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1° MAGGIO 2015
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Il saluto della redazione
Perché?
“Canto”
è una parola polisemica : oltre al significato musicale, ha quello di
“angolo”.
Orfeo è il mitico poeta-cantore al quale è stato concesso il privilegio di scendere nel
regno dei morti per riprendere la sua amata sposa Euridice (uccisa da un serpente
mentre fuggiva, inseguita da Aristeo). Con il suo canto, Orfeo ha commosso
Proserpina, fermato il tempo e incantato le creature dell’Ade.
Noi speriamo di essere bravi quasi quanto lui (ma di non fare la sua stessa fine!).
Questo sarà il nostro angolo e speriamo che vi divertirete a leggerlo quanto noi ci
siamo divertiti a scriverlo.
Buona lettura!
Direttore (ir)responsabile: Professoressa Alessandra Ghelardini
Segretaria di re dazione: Valentina Sgorbini
Disegnatori: Niccolò Basile, Simone Cecchella
Tutta la redazione: Arianna Angrisano, Niccolò Basile, Sharon Bianco, Gabriele Bracci, Valentina
Bruno, Simone Cecchella, Emanuela Dalipi, Clio Fiorantino, Omar Gallina, Marina Giusti, Rebecca
Maglione, Michael Pontremoli, Gaetano Pugliano, Giulia Sandroni, Valentina Sgorbini, Alice
Spanò.
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Il mIto dell’aulos
Secondo il mito l’aulos è uno strumento inventato dalla dea Atena. Mentre lo suonava,però, la sua
faccia diventava deforme così lo lanciò via, maledicendolo. Un giorno un satiro di nome Marsia lo
raccolse e con esso, purtroppo, anche la maledizione di Atena. Marsia si esercitò per molto tempo
finchè volle addirittura sfidare Apollo. Così Marsia suonava l’aulos e Apollo la lira. La sfida incominciò
e all’inizio sembrava che Marsia avrebbe avuto la meglio; ma poi Apollo si mise a cantare mentre
suonava, e Marsia, che non poteva cantare mentre suonava, perse la sfida e venne scorticato vivo.
Il flauto di Pan
Quando nacque, a Pan gli dei non fecero nessun dono; era ricoperto di peli, sulla testa gli spuntavano
delle corna e aveva degli zoccoli al posto dei piedi. Ma aveva un carattere allegro ed era simpatico a
tutti. Pan si innamorò di molte ragazze tra cui Siringa una fanciulla che, oltre a non ricambiare il suo
amore, era inorridita dal suo aspetto. Così Pan inseguiva Siringa però lei, spaventata, scappava; ma,
proprio quando Pan la stava per acchiappare, la fanciulla si trasformò in una canna. Allora Pan prese
la canna, la tagliò in tanti piccoli pezzi di misure diverse che poi legò assieme e così nacque il flauto di
pan.
Shar on Bianc o, Omar Gallina
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‘’L’uomo non è ciò che vorrebbe essere,non quello che gli piace di pensare d’essere, non quel che desidera
tanto ardentemente d’essere: ognuno è solo ciò che fa’’.
E’ questo il fulcro dell’opera
scritta dal
volta il 18 aprile 2015 nella sala Titta Ruffo del Teatro Verdi.
, rappresentata per la prima
L’opera è composta da un solo atto ed è tratta dall’omonimo racconto di R.L.Stevenson. Deri ha unito le
parti dei cantanti con un’orchestrazione del tutto inusuale nel campo operistico: la parte strumentale si
presenta infatti come un vero e proprio concerto per pianoforte , orchestra ed elettronica.
I personaggi principali sono tre: Markheim (baritono),l’Antiquario (tenore) e la Visita (soprano) cui si
aggiungono un personaggio secondario, un conoscente dell’antiquario (basso) e una parte muta. Questi
personaggi sono accompagnati da un pianista e da un’orchestra sintetica.
Nel sottotitolo si legge “Recitar cantando”, alludendo alla volontà di rendere fluente lo svolgersi
drammaturgico del lavoro. Il libretto è scritto con un linguaggio scorrevole e per quanto possibile usuale (la
rima è completamente assente); nella diversificazione la scelta della metrica è strettamente correlata alla
situazione drammatica dei vari episodi e per questo motivo in molte occasioni il metro è libero.
A nostro parere il pianista, in alcuni punti, suonava troppo forte andando a coprire la voce dei cantanti,
quali avevano una voce potente e intonata anche quando dovevano raggiungere note acute.
i
L’opera si svolge nella bottega dell’antiquario che è piena di oggetti fra cui molti specchi. All’improvviso
arriva Markheim , giovane ladro e bugiardo,che è in cerca di un regalo per una signora. L’antiquario, dopo
averci pensato un po’, trova l’oggetto adatto: uno specchio. Markheim, vedendo la sua immagine riflessa si
accorge che lo specchio riflette ciò che lui è realmente ed avendo la coscienza sporca per le rapine fatte e
le bugie dette, comincia a inveire contro l’antiquario. La scena si fa sempre più drammatica fino a che
Markheim , fuori di sé dalla rabbia, uccide l’antiquario. Silenzio. Una luce rossa illumina il palco carico di
tensione. Dopo un po’ Markheim si rende conto di cosa ha fatto. Subentra nella scena un’altra figura:
la Visita,cioè la parte bugiarda e crudele del giovane. Fra i due inizia un complesso dialogo sul senso della
vita e su quello che Markheim dovrà dire alla domestica dell’antiquario per non essere impiccato.
La Visita gli dice di uccidere la serva …cosa farà Markheim? Si consegnerà alla polizia o darà retta alla Visita
e quindi continuerà la sua vita normalmente?
Andate a vedere il prossimo spettacolo se volete scoprire il grande mistero dell’esistenza
umana e dell’importante decisione che prenderà
Arianna Angrisano, Rebecca Maglione,Clio Fiorantino, Giulia Sandroni
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Carlo Deri (1956), composi tore, pianista , dida tta , librettista , ha compiuto gli studi musi cali presso il conserva torio “Lui gi Cherubini ” di Fi renze,
dove ha studiato composizione sotto la guida di Ca rlo Prosperi .
È s ta to insegnante di pianoforte principale, di a rmonia e contrappunto, di cultura musi cale generale.
È di venuto di rettore della s cuola di musica “Giuseppe Bonami ci ” nel 1986; è di rettore a rtis ti co, nel 1997, dell’Associazione Fi larmonica .
È s ta to ripetutamente invi ta to in ves te di “voce reci tante” in mani festa zioni concertis ti che.
Ha pubbli ca to saggi su esponenti e tema ti che rigua rdanti la musica contemporanea .
Ha composto mol ti pezzi per canto e pianoforte e anche un’opera li rica , Markheim, al centro del primo numero del nos tro giornale .
Robert Louis Stevenson è na to a Edimburgo, in Scozia , il 13 Novembre 1850. Dopo una giovinezza ribelle s tudia legge e di venta a vvoca to , ma
non eserci terà mai la professione. Nel 1874 i sintomi della mala ttia polmonare che lo a veva col pito durante l ’infanzia si fanno più gra vi e inizia
una serie di soggi orni cura ti vi in Francia . Qui conos ce Fanny Osbourne, ameri cana , di vorzia ta e con due fi gli.
Con l ’inizio di ques ta relazione Stevenson si i mpegna con una professione di scri ttore a tempo pieno e dopo poco tempo pubbli ca i primi
ra cconti .
Nel 1879 ra ggi unge Fanny in California , dove era tornata per ottenere il di vorzi o. I due si sposarono e torna rono insieme a E dimburgo.
Nel 1883 pubbli ca il romanzo L’isola Del Tesoro che ra ggiunge un inaspetta to successo ed è ancora oggi il suo libro più popola re.
Nel 1886 pubbli ca Lo Strano Caso Del Dottor Jekyll e Mr. Hyde che contribuis ce molto a imprimere il nome di Stevenson nella s toria della
grande na rra ti va mondiale del XIX secolo. Nel 1891 Stevenson si trasferis ce nelle Isole Samoa con la sua fami glia dove tras correrà una vi ta
tranquilla ci rcondato dall’amore e dal rispetto degli indi geni che in più occasioni a vrà modo di di fendere dalle prepotenze d ei bianchi.
Clio Fiorantino, Marina Giusti
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Maestro Deri, perché ha scelto proprio il Markheim per comporre un’ opera?
Inizialmente volevo comporre un’ opera su 1984 di Orwell, ma successivamente durante una ricerca sul
sito del teatro mi sono accorto che un direttore d’orchestra era già in fase di composizione di un’opera
dello stesso argomento. Quindi ho iniziato la ricerca di un altro soggetto e ho trovato Markheim
(Stevenson). Sono opere tanto differenti quanto simili nella parte fantastica e surreale, che in 1984 è
rappresentata come una fanta-politica, mentre nel Markheim con un senso surreale, che io ho risolto con
un’ aldilà terreno: l’ immagine oltre lo specchio.
Nelle opere di Stevenson è sempre presente il contrasto tra bene e male, anche lei
pensa che sia così?
La personalità dell’essere umano è già un universo a sé stante. Il male esiste, non è vero che è mancanza di
bene, come non è vero che l’ uomo è profondamente buono mentre sono le circostanze che influiscono. Io
sono più seguace di Briante di Priene che diceva che la maggioranza degli uomini è cattiva, malvagia. Quindi
ho una visione pessimista. In Stevenson, ad esempio, nel Doctor Jekyll e Mister Hyde , trovi che c’è qualche
fattore scatenante che può essere un fattore chimico, come la ricerca, che poi ritorna alla radice del dolore,
del male.
Sappiamo che le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora di Schindler’ s list,
come pensa che sia possibile conciliare la crudeltà dello sterminio con la bellezza
della musica?
Generalmente una musica bella e dolce inserita in un ambito narrativo tremendo aumenta il quantitativo di
dolore e di ansia, quindi questo contrasto va ad influire sulle emozioni di chi ascolta, andando ad arricchire
il messaggio.
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, le è piaciuta l’ interpretazione della sua opera,
Markheim, scritta dal compositore Carlo Deri?
L’ interpretazione del compositore mi è molto piaciuta. Ha saputo comprendere fino in fondo l’
animo del personaggio e la musica andava a rafforzare lo spirito malvagio di Markheim; ma la fine
mi è piaciuta persino di più rispetto a quando l’ ho scritta io perché ho visto con i miei occhi quello
che avevo solo immaginato e che così è giunto anche agli altri.
È stata per me una sorpresa la personificazione del male in una donna, minuta e graziosa, perché
la mia idea di male è qualcosa di grande e imperioso che sottomette il bene e se stesso.
Quale altra delle sue opere le sarebbe piaciuto vedere in musica?
Naturalmente vorrei vedere in musica la mia opera più famosa, Dottor Jekyll e Mister Hyde, forse
anche la più complessa da mettere in musica in quanto Jekyll e Hyde sono la stessa persona, e allo
stesso tempo due estremi, due opposti.
Vorrei vedere fino a dove si può spingere la genialità dell’ uomo nel rappresentare la libertà e la
voglia di conoscere insieme alla brutalità e all’ inquietudine attraverso
l’ interpretazione dello stesso personaggio: ciò rivela la complessità della resa teatrale.
C’è qualcosa di lei nei personaggi delle sue opere?
Ho visto il male in persone della quale conoscevo solo il bene, e questa cosa mi ha spinto a scrivere
di loro come personaggi immaginari, protagonisti dei miei libri.
A volte il male può fare la propria comparsa anche dove e quando nessuno se lo aspetta: questo
ragionamento ha ispirato tutti i personaggi dei miei libri a partire da Long John Silver, che
rappresenta l’ ambiguità della morale, evidenziando i lati buoni e quelli malvagi.
Alice Spanò, Valentina Bruno
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La Glassharmonica è uno strumento appartenente alla famiglia degli strumenti idiofoni a frizione; è costituito da un
cilindro metallico rotante, azionato da un pedale che fa girare a gran velocità una serie di coppe intonate applicate al
cilindro, sistemate in orizzontale; le coppe sono realizzate in vetro, cristallo o addirittura quarzo!! Lo strumento ha
un’estensione di più di tre ottave a partire dal Do un’ottava sotto il Do centrale e arriva al Sol un’ottava e una quinta
sopra di esso. Il suono si produce sfregando le coppe rotanti con le dita inumidite d’acqua, ed è un suono limpido,
penetrante e cristallino.
Lo strumento fu inventato da Benjamin Franklin durante un suo viaggio in Inghilterra nel 1763. Il famoso politico ed
inventore americano perfezionò il concetto del Glasspiel avendo una serie di bicchieri riempiti d’acqua e intonati,
appoggiati su un tavolo. Il Glasspiel era in moda nel periodo preclassico; addirittura Cristoph Willibald Gluck tenne
un concerto pubblico con musica scritta da lui, oggi perduta; dopo la creazione dello strumento Franklin ne divenne un
virtuoso e compose anche dei quintetti per Glassharmonica e quartetto d’archi.
La Glassharmonica fu oggetto di un’estrema moda dilagante fino alla metà dell’Ottocento; moltissimi compositori
scrissero una moltitudine di pezzi per lo strumento ( oggi quasi tutti perduti ) e divenne insieme al fortepiano lo
strumento preferito dai musicisti dilettanti e nobili ( addirittura Maria Antonietta suonava la Glassharmonica! )
.Veniva utilizzato dal celebre dottore Anton Mesmer per le sue terapie di ipnotismo, e venivano fatti molti concerti con
Glassharmonica solista; si crede che in quel periodo , fino ai primi anni dell’Ottocento siano stati costruiti circa
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trentamila esemplari; oggi purtroppo ci rimangono solo quaranta esemplari storici, ma poco dopo lo strumento
decadde nel giro di pochi anni per via che molti virtuosi morirono per avvelenamento dovuto al piombo che era
entrato nel loro sangue per via dello sfregamento delle dita sul vetro delle coppe che a quell’epoca conteneva grandi
dosi di questo metallo tossico; oltre a questo fatto si aggiunse anche che la Glassharmonica causava (si credeva
all’epoca) il delirio e la follia agli ascoltatori ed esecutori per via del timbro penetrante.
Venne dunque abbandonata e fu riscoperta a metà del Novecento e attualmente gode di un modesto revival; vengono
rieseguiti brani per lo strumento e sta tornando a essere prodotto (a partire da una quindicina di anni fa ) anche da
fabbriche specializzate (ad esempio la Finkenbeiner) e non da botteghe artigiane; il vetro moderno contiene
pochissime quantità di piombo e quindi il rischio di avvelenamento è scomparso; l’unico problema resta il costo (una
buona Glassharmonica può costare anche trentamila euro se realizzata in quarzo).
Oggi i musicisti che suonano lo strumento sono in crescita, il più grande virtuoso odierno è Thomas Bloch.
I brani più conosciuti per lo strumento sono di Mozart: l’adagio k356 in do maggiore per sola Glassharmonica e
l’adagio e rondò k617 in do minore per Glassharmonica, Flauto, Oboe , Viola e Violoncello considerato uno dei
capolavori di Mozart oggi frequentemente eseguito scritto dall’autore poco prima di morire nel 1791.
Lo strumento fu utilizzato anche nell’opera “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti nella famosa “scena della
follia”. Altri brani estremamente belli per Glassharmonica solista sono i soli scritti da Naumann, Rollig e Schulze e
un pezzo veramente degno di nota è il sestetto per due Violini, Viola, Violoncello, Contrabbasso e Glassharmonica di
Johann Friedrich Reichardt in particolare il secondo movimento: il rondò.
Gabriele Bracci
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Vivaci
Insieme
Vanno
Alla
Vittoria
E
Restano
Davvero
Ispirati
Mantenere
Ordine
Zelo
Applaudendo
Rispettosamente
Tutti
B elle
Emozioni
Esaltanti
Ti
Libera
Il
Colore
E
Onorerai
Musicalmente
Un
Segno
Invece
Cantando
Avrai
Lunghe
Emozioni
L’opera
Ispira
Canto
Ed
Orchestra
Hanno
Offerto
Versi
E
Note
Vibrate
Ispirazioni
Ora
Lanciano
Infinite
Note
Ovunque
Melodia
Unisce
Suoni
Incantati
Con
Arte
Libera
Emozioni
Dà
Emozioni
Restando
Impassibile
Michael Pontremoli e Emanuela Dalipi
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Una mattina di marzo abbiamo assistito ad una lezione sulla cornamusa tenuta dall’insegnante del Trinity College,
Nick. Si è presentato in kilt e con abiti tradizionali della Scozia (che, alla fine della lezione, ha fatto indossare ad una
studentessa che aveva assistito). Inizialmente si è soffermato sulla storia dello strumento e poi ne ha spiegato il
funzionamento: tutto è iniziato in Mesopotamia unendo due flauti (pive). Dei due flauti il primo è ad ancia e produce
la melodia, mentre il secondo è chiamato drone e ha soltanto dei buchi. Quando provarono a suonare quattro flauti
contemporaneamente, capirono che non era possibile e quindi inventarono una grande sacca che, una volta riempita
d’aria, fa suonare i flauti; questa simboleggia, come ci ha detto Nick, una “grande guancia”, dato che la sacca si gonfia
come una guancia quando si soffia. Naturalmente con il passare del tempo lo strumento ha subito dei cambiamenti; la
forma contemporanea si è affermata nel XVII secolo. Le cornamuse erano importanti durante le guerre perché i suoni
che produceva sono forti e simboleggiano il coraggio. Veniva inoltre usata durante feste o funerali.
Quello che ci ha colpito di più è stato il modo di parlare di Nick , che era molto coinvolgente e rendeva chiaro ogni
concetto con l’aiuto di termini ed espressioni molto divertenti, inoltre ci ha mostrato diversi tipi di questo strumento e
ci ha fatto ascoltare delle melodie.
Ma le esperienze con gli strumenti musicali non finiscono qui perché, qualche giorno dopo abbiamo assistito ad
un’altra lezione tenuta dal custode Aldo che ci ha sorpreso dimostrandosi appassionato della cetra, uno strumento
a corda che può essere molto grande o molto piccolo e quindi si può suonare anche in piedi. Nasce nell’antichità come
accompagnamento musicale alle poesie diventandone il simbolo anche oggi.
Aldo ci ha emozionato facendoci ascoltare un suo pezzo inedito. Il suono delicato della cetra dava sensazioni di
armonia e leggerezza, come se stessimo ascoltando una dolce poesia piena di emozioni.
Giulia Sandroni
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Questa è una domanda che molti alunni del Liceo Musicale si sono posti e con alcune interviste esclusive
siamo riusciti a “sbirciare” nella loro vita privata.
Visto che vogliamo lasciarvi nel mistero, vi presenteremo solo i primi cinque professori. Degli altri ne
parleremo nei prossimi numeri.
Professoressa
, pianoforte :
-Se non avesse studiato il pianoforte, quale strumento avrebbe scelto?
Da piccola avrei scelto il flauto traverso, adesso invece mi piace molto il violoncello.
-Qual è il suo hobby?
Giardinaggio.
-Ha un rituale scaramantico prima di un concerto?
No.
-Ha un luogo del cuore?
In questo momento non me ne viene in mente nessuno... però preferisco i luoghi dove c'è il mare.
-E ci dica... quali sono i suoi gusti preferiti di gelato?
Pistacchio e crema.
-Di quale film le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora?
“Pane e Tulipani”.
Professoressa
, viola
:
-Se non avesse studiato la viola, quale strumento avrebbe scelto?
Il contrabbasso
-Qual è il suo hobby?
L'agricoltura.
-Ha un rituale scaramantico prima di un concerto?
No.
-Ha un luogo del cuore?
Arenzano.
-E ci dica... quali sono i suoi gusti preferiti di gelato?
Ovviamente il cioccolato!
-Di quale film le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora?
“Mission”, non ci sono dubbi!
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, canto :
Professoressa
-Se non avesse studiato la viola, quale strumento avrebbe scelto?
Pianoforte e arpa.
-Qual è il suo hobby?
Dormire!
-Ha un rituale scaramantico prima di un concerto?
Si, pensare alle persone a me care ormai morte.
-Ha un luogo del cuore?
La spiaggia.
-E ci dica... quali sono i suoi gusti preferiti di gelato?
Pistacchio.
-Di quale film le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora?
“Lo squalo”!
Professoressa
, flauto :
-Se non avesse studiato il pianoforte, quale strumento avrebbe scelto?
L'arpa.
-Qual è il suo hobby?
Cucinare.
-Ha un rituale scaramantico prima di un concerto?
No.
-Ha un luogo del cuore?
Nella natura, particolarmente a Highland in Scozia.
-E ci dica... quali sono i suoi gusti preferiti di gelato?
Cocco.
-Di quale film le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora?
“Il Signore Degli Anelli”, “Colazione Da Tiffany” e “C'era una volta l'America”.
Professoressa
violino :
-Se non avesse studiato il pianoforte, quale strumento avrebbe scelto?
Violoncello.
-Qual è il suo hobby?
Orticoltura.
-Ha un rituale scaramantico prima di un concerto?
Si,dare un bacino alla fotografia del mio gatto Jack che porto sempre con me nella custodia del mio violino!
-Ha un luogo del cuore?
Volterra.
-E ci dica... quali sono i suoi gusti preferiti di gelato?
Pistacchio.
-Di quale film le sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora?
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“E.T”.
Arianna Angrisano,Rebecca Maglione,Valentina Sgorbini e Valentina Bruno
Cari lettori, a questo punto nell’edizione cartacea trovereste alcuni indovinelli
musicali disegnati dal nostro bravissimo disegnatore Simone Cecchella; ma per ora
non siamo riusciti ad inserirli.
Ci scusiamo con l’autore e con i lettori: il prossimo anno diventeremo più bravi anche
in questo!
Ed ora…
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Il canto di Orfeo - Liceo Statale "G. Carducci" Pisa