AS S re tie a Scuol Senza F ro ON n FR ASSFRON Associazione Scuola Senza Frontiere DIFENDERE LA FORESTA Un impegno di civiltà I migliori elaborati del concorso indetto da ASSFRON INSIEME PER UNA SOCIETà PIù’ EQUA E PIù’ SOLIDALE a cura di Carlo Bridi ASSFRON Disegno in copertina di Anastasia Silvani: “Pattinatrice” CON ASSFRON UN’APERTURA DELLA SCUOLA SUL MONDO A 360 GRADI Convinti dell’urgenza e dell’importanza di un scuola che sappia guardare oltre i nostri piccoli confini, un gruppo di dirigenti scolastici e di insegnanti, esperti del mondo del volontariato, hanno dato vita all’Associazione Scuola Senza Frontiere, ASSFRON, con l’obiettivo di far crescere fra gli insegnanti ed i discenti la cultura e la sensibilità sulle tematiche della solidarietà, della pace, dei diritti e dei doveri di ciascuno di noi sui temi dell’ambiente e sull’urgenza di far crescere una mentalità che porti a creare un futuro più compatibile con l’ambiente che ci circonda e più solidale. Per raggiungere questi obiettivi essi contano moltissimo sulla collaborazione degli insegnanti della scuola trentina di ogni ordine e grado. ASSFRON offre gratuitamente la presenza nelle scuole di propri esperti per la trattazione di queste tematiche adeguatamente dotati di materiale didattico realizzato ad hoc. Il tema trainante nel prossimo anno scolastico sarà quello dell’energia pulita per tutti, un problema al quale è profondamente legato sia l’aspetto della salute di miliardi di persone che quello dello sviluppo. Ad esso è legato anche lo sviluppo di intere aree oggi poverissime del pianeta. L’invito che ASSFRON rivolge a tutti è duplice. Da una parte dare la propria adesione all’associazione versando la modesta cifra di 10 euro sul conto aperto presso la Cassa Rurale di Trento con queste coordinate bancarie: IT 91 P 08304 01820 000020336670. Il modulo è scaricabile sul sito dell’associazione: www.scuolasenzafrontiere.it re tie AS S domanda di adesione a Scuol Senza F ro ON n FR Il sottoscritto .................................................................................................... Data di nascita ............................... C.A.P. ................... Città ............................... ASSFRON Telefono ......................................... e-mail ...................................................... Associazione Scuola Senza Frontiere Piazza Leonardo da Vinci, 2 38122 - Trento Cell. 335 6625182 Codice fiscale 96085970224 www.scuolasenzafrontiere.it www. scuolasenzafrontiere.info Chiede di essere iscritto all’Associazione Scuola Senza Frontiere e si impegna a versare sul conto corrente presso la Cassa Rurale di Trento intestato all’associazione, (IBAN IT 91 P 08304 01820) la somma di euro 10. Publistampa Arti Grafiche Pergine Data .............................. Firma ....................................................................... Consento al trattamento dei dati personali ai sensi degli art. 11, 20, 22 e 28 della legge 675/1996, esclusivamente per le attività dell’associazione. Indice » Saluto della presidente di ASSFRON … ……………………………………………………………………… 2 » L’apprezzamento e l’augurio dell’Assessore Lia Giovanazzi …………………………………… 3 » L’impegno delle scuole un segno di civiltà e responsabilità verso il futuro… ………… 4 » Elementari, triennio I, II e III Disegni… ………………………………………………………………… 5 » Elementari, biennio IV e V Temi………………………………………………………………………… 14 » Medie Temi………………………………………………………………………… 18 » Superiori Temi………………………………………………………………………… 39 » Sezione video Video… …………………………………………………………………… 44 » Il costante impegno di ASSFRON………………………………………………………………………………… 52 » Adotta un sistema di cottura solare in Karamoja……………………………………………………… 54 1 Saluto della presidente di ASSFRON Scorrendo gli elaborati presentati da scolari e studenti che hanno aderito al concorso indetto da ASSFRON, si coglie nettamente la sensazione che le nuove generazioni stiano acquisendo una coscienza ed una sensibilità sempre maggiori nei confronti di un modello di sviluppo più compatibile, della salvaguardia del bosco e delle foreste e di un’ottica diversa in rapporto con il Sud del mondo.… La cosa ci fa immenso piacere. Come Presidente dell’associazione ringrazio di cuore tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione del concorso. Un grazie quindi agli insegnanti e ai discenti. Grazie anche alla Provincia che, tramite la particolare disponibilità ed attenzione dell’assessore alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, ha sostenuto tutto il progetto nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite alla foresta, alle popolazioni africane e al volontariato. Un grazie va anche alla Fondazione Cassa di Risparmio e al Consorzio dei Comuni per il loro sostegno finanziario. Senza dimenticare la Presidenza del Consiglio Provinciale e del Consiglio Regionale per il patrocinio morale, e l’Assessorato all’Istruzione e allo Sport per la collaborazione fattiva assicurata nell’organizzazione del concorso. Tutti i partecipanti hanno dimostrato di sa- per affrontare tematiche complesse come la deforestazione e le spesso conseguenti modifiche climatiche che colpiscono in modo particolare le realtà dei paesi impoveriti. Assai lodevole anche l’impegno dimostrato nel sostenere finanziariamente la realizzazione di ben 16 piccole foreste nel cuore dell’Africa nera, nella regione della Karamoja Distretto di Kotido, in Uganda, considerata una delle regioni più povere del pianeta. Questo aiuto assieme a quello della Provincia permetterà all’Associazione di mettere a dimora complessivamente oltre 20 mila piante di acacia Senegal. Questa riforestazione servirà come esempio per l’intero Distretto di Kotido. Il mio augurio nel dare alle stampe questo libretto è quello che esso contribuisca a far crescere ulteriormente nelle nostre scuole la consapevolezza dell’importanza di queste tematiche. Anche il prossimo progetto che ASSFRON si impegna sin d’ora a realizzare nella stessa regione sarà ispirato all’iniziativa dell’ONU relativa all’energia rinnovabile e mirerà alla realizzazione di semplici ma fondamentali infrastrutture in questo ambito. Contiamo vivamente di essere accompagnati in questo impegno da voi cari studenti e scolari e dai vostri insegnanti. Presidente di ASSFRON Prof. Marina Borlotti Nardelli 2 ’ ’ L’apprezzamento e l’augurio ’ dell’Assessore Lia Giovanazzi ramente non condivido il pessimismo di certo mondo adulto che si lamenta della mancanza di interesse e disponibilità dei giovani. Io vedo invece che se i giovani possono essere protagonisti sanno rispondere con intelligenza e impegno. Questi lavori lo dimostrano. Terzo aspetto il tema della tutela ambientale. È sempre più evidente, lo dimostrano i cambiamenti climatici, che il nostro modello di sviluppo non è più sostenibile a lungo. Abbiamo una sola terra e rischiamo di giocarcela definitivamente, con conseguenze inimmaginabili. Le dimensioni sono planetarie. Per questo è importante affrontare il problema a livello mondiale. Ricorrono quest’anno i vent’anni dalla prima conferenza sul clima di Rio de Janeiro. Mi auguro che tutti sappiano cogliere l’occasione per una riflessione attenta e produttiva, senza schematismi ideologici, ma anche senza sottovalutare i reali pericoli che corriamo senza un’inversione di rotta.… A partire dalle nostre abitudini quotidiane fino a toccare le scelte politiche planetarie. Nessuno escluso. Questo piccolo ma importante lavoro va esattamente in questa direzione. Saluto con piacere questo importante lavoro che raccoglie i migliori elaborati sul tema “foresta, popolazioni africane e volontariato”. Un ringraziamento particolare a Assfron che si è fatta promotrice di questa importante iniziativa di educazione e sensibilizzazione e soprattutto alle centinaia di bambini e ragazzi che hanno partecipato con intelligenza e passione a tutto il percorso. Questa iniziativa si inserisce perfettamente nelle linee programmatiche del mio assessorato per almeno tre ragioni. La prima; si tratta di un progetto di educazione, finalizzato a rendere più consapevole la nostra comunità delle dinamiche della mondialità. È un’attività molto importante. Sono convinta infatti che l’impegno della comunità trentina a sensibilizzare se stessa deva essere almeno corrispondente all’impegno grandissimo che dedica ai progetti di solidarietà internazionale. Se un progetto di solidarietà internazionale non riesce a rendere più coesa, più consapevole e più aperta la nostra comunità, lo stesso è inutile o quasi. La seconda ragione riguarda i destinatari; giovani e giovanissimi, il nostro futuro. Since- ASS.RE ALLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE… E ALLA CONVIVENZA Lia Giovanazzi Beltrami 3 ’ L’impegno delle scuole un segno di civiltà e responsabilità verso il futuro Andando a leggere i commenti della giuria di valutazione degli elaborati presentati per l’edizione 2011-12 del concorso indetto da ASSFRON, emerge innanzi tutto una valutazione molto positiva dei giurati sugli elaborati presentati da oltre 300 scolari e studenti delle scuole trentine che hanno partecipato al concorso. Senza nulla togliere ai bei temi presentati ed alle ricerche effettuate, una sottolineatura particolare va fatte per i molti video presentati. Ve ne sono alcuni che sono veramente profondi, puntuali e in grado di dare un chiaro messaggio sull’importanza della foresta, sulle drammatiche conseguenze della deforestazione, particolarmente sui popoli dei paesi impoveriti, e sull’impegno che ciascuno di noi deve mettere per far crescere un modello di sviluppo più sostenibile e in grado di garantire alle giovani generazioni la possibilità di vivere su un pianeta meno malato di quello attuale. Ci pare questa la prova più evidente che il nostro impegno di testimonianza e sensibilizzazione portato avanti nelle scuole ha lasciato il segno. A ben guardare è proprio questa la “mission” per la quale è stata costituita l’Associazione Scuola Senza Frontiere. Ma a fianco a questa sensibilità degli scolari e studenti su queste tematiche, nel corso degli incontri con 215 classi delle scuole trentine di ogni ordine e grado, abbiamo anche trovato un terreno fertile sul quale far crescere la solidarietà fra ragazzi trentini e ragazzi della Karamoja in Uganda, creando anche degli interessanti momenti di collegamento tramite il supporto assicurato dal nostro caro vescovo trentino della Diocesi di Kotido mons. Giuseppe Filippi. Certo abbiamo riscontrato come la sensibilità dimostrata nelle classi incontrate si è sviluppato in modo direttamente proporzionale all’impegno degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. A loro va la nostra profonda gratitudine. Ora si presenta davanti a noi un nuovo anno ricco d’impegni per la nostra associazione. Com’è ormai tradizione seguiamo di anno in anno le tematiche indicate dall’ONU. Per il 2012-2013, il tema scelto è quello dell’energia pulita per tutti. Un tema come si può facilmente intuire di grande importanza ed attualità anche per noi. Saranno queste le tematiche che tratteremo nel prossimo anno scolastico supportando il nostro messaggio anche questa volta con un video realizzato ad hoc per affiancare alla nostra testimonianza immagini che possono contribuire a far riflettere su questi temi. Ma l’energia pulita sarà anche l’oggetto den nostro progetto di solidarietà con la Karamoja. Anche per questo è molto importante la collaborazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che ringraziamo anticipatamente. Il Responsabile progetto sensibilizzazione nelle scuole Carlo Bridi 4 Elementari Triennio I, II e III Disegni 1° classificato | Anna Dalbosco 2° classificato | Ester Pisoni 3° classificato | Anastasia Silvani hanno espresso ciascuno cinque preferenze in base ad una valutazione globale dell’elaborato che teneva conto del contenuto inerente il tema, dell’armonia delle forme, della creatività e del bilanciamento del colore. Si segnalano inoltre come significativi i disegni di Lorenzo Paventi, Luca Cristofaro e Maria Demozzi. La selezione dei disegni realizzati dai bambini delle classi prime, seconde e terze della Scuola Primaria è stata svolta da una commissione di docenti dell’area tecnica dell’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche. In particolare Cavarzere Silvia, Decarli Remigio, Fortarel Daniele, Franceschini Marco, Franceschini Massimo, Lorenzoni Elisa, Malpaga Alessandro e Rodriguez Gabriela La Giuria del concorso 5 1° classificato | “Stella” Anna Dalbosco | Classe III Scuola elementare “Sacra Famiglia” 6 7 2° classificato | “Ballerina” Ester Pisoni | Classe II Scuola elementare “Sacra Famiglia” 8 9 3° classificato | “Pattinatrice” Anastasia Silvani | Classe II Scuola elementare “Sacra Famiglia” 10 Segnalato | “Wolfman” Lorenzo Paventi| Scuola elementare “Sacra Famiglia” 11 Segnalato | “Hulk” Luca Cristofaro | Scuola elementare “Sacra Famiglia” 12 Segnalato | “Ciclamino” Maria Demozzi| Scuola elementare “Sacra Famiglia” 13 Elementari Biennio IV e V Storie - “Temi a pezzi” 1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia” L’elaborato presentato dalla classe quinta della Sacra Famiglia può essere considerato un elaborato completo anche se fatto a più mani. In esso vengono infatti approfonditi molti aspetti che vanno dalle cause della… deforestazione, alla mancanza dell’acqua, alle conseguenze delle modificazioni climatiche, a cosa ciascuno di noi può fare per dare il proprio contributo nel migliorare la situazione. Molto apprezzato anche l’impegno che si riscontra di consumare per il futuro meno acqua, di non sprecare l’energia elettrica, di andare meno in macchina e più a piedi o in bicicletta, pare che veramente questi bambini abbiano colto appieno il messaggio che ASSFRON tenta di portare nella scuola per un modello di sviluppo più compatibile con l’ambiente partendo da tante piccole.… Ma non solo, anche l’aspetto delle condizioni terribili in cui vivono tanti bambini in Africa e il desiderio di fare qualcosa sul fronte del volontariato sono affrontati positivamente da questi bambini che dimostrano una buona maturità ed una bella sensibilità su queste tematiche. La Giuria del concorso 14 ’ Mancanza d’acqua! 1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia” Mi ha impressionato molto la mancanza d’acqua quella che c’è è sporca, non potabile e bevendola si prendono le malattie. E poi fanno chilometri per arrivare al pozzo vicino. Mentre noi consumiamo anche 1000 litri d’acqua in un giorno, loro ne possono avere solo due. Noi usiamo normalmente 200 litri di acqua al girono e quindi c’è un’enorme differenza! Da questo filmato ho capito che l’acqua non va sprecata, se io voglio la posso tenere d’acconto chiudendo il rubinetto quando mi lavo i denti. Quando la lavano la verdura o la frutta si può riutilizzare l’acqua innaffiando i fiori. I poveri muoiono facilmente perché non possono permettersi di comprare le medicine e speso non trovano acqua potabile che causa gravi malattie. L’acqua è un bene prezioso, non si può sprecarla, ma noi lo facciamo anche se non ce ne accorgiamo. Adesso mi sono reso conto di quanto consumiamo per niente. Quando ci laviamo i denti chiudiamo il rubinetto finché li spazzoliamo così consumiamo meno acqua. L’acqua è la nostra vita ed è un bene per tutti. 15 Foreste per le persone 1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia” Ho visto il video “Difendere la foresta: un impegno di civiltà” che mostra come in poco tempo delle foreste possano sparire, perché vengono causati incendi dolosi. Nel filmato ho visto miliardi di persone che soffrono per la fame e per la sete ed anche milioni di foreste che vengono bruciate da incendi dolosi. Io quando ho visto queste fatiche: fare fatica per prendere l’acqua, o per pescare mi sarebbe venuta la voglia di entrare nel filmato e dargli una mano! A me piacerebbe andare in Africa e portare ai bambini un po’ di felicità. Quanti disastri causa la deforestazione, se pensiamo che le foreste, i boschi sono i polmoni del mondo ci dobbiamo tanto preoccupare, perché così non facciamo solo del male al pianeta, ma anche a noi. Se continuiamo a deforestare e a disboscare saremo invasi da gas tossici in particolare dal CO2, l’ossigeno sarà sempre meno e avremo grossi cambiamenti del clima e così avremo le alluvioni che abbiamo visto in questi giorni in Liguria. Io sono rimasto molto impressionato quando il Signor Carlo Bridi, che è venuto a trovarci ci ha detto che ogni due secondi rischia di scomparire una foresta grande quando un campo da calcio! E pensare che le foreste per le popolazioni africane sono tanto importanti. Lì gli africani si riuniscono per pregare, per incontrarsi, per trovare la soluzione ai loro problemi e per trovare cibo. Dopo aver visto questo filmato ho pensato a quanto legname sprechiamo noi per farci le nostre comodità e non pensiamo che derubiamo il mondo della vita. Solo oggi mi sono accorto di quanto sprechiamo. Di queste cose abbiamo parlato nell’ora di religione, ed è giusto parlare delle foreste nell’ora di religione, perché le foreste, i boschi, la natura sono doni che Dio ci ha dato per vivere e non li dobbiamo rovinare. Le foreste sono i polmoni della terra. 16 Cosa possiamo fare noi 1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia” Mi è piaciuta molto la storia del colibrì che quando ha visto l’incendio è corso al mare per prendere una goccia d’acqua e spegnere l’incendio. Il leone lo ha preso in giro perché pensava di spegnere l’incendio con una goccia, ma lui ha detto che voleva fare la sua parte per salvare la foresta. Ognuno di noi deve fare la sua piccola parte risparmiando l’acqua e la luce quando si può e usando l’energia rinnovabile. Io ho pensato nel cuore a quanto soffrono nei paesi poveri per lo spreco che noi facciamo, per le tonnellate di cibo che buttiamo. Si può risparmiare energia, che anche quella sta mancando, andando in bici e non sempre in macchina, o a piedi, così ci saranno meno gas velenosi che inquinano l’atmosfera e portano la mancanza d’acqua. E si può fare la doccia anziché il bagno per risparmiare acqua. Buttando e sprecando meno cibo potremmo sfamare tanti bambini. Infatti questa mattina ho saputo che ogni tre secondi muore un bambino di fame e soprattutto nella Somalia. La cosa che mi ha colpito di più e vedere quanto noi consumiamo senza pensare alle altre persone alle altre persone che soffrono. Se ognuno di noi farà la sua piccola parte le cose possono migliorare. Dobbiamo usare il cervello e non fare le cose che danneggiano la natura, perché le foreste sono un habitat per tanti animali e se noi la distruggiamo togliamo all’uomo la cosa più bella che ha creato Dio, la natura. Io penso di aiutare i poveri quando faccio la colletta alimentare e do una mano per prendere la spesa che fanno ai supermercati e metterla da parte per fare gli scatoloni da mandare ai poveri. I poveri mancano anche di cibo e qui in Italia il 26 novembre si va davanti ai supermercati a chiedere alle persone di comprare qualcosa per quella gente. Io, mio fratello e mio papà ci andiamo sempre e ci godiamo un mondo perché nel lavorare per gli altri c’è sempre una parte speciale per noi. Noi possiamo fare la differenziata anche alla merenda a scuola e così tanti rifiuti possono essere riutilizzati, ci può essere meno inquinamento. Facciamo tutti la nostra piccola parte come ha fatto il colibrì. Da questo incontro nel quale abbiamo parlato di tante cose, possiamo uscire più motivati ad aiutare gli altri e a non sprecare. Io sono una bambina fortunata, perché ho tutto quello che mi serve per crescere sana, ma devo pensare anche a chi non ha nulla e non devo lamentarmi se qualcosa non mi piace. Sprechiamo di meno. 17 Medie Temi Premio speciale | Elisa Filippi e Erika Vindimian 1° classificato pari merito | Valentina Trentin 1° classificato pari merito | Slomp Michele e Melania Vitale 1° classificato pari merito | Xi Chen, Chiara Gualdi, Alessia Magelli 2° classificato pari merito | Heuz Bergo 2° classificato pari merito | Giuseppe Franceschi 3° classificato pari merito | Celeste Pichler, Virginia Pilati, Margherita Rizzolli, Tiziana Tessadri, Aurora Ugolini 3° classificato pari merito | Valentina Triches Premio speciale poesia | Angela Azzolini, Linda Brusco, Daniela Saiani Premio speciale | Andrea Bonamente, Eleonora Bordoni, Ilaria Pilati, Alessia Vegher, Jacopo Ye 18 ragazzi alle tematiche trattate, ragazzi che seppur tanto distanti, sia spazialmente ma soprattutto a livello di condizione economico-sociale, hanno saputo condividere sentimenti e difficoltà lontane dalla nostra realtà odierna e mettere nero su bianco, scrivendo racconti e poesie personali, i propri sentimenti che fanno emergere spiccatamente le loro emozioni. Altri scritti evidenziano la ricerca di notizie, immagini e dati sugli argomenti trattati utilizzando abilmente fonti attuali quali la rete internet. I ragazzi hanno dimostrato di saper discernere le numerose informazioni rinvenibili nel web e di saperle validamente sintetizzare in testi o con presentazioni in power point. Negli elaborati i ragazzi hanno dimostrato di aver compreso e fatto proprie le tematiche della deforestazione, delle popolazioni africane e del volontariato affrontate negli incontri in classe ed approfondite individualmente, insieme ai compagni e con gli insegnanti. Alcuni lavori denotano originalità, le tematiche discusse emergono da racconti inventati ed abilmente intrecciati dove chiaramente affiorano sentimenti profondi che attestano come i temi discussi siano stati interiorizzati e capiti tanto da essere espressi in maniera semplice chiara ed efficacie nella narrazione. Queste creazioni attestano la sensibilità dei La professoressa… Lisa Veronesi 19 Aiutiamoci a salvare le foreste Premio speciale | Elisa Filippi e Erika Vindimian classe II C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis È possibile che siano più frequenti tempeste, alluvioni e uragani violenti, la neve perenne sparirà e la grandezza dei ghiacciai si ridurrà. La foresta è un bene di tutta l’umanità dove vivono piante e animali in serenità. L’uomo distrugge gli ambienti naturali e fa del male agli animali, che senza alimentazione ora rischiano l’estinzione. Si prevede grande siccità, l’agricoltura ne risentirà e il deserto avanzerà. L’uomo le foreste ferisce, case e industrie costruisce, l’ambiente impoverisce e l’habitat svanisce. Alcune aree di produzione importanti avranno perdite costanti. Cosa possiamo fare per poterlo evitare? Studi mostrano che ogni anno Intere aree boscate se ne vanno. Quanto grandi ci si domanda, quasi come la Nuova Zelanda. Carta, legna e altre cose non sprecare, con plastica e petrolio non inquinare, rispetta gli ambienti naturali per salvare piante e animali. L’anidride carbonica è assorbita dalle piante che emettono in cambio ossigeno abbondante. Quando la foresta sarà sparita meno anidride carbonica sarà assorbita. Noi uomini ci dovremo ogni giorno impegnare, le risorse inutilmente a non consumare, per poter le foreste e i loro abitanti salvare. 20 Noi e ASSFRON 1° classificato pari merito | Valentina Trentin classe IIB, Istituto comprensivo Borgo Valsugana Il 2011 è l’anno internazionale delle foreste e i nostri professori hanno deciso di ampliare questo argomento nelle classi delle medie chiedendo alcuni incontri con gli esperti dell’ASSFRON, Associazione Scuole Senza Frontiere rappresentati da Carlo Bridi e Angela Baldo. Il nostro primo incontro è stato il 1 dicembre 2011 durante la lezione di scienze e il 2 dicembre 2011 abbiamo visto, durante la lezione di scienze, il documentario visto il giorno prima; l’incontro e la visione del documentario si sono svolti a scuola. Il giorno del primo incontro è intervenuto il Signor Carlo Bridi spiegando con molta semplicità il tema della povertà, soprattutto dal Corno d’Africa in giù, e la deforestazione. Ci ha detto che il 2011 è l’anno internazionale della foresta e ogni anno vengono distrutti, dall’uomo, 350 milioni di ettari di verde e le previsioni dicono che nel 2050 ne spariranno più del triplo ogni anno, questo è grave perché le piante aiutano la CO2 a ridurre, la CO2 viene emessa soprattutto dalle macchine e le piante ne assorbono il 46% e proprio per questo le piante vengono chiamate il polmone della Terra; le piante si seccano a causa delle piogge acide. Per gli africani la foresta è molto importante ed è sacra perché lì trovano la pace interiore. La Signora Angela Baldo, intervenuta durante quel incontro, è stata in Uganda per conoscere le condizioni scolastiche che ci sono lì e ci ha mostrato le foto che ha scattato raccontandoci che mangiano poco e, a volte, per tornare a casa devono fare anche dieci chilometri a pancia vuota. Poi abbiamo visto il video che raccontava come ogni bambino muoia ogni sei secondi nella più totale indifferenza dei più grandi mass media e che trecento milioni di bambini soffrono la fame e addirittura un milione di persone muore per lo stesso motivo nei paesi poveri. L’Africa è il paese in testa alla classifica per le malattie e morti a causa di mancanza di acqua potabile. Abbiamo discusso in classe di questo argomento, con la Professoressa Gabrielli e il Professor Marco Galvan e sempre in classe abbiamo analizzato l’argomento, abbiamo capito come è importante vogliamo contribuire ad aiutare le persone povere che soffrono e muoiono sempre di più per svariate cause. I giorni 2,5, 6 dicembre 2011 c’è stata una raccolta di fondi per “costruire” una foresta di 10 m2 vicino alla scuola di Panjanogra, dove c’erano collane fatte dai bambini dell’Africa e chi voleva poteva dare qualche soldo pensando che con quella piccola donazione costruiva una parte di foresta; alcuni giorni dopo, sul «Trentino» è uscito un articolo di Carlo Bridi. Carlo Bridi ci ha sensibilizzato perché ora a noi sta molto più a cuore la povertà e la deforestazione e vogliamo fare quello che possiamo per aiutare a realizzare il progetto, anche perché sono importanti anche per noi le foreste per assorbire la CO2 nell’aria. Ora abbiamo capito cosa succede nel mondo anche se non molti lo sanno o fanno finta di non saperlo ma noi siamo decisi a farlo capire a tutti. Nel mondo succedono queste cose perché alla gente ricca, benestante, cioè a quella gente, anche importante magari dovrebbe informarci, non importa niente di tutto ciò, forse perché non sanno come rimediare, ma non 21 servirebbe chissà cosa, basterebbe un solo impegno individuale che se fatto da tutti diventerebbe un grande aiuto. Le risposta alla domanda “cosa posso fare io per aiutare?” sono non poche: raccogliere fondo tramite il mercatino con obiettivo raggiunto dall’ASSFRON, risparmiare il più possibile le fonti energetiche e acqua, luce ed elettricità. Penso che tutti ciò sia molto importante e mi impegnerò il più possibile in futuro. Questa esperienza mi ha insegnato a rispettare di più l’ambiente e grazie a tutte queste informazioni una volta grandi riusciremo a fare di più. Uniti per la foresta 1° classificato pari merito | Michele Slopm e Melania Vitale classe II C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis C’era una volta un gruppo di amici molto uniti: Giovanni, Luigi ed Alessandra. Giovanni era il più grande, Luigi aveva un anno di meno ed Alessandra era la più piccola. Tutti e tre amavano molto la natura. Erano cresciuti insieme fin da piccoli, in un paesino immerso nella natura di cui nessuno conosceva il nome. Erano stati abituati ad amare e rispettare Madre Natura. Conoscevano tutto riguardo a quello che era diventata, ormai la loro seconda casa: la foresta. Sapevano infatti che solo 479 milioni di ettari di foresta in tutto il mondo erano protetti e che ogni minuto si perdeva un’area di foresta grande come svariati campi di calcio. Non capivano affatto il bisogno che avevano le grandi aziende di disboscare ogni anno aree e aree di foreste immense. Si, servivano per fornire delle materie prime come la carta ed il legno, ma quando ce ne erano a sufficienza, perché avrebbero dovuto abbattere altri alberi? Passavano la maggior parte del giorno nella foresta, scherzando e ridendo, accarezzando le chiome verdi degli alberi e raccogliendo i frutti. Un giorno, mentre stavano facendo un picnic nella foresta, avvertirono un odore di fumo e subito, sospettosi e preoccupati, si diressero verso al fonte. Da lontano scorsero tre persone adulte e all’apparenza burbere e scontrose. Si vedeva che non erano di quelle parti, poiché del paesino conoscevano tutti. Avevano dei lineamenti rudi ma l’aspetto era curato. I ragazzi pensarono subito che fossero dei malviventi. Accanto avevano 22 delle fiammelle che diventavano sempre più grandi. Subito si avvicinarono e chiesero il perché di tutto questo. Gli uomini non risposero, facendo finta di niente. Solo dopo l’ennesima volta, dissero: “Via di qui! Siete troppo piccoli per capire! Via ora!” I ragazzi inizialmente stettero zitti, ma poi Alessandra disse: “Così state solo danneggiando l’habitat di molti esseri viventi, e a quale scopo? Non lo sapete che appiccando il fuoco in una foresta, oltre a rischiare la vita, i gas prodotti sono molto nocivi per gli animali che vi vivevano e anche per l’uomo?” “Lo sappiamo” risposero. “Infatti vogliamo radere al suolo questa foresta per ricavare dei campi, coltivarli ed arricchirci vendendo i prodotti ottenuti.” Allora Giovanni chiese: “Avete un permesso o qualcosa del genere? “No” dissero loro con distacco. “Quindi è una cosa illegale?” “Dobbiamo spiegarlo a voi??! Ora andatevene o assieme alla foresta brucerà anche qualcun altro”. I ragazzi pensarono subito ad una soluzione e quando si misero d’accordo Luigi parlò per primo dicendo che, se non se ne fossero andati immediatamente, avrebbero chiamato la polizia. Mentre il fuoco si espandeva, nel caos e nella confusione i ragazzi non videro più i malviventi. Tornati al villaggio, raccontarono l’accaduto ai loro genitori. Questi rimasero scioccati e allibiti vedendo le lacrime che solcavano il viso sporco di cenere dei ragazzi. Lo raccontarono agli altri abitanti e assieme decisero che bisognava fare assolutamente qualcosa. Altrimenti, continuando così tutte le foreste del mondo sarebbero andate perse tutte le specie che vi abitavano si sarebbero estinte. Decisero così che i tre erano pronti per andare in una grande città ed esporre in una trasmissione radiofonica il problema: la deforestazione e il disboscamento, sia legale che illegale. Qualche giorno dopo, i genitori li accompagnarono in città, ma i ragazzi non si sentivano a proprio agio. Non si erano mai allontanati dal loro paesino, rimasto sempre nell’ombra estraneo alle nuove tecnologie. Tutto spento, grigio e neanche uno spazio verde. Sembrava quasi che mancasse l’aria. A vedere quei palazzi altissimi e a respirare lo smog, si sentirono come dei piccoli insetti calpestati da un gigante. Solo ora capirono come si dovevano sentire gli animali, cacciati dalla loro tana e abbandonati al loro destino. Nessuna emittente radiofonica accettò di trasmettere il loro messaggio, ma alla fine l’occasione giusta si presentò. Così poterono dichiarare a tutti le loro intenzioni e invitarli a partecipare ad una protesta contro il disboscamento. In questo modo Alessandra, Giovanni e Luigi fecero sentire la loro voce. Però non ebbero molto successo, infatti la richiesta non ebbe grande attenzione. La protesta consisteva nel legarsi a un albero finché le loro richieste non venissero accettate ad ogni costo. I ragazzi si legarono all’albero più imponente della foresta, sotto al quale erano soliti passare i pomeriggi. Non furono molto fortunati, visto che in quel giorno d’estate si scatenò un forte temporale. Stavano lì sotto la pioggia e neppure fulmini e tuoni potevano smuoverli. Sapevano che era molto pericoloso ma a loro non importava, volevano solo salvare la “loro” foresta. Mentre urlavano a squarciagola il loro motto: “Uniti per la foresta, uniti in questa protesta”, scorsero di nuovo i tre tipi loschi tra il fogliame. Stavano appiccando un fuoco, molto vicino. “Questo è per aver sventato i nostri piani” urlarono, e poi scapparono. Il fuoco li stava raggiungendo e loro non potevano slegarsi. La loro fine sarebbe stata lì nel luogo in cui erano cresciuti, accanto alla loro migliore amica: Madre Natura. 23 Ciao Madre Natura 1° classificato pari merito | Xi Chen, Chiara Gualdi, Alessia Magelli classe I B, della Scuola media “Bronzetti-Segantini” Ciao, Madre Natura, chi ti scrive sono le tue care figlie della Biodiversità. Come saprai, le Nazioni Unite hanno chiamato l’anno appena trascorso “Anno internazionale delle Foreste, delle Popolazioni africane e del Volontariato”. Questo per far riflettere tutti sul tema dell’ ambiente naturale che ci circonda e sul quale poggia la vita di ognuno di noi. Abbiamo deciso di rivolgerci a te ora perché ci preme che tu sappia che un tempo non molto lontano eravamo allegre, vivaci, insomma piene di vitalità, mentre oggi ci sentiamo tristi, spente, davvero stanche. Ma non solo, ci sentiamo anche tanto deboli e indifese. Quale il motivo? Credo sia per il fatto che da parecchi anni, troppi a nostro dire, siamo vittime di insulti e di angherie. All’inizio, a dire il vero, le tirannie a cui venivamo sottoposte ci sembrava provenissero da calamità naturali che il Buon Dio ci aveva mandato. Ma con lo scorrere del tempo abbiamo capito che quelle calamità forse si potevano e si possono evitare. È per questo motivo che abbiamo deciso di confidarci con te e parlarti come un libro aperto. Si sente molto parlare di inquinamento per mano dell’uomo e dei suoi terribili effetti sulla Natura ed allora ci siamo documentate. Per carità, non possiamo certo parlare in generale male dell’uomo che moltissime volte ci ha difese, protette e perfino aiutate a sopravvivere tra mille difficoltà. Altre volte, invece, ne siamo state colpite direttamente o indirettamente dalla sua incuria e spietata arroganza. Noi crediamo che gli uomini siano giunti ad un livello di progresso davvero stupefacente e che abbiano raggiunto un benessere mai visto prima. Tutto questo permette ad una gran parte degli uomini di vivere meglio, però crediamo anche che - proprio perché hanno già raggiunto un invidiabile traguardo – si potrebbe, anzi si dovrebbe fermarsi un momento a riflettere. Insomma, basti pensare un po’ a quello che hanno causato alla Natura per raggiungere i loro scopi e quanti altri danni pensano di arrecare per aumentare all’infinito il loro benessere e soddisfare i propri interessi. Forse l’uomo dovrebbe fare un passo indietro e cercare di porre riparo alle sue malefatte e smettere di correre così velocemente in nome del fantomatico PROGRESSO. Certo è un bene che la scienza continui a perfezionarsi per cercare di scoprire nuovi materiali o nuove medicine utili per la vita degli uomini. Purtroppo ci si rende conto che questi prodotti servono ben poco alla quotidianità delle persone , ma ad arricchire quelle persone che hanno contribuito a venderli sul mercato. Chi poi ne fa le spese siamo tu, Madre Natura, e noi, figlie della biodiversità, perchè veniamo usate in maniera impropria fino alla nostra morte. Tutti gli inquinanti che vengono usati nelle fabbriche e scaricati nelle acque, tutte le sostanze nocive che fuoriescono dai tubi di scarico delle auto, i gas che si disperdono nell’ aria: sono tutti elementi che danneggiano irrimediabilmente il tuo habitat naturale che prima o poi distruggeranno completamente. Perché, Madre Natura, l’uomo non si rende conto che tutti i cambiamenti che apporta gli si 24 ritorcono contro? Perché non pensa alle generazioni future, ai suoi figli e nipoti che si troveranno, tra non molti anni, una Natura a pezzi, senza colori e senza sorriso? Per fortuna c’è da dire che in molti Paesi del mondo sono nate ed hanno parecchio successo centinaia di gruppi e associazioni che hanno capito la necessità di salvaguardare la Natura, che essa è unica e che una volta rovinata non è più possibile fare marcia indietro e costruirne un’ altra uguale. Ad esempio c’è il W.W.F. (World Wildlife Fund) la Lega Ambiente, gli Amici della Terra, Greenpeace, il F.A.1. (Fondo per l’Ambiente Italiano) e tante altre che cercano disperatamente di convincere i governi del mondo industrializzato, con le loro azioni dimostrative, a trovare un equilibrio tra lo sviluppo economico e la preservazione dell’ ambiente. Quello che cercano di fare questi preziosi Gruppi è creare lo SVILUPPO SOSTENIBILE sulla Terra, il che significa andare avanti sulla strada del progresso ma insieme alla Natura e non contro di essa. Un esempio può essere quello di creare attività commerciali che permettano ai popoli più poveri del mondo di migliorare la qualità della loro vita, sempre però nel rispetto della Natura, e cercando di dare un valore maggiore al territorio. Cara Madre Natura vogliamo dirti che per l’insensato operare dell’uomo sul nostro Pianeta ogni anno vengono distrutti 350 milioni di ettari di verde e 13 milioni di ettari di foreste con gravissime conseguenze sul clima, sul territorio, sulla stessa salute dell’uomo e “naturalmente” per noi. È possibile che gli uomini non riescono a capire il pericolo al quale sono sottoposti loro stessi e le sottoscritte? Senza foreste terminerebbe la vita sulla terra, verrebbe a mancare l’ossigeno, lo scambio con l’anidride carbonica! Non per nulla la mitica foresta amazzonica del sud America viene chiamata” polmone verde del mondo”. E i nostri amici animali? Te li ricordi, Madre Natura? Molti di loro come il dodo, il quagga, il rospo dorato e la tigre della Tasmania non ci sono più. Inoltre tante altre specie, come il panda gigante e la tartaruga delle Galapagos sono a rischio di estinzione. Questo non è solo triste ma vergognoso! Di questo passo gli uomini rimarranno soli, senza flora e fauna. O meglio non rimarranno nemmeno loro dal momento che, colpendo massicciamente la Natura, danno avvio pure al processo di autodistruzione della specie umana. Cara Madre Natura, ora vorremmo parlarti pure della deforestazione, causa di innumerevoli danni. L’assenza delle piante è la causa principale delle frane: una frana ha una forza distruttrice che elimina intere porzioni di territorio e talvolta, purtroppo, anche interi centri abitati e quindi è motivo di morte. Le piante, infatti, attraverso le loro radici saldamente ancorate al terreno servono a tenerlo compatto, creando un fitto reticolo (maglia) nel sottosuolo. Il risultato è che le radici degli alberi impediscono al terreno di staccarsi dai pendii e di rotolare a valle; Senza le foreste nel mondo gli uomini verrebbero investiti dai “gas serra” rilasciati dai 500 miliardi di tonnellate di carbonio che le foreste stesse preservano. Esse infatti hanno la funzione, tra l’altro, di fungere da “pozzi” in modo tale da assorbire circa il 46% dell’anidride carbonica (il gas che favorisce il cambiamento del clima). - se le foreste sparissero perderemmo la biodiversità terrestre: difatti esse si possono considerare il “magazzino” dell’80% della biodiversità che c’è sulla Terra. Il flagello della deforestazione colpisce purtroppo vaste aree del nostro pianeta,in particolare le zone africane e quelle del sud America. Questi territori coincidono spesso con il sottosviluppo sia sociale che economico dei popoli che vi abitano. I governi dei Paesi maggiormente inte- 25 ressati alla deforestazione (e che incidono, con la loro politica, sugli equilibri naturali di tutto il pianeta) non hanno ancora sviluppato una coscienza ambientale adeguata e sono ancora attratti dal successo e dall’immediato guadagno come ad esempio quello derivante dalla vendita del legname, piuttosto che dal desiderio di rispettare la Natura per conservarla in buona salute. La deforestazione poi, con la riduzione delle piogge, fa aumentare la desertificazione e di conseguenza la fame nel mondo. Nei Paesi poveri circa 300 milioni di bimbi soffrono per la mancanza di cibo. Madre Natura, quello che ci auguriamo è che gli amministratori di questi Paesi insieme a tutti gli altri Governi del mondo riflettano sul pericolo che sta vivendo ogni giorno la nostra amata Terra: la deforestazione. Ti raccontiamo questo perché non bisogna mai dimenticare che la riduzione delle foreste esistenti nel mondo è dovuta alle avverse condizioni climatiche, ma nella maggior parte dei casi alla mano dell’uomo e questo soprattutto in tre modi: • abbattimento selvaggio degli alberi talvolta secolari; • incendi dovuti all’incuria o provocati appositamente (ogni anno si distruggono circa 350 milioni di ettari di verde, nell’ anno 2050 si prevede la perdita di 7.500.000 Kmq di superficie sulla quale sono presenti habitat naturali); •inquinamento atmosferico che causa le “piogge acide” sulle piante con conseguente inquinamento delle falde acquifere. Entrambi provocano il prematuro rinsecchimento degli alberi. Secondo fonti ufficiali, se l’uomo non farà marcia indietro nei confronti della deforestazione, nell’anno 2050 si perderanno 230 milioni di ettari di foreste. Una notizia raccapricciante, cara Madre Natura, non credi? Gli alberi sulla nostra Terra occupano circa il 31% del territorio. Sembrerebbe una percentuale alta, ma in realtà ce ne dobbiamo preoccupare! Pensa che si dice che ogni due secondi, nel mondo, viene distrutta una porzione di foresta pari all’area di un campo da calcio. Le piante impiegano decine di anni a crescere, a volte centinaia d’anni e una foresta impiega addirittura migliaia d’anni per formarsi. Cosi tanto tempo per crearsi... e pochi istanti per sparire. Bisogna fermare questo scempio! La lettera che ti abbiamo scritto, Madre Natura, ha un tono sconsolato ma ci auguriamo che essa sia di buon auspicio perché tu la legga e ti faccia protagonista per difendere l’ambiente e proteggerlo da tutti coloro che, con comportamenti riprovevoli ed egoisti, compiono ogni giorno azioni ignobili contro il territorio, le foreste, la NATURA. Nonostante tutto quello che finora l’uomo ci ha fatto subire, abbiamo speranza, cara Madre! Abbiamo speranza di vedere la Terra rinascere pulita e libera dai gas tossici delle ciminiere delle fabbriche e dei tubi di scappamento degli automezzi, folta e rigogliosa, frizzante e felice sulla quale far giocare tanti bambini spensierati che guardano verso un futuro colorato di VERDE! Ora ti salutiamo cara Madre Natura, sperando con tutto il cuore che la prossima lettera che Ti scriveremo sarà per complimentarci con Te per la Tua forma smagliante e per il Tuo magnifico aspetto. Le Tue figlie della biodiversità Miranda, Ila, Cichita 26 La deforestazione 2° classificato pari merito| Huez Bergo In questo tema vogliamo provare a far capire quanto il problema della deforestazione sia grave per il nostro pianeta e per l’esistenza di tutti gli esseri viventi. Recentemente a scuola è venuto a trovarci Carlo Bridi, un volontario che ci ha illustrato le conseguenze del disboscamento e ci ha parlato del concorso, a cui noi stiamo partecipando con questo scritto, con l’intento di sensibilizzare i giovani su questo delicato argomento. Spesso le persone tendono a non interessarsi molto al problema perché ciò non colpisce le nostre realtà e non riguarda i boschi delle nostre amate montagne. Non se ne sente parlare molto nemmeno alla televisione e difficilmente, sui quotidiani, si possono trovare notizie riguardanti la problematica. I mass media, sempre più spesso, riportano notizie inutili ma al tempo stesso in grado di attirare l’attenzione di molte persone, come notizie tragiche o vicende accadute a questo o quel personaggio politico o televisivo. Ciononostante, ogni anno, nel mondo, vengono tagliati circa 13 milioni di ettari di foreste. Ma che cos’è la deforestazione? Essa consiste in un taglio degli alberi che superi il loro tasso di ricrescita. Le foreste sono molto importanti perché svolgono un ruolo di protezione del suolo, dell’acqua, dell’aria e degli animali; infatti creano l’habitat naturale per gli esseri viventi, frenano, filtrano e trattengono i liquidi, evitando che ci siano frane, smottamenti e alluvioni, aumentano l’umidità, controllano il ciclo del carbonio, riducono gli effetti del vento, combattono l’erosione e preservano la Terra dall’effetto serra e dal conseguente riscaldamento globale, trasformando l’anidride carbonica in ossigeno, tramite la fotosintesi clorofilliana. Le zone più colpite da questo fenomeno sono il Sud America, l’Africa Centrale e l’Asia Meridionale. Le principali cause della deforestazione derivano dal bisogno di legname pregiato e di legna da ardere e dall’allargamento delle terre coltivabili e delle zone urbane. Il colpevole di tutte queste atrocità sulla vegetazione è l’uomo. Noi siamo talmente egoisti da non pensare ai conseguenti danni sulla fauna. Ci sono molti animali e piante a rischio estinzione a causa del disboscamento; ad esempio i poveri koala o panda che sono entrati “in crisi” per l’impoverimento della loro principale fonte di nutrizione: gli alberi di eucalipto e di bambù. La deforestazione non porta solo danni alla vita degli animali, ma anche alle popolazioni ed in particolar modo a quelle che vivono nell’Africa. Gli alberi, con le loro chiome, aiutano questi popoli a trovare il giusto refrigerio durante le ore più calde, contengono l’aridità del terreno e contribuiscono a controllare l’avanzamento del deserto. In questi ultimi tempi l’Uganda e gli altri Paesi dell’Africa centro-orientale sono colpiti da una grave siccità; non piove ormai da diversi mesi. Per questo è nato un progetto che, attraverso la vendita di collanine prodotte da donne fuggite dal Nord dell’Uganda e trasferitesi vicino a Kampala (a causa delle azioni feroci che venivano compiute sui loro bambini da uomini senza scrupoli), si prefigge di acquistare e piantare delle acacie in Karamoja che potranno poi essere sfruttate dagli abitanti del posto per creare una nuova forma di economia incentrata sulla produzione e sulla lavorazione della gomma arabica. L’abbattimento degli alberi non sarebbe un problema, se venisse programmato e realizzato 27 con parsimonia e intelligenza. Ad ogni taglio della foresta è infatti necessario far seguire un rimboschimento dell’area, in modo tale da permettere alla foresta di rigenerarsi e di mantenersi inalterata nel tempo. I polmoni verdi del mondo si sono creati in migliaia di anni e possono venire distrutti dall’uomo in pochi giorni. Per fortuna ci sono delle associazioni, fra cui Greenpeace, WWF, FAO e Scuole Senza Frontiere, che si impegnano ad avere cura delle foreste e garantire che il numero di alberi tagliati non aumenti, anzi diminuisca, come sta accadendo in Nord America ed in Europa. Noi pensiamo che la Terra appartenga a tutti e che nessuno debba rovinarla in questa maniera; con il nostro totale impegno il fenomeno della deforestazione può essere cancellato. È necessario curare e preservare le foreste e difendere la natura. ’ Il bosco e l’inquinamento 2° classificato pari merito| Giuseppe Franceschi classe I A, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis Una volta tanto tempo fa in una foresta abitavano tanti animali di ogni tipo: cervi, scoiattoli, volpi, talpe e ognuno aveva la sua casa, chi nel buco di un albero, chi sotto terra, e nonostante la loro differenze di specie andavano tutti d’accordo anzi erano proprio le loro differenze a renderli forti, uniti e complementari. Il bosco era grandissimo, uno scoiattolo mentre stava camminando velocemente, come era abituato a fare, inciampò in qualcosa, non era una pigna né una radice di un albero. Lo scoiattolo rialzandosi si girò a guardare cosa l’avesse fatto cadere e con grande stupore fissò la bottiglia di vetro posata a terra, allora la raccolse, la fissò ancora una volta più da vicino e si riavviò verso casa. A metà del tragitto vide una valanga di animali impauriti che urlavano: “Aiuto! Aiuto! Stanno cadendo gli alberi”, così scappò anche lui e si mise al riparo. Finito anche il rumore delle motoseghe chiese spiegazioni all’anziano e saggio castoro prima sulla caduta degli alberi, poi sulla scoperta della bottiglia. Il castoro gli rispose “ Sono entrambe causate dall’uomo”. “Perché?” gli chiese allora lo scoiattolo; “Perché con gli alberi si ricava la carta su cui si può scrivere” rispose il castoro. “Ma gli alberi non producono anche ossigeno, che è più importante?” chiese lo scoiattolo. “Certo ma questo all’uomo importa meno, lo fa per soldi, con al carta si guadagna, nessuno sarà mai disposto a pagarti l’ossigeno, ma la carta sì, ecco perché stanno tagliando gli alberi” spiegò l’anziano castoro. Grazie rispose lo scoiattolo del bosco salutando, “Ritorna quando vuoi” disse il castoro. Così, uscito dalla tana, lo scoiattolo tornò a casa a testa bassa, sconsolato, ma anche pensieroso e preoccupato cercando una soluzione per evitare la deforestazione totale del bosco. 28 L’indomani si svegliò con un’idea e uscì per tornare dal castoro e consultarsi con lui. Ma appena mise piede fuori dalla tana trovò cartacce e sporcizia di ogni genere e una nuvola di fumo denso, proveniente da un incendio grandioso che bruciava il bosco poco lontano da lì, “oltre alla deforestazione, anche l’inquinamento” disse fra sé e sé lo scoiattolo. Arrivato alla tana del castoro, entrò e salutando l’anziano disse “Il bosco si sta inquinando e la situazione sta peggiorando.” “Inoltre ho trovato alcuni uccelli morti, probabilmente avevano bevuto acqua inquinata, cosa possiamo fare?!” esclamò lo scoiattolo. “Fortunatamente un gruppo di uomini, donne e bambini sta raccogliendo tutta la sporcizia e sta dividendo carta e plastica.” Allora lo scoiattolo disse al castoro “Ma allora gli uomini non sono tutti uguali?”. “Mi sembra di no” rispose il castoro “speriamo che tutti i bambini sappiano amare gli animali e la natura così potremmo godere di un futuro ricco di colori e i profumi delle piante, del cinguettio degli uccelli e del canto dei cigni”. ’ Il ragazzo e l’albero 3° classificato pari merito| Celeste Pichler, Virginia Pilati, Margherita Rizzolli, Tiziana Tessadri, Aurora Ugolini classe I C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis C’era una volta un bambino di nome Andrea, che era grande amico dell’albero più saggio della foresta. Passava interi pomeriggi accovacciato all’ombra della sua chioma ad ascoltare le sue storie e le sue avventure. L’albero gli raccontava di quando gli uomini erano in armonia con la foresta e tutto andava per il verso giusto, mentre ora la stavano lentamente distruggendo. Il ragazzo cresceva e restava sempre fedele al suo amico. Di anno in anno la foresta diventava sempre più piccola a causa degli incendi e della deforestazione che ormai da tempo colpiva tutta la zona. Andrea diventato adulto, andò ad abitare in città, dimenticandosi del suo vecchio amico. Un giorno incontro un taglialegna, che riuscì a convincerlo che il disboscamento era un’azione giusta, che favoriva lo sviluppo economico e il bene di tutti. Andrea si lasciò persuadere e alcune settimane più tardi andò nella foresta per tagliare anche lui gli alberi. Quando fu davanti all’ albero saggio prese la 0sega e si preparò ad abbatterlo, ma lui lo guardò sconfortato e gli disse:” Io ti ho insegnato tutto di questa foresta: i suoi segreti, ma soprattutto la sua importanza, senza di essa e della sua vegetazione neanche tu potresti vivere! Ed ora sei qui per abbattere decine di piante, ma non capisci che ti stai facendo del male da solo?”. l ragazzo capì le sue parole, si pentì, lo abbracciò e da allora non solo ritornò grande amico dell’albero, ma combatté tutta la vita per difendere la foresta e i suoi abitanti. 29 2011: anno internazionale delle foreste 3° classificato pari merito| Valentina Triches classe I B, della Scuola media di Aldeno La società di oggi è sempre più attenta alle problematiche di tipo ambientale: si parla molto di risparmio energetico, di riciclaggio dei rifiuti e di fonti di energie alternative. Poca attenzione però si riserva alla salvaguardia delle foreste. Proprio per questo motivo l’ONU ha proclamato il 2011 “Anno Internazionale delle Foreste” al fine di favorirne la conservazione. Le foreste ricoprono circa il 31% delle terre emerse. Sono diffuse per il 44% ai tropici, il 34% nelle regioni boreali, il 13% nelle foreste temperate e il restante 9% nelle foreste subtropicali. Ospitano la maggior parte delle specie viventi vegetali e animali. Rivestono un importante ruolo di depurazione e regimazione dell’acqua e prevengono l’erosione del suolo e la sua desertificazione. Rappresentano la principale risorsa naturale per contrastare il riscaldamento globale, grazie alla fondamentale attività di fissazione del carbonio esercitata dagli alberi, contribuendo in questo modo a mitigare i cambiamenti climatici. Si può dire che le foreste tropicali rappresentano uno degli ultimi polmoni verdi del nostro pianeta. Esse forniscono inoltre legna da opera e da combustibile, fibre, alimenti e sostanze medicinali (per esempio il 25% dei farmaci italiani deriva da piante tropicali). Rappresentano dunque un’ importantissima fonte di reddito, approssimativamente 270 miliardi di dollari l’anno. Questo ha comportato uno sfruttamento eccessivo e sconsiderato delle risorse forestali. A causa della deforestazione, ogni anno si perdono nel mondo circa 13 milioni di ettari di foreste, una area pari ad un terzo della superficie italiana. Si tagliano gli alberi per ottenere legname da bruciare per gli usi domestici o da utilizzare come materiale da costruzione, per ottenere nuovi terreni da destinare all’agricoltura e all’espansione urbana. Questo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali, dove si procede al disboscamento con il metodo “taglia, brucia, coltiva e fuggi”. Dapprima si abbattono gli alberi, dopo si brucia il sotto bosco e la cenere, depositandosi sul terreno, lo fertilizza. In seguito si coltiva il terreno per i pochi anni che rimane fertile e poi lo si abbandona. Questo processo causa gravi danni all’equilibrio naturale. La distruzione del sotto bosco accelera i fenomeni di erosione del terreno. La deforestazione compromette la biodiversità. Distruggere le foreste, infatti, significa diminuire drasticamente le differenziazioni in termini di flora e fauna (si stima l’estinzione di 100 specie animali e vegetali ogni giorno), minacciando l’intero Ecosistema Terra. Esso si basa su un delicato meccanismo in cui ogni elemento è indispensabile al corretto funzionamento del successivo. Inoltre le attività economiche legate al disboscamento arricchiscono solo pochi, senza dare alcuna possibilità di sviluppo alle popolazioni indigene che ancora vi abitano. Esse si riversano così nelle città contribuendo ad aumentare il numero dei disperati in esse relegati e ad abbandonare le loro tradizioni, le loro conoscenze e la loro cultura. I paesi maggiormente interessati dalla deforestazione, spesso anche illegale, sono Cina, Colombia, Congo, Brasile, India, Indonesia, Thailandia, Messico e Nigeria. Secondo il parere degli scienziati la situazione è ormai irrimediabilmente compromessa. 30 Molte cose però si possono fare per arrestare questa folle corsa verso il baratro creato dagli uomini con le loro stesse mani. Prima di tutto è necessario che ci sia la consapevolezza del problema. In base ad alcune statistiche i cittadini italiani sono tra gli ultimi in Europa per quanto riguarda la conoscenza dei problemi ambientali. È fondamentale promuovere campagne di informazione per sensibilizzare l’intera popolazione mondiale verso questo atteggiamento irresponsabile di sfruttamento della natura. Bisogna poi regolamentare il processo del disboscamento utilizzando delle tecniche che permettano la conservazione del patrimonio forestale, come per esempio il rimboschimento delle zone tagliate. Si può così provare ad adottare uno sfruttamento sostenibile, che possa consentire anche lo sviluppo delle economie delle popolazioni locali. Vorrei terminare questo mio elaborato riportando una citazione che mi sembra particolarmente adatta all’argomento fin qui trattato: “La nostra terra è una grande astronave che viaggia nell’Universo e proteggere anche un solo piccolo ingranaggio vuoi dire salvaguardare tutta l’astronave”. Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile del disastro che si sta consumando nelle nostre foreste. Anche un piccolo gesto come preferire la tipologia di stampa “fronte-retro” o utilizzare carta riciclata può significare contribuire ad arrestare il processo di deforestazione... IAIA2000 31 Un puzzle in costruzione Premio speciale poesia | Angela Azzolini, Linda Brusco, Daniela Saiani classe II A, della Scuola media di Ala Il nostro mondo è formato da tanti bambini Neri, rossi, bianchi e giallini, Ai quali noi diamo felicità Con opere di solidarietà. Tutte le volte che aiutiamo Nel nostro cuore l’amore sentiamo. Il mondo è pieno di brutte cose, Son talmente tante da essere noiose. Se tutti contribuissero a far la propria parte Sfruttando anche la propria arte, Nell’umanità la pace regnerà E la tristezza più non esisterà. Un puzzle verrà formato Se ogni uomo il suo contributo avrà dato. Ogni bambino desidera una vita felice Piena di amore, carità e fraternità. Se tutti ci diamo la mano Il mondo triste di disprezzo e di crudeltà All’improvviso svanirà. In questo modo ogni persona il suo dovere avrà compiuto Ed il diritto regnerà in assoluto. In Africa ogni minuto una vita non c’è più. Noi carestie ed epidemie non ne vorremmo più. Per questo motivo dobbiamo aiutare A far sì che il mondo inizi a cambiare. La solidarietà è un bene per l’umanità E non si spegnerà Finchè nel mondo speranza ci sarà. 32 Premio speciale| Deforestazione Andrea Bonamente, Eleonora Bordoni, Ilaria Pilati, Alessia Vegher, Jacopo Ye classe III E, della scuola media Arcivescovile 33 Superiori Temi 1° classificato | Sara Segantin 2° classificato pari merito | Sara Brigadoi 2° classificato pari merito | Alice Dondio 3° classificato | Elia Galbusera, Chiara Longo Premio speciale poesia| Veronica Tagliaferri dei benefici naturali di cui noi godiamo senza neppure accorgercene. Alla preoccupazione per la tutela della natura si accompagna anche una giusta sensibilità per le persone meno fortunate e questo aspetto rende loro particolare merito considerando che vivono in una realtà in cui molto spesso si è spinti alla rivalità, alla sterile “furbizia” che porta alla prevaricazione delle esigenze di pochi su quelle di molti. Rincuorati dalla lettura di questi temi, abbiamo dovuto, controvoglia, individuare i I temi realizzati dai concorrenti iscritti alla scuola secondaria superiore sono la prova che i contenuti della divulgazione effettuata nelle scuole sul tema della deforestazione sono stati pienamente assimilati; dimostrano, altresì, che i “giovani di oggi” sono molto critici nei confronti del comportamento umano errato e molto sensibili alle tematiche ambientali. Molti di loro si dichiarano finanche disposti a modificare il proprio stile di vita per garantire la salvaguardia della Terra e per consentire alle generazioni future di godere 34 A tutti i concorrenti, come ASSFRON, facciamo i più vivi complimenti per i valori sostenuti e difesi; auguriamo un futuro pieno di ricchezze ambientali e chiediamo di pretendere da tutti i loro interlocutori e da tutti coloro che possono incidere con scelte e comportamenti, di rispettare ciò che li circonda, da vicino e da lontano. componimenti migliori. In questa operazione abbiamo tenuto particolarmente conto dell’efficacia degli scritti sul lettore perché questi stessi elaborati possano essere fruttuosi nell’ulteriore diffusione dei pensieri e dei comportamenti in linea con il rispetto del creato e del prossimo. L’insegnante Lisa Nicolussi Poiarach 35 Un mondo, una vita, un paradiso; una foresta 1° classificato | Sara Segantin classe II A.S., della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese Il profumo intenso del sottobosco; del terriccio, delle radici, dell’erba e delle foglie mi giungeva alle narici come una delicata fragranza, mentre sopra di me, il cinguettio allegro di mille uccelli multicolori rallegrava l’atmosfera. E poi il lento strisciare dei serpenti, il silenzioso movimento dei ragni nelle loro tele, le grida delle scimmie ed il passo felpato dei felini… Era un mondo; un mondo fantastico, denso di rischi e di pericoli mortali, ma anche di incommensurabile fascino e mistero. Un regno infinito e magnifico, terribile e meraviglioso al tempo stesso. Ricordo ancora i giorni in cui, passeggiando fra tronchi immensi di alberi millenari, ascoltavo; non i semplici rumori ma gli innumerevoli suoni della vita, la vita che diventava colore, immagini, odori, sensazioni. Osservavo ogni cosa; quel tutto che continuava a muoversi pur rimanendo immobile, quell’infinito oceano verde, così pieno di silenzio ma allo stesso tempo ricco di rumore. E da lontano sentivo giungere il richiamo del grande fiume che, assieme alle piogge torrenziali che cadevano incessantemente per mesi, ci donava la vita. Poi guardavo il cielo, quei piccoli scorci di cielo azzurro che si intravedevano fra le intricate cime degli alberi e annusavo il profumo dei fiori tropicali, e allora, nella fitta penombra del sottobosco, pensavo alla bellezza della natura, della Terra, dell’universo, in quella semplicità piena di odori, rumori, colori… Sapevo che non era il paradiso, sapevo che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, tutte le creature dovevano lottare per la sopravvivenza, fra le mille insidie che nascondeva ogni foglia, ogni ramo, ogni cosa. Ma era sempre stato così, fin dai tempi più antichi, ed era così che doveva continuare ad essere, perché era quello il segreto sacro dell’esistenza, racchiuso nelle profondità della foresta, un continuo ricambio fra la vita e la morte, che si univano in una danza continua e infinita, fino a divenire una cosa sola. Perché quello era il passato, il presente ed il futuro, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Era un mondo perfetto proprio per il fatto che non lo era, in cui acqua, terra, cielo e sole creavano un tutt’uno con l’universo… Ma un giorno sono arrivati gli uomini, con il loro odio e la loro rabbia. Si, sono arrivati su immense macchine gialle che con enormi mandibole dentate hanno graffiato la terra, l’hanno dilaniata, strappando le radici di centinaia di alberi, di fiori, di cespugli. Io ero lì quel giorno, ho visto morire la mia terra, distrutta da persone che non sanno, e che forti della loro ignoranza distruggono la vita stessa, violando la natura e la loro stessa Terra... E così all’improvviso mi sono trovata in mezzo al nulla, in un luogo colmo di desolazione e disperazione. Avevo perso tutto: la mia casa, i miei cuccioli; spariti mentre ero assente. Vagai in mezzo a quel deserto, cieca di rabbia e di dolore, cercavo vendetta, ma allo stesso tempo cercavo riparo; non avevo più niente. Perché? Mi domandavo allora; perché qualcuno dovrebbe desiderare questo scempio, questo orrore? Non sapevo cos’era la ricchezza, cos’era il potere, 36 non conoscevo l’indifferenza e l’odio degli uomini; sapevo soltanto che la mia vita non c’era più, divorata da grandi mostri dal rumore assordante che avevano distrutto il mio mondo. Ero lì, persa fra quelle macerie quando gli uomini tornarono, tornarono e mi videro. Presi a correre, alla cieca, verso una salvezza che non c’era. Avevo percorso solo un breve tratto quando sentii il grido di in uomo e poi una specie di tuono e infine un dolore lancinante al fianco; arrancai ancora per qualche metro poi caddi. Caddi a terra senza un lamento, mentre una macchia scarlatta andava allargandosi sul mio pelame scuro… Ero soltanto un leggero soffio di vento, nell’immensità dell’infinito cielo azzurro, mentre a terra non era rimasto altro che un triste deserto, e accanto ad un ramo spezzato giaceva immobile ed inerte un bellissimo giaguaro dal manto dorato… È questo che vogliamo? Distruggere la risorsa più preziosa della Terra? Forse no… Ma è quello che stiamo ottenendo: attraverso semplici gesti quotidiani possiamo portare le foreste alla distruzione, oppure salvarle… Perché è facile, quando per televisione ci mostrano le immagini di boschi bruciati, alberi abbattuti e deserti desolati, arrabbiarsi ed indignarsi con le multinazionali che distruggono foreste per il loro tornaconto, incolpare i politici che seduti sulle loro poltrone di velluto guardano tutto questo con indifferenza, come se la cosa non li riguardasse affatto. È facile, si, dire: -Non è giusto- ma poi spegniamo la TV, chiudiamo il giornale e continuiamo a comprare, usare, buttare, sprecare. Mangiamo carne che proviene da pascoli ricavati bruciando ettari di foreste, compriamo mobili di legno pregiato perché fanno più bella figura in salotto, usiamo tonnellate di carta per motivi spesso inutili. Allora dico io, a che cosa serve? Ogni anno milioni di specie animali e vegetali vedono il loro habitat ridursi e scomparire, ogni anno milioni di alberi cadono, i terreni si seccano, specie si estinguono, animali muoiono… E noi cosa facciamo? Stiamo a guardare, indignandoci ogni tanto per quello che succede, ma in concreto non facciamo nulla. Perché il problema non ci riguarda; è così lontano dalle nostre vite, dalle nostre giornate, quasi irreale. E allora, a cosa serve preoccuparsi? Ma le foreste sono un patrimonio indispensabile per la vita sul pianeta! Hanno un ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità e nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico. Sono inoltre fonte di benefici a livello socio-culturale e costituiscono il fondamento del sapere di moltissime popolazioni indigene che le abitano. Ma cosa più importante, sono i maggiori produttori di ossigeno della terra! E questa, direi, è una cosa che ci riguarda eccome! Nel mondo esistono moltissime foreste di tutti i tipi: temperate, boreali e tropicali, di conifere e di latifoglie, foreste secche, palustri e di mangrovie… Ma la più conosciuta è sicuramente la foresta Amazzonica che con i suoi 7 milioni di km2 è la più grande del pianeta e che contiene il maggior numero di specie biologiche, animali e vegetali, al mondo! E proprio l’Amazzonica è la foresta più minacciata dall’incessante e costante lavoro distruttivo dell’uomo. Pensate che ogni minuto, in Brasile, sparisce una quantità ti territorio boschivo pari (o maggiore) ad un campo da calcio; provate ad immaginare in un giorno! Fortunatamente però, a questi affaristi senza scrupoli, a questi uomini potenti che si arricchiscono alle spalle di un patrimonio indispensabile per la nostra stessa vita, si oppongono moltissime associazioni come Greenpeace, Forest Movement Europe, Ecogreentips, Global Forest Coalition, Federation of American Scientist, Arca Onlus, WWF, Legambiente e molte altre. Associazioni che stanno ottenendo un appoggio sempre maggiore da parte dei governi e 37 dei singoli cittadini. Ma purtroppo è ancora troppo poco, troppo poco per scoraggiare industrie e multinazionali, troppo poco per fermarle. Per ora. Ma più riusciamo a prendere coscienza di questo grave problema, più possibilità ci saranno di riuscire a fermarlo, perché se tutti facessimo qualcosa, anche un piccolo gesto come comprare prodotti con un marchio di garanzia che testimoni che non provengono da zone a rischio di deforestazione, se tutti ci unissimo contro questo scempio, il problema non esisterebbe più. E allora pensiamo che le foreste rappresentano tutti gli esseri viventi, che sono un’eredità millenaria che ci ha lasciato il tempo, sono il cuore della terra, sono il suo respiro e la sua vita. Non possiamo fare a meno delle foreste perché esse rappresentano la natura, rappresentano tutto ciò che è, rappresentano ciò che noi siamo, sono il nostro passato, il nostro presente ed il nostro futuro. Le foreste sono la speranza di un mondo migliore, sono il sogno di ciò che potrebbe essere, sono l’aria, l’acqua e la terra. Le foreste sono la Vita, sono il Futuro, sono la Speranza. Lottiamo per la sopravvivenza del nostro mondo, lottiamo per le foreste, perché possiamo ancora salvarle. Un piccolo grande segreto 2° classificato pari merito | Sara Brigadoi classe III BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese C’erano una volta due famiglie, che abitavano in due pianeti diversi, ma non troppo distanti: infatti ogni mattina si salutavano con un semplice gesto della mano. Nonostante ci fossero solo pochi metri di distanza di cielo e stelle tra loro, erano due famiglie completamente diverse: l’una, la famiglia Verdi, era paffuta, sorridente e sempre in gran salute, l’altra, la famiglia Grigi, aveva sempre l’aria malaticcia e insoddisfatta. Tutto ciò sembrava veramente assurdo, poiché mentre i Verdi erano dei semplici contadini, i Grigi erano grandi imprenditori ricchi e pieni di qualunque invenzione moderna, tanto che avevano dovuto acquistare una stella da usare come dispensa. Il pianeta dei Verdi era ricoperto di alberi e di campi, il pianeta dei Grigi era come loro: grigio e cementato. Un giorno il papà, nonché capo dei Grigi, il signor Calcestruzzo Grigi, mentre metteva in ordine sulla stella tutte le cose inutili che la sua famiglia continuava ad acquistare, iniziò ad osservare con attenzione il pianeta dei verdi:”Quanto spazio edificabile: chissà quanti soldi 38 potrei guadagnare e chissà quanto altro cemento potrei utilizzare. Ah il cemento: il miglior investimento! Indistruttibile e solido!” Ma come riuscire a convincere Clorifilla Verdi, il capo famiglia dei Verdi, a cedergli il pianeta? Così un giorno, con una scusa, andò nel pianeta dei Verdi per iniziare ad esplorarlo: ad ogni passo il signor Calcestruzzo si sentiva sempre più ricco e sempre più grigio, dentro e fuori. Ed ecco che, in lontananza scorse la casa sull’albero di questa famiglia così solare e felice. Dopo aver bevuto con loro un po’ di vino delle loro vigne, iniziò ad incantarli con i suoi racconti delle città e dei palazzi che aveva costruito: raccontava loro di quanto questi grattacieli fossero alti, molto più alti dei loro alberi. E loro, i Verdi, così buoni ed ingenui, caddero nella trappola che il signor Calcestruzzo aveva costruito a regola d’arte. Una firma qui, un’altra lì ed ecco che i verdi avevano deciso, seppur non di loro volonta, che il loro pianeta sarebbe diventato un oceano di “civilità” come l’aveva chiamata il signor Calcestruzzo; un oceano di cemento in realtà. Ruspe, macchinari d’ogni genere invasero il pianeta verde e iniziarono a farlo diventare bianco e nero. Solo in un angolino nascosto, il piccolo della famiglia Verdi, Fiorenzo, teneva ben coperto e lontano dalle fauci dalle ruspe, un piccolo alberello: Fiorenzo non si era fatto abbindolare dalle parole di quello schiavo del Dio Denaro, anzi. In pochi giorni la “civiltà” distrusse quello che la natura aveva costruito in milioni di anni. Inizialmente come dei bambini di fronte a giocattoli colorati, tutta la famiglia (a parte Fiorenzo), era entusiasta del nuovo grattacielo in cui viveva, da cui poteva vedere tutta la desolazione del loro pianeta. Ma dopo alcuni giorni iniziarono a non sentirsi bene: tosse, febbre… Anche la famiglia Grigi non se la passava meglio. L’unico indenne neanche a dirlo, era Fiorenzo. Nessuno riusciva a capire questo mistero! Eppure loro avevano tutto: erano tutti civili e moderni. Più il tempo passava, più stavano male, più la differenza tra loro e Fiorenzo era evidente. Insospettito da ciò, il padre Clorofilla, seguì suo figlio che era sgattaiolato fuori dal suo letto. E vide… Un grande albero, ben nascosto tra mille blocchi di cemento: maestoso, brillante e soprattutto colorato. Non appena si avvicinò di più, si sentì subito meglio. Fiorenzo inizialmente si spaventò alla vista di suo padre e pensò che l’avrebbe sgridato per non aver condiviso il suo segreto e subito allora gli disse: ”Scusa papà io non volevo nascondervi nulla, ma voi sembrate così contenti di questa vostra scelta, che avevo paura di deludervi!” Il papà commosso dalla purezza d’animo del figlio, l’abbracciò forte e finalmente capì: avevano soffocato il respiro vitale, per fare posto ad una nube mortale. Pochi anni dopo… C’erano una volta due famiglie, che abitavano in due pianeti diversi, ma non troppo distanti: infatti ogni mattina si salutavano con un semplice gesto della mano. Le due famiglie erano molto simili, la cosa che però stupiva era che mentre la famiglia Verdi era realmente verde, così come il loro pianeta, la famiglia Grigi ed il loro pianeta erano tutt’altro che grigi! Ma tutto successe quella volta che il signor Calcestruzzo… L’ho già raccontata questa storia? 39 Le popolazioni africane e il volontariato 2° classificato pari merito | Alice Dondio classe III BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese “Per fare il legno ci vuole l’albero”. E fino a qui siamo tutti d’accordo: se voglio costruire un tavolo, comprerò del legno, ottenuto tagliando alberi. E se poi mi dicono che gli alberi ricoprono ben il 30% della superficie terrestre, ancora meglio: farò un tavolo e due sedie. Anzi, già che ci sono, una casa intera. Ma poi mi fermo un attimo, e ripenso all’albero. Ripenso a quando da bambino giocavo “là dove c’era l’erba” e dove “ora c’è una città”, a tutti quei ragazzi della via Gluck, quegli alberi sradicati per diventare un tavolo. Perché, diciamolo, solo il 12,7% degli ettari di foreste è protetto. E probabilmente quel legno che ho scelto proviene da una foresta non protetta. Non mi piace. Non mi è mai interessata l’argomento, perciò vado ad informarmi. Scopro che ogni minuto una superficie di 26 ettari di foreste viene abbattuta, per una riduzione della superficie totale pari a 13 milioni di ettari ogni anno. Scopro che gli alberi, incredibile!, non servono solo per costruire tavoli, ma che fanno parte di complessi ecosistemi che, a causa dell’abbattimento degli alberi, vengono irrimediabilmente danneggiati o, più spesso, completamente distrutti. Scopro che questi ecosistemi non comprendono solo alberi, piante o fiori, ma anche animali, persino popolazioni indigene. Scopro che le foreste respirano. Le chiamano i “polmoni della Terra”. Sono loro che, assorbendo anidride carbonica, un gas serra tra le principali cause del surriscaldamento globale, rilasciano nell’atmosfera l’ossigeno, permettendoci di vivere. Scopro che hanno un’importante funzione idrogeologica: attraverso le loro radici non solo assorbono l’acqua, ma ne rallentano il corso; si mantengono salde al terreno, le loro radici, evitando frane e smottamenti. Scopro tutto questo e inizio a riflettere. Rifletto, rifletto ancora, rifletto. Non ho ancora deciso se il tavolo che comprerò sarà un tavolo equo e solidale proveniente dal Perù, non so ancora se sarà un semplice tavolo in tamburato, di quelli che compri e poi ti monti a casa. Non lo so ancora. Per ora so che “per fare il legno, ci vuole un albero” e che se voglio che cresca dovrò sbrigarmi e piantare un seme nel mio giardino. 40 Non ancora 3° classificato pari merito | Elia Galbusera, Chiara Longo classe III BS - IV BS, della Scuola superiore … “La Rosa Bianca” di Cavalese “E mi raccomando: mangia tutto quello che trovi nel piatto!” Probabilmente vi sarà già capitato aver sentito uscire dalla bocca di vostro padre, un ordine del genere. Ed è proprio così che comincia questo breve racconto: la cena del 15 marzo 2012. Il figlio dei signori Ferrari, prestigiosa famiglia di Ravenna, era sempre cresciuto tra il lusso sfrenato e il consumo smodato di cibi e bevande. Oramai non era più un bambino, anche se la sua educazione risultava molto inferiore rispetto a quella che sarebbe dovuta essere. Ma il difetto maggiore, era un impressionante disprezzo per il cibo e i beni primari, nonostante ne usufruisse molto spesso e volentieri. “Stai scherzando, spero?! Non mangerei mai una sbobba del genere. Neanche se dovessi vivere nel terzo mondo!” Fu proprio questa la sua risposta all’affettuoso ordine del papà. Il padre, tutto sconsolato, non seppe cosa rispondere e fece credere al figlio di aver avuto ragione. Subito dopo il pasto, il ragazzo corse a chiudersi nella sua camera: il suo castello, nel quale nessuno poteva ficcarci il naso senza il suo permesso. Riusciva a starci dentro per ore senza bisogno di niente e nessuno, solo con la sua musica nelle orecchie e i suoi pensieri cupi. Immobile. Sdraiato sul suo letto pensando:“Che schifo!” “Dai figliuolo! Mancano solo pochi chilometri.” “Lo so papà. Ma sono stanco e ho tanta fame!” “Resisti e vedrai che buona cena ci cucina poi la mamma!” “Non vedo l’ora!” Erano ormai più di due ore che camminavano su quella strada: ognuno con una giara d’acqua sulle spalle. Trentacinque litri in tutto: venti il padre Shanu e quindici il figlio Ikki di solo dodici anni, il primogenito di cinque fratelli. Gli altri erano rimasti a casa: erano troppo piccoli per sopportare il peso delle giare piene e anche se fossero venuti, non avrebbero potuto aiutare il loro fratellone poiché oltre a quella che portava il padre, vi era una sola damigiana. Trentacinque litri d’acqua per otto persone. Giunti a casa più o meno alle otto di sera del 15 marzo 2012, padre e figlio coprirono le giare con un telo in modo che le mosche e la polvere non vi entrassero. Corsero nella tenda... Ad aspettarli c’erano la mamma e tutti i fratelli: tranne uno. Yhani stava male oramai da parecchi giorni. Indebolito e ormai senza forze per la mancanza di cibo morì la sera stessa tra le braccia disperate della madre. Aveva solo sette anni. I fratelli disperati si tenevano stretti alla mamma per consolarla e infondergli coraggio; tutti tranne uno. 41 Ikki infatti era fuori dalla tenda: ritto in piedi sembrava non sentire la fatica della lunga camminata di andata e ritorno dal pozzo. Fissava il cielo stellato. Non avevo mai saputo cosa fossero quelle strane lucciole appese sull’immacolato telo colore blu notte e non voleva neanche scoprirlo. Gli bastava il fatto che esistessero e che fossero lì solo per essere ammirate. Era lì, concentrato a fissare l’immensità della notte. Aveva il viso sporco e provato dalla fatica che, nonostante tutto, non dimostrava affatto. Sulla guancia scorreva una lacrima. Una, piccola e lucente lacrima di pianto. Ma i suoi occhi non erano tristi. Era turbato dalla morte del fratello ma negli occhi splendeva una lumino di speranza. In cuor suo sapeva che finalmente il suo piccolo fratellino aveva raggiunto un posto migliore di quello. Un giorno l’avrebbe rivisto, ma non ancora. Non ancora. 42 Deforestazione Premio speciale poesia | Veronica Tagliaferri classe IV BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese Tu, di animai e sassi protettore, acqua pel suolo, per noi nutrimento, del carbonio nell’aere gran Signore, fiero sostieni la forza del vento. Bestie pensanti da un Dio accecate - il Dio di metallo, reo e malvagio t’ammazzano con anime spietate, sol curandosi del proprio lor agio. Piangono e strillano gli uomini buoni lor saggiamente l’errore indicando ‘ché qual terribil seguito sanno avrà. Ma ecco che il clima cangia ora e già solo le lagrime il suol stan bagnando là dove l’aere non sente più suoni. 43 Sezione video 1° classificato scuole superiori | Gloria Nicastro, Francesca Alzalamira 2° classificato scuole superiori | Caterina Janeselli 1° classificato scuole medie | Mirco Andreatta, Alessandro Prioli, Caijun Lin, Pietro Massaggia 2° classificato scuole medie | Davide Tomasi Menzione simpatia scuole medie | gruppo classe I F, scuola media “Aldo Stainer “ Lavis nale, accanto ai lavori in cui gli aspetti tecnici vengono padroneggiati con più abilità. Tra gli aspetti più apprezzati sono stati la freschezza e la disponibilità a mettersi in gioco di persona, prestando le proprie voci, e a volte anche i propri volti, alla denuncia degli sprechi, delle sperequazioni sociali, degli abusi e delle miopie che mettono a repentaglio gli equilibri ambientali del pianeta. In questo senso sono stati privilegiati particolarmente gli sforzi di chi Informati, consapevoli, rispettosi dell’ambiente, solidali. I tanti studenti di tutte le età che si sono iscritti al concorso con un video o una presentazione multimediale hanno risposto con passione e competenza alla campagna di sensibilizzazione promossa da ASSFRON. Per questo, nel valutare positivamente tutti gli elaborati, la giuria ha inteso segnalare soprattutto quelli che offrono un maggiore apporto di rielaborazione personale e origi- 44 movimento ci dà speranza che anche in futuro il video si confermi veicolo di creatività e di pensiero. Invitiamo allora tutti i partecipanti a continuare a cercare, rifuggendo dalle formule preconfezionate per tornare a sorprenderci con uno sguardo nuovo e una ventata di vivacità. ha voluto “esserci”, dietro o davanti la videocamera, rispetto alle prove pur meritevoli di chi ha montato i propri testi con immagini e clip trovate sul web. Vedere decine di ragazzi pronti ad esprimere contenuti importanti attraverso le immagini in Direttrice Religion Today Filmfestival Katia Malatesta, 45 1° classificato scuole superiori | Amazzonia Francesca Alzalamira, Gloria Nicastro | classe I BS, Istituto di Istruzione “La Rosa Bianca” di Cavalese 46 2° classificato scuole superiori | Deforestazione Caterina Janeselli | classe III, Istituto di Grafico “Sacro Cuore” Trento 47 1° classificato scuole medie | Un posto sulla terra Mirco Andreatta, Alessandro Prioli, Caijun Lin, Pietro Massaggia | classe I C, scuola media Bronzetti Segantini 48 2° classificato scuole medie | Le differenze del mondo Davide Tomasi | classe II A, Istituto Comprensivo di Ala 49 3° classificato scuole medie | Le margherite Belkiss Drauil, Imen Hadjamor, Josefina Mecaj | classe II E, scuola media Bronzetti Segantini 50 Menzione simpatia | Dai comportamenti quotidiani un gesto di solidarietà Valentina Bosniack, Davide Piffer, Jessica Piffer, Aurora Pilati, Mattia Rizzoli, Marzia Troier | classe I F, scuola media “Aldo Stainer” Lavis 51 Il costante impegno di assfron per un modello di sviluppo consapevole e per far crescere nelle giovani genrazioni il valore della solidarietà, della pace e della condivisione MOTIVAZIONI ASSFRON, grazie alla particolare sensibilità dei suoi associati, convinti dell’urgenza e dell’importanza di una scuola che sappia aprirsi oltre gli orizzonti locali, che sappia riscoprire i valori fondamentali della solidarietà, della condivisione, della pace e che sappia impegnarsi per un diverso modello di sviluppo, più equo e più solidale, con meno sprechi in ogni campo, sta portando avanti nella scuola e più in generale nella società civile trentina una vasta azione di sensibilizzazione su queste tematiche. In quest’ottica di anno in anno l’associazione fa proprie le scelte che l’ONU riserva ad un tema di particolare importanza per il futuro del pianeta. Il 2012 è stato dichiarato anno internazionale delle energie pulite per tutti. L’esperienza maturata in questi anni ci dice come la trattazione di questi temi nella scuola sia particolarmente importante e costantemente apprezzata da insegnanti e dirigenti scolastici, ma anche da scolari e studenti. Obiettivi specifici Le finalità specifiche del progetto son quelle di creare una mentalità nuova, nell’affrontare innanzi tutto la vita quotidiana. Pensiamo agli sprechi che si verificano in ogni campo da quello dell’acqua, a quello del cibo a quello dell’energia. Pertanto il progetto si pone l’obiettivo di creare dei giovani cittadini consapevoli dei propri diritti ma anche dei propri doveri, facendo innanzi tutto capire come noi viviamo in un contesto molto più fortunato di tanti ragazzi e bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere in altre parti del pianeta. Queste le principali attività previste: Innanzi tutto il coinvolgimento delle scuole: 1) Per questo motivo è previsto l’invio del progetto a tutte le scuole ed agli insegnanti referenti con l’invito ad inserire la proposta di ASSFRON nel progetto formativo del prossimo anno scolastico. 2) Realizzazione del materiale didattico: li- 52 bretto e video, da utilizzare come sussidio didattico nelle scuole. Alla redazione del testo stanno già lavorando due volontari ASSFRON esperti in materia. 3) Sensibilizzazione del gruppo di insegnanti che già in passato hanno collaborato su queste tematiche con l’associazione attraverso specifiche lettere fatte ad hoc. posto di adottare un piccolo impianto di produzione di energia pulita in Karamoja – Uganda dove ASSFRON ha una serie di referenti affidabili e dove il livello di povertà ha raggiunto limiti spaventosi. L’82% della popolazione vive in condizioni di assoluta povertà. A tutte le scuole che saranno incontrate sarà infatti proposto di sostenere il progetto con un iniziativa concreta quale la realizzazione di un piccolo impianto di energia per la bollitura dell’acqua per un gruppo di almeno 10-12 scuole. (vedi foto del sistema di cottura azionato dall’energia solare), costi contenuti e poca manutenzione sono le caratteristiche di questo sistema. Collegamenti con progetti di solidarietà internazionale Una caratteristica che contraddistingue questo progetto è senza dubbio quella che esso è fortemente ancorato ad un progetto di cooperazione internazionale. Alle scuole che saranno incontrate sarà infatti pro- 53 Adotta un sistema di cottura solare in Karamoja Nell’anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti, voluto dalle Nazioni Unite, dopo di quello dedicato alle foreste e alle popolazioni africane, ASSFRON intende dare il proprio piccolo contributo, che serva da esempio, per affrontare il problema della produzione di energia pulita considerato che è proprio la produzione energetica la maggiore responsabile delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Lo intende dare in una realtà come la Karamoja, piccola regione dell’Uganda, nel cuore dell’Africa nera dove esiste un’assoluta mancanza di legna mentre siamo in presenza di una fonte energetica inesauribile e pulita com’è il sole. La risposta può venire da piccoli sistemi di forni per cottura e bollitura dell’acqua che funziona come un riflettore parabolico che concentra i raggi del sole su una pentola che è messa al centro della parabola e la riscalda. È possibile raggiungere la stes- 54 sa temperatura delle cucine tradizionali, circa 200 gradi, e conseguentemente oltre che bollire l’acqua - problema enorme in certe aree del pianeta come la Karamoja friggere e infornare. La realizzazione del progetto in questa regione fra le più povere del pianeta, che ormai la nostra associazione ha adottato con una serie di piccoli progetti può servire anche in questo caso come esempio per le popolazioni della zona, ma particolarmente per le scuole. L’obiettivo del progetto al quale sono invitate tutte le scuole a partecipare è quello di creare una rete di questi piccoli sistemi di cottura per alleviare uno dei più gravi problemi per le popolazioni della regione, qual è appunto la mancanza di legna per cucinare e bollire l’acqua. Se pensiamo che il consumo dell’acqua non bollita proveniente da fonti insane è la responsabile della maggior parte delle malattie, ci rendiamo conto dell’importanza di questo progetto. Le scuole presso le quali realizzare gli impianti saranno individuate dal nostro referente per la Karamoja, mr. Charls, in collaborazione con il vescovo della Diocesi di Kotido mons. Giuseppe Filippi. Basta un piccolo segno per fare delle grandi cose. Si pensi che con meno di 400 euro è possibile realizzare uno di questi sistemi di cottura ci si rende conto come con poco si può fare molto. Ci pare questo il modo migliore per dare come scuola e più in generale come comunità trentina un segnale nella giusta direzione per dare il nostro piccolo contributo sul fronte della solidareità come su quello di un ambiente più vivibile e più umano. COME ADERIRE AL PROGETTO? Partecipando all’attività di ASSFRON che offre gratuitamente a tutte le scuole di ogni ordine e grado del Trentino la possibilità di organizzare degli incontri durante i quali sarà presentato il tema nella sua completezza e saranno lanciate le campagne di sottoscrizione per aderire al progetto. Chi volesse farlo anche senza gli incontri a scuola, può avvalersi del conto corrente intestato a: Associazione Scuola Senza Frontiere c/o Cassa Rurale di Trento con la causale: donazione per l’acquisto di un sistema di cottura per le scuole della Karamoja. Coordinate bancarie… IT 91 P 08304 01820 000020336670. 55