Circolo
Culturale
Collezionistico
Chiavennasco
Comunità
Montana
della
Valchiavenna
Comune
di Piuro
Parrocchia
Borgonuovo
di Piuro
Don Luigi Guanella
A cura di Sr. Franca Vendramin
Per Savogno
ho sempre dato la mia persona
e le mie poche sostanze
A cura di suor Franca Vendramin
figlia di S. Maria della Provvidenza
Omaggio a San Luigi Guanella
2
Da questa lettera di don Guanella a un amico di Savogno è stato tratto il titolo
del Quaderno. Don Guanella pare concludere così il periodo trascorso a
Savogno con un tocco di lieta e cordiale amicizia …
Torino, 10-7-1876
Caro amico
Ho detto tante volte che tanto voi come gli altri interessati nel circolo dei
prati intorno al cimitero mi mandiate tutti assieme o separatamente il
conto di quello che vi può venire. Io non so nemmeno più da chi e in che
modo abbia fatto quegli acquisti e credo che ben poco altri potrà
pretendere. Nondimeno ciò che mi verrà detto ragionevolmente di
soddisfare sono pronto a dare.
Per Savogno ho sempre dato la mia persona e le mie poche sostanze,
pensate se io voglia ritirarmi da ciò che per caso altri potrebbe
pretendere per giustizia?
Se poi alla mia salute e ad estinzione di quel poco che gli interessati
potrebbero aversi volete fare allegramente una merenda d'amicizia io vi
suggerisco il modo.
So d’aver dato a mezzadria alla vedova Caterina due pecorine. Adesso
forse sono passati tre anni e si potrà fare la divisione. Se c’è da dividere,
dividete voi per me, ma andate là generosamente. Ad esempio se son tre
capi contentatevi di uno. Quell’uno poi adoperatelo per la merenda alla
quale desidero che intervengano oltre gli interessati per l'estimo anche il
commesso dei defunti Giuseppe Succetti Zampeder. Allo stesso poi darò
avviso che per gli anni avvenire fino a nuova disposizione paghi egli le
passività d'estimo anno per anno. Siamo sempre stati amici e non
dobbiamo disgustarci così per poco.
Salutatemi tutti e a tempo datemi poi relazione di ciò che avrete poi
fatto. Salutatemi D. Sala. Avverto che in quella famosa merenda
l'arrosto di pecora lo convertiate in argomento di amicizia tra voi e
quanto alla pelle sarà bene che la convertiate in tanto bene per i defunti.
Vi raccomando in modo speciale il caro vostro nipote Luigi e mio buon
amico. Saluto la vostra famiglia e vi sono
aff.mo Guanella D. Luigi
(Lettera di d. L. Guanella a Tomaso Motalli , Epistolario, n. 1945)
3
E' festa innanzitutto per la famiglia
guanelliana sparsa in tutto il mondo. E'
festa per la nostra Diocesi. E' festa per la
nostra chiesa della Valchiavenna e per la
comunità parrocchiale di Borgonuovo per il
dono di San Luigi Guanella. Questo santo è
un frutto buono delle nostre belle
montagne e noi siamo onorati di festeggiare
un santo che ora è indicato dal Papa come
modello di vita evangelica. Don Luigi è un
segno profetico della Provvidenza Divina,
che agisce sempre nella storia umana,
proprio oggi in un momento di emergenza
educativa, di nuove forme di povertà, non
solo economica, ma anche povertà di valori,
di senso della vita, di vuoto esistenziale. Che
questo gigante della carità ci aiuti ad essere
forti e perseveranti nella fede e nella
misericordia verso tutti!
Gratificante è entrare nel “mondo” di
San Luigi Guanella, come lo è altrettanto
dedicare del tempo per promuovere la
conoscenza della Sua mirabile opera in
questa terra. Un Santo dei nostri tempi,
che ha saputo dare forza alla povertà e
nel contempo valorizzare la ricchezza
della solidarietà.
Oggi, nel ripercorrere alcuni passi della
Suo vissuto in Valle, ci si rinvigorisce
tanto da far crescere in noi quella fiducia
e serenità indispensabili per il nostro
futuro.
Don Francesco Crapella - Parroco di
La Comunità Montana con l’adesione a
questi importanti progetti di recupero
del patrimonio storico, artistico e
culturale di Savogno ha voluto ricordare,
proseguendo l’iniziativa avviata qualche
anno fa dal Progetto “Sui passi di Don
Guanella”, la figura del Santo che tanto
ha operato per i poveri di tutto il mondo.
Un ringraziamento va a tutti coloro che
si sono adoperati per questo lavoro.
Mario Pighetti - Presidente C4
Borgonuovo
Con il restauro della Chiesa parrocchiale di
Savogno e delle lapidi poste sui muri di
cinta del cimitero, segni tangibili
dell’operato del Santo Luigi Guanella e
patrimonio storico e culturale delle nostre
comunità, si è voluta esprimere la volontà
di tutelare e custodire questi tesori, oltre
che manifestare riconoscenza e devozione
al Santo.
Severino De Stefani - Presidente
Comunità Montana Valchiavenna
Paolo Lisignoli - Sindaco di Piuro
Si ringrazia la dott.ssa Silvia Fasana per la collaborazione
4
BENVENUTO
Pellegrino o turista … se hai avuto il coraggio di salire a Savogno
percorrendo i 2886 gradoni del suo erto sentiero, certamente potrai assimilare
meglio lo spirito con cui un tempo ormai remoto gli abitanti di questo paesello
hanno vissuto la loro vita fatta di essenzialità, di fede, di sacrifici, ma anche di
sana convivenza e di solidarietà, di cui sono vere maestre le nostre montagne …
Tra questi, per sette anni, c’è stato anche un santo: San Luigi Guanella che nel
servizio pastorale ai suoi circa 400 parrocchiani ha dato il meglio dei suoi primi
anni di sacerdozio, proprio perché, anche lui montanaro, partecipava
profondamente delle gioie e delle difficoltà del suo popolo. E a Savogno don
Guanella lasciò una impronta di zelante pastore che seppe cogliere e sviluppare
l’animo religioso e la spiritualità delle persone semplici, tanto da far dire ai suoi
contemporanei: “Recintate di un muro Savogno e ne avrete un convento”.
Non è stata certamente una spiritualità disincarnata quella che proponeva
don Guanella ai suoi, ma piena di concretezza di cui anche oggi possiamo
ammirare le iniziative in favore della sua gente: dal muraglione che sostiene il
piazzale antistante la bella Chiesa, al Cimitero arricchito con le lapidi della Via
Crucis e da scritte di massime sacre, dalla Casa parrocchiale adibita a scuola
elementare per i bambini e per gli adulti, alle Cappelle devozionali sparse sui
sentieri che portano ai piccoli terrazzamenti dove si coltivava il necessario e il
possibile in quel clima … La creatività del popolo di Savogno è ben manifesta e
apprezzata anche oggi nella bellezza e senso architettonico delle sue
costruzioni.
Ma non possiamo non aggiungere, come motivo di vanto e di
ammirazione per questo singolare paesello, il passaggio di un santo che ha
collaborato ad elevare i suoi abitanti nello spirito e nel vivere con gioia la propria
fede e nel promuovere la bellezza interiore e la santità di tante anime semplici.
Per questa bella impresa è stato veramente importante l’aiuto avuto dalla sua
sorella Caterina che con lui è stata l’anima che promuoveva la vita culturale e
religiosa del popolo di Savogno.
La lettura di questo Quaderno ti aiuti a sentirti vicino all’esperienza
spirituale di don Guanella che visse qui i suoi primi anni di attività pastorale e
imparò anche dai suoi parrocchiani a vivere di Provvidenza e a seguire con
fiducia quanto il Signore gli indicava e chiedeva.
Padre Alfonso Crippa, Superiore generale dei Servi della Carità (Opera don Guanella)
5
Savogno 932 m s.l.m., Comune di Piuro (Sondrio)
Don Luigi Guanella a Savogno (1867-1875)1
Le vie della Provvidenza passano anche per Savogno
«Savogno è villaggio umilissimo che si aggrappa agli scogli del monte, entro una valle
ripida che guida al vertice del monte Stella». 2
Così don Luigi Guanella descrive il suggestivo villaggio alpestre di
Savogno, a circa 932 metri, a monte della stupenda cascata di Acqua
Fraggia, sul lato destro della Val Bregaglia italiana (Sondrio).
1
La fonte principale delle notizie relative al periodo trascorso da don Guanella a Savogno sono
le sue memorie autobiografiche Le vie della Provvidenza (1913-14), articolo IX. Stralci di
questo testo vengono riprodotti nel Quaderno.
2
L. Guanella, Cenni intorno alla vita di Anna Succetti della Congregazione di Maria
Ausiliatrice, (1884), in Scritti storici e agiografici, II/2, Scritti agiografici, Centro Studi
Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1997, 279-280.
6
A quei tempi si raggiungeva unicamente a piedi da Borgonuovo di
Piuro tramite una scalinata di 2886 gradini che da Sarlone si inerpica sul
pendio interrotto da terrazzamenti, tra castagneti e vigneti.
È qui che egli ordinato sacerdote da appena un anno, fece il suo
ingresso ufficiale come economo spirituale il 20 giugno 1867, festa del
Corpus Domini, e vi rimase fino al 15 gennaio 1875, quando partì per
recarsi a Torino ed iniziare l’esperienza tra i salesiani di don Bosco.
È un periodo importante per la maturazione della sua persona e
della sua vocazione. Gli anni di Savogno rappresentano infatti il primo
incontro tanto atteso, con la realtà sociale e religiosa: l’avvio di un
ministero oscuro, in un paese sperduto, dove però c’erano anime da
salvare e corpi da curare.
Il censimento del 1861 compendia la situazione: case abitate 20,
vuote 1; numero famiglie 29, un totale di 387 abitanti.
Questo era il campo di lavoro del giovane sacerdote in cui pose
tutto il suo entusiasmo, la sua fede, la sua attenzione ai molti problemi
spirituali e materiali, scolastici e di lavoro, di igiene e di assistenza.
Ricorda: «A Savogno il don Guanella rimase circa sette anni in una
operosità fenomenale … Con questo sistema corri corri ordinò locali per la scuola,
tettoie per il lavatoio, cappelle varie per le processioni di Rogazioni e giunse sino alla
sommità del valico ai Grigioni, per consolidarvi una cappella di voto e di riparo…
con fermo proposito ampliò la chiesa, eresse il camposanto e riuscì in ogni parte, ricco
della povertà massima dei suoi parrocchiani, ma indomito nei suoi progetti e
confidente nell’aiuto della divina provvidenza che vedeva favorirlo. Non conosceva
difficoltà”3. E con soddisfazione, cita il detto che correva attorno alla sua
parrocchia: “Circondate di un muro Savogno e ne avrete un convento»4.
Don Guanella non solo ebbe questa straordinaria attività
pastorale, ma come egli stesso scrisse nelle sue Memorie, «non ometteva lo
studio e diede alla stampa nel 1872 il libretto Saggio di ammonimenti
famigliari per tutti ma più particolarmente per il popolo di campagna
che per venti anni gli procacciò avversità continuate nell’ordine civile ed ecclesiastico e tuttavia confida - gli pareva impossibile al don Guanella di tacere la verità e
non la tacqui mai né in chiesa né fuori, e di qui le malevolenze, le minacce e le
sorveglianze politiche. Gli amici gli scrivevano: - fatti uccello di bosco nella vicina
Svizzera - ma egli continuò imperterrito l’ufficio e l’indirizzo suo e ne scampò
sempre. Le vie oblique e le timidità non le conobbe mai» 5.
3
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un Santo, Edizioni San Paolo,
Cinisello Balsamo 2011, Articolo IX, 57-58.
4
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza, o. c., Articolo IX, 58.
5
Ibidem.
7
E a Savogno è d’obbligo rivolgere il pensiero anche a sua sorella
Caterina (1841-1891), ora serva di Dio. Fu infatti lei che, proprio in
questo periodo, seguì e coadiuvò don Guanella nel ministero pastorale.
«In Savogno, Caterina era tutta per promuovere la Comunione frequente, il
decoro delle funzioni in chiesa, la perfezione delle anime. Era consultata come una
buona maestra di spirito. Faceva scuola serale e festiva alle giovani del paese.
Cooperò assai perché una decina di giovani diventassero suore nelle case del
Cottolengo e di D. Bosco, facendo tutte ottima riuscita. Ricordo anche le molte cure
che Caterina usava verso certi deficienti del paese, del comune e del mandamento di
Chiavenna, per il cui collocamento ero io stesso interessato presso il Cottolengo di
Torino, dove mi recavo due o tre volte ogni anno con una comitiva di tali infelici.
Non è da dire con quante fede di quei miseri ne parlava a me stesso, ne parlava ai
parenti, come godeva nel saperli ricoverati; si preoccupava anche di provvedere un
discreto corredo per loro» 6.
L’ultima volta che don Guanella tornò a Savogno fu nell’estate
1910. Lo ricorda mons. Giovanni Tam (25.05.1865-03.06.1946).
«Il giorno seguente [alla benedizione del nuovo altare di
Vicosoprano] salimmo tutti in diligenza a Villa, dove D. Luigi disse: Chi vuol
venire a Savogno con me? Ci vado per l'ultima volta. - Vengo io, risposi, e vengo
volentieri anche per trovare il parroco D. Balatti che fu mio chierico e figlioccio a
Menarola -. E via per Savogno. Lungo il sentiero, sempre discorrendo, gli dissi tra
l'altro: Senta, tutti ammirano le sue istituzioni, come quelle del Cottolengo di D.
Bosco, di Padre Casoria, ed altri; ma bisogna dire che essi non avrebbero potuto far
nulla se non ci fosse un buon fondo nel pubblico oggi inclinato alla beneficenza;
perciò il merito va diviso. - Certo, certo, mi rispose, noi non siamo che strumenti, il
merito maggiore è dei benefattori. Io non posso tollerare quelli che vedono tutto scuro,
tutto ostilità per il bene e per la chiesa, dicendo persino che non ci furono mai tempi
peggiori dei nostri. Ma, no: c'è del gran bene anche oggi, e più di quello che si crede;
l'amore verso il prossimo è molto elevato. Ed io apprezzo ed accetto la carità da
qualunque parte venga, anche dai framassoni e dai protestanti: charitas operit
multitudinem peccatorum-.
Arrivati a Savogno andò subito a trovare i più vecchi e gli ammalati, poi fece
con me alcuni giri intorno alle fosse del cimitero recitando Miserere e De Profundis,
poi fece suonare il Rosario che recitò egli stesso, e rivolto poi al popolo rievocò i suoi
tempi passati con loro, e parlò specialmente della sua sorella Caterina di cui s’era
6
Caterina Guanella, Positio super fama, sessio XIV; VII; teste L. Guanella.
8
iniziata la causa di beatificazione, raccomandando di rivolgersi a lei per qualunque
grazia, notificandogli poi la grazia ottenuta».7
Crediamo non sia esagerato affermare che Savogno fu per don
Guanella un luogo indimenticabile o meglio ancora - secondo una bella
espressione di don Piero Pellegrini, studioso e conoscitore appassionato
della sua figura e della sua spiritualità - un luogo dove il futuro santo
fece esperienza concreta delle vie della Provvidenza.
«I tempi di Savogno finirono col diventare tempi anche drammatici o per certi lavori
rischiosi a muover sassi sull’orlo di precipizi, o per i contrasti con le idee e
ordinamenti nuovi; volarono parole grosse e minacce e il parroco uscì segnato per vari
anni nel grande libro della Giustizia. Si può giustamente affermare: le vie della
Provvidenza passano anche per Savogno. Era il parere di don
Guanella, che la storia forse non può documentare, ma ritiene di dover rispettare» 8.
Monumento-ricordo a don L. Guanella sul piazzale della Chiesa di Savogno
La chiesa dei Santi Antonio e Bernardino
7
Cfr. G.B. Tam, Appunti di reminiscenze circa don Luigi Guanella, ms. in A.S.G. Como VII f.
4
8
P. Pellegrini, Presentazione del volume di M. L. Oliva, Luigi Guanella: gli anni di Savogno
1867-1875, Centro Studi Guanelliani, Roma, Saggi Storici n. 3, Nuove Frontiere Editrice,
Roma 1991, 6.
9
Il cuore pulsante del ministero pastorale di
don Luigi Guanella
La chiesa di Savogno è dedicata ai santi Antonio abate e
Bernardino da Siena; consacrata nel 1465, fu poi ristrutturata nel ‘600 e
ingrandita da don Guanella nel 1868. Sul piazzale antistante un piccolo
monumento ricorda il parroco santo. Don Guanella scrive: «Diede mano
ad ingrandire la chiesa e ad innalzare muraglioni da torre per sostenere il piazzale.
Diede mano allo scavo di piottini in tal luogo pericoloso, per cui fu richiamato dal
signor sindaco Del Curto, per incarico della prefettura. Don Guanella rispose:
Niente avvenne di male e molto di bene a me e alla chiesa, ed ora perché
inquietarsi?»9. E ricordando pure la mediazione discreta e preziosa della
sorella: «A Savogno avevo molte contraddizioni nell’esercizio del ministero e
specialmente nell’ampliamento della chiesa e di opere varie. Incontrai difficoltà e
rimproveri da persone rispettabili, come il sindaco del luogo Del Curto Antonio, Del
Curto Antonio Ingegnere, dalla stessa Prefettura, dal Delegato Mandamentale di
9
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza, o. c., Articolo IX, 57.
10
Chiavenna e da altri, ma Caterina scusava le persone, sebbene disapprovasse i fatti.
Mi ripeteva: Bisogna farsi coraggio e non badare alle dicerie; confidiamo in Dio con
la preghiera tutto si ottiene. So che Caterina pregava e faceva pregare molte
persone»10. Questa chiesa testimonia ancora oggi il cuore pulsante di don
Guanella che, dal contatto ininterrotto e fervente con Gesù nel SS.mo
Sacramento, seppe trarre la forza necessaria per irradiare un ministero
esemplare nella fede e nella pietà. Il card. Andrea Ferrari (oggi beato),
nel discorso in occasione dei funerali di don Guanella nel Duomo di
Como (28.10.1915), ricordando la visita pastorale fatta a Savogno
durante il suo episcopato comasco, affermava: «Testimoni diretti fanno fede
dei suoi primi anni fervorosi del ministero: Savogno, la ridente borgata assisa in capo
alla sua scala di duemila gradini, così grata nei miei ricordi per la sua pietà
cristiana, può testimoniare il bene operato dal sacerdote Guanella» 11.
Di recente il tetto della chiesa è stato oggetto di accurati restauri ai
quali ha contribuito, oltre alla Parrocchia di Borgonuovo di Piuro e alla
Comunità Montana della Val Chiavenna, il Comune di Piuro, anche la
Provincia Sacro Cuore dell’Opera don Guanella, nell’ambito del Progetto
“Sui passi di don Luigi Guanella… il senso di un cammino”. La chiesa e il
paese di Savogno sono una tappa importante nel percorso da Fraciscio
a Como che è stato individuato con questo Progetto realizzato in
occasione della canonizzazione di don Guanella con il sostegno di
Fondazione CARIPLO e di numerosi Enti e Associazioni.
(www.suipassididonguanella.org)
10
Positio, op. cit., sessio VI; XVIII; teste L. Guanella.
Card. A. Ferrari, Discorso tenuto ai funerali di don L. Guanella, in La Divina Provvidenza,
novembre 1915, 198.
11
11
Don Luigi Guanella, sacerdote, 26 maggio 1866
«Il sacerdote è il solo personaggio veramente grande. Egli è grande per l’autorità
divina che ha di comandare. Grande perché lui solo è il grande amico dell’umanità,
il riparo a tutti i mali e l’uomo di virtù e di sacrificio che rinuncia ai posti più
luminosi del mondo per passare i suoi giorni fra un popolo bisognoso del suo
ministero e separato dal resto di mondo, quando in alpestre montagna od in solitaria
valle».
(Don L. Guanella in “Saggio di ammonimenti”, 1872 scritto a Savogno.
E’ evidente in questo testo il riferimento autobiografico)
12
Caterina Guanella, 25 marzo 1841 - 13 giugno 1891
«Il don Luigi ritenne nel proprio convincimento che la sorella fosse ispiratrice e
cooperatrice nelle sue opere di beneficienza, e stando in difficoltà continue e gravi,
pensava a lei e ne aveva speciale conforto a proseguire il cammino iniziato».
(Don L. Guanella, manoscritto inedito, Roma 1909)
13
La Casa Parrocchiale
Un’oasi di carità
Accanto alla chiesa, sorge la canonica che fu l’abitazione di don
Guanella e della sorella Caterina: un edificio a tre piani con un loggiato
sul lato destro al primo e al secondo piano12, che si affaccia sullo
stupendo panorama sottostante. Si legge nelle memorie autobiografiche
del santo: «A Savogno don Guanella cominciò a fare da manovale, da
imbianchino e un po’ anche da muratore e ridusse, come meglio seppe, la casa
parrocchiale e si diceva: Che farà l’operosità di questo curato?»13.
Nella casa canonica egli ricavò in particolare delle aule scolastiche
perché ritenne la scuola un modo privilegiato per star vicino alla sua
12
Per le descrizioni dei luoghi, cfr. A. Folonaro, S. Fasana, Sui passi di don Luigi Guanella,
Editrice Nuove Frontiere, Roma 2012.
13
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza, o. c., Articolo IX, 57.
14
gente: un dovere che sentiva fortemente ed un saldo principio della sua
azione pastorale.14 Oltre a mettere a disposizione le aule, si impegnò
facendo scuola sia ai piccoli che agli adulti, feriale e festiva, diurna e
serale, pur senza possedere il titolo regolare di maestro negli anni 18671870, coadiuvato dalla sorella Caterina.
«Per alcuni anni Caterina fu maestra a Savogno. C’erano là scolari ai quali
mancava spesso il necessario di carta, di penne, di inchiostro, di libri e bisognava
provvedervi per una volta, per due, più volte nel corso d’ogni mese. C’erano scolari
poveri, sul volto dei quali non rare volte si vedevano le impronte della fame e della
privazione. C’erano scolari di tardo ingegno e bisognava sollecitare l’istruzione anche
per ammetterli a ricevere i SS. Sacramenti. Era una scolaresca mista, ma per
quanto buona e ingenua, quanti stili in quel cuore nel pensare alla disciplina, alla
responsabilità! Venivano i giorni dell’esame, le prove riuscivano favorevoli e
Caterina era colmata di plauso»15.
Il 14 ottobre 2012 è stata inaugurata la Casa parrocchiale restituita
al primitivo decoro specie all’interno dove si possono ora ammirare la
bellissima stua in legno, la cucina, la stanza da letto, libri, oggetti,
immagini di don Guanella riordinati con gusto e precisione.
Quest’opera di ristrutturazione è stata possibile grazie alla
collaborazione di vari Enti e Associazioni, come il Circolo Culturale di
Chiavenna, la Comunità Montana della Val Chiavenna, il Comune di
Piuro.
Così ha ricordato il superiore generale dei guanelliani, padre
Alfonso Crippa, presente alla cerimonia di inaugurazione: «Mi sono
emozionato quando sono entrato in questa casa dove don Guanella ha vissuto con la
sorella Caterina per diversi anni. Mi sono detto: oggi, don Guanella vuole parlare a
noi proprio come faceva con i suoi parrocchiani. Che cosa ci direbbe? Qui don
Guanella ha cercato ed è stato capace di seguire quanto il Signore voleva da lui,
anche gli è costato fatica. Scaturisce dunque un augurio per noi: Cercare … capire
… seguire ciò che il Signore ci chiede. In questa casa, don Guanella ha sognato di
arrivare a tanti poveri sparsi nel mondo, ora noi siamo chiamati a continuare questo
suo sogno e a renderlo vivo oggi nel mondo».
14
Cfr. L. Guanella, Saggio di ammonimenti famigliari per tutti ma più specialmente per il
popolo di campagna, 1872 in Scritti morali e catechistici III, Centro Studi Guanelliani Roma,
Nuove Frontiere Editrice, Roma 1999.
15
L. Sterlocchi, Vita di Caterina Guanella, Scuola Tipografica Casa Divina Provvidenza,
Como, 1911, 55.
15
La tipica stua riportata all’originaria bellezza …
16
Angoli della stua e della cucina dopo la ristrutturazione
17
Studio e camera da letto di don Guanella ben riordinati
18
CENNI SUL RESTAURO DELLA
CASA PARROCCHIALE
Restauro della stüa in legno.
La stüa era completamente smaltata con vari colori. Vi erano circa 8 mani di
smalto sovrapposte tra cui i colori blu marrone e l’ ultimo, grigio.
La stüa è stata completamente sverniciata a mano comprese tutte le cornici, gli
intagli ed i soffitti che hanno richiesto molto tempo.
I pavimenti sono stati completamente puliti dallo sporco e spazzolati.
Armadi, finestre, porte ed ante interne sono stati sverniciati e puliti.
Restauro cucina.
È stato rimosso il controsoffitto in pannelli di faesite, travi e assito sono stati
scrostati dalla calce che li ricopriva, puliti e spazzolati. La parete in legno è
stata sverniciata e risistemata nelle parti mancanti, infine spazzolata.
Le porte, sia quella interna che quella esterna sono state sverniciate e
spazzolate, sulla porta esterna sono stati inoltre cambiati alcuni vetri.
Le pareti sono state scrostate e reintonacate ove necessario con apposito
intonaco per restauri.
Il camino è stato sistemato a alcune parti mancanti delle cornice risagomate.
Si è rimossa la parte di intonaco che andava a coprire il lavello in pietra ed è
stato sistemato il vano in cui si trova con pareti in marmorino.
Le pareti sono state ridipinte a più mani ed anche le fascia azzurra in basso
(come da originale).
I pavimenti in pietra sono stati completamente puliti con apposite soluzioni.
Sverniciatura e pulizia degli infissi.
Infine sono stati riposizionati gli arredi.
Restauro corridoio e vano scale.
Le travi e l’assito sono stati scrostati dalla calce che li ricopriva, puliti e
spazzolati. Il pavimento in legno è stato pulito e spazzolato, mentre quelli in
pietra sono stati completamente puliti con apposite soluzioni.
Le pareti sono state scrostate e reintonacate ove necessario con apposito
intonaco per restauri, inoltre sono poi state ridipinte a più mani ed anche le
fascia azzurra in basso (come da originale).
Finestre e porte sono state sverniciate e spazzolate. I gradini in sasso sono stati
puliti dallo sporco ed i residui di calce vecchi. Le alzate sono state sistemate,
reintonacate e ridipinte con colore originale (grigio).
19
Restauro stanza da letto.
Il soffitto in legno decorato è stato ripulito con apposite sostanze dallo sporco
che lo ricopriva, ed alcune parti mancanti di decorazione sono state riprese.
Le pareti sono state scrostate e reintonacate ove necessario con apposito
intonaco per restauri, inoltre sono poi state ridipinte a più mani ed anche le
fascia rossa in basso (come da originale).
Porta, finestra ed armadio sono stati sverniciati e spazzolati.
Infine sono stati riposizionati gli arredi.
Il portone d’ingresso è stato sverniciato e spazzolato; la scritta dipinta sull’arco
della facciata esterna è stata recuperata, come pure il numero civico.
Il locale a piano terra è stato pulito.
Le pareti sono state scrostate e reintonacate ove necessario con apposito
intonaco per restauri, inoltre sono poi state ridipinte a più mani ed anche le
fascia grigia in basso (come da originale). La cantina interna è stata totalmente
svuotata e ripulita.
Infine in tutto l’appartamento è stato installato l’impianto elettrico “a treccia”
come da originale, con appositi interruttori in ceramica.
Tutti i lavori di restauro sono stati eseguiti utilizzando prodotti adatti e
mantenendo ciò che si è ritrovato o che è stato recuperato in fase di
lavorazione.
(Walter Bellomi)
20
Inaugurazione Casa parrocchiale
14 ottobre 2012
21
Il cimitero
«Il popolo di fede brama fissare con i defunti la propria dimora.
Al cimitero vogliono che guardino per quanto si può le finestre
della casa, al cimitero la porta che vi prospetta.
L’occhio dei buoni guarda al cielo e poi si ferma nel cimitero
dei suoi cari». 16
San Luigi Guanella
16
Cfr. L. Guanella, Sulla tomba dei morti, 1885 in Scritti per l’Anno liturgico, Centro Studi
Guanelliani, Roma, I , Nuove Frontiere Editrice, Roma 1992, 1302.
22
Era urgente provvedere la frazione di Savogno di un cimitero
decente e Don Guanella se ne fece promotore fra la sua popolazione e
il Comune di Piuro fin dal 1869.17
Le pratiche si protrassero per più anni finchè fu costruito nel 1873
ed egli, con la consueta tenacia e indomita volontà, ne prese in
subappalto i lavori.
I lavori iniziati nel gennaio del 1873 si conclusero nel luglio dello
stesso anno.
La prima sepoltura avvenne il 10 dicembre 1873 e fu quella di Anna
Maria Bongiani.18
Così ne parla nelle sue memorie autobiografiche:
«Diede pur mano a nuova costruzione del cimitero e ne assunse l’appalto. Voleva
poi far presto. Prese con sè uomini fidati e condottili sopra un certo luogo disse:
Muovete questi pochi macigni e ne scenderà in basso quantità di sassi sufficienti per
il cimitero.
Un certo Pescialli ebbe qualche pianta di noce scossa, ma la cosa fu subito
accomodata. Venne il 20 gennaio e don Guanella predicava San Sebastiano nella
parrocchia di Villa [Villa di Chiavenna].
Cominciò a nevicare; subito si affrettò a Savogno e dato mano alla campana tirò
giù. Fino a mezza notte si lavorò a disporre la via per condurre i sassi per il nuovo
cimitero.
I parrocchiani rimasero trasognati, ma poi furono contenti di un cimitero vasto,
ornato di passaggi per farvi la Via Crucis e di strade esteriori con boschetti per
eseguirvi le sacre processioni.
L’ingegnere progettante concluse: Il signor curato volle far tutto di suo capriccio
mutando luogo e disegno, ma del manufatto fu non solamente soddisfatto, ma
sorpreso» 19.
Il 18 agosto 2013 si è svolta la cerimonia di inaugurazione del
lavoro di restauro delle ventitré lastre in pietra di lavagna che riportano
le quattordici stazioni della Via Crucis e varie invocazioni di preghiera
per i defunti che don Guanella fece incastonare sul muro di cinta
(interno ed esterno) del cimitero.
L’opera paziente e magistrale dell’artista Walter Bellomi ha riportato
all’originaria bellezza tali lapidi che lasciano trasparire l’anima di don
17
M. L. Oliva, Luigi Guanella: gli anni di Savogno …, op. cit., 44.
A.P. Savogno, Liber defunctorum, in data.
19
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza, o. c., Articolo IX, 57.
18
23
Guanella: immersa nella concretezza del quotidiano e, nel contempo,
sempre saggiamente protesa alla contemplazione delle realtà eterne.
Il lavoro di ristrutturazione è stato finanziato dal Consiglio
generale, dalla Provincia Sacro Cuore dei Servi della Carità e dalla Casa
Madonna del Lavoro di Nuova Olonio che hanno voluto fare un omaggio
prezioso al Fondatore, mentre a grandi passi si avvicina il primo
centenario della sua morte (1915-2015).
Quasi a sigillo di questo significativo lavoro occorre tuttavia rilevare
anche un fatto di singolare importanza: si tratta della prima
ristrutturazione apportata a queste lapidi da quando don Guanella le
aveva poste!
Impossibile non soffermarsi a leggerle e a meditarle …
La lapide che anticipa la Via
Crucis, una tra le più danneggiate,
con vari dissesti e fratture molto
ampie, a stento si leggeva la
scritta, solo con i vari passaggi del
restauro si è potuto risalire
all’incisione originale.
Una tra le lapidi meglio
conservate, dove la scritta
fortunatamente è rimasta ben
visibile.
Diversamente
dalla
prima è molto più pronunciata la
patina verdastra formatasi nel
tempo.
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La lapide della stazione IV
versava in pessime condizioni.
Verso le estremità si erano già
rimossi parecchi strati di pietra e
sul fondo lo spessore era ormai
dimezzato. Parecchie le zone in
cui la pietra si «sfogliava».
Su questa lapide era presente una
maggior concentrazione di muffe
probabilmente dovuta al fatto
che era esposta a nord, ampie le
crepe nella parte bassa tanto da
causare la rimozioni di alcune
parti.
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Il Sacerdote Guanella Luigi
si raccomanda in vita e dopo
morte alle orazioni dei suoi
Cenni sul restauro delle lapidi
Gli elementi lapidei oggetti dell’ intervento si presentano per la maggior parte
in cattivo stato, ricoperte da uno strato di ossidazione e muffe che rende il
colore della lapide quasi verdastro, nascondendo quasi del tutto il colore
originario della pietra e delle incisioni, e presentando fessurazioni di leggera ed
in alcuni casi medio-grave entità, le quali, a causa delle infiltrazioni d’acqua
all’interno del muro e successivamente della pietra, hanno fatto sì che si
rimuovessero varie parti di materiale lapideo.
In tutto le lapidi presenti di cui si prevede il restauro sono 23:
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-
15 all’interno (14 sono le lapidi delle stazioni della Via Crucis più una
che le anticipa di cui si legge ben poco dato il cattivo stato);
8 all’esterno (di cui una è stata prelevata per poter realizzare un
campione restaurato).
La pietra con cui sono state realizzate le lapidi è presumibilmente "pietra di
Moltrasio”, data la composizione e il distinto colore scuro che assume una
volta ripulita dalla patina che la ricopre.
Su ogni lapide sono presenti delle incisioni scolpite a mano data l’imprecisione
e la particolarità di alcune lettere e altri simboli quali le stelle, la croce e il bordo
esterno che racchiude le scritte.
Queste erano originariamente dipinte in colore bianco così da risaltare sullo
scuro colore della pietra.
Le lapidi poste nel muro sono come racchiuse all’interno di una nicchia
profonda dagli 8 ai 10 cm, sul fondo di essa (lo si è notato asportando una
lapide) è presente uno strato di intonaco originariamente dipinto in blu, di cui
ora restano soltanto dei residui.
Esternamente la lapide è contornata da una mazzetta in intonaco presente ora
solo all’esterno di alcune di queste nicchie dato che con il tempo sono andate
disfacendosi a causa delle penetrazioni d’acqua all’interno del muro.
Ogni lapide è realizzata in lavagna, una lastra di circa 20 mm di spessore e
dimensioni variabili intorno a: larghezza 73.5 cm e altezza 85 cm.
Il disegno sul bordo sulla lastra è costituito la due linee parallele di circa 10 mm
di larghezza, incise, che si incrociano alla mezzeria sia della lunghezza che della
larghezza.
Ad ogni angolo della pietra è scolpita una stella a sei punte inscritta in un
cerchio con diametro di 7 cm.
In alto alla lapide è inciso il “titolo” o la parola chiave riguardante la stessa
lastra, nel caso di quelle della Via Crucis è scolpito il numero delle stazioni ( es.
STAZ I, STAZ II, …), mentre più in basso è inciso il testo in tre o quattro
righe. L’altezza delle lettere è di 4 cm (su tutte le lapidi della Via Crucis è inciso
il nome di GESU in carattere più grande).
Nella parte corrispondente la metà superiore della lapide è incisa una croce
latina con dimensioni di 17.5 cm per il braccio principale e 11 per l’atro
braccio.
Tutte le incisioni, siano lettere, simboli o linee erano dipinte con pittura bianca.
Si deve però precisare che non tutte le lapidi presentano le incisioni nella loro
integrità a causa di fessurazioni, le quali nel tempo hanno permesso il
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disfacimento della pietra e quindi la perdita che vi era scolpito, per cui in molti
casi si dovrà procedere alla reincisione a mano di lettere linee e simboli.
Vi sono inoltre alcune lapidi corrispondenti ai numeri 1, 5, 15 che presentano
delle parole mancanti a causa del disfacimento della pietra.
Le lapidi andranno dapprima asportate da muro per poter essere trasportate in
un luogo più adatto e consono al loro restauro.
Il restauro delle lastre procederà rimuovendo manualmente, con gli appositi
strumenti, le parti in disfacimento e la patina verdastra che le ricopre.
Si riporteranno alla luce le parti di incisione nascoste con il tempo dalle muffe
in modo da ripristinarle quasi completamente.
Le incisioni verranno dipinte con gli appositi colori.
Il materiale lapideo dovrà poi essere consolidato e reso impermeabile.
Una volta ultimato il restauro delle lapidi esse andranno riposizionate sul
posto.
Nella nicchia verrà eliminato il materiale fatiscente, si procederà con una
reintonacatura del vano e si sistemerà la lapide in modo che l’ acqua non
venga più assorbita dalla pietra, infine verranno realizzate le nuove mazzette in
intonaco apposito.
(Walter Bellomi)
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Inaugurazione delle lapidi ristrutturate
18 agosto 2013
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La Cappella del Sacro Cuore
La Cappella ex voto, eretta per fermare il proliferare del bruco che
distruggeva i castani, è stata di recente ristrutturata.
Si tratta di un luogo-simbolo particolarmente significativo e don
Guanella se ne serve per raccontare la sua partenza da Savogno.
Don Bosco gli aveva infatti trovato un sostituto in don Michele
Sala, piemontese, che tenne la cura d’anime di Savogno fino al 1885, poi
raggiunse don Guanella a Pianello Lario. La sorella Caterina rientrò a
Fraciscio dove assistette l’anziana madre fino alla morte.
«Come si spiega la risoluzione decisa di don Guanella? I parrocchiani gli erano
affezionati e docili e sapeva di poter continuare fra essi a fare del bene. Nella sorella
aveva un angelo di buon esempio. I confratelli parroci non sapevano darsene ragione.
E lui, don Guanella, impassibile nell’affidare la casa, la parrocchia e per poco la
coscienza propria ad uno sconosciuto o giù di lì … Questo per lo meno sapeva di
strano. Ma il curato fra l’altro rispondeva ai suoi: Che volete? Quando anni fa il
bruco rodeva i castagni, abbiamo fatto voto ed eretto la bella figura del sacro Cuore
alla Stufa dell’Andrea e il bruco immediatamente si arrestò. Io potrei divenire come
quel bruco dimorando più a lungo ed or facciamo voto al Sacro Cuore che tutti ci
benedica. Sento in me che la divina Provvidenza mi chiama a Torino e sarà quel che
Dio vuole. Io spero in bene. Addio a tutti!»20.
Fu una sofferenza acuta per tutti, ma don Luigi e Caterina non
indietreggiarono nella ferma convinzione che la Provvidenza li
chiamasse ormai altrove. Il nipote don Lorenzo Sterlocchi racconta:
«Dire il dolore che provarono i Savognesi alla partenza di don Luigi e di
Caterina non è possibile. Egli era il loro padre e pastore amatissimo, essa la loro
madre, la sorella, l’amica fedele, la loro confidente e pareva loro che, partendo essi,
dovesse pure dal paese partire ogni devozione e ogni consolazione, ogni vita e non vi
dovesse rimanere che malinconia lutto e morte» 21.
20
21
Cfr. L. Guanella, Le vie della Provvidenza, o. c., Articolo IX, 60-61.
L. Sterlocchi, Vita di Caterina Guanella, o. c., 62.
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Progetti futuri
Restauro delle stanze della sorella Caterina
34
Restauro del loggiato della casa parrocchiale
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PENSIERI SPARSI
Ricordando don Luigi e Caterina a Savogno
«Nel programma giornaliero del parroco era prevista una visita pomeridiana alla
sua popolazione: con il pretesto di fare una passeggiata, attraversava il paese
lentamente, soffermandosi a salutare, a far due parole, a visitare un ammalato, a
confortare qualche infortunio».
(don Pietro Buzzetti, nipote di don Guanella)
«Mi accadde di interrogare molti di quei buoni montanari di Savogno intorno al
bene che don Luigi aveva operato in mezzo a loro. Erano vecchi i più e ricordavano
fatti di antica data. Eppure era spettacolo commovente il vederli e l’udirli. Di don
Luigi ricordavano non senza lacrime, lo zelo, la pietà, la carità industriosa e
molteplice, che traeva le sue risorse non da abbondanti mezzi di fortuna, ma dal
sacrificio e dalla mortificazione, non dando il superfluo, ma privandosi del
necessario».
(Mons. Giuseppe Carughi, Vicario generale della diocesi di Como)
«Io fui più volte a Savogno nel periodo verso il 1909-1911 ed ho sentito dalla bocca
stessa dei parrocchiani di Savogno il migliore giudizio che una popolazione possa
mai fare del proprio parroco. Ogni pietra di Savogno, si può dire, parlava ancora
dell’opera santa di don Luigi Guanella che in Savogno si era fatto tutto a tutti,
curando non solo gli interessi spirituali del suo popolo, ma anche gli stessi interessi
materiali con zelo e con sacrificio straordinario».
(Venerabile Mons. Aurelio Bacciarini)
«Angelo di virtù, di perfezione e di buon esempio, e validissimo aiuto nell’azione di
pietà sia nell’opera di istruzione tra la gioventù di Savogno, era la sorella di don
Luigi, Caterina. Nella sua anima, accordata a mirabile armonia con quella del
fratello, accolse e fecondò con la preghiera tutte le confidenze, i disegni, gli ideali di
don Luigi, dedicando a lui la sua opera, lasciando alle Istituzioni di lui il suo
spirito, l’esempio delle sue virtù e dei suoi patimenti, la preziosa protezione celeste».
(don Leonardo Mazzucchi, Servo della Carità)
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Particolare di Savogno
37
Per te pellegrino
ARRIVEDERCI A SAVOGNO
La casa di don Luigi
è sempre aperta!
Don Leonardo Mazzucchi, discepolo prediletto di don Guanella,
chiude il capitolo dedicato alla permanenza del Santo in Savogno, con il
ricordo di quei viaggiatori, un anziano e un ragazzo, venuti da
Sommarovina e di passaggio da Savogno per recarsi per lavoro ad
Avers.
Sorpresi dalla notte a Savogno, don Guanella li accolse, li invitò a
casa per la cena e per il riposo: «E buona notte! Quando partirete domani
mattina non avete che da togliere la stanga alla porta. La casa di don Luigi è
sempre aperta» 22.
Senti questo saluto di commiato rivolto a te, pellegrino a Savogno, e
ricorda: la casa di don Luigi - la casa di un santo - è sempre aperta!
22
L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, 1920, Riproduzione
anastatica, Editrice Nuove Frontiere, Roma 1999, 35; 37.
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Ingresso della Casa Parrocchiale di Savogno
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Per Informazioni e visite
Parrocchia S. Abbondio, Borgonuovo di Piuro
tel. + 39 0343.32096
Rifugio Savogno
cell. + 39 3926426238
www.rifugiosavogno.it
Don Luigi Guanella
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Con la guida dall’Alto
mi pare di avere molta forza:
senza questa,
io non mi sento di muovere passo.
Don Luigi Guanella
41 Sentiero
che conduce a Savogno
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