AS
S
re
tie
a
Scuol Senza F
ro
ON
n
FR
ASSFRON
Associazione Scuola Senza Frontiere
DIFENDERE LA FORESTA
Un impegno di civiltà
I migliori elaborati del concorso indetto da ASSFRON
INSIEME PER
UNA SOCIETà
PIù’ EQUA E
PIù’ SOLIDALE
a cura di Carlo Bridi
ASSFRON
Disegno in copertina di Anastasia Silvani:
“Pattinatrice”
CON ASSFRON UN’APERTURA DELLA SCUOLA SUL
MONDO A 360 GRADI
Convinti dell’urgenza e dell’importanza di un scuola che sappia guardare oltre i nostri
piccoli confini, un gruppo di dirigenti scolastici e di insegnanti, esperti del mondo del volontariato, hanno dato vita all’Associazione Scuola Senza Frontiere, ASSFRON, con l’obiettivo di far crescere fra gli insegnanti ed i discenti la cultura e la sensibilità sulle tematiche
della solidarietà, della pace, dei diritti e dei doveri di ciascuno di noi sui temi dell’ambiente
e sull’urgenza di far crescere una mentalità che porti a creare un futuro più compatibile
con l’ambiente che ci circonda e più solidale.
Per raggiungere questi obiettivi essi contano moltissimo sulla collaborazione degli insegnanti della scuola trentina di ogni ordine e grado.
ASSFRON offre gratuitamente la presenza nelle scuole di propri esperti per la trattazione
di queste tematiche adeguatamente dotati di materiale didattico realizzato ad hoc.
Il tema trainante nel prossimo anno scolastico sarà quello dell’energia pulita per tutti, un
problema al quale è profondamente legato sia l’aspetto della salute di miliardi di persone
che quello dello sviluppo. Ad esso è legato anche lo sviluppo di intere aree oggi poverissime del pianeta.
L’invito che ASSFRON rivolge a tutti è duplice. Da una parte dare la propria adesione
all’associazione versando la modesta cifra di 10 euro sul conto aperto presso la Cassa
Rurale di Trento con queste coordinate bancarie: IT 91 P 08304 01820 000020336670.
Il modulo è scaricabile sul sito dell’associazione: www.scuolasenzafrontiere.it
re
tie
AS
S
domanda di adesione
a
Scuol Senza F
ro
ON
n
FR
Il sottoscritto ....................................................................................................
Data di nascita ............................... C.A.P. ................... Città ...............................
ASSFRON
Telefono ......................................... e-mail ......................................................
Associazione Scuola Senza Frontiere
Piazza Leonardo da Vinci, 2
38122 - Trento
Cell. 335 6625182
Codice fiscale 96085970224
www.scuolasenzafrontiere.it
www. scuolasenzafrontiere.info
Chiede di essere iscritto all’Associazione Scuola Senza Frontiere e si impegna a versare sul conto corrente presso la Cassa Rurale di Trento intestato all’associazione,
(IBAN IT 91 P 08304 01820) la somma di euro 10.
Publistampa Arti Grafiche Pergine
Data .............................. Firma .......................................................................
Consento al trattamento dei dati personali ai sensi degli art. 11, 20, 22 e 28 della legge
675/1996, esclusivamente per le attività dell’associazione.
Indice
» Saluto della presidente di ASSFRON …
……………………………………………………………………… 2
» L’apprezzamento e l’augurio dell’Assessore Lia Giovanazzi …………………………………… 3
» L’impegno delle scuole un segno di civiltà e responsabilità verso il futuro… ………… 4
» Elementari, triennio I, II e III Disegni… …………………………………………………………………
5
» Elementari, biennio IV e V Temi………………………………………………………………………… 14
» Medie Temi………………………………………………………………………… 18
» Superiori Temi………………………………………………………………………… 39
» Sezione video Video… …………………………………………………………………… 44
» Il costante impegno di ASSFRON………………………………………………………………………………… 52
» Adotta un sistema di cottura solare in Karamoja……………………………………………………… 54
1
Saluto della presidente di ASSFRON
Scorrendo gli elaborati presentati da scolari e studenti che hanno aderito al concorso
indetto da ASSFRON, si coglie nettamente la
sensazione che le nuove generazioni stiano
acquisendo una coscienza ed una sensibilità
sempre maggiori nei confronti di un modello
di sviluppo più compatibile, della salvaguardia del bosco e delle foreste e di un’ottica
diversa in rapporto con il Sud del mondo.…
La cosa ci fa immenso piacere. Come Presidente dell’associazione ringrazio di cuore tutti coloro che hanno dato il proprio contributo
alla realizzazione del concorso. Un grazie
quindi agli insegnanti e ai discenti. Grazie anche alla Provincia che, tramite la particolare
disponibilità ed attenzione dell’assessore alla
Solidarietà Internazionale e alla Convivenza
Lia Giovanazzi Beltrami, ha sostenuto tutto
il progetto nell’anno dedicato dalle Nazioni
Unite alla foresta, alle popolazioni africane e
al volontariato. Un grazie va anche alla Fondazione Cassa di Risparmio e al Consorzio
dei Comuni per il loro sostegno finanziario.
Senza dimenticare la Presidenza del Consiglio Provinciale e del Consiglio Regionale per
il patrocinio morale, e l’Assessorato all’Istruzione e allo Sport per la collaborazione fattiva
assicurata nell’organizzazione del concorso.
Tutti i partecipanti hanno dimostrato di sa-
per affrontare tematiche complesse come la
deforestazione e le spesso conseguenti modifiche climatiche che colpiscono in modo
particolare le realtà dei paesi impoveriti. Assai lodevole anche l’impegno dimostrato nel
sostenere finanziariamente la realizzazione
di ben 16 piccole foreste nel cuore dell’Africa
nera, nella regione della Karamoja Distretto
di Kotido, in Uganda, considerata una delle
regioni più povere del pianeta. Questo aiuto
assieme a quello della Provincia permetterà
all’Associazione di mettere a dimora complessivamente oltre 20 mila piante di acacia
Senegal. Questa riforestazione servirà come
esempio per l’intero Distretto di Kotido.
Il mio augurio nel dare alle stampe questo
libretto è quello che esso contribuisca a far
crescere ulteriormente nelle nostre scuole la
consapevolezza dell’importanza di queste
tematiche.
Anche il prossimo progetto che ASSFRON
si impegna sin d’ora a realizzare nella stessa
regione sarà ispirato all’iniziativa dell’ONU
relativa all’energia rinnovabile e mirerà alla
realizzazione di semplici ma fondamentali
infrastrutture in questo ambito.
Contiamo vivamente di essere accompagnati in questo impegno da voi cari studenti
e scolari e dai vostri insegnanti.
Presidente di ASSFRON
Prof. Marina Borlotti Nardelli
2
’
’
L’apprezzamento
e l’augurio
’
dell’Assessore
Lia Giovanazzi
ramente non condivido il pessimismo di certo
mondo adulto che si lamenta della mancanza di interesse e disponibilità dei giovani. Io
vedo invece che se i giovani possono essere
protagonisti sanno rispondere con intelligenza e impegno. Questi lavori lo dimostrano.
Terzo aspetto il tema della tutela ambientale.
È sempre più evidente, lo dimostrano i cambiamenti climatici, che il nostro modello di
sviluppo non è più sostenibile a lungo. Abbiamo una sola terra e rischiamo di giocarcela
definitivamente, con conseguenze inimmaginabili. Le dimensioni sono planetarie. Per
questo è importante affrontare il problema
a livello mondiale. Ricorrono quest’anno i
vent’anni dalla prima conferenza sul clima di
Rio de Janeiro. Mi auguro che tutti sappiano
cogliere l’occasione per una riflessione attenta e produttiva, senza schematismi ideologici,
ma anche senza sottovalutare i reali pericoli
che corriamo senza un’inversione di rotta.…
A partire dalle nostre abitudini quotidiane fino
a toccare le scelte politiche planetarie. Nessuno escluso. Questo piccolo ma importante
lavoro va esattamente in questa direzione. Saluto con piacere questo importante lavoro che raccoglie i migliori elaborati sul tema
“foresta, popolazioni africane e volontariato”.
Un ringraziamento particolare a Assfron che
si è fatta promotrice di questa importante
iniziativa di educazione e sensibilizzazione e
soprattutto alle centinaia di bambini e ragazzi
che hanno partecipato con intelligenza e passione a tutto il percorso. Questa iniziativa si
inserisce perfettamente nelle linee programmatiche del mio assessorato per almeno tre
ragioni. La prima; si tratta di un progetto di
educazione, finalizzato a rendere più consapevole la nostra comunità delle dinamiche
della mondialità. È un’attività molto importante. Sono convinta infatti che l’impegno della
comunità trentina a sensibilizzare se stessa
deva essere almeno corrispondente all’impegno grandissimo che dedica ai progetti di
solidarietà internazionale. Se un progetto di
solidarietà internazionale non riesce a rendere più coesa, più consapevole e più aperta la
nostra comunità, lo stesso è inutile o quasi.
La seconda ragione riguarda i destinatari;
giovani e giovanissimi, il nostro futuro. Since-
ASS.RE ALLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE…
E ALLA CONVIVENZA
Lia Giovanazzi Beltrami
3
’
L’impegno
delle scuole un segno di
civiltà e responsabilità verso il futuro
Andando a leggere i commenti della giuria
di valutazione degli elaborati presentati per
l’edizione 2011-12 del concorso indetto da
ASSFRON, emerge innanzi tutto una valutazione molto positiva dei giurati sugli elaborati presentati da oltre 300 scolari e studenti
delle scuole trentine che hanno partecipato al
concorso. Senza nulla togliere ai bei temi presentati ed alle ricerche effettuate, una sottolineatura particolare va fatte per i molti video presentati. Ve ne sono alcuni che sono veramente
profondi, puntuali e in grado di dare un chiaro
messaggio sull’importanza della foresta, sulle
drammatiche conseguenze della deforestazione, particolarmente sui popoli dei paesi impoveriti, e sull’impegno che ciascuno di noi deve
mettere per far crescere un modello di sviluppo
più sostenibile e in grado di garantire alle giovani generazioni la possibilità di vivere su un
pianeta meno malato di quello attuale.
Ci pare questa la prova più evidente che il
nostro impegno di testimonianza e sensibilizzazione portato avanti nelle scuole ha lasciato
il segno. A ben guardare è proprio questa la
“mission” per la quale è stata costituita l’Associazione Scuola Senza Frontiere.
Ma a fianco a questa sensibilità degli scolari
e studenti su queste tematiche, nel corso degli
incontri con 215 classi delle scuole trentine
di ogni ordine e grado, abbiamo anche trovato un terreno fertile sul quale far crescere la
solidarietà fra ragazzi trentini e ragazzi della
Karamoja in Uganda, creando anche degli interessanti momenti di collegamento tramite il
supporto assicurato dal nostro caro vescovo
trentino della Diocesi di Kotido mons. Giuseppe Filippi.
Certo abbiamo riscontrato come la sensibilità dimostrata nelle classi incontrate si è
sviluppato in modo direttamente proporzionale
all’impegno degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. A loro va la nostra profonda gratitudine.
Ora si presenta davanti a noi un nuovo
anno ricco d’impegni per la nostra associazione. Com’è ormai tradizione seguiamo di anno
in anno le tematiche indicate dall’ONU. Per il
2012-2013, il tema scelto è quello dell’energia pulita per tutti. Un tema come si può facilmente intuire di grande importanza ed attualità
anche per noi. Saranno queste le tematiche
che tratteremo nel prossimo anno scolastico
supportando il nostro messaggio anche questa volta con un video realizzato ad hoc per
affiancare alla nostra testimonianza immagini
che possono contribuire a far riflettere su questi temi. Ma l’energia pulita sarà anche l’oggetto den nostro progetto di solidarietà con la
Karamoja.
Anche per questo è molto importante la collaborazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che ringraziamo anticipatamente.
Il Responsabile progetto
sensibilizzazione nelle scuole
Carlo Bridi
4
Elementari
Triennio I, II e III
Disegni
1° classificato | Anna Dalbosco
2° classificato | Ester Pisoni
3° classificato | Anastasia Silvani
hanno espresso ciascuno cinque preferenze in base ad una valutazione globale
dell’elaborato che teneva conto del contenuto inerente il tema, dell’armonia delle
forme, della creatività e del bilanciamento
del colore.
Si segnalano inoltre come significativi i disegni di Lorenzo Paventi, Luca Cristofaro e
Maria Demozzi.
La selezione dei disegni realizzati dai bambini delle classi prime, seconde e terze della
Scuola Primaria è stata svolta da una commissione di docenti dell’area tecnica dell’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche.
In particolare Cavarzere Silvia, Decarli Remigio, Fortarel Daniele, Franceschini Marco, Franceschini Massimo, Lorenzoni Elisa,
Malpaga Alessandro e Rodriguez Gabriela
La Giuria del concorso
5
1° classificato | “Stella”
Anna Dalbosco | Classe III Scuola elementare “Sacra Famiglia”
6
7
2° classificato | “Ballerina”
Ester Pisoni | Classe II Scuola elementare “Sacra Famiglia”
8
9
3° classificato | “Pattinatrice”
Anastasia Silvani | Classe II Scuola elementare “Sacra Famiglia”
10
Segnalato | “Wolfman”
Lorenzo Paventi| Scuola elementare “Sacra Famiglia”
11
Segnalato | “Hulk”
Luca Cristofaro | Scuola elementare “Sacra Famiglia”
12
Segnalato | “Ciclamino”
Maria Demozzi| Scuola elementare “Sacra Famiglia”
13
Elementari
Biennio IV e V
Storie - “Temi a pezzi”
1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia”
L’elaborato presentato dalla classe quinta
della Sacra Famiglia può essere considerato
un elaborato completo anche se fatto a più
mani. In esso vengono infatti approfonditi molti aspetti che vanno dalle cause della…
deforestazione, alla mancanza dell’acqua, alle conseguenze delle modificazioni
climatiche, a cosa ciascuno di noi può fare
per dare il proprio contributo nel migliorare
la situazione.
Molto apprezzato anche l’impegno che si
riscontra di consumare per il futuro meno
acqua, di non sprecare l’energia elettrica,
di andare meno in macchina e più a piedi
o in bicicletta, pare che veramente questi
bambini abbiano colto appieno il messaggio
che ASSFRON tenta di portare nella scuola
per un modello di sviluppo più compatibile
con l’ambiente partendo da tante piccole.…
Ma non solo, anche l’aspetto delle condizioni
terribili in cui vivono tanti bambini in Africa
e il desiderio di fare qualcosa sul fronte del
volontariato sono affrontati positivamente da
questi bambini che dimostrano una buona
maturità ed una bella sensibilità su queste
tematiche.
La Giuria del concorso
14
’
Mancanza d’acqua!
1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia”
Mi ha impressionato molto la mancanza d’acqua quella che c’è è sporca, non potabile e
bevendola si prendono le malattie. E poi fanno chilometri per arrivare al pozzo vicino.
Mentre noi consumiamo anche 1000 litri d’acqua in un giorno, loro ne possono avere solo
due. Noi usiamo normalmente 200 litri di acqua al girono e quindi c’è un’enorme differenza!
Da questo filmato ho capito che l’acqua non va sprecata, se io voglio la posso tenere d’acconto chiudendo il rubinetto quando mi lavo i denti. Quando la lavano la verdura o la frutta si
può riutilizzare l’acqua innaffiando i fiori.
I poveri muoiono facilmente perché non possono permettersi di comprare le medicine e
speso non trovano acqua potabile che causa gravi malattie.
L’acqua è un bene prezioso, non si può sprecarla, ma noi lo facciamo anche se non ce ne
accorgiamo. Adesso mi sono reso conto di quanto consumiamo per niente.
Quando ci laviamo i denti chiudiamo il rubinetto finché li spazzoliamo così consumiamo
meno acqua.
L’acqua è la nostra vita ed è un bene per tutti.
15
Foreste per le persone
1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia”
Ho visto il video “Difendere la foresta: un impegno di civiltà” che mostra come in poco tempo
delle foreste possano sparire, perché vengono causati incendi dolosi.
Nel filmato ho visto miliardi di persone che soffrono per la fame e per la sete ed anche milioni
di foreste che vengono bruciate da incendi dolosi. Io quando ho visto queste fatiche: fare fatica
per prendere l’acqua, o per pescare mi sarebbe venuta la voglia di entrare nel filmato e dargli
una mano! A me piacerebbe andare in Africa e portare ai bambini un po’ di felicità.
Quanti disastri causa la deforestazione, se pensiamo che le foreste, i boschi sono i polmoni
del mondo ci dobbiamo tanto preoccupare, perché così non facciamo solo del male al pianeta,
ma anche a noi.
Se continuiamo a deforestare e a disboscare saremo invasi da gas tossici in particolare dal
CO2, l’ossigeno sarà sempre meno e avremo grossi cambiamenti del clima e così avremo le
alluvioni che abbiamo visto in questi giorni in Liguria.
Io sono rimasto molto impressionato quando il Signor Carlo Bridi, che è venuto a trovarci
ci ha detto che ogni due secondi rischia di scomparire una foresta grande quando un campo
da calcio!
E pensare che le foreste per le popolazioni africane sono tanto importanti. Lì gli africani si riuniscono per pregare, per incontrarsi, per trovare la soluzione ai loro problemi e per trovare cibo.
Dopo aver visto questo filmato ho pensato a quanto legname sprechiamo noi per farci le
nostre comodità e non pensiamo che derubiamo il mondo della vita. Solo oggi mi sono accorto
di quanto sprechiamo.
Di queste cose abbiamo parlato nell’ora di religione, ed è giusto parlare delle foreste nell’ora
di religione, perché le foreste, i boschi, la natura sono doni che Dio ci ha dato per vivere e non
li dobbiamo rovinare.
Le foreste sono i polmoni della terra.
16
Cosa possiamo fare noi
1° premio | Classe V della Scuola primaria paritaria “Sacra Famiglia”
Mi è piaciuta molto la storia del colibrì che quando ha visto l’incendio è corso al mare per
prendere una goccia d’acqua e spegnere l’incendio. Il leone lo ha preso in giro perché pensava
di spegnere l’incendio con una goccia, ma lui ha detto che voleva fare la sua parte per salvare
la foresta.
Ognuno di noi deve fare la sua piccola parte risparmiando l’acqua e la luce quando si può
e usando l’energia rinnovabile.
Io ho pensato nel cuore a quanto soffrono nei paesi poveri per lo spreco che noi facciamo,
per le tonnellate di cibo che buttiamo.
Si può risparmiare energia, che anche quella sta mancando, andando in bici e non sempre
in macchina, o a piedi, così ci saranno meno gas velenosi che inquinano l’atmosfera e portano
la mancanza d’acqua. E si può fare la doccia anziché il bagno per risparmiare acqua.
Buttando e sprecando meno cibo potremmo sfamare tanti bambini. Infatti questa mattina ho
saputo che ogni tre secondi muore un bambino di fame e soprattutto nella Somalia.
La cosa che mi ha colpito di più e vedere quanto noi consumiamo senza pensare alle altre
persone alle altre persone che soffrono.
Se ognuno di noi farà la sua piccola parte le cose possono migliorare. Dobbiamo usare il
cervello e non fare le cose che danneggiano la natura, perché le foreste sono un habitat per tanti
animali e se noi la distruggiamo togliamo all’uomo la cosa più bella che ha creato Dio, la natura.
Io penso di aiutare i poveri quando faccio la colletta alimentare e do una mano per prendere la
spesa che fanno ai supermercati e metterla da parte per fare gli scatoloni da mandare ai poveri.
I poveri mancano anche di cibo e qui in Italia il 26 novembre si va davanti ai supermercati
a chiedere alle persone di comprare qualcosa per quella gente. Io, mio fratello e mio papà ci
andiamo sempre e ci godiamo un mondo perché nel lavorare per gli altri c’è sempre una parte
speciale per noi.
Noi possiamo fare la differenziata anche alla merenda a scuola e così tanti rifiuti possono
essere riutilizzati, ci può essere meno inquinamento. Facciamo tutti la nostra piccola parte
come ha fatto il colibrì.
Da questo incontro nel quale abbiamo parlato di tante cose, possiamo uscire più motivati ad
aiutare gli altri e a non sprecare.
Io sono una bambina fortunata, perché ho tutto quello che mi serve per crescere sana, ma
devo pensare anche a chi non ha nulla e non devo lamentarmi se qualcosa non mi piace.
Sprechiamo di meno.
17
Medie
Temi
Premio speciale | Elisa Filippi e Erika Vindimian
1° classificato pari merito | Valentina Trentin
1° classificato pari merito | Slomp Michele e Melania Vitale
1° classificato pari merito | Xi Chen, Chiara Gualdi, Alessia Magelli
2° classificato pari merito | Heuz Bergo
2° classificato pari merito | Giuseppe Franceschi
3° classificato pari merito | Celeste Pichler, Virginia Pilati, Margherita
Rizzolli, Tiziana Tessadri, Aurora Ugolini
3° classificato pari merito | Valentina Triches
Premio speciale poesia | Angela Azzolini, Linda Brusco, Daniela Saiani
Premio speciale | Andrea Bonamente, Eleonora Bordoni, Ilaria Pilati,
Alessia Vegher, Jacopo Ye
18
ragazzi alle tematiche trattate, ragazzi che
seppur tanto distanti, sia spazialmente ma
soprattutto a livello di condizione economico-sociale, hanno saputo condividere sentimenti e difficoltà lontane dalla nostra realtà
odierna e mettere nero su bianco, scrivendo
racconti e poesie personali, i propri sentimenti che fanno emergere spiccatamente le
loro emozioni.
Altri scritti evidenziano la ricerca di notizie,
immagini e dati sugli argomenti trattati utilizzando abilmente fonti attuali quali la rete internet. I ragazzi hanno dimostrato di saper discernere le numerose informazioni rinvenibili
nel web e di saperle validamente sintetizzare
in testi o con presentazioni in power point.
Negli elaborati i ragazzi hanno dimostrato
di aver compreso e fatto proprie le tematiche della deforestazione, delle popolazioni
africane e del volontariato affrontate negli
incontri in classe ed approfondite individualmente, insieme ai compagni e con gli
insegnanti.
Alcuni lavori denotano originalità, le tematiche discusse emergono da racconti
inventati ed abilmente intrecciati dove chiaramente affiorano sentimenti profondi che
attestano come i temi discussi siano stati
interiorizzati e capiti tanto da essere espressi in maniera semplice chiara ed efficacie
nella narrazione.
Queste creazioni attestano la sensibilità dei
La professoressa…
Lisa Veronesi
19
Aiutiamoci a salvare le foreste
Premio speciale | Elisa Filippi e Erika Vindimian
classe II C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis
È possibile che siano più frequenti
tempeste, alluvioni e uragani violenti,
la neve perenne sparirà
e la grandezza dei ghiacciai si ridurrà.
La foresta è un bene di tutta l’umanità
dove vivono piante e animali in serenità.
L’uomo distrugge gli ambienti naturali
e fa del male agli animali,
che senza alimentazione
ora rischiano l’estinzione.
Si prevede grande siccità,
l’agricoltura ne risentirà
e il deserto avanzerà.
L’uomo le foreste ferisce,
case e industrie costruisce,
l’ambiente impoverisce
e l’habitat svanisce.
Alcune aree di produzione importanti
avranno perdite costanti.
Cosa possiamo fare
per poterlo evitare?
Studi mostrano che ogni anno
Intere aree boscate se ne vanno.
Quanto grandi ci si domanda,
quasi come la Nuova Zelanda.
Carta, legna e altre cose non sprecare,
con plastica e petrolio non inquinare,
rispetta gli ambienti naturali
per salvare piante e animali.
L’anidride carbonica è assorbita dalle piante
che emettono in cambio ossigeno abbondante.
Quando la foresta sarà sparita
meno anidride carbonica sarà assorbita.
Noi uomini ci dovremo ogni giorno impegnare,
le risorse inutilmente a non consumare,
per poter le foreste e i loro abitanti salvare.
20
Noi e ASSFRON
1° classificato pari merito | Valentina Trentin
classe IIB, Istituto comprensivo Borgo Valsugana
Il 2011 è l’anno internazionale delle foreste e i nostri professori hanno deciso di ampliare
questo argomento nelle classi delle medie chiedendo alcuni incontri con gli esperti dell’ASSFRON, Associazione Scuole Senza Frontiere rappresentati da Carlo Bridi e Angela Baldo.
Il nostro primo incontro è stato il 1 dicembre 2011 durante la lezione di scienze e il
2 dicembre 2011 abbiamo visto, durante la lezione di scienze, il documentario visto il
giorno prima; l’incontro e la visione del documentario si sono svolti a scuola.
Il giorno del primo incontro è intervenuto il Signor Carlo Bridi spiegando con molta semplicità il tema della povertà, soprattutto dal Corno d’Africa in giù, e la deforestazione.
Ci ha detto che il 2011 è l’anno internazionale della foresta e ogni anno vengono distrutti,
dall’uomo, 350 milioni di ettari di verde e le previsioni dicono che nel 2050 ne spariranno
più del triplo ogni anno, questo è grave perché le piante aiutano la CO2 a ridurre, la CO2 viene
emessa soprattutto dalle macchine e le piante ne assorbono il 46% e proprio per questo le
piante vengono chiamate il polmone della Terra; le piante si seccano a causa delle piogge acide. Per gli africani la foresta è molto importante ed è sacra perché lì trovano la pace interiore.
La Signora Angela Baldo, intervenuta durante quel incontro, è stata in Uganda per conoscere le condizioni scolastiche che ci sono lì e ci ha mostrato le foto che ha scattato raccontandoci che mangiano poco e, a volte, per tornare a casa devono fare anche dieci chilometri
a pancia vuota. Poi abbiamo visto il video che raccontava come ogni bambino muoia ogni
sei secondi nella più totale indifferenza dei più grandi mass media e che trecento milioni di
bambini soffrono la fame e addirittura un milione di persone muore per lo stesso motivo nei
paesi poveri.
L’Africa è il paese in testa alla classifica per le malattie e morti a causa di mancanza di acqua potabile. Abbiamo discusso in classe di questo argomento, con la Professoressa Gabrielli
e il Professor Marco Galvan e sempre in classe abbiamo analizzato l’argomento, abbiamo
capito come è importante vogliamo contribuire ad aiutare le persone povere che soffrono e
muoiono sempre di più per svariate cause. I giorni 2,5, 6 dicembre 2011 c’è stata una raccolta di fondi per “costruire” una foresta di 10 m2 vicino alla scuola di Panjanogra, dove c’erano
collane fatte dai bambini dell’Africa e chi voleva poteva dare qualche soldo pensando che con
quella piccola donazione costruiva una parte di foresta; alcuni giorni dopo, sul «Trentino» è
uscito un articolo di Carlo Bridi.
Carlo Bridi ci ha sensibilizzato perché ora a noi sta molto più a cuore la povertà e la deforestazione e vogliamo fare quello che possiamo per aiutare a realizzare il progetto, anche perché
sono importanti anche per noi le foreste per assorbire la CO2 nell’aria.
Ora abbiamo capito cosa succede nel mondo anche se non molti lo sanno o fanno finta
di non saperlo ma noi siamo decisi a farlo capire a tutti. Nel mondo succedono queste cose
perché alla gente ricca, benestante, cioè a quella gente, anche importante magari dovrebbe
informarci, non importa niente di tutto ciò, forse perché non sanno come rimediare, ma non
21
servirebbe chissà cosa, basterebbe un solo impegno individuale che se fatto da tutti diventerebbe un grande aiuto.
Le risposta alla domanda “cosa posso fare io per aiutare?” sono non poche: raccogliere
fondo tramite il mercatino con obiettivo raggiunto dall’ASSFRON, risparmiare il più possibile le
fonti energetiche e acqua, luce ed elettricità.
Penso che tutti ciò sia molto importante e mi impegnerò il più possibile in futuro.
Questa esperienza mi ha insegnato a rispettare di più l’ambiente e grazie a tutte queste
informazioni una volta grandi riusciremo a fare di più.
Uniti per la foresta
1° classificato pari merito | Michele Slopm e Melania Vitale
classe II C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis
C’era una volta un gruppo di amici molto uniti: Giovanni, Luigi ed Alessandra. Giovanni era il
più grande, Luigi aveva un anno di meno ed Alessandra era la più piccola. Tutti e tre amavano
molto la natura.
Erano cresciuti insieme fin da piccoli, in un paesino immerso nella natura di cui nessuno
conosceva il nome.
Erano stati abituati ad amare e rispettare Madre Natura.
Conoscevano tutto riguardo a quello che era diventata, ormai la loro seconda casa: la foresta. Sapevano infatti che solo 479 milioni di ettari di foresta in tutto il mondo erano protetti
e che ogni minuto si perdeva un’area di foresta grande come svariati campi di calcio. Non
capivano affatto il bisogno che avevano le grandi aziende di disboscare ogni anno aree e aree
di foreste immense. Si, servivano per fornire delle materie prime come la carta ed il legno, ma
quando ce ne erano a sufficienza, perché avrebbero dovuto abbattere altri alberi?
Passavano la maggior parte del giorno nella foresta, scherzando e ridendo, accarezzando le
chiome verdi degli alberi e raccogliendo i frutti.
Un giorno, mentre stavano facendo un picnic nella foresta, avvertirono un odore di fumo e
subito, sospettosi e preoccupati, si diressero verso al fonte.
Da lontano scorsero tre persone adulte e all’apparenza burbere e scontrose. Si vedeva che
non erano di quelle parti, poiché del paesino conoscevano tutti. Avevano dei lineamenti rudi ma
l’aspetto era curato. I ragazzi pensarono subito che fossero dei malviventi. Accanto avevano
22
delle fiammelle che diventavano sempre più grandi.
Subito si avvicinarono e chiesero il perché di tutto questo. Gli uomini non risposero, facendo finta
di niente. Solo dopo l’ennesima volta, dissero: “Via di qui! Siete troppo piccoli per capire! Via ora!”
I ragazzi inizialmente stettero zitti, ma poi Alessandra disse: “Così state solo danneggiando
l’habitat di molti esseri viventi, e a quale scopo? Non lo sapete che appiccando il fuoco in una
foresta, oltre a rischiare la vita, i gas prodotti sono molto nocivi per gli animali che vi vivevano
e anche per l’uomo?”
“Lo sappiamo” risposero. “Infatti vogliamo radere al suolo questa foresta per ricavare dei
campi, coltivarli ed arricchirci vendendo i prodotti ottenuti.”
Allora Giovanni chiese: “Avete un permesso o qualcosa del genere?
“No” dissero loro con distacco. “Quindi è una cosa illegale?”
“Dobbiamo spiegarlo a voi??! Ora andatevene o assieme alla foresta brucerà anche qualcun altro”.
I ragazzi pensarono subito ad una soluzione e quando si misero d’accordo Luigi parlò per
primo dicendo che, se non se ne fossero andati immediatamente, avrebbero chiamato la polizia.
Mentre il fuoco si espandeva, nel caos e nella confusione i ragazzi non videro più i malviventi. Tornati al villaggio, raccontarono l’accaduto ai loro genitori. Questi rimasero scioccati e
allibiti vedendo le lacrime che solcavano il viso sporco di cenere dei ragazzi. Lo raccontarono
agli altri abitanti e assieme decisero che bisognava fare assolutamente qualcosa. Altrimenti,
continuando così tutte le foreste del mondo sarebbero andate perse tutte le specie che vi abitavano si sarebbero estinte. Decisero così che i tre erano pronti per andare in una grande città
ed esporre in una trasmissione radiofonica il problema: la deforestazione e il disboscamento,
sia legale che illegale.
Qualche giorno dopo, i genitori li accompagnarono in città, ma i ragazzi non si sentivano a
proprio agio. Non si erano mai allontanati dal loro paesino, rimasto sempre nell’ombra estraneo alle nuove tecnologie. Tutto spento, grigio e neanche uno spazio verde. Sembrava quasi
che mancasse l’aria. A vedere quei palazzi altissimi e a respirare lo smog, si sentirono come dei
piccoli insetti calpestati da un gigante. Solo ora capirono come si dovevano sentire gli animali,
cacciati dalla loro tana e abbandonati al loro destino.
Nessuna emittente radiofonica accettò di trasmettere il loro messaggio, ma alla fine l’occasione giusta si presentò. Così poterono dichiarare a tutti le loro intenzioni e invitarli a partecipare
ad una protesta contro il disboscamento. In questo modo Alessandra, Giovanni e Luigi fecero
sentire la loro voce.
Però non ebbero molto successo, infatti la richiesta non ebbe grande attenzione. La protesta
consisteva nel legarsi a un albero finché le loro richieste non venissero accettate ad ogni costo.
I ragazzi si legarono all’albero più imponente della foresta, sotto al quale erano soliti passare
i pomeriggi.
Non furono molto fortunati, visto che in quel giorno d’estate si scatenò un forte temporale.
Stavano lì sotto la pioggia e neppure fulmini e tuoni potevano smuoverli. Sapevano che era
molto pericoloso ma a loro non importava, volevano solo salvare la “loro” foresta.
Mentre urlavano a squarciagola il loro motto: “Uniti per la foresta, uniti in questa protesta”,
scorsero di nuovo i tre tipi loschi tra il fogliame. Stavano appiccando un fuoco, molto vicino.
“Questo è per aver sventato i nostri piani” urlarono, e poi scapparono. Il fuoco li stava raggiungendo e loro non potevano slegarsi. La loro fine sarebbe stata lì nel luogo in cui erano
cresciuti, accanto alla loro migliore amica: Madre Natura.
23
Ciao Madre Natura
1° classificato pari merito | Xi Chen, Chiara Gualdi, Alessia Magelli
classe I B, della Scuola media “Bronzetti-Segantini”
Ciao, Madre Natura,
chi ti scrive sono le tue care figlie della Biodiversità. Come saprai, le Nazioni Unite hanno
chiamato l’anno appena trascorso “Anno internazionale delle Foreste, delle Popolazioni africane e del Volontariato”. Questo per far riflettere tutti sul tema dell’ ambiente naturale che ci
circonda e sul quale poggia la vita di ognuno di noi.
Abbiamo deciso di rivolgerci a te ora perché ci preme che tu sappia che un tempo non molto
lontano eravamo allegre, vivaci, insomma piene di vitalità, mentre oggi ci sentiamo tristi, spente, davvero stanche. Ma non solo, ci sentiamo anche tanto deboli e indifese. Quale il motivo?
Credo sia per il fatto che da parecchi anni, troppi a nostro dire, siamo vittime di insulti e di
angherie. All’inizio, a dire il vero, le tirannie a cui venivamo sottoposte ci sembrava provenissero
da calamità naturali che il Buon Dio ci aveva mandato. Ma con lo scorrere del tempo abbiamo
capito che quelle calamità forse si potevano e si possono evitare. È per questo motivo che
abbiamo deciso di confidarci con te e parlarti come un libro aperto.
Si sente molto parlare di inquinamento per mano dell’uomo e dei suoi terribili effetti sulla
Natura ed allora ci siamo documentate. Per carità, non possiamo certo parlare in generale
male dell’uomo che moltissime volte ci ha difese, protette e perfino aiutate a sopravvivere tra
mille difficoltà. Altre volte, invece, ne siamo state colpite direttamente o indirettamente dalla sua
incuria e spietata arroganza.
Noi crediamo che gli uomini siano giunti ad un livello di progresso davvero stupefacente e
che abbiano raggiunto un benessere mai visto prima. Tutto questo permette ad una gran parte
degli uomini di vivere meglio, però crediamo anche che - proprio perché hanno già raggiunto
un invidiabile traguardo – si potrebbe, anzi si dovrebbe fermarsi un momento a riflettere. Insomma, basti pensare un po’ a quello che hanno causato alla Natura per raggiungere i loro
scopi e quanti altri danni pensano di arrecare per aumentare all’infinito il loro benessere e
soddisfare i propri interessi.
Forse l’uomo dovrebbe fare un passo indietro e cercare di porre riparo alle sue malefatte e
smettere di correre così velocemente in nome del fantomatico PROGRESSO. Certo è un bene
che la scienza continui a perfezionarsi per cercare di scoprire nuovi materiali o nuove medicine
utili per la vita degli uomini. Purtroppo ci si rende conto che questi prodotti servono ben poco
alla quotidianità delle persone , ma ad arricchire quelle persone che hanno contribuito a venderli sul mercato. Chi poi ne fa le spese siamo tu, Madre Natura, e noi, figlie della biodiversità,
perchè veniamo usate in maniera impropria fino alla nostra morte.
Tutti gli inquinanti che vengono usati nelle fabbriche e scaricati nelle acque, tutte le sostanze
nocive che fuoriescono dai tubi di scarico delle auto, i gas che si disperdono nell’ aria: sono
tutti elementi che danneggiano irrimediabilmente il tuo habitat naturale che prima o poi distruggeranno completamente.
Perché, Madre Natura, l’uomo non si rende conto che tutti i cambiamenti che apporta gli si
24
ritorcono contro? Perché non pensa alle generazioni future, ai suoi figli e nipoti che si troveranno, tra non molti anni, una Natura a pezzi, senza colori e senza sorriso?
Per fortuna c’è da dire che in molti Paesi del mondo sono nate ed hanno parecchio successo
centinaia di gruppi e associazioni che hanno capito la necessità di salvaguardare la Natura,
che essa è unica e che una volta rovinata non è più possibile fare marcia indietro e costruirne
un’ altra uguale.
Ad esempio c’è il W.W.F. (World Wildlife Fund) la Lega Ambiente, gli Amici della Terra, Greenpeace, il F.A.1. (Fondo per l’Ambiente Italiano) e tante altre che cercano disperatamente di
convincere i governi del mondo industrializzato, con le loro azioni dimostrative, a trovare un
equilibrio tra lo sviluppo economico e la preservazione dell’ ambiente. Quello che cercano di
fare questi preziosi Gruppi è creare lo SVILUPPO SOSTENIBILE sulla Terra, il che significa andare
avanti sulla strada del progresso ma insieme alla Natura e non contro di essa.
Un esempio può essere quello di creare attività commerciali che permettano ai popoli più
poveri del mondo di migliorare la qualità della loro vita, sempre però nel rispetto della Natura,
e cercando di dare un valore maggiore al territorio.
Cara Madre Natura vogliamo dirti che per l’insensato operare dell’uomo sul nostro Pianeta
ogni anno vengono distrutti 350 milioni di ettari di verde e 13 milioni di ettari di foreste con
gravissime conseguenze sul clima, sul territorio, sulla stessa salute dell’uomo e “naturalmente”
per noi. È possibile che gli uomini non riescono a capire il pericolo al quale sono sottoposti
loro stessi e le sottoscritte? Senza foreste terminerebbe la vita sulla terra, verrebbe a mancare
l’ossigeno, lo scambio con l’anidride carbonica! Non per nulla la mitica foresta amazzonica del
sud America viene chiamata” polmone verde del mondo”.
E i nostri amici animali? Te li ricordi, Madre Natura? Molti di loro come il dodo, il quagga, il
rospo dorato e la tigre della Tasmania non ci sono più. Inoltre tante altre specie, come il panda
gigante e la tartaruga delle Galapagos sono a rischio di estinzione. Questo non è solo triste
ma vergognoso!
Di questo passo gli uomini rimarranno soli, senza flora e fauna. O meglio non rimarranno
nemmeno loro dal momento che, colpendo massicciamente la Natura, danno avvio pure al
processo di autodistruzione della specie umana.
Cara Madre Natura, ora vorremmo parlarti pure della deforestazione, causa di innumerevoli
danni. L’assenza delle piante è la causa principale delle frane: una frana ha una forza distruttrice che elimina intere porzioni di territorio e talvolta, purtroppo, anche interi centri abitati e quindi
è motivo di morte. Le piante, infatti, attraverso le loro radici saldamente ancorate al terreno
servono a tenerlo compatto, creando un fitto reticolo (maglia) nel sottosuolo. Il risultato è che
le radici degli alberi impediscono al terreno di staccarsi dai pendii e di rotolare a valle;
Senza le foreste nel mondo gli uomini verrebbero investiti dai “gas serra” rilasciati dai 500
miliardi di tonnellate di carbonio che le foreste stesse preservano. Esse infatti hanno la funzione, tra l’altro, di fungere da “pozzi” in modo tale da assorbire circa il 46% dell’anidride carbonica (il gas che favorisce il cambiamento del clima).
- se le foreste sparissero perderemmo la biodiversità terrestre: difatti esse si possono considerare il “magazzino” dell’80% della biodiversità che c’è sulla Terra.
Il flagello della deforestazione colpisce purtroppo vaste aree del nostro pianeta,in particolare
le zone africane e quelle del sud America. Questi territori coincidono spesso con il sottosviluppo
sia sociale che economico dei popoli che vi abitano. I governi dei Paesi maggiormente inte-
25
ressati alla deforestazione (e che incidono, con la loro politica, sugli equilibri naturali di tutto
il pianeta) non hanno ancora sviluppato una coscienza ambientale adeguata e sono ancora
attratti dal successo e dall’immediato guadagno come ad esempio quello derivante dalla vendita del legname, piuttosto che dal desiderio di rispettare la Natura per conservarla in buona
salute. La deforestazione poi, con la riduzione delle piogge, fa aumentare la desertificazione
e di conseguenza la fame nel mondo. Nei Paesi poveri circa 300 milioni di bimbi soffrono per
la mancanza di cibo.
Madre Natura, quello che ci auguriamo è che gli amministratori di questi Paesi insieme a tutti
gli altri Governi del mondo riflettano sul pericolo che sta vivendo ogni giorno la nostra amata
Terra: la deforestazione. Ti raccontiamo questo perché non bisogna mai dimenticare che la
riduzione delle foreste esistenti nel mondo è dovuta alle avverse condizioni climatiche, ma nella
maggior parte dei casi alla mano dell’uomo e questo soprattutto in tre modi:
• abbattimento selvaggio degli alberi talvolta secolari;
• incendi dovuti all’incuria o provocati appositamente (ogni anno si distruggono circa 350 milioni di ettari di verde, nell’ anno 2050 si prevede la perdita di 7.500.000 Kmq di superficie
sulla quale sono presenti habitat naturali);
•inquinamento atmosferico che causa le “piogge acide” sulle piante con conseguente inquinamento delle falde acquifere. Entrambi provocano il prematuro rinsecchimento degli alberi.
Secondo fonti ufficiali, se l’uomo non farà marcia indietro nei confronti della deforestazione,
nell’anno 2050 si perderanno 230 milioni di ettari di foreste. Una notizia raccapricciante, cara
Madre Natura, non credi? Gli alberi sulla nostra Terra occupano circa il 31% del territorio.
Sembrerebbe una percentuale alta, ma in realtà ce ne dobbiamo preoccupare! Pensa che si
dice che ogni due secondi, nel mondo, viene distrutta una porzione di foresta pari all’area di
un campo da calcio. Le piante impiegano decine di anni a crescere, a volte centinaia d’anni
e una foresta impiega addirittura migliaia d’anni per formarsi. Cosi tanto tempo per crearsi...
e pochi istanti per sparire. Bisogna fermare questo scempio! La lettera che ti abbiamo scritto,
Madre Natura, ha un tono sconsolato ma ci auguriamo che essa sia di buon auspicio perché
tu la legga e ti faccia protagonista per difendere l’ambiente e proteggerlo da tutti coloro che, con
comportamenti riprovevoli ed egoisti, compiono ogni giorno azioni ignobili contro il territorio,
le foreste, la NATURA.
Nonostante tutto quello che finora l’uomo ci ha fatto subire, abbiamo speranza, cara Madre!
Abbiamo speranza di vedere la Terra rinascere pulita e libera dai gas tossici delle ciminiere delle
fabbriche e dei tubi di scappamento degli automezzi, folta e rigogliosa, frizzante e felice sulla
quale far giocare tanti bambini spensierati che guardano verso un futuro colorato di VERDE!
Ora ti salutiamo cara Madre Natura, sperando con tutto il cuore che la prossima lettera
che Ti scriveremo sarà per complimentarci con Te per la Tua forma smagliante e per il Tuo
magnifico aspetto.
Le Tue figlie della biodiversità
Miranda, Ila, Cichita
26
La deforestazione
2° classificato pari merito| Huez Bergo
In questo tema vogliamo provare a far capire quanto il problema della deforestazione sia
grave per il nostro pianeta e per l’esistenza di tutti gli esseri viventi.
Recentemente a scuola è venuto a trovarci Carlo Bridi, un volontario che ci ha illustrato le
conseguenze del disboscamento e ci ha parlato del concorso, a cui noi stiamo partecipando
con questo scritto, con l’intento di sensibilizzare i giovani su questo delicato argomento.
Spesso le persone tendono a non interessarsi molto al problema perché ciò non colpisce
le nostre realtà e non riguarda i boschi delle nostre amate montagne. Non se ne sente parlare molto nemmeno alla televisione e difficilmente, sui quotidiani, si possono trovare notizie
riguardanti la problematica. I mass media, sempre più spesso, riportano notizie inutili ma al
tempo stesso in grado di attirare l’attenzione di molte persone, come notizie tragiche o vicende
accadute a questo o quel personaggio politico o televisivo.
Ciononostante, ogni anno, nel mondo, vengono tagliati circa 13 milioni di ettari di foreste.
Ma che cos’è la deforestazione?
Essa consiste in un taglio degli alberi che superi il loro tasso di ricrescita.
Le foreste sono molto importanti perché svolgono un ruolo di protezione del suolo, dell’acqua, dell’aria e degli animali; infatti creano l’habitat naturale per gli esseri viventi, frenano,
filtrano e trattengono i liquidi, evitando che ci siano frane, smottamenti e alluvioni, aumentano
l’umidità, controllano il ciclo del carbonio, riducono gli effetti del vento, combattono l’erosione
e preservano la Terra dall’effetto serra e dal conseguente riscaldamento globale, trasformando
l’anidride carbonica in ossigeno, tramite la fotosintesi clorofilliana.
Le zone più colpite da questo fenomeno sono il Sud America, l’Africa Centrale e l’Asia Meridionale.
Le principali cause della deforestazione derivano dal bisogno di legname pregiato e di legna
da ardere e dall’allargamento delle terre coltivabili e delle zone urbane.
Il colpevole di tutte queste atrocità sulla vegetazione è l’uomo. Noi siamo talmente egoisti da
non pensare ai conseguenti danni sulla fauna. Ci sono molti animali e piante a rischio estinzione a causa del disboscamento; ad esempio i poveri koala o panda che sono entrati “in crisi”
per l’impoverimento della loro principale fonte di nutrizione: gli alberi di eucalipto e di bambù.
La deforestazione non porta solo danni alla vita degli animali, ma anche alle popolazioni ed
in particolar modo a quelle che vivono nell’Africa. Gli alberi, con le loro chiome, aiutano questi
popoli a trovare il giusto refrigerio durante le ore più calde, contengono l’aridità del terreno e contribuiscono a controllare l’avanzamento del deserto. In questi ultimi tempi l’Uganda e gli altri Paesi
dell’Africa centro-orientale sono colpiti da una grave siccità; non piove ormai da diversi mesi. Per
questo è nato un progetto che, attraverso la vendita di collanine prodotte da donne fuggite dal
Nord dell’Uganda e trasferitesi vicino a Kampala (a causa delle azioni feroci che venivano compiute sui loro bambini da uomini senza scrupoli), si prefigge di acquistare e piantare delle acacie
in Karamoja che potranno poi essere sfruttate dagli abitanti del posto per creare una nuova forma
di economia incentrata sulla produzione e sulla lavorazione della gomma arabica.
L’abbattimento degli alberi non sarebbe un problema, se venisse programmato e realizzato
27
con parsimonia e intelligenza. Ad ogni taglio della foresta è infatti necessario far seguire un
rimboschimento dell’area, in modo tale da permettere alla foresta di rigenerarsi e di mantenersi
inalterata nel tempo.
I polmoni verdi del mondo si sono creati in migliaia di anni e possono venire distrutti dall’uomo in pochi giorni.
Per fortuna ci sono delle associazioni, fra cui Greenpeace, WWF, FAO e Scuole Senza Frontiere, che si impegnano ad avere cura delle foreste e garantire che il numero di alberi tagliati non
aumenti, anzi diminuisca, come sta accadendo in Nord America ed in Europa.
Noi pensiamo che la Terra appartenga a tutti e che nessuno debba rovinarla in questa maniera; con il nostro totale impegno il fenomeno della deforestazione può essere cancellato. È
necessario curare e preservare le foreste e difendere la natura.
’
Il bosco e l’inquinamento
2° classificato pari merito| Giuseppe Franceschi
classe I A, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis
Una volta tanto tempo fa in una foresta abitavano tanti animali di ogni tipo: cervi, scoiattoli,
volpi, talpe e ognuno aveva la sua casa, chi nel buco di un albero, chi sotto terra, e nonostante
la loro differenze di specie andavano tutti d’accordo anzi erano proprio le loro differenze a
renderli forti, uniti e complementari.
Il bosco era grandissimo, uno scoiattolo mentre stava camminando velocemente, come era
abituato a fare, inciampò in qualcosa, non era una pigna né una radice di un albero.
Lo scoiattolo rialzandosi si girò a guardare cosa l’avesse fatto cadere e con grande stupore
fissò la bottiglia di vetro posata a terra, allora la raccolse, la fissò ancora una volta più da
vicino e si riavviò verso casa.
A metà del tragitto vide una valanga di animali impauriti che urlavano: “Aiuto! Aiuto! Stanno
cadendo gli alberi”, così scappò anche lui e si mise al riparo. Finito anche il rumore delle
motoseghe chiese spiegazioni all’anziano e saggio castoro prima sulla caduta degli alberi, poi
sulla scoperta della bottiglia.
Il castoro gli rispose “ Sono entrambe causate dall’uomo”. “Perché?” gli chiese allora lo scoiattolo; “Perché con gli alberi si ricava la carta su cui si può scrivere” rispose il castoro. “Ma gli alberi
non producono anche ossigeno, che è più importante?” chiese lo scoiattolo. “Certo ma questo
all’uomo importa meno, lo fa per soldi, con al carta si guadagna, nessuno sarà mai disposto
a pagarti l’ossigeno, ma la carta sì, ecco perché stanno tagliando gli alberi” spiegò l’anziano
castoro. Grazie rispose lo scoiattolo del bosco salutando, “Ritorna quando vuoi” disse il castoro.
Così, uscito dalla tana, lo scoiattolo tornò a casa a testa bassa, sconsolato, ma anche pensieroso e preoccupato cercando una soluzione per evitare la deforestazione totale del bosco.
28
L’indomani si svegliò con un’idea e uscì per tornare dal castoro e consultarsi con lui.
Ma appena mise piede fuori dalla tana trovò cartacce e sporcizia di ogni genere e una nuvola
di fumo denso, proveniente da un incendio grandioso che bruciava il bosco poco lontano da
lì, “oltre alla deforestazione, anche l’inquinamento” disse fra sé e sé lo scoiattolo. Arrivato alla
tana del castoro, entrò e salutando l’anziano disse “Il bosco si sta inquinando e la situazione
sta peggiorando.” “Inoltre ho trovato alcuni uccelli morti, probabilmente avevano bevuto acqua
inquinata, cosa possiamo fare?!” esclamò lo scoiattolo. “Fortunatamente un gruppo di uomini,
donne e bambini sta raccogliendo tutta la sporcizia e sta dividendo carta e plastica.” Allora lo
scoiattolo disse al castoro “Ma allora gli uomini non sono tutti uguali?”.
“Mi sembra di no” rispose il castoro “speriamo che tutti i bambini sappiano amare gli animali
e la natura così potremmo godere di un futuro ricco di colori e i profumi delle piante, del cinguettio degli uccelli e del canto dei cigni”.
’
Il ragazzo e l’albero
3° classificato pari merito| Celeste Pichler, Virginia Pilati, Margherita Rizzolli,
Tiziana Tessadri, Aurora Ugolini
classe I C, della Scuola media “Aldo Stainer” Lavis
C’era una volta un bambino di nome Andrea, che era grande amico dell’albero più saggio
della foresta. Passava interi pomeriggi accovacciato all’ombra della sua chioma ad ascoltare
le sue storie e le sue avventure.
L’albero gli raccontava di quando gli uomini erano in armonia con la foresta e tutto andava
per il verso giusto, mentre ora la stavano lentamente distruggendo.
Il ragazzo cresceva e restava sempre fedele al suo amico.
Di anno in anno la foresta diventava sempre più piccola a causa degli incendi e della deforestazione che ormai da tempo colpiva tutta la zona.
Andrea diventato adulto, andò ad abitare in città, dimenticandosi del suo vecchio amico.
Un giorno incontro un taglialegna, che riuscì a convincerlo che il disboscamento era un’azione giusta, che favoriva lo sviluppo economico e il bene di tutti.
Andrea si lasciò persuadere e alcune settimane più tardi andò nella foresta per tagliare anche lui
gli alberi. Quando fu davanti all’ albero saggio prese la 0sega e si preparò ad abbatterlo, ma lui
lo guardò sconfortato e gli disse:” Io ti ho insegnato tutto di questa foresta: i suoi segreti, ma soprattutto la sua importanza, senza di essa e della sua vegetazione neanche tu potresti vivere! Ed
ora sei qui per abbattere decine di piante, ma non capisci che ti stai facendo del male da solo?”.
l ragazzo capì le sue parole, si pentì, lo abbracciò e da allora non solo ritornò grande amico
dell’albero, ma combatté tutta la vita per difendere la foresta e i suoi abitanti.
29
2011: anno internazionale delle foreste
3° classificato pari merito| Valentina Triches
classe I B, della Scuola media di Aldeno
La società di oggi è sempre più attenta alle problematiche di tipo ambientale: si parla molto
di risparmio energetico, di riciclaggio dei rifiuti e di fonti di energie alternative. Poca attenzione
però si riserva alla salvaguardia delle foreste. Proprio per questo motivo l’ONU ha proclamato il
2011 “Anno Internazionale delle Foreste” al fine di favorirne la conservazione.
Le foreste ricoprono circa il 31% delle terre emerse. Sono diffuse per il 44% ai tropici, il 34%
nelle regioni boreali, il 13% nelle foreste temperate e il restante 9% nelle foreste subtropicali.
Ospitano la maggior parte delle specie viventi vegetali e animali. Rivestono un importante ruolo
di depurazione e regimazione dell’acqua e prevengono l’erosione del suolo e la sua desertificazione. Rappresentano la principale risorsa naturale per contrastare il riscaldamento globale,
grazie alla fondamentale attività di fissazione del carbonio esercitata dagli alberi, contribuendo
in questo modo a mitigare i cambiamenti climatici.
Si può dire che le foreste tropicali rappresentano uno degli ultimi polmoni verdi del nostro
pianeta. Esse forniscono inoltre legna da opera e da combustibile, fibre, alimenti e sostanze
medicinali (per esempio il 25% dei farmaci italiani deriva da piante tropicali). Rappresentano
dunque un’ importantissima fonte di reddito, approssimativamente 270 miliardi di dollari l’anno. Questo ha comportato uno sfruttamento eccessivo e sconsiderato delle risorse forestali.
A causa della deforestazione, ogni anno si perdono nel mondo circa 13 milioni di ettari di
foreste, una area pari ad un terzo della superficie italiana. Si tagliano gli alberi per ottenere
legname da bruciare per gli usi domestici o da utilizzare come materiale da costruzione, per
ottenere nuovi terreni da destinare all’agricoltura e all’espansione urbana. Questo fenomeno
interessa soprattutto le aree tropicali, dove si procede al disboscamento con il metodo “taglia,
brucia, coltiva e fuggi”. Dapprima si abbattono gli alberi, dopo si brucia il sotto bosco e la
cenere, depositandosi sul terreno, lo fertilizza. In seguito si coltiva il terreno per i pochi anni che
rimane fertile e poi lo si abbandona. Questo processo causa gravi danni all’equilibrio naturale.
La distruzione del sotto bosco accelera i fenomeni di erosione del terreno.
La deforestazione compromette la biodiversità. Distruggere le foreste, infatti, significa diminuire drasticamente le differenziazioni in termini di flora e fauna (si stima l’estinzione di 100
specie animali e vegetali ogni giorno), minacciando l’intero Ecosistema Terra. Esso si basa su
un delicato meccanismo in cui ogni elemento è indispensabile al corretto funzionamento del
successivo.
Inoltre le attività economiche legate al disboscamento arricchiscono solo pochi, senza dare
alcuna possibilità di sviluppo alle popolazioni indigene che ancora vi abitano. Esse si riversano
così nelle città contribuendo ad aumentare il numero dei disperati in esse relegati e ad abbandonare le loro tradizioni, le loro conoscenze e la loro cultura.
I paesi maggiormente interessati dalla deforestazione, spesso anche illegale, sono Cina,
Colombia, Congo, Brasile, India, Indonesia, Thailandia, Messico e Nigeria.
Secondo il parere degli scienziati la situazione è ormai irrimediabilmente compromessa.
30
Molte cose però si possono fare per arrestare questa folle corsa verso il baratro creato dagli
uomini con le loro stesse mani.
Prima di tutto è necessario che ci sia la consapevolezza del problema. In base ad alcune
statistiche i cittadini italiani sono tra gli ultimi in Europa per quanto riguarda la conoscenza dei
problemi ambientali. È fondamentale promuovere campagne di informazione per sensibilizzare
l’intera popolazione mondiale verso questo atteggiamento irresponsabile di sfruttamento della
natura. Bisogna poi regolamentare il processo del disboscamento utilizzando delle tecniche
che permettano la conservazione del patrimonio forestale, come per esempio il rimboschimento delle zone tagliate. Si può così provare ad adottare uno sfruttamento sostenibile, che possa
consentire anche lo sviluppo delle economie delle popolazioni locali.
Vorrei terminare questo mio elaborato riportando una citazione che mi sembra particolarmente adatta all’argomento fin qui trattato: “La nostra terra è una grande astronave che viaggia
nell’Universo e proteggere anche un solo piccolo ingranaggio vuoi dire salvaguardare tutta
l’astronave”.
Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile del disastro che si sta consumando nelle nostre
foreste. Anche un piccolo gesto come preferire la tipologia di stampa “fronte-retro” o utilizzare
carta riciclata può significare contribuire ad arrestare il processo di deforestazione...
IAIA2000
31
Un puzzle in costruzione
Premio speciale poesia | Angela Azzolini, Linda Brusco, Daniela Saiani
classe II A, della Scuola media di Ala
Il nostro mondo è formato da tanti bambini
Neri, rossi, bianchi e giallini,
Ai quali noi diamo felicità
Con opere di solidarietà.
Tutte le volte che aiutiamo
Nel nostro cuore l’amore sentiamo.
Il mondo è pieno di brutte cose,
Son talmente tante da essere noiose.
Se tutti contribuissero a far la propria parte
Sfruttando anche la propria arte,
Nell’umanità la pace regnerà
E la tristezza più non esisterà.
Un puzzle verrà formato
Se ogni uomo il suo contributo avrà dato.
Ogni bambino desidera una vita felice
Piena di amore, carità e fraternità.
Se tutti ci diamo la mano
Il mondo triste di disprezzo e di crudeltà
All’improvviso svanirà.
In questo modo ogni persona il suo dovere avrà compiuto
Ed il diritto regnerà in assoluto.
In Africa ogni minuto una vita non c’è più.
Noi carestie ed epidemie non ne vorremmo più.
Per questo motivo dobbiamo aiutare
A far sì che il mondo inizi a cambiare.
La solidarietà è un bene per l’umanità
E non si spegnerà
Finchè nel mondo speranza ci sarà.
32
Premio speciale| Deforestazione
Andrea Bonamente, Eleonora Bordoni, Ilaria Pilati, Alessia Vegher, Jacopo Ye
classe III E, della scuola media Arcivescovile
33
Superiori
Temi
1° classificato | Sara Segantin
2° classificato pari merito | Sara Brigadoi
2° classificato pari merito | Alice Dondio
3° classificato | Elia Galbusera, Chiara Longo
Premio speciale poesia| Veronica Tagliaferri
dei benefici naturali di cui noi godiamo senza
neppure accorgercene.
Alla preoccupazione per la tutela della natura
si accompagna anche una giusta sensibilità per le persone meno fortunate e questo
aspetto rende loro particolare merito considerando che vivono in una realtà in cui molto spesso si è spinti alla rivalità, alla sterile
“furbizia” che porta alla prevaricazione delle
esigenze di pochi su quelle di molti.
Rincuorati dalla lettura di questi temi, abbiamo dovuto, controvoglia, individuare i
I temi realizzati dai concorrenti iscritti alla
scuola secondaria superiore sono la prova
che i contenuti della divulgazione effettuata
nelle scuole sul tema della deforestazione
sono stati pienamente assimilati; dimostrano, altresì, che i “giovani di oggi” sono
molto critici nei confronti del comportamento
umano errato e molto sensibili alle tematiche
ambientali. Molti di loro si dichiarano finanche disposti a modificare il proprio stile di vita
per garantire la salvaguardia della Terra e per
consentire alle generazioni future di godere
34
A tutti i concorrenti, come ASSFRON, facciamo
i più vivi complimenti per i valori sostenuti e
difesi; auguriamo un futuro pieno di ricchezze
ambientali e chiediamo di pretendere da tutti i
loro interlocutori e da tutti coloro che possono
incidere con scelte e comportamenti, di rispettare ciò che li circonda, da vicino e da lontano.
componimenti migliori. In questa operazione
abbiamo tenuto particolarmente conto dell’efficacia degli scritti sul lettore perché questi
stessi elaborati possano essere fruttuosi
nell’ulteriore diffusione dei pensieri e dei comportamenti in linea con il rispetto del creato e
del prossimo.
L’insegnante
Lisa Nicolussi Poiarach
35
Un mondo, una vita, un paradiso;
una foresta
1° classificato | Sara Segantin
classe II A.S., della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di Cavalese
Il profumo intenso del sottobosco; del terriccio, delle radici, dell’erba e delle foglie mi giungeva alle narici come una delicata fragranza, mentre sopra di me, il cinguettio allegro di mille
uccelli multicolori rallegrava l’atmosfera. E poi il lento strisciare dei serpenti, il silenzioso movimento dei ragni nelle loro tele, le grida delle scimmie ed il passo felpato dei felini…
Era un mondo; un mondo fantastico, denso di rischi e di pericoli mortali, ma anche di
incommensurabile fascino e mistero. Un regno infinito e magnifico, terribile e meraviglioso
al tempo stesso.
Ricordo ancora i giorni in cui, passeggiando fra tronchi immensi di alberi millenari, ascoltavo; non i semplici rumori ma gli innumerevoli suoni della vita, la vita che diventava colore,
immagini, odori, sensazioni. Osservavo ogni cosa; quel tutto che continuava a muoversi pur
rimanendo immobile, quell’infinito oceano verde, così pieno di silenzio ma allo stesso tempo
ricco di rumore. E da lontano sentivo giungere il richiamo del grande fiume che, assieme alle
piogge torrenziali che cadevano incessantemente per mesi, ci donava la vita.
Poi guardavo il cielo, quei piccoli scorci di cielo azzurro che si intravedevano fra le intricate cime degli
alberi e annusavo il profumo dei fiori tropicali, e allora, nella fitta penombra del sottobosco, pensavo
alla bellezza della natura, della Terra, dell’universo, in quella semplicità piena di odori, rumori, colori…
Sapevo che non era il paradiso, sapevo che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, tutte le
creature dovevano lottare per la sopravvivenza, fra le mille insidie che nascondeva ogni foglia, ogni ramo, ogni cosa. Ma era sempre stato così, fin dai tempi più antichi, ed era così
che doveva continuare ad essere, perché era quello il segreto sacro dell’esistenza, racchiuso
nelle profondità della foresta, un continuo ricambio fra la vita e la morte, che si univano in
una danza continua e infinita, fino a divenire una cosa sola. Perché quello era il passato, il
presente ed il futuro, e non avrebbe potuto essere altrimenti.
Era un mondo perfetto proprio per il fatto che non lo era, in cui acqua, terra, cielo e sole
creavano un tutt’uno con l’universo…
Ma un giorno sono arrivati gli uomini, con il loro odio e la loro rabbia.
Si, sono arrivati su immense macchine gialle che con enormi mandibole dentate hanno graffiato la terra, l’hanno dilaniata, strappando le radici di centinaia di alberi, di fiori, di cespugli.
Io ero lì quel giorno, ho visto morire la mia terra, distrutta da persone che non sanno, e che
forti della loro ignoranza distruggono la vita stessa, violando la natura e la loro stessa Terra...
E così all’improvviso mi sono trovata in mezzo al nulla, in un luogo colmo di desolazione e
disperazione. Avevo perso tutto: la mia casa, i miei cuccioli; spariti mentre ero assente. Vagai
in mezzo a quel deserto, cieca di rabbia e di dolore, cercavo vendetta, ma allo stesso tempo
cercavo riparo; non avevo più niente. Perché? Mi domandavo allora; perché qualcuno dovrebbe
desiderare questo scempio, questo orrore? Non sapevo cos’era la ricchezza, cos’era il potere,
36
non conoscevo l’indifferenza e l’odio degli uomini; sapevo soltanto che la mia vita non c’era
più, divorata da grandi mostri dal rumore assordante che avevano distrutto il mio mondo.
Ero lì, persa fra quelle macerie quando gli uomini tornarono, tornarono e mi videro. Presi a
correre, alla cieca, verso una salvezza che non c’era.
Avevo percorso solo un breve tratto quando sentii il grido di in uomo e poi una specie di
tuono e infine un dolore lancinante al fianco; arrancai ancora per qualche metro poi caddi.
Caddi a terra senza un lamento, mentre una macchia scarlatta andava allargandosi sul mio
pelame scuro…
Ero soltanto un leggero soffio di vento, nell’immensità dell’infinito cielo azzurro, mentre
a terra non era rimasto altro che un triste deserto, e accanto ad un ramo spezzato giaceva
immobile ed inerte un bellissimo giaguaro dal manto dorato…
È questo che vogliamo? Distruggere la risorsa più preziosa della Terra? Forse no… Ma è
quello che stiamo ottenendo: attraverso semplici gesti quotidiani possiamo portare le foreste
alla distruzione, oppure salvarle…
Perché è facile, quando per televisione ci mostrano le immagini di boschi bruciati, alberi
abbattuti e deserti desolati, arrabbiarsi ed indignarsi con le multinazionali che distruggono
foreste per il loro tornaconto, incolpare i politici che seduti sulle loro poltrone di velluto guardano tutto questo con indifferenza, come se la cosa non li riguardasse affatto. È facile, si,
dire: -Non è giusto- ma poi spegniamo la TV, chiudiamo il giornale e continuiamo a comprare,
usare, buttare, sprecare. Mangiamo carne che proviene da pascoli ricavati bruciando ettari di
foreste, compriamo mobili di legno pregiato perché fanno più bella figura in salotto, usiamo
tonnellate di carta per motivi spesso inutili. Allora dico io, a che cosa serve? Ogni anno milioni
di specie animali e vegetali vedono il loro habitat ridursi e scomparire, ogni anno milioni di
alberi cadono, i terreni si seccano, specie si estinguono, animali muoiono…
E noi cosa facciamo? Stiamo a guardare, indignandoci ogni tanto per quello che succede,
ma in concreto non facciamo nulla. Perché il problema non ci riguarda; è così lontano dalle
nostre vite, dalle nostre giornate, quasi irreale. E allora, a cosa serve preoccuparsi?
Ma le foreste sono un patrimonio indispensabile per la vita sul pianeta! Hanno un ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità e nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico.
Sono inoltre fonte di benefici a livello socio-culturale e costituiscono il fondamento del sapere
di moltissime popolazioni indigene che le abitano. Ma cosa più importante, sono i maggiori
produttori di ossigeno della terra! E questa, direi, è una cosa che ci riguarda eccome!
Nel mondo esistono moltissime foreste di tutti i tipi: temperate, boreali e tropicali, di conifere
e di latifoglie, foreste secche, palustri e di mangrovie… Ma la più conosciuta è sicuramente la
foresta Amazzonica che con i suoi 7 milioni di km2 è la più grande del pianeta e che contiene
il maggior numero di specie biologiche, animali e vegetali, al mondo! E proprio l’Amazzonica
è la foresta più minacciata dall’incessante e costante lavoro distruttivo dell’uomo. Pensate che
ogni minuto, in Brasile, sparisce una quantità ti territorio boschivo pari (o maggiore) ad un
campo da calcio; provate ad immaginare in un giorno!
Fortunatamente però, a questi affaristi senza scrupoli, a questi uomini potenti che si arricchiscono alle spalle di un patrimonio indispensabile per la nostra stessa vita, si oppongono
moltissime associazioni come Greenpeace, Forest Movement Europe, Ecogreentips, Global
Forest Coalition, Federation of American Scientist, Arca Onlus, WWF, Legambiente e molte
altre. Associazioni che stanno ottenendo un appoggio sempre maggiore da parte dei governi e
37
dei singoli cittadini. Ma purtroppo è ancora troppo poco, troppo poco per scoraggiare industrie
e multinazionali, troppo poco per fermarle. Per ora. Ma più riusciamo a prendere coscienza di
questo grave problema, più possibilità ci saranno di riuscire a fermarlo, perché se tutti facessimo qualcosa, anche un piccolo gesto come comprare prodotti con un marchio di garanzia
che testimoni che non provengono da zone a rischio di deforestazione, se tutti ci unissimo
contro questo scempio, il problema non esisterebbe più. E allora pensiamo che le foreste rappresentano tutti gli esseri viventi, che sono un’eredità
millenaria che ci ha lasciato il tempo, sono il cuore della terra, sono il suo respiro e la sua vita.
Non possiamo fare a meno delle foreste perché esse rappresentano la natura, rappresentano
tutto ciò che è, rappresentano ciò che noi siamo, sono il nostro passato, il nostro presente
ed il nostro futuro.
Le foreste sono la speranza di un mondo migliore, sono il sogno di ciò che potrebbe essere,
sono l’aria, l’acqua e la terra.
Le foreste sono la Vita, sono il Futuro, sono la Speranza. Lottiamo per la sopravvivenza del
nostro mondo, lottiamo per le foreste, perché possiamo ancora salvarle.
Un piccolo grande segreto
2° classificato pari merito | Sara Brigadoi
classe III BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca”
di Cavalese
C’erano una volta due famiglie, che abitavano in due pianeti diversi, ma non troppo distanti:
infatti ogni mattina si salutavano con un semplice gesto della mano.
Nonostante ci fossero solo pochi metri di distanza di cielo e stelle tra loro, erano due famiglie completamente diverse: l’una, la famiglia Verdi, era paffuta, sorridente e sempre in gran
salute, l’altra, la famiglia Grigi, aveva sempre l’aria malaticcia e insoddisfatta.
Tutto ciò sembrava veramente assurdo, poiché mentre i Verdi erano dei semplici contadini,
i Grigi erano grandi imprenditori ricchi e pieni di qualunque invenzione moderna, tanto che
avevano dovuto acquistare una stella da usare come dispensa.
Il pianeta dei Verdi era ricoperto di alberi e di campi, il pianeta dei Grigi era come loro: grigio
e cementato.
Un giorno il papà, nonché capo dei Grigi, il signor Calcestruzzo Grigi, mentre metteva in
ordine sulla stella tutte le cose inutili che la sua famiglia continuava ad acquistare, iniziò ad
osservare con attenzione il pianeta dei verdi:”Quanto spazio edificabile: chissà quanti soldi
38
potrei guadagnare e chissà quanto altro cemento potrei utilizzare. Ah il cemento: il miglior
investimento! Indistruttibile e solido!”
Ma come riuscire a convincere Clorifilla Verdi, il capo famiglia dei Verdi, a cedergli il pianeta?
Così un giorno, con una scusa, andò nel pianeta dei Verdi per iniziare ad esplorarlo: ad ogni
passo il signor Calcestruzzo si sentiva sempre più ricco e sempre più grigio, dentro e fuori.
Ed ecco che, in lontananza scorse la casa sull’albero di questa famiglia così solare e felice.
Dopo aver bevuto con loro un po’ di vino delle loro vigne, iniziò ad incantarli con i suoi racconti delle città e dei palazzi che aveva costruito: raccontava loro di quanto questi grattacieli
fossero alti, molto più alti dei loro alberi. E loro, i Verdi, così buoni ed ingenui, caddero nella
trappola che il signor Calcestruzzo aveva costruito a regola d’arte.
Una firma qui, un’altra lì ed ecco che i verdi avevano deciso, seppur non di loro volonta,
che il loro pianeta sarebbe diventato un oceano di “civilità” come l’aveva chiamata il signor
Calcestruzzo; un oceano di cemento in realtà.
Ruspe, macchinari d’ogni genere invasero il pianeta verde e iniziarono a farlo diventare
bianco e nero.
Solo in un angolino nascosto, il piccolo della famiglia Verdi, Fiorenzo, teneva ben coperto e
lontano dalle fauci dalle ruspe, un piccolo alberello: Fiorenzo non si era fatto abbindolare dalle
parole di quello schiavo del Dio Denaro, anzi.
In pochi giorni la “civiltà” distrusse quello che la natura aveva costruito in milioni di anni.
Inizialmente come dei bambini di fronte a giocattoli colorati, tutta la famiglia (a parte Fiorenzo), era entusiasta del nuovo grattacielo in cui viveva, da cui poteva vedere tutta la desolazione del loro pianeta.
Ma dopo alcuni giorni iniziarono a non sentirsi bene: tosse, febbre… Anche la famiglia Grigi
non se la passava meglio.
L’unico indenne neanche a dirlo, era Fiorenzo.
Nessuno riusciva a capire questo mistero! Eppure loro avevano tutto: erano tutti civili e moderni.
Più il tempo passava, più stavano male, più la differenza tra loro e Fiorenzo era evidente.
Insospettito da ciò, il padre Clorofilla, seguì suo figlio che era sgattaiolato fuori dal suo letto.
E vide… Un grande albero, ben nascosto tra mille blocchi di cemento: maestoso, brillante
e soprattutto colorato.
Non appena si avvicinò di più, si sentì subito meglio.
Fiorenzo inizialmente si spaventò alla vista di suo padre e pensò che l’avrebbe sgridato
per non aver condiviso il suo segreto e subito allora gli disse: ”Scusa papà io non volevo
nascondervi nulla, ma voi sembrate così contenti di questa vostra scelta, che avevo paura
di deludervi!”
Il papà commosso dalla purezza d’animo del figlio, l’abbracciò forte e finalmente capì:
avevano soffocato il respiro vitale, per fare posto ad una nube mortale.
Pochi anni dopo…
C’erano una volta due famiglie, che abitavano in due pianeti diversi, ma non troppo distanti:
infatti ogni mattina si salutavano con un semplice gesto della mano.
Le due famiglie erano molto simili, la cosa che però stupiva era che mentre la famiglia
Verdi era realmente verde, così come il loro pianeta, la famiglia Grigi ed il loro pianeta erano
tutt’altro che grigi!
Ma tutto successe quella volta che il signor Calcestruzzo… L’ho già raccontata questa storia?
39
Le popolazioni africane e il volontariato
2° classificato pari merito | Alice Dondio
classe III BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca”
di Cavalese
“Per fare il legno ci vuole l’albero”. E fino a qui siamo tutti d’accordo: se voglio costruire
un tavolo, comprerò del legno, ottenuto tagliando alberi. E se poi mi dicono che gli alberi
ricoprono ben il 30% della superficie terrestre, ancora meglio: farò un tavolo e due sedie.
Anzi, già che ci sono, una casa intera.
Ma poi mi fermo un attimo, e ripenso all’albero. Ripenso a quando da bambino giocavo
“là dove c’era l’erba” e dove “ora c’è una città”, a tutti quei ragazzi della via Gluck, quegli
alberi sradicati per diventare un tavolo. Perché, diciamolo, solo il 12,7% degli ettari di foreste
è protetto. E probabilmente quel legno che ho scelto proviene da una foresta non protetta.
Non mi piace.
Non mi è mai interessata l’argomento, perciò vado ad informarmi. Scopro che ogni minuto
una superficie di 26 ettari di foreste viene abbattuta, per una riduzione della superficie totale
pari a 13 milioni di ettari ogni anno.
Scopro che gli alberi, incredibile!, non servono solo per costruire tavoli, ma che fanno parte
di complessi ecosistemi che, a causa dell’abbattimento degli alberi, vengono irrimediabilmente danneggiati o, più spesso, completamente distrutti. Scopro che questi ecosistemi non
comprendono solo alberi, piante o fiori, ma anche animali, persino popolazioni indigene.
Scopro che le foreste respirano. Le chiamano i “polmoni della Terra”. Sono loro che, assorbendo anidride carbonica, un gas serra tra le principali cause del surriscaldamento globale,
rilasciano nell’atmosfera l’ossigeno, permettendoci di vivere.
Scopro che hanno un’importante funzione idrogeologica: attraverso le loro radici non solo
assorbono l’acqua, ma ne rallentano il corso; si mantengono salde al terreno, le loro radici,
evitando frane e smottamenti.
Scopro tutto questo e inizio a riflettere. Rifletto, rifletto ancora, rifletto. Non ho ancora
deciso se il tavolo che comprerò sarà un tavolo equo e solidale proveniente dal Perù, non so
ancora se sarà un semplice tavolo in tamburato, di quelli che compri e poi ti monti a casa.
Non lo so ancora. Per ora so che “per fare il legno, ci vuole un albero” e che se voglio che
cresca dovrò sbrigarmi e piantare un seme nel mio giardino.
40
Non ancora
3° classificato pari merito | Elia Galbusera, Chiara Longo
classe III BS - IV BS, della Scuola superiore …
“La Rosa Bianca” di Cavalese
“E mi raccomando: mangia tutto quello che trovi nel piatto!”
Probabilmente vi sarà già capitato aver sentito uscire dalla bocca di vostro padre, un ordine del genere. Ed è proprio così che comincia questo breve racconto: la cena del 15 marzo
2012. Il figlio dei signori Ferrari, prestigiosa famiglia di Ravenna, era sempre cresciuto tra
il lusso sfrenato e il consumo smodato di cibi e bevande. Oramai non era più un bambino,
anche se la sua educazione risultava molto inferiore rispetto a quella che sarebbe dovuta
essere. Ma il difetto maggiore, era un impressionante disprezzo per il cibo e i beni primari,
nonostante ne usufruisse molto spesso e volentieri.
“Stai scherzando, spero?! Non mangerei mai una sbobba del genere. Neanche se dovessi
vivere nel terzo mondo!” Fu proprio questa la sua risposta all’affettuoso ordine del papà.
Il padre, tutto sconsolato, non seppe cosa rispondere e fece credere al figlio di aver avuto
ragione. Subito dopo il pasto, il ragazzo corse a chiudersi nella sua camera: il suo castello,
nel quale nessuno poteva ficcarci il naso senza il suo permesso. Riusciva a starci dentro
per ore senza bisogno di niente e nessuno, solo con la sua musica nelle orecchie e i suoi
pensieri cupi.
Immobile. Sdraiato sul suo letto pensando:“Che schifo!”
“Dai figliuolo! Mancano solo pochi chilometri.”
“Lo so papà. Ma sono stanco e ho tanta fame!”
“Resisti e vedrai che buona cena ci cucina poi la mamma!”
“Non vedo l’ora!”
Erano ormai più di due ore che camminavano su quella strada: ognuno con una giara
d’acqua sulle spalle. Trentacinque litri in tutto: venti il padre Shanu e quindici il figlio Ikki di
solo dodici anni, il primogenito di cinque fratelli. Gli altri erano rimasti a casa: erano troppo
piccoli per sopportare il peso delle giare piene e anche se fossero venuti, non avrebbero
potuto aiutare il loro fratellone poiché oltre a quella che portava il padre, vi era una sola
damigiana.
Trentacinque litri d’acqua per otto persone.
Giunti a casa più o meno alle otto di sera del 15 marzo 2012, padre e figlio coprirono le
giare con un telo in modo che le mosche e la polvere non vi entrassero. Corsero nella tenda...
Ad aspettarli c’erano la mamma e tutti i fratelli: tranne uno. Yhani stava male oramai da
parecchi giorni. Indebolito e ormai senza forze per la mancanza di cibo morì la sera stessa
tra le braccia disperate della madre.
Aveva solo sette anni.
I fratelli disperati si tenevano stretti alla mamma per consolarla e infondergli coraggio; tutti
tranne uno.
41
Ikki infatti era fuori dalla tenda: ritto in piedi sembrava non sentire la fatica della lunga
camminata di andata e ritorno dal pozzo. Fissava il cielo stellato. Non avevo mai saputo
cosa fossero quelle strane lucciole appese sull’immacolato telo colore blu notte e non voleva
neanche scoprirlo.
Gli bastava il fatto che esistessero e che fossero lì solo per essere ammirate.
Era lì, concentrato a fissare l’immensità della notte. Aveva il viso sporco e provato dalla
fatica che, nonostante tutto, non dimostrava affatto.
Sulla guancia scorreva una lacrima. Una, piccola e lucente lacrima di pianto. Ma i suoi
occhi non erano tristi. Era turbato dalla morte del fratello ma negli occhi splendeva una
lumino di speranza.
In cuor suo sapeva che finalmente il suo piccolo fratellino aveva raggiunto un posto migliore di quello. Un giorno l’avrebbe rivisto, ma non ancora.
Non ancora.
42
Deforestazione
Premio speciale poesia | Veronica Tagliaferri
classe IV BS, della Scuola superiore “La Rosa Bianca” di
Cavalese
Tu, di animai e sassi protettore,
acqua pel suolo, per noi nutrimento,
del carbonio nell’aere gran Signore,
fiero sostieni la forza del vento.
Bestie pensanti da un Dio accecate
- il Dio di metallo, reo e malvagio t’ammazzano con anime spietate,
sol curandosi del proprio lor agio.
Piangono e strillano gli uomini buoni
lor saggiamente l’errore indicando
‘ché qual terribil seguito sanno avrà.
Ma ecco che il clima cangia ora e già
solo le lagrime il suol stan bagnando
là dove l’aere non sente più suoni.
43
Sezione video
1° classificato scuole superiori | Gloria Nicastro, Francesca Alzalamira
2° classificato scuole superiori | Caterina Janeselli
1° classificato scuole medie | Mirco Andreatta, Alessandro Prioli, Caijun Lin,
Pietro Massaggia
2° classificato scuole medie | Davide Tomasi
Menzione simpatia scuole medie | gruppo classe I F, scuola media
“Aldo Stainer “ Lavis
nale, accanto ai lavori in cui gli aspetti tecnici
vengono padroneggiati con più abilità.
Tra gli aspetti più apprezzati sono stati la freschezza e la disponibilità a mettersi in gioco
di persona, prestando le proprie voci, e a volte
anche i propri volti, alla denuncia degli sprechi,
delle sperequazioni sociali, degli abusi e delle
miopie che mettono a repentaglio gli equilibri
ambientali del pianeta. In questo senso sono
stati privilegiati particolarmente gli sforzi di chi
Informati, consapevoli, rispettosi dell’ambiente, solidali. I tanti studenti di tutte le età che si
sono iscritti al concorso con un video o una
presentazione multimediale hanno risposto
con passione e competenza alla campagna
di sensibilizzazione promossa da ASSFRON.
Per questo, nel valutare positivamente tutti gli elaborati, la giuria ha inteso segnalare
soprattutto quelli che offrono un maggiore
apporto di rielaborazione personale e origi-
44
movimento ci dà speranza che anche in futuro il video si confermi veicolo di creatività e di
pensiero. Invitiamo allora tutti i partecipanti a
continuare a cercare, rifuggendo dalle formule
preconfezionate per tornare a sorprenderci con
uno sguardo nuovo e una ventata di vivacità.
ha voluto “esserci”, dietro o davanti la videocamera, rispetto alle prove pur meritevoli di chi
ha montato i propri testi con immagini e clip
trovate sul web.
Vedere decine di ragazzi pronti ad esprimere
contenuti importanti attraverso le immagini in
Direttrice Religion Today Filmfestival
Katia Malatesta,
45
1° classificato scuole superiori | Amazzonia
Francesca Alzalamira, Gloria Nicastro | classe I BS, Istituto di Istruzione
“La Rosa Bianca” di Cavalese
46
2° classificato scuole superiori | Deforestazione
Caterina Janeselli | classe III, Istituto di Grafico “Sacro Cuore” Trento
47
1° classificato scuole medie | Un posto sulla terra
Mirco Andreatta, Alessandro Prioli, Caijun Lin, Pietro Massaggia | classe I C,
scuola media Bronzetti Segantini
48
2° classificato scuole medie | Le differenze del mondo
Davide Tomasi | classe II A, Istituto Comprensivo di Ala
49
3° classificato scuole medie | Le margherite
Belkiss Drauil, Imen Hadjamor, Josefina Mecaj | classe II E, scuola media
Bronzetti Segantini
50
Menzione simpatia | Dai comportamenti quotidiani un gesto di solidarietà
Valentina Bosniack, Davide Piffer, Jessica Piffer, Aurora Pilati, Mattia Rizzoli,
Marzia Troier | classe I F, scuola media “Aldo Stainer” Lavis
51
Il costante impegno di assfron per un
modello di sviluppo consapevole e per
far crescere nelle giovani genrazioni
il valore della solidarietà, della pace
e della condivisione
MOTIVAZIONI
ASSFRON, grazie alla particolare sensibilità dei suoi associati, convinti dell’urgenza
e dell’importanza di una scuola che sappia
aprirsi oltre gli orizzonti locali, che sappia
riscoprire i valori fondamentali della solidarietà, della condivisione, della pace e che
sappia impegnarsi per un diverso modello di
sviluppo, più equo e più solidale, con meno
sprechi in ogni campo, sta portando avanti
nella scuola e più in generale nella società
civile trentina una vasta azione di sensibilizzazione su queste tematiche. In quest’ottica
di anno in anno l’associazione fa proprie le
scelte che l’ONU riserva ad un tema di particolare importanza per il futuro del pianeta. Il
2012 è stato dichiarato anno internazionale
delle energie pulite per tutti.
L’esperienza maturata in questi anni ci dice
come la trattazione di questi temi nella scuola sia particolarmente importante e costantemente apprezzata da insegnanti e dirigenti
scolastici, ma anche da scolari e studenti.
Obiettivi specifici
Le finalità specifiche del progetto son quelle
di creare una mentalità nuova, nell’affrontare innanzi tutto la vita quotidiana. Pensiamo
agli sprechi che si verificano in ogni campo
da quello dell’acqua, a quello del cibo a quello dell’energia. Pertanto il progetto si pone
l’obiettivo di creare dei giovani cittadini consapevoli dei propri diritti ma anche dei propri
doveri, facendo innanzi tutto capire come noi
viviamo in un contesto molto più fortunato di
tanti ragazzi e bambini che hanno avuto la
sfortuna di nascere in altre parti del pianeta.
Queste le principali attività previste:
Innanzi tutto il coinvolgimento delle scuole:
1) Per questo motivo è previsto l’invio del
progetto a tutte le scuole ed agli insegnanti referenti con l’invito ad inserire la
proposta di ASSFRON nel progetto formativo del prossimo anno scolastico.
2) Realizzazione del materiale didattico: li-
52
bretto e video, da utilizzare come sussidio
didattico nelle scuole. Alla redazione del
testo stanno già lavorando due volontari
ASSFRON esperti in materia.
3) Sensibilizzazione del gruppo di insegnanti
che già in passato hanno collaborato su
queste tematiche con l’associazione attraverso specifiche lettere fatte ad hoc.
posto di adottare un piccolo impianto di
produzione di energia pulita in Karamoja
– Uganda dove ASSFRON ha una serie di
referenti affidabili e dove il livello di povertà
ha raggiunto limiti spaventosi. L’82% della
popolazione vive in condizioni di assoluta
povertà. A tutte le scuole che saranno incontrate sarà infatti proposto di sostenere
il progetto con un iniziativa concreta quale
la realizzazione di un piccolo impianto di
energia per la bollitura dell’acqua per un
gruppo di almeno 10-12 scuole. (vedi foto
del sistema di cottura azionato dall’energia solare), costi contenuti e poca manutenzione sono le caratteristiche di questo
sistema.
Collegamenti con progetti di solidarietà internazionale
Una caratteristica che contraddistingue
questo progetto è senza dubbio quella che
esso è fortemente ancorato ad un progetto
di cooperazione internazionale. Alle scuole che saranno incontrate sarà infatti pro-
53
Adotta un sistema di cottura solare
in Karamoja
Nell’anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti, voluto dalle Nazioni Unite,
dopo di quello dedicato alle foreste e alle
popolazioni africane, ASSFRON intende dare
il proprio piccolo contributo, che serva da
esempio, per affrontare il problema della produzione di energia pulita considerato che è
proprio la produzione energetica la maggiore
responsabile delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Lo intende dare in una realtà come la
Karamoja, piccola regione dell’Uganda, nel
cuore dell’Africa nera dove esiste un’assoluta mancanza di legna mentre siamo in presenza di una fonte energetica inesauribile e
pulita com’è il sole. La risposta può venire da
piccoli sistemi di forni per cottura e bollitura
dell’acqua che funziona come un riflettore parabolico che concentra i raggi del sole su una
pentola che è messa al centro della parabola
e la riscalda. È possibile raggiungere la stes-
54
sa temperatura delle cucine tradizionali, circa
200 gradi, e conseguentemente oltre che bollire l’acqua - problema enorme in certe aree del
pianeta come la Karamoja friggere e infornare.
La realizzazione del progetto in questa regione
fra le più povere del pianeta, che ormai la nostra associazione ha adottato con una serie
di piccoli progetti può servire anche in questo
caso come esempio per le popolazioni della
zona, ma particolarmente per le scuole.
L’obiettivo del progetto al quale sono invitate tutte le scuole a partecipare è quello
di creare una rete di questi piccoli sistemi di
cottura per alleviare uno dei più gravi problemi per le popolazioni della regione, qual
è appunto la mancanza di legna per cucinare e bollire l’acqua. Se pensiamo che il
consumo dell’acqua non bollita proveniente
da fonti insane è la responsabile della maggior parte delle malattie, ci rendiamo conto
dell’importanza di questo progetto.
Le scuole presso le quali realizzare gli impianti saranno individuate dal nostro referente
per la Karamoja, mr. Charls, in collaborazione
con il vescovo della Diocesi di Kotido mons.
Giuseppe Filippi.
Basta un piccolo segno per fare delle grandi cose. Si pensi che con meno di 400 euro
è possibile realizzare uno di questi sistemi di
cottura ci si rende conto come con poco si può
fare molto. Ci pare questo il modo migliore per
dare come scuola e più in generale come comunità trentina un segnale nella giusta direzione per dare il nostro piccolo contributo sul
fronte della solidareità come su quello di un
ambiente più vivibile e più umano.
COME ADERIRE AL PROGETTO?
Partecipando all’attività di ASSFRON che
offre gratuitamente a tutte le scuole di ogni
ordine e grado del Trentino la possibilità di
organizzare degli incontri durante i quali
sarà presentato il tema nella sua completezza e saranno lanciate le campagne di
sottoscrizione per aderire al progetto.
Chi volesse farlo anche senza gli incontri a scuola, può avvalersi del conto
corrente intestato a: Associazione Scuola
Senza Frontiere c/o Cassa Rurale di Trento con la causale: donazione per l’acquisto di un sistema di cottura per le scuole della Karamoja. Coordinate bancarie…
IT 91 P 08304 01820 000020336670.
55
Scarica

DIFENDERE LA FORESTA