio.
Il nostro Club è già impegnato in opere
di carità, seguiamo costantemente l’Oasi di
San Vincenzo e molti di noi sono singolarmente impegnati in proprie iniziative benefiche.
Sono peraltro certo che si possa fare di
più, ma ciò che voglio proporvi è una forma di carità a costo zero.
Data l’età media del nostro Club, capita, purtroppo sempre più spesso, di pubblicare un necrologio sui giornali, spesso ad
un costo abbastanza elevato.
Se invece portassimo una nostra offerta
alle suore del Buon Pastore, un offerta di
qualsiasi entità, madre Maria Luisa scriverà, con semplici parole, alle famiglie del
defunto, di aver ricevuto da parte nostra
una generosa offerta per le opere di carità
della Chiesa, ricordando nelle loro preghiere l’anima della persona scomparsa.
Non sempre ciò sarà possibile, poiché
esistono rapporti che pretendono una certa
ufficialità, ma, se ci proponessimo di voler
rinunciare alla piccola componente di vanità personale che spesso fa parte del messaggio a favore della più nobile destinazione dei nostri soldi, non dovremmo avere alcun dubbio.
Sperando di non avere urtato la suscettibilità di qualcuno e di non avervi troppo
annoiato, desidero chiudere con una nota
spensierata.
Mi si addebita una certa informalità nel
vestire (forse, lo riconosco, qualche volta
ho ecceduto) ma spesso, dopo una faticosa
giornata di lavoro, non ho il tempo o la
propensione a cambiarmi e quindi vengo
come sono, che è sempre molto meglio di
non venire per niente.
Una delle prime volte che mi recai nei
locali di via San Benedetto per fare beneficenza, non trovando nessuno nell’atrio, mi
inoltrai fino a trovarmi dinanzi una Suora
che guardandomi severamente (dato il mio
abbigliamento casual) mi disse con tono
autoritario «Ti avevo detto di aspettare,
torna più tardi!»
Noi, per quanto sarà possibile, proviamo a non tardare nel farci tramite di un’insperata Provvidenza.
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SITO INTERNET DEL CLUB: www.rotarycagliari.org
E-mail del club: [email protected]
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
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Un diversivo pericoloso
L’esperienza femminile
della droga
Maria Pia Lai Guaita
i può affermare che la prima finalità della ricerca è il dare risposte alle domande che
l’hanno motivata. Non così sino ad ora, a quella che fa riferimento alla macroscopica differenza tra la partecipazione maschile e femminile alla esperienza di droghe.
Sino a questo momento e con riferimento a sostanze come cannabis, eroina, cocaina ecc.
Una precisazione necessaria perché sembra attraverso le indagini più
recenti, che la situazione sia diversa allorché si parla delle droghe
alcol e tabacco. Escludendo queste due ultime, lo studio dei
dati raccolti per esempio dal ministero dell’Interno e l’osservazione della realtà delle carceri, tale differenziazione
numerica è subito obiettivamente evidente e non contestabile, senza una accettabile razionale spiegazione.
Un esempio della realtà carceraria del 31 dicembre
2010 in Sardegna: su 849 uomini tossicodipendenti
ospiti nelle realtà carceraria solo ventidue erano
donne (Maria Pia Lai Guaita, Le donne e la droga,
2012). Una disparità numerica che si riscontra anche
nella realtà comunitaria, per esempio in quella di
“Mondo X” diretta da padre Salvatore Morittu.
Nel 2010 su trentadue ingressi ventinove erano maschi e tre femmine. Nel momento attuale a Buoncammino, Casa Circondariale di Cagliari, su duecento maschi tossicodipendenti, le donne sono quattro.
In questo fenomeno oceanico che ha
trasformato abitudini, seminato morte,
distrutto dinamiche familiari, come
mai è stata soprattutto la parte maschile della società ad essere stravolta e non quella femminile o
per lo meno non con la stessa entità? Il ricorrere a
fattori genetici è, a nostro parere, semplicistico
in quanto non dimostrato e difficilmente dimostrabile. Si può invece
certamente dire che l’insieme delle droghe precedentemente citate, ha co-
S
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
lorato e caratterizzato, seppure con periodicità diversa, la storia del loro uso, e non
ha coinvolto e travolto nel tempo e nella
stessa maniera, l’attenzione femminile.
Oggi si assiste a un qualcosa di diverso
che colpisce e sul quale occorre riflettere: la
vicinanza delle giovani donne alla droga alcol nelle sue varie espressioni. Le cronache
relative alla assunzione di questa sostanza
mostrano il suo uso anche da parte dei giovanissimi con un gradimento privo della
percezione del pericolo. Una percezione collegabile alla sua presenza casalinga senza
preminenti idee di cautela verso il suo potenziale coinvolgimento. Oltre l’uso dei giovanissimi colpisce il coinvolgimento della
parte femminile della società, ben diverso
da quello che si è potuto osservare nel passato: esperienza “sotterranea”, nascosta, all’interno delle mura domestiche. Nell’intimità delle situazioni familiari un bicchiere
del buon vino della vigna era per la donna
comportamento accettato e accettabile, e
diverso da quello dell’alcolico assunto nel
locale pubblico come capita ora. Oggi l’appuntamento per “bere” tra le ragazze non è
episodico, ma spontaneo e momento di socializzazione e diversivo allegro.
In discoteca è consuetudine delle ragazze assumere alcolici tanto da arrivare alla
situazione di stordimento nel quale le tensioni si allentano, così pure le difese e ci si
abbandona ai pensieri liberi senza inibizione. Stati d’animo ricercati; il raggiungerli
significa in poche parole e in gergo “sbronza” che diventa elemento di orgoglio finale
tra le presenti partecipanti alla serata.
Esperienza alcolica diversa da quella
della donna di una volta, caduta in essa,
per la eccessiva solitudine, per la presenza
della sostanza nell’abitazione. Diverse le
donne sarde adulte che hanno raccontato
l’inizio banale dell’esperienza: bere senza
scopo un bicchiere di vino lontano dai pasti
solo gustandolo le prime volte e poi ricercandolo per lo stato d’animo procurato e
che dopo un certo numero di volte, divenuto oggetto di desiderio.
Uno stato che aiutava a sopportare il
peso della famiglia sulle proprie spalle, la
lontananza del marito pastore, il monotono
susseguirsi del giorno con la notte senza
grande eventi se non quelli temuti della
malattia e della morte.
Stato della donna dell’altro giorno, dal
quale si discosta quello delle giovani dell’oggi per le quali l’alcol è elemento di palese, palesabile e palesata socialità.
Precedentemente insieme alla droga alcol abbiamo citato il tabacco per il suo uso
massiccio tra le donne di tutte le età e specialmente, elemento che colpisce, tra quelle mature se non anziane.
Una recente ricerca ha evidenziato una
iniziazione femminile tra i venticinque e i
sessanta anni e la diffusa motivazione perché “sostegno per lo stato d’ansia”. Relativamente è quest’ultima, è il fumare indicato come momento di scarico con tutto il suo
rituale: prendere il pacchetto estrarre la sigaretta, sentirla tra le dita, portarla alle
labbra, accenderla e aspirare profondamente la prima voluttuosa boccata.
L’osservazione mostra come il numero
delle donne fumatrici è sempre in aumento
e tra esse appare diffuso il non volersi soffermare sui danni; quasi che la conoscenza
della malattia limitasse il piacere derivante
dall’esperienza. Posizione diffusa in genere
tra le più anziane.
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Rotary Club Cagliari
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Una storia inedita
Antonio Romagnino
visto da vicino
Ugo Carcassi
on Antonio abbiamo frequentato le
scuole elementari Santa Caterina situate nella parte alta del Bastione tra
via Lamarmora e via del Fossario, entrata
in funzione nel 1908.
Antonio abitava in via Lamarmora ed
era stato iscritto alla prima classe nel 1923
io, che abitavo con i miei nonni in via dei
Genovesi n. 23, avevo iniziato a frequentare la scuola nel 1927.
Già allora Antonio si distingueva per una
certa turbolenza e per la vivace intelligenza.
Costituiva per noi, ed in particolare per me
ed Ugo Ferrara, un punto di riferimento.
C
La signora Giuseppina Solinas in Monni,
nostra insegnante, bonariamente ci rimproverava dicendo «Di Romagnino dovete imitare soprattutto l’applicazione allo studio... ...».
Ci eravamo persi di vista ma entrambi
avevamo iniziato a frequentare il vecchio
Liceo Ginnasio Dettori, situato nell’omonima piazzetta. Antonio era stato iscritto, nel
1928, ed io quattro anni più tardi (1932).
Con il trasferimento di mio padre a Sassari completavo gli studi ginnasiali presso
il Liceo Azuni della città Turritana. Conseguita, nel 1940, la Maturità classica mi ero
iscritto a Medicina.
Scuola Santa Caterina
Università degli Studi di Siena
Il vecchio Liceo Dettori
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Antonio aveva conseguito a Cagliari, nel 1938, la
laurea in Lettere, si era anche iscritto alla Facoltà di
Scienze Politiche, ed aveva iniziato ad insegnare quale
supplente nell’Istituto Minerario di Iglesias.
Ambedue ci eravamo arruolati, io a Sassari ed Antonio a Cagliari, quali volontari Universitari Carristi.
La Divisione Corazzata Centauro alla quale erano
stati assegnati i volontari universitari era di stanza a Siena. È in questa città che si rinnova la mia amicizia con
Antonio Romagnino, tramite Cesare Bolognesi, classe
1919, anche lui volontario universitario ed iscritto al 4°
anno della Facoltà di Lettere dell’Università di Padova.
Ugo Carcassi
Nonostante le defatiganti esercitazioni che dovevano prepararci alla guida dei carri armati e degli autocarri avevamo trovato il tempo di frequentare la biblioteca dell’Università di Siena. Per avere un po’ di
tranquillità ci incontravamo spesso nella Casa dello
Studente della cittadina toscana per uno spartano pasto serale e per vivaci scambi di vedute su argomenti
politici e letterari. Ci accumunava l’interesse che nutrivamo per Dante Alighieri e per la sua Divina Commedia.
Completata la prima fase di addestramento il gruppo dei volontari universitari aveva finito con lo scindersi in due segmenti: uno avviato ai reparti corazzati
della Divisione Ariete, combattenti in Africa settentrionale, l’altro, di cui faceva parte anche Antonio,
spedito a Bologna per frequentarvi la Scuola Allievi
Ufficiali Carristi.
Cesare Bolognesi
Antonio Romagnino
1948, sposa Anna Maria Pes
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
In Libia, nonostante ci si trovasse in reparti già
operanti in zone di guerra, grazie all’entusiasmo di Cesare Bolognesi, eravamo riusciti ad organizzare delle
riunioni culturali durante le quali si commentava la
Divina Commedia e si faceva della “critica” politica.
Conservo ancora il libretto tascabile del Paradiso che
Cesare mi aveva regalato. Egli perdeva la vita, il 1 dicembre del 1941, colpito alla gola da una scheggia di
granata nella battaglia di Sidi Rezegh in Marmarica.
Antonio era giunto in Africa, con il grado di Sottotenente, con la Divisione Centauro, rifiutando di essere assegnato alle truppe destinate ad essere dislocate in
Sardegna. I Reparti italiani, dopo la Battaglia di El
Alamein, erano in affannosa ritirata ed Antonio era
stato fatto prigioniero ed avviato al campo di concentramento di Weingarten, nel Missouri. Durante la prigionia, di circa due anni e mezzo, aveva incontrato intellettuali di valore quali Tumiati con i quali aveva
stretto amicizia.
Nel suo libro Diario Americano – Prisoner of War
1943-1945, pubblicato nel 2003, cioè 58 anni dopo la
sua liberazione, racconta in maniera affascinante il
vissuto personale e di alcuni amici ed il travaglio intellettuale e politico che lo aveva coinvolto.
Rientrato a Cagliari, con un trasporto militare, nel
1945, ricorda «la visione dal mare della città devastata
dai bombardamenti, un’emozione sconvolgente, non
riuscivo a trattenere le lacrime».
Antonio aveva ripreso il suo insegnamento presso
l’Istituto Minerario di Iglesias ed era diventavo, nel
1947, Redattore Capo della rivista Rivoluzione Liberale,
fondata da Francesco Cocco Ortu Junior nel 1945.
Nel 1948 diventa Professore Ordinario di Italiano e
Latino presso il Liceo Dettori e sposa Anna Maria Pes
di San Vittorio.
Con il mio rientro a Cagliari quale Assistente Universitario della Facoltà di Medicina, nel 1949, riprendevano i miei rapporti di amicizia con Antonio. Aveva appena fondato la Sezione sarda di Italia Nostra, di cui
era diventato Presidente con Aquilino Cannas Segretario. Quest’ultimo, Generale in congedo, era un convinto sostenitore di una decisa azione ambientalistica della città. Antonio imbarazzato dall’aggressività di Cannas, mi pregava spesso di sostituirlo nelle riunioni della Sezione, dicendomi «Castia chi certara cun tottus...».
In questo periodo Romagnino stringe una salda
amicizia con Nicola Valle che era stato suo professore al
Liceo Dettori. Nel marzo del 1946 Antonio è con Valle
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Il canonico Giovanni Spano
Remo Branca, Autoritratto
per la prima manifestazione degli Amici del Libro, presso i locali del Palazzo Civico, concessi
al Sodalizio dall’allora Sindaco
Pietro Leo. Antonio sente il fascino e lo stimolo di un personaggio poliedrico quale era Nicola Valle ottimo letterato scrittore efficace ed avvincente, raffinato musicista e bravo cavallerizzo. È con un senso di sofferta
delicatezza che Antonio ricorda
Nicola Valle nella sua magistrale presentazione del libro del
Valle Scompare un’Isola: «Aveva accettato quella sera di commemorare Filippo Figari in preparazione delle celebrazioni dei
Cagliaritani Illustri che si tennero agli Amici del Libro dal
1990 e il 1991. Ma ad un certo
punto il suo pensiero prese a
farsi disordinato, confuso, cominciò a farfugliare, divenne incomprensibile... [...] Si ritirò è
quasi senza più parola prese a
rifugiarsi con la moglie e con la
figlia in uno dei sedili di ferro
lungo il viale che si apre poco
lontano dalla sua casa, in prossimità di San Saturno. Già allo-
ra, si osa pensare, lo accompagna il sonno di Heine, lo
cullavano segretamente le sue stesse musiche».
Antonio assume la presidenza degli Amici del Libro, nel 1984, che mantiene per 10 anni consecutivi.
Memorabili restano le sue conversazioni su Radio Sardegna e preziosa fonte di riferimento i suoi numerosissimi articoli scritti per L’Unione Sarda.
I suoi allievi lo ricordano ancora quale docente eccezionale del nuovo Liceo Dettori. Nei periodi caldi
della contestazione era stato uno dei pochi se non l’unico professore a riuscire a svolgere regolarmente le lezioni.
Quale presidente del Rotary aveva curato, in occasione della morte di Francesco Alziator, la pubblicazione del libro L’Elefante sulla Torre.
Strenuo difensore di questo eminente studioso cagliaritano aveva affermato che «impallinato dagli accademici cagliaritani era stato costretto ad insegnare
presso l’università di Sassari».
Antonio Romagnino affrontava con cura meticolosa
lo studio degli argomenti che si accingeva a trattare soprattutto quando essi riguardavano personaggi meno
noti quali il sassarese scrittore e xilografo Remo Branca.
Quando aveva iniziato ad occuparsi del Canonico
Giovanni Spano, appreso il rapporto di parentela esistente tra la famiglia di mia moglie e l’alto prelato, per
mesi, aveva valutato con estrema cura il poco materiale disponibile. Al Canonico Spano, Rettore dell’Università di Cagliari, docente ed archeologo di chiara fama, aveva dedicato una serie di memorabili conversazioni alla radio.
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Rotary Club Cagliari
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Una testimonianza
Antonio
Romagnino
Rafaele Corona
na brevissima testimonianza di stima e di affetto. Il prof. Antonio Romagnino era Presidente del club nell’anno sociale 1985-86,
quando venni eletto alla presidenza. La reputazione,
il prestigio, l’autorevolezza gli consentirono, prima,
di orientare la designazione e, poi, di impartirmi
suggerimenti e consigli... vincolanti.
«Sei stato scelto – mi disse – per la cultura (bontà
sua) e per svecchiare il club».
«Quanto alla cultura, Cagliari – continuò il prof.
Romagnino – è una città ignorante, che vive di miti.
Per tutti coloro, che a suo tempo studiarono al liceo
Dettori, il prof. Liborio Azzolina era un mito. Delle
sue lezioni sul Foscolo o sul Leopardi la piccola città
di provincia parlava perfino al caffè Torino. Salvatore Satta, l’autore de Il giorno del giudizio, confessava di aver imparato a scrivere in italiano proprio dal
prof. Azzolina. Quando egli morì, noi insegnanti del
Dettori ci recammo a rendere omaggio alla salma e
finalmente avemmo accesso alla sua famosa biblioteca. Le pareti erano coperte da scaffali colmi di volumi, ma i libri erano intonsi».
Quanto al Rotary, per il prof. Romagnino, il club
era una bellissima occasione, spesso mancata per le
burocrazie, le cariatidi, i riti e le liturgie.
Troppe le commissioni. Al club servono tre commissioni: i programmi, l’assiduità e l’effettivo. Le altre sono burocrazia. In ogni caso, le commissioni devono essere presiedute dai giovani, che apportano
una ventata d’aria fresca. Per avvalersi dell’esperienza dei past-presidenti, al più si può inventare
una commissione consultiva formata da tutti loro:
commissione che si riunisce due volte all’anno.
I presidenti sono primi inter pares, durano in carica un anno e, come Paganini, non si ripetono. I past-presidenti hanno dato, devono continuare a dare il
loro contributo: ma mai con funzioni direttive.
Le riunioni rituali, dedicate agli anniversari, alla
formazione, alla stampa, ai progetti, all’azione inter-
U
Nel 1997 pubblicava, con la
figlia Ludovica, per i tipi Della
Torre, una guida di Cagliari molto documentata ed aggiornata.
È con viva commozione che
lo ricordo oggi memore dei tanti momenti importanti insieme
vissuti. Antonio ha dato molto a
Cagliari, alla scuola, agli Amici
del Libro ed al Rotary.
Quando il nostro Club aveva
festeggiato il suo 90° compleanno gli avevo fatto gli auguri ricordando i tempi passati.
Antonio mi aveva risposto,
sorridendo: «Ugo non rinnego
nulla di tutto quello che ho fatto».
Ai familiari oggi presenti
vanno le espressioni della mia
affettuosa partecipazione al loro cordoglio.
Certamente senza Antonio
Cagliari sarebbe stata diversa.
Senza la presenza di Antonio
gli Amici del Libro ed il Rotary
sarebbero stati differenti. Io stesso, sento, che senza l’amicizia di
Antonio sarei stato diverso.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Antonio Romagnino (foto Max Solinas)
nazionale, se proprio non possono abolirsi,
devono essere inserite per cinque minuti
nelle sedute ordinarie.
Da questi cenni potrebbe affiorare la figura di un intellettuale ipercritico e supercilioso. Il prof. Romagnino non era così. Il
prof. Romagnino sapeva ridere.
Un episodio. Egli era amico di don Paolo De Magistris, il Sindaco di Cagliari, molto stimato, come lui nato e cresciuto nei
pressi della via Lamarmora. Ripetutamente il Sindaco aveva rifiutato di ricevere una
delegazione degli abitanti del Castello.
«Conosco le doglianze: è colpa loro, sono
sporcaccioni». «Sunti caddotzus». Un pomeriggio, dopo l’ennesimo rifiuto, don
Paolo scendeva lento pede lungo la via
Martini diretto al Municipio quando fu ripetutamente chiamato per nome: don Paolo, don Paolo! Si fermò e da qualcuno nascosto partì una pernacchia fragorosa, assordante, interminabile. Una di quelle pernacchie impietose, che risuonavano al cinema nelle interpretazioni di Totò e nelle sceneggiature di Marotta.
Il commento del prof. Romagnino fu laconico ed esemplare nella sua ambivalenza: «Tutte le speranze non sono perdute».
Il mio commento è che laddove, per avventura, si incontrano uomini come Antonio Romagnino, là dimorano gli dèi.
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Rotary Club Cagliari
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Grave perdita per la cultura
Ricordo di
Giovanni Lilliu
Marcello Marchi
ella Chiesa Parrocchiale di Barumini
attorno alla salma di Giovanni Lilliu
una folla profondamente commossa
partecipa alla liturgia che lo affida alla Misericordia del Signore fra le cui braccia, per i
suoi meriti e per la sua Fede, deve aver già
trovato eterno rifugio. Le sacre parole
del rito vanno intese
nel loro profondo significato. Vita mutatur non tollitur recita il Prefazio a segnare come il secolo
di vita terrena dell’Estinto, così ricco
di glorie e successi,
si è già mutato nell’esistenza eterna,
felice, radiosa, premio per chi ha ben
fruttato tra gli uomini i talenti che
Dio gli aveva dato. Il
corpo di Lilliu torna alla terra, a quella in
cui era nato, in cui era cresciuto, che aveva
tanto amato, alla terra a cui aveva tolto la
meraviglia che racchiudeva da millenni.
Riesce forse difficile alle generazioni sorte
nella seconda metà del ’900, rendersi conto
di quale fosse la vita, e quella di un paese rurale, nella prima metà del secolo e come fosse conseguentemente non facile emergere dedicandosi agli studi. La presenza delle sole
scuole elementari nel luogo natio imponeva
che si ricorresse a trovare l’istruzione in luoghi diversi, quasi sempre lontani da esso, nei
quali, l’inefficienza delle reti di trasporto,
con la mancanza di collegamenti diretti e, co-
N
munque, non rapidi, costringeva una permanenza costante durante l’intero anno scolastico. Spesso le famiglie di scarso reddito inviavano i ragazzi in Seminario, du studiaus a
predi, per giovarsi di una istruzione gratuita,
(salva poi la possibilità di interrompere il
cammino verso il sacerdozio), altre di
censo più elevato
mandavano i ragazzi
in collegi retti da religiosi. Così anche
Giovanni Lilliu, orfano di madre a soli
tre anni, affronta
questi problemi non
senza patirne i disagi. Dopo la seconda
elementare, è mandato nel collegio salesiano di Lanusei,
«per imparare – dice
– l’analisi logica, il
latino, il freddo e la
solitudine». Ma poi tornava al paese, «caldo
nella casa e nel cuore. Barumini, un universo
totale». Qui, la vita segue i tempi segnati dal
naturale succedersi delle varie fasi in cui si
compie il ciclo della coltivazione dei campi o
dell’allevamento del bestiame. Quando, in
piena estate, giunge il momento del raccolto,
considerato pur sempre con letizia anche nelle annate di scarso profitto, si celebra sa festa. E Lilliu ricorda spesso quella di fine luglio che si tiene a Tuili per festeggiare
Sant’Antonio Abate. Oggi, con manifestazioni che in ogni epoca dell’anno coinvolgono
grossi e piccoli centri, con masse che si spostano per assistervi, con megaconcerti ed in-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Veduta aerea Su Nuraxi, Barumini
Giovanni Lilliu all’interno di Su Nuraxi
terpreti celebri o, comunque, celebrati in Italia e all’estero, mal si comprende l’interesse
che poteva muovere la gente di allora, e soprattutto i giovani, per le feste paesane. E
pure, servendosi di un carretto trainato da un
asino, dal quale bisognava scendere per alleviare il peso e render possibile l’andare, Giovanni Lilliu ed i suoi giovani amici, a Tuili, si
divertivano impegnati in su ballu tundu. La
sera, allegri, sostavano a strimpellare e a
cantare a “Sa Funtana”, il piccole colle, dal
pozzo senza acqua, che sorgeva accanto alle
case di Barumini. In quel punto era solito recarsi con i suoi coetanei da ragazzo a cercare
is istrias (i barbagianni) e più tardi, nelle
notti estive, a sostare sotto un cielo che, non
turbato dalle scarse luci dell’abitato vicino o
degli altri paesi più lontani splendeva ricco di
stelle o schiariva a lugori ’e luna.
Dopo il liceo, anch’esso presso i Salesiani, a Frascati, e la maturità classica con la
media del 9 all’istituto romano “Tasso”, si
iscrive all’università nella Facoltà di Lettere e Filosofia e nel 1938 si laurea con l’illustre paletnologo Ugo Rellini discutendo
una tesi sulla religione primitiva in Sarde-
gna. Racconta che «la laurea fu lodevole.
Meritavo un bel regalo: desideravo un pianoforte. Ebbi in dono da mio nonno un luccicante fucile. Che è sempre rimasto luccicante e inutilizzato». Perseguendo il fortissimo impulso per gli studi archeologici, ha
vinto ormai le resistenze della famiglia che,
in una logica propria di una borghesia
agraria di quei tempi, avrebbe preferito
che non facesse su professori de perdas
beccias o de teulacciu ma avesse scelto la
professione di notaio o di medico. Si specializza in Archeologia ed è Assistente volontario. Il padre lo mantiene con 400 lire
al mese con le quali ci viveva «...a malapena, perché Roma è città tentatrice: musei,
mostre, teatri. Ero incantato e subivo molto facilmente il fascino della tentazione». Si
diploma in archeologia nel 1942 con una tesi sulle stele puniche di Sulci. Concorre per
una borsa di studio, la vince e l’assegnano
a Vienna alla celebre Scuola di Archeologia
e Paletnologia del prof. Oswald Menghin.
«Ma la debolezza e la fragilità del mio fisico non ne vollero sapere. Niente Vienna. La
Sardegna mi ridiede salute e affetti».
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
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Su Nuraxi, particolare della tholos
Nell’isola, dal febbraio del 1943 è chiamato ad insegnare Paletnologia come professore incaricato. Ma la guerra, con i terribili bombardamenti aerei costringe Giovanni Lilliu, ed il cognato con cui viveva, a
scappare «...terrorizzati al nostro paesello.
A Barumini. Ma non eravamo soli». Nella
biografia che, raccontata alla scrittrice Rossana Copez e da lei raccolta, è trascritta nella prima parte del saggio L’archeologo ed i
falsi bronzetti (in cui ricostruisce la vicenda
delle statuine fenicio-puniche fuse nel 1800,
ed in modo anche rozzo, e spacciate per antiche) Lilliu riferisce come scompaiano, o
vengano accantonate, le valutazioni di superiorità reale, o così intesa, della città sulla
campagna, ora che i due mondi, il cittadino
e il campagnolo sono costretti a convivere.
«Nel ’43 la città distrutta non aveva più
la voglia e neanche la forza di schernire il
paese di campagna. E sì che quella forza
era antica!»
Quel periodo, benché si stesse «ancora
consumando il più grande eccidio della nostra storia», viene da lui ricordato con affettuoso rimpianto per il mutamento che le
voci nuove apportavano al paese. Così
rammenta le associazioni culturali che si
creavano, il teatro, la musica, le conferenze
che riempivano quei momenti di angoscia
per la crudeltà della guerra ma anche di
speranza e di attesa di un mondo migliore.
Vi fu il ritorno a Cagliari «e il paese, così come allegramente si era svegliato, dolcemente ricadeva nel sonno».
Lilliu rientra in città ed affronta, come
tutti, i primi anni difficili del dopoguerra.
È però diffusa e intensamente sentita una
gran voglia di rinascita: Cagliari, la città
che non volle morire, si apre alla nuova vita democratica; vi è una partecipazione generale al dibattito politico, talvolta con
aspre contese.
Giovanni Lilliu, formatosi nelle associazioni cattoliche, specie nella Fuci a Roma,
scende anch’egli in campo assumendo posizioni di rilievo nella Democrazia Cristiana,
sostenendo sempre, nei vari ruoli (Segretario
cittadino, Consigliere Regionale, Consigliere
Comunale), la necessità di una politica diretta a rompere l’isolamento della Sardegna
affermandone in modo reale l’autonomia.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Su Nuraxi, particolare
La politica però lo delude; impegnato in
una costante, appassionata attività diretta a
difendere la Sardegna dalla speculazione e
dal degrado, rilevava che non si era attuato
quel necessario passaggio di competenze
nel campo dell’ambiente e dei beni culturali dallo Stato alla Regione Autonoma, con
evidenti segni negativi pur contrapponendosi «la costante resistenziale dei sardi».
Tale assunto finisce per costituire l’essenza del suo pensiero politico. «La Sardegna,
in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio
storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di
avere sempre resistito. Un’isola sulla quale è
calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza». La delusione e lo sconforto patiti non spengono, anzi rafforzano l’impegno sempre più vivace e
polemico contro tutte le azioni che gli paiono attentare alla integrità dei tesori ambientali e culturali della Sardegna.
Anche la sua straordinaria opera di archeologo appare sorretta, oltre che dal
profondo, vasto, quasi geneticamente intui-
tivo sapere scientifico, dall’amore illimitato
per la sua, e nostra, terra e per i sardi che in
essa hanno vissuto e vivono così da ritrovare
e riproporre una loro identità e far conoscere al mondo un mirabile patrimonio storico.
Si instaura da allora un rapporto assai
lungo con L’Università di Cagliari, alla quale egli dà grande lustro insegnando a generazioni di studenti molti dei quali lo seguono
nei suoi studi e nelle attività di archeologo in
cui è costantemente impegnato diventando
anch’essi appassionati cultori e, a loro volta,
autori di scoperte di altissimo valore.
Preme porre in massima evidenza che
Lilliu è stato un grande Maestro; non si è
chiuso in una inaccessibile isola del suo sapere quasi per un timore, irragionevole,
ma, purtroppo sentito da taluno, di essere
defraudato di quanto appreso e studiato,
ma ne ha reso partecipi tutti quelli a cui ha
insegnato e gli altri specialisti della materia. Non solo, ma ha comunicato l’esito delle sue ricerche e dei suoi studi anche ad una
maggiore schiera di appassionati di archeologia che hanno potuto prenderne conoscenza dai tanti pregevoli testi in cui li
g i u g n o 20 1 2 —
R otar y Clu b Cagli ar i
39
Su Nuraxi, veduta aerea
ha esposti, e soprattutto, ad un vastissimo
pubblico con innumerevoli articoli su giornali ed altri mezzi di informazione in cui,
con rigore scientifico e con linguaggio facilmente comprensibile anche dai profani, il
che è un pregio che possono vantare solo i
migliori ingegni, riferiva via, via quanto
andava accertando.
Deve altrettanto dirsi che è stato un
grande giornalista: i suoi scritti, oltre che in
pubblicazioni scientifiche italiane ed internazionali, compaiono su riviste e quotidiani, specie quelli editi e diffusi in Sardegna,
riuscendo sempre, come si è detto, a conquistare l’interesse del lettore, talora con
una felice sovrapposizione della realtà storica a quella attuale così da renderla più
facilmente comprensibile.
Nell’Ateneo cagliaritano insegna Paletnologia, poi Storia delle Religioni, Geografia, Antichità Sarde fino al 1984 quando va
fuori ruolo. Per quasi 20 anni è Preside della Facoltà di Lettere e ricopre numerose cariche accademiche; porta all’Università un
grandissimo contributo come illustre archeologo e l’arricchisce di notevole fama.
L’amico Pasquale Mistretta, docente e
per tanti anni Magnifico Rettore, durante il
rito funebre, ha letto i testi biblici della liturgia a significare, anche con questa manifesta partecipazione, lo strettissimo vincolo tra lo studioso e l’Università cagliaritana che ha avuto l’onore di averlo tra i
suoi Maestri.
Subito dopo la laurea Lilliu comincia il
suo glorioso cammino nelle ricerche e negli
studi esplorando per primi proprio i siti archeologici o storici di Barumini.
Andava spesso alla collina sa funtana a
«quella collina, dolce e tondeggiante come
una mammella di femmina» su cui aveva
sostato, in tante notti serene, nell’allegra
compagnia degli amici. Il luogo era avvolto
nel mistero e alimentava tante fantasticherie: accesso ad un corridoio sotterraneo che
giungeva sino al Castello di Las Plassas; rifugio della musca macedda, insetto che
avrebbe potuto fuoriuscirne, diventando
enorme e distruggendo ogni cosa. Ovviamente l’archeologo non era sfiorato da
queste leggende e già nel 1938 descrive il
grosso cumulo di terra stratificatasi nei
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
millenni da cui spuntano per un breve tratto la parte superiore della costruzione e tre
o quattro filari appena emergenti dalle rovine. Con la conoscenza diretta delle diverse colture agricole, aveva notato che su
quel terreno si seminava orzo e non grano,
segno di un minore spessore del suolo fertile per la supposta presenza di pietre sottostanti e, quindi, di eventuali costruzioni.
Iniziò un primo scavo nell’estate del 1940
che confermò le sue previsioni. Sulla singolarità del destino che faceva ritrovare quel
monumento ad uno studioso nato nello
stesso luogo in cui tremila cinquecento anni prima era iniziata la sua costruzione, è lo
stesso Lilliu ad esprimere con affascinanti,
commoventi parole quale emozione susciti
nel suo spirito. «Che nelle cose della storia
sia presente, qualche volta, un filo rosso di
continuità è possibile. Non di rado in me,
quando penso a quel nuraghe del mio villaggio, dei miei morti vicini e lontani, sorge
un quid sentimentale in cui si mescolano
metastoria e scienza, fattura e ragione, destino e scelta, sorte e determinazione». Gli
scavi, eseguiti prima a spese del proprietario del terreno, signor Oreste Sanna, sotto il
controllo di Lilliu, proseguirono, sotto la
sua direzione, con un finanziamento regionale, dal 1951 alla fine del 1956 e portarono
alla scoperta di un vasto insediamento urbano dal tessuto esclusivo ed originale: un
intero villaggio nuragico sorto intorno ad
un nuraghe dalla struttura e forma insolite
e complesse. La scrupolosa ricerca stratigrafica, l’esame dei reperti, lo studio accurato delle costruzioni, consentì di inserire il
monumento in un periodo storico di oltre
mille anni con varie fasi che potevano essere ben individuate e distinte ma, soprattutto, con i risultati di altre ricerche condotte
dallo stesso Lilliu e da altri archeologi a ricostruire la storia, l’identità di un intero
popolo.
Non è questa la sede, né chi scrive ha il
necessario corredo culturale, per illustrare
in modo specifico l’importanza degli studi
di Lilliu, specie della scoperta della Barumini nuragica, determinanti per ridonare
un passato a noi Sardi, in una nuova visio-
ne dei rapporti tra le antiche civiltà del Mediterraneo. Altri, studiosi italiani e stranieri, in tante diverse sedi, hanno considerato
la sua opera di archeologo e le teorie che ha
espresso, concordi in lusinghiero unanime
apprezzamento e hanno posto in risalto
tutti i suoi meriti, che gli sono stati riconosciuti anche con prestigiosi riconoscimenti,
primo fra gli altri per l’altissimo livello, il
seggio di socio dell’Accademia dei Lincei
nel 1990. Nel 2007 la Regione Sarda gli
conferisce il premio Sardus Pater; in tale
occasione, ringraziando per l’onorificenza,
dice: «Penso che tale onore mi sia stato dato perché io ho servito la mia terra, la nostra terra, costruendone puntigliosamente
sempre nuove identità. Ho cercato di individuare la sua cultura e la sua gente nel segno delle antiche suggestioni e nel solco
della sua lunga tradizione resistenziale».
In questa breve nota si è cercato, anche
attingendo a quanto espressamente manifestato in tante occasioni da Giovanni Lilliu, di esporre, nella sintesi imposta dallo
spazio, insieme alla sua figura di insigne
Maestro, il suo aspetto umano in quel legame strettissimo che lo avvinceva alla terra
che lo aveva visto nascere e che il destino, o
meglio, la Provvidenza, gli offriva perché
con la sua scienza, ma anche con un congenito intuito, ne scoprisse il tesoro che celava. Giovanni Lilliu è stato socio per anni
del nostro Club, poi, non consentendogli i
molteplici impegni la frequenza, lo aveva
lasciato; l’ideale del servire animava il suo
spirito per cui questo valore fondamentale
del Rotary era già in lui e fu sempre perseguito in tutta la sua lunga operosa vita spesa con la sua scienza ed il suo appassionato
amore per la Sardegna, proprio come un
buon padre.
Ricordando il Grande Scomparso, siamo lieti che una sua figlia, Caterina, sia socio del Club partecipando, con premura e
simpatia, alle sue attività, contribuendo
anche a mantenere e ravvivare l’interesse
per l’archeologia, scienza in cui è esperta
per gli studi compiuti e per... eredità genetica.
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giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
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Ricordi di epoche diverse
Il Gotico
a Cagliari
Michele Pintus
otico è il termine utilizzato con
senso fortemente spregiativo
dagli umanisti italiani del XV
secolo nei confronti di una
realtà contemporanea in contrasto con la
cultura idealizzata dell’epoca classica; solo
dopo le analisi critiche che iniziano nel
XVIII secolo il termine ritrova l’uso corretto per definire la civiltà del tardo medioevo
e la sua rivoluzione architettonica. L’arco
acuto viene rivalutato e utilizzato come
struttura portante molto più efficiente dell’arco a tutto sesto dell’architettura classica
e diventa, a buona ragione, l’elemento caratterizzante dell’architettura gotica.
L’abate Suger di Saint-Denis, uno dei
più grandi costruttori della Francia del secolo XII, amico e confidente del re Luigi VI
prima e Luigi VII dopo, introduce nella sua
abbazia per la prima volta l’arco acuto e la
volta a costoloni, in modo tanto convincente da essere considerato il “creatore del go-
1 S. Saturnino; 2 S. Maria del Porto; 3 S. Francesco Stampace; 4 S. Pietro dei Pescatori; 5 S. Maria Di Castello;
6 Santuario di Bonaria; 7 S. Domenico; 8 Sant’Eulalia; 9 La Purissima; 10 S. Rocco; 11 S. Sepolcro; 12 Le Seziate;
13 S. Lucia in Castello; 14 Viceregio; 15 La Speranza; 16 Ex Palazzo di Città; 17 S. Maria del Monte;
18 S. Restituta; 19 S. Giacomo; 20 S. Benedetto; 21 S. Aleniscedda; 22 S. Bartolomeo.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Saint Denis, chiesa abbaziale benedettina, navata
centrale e coro
tico” e il precursore di altri grandi costruttori che, sviluppando l’idea di Suger, avviano un processo inarrestabile per una nuova
qualità dell’arte sacra in particolar modo.
In poco meno di un secolo, tra il 1180 e il
1270, che segna la fine del gotico maturo, solo in Francia si costruiscono circa 80 cattedrali gotiche e in breve tempo il nuovo “modo di costruire francese” si diffonde in tutta
l’Europa soprattutto nel Nord, Inghilterra e
Germania. Questo fenomeno “rivoluzionario” in realtà non fa che elaborare elementi
preesistenti, già ben noti al precedente modo
di fare architettura, il romanico, giunto a livelli eccellenti ma sempre molto ancorato
alle grosse masse murarie perimetrali. Anche in Sardegna, per ritardo o riflusso di periferia, solo il Romanico viene considerato
eccelso, almeno da parte di studiosi che fino
ad epoca relativamente recente dimenticano
quasi l’esistenza del gotico; l’architettura
gotica certamente non soppianta quella romanica che sopravvive per molto tempo anche parallelamente, ma si integra con essa
con le varianti apportate dalle differenti formazioni e tradizioni delle stesse maestranze.
Con la effettiva penetrazione di Pisa dopo la vittoria su Mugahid, l’ultimo invasore islamico, nei primi decenni dell’XI secolo, la Sardegna si apre al continente italiano favorendo la venuta di famiglie toscane
e liguri e quindi di maestranze specializzate nelle tecniche costruttive del luogo di
provenienza. Un fenomeno analogo si ripete con la conquista aragonese di Cagliari
nel 1326. Questi avvenimenti, per quanto
possano essere considerati tragici per il popolo sardo, proiettano la nostra isola verso
una dimensione europea mutuata dall’influenza ispanica, tanto che da questo momento la produzione architettonica rispetta
le formule gotico-catalane e se le porta dietro fino alle soglie del Seicento.
Molte chiese ed edifici civili vengono
realizzati, anche in periodo rinascimentale,
seguendo modi tecnico-formali che rispettano la tradizione gotico-italiana prima e
gotico-catalana dopo. L’estendersi della
dominazione aragonese impone costumi,
tecnica e arte dei costruttori catalani e aragonesi, tanto che troviamo nei secoli XIV e
XV forme decorative e strutture che, pur
rientrando nello stile lombardo o nel gotico, presentano caratteri peculiari che, del
tutto assenti nelle opere lombarde realizzate in Sardegna, sono invece frequenti nelle
opere romaniche, ispirate alle forme costruttive francesi, dell’Aragona e della Catalogna. Nella struttura romanica o gotica
degli edifici spagnoli ritroviamo quasi sempre una ornamentazione arabescata che la
contraddistingue e caratterizza fortemente.
La penetrazione artistica aragonese e
catalana porta a rendere più ornate, suggestive e leggiadre le forme gotiche dei primi
del XIV secolo.
L’elemento dominante all’interno delle
chiese gotiche è la volta a crociera con spigoli sagomati, impostati su fasci di colonnine o mensole decorate, che si intersecano in
una gemma anulare centrale nelle forme
più semplici, nella suddivisione in spicchi il
numero delle gemme aumenta in relazione
all’incrociarsi dei costoloni rispettando la
disposizione a croce, con al centro la gemma più grande e più ornata delle altre.
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A Cagliari l’orientamento gotico-italiano
qualifica chiaramente la grande chiesa di
San Francesco di Stampace, oggi quasi totalmente distrutta, mentre quello gotico-catalano, proprio perché prodotto da maestranze
iberiche levantine, caratterizza in modo altrettanto chiaro il santuario di Bonaria.
Altre chiese, tante altre chiese come vedremo nel corso di questa breve esposizione, recepiscono, sia in interventi di ristrutturazione che in nuove realizzazioni, tecnica e arte dei costruttori catalani ed aragonesi mediati nello stile lombardo oppure
nel gotico.
Alcune soluzioni strutturali e decorative
introdotte nel San Saturnino sono proprie
dell’ambiente franco-catalano: volte a botte
rinforzate da doubleaux nelle navate mediane, crociere nelle navatelle, capitelli e
mensole con scalettatura inversa. Santa
Maria del Porto, interamente demolita nel
1909, si conserva in forme romaniche fino
all’ultimo quarto del XIII secolo, quando la
facciata viene ridisegnata in senso gotico
con l’apertura di una finestra bifora a centina ogivale ribattuta da una cornice orizzontale estesa a tutta la base del frontone.
La chiesa del complesso monumentale di
San Francesco di Stampace, demolita a
seguito dei danni subiti fra il 1871 e il 1874 e
dell’incuria dell’amministrazione pubblica,
viene realizzata dopo il 1274 da maestranze
pisane, secondo modi gotico-italiani. Le
modifiche del XV secolo riguardano gli ampliamenti a piccole cellule – l’ingresso principale viene chiuso e spostato nella parete
laterale sul corso Vittorio Emanuele – per
soddisfare le richieste di facoltose famiglie
committenti, che fanno costruire cappelle
addossate alla chiesa e aperte sulle pareti laterali in forme gotico-catalane sia nella tecnica muraria che nella qualificazione degli
arredi. Il portale principale sacrificato si
salva e viene rimontato nel santuario di Bonaria: gli stipiti sono lisci e l’architrave è
sormontato da lunetta ogivale. La strombatura, poco profonda, è segnata dalla successione di tre semicolonne con capitelli fitomorfi sulle quali poggiano le ghiere dell’arco di scarico, modanate alla gotica con gole,
Rotary Club Cagliari
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Chiesa distrutta di Santa Maria del Porto, prospetto
Chiesa distrutta di San Francesco di Stampace,
fianco meridionale e frontone
listelli e tori. Gli elementi superstiti del chiostro evidenziano forme e decorazioni architettoniche del periodo gotico maturo.
Fra le chiese demolite non possiamo non
ricordare le chiese di Sant’Agostino e del
Carmine. La chiesa “vecchia” di Sant’Agostino, eretta ai primi del Quattrocento in forme gotico-catalane, viene demolita in conseguenza del rafforzamento delle fortificazioni
ad opera di Jacopo Palearo Fratino. La chiesa del Carmine, ricostruita nel secondo dopoguerra a causa della quasi completa distruzione causata dai bombardamenti del
1943, presenta la cappella della Vergine col
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Cattedrale di S. Maria in Castello, cappella aragonese
Bambino molto simile a quella del Rosario di
San Domenico: pianta quadrata con copertura a padiglione ottagonale su voltine di
raccordo nervate di stampo gotico.
A maestranze lombardo-catalane è da
attribuire l’abside della chiesa di San Pietro dei Pescatori, mentre nella ricostruzione della facciata maestranze toscane,
operose a Cagliari nell’ultimo quarto del
XIII secolo, applicano i modi gotici.
Prima della conquista aragonese, dopo
il 1274, la cattedrale Santa Maria in Castello viene ampliata, modificando l’originario schema iconografico canonicamente
pisano, da maestranze educate al gotico
italiano e trasferite in duomo dopo l’erezione di San Francesco di Stampace. In occasione di quest’ampliamento viene inserito il
transetto con gli ingressi disposti verso occidente in modo da consentire l’accesso direttamente dalla piazza e non dalle testate,
ostruite dagli edifici lungo il crinale a strapiombo; ecco, questi ingressi rivelano forme tardo romaniche volgenti al gotico. In
quello destro l’arco di scarico a tutto sesto
è sostituito da un coronamento a cuspide
triangolare trilobata internamente, attribuibile ai primi decenni del XIV secolo, che
testimonia un deciso orientamento gotico a
Cagliari, proprio negli anni in cui da Pisa
viene spedito alla cattedrale di Cagliari il
“pergamo di Guglielmo”.
Il completamento della cattedrale è opera degli Aragonesi che realizzano le cinque
cappelle presbiteriali fra cui la cappella poligonale di stile gotico-catalano, che documenta l’ultimazione della fabbrica dopo la
costruzione del Santuario di Bonaria. La
volta di copertura è a spicchi costolonati
che si chiudono nella gemma centrale di
chiave. Una elegantissima bifora illumina
la piccola cappella. Sul lato destro della
cappella, dal transetto si accede alla Sacrestia dei Beneficiati un ambiente ispirato agli stilemi gotico-catalani, a pianta
rettangolare allungata, ripartito in cinque
campate coperte da volte a crociera costolonata provviste di gemme pendule finemente decorate da ghirlande fitomorfe.
Nel 1323 le truppe del re di Aragona si
impadroniscono del porto e del suo quartiere commerciale, i Pisani arroccati nella
cittadella resistono e costringono gi aragonesi ad accamparsi sotto le colline di Bonaria. Qui costruiscono il loro quartiere residenziale insieme a un convento e una chiesa, il Santuario di Bonaria, che è ciò che
rimane al loro abbandono nel 1326 quando
riescono ad impadronirsi della città. La
chiesa appartiene a una fase di transizione
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Santuario di N.S. di Bonaria, zona presbiteriale
tra gotico e aragonese. La zona presbiteriale conserva i caratteri originari; l’abside ha
pianta poligonale coperta da volta a spicchi
con costoloni che si irradiano dalla chiave,
in corrispondenza dell’arco acuto di trionfo, per scendere fino al pavimento. Sulla
copertura absidale spicca dai contrafforti
radiali, tipici della consuetudine catalana,
la grande torre campanaria a pianta poligonale come l’abside.
L’antica chiesa medioevale inserita nel
monastero di San Domenico, fondato nel
1254 dal frate Nicolò Fortiguerra da Siena,
viene costruita secondo i canoni dell’Ordine molto simili al modello di San Francesco
di Stampace. Dopo il passaggio di Cagliari
alla Corona d’Aragona la chiesa viene rimaneggiata in forme gotiche aragonesi che
possiamo vedere nelle due cappelle a destra
della cripta dell’attuale chiesa, costruita
nel 1953 sulle rovine della chiesa distrutta
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San Giacomo, volta stellare del presbiterio
San Domenico, volta del coro
da un bombardamento dell’ultima guerra
(1943). Il chiostro viene costruito nei secoli
XV e XVI parte in stile tardo gotico, parte
rinascimentale.
Gli aragonesi con le armi, i costumi e le
tradizioni religiose portano anche la devo-
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
zione a Sant’Eulalia vergine e martire, patrona della città di Barcellona, uccisa per la
fede nei primi anni del IV secolo, durante
la persecuzione di Diocleziano. Nello stesso
secolo del loro arrivo a Cagliari, XIV secolo, si ha notizia di una chiesa dedicata a
Sant’Eulalia; il primo documento che ne
parla è del 1371, ma la chiesa attuale si definisce solo sul finire del ’500. È nei consistenti interventi del Novecento che vengono alla luce le linee gotico-aragonesi originarie, liberandole da altre strutture baroccheggianti.
Su una preesistente chiesetta intitolata a
Santa Elisabetta in stile romanico pisano
vengono fondati nel 1554 il monastero e la
chiesa della Purissima che presenta cappelle laterali in un gentile e nobilissimo gotico-catalano volte nervate, stellari e bifore
gotiche. L’interno è a una sola navata divisa in due campate con sei cappelle laterali,
tre per lato, coperte da volte a crociera,
stellate, con gemme anulari. La cappilla
mayor del presbiterio ha pianta quadrata
con volta stellare e nervature che si raccolgono nelle gemme pendule e peducci riccamente istoriati. La chiesa non ha facciata;
l’edicoletta gotica che si apre sui tetti potrebbe essere il fastigio della facciata mai
nata.
Anche la chiesetta di San Rocco del
XVII secolo nelle sue linee semplicissime
rivela un gusto riferibile al gotico-aragonese.
Le prime notizie sulla chiesa del Santo
Sepolcro risalgono al XIV secolo, viene
costruita in stile gotico-catalano, come
un’opera degli aragonesi, ma a costruirla
sono i Templari per adibirla a cappella del
loro monastero. Nel 1686 viene costruito il
cappellone dedicato alla Vergine della
Pietà in stile barocco, così tutta la chiesa
perde l’armonia delle sue originarie linee
gotiche, che si salvano nelle due cappelle
sul lato sinistro e in quattro cappelle del lato destro. I lavori della radicale ristrutturazione barocca lasciano intatta anche la volta a crociera del presbiterio, con le sue vibranti costolature gotiche e le cinque gemme scolpite.
I varchi, le finestre e gli archi ogivali ancora visibili sul prospetto verso la piazza
Arsenale del palazzo delle Seziate testimoniano le caratteristiche gotiche del nucleo
originario, che risale alla fine del XVI e gli
inizi del XVII secolo.
La chiesa di Santa Lucia in Castello,
costruita nel 1539, è in stile gotico. La navata è divisa in tre campate, le prime due
presentano volte a crociera e costoloni
ogivali, con gemme pendule in chiave, la
terza, che ricopre il presbiterio a cappilla
mayor, ha una bella volta stellare con
nervature ad ogiva e gemma pendula in
chiave.
Il Palazzo Viceregio risale nelle sue
strutture originarie al periodo della dominazione aragonese; la sede viene allestita
nel 1337 in una costruzione messa a disposizione dal’arcivescovo.
Esempio semplice ma significativo di
architettura gotico-catalana è la chiesetta
Della Speranza in Castello. L’interno è un
ambiente rettangolare coperto da tre volte,
la centrale è una completa crociera di ogive, le altre due, dalla parte dell’ingresso e
verso il fondo sono mezze crociere, tagliate
subito dopo la chiave. A destra si aprono
tre cappelle, probabilmente più tarde, con
costoloni che ripetono le sagome di quelli
dell’ambiente principale.
L’ex Palazzo di città è del 1331, l’attuale struttura – barocchetto piemontese – costituisce un rifacimento della fine del Settecento. Alfonso IV ne decide l’edificazione
su richiesta dei consiglieri e dei probiuomini di Castello che necessitano di una sede
adeguata per il buon governo della città.
Delle sue forme originarie rimane ben poco, così come nell’attiguo Episcopio, dove
sono ancora visibili gli archi acuti dell’appartamento d’inverno.
Il prospetto della chiesa di Santa Maria
del Monte, edificata alla fine del ’500, si
ispira ai moduli dell’arte gotico-catalana. Il
vano di ingresso è sormontato da un arco di
scarico a sesto acuto. L’interno è a pianta
quadrata, unica navata con presbiterio a
cappella mayor, coperta da volta stellare
con ogive e gemme pendule. Il coro è sor-
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montato da una cupola ottagonale con cornice d’imposta a modiglioni, raccordata da
pennacchi a voltine nervate e gemmate di
derivazione gotico-catalana.
Santa Restituta, costruita tra il 1640 e
il 1645 ricalca moduli gotici. È a navata
unica con sei cappelle laterali contenute tra
i contrafforti sui quali si innesta la volta a
botte irrigidita da archi traversi.
Risale alla prima metà del ’300 la chiesa di San Giacomo, uno dei primi modelli
di architettura gotico-catalana in Cagliari.
Il campanile ha base quadrata, come quello della cattedrale, e presenta nella parte
superiore monofore ogivali con sopraciglio;
l’ornamento è costituito da archetti gotici
polilobati. Il presbiterio ha una bellissima
volta stellare realizzata secondo i canoni
gotico-catalani. L’attuale prospetto viene
realizzato a meta ’800 su disegno di Gaetano Cima.
Nel borgo di S. Vetrano tra la fine del
XIII e gli inizi del XIV secolo viene edificata la chiesetta di Santa Aleniscedda in un
Rotary Club Cagliari
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romanico-campidanese aperto al gotico.
La facciata è gotica, divisa in tre specchi da
quattro lesene modanate a triplo toro, decorate da una serie di archetti ogivali internamente trilobati e poggiati su mensole. Il
portale è a sesto acuto con cornice a punta
di diamante sormontato da un oculo; sull’abside si aprono due finestrelle ogivali.
L’antica chiesa di San Bartolomeo, la
cui origine risale al XII secolo, nell’impianto attuale del XIV secolo presenta un’impostazione ispirata a moduli gotico-catalani, evidenti nell’arco sopra il portale e nei
due merli posti ai lati della cornice di coronamento, che ritroviamo anche nella semplice facciata rettangolare della chiesa di
San Benedetto. Fondata nel 1643 da don
Benedetto Nater di una nobile famiglia di
origini genovesi, la facciata della chiesa di
San Benedetto oltre i merli presenta un
portale con arco a sesto acuto sovrastato da
due oculi di gusto spiccatamente goticoaragonese.
■
CHI VA, CHI VIENE!
ompiacimento e rammarico per il Club in
quest’ultimo periodo: acquista tre nuovi
soci ma ne perde altrettanti. Salvino
Leoni, Mario Carta e Giuseppe Loddo hanno
dato le dimissioni.
C
SALVINO LEONI, impegnato per ragioni di
lavoro in tale misura da non consentirgli di
frequentare il Club, si è sentito costretto a
lasciarlo.
MARIO CARTA, cessata l’attività
professionale che lo impegnava a Cagliari e
risiedendo la famiglia a Sassari, pur avendo
cercato di frequentare almeno alcune delle
nostre riunioni, ha dovuto dimettersi con
grande malincuore. Perdiamo un rotariano
molto attivo che in tanti modi e in tante
occasioni ha operato con efficacia alle attività
del Club, godendo della stima, della simpatia e
dell’affetto di tutti noi che abbiamo sempre
apprezzato l’impegno speso anche nei
numerosi incarichi direttivi sempre svolti in
modo egregio.
Anche GIUSEPPE LODDO, ritenendo di non
poter più assicurare la presenza costante agli
impegni rotariani, ha deciso, dopo trentasei
anni di appartenenza al Club, di dare le
dimissioni. Ci duole che Giuseppe, che
nonostante i suoi quasi ottantacinque anni,
dimostra di avere ancora energie e capacità di
operare, non sia più nel Club che ha onorato
attuando il suo servire, con grandi
apprezzamenti, nei campi del commercio e
degli incarichi pubblici ricoperti.
A tutti e tre molti affettuosi auguri da tutti
noi che continueremo ad averli nostri cari
amici.
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Monete e religione nella storia
Riferimenti nei vangeli
e nelle parabole di Gesù
Antonio Lenza
econdo la Bibbia, le origini degli Ebrei
– stirpe affine etnicamente ai Fenici e
agli Assiro babilonesi – sono da ritrovare nel territorio di Ur, in Caldea, regione
sulle coste del Golfo Persico attraversata
dal fiume Eufrate. Il nome di questa popolazione significa appunto gente venuta da
oltre il fiume.
Dopo una peregrinazione protrattasi per
alcuni secoli, il popolo ebraico raggiunge la
zona meridionale della Siria comunemente
chiamata Palestina e dagli ebrei terra di Canaan o d’Israele, che significa forte in Dio.
Fedele espressione del popolo che le ha
coniate, le monete ebraiche sono strettamente collegate con la sensibilità religiosa e
le vicende che caratterizzano la storia di
questo popolo. L’iconografia della produzione monetaria è molto limitata, mediocre
sotto il profilo artistico e denota l’avversione tipica dei Semiti verso l’immagine umana e le immagini elaborate.
La Bibbia parla di scambi e di pagamenti, e quindi di moneta, fin dal tempo
dei Patriarchi. Verso il 1800 a.C. Giuseppe
viene venduto dai fratelli invidiosi a mer-
S
Lingotto di metallo usato come mezzo di scambio
canti egiziani in cambio di 5 sicli. La parola siclo non indica peraltro una vera e propria moneta d’argento, in quanto lo scambio avviene verosimilmente con la consegna di lingotti d’argento. Interpretazione
questa che si basa sul fatto che la moneta,
con le funzioni che ancora oggi sussistono,
nasce non prima del VII secolo a.C.
Il popolo ebraico conia le prime monete
in tempi relativamente recenti, cioè alla fine del II secolo a.C., al tempo di Giovanni
Ircano, principe giudeo della dinastia sacerdotale degli Asmonei, terzo figlio di Simone Maccabeo al quale successe nella dignità di sommo sacerdote e di etnarca dei
giudei nel 135 o 134 a.C. Fu Ircano appunto
il primo a far battere monete col nome di
un principe ebreo.
La Bibbia abbonda di riferimenti a monete di vari paesi, sicuramente in circolazione all’interno di una società incline per
natura al commercio. Si tratta di monete
quali: darici (antica moneta persiana d’oro
e poi anche d’argento introdotta da Dario I
verso la fine del VI secolo a.C.), sicli dei
Medi (antica unità di misura di peso corrispondente a 1/60 di mina, cioè di una unità
Darico
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ponderale in uso tra gli antichi popoli del Mediterraneo orientale di valore compreso fra i 436 e i 502 grammi), tetradrammi (antiche monete greche del peso e
del valore di 4 dramme, largamente coniata dagli stati
greci ed ellenistici e che ebbe ampia circolazione) e
tante altre. I banchieri seduti al loro banco (proprio da
qui proviene il termine banca) pesavano e cambiavano le monete provenienti da Atene, Siracusa, Macedonia, Siria, Egitto e da molti altri stati.
Le prime monete ebraiche ebbero una circolazione
strettamente locale e avevano per tipi una corona, una
palma, il corno dell’abbondanza, un giglio, raffigurati
in uno stile molto grossolano.
Per i loro scambi delle merci i popoli mesopotamici, pur avendo raggiunto un elevato grado di progresso e di organizzazione, non usavano la moneta. Le
transazioni venivano rapportate a un prodotto campione costituito dall’oro, dall’argento e dall’orzo. Il sistema metrico dei Babilonesi si basava sull’orzo ed era
definito sessagesimale, perché fondato sul numero 60,
sui suoi multipli e sottomultipli:
180 grani di orzo costituivano il siclo (8 grammi)
60 sicli formavano la mina (circa mezzo chilo).
Al vertice del sistema vi era il talento che arrivava a
circa 30 chili.
Questo sistema rimase sempre e solo un parametro
ponderale e non venne mai monetato. Per molti secoli
Bassorilievo raffigurante argentari dell’antica Roma al loro banco
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venne usato in tutto l’Oriente e
si diffuse anche in Grecia fino
all’introduzione del sistema decimale, più pratico perché basato sulle 10 dita. Secondo una
proporzione di peso venivano
allora usati anche l’oro (1) e
l’argento (13,5) in base al rapporto tra anno solare e mese lunare.
Essendo provincia romana,
la Palestina era tenuta ad assoggettarsi al sistema monetario romano che nel nostro periodo di riferimento aveva come
base il sesterzio, come multipli
il quinario e il denaro e come
sottomultipli l’asse, il semiasse,
il triante e il quadrante.
Ampiamente usata era anche la moneta greca, che aveva
come base la dracma, come
multipli il didracma e il tetradracma e come sottomultipli il
tetrobolo, il triobolo, il diobolo
e l’obolo.
I predetti due sistemi monetari si trovano menzionati ed
equiparati nei vangeli. Ad
esempio nella parabola La piccola offerta di una povera vedova (Mc. 12,42) i due spiccioli sono infatti da identificarsi con il
lepton o kolliba (in italiano collibo), moneta greca di bassissimo valore, che secondo la monetazione romana equivalgono
ad un quattrino, cioè ad un
quadrante. Alla luce di questo
testo evangelico è possibile stabilire, anche se in via approssimativa, il rapporto fra i due sistemi monetari:
essendo il lepton all’incirca
1/420 di dracma si ha che 1
dracma corrisponde a 13 sesterzi.
Gli ebrei, peraltro, continuarono ad usare il loro sistema basato sulle misure di peso, rapportandolo ai valori monetari
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Illustrazione della parabola dei talenti, da una
tavola del 1712. Due servi presentano i loro talenti
mentre l’altro scava per dissotterrare il proprio
correnti, i quali non avevano nessun corrispondente in moneta battuta:
talento = 6.000 dracme
mina = 100 dracme
Alla metà del VII secolo a.C. compare la
prima moneta di Stato coniata in piccoli
globetti che consentono una facilità di
scambio delle merci di importo limitato.
Questo sistema si estende rapidamente e
per rendere più agevoli i traffici commerciali, i globetti vengono contrassegnati da
simboli che attestano peso e bontà del metallo. Aristotele nella Politica considera la
moneta uno strumento necessario a supportare gli scambi in forte crescita e nell’Etica nicomachea ipotizza che la nascita
della moneta derivi da un bisogno di uguaglianza e di giustizia sociale. Di fatto, le affermazioni del grande filosofo del IV seco-
lo a.C. adombrano l’ipotesi di una genesi
etica-politica del denaro (il termine latino
nummus deriva dal greco nomisma a sua
volta coniato dalla parola nomos, “legge”).
La prima città greca a coniare moneta è
ritenuta Egina, isola ubicata nel golfo Saronico, tra il Peloponneso e l’Attica. Si tratta di un ricco centro commerciale che ha il
controllo della produzione di oro e argento
dell’isola di Sifno. La moneta coniata da
Egina presenta al dritto la sagoma di una
tartaruga.
Il mondo greco e tutte le regioni che si
trovano sotto la sua sfera d’influenza adottano ben presto la moneta.
I Vangeli hanno una presa straordinaria
nella vita dell’uomo. Numerose parabole di
Gesù prendono spunto da fatti ordinari,
elaborano racconti che nascondono insegnamenti di realtà superiori e propongono
valori spirituali che indicano all’umanità la
via della salvezza. In queste parabole ricorrono spesso richiami a varie monete, come
ad esempio didramma, denari, stateri, sicli, lepton, dramma, mine, obolo, talenti.
Emblematica è la parabola I talenti (Mt.
25, 14-30). Questa in sintesi la similitudine:
dovendo partire per un viaggio un uomo
consegna i propri beni ai suoi servi. Si tratta di un ingente patrimonio, considerato
che il primo servo riceve 5 talenti (1 talento equivale a 6.000 denari, cioè al salario di
altrettante giornate lavorative) corrispondenti a 30.000 denari, il secondo 2 talenti,
pari a 12.000 denari, il terzo 1 talento, cioè
6.000 denari. I primi due investono il denaro raddoppiandone il valore e ricevono
al suo ritorno l’encomio e la gratitudine del
padrone, mentre il terzo che si è limitato a
nascondere per paura il suo talento in una
buca sottoterra e lo restituisce senza alcun
interesse, viene aspramente rimproverato
dal padrone che toglie al servo infingardo il
talento e lo da al servo fedele, che ha raddoppiato i dieci talenti, con queste parole:
«Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto
anche quello che ha. E il servo fannullone
gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto
e stridore di denti».
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Siclo
Nella parola “talento” sono istintivamente associate doti naturali di intelligenza, intraprendenza, forza, capacità artistiche, bellezza. Ma ciò appare secondario
perché il significato della parabola di Gesù
non si riduce all’obbligo di sviluppare le
proprie doti naturali, ma invita a far fruttare i doni spirituali da lui recati.
Nell’opera Dal Vangelo alla vita, il Francescano Cappuccino Raniero Cantalamessa
scrive: «A sviluppare le doti naturali ci
spinge già la natura, l’ambizione, la sete di
guadagno. A volte anzi è necessario tenere a
freno questa tendenza a far valere i propri
talenti perché essa può diventare facilmente carrierismo, smania di imporsi sugli altri.
I talenti di cui parla Gesù sono la parola di
Dio, la fede, in una parola il regno da lui
annunciato. I frutti dei talenti naturali finiscono con noi o al massimo passano agli
eredi, i frutti dei talenti spirituali ci seguono
nella vita eterna e un giorno ci varranno
l’approvazione del Giudice divino».
Un breve commento va dedicato alla vicenda del tradimento di Gesù da parte di
Giuda Iscariota, accordatosi con i sommi
sacerdoti per la consegna di Gesù al prezzo
fissato in trenta monete d’argento. La tradizione parla di trenta denari, il Vangelo di
San Matteo (Mt. 26, 14-16) parla di triginta
argentei, cioè di monete d’argento generiche. Non possiamo pensare – sottolineano
valenti numismatici – che il tradimento sia
stato pagato nella moneta dell’odiato oppressore, il denario, anche perché nei territori dell’impero questa moneta aveva un
corso forzoso che la faceva valere più del
suo valore intrinseco, rendendone svantaggioso il cambio con le monete locali. Le
Giotto di Bondone,Tradimento di Giuda, 1306,
Cappella degli Scrovegni, Padova
monete d’argento in uso nella Palestina
erano piuttosto i sicli, di valore circa equivalente ai tetradrammi greci, ed è quindi
molto probabile che il pagamento a Giuda
sia avvenuto con trenta di queste monete. Il
numero trenta, poi, è spiegato dal fatto che
con questa cifra la legge stabiliva il risarcimento da pagare per uno schiavo morto.
In chiusura, cedo ancora la parola a
Cantalamessa: «È al momento della sua
morte che Cristo inizia a regnare sul mondo. La croce è il trono di questo re. C’era
una scritta sopra il suo capo: Questi è il re
dei giudei. Quello che nelle intenzioni dei
nemici doveva essere la giustificazione della sua condanna, era, agli occhi del Padre
celeste, la proclamazione della sua sovranità universale».
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Auguri Giovanni!
Breve storia
di una lunga vita
Marcello Marchi
l titolo è una parafrasi della conversazione “La lunga storia del processo breve” con la quale Giovanni Olla ha intrattenuto i soci nella riunione del 17 maggio scorso, felice occasione per festeggiare i
suoi ottant’anni compiuti il 25 aprile.
Storia breve, come impone il taglio della rivista e vita lunga come è stata sinora e come,
secondo il comune affettuoso augurio, possa protrarsi nel tempo.
Pur conoscendolo da
oltre cinquant’anni e nonostante la stretta amicizia che ci lega anche per
la comune professione
svolta, non è facile dire di
lui che tra le tante virtù
ha anche, forse esasperata, la modestia con conseguente ritegno a parlare
di sé. Solo vincendo questa innata ritrosia son riuscito ad avere
conferma di quanto sapevo di lui.
Nato a Cagliari vi ha compiuto gli studi
sino alla laurea in Giurisprudenza conseguita nel 1955.
Suo padre, che aveva esperienza politica
nel Partito Popolare, continuò nel suo impegno dopo la caduta del fascismo ed il ritorno alla vita democratica, dedicandosi
allo studio dei problemi agrari quale Segretario regionale della Federazione Agricoltori della Sardegna e Direttore del giornale
Sardegna Agricola, con particolare impulso ad una riforma moderna delle attività
connesse ed anche alla ricostituzione delle
Cantine sociali.
I
Dopo la laurea Gianni (così siamo soliti
chiamarlo), ha collaborato all’attività di
uno studio legale, quello dell’avvocato Palmas, seguito dall’avv. Flavio Lai. L’esperienza, se pur breve, gli ha consentito di osservare la impostazione che le parti, clienti
e loro legali, davano al processo così da
consentirgli poi, da giudice, di meglio comprendere le ragioni esposte.
Partecipa al concorso
per la Magistratura e lo
vince con un decina di
concorrenti sardi, tra cui
Rafaele Corona e chi scrive. Entra in servizio nell’aprile 1959 e compie il
periodo di uditore senza
funzioni presso la Procura
della Repubblica di Roma;
le successive tappe sono le
Preture di Busto Arsizio,
di Iglesias e di Decimo sino al 1964 quando viene trasferito al Tribunale di Cagliari. Gli viene affidata la funzione, particolarmente impegnativa e difficile
di Giudice Fallimentare. La scelta è frutto
della stima e dell’alta considerazione delle
capacità professionali e delle doti di estremo
rigore morale che gli sono riconosciute sia
dai magistrati preposti all’assegnazione degli incarichi sia dal giudizio unanime degli
avvocati e poi dei commercialisti e degli altri consulenti che collaboreranno con lui.
Nel 1969 lascia l’incarico e viene destinato al Tribunale per i minorenni, per tornare
poco dopo al Tribunale come giudice civile;
dal 1975 è Giudice alla Corte d’Appello (si
occupa sempre di giustizia civile ma matura
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esperienze anche in quella penale come
componente della Sezione Istruttoria e giudice a latere nella Corte d’Assise d’Appello).
In questo lungo periodo Gianni arricchisce la sua cultura giuridica studiando, in
particolare, la Procedura Civile impegnandosi nella nostra Università come Assistente di tale disciplina, prima come volontario
ed ottenendo poi l’idoneità avendo superato il relativo esame. Riceve allora l’incarico
dalla federazione Italiana Palla a Volo, FIPAV, di redigere il Regolamento giurisdizionale che è tuttora in vigore. Diventa
Presidente della Commissione Federale
d’Appello, CAF, di tale sport e poi, per otto
anni, Consigliere dela FIPAV. Nel 1985 il
CONI lo premia per la brillante ed efficace
attività svolta, conferendogli la medaglia al
merito sportivo.
Nel 1989 è in Corte di Cassazione a Roma; i suoi meriti gli valgono l’assegnazione
a componente della prima Sezione Civile,
ruolo ambito e prestigioso. Ne diventa presidente titolare sino al 2007 quando, dopo
48 anni, è collocato a riposo.
La storia, come detto in premessa, deve
essere breve per cui si deve omettere di citare le sentenze di maggiore rilievo giuridico, talune anche innovative, delle quali è
stato autore.
Pare opportuno invece riferire che, a
suo avviso, le nuove generazioni di giudici
entrati a far parte della Cassazione, portatori di fermenti culturali sviluppatisi alla
fine degli anni ’60, ovviamente dei valori
positivi che sono maturati, pur tra i tanti
aspetti assolutamente negativi determinanti conseguenze dannose per la società, hanno contribuito ad una evoluzione del Supremo Collegio facendogli abbandonare
l’area di “astrattezza assoluta del diritto allo stato puro” per indurlo ad un maggior
accostamento al fatto, ad una sorta di
“umanizzazione”. Ma Gianni aggiunge subito che tale tendenza, apprezzabile nell’intento di rimuovere dall’estrema astrazione di cui si è detto, sta trovando, talora,
esasperate applicazioni che rischiano di
travolgere l’essenza di giudice di legittimità
della Corte di Cassazione.
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Gianni ha sposato Gabriella Repetto,
Direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari
che ha concluso la brillante carriera a Roma, Ispettore Generale della Sezione Archivistica del Ministero dei Beni Culturali. Gabriella ha diretto nella nostra città la Scuola biennale di Specializzazione di Archivistica, Paleografia e Diplomatica ed ha avuto, tra i tanti allievi, Francesco Cesare Casula, Luisa D’Arienzo e Marco Tangheroni
(insignito del Premio La Marmora) tre storici assai noti, così come storico di grande
prestigio è lei stessa, Gabriella, come tale
premiata nel 1989 dall’Inner Wheel di Cagliari con il premio Eleonora d’Arborea,
autrice di molte pubblicazioni sulle vicende
della Sardegna, specie nel periodo della dominazione spagnola, e valente organizzatrice di mostre e di eventi culturali di grande successo.
Gianni e Gabriella hanno una figlia,
Marina, che esercita la professione di avvocato. È coniugata con l’ing. Paolo Cucciari
(fratello dell’attrice e scrittrice Geppi).
Hanno un figlio di 4 anni, Giovanni, nome
dei due nonni.
Non mi fa velo l’amicizia, anzi conto su
di essa perché Gianni contenga in termini
affettuosi il rimprovero che la sua innata
modestia gli suggerirà di muovermi, per
concludere esprimendo non solo il mio
pensiero, ma anche, fedelmente interpretandola, l’opinione di colleghi, avvocati,
collaboratori del campo giudiziario e di
tutti quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, affermando che egli ha eccellenti
doti di intelligenza, di signorilità, di cultura, di capacità professionale profonda e vasta anche per i vari uffici in cui ha esercitato le funzioni. È stato un Giudice esemplare per spirito di servizio, assiduità e continuità nel lavoro, assoluta indipendenza,
imparzialità manifesta. A lui spetta la stima di coloro ai quali ha reso giustizia e di
chi, socio del Club, ha il piacere di essergli
amico e può rinnovare da queste pagine vivissimi auguri.
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Un vanto del nostro Club
La Marmora:
storia di un premio
Salvatore Fozzi
ono passati oramai 35 anni dalla fondazione di questo importante premio istituito dal nostro club. L’esempio del
prestigioso premio internazionale Galileo
Galilei nato a Pisa nel 1962 sotto il patrocinio dei Rotary italiani e della Università di
quella città, suggerì al rientro da quella manifestazione ad un nostro illustre consocio
scomparso, il professor Marcello Serra,
profondo studioso di storia sarda e noto autore di opere fondamentali come Sardegna
quasi un continente, l’idea di istituire un
premio da assegnare ad un soggetto, non
sardo, studioso, tecnico, operatore economico, scrittore o artista, che avesse contribuito
con studi o azioni culturali alla conoscenza,
valorizzazione della Sardegna ed al suo progresso, promuovendo l’elevazione sociale ed
economica e culturale della nostra isola.
L’idea, trasmessa al club, fu prontamente accolta con entusiasmo nella riunione del 16/7/1977 da tutti i membri del sodalizio, che allora contava 101 soci, e su proposta e grazie alla determinazione dell’allora presidente Angelo Cherchi, oggi nostro
amato PDG, approvò l’iniziativa dando avvio alla sua concreta realizzazione.
Il premio fu opportunamente intitolato
al generale Alberto Ferrero Della Marmora
(1789-1863) illustre geografo, geologo e colto viaggiatore che negli anni del suo lungo
soggiorno in Sardegna ebbe il merito di far
conoscere l’isola in Italia e all’estero, in particolare attraverso due basilari pubblicazioni: Voyage en Sardaigne, pubblicato a Parigi nel 1826, e Itineraire de l’Île de Sardaigne, pubblicato a Torino nel 1860, entrambe originariamente in lingua francese e successivamente tradotte in lingua italiana, che
S
costituiscono ancora oggi un punto di riferimento obbligato per chiunque voglia conoscere e approfondire lo studio dell’isola.
Il consiglio direttivo, composto allora oltre che dal presidente Cherchi, dai soci Zanda e Uras (vicepresidenti), Sanna (segretario), F. Corda (tesoriere), Anedda (prefetto),
Cabitza, Olivetti e Sanjust (consiglieri), Villasanta (past-presidente) e Bonomo (presidente eletto ’77-78), prontamente convocato
per l’occasione, decise di assegnare il premio nel successivo mese di novembre di
quell’anno in occasione del 28° anniversario
della fondazione del club. In effetti la data
fu in seguito spostata, per motivi organizzativi, al mese di giugno dell’anno successivo
1978. I consigli direttivi degli anni 1976-1977
e 1977-1978, all’uopo riuniti, decisero congiuntamente di nominare la prima commissione giudicatrice, come previsto dal regolamento appena approvato, nelle persone dei
soci: Rino Bonomo, presidente; Angelo Berio, Angelo Cherchi, Nino Fara Puggioni,
Marcello Marchi, Marcello Serra, Franco
Trois. La commissione, dopo appassionata
discussione, decide di assegnare il premio
La Marmora alla Rockefeller Foundation,
con la seguente motivazione: «Per aver concorso in misura determinante a liberare la
Sardegna dalla malaria, piaga millenaria
che la aveva flagellata implacabilmente
stremandone le forze». Il premio, alla sua
prima edizione, consistente in una targa in
bronzo raffigurante Alberto La Marmora,
opera d’arte appositamente ideata da Dino
Fantini che ne ha voluto far dono al club, fu
consegnato ufficialmente nel corso della
riunione interclub del 21 giugno 1978 svoltasi con una solenne cerimonia alla presenza
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del Governatore dell’allora distretto 208,
Avv. Augusto Ferri, e del ministro Allen
Holmes, consigliere di ambasciata degli
USA, in rappresentanza dell’ambasciatore
degli Stati Uniti in Italia, Richard Gardner
impedito a partecipare. Alla serata erano
inoltre presenti illustri personalità, tra le
quali l’onorevole Alessandro Ghinami, assessore al Turismo, in rappresentanza del
Presidente della Regione Sarda; il dottor
Enrico Marongiu, rappresentante del Governo presso la Regione Sarda; il prefetto di
Cagliari, dottor Giuseppe Porpora; l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Bonfiglioli ed il segretario don Mosè Marcia, oggi vescovo di Nuoro; il procuratore generale
presso la Corte d’Appello, dottor Basilio
Sposato; il presidente della Commissione
Distrettuale per le Pubbliche Relazioni, Tonino Tranquilli, padre della nostra governatrice Daniela e che diventerà dopo qualche
anno governatore del Distretto 2080 ed
inoltre i presidenti di Cagliari Est e Cagliari
Nord, unici club allora esistenti in città oltre
il nostro, il presidente del Lions Club, la
presidente dell’Inner Wheel, la presidente
del Soroptimist, la presidente della Fidapa,
il presidente degli Amici del Libro, professor Nicola Valle, nonché i giovani del Rotaract e dell’Interact e i giornalisti della carta
stampata e della Rai e un gran numero di
rotariani.
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Il premio si è potuto realizzare anche
per la fattiva collaborazione e i preziosi
consigli in particolare dei soci Angelo
Cherchi, Antonio Cocco, Gigi Cosentino,
Emilio Fadda Ravot, Nino Fara Puggioni,
Renzo Pirisi, Antonio Romagnino e Giovanni Sanjust.
Per l’anno rotariano 2011-2012 la commissione per l’assegnazione del Premio La Marmora, giunto alla ventiseiesima edizione,
presieduta quest’anno dal Rotary Club Cagliari, ha attribuito il prestigioso riconoscimento al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula con la seguente motivazione:
«Da oltre quarant’anni è protagonista, in
Sardegna, nel campo dell’ospitalità d’eccellenza. Ha saputo elaborare un’immagine seducente dell’Isola, carica di suggestioni storiche, culturali e naturalistiche, che ha proposto a livello globale, affascinando sardi, italiani ed ospiti provenienti da tutto il mondo.
Ha contribuito a diffondere il nome della
Sardegna ed a farla conoscere da una clientela di alto livello. Per i servizi offerti e la dimensione raggiunta rappresenta altresì un
polo di eccellenza nello sviluppo dell’industria turistica dell’Isola, con ricadute economiche ed occupazionali di grande valenza».
Approfondimenti sul vincitore del premio
e sulle assegnazioni delle precedenti edizioni
possono essere reperiti sul libretto pubblicato per l’occasione a cura del nostro club.
■
a sera del 12 maggio è morto l’ingegner MARIO LASIC che, negli
ultimi tempi, per le condizioni di salute, si era indotto a dar le
dimissioni dal Club di cui era stato socio per tantissimi anni.
L
Ad ottobre avrebbe compiuto 90 anni: nel corso della lunga
esistenza ha sempre operato con incessante impegno conquistando
stima e rispetto per le alte capacità professionali e per lo spirito di
servizio, vivamente sentito, che lo hanno contraddistinto in modo
esemplare. Anche nel Club ha avuto modo di manifestare
costantemente le sue doti partecipando alle varie attività intraprese,
ricoprendo cariche direttive o assumendo impegni nelle
Commissioni, ricambiato da simpatia ed affetto dai soci, specie da quelli più anziani, che hanno
avuto il piacere di godere più a lungo della sua amicizia.
Alla moglie Paola, graditissima ospite a tante riunioni, al figlio Riccardo, che dopo l’esperienza
di roctariano, è ora nostro caro socio, a continuare la tradizione paterna, esprimiamo la nostra
affettuosa solidarietà.
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La musica suona la campana della prevenzione
Giuseppe Masnata
usiKaralis 2012, concerto internazionale di giovani talenti, è stato
organizzato dal Rotary Club Cagliari, nell’ambito della propria attività di
servizio.
Il Rotary Club Cagliari, all’interno dei
progetti di servizio attuati, si occupa ormai
da diversi anni, in collaborazione con
l’A.S.B.I. – Associazione Spina Bifida Italia, della prevenzione delle malformazioni
congenite, con la Commissione sviluppo
comunitario – aspetti sanitari.
Quest’anno, insieme agli altri Rotary
Club della Sardegna, è in fase di realizzazione una campagna di comunicazione per
la prevenzione della Spina Bifida e dei Difetti del Tubo Neurale, che vuole raggiungere la maggior parte dell’Isola.
Ma per conoscere come si è sviluppato il
progetto, occorre tornare indietro al maggio 2010, quando un gruppo di rotariani del
Rotary Club Moscou-Pokrovka, guidati dal
presidente Raykhana Dairbekova, organizzò un viaggio in Sardegna, incontrandosi con i Rotary Club di Cagliari ed Iglesias.
Erano accompagnati da giovanissimi virtuosi di musica, che si esibirono in diverse
piacevoli serate nelle due città. In seguito il
Rotary Club Cagliari rese la visita a Mosca,
suggellando un forte rapporto di amicizia.
Lo scorso ottobre ricevemmo la telefonata dell’amica Raykhana che intendeva ritornare a trovarci: l’idea era di portare in
tour dei giovani virtuosi di musica, nell’ambito del club project degli amici rotariani
moscoviti «young talent in open world».
Lo stesso progetto è stato esteso in Italia
ai Rotary Club di Cremona e Padova. Altri
club rotariani francesi, argentini, svedesi,
M
canadesi e degli Stati Uniti hanno manifestato interesse ad aderire al progetto.
Il Rotary club Moscou-Pokrovka si è
sempre distinto in azioni di supporto a giovani musicisti, provenienti soprattutto da
famiglie meno abbienti. Questa esperienza
rotariana fa sì che i ragazzi abbiano un
orizzonte culturale più ampio per i contatti
avuti all’estero, imparando che il mondo è
aperto a chiunque voglia eccellere restando
in armonia con esso.
Con queste premesse, in seno alla Commissione sviluppo comunitario – aspetti sanitari, costituita dai soci del Rotary Club
Cagliari Ugo Carcassi, Angelo Deplano,
Mario Figus, Alessio Grazietti, Giorgio La
Nasa, Salvatore Lostia di Santa Sofia, Margherita Mugoni Contini e Giuseppe Masnata, nasce l’idea di organizzare un concerto
per raccogliere fondi da destinarsi alla
campagna di prevenzione delle malformazioni congenite.
Per la realizzazione e l’organizzazione
del progetto nasce il Comitato per MusiKaralis 2012 costituito dai soci Giovanni Barrocu, Paolo Ciani, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Maria Luigia Muroni, Michele Rossetti, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna e Luigi Puddu.
È stato quindi proposto all’Associazione
Spina Bifida Sardegna presieduta da Mario
Orgiana di collaborare nel progetto ed al Comune di Cagliari di concedere a titolo gratuito la sala del Teatro Massimo di Cagliari.
Sono da ricordare le meravigliose giornate passate insieme agli amici russi ed ai
ragazzi a Barumini accompagnati da Caterina Lilliu ed a Villasimius, ospiti di Dante
Sicbaldi sul “Fiore di maggio”.
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Il concerto tenutosi presso il teatro Massimo, è stato presentato da Rosanna Cancellieri ed ha avuto un grande successo di
pubblico, con più di 700 spettatori.
La celebre violinista cagliaritana Anna
Tifu ha ricoperto il ruolo di Madrina dell’evento esibendosi in duo con il pianista Romeo Scaccia sulle note della Carmen Fantasy di Pablo De Sarasate. Hanno aperto la
serata i piccoli chitarristi Davide Mascia e
Flavio Banni della Scuola Civica di Musica
diretta dal nostro socio Luigi Puddu. A seguire i giovanissimi virtuosi del Conservatorio Tchaijkowsky di Mosca, Maria Andreeva, pianista e violinista di soli undici
anni, e Georgy Krizhnenko, pianista tredicenne, esibitisi sulle musiche di Rachmaninov, Wieniawsky e Novachek. Il concerto
ha poi visto la partecipazione straordinaria
della giovane soprano Nafset Chenib, accompagnata al piano da Cinzia Casu e Riccardo Zinzula ed è stato arricchito dalle coreografie del corpo di ballo di Atena Danza
diretto da Stefania Nonis.
300 bambini affetti da difetti congeniti di
varia entità. Le malformazioni congenite
sono tra le maggiori cause di mortalità infantile nel mondo industrializzato e causano gravi sofferenze ai bambini affetti. Nonostante la prevenzione primaria sia possibile ed a basso costo (SÌ ad Acido Folico
prima della gravidanza, NO a fumo e obesità in gravidanza), in Italia si fa e si conosce poco».
Nel corso della cena che è seguita al
concerto, il Presidente del R.C. MoscouPokrovka, Raikhana Dairbekova, ed il Presidente del R.C. Cagliari, Michele Rossetti,
alla presenza di numerosi soci dei Club,
hanno sottoscritto l’atto di gemellaggio,
esprimendo il più vivo compiacimento per i
rapporti di amicizia ed affiatamento creatisi negli anni tra i soci dei due Club e manifestando soddisfazione per i progetti di servizio già realizzati congiuntamente. I Presidenti hanno poi auspicato che la collaborazione in atto tra i due sodalizi possa portare alla realizzazione di progetti di respiro
«La collaborazione con il Rotary Mo- internazionale ancora più importanti.
scou-Pokrovka presieduto da Raikhana
Raikhana Dairbekova ha infine concluDairbekova nasce da una lunga amicizia –
ha spiegato Michele Rossetti – e dalla con- so: «aiutare i giovani talenti musicali per
divisione di un grande progetto umanita- dare l’opportunità di sviluppare la prorio: la prevenzione primaria delle malfor- pria attività, migliorandone i risultati e
mazioni congenite, attuata con l’utilizzo informare la popolazione sulla possibilità
prima del concepimento di una semplice vi- di prevenire le malformazioni congenite
sono azioni che rientrano negli obiettivi
tamina: l’acido folico».
primari del Rotary per rendere il mondo
Mario Orgiana, Presidente dell’ASBI migliore. Questo progetto è anche una belSardegna, ha illustrato nel suo intervento: la attività promozionale per il Rotary, mo«I difetti congeniti colpiscono tra il 3 e il 5 strando i nostri valori e proponendoli in
per cento di tutti i nati, rappresentando la un piacevole contesto con l’ascolto della
prima causa di morte nel primo anno di vi- grande musica».
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ta. Ogni anno nascono in Sardegna circa
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Rotary Club Cagliari
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Valorizzazione del patrimonio ex minerario del Sulcis
L’Ecocampus
Scuola di vita
Mario Figus
Rotary Club di Cagliari, Carbonia ed
Iglesias insieme con la Provincia di Carbonia Iglesias, la Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, il Comune
di Carbonia, il Comune di Narcao, il Parco
Geominerario Storico ed Ambientale della
Sardegna, l’AEGEE Cagliari (filiale dell’Association des Etats Généreaux des Etudiants d’Europe), il Rotaract Club di Cagliari, hanno promosso ed organizzato l’Eco Campus, che si è svolto tra il villaggio
minerario di Rosas a Narcao e il Centro Italiano di Cultura del Carbone a Carbonia
dal 26 maggio al 9 giugno.
formazione sul tema del recupero e della riqualificazione dell’ingente patrimonio archeo-industriale minerario del Sulcis sul
tema: Modelli e strategie multidisciplinari di riqualificazione ecosostenibile
del patrimonio minerario del Sulcis
Iglesiente. Ventiquattro brillanti giovani
professionisti di età compresa tra i 23 ed i
30 anni provenienti da ogni parte d’Italia e
dal resto del mondo (tre giovani architetti
erano cinesi) hanno trascorso un intenso
periodo di lavoro ma anche di divertimento nel Villaggio Minerario di Rosas, ospitati in modo mirabile dall’amico Gianfranco
Tunis, sindaco di Narcao.
L’EcoCampus è stato concepito come un
Il percorso didattico si è dipanato su tre
percorso multidisciplinare Europeo di alta percorsi tematici, che hanno costituito il fi-
I
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Rotary Club Cagliari — giugno 2012
lo conduttore dei vari seminari: l’ingegneria naturalistica, l’architettura del paesaggio e la tutela e la valorizzazione dei beni
culturali. Il percorso formativo è stato comune a tutti i partecipanti ed ha consentito loro di confrontarsi, di mettere a fattor
comune le loro esperienze lavorative e formative e di sviluppare, sotto la guida dei
docenti e dei tutor, schede progettuali ed
elaborati di sicuro valore ed originalità sul
tema della valorizzazione dei siti ex minerari.
Abbiamo verificato che il tema della valorizzazione delle risorse archeo-industriali
minerarie è molto vivo nei vari paesi europei e che molti territori ex minerari hanno
trovato nella valorizzazione a fini turistici e
culturali del loro patrimonio di archeologia
industriale una importante fonte di ricchezza, raggiungendo in alcuni casi di eccellenza ottimi numeri di presenze.
I seminari sui tre temi di studio sono stati tenuti durante le varie mattinate mediante presentazioni multimediali da docenti,
tutti di assoluto valore, tra i quali segnaliamo i nostri soci Angelo Aru, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Pasquale Mistretta,
Gian Paolo Ritossa, Gaetano Ranieri socio
del Rotary Club di Iglesias, Nino Granara
socio del Rotary Club di Cagliari Est, nonché presidente del Parco Geominerario della Sardegna, a cui va il nostro ringraziamento per la brillantezza delle loro esposi-
zioni e per la disponibilità manifestata anche in fase di organizzazione del Campus.
Gli altri docenti sono stati: il prof. Luis
Placido Martins, direttore generale del Ministero dell’Energia e della Geologia del
Governo del Portogallo, la d.ssa Helena
Viegas, direttrice del Laboratorio Nacional
de Energia e Geologia del Governo Portoghese, l’architetto Maguelonne Dejeant
Pons, francese, direttrice della divisione
patrimonio culturale pianificazione territoriale paesaggio e gestione territoriale del
Consiglio d’Europa, il professor Francesco
Calzolaio, del Landscape Architecture
Dept. dell’Università del Minnesota (USA),
il prof. Franco Mancuso dell’Università di
Venezia, il dr. Rainer Siotta, tedesco, direttore del Deutsches Bergbau Museum, l’arch. Enrico Buergi, svizzero, presidente della Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione Europea del Paesaggio, gli architetti Maria Luisa Bellisario e Alessandra
Fassio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’arch. Maria Irene Cardillo,
il prof. Mario Grosso del Politecnico di Torino, i professori Gianluigi Bacchetta e Raimondo Ciccu, dell’Università di Cagliari, il
dr. Maurizio Costa della società Criteria
S.r.l. leader in Sardegna nel campo dell’Ingegneria naturalistica, il dr. Tommaso Rossi presidente della SIMAM S.p.A. azienda
leader in campo nazionale nel trattamento
delle acque.
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
61
Carbonia ed Iglesias, si sta avviando verso
la sua realizzazione, dato che, completato
l’iter di caratterizzazione ambientale, le discariche minerarie sono state restituite al
territorio.
Ricordo a chi mi legge che l’Ecoparco,
nell’idea dei nostri Club, dell’Amministrazione Provinciale di Carbonia Iglesias, dell’Amministrazione Comunale di Carbonia
e del Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna, che l’hanno sposata e fatta propria, dovrà essere la sede di un
Centro di Alta Formazione finalizzato allo
studio ed alla sperimentazione di modelli
multidisciplinari e nuove tecnologie finalizzati al recupero e valorizzazione del patrimonio archeo-industriale. L’ECOCAMPUS, pur nelle sue dimensioni temporali e
numeriche ridotte, è stato dai nostri Club
ideato come il primo germe del futuro Centro di Formazione.
I nostri giovani ospiti hanno certamente
potuto apprezzare la bellezza dell’incontaminato scenario naturale in cui è inserito il
villaggio di Rosas e l’altrettanto splendido
panorama della costa del Sulcis che si gode
dall’alto della discarica di Serbariu e, da
quanto ci hanno detto al termine dell’EcoL’ECOCAMPUS si collega strettamente Campus, tornano a casa contagiati dal mal
al progetto “ECOPARCO” che, dopo la di Sardegna.
consegna al Comune di Carbonia delle idee
Ma il loro lavoro non è ancora finito. Inprogettuali scaturite dal Concorso di Idee
organizzato dal nostro Club e dai Club di fatti, gli elaborati grafici e le schede realiz-
Ai seminari della mattina, tenutisi per 11
giorni al villaggio minerario di Rosas e per
3 giorni al Centro Italiano di Cultura del
Carbone a Serbariu, si sono affiancati gli
workshop di progettazione serali, in cui i
giovani professionisti si sono confrontati
con i tutor e gli stessi docenti, in vivaci e
creativi momenti di riflessione e di progettazione. Un ringraziamento tutto particolare deve essere rivolto all’arch. Maria Irene
Cardillo, al prof. Mario Grosso ed all’amico
Luis Martins per il prezioso coordinamento
didattico degli workshop di progettazione.
Di particolare interesse sono stati i tre
giorni trascorsi a Serbariu, che si sono sviluppati contemporaneamente ed in collegamento televisivo a circuito chiuso con
l’undicesimo meeting del Consiglio d’Europa per l’implementazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Gli workshop
pomeridiani si sono svolti nelle bellissime
aule dell’AUSI a Serbariu e sul campo consentendo ai giovani professionisti di effettuare sopralluoghi di lavoro presso la
Grande Miniera di Serbariu e presso la vicina discarica, in cui dovrebbe sorgere l’Ecoparco.
62
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
zate dai giovani professionisti sotto la guida dei docenti e dei tutor verranno successivamente completati e raccolti in una pubblicazione dal titolo Modelli e strategie
multidisciplinari di riqualificazione ecosostenibile del patrimonio minerario del Sulcis Iglesiente. La pubblicazione sarà articolata in due sezioni: una prima sezione in
cui i docenti, in collaborazione tra loro,
formuleranno un complesso di linee guida
per la valorizzazione delle aree minerarie
basate su alcuni capisaldi fondamentali:
l’uso dei materiali naturali per la stabilizzazione dei pendii, la loro rivegetazione,
l’utilizzo, dove possibile, della fitodepurazione per il risanamento delle acque superficiali e di falda, il rispetto e l’applicazione
dei princìpi e delle linee guida della Convenzione Europea del Paesaggio, e, in ultimo, l’approccio alla musealizzazione di tale aree secondo le metodologie adottate per
la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
La seconda sezione si fonderà sul lavoro
dei giovani professionisti che hanno partecipato al Campus, illustrato sotto forma di
schede progettuali e di elaborati grafici, in
cui si svilupperanno due case history: il percorso di valorizzazione della discarica Serbariu, fino alla realizzazione dell’Ecoparco
ed ulteriori sviluppi della valorizzazione del
villaggio minerario di Rosas, che troveranno il loro compendio nello sviluppo di un
modello di messa in rete dei due siti.
La pubblicazione verrà presentata in un
convegno programmato a Carbonia per il
prossimo inverno presso il Centro Italiano
di Cultura del Carbone.
La ragione profonda per cui i nostri
Club si sono impegnati nella realizzazione
di questo progetto risiede nel fatto che l’eredità lasciata dall’attività mineraria è un
patrimonio inalienabile della Sardegna, come riconosciuto dall’UNESCO, ed i nostri
Club vogliono dare il loro contributo, perché questo patrimonio venga trasmesso alle giovani generazioni non come lo scomo-
do residuo di un passato lontano ed irripetibile, ma come una civiltà, un’identità, ed
una fondamentale fonte di sviluppo per il
territorio.
L’eredità materiale ed immateriale che
ci viene tramandata è una risorsa che la
nostra terra non può trascurare e lasciar
decadere. Inoltre, è proprio la cultura mineraria per il suo stretto rapporto con l’ambiente e con il trattamento dei materiali la
base da cui si può far nascere una nuova
cultura della tutela ambientale, basata sul
recupero e sul riciclaggio dei materiali abbandonati.
Prima di chiudere la descrizione di questa bellissima esperienza, vorrei ringraziare
tutti gli sponsor che hanno sostenuto con il
loro importante contributo la realizzazione
del campus: la Provincia di Carbonia Iglesias, con il suo presidente Tore Cherchi, il
Comune di Carbonia ed il suo sindaco Giuseppe Casti, storico partner delle nostre
iniziative a favore del territorio del Sulcis,
il Comune di Narcao, con il suo sindaco
Gianfranco Tunis, splendido ospite del
Campus, il Parco Geominerario, Storico ed
Ambientale della Sardegna, con l’amico
Nino Granara, che da anni ci affianca e ci
sostiene nelle nostre iniziative di valorizzazione del patrimonio ex minerario della
Sardegna.
Lascio per ultimi quelli che sono stati
più vicini alla nostra commissione nel suo
duro lavoro, il nostro Governatore Daniela
Tranquilli, che ci ha fatto pervenire lungo
tutto lo sviluppo del progetto il suo sostegno, prima a parole e poi nei fatti, i ragazzi dell’AEGEE, colonne dell’organizzazione del Campus ed immancabili presenze
nelle nostre numerose riunioni, i ragazzi
del Rotaract, come sempre generosamente
pronti a seguirci nelle nostre avventure, e
lasciatemi stringere in un abbraccio fortissimo Michele e Roberto, che hanno condiviso con chi Vi scrive ogni passo di questo
faticoso ma esaltante cammino.
■
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
63
Benvenuto ai nuovi soci
GIANFRANCO DOTTA
ALBERTO LAI
MICHELE MARINI
Nato a Cagliari il 12 gennaio 1949. Maestro di
Sport in ruolo dal 1 gennaio 1972. Ha svolto attività di grande rilievo tecnico nello sport, impegnato in ruoli molto importanti conseguendo risultati di altissimo rilievo in campo nazionale ed
internazionale. Allenatore delle Squadre Nazionali della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) dal 1982; responsabile del Settore Velocità e Staffette e in seguito dei “Progetti Speciali” Settore Velocità Nazionale, è stato per
quattordici anni docente ai Corsi Federali per la
formazione degli allenatori dal primo livello alla
specializzazione. Questo intenso operare gli ha
consentito di far ottenere ai propri atleti, in
competizioni agonistiche della massima importanza, ottimi premi: 1°, 2°, 5° e 8° posto ai Campionati Europei; 4° Campionati del mondo indoor; 3° Universiadi. Con la staffetta nazionale:
3° e 5° Campionati del Mondo, 5° Olimpiadi, 3° e
3° Campionati Europei, 1° e 2° Coppa Europa e 11
Titoli Italiani Assoluti. Inoltre, come preparatore atletico della squadra Juve Caserta ha contribuito in modo determinante alla vittoria, nel
1991, del Campionato Italiano di Basket; altre
numerosi successi hanno riportato pugili da lui
preparati in campionati d’Italia e d’Europa e giovani tennisti in campionati italiani individuali e
di doppio.
Ha conseguito il brevetto di pilota per aerei da turismo.
Presidente Associazione Sportiva Dilettantistica ATHLON.
Nato a Cagliari il 1 febbraio 1964. Laureato nell’Università cittadina in Medicina e Chirurgia
nel 1990; specializzato nel 1994 in Anestesia,
Rianimazione e Terapia Intensiva.
Ufficiale Medico di complemento, poi Ufficiale del Corpo Militare della Croce Rossa (ora
con il grado di Capitano). In forza a questo Corpo ha partecipato ad attività istituzionali per la
formazione del personale, ed a missioni di supporto in sede nazionale. In numerose occasioni
ha preso parte ad interventi in campo internazionale a sostegno delle popolazioni vittime
della guerra ed anche, in ausiliarietà alle Forze
Armate Nazionali e della N.A.T.O., in teatri di
guerra balcanici e mediorientali (Albania, Kosovo, Iraq, Uganda). Nel 1992 inizia la carriera
ospedaliera a Isili, Carbonia, Iglesias (ospedali
Traumatologico e Pediatrico) e dal 1999 al Presidio Ospedaliero SS. Trinità di Cagliari presso
l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione. Esperto di cure intensive pediatriche dedica la maggior parte della sua attività
professionale alla cura dei piccoli pazienti sia all’interno dell’ospedale, come anestesista presso
la chirurgia pediatrica e il dipartimento per le
diagnostiche per immagini, sia come collaboratore delle cliniche universitarie pediatriche e
dell’Assistenza Domiciliare Integrata per la presa in carico e la cura dei bambini che necessitano di cure palliative, ventilazione meccanica e
supporti vitali intensivi domiciliari. Dal 2000 è
Medico del servizio di Elisoccorso S.A.R. –
H.E.S.M. della Centrale Operativa del 118 di Cagliari. Dal 2011 è docente della Scuola di Specializzazione in pediatria dell’Università di Cagliari. Autore di diverse pubblicazioni e comunicazioni scientifiche; ha svolto numerose relazioni
congressuali a livello nazionale su argomenti
inerenti la sua specializzazione; ha illustrato sovente l’attività svolta a livello internazionale per
la Croce Rossa. Ha sposato la dott.sa Antonia
Piccioni, insegnante. Hanno un figlio, Matteo, di
14 anni. È un appassionato lettore e quando l’intensa attività professionale glielo consente, un
altrettanto appassionato viaggiatore.
Nato a Cagliari il 14 gennaio 1970. Ha conseguito il diploma di Ragioniere commerciale. Successivamente ha seguito uno stage di Formazione Professionale presso la scuola di impresa
IPSOA gestione risorse umane. Consulente del
Lavoro iscritto all’Albo dei Consulenti della Provincia di Cagliari. È amministratore della società
“Studio Marini SRL” agenzia del lavoro iscritta al
relativo Albo Informatico.
Ha maturato pluriennale esperienza professionale in attività di consulenza ed organizzazione per Enti/Società pubblici e privati, e, in
particolare, operando negli ambiti di: Consulenza Gestionale, Amministrativa e Contabile
per Associazioni di coltivatori diretti delle province di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e
della Regione; Associazione Commercianti della Provincia di Cagliari e suoi iscritti; clienti del
proprio studio; Consulenza Organizzativa con
progettazione di strutture e organigrammi
aziendali e funzionigrammi, selezione personale, analisi bilanci aziendali, formulazione di
strategie alternative ed altri specifici interventi
che i limiti di questa nota non consentono di
meglio specificare.
Consulenza finanziaria per Enti Locali con
redazione di piani socio-economici, piani di sviluppo locale e di sviluppo integrato territoriale.
Senza addentrarci in una specifica elencazione
dei lavori compiuti si può indicare che ha, in
qualità di legale rappresentante della Sirconsul
S.r.l., svolto incarichi di assistenza tecnica e supporto a valere su Leggi Regionali, Nazionali e
Comunitarie per iniziative di grande rilevo che
hanno interessato, tra gli altri, i Comuni di Armungia, Ballao, Castiadas, Domus de Maria,
Muravera, Nuxis, Olbia, San Vito, Villaputzu e
diverse associazioni fra taluni di questi enti.
È sposato con la sig.ra Eleonora Fini ed
hanno due figli: Giuseppe e Chiara.
64
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
COMMISSIONI ANNO 2012–2013
AMMINISTRAZIONE
DEL CLUB
Presidente coordinatore:
Paolo PICCALUGA
E-mail: [email protected]
PROGETTI
DI SERVIZIO
Presidente coordinatore:
Giovanni BARROCU
E-mail: [email protected]
COMUNICAZIONE
PROGRAMMI
Marinella
FERRAI COCCO ORTU
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Guido Chessa Miglior,
Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona,
Gaetano Giua Marassi, Caterina Lilliu,
Pasquale Mistretta, Paola Piras
AZIONE INTERNAZIONALE
PRESIDENTE: Giovanni BARROCU
E-mail: barrocu@tiscali
COMPONENTI: Angelo Aru, Giulia Casula,
Angelo Deplano, Alessio Grazietti, Franco
Passamonti, Lucia Pagella, Giorgio Sanna
RAPPORTI CON
LE ISTITUZIONI
PRESIDENTE: Michele ROSSETTI
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Paola Dessì,
Salvatore Fozzi, Giampaolo Piras
EVENTI SPECIALI
Luigi PUDDU
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Stefano Liguori, Guido Maxia,
Stefano Oddini Carboni, Alessandro Palmieri,
Marco Rodrigues, Giulia Vacca Cau
RAPPORTI CON I MEDIA
PRESIDENTE: Giovanni
SANJUST DI TEULADA
COMPONENTI: Francesco Birocchi, Maria Luigia
Muroni, Roberto Nati, Luigi Puddu
PRESIDENTE:
PRESIDENTE:
ASSIDUITÀ E
AFFIATAMENTO
PRESIDENTE: Giuseppe CASCÌU
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Angelo Deplano, Massimo
Frongia, Antonio Lenza, Margherita Mugoni,
Maria Luigia Muroni, Alessandro Palmieri
RIVISTA E BOLLETTINO
DEL CLUB
PRESIDENTE: Lucio ARTIZZU
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Francesco Birocchi,
Salvatore Fozzi, Caterina Lilliu,
Marcello Marchi, Giovanni Sanjust di Teulada
SITO WEB DEL CLUB
Michele ROSSETTI
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Francesco Birocchi,
Caterina Lilliu, Roberto Nati
PRESIDENTE:
EFFETTIVO
Presidente coordinatore:
Cecilia ONNIS
E-mail: [email protected]
AMMISSIONI, CLASSIFICHE
E SVILUPPO DELL’EFFETTIVO
PRESIDENTE: Rafaele CORONA
COMPONENTI: Giovanni Barrocu, Ugo Carcassi,
Piergiorgio Corrias, Salvatore Ferro,
Gaetano Giua Marassi
INFORMAZIONE E
FORMAZIONE ROTARIANA
PRESIDENTE: Angelo CHERCHI
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Lucio Artizzu, Salvatore Fozzi,
Marcello Marchi, Roberto Nati,
Paolo Piccaluga, Gian Paolo Ritossa
SVILUPPO DELLA COMUNITÀ
Aspetti Culturali (Rotary per la Città)
PRESIDENTE: Michele PINTUS
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Ercole Bartoli, Guido Chessa
Miglior, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Marcello
Marchi, Maria Luigia Muroni, Lucia Pagella
SVILUPPO DELLA COMUNITÀ
Ambiente, Territorio, Ecoparco
PRESIDENTE: Mario FIGUS
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Angelo Aru, Ambrogio Atzeni,
Ginevra Balletto, Maurizio Boaretto, Antonio
Pillai, Giorgio Sanna, Antonio Scrugli
SVILUPPO DELLA COMUNITÀ
Aspetti Sanitari
PRESIDENTE: Giuseppe MASNATA
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Efisio Baire, Carlo Carcassi,
Giovanni Cascìu, Giuseppe Cocco, Ulisse Figus,
Giorgio La Nasa, Salvatore Lostia di Santa Sofia
SVILUPPO DELLA COMUNITÀ
Aspetti Sociali
PRESIDENTE: Giorgio LA NASA
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Michele Bajorek, Carlo Carcassi,
Mario Graziano Figus, Gaetano Giua Marassi
SVILUPPO DELLA COMUNITÀ
Prevenzione Tossicodipendenza
PRESIDENTE: Maria Pia LAI GUAITA
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Michele Bajorek,
Gianfranco De Gesu, Paola Dessì,
Ulisse Figus, Gaetano Giua Marassi
Presidente coordinatore:
Ettore ATZORI
E-mail: [email protected]
NUOVE GENERAZIONI
Presidente coordinatore:
Antonio CABRAS
E-mail: [email protected]
ROTARACT
LASIC
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Christian Cadeddu, Marcello
Caletti, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati,
Paola Giuntelli Pietrangeli
PRESIDENTE: Riccardo
RYLA
Enzo PINNA
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Giuliano Frau, Andrea Lixi,
Cecilia Onnis, Paola Piras
PRESIDENTE:
SCAMBIO GIOVANI
Francesco STAFFA
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Ezio Castagna, Vincenzo Cincotta,
Salvatore Ferro, Cecilia Onnis
PRESIDENTE: Pier
FONDAZIONE ROTARY
Presidente coordinatore:
Salvatore FOZZI
E-mail: [email protected]
FONDO PERMANENTE
E PolioPlus
PRESIDENTE: Salvatore FOZZI
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Lucio Artizzu, Antonio Cabras,
Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Alberto Lai,
Marcello Marchi, Luigi Puddu
BORSE DI STUDIO
Ex BORSISTI, ALUMNI (GSE)
SCAMBIO DI GRUPPI DI STUDIO
PRESIDENTE: Antonio CABRAS
E-mail: [email protected]
COMPONENTI: Flavio Carboni, Giuseppe Fois,
Giampaolo Piras, Pier Francesco Staffa
giugno 2012 —
Rotary Club Cagliari
Le riunioni del Club
Rotariani in visita: il prof. Vadim Panov del RC
di San Pietroburgo.
1° DICEMBRE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Assemblea Ordinaria n. 2 del Club per
Elezione Presidente 2013/2014 e
Consiglio Direttivo 2012/2013.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori,
Efisio Baire, Michele Bajorek, Ginevra Balletto,
Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Flavio Carboni, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi,
Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi,
Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Lino Cudoni, Gianfranco
De Gesu, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe
Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Maria Pia Lai
Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Caterina
Lilliu, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale
Mistretta, Margherita Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Giovanni Olla, Cecilia
Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo
Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo
Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Antonio Scrugli, Pierfrancesco Staffa.
Ospiti del Club: Alberto Villasanta (socio onorario).
22 DICEMBRE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Cena degli auguri
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Efisio Baire,
Michele Bajorek, Berto Balduzzi, Ginevra Balletto,
Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Maurizio
Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu,
Marcello Caletti, Giovanni Maria Campus, Carlo
Carcassi, Ugo Carcassi, Mario Giovanni Carta, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Gianfranco De Gesu, Angelo Deplano, Alfonso Dessì,
Paola Dessì, Paolo Fadda, Marinella Ferrai Cocco
Ortu, Enzo Ferraris, Salvatore Ferro, Mario Figus,
Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Paola Giuntelli,
Alessio Grazietti, Gaetano Giua Marassi, Giorgio
La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Luigi Lepori, Andrea Lixi, Giuseppe
Loddo, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Guido Maxia, Pasquale Mistretta,
Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis,
Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea
Rusconi, Giovanni Sanjust, Pier Francesco Staffa,
Giulia Vacca Cau.
Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, M. Grazia Atzori, Giulia Baire, Mariuccia Balduzzi, Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, Laura
Cadeddu, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus,
Maria Vittoria Carcassi, Haydee Casciu, Giulietta
Casciu, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona,
Maria Corrias, Germana Cudoni, Paola Deplano,
Maria Gabriella Ferraris, Pietrina Ferro, Antonella
Figus, Lina Fois, Franca Fozzi, Rossana Grazietti,
Luisanna Giua Marassi, Paola Lasic, M. Rosaria
Lenza, Ginetta Lepori, Lia Lixi, Bruna Loddo, Mariangela Manunza, Tiziana Masnata, M. Vittoria
Maxia, Mariella Mistretta, Gabriella Olla, Patrizia
Palmieri, Giovanna Passamonti, Maria Teresa Piccaluga, Barbara Pinna, Marina Pintus, Loredana
Piras, Giuseppina Ritossa, Diana Rodriguez, M.
Grazia Rosella, Maura Rossetti, Elisabetta Sanjust
Sono presenti in sala i coniugi: Antonello
Cau, Giacomo Damele, Michele Pietrangeli.
Ospiti del Club: l’ing. Giorgio Bognin, Padre
Salvatore Morittu, il prof. ing. Fabrizio Pilo, il pianista Renato Sellani con la consorte Anna Maria
Vasta, il consigliere regionale Claudia Zuncheddu.
Rotaract: il presidente dott. Nicola Satta, Sara
Lucchi, Sara Pintus, Alessandro Coa.
Scambio Giovani: Gimena Cruz Saladino, Nola
Lee Heyes, Suzanne Richelle Kanavell.
Ospiti dei soci: di Piergiorgio Corrias il figlio
prof. Paolo Efisio, di Enzo Ferraris la nipote
15 DICEMBRE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatori: MARIA PIA LAI GUAITA e Don MARIO
CUGUSI: “La famiglia oggi – ancora il
fondamento della società?”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi,
Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giovanni Maria
Campus, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo
Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano,
Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo
Lasic, Antonio Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Salvatore Lostia di S. Sofia, Mauro Manunza,
Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita
Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Stefano Oddini Carboni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia
Pagella, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa.
Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus, Giulietta
Casciu, Maria Rosaria Corona, Lina Fois, Maria Teresa Lostia, Giovanna Passamonti, M. Teresa Piccaluga, Marina Pintus, Maura Rossetti.
Rotaract: Antonello Fiori, Francesca Fiorilla, Sara Pintus.
Ospiti dei soci: di Silvano Costa l’ing. Gino Caproni.
65
dott.ssa Angela Maria Grosso; di Salvatore ferro il
figlio Enrico; di Enzo Pinna il dott. Michele Marini
con la consorte sig.ra Eleonora; di Alessandro Palmieri la figlia Valentina col coniuge ing. Raoul Cadeddu; di Marcello Caletti il dott. Giovanni Caria e
la sig.ra Iole, il dott. Carlo Spano e la sig.ra Rosi,
il geometra Giovanni Olivas e la sig.ra Giovanna;
di Luigi Lepori l’ing. Emanuele Corona con la consorte sig.ra Ginetta; di Giovanni Sanjust la cognata sig.ra Anna Pascarella Sanjust.
Rotariani in visita: dott. Luciano Di Martino –
R.C. Cagliari Est; la dott.ssa Luisa Sanjust – R.C.
Roma Colosseo.
12 GENNAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Assemblea n. 3 di metà anno, nel corso
della quale il Presidente del Club, i
Presidenti delle Commissioni e i
Coordinatori hanno fatto il punto
sull’attività del Club e sullo stato dei
diversi progetti. Il tesoriere ha illustrato
l’andamento del bilancio.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Giovanni Maria
Campus, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe
Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Alfonso
Dessì, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu,
Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu,
Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni,
Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo
Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo
Piras, Luigi Puddu, Giovanni Sanjust.
19 GENNAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Riunione in Interclub con R.C. Carbonia e
R.C. Iglesias
Argomento della serata: “Macchina del
Paesaggio ed Eco-Campus: idee per la
valorizzazione del Patrimonio archeoindustriale”.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior,
Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona,
Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore
Fozzi, Paola Giuntelli, Riccardo Lasic, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Margherita Mugoni Contini, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia
Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna,
Michele Pintus, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa,
66
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli, Pierfrancesco Staffa.
Sono presenti in sala le signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Paola Dessì, Marina Pintus.
Ospiti del Club: l’on. ing. Salvatore Cherchi,
Presidente della Provincia Carbonia-Iglesias; l’on.
dott. Gianfranco Tunis, Sindaco di Narcao; il col.
Giovanni Rossitto (Comandante 1° Reggim. Corazzato di Teulada), socio onorario del R.C. Carbonia; il dott. Maurizio Saba, Assessore all’Urbanistica di Carbonia; il dott. Franco Manca, Assessore all’Ambiente del Comune di Carbonia; l’ing.
Giorgio Bognin, direttore operativo della Ligestra, società del gruppo Fintecna; il prof. Erminio
Ariu, corrispondente di Rai Sardegna per il Sulcis
Iglesiente; il dott. Francesco Pinna, giornalista
dell’Unione Sarda; i giovani dell’AEGEE (Associazione degli Stati Generali degli Studenti Europei);
il presidente Ouswana Diewg, Marco Pischedda e
Martina Littera, rotaractiana del club di Quartu
S.E. e Claudia Secci; il dott. Nicola Satta presidente e Antonello Fiori vicepresidente del Rotaract
Cagliari.
Ospiti dei soci: di Silvano Costa l’ing. Gino Caproni.
Rotariani in visita: il prof. Vadim Panov del RC
di San Pietroburgo.
26 GENNAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Commemorazione del socio ANTONIO
ROMAGNINO
Interventi dei soci: UGO CARCASSI, MARCELLO
MARCHI, GIOVANNI SANJUST, RAFAELE CORONA.
L’attrice ISELLA ORCHIS ha letto alcune pagine
tratte dalle opere di A. Romagnino
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Giovanni Barrocu, Flavio Carboni, Carlo
Carcassi, Ugo Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe
Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa,
Lino Cudoni, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco
Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois,
Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio
Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Andrea
Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Michele
Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giovanni
Sanjust, Giorgio Sanna.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Giulietta Casciu, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Lina Fois, Franca Fozzi, Maria Rosaria Lenza, Marina Pintus, Maura
Rossetti, Elisabetta Sanjust.
Ospiti del Club: la sig.ra Anna Maria, vedova di
Antonio Romagnino, le figlie Carla con i figli Alessandro e Michele Capra, e Ludovica con il marito
Angelo Porru; l’attrice Isella Orchis; l’ing. Silvia
Scanu dell’E-Club Rom@it.
Ospiti dei soci: di Salvatore Fozzi il dott. Carlo
Figari; di Michele Pintus il dott. Cesare Saliu, coniuge di Isella Orchis.
2 FEBBRAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: l’ing. MARCELLO DEPLANO: “Lo
sviluppo di Energie Rinnovabili visto da
un cagliaritano che opera in Polonia”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Giovanni
Barrocu, Francesco Birocchi, Carlo Carcassi, Ugo
Carcassi, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Paolo Desogus,
Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Alessio
Grazietti, Gaetano Giua Marassi, Riccardo Lasic,
Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Salvatore Lostia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata,
Guido Maxia, Margherita Mugoni, Maria Luigia
Muroni, Giovanni Olla, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Marco Rodriguez, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Haydee Casciu, Antonella Cherchi, Paola Deplano, Lia Lixi, Maria Vittoria Maxia.
Ospiti dei soci: di Paolo Desogus il dott. Alberto
Lai.
9 FEBBRAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: dott. GIANFRANCO DE GESU:
“Carceri tra realtà e pregiudizi:
il caso Sardegna”
Sono presenti
I soci: Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi,
Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Giuseppe
Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Gianfranco De Gesu, Paola Dessì,
Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano
Frau, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu,
Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi,
Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria
Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Lucia
Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Gianpaolo Ritossa, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: M. Vittoria
Carcassi, Giulietta Casciu, Lia Lixi, Marina Pintus
Ospiti dei soci: di Enzo Pinna il dott. Michele
Marini.
Ospiti del Club: l’avv. Rita Dedola, assistente
del Governatore e il dott. Alberto Lai.
16 FEBBRAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Visita del Governatore DANIELA
TRANQUILLI FRANCESCHETTI
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Berto Balduzzi, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Marcello Caletti,
Giovanni Maria Campus, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto
Cocco Ortu, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino
Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella
Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus,
Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Antonio
Lenza, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello
Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta,
Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis,
Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Luigi Puddu, Gianpaolo
Ritossa, Marco Rodriguez, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Mariuccia Balduzzi, Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Mirella Campus,
Haydee Casciu, Giulietta Casciu, M. Rosaria Corona, Paola Deplano, Paola Dessì, Pietrina Ferro, Lina Fois, Paola Lasic, M. Rosaria Lenza, Mariangela Manunza, Mariella Mistretta, Patrizia Palmieri,
Giovanna Passamonti, M. Teresa Piccaluga, Diana
Rodriguez, Maura Rossetti.
Sono presenti in aula i coniugi: di Paola Giuntelli: il dott. Michele Pietrangeli.
Ospiti dei soci: di Mario Figus: l’on. ing. Angelo
Cherchi; di Marcello Marchi: la sorella sig.ra Cecilia
Ospiti del Club: il comandante Guido Franceschetti, consorte del Governatore, nonché socio
fondatore e Past President del R.C. Roma Monte
Mario; il Segretario Distrettuale per la Sardegna,
nonché Governatore Nominato per l’anno 20132014, avv. Pier Giorgio Poddighe; il Segretario Distrettuale per Roma e Lazio e Coordinatore Attività Governatore arch. Italo Melanesi; il Tesoriere
Distrettuale Laura Capuzzo Dolcetta; l’assistente
del Governatore avv. Rita Dedola; il Presidente
del Rotaract dott. Nicola Satta; il vicepresidente
del Rotaract dott. Antonello Fiori.
23 FEBBRAIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Evento: “Rotary Day” – Interclub tra i
Rotary Club Cagliari, Cagliari Anfiteatro,
Cagliari Est, Cagliari Nord, Cagliari Sud,
Quartu S. Elena.
Il nostro socio FRANCESCO BIROCCHI ha illustrato
i traguardi raggiunti dal Rotary nella lotta alla Poliomielite ed ha delineato un quadro degli interventi, attuali e futuri, del Rotary e dei vari club in
campo sanitario.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Efisio Baire, Michele Bajorek,
Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Maurizio
giugno 2012 —
Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Flavio Carboni, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Guido
Chessa Miglior, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano,
Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Massimo
Frongia, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Andrea
Lixi, Salvatore Lostia, Mauro Manunza, Marcello
Marchi, Giuseppe Masnata, Guido Maxia, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Stefano Oddini Carboni, Cecilia Onnis, Lucia
Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Michele
Pintus, Giampaolo Piras, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Giulia Baire, Elia Maria Cabras, Laura Cadeddu, Luisella Castagna, Antonella Cherchi, Franca
Cincotta, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias,
Maria Rosaria Lenza, Tiziana Masnata, Maria Vittoria Maxia, Marina Pintus, Loredana Piras, Maura Rossetti.
Ospiti dei soci: di Paolo Ciani l’ing. Carlo Maccioni con la signora Piera; di Marcello Marchi la
sorella sig.ra Cecilia; di Michele Rossetti il figlio
Davide.
Rotaract: il vice-presidente Antonello Fiori e la
past-president Paola Carcassi.
Scambio Giovani: Nola Lee Heyes e Suzanne
Richelle Kanavell.
1 MARZO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: la prof.ssa MARIA LETIZIA PRUNA,
docente di Sociologia Economica e del Lavoro
dell’Università di Cagliari: “Monotonia
portami via. Quale futuro per i giovani”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ginevra Balletto, Giovanni
Barrocu, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi Angelo Cherchi, Paolo
Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Pier Giorgio Corrias, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Giuliano
Frau, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi,
Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Maria Luigia
Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, M. Vittoria Carcassi, M. Rosaria Corona, Maria
Corrias, Paola Deplano, Lina Fois, Lia Lixi, Marina
Pintus.
Rotaract: Claudia Puddu.
8 MARZO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: prof.ssa MARIA CORONA CORRIAS:
“La Questione Femminile oggi”
Rotary Club Cagliari
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ginevra Balletto, Giovanni
Barrocu, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giov.
Maria Campus, Ugo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani,
Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Pier Giorgio
Corrias, Lino Cudoni, Marinella Ferrai Cocco Ortu,
Salvatore Ferro, Mario Graziano Figus, Giuseppe
Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo
Frongia, Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai
Guaita, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe
Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Enzo Pinna, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Mirella
Campus, M. Rosaria Corona, M. Grazia Figus, Luisanna Giua Marassi, Mariella Mistretta, Gabriella
Olla.
Ospiti del Club: l’assistente del Governatore
avv. Rita Dedola.
Ospiti dei soci: di Pier Giorgio Corrias l’avv. Marino Cotti con la consorte avv. Marinella Dore Cotti, la dott.ssa Maria Laura Mossa Nuti, il dott.
Francesco Sette e la consorte dott.ssa Anna Maria
Garau, il prof. Giovanni Corona e la consorte
dott.ssa Fernanda Levanti; di Guido Chessa Miglior il dott. Gianluigi Ferrero con la consorte Maria Grazia e la figlia di Guido Valentina.
15 MARZO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: dott. MARIO MARIANI, fondatore di
The Net Value, consigliere delegato per
l’innovazione e ricerca di Confindustria Sardegna
Meridionale e già amministratore delegato di
Tiscali Italia: “L’Information &
Communication Technology come
opportunità di creazione di impresa”.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori,
Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Giov.
Maria Campus, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Pier Giorgio
Corrias, Silvano Costa, Angelo Deplano, Paola
Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau,
Massimo Frongia, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo
Lasic, Andrea Lixi, Salvatore Lostia di S. Sofia,
Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Maria Luigia
Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Enzo Pinna,
Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Andrea Rusconi.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu.
Ospiti del Club: la co-istruttrice distrettuale e
socia del R.C. Sanluri Medio Campidano Orsola Altea.
Ospiti dei soci: di Salvatore Fozzi il rag. Michele Marini.
67
22 MARZO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
“Il Sindaco risponde” – Il sindaco di Cagliari,
MASSIMO ZEDDA, ha risposto alle domande dei
soci del club relative ai programmi
dell’Amministrazione Comunale e/o a problemi
della città di interesse generale.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Giovanni Barrocu, Ercole
Bartoli, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Christian Cadeddu, Marcello Caletti,
Giov. Maria Campus, Giovanni Casciu, Giuseppe
Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino
Cudoni, Alfonso Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois,
Salvatore Fozzi, Paola Giuntelli, Alessio Grazietti,
Gaetano Giua Marassi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Marcello
Marchi, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni,
Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella,
Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Giovanni Sanjust, Pierfrancesco Staffa.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Mirella Campus, Haydee
Casciu, Giulietta Casciu, M.Rosaria Corona, Maria
Corrias, Lina Fois, Lia Lixi, Patrizia Palmieri, Marina Pintus, M. Grazia Rosella.
Sono presenti i coniugi: di Paola Giuntelli il
dott. Nicola Pietrangeli.
Ospiti dei soci: di Enzo Pinna il dott. Michele
Marini.
Ospiti del Club: l’avv. Rita Dedola, assistente
del Governatore e il dott. Alberto Lai.
29 MARZO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: prof. GIORGIO LA NASA:
“Le origini dell’uomo”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Giovanni Barrocu, Ercole
Bartoli, Francesco Birocchi, Antonio Cabras, Giov.
Maria Campus, Carlo Carcassi, Giovanni Casciu,
Giuseppe Casciu, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Alberto Cocco Ortu, Rafaele
Corona, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Alfonso
Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau,
Massimo Frongia, Gaetano Giua Marassi, Giorgio
La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata,
Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni
Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artiz-
68
Rotary Club Cagliari — giugno 2012
zu, M. Vittoria Carcassi, Rossana Cocco, M. Rosaria
Corona, Paola Deplano, Elisabetta La Nasa, Gabriella Olla, Maria Teresa Piccaluga, M. Grazia Rosella.
Ospiti dei soci: di Francesco Birocchi il dott. Bepi
Anziani, di Alberto Cocco Ortu il figlio Giovanni, di
Marinella Ferrai Cocco Ortu il figlio avv. Francesco.
12 APRILE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: ALESSIO GRAZIETTI, direttore della
Sogaer: “L’aeroporto di Cagliari:
strumento di crescita per l’Isola”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Giovanni Barrocu, Francesco Birocchi,
Antonio Cabras, Carlo Carcassi, Giovanni Casciu,
Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Paolo Desogus, Marinella Ferrai
Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Alessio Grazietti, Alberto Lai, Maria Pia
Lai Guaita, Riccardo Lasic, Salvatore Lostia di S.
Sofia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Michele Marini, Cecilia
Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo
Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi
Puddu, Gianpaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Giovanni Sanjust,
Pierfrancesco Staffa.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, M. Rosaria Corona, Marina Pintus, M. Grazia
Rosella.
19 APRILE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: dott. RAFAELE CORONA:
“Considerazioni su Etica ed Economia”.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Giovanni Barrocu, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Salvatore Fozzi, Massimo Frongia, Gaetano
Giua Marassi, Alessio Grazietti, Giorgio La Nasa,
Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic,
Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Marcello Marchi,
Michele Marini, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Cecilia Onnis, Lucia
Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi,
Giovanni Sanjust.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Maria Corona, Elisabetta La
Nasa, M. Grazia Rosella, Elisabetta Sanjust.
Ospiti del Club: Peter Ziegler, del R.C. di Berna
Ospiti dei soci: di Rafaele Corona la figlia avv.
Elisabetta col coniuge avv. Enrico Salone.
26 APRILE
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: prof. GIANNI LOY, docente di diritto
del lavoro presso la facoltà di Scienze Politiche
dell’Università degli Studi di Cagliari:
“Gli attuali interventi in materia di
mercato del lavoro”.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Francesco
Birocchi, Antonio Cabras, Giovanni Maria Campus,
Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Angelo Deplano, Alfonso Dessì,
Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Michele Marini, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Lucia Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Andrea Rusconi, Pier Francesco Staffa.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Antonella Cherchi, Elisabetta La Nasa.
Ospiti del Club: Giacomo Bertocchi del club Moscow-Porkovka, la violinista Anna Tifu con i genitori
Ospiti dei soci: di Enzo Pinna e Michele Marini il
dott. Giuseppe Scura, segretario del R.C. Ca/Nord;
di Piergiorgio Corrias il figlio avv. Massimo.
3 MAGGIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Tavola rotonda organizzata dalla nostra socia,
prof.ssa MARIA PIA LAI GUAITA, sulla “Droga e
l’età dell’adolescenza”. Sono intervenuti i
soci dott.ssa PAOLA DESSÌ, dott. MAURO ROSELLA
e il socio onorario padre SALVATORE MORITTU.
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Efisio Baire, Michele Bajorek, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi,
Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani,
Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio
Corrias, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco
Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore
Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Andrea Lixi, Salvatore Lostia, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria
Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Lucia
Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi
Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli, Pier Francesco Staffa
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Maria Pia Ciani, M. Rosaria Corona, Lina Fois,
Lia Lixi, Maria Teresa Lostia, Marina Pintus, Maura Rossetti.
Ospiti del Club: l’Assistente del Governatore Rita Dedola.
Ospiti dei soci: di Rafaele Corona la nipote Giuseppina; di Marcello Marchi la sorella Cecilia.
10 MAGGIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatori: il regista dott. ANTONELLO GRIMALDI
e il componente del CdA dott. GIOVANNI
FOLLESA: “Il Cinema: occasione
di sviluppo per la Sardegna”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Ginevra
Balletto, Maurizio Boaretto, Antonio Cabras, Giuseppe Casciu, Angelo Cherchi, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Mario
Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Giorgio La Nasa, Alberto Lai, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia
Muroni, Giovanni Olla, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Andrea
Rusconi, Giovanni Sanjust, Pier Francesco Staffa.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Giulietta Casciu, M. Rosaria
Corona, Maria Grazia Figus, Maria Grazia Rosella
Ospiti del Club: i componenti della Sardegna
Film Commission: il presidente dott. Antonello Grimaldi e i componenti dott. Giovanni Follesa e il
dott. Filippo Spina, figlio di un socio e past president Franco Spina; signora Rosanna Castangia, vice presidente e signor Gianni Cesaraccio.
17 MAGGIO
Presiede: MICHELE ROSSETTI
Relatore: dott. GIOVANNI OLLA:
“La lunga storia del processo breve”
Sono presenti
I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barrocu, Antonio Cabras, Marcello
Caletti, Giovanni Casciu, Giuseppe Casciu, Angelo
Cherchi, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele
Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Angelo
Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore
Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Alberto Lai,
Maria Pia Lai Guaita, Stefano Liguori, Marcello
Marchi, Michele Marini, Pasquale Mistretta, Giovani Olla, Cecilia Onnis, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Gianpaolo Ritossa, Mauro Rosella, Andrea Rusconi, Pier Francesco Staffa.
Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, M. Gabriella Caletti, Giulietta Casciu, M. Rosaria Corona, Lina Fois, Gabriella
Olla, Giovanna Passamonti.
Ospiti dei soci: di Giovanni Olla la figlia avv.
Marina e il prof. Paolo Corrias, figlio del nostro
socio Piergiorgio Corrias.
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ROTARY INTERNATIONAL – DISTRETTO 2080 ITALIA
ROTARY CLUB CAGLIARI
ORGANIGRAMMA DEL CLUB
Anno Rotariano 2012 / 2013
Presidente
Mauro MANUNZA
E-mail: [email protected]
Presidente
uscente
Michele ROSSETTI
E-mail: [email protected]
Presidente
eletto
Francesco BIROCCHI
E-mail: [email protected]
Vice Presidente
Paolo RITOSSA
E-mail: [email protected]
Segretario
Michele BAJOREK
E-mail: [email protected]
Tesoriere
Salvatore FERRO
E-mail: [email protected]
Prefetto
Lino CUDONI
E-mail: [email protected]
Consiglieri
Maria Pia LAI GUAITA E-mail: [email protected]
Caterina LILLIU
E-mail: [email protected]
Maria Luigia MURONI E-mail: [email protected]
Enzo PINNA
E-mail: [email protected]
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Cover rivista dic 07 - Rotary Club Cagliari