Anteprima Estratta dall' Appunto di Storia economica Università : Università degli studi di Bari Facoltà : Economia Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. 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TRA ESPANSIONE E SVILUPPO ECONOMICO NELL’EUROPA DEL XVIII SECOLO 1.1 NUOVE PROSPETTIVE SULLA MODERNIZZAZIONE ECONOMICA E LE MOLTE STRADE PERCORSE DALL’EUROPA VERSO IL XX SECOLO Secolo identificato con l’Illuminismo, guerra di indipendenza usa, rivoluzione francese e crisi delle monarchie europee dell’ancien regime. Per gli economisti, il secolo è studiato in funzione delle rivoluzioni industriali che nel secolo successivo trasformeranno le economie prima europee poi mondiali. e.c om Il primo paradigma era quella del “modello unico di modernizzazione” della Gran Bretagna di fine XVIII secolo e poi imitato da tutti i paesi che riuscirono ad industrializzarsi nel XIX secolo, reso famoso dallo studio di Rostow sulla prima rivoluzione industriale in Inghilterra (Stages of Economic Growth, 1960), nel quale questa viene considerata come la base empirica per un modello generale di sviluppo economico moderno applicabile a tutte le economie di ogni luogo e tempo e l’industrializzazione è il momento definitivo della trasformazione economica dal premoderno al moderno, definito dalla metafora del decollo (take-off) verso una crescita economica autosostenuta, evento epocale e fondamentale nella storia del mondo ottenuto grazie alla tecnologia ed ai macchinari. AB Ct rib Nel corso della prima metà del 900 l’industrializzazione europea era stata studiata secondo il modello diffusivo del caso inglese, come risultato cioè del cammino di sviluppo dei followers nei confronti del first mover, i quali semplicemente impiegavano le nuove tecnologie disponibili importandole. Nuove interpretazioni mostrano come le differenti economie europee percorsero un cammino difficile e doloroso in una varietà di modi e velocità. Il decollo in Inghilterra è il risultato (l’apice) di una serie di precedenti cambiamenti e rivoluzioni che ne costituirono le precondizioni economiche, istituzionali e culturali: Rivoluzione agricola, incremento produttività (nuovi metodi di coltura, rotazioni di nuove colture, nuove forme di amministrazione agricola), liberazione di manodopera. Rivoluzione demografica: incrementa la manodopera e la domanda. Rivoluzione dei trasporti: mobilità, espansione del commercio locale ed interregionale. Rivoluzione nel credito: nuove istituzioni bancarie, flussi di investimento. Rivoluzione commerciale: nuova ricchezza, attitudini imprenditoriali, modelli di domanda e di consumo, frontiere del commercio più ampie. Per Rostow il capitalismo industriale era il prodotto di una impresa libera, che era stata capace di far leva sulla tecnologia mentre tra gli oppositori, Karl Marx & marxisti non interpretano diversamente sottolineando il carattere di sfruttamento che caratterizza il capitalismo borghese, la ricchezza dei ricchi deriva dallo sfruttamento dei poveri. Una debolezza centrale del modello unico è la difficoltà di misurare o datare il momento preciso del decollo nei diversi paesi: i critici insistono sul fatto che i modelli di sviluppo moderno sono stati diversi per ogni paese, presentano continuità col passato. Le rivoluzioni industriali vengono quindi considerate come processi più ampi di cambiamento economico, dove l’insediamento dei primi settori industriali è sia conseguenza che causa di profondi Una Storia Economica dell’Europa pag. 1 ABCtribe.com - [Pagina 3] Dall’espansione allo sviluppo. cambiamenti strutturali e l’industrializzazione non è più vista come l’inevitabile apice di tutte le precedenti forme di crescita, ma come qualcosa di radicato nelle circostanze e contesti dell’Inghilterra. L’interpretazione sociologica dell’industrializzazione precoce inglese non convince perché: non esistono ancora società nazionali, né economie nazionali (sono il prodotto del moderno sviluppo economico XIX secolo) ma piuttosto regionali, gli attributi sociali e culturali attribuiti esclusivamente agli inglesi erano invece riscontrabili in molte parti dell’Europa, Francia e Belgio stavano sperimentando forme di crescita economica altrettanto dinamiche, anzi sembra che le innovazioni tecnologiche dell’economia inglese fossero state stimolate dalla necessità di stare al passo. Il cambiamento di prospettiva sta nel liberare la storia economica del XVIII secolo dall’ombra delle rivoluzioni industriali, mettendo in luce cambiamenti propri di questo secolo nelle relazioni economiche tra l’Europa ed il resto del mondo: nascono le basi di una economia mondiale, conseguenza dei cambiamenti nelle economie europee e dell’espansione economica europea nel mondo noneuropeo. 1.2 LO SVILUPPO ECONOMICO EUROPEO NEL XVIII SECOLO: I TEMI CENTRALI AB Ct rib e.c om Il secolo è uno spartiacque per il passaggio dall’ Europa medievale a quella moderna e contemporanea. Il processo centrale è la CRISI E COLLASSO DELLA STRUTTURA ISTITUZIONALE, CULTURALE, POLITICA ED ECONOMICA DELL’ANCIENT REGIME (termine introdotto dopo la rivoluzione francese del 1789 per descrivere il periodo dell’ignoranza e della superstizione precedente all’Illuminismo). La rivoluzione francese costituì una rottura col passato minore di quanto sembrò, trovando infatti le sue radici nella grande rivoluzione scientifica del secolo precedente, e mostrando i segni del nuovo cosmopolitismo che portò gli europei a contatto gli uni con gli altri, ed il vecchio mondo europeo in più stretto contatto sia con l’Oriente che con il nuovo mondo. Il secolo non fu realmente il periodo dell’Illiminismo, i cui assertori erano in minoranza. La storia economica europea del XVIII secolo fu contraddistinta da una nuova fase di espansione coloniale, continuazione di un più antico processo, che portò gli europei non solo in nordamerica ma anche verso est ed in particolare nel subcontinente indiano. Continuano quindi le lotte di rivalità tra i colonizzatori, in particolare Francia, Spagna e Gran Bretagna per l’egemonia navale e commerciale sia in Atlantico che in India, attenuandosi dopo la metà del secolo e creando nuove possibilità per il commercio e per la produzione. Le “periferie” europee (termine introdotto da Wallerstein per indicare Stati germanici, Europa orientale e centrale, Europa mediterranea), erano coinvolte non meno dei “centri” nei nuovi processi di trasformazione economica. Anzi, nell’Europa rurale l’aumento della domanda di prodotti agricoli ed i nuovi incentivi alla produzione produssero sconvolgimenti molto prima delle rivoluzioni industriali. Nuove realtà europee, indicatori di processi di cambiamento che diedero un’unità tematica alla storia economica europea: GRAND TOUR, itinerario per riscoprire i luoghi dell’antichità intrapreso da un numero sempre crescente di benestanti europei settentrionali (inglesi, francesi poi anche scandinavi, tedeschi, russi), viaggio d’istruzione che manifestò le prime nuove forme di ricchezza (la capacità di viaggiare, panorama nascente di cultura consumistica), e con l’avanzare del secolo il retroterra sociale si allarga. I viaggi sono resi possibili anche dalla cresciuta stabilità politica del continente europeo, e sono parte di un processo più ampio di esplorazione e scoperta all’interno del continente, opera dei governanti, Una Storia Economica dell’Europa pag. 2 ABCtribe.com - [Pagina 4] Dall’espansione allo sviluppo. responsabili dei primi tentativi di riorganizzazione amministrativa secondo il principio Illuminista che la P.A. dovesse basarsi sui principi della ragione. La premessa è che il governo razionale è possibile solo quando la P.A. possiede una conoscenza accurata delle condizioni della società, dell’agricoltura, commercio e dei produttori: i governi cominciarono a raccogliere e comprare dati ed informazioni su scala senza precedenti (aiutati dalla nuova scienza della statistica). Tra i principi riconosciuti c’è quello della forza creativa della libera impresa, per la quale serviva la rimozione delle tradizionali restrizioni che ostacolavano l’uso della terra come proprietà privata (diritti feudali) e dei privilegi e monopoli corporativi (tasse sul commercio interno), avvenuta solo nel 1800. 1.3 L’EUROPA AGRARIA Nel XIX secolo la schiacciante maggioranza degli europei era occupata nell’agricoltura, la produzione serviva a soddisfare il fabbisogno delle famiglie dei contadini e dei proprietari, i raccolti erano scarsi e gli agricoltori vulnerabili ai disastri naturali e metereologici e nessun surplus veniva distribuito nel mercato, e.c om Le regioni più orientate al commercio erano: Germania orientale e Polonia (cereali), Francia settentrionale. In Olanda, nei polders, si praticava agricoltura mista intensiva (arativa, casearia ed allevamento) per il commercio, come anche nelle Fiandre (paesi bassi meridionali). Ricco e fertile anche il complesso di terre irrigate nella bassa Lombardia a sud del Po. AB Ct rib I metodi di coltivazione non cambiarono di molto lungo il secolo, ed anche cambiamenti semplici (aratri migliori, falci con forme diverse) portarono una maggiore produttività. Quando verso la metà del secolo i prezzi salirono, incoraggiarono un aumento della produzione, ottenuta principalmente aumentando la superficie coltivata o adottando colture più abbondanti e affidabili come la patata ed il granoturco. I prezzi furono però pellagra (alimentazione basata esclusivamente sul granoturco, deficienza di vitamine), distruzione dei terreni boschivi con problemi di erosione del suolo, e usurpazione delle common lands, da cui dipendeva il sostentamento di molte comunità rurali. La geografia economica era un mosaico di sistemi commerciali locali, regionali ed interregionali, e raramente coincideva con la geografia politica: In Francia coesistevano 3 sistemi distinti (meridionale mediterraneo, settentrionale manufatturiero, occidentale atlantico), in Spagna Cadice e Siviglia si contendevano il primato del commercio con le Americhe, la Catalogna aveva vocazione mediterranea e l’entroterra circuiti più chiusi e frammentati. I territori della monarchia asburgica avevano coesione persino minore. La geografia tagliò anche molte regioni da tutti i contatti, come le comunità montane oppure in pianura per la mancanza di strade percorribili o per il costo troppo alto dei trasporti di merci (per ovviare agli alti prezzi scozzesi ed irlandesi decisero di distillare il grano per farne whisky). I fiumi ed il mare erano la rete di comunicazione più veloce e sicura: Bologna per esempio rimase un’importante esportatrice di seta grazie alla sua vicinanza al Po. Tra i privilegi urbani che subordinavano gli interessi dei produttori rurali a quelli dei consumatori urbani, c’erano le associazioni e corporazioni che avevano il diritto di comprare a prezzi fissi merci di prima necessità, mentre severi controlli sulle manifatture stavano a significare che le città godevano di monopolio su molte forme di produzione artigianale. Una Storia Economica dell’Europa pag. 3 ABCtribe.com - [Pagina 5] Dall’espansione allo sviluppo. È il periodo in cui nasce la povertà urbana: le città sono un magnete per gente in cerca di lavoro e cibo dalle aree rurali soprattutto durante periodi di carestia o mancanza di raccolti. I governanti costruirono in risposta case per i poveri (monumenti alla benevolenza), sollecitati dai riformatori a colpire invece il problema alla radice eliminando i privilegi ed i vincoli interni al commercio tipici dell’ancient regime, denunciando anche i vincoli imposti all’agricoltura da privilegi feudali e consuetudinari, e della proprietà privata della terra e premondo per la liberalizzazione del commercio interno, specie per le merci di prima necessità, logica accettata nel 1754 dalla monarchia francese che emise i primi decreti in questo senso, lasciando comunque insoluti molti ostacoli. In alcuni Paesi il feudalesimo sopravviveva sottoforma di tasse, mentre in Europa continentale gran parte della popolazione era ancora soggetta alle istituzioni della schiavitù del feudalesimo: la Polonia e l’Europa dell’Est offrono un caso di tardiva reazione feudale, dove i proprietari terrieri, per compensare l’impatto della caduta dei prezzi di esportazione dei cereali, avevano aumentato gli obblighi delle esazioni feudali. Questa tardiva servitù della gleba assecondò la crescente domanda di importazione di cereali dell’Inghilterra. om Gli Illuministi perdendo di vista il fatto che il feudalesimo agrario era nato per bilanciare e riconciliare i differenti interessi economici e sociali della società rurale, il termine per loro arrivò a simboleggiare tutti i difetti dell’ancient regime europeo. Ogni proprietà feudale era invece soggetta ad una varietà di usi collettivi ma sono i crescienti interessi commerciali che spingono i proprietari terrieri ad espropriare la terra pubblica (common lands). Ct rib e.c Uno dei segnali di cambiamento più critici delle economie rurali del XVIII fu la crescita costante della terra privata a spese degli usi collettivo. Per i riformatori, qualsiasi uso collettivo delle proprietà era offensivo, perché violava il principio dei diritti di proprietà. Il processo di privatizzazione mise in conflitto gli interessi ma mutò anche un delicato equilibrio ecologico: le pecore, passando stagionalmente per i terreni, li fertilizzavano. AB Questo processo si era sviluppato precocemente in Inghilterra verso la metà del XVII secolo, e fu mantenuto durante il secolo successivo incoraggiato dalla crescente domanda commerciale di prodotti e dallo sviluppo di nuovi principi di coltivazione e di conduzione aziendale. In questo contesto, la classe di contadini piccoli proprietari terrieri viene rimpiazzata da una classe più danarosa di fittavoli, e da lavoratori agricoli non proprietari, che dipendevano dai salari guadagnati nelle fattorie. La mancanza di un’ampia classe di agricoltori contadini, insieme alla nascita dell’agricoltura intensiva (sviluppo di vaste aziende agricole affidate ad amministratori professionisti per massimizzare la produzione per il mercato) sono le caratteristiche peculiare dell’agricoltura inglese del XVIII secolo, processo che porta alla ristrutturazione della società rurale, con una classe più stabile di fittavoli che rimpiazza le proprietà contadine più precarie, dove il surplus di popolazione si muoveva verso le città, che si andavo rapidamente espandendo. In questo contesto (come nella Repubblica Olandese) dove i proprietari terrieri erano meno legati o dipendenti dalla terra di quanto lo fosse la classe contadina, ma più liberi di farne l’uso che volevano, i nuovi metodi di coltivazione sono intordotti più facilmente che altrove. Sono i primi segnali di un’agricoltura capitalista. Anche per l’agricoltura l’Europa del XIX secolo fu un mosaico di realtà regionali contrastanti ed i divari che separavano le regioni con produttività più intensive dal resto erano crescenti, si iniziava a far sentire l’impatto crescente di una economia di mercato. 1.4 L’ENIGMA DEL XVIII SECOLO: LA RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA Una Storia Economica dell’Europa pag. 4 ABCtribe.com - [Pagina 6] Dall’espansione allo sviluppo. La rottura con tutti i precedenti modelli di sviluppo demografico, fu la causa della nuova domanda che incoraggiava la produzione destinata al commercio nell’Europa rurale. Durante la prima metà del secolo i prezzi dei cereali continuarono a cadere nonostante la rapida ripresa dei livelli di popolazione dopo la crisi del secolo precedente: la produzione raggiunta con i metodi intensivi, superava la domanda. La popolazione dell’Europa moderna stava seguendo il cosiddetto grafico a sega: appena la popolazione cominciava a crescere si verificavano crisi di sussistenza, carestie, malattie e morte. Nel XVIII secolo invece vi furono crisi, ma la ripresa fu sempre rapida e la lunga curva di espansione le cui cause sono sconosciute rimase ininterrotta. La mortalità infantile rimase alta e la morte era una relatà sempre presente anche per gli europei più agiati, in particolare se bambini. I nuovi modelli di espansione si spiegano in termini di grappoli di differenti sviluppi che concernevano diverse regioni in tempi ed intensità differenti come l’apparente scomparsa delle grandi epidemie (XVII peste, XIX colera), non certamente dovuta al miglioramento dell’igiene e della medicina il cui impatto sull’aspettativa di vita rimase trascurabile fino ai primi del XIX secolo). om La più probabile spiegazione dell’espansione è la tendenza a matrimoni precoci, e perciò a più alti tassi di natalità tra le classi intermedie. e.c 1.5 LA CRESCITA DEL COMMERCIO rib Interno AB Ct L’Europa del XVIII secolo vide una continua espansione del commercio locale ed interregionale. Le aziende agricole dovevano soddisfare i bisogni di un numero crescente di persone non occupate nell’agricoltura che viveva nelle città Î l’impulso alla crescita economica era quasi direttamente proporzionale alla vitalità dei centri urbani. Negli Stati Germanici solo due città, Berlino ed Amburgo, avevano una popolazione superiore ai 100.000 abitanti, e meno del 4% della popolazione della monarchia asburgica viveva in centri con più di 10.000 abitanti. In Italia l’espansione demografica si concentrò nei centri rurali, con l’eccezione di Milano. Al sud Napoli primeggiava con 400.000 abitanti a metà del secolo. I tassi più veloci di espansione si ebbero in quelle regioni dove la crescita economica era più dinamica: i paesi Bassi meridionali, la Repubblica Olandese, molte regioni francesi, la bassa Renania, il Regno Unito. Molti governi cercarono di promuovere il commercio migliorando la rete di trasporti, come i canali in Francia. In Gran Bretagna si sviluppò un sistema per attrarre gli investimenti privati nella costruzione di strade, con il recupero dei costi mediante il pedaggio sul traffico. Per la maggior parte delle regioni europee comunque i mercati locali rimangono isolati fino all’epoca delle ferrovie, e la cresciente domanda commerciale privilegia i circuiti favoriti da condizioni geografiche, con l’accesso a porti marittimi o a corsi d’acqua navigabili. Fu per mare infatti che crescienti quantità di prodotti e materie prime cominciarono ad avviarsi ai mercati stranieri: le piccole imbarcazioni costiere che dal baltico al mediterraneo convogliarono vaste gamme di merci, furono spesso l’unico mezzo mediante il quale i produttori locali potevano raggiungere i mercati extraregionali. Il commercio su lunghe distanze costituì una percentuale del commercio europeo molto minore di quello svolto dal più modesto naviglio costiero. Queste attività costituirono inoltre il fondamento per la comparsa di numerosi porti che offrivano una base ai gruppi di mercanti. Una Storia Economica dell’Europa pag. 5 ABCtribe.com - [Pagina 7] Dall’espansione allo sviluppo. Il commercio internazionale Fino al 1800 la grande massa del commercio europeo avveniva all’interno dei confini europei, anche se l’espansione del commercio transatlantico fu un sorprendente indicatore della vitalità dell’espansione economica europea, e diede un contributo essenziale al processo di accumulazione di capitale che rese possibile la successiva espansione economica e l’industrializzazione dell’Europa (Immanuel Wallerstein sostiene che le grandi scoperte del XV secolo diedero vita ad un sistema economico mondiale il cui asse originario era l’Impero spagnolo, che mise insieme il vecchio ed il nuovo continente). Alla fine del XVII secolo il commercio non-europeo incideva meno del 10% sul giro d’affari commerciale londinese, in rapida crescita, e su quello di Amsterdam. Nel 1720, quando il commercio atlantico andava a gonfie vele, le esportazioni inglesi verso le colonie americane incidevano per meno del 50% sul valore delle esportazioni nel mediterraneo. Queste colonie offrivano ai mercanti europei preziose materie prime ma poche opportunità commerciali. om All’inizio del XVIII secolo le nuove colonie europee oltreoceano erano ancora limitate alla costa atlantica, penetrando nell’entroterra sono in presenza di corsi d’acqua navigabili, come in Canada o nel New England. Fino ad allora infatti, “ né la Spagna né alcun’altra potenza europea aveva risorse e manodopera necessarie per la monopolizzazione dei vasti territori del Nuovo Mondo” (Fernand Braudel). Ct rib e.c Nelle due Carolina, nel Maryland, Georgia e Louisiana e più a sud nei Caraibi e nel Sud America, l’Inghilterra, la Repubblica Olandese, la Francia e la Spagna si contesero per tutto il secolo una posizione vantaggiosa, sviluppando economie da piantagioni per la coltivazione del tabacco, sul modello delle piantagioni di canna da zucchero nei Caraibi. AB Gli Olandesi primeggiavano sul trasporto marittimo grazie alle capacità tecniche della loro Fluitship, che trasportava grossi carichi più velocemente delle concorrenti. Nella seconda metà del XVII secolo la flotta olandese eguagliava in tonnellaggio le flotte mercantili dell’Inghilterra, Portogallo, Francia, Spagna e Germania messe insieme. I produttori fornivano inoltre merci più competitive: nel 1700 Amsterdam era la città commerciale ed il centro finanziario più importante al mondo. Alla fine del XVII britannici e francesi cominciarono a soppiantare gli olandesi nel commercio con il nord America: entrambi i paesi avevano adottato una legislazione monopolistica per escludere gli stranieri dal proprio commercio coloniale. L’economia olandese iniziava a perdere slancio, i centri manufatturieri non riuscirono ad adattarsi alla domanda del XVIII secolo di stoffe più leggere, e i pesanti costi di prosciugamento delle terre causarono problemi inflazionistici. Il caso olandese mostra come la vitalità dell’economia interna fosse una condizione essenziale per l’espansione del commercio internazionale, così come il caso spagnolo, che vede la prosperità di Cadice, che dal 1717 controllava il monopolio del commercio spagnolo con le sue colonie americane e caraibiche e per tutto il secolo si arricchì diventando la prima città spagnola, scomparire quando la guerra con la Gran Bretagna privò la Spagna delle sue colonie Î il commercio non aveva agito da impulso allo sviluppo o specializzazione agricola in Andalusia, o di nuove industrie o attività terziarie. Lo stesso in Francia, dove i porti della costa occidentale (Bordeaux, Nantes, Rochefort) si espansero sensazionalmente nel XVIII secolo in risposta alla espansione del commercio atlantico francese, sviluppando nuove industrie manifatturiere, di trasformazione, e specializzazione agricola (viticoltura), però non sopravvissero alla perdita dell’impero coloniale con le guerre napoleoniche. Una Storia Economica dell’Europa pag. 6 ABCtribe.com - [Pagina 8] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. ABCtribe.com - [Pagina 9] Preparati con le domande di ABCtribe su Storia economica. 1. Indicare le basi ideolog Risposta: Furono caratterizzate da tre grandi sistemi [Clicca qui >> per continuare a leggere]. 2. Quanto è stato importante l'argento de Risposta: Le riserve minerarie europee sono piuttosto scarse; ma dalla scoperta dell'America e dalla scoperta delle sue miniere d'argento (molto copiose, come Zacatecas e Potosì) si ha una diffusione commerciale molto ampia di questo metallo. L'importazione dei metalli preziosi è tassata dalla corona spagnola (25% dell'importazione poteva essere tenuto da chi l'aveva estratto); il restante 75% è scambiato con la madrepatria in cambio di qualsiasi genere commerciale che nelle colonie non è presente. L'argento che arriva in [Clicca qui >> per continuare a leggere]. * Carica Appunti,Domande,Suggerimenti su : Storia economica e guadagna punti >> * Lezioni Private per Storia economica >> Avvertenze: La maggior parte del materiale di ABCtribe.com è offerto/prodotto direttamente dagli studenti (appunti, riassunti, dispense, esercitazioni, domande ecc.) ed è quindi da intendersi ad integrazione dei tradizionali metodi di studio e non vuole sostituire o prevaricare le indicazioni istituzionali fornite dai docenti. Il presente file può essere utilizzato in base alle tue necessità ma non deve essere modificato in alcuna sua parte, conservando in particolare tutti i riferimenti all’autore ed a ABCtribe.com; non potrà essere in alcun modo pubblicato tramite alcun mezzo, senza diverso accordo scritto con l’autore ed i responsabili del progetto ABCtribe.com. Per eventuali informazioni, dubbi o controversie contattate la redazione all’indirizzo [email protected]. ABCtribe.com - [Pagina 10]