56 VENERDÌ 6 MARZO 2009 L’ECO DI BERGAMO MOTORI Skoda Octavia festeggia i cinquant’anni Era l’ottava evoluzione della serie Popular. Sospesa nel ’71, ritorna nel ’96 Corvette Stingray nata per il set ■ Al Salone di Chicago la General Motors ha svelato in anteprima le cinque protagoniste del film «Transformers: revenge of the fallen», sequel della celebre pellicola che vede le automobili trasformarsi in robot. La più spettacolare è la concept Corvette Stingray che, nel disegno della coda con il lunotto diviso in due parti, rende omaggio alla famosa Sting Ray del 1963. Non verrà mai prodotta, ma il suo stile influenzerà sicuramente il look della Corvette di prossima generazione. dia, con carrozzeDopo avere festegria a due volumi e giato nel 2005 i suoi mezzo e pianale primi cento anni come in comune con costruttore automobiliAudi A3 e Golf stico, la Škoda celebra IV. Aspetto soliquest’anno il cinquando, tecnologia tetesimo anniversario di desca e finiture di uno dei suoi modelli qualità, unite a un vanpiù rappresentativi. La taggioso rapporto quaOctavia, così battezzalità-prezzo, contribuita per il fatto di essere scono al successo della l’ottava evoluzione sul vettura e al rilancio deltema della serie «Popula marca ceca sui merlar», venne presentata cati internazionali. Con al pubblico il 6 gennaio la seconda serie, pre1959. La carrozzeria a sentata nel 2004, cretre volumi e due porte scono le dimensioni, la riprendeva il disegno classe e la ricchezza dedella precedente 440 gli allestimenti. Al pun«Spartak», mentre la che l’edizione precemeccanica si distingue| Una Skoda Octavia vecchio stile e, nel riquadro, il modello più recente | to dente rimane in listino va per lo schema adotcon il nome Octavia tato sull’assale anteriore, dove molle elicoidali e ammortizzato- tante in acciaio e motore posteriore, pre- Tour. Recentemente sottoposta ad un riuri telescopici sostituivano le tradizionali se il suo posto. La versione station wagon, scito restyling, che nel frontale l’ha resa molle a balestra. Prodotta nello stabilimen- introdotta nel 1961 e assemblata anche in simile all’ammiraglia Superb, oggi la Octavia offre un’ampia gamma di motorizzato di Mladá Boleslav, era proposta con mo- Cile, sopravviverà invece fino al 1971. Il nome Octavia riappare nel 1996 quan- zioni, due tipi di carrozzeria (berlina e watori a benzina da 1.1 e 1.2 litri. La prima fase della carriera della Octa- do la Škoda, rilevata cinque anni prima gon), una versione sportiva e una varianvia si concluse nel 1964, quando la più dal gruppo Volkswagen, lancia al Salone te off-road a quattro ruote motrici. Diego Signorelli moderna «1000 MB», con scocca autopor- di Parigi un elegante modello di classe me- Moto, l’usato tiene Ecco come si compra A quota 672 mila nello scorso anno Dal crollo dei mercati che ha contraddistinto il 2008 si è salvato solo il comparto delle moto usate: nell’ultimo anno, mentre le nuove immatricolazioni calavano del 7,9 per cento, i trasferimenti di proprietà hanno raggiunto quota 672.426 contro i 672.638 del 2007 e i 614.903 del 2006. Insomma, in un momento come l’attuale in cui i potenziali acquirenti dispongono di somme più modeste, la compravendita di moto di seconda mano sembra tenere. Ma acquistare un usato di buona qualità non è facile, perché nei mesi successivi potrebbero emergere molteplici difetti, sfuggiti al momento dell’acquisto. Per evitare di incorrere in simili eventualità, è importante verificare sul libretto di manutenzione la corretta esecuzione di tutti i tagliandi. Molto tempo deve poi essere dedicato all’osservazione della moto, possibilmente illuminata dalla luce solare: ricordiamo che quattro occhi vedono meglio di due, e sei ancora meglio. Più che sui valori indicati dalla strumentazione, il chilometraggio effettivo può essere desunto dallo stato delle gomme, dall’usura dei dischi dei freni, dalle condizioni della carrozzeria e dal consumo delle leve e dei gommini della pedaliera. Particolare attenzione va prestata al rivestimento degli steli della forcella e all’area del cannotto di sterzo. Talvolta l’esemplare in vendita è reduce da una caduta o addirittura da un incidente: l’inghippo può essere scoperto se la moto monta leve piegate, scarichi ammaccati o carter motore segnati o anche se le diverse parti sono verniciate con tonalità differenti. I residui di un sinistro si possono cogliere anche dalla prova su strada, da esigere in ogni caso: la moto potrebbe faticare ad andare dritta o risultare instabile nei cambi di direzione. Il test serve anche per verificare la qualità degli scarichi (cioè se troppo rumorosi o se emettono fumo in eccesso), il funzionamento di luci, frecce e clacson, e l’assenza di rumori anomali. Se tutti questi controlli danno esito positivo, è meglio chiedere una visura al Pra (costa meno di 3 euro), per verificare se il precedente proprietario non ha pagato uno o più bolli o addirittura se la moto risulta radiata. Superata anche questa fase, si può procedere all’acquisto, direttamente negli uffici del Pra o alla Motorizzazione e con una spesa di soli 89,40 euro. Il momento della firma non va sottovalutato, perché i 24 mesi di garanzia che i concessionari devono concedere per legge possono essere dimezzati da una clausola scritta nel contratto. Nessuna garanzia è invece dovuta dai venditori privati che, non a caso, applicano prezzi più bassi, non essendoci alcuna commissione per gli intermediari. Tornando alla fase iniziale, cioè alla scelta del modello, non vanno trascurati i costi di manutenzione e gestione e nemmeno la disponibilità dei pezzi di ricambio originali e succedanei: più una moto è rara, più tempo ci vorrà per rinvenire i pezzi da sostituire e maggiore sarà il loro valore. Com’è naturale i modelli più facili da trovare sono anche quelli che hanno fatto registrare le maggiori vendite negli ultimi anni: tra i venditori si scatena una concorrenza fino a ridurre le tariffe a valori molto interessanti. Così non sarà difficile trovare una Honda Hornet del 2002 a 2.200 euro, una Ducati Monster 620 del 2003 a 2.600 euro e una Kawasaki Z750 del 2004 a 3.000 euro. Sempre per la stessa legge, si mantengono invece alti i prezzi di modelli di nicchia coma la Mv Brutale 750 (7.000 euro per un 2004) e la Benelli Tnt 1130 (8.500 euro per un 2005). Sempre che non vi siano stati più passaggi di proprietà o il proprietario non abbia esigenze impellenti di fare cassa: in tali casi si possono spuntare prezzi anche più bassi. Giovanni Cortinovis | Da controllare la qualità delle emissioni | | Nell’acquisto di una moto usata, la prova su strada è una delle verifiche fondamentali per scoprire gli eventuali difetti | Il Gpl per le due ruote: c’è tanta strada da percorrere A doppia alimentazione due scooter su centomila. Omologazione solo per gli euro 0 e 1 fino a 150 cc | In alto la bombola nel sotto sella, qui sopra i comandi dell’alimentazione e nel tondo il kit per il Gpl | Dopo aver accumulato un lustro di ritardo nell’adozione del Gpl, il mondo delle due ruote cerca di colmare il gap con le auto: nel 2004 su oltre 2,2 milioni di autovetture immatricolate solo 349 avevano la doppia alimentazione benzina più Gpl, cioè 2 ogni 100 mila, percentuale che all’incirca corrisponde all’attuale incidenza degli scooter che affiancano alla propulsione tradizionale il Gpl. L’obiettivo è di emulare il boom realizzato nelle auto che nel 2008 sono arrivate a quota 73.689, raggiungendo così il 3,41 per cento del venduto. Sul progetto investe da anni la Lovato Gas di Vicenza, specializzata in impianti Gpl e metano per auto, facendoli montare dagli stessi installatori che si occupano delle vetture. Per legge il serbatoio deve essere in posizione protetta in caso di incidente o caduta. Così, l’unica sistemazione possibile della bombola, che pur dotata di 6 litri di capienza può essere riempita solo all’80 per cento, è il sotto sella. Alla sparizione dello spazio per il casco corrispondono però numerosi vantaggi. Anzitutto la possibilità di circolare anche in presenza di blocco del traffico: il Gpl riduce del 30 per cento le emissioni dei CO e non genera particolato. Poi l’accresciuta autonomia garantita dal bi-fuel, sfruttabile senza scendere dalla sella perché il passaggio da una alimentazione all’altra avviene premendo un pulsante posto sulla parte sinistra del manubrio. Al momento ancora trascurabile è invece il vantaggio economico, perché il risparmio rispetto alla benzina di circa 55 centesimi per ogni litro di carburante è controbilanciato dal costo dell’impianto, da 700 a 800 euro a seconda delle cilindrate. È invece parzialmente smentita la leggenda della significativa perdita di potenza rispetto ai modelli tradizionali: in un test al banco effettuato dalla rivista «Mototecnica» è risultato un calo del 4 cento su un cinquantino e del 7 per cento su 125-150 cc, mentre fino a 6 mila giri i 150 cc hanno fatto registrare un’erogazione addirittura superiore. Si trattava di modelli messi a punto da Bikestaff (sede a Milano), forse l’unica officina per moto d’Italia ad aver preso a cuore il progetto, che ha ribattezzato «Gassino», svolgendo numerosi studi per perfezionarne la resa. L’unico problema è invece rappresentato dalla ridotta gamma degli scooter su cui può essere installato il kit della Lovato: l’omologazione è infatti valida solo per gli scooter fino a 150 cc e solo per i modelli euro 0 ed euro 1. Ma, hanno garantito i produttori, se le vendite dovessero impennarsi, si impegneranno per ottenere l’omologazione anche delle cilindrate superiori e persino degli euro 2 e 3. Gi. Co.