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Come in una casa di specchi, ogni volta che intravedi una via d’uscita, questa uscita si rivela essere dalla parte opposta a quella che avevi immaginato. Come in un miraggio o in un sogno, quando provi ad afferrare qualcosa, l’oggetto su cui credi di aver messo le mani si dilegua. Finché capisci che ciò che conta non è l’uscita e che non c’è nulla da afferrare. Stare ad ascoltare le domande che il testo ti pone e restarci dentro (restare dentro alle domande, al labirinto) è l’unica via. LA TRAMA Prospero, duca di Milano, viene spodestato dal fratello Antonio con la complicità di Alonso, re di Napoli. Abbandonato, insieme alla piccola figlia Miranda, su una scialuppa in balia delle onde, approda miracolosamente su un’isola deserta. Una volta qui, grazie alle sue arti magiche, libera Ariel – spirito dell’aria – dall’albero in cui una strega, Sicorax, l’aveva intrappolato e lo costringe a diventare fedelissimo esecutore di ogni suo ordine. Anche Calibano, essere abietto e ingenuo, figlio di Sicorax, viene sottomesso al potere del mago. Dopo dodici anni di confino, grazie ai suoi artifici, Prospero scatena una tempesta che causa il naufragio di una nave sulla quale si trovano molti nobili napoletani, tra i quali proprio suo fratello Antonio e il re Alonso, con il figlio Ferdinando. Tutti i passeggeri si salvano approdando sull’isola ma il giovane Ferdinando, in virtù di un incantesimo, si ritrova da solo e piange la morte del padre, che crede di aver visto annegare. Nel suo girovagare incontra Miranda e se ne innamora. Dall’altra parte dell’isola, intanto, anche Alonso è convinto che suo figlio sia morto e Ariel, per ordine del suo padrone, ne approfitta per farlo sprofondare in un dolore che lo conduce lentamente alla pazzia. È proprio grazie a questa pazzia, in realtà, che Prospero riesce ad ottenere il pentimento di tutti; concede il suo perdono e acconsente al matrimonio tra Miranda e Ferdinando. Infine, dopo aver rinunciato alla magia, restituisce ad Ariel la sua libertà e salpa per l’Italia lasciando sull’isola soltanto Calibano. AndREA dE ROSA Dopo aver terminato gli studi in filosofia, ha avviato la sua attività di regista dirigendo vari cortometraggi tra i quali Appunti per una fenomenologia della visione, premiato al Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino, e una intensa attività di aiuto regista per il cinema, il teatro e l’opera, soprattutto al fianco di Mario Martone. Nel 2004 ha realizzato la sua prima regia d’opera con Idomeneo, re di Creta di Wolfgang Amadeus Mozart e da allora alterna costantemente il lavoro tra teatro di prosa e opera lirica. In questo campo sono molti i titoli del Novecento: Curlew river di Benjamin Britten, Satyricon di Bruno Maderna, un trittico di opere per il Teatro São Carlos di Lisbona composto da Sancta Susanna di Paul Hindemith, Erwartung di Arnold Schönberg, Il dissoluto assolto di Azio Corghi, su libretto di José Saramago (in prima mondiale). Tra i titoli del melodramma ottocentesco si annoverano Macbeth di Giuseppe Verdi, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Sempre dello stesso autore, nel dicembre 2006 ha curato la regia di Don Pasquale, diretto da Riccardo Muti, con il quale è poi tornato a collaborare nel maggio 2008 per la messa in scena di un’opera di Giovanni Paisiello, Il matrimonio inaspettato, per il Festival di Pentecoste di Salisburgo. Nel marzo 2010 ha diretto Maria Stuarda di Gaetano Donizetti. Per la prosa le sue prime produzioni sono caratterizzate da un grande interesse per i personaggi tragici femminili: da Encomio di Elena tratto dall’omonimo testo del filosofo sofista Gorgia da Lentini a Le Troiane di Euripide, da Il decimo anno da Euripide ed Eschilo fino a Elettra di Hugo von Hofmannsthal, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. Sempre guidato da questa attenzione per grandi personaggi femminili, nelle scorse stagioni ha messo in scena Maria Stuart di Friedrich von Schiller e Molly Sweeney di Brian Friel. Dal dicembre 2008 è direttore del Teatro Stabile di Napoli. TE A TR O SO C IAL EC O MO .I T La stagione NoTTE 2010/11 è realizzata con il contributo di con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali si ringrazia Società Palchettisti del Teatro Sociale Provincia di Como Assessorato alla Cultura Comune di Como con il patrocinio di