CARDUCCI G. CONFESSIONI BATTAGLIE SECONDA SERIE I.° Migliaio \\ O CASA EDITRICE 3, A. Via Due i883 M A SOMMARUGA Macelli, E 3 C. iHD COLLEGE LIBRARY H, NELSON GAY CIMENTO COLLECTION COQLIDGiPUNO 1031 J~ LEVIA GRAV1A LEVIA fisi Levia GRAVIA Nicola signor 2 I riordinato, il merce e po' mista un quelle poi ì versi che del da me non rrfistoe più quella navigava sua pistoiese del 1868 e raccoglie insieme ma tra -dell'edi- ho cuopre all'ombra Barbèra, composti richiesta a Zanichelli titolo nell'edizione naviga che Gravia, il r86i soli la fine del e in 67. m Breve della vita Oh di corso e tutta anni l'Italia invasata tempo, una e storia a chi grande allora memorabili, eternamente dell'uno pure non vedeva spazio era vine. gio- quando nell'aritme- Gravia Levia né il dieci né più tica lo ! Oh zero gloriosa del brigantaggio allora amico mio generale Garibaldi stato essere a Ma come petti dei droghieri de' dtft santi dalla oggi ordine Italia, vendetta alle volte la campanile di della cavalcando di San dal sua e Michele potesse dell'Adria longobarda e sono umana, dei il generale palazzo Albergali scapitozzareil bosco, acciò meglio delle e meditato minaccianti faceva in rona co- Gualterio marchese le orde 'i allora,li gentium, del e sotto, la grocfì. giorni d'epopea,quando città per tricolore venti minorum divini) contro Cialdini Eloimi, contentarsi ragione, superbia Oh progressisti. correva devono logna: Bo- appariano di gonfiavano presaga (i colpiti nella colle si tese stagioni cavallereschi! Quelli che bestemmiavano d' Oh fucilano? gerarchia una non porticidi dei i commendatori splendore, quando venerabili ai lo non al mostro braccia le con quando colpa del in colonne le perché urlava lo rendeva e parte dello a morte, o moderato e tutte levata Roma ammazzato, dimandava di sarda eroici di mesi ! Oh stato un della banca e soppresse delle strade e corporazioni religiose meridionali, delle ferrate samente travaglio- età annunziar Alpi papale come memoria diera la ban- di lassù sopra si quel com- Levia Gravia piacesse villeggiareSua duca di avrebbe il essere la Gaeta! Chi tollerato non pietà grande, che, avevano il credesse,il duca nostri per al buoni Veneto, memoria marcerà della borghesi teneri di Vienna su di il Comune di come una guerra cuore che generale parti.E quella partenza una lapide da murare Non so poi fosse se per fé' incidere Bologna procella Vienna, gridavano, ! A il quando eterna gloriose ricordo Mi quei poveri prussiani.Fortuna Vienna, a chi di Gaeta rompere general Cialdini, spazzando il allora,o credeva non si vittoriosa primo generale d'Europa? austriaca, i il Eccellenza nel la vittoria, di parole palazzo murata o a bergati. Al- smurata. iSK Intanto anni su dal avanti,che rifermentava tutta detrito marcito la glistelloni vegetale della Protesto facilità vanità nostra che che in coltura di quindici de' vecchi pie tronchi io non fioriva delle vecchie delle gramente, alle- albagie, debolezze, i lacci roso- letteraria. voglio ancora di ribollimento quel nazionale, spampanavano sotto con a anch'esso materia la della e dir di male della generazione quella che venne Levia intorno su molto, nelle al 59. Molto col valore prove delle audace nei cielo dal allora albeggiava (sieno Dal in accesi e in libero poi e furono si non che salci all' aure pur delle diventare aveano, arpe avesse dotto. pro- più studiato, né avuto apparenza vituperato;e era fantastico in in Quelle fatto uomini I classicisti od e le e gioni ra- del si 48 la turbinando pianeta girantesicon i eolie alle materiato: doveva forme erano poveretti,tutte quaresima. estetiche dell'arte rotondarsi piangenti,che fratelli. Ma meno era estravagante rotazione. grandi intorno trasmutarsi regolar dei indipendente doveva e e paese avesse il romanticismo accentrarsi invece morti nostri, cuori le il bel capisce. Ma capelluta cometa dai maestri, padri alle forme pur dei al allora bello,e le tombe gli innanzi discendere era eterno) e anzi, tutto studio addimostrato concordi tanto pezzo patria, politica,con pareva su erano un 45 si poteva: e della generazioni da che rischi tempo ci quelle due forse da la per consiglioopportunamente col Dio, di benedetti afflitti che di armi, che d'Italia, ideale santo fecero esse splendidamente nobilmente animi Gravìa crepuscolaridi romantici, semoventi angeliche, dovevano uomini voglie gli ragionevoli;e di rifarsi della altri della lettera- Gravia Levia civile tura travaglio digestivo del nel erano parlamentari.I giqbertiani,le allora della sopracciglia agli occhiali dal della dinanzi all' esercito della Per parlava, se tutti i come filosofia per popolo e Trascendentale risentire con niaxa-di quel e con zarli disprez- critica una edizioni nelle Rabbrividisco tanto altret- de' ancora preti. tento se impressione demo- la le su una i testi latini sciupava la memoria vamo ave- con letteratura, che vocabolo per si non di questo (né senza gustosi l allora maledirli, o trascendentale schietti tedeschi maledirli torti);per un tanti cani istruzione,parevano trascendentale, cosi dell' amministrazione, legislazione, fortuna, di non cese^ fran- all' alleanza piemontese, deir cavouriani, e pratica. I puristipoi,; della all' unificazione bastonati. le mangiato, in foglia as- facondia al bozzolo sorgevano grosse nazionale, accomodavano coltura filosofiche bosco teste ventare di- patriotiche nostre fibre. vinto Avevamo giudizio della P col virtù astuzia,la buon credeva, nostra Francia. evento, con delle si — La ci andava la sicurezza nostre con — facendo e inegual mercé tuna, la for- tici fortuna, ubriaca- lusingando nell' esaltamento forze, per poi delusi e mollendo am- voso ner- abbatterci Livia ucia disprezzodi nel e Cravìa reputavamo ?ci l'occhio gliuni accennando credeva dava a resche :mpre nella air bere a là davano bere a nostre, che dovevano vita nuova, s' impiastric- più nell'attaccaticciodella falsità, in po- torchia paesana, machiavellismo jitismo in arcadica academia religione, in letteratura.Dinanzi :a Italia, ti e poi NaNapoleoneIII, cosi le anime a: if Na- che, mentre gesti, l'Italia d' accordo e lo glialtri ci ara- verso darla di bere a a solenni ; e maestri ancora stessi.Di noi Francia marciavamo Io spaventac- barcollanti le tra ntraddizioni della servilità e dell'odio. ilprimo secondo le teoriche giobertiane, 1 sistema : planetario; dopo per altro, ciò contro amo, nzo le teoriche intanto, una letteratura coli'uzzolo d'un dietro meglio, in giobertiane, in fatti, vestito storico, correva, la i pelasgica. da guardia vecchio a cui politica ; e pretendeva funzioni piazzale disgustose del suo Gravici Levia concubinaggio, legalizzato in della le libertà. Il parti.Noi Grazia! l'Italia mondo. la con pronto ella significarela degl'italiania Roma? una via passare e per collo capolavoro un intisichito di inflanellate manzonismo tanti vapori con Ei fu, loro le mescolavano libera il verso isterici caso c'era del tra cascasse di di gran il E classiche di capo ragna telo il e sospiri,che leopardismo; il e verso sciolto e la strofe romanticismo le emorroidi se leopardismo Il manzonismo; verso acque. firmò, Non braccine idropicotraeva parevano co' frasi li entrata drammatico. allungava Je sue è non imminente ci non la cui Inutile! che croce, convenzione Pepoli con tutte nazione ieri la mano e vamo confessa- drammatica il marchese e in avesse più braccia cuore gran firmammo Non tagliarsila a di la essere Francia? non E risorgeva da delle pochi, facendo gridavamo, del italiano teatro dell'unità nome ballonzolavano intorno. ili? La critica giovine : viso tutta di....Di quale era esser Ricordo sentimento. che cosa o fra deve di che parte un ancora del popolo un corpo . umano cne io dica dice: monsignor Della bestiale o in Orazio ma italiano, vuole non latino lo in Ricordo, dunque, an- bovìs. crudae podex Casa , viso. Aveva quel una 0 o; di grassa de' versi e sbarbata colante giallosporco giudicavastrisciando libro sul lasciarvi sul o acci di sbieco i verso altro utìum sur c'è scrittore bellissimo Formica, non no lo me cazzerellino un i voce nne era d'un' òca ella mostri scrisse il Forno vietasse,chiamerei voce e coniglioche cui un del alleggerito i bordoni indo: battendo Qui il pugno c'è del , le spese no, di di critica tutto zighie — sul bianco vi quel sala- la sua tavolino e fegato. 1 resto, Vittorio Emmanuele facevano,in — industre paesano disertum,dico, significava sempre )vazione be- penne un bologneseabbia elio ed monsignore, reo e tutto d' come come isrel il affetto, chiamato avrebbe disertum, e io, se fu non e arricciava travicelli, che Catullo — la destra queglioc- folo,e fiutava; e grugniva: 'Un Un come manoscritto, segni;e poisgranava i affogati occhiettacci certi e e e in li Gail general estetica,pove- per tutti. Un professore, il capiestetica, scoprivaraffigurato Levia del tano popolo de' due qdale O una! Dante. Le Quel signore rincontro tra il piemontese generale il tra Vittorio kepi (non e letterato; quel gion dei signore; il e rondoni, quale, estetica! e come le mani. cosi la del V uniforme priore del tino, fioren- Telmo, male) sotto del countacc mezz' aria, nella sanno, litare mi- repubblicano quel fantasia tutti del samente sdegno- cosi a mente rabbiosa- le guance ancora di quel tra orgoglio del cappuccio e i mustacchi tra stava un biondo con usava feriva con Emmanuele poeta e il lucco rincontro sdegnosa la l'aria Emmanuele monarca quell'alma erto naso restre ter- ricorsa ogni morto, quel e cosa d'intorno? lezione un dell' etrusco, cascanti cui il e spiovente naso a e furiosamente vivo un schiaffeggiami superbo la battevano tarchiato magro, sabaudo italiane che paradiso dosso fra Vittorio tra fortemente re a terminava abbracciamento nel in o To', l'Italia scoperto. colori lettere quindici giorni grande e di Beatrice Dante a di tre tanto professore di fine nell'Aiace se di Sofocle. alla era 1 1 più so si presenta non con Un non Edipi significasse, si Gravia delle è tanto di e re- nostre ramente pu- Levia Grafia m si ngua italiana la li come a parlare, seguitava a morirà,e gli italiani saranno contendere simo ella sia mai se co' suoi solecismi e iosate faceva strage ne' luri dei cittadini del escolavano io ai le con esistita.Il gentilezze teneri e cuor valtellìnese. E i fiorentini esuli nella insieme negli regno. Mi nuovo i,giuravaogni buon emigratie sempre: sun i ve- propria frullate le loro pappe Fanfani si leccava Pietro piemontesi. E e sicilianifacequei poverinapolitani a' suoi piedii apo a lui,per raccattare oli che zi e egli,Epulone e Trimalcione ghiotti, spazzava dei bocconcini ido in quando colla salvietta delle dalla imbandigionedel atica andava peggio per come lei se bel poteva, ne toccava per anche i,noi s' via ele- sue parlare.La i cani in come da tutti. Eh i manzoniani dio,sacramentavano lella regianon dei e i giu- allora nelle ap- è/attarialia con gli nrw Levia E fabbriche intanto le Gravia che, rachitiidropiche, tisiche, brutte che la più loggiadell'Orcagna 13 del Panteon terra abbia mai della e sopportate, ci ere- 1 j scevano si premevano ne e intorno,come tanti 1 della fantasia,come ergastoli penali dell'estetica. gì'intermezzi e del della popolo un tassa oh vaticano Una su scappate via dal coli'incubo. di lucertole in civette.O da alla nella posavano di Napoli! apparizioni d'un gobbo e sibilità fles- fino pipistrelli delle gravitàserena delle linee, semplicità gruppi di gabbiani fermi come di le loro sinuosità mosse o in cima d'una ritti su' piedi,co' pettilevati, con scogliera, ali calate verso giù lungo l'occidente. figure, guardando e siamo le le E gambe, volgendo con gloried'Italia. le i becchi que'musi, quelle nel vuoto, dicevano alle stelle che \ Michelangelo! spaventoso Svolgevano mobile consolarci. Oh di e tregenda sogno all'idealitàdelle gru a del Nazionale e vera . . santi di Donatello statue! di statue, ne-\ la ricchezza su saltava forzoso, corso dèi del Museo che E tanti stabilimenti ridevano tra al sole loro: noiato an- Noi Oraria Levia 14 Ahi; ahi! il regr.o per d'Italia segnava l'avvenimento tutto in tutto del brutto. Brulli fino i brutto e berrettide' soldati, cappotti Staio,bruiti i antichi dèi della berrette giunto al Verbano E to. che d'impiegati da pren- mattina,in sfilatadi colline picenesul o lo stemma francobolli. C'era 'itieriziadel brutto. Certa una e itili, (per- mare patria)mi va- parvero allora si levassero Che dimandai: è sputacchiera? . m dal centenario di Dante navo notato i su Dtitente loro in Firenze. "lo sfilare di quelleprocessioni, di sé e del loro bocio e delle grandi bandiere, gliatteggiamenti campaniledi Giotto Signoriapopolanodì gloriae che di i i. Le dal al palazzo di bellezza il quellademocrazia che j^alluminò^ barbute facce degliapostoli stavano usamente ano del fruscio mute le teste : sotto le madonne un nimbo e le sante di tristezzafa- delle sventure e verpresentimento si contorcevano vicine: i santi battaglieri uasi nel ido; e nella,calma divina di san Giorgio *i6 Levia dovere di proposi di anche di poeta dare e alla storia dell'ingegno Il studi i miei propositoera l'operosità tutta e letteraria fu male savio, e ambizione giù ogni metter lora Al- co' molti! d'accordo andar volere o Gravia alla e filologia. durarvi. non ili? credo Io a chi che mantenersi voglia come scrivere. Che di sporcarsile Che dal fanaticus la cretinismo quel noioso dato un di di di un per egli è quei saltellini che dare spettacolo pubblico gli amici e a per che in di la serva, nito conge- ostinata dato un zio spa- ballo di San sé,-oibò! a a è l'accasciare strofe,non o sato inva- balzellone pensar si chiamano per s'è intellettuale Vito per condannato parole scriva, vero versi,se pazienza col pessimi drammi; animalità sua numero linea,se dei error giuoco il mondo, de' e o alla puerile dita d'inchiostro l'infelice è da se Italia, di tutto, prima resistere divertire cattivi romanzi versi, no. ma o in di studi uomo può non pretesto d'illuminare vuole, de' come convenga, uno S2 abitudine se o seria,non persona oggigiorno quel po' di reputazione fatta essersi possa che fermamente si con voglia riserbi spaventare e Gr.avia Levia in volgere i fuga i creditori. giovani educati,far vocazione e Perché, badino bene in Italia è un' abietta versi mestiere un 7 1 vigliacco. m un'opinioneassai superficiale, contro L'italiano, è non un almeno popolo poetico,o pezzo, al o più non in ama è più tale da versi che le sente che l'istrio- non non gusta che glispumoni, non nia. Il può darsi abbia ha della passione popolo le arti italiano plastiche,forse innanzi Ma musica. alla disinteressata interiori simmetricamente o pura, il popolo e machiavellico, che mira e E annoiata un in egli l'avversione e che essere dell'umano nella esca per la per a fantasmi st'arte queriori supe- monica parola ar- italiano, pratico,positivo, nelle più calde espansioni all'utile e materia, rimane il poeta per per fredda mente con pur genio poesia,innanzi di delineare gale, sente di fra la norme organamento: ghiaccio. quale e ciò , compassione la paurosa dalle diatamente godibileimme- si ha forme suete con- lo ri- quando * spetta. Ma di mezzo tra più volte il buffone melanconico pazzo 2 le — Carducci. dei lo considera delle romanzi come antiche un corti sentimentali che il e ; e 1 Levia 8 se' stesso tiene con buffone altri casi In delle de' vecchi sia suo, a soldi Ora i se l' individuo il pitocco a la serbare per gli orbini meglio i Zanella, abate chitarra queir o Finalmente eoo e il nel onestamente bella volta fòro su ed per abito di si del della la mio sangue sua aggredito e ahimè preso confè, nano suo- l' ! dal- per cetra. giusti essere carne della (salvola conscienza guardia, po' di strimpellanouna è insomma scheri sma- rapsodi, metaforica una non che vecchi redenti liano ita- isdigiunarsi. Bologna dei certo i giatore verseg- vestito popolo italiano,per lui, che sangue di quali almeno invece vera un ponti chiedergliun gola pe' piccoli calabresi, non carne da piazze ben o annoiavano le che del volta, accompagnate nell'individuo il violino anche d'una i suoi soldi il popolo italiano, rincivilito li vuol o quella volta timore rinfrescarsi per tore verseggia- esempio, decente, il popolo tratto un patologia. è. sempre una sole. IJ istintivo che e che di violino veste, per di caso comiche declamazioni dal porti rallegrati un un tirsi diver- per dell'individuo compagnie segar civile e italiano cantastorie infernale con che popolo di lor nasali ha e l'idea si fa il poeta educato troppo un Gravia non pe'l collo mia sione), trasmis- sta sempre essere dalla una vera Gravìa Levia Ei poesia. la vuol non lacrimosa, i la fatica plaudenti,ei frase,amor in suo, mani delle serba la la compromettere commozione sua 1 suoi tutta tusiasmi, raggianti en- de' piedi la frase,per la per ne' periodo,là fin di serietà: sua magari e 9 teatri, academie, nei banchetti,nelle ne' camposanti, nelle in parlamento. Là, là,in quel polverio università, di ammirazioni di sventolati di e di e quel la con vino, di virtù sudore, di là, là, siede critica di il troneggia,, e fantastici superbi,o uno che credete geni del col di metafore pensosi E tutto Nella questo vita che è pratica e l' individuo : che intime tanti vi riodico, pe- mini spazzaca- Monteverde. mano, il giudice,o vostro come commendator graziosamente ria; ciarlatane- armonie A men nel ziate Ringra- miserabili,se sentendovi que'gentiluomini, domanda luaii^in da di e tica este- salire dai vostri cervelli veder cappèllo in di ambulanti, di sgorgo solitaride' fantasmi 0 d'olio e tismo patriot- di muschio, viltà di carne, avere di e baldoria quella tanfo entusiasmi, in quel mercato credete in tosse, «declinare quando alcuno poeti,vi l'academia? male. maneggio delle verseggiatore,essendo cende, facper Gravi Levia 20 bipede, dee disgrazia un altri bipedi civili da ha s'ha noi frasi. Una le verseggiatori,lo gurato scia- è poco. Minchione, con gli comune necessariamente essere dire? a con aver non ma a Come un.... Aiutiamoci specie di che an- fanciullone • dietro le farfalle svialo sempre di battere sciocco da furfante che voglia da caricare arie secondo in detto il dopo casa ore almeno sarà un non di si diverte avvocatino, che portare chiacchiera — lascio un da e vero per Andate a il poeta immaginare che commentatore, pubblico a i la E chi non ha cosi: Beato pita ca- lei, netti so- cosi altra faccenda il giorno pochi ver' uomo sua cambiale! una commenti, la se naro.... affar di de- un per firmare non vi abborda vi tutto a volta una verità,quanti e mesi ripenso al non falli, ! testimonianza ministero nare suo- ot quelle primo che il e Andate indi frode, pò rendere che di lavoro spasso politica. Ah, Vi a sale, un registro. ! dica oggi ? primo per quello queste di salutarvi sfornati ha occasioni benedettino, fra' piedi è buono che di del pre sem- lievito un arbitrio del dentro certe o si monta di si sarebbe metterci di questo conto Uscite nelle cantonate, naso rimpastato ad essere organino a il rischio a e manca in un processo; di avvertire Levia i signorigiurati che poeta avvedo delle Muse.,,, di suole tropiche della è per esempio, della dire un di suo e lo blici pub- Muse tagliato via la da altro un lo col cervello il sacerdote chi e suo; Temi di del vello cer- spaccato dentro soppresso un fessura grossa cranio o, gli avendo- presto presto, raccattò terra, Fra padre, suo parente, per taglia bat- qual so non Russia, colando e rimpastò delle dei la conversazione sciabolata una gemea molti anni* cramento sa- sacerdote severo prossimo suo con per quel rallegrapoi il cervello, si chinò cosacco che campagna di cranio che il santissimo volta, che, in una cosacco pezzo quella processione con invenzioni. Raccontava, spiritose salvo il vero, un via e che amenissimè coglierefiori nei giardini accompagnare E uomo con stre L'illu- retta. giustizianell'eloquenza ministeri. di Temi 2 1 diano vi non a via e Gravìa di il cranio cosi e me visse rista fio- più.... poeta? Stt Sarete uomo di difficile amicizie; dare e ricevere convincentissime poche parole a dar il tu; di la mano, avrete possedere di e pochissime difficilissimo dato certe invece virtù a prove il cui Levia 22 fermo Gràvia e continuo esercizio d' imparare da certi cioè, indipendentecome filosofo mulo, un che imbecille, un piedi (tali atavismi la anche come gatto, un orso. scusa guantai amicizia gente), e ubriacato in pretesto, con siete né non il d'una di donna oggi e in che far a amici a e tutti che alle mostra quella gli uomini, vi e menano parole; dove alla e che ma si beve bene, occasione,per qualunque né verde non so che Italia, possono voi voi in fondo né bianco, che altra sorridesse;e che sapere dice questi altre recere i banchetti vi tica cri- di scetticismo quest'ariadi spiritoe onorifiche,e e molta all'onestà e qualunque partito; rosso farvi il ciabattineschi, e ancora qualunque berretto,o quali,con tira amate di le mani distinzione,come credete parole fatti in nella gli amici, di gli amate le che tutti onesti credete poi (certa marinatura navigato l'uom voi voi dirà impe- testano periziadi parrucchieria, at- gran italiana),esca che persone come non centimetri a il legittimismodemocratico odierna di essere, costante Ciò la con sogno bi- anche quadrupedi, un misuratevi bozzetto,dopo i come ha l' uomo anche che e ai cosa, simili dobbiate quell'onesto e intelligentesignore. cose pie ciance, di morale parere reste por- che tili gen- ringraziarne ma, avessi tempo, se vorrei,e il Byron della seconda ho ho ora a, Mi na. dato son i. Potresti farmi tito di na, alla volta mi e costoletta? una per anch'io in secondo i quinari:che Rosa del a Eh, ìilda, vedi,serba per lei di cuore, versi;e, retto rie a leggevo all'accadel mio Il metro gusto Libano farli1 a I ti'Engaddi ! Giglio di Fior coi anno io che sempre Palma omposi sai,di rallegro, Luigi Gonzaga. san erano Mi divertivo dire,ma Scolopiero di inni il giornodopo pubistrada, « fo per ut Per qualchepoesia, una i miei sono pelle voialtri. » Itro bozzetto. ita per il Cameriere, il conto! in cambiali. antacinquecentesimi e giroper e raccomandazione Bologna? Questi lo rimo è il mio essa commercio, una nosciuto, co- un'amante avuto mulatta: al ho sofferto. Ho ho tutto schiavi,ho bambina una Byron un Sentiresti ! Tutto provato, il mercante'di " potrei,essere del secolo, metà italiano constituzionale. tutto forse Gerico di Saron ancora quando 1 ! tutte le romanze si faceva che all'amore. Levia Ma che ora, La vuoi? ho non figliomio politica, la che Del resto, e ostini in alle dolci c'è sarà elezioni selva dell'ideale! Gran cuòre. ti tu volessi nare tor- gioventù, alla sia poe- se tu bruna Solingo il trovator, Domato dal Della dalla la la ricordi? affetto! Ti per benedetta altroché per della memorie Va Costui Peccato nebbia an- e campi genere! Oh, cotesto e rallegrodi mi quell'ode! cosa te versi: ai frutti fiori nei sereni di nuovo, il capo più quanti ! ti ha salvato dove 25 politica!Fortunato sorte bella Gravia rigor fortuna. poesia c'è dove di deputato affetto,alle nuove certo. m Tale essendo poesia, cioè quello d'un un po'noioso, e che tutti che tal genere si ordina una la in Italia delia di conversazione sopportare zione tradi- per fare,specialmente sanno la gente che comandandovi per s' ha giuoco bisogna imbecilli ; è naturale di onorarvi che il concetto tal ora, pietanza al a modo in certi casi come in trattore. i più creda versi del certi pranzi Levia 26 Direttori presidentidi o ginnastiche, di dell'inno di in E che voi vano egregi signori che scrivere scioperatoda Batte giocattoliper c'è i bambocci degli artisti da di tre, di una dinario,un è questua non da unico. filantropica:se rischiano almeno esser a per dei e album, numero adesso, Ma Non a nuovi in l'opinione del- lampionai Ed ecco d' uno, una nizzare orga- a giornale straor- un che del l'elemosina socialisti potete vostri. de' non d'andare o fuoco, manca borghese, socialismo E musica. giardinifrcebeliani, cinque,anche un cosi vogliono soccorrere? strenna, vi chiedono e dei mai tenervi per di o ci o illudere pubblica congiura d'acqua infantili agli asili pappa quegli a settentrione a in o fatto aver tema un viene diluvio un capire il diritto di sur terremoto, un mezzogiorno la altrui or vizio, ser- la musica. per di credete doci essen- quel sillabe. in far sogno bi- occorrano loro far bastino di non lasciare da azioni di tante cercate inni gli per ih ow, quante meglio o or, avendo alpinisti, grandi occasioni,ed insieme mettere normali, cfi società scuole chiedono rima, vi in a clubs le per l'uso ancora parole Gravi i cappuccini pensiero, e prigione; e a i cialisti so- puccini cap- rispondere, adesso ne horo provatevi un o Non voglio po' a dire a Gravìa Levia quegli altri: a ballare e fiorite per freddo al consolare buio, la ; inondazione fiumi in prosa noia prossimo la di intendo. vedrete e Capisco la Come? il per sentire a ogni sua Maintenon gode, danni, per aggiungere in rima, che è il barbabietole la in obbligo la ingratitudine. borghesia in la tura col- pollicultura;e voi madrigali di comporre di ritiro, figliuoledi borghesi stra mo- Luigi XIV come voglia,di empire gli albi ministresse ; faranno. vi riazionale e una risponder cosi a il bisogno di darsi l'aria alla poesia d* asciugar P altra,non borghesia vi tollera, la pe '1 parte del una di padour generalesse in attività, lière anche e inondazione una della sommo fame esempio, seccare di problema han grinte e reputazioneche vi credete non e ci si illuminate e che Provatevi, dico, — di promovere delle ai ma calde quelli gente tacito raffronto di in sale mangiare e vegliedi beneficenza, le Intendo — 2J zoppe di tutte tutte o le tutte le PomVal- le La guerce e nate dan- di pianoforti? strimpellatrici K£ Essendo da tutte riputarequel della ragioni queste poesia un mestiere costretto a molto pe- Gràvìa Levia 28 ricoloso e signori che mi appunto editi il a no rispondere in della ore giornata autorevoli mi un alla Riconosco del e di del e di avvocati di guardie dazio e di d'intendenti di e deputati, e di cameriere. quando una e di finanza di di vi giorni del terza, terra e e dì di d'assistenti e' è annunzia se- e di mare, e guardie preti,e deputati e mogli ragione una e di di chimica liceale di second'anno e tura col- di banchieri giornalistie che della tutti i sicurezza prefettie un e dere provve- liceali di soldati Capisco poesia zioni, osserva- di arrivarsi d'autori professori d'idroterapiae e i vergare savie ginnasialidella guardie di denze corrispona fiorito indizio un pubblica di otto otto francobolli. pur di ma loro il tempo vedere paese, versi,non cond'anno, medici è che bel di some dei spesa altre bisogna, poco concedessi poi, giacché mangiare mancherebbe dormire rebbe particolareriusci- le mie giudizi e qui, avverto generale,perché spogliare le leggere i versi, e e miei a Lo anche impossibile: quando io inediti,com' tutti in ciascuno a ed priori. rispondere a per lettera eleggermi per versi per sempre di troppi i infamante, avverto onorano de' loro giudice sono tantino un di fortarsi con- vi spedisce commedia, Levia che gliele mandiate Domenica, vi inserire nel a vi scrive e titolo per un Fanfulla riscrive e della telegrafache e eh' è vuol fare all'amore che e vecchio. ad voglia jdi mi piace mi annoio ho di forse tutto fare? per bruciapelo a. esempio : « Voi non siete il de' bolognesi, devo le troppo fa versi mi desta da sioni confes- nulla nulla,* in fondo ma mi dicono prove): le che che cartolina sentirmi a dichiarazioni,come certe il maestro siete solamente di tutti sul mani gliitaliani, » cuore frenare raf- per mi palpitazioni:non ammetto, e drine, sgual- triste,non casa protesto il ribrezzo confesso che e Statore! Giove proprio altro,per dichiaro ma di Confesso dilatate Sento, capisco, ; in (e allega maestro le mettere ci mancherebbe triste donnine, ora sangue queste credo tire sen- penserà far buon anni, son le solite ci patria e' è da tematica. ma- per risposiper (Impiccatevi, » sùbito,quella volta). sparare che delle i servitori : talentone un muso, nulla, non non se ci ho da far sul di spifferarvi diciassette Ho « ho che che altro un gran la amar di piacere a un una con Ammetto sentirne : dirvi moccicone un agli esami passare Ammetto mi 2y affrettiate, perche'quella pubblicazione glipuò essere a Gravia un la tutto testo co- giovane nausea, e, che se Levia 30 lo confortassi in il di reato Del ne case manca codice d' aiuto e di tolleranza in Italia. e correre d'in- parrebbe dal previsto reato eccitamento resto, non mi consigliassi, e un Gravia penale, alla corruzione. giornali letterari ££ Per queste savio e da di storia mi Enotrio In studi tali furono per l'uomo e pur e' è tempi enfatica concettosità che tenta; di rompere dalla ha non tenta con la ed fede la dare uà da quel la prosa. di tempi Gravia, e se di e sentono. ri- ne leggerezza pesante che eleganza. Ci nella novità, e le vecchie maggioranza, i vecchi travestito figurata e non co' versi e 61, peccare, scemarmi scritti i Levia male quando peccavo poteva il agli studi fu a disposizionid'animo pretenzione tiene : non mi E stato dopo tutto tornavo e per che credito darmi e restava Romano, Dei la mi ragioniera preso almeno, ritentavano po' di pudore me letteraria. allora perdurarvi.Ma amori i versi parte e filologici altre da consiglio quello lasciar po' di molte per e si dà si vede poesia non ha né segue; si e poi se', il coraggio consuetudini la in e scorda ; di- scambia Levia 32 allora bratta; perché nell' E Cravia io fui che di Satana. qualche più altro carmi invo- nome raffigurae di risuona buffo più italiana; che quanto nella si denuda nuova che prime che ancora, bulicando dal gocce odoranti di immollato, i un organica qualche nome: luglio viltà e e d'una dy estate che fango sieno non è di 1881. * e d' agosto metà diventerà mente vizza- bugie le che mincia. incoil saltellano a le pena frescamente l' abbiano fango e metà ranocchio. certo; di crede e girini,i quali acquazzone fossero le fitte,frementi grosse, senta rappre- più credevano, polverone materia 27 finisce vecchi I nostri popolo quanto ciarlatano; che bolsamente le infermità transizione a fondacci nei repeva grafomania tutte canto a vecchia raccoglie questi giustamente porto ne tutti pilifalso, di più istrionico,di sfacciato,più una da cessano non il mio che di e E messo nome vano, basso della veder nel le pene le pene meritamente porto ne poeta più vigliacco gran arte. ragazzi sgrammaticanti di un ranocchio, Tale dremo. ve- DIECI (A PROPOSITO 3 — Carducci. DEI NUOVI DIETRO A ANNI VERSI DI VITTORIO BETTELONI) DIECI ANNI DIETRO A I Ihi If^lQ» ricorda si M^ja dieci LoC^ ricorda secolo nostro rolla di caddero nacquero e in anni poi fermare da rime quell'anno sappia, quell'anno noi e meglio, chi o il tanto la d'oggi e far han frase i noi seco! vi corse dì ieri che un cuore a — I bimbi anche in disillusioni in Il ben per con 1870? si ritorcere versi. dei pensiamo con anche e non le loro faticosodi lontananza, manzoniana, i noi fra di italiana poesia sono? corra — delle che della più dell'Italia d'avanti valanghe ch'io a undici corre collo; altrifiumi ma o più blicato, pubelzevir; sentimento la zione esclama- sopra ! Dieci 36 E anni vivevamo pure di vita fra il 67 e dietro a anche allora. Che il 70! Forti della nazione Roma con tutto piano andar l'assettamento In un poco Oh un che po'di anche Combatteremo scelta. — discorrere anni, a queirombra A che italiano? quella bella per punto Il la prosa l'occasione, ma vogliuzze come è cliniche anche nato o che moderna? E di è da del manzo ro- balza in concepimento ascoso tiche cri- le rassegne alpigiana sarebbe italiana a parte, dopo altrettante è il pondo rotondità in prosa, una e appendicie italiano Il teatro ostetricia. devano rispon- — concerta letterarie, cose diventate parevano da chiacchiere con Quelli — della letteratura? versi, anche nuovo incinte. Le di donnine nascere? di a darsi: raccoman- riposo ? Volete in — politica:rivuole Che — E si ricominciò gravità spolverata sotto forte surare mi- di letteratura. parevano — -del riposarsi delle accademie. che rinfresco o — andare intanto T Italia è stufa di tanta andar tutti, a di raccogliersi, rinfresco letteratura! volevano tanti di fare,e magari letteratura, vostra volevano non da e pigliandoun — della fatta via finale aspettando,quelliche fosse tempo pensavano la o anzi combat- e capitale pareva confessiamolo, prorogato. volevano essi erari ceffoni.Dopo Mentana, tean ardore per alla ventura av- poesia 1 i Diui italiana chi moderna al di meno à dietro 37 ilgrembo doloroso, scioglierà avvocato prete,un un anni o lingua viva una Y Ma professore? un c'è c'è in non o brione em- Italia? Per l'appunto:tanto per venir non si ricominciò gloriose tradizioni, si ricominciò dalla ricominciò: quando le ha proprioda lingua.Veramente mai alle meno da l'Italia, capo; si non che Dante tagliòlo scilinguagnolocol Vulgare Eloquio, di smesso che una bella tutta svegliò mattina di discutointenzioni e più dell'uso gua. più lin- che : noto Io le erbaiole di Firenze soggezionedei la lati, bolliva:pure e pa- Teofrasti. Erano nuovi crepe il socialismo fiottava, Germania l'Italia si diverti Varchi non singolarità facevate tempidifficili: l'imperonapoleonico da tuttii vedere prov- chese, Giorgini,luc- fiorentino. competenze si la nazione aveva all'onorevole il dizionario di casi: tanto non avvenne lombardo, pensò Broglio, commettendo avere maggio spaventata, che L'onorevole reano Ora guardarsi la lingua? il cavalier scoprireche a Salviati almeno in teorica, fiorentini a bastanza non nedetto Be- furono, :-ilribobolo trionfòper più mesi fra ildirugginiodel macinato: b stornello sbirichinò dei tabacchi e ilprocesso fra l'inchiesta Lobbia : su quei di la regia Buffalora Dieci 38 venivano a Mugnone : Calandrino che questioniinutili. alle dei anatre Fortunata s, quibus in lato auspiciiper bene la ridet aeiher messo la prosa, con in latino, apertus stagna patenti largura d'un giardino nella ben spallieratoe e le Milano: margine lingua e per dopo Già, de' versi;ma d'acqua stagnante pubblico s'infatuano lingua giardini di dalle dovuto il Manzoni, la con anate Liberaque Libertà Intanto in quegli come gliè mio parer fare de' versi. a mai quando rumore a tornava a del iù nelle acque ebbe non almeno maggioranze, il campo dietro a gargarizzare il loro il culto anni anni pettinato: gli moderna la prosa erano rassicuranti. II Pure, l'anarchia giunse Menabrea Broglio potè non infrenarla parlare.Ma a un dico comporre libro e la ribellione la nei l'onorevole piazza,l'onorevole sguinzagliassema libri. Della il Prati,che in anch' in contenere a che prosa certo non voglio non quegli anni s'era messo die' fuori anche egli versi latini, dell' Eneide tradotto con tanta foga (per Dieci 40 di tragedia di in bene se vorrebbe se ragione avesser parole,le gliocchi, credono i a cose io resto, fra debbo non sicismo, clas- e italiano tutto come se, restassero, non alla vista come o alla noscenza co- tali denominazioni se applicatein tutto, Germania, classici gusto sfuggir cosi storicamente, inlese queste bambini, quando, tappandosi altrui. Del bene di pronunziassero più: le siano se noi, come, per bene, cioè esempio, in ripeto che designano dire: fatti. Il Prati — anche chiudeva nobile richiamo mando prefazioneall'Ar- la dignità alla dell'arte rispettodegli artisti, proprio nel punto cominciava dare a inclinazione dei e la somiglia servirmi a falso buon un si non ostino romanticismo, e omettendo al l'ultima che ode una mente vera- zione genera- Italia,coronava con io mi parole, romantici due seconda della poeta quella scuola passaggio: siano Prati,il solo di Sofocle. coro Di dietro a Giovanni romantici dei un Sofocle. riccamente e opera anni sua rendersi libro al materialismo godimenti prefazione benevoli politico. » con e Fin d' una troppi segni inferiori questa grati — che l'Italia nabile irrefre- dei sùbiti guadagni chiudeva, dico, ultima parola, i lettori «Il mio d' allora e si cominciava per è non a un pre- anni Dieci il bando dicare dura e più che non i loro. E intanto sollevare, dalle file il loro invocano con la fede,del dell' antica ai i bei integrante della riformista P era Ai superstiti uomo. delle antiche fatto col s' era e aveva mezzo-giacobino soffiatore intinto col Barbieri col Rosmini d'Italia e additatole il italiano, Parini, sopranalla nel carbonarismo nelle e parte era abate banditore Di Breme col Gioberti il Primato aveva e col idee, ricordava quali il prete italiana. V società col Cesarotti nuotato che e nei libertà dogma, dell'Italia con Italia,agli eredi tempi quelli della l'accordo Zanella rono trova- Per riformisti,ai neoguelfi,egli prete rinnovava servatori con- essere Zanella. col teressi. in- loro vogliono moderare, progresso Giacomo da in fine hanno aspettano e i a usciva che faceva in Giacomo poeta che piaceva a spingeree a scrittore che il libro e qualche cosa se Chiesa, naturale,lo veri,che I moderati la è come loro partitiseguitavano litici. po- dispiaceva loro piacesse la politicache tutti a più che bisogno d'amminicoli predicavano perché a altri Ma ha non E il letteratura. fede: in lui il nome buona onora 41 politicadalla della parlava in Prati dietro a rivoluzione, di del ticismo roman- 21, che dito e bancospirazioni Rinnovamento, piaghe della che Chiesa, che anni Dieci 42 colT Andreoli aveva per il santo in Giacomo altre usciva ; Zanella gli altri e ; di mostra forza della scuola s'era classica più e Pindemonte, aver debolezza di nervi e di imbrunito di presa cipria fra ghezza larnario. semi- la con s'era primavera lista mora- quale Picche, pareva nell' ambiente la ricerca appariva scientifico Giorgio III,e alla da l'elegiacoe al celebre ciò,nelle poesie dell' abate le conciliazioni lirico vi trattamento un con del regno la smessa altro che dello Mascheroni, didascalico, ortodosso: in gara solito ballare curato il con dio Ovi- versi le belle tradizioni lirico: il Parini fatto ammorbidito : da anche saperlo apprezzare ne' suoi gia filolo- esercitandosi tradotto giudizio,tutt' di seminarii dalla di traduzioni poi aveva ma nella Za- Cesarotti,dalle del cominciato aveva Rifiorivano era quei abate vero) del Barbieri. dir chierici* in gare da Orazio Shelley,e vi da onorato, proporzioni, certe ma Forcellini,dall'estetica L'abate e poesia dall' parti.La grazie (un po' adipose, a e in alquanto tnondanetti,illustrati del con lungo a ridotto seminarli dai patriottismo; l'abate del ancora Zanella, migliorato in veneti viva salito il patibolo col Tazzoli e peccato viveva, e italiano dietro a del Zanella certa glese poetico inun dato po'riscal- i848. Oltre gliaccordi scientifica e e l'auto- Dieci rità del dietro a 43 fra il pensiero moderno dogma, fede, fra della anni il sentimento irrequietoe nuovo regole dell'arte tradizionale, erano, sinceramente, candidamente, credute E raggiungere. dell' uomo che sottomesso dell'essere resa, dal profondo non gioia della la degli quasi occhi da Toscana e di gusto cosi gente da mai Quando arguta strofe classica al volo con tanta dell' abate nelle rime e molti abilità circonvolgendosi con lontana marcate nelle e volute modo, in mai la famiglia,per smo tecnici- del la breve carezzata e snella liberata facilità e grazia ? Dei detrattori chi ha lo un o chi troverà trove al- che ondegspiritolirico, gia mite rumore meravigliosamente colorite della a massime quando i trionfi anni stata Zanella d'oggi il calmante un'ornamentazione per era zare al- annunziato fu per le feste di corretto al modesta, poeticofu a trovato aveva in cotesto Del resto, dell' industria le parate ? molta nella Venezia. poesia odierna occhi gli amabilmente contenuto monie ar- di gemente ma ritrovata richiesto,e e affanno, in di rialzava pace Tale aspettato grandi voci che trepidazione scòrti i misteri strazianti suonava accorata. la ha pure con dal poeta tranquillità, cielo. E proseguite, volute, umiltà era le ingenuamente, volte a l'eternità e di marina delineate Conchiglia fossile? Dieci 44 anni dietro a III Le il tasto o volte che l'abate poche della molle. la politica, La dardi i La attesta primi cinquanta Byron i fondacci e pur nello e nella d'un della quelleforme e ciò il poeta dell'anima versi,quelli scritti degliuni passionepolitica e sarà passato senza che il romanticismo poesia bresciano, mane ri- sua, pervade scul- nel 70, ci la facilità questo strabocco dai colorito atteggiamenti quasi gusto dagli altri per trovarli mirabili. Ma quando lungo non nella spiritoalfieriano le fissa in torii. Gli ultimi tutto formale classicismo Hugo, introdotto e eguale proceduta mistico gergo intima coerenza originale. Uno la ed alquanto dal di Vittore alto italiano del secolo: po'di quel eloquenza. Con in forza che svolgimento del gusto politicoaveva e il verso riflettendo forse anche di sii i primi del 71 pariniano,erasi riposatanel manzoniano, del anni fu sparte, gli spartisuoi Pindaro del sentimento classicismo anni poesia dell'Uberà,una sostanza, le vicende gli rispose stridula Uberti fronde chiama fulgido vola. nella Giulio le non dardo : corda in versi toccò poesia politicain quegli parte democratica. radunava, Zanella leva vo- senza 1'Italia, di latte ina- Dieci anni dietro a che d'Arcadia, ricorderà,più cetito 45 faccia non ora, le quattro odi, Napoleone, Washington, Garibaldi, Macini) cosi concetti di e di magnanime imagini, cosi alte ripensando agli anni ricorderà altro Se d'allora,io non Cavallotti, il Felice chiamarsi, e di le s'erano democratico E — roba del re — ; per ch'io sapevo la non terzo, che, a paragonava giorni eran (vollero al Trabucco a dispetto farci passare per so se dai pro- della filologia critica,ma molto la Satana per esempio, che ragione quando da mosse som- turgo, dramma- a dalle secche grammatica. dai giorni. hème, sbagliata,Bo- gettainon bandire momento quelli! a me, erano proposito del a ogni ' non ma sempre o aver questa giuravano, eitito mi poteano romanza, vano impuntati del classicismo montoni Bohème Tirteo, il e ignoranti. Di di manica nel turbine bei fra i duelli le sempre V Alcibiade quelliche uia quelli eran carceri),in prigione mudava covava corderà ri- poesia politica d' imitazione essi affaccendati e delia lirico della umiltà con che d'intonazione: di gloriosi. 1'Italia So so. dense sensi,cosf dice- da procuratore candidi quando politicadall'arte, Più lepido riprodottoo un ri- giornalidel partito,mi col suo corno. Oh, bei Dieci 46 anni dietro a IV dalla Distanti poesia democratica seguitatoridel in stavano disparte tre che alcuno e dell'Aleardi Prati seguitareX dello e in Zanella, contrario,cercare per l'arte. Erano arte distinti dai quattro, i quali parevano, o affermasse dijoro e il Tarchetti, lo Zendrini, il Praga. Se che non IginioTarchetti,per gì'intendimenti de' suoi d'alcuno racconti, raccostavasi ci voleva Ma quell'ambiente, o, meglio, d'ossigeno,per quella mancanza grandezza dei racconti elèi povero scambiava il contenuto e diceva — c'è ed è bello romanzo arte ci sia,come si scriva Hugo e trovata una Ci bene. col Balzac. voglio parlaredi Tarchetti, il prosa. A Domenico buon se o un nell'anima quelladel di lui Heine e erano Si X arte il forma senza episodioo se, propositodei MileUi,che un scrivendo tore Vit- con via,ragazzi! Ma fuse due si : brutta,ma paragoni usci,una incomparabilmentemigliori, che Tarchetti. per come furono Eh la è come il romanzo, sia frammento male, se ; — proclamare l'intento c'è forma, la prosa Non ai democratici. io versi del fa di ne volta non a dire grandi anime, quella del Leopardi. Non mai anni Dieci 48 farglifar a vano male. Leggero, irrequieto,sprezzante, e anche (dicolo scrittore, provocatore traspariva dalla per quanto non conobbi né Zendrini),non di persona la forza avea l' idea e l'atto,fra e forma. la preoccupazione del le muscolare mobilità spiritoe di riuscire una e sprezzatura di cose un sue rientrano poesia poesiaanteriore,della e per seconda mante tre- rire appavoleva voleva osare e gliscapstile, pava i rischi provocare originalimeglio per la concezione e lezza genti- voleva di voleva La fra di forze mostrare tuffo nel grottesco tessitori.Monotonia, nezza pie- gli rendevano e pensieroo scarabocchio: e dava dell'arte, Le o la l'operare,fra smorfie: erano lo ; onde bambocciate: in mai vano polemista turba- e lo stile. Voleva ed spiritoso, uno della critico cascava e resto nell'operasua davainismancerie: e affetti, ingenuo, e nervosa il volere percezionidel poeta lo del disuguaglianza Tale l'uomo lettera per sproporzione quasi continua l'intenzione la scrittura: né sanguigna pari alla la dietro a e nello sgarbato. riuscite non (/ muore, due ecc.) nel ciclo la forma generazione dei qualchecosa di romantici. Quando di vero, di famigliare,riusci affettato, freddo,falso; non riusci,in somma. volle fare Ma perseverante, col sentimento con la forza che aveva nuovo, di volontà di rispetto Dieci anni dietfo a 49 per l'avrebbe l'arte, Gli zarsi, bisognava,per ciò,contenersi,vincersi,raffori nervi; ed curare Io ebbi ond'eglitorturò le prime interfogliate carte di Heine. duzione E buon e le durezze nella ad in tanto esempio documenti, meditazione dello pure forse Questo Magari Vuom con s'affronti e con è, lo mi ci ho Carducci. di so, che Vuom chi badi all'arte, morti,e : morti pericolosoin fare io pugna quella coscienziosa se son cora. an- è la vita. e tata medi- han quale gl'italiani troppo bisogno, parliamo anche aveva ancora Combatteremmo schiettezza della il quale nel 70 insieme per rinnovellati. fossero vivi! Parliamo, dunque, libertà che esser al lavoro egli mancò parlaretuttavia faccia ai lettori. Ma di subite,della occorre in Italia v'è fresco,è spiacevole,e morti? meritano che Zendrini! a In fatti versione,e buona quietato,stava avere sciattezze parecchipezzi rifatti sono meglio,che di tra- pazienza tentativo. nelle trasformazioni allo stile. Povero — di di nelle e della stampe primo dell'esercizio e stile,se quando, ci edizione pianta,e 4 i margini mirabile lavoro un incredibili del terza recati di due lo voleva. i lavorii sua, su e e che gli fa perdonare le giudizio, e sono sentiva eglilo per volontà vedere,non a rifacimento di io credo,spuntata. finalmente, di Emilio Praga, già,si può dire,compiuta la Dieci 50 parlarne, quelli che non d'artista innanzi allora scrivevano tutti a realista lui? lui d'idealismo? lui ? coi e senza dei più sin che L' d' scoppiò che più era Se non già nell' Hugo, le della e tinta trovate tutti; ramento tempe- ; poesie di terza quel in nante. fu tifo fulmi- e Si certo, il Praga del nel e stempera dite voi. il Baudelaire Heine, nelle egli le allunga Ma il zarra biz- taria, eredi- quella che non voi che l'espressio del- la malattia tratto un Hugo, la vaporosità Egli nella più poeta covava ma originalità, quello ? femmineo letto Vittore damente. Realista la stranezza e originalitàdel Praga! una Heine fu in tutti amabilmente di mòri? delle metafore romantici che Povero indeterminatezza la l'astrattezza scopo generazione Avete Praga. e inzuppato,anzi ammalato, linea, con con ebbe di Emilio con languori delle fantasticherie, in lui (cioè azzurro d'idealismo lui che nella ma ferenza indif- sua di tutti il realismo più e originalitàsconfinata Praga, Ma la quelliora Prussia, qualità inferiore), di vociano alle inorridivano dirimpettoalle questionipolitiche sociali, quelliche turchino la vano allora affetta- stramberie,quelliche aborrivano sue e dietro a poesia.Quelli che in ascensione sua anni Praga ? mate procla- delaire. Heine, nel Baule scappate un dell'Hugo del po'lombarebbe colorite Dieci fibre sii}le intime anni della le bia si trovino ossa ripetè non chiazzate ad è le flessioni la le solite nenie. La E d' acqua corrente quella immediata pittore,che sue Al e lieta prime Tarchetti, e Zendrini, po'di quella brigata, se apri dal ad di Betteloni, si psr la consuetudine mai al di ! quel castagni, campagnolo Praga bene in alcune d'arte; o ma sentimentale avvolto, e usci il tutto. settanta il quale egli proceda fantastico quella brigata intendimenti vi s'era cesse suc- cose è si ammira romanticismo Fu fantastico lodola, Arrigo Boito, Germania. o di si belle di tra vede, fu alcuni poi più ingenue poesie. allo direttamente ; percezione della sincera le porte ; le più i ritornelli. selva una chiuse un mosse ripiagnucolando volte arguta pide stu- le malattia trillo di si sente, si e ed fini a per quella bonomia natura, di fatto originalità è quel sua fresco e della il poeta aveva lezze irragionevo- le bruttezze i metri ma acuto polmonite, e le e pure rob- del Baudelaire Ma proprio cosi),ma del verso, fu il periodo Quello dicono pasciuto la rosso. effetto,non (dico cosi perché e hanno le innaturalezze pure cercate di 51 poesia,come sua delle bestie che che dietro a anche Vittorio d' amicizia egli dal usci di si per cismo romanti- presto, se Dieci 52 Betteloni Vittorio anni pubblicò nel 1869 il libro suo primavera. In Ne parlarono poeta alcuni e maestri gran nel dei viaggio: in 75 a lo preda di venir insieme coverse e eleganti libretto cinse. Chi tali versi con tutte erano dismo, quando di o al di fuori, a audacie che cotesti come del e pena versi il Betteloni tanta set- mal- e grosse di sua fremeva alearla letteratura ardenza di parti trepidazionedi si facevano come di arte di mezz'aria a là della tanta tanta le sale 69, quando al di Praga più baleni libelli. Il impregnate d'opposizione,fra casa io lo lessi solo innocente,o nel nelle strade questioni in : consigliòil Betteloni ancora poesia politica,quando, officiale cose i spese, degli amici, fata tante larono, spar- parrucchieri. cerchi sua a male arrivò non quel povero fuori dei del allora; ne da poesia Habent Verona. anche vage della Bologna schiacciò d' amici gli le speranze fece, fuor non calore fogliletterari dilettanti e il libro Ma molto con rimpianti su con e dietro a un nuova gli aveva badare babau bini tur- le cese ac- ghesi peibor- molti di scritti fin dal 63, ? Ma Dieci nel fresco tenerli li Oggi di mattino che leggere rilegga la della muffire a è versi il solo anni in Italia. Con il Betteloni la sia questione la ha minor è da avanti fa e verità e luce in che glipiace: poi è di far riflesso Ognuno in ultimi da molti d'un abbia sarebbe per la che quel cotesto bene, è il tenendosi queir ombra dissi;e suo intendevo di o sublime perdervi tempo la maggiore Su della tazione rappreseninutile avventura questione fosse posta vuole; riflesso in la due di troppo cosa. ed efficacia di il porre me a altro, il termine ingegno esercizio qualche dire che a del resto, ragionevolmente. Ognuno, quella poesia quella d' meno gliori mi- questi (è vera si non o uscito altro. Per discutere,quando bene in voglia è dei miglior poeta o un far legga vo' riuscir non si che poetica non studiare fra noi un il o scrittori che gente o più la pare, si non poesia più academico troppo o maggiore 1 che giovinezza d' voleva non e Betteloni, che usciti ciò io poesia su più poeti o del sia sua della moda) peccato libro di 53 giovinezza, quello a un poesia e dietfo a perdessero stagione. Primavera anni che che abbonda, libri di o anni si ognuno quell'ombra di diritto. Il in quella verità ognuno suo luce che che in mette si è verità dovere in quel scelto. è poeta e Dieci 54 si è educato strofe artista. po' di un Il Betteloni a Melikoff di dell'argento,l'età poi il Betteloni e amore Cannoniere nel Quando di marito pezzo Werther né della po' sempre,- un serpeggia tra bonarie sue con le sue lo giovine sposare il piano : cinquanta della storpi il sonetti per quale fa il lui,di con a che lasciare,perché dote,che Il terzo se crestaina famiglia,ha buona le e ragazzo, una per della francese. resta burlone buon canzoniere il poeta s' è bel un di malinconia vena una per ideale per altro immaginazioni signorina una e come il Betteloni che (età dell'oro). (età dell' argento), che poi si risolve un poeti moderni, pianta malignità. Persevera più allegro,nel bene mentale; senti- condizione,eglinon una è giovine, che freschezza Giovanni il Don dell'oro,l'età dei venfanni sua tre verseggiato il primo o popolana la ragazza delle propriaménte dei nostri nessuno quella rugiadosa con anzi Quel è non dirlo,ha rappresentato oso venti ai vent'otto l'età amore, del bronzo. rica in li- componendo pur giovine dai un stesso, pure in Italia accennai, il primo eglidice,deir età, come perpetra guasterebbe. non s' intende, d' amore, romanzo, che canaglia romanticismo, il romanzo anni; dietro a la Per fu, come del uscire anni da tormenti canzoniere, signora (etàdel bronzo), innamorato senza sapere Dieci prorompimento inconscio, scarlattina con bella una ballare con di lei, e le bizze certi momenti a la punta, sa ascoltare reprimere dell' anima di ciarle sue è il ultimo Da passeggiare e vincere dovere, contorno l'amor a passione,un più anche per anzi vero, fuori metter dell' ala. Perocché la ma spiaceri i suoi di- e suo passione,si prova la e le quello che su è la punta ma di allegra creatura, e piccolomondo. il suo a anni; poi il piacere di fare all'amore diciannove a anni ditiro 56 Fautore po' per timento sen- schiva certa • ritrosia di poeta dell'arte. bella To', e e che sapesse più uno vincerla,non sapesse le sue dignità^con la decenza che vi voi prendete in e dei Sarebbe menti rammolli- delle eccitazioni dell' alcoolismo,non infrenare a una passione malità, ani- la inferiore contorcersi,senza stelle, con d' un uom la strare mo- forza,con la fetto L'ef- fatto bene. il libro del Betteloni è questo^ produce buono, sato alle piaghe e e resistere senza giiaire, senza che del caffè nel secolo ci fosse sensuali o quiete serena darsi? neh" età viviamo sentimentali alla anche può non o che, perché nervose, affezione per affezione e poi lo il poeta stimate perché perché è è turalmente na- sen^ vero. La verità di di fatto e di quella poesia risulta da più ragioni^ arte. Il Betteloni prima di tutto rap- Dieci ed presenta della che caricature: una borghesia del ; e r ha avuto, Heine a mano o ed in bene educata, chio tic- signoriadi e nulla Leopardi,e sé. né parimente, nulla a alla sia,come il poeta alle troppo affezioni che ; ma nella né i nostri ; comode a pure moderna, discende e né lità qua- non un si abbandona meno della rèverie volate sono in sé percezionee una forza sentimento o si possono di presso, e' significano, almeno convenzione natura) più a è poeta è questa: che egli (vocaboli che italiano in Perché stesso. Se heiniana italiano senso superficie, per lo del sehnsucht del Ritorno, e la coloritura del Bstteloni si ferma soltanto,parmi, lirico mano il Bette- anche Heine pieno ; ma assimilata,e notevole e giovine canzonieri, si rassomiglia de' due di riflessione riesce solo sé che un chiassosa,col direi Non dell' Infermerò assorbita non del il colpo di sole del che non Musset. partialmeno assai del De e qualche senza e gerazioni esa- Heine, perchè la posizionepoetica,nelle prime due Ioni benestante Byron senza credibile. E l'intiera libertà con del dunque del pure 57 dico non d'originalitànon vena dell' arte, Nulla sarebbe non vecchia con dietro a esprime proprio sé stesso, e senza carezza, anni durre tra- le tanto nella sistematica aliene dalla nostra stesso, e arriva nella conscienza le a gliere co- ragioni 58 Dieci ultime e anni le variazioni dietro a meno intime del feno- le forme e e forme che, e fantastico ; ragioni psicologico di particolari idealizzatenella riflessioneartistica, che ilnerbo della e sono divengonogenerali, erano che rappresentazione poetica; se in quelpassaggio la caratteristicaindividualedel poeta non duta, per- E soggettiva. dell'originalità allora è il caso questo è il caso va del Betteloni. dei poeti è il sólo,credo, esempio, dentro i che abbia osato mettere italiani, Il quale, per odierni suoi versi il proprio nome Fra 1'altre una bene! amante e non volta : eglisogna, sogna come che al vederlo battono le mani: giuoco dovrà pur e brontola s'abbuia, su il pievano, il quarto, giuoca.Ma solo con lei.A Egliduro. partire. per gentìle^ae e Ma Che Ì h. per via casa non e ella presto pel cammin la colga un ne il pievano gnora la si- cortesia dice: anch' signor Betteloni, il tratto un Ilmedico il temporale. in atto di tutta S' affretti a siderere de- come ma finire, gliimportunise ed egli rimarrà anderanno, si levano e Ecco il quarto per il tre sette. E si O tanto, sol- sogna di trovarla c'è ilmedico meglio;ma ecco Ma cognome. alla porta del villinodella donna di suonare amata e più corto, tempo tale. gli anni Dieci questi versi,altri Leggendo d' mente, ne' suoi anch' egli amava versi il inquit, mihi, Quaeso, commode Istos; Deferri. è verità Questa Perché, di qual verità per esser ha non linfatiche volo lodati può ad ai lettori è di da ha la meno chiamarsi certo E il Betteloni della vita odierna se suo e non spesso solo non italiana verseggiare sempre accurato; lingua miseria di con o cento versioni sue quarto ordine. percepire elezione lingua finissima,con liana ita- gente povera delle terzo seppe con locale,e che quali quella qualche poeta francese di verità, locale,cioè d'italiano, lingua; da la anche quella le sarà all' autore, o : ora essere veristi di parole con lo seppe e Serapim di certi veristi la verità arrapina a rattoppare glisdruci ma spesso quii puellae. non vera, nulla, né non si italiana su mettere Catulle, paulum piaccia meglio verità dei Betteloni,di italiana. dir vero, paese ma quella a in Minime, in : mi enim rifiorivano del di nome suo 59 ne me antico concittadino un che Catullo, bene dietro a il vero d'artista, varia a stanza ba- stile sempre anni Dieci 6o dkifo a VII Dissi dietro che a scriverebbe io dirò accademico, un in poesia, ilprimo amore mi teloni.Non del fra noi nessuno aveva cantato commemorato la freschezza del Bet- con alle terzine disdico, pur ripensando quelladel Leopardiè passione Leopardi: speciale, in sentita e condizioni, stupendamente certe resa; mentre ilprimo amore che generale, tutti glianni si rinnova, a cui se fummo non del Betteloni è ilcaso ci ceppio peggio, siamo tutti, trovati. Giudichino i lettori. Poi ti tenevo Com'è Pur dietro piano piano, dei novelli costume amanti, di solo da lontano, scorgerti Senza parere agliocchi dei passanti: E tu atto Con Per Volgevia Ma ad or L in sospettoso^ il capo a di rado puf che ponessimente, me tuo molto non a pigliassi non O or, molto non Temendo O mezzo e che mostrar non Ad cauto Vezzoso, di sovente; tuttavia, addietro caso qualcheamico io fossi troppo, un' altra non via, facessi intoppo. Dieci Quindi Il Là arrivata, ancor piede S* io fatte Poscia, Al le col ahimè del dei versi le poeta che testa lo sapevamo quasi o maestro di vero non nei poesia i come sarebbe di ; sentivamo, Catullo,che, dove noi a e' è nuovo quello che è la modificata e ad sotto e fu in Ch' io Era 1' Ora ora piazza d' le amor il sole e ornai raccolta. la e in di certe Caterina parlai può il volgo scambia rinnovazione Santa il sole che dolce di le prima declina, non esser altri: tant' è cicli ritornanti. £' mai noi. E si che Catullo anche mente la naturalezza tre seguenti,men- le quei versi vera c'è progresso: progresso ci troppo alessandrino,poteva nulla che a noi allora potesse in italiano far naturali le notavamo grazia e non si dette in cose che troppo romantici, o la avuto amanti, nostre fa ! Salvo veronese, vedevamo, è sporco fatte le troppo classici graziosi e pure salutavi. anni avessimo per la passato mi erano più e o dato momento, un t'affacciavi; allor che di venti e, anche in ; innanzi, lento, lento, sorriso eravamo istante, distante tuttavia scale proprio cosi E breve accorrendo ti venivo Tu limitare un ero terrazzo 61 rapida guardare a non pur dietro a sul soffermavi t'arrestavi Io anni volta, arte per fasi Cinto Dove fatica si conduce a l'aria s'infosca Dove Che Or Lungarno in io, che Com' Là per Ella Pur postomi in agguato, sere finalmente. affretta il e le accosto, a ai panni, la voce; e vent'annil teil ma che volger le ardisce la parola, l' ale che Nume oh pie veloce, le faccio me l'anima trema D'uom che s'ella s'offendesse ella schiudesse, nasconde all' uom s'invola! mister di grazia e di bellezza. Roseo Tutto sgomento M'avventuro Di qualche di tre vent'anni! Parlare suole. sovente, ne Oh innante di 11 venia me me un'ora ella per arrossisce Io il sole, non da avea L'incontrai Se i il loco d' alte piante d' intorno innanzi a te io, son all'impresaall'arditezza trovarmi con Dio ! . Ella pur non Mentre Di parlo graziosa Non Cari s'offende mi quegli occhi Mamma Occhi, mi indarno porge in volto, finge. intenti a menzogneri, e mentir sorrideste in alto Troppo, troppo ascolto; guarda, si dipinge meraviglia conoscermi e cortese ! si ben ieri v' apprese ; Dieci 64 dar sia temo uno, cT è parlata poscia, la resto lingua spropositinei la è che li un nei tantino in deve, né si che è verità sempre qualche Pulci, dinanzi a mano bisogna distinguerefra Ioni professa nell'Ariosto ilPoliziano di avere il lesto e Dante, volete,avrete, Dante, alla cui luce l'effetto di lumi ria, letterasi non per quello d'espressione,da imparar da cosa educato volendo, interrompere: quanto audacia e con E l'ha studiata la tradizione potrebbe,anche siate rivoluzionari de* carmi. il Betteloni comincia erutta settimanali sui classici s'è anche poesia che una de'Jiorie stile. Tant'è: lo ebri che versi,piaghe lingua è superiore ricchezza,^ certa ed si n'è. Ma ce di quanto per il e ; ragazzina. Di una anche terra classici, e vanno non del Betteloni mila cento dolcissima ragione anche per d'idioti cenciosi gergo di questa stile poetica sua proprietà,e per quel eroico locuzioni sono non quello nella dizione fatte mende a in certo innante, indarno, ora oramai se è troppo pie veloce sbagliata: qualche classico,della lingua di sosta, academiche, del rimembranza a intoppare. Uri ella dietro a frase una intoppo è anni per esempio, e frasi faranno le vostre mezzogiorno. a classici appreso e dal Vero è che classici. 11 Bettenel Poliziano e far disimpacciatoe schietto,e l'Ariosto erano designati dallo Zen- Dieci fra drini scelta lingua che l'Italia l'ebbe vero, le di tratto dietro che tempo idea stile in di fatti migliore.In- esser ci vuole per la poesia più specialmente,salvo eccezioni grandi 65 sua poteva non di rimpasto sempre a gliantesignanidella poesia. La del anni da va del trecento, in Masaccio alla quel morte del Vinci,quando la giovine arte del rinascimento s' informò r ebbe tutta, pur nel Poliziano non Medici nel Pulci di rime e tutta, al quasi o ne' minori e in si credè academico nei renze pochissimediffe- lingua un fastidioso scoprirecon soli nel autori di farse di ballate peggio,quella stessa rivoletto umano: ma nell'Ariosto, popolari,ed è, con non vero detti del cosi rispetti cui spirito popolo toscano. Altro e miglioresempio teloni è la della canzone la fusione del reale umano del e linguaggio riuscita in colorisce del e del fantastico, e e della favella della sole,dove sentimento della natura, che strofe che giovinettapresso Dell' alta Siede La — crestaia Carducci. invetriata cucendo, maestra spesso la guata, del canta, vola,è piccoleproporzionia meraviglia. La 5 lirico del Bet- panteisticosenso che discorre frase che della col del valore Dieci 66 in E anni assai andrebbe Or primavera Penetra dall' la Balza Vispo al d' a di Voglia più farmi, Nel bisbigliare: rimane. non venire a o mio di maggio, t' invito bella, omaggio regno fiorito: aperto io soggiorno Sopra SuU' D'erbe core arcane il Sol sono Che giovin lavorare lei a oro suo lusinghe Comincia Io lavoro dita Picchia Poscia sul disturbatore e le con via vetrina. lei a mia la trova Traverso AH' ascose; fanciulla Il Sol A strade ampie dimore Della « cose; nell' officina Anco Già bene. invade tutte Nelle questo, molesto Non Passa tiene; fosse non se IL lavoro E la soggezion Che dietro a il colle vitato, ondeggiante prato novelle adorno. ; anni Dieci Vo Il trillo Che regni delizie Fra la il io tocca è i non poss' io correre, a il desio voglia Sia nel tutto prato poi di s' ode, provare saltare, rode. mi un o nell' erba D' avvoltolarmi Far calpesta; giorno, sul colle, intorno; scorrazzare E fior augellin A gente troppa pitibei non festa ; di vero, E Di sovente allor Che Ho sedere, insieme. cenci c'è Come a geme, giornate intere, porte un ne me mi Esco, E l' avrei, ce metter Ma vóle; non cuore Delle Dalle » verrei, mamma Star ? leggiadro Sole, mio L' amante Ma ti meni, me sereni, miei Volentieri Ma a cotante Deh, « amante, un giorno un Ne* A più gaio.... suo hai, bimba, Non — sdraio'; 1* augelletto me a 67 diletto; a mi aiuole Sulle Serba orti gli per dùtro a belle molle alfine; cantate, 68 Dieci anni di belle risate, abbian più Far Che E non farfalle Stare un Di del Tanto io n' avrei banditore T Abardi sul che loco un poco; pensasse avviarmi, i nidi pigliarmi a pini arrampicasse. l'Aleardi, il ardente ai O dal Entrar E Che Di Là anch'io m' facendo per la prima che di vista ; vista un occorresse entrai Zendrini, poesia e piangeva dir vero, tabaccaio sigari v' dello non di' t' ho un paio ; volta ti stato era pure di questa fatto,a bella, — versi figliuolprodigo. Se avea » quale primi si scandalizzò della crestaina : mio non tosto che resto desio ammattire io cesto, un trovo non andar Ed manzo, pranzo. 1' amante Dove Sui nostro più Farlo E non ciliegieil Fosse Vorrei dire e fraghe che Che sentire; a poco rosse E i romori frutta Mangiar E inseguire, dell'acque E fine. coglier fiori, vorrei £ dietro a parlai. il poeta peggio: Dicci anni A questo punto dietro a vi sto non parrucchierigli negarono E Si stava Un s' avvennero vino... per i te ... il libro e ricorsero dico,del resto,che non di all'acqua avvezze fogliadi una petti pollo svelli- Sfido io,poverettel erano Io leggere, più dolci pentii, Al entro a del frittoscelti E rugiada dirittura il saluto. alla Regina, tempo T'avrei buttarono i Romei assai benino Ottimo I dire che a a Giuliette, quando le 69 a una Colon! goccia per tutto pasl rosa sieno le co coteste più belle del canzoniere del che in ci siano delle lungaggi quel canzoniere e non Betteloni, non e certe prosaiche interpolazioni sto, qualchebizzarria e a il Betteloni netti del natura! pur chi si dolesse di tali dife a la bocca,offrires può, per rifargli corpè questi: ' Quassù nel lago nostro Che quanto ha Solo Ma, d'ottimo g e un freddo, po'd'es gerazionesistematica, che, sia offende l'arte. Ma ne, alga cresce lungo il gambo è in acqua poche fogliein alto eli'esce con se un' a lugliosu queste il cìel non ; versa immersa Dieci anni 70 Stilla di Che pioggia,in guisa Ut dissetarla tanta a inaridisce langue e i sul mio li l'amor stilladal ciel tuo, a leggiadra, il che mal spirtoe lo affonda fango immenso riesce, d' ogni bene, cor lindi langue lo gorgo più non e in abbondanza sono le incresce. cosi tersa e eli'ha che intorno Onda ditiro a me non me viene! contende io basse sovra scende; non arene .... si stende. ine! la fantasia fra sé ragiona : ) vaghe vesti cui s' affida intero segreto gentil di sti cui non te ditemi ive arcano, sua si cela alcun aimen non eh' è fra voi nascosto io sforzo invano. rispondo» quelle,e ingonsial iggon mistero, di questo arcano, dietro al qual la mente iI persona, con più cura corpo, e di quel posto partitoe de la lor ventura. vago anni Dicci 72 metallica quasi italiano, trionfa nuovi tedesco. begli il Don Ma anni io in e modesto fatiche le prove, all' arte, e 880. col prova sorta di a bico giammettere Finisca lavori. poi dai Versi. lettori accoglienza, durate all'Italia Io artista al auguro sul lente va- intelligenti quella che nell' arte, degl'intendimenti originalità dell'ingegno, gli promettono 1 traduttore, consiglierei ripresenta Nuovi e la serietà lo del a sciolto verso basta. poeta attenzione onesta industria non si questi con il descrittiva quella e il Betteloni proprio dietro atteggiamenti Giovanni, Ora poesia vigorosa per di i suoi di a le prime e e liete il rispetto la matura e gli ritano. me- CRITICA E ARTE I ra^Tjt. signor Giuseppe intrattenersi tjQjR 1^£\J della (12 dicembre che io mi mi ha dio ad prova dio della della Non a nostra vorrei parlar sempre di a pie lia d'Ita- regno mi atteggio: ancora, la critica disputar onesta e umanità altre, seco ma ed ad Guerzoni, mogli dia- cortese: : disputiamo. prometter il le cortese il signor L'orgoglio dei piccoli,scriveva nel mie cose detto, fra dunque critica piaciuto ha accogliere Ascoltiamo Disputiamo? « da un'amica, rappresentante una e delle e 1873). Egli sento come ascoltarla. me è Ufficialedel Gaietta esortato onesta di Guerzoni troppo. Voltaire, sta sé,l'orgogliodei grandi nel Critica 76 parlar non senza sé di più nobile, per la Per me, incorrere io mi del non chiamasi critica Ma anzi usurpato avere è, come la accesi ragione lo cotesti sua prosa onestà io Contra alla mia ciò che amor in dirimpettodi tavolozza per qualche dir a giera rag- che il mio cosa Italia essa. Egli parve ilsignor Guerzoni. tutto quando di poeta, qualificaegli,più sanguigna, quei troppo offendono là dove sentir ragionata tratto il (cosiscrive più d' mi auctoritas aeterna corone di la : ma e rori: fu- il testo adversus), scaravento che vituperii, tro con- il nemico. signor Guerzoni, Contra : censura in smanie dare più latinamente al critico mio criticofcome Roma il volta una lui, qualunque fa senza usurpatiper averli delle dodici tavole porta hostem forse non dipinge l'accanimento critici. A e pare che versi ne' miei colori,dico, ei i miei più di intorno all'arte e ». dovessi non mascherare colori lussureggianti e dalla signor Guerzoni, lusingo di inutile tutto badi dal da voi per liberarmi l'intendimento con non dei grandi; all'orgoglio Se orgoglio dei piccoli. nelP avventura Signori - stimato essere volentieri intorno dire tante po'insul- un , assai,se, postami proprio vuol ch'io cerchi di dorrebbemi ma talora ma brigata; rinunzio è Quest'ultimo orgoglio mai. fine vai la pena arte e dosso ad- in paragone Critica è di rosela accademico, dio cose e le bestia e parole al Annibal Caro bene. Un mostro Un eh' è Una lo Di lingua mille Che latra morde; e Incontr'a Dio nunzio Corvo Verme fila l'aura Scimia d'una e come tesse '1 fumo e di Crocodilo £ che aborre quanto Sembra, Il mostro l'uom ed di e snode. frode; frale si quanto parlo di e vero è veramente, eh' io strale o e disperge divora e di opra putrido D'orgogliosi giganti, ; d'ogni male; la sangue code più tale s'avventi ministro e di sferza bugfe: volpe e che e che par di Chimera scorpio e pensiero guisa: questa aspe di e Licaone. un in teste, fero, "T opre e cosi: Lestrigone, cosi e Busiri un più lingue di il Castelvetro rozzo dipingeva Idra Che posto. cosi sfinge Il che rimettiamo Ma antropofago,un di dunque sono tempo. un a contro Apollo fece mangio: tutt' titolava un Anche lo me retoricamente, trovato, Caro poi lo scortico,come in fine Marsia; e 77 di sonetti d'Annibal corona il Castelvetro;e a arte e e e ha di rode; seme vivo geme; '1 mondo accolto e e a insieme eh' io scrivo. schivo è le Critica 78 E lo accusava chiare a arte e di note e finiva accomandandolo figliuolo, al bargello ed al grandissimo letto il signor Guerzoni i miei critici che dove ha miei critici? altro che Da letterario annoiato di stile tempo poesia: però possa, bene le opere le non mi ai poeta letteraria della parlato di Egli mi sapeva che a disputar né latino né italiano Satana; che un dimostrare e non calzolaio o per belle e la un fatte compratori e ordinatori,ma al zoni pubblico. Il signor Guer- filologo: ma contro dignità civile,tacendo di ancora me, raffaccia poi mi ragazzo, avanti Mena di dato han avanti aver buffone ilFucci dell'onestà insorsi,vendicatore quelliche primo, solo, e versi. credo debba, sue quasi,anche non presto lasciai ben ma l'idea uomo avesse ; lepido un l'idea del filologoed io chi rinfaccia Fucci e anni, ben rispostaa certa d'allora ch'io un sue i 68 difesi tenacemente, anzi sarto ancora, perduto.Nel onestamente, ma rimate contro molti l'impresa, accortomi poetico con era di mio tro con- al Caro. cominciai ragazzo invettive per ha dove di mio cosa cosa detto,e il Castelvetro dittatore per m'han Ora più largamente egli letto qualche e diavolo. arieggialle o, un agli inquisitori, qualche Caro? dell'elegantissimo ucciso avere tutti,o ragione, che egli pubblicatoio e altre figure Critica 8o denti i ferri della contro Ora devoret? quem virtù della e d'oca la penna la sguardo negli occhi, si rincantuccia forme lo domerò: la tua potenza Questo P articolo messa atteggiain tutte è l'intimo del darsi in come che sia miseria tua Di ed Io gli egli la con ed gliaccenno, le selvagge sue non dell'esordio senso : cortese, dell'io scena Io Va', accuccia,Enotrio signorGuerzoni più solenne. Guerzoni la quale Io voi,signore e signori. a domato. io l'ho accovaccia. stile qualitàdinanzi e anche si e del mio incandescente e la lion cello? questo brontolando io che spada, vedete,signore e tratto ferreo eglisi dimostra ingegno, amico politichemaneggio cure fisso il mio punta signori: io e con quellaintrepidezza con io lo signori,come quaerens benemerito, libero fede,e giorno maneggiavo un signore cittadino riposidalle negli onorati gabbia, quasi ecco, Giuseppe Guerzoni, della arte e cose che apre pare può è sapiente. La guerzoniano non certe mitange. il quale esordio certo : che poteva il sere es- signor s'intenda. II Ripeto con i miei che fino ad critici. Ho ora io non per altro ho avuto osservato che dire attenta- Critica mente studiato e quella critica di consumo, che oggi in che tutti adoperano, critica o vien grandi dei e il il d? o atlante un metafisica,come fa di siamesi dell'usignoloa di Persia delle o giovine esser alla e Carducci. il che oggi letterarie, statua o d' un d' un manzo ro- libro di d'una mostra dei fratelli o può falli alle prove — fra il rapportatore poesie.Il chierichino di liceo che 6 tengonsi scià cinquantina antico terzo dello due primo un o bene appendici,secondo una giovine.Nel o sono mezzo o i teste o già vecchio, può battere parere della porta vostre valenti conta fiera di beneficenza d'una mezzo per più guise. parlerà agricolao o di geograficoo domani una vero). per redattore,cioè,di artistiche quadro un che è aggiustato cosi che di cronista, che di e bolo voca- cultori di essa, giornaliche un accreditati, bisognox teatrali o propri cui fu : e o funzioni sue diversi quello a ordine discorre più usuale, più di ritenerlo i ma di chierichino quarto produttoridi quotidianao periodica,e i tipi,sono caratteri, il nome i sapendo pur le compie scrittori: modesti Primo Italia è convenendo ma della stampa e produzionie più popolare (per adoperareun menzogna Cotesta le 81 arte e caso ed è per lo essere più di greco studente sempre scolare, uno o di universitario matica, mate- che 82 Critica i sodisfacimenti del trova non nella o arte e in geodesia: egliparladel studio lungo suo dette pan- vece, scrittoredi alla filosofia della amore genionelle nali, gior- grande e storia,alla filosofìa a dell'arte,alla filosofìa della critica, quello,cioè,che o è non proprio arte critica, perché procedendo genialis' è storia accorto la critica pura e alla e fece egliper dispetto fischiato, e, una secondo o sentimentali Con quando aspettano non sancta sanctorum Roma o uomini del potèmai , la primo salire nel Milano: sempre colleghi, secondo po'artista, consumatori di politica un hanno si fanno dell'arte. Povero cotesto cosi giornaleal per i suoi che i non ch'egli fu signora. concetto dire e scrive romanzi il nobile di onde clienti; degliarticolidi fondo,del primo seri, egliè e sere es- tali avviamenti,il tali intendimenti, con chierichino e può caso delle cameriere distraggono glisbadigli che la alle 'pandette più commedie scrisse o conforto, a gazioni diva- sue 1' arte come cui fallirono i a storia gliassomiglianoun Nel geodesia. avvocato un nelle alle matematiche al greco po'troppo o tutto ha né pur P ombra chierichino! della labe peccato dell'arte, solo peccato per il qualenella società moderna, e \ in specialmente Critica certi paesi, non è egli che l'uòmo tale con chierichino! nato io credo come sia frontale, il colpo abbia cuore. Cosi egli,leggero e la testicciuola sua e Amaranta del a di fieno delle chi dell'albero del bene del agli col solito per o dei il suo lunga madamigella di la scienza della del male, e strada frumento, vasi da di frusta delle o delle alzare sue e e squillar dei sonaglieli. lanza petubaiare ab- brocche e il redattore a mente lenta- sinistra bestie, che abbassare l'ignoranza del- dell'opinion notte diritta a che '1 carico su schioccando governa sponsabile irre- può de'barocciai sua dama ma- e la con giornale trasporta e orecchi solito e pomero guida capo col va pignatte e pubblica, che vanno la procacia con le erbette brucare pie strame o la giornale indifferenza la con montone innocua a può ; al può peso, gì'impettimenti del cagnolo con spuntano di tura na- fino i filari del personcina dono, cre- schiacciato d'ogni libero del montoncino saltellante Silvia la e per rimbalzato bell'agioper suo se, dalla benedetto stato l'osso diportarea dire molti e scapaccione, che, uno e chierichino! Povero proprio tale, bisogna, esser religiosané sia né redenzione vi riabilitazione civile! che 83 arte e della se testa torno inne e Critica 84 Ma lasciamo L'officio da dell'acqua arcipretidella di incumbenza è di portare la catinella questo brontola libera dall'alto vobiscum, il turibolo del spiritutuo; cum gli altri pretiche mano l' arciprete la cantano l'arcipretesuo; sgrida che essi posseggano gradini incensa e cori Domtnus ultimi dagli raka crede non la e bellezza, come quelliche ogni giorno l'attingonoalla viva, e ogni il rosolio dopo spruzzano salvo per in mattina su '1 po' d' un popolo. Ma, intontimento contento ordina in fondo come una madre di portano dedicatorie,certe allora certi natura, cosi qualche o cioè ha da nomi, raccomandazioni. seraficamente la è non egli è gli quando l'arciprete rammemorare qualche fedele;quando libri che bocca rimastogli ragazzo, di fare il panegiricodi collegiata o sera chierichino, malestruo cattivo pasqua il come fonte ogni e risciacquandosene la quello scapaccione di fondo il caffè dopo a insieme chi isoli la verità sponde ri- mano a messa a agli giornalisti articolo primo il chierichino Et dietro o cioè ai stampa, del 1'aspersorioe innanzi santa bestiali. solenne quel partito.E quando di o le similitudini parte principale,la eh ierichino arte e il santo della commemorare parlare di quei certi Oh titoli,certe come chierichino gia ragnel bel Critica dello roccetto le crespe e stile del le falde feste, con nella sgargianti e zurrastra az- academia della inamidatura rigida e di delle stridenti tutte 85 arte e tica! nazionale, constituzionale, progressista,democrache con Tale doveva fuori, il missa da anche uomo lui cosi cosi come in poesia ch'egli da ed in fine ha è estetici. Ve d' amore sogni bi- gusti dunque e una la perse: parrucchiere. Quei versi, quelle strofe, quelle imagini, quei pensieri, quei personaggi impettiti,e col di bianchi e di biacca: sempre egli in un le muse è tanto due del rossi,ed acconciati, immobile ecco il sorriso suo ideale. dalla indulgenza buon diavolo con i chiodi testiere* della che tutti componimento di lieto umore, momento appendice, fra e lucido loro stucco d' un' vetrina li nella stanno un i suoi letterari,i suoi proprio ama fine altro; un come V Ite cantava Belcolore. fisiologicicome gastronomici poesia quando il chierichino che alPin- accapponata voce alla i mottetti! intona voce Varlungo guardando non di dalla essere, sere. est Se quilia a darvi guar- imbecille Ci del pino scam- richino! chie- da gerci, crocifig- sul calvario sua cenza, compia- Critica 86 arte e III che in Italia detto Fu volta una coi sonetti nelle raccolte le critiche con l'una i troppo due l'altra e giovini; e è fu delle anche peggio? bruttura divano gioviniesor- oggi esordiscono e giornali; e delle Qual — che nei i dato diman- A — me facciano è due pare oggi pur fastidiosa più la secónda. Il critico cose, ai e massime in questa: a' in tanto saltellando gli occhi dal aspira illuminare a liceo un con matematiche, ma venerazione una critica* — e La gli di il mondo. odio anche, critica — in ha al il deserto, promesso, fuoco, cioè alla Anch' estetici, o egliusci al greco siamo giusti,con egli ed articolo, cordiale passione da segni per critici Saggi senza i riviste cammina, nessuno de' suoi resto, di articolo affannoso in molte mosche, alle fìssi alia colonna edizione destinata le ratura lette- si ristringe eglinon quali,del i cammina, che terrà una futura che colori,lascia,come passaggio; ma suo librò. E con tipi della differisce dal chierichino su giornali politici, verso dei corrente, badare del giovinetto^ altro non andava e alle una si dire per la ripetendo 88 a Critica poco a il mestiere poco parlare in prima di avere, la arte e lo vince. colonnino un a di cattedruzza,dalla quale guidare sua poi quel plurale,quel figurarsi persona appoggiata E giornale, pò9 po' un l'opinione,e forse, chi sa?, illuminarla, e anche, perché sé, di terrore un'idea no? quella età, che comica bizzarra,un è, uscito malattia, dico,di fare il maestro, cosa tutti,per la ridotti momenti a schierati su già menato su guasti ha venti l'un vedere se ha il labbro imberbe la bazza calcolatrice* congiuntura nelle sue più declina E la per e a malattia ha giovinetto,e gli e alla e vi denti gli sbiechi gnare inse- l'altro con vien in bocca e aguzza ciò qualità forse sua Bel testa. faccia e se di pina, su- sotto vezzosetta egliin ogni di giornate letterarie procede nino sen- voglia pigliarlopel ganascino,e adagiarglila a a in faccia all'altro nel anni, la d'europei saran cotesta al viso cuore avere qualcheduno a panchettil'uno orribili d'oro! d' farsi lezione piani; del pedante; ma miJioni trecento per e dal su tutto e a tanti su monti per sale quale grande confini la malattia poi secolo che mente istintiva- sappiamo, come secolo, di questo qualche dai ora pur imitatrice. E e vago imagini teatrali queste sono rapiscono l'innocente, di tere incu- giovine; e alla scoperta 1 ] Critica poi tutti l'altro per le rassegne; le con appendici, pubertà cantando le loro in con nelle dedicatorie, in conspetto del denudano e l'un si sbaciucchiano d'accordo giovine. d'un poeta dopo dimani giovine, E maturgo d'un dram- domani giovine, romanziere oggid'un 89 arie e pubblico Noi coro: i siamo * i giovini. i giovini, giovini, Ciò vuol dire che non scrivono corteggiquelliche Vi manda, per alla linea dove Voi io un lapisverde di fatto V glirispondo.Ed non appendicedi onore glirispondete;o, non di per dir eccovi poco altro giornale, nel più grande,più serio, il giovinetto vi ha una nota costo di farvi pagare o, la multa io no. al o Ed lettore ecco o minarvi. no- glio, me- poi quale con margine, a vi postale, Voi giudizio. vostro meglio, voi vi piace, ma veggo in calce di periodo;e un consacrato manoscritta che aspetta il se vi ha qualche anno. sua segno un non giovinetto da' esempio,una con giornalteatrale, rosso il critico non avvisa spondete; gli ri- gli rispondete, che lin bel giorno mi un o Studio, intitolato, capitare fascicolerò, o Ritratto, o Impressione, o Bozzetto, o Saggio, uria impiccagione insomma alle forche Profilo; 0 dellapubblicità, fatta in critico tutte giovinettoa le danno canito regoledall'acdella vita di Critica 90 arte e d'un qualche sciagurato, magari giovinetto: al fascicolo E del 'dell'altro l' un mangiar critico,che offre mandiate voglia, a critico deve la da paese lingua quanto Ciò vero? esempio, volere Come, del concetto tradizioni in d' dee me una per almeno delle le classiche ambedue e vogliamo lingue che da due essere secoli ha logiche,più spigliate, più è ora dà facili al le per il critico cognizione e scenza cono- basta. non moderni: e le forme dei modelli e E sta. ba- procedono classiche storia dato segnarle. d' in- noi, a nostra, letterature. suo non e sufficiente ampissima poi della siamo Ma modi artistico che del voi,signore,per volere, i lavoro tamente perfet- naturale, non grammatica. non. due avesse il dovere comune: la più ne la storia abbia là educazion avere anche conoscere parte dagli studi classici,cosi gran per e o del e tutto che sia sapete non si cosi: semplicemente non vi libro. Allora rispondere,chi la letteratura pare bene se Voi modo ultimo anzi uno lettera una quel a vostro di' presso un Un — si accompagna di caso e famiglia,per disperazione. conciare il il sarebbe poi in critico inferocire interpellandovicol paratissimo a •voi, se da quella gente sono altro di Noi. la letteratura le forme pensiero più mo- Critica derno è Francia di critico oltre deve sa di E della e certo oltre secolo un politica la tutto due e questo della rendersi pensa il critico? ne l'elemento parte letterature- poi letterature e gli deve ed questo essersene propria.E deve fatto con tutto veruna di meno al- dunque convien E superficie. con mento l' instrutanto delle da sformazioni tra- della avuto la trasformazioni alle e non artista* La di civiltà. E tempo e meditazione questo intero, piacevole, utile,se facoltà la esteriori della letteratura avere con da Una l'.uso della storia degli spiritidell'individuo per intendano possedere rispetto agli svolgimenti e tutto antico, e da ragione degli svolgimenti e interiori Egli nico germa- moderna. in là della il critico desca te- incessantemente l'arte e mune, co- elegante che modificare filosofia lettura alla serva assai letteratura po' più un e di politici Germania filosofia delle conoscere, a ciò il per : Della nostre Inghilterrae come moderno quella letteratura non quanta nelle mescolate basta. non inglese per entrò che tura la lettera- per sonosi e genio ai libri più conversazione. francese,e di e molto e del conoscere ai romanzi 91 passate son correnti le diverse la dubbio senza arte e non una sarà abbia critica forza tesi sin- critico ingegno o letteraria, Critica 92 del ogni quista ella in abbia di esami diversi e consimili raffronti e in bene, signor mio, il titolo di critica le dei piccoliamori di brave e fino certo un a ca grufi a demica che v'è Ma di tirate via a vedere nelle tanto e sotto le vedere A come di i nomi a nulla, vedere ci i la frega mangia voi si* non forse eterna e i\ o che ma me, non dottrina citazioni li Conoscete; a se miniscenze re- combriccola una a in Italia ci rode vostre pite ca- può piacere a questa quali sbagliate fino che d' anche nulla, spacciare una le voi letto,o avete porta non studi peggio. a che che segno attesta dei -nostri le cose, impressioni,o libro cosa nulla, non e è condizioni in pubblicar voi piccoliodii persone, giova non i e mili consi- imparaticci di scuola, dell'ultimo formulario il che rienza espe- fatti più cosi vostre vostri razionale e luoghi Stando ac- pure fondamento dal tra in tempi diverse. e che e lunga una fatto un duale estetica,indivi- ed chi la faccia deve apparentemente relativa,ma " da fatti di né può non storica modo valore rt"r* nell' applicare a serie una V osservazione a che ad o nuovi, che in altro consistere nuovo, giorni nostri ai resto, arte e nità va- aca- tutti. Voi, ragazzo, che avete; non seconda mano, degli autori, da (tome non pure Critica ma spogliate i libri, e '1 vostro fra di a sentire di amici lavoro, citazione la con di vostri consigli e anche sapete i che biasimate trapassate alle lodate ; o lodi,o all'imputabilità di il sotto e il tutto la malattia disfacimento un sarà è, di tali vital dei in fine di fronte come ; vedere, dico, a nutrimento permesso affermare a uno quel l'ordito di voglia di letteratura vizio la dell'anima? di darsi non per e mancanza Ma quel sa, cuserebbe ac- non più profondo, organici,e che mandare: do- leggerezza soltanto? è della tessuti vitupèri freddezza, alla Nigetti con cotesto qualche mente, opportuna- peccaiuzzi sgattaiolate del cutanea ella di e come comparire dai come e ripieno di furfante,vien Ma o far dall'ardenza di tela parte le frasi dell'autore e privilegiodella gioventù specie questa goffo luoghi i faccia zioni; le ammoni- riattaccati e opportunamente; sempre nel destro i pensieri e la un'altra per staccati e lezione una su suggerimenti giuocar scomparire, sbattete vista; la roba su per farci tete metcio cen- un in meno ancora ci e i luoghi li e né anche voce considerare a e morale, nemici e mano degli altri, ingrossatela magari giornalirecenti senza ne* pur come, 93 togliete da articoli prossimi arte e di come? che mostrare non il un'altra,senza una cosa solo perché dice E per che quel di scrivere si non potrà fare,con nella solo farebbe, o E stampa? le ruberie la si non pericolodi ciarlataneria, non mariolerie, esercitate, perche' perpetrate letteratura? sdruccioli della che iia di scrivere? sno, loro tanto che avesse in un riducono che a il gli scriventi,i più e emente a soltanto, né o scrittore, uno me poeta e a gabellarsi pubblicpsi più per cinquanta un di rarezza ci sfeno ? Del resto, anche artista ne' folla quanta riconoscersi vero proprio avete qual e cittadino, sia soltanto vedete non legga? senza della principiante? voi dunque Ma il e vostro scrive che ìeno caso che si abito ritorio ter- della falsità;questi scrittore gente talia di che il no: Ah, ragazzata. nel questo l'uomo nello :hé si mostrano mettiamo mariolerie, e non vigliaccheria, guasteranno pervertiranno poi :e E più saranno commesse questa consuetudine menzogna, -- e lodato, esser la e farebbe civile,si ruberie impostura e ciarlataneria, della disonestà, conversare impostura le e il di articoli di critica? qualche pericolo,nel senza e taccia o sessanta quel ne qualche altro se che avesse non accorga l'Italia anni si dice uno o parrebbe Critica 96 imitando; oh E la fare e9 è da sublime tante innanzi noi, a E badate; o finir di rifare o finir di e loro un e portato la cosa e per sua scuola l'altra dialetti,e e i della dei stri no- e per stato: uno nazional diversi e ratura, lette- tipi;e suoi e e le i tutti gimento, di svol- mento mo- suo l'una per tere, discu- raunare, le le forme leggi e proverbi leggende le provincialie il quaj|Fha conviene canti gradi letterature i ci le tradizioni vera bisogna rifar prima i monumenti raffrontare,ricomporre dei e di rifare criticamente delle dialetto,ognuna a miche? for- delie ova generi letterari,che dei le storie delle di rie, glo- ci perdiamo compiuta quali fu ci conviene storie dei secoli questa raccogliere particolari, la storia vera prima hanno dei fare ci le storie ognun utile fare per fare, tante -rinnovarsi;e raccoglieretutti comuni da insegnamenti, c'è, gettito delle che di tutta lavoro, necessario questo nazionale storia nostra piena di tanti il di popolo, nostro intende che studiare a la tutto portare moderna e storia sventure, nazione una del la storia drammatica e di antica letteratura nostra tare! aspet- da la storia classici,c'è ai nostri intorno storica la critica c'è che? bene pattipotremmo cotesti a artt e e le italiche velle, no- e ro- Critica mane, pagane, treste, o arte 6 del cristiane, andar giovini, 97 media Voi evo. cogliendodi po- la bocca su % del popolo, da provinciaa provincia,la parola, il motto,- la imagine, il storia di alla volo a aleggiaper la fantasma tanti le entro alle gli archi templi greci,su feudali;voi potreste da romam natura, ritessere eterna, non e rite la muffa delle fatto o della nostra- manatella e del Provate popolo; legge o un a dello d'una romanzo prefe- rì guzie ar- avanzi tanto negliarchivid' Italia, della incognita le misere e gnosi facile dia- troppo nato scoprire nuovo forma una arte, di quanto e gli studi severi;e male di versi scrofolosi. Entrate Carducci la poesia delle fredde ancor o a una nelle biblioteche frugatidagli • ? -* la paese conforto monumento un stranieri; e sentirete 7 valli,lungo piccoli cerchi, i pettegolezzi maligne soddisfazioni intorno psicologia demo- dei storia,una nostra la cantata, il disinteressato semirete polcreti se- più stento? dello i patria,cooperante combriccole, la letteratura e un alle il bel tutto per secoli le torri e cosi ricomporre della i muri su e gliere co- ciclopichee mura dell'Italia, e dai monti i fiumi tanti preistorichee caverne etruschi,intorno ai secoli; potreste che leggenda è testimonianza che alla prova come anche quella Critica g8 aria quella solitudine,per ;chi gli frequenti col e desiderio del vecchie da l'aria foreste;sentirete la la feconda quieta la serenità di chi fatica di in vede fine rino 1?irfgegnoe ¥ animo. generalmente riescano, del ingegno di pugnitopi: la giovini è ne pedanteria è per critica la storia trattata o per studi i loro,possono alla di: poesia che o della via Peccato, roanqava* dei numero Cosi far . io che i brandelli tutti tutti irti le vesti di mente civile, special- e essi portando per di nelle l'agilità degli anni la fantasia antica Per maturi. gli anni prescelgano un'anima avventura andare nel più. risponderei al prediche che tre fuori nell'operastorica scuola con possono due per monografie : infondere giorni, miglio- giovini non letteraria erudizione fatti in* ogni intenzione ricerche l'alacrità delle forze,nei raffronti nella dall'ingegno, delle aspettare, vengon e piene sacro sollevino ai rovi lasciano loro I e tutti sa d' critici;e, esser cento Inzaccherati i chi e'la verità,rafforzino la scienza sane gli come pazienza di dell' imma- l'orror e del l'amore con siano uma^no,, quanto silenzio,con : la conscienza genere . di visioni conoscere, patria, con vita nente del puro della nome con arte e e lo scriver critico lettere giovinetto,se non mi il noiasse; Critica invece la scelgo via nelF interesse d' lusinghe e loro lo proseguono punisce il codice bene insidte,se del altri conforti,di lodi, di di- lo circondano e alla comoda più me per gli rispondono,e resto 99 gli rispondo.Tanti nimicizia, non sua arte e alla corruzione. l'eccitamento IV i Fra è anche che produttori di il critica italiane alle scuole secondarie, e -il nobile e che anni due pur la officio romanzo che o avesse buttato dei libri nuovi segno di saper con onoratamente intelletto d'amore un dovere nazione troppo strofe,o seri: piono laboriosi, modesti, obliati adem- religionedel una e gliacquistidella scienza; propagano abbondano, di dell'arte,e giovini che le -tradizioni animosamente delle numero gliinsegnanti dotti anzi, e attempati che vi abbondano conservano certo un tipo Non bene. (dico specialmente forniscono che tali scrittori) manchino vi Intendiamoci professore. bel periodica un degna oggi perpetrato per d'una leggere nei maggior dia. Ma non chiunque giù di avesse ci furono stampato "tragedia o una un mio pre- un nunzi giornale gli an- società salotti editrice delle o dato signore Critica ioo arte e . di lo mandava qualche di simile cosa quale professi di scrivere né suo meno cattivo senz' è o arnese, salti mortali resto a cioè con per ciò a belle Un facitore in grande che dico di ratura lette- in il e bellarsela sganon difficili e professore di feroci. di tale V'ha a be' periodi, ogni modo al mondo di anche periodi,preso ha : di all'insegnamento. sempre — civetta si di sata pas- faccia delle strofe frasi,quel bello,ha donna specchio e faticosi uno che cento per pubblico,e sonanti, e quel nulla di. bestie idoneo di strofe e e meno qualche cosa? assai,della allo è punto e che pure molte inetto più sarebbe colorite più del spese mestieri ben a di ozioso,che, un il dimostratore o ammesso belle,cioè che né parte la gioventù, cerca arte ricorrere Ancora: altro civile,in novantanove almeno cioè abbia che esercizio un uomo più onorati, come ma e né uno male meno o in altri in- o fare senza amena, tale pe'l vuole o poi o storia o puro, sapere più ufficio un Italia,dico,un un non discorrere e più o di liceo un Ora, in Italia,il letterato stituti. il in ritti di- suoi prima letteratura insegnare a i il Governo cattedra; e una a valere governativa,faceva parte qualche sempre cosa, — molto, molto fatto maestro, si mette raggiustai capelli a ogni mi- Critica E vece in- leggere e interpretareDante, legge e terpreta in- sé cosi: di di dramma suo cui ci faccia. lezione ci Professore,ci spieghi stampato, sa ci racconti o Torino a Guerrazzi. simili si fa non più più scrittore scuola cosi bisogna sentirli,ecco E — — la su e intanto E con siate immediati Dio, quando Volete ; la apriva la e Dante costui, che si delle più sicuro col parlate, lingua vostra il commenta fuori Volete — come ":ome intendere dello Quel pedante cavava il precetto prosa? Scrivete la penna, tro quat- vedete, s' impara cervello poco loro con volta. Con buona, tutto l'accendeva. ripigliava domesticati ad- miei, oggigiorno una testo. il o sguazzerebbe. I grandi autori calamaio cuore. lano Mi- a il Manzoni Cari come cosi alla ha era egli tenne — tale! in questo col che da dieci libri di che fessore, Pro- — scolari, s'intende, sonosi propositi chiacchiere ier V altro. conobbe lui da con questi o che e — articolo suo po' di quando un Gli — po'quel un quel su giorno. V altro parlò giornale di nel ? lo abbordano gli scolari E stesso. Professore,per oggi — 101 intelligenzedegli scolari. alle dinanzi nuto arte t profeta la bocca poesia o e una retta^ siga- sigarette — per far bene vostro la su in carta: cospetto faceva farne? cuore ah di ah ah. Eccovi la Critica 102 arte e * la ricetta, la sola,la A proposito: vedeste vera, immensa amate, amate. ieri al passeggio? Carina, questi versi che della le speranze ho ricetta: Amate, PErnestina è vero? non fatti per Oh lei. patriaimparano, tite sen- E — cosi imparavano, o letteratura. Ma, professore fa il se di un'appendice poi converso critica nei generale e che suoi li F scrittori buoni quel questo un Governo e darsi il lusso stessa ragione tenere non che da farli professori. con fare certi lo forse che igiene.Ma, si ostina che a tanto come scaraventa a in vere scri- leggere,il non sottili disquisizioni sbadigliche quando pe'l bavero degli sciagurati, e F per si ostina può i carrozza, canonici; gliEstensi, di gente infastidito in pisco Ca- la cattivi finisca si prolungano l'appetito quando esaurisce. l'Ariosto,cavallari;e popolo italiano ; e vuol li facevano agli vuole per di nuoce cattedra il .meglio,almen era per di dice che o abbondanza tanta noia moderna per lezione. In una li rilassa ed spiantato I Medici per della articoli gli farebbe Italia,la quale nobile un fa compenso vizia,o rebbe altri fa- come giornale umoristico, giornali come letteratura una che per l'abitudine scrittori d' e lezioni fra la guaiti,afferra dell'abito in cuno qual- qualcuna Critica 104 diverso da elaborazioni certe le dico io Certe me. le diie certi generi Io chiuso di e codino! qui: portentosa forme, voi professoresa, ieri eglinon ne a credersi e cosi domani che che tando alla vostra. E le i re le al gente cosi alunni, la sono ve vostro egli,che fa sempre non dello spirito. cipolline No, di vederli a strippata di cosa la ; semplicità la lezione ; v? è di e i suoi moderna agli coli articon peggio. Come all'onore cortigiani desinare,cosi il professore, dopo letture dare nell'articolo e fa mai i può non libro,ammic- ultimo agli scrittori ammettevano ignora qualche •stiifatini di pedanteria alla di Francia il quelle teoriche di l'inscienza su che libro sufficientemente in tavola serve scorsi di- molti cui con sapessero ne e quali apparisce nulla,oggi glialtri fuori Egli, per esempio, come conosceva intorno scrive nuove: ho qui pochezza di quello dell'ignoranzasua. di teoriche e con la sicurezza quanto di nario! dottri- *no: andar ciò storia. Dai la cose il gusto punto, volete voi $vrà finito di leggere ieri un vecchio e questo Tutto di e tanto non P immensità Io ho e — concepisco cosi, le eseguite, concepite, a mondo; io le pedante ! : certe arte eseguiscocosi,certe le arrivato sono idiestetica . voi vostfo il mio oltre di idee io le cosi; e modo a e eterogenee, convita il una pub- Critica blico allo sfogo del trova nessuno faccia un Or che ritornando dire dei calunniatori fino i miei con cose, è naturale loro, male di a signor ad a mi persone critica nanzi si fa in- mi aria sua ed cortese seco ad ma studiare a e sta one- tarla, ascol- pegno m'im- (a disputare non proverò e modo dicano, a quella disputar io ascoltandolo avendo molte molti con accogliere la ancora) anche lui. lo classifico sùbito. £ Del è Guerzoni avuto meno: giacché oggi Ma, uri* amica, né di mio, che abbia non Degli ingiuriatorie parla modo me. io oggi si non di molte ecco ci Guer- lui, il signor critici. male, come Professore,oh — a a io detto esorta non — che mi letterario. E stomaco gli dica capirà perché il 105 po' il piacere di digerire,in famiglia. dunque, zoni suo arte e genere quella che per certa che cotesta critico italiano io vorrei sua ideal nel tempo denominazione chiamare il più nuova meraviglioso, cesi somiglianza aglielegantifrandel con dèi. baveri,degli ornamenti ostentazione la varietà d'una Direttorio lo acquistaronsi sfoggiodei discorsi, barocchi,e boriosa con contentezza la bida mor- di Critica :o6 sé di e avventataggine né aristocratica certa repubblicana critico di articolo mie Nuove della il signor parte, di cui a Guerzoni egli intitolò che il tare di raffronil e intorno Ufficiale articolo né rappresentare bisogno ho non Gaietta poesie: stampa risaliti. A prendo astrarre, suo nella di ma meraviglioso e arte e alle Nota favorirmi. volle VI signor Guerzoni Il superiore troppo uomo detta a mai, non non e e brava role è, né e che (pag. 5). Ora, sia né un classicista né e indipendente, liberale, è un stato romantico, nulla, egli lo dice, delie voluto ha come piccole questioni classicista né un distinzioni gente campo' anarchico, egli non sua, capito mai ha alle letterario: al tecnicismo anche, in entra classificazioni fare il di che due queste signor Guerzoni romantico, egli intende finizioni de- tanta pa* non bene , che à me di abbia fa male nulla capito a le ai meno quelle avere andare ciò né molto tuttora non che importa più non a seguaci scuole. due uno che e non porterà im- che sano pos- Ma che distinzioni(lasciamo certe definizioni e dirlo tanto, le classificazioni) professa critica. Il Critica' giovine deputato (è lo un lione di calva del dirle Lamartine. fra che po' ; tiriamo paravasi ben a poteva cose uscisse Ma altre fama oggi, dopo letterario campo solenni dirizzi han intimamente la creduto rivoluzione a il dire uri e questione la scuola e di non si è d'una e dal la e a rispondevano Gaietta fra la sòsta della i cominciamenti che una stesso si filosofici la critica germanica intorno classica,vantarsi tale sé cotesti in- affaccendata tanto capirne nulla, è può permetterla che è passata ai contrasti oggi,dopo romantica quelle ragazzo disaminare dover francese francese perficialmente su- degli scolopii. o artistici che europea, molto d'ingegno indipendente agli indirizzi rivoluzione stione que- una puri retori, pre- politicidella generazione intercessa della il scientifico, dopo che storici allo contrasti e da dei barnabiti che d' dibattuta di saputo dalle scuole avanti anche questioni:allora indizio essere acquistar via, più lo per teggiasse cor- bene stava cose Italia*ristucca P a frasi delle Meditazioni le Quelle noi fu sempre e non cui con eleganza, il quale signora con una il i83i circa ritinta e quarantotto, quando e circonlocuzione la 107 • vezzeggia il Fanfulla) mi rassomiglia un oggi ed arte e oggi ingenuità quale altri che pendicista l'ap- Ufficiale italiana. Un ioS Critica • si fatto specialmente e rinunziato ha critico dal quindici al dal quarant' otto trenta, dal egli capire perché romantica io la luna sicismo altri di versi abbia del terra ammonirmi splendeva e di Valmy e di l' del- capito benissimo, Clas- e allude, ciò capito che i critici e sole: mai, che fiorisce paese, che ven- i tori can- difficilmente il più sulle Jemmapes. bel io sole '1 mio su ho non pensato con stile lo sotto scherza al che ci ha ma sui cesarei Austerlit\ scrittore sole, ove ha bel che tanto il sole gl'improvvisatorie repubblicanizzare il per classico fatto ridere sor- spiegandoglielo.L'italiano, giornalistidel pensato fa dovrebbe intitolati Romanticismo quella pratica arguzia dei europea, che, come ha invece barcarole, non anche zionali ra- quarant'otto, di dopo me a ispiraticome capirebbe al qaali il signor Guerzoni nella nato su gon a' società (pag. 6). Uno Allgemevne Zeitung que' miei : cose momenti tre trenta al settanta dimanda quando in dei diversità la capire molte a estetici della odierna ed e arte e ramente ve- ben della egli, terra misfattidi Farsaglia repubblicane epopee Tanti complimenti di al sole della terra/ Il molte Guerz*oni signor cose. — seguita concedendomi di Spiritusflatubivult, egli scrive; Critica (pag. 6). — del l'occhio E larghezze. sue mi di pensiero cosi fossi confessato preferireil a straniere peccati di guslb, avesse italiane leggende e il Tasso materia francese nazionale zoni. A allo mi 6 pag. permette male a tornare la scuola del signor di e come il «di pag. 2 1 mi il quale villaggio, avferte fosse e e non che tura lettera- sua pag. 6 i materiali che ammonisce fo seguitare del Giusti. Povero rassomigliaun abbia di preferireOmero Parini,del Manzoni, mi poemi mitologico. A e al Rinascimento Guerzoni! sto l'Ario- Dante dalla tempo mane, ro- e signor Guer- mi 21 pag. pagano a greche che sceglierei maestri di pare, e da scacciato ogni elemento dove mi a ture lettera- Shakespeare lo quasi permette Shakespeare; e P Italia ha mi cinese un 17 ria prestitosto- fatto due ed europea, come pag. danesi,quasi che e avessero non a Hugo alle storie in dramma messo e loro in soggettied imagini,quasi che non Vittore fo che chieder del quasi Manzoni; ricorrere del e al col- permette, Giovenale, a grande prevedibilidelle 6 mi pag. glipiace misurare sa lui de' miei a Heine rimprovera non i termini il Goethe all'Ariosto, mi eì dove critico è generositàdel La : inesperienza la quanto 109 vada vuole, il poeta donde venga arte e da fare con stro mae- una • Critica no di arte e birbe che quelletante anche dell'istruzione obbligatoria popolanole elementari. Mi par di vederlo ir'maestro di rispondere chiamarlo dall'alto uno lo vede su quand'a un pe'campi o nota si voce: tetto. grondaiedel eglivia Ed stra finè- a una ripigliar fiato, là eccotelo piano:to', di .'1fico, su di cane quel- guardarlocon bonario,quasipatollerante, tranquillo,, terno, il ammonendo han santo un al signorGuerzoni e me. Egli,che del del romanticismo non ha, come ferma, af- su'l classicismo vecchio e che li protegge. Cosi con ma capitomai nulla, ponente come per i ragazzi, li scavezzacolli padrone:Lascialo fare, sempre classicismo suo volta, le che i vecchi cani hanno avviene cini vi- odesi dietro tempesta di ficuzzi acerbi il vecchio T occhio a napoleonico atteggiamento casa, 11 qualesi contenta a si scalmana con passeggiare del secondo del d'un tracce possibili strerie cape- tratto sbercio della si ferma,per alle scale; che le cercarlo per l'orto e alla scuola: te tutte il vecchio del mariòlo." E e scuole gliè scappato di scuola : figuratevi il quale debba del sindaco, verso il figliolo sia su le su legge che ragazzo L la senza e maestro mi trovai che viceversa ilromanticismo di tiene poi ri- le teoriche retorica, eglimi cerca mi persegue rivolevante, Critica U2 rettori non* né dei (sic)e noie vuol arte e pag. 7 dichiara detonar i,ea ed estetiche dispute rettoriche né e categorie,che ripeschidi definizioni tutto gli osservi: ingoiare di povertà Ma con tanta di dissimuli palcamenti il critico dell' estetica altro letteraria, raschi d'attorno aver lasciato altro è eh' e' loro tuttavia '1 viso su è che questionie il critico le teoriche la il caustico « nota » Aristotele è sul piena ma lo scrittore e di letteraria, di sa plettro, quando zeppa non luoghi non si pire ca- estetiche,di disprezzare retorica, quando Ella e può il dizionario; e e i dizionari. Ella, signor Guerzoni, Che esempio. vi sfogliando grammatica storia dizione eru- pialla retorica, lettori retorica,la grammatica la tanto la dell' i trucioli che impolveri i non anzi e lo scrittore di gusto irtaneggiodella il glorino d' ignorare la le è che zoni: Guer- dello stile gl'im- materiali l'opera sua altro ed i e lo non ostenti non di bassura veda, signor il panneggiamento sotto altura tanta coltura,cotesto ingoieremo noi. Imperocché altro è che qualcheduno vuole. di sufficienze tanta e che quello tutto che teme non accetta Ella, signor Guerzoni, può Ecco. — disprezzie fondi E ingoia tutto. e ch'ei già comuni disprezzi maritare la sua della che Per il riso cosi detta retorica le scusano di Critica la dottrina le ragioni; Ella vada questo lo non scriva le due f, paleggiare con sola una arsenale dalle risonano si (pag. 4),.e (pag. 7) prosodia tale insieme, le strofe d'intorno un della senso questo come di tento e incancherita « ci soleva dall' Noi non 8 — aver dire alla mia fronte da fatto un tanto tale cosi non buon è un riodo pe- por- un ammorbata essere molto ' (pag. 14), scrivere nostra la sogna suo parole che gentile (pag. io) fiera sintassi che dal i versi Enotrio Sainte-Beuve, che chiediamo Carducci. Enotrio dall' (pag.5) e possegga questo, signor Guerzoni, » ; a L'Italia come noi. Il Beuve, t salute,ma « corre rifare voliam Voliamo, Levano da retori le ricette che e Ella che i dizionari, cavi le ardenti(pag. io) e camene noi. Che per sola / una scusano e (pag.21) con propinano (pag. 11): una e grammatiche atossicata i freni le che ingoieremo rettori con t 113 metafore giubilando intanto e ' di brutte e arte e in era e Romano non goieremo lo in- il Sainte- letteratura corso pende di- di retorica. per il signor Guerzon i po'di grammaticae po'dì un dizionario farà male. Nella delle lettere repubblica j essere quelche vuole, educato ha ma chi professando critica maltratta -e: ora manda innanzi i bastona i versi, lingua, dì dietro, a calci, queglinella repubblica è uomo ttere non e noi nella educato; ica delle letteresiamo aristocratici. VII che ilsignor Guerzoni nella vanita sua sn 'Uosa bada non queste minuzie. I cri- a iani moderni abusano dell'io po'tutti ; un del signor Guerzoni jotìsmo i. Egliè sua cosi : capace di citarel'autorità scrittoanch'io di é subito ecc. e te volte a ecc. » la tua miseria ti tutto, il tuo programma lutto non « chi hai (pag.5).E l'annunzio fin {pag.6).E cosi: il mio Manzoni :cesi ilsuo oggi, , con come queicritici, imi tanto i tante da sé presentarsi conosca di è unico anche io fare, a Vittor Hugo che ami non capace di cosi: d'ora,la non i tua mi tatigè. Io quelloche Anzitutto, fare, Quanto potenza son i deciso le libri, Critica « teorie « mio « ti Il leggo. * di Guerzoni Lessing, mi ei detta non con la scriminatura il testa facesse il mio lo presente mezzo di parte acconciato gran lenzuolo che è la e con si cuore suo venne a con Gaietta colte rac- mia testa mia mente sufficiente- fondo e congedò nella timo l'ul- furono con sorriso di un e le su dell'individualità pettine,col quale nel cosi la sono: l'importanza il signorGuerzoni osannandosi l'altra e avrebbero non di capo voltatina pettinato le ciocche e in guerzoniana. Que' possessivi colpo po'meglio un semplici espressionila cuore rilevato io suo sbuffanti Le mio. il dall'una ciocche modo significando. ce nel quel a vo Dante; sbuffanti cuore e ed, egli ci presenta che che, quando un dentro, vero e son spira, noto, Per Le osarono non Dante: Amore tempie. cuore il Sainte- Macaulay, il il Il signor primitivie ispirati. Io e e 5 loro dacché da il Tommaseo e tanto par Ch* mia testa bisbigliandomi il Foscolo essere 1 1 la rettoriche,ma venuti son Beuve, mai le e arte e dallo testa una giera leg- cenza compiaspecchio sua. E drappeggiarsi in quel la Croce di ufficiale, per Savoia prestare in cima all'au- 1 1 Critica 6 degl'impiegati del scultazione cuòre suo; vi se o, dell' credè e datami e confusa e suo cuore e della sidersi as- in fessionale, con- la mia fessione con- scambiando Nuove testa abbia le cose, testa e col sente dicista appen- Io cotesto, ed altro ; cuore, malignità .stando come, ad Guerzoni quel sarebbe ma ogni che parte tempo di con essere un' sicuro di quello che genuità in- tutto perduto.Egli, i suoi lo salutano come degnandosi onore cosi ziare annun- potrei fargli osservare amici, è troppo grandissimo nione, Opi- che eglipensa ufficiale inclytus togaque non detto dell' organizzato fa,«puòsembrare strana. nuovi il critico addottrinata e signor Gaietta umanamente sago il dicista appen- abbiano non di Milano: il venirci nella altri più garbo Corriere del un alto ufficialequal'è, egli franca più si ma sua, Io sua. ufficiale:come, che di lui, con con testa Gaietta nulla detto meglio quel della terata al- egli non come : per poesie della caverne Gaietta della la delle ad precisamente l'Alighierida parlar cosi del e penitenza, nelle venne ricevuto aver l'eco palpitidel appendice come potrei fargliosservare veramente sia la viva voce di i regno piace meglio, fra le colonne la mia arte e avermi di farmi i due reso cosi un ralmente libe- rispettabili Critica organi della testa sua gliavan fra loro sul arte e 1 1 del e cuore dunque, e contraccambiamo, Io essere amici rano bravo un del militare ci tiene poco di cavalleria della dell'illustre dei del mèle della del vecchio nome, dal stile, di del nella bocca nazionali suo e Satana giannetta e fa piangere le Fanfulla : a giovineveterano, Gaietta questa a figura la del postatura. im- Vindice giovini e delle arcangelo un nella resto, è un dizioni tra- l'Italia, del- po' po'anche potenza su ufficiale è la parte sta que- è il favo spada lingueggiarnedel della e della le rotondità civili,Michele la : scrivendo. la coscia carezza del leone. deputato.Del un tuttavia giornalistica;e Geova, discende, con vete-. fare il tenentino virtù, della fede,e cielo giovine giovine anche a i.luccioloni soave i suoi che piccolicalabresi,ispiratore Zanella, spuntare è la parte o rilevare farne Redentore e la con percuòte io,per madri un letteratura quando a di sentimento suo ei deve ma non del pasto dell' ardenza ei,pare, quando tutto a Se ; deputato giovine,gli ripetono eh' ei serba Ed possibilmente. bell'uomo. e gli danno e Ringraziamolo il signor Guerzoni conosco non si bisbi- suo mio. conto 7 '1 militare arcangelo del suo tore can- del derno, mo- arcangelo klopstochiano,di quelliche Ii8 Critica svolgono della in lunghissimi corona le "mozioni e fatti,che signor mózzo v'è di di passo d'una volta io intendevo in i concetti del che egli è io il primo le mi come arricciando la Byron giubba, giovinezza nel core disinganno: se bene di salute,come Allgemeine le io parole le stragi secondo affettiva vita e gioni ra- del ritrattarmi a me dispiacciadi ferito che un Heine quale Apollo sono musagete italiano,come porti sano, giudicavami se dalla un prima riboccante il bravo bene esser balza piaga immarginabile Zeitung, cui a dell'esporrele come un la nifesti ma- (pag. 3),quando più, il lioncello il maremmano render a romanticità, quand'egli che scorticatore,come e mia un idee mie con critici tutt' al Non '1 Giusti su dell'enumerare sallustiana rappresentato che toscano franchezza conósce? citare di delle passo poeta della cause con non o, La risponda? e quel fra' miei menate discorso del poesia satirica,quando la franchezza critica forse testimonianza intorno La io ho mio a del Milton. nella franchezza certo (pag. 19) quasi di lui? caricano non militare ? La Guerzoni un non che ma discorsi interpellanzedel le e gliarcangelicromwelliajii come In risposteai le inni paradiso parlamentare, fondo arte i tedesco minaccio di di un anzi l' delcam- Critica 120 mi egli iti fine modo il da vero, lontani signor che poi dai subito fatto di recarsi che in il franco Ma stile. Il e Foscolo Foscolo accatta di : in fondo : è scolastico a di il signor Guerzoni conto e necessariamente mento mo- procedere dal Manzoni. agliaccoliti E del un dal col dozio sacer- la elevazione Manzoni col tu gelico evan- in fondo frate. i frati ha, come di privilegiata suo nel affare di tutto civile,e parla ta, e — le dita penitenti.Il militare e vien di con padre Cristoforo,e parla la intuizione fetta crede pigliadal ai fedeli ed ai tirsi sen- guardia s'avanzi E l'entusiasmo delle Muse di tu, in pencolo. po'più un e fatidico,col classico morale le mani signor Guerzoni dalle e tratto, al a* tamburinarvi v' siamo e cocchiere?, concionatore non po' dal come è questo con momento ventre. Già siamo tanto con da qui di Roma e serma ca- lare singo- persona non caserma Chi di E predilige? di Grecia — vita è Od gregari quell'uso seconda concionare e pensato dubbio tu i trattare repubblicane,di primo fermare vien della Guerzoni in tempi costumanze il di lunghe apostrofiin che diverbio. loquacità del rimembranza una del e delle la soverchia par arie e de' suoi e una verità concepita universale. e i preti, oggettiva e imposta Quante volte Critica ritornino e là verità Guerzoni e questa sente verità sua sé per l'ho non vero, volta ogni quelle poche in e il o pensa ammonisce da torno di verità ve a parte a vi scriveva la verità cK io onestamente Mio t ; che « Ora evangeliapocrifi. cotesta fu voce rata ti- Nicodemo Pilato : giova in Gesù a e paroledell'evangeliodi « rite nella memoria, scorrendo « Ella indirizza la « poesie,certo che verità io sua non gli inclina che al l'evanli anche conoscere Che « La detta. Io si legge : quell'evangelio Disse « com'ei desiderassi an\i schiettamente « mi è, voce probabilmente letto geliodi Ges6 forte cotesta e signore. Ella, « Disse leva temisi dall'alto temessi e avrà cristianesimo, — cerdoti sa- .(Volto), ufficiale poi non « « suma con- i come quei fascicoli, certo, di un su, risposicosi: egli, rizzò egli m'indirilegata in fascicoli, e amore con scrive Egli,per esempio, scende Gaietta nella stampata gnor il si- egli lo vero e che fra le voci E, dopo sua. o agli altri d' amore ispirata s'intende, la suo che tale che molte; quello crede o di Gesù. 4 pag. ha ne ed è rità parole ve- sono ma vero lo comunica e le pagine sue questo e 121 contato; cattolici il corpo mi arte e è dal Nicodemo nota tema cosa è cielo » — mi an\i » Cotali rifio- son quellecon circa verità ? le quali le Nuove desideri la Critica 122 « verità onestamente « leggendo in schiettamente e nota essa « e « parli,non t o, per ispirata d'amore. cedo il E il t dere « Pilato che poi Gesù, Quid a scrissi al udii da che increduli. gY V incredulo col aria e con e battendo Anche tu, e solenne se le nocche, lo gli inventava sua, s'intende,e Dio, e lo la e sua traeva a e terremoto con un suo di » una vivace dica, pretro con- a le ipotiposi pie del pulpito, del basso; cagioni credulità dell'inamore, di richiamarlo che batteva pareva le a dergli rispon- applaudiva di risa che si pulpito dal interloquireper scoppio sussultorio,e ripren- dimanda insolenze,per poi vittoriosamente,di stesso est di fatti la sua, ascoltarlo vita gli diceva introduceva ce con- cappuccino un la intenzione con E '1 davanzale su apostolo, cappuccino apostrofava costringevalo sciagurato ad e grave molto con F ricordava di il in Lei oserei non mi ragazzo, verità di come veritasP... est nota me: basso.... per ciò mi signor Guerzoni. egli la chiama, a testo, Obduratum la io,per rivolgergliela, Cosi com' vedo il veggente, sacro da Pharaonis; cor forte E predicatore. risponderlecol « anche ma critico, lo meno, so, striscia dal dalValto ti scende taV altra ma ri- detta, e altre,Credi queste *fra quellevoci taluna, lo « arte e mani; sé un e Critica lo quindi chiamava -Vedete? — poi filosofia signor Gùerzoni non che, per più d' che umido dà il di affetto eh' e' deve seminario del prima le pietoseparole con le stesse, di umanità, maestro ed il Byron Gùerzoni € anime « di « punto t a t dubbio « trio Romano! « condannato a pag. che tutti, avendo e press'a deve scetticismo. un tempi il i848. vinarmi di- a che poco, essere nel ad a' bei il mio vedete,da (scrive il signor perpetuamente mi qualche padre scolopio,adoperava fede — in quali incomincia della dello si vede dopo poco perduto da d'appoggio barellar era censione ac- vi in delle una di inferme, scontente ed stanche voi: n' Carducci io) : un rogo, al Leopardi: c'è,come Giosuè contentarsi):« e il un o e stiana cri- nella mistica su ve stra mo- aveva allevato stato liberalesco,come (son non danna piange essere Gioberti, poco Udite per egli vi all'inferno,ma somma barbuto gli brilla Se sua. unzione quella soave cappuccino il come critica italiana la di dell'occhio: manda roba questa giusti,il signor Gùerzoni volta raggio tutta e ; — a cristiana, punto per essere una 123 inferno, e volgendosi in scaraventava ai fedeli diceva arte e » grida a grande tempo vuoto e il grande oscuro ancora pag. tutto condannate sono E tante 17 tormento, « — — Voi anche del Enosiete più Critica 124 « grande « non quello di di si troverebbe Satana stesso; su'l piangere di quale abbiamo tubare a intanto qualità del e è della dicitura il pio: le Chi ed in tercession in- della valermi? io faccia non l'altro, deldue come buon fede paesi ne' suo a idealismo zione. l'abnega- e da guazzano di- come Lombardia e della periodi in quella cavargli su barbottante altre missionario di di bassa è oppresso due dell'arte. E zoccoloni paludosa ha la pesantezza un ! com' grigia del fumano Io la e parlamento, signor Guerzoni poveruomo elocuzione licità fe- natura. Teresa santa l'uno gnola, spa- alla ancora; possa proprio attaccaticcia e non del que' suoi suda tale sono d'amore, il frate Egli virtù lo iridescenti colombi? o Per ci sa i banchi su non santa bel giorno il signor Guerzoni un che pensava una signorGuerzoni, italiana,chi bianchi da non la hruna forse e amata essere del che di cantore (fostumava Teresa santa amare; all'inferno effettivo critica il peggior condizioni a singhiozzando può non sua Si- che di quello amare: giorno ogni settimana, perché un diceva infelice, sa poter non poterlo esprimere. » Satana, di arte e da ! come quella poltiglia fetente della sua quell'ariasbassa triviale, per la putride e tangibilievaporazioni quale de' suoi Critica paroloni!Che lunghe sue le afa e colonne di verde, della non bove, E un caffè risaie,che che aver dosso a penato il riso al chi a le scrivere a Lomellina il freddo e : proprietario, della dee Quanto trascorre. la buona per miccare l'am- annacquato. della l'intontimento riso sor- muggito un anche panerà e un alberi,non colle,non un maturano mettono quartana di filo di sole un paesaggio sono ma non quelle per egotismo,non saluto capricciosodi di insieme ! Dopo Gaietta ufficiale suo un 125 umido ch§ prime capriole del arte e il signor causa Guerzoni! Errai; o, Lo dir a scrivere cosi brullo meglio, del Qualche volta egli scherza che « anche tu, nemmen solo in nota t Vedi, « bito col « sgrammaticatura « sperando che ?presso Fucci tuo te. » Enotrio, sognandolo essa tuo non « per mi porosa va- punto quello tutto più poi periodi, perché sognato, in viso vivo di certo un saresti Enotrio: almeno Carina, hai non gli butto del a di dirmi minacciato (pag.i5),dopo « che Figuratevi eglischerza. gravezza lori. co- dipinto. si,in quella sua : quella facondia, con è non l'ho io com' i di troppo signor Guerzoni sconsolato e caricai fé, » romperla giunge agsu- questa bella parlar toscano, interceda è vero?, l'idea grazia d'in- 126 Critica tenerirmi arguzie,il sue rafaellesca al del il sole repubblicano la paolotta luna, aggiunge: misfatti tanto « sterlitz cesarei che simeno sulle di e « dire che « liere tanto « che « meo. « si mettessero « Di Jemmapes, romantiche giorno di e sarebbe proprio d* illuminazione miei! pare la m'imagino, quando comuni dell'ultima ai d'entusiasmo battersi di non a so di quei leggere Ro- la luna noi di quaggiù! darsi buio pe- mancanza per vinti alle poderosità di spirito, Calabria le e balli. Io ufficialearriva o del circondario i furori consiglierinelJ'ab- tratti. Come più qual città che stupefazionie sindaci simili e e sempre Gaietta d'Aosta, io m'imagino Elena il sole ippopotamo un di e volta, per Che » lettori la migliore,di grafie petroliere. il candel- di Giulietta sarebbe notte sentito retto parteggiare con a di Au- sempre anche se non del Trace epopee ha venture davvero se e splendeva di Paride ai classici amori Freschi e Cinzia fatto mai) Farsaglia e ho e fatto terra repubblicane la povera alle sto, di nato accen- abbia Eppure, t sui « t ho non il più bel sole della m' « (che dove, perché io inganno, « « è umorismo suo più puro fior fiore dell' ideal grazia poter eglicapire non Ma*il le sgramma%cature. con delle sale arte e greca, gli abitanti alla rappresen- Critica 128 il signor Guerzoni che diritto: Cosf Alla La poesia « gina « che 8 scrive il — giustala — io odio non di cui le prosegue definizioni A han etade. nei più vero, nel immortale essere, che quel Perché, chi ove veda il prete Platone la ricanta che suoni altro la definizione idealità platonicadal M/o, una si farebbe casa melodrammatico, e di di Tir- un cosa cartello affètta di dir non altro sistema accetta o trasporti concetto alF altra. Cotesto che nel vero il signor Guerzoni metafisica,alla poesia, reale, come da è che in isplendoredel linguaggio platonico intende rifiuta;e fece signor Guerzoni, il bello per cosa sillabi. deca- in Arcangeli: definisse sa quando militari all'elegie del » quell'odio amo ce pa- definizione ; ma, che deputato un a splendore. con le non definizione che Platone sola e il divino vero duodecasillabi lei. signor Guerzoni il signor Guerzoni cotesta bello, ora è che e si danno: Sileno le definizioni da versi,avviene è rustico l'antica vedea accetto, è del Ecco: teo ragionasse e prova. « del bene in Italia alle volte all'aprird'un Meraviglie arte pensasse che cose sono e astratto, concreta e nasi d'appigioplatonismo tutto e non Critica nulla, è dice de' soliti della è di chi è che il quanto mondo? l'arcade il Fille,e di purista il il splendore; e io vero ~Trà E e il del no, « 9 — che vero non Ma il il a è vero Carducci. il mio Cosi platonica il di- vero al belato del il divino vero danteschi il — il manzoniano: quello che è volta poeta sa e nel adoro non en- la poesia — splendore; il la lavatura Si, mille volte si, sua dei eloquiofra prisco, e e pie di rincontro E — neologismi e io veggo alla ripiglia pochet- un del aulico — dire tutto certamente ruggito byroniano a sermon i rocché Pe- po'di abbiamo. ne i modi il divino vero quello solo e Manzoni. di rincontro forse sono i barbarismi piattidel tutti poesiaE il mio constello sono tutti ma è il la vero la bibbia. e è il mio vero come possedere un di Zuleica. e tutti i versi poesia E vero de* moderni parlar di non Si, si : — quali il e piante, princi- declamatricé, la definizione Si: la — di Medora canto e accetta splendore; vino di critica e Non di averne, guerzoniana, e ' creda signor Guerzoni; tino crediamo anche refugidella de' contadini non questo a 129 che si tira per quella roba vero arte critica sentimentale trippa,le giubbe la e il vero è MHizoni, zoni. fuori del Man- il che zoni: signorGuernon è solo Critica 130 t quella « strino del « che « quel « al chiarore t suoi « della nell'ambito barlume d'idea della è vero quel siano al i suo palinsesti!e il poeta; Mai, non e, la della biare glifé' scam- il poeta, essere un : per o sta' piacere qual caso ignorante, non il Foscolo sarebbero aver lo palinsestii finestrini Dunque vero. una il porzione e di le non vero uomo i tutto dinal car- sti, palinse- e del chiarore d'ora innanzi né arte di dovrà parte lucerne, né se ! nel girelloni Platen pardi il Leo- Lasciamo palinsesti. è da studio. Lasciamo Shelley il da gente il signor Guerzoni, forse politica, e andar non né nello vedere, che al che tutt'i canti per finestrino a cosa intorno ammonta leggere mica intorno che sa veramente sapesse ipotiposidel lucerna è non troverebbe ne ammonticchiarseli anche quale gia barbo- signor Guerzoni li i parte autorità dUti? ciò per anche se il la tutta da in altro scritto crede dei monte Lasciamo » spigolistraper spigolatore,chi di serpentesco dinanzi l'uomo, tutto odio suo dizionari,che fra il lucerna l'universo. tutto palinsesti:per mai fine- scuola, né sua gli tremola che sua il palinsesti : dei dal ei" vede che studio,né quellaporzione d'uomo suo incontra natura, arte mondo di spera e e veniamo una sfera un barlume i al di mondo d'idea; Critica si,è l'uomo, tutto vero non e che è Sono che pensino dell'antica commedia casa nostra ? O — ? O resistente crea hominem omnem crederei me una e sua che po',e che del intuizione quel la natura, il vero particolari e vada con quale è in veri mundum? per ciascuno sua, tutta di veri individuato particolari maggiore fosse giunto a : presentare rap- sincerità ed efficacia idealità,avrebbe che è la e, da parte; avesse l'uomo, possibile quella sua sua io per : uomo tutto l'artista, quando la all'ente un'idealità si formasse una illuminat quod frasi. Ecco l' idea,consti tutta crederei che e ritornare a come fare vero ciascun vero diceva è fatto in hunc senza pari l'Arlecchino quando al lumen venientem Spieghiamoci un i critici come del il quale l'universo? e vogliamo e vero, il mondo tutto vogliamo regiacointeressata che pisce, perce- tutto italiana ? Vedi — chi è che signor Guerzoni suoi,i quali par Colombina questo questo la natura, tutta il eglino FA il falso E vero? ? E zione, por- parti del poi,anche un dentro o idealizza,che l'uomo, tutto pensato, fuori è, dov' vero quella sempre il falso. E Funi- tutto spera, saranno saranno è, idealmente non quella ma barlume quel 131 la natura, tutta Benissimo: verso. arte e poi che né fatto i quel tempi né Critica 132 le condizioni o dell'arte crederei stessi, e sincerità che sono sempre anche avrebbe rendesse quando sua, la con egli avesse di vuole siamo Omero stesso se è il campo t se Badi la parte maggiore efficacia più e soggiungendo intero! lumi questi dunque luna, anche tiamoci, conten- di però seguitaancora — il signor « rimpicciolito.» Ah, il signor Guerzoni, a sempre non campo parlava che teme il la natura, 8 pag. -può di spere, poeta suo tutta di si affretta a chiudere « sato, perché il quale porzioni,di barlumi, l'uomo, tutto oltrepassi P idea ? Ed « nebbie del « al primo i cancelli oltre i suoi falso sole sempre del vero que- oltrepassatoné né essere Guer- poeta, che il mio — egli,che non della libertà (pag. 7), eglianarchico paura una . sto tutta lui beato e « ora egli Questo « O » di : zoni fa tutti non « poco cepito. per- Shakespeare. Ed o accorge, idee,che ? signor Guerzoni Dante correre di fortemente prescritto al poeta, può a t il o ne « - gli fatto uomini, veduto meglio Che spera. tutti in e i modi possibilequella spera, quella porzione, quel baglioredi mondo, lo né disposizioniartistiche o i mezzi arte e : confini preste ed a Non « stanno a ha (ivi), oltrepasle vuote disciogliersi precipitarenel Critica dell'oblio i mare « spinto Picareo O Muse, Il falso che Febo, il falso; il falso è il sole ; e le nebbie precipitanoesse e Picareo e chiaro. Ah, mi di par in viso dal con il le braccia volo. E del retorica né senza a pajg.6, intimato: e a • E 7 prima di volano gli scidello color intorno alle roseo polpe tira spettacolo, l'inclito contadiname universale signor Guerzoni tutto, che ragionare. Perché « cerchi di « privilegio singolare,che delle parole Il diluvio Ararat. il il tamburo sgualcito gonnellino dello il diluvio pag. Guerzoni disperato,e ?1 dubbio su acciò né parlar intanto,ninfa diguazzante arca l'oblio; del- mare signor lo meschine, la retorica, ninfa venga ad ammirare il che vero le bacchette giù, e d'indiana, disciolgono brontolio tropi saltellante il telone si fatica,batte indistinto della maglia pur il pagliaccio,paonazzo spettacolomantrugiata,con dei è non si dice questo dalla La abbia e vati; e Povero gli cadono che vero nebbia, ragionamento dalle mani. il e i temerari digiuno e vi Agatirsil o del falso che vederlo. ultimo un Bacco, o è la che che vate » è il vero, non 133 il temerario volo. o arte e davvero ad uno, il mio avviene aveva poeta sarebbe perché un dice Critica 134 t di abbeverare « nasso, fosse lecito di « a dire,di non uomo. naufrago cui del misero su Scorrea dianzi la vista dopo e scernere a signorGuerzoni,un non iattura, tanta di ammonirlo tesa invan.... remote conforto del e, al .s'avvolve e pesa, Dritta pur lui caro; torna » sul capo L'onda Prode il che ragionare, non esser L'onda a arte i suoi cavalli alle fonti di Par- Come Cito,per e da come vero poeta ho il raggio co- sarebbe un che ad uno, perche' affastella privilegio singoiare figureretoriche su figureretoriche, fosse lecito di dir che ragiona,e solo Pamore e che ricerca il vero, delle lettere della e patrialo e che muove fa parlare(pag.26). Ma Guerzoni il signor : e seguitaintrepido « perchéchi rimpicciolito, f smo € che « stinato « breve solco che « mediocre « suscitato 1 indice che brulica nella glimuove a steso vive e scambia sua mente il Non mic£Qc;o- colPuniverso è anche d'attorno, de- (!)al palme proporzionate cogliere ed ed egliha coltivato, oscuro col piccolomondo a morire da lui » Col punto ammirativo in fine, quasi a la sentenza. profferir E pure si pò- \ 1 Crìtica 136 Del resto, quel tfarrìedel ie ballane e mio si sogna per Qui non si canta al modo Le «o se ime conte le ciance mi cose e il signorGuerzoni la nel su fui sempre ver, profondoin qual parte GuglielmoLibri storia lodi Guerzoni, mi non Pucci nemiche. sia ma- fece insignidi Cecco,e riabilitò, quel tristee oggidìcesi, ecco, che di Vanni serio, d'uomo tomo oscura.. vane; invidioso ì\ resto, nella critica del vero, gnor ricorda del poeta Ugolinoe smorfia favole matiche,per ;lla sua la selva finge imaginando Lascio le idee cosi: non una le nea in faccia ali'Ali- vantava Qui c»n versi,su capricciose (pag.21),mi del proposito ceva ini signorGuer- pensiero (pag. 17),su Acerba sua Che òn insistere del tanto d'Ascoli. Costui la a arti '1 difetto di verità ne' miei su ecco e rinnova è bella. E né :!-Lampredi, dottissimo il vo'dire,egli, po'la figuradi un meno per pedante: è bella altro di quella giure;il Critica quale, Vittorio 137 rappresentazioneche la secondo arte e fece ne Alfieri, Udita D' in Tragedie Che a temerità Alfieri che certo un la vista e cui queir piacendo me a stampando armonia va v' ha non piacerà, tutti conchiudeva, Non due sono zoni ci corre, quanto! io, per sono ed di oh Tifarle. E perché ! caso col abnegazione è o, alla Per le son ultime da riforme poca a cosa esempio. Per dei su provocare buoni, delle a me cre medio- tanta virtù convertirmi, la mia far da sé nella testa Gaietta capitale del proprio giudizio, del proprio raziocinio, giapponesi; per altro,prima e prio pro- come morire senza Guer- era dall'Alfieri e piccolo mondo, tagliodella pancia cose non suo l'esecuzione ufficiale il cosi che destinato disperata,per l'abominazione (tant'è vero pure dire da Dante uomo un oscuro figure:e più d'originale)il signor voluto ha il belle v'ha nulla che T immortalità. gì'inibisco Io ambascerie in delle Europa. Critica 138 arte e IX È egli più dal negare del intenzioni scrive « del « della « vetta, « pupilla,abbracci « scena « dolori,d' odj « terra a anima, « dicherà « cero, « quando « suo « glie la porgerà cita pag. 9 che sicuro di e splendori canti. pensiero infine « del cui vorrà sarà la la la far veste sentirà in lui natura vasta della della sua quando giu- sarà sin- cose nella manierato, del li non osservate ricca ce sempli- produce, quando dell' universo un sua gli ornamenti delle proprio spirito,egli ognuno : sarà e spontanea, centro la la tutta canterà non memoria stessa alla giunto il volo poeta dipingerà cercherà serena l'orizzonte libri sopra Egli più appanni che giusto, quando sarà quando in vi cima tenebre, di gioie e di di e sia sguardo d' amori e la velo uno egli — 1'ultima su quando nessun con racchiude, e allora essere? scelga più torbida, ma vita; sua deve Non « il poeta essere come salire per — l'ora monte « « a del buone. son « deve non come alla dimostrazione passa Le quando, cioè,dalla all'affermare, passa eliminazione quando signor Guerzoni, felice il sarà il mondo più solo; fratello, ognuno ascoi- Critica e terà il lamento « come « tramandate t verranno « d'un F giubilo della anima sua le propria,e poco il poco a intero canzoni sue di- patrimonio poetico com'esso e signor Guerzoni. immortali.» io E risponderò non Parini, dalli E Con dalli e questi contenterò Io mi è bello; dalli e cavolacci di è sentimentalismo che osservare lamartiniano, è F arcadia ma eleggere egli F potesse il poeta se come in intorno sereno Guerzoni, e mi sé! smarrirsi della ! perché nella selva società Oh vada, e intorno un fustighi sua sereno! anzi precettistica, più cotesta testa è il Dante dell' esilio a bella Italia quindi ferno all'in- po'GiorgioByron, di poeta critica,anzi misera o po' il signor di questa mi ! monte paradiso riuscir lete, vo- il poeta il torbo amara e se '1 su quel non prosa se un suo Fora oscura mai Ma vada umana alla in umanitaria o egli fare Oh scelse di non di salire precipitidal Alighieri,perché e .critica.Come ora cotesto tutto poetica potesse a dalli e riscaldati. meditazione una dalli e corretta; è l'arcadia,civile e 139 generazione in generazione da popolo il il dell' anima eco a Cosi col od arte e e non facea retorica, pretensiosa,più Critica 140 tirannica più arte e più irragionevolee insus$istente, falsa, e academica che pedantesca e passato. I nostri buoni secolo avi intendevano agguagliare,appianare, rotondare le anime seau voi l'Alfieri, e la selva ridurreste rasio che era Rospigliosi: le e dentro, mandano e fare, come il bosco par- querci,che scrollano voi gusto i meli come dal in curvereste nani Frugoni! del alti,assai alti, per la la borghesia tutto, dominante che al Il poeta, è mai quale esistito : file di leoni le potereste, in esse a i rami Pur troppo, in arte, livellar sistematica,alla ma il litarismo all'uti- alla finzione oggi direbbesi,in lo ritrae liere, spal- tato can- hanno vuole, anche al le capannuccia, statura! al dondolare, ipocrisiabottegaia, equivoco, come niere cri- di Colorno giusto mezzo, alla corruzione montana tra- lunghe le ridurre all'imagine sua, tutto puro, o potager vostra la acconcereste pergola Fortuna hanno che, quando rimondereste, le pettinerestee le nella villa ruggiti come che battaglia,con lasciarvi antiche e voi forme, il Rous- li in Roma fatidici ad Voi, a dodongg grandi e vi dà verdi li negate. volta una sacri mormorii in le essi alla fin fine ammirarono : del quella non stituzionale, co- onesta l' barellare,alpermanenza. signor Guerzoni, non giova imaginarselo e proporlo Critica Cotesto cosi. le ali alla testa, ali che no piccolettee quelle del come del della facendo capellierebionde di lungo la comprano, nel e alla di pesce quelli che plebe delle fornicazioni. zoni: lasciamo non Creda star le a i del a Del resto modo e a in buon un quelli la patria accecarla al il stie. il meno al- il consumarsi signor Guerstanno. L'aquila Non lascia- gnolo: falco, usignolo l'usii tacchini abbiano dato. poeta misurato, temperato, verso, gono ten- sparnazzano come e piccioni i galletti becchime di dell'onestà,della me cose aquila,falco e trascinano vegga pollicolturain poesia, non stare camici dell'ignominia e i coriandoli che pochi istanti, dei l'anima quelli che e in balenanti mostrerebbe libertà,della virtù, della fede, per mola alle quelli che e vendono mascherato corso veglione della mina, in viso rubano quelliche il sacco, glisplendori ondeggiare intanto,o vedere, quelli che non all'estasi agli incarnati vedrebbe bianchi, non fra l'occhio le mani di fra il sdruci Mercurio, su degli angeli, e allungando nuvole 15 che caduceo anzi tozzotte si abbandonerebbe monte visione; e mezzo ragioniere cotesto contemplazione, nuoterebbe della a 141 egoista di poeta, con la cima arte e sobrio e pudico, che le tutto sappia Critica 142 far che bene, d' accordo vada tutto, l'odio il rosso poeta, Di del tempo la con e tipi che si accostino tutti poeti l'altro e sagrestia, le nuovo, di Guerzoni se del da fare? Dia calabresi; e, lo rechi in se lo istruisca di latte germe di e con e se lo la testa V di cosa il zionale costitu- che eradichi che dal cuore suo, a petto cervello coli pic- sia, se lo tenga sua, signor de' suoi '1 il più egliquel pettinato su che forse sa educhi l'altro poeta un un pretiin un senta fantasia,glipurghi e P Ma Oh nel dalizio so- cantino i Pigliun passione,gli attuti pagano; futuro messa suo, me. vegetali,gli di elemento a i critici si dicano la avere avanza che qualche suo. lavato collo,e dolce bellezze. modo retta : dimostrino e egli vuole a cresce italo regno desidera centro ne ne un dopo propriamente : tal un potremo, ideale cantato come proprie perfezioni e Guerzoni ha fatti dopo si rivelino signor suo più bello e prosit» « al in del tono, un a dell' utile suo, paglia,presentate stagionato. giovinettiaugurano di tico scet- non piace,glielo fra i vecchi, e qualcuno il nero, e ciò tutto piaceree signorGuerzoni al se il bianco con bracci ab- tutti,che con V amore, e turchino, e conti nei col il e arte i dieta ogni ogni dal sangue poi gli faccia quella bollimento ri- ogni opera- Critica 144 bel un se il che giorno si ricordi che lo padrone suo che arte e padre suo picchiò lo la società gli fece lo vendè, affamò lo F elemosina con pedata, che eglirappresentò all'estero una e la il piccolocalabrese saputo sofferto e darsi che a' suoi di si ricordi della prima finisca Roma, col la la (che Dio voglia) e fugga rimarrà, a che vilità ser- bel giorno ha veduto palingenesi,può sua adoperò come Lino, spezzi ne un toccheri pi- gettare il plettro in faccia ascoltatori,e, non se quel la la venale spietataingordigiae discendenti dei taminò, con- cetra su fare il testa al Ercole con maestro suo nelle libere selve, se brigante; metaforicamente, s' intende. intanto,fin Ma del che, sia la educazione compiuta piccolocalabrese,il signor Guerzoni di il diritto insieme scettico e credere che sètte e al che scorie dei tenermi fazioso; ha io porga clamore io umilio predicarmi e li orecchi dei trivii la mia per tutto poeta un tutto il diritto di al fischio delle (pag. 22), e musa ha a mare affer- di Tavolare le giornalucoli libellisti e petrolieri(pagina i4). Io conosco un po' la storia ; e so che Critica gli austriacanti del Berchet Béranger posso e di Atene di Alceo Il dicevano e del ai che e anche lo stesso che che per il diritto di tutto volta una quel tutt' altro per ha scriveva di Lesbo aristocratici. petroliere: egli non Mistrali Franco poco, del italiani, e loro detto tempi di Aristofane per quel francesi che i democratici signor Guerzoni accusarmi press'a o Giusti;i bonapartisti, dell'Hugo; avranno e 145 lo stesso, ; i conservatori congetturare e arte e fa che tere ripe- il signor barone tato giornale accredi- un fine spirito,la Ga\- %etta d'Italia,disse motteggiando più volle forse ancora. della sua Ha mio settenario patria: che anche le difese sentimento non se dell'Italia mie par eh' e* dicesse)nel fango il signor Guerzoni negli accessorii. mettere « Ed t dre, a Groppello, esce oggi — da ancora ognuna Carducci. ch'eglinon Uno in sforzo una è voce primo quel suo dei (mi bène meno fatto;s'è di suo bile no- temperate originalené ei l'ha ognuno delle fu me dere pren- nel vino. Veda le tombe' scena da corde e a che dall' alto del nazionale,e calpestòcon vigoroso piede le a di contro fulminò mi signorMistrali,e e i tuoni indignazione su quel titolò di vile la il ildiritto di scaricare tutto dice e vato pro- Groppello: di gemiti ferite di eroi che vi grida ma- sepoltia — io Can- 146 Critica ? cancellatela «celiatela, Enotrio, essa « della è è vera, non « male; in l'effetto di fare in d'ombre altro per scrisse tiene : forte alla la per e quei pur altro uomini avanzi di armi, sopra quei mi han oscuri taminata incon- voluto versi hanno della potreirispondere : bene pianto difesa patrie battaglie,e ricompense; ma a dell'anima non certe soddisfazioni Finalmente, il signor Guerzoni tutto il diritto di ammonirmi a e Serbiamo, ha, ai se parlarmi in credere nella di che che ? comunichiamole da ora incopjamìnatila patria.Cotesto servono di Italia, che devozione con le giorno vivono animo le tutte gioviniprodi, del prodi, veterani nel sacrario certe che preziosa e battaglia,e una servono versi ; che fremuto, Roma, cara sua all'ordine patriafra versi mi quei della grande e o campagna per Cairoli,il quale dopo ingegno che an- passato. Io secolo del potreirispondere Garibaldi Giuseppe tamente len- Benedetto mai, nominati altri con indegno Non d'apparizione racconto un onorifiche » profondo, possono tragedia una benevolenza se la rifiutiamo. potreirispondere che cose mi non di basso tono il prezzo essere parole,declamate coteste e quella parola: deve se e, apoteosi,noi nostra trovata arte e biamo ser- e volghi. vuole nome virtù gliarsel pil' dele ad Critica rispondere: che? in tanto ha elleno ne fede. la insegnare La opportunista,la abusato ed abusa divenute son a di e vaghe « odii che buoni di di banca assicurato avere di Plutarco colazione Catone, nella catonato che, sicuro Mi figliuoli. niente zoni e io mi questura Ma a mi il morto, quel fare è virtù de' suoi anche giunta ; mi a fede della e me con piacerebbe gli uomini fra da Doney stri illula del pubblico la tomba e salutato esser le rendite francamente le mutar mi spesasse mi del Marzie, poi no, non fatto. Preferisco che il signor Guer- a il che senza né meno fede lo e i rebbe piace- Ma piacerebbe.... predichi uom o seconda a piacerebbe di ricreazione gli chiederò non segni senza e espressione,parole posto franchi spender di we il signor Guer- palchetto al Comunale, un venti a per un e SantaCroce; in della avere Italia, parole, che » Certo, che pregiudizi. di piacerebbe ma zioni dice delle denomina- definisce ciascuno de'suoi scettica romanticismo: senza significato, espressioni fede? coteste quello che dall' Hugo, e qui potrei La quale? ma e molti anche L'Italia di classicismo o 147 che, non virtù? traducendo zoni, Se atte e virtù; senza specchiettodella pasquale. |"olizzino il signor Guerzoni presentarsial pubblicoe a non ha diritto me come giù- 148 Critica imparziale.No, imparziale ei dice piena nota li quella smorfia il suo contrae di imbarazzo convulso periodi,si vede di gli la la mano alletta;e questo tiene mi siete noi press'a un vi se ridurrete npi, noi vi vi nome il e in v'inibisco dell'arte. a vi se volere a vogliamo, luogo luminoso l'immortalità. Scrittore mi non farete zione, na- alto. Altrimenti a non vengo. parlare faticoso,pesante, di come — diritto rimpinzo buono, della e io ma Voi — verrete sa poeta, poeta ha stra mo- coglie,e si fatto: sentire e Guerzoni gonfio, vano; mi cangelo, ar- imparzialità.Egli signor Guerzoni: signor l' Al- Come pugna. non discorso sentiamo metteremo pure, chiama pensare rabbia. zucchero, che proclameremo Io Né a delle sferza,che un poco lo sotto bestie,egli mi orgoglioso.Ma, pazzo pensiamo Faccia egli esser avrebbe, questo certe l'altra il pezzuol dello con a di della si quale sgomitola alpuni darmi, potendo, l'una con col nervi E cui a vorrebbe dei il rantolo voglia che addomesticatori che sua smentirlo. a perpetua è la stiratura comprimere è. La non li scrivere,smorfia sorriso, ma sforzo politicaè di zeppa smentirlo a di arte e in razzato, imba- retorica; mal Critica fermo nella grammatica arti e sicuro non ; 149 spropositatodi lingua; duro non può levarsi di studi Digiuno dei della critica storia letteraria, tica; dell'este- e della parte seria delle letterature letterario odierno idiosincrasia efinìei^ odierna ciò, ; per liberale ; egli e civile della farsi né dar la fusione e può mia; eglinon l' opera innovazioni, la quel o contenenza versi e nella che della agliatteggiamenti e certi forma vari dà né ho il mio la la mandarmi fatto. confusione, le in della dinanzi le permuta lavoro contraddizioni novato rin- Egli che ma al diavolo. luzionaria, rivo- ho egli abbaglia,piglia il capogiro,e disperato col le mie e e pensiero nelguere distin- italiana materiale; onde altro; elementi imitazioni che del adeguatamente poesia si non borghese qualunque né intendere quel ed ragione parte tradizionale mia importato tutti i miei di le mie sicuro tatto con di ed estimare conoscere le elaborazioni le tirannesche e svolgimento poetico,né può d'una piccola scuola può né non per le declamazioni universali esclusività egli non per niere stra- scambiante e angusti intelletti artistici, principiid'arte mio della del movimento e orecchio; egli stile e di versificazione. classici ; indòtto fondamenti ignaro di giudice di di nelP ortografìa; finisce razzo, L'imbadi quelle Critica ISO atte t •if-^MUa»*^»-** tisiche idee pochine e paginette sono che me al e pubblico,o che affissi* perché solo è io stato maggiore dei generale Garibaldi e soggettive viene volontari teoria artista se P da arte critica, una non molti forma, e non tempo i a non intendo in pur dico, con poesia, di qualche si che possiede,viene rimpasta,con allora io abbia a critica cosa; me buon gli di e in male, glidico: Ecco, la vita, e degna sono con oh un mi signor Guerzoni, con di dottrina e quelle forze innanzi faccia,e, a tutti letteratura impancarmisi levo ogni di non gusto que' mezzi ad fatiche e in distrazione, per il se e che, studio e verso che, se me, quel po' pò1 di che studiato disinteressata miglior esito,a che gran me, di tutta occupazione e impressioni d'arte, a con ma del parlamento centro ufficiale ogni per avanzato, passiona purissima di e del Gaietta sollazzo,non per giorni, con certo nella lezione anni cittadino, un poverette sue riuscito,ho sono con segretario e siede al ora farne a anche o se di dire signor Guerzoni, perché italiano,delle una istampa per chiama si pieno diritto suo gli piaccio.Ma non che qualunque cittadino,non il signorGuerzoni, è nel a quelle venti pietà. una Certamente, in guerzoniane punto non stro; mae- se ne perché siete Critica X5* esempi vie traviano la povera di di da Oh, quel italiana fare feri,che « D'accordo. « fiammiferi t bisogna « solo « saper « grafia.» Per è uno Ma cui tutte le quali di non italiano la deputato esser e io non che la elezione la reputo valida sicuro. mercanti di poi e : ci è il basta non V voluto, non dere rispon- dimostrare qual orto- questo a circondario de' suoi qualunque fatta di sé da ne fiammié per e Uno pochissimo insufficienza dell'arte teratura let- d' autore noviziato ma so sotto « di o ceva di- nuova essere; ho fiere da Gautier onorevole e cause tollerata Trance Il mestiere bisogna padri Emmanuele! in fine ciabattini mini ter- caduta e della vero è la che, giornalisti- Jeune più stato non signor deputato a pena a il mercante o signor Guerzoni, parlamento e Teofilo Vittorio il francese punto oggi gazzette che più noviziato. un i nostri che tutti possono non per al sotto è il ciabattino « di ultimi agli camorre della Luigi Filippo quanto può di pagina quarta letteratura a e umilissima beneficenza. della alto politichee consorterie roba di ridurre tanto servetta essere ogni giorno sempre la quale italiana, arte gloriosi levaron ad più minacciano gioventù,e arte t riferisco al titoli dario, circonsé stesso all'Italia. Critica 153 arti e XI Queste le mie un alla note di Bologna bel riferirne ai primi pubblicava in di benevolo, irrefiutabile : altri vi altri articoli per dimostrare critico. Ce bisogno : n'era concorreva qual cattedra il smettere H che e di conta Fanfulla,non e : dicono, a in il è avuto su il assai anche poesie altropaese, del diceva professore. giornalone, a disaminare il sarebbe Carducci, Fanfulla un che sanno competente, i titoli che, affermava professoratonon signor Guerzoni, le un non voleva somma autorevolissimo,come titoli al lora al- il glisvogliatid' Italia, tutti sapevano, altri pure letterari del signor Guerzoni l'insegnamento, il Fanfulla per se il cominciare fra molto pure non parzialità) d' im- intorno tessevano giornalettoche in letteratura,ma tutti, quel che nota mostra i meriti di letteratura deputato Fanfulla,un far aspirava, come o la giudizio illuminato, equo, un come nale gior- un giornali di intanto cosi su 74. Avevo all'Italia. Parecchi guerzoniana (e credevano so del marzo riproducevano moderata parte io le Poesie Nuove signor Guerzoni del Nota bastato saggio avesse il Saggio che lo doveva in sa- Critica 154 arte e i quest'ora a bella agitazionedi diceva che il poi che egli era cosi o cattedre italiana da di toutes giorno il certi meno.... fede. a ; è in Pubblicò, troppi e da tere ripe- della narchia mo- di vendicare trattato ma cosa, signor fatto si vede e trattano crificata sa- bel un vogliono Guerzoni fare è.... letterato, un un professore, rinascimento si rimuore e scrittore di buona uno ter\o de parlare conto critico, no; dopo libri che italiana, pochi, il un ratura lette- éclate tempo, altra somma poco 77 Italia si rinasce i diceva poi gente, la quale lavora tanto resto dire?... intitolato fra da qualche di fare s' ha c'è dilettanti,che, stanchi professore.Del come né brava pazienta a si fosse non po' tanta e della in qua metteva non farsi ancora, troppo pur pezzo certo in disse e curiosissimo Royer-Collard miserie,se un aspetta E anche dare Raccoman- Luigi Filippo:Uabaissement parts. tali di il che quel fucile ; curioso cosi: un che petente didascalico più cosi. Ma ^.*mui"** poesie non d'anione. un raccomandare se colpidi a critico un pare?, curioso: lasciarsi ottener poesie pe' giornali su vi è, non signor Guerzoni, f» sa critiche ! E discussioni fatto versi,aveva chi suscitato avrebbe pere, **— a (per lui bro liin ogni secolo).Ora, di storia pochi bene, ve ne letteraria può essere Critica ? A-fc.L.?.- -- -« f- . quello; sorridendo cima punto virgola: e t credo: oc cisione Che dell'amore lo si deve nostri libri di letteratura il più in tutto la voce si batte academie. è di buona fede di questa poter brillano dare ne canto diede a là e o, è per lo lodava in troppe faccia non scorrerie perde le contro E amore di alcune gine pa- _boba,vorrei consiglio.Me Metta dunque. critica mai storica ogpi versi idea per e di latini il piacere,non li me per per Fan/ulla, della me pure signor Guerzoni, senta mai il colpi di fucile,cioè un la finestra citi mai : e cosi quella su il vero, ? Oh me citandoli,mi ne anche e gnor si- mente, intera- più Guerzoni ? fargli ogni pretensione alla butti come fede qua non tanti non il opera signor Guerzoni al lo permette, che troppi quello del inveire a volete buona sua che i fianchi che : signor pre- i fra : più veramente, scrittore Uno in non della academica libro il suo il pure scrivere pretensiosamenteacademico quel e e dottrina sentire: Ancora » è il liceo: ci sia della affermo. Guerzoni di parole, proprio cosi, queste e ! li rileva spropositi coraggio di il aveva libro quel che e scolare uno Guerzoni a 155 _.r.. come spropositati signor arte t : storpii che da cologica: psidizione: eru- o liani: ita- faccia, poesia non a lunghi si di- quei pezzi di sto- Critica 156 ria tutti che meno, molto questi lumi parlata, lasci in meno: di luna che quelli che già !): letteratura le per quella parla nessuno male; signore se arcadi (a lingua sua fossero non queste con e riuscire potrà tempo gli po' più italiano, un a assai meno, pace scriva troppo scrivono col e declami conoscono: si abbandoni non e arte e fare a tenze avver- po' di un passabile. assai XII Uno che di altre al manca buone, cose drini. Egli seguitò fascicoli della Enrico su mio amor di molto a Il un di e discorso edizione cemmo didel versioni in delle per non nulla pagine ottanta che delle consacrò me quattro interpreti;tutto de' versi A o suo Giuseppe Chiarini, seconda signor articoli suoi tre per Zen- meno ottavo, Nuove io e Poesie noticina: questa « i suoi bene la bellezza lui nella distendere fede,come Bernardino signor Antologia e signor Bernardino. che è il Nuova Heine e a di buona tutto d'una Bernardino sua che interpreti, Zendrini in scrittura,Enrico si va pubblicando Antologia (decem. 1874 e genn. e uno o Heine nella febb. più e i Nuova 1875), Critica arte e 157 . fa una la terribilità il Heine; rivoluzionario lo me o umorista, Zendrini e a o un dà sono e quanto gran molti in il pretesto tante di Se Deutschlandy Deutschland delle ein Ma oh e via, egli lo cosi gambate un popolare suo conto filosofica che e poco, retoriche sempre sa e erano tedesco, di prendere isfogarei per alla con Ueber Zustànde, del d'altre che non miei mano Reisebilder, dell' dogli signor Zendrini, dimostranfosse il Heine. meglio di me; giuoca di citazioncetlee di (perocché v'è petit-maitre, ed presupponendo io faccio religiosae non altri sentimenti rivoluzionario quanto un le variazioni, poeta Fran^osische al io se che voglia Wintermàrchen, poesie,rispondere quale libri del facilissimo de' stro mo- soltanto debolezze Heine Arrigo fu sapessero, avessi io pagine tante e lo un artista,il signor un prevalesse agli sarebbe mi fu egli non che non nei e lui tato rappresen- lezione,come contraddizioni,le quello dell'arte. umori, che scarico, nell'animo e io ho repubblicano quale una se torno capriole in- e quale provare capo sapessi,come la con imagino io,ma un ci le scambietti fatica di gran tutt'uno sociale e solo e anche è una della finge s'in- torica re- giore), peg- ammettendo e della della a rivoluzione forma repub- Critica 15$ blicana. lestezza questa singolare d'ingegno egli si imagina i suoi comodo, della « Carlo e una t tradotta, e * Carducci « diletta « sta « sima del che su Heine che che ho lo farò io ciò che o /del alla non se artiste. intanto ho tenga pure, e se farmi dire o Ancora : « E quel impossibile — sorta volessi o poesia monarchica, detto. vato ca- nulla, io di alcuna vorrò pensare ha Carducci fatto una a che piuttosto è quella I per venga medeMa » fa dire? pre- di que- onde ma quella'chiarezza con sua leggenda giudizio Heine; egli mi fare ? Io finora lo farei amo: il Carlo di Bernardino '1 Carlo la en Carducci.... l'autore cosi scritto maniera espresso dal naturalmente? sig.Zendrini signor che ha Romanzerò, servire come anche noto, suo bene, leggenda ma Ma storie' del repubblicana o com'è Heine, abbastanza idea storia non belle '1 breve su esempio, egli scrive: fantasia. Per più chiasso distrugge allegria, mette fa naturalmente servire? fa! vi lui a come gioconditàdi una stile: ai lettori che facciano e di e ch'ei s'è fabbricato ispirò allo delle il con resto rena sua I poi del i castelletti di intendere ad pensino e che infantile, lido dà e avversari torna ha critico, signor Zendrini, come il Già, arte e farlo, nettezza gli piace, ma che afferma non non ho il si- Critica 160 « dell'artista « fede « non « l'inno « meno « sono « colorar dovrà e politico?Se tutti che ode di commesso fatti Né : alla ha opposto il pure a sei n' è pedanterie po' più un criterii intendo e che delle né anni risoluta Eccomi ora io a delle ho si di e di Dio hanno, creda questione. » vemente, bre- mostrare, supposizioni nella e sig. Zendrini, noticina. parlo; perché teoriche, non guitavo se- seri grazia la potessi né accenna, retorici. Di non del difendermi non il signor Zendrini furbacchiole non non egli ma Diana una strofette,e che signor Zendrini, e supposizioni e degli sgambétti, delle bene; poi negli citazioni la noticina. Cosi Marat, beata lunghe concioni, che tre gli è quella nota, cui io del- personaggi, perché Tutto » pedanterie furbacchiole,ce nelle d'arte, di questi sacrilega di sgambetti opera altrettanto e i suoi in della Giuntini Dànton giovanile dicendo dirsi sua rosso? in tutto mia di che tre e la le forme è che non potrà indiiferente alla più sacro non dimenticato ha fede ricrea senza 1'inno se ma : che arte e Dei non disputare. XIII A cioè proposito col dello quale a me stil nuovo parvero latino,dello scritte certe stile can\o- Critica nette assettature « Zendrini Quello stile Commedia ecc. no (N. A. della Zendrini Dante. giovanilefu plebei di la padre la dottrina rime che Dante da cui crede del Fautore di il Guinicelli suo Dante, reazione e faccia,nella borghese, osa e il signor il cui lavoro i rimatori contro Puglia? colori ghese, bor- Dante che retorici,che seguitòe compie e bolognese, la quale prima applicòalle scuola latino? Toscana altrove si affanna che con rispettosamentedi cosi nuove Ma di tutto in italia- è solamente Dante? nominar e la poesia,quella poesia che poesia sua Dante, cominciata ricominciò sua popolare e procede da questione la ghesemente, bor- di barba: tanto io); e qui xxvm che provare eh' ei vorrebbe chiama ha a latino, la in » a parla tira fuori insegnò Dante, quando, lo ce « t che afferma sgrammaticate e signor il e matte e 161 arie e prese aver la tradizione e a maestro e dello stile duce tolto lo bello stile? Vulgare Eloquio, il gilio, Vir- Dante, campione cioè aulico,cardinale,curiale,il volgare illustre, del della trattatista della del comico abitudine età n eloquenza, il poesia regolata,il definitore e per ornata — delle come Carducci e dello stile gico tra- il teorico della dell' elegiaco, stanne? Dante, per precettore grandezza in dei fine,il primo nuovi classici? IÓ2 Critica . Certo l'Alighieriè, quando che popolare, Omero, anche e ha magnificamente Ma da dei Se Zendrini Dante che certe e vizio, del vizio ragazzi sensualità negò Udite se non occulto ora amore: che al o signor ogni intelligenza per qui po'dell'eterno un Solo a La è bambina Del Ha color la fanciul è il ballo Bice di vesta la compagni Dei lor Già si mesto già si fiamma di peccato, o eccita e racchiusi chi schivai il crin. ei è amante è il fanciulli letto la poesia di la tedio, Dante. non la idillio di Dante il chiaman giochi ha Zendrini estatico, guarda a e viva biondo e signor strofe Beatrice. I oh intorno che malavvezzi senza bene sa il come altri chiameranno che nome nei Un nine don- ci corre, scrivere coraggio di il han quelle cose, Dante. popolarità linguettadelle ricordare non me contamina natura giusto cose di meglio trista è avesse per del ' che non la e ci corre! se come plebeo per leggono romanzi, che borghesi vena alla scuola questo salottini essere, robustamente e signor Zendrini, la quale scambia il cicaleccio da plebeo; popolare di Aristofane. come arte e o. : Critica Fra i quellamonnina dispettoso,non e E Antepone al Come Bice, i Tra Le I Fra li faccia apie le piante errando van.... né gli scopra scalzi a e ultimi due lo dica letto! C'è L' ape « Su labbri quei Curiosa ViccioI Una vola la stessa degli come la rosa, » simbolo,* intorno: vate, imago e' è potrò? non io pure un giorno t' offrirò. » Ma i Melibei,bisogna ideale con delle desiosa: farfalla, eterno « vece cespi immemore, intorno Delibarla La in mamma : d' ór, de' Ronza a idilli di tutti i Melibei negli secoli sorella maggiore una le quali ronzano farfalle, delle a un uniti fantesca una andare preziositàche mai lontan. cosi e zia che una perde, piccioli romiti esserci né o si gii congiungono manine due principio. il verde: e ella di segue al paccioni. sca- strepito, i fiori si accosta, Le non loro fanciullo di meriti più chi so ancora cespugli la Ei e siamo non dicevano Schifalpoco (come cinquecentisti) e questa ghignetta malescio E 163 arte e pur convenirne, questo, non all'arcadia giunsero col lattime! Critica 164 foglie il le Tra Con Par la Dante un duol. e d'un perduto, minuto buccolico. è ? vero la loro con a il loro con tre sol. Piccini abitino di cornini. Or dosso bravo e lungo naso invaginateche che la e e Zendrini. Oggi i due anch' Fiori « Più Ami, « Amo la Che ei tutto: adoro mi di rosa questa la o Dante, Gelsomino Ed i fiori esultino, tra o e e un' penso il rosa aiuola! viola gelsomin e ? candido violetta; angioletta aver vicin. » di cotesti un cetto cappucsuo sentimentale, il Dante eccovi cami, ri- il cappellino serio col bimbo delle sciocchezze dica a tetegli po'più,met- un bazzetta sua udirete: ora .verde seta rosso a atteggiatelo e tori, let- carini tanto, un bene, pigliate lucchettino un aguzzo, e mai, e parrucchina incipriata anche pastorelltni, rimpiccinitelo a visto Avete i pastorelli del Vatteau? non macero, fraghe egli avrà Dalle Proprio presaghe andrà selva il ristoro E fraghe:* di, proscritto un Per dolci indegno venturo Egli sporgono arrossino che Di capo le rossor arte e » come del ste que- signor Critica Santi scapaccioni!Pare Ami, « O gli E son essi Dice « tutto prediletti? " il garzon. gaie e è buono Ed cosi: com' no, è il se adoro i nidi tocca Don rondini l'uomo usignoli; e Che basta i ; rondini usignoletti? trepido Amo E E occulti loro ei starò Beuve ridire a da dare stampare a che tanto versi intorno che e ha imparato Della il da quale Dante. non maggior poesia a quella gloriosa pleiade lui avrà (N. A. voluto Vittore di scrittori xxVnl, dire di del 368). Prima del cenacolo dimostra aggreggiare Hugo del e la alla capitanati di 1827, perché o egli teraria. alla storia let- del i83o pleiade (com'egli impropriamente scrittori colpabilità, conoscenza vuole come altri simili come torniamo E signor Zendrini, quando sua da cotesti come da scrivere Dante a dire,senza far versi dendo, Conchiu- fatuo stato io il Sainte- la euvette. cotesti,quel tale può anche a quel come Xexdvrjv, che n©t italiano, ma è uno » di dire caso traduce, Donne%-moi quando e in ! son personaggiodi Aristofane, 8óc non signor Zendrini. il tutto pilile Bice, o 165 arte e tutto, nel i83o denomina rinnovamento egli la gli hu- Critica x66 che ghiano, già nella al cheduno che che la pera, e i suoi critici: è detter la alla Malherbe in agli occhi. Zendrini, o procedereda Ma ch'uom zendriniana? della su che detestare? che egli e la egliche scuola i men cosi fu cenacolo deve il signor sicamente clas- belle più splendida della poetica il manifesto il libro poèti del fa gloriava veramente imaginare possa nel è decimottavo? secolo sono il signor Zendrini e cazioni amplifi- signor Zendrini la pleiade si del che Ronsard 1' Hugo Chénier, il poeta più diméntica nuova mente ardita- poesia francese poesie più poesie dell'Hugo, condanna le non dimentica sa, che Andrea egli al che? non qual- zioni circonlocualle e che poi quello splendore che aristocratico Dimentica alle Brun Le essi restituirono male Beuve caccia più che vero Virgilio Delille;ma lingua poetica del resto Italia spesso della dì del cosa bisogno fa, più falso da pera in e falso Pindaro poveretta chiamò oggi non del politica. che i suoi minori del l'Hugo alla poesia, e intendeva sua poeti fanno, tutti i veri vero che vero c'entrava dramma, e ben dove la pera in faccia scompagnavasi e ciò, è Dopo deva precisamente sette)sca- furono non arte e del secolo tico cri- Sainte- sesto, decimo- ragionevolmente c'era,o si disse,un Crìtica i6S de arte e Après s'approprier. « et « latine « Virgile et « langue « pourrait,je crois, en t la belle « était certainement e'tait-elleautre Horace le que et chose? goùt du ton t en e peuple de a rien « faits sentir e prétentionde parler comme c férer aussi peu au Italie la belle langue Florence. de eu d'abord « les « du e il n'en i en « et t impose « prose t en « devenue « donne de mots France les aient ces pu su par conditions claire et parmi fameuse la eu a d'en dif- s'esttout les portefaix le peuple des que les gens les coeur La peu en pure recette vers halles. Or du pour pour peuple de.Malherbe poesies'est donc appauvries de la perte, puisque elle n'en courante plus populaire sa sont se souvient, d'aller prendre un et du n'avons inconve'nients comprendre. gratuitement restant réclamer la prose, dans fésulté comme francais,nous vocabulaire aient se poesie. Celle-ci s'en et à te ar- au préfe'ren'ce Malherbe possibile. que son pas En la dans pórt aufoin est aime d'autres tei,et vanté,on « peu peuple d'Athènes,tout e de autant d'un de rapportant se On Grecs, laquelle chose quelque que Rome? de presque les que la mème vers peuple dire poesie croit-on parlasseroen commuti belle et langue attique chez bien tificiel, la tout, est pas cela. Voltaire voir si des vers a Crii étaient francais ce en « voiedepuis « eie. Au e les appellerait « peut ainsi parler,qu'un trottoir, très-habilement « construit, mais « prose. « poesie sa langue « ses « bien cr ses e et « autorité eclatante. « Fénelon, daris t semble « poesie francaise, en « des « faculté qu'a « à « du t suprème, t les fois La De ou poesie comme sacrés on propre, dans Or le passe Il y de par Malherbe, comparaison jour, du la moins vrai de de de se ce « teur « sacri. des » choeurs de la poesie, et à la rapporter s*élever au-dessus elle le se de la Dante poesie a gardé poète que francaise, inferiorità poète moderne sans longtemps à l "Académie et la paraitre son Voilà rencontre. Carmagnola et rang toutes recouvre qu'on pourraitre'pondreà Manzoni, « a images, pu delà gràce à italien, en tout qu'un bien a la fallu aller chercher cette exemples ou si Ton rendre 1'entreprise a reconnu du niveau qu'on eu, style,ses son Lettre sa avoir hauts siè- exemples très-incompletset des anciens. ces ce essayé de a qu'ila artificielle,parce encore ailleurs cette très-peu e'ievé au-dessus privile'ges ; mais exemples xvme balcons, elle n'a jours nos suivi a fin du jusqu'àla d'avoir : France en Malherbe lieu mauvais Mettez-les « prose. bons 169 arte e tea des à l'au-" Inni Critica 170 Cosi il Sainte-Beuve siennes realista come se confesso molte specialmente specie si la verso e cesse, pia- prosa, elegiaco. la dell'opinione del Sainte- essere lingua che academica poetiche degli ultimi opere de' lingua sta atte- poesia parlata,il di adoro, la lingua di Dante amo, che prima costeggiarecol di Òdio Beuve. (Vaoùt una lirico ed sermo in fare molto qual sa esistesse,il Sainte-Beuve, di non di certo già Pensées nelle .Io il signor Zendrini era, denominazione Chroniques pari- nelle (pag. 127). E di sorta arte e poeti popolari del secoli; ma Petrarca, la del e prevalse la quattrocento, lingua degli elegantissimipoeti del cinquecento, e de' lingua la studio /nata e poeti fatta non la tempo a uso e classici dell' ultima lingua jfacilmente, credo, quanto e mi non ttìi perito né Che mi punto par tutto ìl mio lavoro amore, di del ho ne popolari; e vergogno in bene dal greco questo al signor artistico,è, o e Zendrini latino. non è non quello Ma a piace, essere, di allargamento,di conciliazione, fusione;il suo dei questo anche dal vorrebbe la fonte cannelle tutto di dedurre più tanto casa alle con amo popolo, la del popolo, ricorrere bisogna academici nuovi lingua età ; di calda repulsione, esclusivismo^ristrin- Critica si è gin^ento. Egli di arte e fatto 171 cotal un poesietta piccinina,piccinina, piccinina; manda attorno con vesticciuola una fronzoli, qua con ella ne se cosi va di famiglie scadute racconciato di di drini! della nozze non ecco, io lo prossimo, madre. ciò odio; ma egli,come uomo, signor Zendrini, egli mostrici no la poesia sente non ciattolo pur che il puzzo tramanda. troppo e Intanto smorfie, quello, e qui e che la nel camente esteticome quel che sana, come dalla tura na- logicament istintivamente, fisio- maligna, pozzo suo quel corpi- la tristanzuola, è sua dell'avvenire: e fa* gironzola bqccacce, dispettia butta la poesia condannati alla morte, cattiva cendo crede di morticino Zen- compassione. dicono, come certi bambini al morbo fa poesia giovine, ha, odio ributta Povero sia la signor mi mi anche servi che e Povero che Zendrini, come ha mamma infingermi, io tutto lette figlio- vestitino, già passato un maggiori posso poesia, perché la ed ghingheri, povere quando dosso le sorelle tutte per al al loro secchi; in certe come miserina, fiori impettita e tutta sé stessa, occhieggiando là, di e la e dita, colore, sbia- di strettuccia, stracciatella,smontata e tipettino suo il gatto questo di e casa, a e Critica 172 là ciò tutto tutto, come che è di igetto il di cheduno d'un qualche a letta che ma i adesso, Per le sue, di di là le io che il vesti. gli Già, da e figura: come e chi ci poi dicesse le mando non sono, a dir Io le mie anche faccia su'l taglio parola una pennacchino, al corso. Gli molti, e sono nell' Idillio di cosi esempi pia o imàgine, un descrivo non questo idea, una appiccico su vero, poesie lui,io piglio di le frasi di classico,o gli piglio una ange- ali. le dire può gente) un' era vestire sentir a emistichi ella rosero uso si non signor Zendrini egli trova cosi quelle topi come po' meglio un che magari, su, dire per tutti brava morti, siamo e, meno, tanto iscrizione una qual- e l'ombra sepolcretto al- un fiori,e, di (già, d' di finirà fare; possa inalzerà le vasetto cosa, ci scriverete che meglio voi viag- un la bamberottola mentre voi colonna qualche per tano spu- menatelo, l po' fuori, fategli fare un è che occhi padre guarda ella lo sano, e lei,con a Povero in questo morire, fare lieto distrazione giornale : damper agli uccellini, e male veleno. amici, suoi e capo facesse se il di il ti schiaccia arie e quel una mio, scherate imma- ch'ei certo maremmano qua reca dentissimi evi- Critica « vel. del seno? » Da colmo. Ve » io,né, credo, altro critico Batacchi. versi del di Tuie, giù gli E il signor Zendrini : imitato io ho Gli occhi un mi lo sciupai E dire che cadder là è un io quando due più. bevve di del xxx chiaro nel che trovare Purgatorio, fonte, il quale che ma si riscontra fiume sacro, nella e questo zinzin voi che avessi sorride per preso a due segno ci qui è il di fantasia. Ma le linee del imagine sua vuole, disegnare bassa ab- vergognoso Confessate, lettori miei, pedantia Credereste Dante e rispecchiatadal muore. descrizione quell'appiccicaticciodello spento. con gli occhi che un spento del giù a gli ultimi è capace verso Né No? che di lettera,cosi: non e voi? una pareva cadde L'occhio, Bene a insignie vero io tradussi Ancora: Re treccia tant'è mia cotesta disegnatoquel accorti nessuno: i freni a nelle Grafie, dove nera sareste ne men da Di « Seno ho del Foscolo verso le brianzole ricorda sen sapete voi donde Ora un 173 ed il restio baldanzoso il.fianco arte e di Tuie re che è per sere es- conoscerl giusto riè nulla. non il ghigno di Marat viso poeti,Virgilioe di Dante Stazio? E Critica 174 il secondo pure, arte e è evidente. signor Zendrini, Io scrissi, e i cavi Da Di e Un e che il prima versione servito zendriniana. mi resto, o, riscontro con franchezza del lui. A punto il certo signor delle che lui, se del Zendrini Canto 1 di suo qualche buisce, attri- l?ha in assai bene io non discorso si sbizzarrisce (N. A. con spinga in la quanto 12) xxvm, le dieresi egli dice, le parole ; va tici, poe- mestiere, tant' oltre mano un della accorgimenti in altri usi dei dell 'Italia che una non pubblicato 863, prima tinta da la memoria altri In colpo gli Carnevale fu meglio, quali indiademo. nel Qui del versione certo divedere, cosi a preso mio il Carnevale fiorentino dà aver del di Heine. è non riso. io possa giornale del di Dante signor Zendrini un stanza bene: dimostrommi, signor Zendrini straforo,che sua riso il balenommi avanti la di perchè altri, emistichio questo per balen un ; lampeggiar chi so non di occhi Marat cantò, Dame Più di riso . e sprizzò allora e dice Campidoglio 176 Critica arte e -£-. Ad Ella giunto è che ospite regal accoglifen^ prepara Con che cor, morettina!... cor! con che cor! a il collo tirare per palombaro tanto dà cor! nulla. Ei calcio in fatto. Udite un che con si diverte ridurle conchiglie,per un trasmuta Infido che il sillabe,che quattro lo e è alle compenso feste. e Con non fino di alla misura E appena leva: vo- verso dietro al grave ciolo sdruc- palombaro : oceano, Amici, Mesto Ne è il mondo: palombaro, ho il fondo. tocco Sperai raccogliervi ahi conchigl/e Vuote raccattai. Io Sempre ed perla La Bernardino; cosi,povero posizione fine il : signor interminati bene; Prime eh' è n'è Zendrini (xxvm, credereste 2 1) e di mi un'altra un camminano voi, lettori,che periodo che si di i rimprovera che teressantissima in- palombaro. mesto a ventiquattro come grogiola, quelle versi? una : pause n' è ve In periodi fra sempre poesie del signor Bernardino tutta nella anche una ve biscia Critica sole,in al periodo di un nell' una cinquepause? e rimati due a due a Non processione? non pagine 261 Povertà il a lettore,questo Zendrini,con ma a Il cose, signor me ste il suo per ridere un per modo simo Cesare che per arare ha valli e per — Carducci. scicoli fa- il modo trovato parole perseguitandole dovuto riprendere non con lui. E a ora siamo pas- serie. di stesso me ciò aver straniere,quando glier co- come piglialejrò- ai senato mandato il fender di- per smania vera aperto il avere essenzialmente 12 alla quattro o dire, più una del signor ostenta tre po' di di il se può. Egli mi rinfaccia,che da'*giallicrini di io giuoco, e razionalista; e meglio in Io ho contraddizione in fare delle mie il Zendrini democratico che sillabe? tolano s'inti- minuzzaglie Antologia, ha momento me, miei; infastidire deve su di Heine discorrere,invece, un in Lissa. e quell'odio che tutto fin nelle volume: quanto ci ho della Nuova sol per lodato su me, trattando pedanteria, di lettori temete, non insistere che vanno regola di frati una (Timagini mestiere. Ma versi per potrà,chi voglia,leggerlealle del Dispiaceanche ventisei nell'altra i versi e temete, 268 e 177 ben come le reciterò: ve arte e la tori sena- plebe fu provvedimento primo democratico, bia- e sociale 178 Crìtica il secondo quale ricordo anche di democrazia acquisto? drini far avrebbe triumphe, a di fronte rici poesia,non pure ma della Il del sopra dover il prezioso nega il signor Zen* ricordarsi mi romani e nomi tro, al- non sto- pensatore e autori padre ter met- ad alcuni anche preferisco, agli odierni al gran e regno, uomo come nell'io gloriee a nuovo che di proposi di preferiiTacito scrittore lo e mentata, docu- risparmiarsil'incomodo scrittori del osservatore cito, Ta- di storia volta questa nomi contemporanei; del più preziosi acquisti egli allude, io altro. Cosi non vero io mostri che aristocratica voluto glorie e e di politici . Anche della e la riforma della civiltà. Chi e avesse cui a e io tant'è giunto: accusa de uno potuto lezione;se potenza oligarchia,alla è quale simo bia- Cesarismo su'l trionfi mi dopo io né ma della era i suoi deW campione la 11 bella storia la preferire della Cesare Subito calendario. * sonetto fatti in prova alla gloria che nel lodo; que* due reco Sta- bene: (xxvm, 353). né arte e e fuor di storie di cumentate, do- erudizione della e critica,storica, al Muratori* signor Zendrini Satana. Io di gli occhi, e riparlare di anche quel Satana e di me. la oramai stufo,più sono lui rimescola che Ma questione ne ho fin stufo,del dimostrare Critica certa come critica da fa gente certa 179 critica la e qual ingegnosa,e specialmente imparziale,mi sia Il bene; signor i° che forse e. che Zendrini Dante in anche di questo somma prova il Tasso e il diavolo altrimenti da rappresentato anche Heine: ancora, grazie drammaticamente 3° che nel : mille il Byron il e mente© epica- leggendario: il diavolo volta,il popolo V ultima crede, o ci crédeva. ci ilsignorZendrini Satana io abbia l'hanno maneggiavano grazieper diavolo grazie,essi popolare concepisceil diavolo la fantasia altrimenti pinto di- hanno altrimenti e che riprova: e me: il Goethe essi par m'illudo. il Milton e i poeti della fede; 20 che erano di sorta spacciataper arguta, dotta, è gente aite e si degna voluto Dopo ciò che nel d'ammettere un'idea rappresentare filo- * sofica, ma tale per avrei fatto meglio il Monti due rono da ma, cosi stato l'avessi ogni modo, sceglierPrometeo, io consento il Monti al anche impudente ripreso a non come lo e era di imprudente trattare io di terza il caso: rinnova-- Titano che signorZendrini e Prometeo cero fe- lietissimo Shelley il gran che lodi dei Shelley; e qui grandi filosoficamente pare e a quali che bene Eschilo, non se lo e poeti. Alle cuore; rappresentazioneeglicrede ed di rebbe sa- inutile mano? A raffigura i8o Critica la lotta del stupendamente teologicoin generale : vitalità la guerra razionalismo Prometeo benissimo Chiesa ciò e io doveva serviva,in E vero cattolica,anzi il libero enumerai o che Ecco Satana. il Tutte non — Ma dandosene paginone no, Satana voi no «non cosa che cose decimosesto ? volete sia. Viva ragione furono cose vero titolava Dunque Satana la e inteso molto con sentimenti tana! Sa- dell'Inno da a dette me e al critico del ripigliail signor Zendrini, — e in stemperando molta con potevate — onestà in due otto che loquace malignitàquel è determinato. ci farebbe Che concetto per Filopantidisse — boliche, istigazionidia- e rispostaal Filopanti e ridette nella Diritto. ? E queste come le belle il vapore la ha cristiane, maledicono somma Gregorio ciò sia Satana tutto che Quirico Filopanti? E a diabolica d' invenzione che in serviva vero pensiero,la scienza,i nella lettera è vero, non e opere naturali,tutte e è del e mi le chiese maledetto sempre la cristiana;e vece non o tutte orgoglio satanico, come umani col umano rappresentare la chiesa contro mi non Satana. hanno ed pensiero la vittoria del naturalismo dentro a arte e il paginette farlo,perché il tipo del E io V ho fatto : che cosa Ella, professoremio? ci fa il signor Zendrini? Delle solite. Critica Ma come? eglioppone — nel Savonarola credenti la Chiesa io;ma non insorge di contro fuor di uscire per lei è satanico San Non maledire Marco; Alessandro : e la Leone e o vuole capisce, Tutto Sant'Agostino. « secolo t dotto il Carducci « derno,a « più fanatici e decimoquinto,riformatore fare per moderno frate)ha se nel dei razionalista d'uno » Il di rado fra i grammaticiun pedanteè 1 se- morepubblicano pedanti:ma esser di trovare quanto e signor credere che basta lo gram- a su Certo il signor Zendrini » repub- un austeri fra i credenti. ognipiesospintoe e un a crearne un non della forza sua, come non il signorZendrini,e capire, Zendrini pare si dia a ciò duzioni se- fiorentino nel (come poteva esserlo egli, blicano avvenuto avvertire diaboliche Tessere il Savonarola «Forse nefando, del frate di decimo, il pagano, non « è a mando, rifor- o sesto, il diabolica perversità del frate di maticare ciò che accenna dubitando pur più io, professore, ciò che popoli e principia guardarsidalle osserva: dei cattolica.Tutto lei,tutto lei,non — tana Sa- ammonendo, deplorando, ricordando, ma dovea Lutero, due cristiani! convinti e voi m'incarnate — in e 181 arte e cose non a me pedante da dire chi fa lezione che tutti è conoscono. obbligatoa 86 5 io scandalizzassi i sapere neqpia- I?2 Critica gnoni fiorentinicon in un discorso nel innanzi quel che dissidel Savonarola alle vegga, se E pure, mentre un per a che il lettor mio, Studi letterari: siastico eccle- lato l'elemento seguitavaesagerandola sino nale gior- un del Poliziano poesie toscane paginede'miei romana in vuole,ildiscorso i863; e legga anche, o eglio queste due t arte poistampato all'Ateneo, di Firenze. Ma misi e far pagana zione trasforma- sua la dei corte papi, il il principio religioso, per l'altro lato,contro sensualismo classico del il paganesimo del Pulci,contro popolaresco artistico del d'Italiae Medici,di Firenze, ilRinascimento l'idealismo Poliziano,contro del Boiardo, contro romanzesco lo scetticismo Pontano,contro in somma, la corruzione dei della Chiesa,contro con insorgeva un ultimo lamo tentativo di ascetica reazione in persona di GiroSavonarola. avea e Non tutto il clero, a dir vero, ilponteficato nella sua abiettazione, seguitato nella sua la degenerazione Chiesa: e questa avanzavano, quanto più quella che anzi, più, che parteciparono ordini specialmente in quegli con cattolico dei maggiore ardenza al rinnovamento secoli decimosecondo crescendo e tanto decimoterzo,andavano la quale gli spiriti dell'opposizione: negliscrittori asceticidel trecento e del quattro- Critica 184 nella politica,di in cosi Dante fra Arnaldo formula: Rinnovamento tardi. mistiche del resto, debita reverenza fede, fine alla egli è del misero. secolo generazione ridurre tutta a libertà la dagli alla la il dalla visione, le suoi, fu importuno e vano. su profeta ove il Boccaccio era e menti l'agnolo del- morto natura, novamente concetto, no'l Guicciardini; di poco, ove fantasie : far da sua evo Ciappelletto ser strumenti scolastica altrettanto il genere suo la città città rivelatasi,alla e nobilita il medio cresceva di Pulci; respingere le vamente Consiglio sangue monastero un Gabriele, il depose religioso,salva Rivocare cui novellato avea lo dei decimoquinto; tra dei civile mistico, egli (perché novatore come diremo?) la col attestando umano Era italiana cui a chetti Sac- Chiesa. chiostro, ei sempre in ziò pronun- intendimento martire come nel mente instituzione nella gloriosamente del in letterato,cosi della di stesso come il Savonarola nella avanzato era ebrietà grande: che Quel lo come religiose! maniaco profano, Savonarola la Petrarca novelliere troppo le nel e è che all' antica repubblicano Jacopone fra quel pensiero ghibellino la arte e no- dalla quistati, con- quanto perbo, su- Il Rinasci- Critica mento sfolgorava marmi da scolpiti, i libri stampati la ribellione ragione rizzando Firenze roghi suoi natura, parodiava Italia,irrompeva spirito,della lo contro ed misticismo; innocenti tutti dipinte,da in e tutti i da parti: le tele carne il le tutte tutte in della contro da 185 arH e egli,povero frate, l'arte contro principio roghi.E d'autorità ilrinascimento cristiani;e vedeva, non Nicolò Machiavelli! E veniamo ora Zendrini dice accenna, conferirono troppi,e che lirica la non io nel non della canto viso pallido imitazioni. di dire citando del mio Potrei in fine mie modo all'idea rispondereche Ma alle com'io, il Baudelaire. piagnoni di » quel con de' suoi il pietosamente ramente since- popoli più le ridde era puramente frate, in qualche povero piazza sorridere tra altri altri d' Italia la riforma ad riservata nome ben a la riforma che pagano, religiosaera destinato che sentiva non di di discussione gli argomenti Roma; egli ribelle,egli scomunicato, egliin del la e che che il Satana riconosco da sono e i non quali Satana, dimenticassi in fine io signor dice gli autori rispondere i863 Il anche come zione crea- tanto potrei alcuno; conosceva non ne' citai umile il Baudelaire. né tanto -i-I 186 Critica superbo la su da parola.Carte nies de Satan Dieu trahi par et savant le sort O Prince l'on sais tout, qui familier Guérisseur grand des qui, méme aux goùt le du ta Engendras l'Espérance, une — Satan, prends pitiede fais Qui damne O au tout ma proscritce un souterraines, peuple Satan, prends pitiede ma Paradis, longue misere vieille et qui ! parias maudits, toi Toi plus fort, longue misere! ma O O ! angoisses humaines, ma la Mort, misere choses roi des Satan, prends pitie de de louanges, longue misere O qui Anges, fait tort, a lépreux, aux l'amour Enseignes par de redresses ma Satan, prends pitie de Toi des beau loDgue ma à qui l'exil, de plus prive Satan, prends pitiede Toi O le qui, vaincu, toujours te Et O Baudelaire. et Satan, prends pitiede credano delle Lita- in tavola. Ecco O • mi gli avversari dì Carlo toi, le plus O che volere arte e forte I amante, folle charmante longue misere regard calme autour d'un et ! ! haut échafaud, longue misere ! Crìtica Toi Le O Toi Où 0 E sais qui jaloux Dieu enseveli chi col mio inno. il mio V Avanti! che quel mi Je misere longue male il resto abbiano che del Zendrini signor ha dato, pare, è sauro seconda l'avais De cet saisi cavallo un Vittor volta. par les dans effort le grand Né la mer qui Dans l'aurore les fare del- qualche Ecco urnes la Le bride; les dans sourcils la noeuds, ride cheval gioire, Astarté, comme à boire donne de de la clarté ; da sella Carte Hugo. vertigineux. C'était de di afferma (quello, sapete, : Ayant 1 que, signor Bernardino) afferma, dun- Je tirais, les poings A arsenaux métaux, sauro cavai la tavola,per Hugo il noleggiato ha des ma /, che Avanti al profonds les Fiori : misere! longue giudichiquanto cavallo calcio anche deir de Ancora envieuses terres pierres précieuses, peuple nei vuole des connatt Satan, prends pitie queste litanie,e che le 187 arie de'ma pitie l'oeil clair dort legga che les cacha Satan, prends dont coins quels en e in Cheval Critica i88 L'alérion Qui du Dans la Tout genie, sa Superbe, a O passe Aux brùlures Les étoiles de la puissants effrois; la a aile lune Le cri d'Amos, C'est le Hippocrène Grecs les mort La mesure rois. ténébreux pour grande Hébreux. dos. éclipse Ténédos. d'Achille l'humeur narine du son sur brumeuse devant sa des coeur sereine, les Sa La du d'épée, coups rApocalypse; Il traverse Gonfie les source Raphidim Pale, il faites ont harnais. son rocher fait du Jaillirpour Et de forfaits hors Pére Il leur que iourreaux des Les prophètes, reconnais les drame, Hors croupe l'ode, l'epopèe, soufflé Le la cieux, des fond au sur les et les tu coupé, sa mystérieux. monstre terre, Il élevant t or eh e, poètes cimes, des immortalité. bleue Dressant Les indompté, hennissement Plein ce sublimes, bonds aux cabre, immense, se De arte e vers battement et lui sied; d'Eschyle, de son pied. Critica fruit mort Sur le Les mères Nelle guito a Vi tutte se v'ha le per sono all'erudizione sua intiere che poeti sono recenti men de marbré, ecc. ecc. Poesie ciò i e mi chi ben di lieto^ a lettera,e bene, poesie non fra le le mette né tribuni né sue: Ricasoli; ho lo l'ammonimento » scrissi in né e cosi; Apro od sentimenti quasi straniere peggio di e sono onesti^ disse fu ai intiere, traduce l'autorità un prima. né il coraggio letteratura,quantunque sarebbe non Scrissi vano. in stesso ferire con- quei signori non ma io, dopo ciò,non di intiere petrolieri.Siamo giorno il 'barone di dir chi nore mi- noterelle. agli stranieri originalissimi;v'è di affetti di letti invenzioni men i nieri. stra- poter mie composizioni,intieri sfoghi e pensieri e tacci queste con Sé- « poeti moderni a debbono o io scrissi: imagini debbo io originalità, nostri E Nuove lirici che Che ; plagi. notare movimenti l'arbre, tombe Niobé pierre alle note l'enfant sur Il fait de i miei penche il fait Rachel Lugubre, Tali il 189 arti; e e per ora portuno. inop- avventura che proverò le Prime Zendrini (Padova, Giammartini, Poesie del 1871, non signor In. 4,5o. Critica 190 Vediamo del di almeno volume), e a fargliesitare qualche copia 265 pag. è raccolta La famigliuola. La madre.il leggo: È DOMANI Tutta arte e FESTA nella Più stanzetta che lesta mai dispone tutto assetta: e è festa. Domani La fila,biascia nonna L'egra bisava; Guarda preghiere i vetri traverso il fanciullo le nubi nere Che Livido talor lampo Strepita H tuono, Mista a le sembran avviva; fischiano la gragnuola i venti pioggia Cade IL Grandine è Breve Domani la a estiva torrenti. diavoleto ! che rabbia della farò il vento Si o cheto: star è festa. Doman si per gioca si non mamma, raminghi va Oggi tempesta, Lieto banchetto, Domani, 'o a scuola, piazzuola : è Domani LA va foresta; la sulla ! tempesta. Domani Domani, ; FANCIULLO vento e spetri. festa. MADRE domani gioia, splendida cari, bando alla Domani t vesta noia: è festa. Critica 192 che, apro anche deutschen Dichtern critica nel 1870; vi altro un seit fatta dallo leggo, a libro,Hausbuch Claudius, Storm 284, questa pag. antologia una in stampata e aus Hamburg poesie di Gustavo fra altre e arte e Schwab traduco: che • IL Bisavola, T fila, 1*avola ava Che alle siepi verdi La allegria di vita rifulge come La oro. v* è piligiorni per fare buon bisavola chiarore fa il nel non : prato! — è Per la* ! ella fila fatica: molta e Udite — non nonna il desinare, dovere suo il tuono? pensieri tutta il sole allora e una festivo. l'abito brontola festa. tutti farem e noie, cucina mondo? odono, la stanza. E è dimani non a — essi posso nulla dalla festa. né Vedete più come bron» come un tanto caro né zare, scher- cantar : che cade Fiammeggia colpo e ci fo cosa il fulmine madre nonna, saetta: né avrei lavorare vedono. non Bisavola, tócchi è festa. Io Dimani — badare tutti insieme vite. le è Ella vita 1 Io posso ancora Essi dice dimani morire non io ruzzare il tuono? La di festa. che quello macci. piu- pe'colli ! e al bene festa; come Dimani i vestiti. La per tola Udite — di piano allestisco mi piaceri dopo — dice: nonna vo* Come tanto è Anch'io de' pur il per Dimani — convito. ha ne' il tuono? dice: mamma festa. cogliere ! Voglio brontola come la stufa dietro è vo' saltare come bei fiori vo* quanti Udite ! si fa bella, mamma fa! che Dimani — nella insieme stanno siede curva affannosa dice: bambino e si trastulla, la tutta aria 11 bambino La madre nonna, Il bambino stanza. cupa TEMPORALE- bambino finisce là? in vivo sono quattro Critica Onesto Bernardino! nolo, lui! Ma di Non i cavalli era mente a cappellivecchi,unti io 193 piglia,no, fa venire mi Firenze, quando a arte e tore rivendi- un ammaccati, e col ragazzo, a famoso di nome Rubaciuchi. Ciò non Fanfulla preconizzava il polpettone tanto per zendriniano, po' arguta un modo leale come frizzante e critica una per me, superiore, ad ma ogni imparziale. e XIV E critiche queste avessi poi, se dato oneste e ai retta disputar con del non il io non e onesti avrei e Guerzoni nulla. No: faremo ne signori Guerzoni più signor Zendrini ascoltarle lo me ma cede, con- i stati,se possibile, quello loro ho; quand'anche fossero cortesi di disputatocon ed in fatti le loro. Ascoltate disputare,se io doveva consiglidel signor amiche Guerzoni, accogliere come e cortesi né : che furono, con loro né altri. con Non per superbia: si tiene per indegnodi sé un e alle critiche 13 — Carpucci, vero che que in Italia chiun- grosso, tiene pezzo troppo è che a sé inferiore gli vengano anche il per dere rispon- fatte;ma io Critica 194 non sono né un uomo. sono bene se è massime pezzo Non anche più da cento : di fare ridicolo la per e scrittore,e uno si aliena e forse non ho che qualcuno è uno gran sicato mor- calcio, novantanove un piglianole parti del è ai gli spiriti quella per quale, se gli dà dall'opera ed io accorgimento: fare meglio poi quella gran e rere discor- che amo né giova non vocazione suppone, E cane. quella miglior ragione, che per distrarsi che vero duro, pezzo un fino un pubblico, cane un per meno del e d'umanità ragione né verseggiatore,il quale risponda un lettori arte grosso per diventa critici, suoi dei un e voglia e distrarrai. perché né disputo né disputerei?Perché, Dunque inutile. Vi per diverse età della poesia e diversi tempi sono i poetio pe'rimatori. il popolo fa la quale tutto la è io nel sua limbo Ch' dalla poesia,tutto splendore che cinge di emisperio ancora, è della il castello il popolo nazione, de' riosi glo- Dante, un meglio prima età,nella una è l'aureola P epopea canta: come V'è di tenebre la fiamma e conflagrazione dalla foco vincfa: e la luce che incandescenza esce dei Critica elementi vari del allora di forma quando di e l'età scrive e nei poesia poesia le è non del più di è eccellenza, nelle e sono e un necessari della la .poesiae ornamenti politicae della poeti, e rio necessa- le età artistiche tica este- per tura la scol- quasi parti di guisa che il il bassorilievo e l'edifizio stato, la tanea spon- bisogno pittura e nuova gran la letteratura nello i Eloquio, fattore e statua e dell'arte splendide,che armonico l' edifizio tore fat- critico savi si considerano l'affresco,la fatti per cosi quelli, tutto e un nella Vita la quali, come l'architettura integrali di quadro un la società. Sono tutta e né produzione naturale d'incivilimento,ma dallo è anche Vulgare elemento corre, di barbarie la teorica età sono la rinnovarsi forza una canzoni vi età provenuta chiama il e né popolo è zione. na- sotto stato vuol Dante sue E e il poeta e c'è o uno ragioni e e politica; Convivio. da in eroica, l'età Altra corruttela civiltà ; egli le c'è bastona. la Commedia commenta l'età prodotta la eglistesso E si fondono non uscendo ma allora : insieme pone si dalla e restituirsi sua. critica eroica scadimento e la popolo non che popolo Tersite, e un 195 è l'età barbara, Quella divina: arte e è fatto entrano che per come è architettura religione.Sono quelle 1 9 6 in Critica le età di somma di secolo lo esso allora mia nelle stato Pietro lo da meravigliosa decimoquarto, in breve un coltura Corneille vi i quali a dirò non con certe bestie,l'irrequietudine nervosa dell'arte che critiche;e loro V Alfieri han allora scrive e Vi sono del su la l'Hugo che essi e nei potere, della vita; e su'l sieno come ai remoto, ter- forme certe le età l'opera al- intorno di e difesa; e Calsabigi,e drammatiche il Manzoni e prefazioneal sul manticismo, ro- Cromwell. età,nelle quali quell'ordine fatto volta lotta,irrompe natura, innanzi di offesa altre ha da poeti combattono le unità meno che antica svolgersi.Sono la lettera al digiunid'una della i finalmente sociale dei trasmutando le armi con le lettere hanno finito di stato politiche,i poeti, veramente, cominciano la Gerusalemme su nazione una frase che è l'Acade- e affar di un vati ma poesia in fine altre età una un la nazione: il Cid quasi condizioni nuove della tutta splendide, nelle quali,essendo trasmutarsi tutta le controversie sono (se italiana),di Luigi difende sono l'Italia. E decimo regno 1'ideale quali giudica, allora tutta Leone la critica in e liberata per Pericle,di denominare vogliamo arte e la rivoluzione,a delle continenze rifarsi eroiche godimenti della vittoria, inebriato di sensualismo Critica slabbra i le forme profumi facendo Allora 197 ne i monelli e palme, poesia se ne i liquorie ne bevono versa e lambiscono ne già se va, non se andata. che si: se andate si non il buon l'eroe,che il principessa ai una Caterinetta lo ammonisce pietà non Pancia voler non a è positivo asino suo cavaliere. ciò di ! S' forza e dietro Cosi che il a l'astratto succede i consueto impunta pencoli finire a anche il su'l trottare rossinante odia tal tant'è: del mondo volgo téme quali onesta quanta ignota care bec- i vento la vanità vanno dà metter più seguitarlo:ma da tratto poesia. No, che di bastonate fiocca una volta imprese, sue su volte graziosa occorre giganti! Con più di argento sua a sto far persuaso a quale non so Quante la i mulini contro non scudo la cortile,che un fatto a glorioso barbiere, che in resta sono delle libro,e che Pancia di polliin la lancia non è mio. Sancio suo ma Certo ? mio questo modo a adopera bacino un Chisciotte §ia del Heine, credo la Hfaccio ve e poesia muoia. la leggete quello.L'osservazione e dove, magro che Non gittatesubito no, esporvi per bene. letto,lettori miei, il Don Avete in delle la Intendiamoci è strada, giumella i cani. n'è e dell'arte, la per arte e e e del della deride 198 Critica sotto lo e la salvata Ma uno. bottegaio rifarà ella darle la dote. io E, quel e di rotti La e muore, puro l'onore fuori poesia dunque l'arte di significato Morte del fosforo ella vuole incontro la mica l'Alfieri della alle bottega andava non poveri padri metter o e e gare pa- del alle chiamate casa corsero che sognavano i figliuoladel pochi anni, quanti figliuoli sono funzionava libertà,per lerine bal- il genitore, vatala, sal- e che e aver due V Amore suo il marito perché,quando statuto per la sa è arte di con la nell'acqua; general Garibaldi, e e cena domani conto a bottegai scappavan si cretare de- Stato conscienza a che? sciolto dovrà non fieri l'Al- la sola Leopardi ingoiando dell'arsenico di fiammiferi di della e patria andarsene per del bandire protetta è l'operettadelFOffenbach, serafici di salute poi dallo che dispacci telegrafici, dei tranno, po- biblioteche;potranno stile permesso il solo Stato dallo bottegai scuole, il Leopardi dalle Schiller che quello dalle Dante e I muore. questi prossimi giorni, di un Omero poesia non di nome arte e male; lo e bene certo Schiller,per patria,per doverono palle, poi zione; la rivolui pagare le bandiere. non della muore; poesia elaborazione l'arte della poesia nel suo antico e estetica, metrica, Critica 2ÒÓ Le strano,, nominatamente è la definizione che Ma di rappresentare. e di che ragione e si Teofilo che è non facendo più del Gautier della ne descrittore il e secondo impero, la sotterrare di padre il poesia oggi copiosi scrittori,che e drammi con e al e lussuria della tener empire in prosa e del finito ha lunghi eccitata sempre estetica egli escisse oggi se Dorotea — » Ma cotesto non di di e romanzi milioni e di lettori leggitrici, potrebbero ragionevolmente Goethe, di Questi fecondi con brevi non la tormentata sanno gegnosiss in- e pagina. Egli'fu trionfa arte. come diceva, — amico suo realismo quel che testo co- industriale e la breve piccole e ineguali righe Ma — rappresentatore e vedeva farsi fare de' versi la stampa per suo sapea piacere a spallucce, l'epicureo l'autore non componesse. copia borghesia, quando e modo d' inventore ingegno il Balzac, trovasse del esatta tolo ti- noiry le et rouge potente ebbe osservatore atte a dire fuori coli9Ermanno è un libro Noi — . poi, meschini e di in questa che persone, affollato con tutte rimatori le di lirici,fra questa società, dobbiamo in passeggio un carrozze eleganze e e li far la del cavalcate agi del tura lettera- figura giorno di festa trascorrenti lusso, se ne va- Crìtica da seri$ serie no galletto Così cari confratelli avuto di in tutte là che è non ho detto) altro che francese zaglia di sopra tutto odierna La sarà che è oggigiorno di civiltà per della mezzo o più società, né è non del è vero ratura lettespruz- francese, ma italiana letteratura più instrumento il dramma né cipale) prin- un elemento un bisogno estetico di ella,salvo e produzione la popolo, né nazione, né di rinnovamento: volte fondo nella della qualche là è (ripigliandoil discorso mediata la e copia finirà e l'italiano. poesia dunque 0 il ma quel qua e venuto av- italiana letteratura odierna Ja ; ci tedesco, immediata è che ad avvenire riproduzione manca si politiche qui: poi,perché (tanto anche tendiment in- i suoi tutti manifestazioni sue comincia avviene, o avvenire, ciò borghesia la filosofiche,e quindi quel come prima Francia: di svolgersi in le che opporre in Francia punto a giova sono giorno oggi- siamo, perché cosa Né recati me campo e di a noi rimeria: che male. a perché tutto, ha da in vi dirò avreste ne gli esempi di camminando via zoppo. è, ve 1 20 la loro per siamo.... Non voi arte e il romanzo, rivoluzione qualche se o volta pure il Critica 202 può assegnarsi romanzo individuale. Quanto è italiano popolo e del stato non v'è fra i poeti oggi poi bisogno aveva farla,allora d'intimare con in qual chi egli può pur che fare s' e di sentimenti può solamente, storico: a avvertirne correggerlo,ov'ei in sé che suo ad il diritto ha fare cosi, e non quali massime, o più, zione? tale intimala stesso ispirazione in sua: vuole dei e parole povere, vuole; come intende, la forza, e sappia dell'arte Giudicarlo sorgere farebbe che, si quel materia dell'arte poetica oggi dell'arte n'abbia, ci eleggere la d'idee generale dell'universale oggi ha il criterio norma ajutava stessa dovete Voi di o la nazione giudice poteva consentimento Il poeta la ella quale autorità,su di genza d'intelli- tutta Nessuno no. al poeta: con nome poesia, ed d'un di poetico: alcuna Quando criterio montoni parola, poco corrente lui. e un applicarlo.Oggi E della che cosa tistico significatoar- nel sempre, più di v'era, e più cosi. dolci tutta il rispettabilissimi: resto, sensuale non dirò io all'Italia, Arcadia, montoni, è poesia,ella alla in. istrici tutti i nostri muterà a arte e strumenti. maneggiare gF in- e nei rapporti o nei contatti che egli abbia cóll'età sua, e tempo, i difetti in falli o sia men meriti,lo s'ei lo meno forte in o e più, e ineguale Critica può nell'opera,non smanacciate o imporgli e sia Andate — arte negli amori è il non la tutto) è festeggia,si respingerlo,a tutti: può non — una due o cosi poco via suno. nes- che mai anche v' è intende, la non lei,la parte una musica la per per giorno oggi- parti:non vero la musica: accalora che (badiamo, pubblico,che, se un sempre tutti dire oggigiorno fu come greti se- rimanga popolare veramente di tutti vuol i e mostrargli la per questa, che Unica l'uso pedate, possono e i critici: spiegarlo,dovrebbero e ha accoglierlo o fischi a 203 chi non se mestiere: del arte e magnifi- paga w camente, ogni giorno ciò e fino giudici anche i maestri di non un dell'arte stima la meno un sé è po' di dico, se tutto o avere appreztutto con a morare mor- guratevi giudizi del pubblico.Fi- di versi, un più e meglio diffidenza artefice che abbia di di cotesto, può sottomettersi oggi po' di un obbligataad e cioè scioperataggine che persona artefice solitaria d'una strettamente un può cominciano musica popolare quale ogni di ella averne sta la richie- nell'universale: dei artefice sia, di un'arte per che so di bisogno per la musica nuova: tuttavia,e però cresce zatori di e ha che pubblico un avefe meno al- freddezza; figuratevi, versi, a a punto ricevere per lezione, Critica 204 in di nome astrazioni certe cervello,dal primo a i della principii egli saper far L'Alfieri versi può Di Ma pregni Sforza dir a perché quattr'anni: « inutile;che minimo run andrebbe tenersi « certe, « se « sotto « echi « more « cedenti,si lascia « dai la non si : del passato, ventagli già or è affatto cosa del tutto, macchina obbligato di sono agli ancora, obbedire che a Che agitarsi fugace e rispondereagli aliti dell' avvenire, dei secoli e delle carezzare delle anzi sua, ce ve- sociale direbbe, esigenze del tempo. l'ala della Psiche solenne iddio. il perché,penso dell'anima e etera o della dee il poeta vate mancasse bene « devoti poesia oggimai men ne natio mente dell'Alfieri,forse .sola- congegno t come è non anche se i vuoti su forte, scrissi meno La « dar il furor verità modesto po' più un ] Apòllo ignoti: vero a chi 1' osi, no, Non non d'oblio, al carmi nel : volgo quelli che prezzar fonderà che giudice cantava il e vello cer- farli male! tempi incettator baie di di mutano soggetto nel o sentenza Armoniosi che autorità sua a' suoi Ben Io arte e signore ru- generazioni pro- all'auretta e al dai che move pennacchi dei Critica « soldati,s'increspaai « sorale « al t facciarsi « ratura « maggioranza « tisce 1' anima. a suoi alla finestra vedere « non Il lontano suo. è poeta ! Af- pure il gusto della ed risoluto che ha mi fortuna quando non che che è incominciai ho Sibi romana a sé ed di certi suis ai suoi che in della assai era mai cercato del scrivendo pubblico ; odi pagane dell' educazione detta mitologia: inscrissi la formola sepolcrale cosi fecit (cioè,Questa versi), e* potendo fine,non verseggiare(chi ha pseudonimo, li non fiaschi,gli ci bisogna presi un a' miei conseguirli.Tanto elementi primi letteraria lo scherno che ai Levia-Gravia il resto toccata non di speravo fra i era sin- raffermato più sempre aspettarmi,come perché i e più può: fortuna, che, confesso, io dall' ciò è vero, stesso artistici né gli articoli de' critici né gli amori forse di tempe- variare » buona versi. Buona guai gazzetta, esprima sé poeta morali concetti quel po' di profes- legale, distrae,raffredda,incivet- è affar tali se ogni a più schietto,più cero, della toga qualifogge vesta convincimenti « In fruscio poeta, guai al poeta, per 205 spiegazzare della allo o arte e a misi ribere pur punto in dimettere bevuto per fece tomba una mercio: com- tudine l'abivolta a troppo), mi non pregiu- Critica 2o6 co' versi dicare quel po' di a giudizio di alcuni, storia letteraria tutto crederei Se creduto. credono: mi per io, e l'altro o di (i) Ein si Kein Meister Auch bin ich Dass heisst, Ich bin e « col colore ein Narr le veggo non coi Todten wenn e attitudini Ich bin dem auf ich colori e di ieri tudini le atti- credere a keiner Schulel buhle; entfemt was ich von ihn gelernt. recht eigne » verstand: Hand. titudine l'at- con le e spirito, e con davon weit lo sento lebt, mit von fantasie per darmi ! Io maggiore le voglia sagt: ich Dass « o di esprimere, la movono in cui domani, Quidam che meno possibile,certe mi altri di psicologia,con colori in cui propongo comune soltanto proposi momento coi non tanto cosa rappresentarle proprio del amici: né propongo una efficacia ed passioni che certe di mi di sgravio uno sincerità e mi e esser a non mi ciò intentate, portentose, non propongo e proposi né mi originale(i);è essere amici pure a di Per diritto qualche avere inaudite, quelle cose studi negli filologiaitaliana. di né male, che, meno fare potevo persuadano versi scrivendo molti e di ne arte e » Goethe. che Per 212 e la udiva si mi scoscesi sul che si E fra gli il sentivo Castel Sul mia di di testa che, sarebbe indi a della in poco, gloriosa difesa pallidae vetta come una tesi alto del ròcca fra la battaglia,in il valore di io Virgilio e e il con del Gargani a austriaci t cui , e Tasso. Viva piazza era me per di nare domi- Roma, della sacrifizio, nel della nobiltà 27 il epopea ragazzi, in Firenze, anni a gavamo »el 62, ci sfosoldati dei canto Signoria o viva razione gene- all' avvenire Noi di Mazzini, dominare quella cavalleresca la ideale la tempio perden- un cielo gridare, passando irf che consacrava morto gli echi imaginava rinnovava, superando degli avi d'Italia ed del l'azzurro del 48 fato fòro pubblica re- quando, E io Campidoglio, un Mazzini, la triumviro del suaso, per- ero giungevano Roma, fronte serena dalla di mi eterna. ci Firenze, . ondeggia; il essere per voce dell'Arnaldo, anni Roma in e vessillo tredici fermo la di levare all'aure Crescenzio selvaggi uliveti i versi il tuo repubblica santa, O simante spa- bianco contorceva bisogno anch'io urlando vento nella io mugghio il basso Tirreno maretta. Mazzini Giuseppe da lontano del nella di morte per Garibaldi. via » zatoli, Cal- Quelli Per la guardavano, quelP fede, il cui si di Roma; la cui più bassi vite s'arrampica e dio indigetedella vidi non di saltellano le nubi, greggi nelle il canta e opere nanzi in- solitaria ne'monti i ruscelli mandriano; patria doveva ma severa e mentre e mai, e fantasie dell' montagna una è avvolta cima io più grandiosa pensiero, come quella d'Italia i nomi delineata era scritti sempre al cui si mi sorrideva. anche dall'iride delle figurauscendo pissero ca- mi dell'intelligenza fra che quell'uomo non o baglioridella leggenda nei già riverberante e adolescenza la di 213 niente; nell'aurora nome riverberato negli Mazzini quell'idea,anzi anzi uomo, affacciato era dicevano non e Giuseppe compatissero:qualcuno o Ora di morte ora e la quel morto? essere Impossibile. Ciò volevo sentissi che quell'annunzio improvviso a in esprimerlo giorni dopo le prime Quando Muti Gli nel strofe: Egli è lor muor Correr Immortai Volsi, che tutto per cui - dissero l'animo ne muore l'ossa credeva. chiedendo e brivido un sempre, m'intesi lui morto dolore amici, io, Siede E - cone poesia.Ec- una e E al un cuore gli occhi dubitando, al gel: torbidi ciel. /Vf la Ei che d'Italia Fu quel 214 Del eh' quale Mirabili Sf di morie i a le a anime io parvolo parole fatidico d'un come Spirito tra il passato Egli il cui Con quel d'Italia, ei Guardai. ville Da le i sue Fremeano i fiumi pensier Rideva Come a pur bruti e, Sono l'aure a i tre fòri, i templi torri colori, e i eterna, l'alpial doppio ieri....ed lettore le volte intorno nomi grandi un brutte. quello che schiacciano un mina? il fruscio e villano paziente il suo un'eco su le dibatte E o cosi: sempre di proposito che soglia.Sarebbe pur come mura prò- ammirato, riuscii coll'ombra? insistenze gufo un d'una non le civette e dei un più dato inchio- maestosa le ali smanioso, singhiozzo lugubre dalle macerie: sol. far versi a grande soggetto sarebbe gran da pure di ei gentile?Si, sono provai nome l'isole a mare ingegno obbligato dalle povero a un peggio sempre i che il sol morto era prio brutte, orribilmente tutte popoli onda con eh, morir. potea non stavano Fremeano i l'avvenir, e appresermi nome D'Italia Le Ed il sole, corpi udiva Mazzini Giuseppe e quel sollevano ululano dai 21 6 Per Inutile: avevamo la e di affetti nella a punto dì morte certamente testa le per Quella sera pensando materialista La incoerenza, e altrimenti Che di muoia tutto Persia, nulla di più Dante sul Troppo e da che o di questa suscitati non da foga da essi ad la Ma stelle essi tutto a risse mo- benefiche io son non da spazio questo sensi ritornano sia infondo almeno o dello amorosi che gli religione de- pensiero, cosi sperare, Scià milanese, mica sono immortali di lo che splendono mio filosofia. sempre ma fisi- spirito: la e meglio. ne sono cose critico un qualche parte da corrispondano a per profonda sento del credere ginare, che essi e e nulla essi come firmamento lungi e Alighieri,io persuaso. eroi: certo io dello l' arte Giuseppe Mazzini, tutto morto esempio, per gue san- pezzo un le tutte fenomeni intero e il come po' incoerente. un in esisterebbero non zioni cita- peggio: aggirai modo, nei più mevamo espri- lo città. Ecco: resto, è del e umane, della mio a stesso italiano! mi notte vie le per fecero popolo la e un che del ciò per circolante retorica vene e ; esprimerlo,o Altri volgarmente. di versi. Ah cuore ad di idee tumulto un nel e riuscivamo non Mazzini Giuseppe e. ima- serena gno biso- pensieri, con un'al- Per la di morte e verso le rive dell'ideale. buoni, i che sale, che Per avventai Un salvateli e è non fu che di di di del « parere Alle 3 la tomba. più serio certi a cronisti il cronista e pensoso e la moltissima anche il banco era brevi parole in quel platea rigurgitava nei della bandiere Le teneva.... molti a dell'Ancora, in rese e pomeridiane palco scenico Filopanti comunale, l'aspettodel Comunale vero folla: gente Sul sale, (chiamia- Teatro d'oltre giornale cattolico,colse giorno. che fango, giorno accolga migliaia di giornali.Ma senso nostre patria,proteggete comizio spettacolomolto uno possa lettori anime della dal al tenuto visione una teatro persone con Dei 217 sale! cosi) che che O ciò,il giorno di poi, nel molo io delle esondazione continua terna Mazzini Giuseppe palchetti. presidenza; zione dell'Associa- Universitaria, delV Alleanza (repubblicana), della Società drappo tetro. vano, velato.... rosso oscurità Un' e solo la esercito alla di ravvolte Operaia, Comunale profonda ingombrava platea di luce faceva scolorate. statue dimostrazione di questa L'aspettodel raggio un nostra il mostravano era il grande bianchissima apparire Assistendo funebre, pensavamo la da sentando ra- folla un un palco rtire all'avve- patria italiana,ai rimpro- 21 8 Per la di morte Mazzini Giuseppe m veri troppo violenti alle speranze del virtuosamente del C'erano costanti. giovini molti. « del popolo me pensato, mi Filopanti che mi della notte altri fedele con io sua fosse detto memoria, da eccolo Giuseppe Se di piangere fosse vero del mente mite- alle me in e suo Mazzini E » avevo alle ultime invitò vero dav- parole del imaginazioni colto dissi,rac- qualche luogo qui. Mazzini meritasse bene Ora umano. l'Italia;e dirò voglia preside 1 quanto genere e dissi....quello che supplito grande, quanto del e il Rossi parlare non Quirico Filopanti,il segretariodella vi ha aveva più umana. richiamarono E e Cittadini a aggrappai scorsa. da fede dell'anima parlare.Come st dei il Venturini la all'immortalità gimento Risor- Quirico Filopanti fini il affermando discorso del Mattioli,già galeotto repubblicano d'Ancona, patriota altri più singolari presidenza;e poi rappresentante papa, de' uno la Camillo Gius. destra Carducci, originalicaratteri italiano, teneva alla dal j Filopanti.... cittadino Filopanti dunque, Quirico e lei lanciati a Costituente fosse buono, quanto dell'Italia, della io vi ricorderò come breve, perocché oggi ho che quello di che romana, bertà, li- lo rimeritasse troppa più parlare. l' illustre amico mio Filopanti Per crede che e morte arride alla che le anime dei corpi,e là fosse oltre a diletta su già incontrato Alighieri. E egli avrà e altri chi per Italia? di cui e virtù E — è salita ella i suoi li rispose:Italia è a chi in muore corte i buffoni e Si, l'Italia è da esilio chiamano della libertà,noi che d'una da lui e impallidiree volta dimenticato era Ora di cotesta di cotesta Mazzini, riscaldò polvere Prometeo del sangue Che fa zini Maz- lasciasti, di di la sul la cuore Legnano alla sua di fede, ne La — di voce ne tente pofaceva più abbiamo patria,che che terra cosa le si potesse dei morti Gavinana, plasmò martiri, e grande ! — argilladei romani, cotesta e sua latte figura. rimprovero di la e noi severa straniero primo venerare cui a l'anima il a anche sua morti, di dei maggiori figliuoli. succhiammo sognare, quello del poeta terra tene ca- i buffoni oggi imparammo più mite questa patria? Il fare : tu la come a' suoi adolescenza Oh, quand' egli commise era ancora Giuseppe — anche novella, noi nella discendeva fremere Mazzini Giuseppe dell'Italia immagine novelli, gli disse ? trista sempre matrigna ancora che terra piazza (Applausifrenetici). di Noi, della quell'idealedi gloria a insultano loro Dante con sono , certo ramente ca- si sarà mondi vi Dante ancora fati la e scopre scoprf se terra del novelle chi ancora (Applausifragorosi). la madre fato gliesse™ racco- Mazzini Colombo domandante gli sfrutta,e si le tracce Giuseppe concittadino V'ha risposto : là che Colombo vero infinito azzurro sopravvegliare la quale lasciarono il suo con fosse se gli spiritimagni ove riguardare e la poeti ; vòlte dell' immense io credo a dei 219 grandi sopravvivesseroal irifinito insieme luminoso; essere le Mazzini Giuseppe fantasia uomini degli spazio uno di la la terza v'infuse il Giuseppe Italia,e la suo spirito Per 220 grande Chi la dei quello e fu non ha non né che che adora giorno crede non di che idee in ha tutto nulla né di meno è altro l'Italia di Italia che Italia che in sé stessa, questa Italia la cui Italia che ideale Giuseppe il successo, Italia dalla crede non naca cro- che menti, godi- Banca.... (Vivi Mazzini. è la storia de' materiali che è governata Italia che questa non ha non sazioni, tran- espedienti,questa giornalieradei furti,questa nell'oro, che che pensieri,questa questa Italia paura, dalle compiuti, questa né giorno per terò? la adul- e nacque riconosce non (Applausi). contraffece la i fatti principii né vivacchia Cammina : questa Italia che Italia Italia che le disse e Mazzini Giuseppe tristo che Ma so. questa questa secolo, l'Epimeteo Io *di morte questa prolungali e applausi). Il grande Italia che è morto uomo egli presente. Noi del far di specialmente, voi lievito del della la voleva Armiamoci deve ricreano risplendono e Mazzini Ora ha posto nelle terra deve i ed azioni i polsi,e voi come il triste zini Maz- risorgere (Applausi). di scienza popoli, le e nelle : tre opere i tre forze di menti eleche seppe Giu- (Applausi). troppo per piena del la bara Ora (Applausi fragorosi). dolce avete, £ quale Giuseppe virtù, di fede, le nazioni vivono è Roma L'Italia o sorgere su ideale. non biamo dob- noi molto, voi, gioventù d'Italia,in cuore, i cuori! il petto di che non alto nel che nuova, quella l'amarezza con all'Italia straniera catena servaggio i cuori, in alto generazione in sicura anche ma risollevarci per fede espiare abbiam da che tutto noi, il marchio futura, adorava la con nativa, ritorna a di principi e povero la salma riposare a di vecchio sua canto prelati,e cano repubbli- ritorna il alla padre, a r Perla più d' un'altra amore per riposino in loro con sarà degna ossa del in i quando Ma cima tempi al o visione la ai popoli dalla esule tomba di libertà e pubblio*in bisogna scrivere è il di profonda da parlare non o della scienza a ha la terza e da parlando evitarla la sotto Fondamento di storia sione impres- : quenza dell'elo- nutrito roccia lontano il sole la di ditazione me- granitica vestire di selva da volta passioneimmediata, ma e l'erta, mezzo illuminare della per poichéper pensiero,fortemente la fantasia cui : o la rimembranza. con egli ammirava volete,lettori buoni. tali momenti dell'affetto solo dove è difficile evitar la retorica troppo al le porrete e (Applausifrenetici). C'è della retorica,quanto Ma parlino mare materna, imagine dell'Italia ministra di luce stanche gioventù italiana, riprenderetele Campidoglio immortale, là in il e e maturi, quando la patria saranno di lui,voi, grande sempre, dell' infinito. arcani gli 221 torna madre, l'Italia: vi ri- dolente il cielo immenso e pace, Mazzini di esilio. Ivi le sante dopo quarant'anni ossa Giuseppe cui si divise in vita per da diletta, la madre canto di morte verde e dell'affettoha vetta, forse nevata, ragione. io Ma quel giorno feci anche a mano dalla un'iscrizione in o attaccare stazione,che altro avevo a pensare; fogliovolante,da ai muri fu la notte e gere spar- per il passaggio del 1 5, della Per 222 salma. più ibrida falsità in e questi l'enfasi. tappezzò Oh r volante! foglio bassi che tempi tutti muri di tutte è siasi batter i giornali le città la mai dell'arte, bisognava corse i Mimmi letteratura Ma P iscrizione E Giuseppe in volgare e con forte. di morie iscrizione Una imaginata e la è la presto cratici, demodi magna. Ro- 226 II Panzacchi Paolo signor di noi di Ferrari si non lui? Mi torna di o mi prego, essere o essendo non essendo non scuola non nella tanto meglio, qua T. su le su Prescelgo Pungolo libretto citata in anch' di Milano 23 e del di Alessandro pareri Manzoni. o, tate avven- bardo. lom- razione commemo- nel decorso, signor Giuseppe Rovani, m mio Ferrari Paolo maggio da opere poeta critica riprodotto in Milano, mente i su questi giorni signor del le il parer io quanto fino ammirandone e le opere del di zoni, del Man- studiare a la funebre già del dire Manzoni, là intorno e credo, io manzoniano, matura sentenze e lecito dire ammirazione ripreso parti, vo' ; retoriche. arreggimentato gioventù molte la retorica (ilche essendo non niana manzo- vittorioemanuelliano non stato avendo lui o poco, metafora dire, com'è convenzionale alla ma assai cristiano mastaiano), e non cioè di sia lecito non o figlio manzoniano io Chi un una figure il : per di consta E Pungolo la scuola orrore interrogazione,due una E frase cotesta nel che grande di Gino manzoniani. domanda mente a detto un a dentro, almeno sente professa un pure ieri accennava in Italia tutti siamo Capponi: e Manzoniani Due pure intitolato il e mamente ultiLa Due Manzoniani 227 II L'Italia, la sforzi faccia quanti per libera,resta Ciò non Dio in pur dire che in qualche de' suoi in idee, sente altra più le vecchie coi cilizi in alfabeti, prime o lo che scrittore più è la — di sostanza O avrai principio il caos, e non di dio che e il nei N. dio avanti la e c'era- né volasse lo staffile rendi reve- poco In pesante. panegiriciche quello o procedimento meno sopra a un artista di lui. : prima terra un le acque. creò di lui miserabile scorso: di- segno tuo; Egli per del certo è il signore dio N. cielo Che subito, come abito tribù di lettori fino altro pricci, ca- tico, dogma- con o cosi un sue quel giorno garbi, tale per alfabeti,ascolta. non mica di questo fanno che le tutte essere molto maggio dire tutti i suoi inculcate amori creda persecutore. esempio, o meglio critici nostri gli con aure critica,per i abitudini ser es- teologale, vuol cosa: il bisogno di si dismettono non alle e fondo d' generalmente esclusivo, inquisitore e volete? monaci, intendere a affezioni,in sue lo per mila in l'Italia cittadini le tutte di darsi sempre vuol o ognuno degli ottanta terra e tu da il era spirito Hannovi an- I 228 Due che, è che certi dèi delle vero, menano a nosi adorare del nome dio e il nella anche è tutt' altro nel e Eccoti, dio caro, o Questo — diti go- e infallibilità ed V Alessandro con bene che nità eter- dimento proce- e Manzoni volta una per : pre, sem- feticcio. un Ferrari Paolo scrive « : In Italia vide inceppatadai pregiudizidel « (ilManzoni) « vecchio classicismo, « chero. « Lampi « Foscolo...; quantunque, « rato « taneo « Manzoni, « di « aveva « tentata arte innovatori libertino pagano il signor E Andiamo, mangiale, unicità quale,intendiamoci » quali fan- metodo, assai volgare, spiacemi questo signor da' palpitanti degli divinità. Amen. tua siasi tenuto Il viscere tuoi: prospera e ciechi esterminiamoli. le nostro, emuli della che dio demoni son ma divine. forme nostro grande genti: perdizione i sotto altri numi Manzoniani Rovani Giuseppe pinzo- e : ripiglia usciti dà Monti erano da e delibe- piuttosto che propositod'innovazione, fosse raggio spondi l'italiana tutta essere di Aveva .... « stèsse il segreto « di per letteratura quanta rinnovata bisogno cui originalità Quando voluta non una prosa bisogno rivestita. Essa nuova che dell'esistenza tanti secoli si andò bisogno aveva e in sorse e non questa della sua mai prosa lingua, affannosamente Due « in cerca, a bisogno « d'una t ravviasse t della a affatto senza di Manzoniani lirica storia. Non solo bastò ad t bisogni,e che « piantò l'audacia « e « raggiunta che con su di ciascuno che cosa ella pensi stessa innanzi all'anno quattro delle i8i5, nel bisogno spagnolo ebreo pur il quale in Parini, il arcadi né tombe. Essi dice facili si e parole,o dunque uscirono i che primi pilipitocca d'un del popolo messia. Ma, lasciando disparte le glorie antiche,l'Alfieri Monti e stazionari bruciare il viso certe fosse tende in- non che più sciagurata e d'un nell'aspettazione sempre ciò ? Parrebbe come sacri, l'Italia inni gente alla foga storia,la sua certa di io. Ma son la e o mente discreta- conosce il valore las'cia trasportare l'imbecille è: più non » chi nazionale basi, più vaste le un' altezza ecc. si fatte cose, invocati generi genio altri,ecc. la letteratura prima del dei Manzoni tutti questi adempiere si portò ad esse da Leggendo in che il dire poco e si la filosofia qualche saggio potente con che bisogno Aveva nuova bisogno Aveva teatro nuovo un si fosse. Aveva dov'ella mai saper 229 cose; dalla e ne il Foscolo né non furono rimbambiti. di vergogna chiedo rappresentarono avere perdono con Mi e né sento a dare ricor- alle loro stupenda eflfi- Manzoniani Due 230 cacia civile ed estetico artistica della generazione dalle e La riforme produzione perfettamente artistico dei nuovi del Francia, dal 1770'in poi quanto alta per far capo di la fronte incognito assai solitari;stava cominciò il Byron solo letterarie che V e dal innanzi L'arte in o e Ma ci è continua era in vimento, mo- parte stri illu- o un'altra V ultimo è subito di sentato rappre- male. e, quando artistico di senso forma 5; dirci che a tutto era del il 181 fu e modificazione; e cedeva tale circa venite non collettiva primo 5; degli uomini finirono più generazioni una il termine il 181 incominciò, Manzoni. perfezionesuprema, Staèl la e politichee meno movimento nell' elaborazione una parte il venir lui nulla a Ché- V unico produzione, guidato, aveano altro un per ebbe fiorire circa Tale cause regia Francia ove meglio dell'Inghilterra, alla Germania. per e a tenere potea Chateaubriand lo e l'Italia Italia. E alla faccia in timi ullui di morte letteratura a filosofica negli la dopo luzione. rivo- il gusto e mancando e -ed clopedia enci- alla letteratura una repubblicana e imperiale,che nier parti dalla ripreso in aveano morale il sentimento e Voltaire in ben che venuti tempi, anni il movimento maturata se ne alla svolge; quello svolgersi 2 Due 32 rivoluzioni vecchia orizzonti lontani, e doloroso col in reandole; del del anni la fu vini, quella del Monti potete come in vestite alla al Canova? accalcati e Ugo i per gioin generazione la vecchi. i per del Ma italico, che regno foggia imperiale s^ervian in cuore anelanti Foscolo provato allora venti primi Foscolo Parini donne ai giovini i e nel dei tedeschi gì'Inni sacri; a e si un primi d'Italia? nome leggere riso erano prolusione dalla Raah, ritornavano il Manzoni modelli da quali alla di entusiasmo gloriosivincitori Si fosse nei cri concepire il bisogno degl'Inni sa- alle cuore pacato e del secolo decimottavo. per del latura cesel- riuscissero che spiritocaldo nuovo vandole rinno- dell' aspra tenea quella del esercizio,quella di che ae- aveva Chiabrera dal lirica dell'Italia secolo: avean il Parini che prese filantropismofilosofico Cotesta condo; fe- e elementi foggiandole, si ricettacolo degno al di sensualismo Parini, slargandoleed forme lavoro oraziana allo mezzo malinconico caldi e del già con e nuovi quelle volta sua in e baglior crepuscolare scetticismo forme portatinelle alla società, della stacco il conseguente suo questi e nello cuore intravisto lo strappo al portano dalla nuova Manzoniani o pare stam- inestingui- Due bile avrebbe danno è ciascuno 1' anno notato Risurrezione di Maria Nome nel del catastrofi la le a freschezza le de' e cattolici e dei della nome solitudine e e le un meteore erano di mare visioni di umida dalle e sertazioni dis- riali impe- diplomaticifrancesi e intanto Trinità quanto gue, san- nelle il capo senso un Alleanza Santissima silenzio dalle professori tedeschi dei filosofi La Santa legittimisti. in con dalle attirava poetie in e sione Pas- stanche dalle reclinando misticismo,che ; anch'essa dell'imperoche spegnersi stridendo del sotto dodici, il è edizione e resto. tredici,la nel con composto nel scritta generazioni rivoluzione si abbandonavano braccia fu successive, spaventate della cadute che il Natale quindici;quando di fuoco in quindici, e il degl'Inni,ove apparisce e ed annosa edizione prima e sempre, per dell'arte,la pregnante la 233 * sotterrato, forse Io posseggo la Manzoniani ai volessero guarentiva poveri per le lassi templazioni con- espiazioni. ni Il Manzoni sacro né del per vero medio evo; si dall'ondina annegamento egli,nipote non del né lasciò del attrarre misticismo; Beccaria, sospirò del rituale al all' ideale cristiano si servi, quel a lo Chateaubriand, delle favole. i fiore ha gioventù ciò è che ai ha realissimi,verecondi esulta I agli di persona: che sia bamboli schiva festiva vestir. allo la pentecoste, Spira dei bruna la Spirito Santo: nostri ineffabil Spargi Alle veglia il fanciulletto. noma Neil' della paure donzelle bamboli riso: casta porpora in all'amore la pasqua convito, ogni e viso.... mestiche do- affetti delicatissimi sono Vergine: Te Per accenni famiglia, spoglia più Nelle che donna una arditi. Per giorno è madre suoi in stesso trasparire canta: Oggi Della alla e è Non E Gli segreti matrimoniali, Oggi fu nel spettacolo delle gioie vinto. egli egli citarono eser- nesimo cristia- successo di agli episodi della resurrezione del sembra carezza è il puro di lui su il Genio me a la dolce persuaso, ai fatti anche spettatore che dizionario nuovo del cui gran anche e usarono un influsso Martiri, Ma dagl'inni d' come certo della Parigi. altri Probabilmente un e molti che modo e Manzoniani "ue * 234 e di Manzoniani Due cui desta Balzar del pondo già Il Con vicine ciò tutto di e ad il Manzoni Cabanis, nel ritorno che decimonono cui a della e il e Genio del la reazione Ma il nel del Nome In Di Che al di che e la con del conosca selvagge, fior si nome de' tuoi Le quai oltre che benedette tredici M zoni Man- s'ei vi riesca mari coglie, miti tutti precipitare. Maria: lande chezza stan- del Bona- fecero udite « secolo usciti dice bile no- credenze; la ruina Ferrari più del Cristianesimo Trecento; sf barbaro non il il concordato che egli, cosi movimento quel l'impulso quindici poi signor Paolo ritornò E antiche le verso movimento insieme; giovine frequentava Italia di rivoluzione gelo van- decimot- pietismo, fu diedero al Helvetius prime generazioni ebbero movimento secolo credente. di in le che cristiano un guisa certa del nuovo accesso rappresentante due in sposatQ dei circoli di madama qualche parte è non un'aura Auteil, spira di sciogliere a umanitaria madama salvo ascoso, filosofia la e • doloroso.... grembo rattrappito: egliha tavo, il subito Spose, Voi 235 altari soglie? Manzoniani Due 236 Te, E quando il sole quando Saluta il bronzo che le turbe Invita O prole d'Israello, Caduta, Questo il signor di è Trecento Ferrari l3 'onorarie, gran In qualcosa che tano, la il quale sato peno come giudizio. 11 quale è al alle ancora del chi ma versi v'è selvagge è classica, e nulla: potrebbe latina per che che sima squisitis- una è sorge elegia certo il di qualificare stile delle quando regrinità pe- conosce il critico non chi die, del- signor Ferrar* assicurare presenta, afferma Manzoni, delVavemo, una Lo avrebbe cosa poesia Te in uscita? » puro. virgiliananello simile avemo, gente che so lande tutta di più può la strofe simmetria del in cotesti fioritura che vostra piace Trecento, stroft tanto potrà ammettere; del Trecento la contrita, onor Di agli arcaismi secolo, come il in della onorarie. ira lunga cotesto caro conoscenza o ad affermazione avuto pie nell'estremo o n©n e ; cotesta avrebbe nella sì' è costei, che Non « da o il parte, corso mezzo a il die cade quando e sorge giche; Geord'una trovarlesi del caso, Pon- anche Due altra qualche Manzoniani somiglianza 2.yj la con ode niana manzo- : tellus Quae extrema Rhenum Qui patriaeque urit Phoebeisque Te ultima tegit occasus Quae cuncti, regina Et celebrant vasti Te Omnia diva fluctus, nubila coeli farsi di Prudenzio, dai quei qualche derivò; ei cosa nulla, nulla, salvo forse undis, accumulant. potrebbero a timent. conditur Altri riscontri zoni coluntque tuum. dum uridam, rotis, Maria, antra laudibus meritis te te carceris die, te, sol nascente fosca metuuntque omen, etiam Meotidis plaga quos ortus, tuos, terra bibunt deum, metuunt Aeoliique Te, n exerit sol, tuos, degl'inni del Man- quali probabilmente del ma Trecento nulla, locuzione qualAe o cio scor- di Dante. Ricevi, Le mie Tu sai E cosi tu cantava Si Poi Con ch'io '1 no tu ti negare madre l'adorasti, sopra pochi credo di o il fien e Maravigliando il secolo e che pena, facesti grazia piena, nel pover quarto. decimo- cantava: partoristisenza cosa fratello, e : trionfante Maria prima prossimo son puoi il bello grembo tuo amare: di Maria Quando nel donna, lacrime a E La o presepio panni godendo, lo iU ponesti : involgesti, cred'io. Manzoniani Due 238 figliuol,quando Quando Dio Quando Quando Pian la E poi dicevi che più dormir che scolastico F inno del del e al di viso, suo riso : ti sarebbe rio. Dante, Petrarca,piena poco ti sentiva, materno con dormiva, non ponevi chiamavi.... lo paradiso, il andavi bocca tua Non peccato volendo piano £ il di signore, e Gesù quando talora poco un tu, destar E E e padre del bónda Felegia treme- e desiderio di ancora del moderna, tutta tutta è, che Manzoni, tutt' altro doveva, come che recente, aver peccare, elegia squisitamente cattolica,sonano dalFode di pentimento cosa lismo aspira all'idea- religiosoe rifugge dal superstiziosoreale, dal ed umano; in nella lirica Maria resta del dallo teologico e è del che contrapporre alle perto Del al il tergine dantesco Non pure e sentire alla importa me nella la con del Monti. facoltà e lauda non poco : altro non manzoniano rimbombanti di il Manzoni che che Nome Cannone signor Ferrari, se purismo almeno, parte inferiore secolo,a soggettivo interno, il rimanente, gran importi ultima il dramma di molto Petrarca. senta questa scolastico,dal da lui ostentato pare per sco- denzare ca- Piccolezze! nel religione,non modo pure di pire conce- nelle forme Due 240 tico, e leva d'un ciò con e rado di non alto in tratto colpo un sentimento un cuore Tutto del nove nuovo novantasei del del dove correre Sebbene, ad vero fu poi ma qualche sé scolorato della ed 'in certo volesse nei quali fior dell'età il Manzoni avea è teso, in- d'arte, coi inchinano. scuola e bello e saggi e 9 ai fu e oscuro e nell'accozzo Ma fu cori aggiunto ad ogni danno che dell'Adelchi, nel maturo perfezione. Ora, quando quelli perfetto, anche dalla intese; eleganza. finire della è si trova; improprio veramente la cima provenire lo la con lirico come era fosse primi non e che a e acquistava canto nei specialmente urtante, popolarità nuovo stesso quello luoghi lismo natura- Canova, quella lirica il poeta cerca ch'egli a il perché tempo in e sempre dell'ottanta- del e del modo; consegui di passione. assenza tredici, dopo Foscolo tutto volta tico democra- ammirato. non un pensiero. E storica,fredda le tempeste dopo pagano : il di cristianesimo questo che tempo a e contemplazione una umano, il d'ala elevata, e imparzialità, calma, ma di Manzoniani del Foscolo onoransi che e del pardi Leo- Manzoniani Due 241 IV domanda il signor Rovani Ma di Manzoni, « giovane « gno « disputato,ha saputo d'innovazione levano ? « mana del « espressione ebbe « il diritto « non più far invocato che e i tempi miracolosa da a sovru- e darci quello che tutto Manzoni. esigente con cosi te vo- iperbolica con lui lasciò fare ^ignor Rovani, perché meno e Giordani, doveva dire attendere il biso- quando intelletto,come a Leopardi,più t quello che la potenza suo fatto ha fiorente e era Eppure di : » gF Ah, lici, infe- voi, cosi prodigo coi fortunati f E tu, povero infermo delle innocente forte ben i morti lieta-la nella gioventù tua nella d? Italia regno dottrina tu non non una j$ francese avesti non — e una una Tu napolitana;e fra le carezze superba cosa, vedesti non tu Milano madre, coraggiame gì'in- capitaledel alta educatrice moglie bella,tenera, che crescere i sorrisi avesti né pur non vittima dormi Italia, ascoltare. Bella famiglia amorosa, Carducci, e il più bel fiore della tra : tomba tua voglia di sentano! non d' peggiori sventure laggiù ti venga non necessario deforme, tu, portato elegante gioventù: ed ca; ami- ammiratrice; felice,orgogliosadi te; la villa di non gusto coltivare e ti p.ur in città cercando dal ridevano altro. i conti il ora Ma dosso. quelle signor le i e fra loro dicevano scritture viene la come morali che a cuore scrivere bella scorda a può non è sere es- obbligato Voltaire. quanto Rovani seguitai« Leopardi, gio- il signor t vinetto ancora, « aveva ch'altro, bisogno « scrisse lirica sublime « quando « che avea in fatto non più il il cervello e Rochefoucauld che i Pensieri e rodono farti a Operette morali, direbbe, il La escono. Rovani straniero uno a Dante come quale Ma te: proclamata Saint-Simon, né Vauvenargues a vivere; come e ammiccandosi più tua i dolori di città e grandezza italiana,le Operette scorda, dal al lodava di sono E — a Manzoni prosa la Eh, quel gobbetto? ha dell'erudizione — per Trascinavi dove tua il plaudente. degnare d'accorgersidi della Giordani, o animatori, né i fastidi e con avesti né il non critico te. vanamente si volle nessuno tu il Goethe rispondevano,a. edificare ove ed lodatori la malattia povertà e dotti ispasso: per traduttore,né Fauriel Né Brusuglio, né il Foscolo Monti e Manzoniani Due 242 riusciva la continuazione scritto....che al di l'Italia, più lirica nuova; d'una e tutto quella ma virile, greca, in non cui e che, era il Pe- Due "t trarca « zoni t toccato a la- sostanza « che politiche ; gli si Petrarca restò o ne la Silvia già deve ? Si, a quel riscontransi tanto di minore, era quella che in somma, Peggio voi per più fra dite, in lui che continua i cui studiò a Leopardi ai V lirica sono cambio soffri: per col di o metri il e lungo in continuò patriarchi, tenne Infinito.Ri- petrarchesca: al presso trarca il Pe- probabilmente si affaceva da di cosa Jacopone VInno della T inno, l'ode scrive scherzo, che di Ricordante, parte la forma comunicare il scrisse in poetico : deve le che il Manzoni Leopardi che : non Continuare Fuor il volete qualche a istudiò scherzo, il Petrarca il Bruto certo, il e se soggetti e non Dun- continuare greco artistica il Manzoni fuor questo, che la differenza quello in modo negl'Innisacri. Petrarca, e mai riuscito Todi, i cui da è Un e è né pur non che perfettonell'arte. Jacopone troppa male. mano, elegia.» ? si, Greco a esser mirabilmente in ma fece non greco. recheremo ce accorgersiche si bene tondo in fondo, egli dunque can- d'aver gli parve trasmutata era in nelle prove pure scritto -Urica avea 243 sue quando e Leopardi, lirico: fatto Je 1'intento,dovette non il que già aveva Manzoniani gismo psicolo- suo il lirico che popolo. Ma, gia. fece ele- lirica lirica o elegia, Manzoniani Due 244 Il fatto V è tutt'uno. noi per il Leopardi che sta zione rappresentò quell'altrostato, quell'altracondi- generazioniche seguitaronosùbito delle rivoluzione, stato volle non e malattia dico, la del parte nella che del Asia I che uomini è di poesia più universale greci pensano il Canto ci pare Foscolo. della Leopardi più eterna ! moderni Dopo il di sentire da quello Pentecoste, diversi che sicuro noi me) un grande e versi, di- in questo diciamo moderno errante pastore si che metri in come un l'uomo nelci permettano diverso l' del- più bella più umana vera che ai loro sacrificavano tori, gì'italiani che modo un argomenti molti Giacomo lirico,e essere e il male e i manzoniani se (dico noi, perché son almeno più Adelchi sentò, rappre- grandissima una il dolore E, possa trattare noi che di e di rappresentare e di poeta possano sua natura. vi credere di rappresentare: secolo, cantò e e poteva non il Manzoni che condizione e alla non il Natale. numi sacrificano Leopardi, ecco o agnelli o uomini, la volta e del Manzoniani Due Il adirato signor Rovani, il Conte piacesse manzoniana del al Foscolo che Carmagnola dramma ed dirette accuse di 245 teorica la e non altre storico,esce, dopo parole con espresse camente criti- non provero rim- ragionevoli e ragionate,in questo di in damo guardò quel morte Vassimilatore carme l'aureo Mostrò versi dei quali il Foscolo allòr Di che Fosse pur anche nella di lecito e famosi lo sfronda, ne ed l'autor vero: preghieradi di del del Tarsia',e campo con si ricordasse di dei Elettra al Machiavelli, regnatori, genti che svela sangue. Sepolcri un ma le visioni si ricordò non derivò intiero verso descrivendo di Maratona Rezzonico; di nominare ai alle e di gli umili; intorno scettro versi grandi, credere può tre ai vendicò lagrime grondi Galeazzo un'ode taluno temprando Gli notturne piaghe tava medi- dice, che, lacerato manto ne' suoi Che, da lor si due in* non che a penso, dell'Alfieri ove quale Foscolo Sepolcri.» Allude, il passaggio t dell' Imbonati, nel carme i di straforo, ricordando per forse questo è quella superioreimperti- Sepolcri dialogo tra di di moralità avvicinare immensurabilmente d'unione ? Oh del varietà e si confondono in accenti del gli della e Assimilino sermone ed nella una scolo. Fo- i zoniani man- arte, onde con bile mira- e stupendo e l'elegia dell'inno,del- certo con- negazion filosofica rugiadosa razionai del di fresca naturalismo lirica agile potenza superstizionecattolica sereno quelledue della tragedia e dell'epopea ! satira, dalla fredda al 1'Italia ; abbia po' tutti un solo un lirica poesia versatilità di tocchi quella vasta tutta raticcio, impa- un cosi quella grande di tasti e è lecito, non P assimilatore assimilino mondo della distanti,con questa, come Assimilatore risalire sola Sepolcri,la ai tazione imi- a pariniane,ove Omero; ad di di fremiti cosi francamente mettere lecito,ripeto,di poesie,tanto specie Trionfo pindaricoche significato gran è del variazioni con presso dorme, che un capitolo e di nominare l'Imbonati, l'accenno canto a che e Petrarca, dico, una morto è soltanto bello linea per alfieriani disdegni non versi secondo del Morte i un del nel Foscolo, V assimilatore nenza ai Manzoniani Due 246 dei e passa alla fantastica purgatorio per immortai greci; comprensione ventù gio- che della braccia ab- storia 248 servazioni di tempo Sono suo. Aristotele il il Manzoni altri,e che, sorgenti alle pure secolo. gran farsi del v'è Non padre Cesari. Trecento italiana andò a trecento, che brutta e e dice o lui, non volle pròprio dire e mali, quale l'uom incredibile a di bel certo scuola, della come i trovava d'una manna cosi,trattisi di storia letteraria stile,fuora il loro francese della Trecento: cento Tre- questo parlare in panacea per degli ebrei nella che sapori meglio o essi voleva. di critica fanno compromettersi,il lettore capisce quel vuole a ormai discrezione in significatutto, certo dal Trecento signor Ferrari, non è il di che cento arbitrio,perché il Treitaliano linguaggiotecnico dunque originale,« t e o figura senza sua neri te- zione ridu- sentito come stesso con Di averne per sian come scrivono Balzaci del il metodo opporre: che guitando, se- ritemprarsi pensare sbagliatail più maniera que'bei tempi tutt' i Pare taluni si ricordano E esser vivi! originaleè proprio originale,quello del più volle di sentire il modo suo del laggiù, grandi uomini lui esser per del dir vero, a seguita dicendo, Ferrari signor che far i nostri drammi ai intomo avanti, molto capitalemorale, nella E Manzoniani Due vero nuovo più tosi in fuori. Fat- poeta, scrive l'imitatore di il Monti, Due « è coloritore ma cui a Di « in Dante il più imita non volta la t e « vince E fermiamoci da cui Già a oggettia che e sarà e Càrignano; del gnanimo e e 1870 deve alleato aver e in o le cato signifi- qualità degli dei interessi sant'Antonio che pensato getti sogfu tempo un abate; titolo di ispettareal principedi Roma il riso fra sé e condannato in Wilhelmshòhe. gli aggettivi cambiar a gP o per entrò mità magnani- questa natura avrebbe chi di Magnanimità mai sant' Ilarione fosse mai magnanimo lo ma politichee religiose e applicano nel 1821 nessuno lui la sobrietà applicano. Magnanimo poi sostenuto » destinati la fa pensieri.... cotali astratti secondo così Foscolo, poco. le correnti cui si li dei ella si astraggono, modificarsi Bruto, un io aborro secondo imita più Parini, col da imparato magnanimità Che pensieri!... ? ha ma canto) : (ilsignor Ferrar i, » soggetto a precisione; non qui il duce suo egli scappellata, una nella natura Parini autore (quel costui,sapete, cantava, largì del e il gran glialtri),e con cui a cuore di relazione questa il Manzoni divino, o 249 costui quanto morto Salve, Manzoniani a 20 sé riceverne Magnanimità di bre settem- del la ma- tizia no- pensieri! 250 lirica per In Due Manzoniani ciò rebbe soggettivamente significhe- vero che quei pensieri spiccano N. nella determinata, nulla senso le di risanata,e nelle il poeta te Devota Che cui a Cipro all'amica la talità immor- di sacro lari, sol sacerdotessa fu: perpetua ove primavera Regnò beata, col Ebbi erra, Di Faon dorso agli in Ivi l'isole e selvoso Rompono euri quel ignudo la mar Suonano su al e la grande Ionio culla: spirito, fanciulla; il notturno Blando appari, Citerà Odora se Foscolo strofe marmoreo tuoi me Regina E delle cingere veggo arcani a Che l'ode del zeffiro i flutti i liti un spira, lamentar di lira. tamente net- In questo suo. il simulacro Agli E carattere quali promettendole presiede Ove il imprime prorompe: quella, Mirto il poeta più magnanimo chiude quali si E quale superbamente e con rilevata, ben - — . . ben tastica fan- poetica contenenza un' idealità in campeggiano e là dalla e qua forza interiore per il corso. Manzoniani Due Aer Per E le corde eolie; i avrai» divina, Fra fatti l'alto sentimento si del la magnanima Carmagnola, Gente anch' al Torna vinto in Tutti Figli tutti qual solo in ora Maladetto Che s'innalza sul Che contrista uno non meno è la stretti che gioir .... solo, d'un del suolo vital, ad un patto: l'infrange, fiacco spirto magnanima, profezia : riscatto, quest' aura colui canta guai, il empio si coro oltraggio? i qual parte fratelli, siam del mai ed sembianza a d'un Trascorriamo Siam dell' pianto fatti fu è senso conquistatore toccano non il genere questo conclusione sangue per quali in ! Beata esso alcuna Solo In del ove delle immanenza nelle E afferma egli storia sere es- variabili contingenze della solidale. Stolto Ma le al bene sente certamente nepoti. dell'iolela superiori credenze umano fra quando i fenomeni e insubri pensieri oggettivamente può di il poeta, voti, miei, delle gì'inni Magnanimo dei derivo cetra te nativo l' itala su sacro, Grave del pien Ond'io, 251 di che piange, immortai se anche ! non Cassandra, quando stiana, crila Manzoniani Dui 252 dolorosa fra vergine ed oppresso, vinto innanzi alle del i fanciulli,attesta santità mondo del H nome dovere e del i di In penati E nelle tu, Ove gente sua e la e nel la i si Eschilo poeti sono varie di credenze se il della sorti dicono umane. que' poeti quelle e Bruto faccio, e le al lume Dante; minore, e nime magna- o Manzoni, dell'uomo della coro zione distin- religiose. intendesse al liane, ita- V ultimo vedete, come Ferrari i destini fra poesie moderne filosofiche o gettivi og- issimi magnanim Cosi magnanimità umane il sole pensierio soggettiviod signor questi riguarda il sangue sciagure guise, fra non- nome. finché e Pindaro Sepolcri,il dell1Adelchi: altero lacrimato le su abondano. più è dono de' numi patria versato, di si fatti poesie che per e infine Magnanimi stanza pianti, Ettore, avrai, santo Risplenderà delle della avranno che miserie di onore sia Per palma le donne sacrifizio immortale Troia tombe; queste Servar Che si partono : Ma i patria,innanzi della che polo po- schiavo, popolo menato reliquiefumanti all' aspetto dei vincitori suoi, del de' tombe le e fede dar la perché la serie cristiana, Manzoniani Due io potrei seguitarlosu non la critica dovrebbe possano che Dormi, Dormi, fanciul il tuo Non Correr in dinanzi Dormi, Ma o il df verrà Che in Che nella tuo popoli nobile saranno; quell'umil gran i sanno; polve riposo, ascoso il re, larGermania 3, quando cozzo la italico faceva che possa esser quest'altrastrofe: E tu, madre, Un tal Per "noi Che il che figlio morir prega, possiamo o vedesti immota su la regina in la Russia e le zionalità na- rivoluzione,quando regno Intendo e là Francia con il povero parte le crepe. : che affrontavano scossa te. non Conosceranno tanta piangere; non guerra, celeste sia Retaggio ai strofe, stridere a nato 181 molli per celeste; capo cavalli Chi o zione. inquisi- l'empia terra, su Come alla le tempeste; osin Use luogo tali ove campo, alcuni per fanciul, 0 o Sovra venivano il magnanime esser scritte nel cotesto ceiere intendo Io 253 sua croce, dei mesti, gloria veder; da a ogni nima magna- Manzoniani ®ue 2g4 i dolori onde dei buoni più Che il secolo atroce # Fa al Misti Ci scritta sian nel straniero. goder, il di si tacci quale sillanime pu- isfuggireal per liberamente iscrivere magnanime il dominio sotto mi non per e altrettanto d' esilio. figlio, tuo l'Italia e Foscolo, straniero non del eterno che prego Ugo cose d' pegno Alleanza Ma dominio patir santo l'esiglio, i8r5, quando l'Europa aggiaccavasi la Santa sotto triste riparava in terra risponde: « Nes- » VJ Se € suno « di il che non fu più coraggioso di Mazzini, prima « imperversando e e « la il l'inno voler « udito a canzone, « non « della il che . . gli permette quinta di il regno di la pronta dove Giusti, i cori è consegnata straniero. Murat « Rimini, disfatta di E di Manzoni, comincia oltre l'avesse * annunzia d'Italia. E di condurre strofa. Se prima : Torresani, dettò il dominio proclama . (Manzoni) Berchet, prima Ferrari: costituire « lui Kòrner contro Paolo di V infame Teodoro a protesta signor Rovani signor una X°lentino il principio finita,le can- Manzoniani Due 256 Chi del stornargli E dell' Chi foce la Quello scindere in ria Una Di Bellissimi ai lavorati ricamo nel secondarie tratte dalla erudizione e rapido e rilevare volta fu, del 181 5 ai Murat Liberi Come d' Italia a idea avea non se chi può non Ma volesse in versi ignorarlo, fosse,quando all'unità quanto già la liana, ita- prima canzone leggesi: ove sarem nella pure fermarsi sof- fiammelle dire,proclamata vero esatta l'intimo non lingueggiami a ed opportuna se non letteraria,anzi fatto cor. frange delle imagini quelle strofe,e né in di finitezza virgiliana nelle con il Manzoni. non e tanta artista di stile anche voleva, il mare; dell'inno, il quale contorni, rivelano, quale sangue novità con ed geografica,che, fuoco a i con tutta lingua, d'altare, di memorie, fati prischi dolor; di d'arme, dei e l'alpe tra serva risorta anni libera che versi, e versò; volghi spregiati* degli Risospingerla gente torrenti gente una ritroso a O correnti, dell'Adda ancora Potrà Una miste i mille ritogliergli Che £ le Oglio Mella rapido la sua siam uni. classica, l'unità entrata nella poesia Manzoniani Due da la un Il povero pezzo. in cantava la cantò il 257 Benedetti,suicida obliato, quei medesimi dal 1797 giorni.Fin Monti, quando al Bonaparte vincitore ammoniva, La ben E e comincia sii d'Italia l'Alessandro il Numa; e mostrandogli la patria che nel . lo pregava t'addita seno . . Il solco di dotarla legar in Ed impedir che un mostro emerga un di disciolte le £ sol sue genti che e nodo del più molte squarci le federalismo,non nettamente nel di nuovo, il e potevano, petto. Muor, 1802, Resiste divisa, la a tutti,e la instituzione per la unità forza: a morte quando rappresentavasine' entusiastici — scoppiavano a Carducci. sere es- i della patria: sola regni invola. teatri della Gracco, fremiti d' assenso il Caio parmi, precisamente determinate. Repubblica italiana,ammoniva 17 stretto, dell'unità,anzi dell'accentramento,e la paura E pio e e' asta, vandali della ancor leggi Membra L'idea augusto volesse .... E al fin consuma, impresa queste blica Repube parole: plausi Manzoniani Due 258 Io, per caio» Degli dèi beneficio Di bella questa Cittadinanza, Libera questa L'italiana 1 .° No citt. : Una della di prima e del nazion sommi mondo. incliti madre, nomerete libertà delitto? tutti, un figli voi or solo, popol famiglia. Italiani Tutti, fratelli e il quando Ancora: le raggomitolava reliquiedell'esercito Ceroni di bassa for\a, indivisa, coli' antico Italia getti vengan la Se Per d' gli Siate servi Si fatti accenni nostra d* in Campidoglio di' di Roma. servizio, lungo al orgoglio 1806, altri amari, Possenti poeta soma, forti te per nel un ma ufiziale, straniera I il Fantoni cisalpino augurava: Una, E console primo Bonaparte riparatoin Francia, un nella tutta feci la popolo. E pato romana serva voi itali siam sola grembo Italia» Italia e Voi, Romani, Di in chiamai Partecipe supremo nel men un e voi a solo voti letteratura dolci son i frutti, vizio, e ed non di tutti. auguriispesseggiano dopo F ottantanove, né Manzoniani Due son L'unità studi dei classici venendo e giù giù padri, uscenti nostri pieni delle gli spasimanti novelli più e platonicamente sospiratoa annosa: Italia mia della unità a cui la Convenzione l'Impero foggiarono voglie degP Io vogliapolitica. non esempi; ma repubblicana.E di mano statuto e posso di un unitario, e loro dopo il i parlamento intitolarsi Regno di d'Italia di sarebbe 181 4 del Napoleone a impero circa discusse il novello il e giovanilila rovesci strettamente Napoli nelle il Gioia e prose rinnovato la società segreta dell'Ausonia 1821 Francia, dilungarmi,né cospiratorioffriva corona la poi consistenza prese il Botta e predicaron nelle la con italiani allo spettacolo si rafforzò letterario ideal era Filli quanto forte emule una Laura questa da dono cre- dell'unità, 1796, dinanzi e quecento cin- non il che unità che Dopo quello Foscolo del crine. il Consolato utile, in arcadica trarca Pe- academici tenerini avevano dal biondo dal marchesini molti era branze rimem- monsignori ai e oh molti, glia. meravi- incominciando che, agli abbatini del settecento, farne da politicoche prima tutti e si romane; e v' è l'ordinamento era agli animi affacciavasi dagli innanzi. Né anche rari 259 l'Elba al- romano unitaria era il 1820. Nel se stato dovesse costi- Manzoniani Due 26o nazionale, il e le bandiere su Alessandria. ad il Manzoni altri molti lui con poi v'è la senti scriveva dopo Ma Italia pensare da un Quando ed meritano quesia poco primo, e nosciuta co- o dei quale, esule, il : lo il sguardo? leon, ruggito del quale le le venerando O consiglio dal il collo ciel hai Non t' arride, tu il gran non d'opre e stanco; e alteramente sole, che del l' infermo declinato si or di e '1 tremendo vello? tuo ventuno d'ingegno disdegnavano meno che italiana,o poderoso plebe. che nel e il senza che militari,letterati, tanto essere d'Italia. leverà tempo gli unitari la noverato an- come Scalvini sua sarà Artiglio senza e versi ragione; non terra Popolo, Possente, e Fossano a che lui la storia mia della Manda a berato inal- il 182 1, Braccio Purghi innanzi Giovita Fianco Erga, e fu conchiudere dell' unità un'altra primi, da pochi per italiani dagli insorti par i creatori Spaventa st'onore. Infatti che può d'Italia Regno degli Si non fra E del nome per la abitudini e gnori, si- d'animo plebe; quella plebe rivoluzioni unitarie, pochi: erano che non si allora fanno, e in Italia Manzoniani Due delle rivoluzioni né il bisogno. Chi alla magnanima gP né aveva inoculò mèta Efraimo dell'unità italiani odierni? determinato zione rivolu- che e furore ventarsi av- di una di romana carogna i vermi erano Mazzini. Giuseppe Certo, Giuseppe Mazzini, concetto col diceva Lessing della voglia fece balzare chi puledra quella né la l'idea la febbre d'Italia? plebe alla cui non 261 restando solitario dell'unità, ebbe altro per cooperatori efficacissimi;nell' ispirarel'odio straniero Berchet il e e il disprezzo Giusti; della ribellione e alla Niccolini. alla storia cotali Ma il Manzoni alla e l'antica dispettose del- libertà,il Guerrazzi; al papato e gli bei suo, critica,essere e dall' rendeva versi, non con sovrana tedeschi ricordando inegual offesa senza fra annoverato sereno, fluttuare v'è che rifuggente della dire, questi compostezza la e luzione. rivo- di possibile cotesta non nella politico,il può, non pio, calmo, il il fremito accomunare banditori, bersaglierie zappatori dalla turba deduce e superstizione L'ingegno Son nell' allo principi domestici, le rimembranze grandezza guerra ai nel sione, pas- parte. che egli rivolge battaglia di Lipsia: ai 262 Manzoniani Due Voi che Dio — rigetta Ogni gente Della spada la Se terra Preme Tanto Chi Chi sordo Si, quel dio che Pose il che Che non Va, — Spiega disse riattaccato e dire bocca degli di di che con altri genti, giammai arato ove Giaele hai; non ti do. padre Cristoforo l'Italia: suo bravo per mezzo un periodo di forma in biblico esempio di zione ripeti- una ripresadi parole, Si quel Dio si Per ecc.: Jaagtfuxasi spesso parola retorica, quando poeti! cia fac- che su'l dovere d'Austria un'argomentazione i manzoniani la le tutte Germano al al raziocinio una maschia colpo guidò; il l'Italia l' ugne, vermiglia alla ed raccogli strofe,con vi udì? seguiva Israele, pugno padre lamenti nostri che dio che d'interrogazione, col o ai di lasciar libera cristiano genti? nell'onda che di: quei in all'impera tor un'omelia cinque che giusti,pare siamo oppressori, signori dell'itale maglio è ; — sterile, eterno, quel in ragion parve che il rio Quel péra e vostri dei vi Saria Quel libera, detto v'ha straniera: d'estranei detto Chiuse Ma, corpi '1 lutto Saria quei giorni oppressi gemeste amara v' ha forza l' iniqua faccia la Se la sia ove i in gridaste stormo a alimentare la_ discorrono l'odio e Pen- Manzoniani Due 264 alberi parevano del ruinose sin le vecchie annoiate meno medio da e evo; tutto per torri era un fiori nelle piante, fiori fra l'erba, sujjisspdi fiori, fiori per del più largo Come E cielo voglia feroce scritto dal che non Ferrari, quando Il attestano che carta, tutto lo ritenne marzo i848: col Manzoni: che per il signor né pur nella allora principiodella Erra fu fida Emilio Cavallotti E ad altre memoria Correaq E ai nei campi Chiamavano di ed i itali lieti! non ai patiboli poeti alla fino a sieme in- per il proclama canzone gV Broglio stampare scrisse: pugne signor lo commise di Rimini. Felice mio sola una il mai pubblicato nel lasciò lo fu letto da pur conosciuto. e una L'inno mi non né e il l'autore ma avevo nero: 1821 afferma Cantù ventuno. vidi più tedeschi. nel era incarnatino. versi, non ammazzare adorava giallo, pèschi a primavera! tutto madre, mia che ragione; di Manzoni da insegnato padre, vidi meglio, o bel più amabile più sentiti cotesti dopo nulla; del rosso, del terra, per belli i fiori dei son pure, e ! ' Manzoniani Due Bandian roventi Vendetta delle Ma Non Mio caro tonò bravo e ventuno, da mandato ebbe Cantò di Napoleone; fu fatale la e nascita di argomento nell'esilio di magnificamente prese monizion disperataalla patria: All' opere solchi Ai Il Cól L' un forte novo farle intonare dell' bagnati di e servo col mesce signore popolo arse rimane 1' altro officine, sudor. vinto nemico 1' antico sul collo ; ; vi sta. pure gari volparve la storia questa superbe mine, vostre imbelli si non deserti evo, alle più e tolica, cat- al despota NélV Adelchi del medio Tornate patria. dato rimorsi da' suoi solo per per la % le prime evocare ciotto di- egli il poeta aveva Sant' Elena. coi coro della fede si ricordò pensieri e nel nel accento che nel sperate o che poeta parola una non proprio sola nobile dell'Italia non ma gloriee più voce voglia.Dopo il ventuno, Carmagnola, dopo cristiano,non la iniziative un sua quindici e c'era principi,egli, il avea del più la nel meno l'Italia quando da o tonò. sua né dolori,senza re voci allora almanco ma il ventuno, suoi croci: oh Cavallotti, troppo pur la più pagine maschie le tra 265 am- 266 Manzoniani Due i servi, dividon Dividono Si D' E dei più insieme posano* volgo disperso un Promessi parte alle cose secondo direzione la i uomini di Ciò Rovani nelle « di im- essere alle pace si che bene pigliar a in ritornando che c'insegna canzoni sono t additano rili,non può, esempi degli li insegnano come « nella (e suoi propri e « sun altro « altro e lamento « quasi t non « antiche « quale « eh' è avvenuto; « cause i il signor lirica, alla lamenti del Leopardi quanto forti altrettanto le fonti della alla t sventura, si sventura stenon provveda. lirica di Manzoni, in forza di mezzi Non v' è si stancare chi grandezze; racconta le è riscontro è protesta con non pure su è v'è che ben v' è non di sé stesso disposto a pietà; semplice v'è nes- in lo sterile richiamo non Ma tutti in fatta declamazione, rigirieternamente l'apparato e onde non la che v'è di cui poeta, modo. a e Dio. ostante, non di badare consiglie . che risica quel po' chiara più questa? meglio facendo sue ha. non morale l'uomo torna cruenti nome la è ella non sommosse e campi che Sposi deducibile piccato; sui gli armenti; che la delle storia,la linguaggio l'indagine sciagure proruppero ciò delle inesorabili: è che non t Non « le « ghe come vennero t resto è lasciato f rompe e » sfoggiata. si il passato, rimpiange espressionidi sé da E di al merito quanto Manzoni: Cesare. ma il se che guerricciole dei capitanidi romani i sotto che osserverei me di vesta se non che, uscendo dalla scrive « Manzoni, « l'unico « l'Apollo Musagete Io ho non mi che i quali sogliono suaderci pere per ventura dei vinti franchi, io Italia in mirabili am- lor persuasiva: hanno.nella s'intende mono assu- molto essere per non ma acqua ! tempesta Ma critici la fiducia per i coloro ed del le conseguenze la condizione longobardi porre, op- volesse funeste e che la rivoluzione dimostrare decimoquinto che lirica storica bisognava nel secolo meno v'è rifar l'Italia delle il pro- di Antonio Rovani incorare per pia- lezione Non della signor le ma quanto il paragone qui mai nostro; la ascolta, e verace, sono corpo più feconda tanto il cadavere scuopre nel aperte chi vi non impotente; un'ira a preciso e verbale processo un « 267 Manzoniani Due il politica, v'è signor Rovani, poeta lirico dell'Europa.Lo sul tavolino riesce della tutte trovarvi questo è il disse Germania; le opere di ben del responso più. primo Goethe, basta. » Goethe; e e di Apollo, mi non e volta: ricorda si che e che quel di ho avventura lodi un molte mi vien il signor rispetto che che odo Cinque Thàler, al di responso m'ha l'aria Rovani un m'ha abbia passerotto. i valli per il di caso l'aria del sa? Goethe si Goethe. sparato un tutto verei osser- poteva non bellione ri- sere es- i percossi valli in durchwimmelte traduceva scambiando è Chi germanico, italiana di basta, tanto Wolfango Musagete lirica Maggio non E coliti? ac- della rispondere: se le su parlar l'istinto giudice inappellabileegli che del sponso re- io, con com'egli riferisce, ho forse un fedeli,degli grida, di Rovani: oracolizzato avesse mi subito voglia o trasformazioni io, quando uno cialmente spe- egli per complimento? diverse quando e e sarebbe risvegliare sento giorni lui, cordiali di lirica sacerdoti, dei dei ultimi Manzoni, responso ogni modo, responsi, Vegga Quel per bocche A mi alla date responso passato del altra mai letto questi a scrisse discretissime. ma avervelo riletto il Goethe le il Manzoniani Due 268 le valli. Ma fare di Mi pezzo il pedante. Quel ma responso, spiace da bilmente proba- che ottanta il non signor contro / Manzoniani Dui 269 . VII Ma, tornando io politica, alla a colpa o il non aver efficacemente rivoluzione quei che di ho somma, sarebbe e come voluto poeta il voleasi fare avvertire a lieta di poter rato coopealla altri, una e quasiprincipale pazione quasi usur- una e scuola certa resto, io penso compiere.Del chiaramente liana, ita- soltanto rilevare di lui venerato nome non nell'attribuzione di vero o fermamente di manzoniani, che il giudiziocirca un'opera certi d'arte deve non sentimenti dei e fatto abbia in voluto senso un o principii che o un più a la nostra fare nazione. sua dell'opera L' artista non né o essere l'autore in meno, altro, nelle grandi questioniche agitaronoe agitanoil e politici deve di ciò che inteso in in dei giudizio filosoficio informata,non dalla disamina o al sottomesso essere averla possono preoccupato più direttamente men credo, forse più che o voluto che nel difetto a egli cooperato, e che lode postuma recare del Manzoni italiana. Ho era di passaggio e primofattoredell'unità eglistato esser non volli non diminuzione a volta l'ultima per un secolo stro no- è obbligato apologo ne' una Manzoniani Due 270 tesi dimostrativa il critico estetica;e né E voler ciò per meraviglia le novissime drammi idee zoni sta tutta t volta « filosofia della questo nell' il che Manzoni. « tragedia, sempre « scopo, conservandole all' ardua datoci « Secondo V « rebbero anzi « ci fossero t che t né caratteristico; il poeta e parsi d'intrattenere il « nico,quando che e queste di secoli, non cose, tutti i potrà non la poetico suo critica storica.... da Manzoni od importante non sa- a non qual- avvenimento dovrebbe mai occu- pubblico dal palco ha stesso e produzione alla sce- si tratti di rettificare credenze non studiata prima inalzato questioni intorno smuovere il pubblico l'ha nella a ce Man- quei soggettidove trattarsi da personaggio Lette chi esempio il della altezza La e all'indagine nell'aver sta storia....; nei « fatto servire per la dell'arte vani Ro- signor gl'intendimenti aver ramo gerla esi- molta grande novità,egliscrive,della tragediadi e i che Alessandro ebbe né deve non leggere senza non posso di politicao tale. provarla non di o letterario fuori intorno mette suoi filosofia di o nel chi accettatasenza T ama qual gustata fatto popoli,di rimaner arte e nel tutti sovra esame. » di veto amore, ella fu sempre concetto di tutti gliingegnigrandi, pensiero, e non Manzoniani Due 272 del conte di nel i432, che Carmagnola franca di nulla Del fatti le non nel dei meno che resto, posti nel nei drammatico il E drammi seguita: « Però tragediacosi concepitaed eseguitanon « esempi « suoi a fedele delle tradizioni « suo t Egmont « che il « vita della « che « è di « sentazione « non « già stupendi drammi di Goet% di non pubblico Il della che : davanti di Goethe « versa « ed « deve da sentire il storici lui. La dunque su e quelloche tragedia di avere un' Schiller Manzoni opinionedi- intorno alle sentirsi cause rappresentato; bisogno di approfondirele deve no- alla rappre- Goethe dell'avvenimento questioniproposte; nel Conte suo era davanti quella dell'autore agli effetti Goethe quelladi Manzoni commoversi alla nei espositore resultati non invece di nel pari di tragedia di a e quei pubblico una troviamo un paese. al accorgersiinvece deve suo che mentre sostanza. sapeva del sapeva tragedia forma, è che non di Shakspeare teatro. Berlichingen espose aveva « « altro nessun il ropa. originaled'Eu- e nuovo Rovani cosi egli sia che « in avvenuta del Manzoni dubbio più signor longobardi quista con- 774. intendimenti, niun poeta della i modi e cause regno Venezia decapitato a commosso nuove dalla Manzoniani Due rivelazione di 273 di cui in t repentina non era « aspettazione ; però la tragediamanzoniana è « ramente t quale « sofia della « vare « dell'umanità e t considerata la « punto Lo doveva le e non lo farebbe al quella ai o dramma; drammatico demico dogma non della portare — Carducci. Che leresca caval- circa glinotò nuti erano, prove- in certamente alla libertà e somma come chiaramente delle irragionevolezza ma aristotelico, di dal due crato consa- dispotismo aca- Luigi decimoquarto nel dramma e storicamente tranquillo 18 con nobbe presto rico- tornò Manzoni di Aristotele Francia e era dall' imporsi il poeta nell'Adelchi la decimoquinto : e e in fondo erudita sarebbero, ed dimostrare nome questo signor Rovani. il Goethe poetica.Il unità, come da storico,ben vero si propose cose: pochi hanno Manzoni, che sfoggiò una servitù nuova nel il gl'impedimentiche all'idealità tre il pedante, quale giusto quello che e ben Manzoni né pure e Carmagnola i danni sui fatti più organici » un fedeltà filo- di rinno- proposto era tragedia di bene; teoriche nel se si della scuola delle nazioni. Ma di vista. sue dalla rigorososindacato poeta, un scaturire storia,che credo ve- più logica espressionedel pensiero la il cose vero un e più largo svolgimento della Manzoniani "ue 274 i contrasti favola, senza e più famigliareche poetico. La de meglio, idealizza la è passionie tedesco, vi si ma al Cousin e fino : — personaggi sorridea sorriso a loro i nostri ben lui, il dialogo. senza piccolo, all'Adelchi ritrova, chi Goethe, circa Il Manzoni reali che dolcemente dell' autore noi in parti, come lui,idealizza particolarefra lui. Il di — due dialogo,egli, nel e mento ragiona- può non varsi tro- i drammi lo del e conosca imparziale, lo spiritodi lui,il soggettivismo voglia essere ai di Schiller: dallo amori; senza riscontro un surVunité altre Wallenstein un po- tragèdie, rivolta più favola storia;come Carmagnola ed la rito colo- non mirabile all'Italia, che mio, procede parer come lettera allo Chauvet svolgimento della nello del l'esempio, quanto con di stile critico. Nelle e Il tanto non fece derlo ren- tragedie sfumature cosa de lieu dans et alla Francia a prima la bellissima temps dialogo il fosse nelle non le togliergli anteriori,senza con sione; pas- snodarlo, variarlo,mescolarlo, drammatico, tevasi rinnovare conseguentemente e della le tempeste coi del caratteri sentimenti se ne ella Y ceva Adelchi, dialla storia sta somministra, (notate quel ma Goet%) ch'ei ma — dà umani, e ma quel gì'innalza loro; ed anche ei presta liberali, Manzoniani Due ed volete; se interessarci la po'troppo trovato horrida poeta aveva far ci il che V Adelchi. è trentadue ritrovasi presentire in coglierPuomo partitoancora mogli futuro tra e la Il un ai guerra del storica: longobardi bene avrebbe che sarebbe stato quell'età,in quell'animo voglia volgare di vero : e nel mutar papa il traditore a sé nulla riesce è còlto molto, ogni e pre sem- e di ferocia. pubblica, acconciando esser della re poteva ruina ad uomo Carlomagno fatale d'astuzia carattere suo cuore. alla realità grossolana fede mescolata al fine è la a di gran il bello anzi di e P audace lui l'uomo l'Europa: nel belli,come cosi il poeta ma trovava stesso gliaccettiamo anni, avea fatti,Adelchi In sono quando portò la un e messi personeggiati inferiore troppo fine,che di filosofo importa? per forse Carmagnola, longobardorum gente. poi somigliano saprebbe il Manzoni noi possiamo longobardi o Il Goethe, in — in Desiderio rinnovato a che inni sacri due ma è che vero o femminile e che gli ha fatti, pure lombardi sono virile azione; Né ci idealizzato cristiano, sono ei che storico Ermengarda in coloro per di salvatico. troppo elemento non Carlomagno, poi troppo ed noi pei non di corte ragione; che non se e poco, un ha 275 bizione l'amSvarto che, nella cosa, reso dal finis- 27 6 Due più profonda a efficace, in o ciò tutto dare anzi, è inventato franca le modifica e move dei diverse dopo la sconfitta de' due vinti; non di esso V ultimo fatto un che coro, i franchi ed né sono esser avesse messe voluto le due l'accordarsi, '1 terreno su nel di Adelchi, e dei dramma zoniano, man- fosse la filosofia della storia: stata si sa chi longobrdi,e un coro del cantate né pure è che in azione un licenza. o nel stanza so- da dramma, certo i romani laici un'appendice, il poeta; Quelle verseggiate dramma, dramma la se rappresenti,non quale parla appendice e fare essere, fuori cantato non liricamente la condizione dovuto licenza, nella si,ma germanici le avrebbero da ecclesiastici; una e dinastica di Desiderio è i Le contrasto, a laico,sotto fatti rivivere come storico. non il mescolarsi elementi son niano: manzo- diverso; senso romanismo signorie; e rebbe vor- ecclesiastico,che in del latini, dramma e dalla Rovani longobarda, e il romanismo Chiesa, scaturisca signor del sostanza come barbarie, la il ed rozzo Shakspeare. e v' è che storia,che tutto, e nulla più tratto Michelangelo linea qualche con non qualche con uso filosofia della due che peccato sanamente, Ma Manzoniani se sima, bellis- cose che dovevano il Manzoni intimamente sto- Manzoniani Due rico, filosofia una Manzoni Se della pensò non 277 cotesto, a in storia fece e in questo, che studiò intorno da simile quel all'Adelchi che il discorso alcuni sopra della tragedia forma, sostanza La in invece sostanza, fondo la in acquista versi in che arte dal tutta in prosa o bardica longo- scambiò era arte è tamente cer- l'opera; La — quella del in novità dunque che di Manzoni è di un non senso. è la sostanza cotesto ha non valore dell'artista. lavoro volete quante per novità se e non delle del Mettete storiche, non disegnarle, rilevarle,atteggiarlein quel sapete se che sé,ma filosofiche,estetiche, politiche,sociali; se punto un materia, cioè, l'argomento, altro non sentenza non che : sentenza — signor Rovani, V di Goethe mentre storia P illustrazione per proferirequella a in Francia, il bel della punti studi rato ispi- fatto di che an- dito eru- comporre, aveva storia l'appendicee venne a il signorRovani in Italia. Ora e venne Thierry della argomento di dagli gli argomenti propostisi,cosi messi bene. conscienza con il Schiller che, com'egli ritrasse dallo non Ma scena. in quella mossa sapete sentenze della creta che è quella e non altra ; se finirle; poi foggiarle,ripulirle, e de' teoremi non cavate non levate fantasmi; figure;pigliatepure le e novità, i vostre restituitela polemica, è né arte né Il dell' aratro del ai discorso e Francia po' addormita intorno da di Germania di che che quello del dal luzione storico genere, 1820 quanto poi; e nocumento le fiorivano la fece sime tragedie,mas- più a il me scene belle par Sua del vero lettura, logo migliordiarivo* operò egli una Egli rimase che un letterature nella sia finora No. mania Ger- degnissime di cose affermava vitù ser- F Italia rispetto:certe in e quel idealizzato; e che nuove saranno italiano. Ma nel dramma? modo sue col e Aristotele; classici che le delle Manzoni drammatico in delle di e sono il Panzacchi di sessant'anni,e e stanziali, so- cese, fran- dalla circa Adelchi, furono moderno dramma nome E va critici i lauri di Francia. quest'ultima dei sovra considerazione teatro ciò e bene, parte, riscosse vivo non coli' esempio questione po'agitarsinel l'aere molta e del vi presero sostanza romanticismo imposta*nel tale creta, Manzoni. del la rivendicazione dibattendo la Rovani anche vostra s'intende francesi,predicò academica F ; che all'operadel non quale, prima ed un signor la e dell'insegnamento, poesia.Questo, alle teoriche e teoremi vostri alla lavorazione della e, Manzoniani Due 278 al dramma di falso ha cotesto il preconcetto del 280 Due l'altra la del natura 1'officio passionee conscio Il vero. Svarto il della oggetto allo grande tendono statuario: della contrasto sua Adelchi, Ermengarda, figure bellissime,che e pose s'im- e lui di far il dramma monumentale ma eglivolle qualità e Carmagnola, sono po'al che morale, a della ingegno, l'assenza suo come poesia,impedirono e Manzoniani un mole: ammiria- vita, delle passioni, dell'uomo,la tragedia psicologica, storica,eroica, reale, cerchiamola però gan nelle che del opere di bei sempre intera. altrove, tutta Manzoni non ne è Non riman- pezzi. Vili Il signor Rovani il Manzoni questo, che elemento, la filosofia Ferrari « Coro « de7 « sicale « per da lui per gedia Schiller dramma un la critica della per nuovo storia: co- [Manzoni] commento manzoniana il ragioni» altre più esempio, greci,pei quali e riore supe- il signor e superiorità originalità la afferma Afferma, o allo e nel egliintrodusse medesima testa Goethe al dimostrar dunque volle il signor introdotto coro era (non « Il al modo interinerò morale), il Coro parte Ferrari: è nella mu- tra- integraledell'azione; I Manzoniani Due fa progredirela favola,crea « narra, « svolge caratteri che a' miei le anche per metterle parolepossono muove una formarne i de' periodi, pe*rconto ognuno asterischi,fin fatte benissimo esser e penna, caso o cosi la colonna tasia la fansieme in- messe vadano quali poi loro,partiti per che non ripensassi non porta il come gendo Leg- vogliadi verrebbe me propri occhi; se insieme di chi situazioni, sviluppaavvenimenti.» e a queste parole, credere 281 serie di tante giornale sia del piena. Su '1 finire del secondo noi vediamo e preparati descrivendo i due alti pensierie di serie di quelleguerre dialoghie i commissari della di opportunitào sensi come ha fatto scrive il di concezione gli effettimorali fraterne. Il terzo scene no fra il litici pouna su '1 vantaggio su sconfitto, in che sciolti i parte progredirela favola, ha signorFerrari,una è atto l'arbitrio di rimandare e e ed Carmagnola e il nemico Come, dunque, prigionieri. coro stiani, cricivili, patrii, veneziana repubblica o d'inseguire T su viscontèo, descrizione frammettendo tutti personali, espressionemoderna, e battaglia. Seguitail coro alla battaglia, tutti ma Carmagnola veneto eserciti, ordinati alla la del atto quel creato, situazione? 282 Manzoniani Due L'atto dei dell'Adelchi terzo due longobardi re riparare in ed enarrando intelletto e il si apre presso a di ha E delira il personale ciò è il coro nelle esser che alla e a Eumenidi cosi tragedia.Io nelle Trachinie tragedia dedotta monastero mento avveni- poco dell'azione. non è Supplici di o e Coefore pur dà dal coro, tanto mia. Io Eschilo uri il mento, com- nome di Eschilo di Sofocle la denominazione ancora afferma proprio principale nelle è anzi mai, intermezzo un è l'attor veggo l'azione integrale del- di quel che nelle e ha non se musicale, lirico,è parte una tere carat- svolto? ha è non non se che mente è drammatica- non il contrario tutto anzi L'atto coro.qual ? Parte stesso signor Ferrari,la colpa veggo del manzoniano, se con Ermengarda Quel manzoniano coro morale commento il esso infermerò, sempre di giardino carattere, un il moderno. avvenimento coro vendo descri- essa può sviluppare, quale svolgere Se nel liberano de- spedizione franca tutto in Brescia. carattere stesso la figura sviluppato,quale qual esso la che fuga, significatopoliticodi con Salvatore san in Se'guitail coro, storicp morte ed icastica senso quarto vinti Pavia. mirabile con finisce col riscontrarsi della questo è Manzoniani Due personale. Io Edipi nei che e della tebani, nel Solo di personale. E la affermazione da del del coro Manzoni, l'ha da Federigo di nei effetto e di fratelli fatalità che violenti in coro, composto i due tragico,di neggiata, suo e di nasce un e fedele di vuol sia quello di Messina discende quel fratricidio, a le dinastie e di Tebe vassalli cantata ai e signori popolo, cui spinta e suo una che ammonitore e e cerdotali sa- fosca memore e il tano seguiofficio vero conscienza feudali la con gelosa, ivi armigeri di come guerriere feroce dell' isola dei è fatale amore paterna, in quel fratelli,risorge nel azione negare a Sposa violenza Argo famigliafeudale tavia tut- quale,se della dominava di Il nella odio un punizione quasi incesto, greco Schiller. Ivi si, in quella fantastica concezione che del rimaner s'imagina cercare chi vec- con coro costretto son com'ei il ma signor Ferrari. un vero ciò per di tiranno svolgimento attore, essere consiglieri io veggo Euripide con il coro, attici,entra nello solennità veramente trovar di vecchi ^ i due e senza vecchi Edipo tìAY Coloneo si caratteristica dramma. di composto nazione, Eschilo di sostenersi poter non Persiani grandi finir i Persiani veggo ài Sofocle 28 perso» l'esser del- complice. con alta poesia ma si conveniva qual medio italiano. Ma il primo longobardi, né dunque, se il non dolore intorno innocente le del ho dell'Adelchi coro ? coro di morte chi, fran- latini: pure Il secondo la canta né e meno; più notato del- Ermen- volendo, figurarcelocomposto razza signora che colpe gentil,dall' o all'Eterno dee muori e Nel suol Tua spoglia ricoprir che \ candido un d' offerta, Pensier ansia ardori i terrestri Leva muore de' suoi: Sgombra, Mente strettesi in oppressa alla Altre quinto? decimo- secolo già che in Carmagnola del poeta? che garda, potremmo, vergini della può concepire come coro chi,ripeto quel novata rin- fatto,nel fuor del condottieri Adelchi, quello di chi quale la per si presenta ne storica,ma reale, il compone no: chi eroica evo battaglia di sopra, favola una fantasia E V ad con storico, vero, determinata, stòricamente non Grecia l'antichità della una Manzoniani Due 284 la : tenera infelici dormono Che il dùol Spose Indarno Madri, Trafitti dal orbate* consunse; brando, e vergini fidanzate; che i nati videro impallidir; pietoso espiando dalla Te 285 Manzoniani Due progenie rea Degli oppressor discesa. Cui fu prodezzail numero, ' fu Cui Te ragion 1'offesa, E dritto il sangue, Il non e gloria pietà; aver collocò la provida Sventura in fra gli oppressi : Muori compianta e placida; Scendi Alle a dormir essi : con incolpateceneri insulterà. Nessuno questibellissimi versi (iquali,di Ma altra ben sono gio, passag- che le strofe Ei cosa fu e Bella,immortai,benefica), questibellissimi versi si fa come uscenti immaginarseli di povere anime intendo Non a monache giàdella si vede affaccia in forma del secolo ottavo? all'opera sua, mezzo con La tutta morte in di Ermengarda E che commenta ne cosa e di Dio: poinulla. finisce la in pace. sento riche sto- aggiunge coro: Parlatemi e drammaticamente onde quella solennità, Moriamo *»? e all'azione? Nulla,nulla precedentecol - concetto. osservazioni morali del secolo decimonono? coro del ma poetica, né eglianche qui il poeta, il qualesi le rappresentanze questo dalle povere eh' Ei giunge. scena è 286 Manzoniani Due Aggiungere qualche delitto. Il un licenza una altro coro la con il signor Ferrari nude Se discorrere mi dei cori Schiller ciò che Ora « combinabili « a « « « possa varne è parso m' però lo composti sti me il che ne col e i Cori ottenere spiritoinserendo sull'idea di personaggi « che « renderli li e priva d'una d' uno che e tanto Manzoni ricordo ora, intorno Su stesso. e tore confuta- afferma egli '1 finire scriveva: dei Greci sono non tragico moderno, il loro fine e e gran si rinno- degli squarci l'essere lirici que- applicati a non parte dell' effetto producevano quelli, può però,a suscettivi il calor autorevole que'Cori. Se indipendentidall'azione con ufficio un quellidel più doveva che accorgo sistema in parte Ciò in e ha. Carmagnola se nome trasportato, di sonaggi per- attribuire non signor Ferrari al ? non è il Manzoni prefazione « ha primo ai cori manzoniani della bene confessare pur greci e era, inutile affatto. Il di che debbo che non dei manzoniano coro carattere un della chiacchiera dello eglifatto al rivolge agli si atteggiati,in e licenza, una all'azione dimostrare, e affermazioni parte una è che non mezzo lui mossi propria.Ha persona esteticamente, era, quale il poeta e parla,di spettatori da qui cosa slancio mio credere, più lirico,più 288 Manzoniani Due IX Di Ferrari mento « è, come il parla cosi: ali da Schiller,un e luogo un « stesso « fecondo lismi mirabilmente Goldoni solo tifizio estetico è non pure nel egli un è, scena alzato solo per passare luogo? Ferrari e scene Di il Manzoni si non vi*fu tale che servirmi della estetico scena. Ha mai del me esempi trovano A da uno l' onore ha che lo sipario ad altro il signor tito, avver- Macbeth altro che qui al Manzoni solamente nel ce ar- E » a ogni modo, prima fece ben un vista. mutassero tutto per Teli? Guglielmo per Schiller recar paralledi Man- del quale quel parallelismo, vorrebbe che di e riciso affermare lo giu- drammatico, Prima a non il Manzoni intraveduto aveva troppo altro come interesse. mutar muta- semplice un artificio Shakespeare e le a di antitesi estetico pienidi zoni, il : chiarisce,nuovo lo signor sipario alzato, a le esigenze dell' azione sta « ne anco di passare mezzo e Shakespeare per « « Manzoni, di scena, c a al fa merito innovazione un'altra e nel zoni del Man- intravedere^ tifizio parola del signor Ferrari,l'ar- parallelismo nelle mutazioni letto il signor Ferrari il di Goet{ di Due Berlichingen le Wolfango azioni due dramma, di Manzoniani delle il contrasto di già fidanzato Adelaide che l'amico dell'una movimento a del di spinto è per a del quel dramma veleno nel tratto che poi nero, un poco — delle e di scene veramente a personaggi, Maria di e si che parallelismo era l'amor non coi miti go- cavallo; suo il e a un dileguantesiecco forma una determina; nell'una avanza e giovanile Weislingen: forma, corda una dato scudiere poco a il guarda Francesco, il una pugnale, Carducci. ha mezzo dello castello;e, quando 19 strarsi inca- proviene tutto prima il per tradi questo effetto. Adelaide ella di luogo con lingen, Weis- Goetz, marito, dilungarsi a cui a da risponde finestra alla disegnarsinell'aria e sorella di nella molto tór per del amore esagerazione fantastica,che del a quel periale potestà im- Weislingen, anzi appoggiati Francesco V e di azioni Che senza scudiere alla il cambiare e ideale certa altro Goetz come che Berlichingen e Adelaide? s' intreccia nell'altra del dramma redazione lo notato azione raffrontarsi tato egli no- tradisce, com'egli vista,cambiamento un di lo poi ha quali Maria a lei? ha per Goethe? dai nobili usurpata 289 mano avanza ella spaventata vaga un naco mo- e verso l'altra, nel- il lascia la fine- stra rifugiarsiin per tien dietro scena della segreto drammatico cotesta del tribunal Veheme che Si poteva egli Santa camera, apparizione.A la ragunanza subito Adelaide. di morte della canto un la fosca in faccia eccole e Manzoniani Due 290 statuisce più con ardito il rimorso parallelismo rappresentare presenziente del gastigo intanto che la turasi ma- ? Ma si direbbe in lichingen e Goethe. il ricordi non o che il generale al Pellico, « Goethe, Schiller, in « molto « e « tragedie.» di più : dei faceva del idealizzato dramma in di gran Manzoni; e, fra il il Conte di se Ma hannosi Carmagnola e Egmont. E di azione, Goet\y concepitoe di il steso nella poeta, ne] periodo del Drang di delle e seconda capolavoro si tratta di le tragediedel a fare,si Goet\, allora contrasto, filosofo, della qui sono : fatto drammi altro qualche confronti Wolfango troppo vero storico,che storiche Ber- aveano dei tedesco. di asserzioni queste era esser nosca co- all'Alfieri Germania libri anziché e di accennato esce può non Goet\ teatro Goethe ma Il che parte del Faust e bastanza a dopo Egli, in fatti, al Foscolo Ferrari signor ciano fac- fra V Adelchi quella vita che ranza esubeè nel prima gioventù del und Sturm; allora Manzoniani Due di quella perfezionesuprema d'unità di Conte il del poeta il dopo e forse ad drammi. il Goethe che asserire eglise'guita: Schiller Intanto che nel genio di anziché sci va « passioni e « shakespeariana. Certo, che, procedendo dello stile a dissimulare bone con un freddo come creato il terreno il genere procedendo di sempre signor Ferrari Manzoni, può perfezione del «chi. Io non di maniera, da per esito a tragedie perfette,e dirlo: sono: queste toccò per zoni, Man- Manzoni; come Manzoni credente un altri che tutto cose di Dio coli' aiuto vedere non scrivere genere francese teatro volontà, può buona al punto del esistito;certo, dico, che mai cctesta molta con arrivare « fosse non damente tipo troppo rigi- un sopra di tacciandolo ma classico, tacendo se all'Alfieri di concedendo noioso, e aver come del Goethe po' di genio,sbarazzandosi preparato « in questa cioè allo Schiller dello'sgob- dando aver e l'imitazione » maniera, delle maneggio « a riu- non « forza pensare libri fece del cosi franco correrà signor Ferrari, ed egli non al matura po' da un pone cima alla viaggio in Italia, storico,daranno dramma gioventù finito nella Egmont, ideale,che d' e forme, di personaggie reale varietà,di nella 291 il La nelV Adel- me^ci Edipo : « e re, sono tre Amleto, Manzoniani Due 292 « Adelchi. Strilli chi vuole « derando che questo « Goethe, Mazzini Il cose : ad quel fece del affermare i tedeschi lodò liriche del Manzoni, letterària il Giusti romanzo: riverenti e Edipo V ha letterine pur il si delle sue rincagnato, fatto del errore linguaggio comico di sinonimia più che battaglioni di signor linea La mai. Noi non non è macinato clami proleremo stril- poi un il peso sotto o di altro si rimembranza una padri italiana. Noi il dei duro, arcigno, motto dei l' del- nessuno farci strillare di sa di graziose quella trinità balzello,è probabilmente già, tanto ora che specialmente e Ferrari opinioni: quel gio: mag- generale l'opera Ferrari. signor da splendido tiranno Qinque promulgata o le altre al Manzoni ma : egli,il signor già: oh, lodò dell'Adelchi e proclamata il in scrisse dell'Amleto vezzasse av- sione recen- una Manzoni, del si Il Goethe suo. lirica,e commendò critica e che bene tradusse e coteste dell'Adelchi,del quale e la parte molto il Mazzini tre scrivere chiamano Carmagnola con » conto per consi- entusiasmo sarebbe ecco, ma, che ultimo il mio Giusti. e consolerò signor Ferrari,ripeto, può altre e divido mi : nobili non Ferrari in servizio o è un strilleremo non delle ha sue per prò- Manzoniani Due letterarie: mulgazioni del l'elogiofpnebre dei e be' la rideremo: non di quella avere faila le non ci può essere a facil troppo giudizio sicure nella storia troppo ci è attestato alla Intorno perché nulla e ben da lodi moltissime fanno, di poco io che se quell'opera nostri questo il su la padri; luogo od a e che fare il tempo. né zioni cogni- articolo. suo o avrei fratto di lanese, scriitor mi- da da tacermi, innovare e se meno Desidererei ne osservare l'influenza* generazione e nostra del fecero ne nuovo voluto amerei aggiungere gl'intendimenti morali circa dei ho per difetta che dello opera avuto stato quel che del tutta ha dramma; da Sposi, è difetto dal del maggiore / Promessi alle che anche come esporre, un pur ragioni rilevare trinità può ai né pur faremo non signor Ferrari, il quale sue destia, mo- urbanità, trattava ci basterà di poli disce- dei semplicitàe tanta con la critica. Ma promulgazione resto ridere tosto in bocca assume socratica tanta giorni cotesto, chi di figli con suoi più potremmo dogmatico, inquisitorio,gendarmesco tono che 293 su di quella sarebbe che En- Panzacchi rico che nella circa il svolgesse più largamente quel lettura sua i alfa vita sviato furbi rifugiasi in che verità nel insigniribaldi volgari e poveri Borromeo lo scetticismo Pare e famoso, romanzò sono il cardinal spirito,eccetto Cristoforo. quel e acutezza con personaggi codardi ipocriti o notò di pessimismo tutti quale col Manzoniani ?"*** 294 col di padre vecchia della chiesa: il e o cietà so- erasi Byron selvaggia,fra piratie briganti: Leopardi, erasi, per disperato,capovolto nel nulla. su proposi di dire io mi Ma '1 Manzoni quanto alle intorno al eccomi òpere signor Rovani. invidiosissimo il ingegno, tentò signor Rovani, che seguace sero stati che alla lunga non so; è so un che i « la T italiano tanto non le sentenze Manzoni. Chi E per Filluétre fosse il quale, secondo alla tate gitciò ma afferma turba camente cie- Sposi » nonfos- Promessi opere da di aggiungersi Scott,io Walter giudicabile.Ma a la conversazione i miei mio di quel giudizio leggera ingiustizia giornaliitaliani tanno Se del romando delle serie pareri o insinuare nuovo facilmente — i su il parer Promessi alle lodi dello ultimi questi fra credo, tutti,- lo Scott i contato giornirac- e il Manzoni. Sposi, rispondeva scozzese, hanno qualche 296 che quel tutto e Manzoniani Due ingiuriequel con creduto bene allo tutto che Sposi imitato abbia il motivo preso che le all'opera sua, zoni il Man- poi Scott, lo : va belli di qualunque più Scott, ma han da o lui baie: sono via! oh cui i nostri dai lecci e dai terra o da padri borie lor la E sé da ragion grottesca Non si lo Alberto. di Carlo d'essere Scott del Manzoni, del pagine beate Fauni, storico sentenze vagheggiarono più in due regno tenere man- de' tempo mai, credo, F ignoranza di Coteste in letteratura. almeno romanzo il e e critico e la fa signor la vanità di sé milanese; del sua vani. Rostrale no- stesse seco spropositi,di quello del tra al- chico monar- dal oramai del nelle comparsa raggiera una fatto fra il da fisico meta- e superiore,vorrebbero applicato alla questione paragone il mistico Gioberti; è F autoctonismo ora fuora provenuti gente, cacciate della critica e è gente; di Vincenzo fa sbucati essere sugheri anziché di povera dei fatti volevano altra primato l'Italia degli aborigeni,per autoctonismo il vecchio E in al Manzoni sieno studiato o gli altri: per nulla Scott, e dello romanzo farebbe che i Promessi beffe loro, rigettandocon fa per abbian dove il . disordine del ragionamento non è agguagliato se Due dal non ha storia comincia npn forme fecondità del romanziere un'essenza di che, ammessa quel che la storia di al la ecco molti e per lui critico avrebbe e a disaminare anteriori scozzese i lineamenti No: questo. mette paura « E f fra « possibileun « nione qui sta Manzoni che dovuto nei la e Scott; confronto l' uno sia a loro imitatore che che differenza e dello sieno le idee di che conchiusione tale capitale fra care ricer- serietà una con a sto, que- romanzi le forme invece differenza tutto dell' italiano romanzo lo I Promessi uscissero molti signor Rovani procede che li fece e procedere le adombrature il cioè romanzi cioè che se al am- un ammesso Sposi; parrebbe, dico, che, posto un gli per riuscita;parrebbe di molti ma 1827, prima stare cronologia danno, la : della cagione Lasciando fecondità, e il diletto fecondità, che e suoi il diletto si rinnovi genio, esecuzione cotesta fece innanzi del che cjie a' fine che che della ejsbi- letteraria. ma scozzese. rovaniana minicolo Scott altro propose smilze dall' affermare: romanzi, molteplici:ed teorica altri è molti dilettare, bisogna per sotto la cognizioni di fatto ei romanzi ora, delle e signor Rovani Scott lo 297 furioso cieco cozzo lench",£cL orbe Il Manzoniani : intercede rende im- ridicola Popidell' altro. » E Manzoniani Due 298 più senza in entra ha storia scritto e Scott, dice, v hanno un « secolo decimoquinto « indietro, in alcune « tenti « costituiscono « ma t già popolare, condotto riscontro un un « che « suo studio « del grande poeta t bili nelle « buon in produzioni metonimia, del medio rinnovare. del che e Ariosto! quattsocento medio evo! Il ! ma Scott signor Rovani questi a scusa poemi le ha non momento dal che indele- vallereschi ca- leggende gli esemplari sono che sa inglese.»* i dunque, del che la vera Rovani: bisogno di Io ricorrere quattrocento. poemi cavallereschi leggende non fatto per signor italiani del ma e tracce arbitraria,che aveva a' poemi che l'Ariosto un io,non non fatto aveva cosi quattrocento, imaginata Scott, affermo Ma essi celebre e rimasero molto Ammettiamo rinnovazione" all'Ariosto antico dello scozzese, lo po- letteratura; giovinezza sua evo, più perfezione.Ognuno a Ariosto storico, cui romanzo già chiamato fu italiani del storiche di del evo, forma; genere italiano ragionamento. L' un del medio di quali salire vogliamo predilettodell'Ariosto;però le diritto una cavallereschi nuovo Scott Walter poemi scabre genere i romanzi leggende e Walter t molti e,- se d'imaginazione sibbene Ecco nei letteraria,e conosce storiche né meno del Manzoniani Due la nomenclatura del in gesta non gnor egli il si- sa i cicli dei romanzi le canzoni e celtico,celtico-romano, il paese tutto le derivarne a storico. Ma che resca cavalle- dell'epopea si accampa e romanzo Rovani di le serie romanzesca, e origini o 299 celtico-romano-sassone,celtico-romano-normanno, dal secolo celtko-romano-franco, incominciano ~3ècimo fin tura la si continuano e il a* tutto nella da aveva leggere cento d'avventura prima italiane del che decimoquarto? di poemi Ma non ai e sa romanzi e . zioni imita- rifacimenti egli,l'autoctono, questi poemi italiani del quattrocento, che prototipi italiani come nella composizione, redazioni, da Scott di romando e per e nella ria mate- serie di una inglesi,francesi? scrisse a punto Ma un non varie pochissima alla sua all'Italia? sa Saggio cavalleria, nel quale fece, larghissima parte Francia, che an- rico sto- romanzo prototipigaelici,armoricani, normanni, Walter al essi stessi derivano scozzese, e e dell'Ariosto,i quali egli vorrebbe P Orlando stabilire lo francese alle tarde arrivare quattrocento classici dell' Ariosto? ? che inglese e cento e è cotesta romanzesca letteratura vecchia fiori- magnifica una propria patriadell? epopea Scott che con un- egli sul veva, do- come patria toni, bre- e alla «L'Italia, dice Due Manzoniani tanto tempo 300 « lo « letteratura « non « manzi « istituzioni cavalleresche,ma « sembra, « mai (t Evvi « che ha per titolo Guerino all'Italia, « ma Scott, per che pare : stranieri farsi vecchio un a è Gualtiero la Scott o narrante indigeno che col o no. » storico fare col guisa, e certa canto amore dalla popolare degli e origini nazionali nazionale storici novella questo, della riflessa per e pur essa o quello dei di gesta nel e secolo borghesia che esempio, v'è, che tra la dal delle quello, la il poema. può Tavola cologica psi- decimot- della feudalità ; che e narrazione uccide condaria, se- dal rinnovato costumi alla e questo il poema agli esempi, comune, ; congiunto riformata tavo: militare canzon studi manzo ro- cantato drammatico: studiato,descrittivo, proveniente di romanzesco: poema quello,di composizione ; proprio duale collettiva;quello, indivi- primitivoin questo, le e il Meschino^ nulla ha di formazione : le forme di cavalleria romanzo o ro- di letteratura. genere Il questione. non ai spiritodi cavalleria,né sia se risorse, rimasero, a quanto questo cavalleresco questo gì'italiani allo a classica pigliatogusto romanzo dubitarsi altra Ma mai accolsero della primamente questa abbia bene seppero è dove e sede esservi rotonda nendo Ve- di e Manzoniani Due V Ivanohe, di Scoria, tra Lucia di il Ma il Lancillotto tra che il contemporanei « suo modello. mente « mando t casa t gio e che, anche « Italia,forse t CaloandrOy un difetto ma a TUTTE LE Walter « quantunque « figliodel t sco; « l'italiana libro di da dove sono dell'eccesso,e in DEL SEMBIANZE più nostro che lo l'Italia,magna 1' Orlando, secolo in pubblicato il del colpe non si cui ravvisano STORICO DI legittimamente, eccellenza, era cavallere- poema letto nel- versato e indarno. non frugum, il Calloandro decimosettimo » aveva, fedele; questo altro storico,figliopiù le-, romanzo dell' Orlando le parens anco lungo viag- Orlando, Scott, abbastanza aveva letteratura, prototipo del V erasi più celebre in si presso; minore tanto con vera- già ROMANZO perchè del cerca avevamo parte ci libro italiani produrre trasfòr? avevamo dopo, dunque egli far si che quello secolo un di vena mettendo fin dal gittimo la e scrittori oltralpein conveniva non e è Non « altrui,gli Scott, t bel i Puritani Roncisvalle seguita: in genere cerca € aveva e originali,quando stato nostra, che di sia andato Gli fosse € che Lago più grande degli a oltre la Rotta Rovani signor vero Cosi del Lammermoor? « in 301 che non il romanzo scot- che tiano, -e ciò per furioso, meno, il e fedele Ahi ragionaménto. Ma, un nato ravanello b venuto su e ahi, ne' anche /, ma Giovanni dell'Astrea terea di e noi non in Francia. Me noioso scipitoe sarebbe che un pure il dimostrare noi . D' ogni ci abbassammo nostra ed nazione che anche di l' Italia, nel oltre colo se- alpe tanto cuore: quel è dro, Calloan- zionale gloria na- come ardite fervide altra Ci- obbligo bel titolo di itale . . menti anda- autore romanzi, di sconclusionato e vendolo, scri- gli i modelli spiace ne Ahi, della triste doveva, cercare rapa francesi; si di decimosettimo, una d'eroi. autore materia frugum, è D'Urfè Gomberville in sventura, presso del dal che, un genovese, da troppo possiamo esimerci parens magna Marini altri tali romanzatori riconoscere E qualunque italiota, la prosa del Di e po'più. questa polve Ambrosio gl'intreccie un il Calloandro da ormeggiava della storico,chi sventura, tubero un del gli assomiglia scottiano romanzo il Calloandro e sventura ed le sembianze tutte assomigliare all' Orlando da ha lo sapesse, non bel offre scottiano, perché il romanzo romanzo o Manzoniani Due 302 cosa insegnatori altrui, esinanimmo di menti, tanto, nello scadimento "sol per poter dare « né altri,e dove presso cumenli di « lettere,di a della una un il cui per « avere numerosi « petuo lamento i Promessi « nere « ma « riodo che letterario da col ma io m' abbia dello quel e proposto di sieno questi e soltanto il caso, accettando dei esaminare tra ogni rimauomo, un pe- eccetera: nostrana, estero qual e quanta dall'italiano, messo colorare il o Sposi; Promessi freddamente a scozzese poeta maturare la Bella a ora zoni del Man- romanzo mi certe se fanciulla era miglianze so- diPertht accidentali;di disaminare, procedimento dall' studiare, non libri del svolgere, a P opera concetto V Abate tutto Scott, e quale lo studio avuto o il che confessione, nei sua un riposata,sino mente a ritenere da promovere a e può derivi parte come a eccetera, di proposto era tempo si punto di per- basta. vero Ecco, eccetera, » di mente eziandio produzione potuto libro è destinato della ragione di cui fanno volgari.Un solo non produzione unica lingua ha non cosa fratelli; i lettori la spiega di Manzoni Sposi unica si ciò con te do- nostre atteggiarsidella romanzo « delle fioritura nuovo E consegnatii sono nuova nazione. « a Manzoniani Due 304 con le forme le avvivò di vita cui le il Manzoni empiè nostra di teria ma- innovan- Due dole • che dell'Ariosto alcun de' che nazionali chi contro ci nega 'nelle campane, me savoiardi deum diletto almo : di giovini diare stu- a signor rimangono non intonando ciare e margaribaldini, e la na\\one, generi per i del trombe, tutta dei era utile si desse conclone nelle intonare del unico sarebbe il e meglio, o, quanto all'Italia accusa e cattedrali il Te suo che il diritto Signore io,dico,mi questo, la e ria mate- differente mancano, dar partiti:o gli inni chi bene veggo due non Ma, dopQ cotesto. Rovani, tutto : la nostri,e specialmentetra in Italia seri, che Boiardo indagar^qual il secolo desiderio umile con esporre ciò tutto di studiare proposto d' nostrane; ingegnò degliscrittori differente che in avesse parte forme del dall'estero accettarono dettero le 305 al contrario ampliandole, e e Manzoniani tutte contro nostri: le dar o mille nostre stro laudamus, ringraziandoNoch'ei conservare fa questo a il primato universale paese sine imperxum consigliereil'ultimo fine dedit migenio priIo per partito. XI Ma, mi ora sento so— che anche Carducci. sento di brontolare non aver altro dalla coscienza da una dire, di quelle domande sé stessi: A che utili né L'Italia lingua ragione, della e legge certi Vero: scienza (la co- ma debbo per il solito torto), aver furiosi accessi fare estetico altri libri che una E, bello vedere la velata a ululare all'ara mano altre tombe verso troppo con più quel e grande piagnona bruno vestita facendo da fare e non e di capo grande tempo un le torno inl'una del- fiche alle mano le Gl'inglesi mare. a la saltare dell' altra oltre badano scrollatina o chiamava alle altre are, e a e mente curiosa- festa superbamente, a tomba Dante oltremonte una o recente, si crede di entusiasmo spettacolo,è come sull'ultima che Italia è patriotismo e consumazione gran nazionale. baccante, o di parte forestieri ; ricorrenze, questa certe terarie let- banditrice e grandissima per sua tradizioni raccattatile gusta non e della profondamente glorie e vere sue casi, in debito più discorsi né non che straniere;l'Italia, da al io e sollecita cosi presa han sempre in tempo coltura, cosi sua delle e corna contentar acerbi? incuriosa cosi dimentica non dono, rispon- inopportuni. non delle tanto troppo e da guisa di rado questo? importava eglispendere tutto nuovi ha ma in spendere fare e gli scrittori cui a rispondono o in Manzoniani Due 9,o6 certe miserie,o ripetono: E Manzoniani Due la nazione del ci badano; dosso a vivi, di vecchi quelle ingiurie e fanno primato tiche, policano scari- padroni, ci morti moderni, e di insolenze quelle E le mani. pruder terario let- noi, ripicco,grandi partitea pugillatoretorico di pe'giornali: salvo di ad vecchio un dimani à divorare di ultimo un farem mattina cacio; nella lingua Ma siamo Germania Ferrari morte del al si più è un siasi letto Francia il signor anche considerato e Rovani noi come pranzo. pane dette son non le giamo. leg- po' che quel dal per la meno signor il in gnor il si- che scrissero il rezza legge- siam sappiasi,come all'estero,che fra a ci ingiurie,che giusti.Imaginiamoci e cui ora noi Manzoni, sa della di conversazione le e primo volume nipoti d'Arminio dei in e il perche'co'tedeschi poi,tanto e tutto Dumas immoralità, francese materia de'francesi Parlo del dramma su alla rappresentazion sera abominata e romanzo poi la accorrere della solita deplorata e gliumori, le bizze nazionali,con tutti, antichi a del gli orgogli naturalmente che volte,secondo disprezzidi i con i francesi e serio; e allora,apriti,cielo. le stizze con e su'l cosa rinfocolando Allora I tedeschi carnevale. e, il più delle pigliano la 307 rari Fer- primo dei nostri commediografi viventi, e moltissima riputazione ha di critico. Che di scrittori il dramma rinnovare che il mondo, si possa o belle più mettere brave più bel mai fare, che fronte tanti inscienza tanta straniere della e da noi bano consolarsi quella fastidiosa il Goethe degni il del dell' improprietà, critico,con di Shelley, Heine, e prodotto aver 1' udire due proclamare che Edipo del fatto da déìY Amleto e prodotto tutto ciò linguaggio meno, di di storia letteraria,con stessa letteratura nazionale? tedeschi nominati l'Ulhand il Lamartine Scott, e né sotto e del delle diamo Credeb- vedere con sacrificati al Manzoni sufficienza lo e francesi e ringraziarci e con lo antiche e P quelle su letterature che tre poter delle vero damenta, fon- delle sola proclamare per dalle e una la re aver fu solo siasi mai fatto mondo, che romanzo che ha errori lo Schiller essere e bel più romanzo l'udir persone tanta dee Italia il fatto effetto,ripeto,deve che lo ha romanziere originalmente tragedie a di lirico d'Europa, l'unico è vani Ro- tedeschi e in credito tal il Manzoni • francesi signor il che effetto,domando, i cólti lettori su a Manzoniani Due 308 il e a lui Ruckert, l'Hugo? men il tenuti Byron il Platen e e Manzoniani Due Del io non pormi di resto di ho, s'intende mezzo No. internazionale. La giudice mettendomi, di di molti in Italia parte le altri che e non prova impone le osanna da critica che le di lettere figure o parte con una come del marchesa una prima donna seicento, ricorda, musicale, di quanto non che che come il papa; perche, so è quella l'ultimo letteratura ha gorgheg*, è solletico^ una ballerina i bei il delle nazionale mutria la questa e o che critica e con le lacune salta civile; questa altra ; questa discorso del pathos slanci cameriera, leggera da avanzo gli grida passo del gli sdruci che i fatti disprezza ogni ad critica tempi meno ch*ebbe in critica questa : ma che Da egregie crucifige dall' sentimento, religiosoo già e rammenda cognizioni che sentenze, una di di studi quali critica? essere afferma, ma con sonali per- ai di nome possono e cittadini: con- di sensazioni il che luto vo- no, o rimembranze concedono persone, generi di congegni avrei a' miei finita,si far vogliamo pacere schiatamente po' arri- un domandare questi disorganiciaccozzamenti e e questi discorsi,io l'autorità avere bene, la pretensione come Ma far a 309 d'una coma e che matica dogmi dell'Italia invidiabile ragion d'és* sere quarant'otto Introduzione la con del prima poco critica questa buona e almeno, tanto le "873. il vogliamo del Primato noi s'incoronò averla Gioberti ; ancora per bella? avendo Non e e proteste, autorità da ridere, per io ho movere perché protestato. domande, tali so a che gano val- ALBIO CAVALIERE IL PER E AMORI PE'SUOI LETTERA A 71el J Mori 1 giornale e giornale è tuo ? Non fa, signor De ai lettori del del 7 corrente, numero raffigura e rende come ne'suoi non di buon cavaliere può essere, e tu io, che Zerbi poe- morto. Tibullo, presentò nel domenicale che meglio brutalità,la della vita qual capisci,contento ho un un Io il poeta versi la gusto, di Albio Fanfulla sensuale, l'orgia continua Un difendere chiamava del scrittore uno permesso sì e II romano. ultimamente contro ispaventarti : si tratta 898 anni cavaliere MARTINI Ferdinando, tuo a PRIMA FERDINANDO Caro TIBULLO era mità enor- romana. Tibullo, di tale qualche obbligo con sentazione; pre- luì, TìbuHiana 3 »4 chiedo De devono parole in moltissimi Ad lo scritto della veggo detta per poeta Né dire classico versi. italiana perché forse Ma io che uno ha il i poeti della i lirici tanta tutto giaci eledizione eru- fare il ed stretto guardare non cosi gli e può non torace bastava io dir vero, a egli discuto non (chiamiamole tra e Zerbi è appunto il bisogno di capisco a pallido,mentre dei Sebbene, scuola signor De accuse qualirelazioni passino romani. Tibullo a scuola, che quelle Tibullo. nuova le Fanfulla. lettera del nuova sono cosi) a pur intorno tendo, po- che opinione lasciato della ove e né gl'intendimenti né il metodo contenenza poeta gnor al si- scuse menomare, a cattiva lettori del discuto non un la aver dei fo le mie e provarmi distruggere sue né la di Zerbi, a 10 il permesso, te a piedi ai questo: è io difendo Tibullo. E comincio 11 signor della sùbito. Zerbi, per De fibra che romana di Tibullo, queste tempeste del mare tradotte parole: pei* da « cercare lità infaticabidaW si ritraeva insoddisfattae travagliata dà, fra virgolette,come la provare désiderii da una Si sfidino oro, Alla pesci, vini, vasi preziosi* orgia nuovi, elegia dunque marmi, guerra, le lonne, co- nei Tibulliana 315 più aspri combattimenti, precipitiamoci valorosi, affinché le fanciulle nostre Vittorioso,darò ricchezze. alla bottino le tenui di donne da vesti la Coo; delle Indie; colori, ond'ella roba che ha stre no- mio molte schiavi le e portino suoi i che barbaro » ; e dal tiria — ha i la e tutta se "? si da' ferri della ricchezze dalle oro pili smaglianti Nemesi bella nino ador- abbronzati risaputa cosa la del in fra la porpora è — La doni. ricamate e servano segnati ancora e pe'miei tessute manca, le braccia fra del parte estingueràco' che tutti scelga sidonia, giacché questa le per desidèri,poiché potrà passeggiare per ammirata Roma, sole Nemesi vaga i miei baci amino ci getterà gati infan- piedi schiavitù,ma aggiunge. Cosi « tava can- Tibullo.» Mi : « cioè cantava, Ahi, ahi, i ricchi. città la dunque la la e Nemesi mia lusso preda, passeggi la ne' miei doni. Porti le vesti di Coo, conducendo le donne la tela schiavi e ciono piac- nel tesserono mezzo rapina tra- persona sua sfoggiando che per la io e alle ragazze che veggo Venga scriveva, poiché Venere^tira al denaro; strascichi proprio cantava non i y ** Tibullo cosi.\ duco Tibullo dispiace, ma neri le fila dell' oro cui l' India : e la tili sot- gnino accompa- abbrustolò sotto i 31 6 Tibulliana vicini troppo gareggino lo cavalli presentarlei più a scarlatto,Tiro che seguita nella versione precedenti: tutti da i v'è E del basta: ciò qui signor Zerbi, De può legarsiai nei testi di mezzo, critici migliori Tiro e colori,Africa scelti la porpora.» non interpretato, comunque e sole; ed Africa del sieri pen- migliori riconosciuta,una lacuna. Cosi « Zerbi, suo e ed il suo — del né del poeta, a sarcastico della quel cui puellas, che il che ma alle ragazze heu, divitibus signor signor Zerbi in un delmente Venere, solo : ma l'amor « « volle e in intendimento, Questi la secoli rapinai della e lettori gaudere durre, tra- che Ahi, ahi, veggo » Più troppa confondere ai volle non precedono, con momento un video Zerbi tradussi: i distici che e De non al sentimento lo dice piacciono i ricchi. fondere quel tempo, passione. Già lo dicorìo De di strappatida erano io più sopra tradotti i versi rispondevano non HeUj verso: Se al sentimento : certo cerco » ripigliail signorDe — rispondeva al sentimento canto tempo. suo rispondessero so Tibullo cantava e di pure preda! L'amor chiaramente facilità una che ferro il distici che sola e chezza fran- sentenza io renderò fé* non amano quanti mali della ha cato re- preda cinse Tibulliana di armi le stragi,onde rivali 317 gli eserciti;onde più rapida la di preda impose il sangue, sé mal alle navi i rostri guerreschi....(II,ni). ci vuole e Tibullo, preda mento e la come tutti per rapina erano da i e lare singo- cotesti versi romani, l'amor istinto un preda mollo inferire la soddisfazione per della metodo un interpretazioneper per della aggiunse secure dunque riprova l'amore conquiste; che di per mare, » Il poeta d' della amor addoppiare il pericolosul quando le L' morte. onde de'lor istru- un e sogni grossolanibi- sensuali. Con quel altra in alia o per coli' omicidio le offerte è lontane, in giacere non di derubare, Venere signoria ella dunque male d'una le mie prima alla gite, Fug- all'amor mi gono. val- pianto dinanzi coir da che mia alla aggressione farle,o templi; ingorda mani t i versi i doni ai sacri sospese nientemeno giovate nulla in denza impu- di Venere, non lei, dovrò procurarmi consigliera di die se Tibullo rara ladro, il ladro Muse, fuggite,se sprangata io vo' che provare sagrestiadebelli arredi Ah, porta il fare andatene mio: può elegia (II,iv),professa con di voler che si metodo pire ra- Venere ma gli altri. Ella fanciulla,ella e e rapace: sacrileghe.» Il mi senta signor Tibulliana 3i8 Zerbi De secondo Tibullo ciò i il poeta, troppo: che, di pochi soddisfare per invece dei chiesa P Annunziata o alP la poesia e che sacrilegio, proprio tali se precettie gli i banchiere un della e dare an- di Loreto madonna Firenze. versi der pren- correrebbe Ma più sotto, si protesta, terà capricci dell' etaira, met- ai che quel asta il dietro Tibullo, aggredire spogliarela a e che scuola, nuova debbono, essere, di esempi dovrebbe parola, deducendone in poetidella vogliono e metodo suo respira l'assassinio romana per il della gli avanzi casa poderi paterni: » Quìn Ile Povero imperium Tibullo! quando capanna tuo gioconda farmi dei tesori sia dato diletta consorte e il la » « — vita Lares. un'amante la Una te, o Neera, mi senza, non gli modesta meno formula— Con Altri re. avitas, titulumque, trovò povertà : d'un vendere aveva cuore. e the saprei desideri: sicura a con me la (HI,in). oltre,caro furto, la romani, sub che godermi Passiam' dei il e lui si jubeat sub indiscreta,fu sarà sedes edam, secondo Ferdinando. sbornia. il È signor incarnato,s' intende,.nel Dopo naturale. De cavaliere la rapacità L'ideale Zerbi, sempre Albio Tibullo, Tibul liana 320 in campestri Ferdinando, caro che Sed se il casa a poèta è L / U arrfii assaltare ad va poverovillano dalla che fèsta. Qui descrìvere gli effètti della benèficiné cosi pVmeno le delle case ci farebbe il signor De sèmpre succèsse.Quante sono tale in certe case giornali, che sera meno di descrivesse Tibullo nel succèssero in etaire e delle Zèrbi?Cèrte suo realista domenica che vòlte non Milano, biamo ab- per chiassosa in ecc. roman- un dare per un' idea una gran largamente quei tumulti, ai quali caio ha solo e *L . cèrti tumulti j5b',Ferdinando, un pfìio Jsière d'una f il meesèmpio,pàtriadi Alessandro e Mati|óni del romanticismo, la sera della domenica tròpoli cita £ dìstico, questa dalle // gioventù disoccupata città la InÀgina jL rh il pò'brillo effèttiun città, lètto nei / fare a puri. Nella còse delle bella calerti).— tutte intero tèmpo calcnt, scissosqtiee afillo 5 un passato libertine. Che J. bella pia che ha in il poètaseguita, perfractas conqueriturque fores. torna pace leggiamo Verter is tutte non ne è il latino: Femina Qui Ma — allora ( Vèneris di Vènere battàglie S\,signore. Ma làscio giudicare a te, ai lettori. e accennando vòlta,in lo bagordo, un delicatamente • J 1 Tibulliana rìdere i galletti arròsto, se da far su a di far cagnara dire che cristiano l'ideale cèrti luoghi in tutti Dopo io romàntici è dei le scappassi di domenica. sere di rapina,di fbocnia, questi ideali, romani bagordo, regalatiai e a / / de' loro un pia originalie nativi poeti,è naturale che il Quale romano signor De ^èrbisi dimandi : avrebbe sognato il plàcido sorriso di casta spòia n e presedesse alla sòbria che % ) in campagna elegia(I,v) ; al frumento le nei tini ricolmi dei piediàgili schiava nato in e il mosto bestiame, casa si un'altra in badare il sole ardènte mi guarderà bianco Ella avvezzerà a pigiato s' avvezzerà il bambino e tivatore col- della scherzare grembodella padrona che l'amerà. impareràad offrire al dio della villa un cianciando Ella pV d'uva nel per per la prosperosa e ar sotto vendemmiatoci. il contare a uve » Dèlia,a mèsse. Ella della al battere risuona meco sarà l'aia mentre Abiterò « egli scrive — ci e — Nessuno. piace al signor se ìèrbi; anzi, pròprioTibullo. De da' mensa? qualcheduno, Qualcheduno, T sarei buffo è vero? Sarfei buffo, non accennato. di 321 — grasso Carducci. le viti venute bène, delle spighe raccòlta, servato un pel conagnelletto bestiame. Tutti diradanoda lèi' L / Tibulliana 322 ella abbia nulla lui per |_ ? ^ . frutti di tutto: tutta la casa. Dèlia spiccheràdagli io Verrà attenzione, gli le vivande ella che dire della Così » E dissolutela. romano un l' poèta del- il dònna! sua dire che E vedere se // nel- poneva verna,scherzare figliuolodi schiavi,un gli apparecchierà, gliser- beatitùdine domèstica della V ideale e più bèlli i tant' uomo, enorme bastia d' questa èsser non Messala, alberi un stessa. òrgia colossale, della di caro il mio più squisiti, e/ onorando ujeràogni vira o in avrò cura un le su nocchia gi- Rohan un . o cristiani Montmorency, un cattolici fino de'capelli, di santi in casa, quattordicio Jeannot a o da vicino Pugne crociata Ma sarà Tibullo. Del le loro piedi,pièni ferrate dei mèglio tornare, Cristo,un nato un pb'troppo e i loro gentildònne frustato quale, dopo punta fede,avessero veduto, della rèduci dalla cavalli futura Jacquerie. Ferdinando, caro ciò ciati schiac- e sangue a della poveripìccoli i alla de' Jacqueline accostarsi cavalierini,avrebbero sotto alla punta secoli dopo quìndici una riguardar spade fino che n'ho riferito, assicurare potrò,parmi, senz'ariedottrinali, ch'ei non a i lettori è quello presentato loro dal signor - A /?' De ^èrbi.Bèllo ricco d'ingegno, della di persona e coltura, di nbbile d'animo; sostanze, e con / Tibulliana di saperne l' arte amato godere lo descrive Tibullo madre fra Tivoli dei molti tòlse a Prenèste,in e che malinconia, con Tibullo natura, siamo, l'amiamo » 0 la che amore scrittori siamo della bleu dei P (che la e vita modèrni italiani ci divertiamo a la comprendiamo: buono In agricoltura. in campagna. campagna stro d'inchioil : ma agricoltura,noi ohibò, il còsa sano epopèa del la immortale divina più la parte inzavardare natura un orij^onte; lontano dire con sapendopiù che l'augustafàccia della campi, sentimento vuol nazione), non idìlliodel bestiame, cosi quafei^piadella : guastare, pur solènne noi pbco atti a valutare. La campagna pòcoo punto al piafingiamo d'amarla viziata la 1 prima. quiètae noi filando il romanticismo, àlbero,con ima nùvola,col se Pedo, del 71 campagna per e, di anno un intuizione amava di un campèstre, nato meditativa una la podere avanzatogli un egli era come una a : vero con proscrizionetriumvirale padre suo Disposto la (tale il campagna, nel piccoloterritorio sorèlla, la e ventù; gio- invocava, trentennea lo volentièri in viveva in tutti càndido giùdicea* suoi sermoni); pena, I prègioda in Orazio, che sùbito ; famoso avuto e 323 puzzo della Tibullo egli mette voro lanon stalla! idealità mano alla l Tibulliana 324 all'aratro,$é e zappa alle tavolette le Egli hanno che mani, si riscalda seno e d'un della L J natura del e Tibullo fede invoca non Lari o faceste venir tenevan di serto gli offerisse uno di spighe alla la avuto diètro un dell' santa voi vècchio: facilmente o favo solennità semplice di e mièle buona il nume in un circondasse chiama;e » tali placato, 0 graziaportava eglistesso una gli veniva la faglia portando puro nanzi in- glio Mè- dell'avo. pòvericulti uva mi vergogna fede, quando sua che saltellavo abbiate legno grossolano riceveva che Foste dimòra la detemi, Difen- a oramai antica cui quale tènera famìglia ! non tronco gli uomini tronco piètranel antica non fanciullo, quando questa gli dèi per c'è vècchio della ed èra piccol tabernàcolo, e Semoni, padri miei ! fatti d'un abitaste voi su i vòstri piedi. Oh ai d'essere agricoltoreromano religionedei padri,a i Lari de' è religioso: Ed sèrti di fiori. Con dia non il casa a d'un campi, dalla trivio, consacrata Sulpìcia. a madre. luogo. Non nei defèrto d'albero e gare ver- per dalla italico per antico sono porta cosi e la venerazione o Plània a caprettino dimenticato ha farsi le vesciche vergato cerate nel di teme aveva focaccia, nelle (I,x). E celebra chi un con e nine ma- quale canta le Tibullìana 325 lustrazioni,le pal)lie, le altre fèstedi sente e la adora volentièrisi come sèrvi!e che vuole ripòsodinanzi in incoronati, chiasso comunicante natura alla contadini mangiatoia i ed ! ai bòvi stiano anch'essi pièna, facciano eli schiavetti, i vernae, e l'uomo con giorni feriali nei giuòchinoalle e ai méscola villa! Come alla dinanzi capannucce il fattoria ! Quest'animadi giovine,forse padrone presto dònne naturale un e debole. confèssa che, che da dispiace passar mai paròladi una invoca e che villa vive in in Di sotto ne' benedice Dèlia,cioè l'altro più di amorosi romana, Dèlia,non gli ebbe non vita dei vive che sotto mani, ro- Nèmesi. quel nome e bèlla e perfidaancora mai sonassero in s'innamorò, rèduce dove guèrra d'Aquitània, egli vecchi pei capriccidi vèrsi che di Dèlia valore, di Dèlia: dispotismo Plània, Neera aveva impèrod' Ottaviano, lòde per V rovina le con con poltrone: egli che l'austera di alle prese lasciare non il città si fresco,invaginiamola combattuto aveva di pur pagna cam- ^ra,nell'amore, mòlle ma amoroso; Egli fieno in le libèrtegreche.Egli con romane, del Ferdinando, po',o un d'ideale di se, inebriata deli' odore come tròppo venuto aveva combattuto gua lindalla sotto ( Tibulliana 326 /i Messala, quafi suo pubblicano e che un'altra dove ; custode e affissa al compito venga io annunzi, il lavoro tratto, un fanciulla, vinta po'grave, tutt'a lunghi gli la mia ma le ti racconti ne pòco a a dalle mani. mi veruno qua|icalato dal incontro, o Dèlia,comunque cielo. ti stia iqnanzi ma corrimi Allora Questa lasci cadérsi sempre ti segga pudore santo un in sospiravaa della lucèrna tragga dal sonno, Allora Messala mantiènti,prègo,pudica tu piènaconocchia: dalla re- fanciulla; lontananza madre. al lume novelle,e pòco del la vecchia accanto stami seguitare pur Ma « allora era spedizione,nella lèi così (I, ih): già generale e Filippi.Ella a il poeta, patrono *~ I tu sarai,co'lunghi capelli scomposti,col piede scalzo.» Così Zèrbi scrive: fosse così màssimo Del € ed allagare per vamente a dirittura in cui il un Qui romano. come e non il signor De il s^nso Tibullo livèllo suo cuore.» sai,Ferdinando, marito dicono,il tracfì il marito altri. che anche tu come — lasciòTibullo più Capisco di pofcta potènteda oltrepassareil rèsto tradì,come il l'amore sognava marito Tibullo e' è Tibullo; con un allora De fosse;pbi che altro,e nulla, parmi, Tibullo Alfredo per pur Dèlia — di si die Musset. Se pài pì"i per esclu$- a bevere, non che ( .) TibuUiana 328 pensiero di Neera, alcun destini possano a bere cone èsser candidi all'oblio. e uno sii me, giorni fìngere giòia;difficile con l'allegria disperazione.... Amici, ad evitarne bianche braccia che v'inganni colle non vi lasciate vi si tristi discorsi.... Oh come Bacco ancora!... i \ T5 Marcia, o le naiadi: ama co' tempie chiòme Se pèzzo che un profumi di fiori» di una se anche propria e vera profusetraviando "-/ e profonda di collo; riposare presso di i te pèrfida, cara qua dell'acqua dovuto e vèrsa vino a le bagnarmi inghirlandarmi le (Eleg. IH, vi). questa, con Siria di di Tibullo tutto, per al vorrei di nuovo, avrei memòria questa a due voglioio giàsospirartutta Non garzone. nòtte.... Garzóne, vèrsa fiotti. E sìglio: con- un querele! Via, così lunghi giorni!...pèrfida, ma la preghière una tante lunghe nòtti,vegliare le te con che a la cuore pigliarea avvinghino carezzevoli sue lingua bugiarda....Ma via, i ec- può apprendere altrui Non se. in miei, udite amici da'mali per tristi contraffare Ahimè, difficile sereno.... felice chi i tuoi Torniamo sèmpre.... tanti Dopo felice,e Plània che guiva inse- cercò riparo nell'amore cocotte, l'ingorda se lo anche una con vena sentimento; glie ne Nemesi; £ peggiorisoggètti, sempre vorremo vera far | Tibulliana carico noi, tanto, che molto meno*' noi era rovinare per la quando il morte Ovidio,suo civetteria con nel del cuore almeno me, Dèlia che morì: non Nemesi,tenne salv\ lo non pur la Nemefsi, contendènti e il ardeva. miglior posto am^" Finche Dèlia. Morènte,risponde dice la L forse dell'elegia, rap- di dolore poeta donare per- romano, anni di Tibullo sorèlla,ma gli di vena cavaliere nel regno al rogo ma che Nèmesi,che a nostro successore la e in trentacinque a intorno pre^èhta madre vèrsi, sono Dèlia,anche a molto, io, considerando così bèi anche perdonato sèmpre,per perdoniamo fare abbiamo che moderni, Vedi, Ferdinando: fecero 329 dentro gelata mano sua / J L J la mia. descendens Delia Sum tibi Me : dum Quid — tenui t moriens Sarebbe gusto, tendenza ad che tibi sunt — rara nei riconosce una tram. triea conchiudere: di chiudiamo. dòtto,e, còsa ignis tuus ait amata damna dolori? deficientemanu. tempo Con buon Feiicius, inquit, vixisti : Nemesis Cui : vero, crìtico tedésco Un crìticitedeschi,di dinando? Fermolto molto la di Tibullo poesia lità ideae una tenerefóa nella romantica spesso si tramuta è in profonda malinconia. . Il "ZjX Tibulliana 330 Siamo agli antipodi col signor moci. Per mia '/ che punto a poètiromani fra i me, nella scrive il signor De Zerbi quali,e specialmente Cicerone, st'altro sarà d'ambiente, insieme il marito e delle non ne Tibullo. fare un avere più e Ora — te per ne Eh, quanto Quello che che trattasse tradiscano etaire che essere possano ci vinino ro- Nemesi, e è del manca ? ricordi,Ferdinando cominciare — per l' dal- lepre. (Pubblicatanel 1879). si se di Delia pasticciodi lepre bisogna un que- quando Tullio).... donne clorotiche mancherebbe. mancava l'amante, delle gli avventori, eulte » le su Tuiliola di ridire: al povero tibulliano. soltanto meno da — (.... e qui romane, le tresche su ci sarebbe complimento l'ambiente del Tibullo quando — Fanfulla della Domenica, ' è quello Tibullo dissolutezze e stia- e pagliapia la ridono-/ passione fila di infamie con ?erbi, moderno.\«C'imbandirete di una De il bre settem- / IL PER CAVALIERE E PER ALBIO LA CRITICA LETTERA A Caro e un mio di Baia e il il Fanfulla Zerbi Tibullo a da ciò che e quello di dima, che le elegiacalatina il di ebbi non su signor De scriverci a a' tuoi è, la Zerbi. Però nati abbo- compiva terra classica molto ristretta del Goethe passaggio)faceva da in io elegieromane altra stima set- 20 del signor risposta rileggendo in compagnia del lui presentato pellegrinaggiovotivo quale (siadetto farne domenicale pubblicavauna lettori per amabile MARTINI Ferdinando, \ De di SECONDA FERDINANDO Quando J tembre difesa TIBULLO della poesia quella non ; che stri mo- potei repli- Tibulliana 332 cargli sùbito. n' è ce piace e Delle retorica. senza e via. Io cosi d' fieri nemici più poi non di dinando, sai, Fer- quell'altra; né pure amo e quella che n' è di : ce una Bologna, lo retoriche, tu più ai serve in di ritorno Replico l'eloquenza forense, quella in specie dei pubblici ministeri, fra i il mio quali Scriverò liberandomi proferirela al te, che a signor De ordine. con Zerbi il quale ai lettori almeno hanno verun obbligo lettera a te indirizzata nulla né né la contenenza un poeta di cose né De di Zerbi, della né scritte la e mi né Tibullo idee o io nella tere discu- il metodo signor scuola, e nuova delle quali non voler non intendimenti che i Fanfulla non sene, ricordar- ben poteva dichiarai il signor De con andare per ricordarsene,che rappresentòcerte esso Ma, della lettera del parecchi luoghi avere del gP mostrare che sociali, la ragione, con bisogna prima ricordare,se ordine, mi ad rivolgere vuoi, non frasi, senza di dall'impegno dunque per e carmi. imbran- sentenza. Andiamo con voluto schietto dunque anche parola sempre ha avversario De Zerbi tanto proposi solscrisse certe certe condizioni Zerbi,interpretandomale affermava elegie tibulliane, rappresentate. scusa di difendere Ora il signor le famiglie Tibullìatta nostre buone le nostre e borghesi parossismi oratorii,come infedeli Delie le virtuosa il Zerbi caccia bandita, che quale io voglio,né non poi perché),e con ha della di Tibullo E occupare. intanto serbare a Tibullo, visto t tutta la del nella E sua censo fortuna, e di 4oo lo fermo. da dove — cavaliere scriveva meritava il Orazio signor citazione,nell' anno faceva più Orazio — sciupata altresì che sesterzi Albio ad perché aveva visto e si ostinerebbe non innanzi, da dall'ordine decadenza qui egli non né si vuole eh' e' pochissime, non scrittagli, tempo figure di Tibullo occupato il titolo di lazione, conso- di e che privata avverte tibidivitias dederunt, Di grande sua di citazioni vita mi sua nella ch'egli(ilpoeta) quando elegie, eccetto la frase a s'è punto non nella importa, seguirlo(dirò scorrazza baldoria una parola detto che le vi m' dico, romana, allegria, per poi affermare è un' che è la corruttela sta one- scusa, galoppo a non della questa rientra che le fiamme portato matrimoniali borghesia,con De signor detto venderecce avessi camere i miei contro aver per le Nemesi e deLpetcolionelle e se, io fossili, bestie poi sono 333 la perdita incorrere equestre.» scrisse De di Roma a Tibullo ha ^èrbi tratto 734. Tibullo stola, l'epila sua morì Tibulliatta 334 nel 735 al o tardi nel più cronologia,Tibullo di anche il sotto le altre gliamori su è naturale. Se Ed Dèlia di nome non di e miglior più parte che quelle certo condo 734,se- alla la composto aveva elegie, tutte Plània nel miglioriindàgini appoggiate le delle 736.*Ora cantano Neera, e forse Sulpìcia e Cerinto. di scritto che avesse sime pochis- elegiequando Orazio gli intitolava un'epistola, Orazio come non un'epìstola, lo ma giùdice de' stesso, èra suoi di o distaccato senza un Orazio accenno : i timori « Fra e i in da ciMo. » S'^ra gli domandava: faccia ti nel ritirato e contado aggiri silenzioso cvb che è*degno d' Che e ? si che sàvio non e credere Orazio che scriva,0 salutari e esser ti risplende che tu i dubbi vuoi in campagna, fra le selve uom Delia; e corrucci, se còsa debbo pedano quell'anno le speranze savio,tieniper ùltimo ogni giorno dal invocato passione l'amico cotesta a tolato inti- avanti, Tibullo dolore senza lo ammoniva affannosi,fra Forse molto non non tacito avrebbe anche sermoni? cèrto gli avrebbe pure buono tu che meditando ? • Orazio cosìfino,cosi proporzionatonelle lodi,cos\recante dello ad cose suo scrìveresàtire, come o uno èra per scapato che potuto avesse aveva dir tali sciupato tutto isciuparlo,altri vegga. Io il dico che, 336 Tibulìiana Sulpicia,Tizia, Nemesi, Neera; si dice mi donna. di quel stesso che elegietibulliane sono avevo refugio.Ciò tibulliane le donne signor l'onore di zione atten- V autorità di amoreggiate Plania, ingenua, : libertina De signor che risponderesu dietro avvertito,esaminiamo del farmi volle due Ora stessa il po' più un Nemesi, passione vera: Cosi pare, punto, a detto Ovidio, nelle con lettera,poiché Io tono. e « fa credere » mi la tutte mi due. poteva, intiero per la mia la fossero Zerbi; il quale sien Ovidio e pare; almeno leggere donne queste mi Non almeno De che aggiunge: e cocotte, il e le donne pure in Zerbi numero e in genere. Nel libro ci dopo la IV e in non di darlo, elegie(le quali,giova ricor- disordinata una del morte alcuni e in restano undici delle poeta lunghi essi si non in altri questa fiorita di i in queste parla scrisse quei picia, Sul- una a vollero a fosse che, Domiziano, Marziale, quali a punto riconoscere loro, da sotto chi) leggiamo Sulpicia risponde Quella Sulpicia taluni poetessa da graziosissimicarmi, ma Cerinto un sa fatta raccolta certi Amori rinto. Ceuna monianza per testi- gali: coniu- critici intenderebbero elegie,male qualche grammatico secondo inserite, del decadimento Tibulliana fra i libri tibulliani. Io inchino ci si come sia mostra proprio Cerintó che ad amico Tibullo secondo. E sia il ombra. in che Sulpicia,non signor De condotta. Vha si anche arma della non Zerbi fiore De i critici 32 — Zerbi a forse tutti e tibulliani, Carducci. d9 ne di e vero un v' è non dispiacciaal ne dalla lista di Don troppa del era il biasmo correntezza quale il mio nel versario av- letamaio quasi spuntato dopo tibulliana, probabilmente signor in Sulpicia: fu aggiunto Sulpicia,da qualunque accenna con che tocca perché Certo riabbattere per raccolta suo togliamole anche L'epigramma, questo inconscio, fine E Tibullo. il Tibullo dell'amico signor De Zerbi, cancelliamola Giovanni che come del libro Sulpiciain quei versi per Dunque cui a E elegantissimeeroidi poetò, segretario che poi gli fu mogliev Sulpicia, di Albio mori Antonio. elegia terza è certo, galante, gli amori amore M. a Cornuto, intitolò la di quei carmi, Sulpicio che senato credo, anzi quello scambio in Servio del centi, re- cosi superba Sulpicia, mostrata figliadi la io, coi più dei no: che ci è o Modena legato a credo credere a 337 i carmi fosse il grammatico ritrovato a Delia. da Ne i commentatori sentirà. di coglitore, rac- ultimo; domandi e a in e il tutti Tibulliana 338 E passiamo Tizio o beli' in che dal modeste, decenti, e classi nelle fra i dieci ho anche di Zerbi scopri o tutti Haec il genere coniunx il spero Quanto a genere numero 1' onore di io scorretta. ne posseggo in Germania le scuole Ora nella dove il signor De i Tibulli elegia miei,ginnasiali mirabilmente cantare a haec signor De Nemesi, e e leggermi intiero,si di l'avevo sappiamo che per sul una sbagliato numero. lui in con fatto egli mi avesse sarebbe risparmiato le descrivermene data avendo Zerbi se ore: vetat. e d'accordo son casi; miss meni insisterà non edidit deus Titio, cancreni quce volta l'incomodo Tizia, sua Titium Questa fanno. la uso : mihi, Sed primo, proprio si accordano no, cosi cottes correttissimi. sono e che quellistampati per del libro quarta è molto Tibulli dodici o quelle in saviamente sono ginnasiali: certo Io ; che seduta pos- di sia non un in o, di Tibullo Zerbi è latino. in parlare a l'edizione De signor Egli di desinenza tanto si ha se Tizia? che Ma con wm, darsi può Ecco: buono e in e us Tizia. a tive: qualifica- note cocotte; istinti hanno e e che le co- figure Tibulliana Delia Rimangono per lo sono Spohn, greci nomi lo non dallo il Spohn dal e io, veda il De signor innanzi De Zerbi, nemico, cioè al Voss al al quali tolsero le comprende elegie indirizzate Lygdamo un a il più que'due De Zerbi le peggiore dei capace di alFEichstadt, libro che terzo Neera, aggiudicandolo a meno o passaggio dalla poesia di un Bach, ribattere sono e Tibullo vero me, specialmente Nel Golbery. signor il sotto po'lui a un per per cantata Se concede,,si provi passare i Plania, Tibullo. da quali Golbery, valide*ragioni messe molto casi la sola una, le Neera, e il De per 339 sentante rapprealla Tibullo d'Ovidio. maniera Cosi le donne ogni modo a Tibullo carmi da essere per amoreggiate rimangono due, l'autorità d'Ovidio, devono come le come e nei mai fer- io. Quanto ricordare De buona al genere di (poiché anche Zerbi mi non memoria) guerra Delia che concede ancora già l'onore te lasciò Tibullo fosse; poi tradi,come della scrissi ne giovanetto, di d'Aquitania....Ella per gnor il si- punto questo su ciò che Delia./., s' innamorò dalla Delia,lasciami,Ferdinando, era un : sua « Di ritorno anche ciulla.... fan- marito pur dicono, il marito con Tibulliana 34° Tibullo; poi-tradiil altro,e poi e Delia maritata già poeta: le forme di D'accordo l'ultimo su perché « la amò da : suggella non Chi detto ha Delia fosse che signor De di l'amico sorta perché al s* aveva Alfredo De piuttostoall'assenzio? a Suzon e molto e a notti considerato, il marito e di l'elegiasesta di e o mazzò S'amricorse non a Manone stellati azzurri ripensatochi libro primo, egli scrive,Tibullo, vistosi denunciarla svelte e licali ange- maggio, d'agosto,d'ottobre? fosse Delia Delia, rilegga il signor De del Delia? molto chansons a di pito egli ca- di ricorse non belline,dopo gli delle Ciò rondeaux Werther? ha Ma Musset, e questo suicidare? a del- il marito che il marito era giunge ag- moglie qui Zerbi Tibullo? d'uomo Tibullo forse c'entra era. Tibullo Werther come Che che Perché della » stica caratteri- che tace s' innamora terzo. quello fanciulla.? ancor Tibullo ma Zerbi parecchie la per coi va un su e Delia De col suicidio?» amore E signor prima « l'amico, il ad passa Zerbi: e allora punto diedi marito, erano divorzio; poi generale: io Ma ed un per il signor De il lascia si sposano, non Tibullo e altri. • E più per marito al marito nella tradito ed e chi Zerbi quale, come da leva Delia, vo- a servirofferirsi Tibul liana gli da spia secondo da e cerchi situazioni,tutt' altro né altro passione perché vera po' ciò un che vuole. questa Non diviene ha ragione compagnia fossero cui meno nel volta scriva che il nobile in altre e il puero. il per che signor De in peggiori dalla E Il illustre la Si ramente ve- sua che vena non signor De Zerbi replica che pure nep- al mia l'at- io avessi soggetti (cioè ne' paidicd) nulla paidica della com' profuse di Nemesi. Zerbi Catullo. e di ricordare Tibullo fesserò Con- né invocherò genere; v* è d9 esclusi- risponderò subito. No, greco-romano, greco-romano. circa Virgilio,Orazio apprendere nei o questa tempi, degli esempi, gli amori in ciò vamente anche anche tarda in meno stesso concederò avvertito traviando lo questa di mi già né che de1 tenuante penso della ignobile. affermerò anzi me dica risplenderàmeglio che poesie, ma sue fendono of- non la bellezza Io per di Tibullo animo oneste, e E poi poi..., e derni mo- contingenze,certe scemano ; T intonazione, di romanzi luoghi belle che rilegga,ad capirne condizioni,certe certe per La di certi a ella aveva, se il marito? attento, la raffronti ove Ma guardiano. lui, lasciato ogni modo, 341 nulla medioevo v' è né d' esclusivamente n' è pieno, anche Ti bui liana 342 fra'popolidi II germanica. Enrico razza imperatori furono petto alla barbarie il Rinascimento. dei signor De Che se Zerbi certi De Zerbi il secolo benissimo Le truccelli della ce buone ne nosce co- gusti secolo che il saffici. Egli nostro francese larve di che Parigi colo, se- trattato di conosce il xvi, languori romantici, ha de' di all'infuori sono, benissimo sa certo più edizioni, ebbe Pe- dell'onorevole Gattina, pubblicatenell' appendice giornale democratico dell' idealisracv La li lo il Grande Federico pastoralidel romanzo conosce un non gli amori qualche glio me- (badate, poesiepaidiche presentabili idealizzamene signor gusti di A il secolo xvin, in tutti i suoi segretie ? I presentabili,dico) di in progresso dei filantropi, dei riformatori, filosofi, li sa? e un il secolo E in tutti i suoi il è oscena rico Fede- e -dilettanti. che più HI borghesi quei di Milano, Ragione. romanzi li E fiero difensore le nostre leggono. Oh se leggono! Ma esciamo paginette che da il signor De dall'edizione del De edizione Zerbi: per la quanto veniamo questi gineprai,e suo non Zerbi Tibullo. di vuole strappare Veda il Tibullo fatta ad ginnasiali, vale, glieloassicuro alle che uso signor égli possiede, delle classi io,pochissimo: e Tibttllìana 344 seguita è che quel mai Tibullo vita sua Il si chiamò fu De delle siano le tradusse di poeta del suo data una o il distico 1'ha si; e lo si vede che crede riportain scrivendo: il mio e il Veneris iunc distacco in non la di con parole sociale. Tibullo bella del dall' un antitesi. Ma di della è sano, non bisogno calent insiste difesa,ove ( Veneris elegia decima intanto Interpretato male, II sentimento n'era ce città,che e luogo egli parafrasato sua t accusatore letto tutta zafre latino. dalla anche trovate provai, un condizione l'ha sbornia suo la caratteristica di data una del interpretato? Parafrasato, Terrore, su d' della male perché no, Io poesia e da intercalato derivare intende capo é della lo citò parafrasandolo parole con vuole non passo Tibullo, si parafrasato cosi egli mai, quand'egli che nume mistiche, lo perseguitano. sue intercalandolo Peggio un nel famoso che citazioni fati,ovvero traduzioni Dice sue. e capo. in quando o nelle infelice tristi è che rapina egli non E è pervicacie Vero che Respecto? Zerbi nelle versioni: sdegnato quando Ora fattore? signor come innocuo. assai bella per libro distico come calenf). • chi abbia primo, si riferisce alle all'altro quella benedetta tura na- che gaz'c'è scuola Tibulliana critica alla mi quale teoriche i sono non scenza remini- errata, sur un sbagliato! verso Il signor ricordato io dei lo non avvisto però batte scartabellare a le quella in dei le opere cronache, gli atti provvedimenti tale insieme odiano concilii,i de' boni in parrebbe per instituto coi Francia. suntuari, ecc., la corruttela dei regni anche satire, m'impegnerei dei sia. Ma della regni che? Io fa servire che per volta etichette è toccata a' suoi a terei met- dievale, me- E romana. lo de'Bor* e le con memorie, giornali,coi romanzi* a onesta credo non io dinanze, or- quelliche a de'Valois aiutandomi E le bestialità anche enorme processi celebri, coi le della quadro un che potrei fare stesso santi, mistici,dei novellatori,dei codici, le leggi, gii statuti,le costumanze, i aver il campo E romana. di voglio seguire.Perché, veda, predicatori,dei poeti,e poi e parte del'a società dessi io mi in male; citato la corruttela se s'è DeZerbi e scorreria con le giudizi e una sur citazione una il signor appartenere formulate espressie infelice, sur su sembra Zerbi,* quanti De 345 fare e un bel guazzo virtuosa borghe-1 alla critica delle generalizzazioni, i nomi degli scrittori estratti concentrati, Questa Tibullo. E perché l'etichetta Tibiilliana 346 tenga, Tibullo E No sociale Tibullo Tibullo dei solo; Cesari contento € delle « quiete della vita « un morale « lodi « sue e della feste che compilò per le scuole cioè un dotto uomo Reallexicon tedesche. falsi senza della mia quel modo importa Ora critica tedesca della che natura fa il nella poesia a ipocrisie, opportunità scritto in giudizio fermato Tibullo. per Zerbi di la sanno Germania, il Ltibker tale è il De che brutte senza intorno signor dica giu- conscienzioso, fatti in sono Difatto,agli apprezzamenti curiosi Chi certamente quelli avere che nelle dell 'antichità classica pudori, citazione. \J di conje e » non e grillisoggettivi,sentiranno senza dalla lavori Ltlbker, certi libri scolastici come godimento si effonde co' suoi è il critico;ma gran nel e e suo felicitànella religiosee compagnevoli. Tibullo cosi amore, campagna tempo la e tedesco. un poeta. Non del campestre lo sé. Non a di cerca bullo Ti- Cesari. parlare indole circostanze,egli puro visse avvenimenti t fenomeno un dei Roma lascio e è non è un' amabile degli getto. sog- poco. nella Roma io cattivo un per # naturalissimo affermo un passare per poesia di nella « da sia. Sarà la : ha lo molto meno sul Tibullo,a sentimento me basta, Tibulliana pregando a dolersi che cagione a tutto e lasciato c tiva « P « di « dizione alessandrina « pagna, per e la i ciò elegie devono di costumi « all'ultimo a e « ciò « d'Orazio e E semplici, e il » è respinto dei campi mostrano dall'amico aspettare (Cosmos, sue quadri libro primo potuto di Messala. le come paesaggio cam- attinsero Veramente consacrazione del numero II,part. I, t. I). romantica la non De mio carico. e e gran storico si sente* si tramula mica sono Zerbi privato tenere\\a spesso molto Lo Cristoforo grave, la ma si sarebbe piccolo considerate quali fondo; illustrarono della vita di stessi. essere elegia quinta idealità che den descrit- stranieri all' eru- amatori sensibili nei e del sopra ci abbia non poeti che fortunatamente inspirazionein. sé « a Fra natura. quelli che cap. C'è « Tibullo impero d'Augusto, egli è che : qualche grande composizione della la questo opporre di Humboldt « t di rileggerli, Alessandro di passo i lettori 347 trovati Felice molto la gnor il si- del metta tutto giudizidi sono fu vanni Gio- consigliere granduca romana! dalla sua conia malin- miei, sebbene letteratura alieno e profonda Bahr, che bibliotecario e in Tibullo ingegnosamente dissi già : della di nuova di Bauomo scuola Ttb 348 italiana, anzi, con la tutta dottrina sua po'intinto,assai intinto,di un i Ltibker, e il sentir ciò a che mio il intendersela a Fra miglior me di queste critico della scuola può : « mai. Quando uomo L'arte moderna sensuale: un può ciò tutto e a profondamente sentito,è per « sguardo bacio, « fiori nascosti t Ma e mistica: la come date « cismo « Posa). Il « non « basta e la voluttà brezza il senso basta, dare che non al di tu di Trimalchione senso la Tibullo stesso e l'ideale forma non non profumo dallo stelo, sai il misti* di del Boccaccio senso, del se (guar- marchese del basta; dei essere v'è come e primo il sacro: (guardate il basta bello della voluttà Faust) dell'amicizia è che il casta necessariamente deve o lei scrive essere strappata rosa v'è il misticismo VAdonis « t l'ultimo l'arte moderna e deremo c'inten- non come qui, po' il signor De un « essere gli-ho Ferdinando, certo cose giudicava e Tedeschi. coi lui, caro e di vada Or citare). posso Zerbi sentiva mente perfetta- (Kritisch.SchriftA. Non romantica E simo, Schlegel,il pontefice mas- e, certamente, non romanticismo. si accordano di Tibullo Guglielmo Augusto classica, giudizi del Bahr, dell'Humboldt, dei" finalmente e Iliana u non sentimento, occorre parta dallo l'eb* spi- dal corpo, occorre a rito a rivelatore « sonata « ciò che a the oversoul. E Lear, Romeo: i ? o se di di l'idea fissa del Cuore Edgardo Poe, Scarlatti, Yeppursi muove il De Sanciis chiama quando poi ma comoda la di Galileo, il trascendente, quest'arteproduce Hamlet, un di queste cose, io spalancotanto capisciche il la della occorre scappo uomo, dico,scrive di bocca mirazione; dall'am- Ora agli antipodi. posizioneantipodicanon è la tu più per discutere. (Pubblicati!nel 1879). Ftmfulla dilla Domenica, 12 bre otto- TibulUana 352 che un secondo on. Bovio, resto, io mi mossi perché il scuopre Egli solo mondo sul Zerbi più la della deW doveva dimostrare Tibullo, conosce ciò E che o (come un che la vero o questo io tutto ai lettori. Io doveva signor Zerbi De non lato. troppo par- cioè: signor De Zerbi intercalato un che Tibullo il signor altro passo l'ideale con dice de' romani era capo 3), (II, il contrario: male aveva tibulliano pretato inter- tutti i romani, come il poeta Zerbi suo di Tibullo agognava, De male aveva parole del passo preda, mentre che di e il su vero quale egli aveva egli contesso) alla 2° il male per provare rispostasul dimostrai. Dimostrai, i° male, irritandosi moderna, nulla che del feci che dice,una Zerbi De su debolezza. he IP arte Ma fendere di- terario letperiodico un nell'arte, o amore a suoi giudizi s'irrita,e me, natura signor solamente i sento sua da romano. al Ora De si aspettava fisonomia lui,ma accusar perché gnor si- esso tibulliana. Del pubblicati in signor sentimento ad diffuso. sempre risposta di seconda non apparvero molto mia ieri l'amico l'altro una alla Tibullo, Tibullo mandò contenente Zerbi De mi (I, io), di pretato interdendo inten- ritornare Ti bui liana dal briachi bosco in me\\o ai non figliuolibrilli, a casa dice godere per può tornare a dalla in città i festa che 3° il e in il poeta il contadino campagna, religiosanel volta male bosco in sacro, gambe, Y assalto e alle delle libertine: De signor scambiato elegia (I,4) di arrivare Fora giovinidisoccupatidanno delle etaire case brilla ed moglie voluttà,dove altre qualche casa alla vedendo a' tempi di pace, che, 353 Zerbi in un'altra aveva maschio un mina fem- una per : 4° che il signor due Tibullo a si tibulliano Zerbi carmi male aveva che leggono, critico né filologoné De in che buito attri- nessun scritto mano- mai nessun storico letterario mise né fra i tibulliani : 5° che di indizio il signorDe Zerbi leggere con non capire quello che gli passa quando citava da persona parla un Respecto tissimi,contengono Ora, De 33 — della prima Zerbi Carducci. per attenzione sotto tibulliani educata castaido dato aveva che di o gliocchi e come alcuni versi e più non in latino, cordabili ri- non nei quali sonoinnocen- cioè la dedicazione d' un di queste dimostrazioni conviene,della che seconda pietto. tem- il signor tace, alla Tibulliana 354 quarta alla e ch'egli che è la edizione lui Ho qualcheduno dare di glie a Porta) hai Tu — poiché hanno queste baie. il che il ch'io che Nel signor di un di ler vo- soleva (mi duole lingua di Carlo vis de gran de' suoi e del dal, di contare a dee Zerbi un li,quando del avere sprezzo diper avversari,gioverà secondo suo le dimostrazioni provocarono che l'estensione De lettori non biare scam- grosse, di venirti misurare signor ticolo ar- alle quali cosi. Fanfulla De essere riportii luoghi egli risponde giù nella gran coraggio intelligenzadei di stesso, dicendo sé da A — o sballava saperloriferire non si possa Lombardia, Como ne schiaffo uno in di di Tibullo femmina. una raccontare o segno per il coraggio di ha perché e per marchese certo solo posseduta egli come sentito sandosi rispostoscu- avere carmi alla terza maschio un T da castigata,quanto dimostrare quei cita di crede quinta domenicale Zerbi scriveva « è di « mente in « stato bene « il Tibullo « quella paginetta quelli decenti educato mio ; non che : non 28 Il mio « modesti e nelle classi uso del Tibullo che avrei dovuto dovuto incomincia non savia- sono E ginnasiali. avrei il settembre se io fossi ricordare rammentare : Villicus ae- Titmlliana avrei a rari a queir « Strappo dunque « paginette; e « dicendo a e altra « per « zione altro che fosse Ora « stessa dimostrare a tata, « perché sia « uccelli e « le istruzioni ecc. Nel Piccolo del fra quei veste queste donne nomi femminile edi- il settembre non era il seguitava e sien pare.... Delia l'altra. necessarie come non ideale, adduceva ; piaceva Nemesi, domanda Zerbi la mia Tibullo Neera sedotta, il dio tra. mi De s'innamora] Delia, mi Non che cuore Villicus 28 che né che Vediamo ecc. signor come del provare di cui donna. al » si dice mi il l'epigramma pietà, Tizia, Nemesi, a dissi poco arrivava senso domenicale di donne genere ho io queste » romantico né che castigata. Zerbi, tenero inertia.... ch?io ottobre 19 per Fanfulla De il rammentare De si convengo Io citavo « non signor intitolata sentimento. del mai edizione che in Tibullo cosi: Nel dalla allora Piccolo scrive dovuto paginetta diveniva Nel né né ecc.; 355 che alle a faceva matrone Tibullo. cosi ce man- piacente; paura agli romane, dà Vediamo l'alce » 1 9 mai di donne Tizio ottobre io non il signor abbia egli faceva per pudore. De Zerbi inteso passare O : la tutte già è Tizia Sul- buon che sotto mar- Tibullìana 356 chese comasco, anch' essere la a io 1 mia questione questo ° sole in Tibullo 20 non 734 Quanto afferma che contrario. modo, per causa il tardi ce intorbidare le acque e importuna, punti minori, che Ad afferma. lo il Zerbi asserire di chiacchiere delle De signor permesso punto, fu ne signor ogni cienza. suffi- a De il Zerbi, dizione sfoggiared'eru- e lo me egli partisce chiama in dogmi Sono: i° che Tibullo 20 che il quale Orazio accennava nel nacque padre politicanel 3° che nella 35. punto era lo Orazio epistolascritta una al secondo facile miei s1 non in nel mori Troppo VQuanto quattro ricchezze e romano facoltà, perché sua primo basta; tanto la sue al cavaliere morto esser Tibullo e amoreggiate le donne state Zerbi, signor De versi: fusa felicita delle il contro si riduceva Zerbi De signor essere Tibullo avere nel col io sosteneva due 1 da : cosi,storica, la parte, dirò '1 rimanente, per Pe devo che dal di viso bel gran suo 711 perde 710: i suoi beni per : scrisse alla nel 734 la epistola ricchezza di Tibullo; Tibul liana elegie le quali le egli conviene è che che scritto messa che cotesto insieme dopo che Tibullo ne Se è vero, come profuse né Il nel fu Ma di scorsa una avanti domenicale mente, se che per nel che mai anni Dunque, vero tibulliana la mia mi la mori, spiantato. nacque che che poco (Fanfulla che il poeta pare, penna, tamente agia- dogma un salvò quali Tibullo Tibullo poco posizione com- 34 Tibullo se Tant'è mia o settembre) io scrivevo trentacinque di Nemesi. fu né nelle scrisse consegue penna. 2 1 unghie ne basta al 34 la ricco si non me Neera, ricco, è cosi del a e gli sarebbe quella non Delia Orazio in morte ? A me a avevo poeta anteriore paterno cotesto quale tibulliana fu del importa 35; dogma primo 710. più nel l'asse il me, morte chiama lo ove a Vero pubblicasse.Ma modestamente mostra povero. epistola la elegiesu ci si se poste com- Neera. su la raccolta negare possa delle le dir di lui che egli non sa si già avesse e Il signor Dunque osservare. Delia Non prima chi ? E da sa egli a da di Neera. e c'è eresia. non Tibullo elegie su aggiunge : viene ha nel 34 che le tutte dogma nulla Zerbi De di Delia cantano il quarto Contro scritte tutte questiin quell'annoaveva che 4° 357 per la dalle la mia Tibullo era Tibulliana 358 dieci nato anni il contento « mi date Catone; di o « queste « come tutti sanno, « dalla prima, che io che il si per la di lo èra tutte stesso. si rispostadel baratta al anni 724, date. di Messala nel 710. e E coi Sul militare poteva non terzo i beni che per né ciò mezzucci e dogma, che per causa coi della De signor ritiene di ch' an- Tibullo, di due cosi Tibullo anni, di i4 contubernale poteva poi rimprovera agli tutti la campagna esser non vero ziale, impar- Il per che è né è né Tanno Piccolo conchiudere per Ora quasi la nascita per anni due » per la catoniana con circa tenni,come le altre varroniana seconda, che, secondarmi varroniana di alcune catoniana, per Io da quella se di la Aquitania,anticipando questa cioè gli egli scrive — segua, segua anch'io stesso. sua egliFera ma che Zerbi, De la èra nella Zerbi si non contro 710 poiché differisce farò facesse lo nascita pare seguissila signor oggimai, del quale cronologia di Varrone vero la data E 700. che curiosi. Il Carducci dice non nel Non Zerbi? anche cosi,molto « — cioè 710, signor De Zerbi, i quali,al solito,sono, assalti del dirò De signor difendere possa del prima altri di esser nato far le polemiche cavilli. il padre di politicanel Tibullo 71 1, il desse per- signor Tibulliana 360 ì Si me provi,come fizio della e gli suggerii,ad il Ritter.; Ma al Faber, De Dacier, Zerbi, quando cosi, si lui del le signor quistionedi di lontano il e non nologia cro- si citano mai aver soglie della logia filo- critica latina. Zerbi signor De contro da men veda nomi certi chiaro troppo della e Il né in non ch'eglichiama perché, ecc.; si citano mostra salutato colui oggigiorno oraziana il Ritter abbattere per al Sanadon,.a ricorra,infelice, il l'ha fondato cronologia oraziana, quale murato f edi- abbattere anche l'autorità dello del Bahr, si lagna, che io,citando boldt, Schlegel, dell'Hum- Ltlbker, rivendichi il polio mono- dell'esegesi e della ernieneutigi alla gerarchia in materia letteraria Lasciamo, questisparidi perché i De Zerbi francesi,non che grazia di parlare di dee ciò per metafore. di de' desidera ha Dio. che il dice che invochi sco. il vangelo tede- amore del Ho poeti altri a pareri farmene un sa a romani. Monopolio! non buongusto, citato autori tenuti, e sono noi parere Finalmente l'Humboldt via, tedeschi teneri meno che e tedeschi, ragione,per Ma gnor il si- se d'italiani un è naturale di vedrà cenno: alla gente e che vuol che trina la dot- monopolio. signor De quello stesso Zerbi che afferma diceva che lui, Tibulllana cioè che ha natura cita favore Tibullo. dire, senza almeno A. quale, che G. si possa der mutò Literatur delle idee questione ignoti omerica ; lo di certi Europa; alla assurse alla Schlegel, suoi il dizi, giu- Kunst cinquantanni in la coltura pedanti e di sceremo gli la- non dramatischen per l'arte su parla per pensare la Geschichte con anche protestare il Wolff e della e non che Quello fossero che Schlegel che che Mommsen, dire. critica dalla fescennino; Lasciamolo italiana,è, und il che figlioe Dumas un sentimento un suo a è Tibullo 361 rizzo l'indi- il Wolff teorica che della epopea. Del resto, esametri pretende dire scrive che uomo il latino gli e cosi, Quid e un tutto prodest coelum discorrere quello (Pubblicata nel che giornale di impUesse Tibullo, Ntaera, ha il diritto di vuole. La 1879). * Patria di Bologna, 24 bre otto- di risorse Le 366 Tedesco al Miniato San cenerino, al polveroso della grande ondoleggiante leggiadriadei colli F somigliantia darno ridenti le facce ardeva viveva sole non il frondente e fremeva folta la del ho odiino e dette roche, ed aspro Virgilio con loro I perde Sol la Le valli cicala e un col i monti greci le salutavano emblema della estate razza le cicale. Le ar il loro busta han canto. cicadae: della momento dezza, gran- sua metro assorda e il mare e della Terra, figlie della bianchi. più gentile, è non noioso cime poeti di i discorde querulac rumpent cantu quella in oltraggino tanto e vano scopri- mobili ciottoli di capito perché mai tra fiume, luccicante, sotto le cicale latina l'Ariosto fra il piano pioppi, e delle canizie mezzogiorno, Toscana! Et dei Spiccava il greto del dolce non il regno degli agilitronchi strillavano e sotto colonnato Come Io testo co- uria fuga di con lo stellone tutto — interrotta ombreggiavano Fin sinistra, a e nel cielo incandescente. i colli e destra presesi rispettie volgendo cantando a Val- di che fila di ragazze una corrano mano per cia, ; di fac- estate nobiltà il cielo. e autoctona. le ravano ono- De- risorse Le 368 che pare de' suoi in e piace di alla che pare fremano, tutte di ai freddi atomo le mie fibre Platone, la voce cicale. Non imaginò tutte delle le Toscana cantare, più discordi,fino di sentirne e in senso cantare! cicala di ma unica tra il senno la era terò can- Oh e in brune a punto si Muse l'amore, sin è vero, e l'Aurora! del- divino delle voce le cicale Romagna Come e antichi,i quali, trasformarono dovere, come la per a vivrò bato ser- spendeste dietro vite l'alimento qualcuna io sia immortale. raccontò rade, sensi dagli amplessi settembre; piogge settembrine. un e sempre in e e me è cicale. via a più avvenuto le prime affaticava, quasi Terra a triste quello stridore susurrio che durano via dopo figlia della il ridesto : tumulto che vero e Terra amoroso sepolcro ! io vostre Muse, vi glidèi impietositi In è cicala obliaste,anche tutto in me uomo, i miei tutti e bilo giu- avviene madre felicissimi voi, uomini la Grecia di mia della silenzi del di parte della n?ia madre e e come conscienza gioia Titone, uscito felice di suoni splendori e la il col sole. A amori nuovi del gioventù immenso inno un Ttdcsco al perenne esultino,cantino altrettante come in annegare confondermi mi dalla sempre quel nirvana Miniato San terra espanda seno suo la essa di per pur di de' venti fre- schi la dolcezza e oramai sono Miniato cicala Tedesco rintenerito! 369 E anch'io gliardori piango rim- non invidio,soltanto ricordo le estati della dolce al di settembre: né richiamo d'autunno brezze San del verde una né e di risorse Le del le tra luglio1857 Toscana. II Veramente su' rami degli alberi,ma di stanza una ftn che sole scialba ed al buio al detto usciti allora un cosa nel allora a da liceo,tre della più anziano di Don Panza: 34 — Chisciotte rifaceva Carducci. dei tanto Eravamo ginnasio di Pisa. cui allegramente San a niato, Mi- compagni Pietro, filosofo gio- disputare dell'ente colpo poi star inferiore. testa uscio, insegnava umanità il da a godersi il sempre sarà pomposamente bertiano, forte con ci Valdarno insegnar qualche era disadorna, le e freddo) guardavano del parte una n'è, ce in retorica insegnavo spalancate (è meglio finestre strillavo non grand' edilizio monacale, un primo piano, un io luglio del 57 nel le e a impòste pere rom- d'un (terza ginnasiale),ed tre e e il più positivo:profilo buon stupendamente senso i di Sane io gatti innamo- Le 370 rati dì risorse miaujava e arie le Trombino, in avere per latina terza),non un mazza allegramente delle crayattpua ma maggiori serio quiete; scapataggini serio de* rosei aveva avrebbe potuto conosciuto cantare ^come per Pinini, anche nella spostato pinein, insegnavo cioè facevo tradurre e buttavo fuor (prima), in di un due Dante di finestra il sue grande fanciulla, e Io, piamento raddop- un causa spiegarea e le pavone. (quarta Tacito fondo in e del verbo coniugazione rettorica Virgilioe Orazio, più e meraviglia eseguiva rossori e pancia, cdh e più goliardodella compagnia, il cosi (seconda egli era : teratura let- Historiae sospettosa di tabacco scatola e di ripetizionedi una e con Fer- nome professoredi grammatichina maestro vero col grammatica molta senza del vecchio Trovatore. eompendiatore philippicae,insegnava Tedesco noto trasformato Frontino al del più largamente dinando, severo Miniato San e quinta), ragazzi più che sero; potes- gVInni sacri ricordo il del Manzoni. Il ma veggo nella con prefetto,del quale sotto ancora visita che tono Miniato di era Pombra non del nome lunghissimo arrivati dovemmo farglici aveva pietoso rimpianto avvertiti,che luogo di poche risorse. Dei naso, San molti JLe risorse di San Miniato al 7 edesco francesismo Pietro colse il di cotesto significati e faceva proprioe più utilitario, men Trombino dendó e E le presto io ci ammiccammo e — Innanzi di simili ce risottécchi, noi. troveremo ci tutto boccucce: accontammo brigatadi giovanotti (come troppe una con di Le risorse le pensando trovammo. 371 n' e era n'è ce forse per le ancora piccoli Toscana), e dottori novelli, che,vivendo del loro possidenti poco e nella speranza dello studio e dell'impiego città minori e le grosse futuro, passavano tutte le sono le più degne e più propriedell'homo bere ilmeno possibile, giocare, amare, e del governo. Noi Porta che oste credo per nato; simi e me E cominciava per i molti da la veggo aver Ci strèpiti. del casetta prossimo nuova, appigio- aveva mangiare a bonis- ancora dinanzi noi di Torre per la casa conosceva ad ilpiùspesso bolognese, detto, non anche da postole il vicinato la rebbe sa- abitavamo,sùbito fuori tre ci eufemia,Afrodisio, Io patti. e dir male ma tassoniano, ci passava poeticonome ma male tutta noi,una fiorentina, un piens sa- le fanno), come non far forse che quellecose (almenoglianimali mangiaree a non giornate sante far di nulla,o meglioa di terre mala voce còl bianca, de* stri. mae- all'intorno, si sestmct,pur troppo, di j_ notte T e San di Tedesco al Mimato Le risorse di giorno, ogni qual volta,ed 372 la invadesse. allegra compagnia Ave color Ave sapot Tua spesso, era vini clari, sine pari/ inebfiarì nos Digneris potcntia l Tali se erano, di antifone in di misteri quei in pie a senso le e di rado non erano caffè Micheletti nel colle del gnificato il si- e le invocazioni ; che pubblico osteriuccia una il parole, quellistrepiti,e celebrati pure le non la su o strada provinciale. Qualche domo; in e di una memoria quadri andavamo anche volta per quelle la lieta che affreschi, o mésse il capo d'una poeta bergamasco, venditrice Bernardino di perpetua è m' più in per contraffacendo di castagne Zendrini, e comparazione con tra Hinc mascata mihi e il divino prima dalle mie mali le vate, na- il parlare sistema un la ufficio nella labes. Da della compatriottadel figura di Giuseppe e quella del sotto-prefetto, che, nero, ascoltava certi ameno giro in ancora di illustrazione brigata recitava,menandomi in istil méssa, alla prima cotesta smargiasseriedi tico crisan tutto in panca. berga- antimanzo- mi nismo di risorse Le San si levarono presto mi avvolsero d'empietàe santi dei spaventosa fossi e Portami E andavo a di sua e del fosse modo mesi da avviato a un una e un buon senso Dieci dipoi un tutti a al che poteva Corpo non processo in Toscana della ero lo salutavo lauda fortuna che del 57 anche all'ombra io mente appassionata- impedi e so quaggiù; santo Manzoni non processo; Stefano, del anni sey o con non annunziavo e tutto Gesù Io Dante, studiavo Todi quegli anni lontani. Per pur che a venerdì quel che piano, pensando Venuto e cristiano, composi materia cana, che 57 Cristo. Gesù inno di mezzo e intimato: io andavo un del del taverna quel p.... di pensare quei Signore. Il i grassi su santo fieramente su?l superiorità gran Pindaro di e lacopone la alla quell'anno vero Firenze, a che io il venerdì Miniato per è anche prima che per Valdarno verso un inorridire leggenda Sainte-Beuve,corse San in chi tu sie né ma a Assai ben e Napoleone dicendo motto fumacchi, principe Girolamo costola che vero avesse sbigottitoavessi una 373 tinsero tutto,d'una e voce, da sceso all'oste i Tedesco di feroce misocristismo. dell'accademico una al intorno l'imperatrice Eugenia venerdì Miniato mi di tal menar c'era in Tos* cappamagna parecchio e di Santo dell'onestà. giomjdi"gotofiorentino di •£* risorse 374 San Gastone avrebbe potuto arditello per giovine io forse a' che affermava spiri tosetto, e di Gian tempi il rischio di passare correre clericale. anche stato era Tedesco al Miniato moderata, che forse parte da di IH seconda Una di San risorsa Miniato domeniche trovare a di maggio da Firenze: Chiarini, il Gargani. bianca di dire che una fantastica buone fervea del ore queto Io del resto le tutte giorni,né ma per mi ho cantato sentivo que' brusii selvatiche e o cosi e per di mai ne o del se giocato non mandare que' trepestìile (barocco misto, di Dante dalla e del la irradiava: rocca, per a' miei burla; spasso a mie plicemente sem- diavolo. del casa sonato bene giovinezze, ricordo, direi un che e zione emana- vesperp ballato mai, di cacciarle potuto suoni, nostre melodioso facevamo non Torre la luce, elettrica io, per quello me che ci Nencioni, il avrebbe fervea di e giugno : un strepitipiù gloriosi di canti di degli spiriti nelle il intenzioni aureola di e quei giorni intorno spargeva romantico In nelle belle che gli amici, erano d'aprile venivano gli officii magistrali tra tristezze del cuore seicento)bombar- 376 Le daniana. Ma doveva in il risorse in questa, era Tedesco s' intendeva almeno allora, moderato, quei primi anni, le memorie serbato aveva 49; al moderato, molto anche politica ; e del Miniato San classico,come un essere Gargani di e le tradizioni romantico-guerrazziano-maz- un ziniano,arrabbiato, intransigente, antropofago.E, tale pur essendo, scandalo a Firenze, tutta con d'un non la con e caratterino glie la pagò; amorosi in stile diano; essi miglior metodo accademici tale e a A né sonetti dar miglioramento un fuori da uno più bel Siena, del testo nella ciato S'era comin- i testi,classici non mestieranti resta del all'edizione quegli anni critico che i nuovi per primi Mediceo-lay^jenziana. Toscana scelta di glie la stampò Targioni votgnritfamentod' Esopo in bel suo cinquantine a col quale scoprirono una studio, petrarchescoe foscolo-leopar- tra lavorava e né di col nettamente che componeva sieme, in- predicasse;metteva del settecento, editore un in servigio scrittura, di tutto di erudito per li poeti bello stile i sermoni diligenzadi giudizioe stessa trascrivendo sempre lettere che suo più i su francese,li traduceva, diligenzasquisitaanche prete amico diceria nel quale abbate so scagliato, innanzi una traduceva odiernissimi; e di l'anno aveva usassero coti i Vecchi empirici; e di saggio pregevolissimo risorse Le l'Esopo incompiuto cosi dai e buon Firenze: a un il per passo le mille rallegravano la che mattina il Gargani a sera, occorrenza, la a s' era si i e posso mattia, a di a il Targioni contare e in terra, aveva e in qualunque sognando, Bisognava della i suo rana e quando calcari,e fermò le mani istrinse i denti, e levò il capo derlo ve- d' irrefrenabile ore trassesi eposesi dire parlare da notte basta. far la mimica il sottano, vere mo- versi, tutti i testi di- anche non via quali intramezzavano incaponito credo e senza udirlo,Giuseppe Torquato, il quale nel spogliò piedi e qualunque propositoe catoniano classicismo sfrenata Toscana, memoria a lingua esopiana. E e di sicuri di Basti esopiana filologia. mandati avevano e loro delle cari guelfo del il Gargani davanti stimone te- queglistudi dire,più Non deljgobbofrigio. bizzarrie quei cenacolo cantuccio un trovarsi caccia in per volta Targioni,in si limitavano s'era,sto non pericolodi qui Gino. Né marchese del al blicato pub- per le notti gelide e casa lungi fu tini fiorenpe'sollioni nella Laurenziana Sebastiano, non san studi onde Gar- dal e qualche era il lavoro vegliatenella serene 377 nel i864 come amorosi e proseguivano concentrati Targioni Io Monnier. Le dei dotti rari amici dal Tedesco al Miniato San curato senese gani, pur di alle al ginocchia, cielo^e gonfiò 378 risorse Le con tanta sue vanno di Soft Miniato iniquitàalla ter\a volta, è et terra per mica mi- Cotale atteggiandola e tutti i moti figura in etnisca le budella che crepata. egli eseguiva, parlando sua Tedesco al più e jcastici nella grande aula michelangiolesca della realistici, che Laurenziana, dopo si fosse di cosa ritirato nelle quelle umanisti del scene quattrocento i sentendo ma, digrignasseroi denti di quella allegrezzaonde la filologia.Qualche raffrontando e ammirava qualche testi rinascimento Con di feroce: Marat degli Amici del classicismo fatto la che fossero essi invidia sparte in di- stava d'Aristofane,guardava fosse non antico commediografo una un che capricciosità grottesca il Gargani era, rigida il Nencioni fra toscano. questo tutto non giovinicelebravamo sospettoso, del io catene dispetto e tedesco, gli si oggettivasse in del credo e per noi stupitoe fantasma codici, dirugginio delle il quecento cin- filologidel vecchi plutei medicei, imaginavp che degli gli spiriti dei e dietro. Che di stanze pensassero imprigionatine' so; rucci Fer- il prefettoCrisostomo lo ripeto,un un osservanza, designò più pedanti. Io, allora greco romano, non moderna eloquenza politica puritano tardi per il nell'apogeo ammiravo e pubblicano re- ammiravo gran ai" risorse Le che poesia della la meno Miniato San di da cui alla luna stagno uno ranocchi e tratto a dai ore lunae, saliva discorsi L' care. esser ascoltava,ridendo terellesco. C'era del delle Gargani: epopea Gargani, mai dell'Arno: feci mi un ranocchie, a durò due un pioppo, un po'stón- un'allocuzione bunizia tri- e dell'aspettare rivoluzione decasillabi. costanza cir- d'Esopo gli do- cotal riso stanco una di borbottio improvvisazione suo a in C'era sperato di- Firenze, la blica repub- ranocchie,capitanodel popolo Torquato la ribellione versi sciolti. C'era gracidanticontro O figlidel Marciam Contro Il ranocchie mani delle cittadine il Gargani fattosi tiranno marsigliese delle ranocchie Le in riva delle amore per d'un re Tor- inspiratodalla nella epopea del veder ai ranocchi seduto l'amico, appoggiato almeno: nella dell'amico, improvvisargli la di una alla campagna qualche serena, bestiole,del resto, che vesftio giàgliamici silentia 379 Onde, il Gargani passavamo e amica per Tedesco rivoluzione. quelle notti che, dormenti bianca, io al : cominciava: pantan, marciarci marciam il tiranno uman capitan Gargani pigliavano e il Gargani, piedi legato ai lo poeti gnavano conse- odier* : Le 380 nissimi risorse loro di nuovi Minialo San al Tedesco ricordo alleati. Non poi come finisse. Qualche Firenze. Arrivati,passeggiavamo Poliziano di e Esopo, nella repubblica i rumori il sole vecchio, in notte alla mattina lo dirò Ione alla qui Gigi faceva col glia,con un la grembialone, e gnori ? eccone con sùbita qui abatino uno E Sta Imbratta noi A — desiderano ?— Segni Per — Gigi da di si bene Questi si- roeravi- l'appunto di pr irtìQ. £antp,f la bianca non procuratore, per Lei. e bur- fiorentino,che — — un faccia di ciompo fresco fresco si cosi dimandando: cortesia repressi. del domo. E facciò piemontese s'af- Guccio di Che — risce confe- se so non men gallettoarrosto. Un — sua chi h : soprannominasse Gigi oste sarà lori co- Mercato meditazioni cucina, f-EF il porco innanzi vamo face- in vita ufficiai d'un partecipare,né io,e Cosi serio serio volta certa gentiliziagenealogia Gigi son e si inclita sua Porco intendeva la io: della gallettoarrosto.... un l'ordinanza o della solenni Gigi.Come da e ridestato i avea il Gargani sentenziava vegliò tutta entrava odori gli e critiche,del rivoluzione. prossima a scutendo di- notte della monarchia e giorno. Quando tutta di edizioni questionando e non io il Gargani riaccompagnavo sera omc tovagliaera WL» ' ' I sul desco distesa E notte. fiasco ; ? dopo avviandosi, con v — ...... ,... . . ????????»?? .... ? ??? _" •? il oidorodelParrosto la il stanza i wb«« confortando e lasciavamo, della stazione io alla del il Gargani levriere in inquietocan un v salia e bevevamo galletto, ci otto l'Esopo,e per ? 381 po'rilassati dall' umidor un le ? Tedesco al bile sopravitroneggiaval'ama- e mangiavamo e ? e fiasco, i muscoli noi 1 di promesse riempiendo a nero, del sovranità ? ?????? iinwi^i ? U»"-^' Miniato San di risorse Le zaglio, guina per San Miniato. è il giorno de' morti. O Domani muto delle memoria ancora belle nostre che Romagna, io rinnovelli spiace che non la nella fossa di freddo e amico a per te un giaci certo poco fiorentine. estati IV Un'altra risorsa, e questa po'più pericolosa: un m'innamorai. si Non spaventino i le braccia di fiori o di la grandinata concetti della che prima protendano non loro di frasi o teste la soglion portare ogni qual volta i nembi pidea pioggia la- sé le con dalla movano poesia. Io,quando la e deprecare dalle dell' amore meteore plaga per lettori m'innamorai volta e sentii a San Miniato, gustai profondamente, e sento nel ancora di risorse Le 382 del infinita malinconìa dolcezza di primavera Augel non già, ma i poeti, è l'usignolo.E al la le nel ! e non e se uova canta, è il maschio. nei novelli ed l'arrivo d' giorni agli degli altri Egli viene aprile,e e alle fanciulle dei balli e degli amori. quando gli altri uccelli per accorrono fosco le ruine e modo è non alle nostre sé della non terre fiori un ne ai e ai gioia, gode; cinguettando si ritira in fiorite d' lei primo dei sere bandona ab- tanto sol- generare canterini, annunzia Egli schiamazzando, tra a voce uccelli. Poveretta annunzia le belle cianciando o mala il rinascimento giovani e, ogni uccelli pennuto, depone degli altri A alberi virtuoso dar femmina nido che campi si vuol sua covare? frinfrino quel organetto e ella fosse conformata a Chiarini). G. quei tenorino invece cùcùlo, perché di turchi, per fin de'boschi,per quel flautetto che trad. quanti sdilinquimenti e vocali, per di scambietti mistero. e vago, chiasso quanto pensiero mio obietto suon e I al (Wordsworih, tutti soave prediletto o Invisibile, di la e cùcùlo. del canto Figlio Ohimè Tedesco al Mattato la segreta cuore, Salute, San vecchio un albero edilìzio, risorse Lt 384 dell'essere Che cielo la fede eglidalla farsi a la e ella Dura E la fede Cu, questo l' amor allora cu, cu, dica più ilvero, del bene che secondo tristezza non e in gli ho che troverà né tasca che per albero (or e meno segno, quel tutta la uomo mi pento dava man- ; averne che, di annunzio vita. E anche io cantava a non non tramontana secondo sempre la vita ad E anche soldo,e quando un pover e gli voglio)mi è fatale tutta cello l'uc- se sveltamente quasi ora ancora magico la burletta. il cuculo mentre dovino? in- l'altro troppo credere dalla* parte di per Cu — le fanciulle maritino, dopo un voluto dolore avviene, egli è svedese, si a popolo svedese, pensai avevo faccia ma verso il sur e uccello o quanti anni ch'elle prima rosa gioia? la ricordai che al cuculo quel cuculo il suo dura Quanto cu.... cu, non egli posi che o stella,o cala — mio, versi,si danno che accòrsi — Bene il fiorir della rispostaripeteun i suoi spesso Cu — fulmine del punto passare nella farsi a quanto svedesi,dimandando da ? durerà — han uccello? savio terra Cu — gioia dell'amore, profeta uccello? quanto a Tedesco al distruzione? o verme lo schianto quanto Io della l'amore, ? Sale dal — è Miniato San nunzia cosa male di non ciò la saviezza cui tocca in tasca si pochi risorse Le o San di al Miniato punti.Pare impossibile!ma s'appone ben come di Carlo matto nelle sue 385 è savio quanto che popolo cotesto XII Ttdesco e segui quel corse di rotta a collo ! Cuy cuy mi cu, eh' io ! E era anni. versi del cùcùlo dalla risuscitato Oh nel Non e, ladrone il rimesso — mio. a vo', e ascoso, piede precoce entrò a che caro Carducci. nomata — aveva mi parea 1 abbattei della parlare di stretta donna gentile: rella so- molte famiglia nome: Ogni — paresse città,mi in pancia Mi non alla Cosi di amorosa, abbandoni il la sera mi morte della del torchio 25. odorosa una fra le molte, anche sarà mai due imperiale,che di lui potess'io venire dell'amor innamorata memoria, giovine marito cose, V anima della rebbe dure- Tornavo — in cùlo cù- pochi, sciaurato cancelliere torre mio cinque giorni. sonante nella Come'l quando, del il dunque l'amor parevano dentro bellissimi maggio Mi durò non canterellando voce che annunziato avesse cinque Io credeva cu. cu, di.... villana 386 Le risorse mi pareva e pancia non — po' lungo? Oh feci — villane su mi di San pare. Di — io,e scesero credere a con figliuola lei. Ah! La — ebbi viveva sostituto. Oh (o mi di moglie Ti ricordo versi sarebbero lei mi di nel se in tre le sero aves- della dote di morte mori; anno mia quattr'anni,ch'ella o del re d'un o lunghi sguardi grembo remoto un die Chi di dai un rompere inter- vellutati pareva)! O cotesti a procuratore un bruna Oh Mi indi secca fargliPepitafio.Della fa notizia,or a della vicina giovine pancia dì m'invitava aspirassialla io pugno lettera come — quelle un una seppi speranza al solito fui pregato bruna E casa. che espressa come ricevei un poco altro; tanto della.... che le visite alla il collo vivere a ferirmi a la madre dato la....abbia dire seppi non l'epigastro.Ladimane era interpellòla giovine eh' eli' abbia Dubito Tedesco al — che ti sembra parole secca: e Mimato la facea vita nascer speco agli angeli meco che ella diceva dei Prati, i quali certo un' isola a I assai in graziosamente altra parsi detestabili. rifiorisce in mente principio dell' Annunciazione E quando di Olindo bocca la mi figura leggo Guer- il risorse Le rini; se non materia ai dice qui titoli dico non che persuaso, avessi non pendice. un'apsi mi congedo Pinini — Vuoi tu — sare....? spo- sorella; e poi sua del bello e rimandarlo, per addolorato, stupito e ma né voglia né bisogno di zito stiz- mogli di doti. che bene per altro che disgrazia;quando dolore darmi o non altro che vita mi sanno donne rono reca- che dispetto farmi, (1). cuculo tu (1) alla mia frapposero sempre muoiono Oh si fu infausto. Le mi poi l'amore in D'allora lo maria. Sa- quella signorina.E di degli appannaggi e il con.... d'una nome ci volle del buono mi che il rotto gran esposizionedei pregi,dei meriti, dei minuta una hai che so — era anche vuole amore 387 i colli di su grano giorni dopo tre ci non dell'allegra brigata,e uno E o o Tedesco al bene, col paragoni Due fa innanzi Miniato che, ricordo la storia del mio Ma mi San di di San cantavi La signora V autore sciagurato da chi mi detto avesse tramontana! Carducci s' augura non Miniato che saprebbe sta la benissimo, duri dove e (Noia sappiamo cosi, altrimenti sempre darsi noi di capo I del? Editore). Le 388 risorse risorse Le tasche i cresciute al pili sapevamo sé) come ripararealla arrecando dalla frutti alle colline ed alle quattrini nostra le liste del Micheletti convalle giglinella parimente candide. lire codine quellarabbiosa Tedesco non dalla parte come non maledette io passavano Afrodisio: alte ma erano fiori e foglie non di volta da cassa parte di Dio ma piani, al e 1 mesi abon danza. Miniato po'per un (Pietrofaceva ai San Trombino che punto di aridità al e E mese con scevano cre- di Gerico, novanta seminare come falciare questa lussuriosa come vegetazione? mattina Trombino Una camera ; e, mi serio in Stampiamo preamboli, senza tutto entra — le tue poesie: — Restai a città che lo qualche giornaleo un nella ad modestia sua sonetto o almanacco un assicurasse mi la discrezione dell'io tipografato spettacolo segreto, dare foglivolanti non Dare male. ne un'ode per una o una laude festa di di con del in spirituale campagnoli che Ma sillaba, capissero passi. V* zonetta can- ed raccogliere esporre Le risorse io le mie in come de] me gioventù mio e gittare nei e de' rarissimi era pensiero lingua della lima rabbonito; Qualche mi e mi di bisogno finivo v' di mai godimento, godere a Trombino parlava, dissi la per pur avevo anch'io, cosi non di no. Egli se ne che e pur andò, cendo ta- lando scrol- testa. tassoniano,fiottava con era come aspettante, Afrodisio, con Ma brontolando, nulla. Dunque la poco un orsacchio un Finire e, in bricioli; resisteva; e io sopra finire. e addosso tutto volta indugiavo della abozzo, e andava volta il quando, dentro stecca a in in quando sbalzi,come a risolvevo cessazione ine della o intorno tornavo non di mia materia formarlo per furia in nella verso, su proprio brani e meglio. Qualche tanto e del canali Le piaceri della il sentimento o rabbiosamente. vi pezzi a poi prendermelo darvi stazzonasse e paoli,ohimè! tre a prezzo a ai contatti mantrugiasse o 389 libretto un allora, io le faceva poesie, massime per le Tedesco al abbandonarle cinque a in poesie che ragazze me: Miniato San bordello,e un pubblico come di ben rasa la sua da settentrione politezzadi poggiava ruvida da un ; il cera d' Micheletti, caffettiere mezzogiorno; oste il doniano, gol- Ristori di risorse Le 390 San Miniato tipografopiccoletto,bruno topolino,messo da su economica al vivo e che luglio del ai 23 alla luce uscissero al del o superbo di del e via poi al con che che ardita! barbone un anche di dire è bianca. quasi La cheletti tornai: per la e' onesto San mosaica Ma, Martino d'un liceo rispettabilità, che .la espiammo. di parte dire. giurare fuggire Afrodisio con dovevo preside non meno debiti. estinguere,dilagarono. Una dovemmo né a I dalla Trombino ambedue, grazie ai babbi sto d'agoTorre tornò, io e fu debiti,anzi mattina celato colpa insegui in carrettella,il posta. E nuova i miei sergente che e di Trombino. tutta via coll'intendimento fu ora e stampare a e sfacciata 1' amico Volturno, posso che vecchia piuta, com- Bagnoli. aprireuna di pagare niato Mi- san d'incoraggiamenti da speranza l'ardita speranza da di intendimento in dietro a Pietro io le diedi pubblico italiano,ma Altro e che riaprire una la modesta di poema in sodo resta col Cadmo, le mie Ristori, veterani anni tanti gloriosidell'impressione, ora bino Trom- 1857 pubblico pe' i tipi del Tedesco del zione un'edi- • avvenne Rime bel un amico. da la vinse. Cosi come offeriva Trombino, trattamento e Tedesco alle mamme, Minon La CronacaBizantina che è il più elegante di tutti i che in pubblica scritti di ogni numero di O. e giornaliletterari, Guerrini. ha l'assidua collaborazione che L. Capuana E. - Scarfoglio sona G. - Chiarini di musica - in che - scienze in gran mese Abbonamento e Via Roma, a premio, a di dodici colori Lire ecc. io Centesimi separato Direzione ecc., di lettere - formato annuo Numero Les- e ecc., intestazioni fregi, pagine con Un Salvador! pubblicasciarade ogni numero M. - di finanze - di mode due volte al esce G. - - G. D'Annunzio - D. Mantovani - s'occupa di che di E. Nencioni E. Panzacchi - G. Carducci 50 Amministrazione Due Macelli, N. 3 »/\/\*V\/VX/\^VV\/\^^""Vy\^.»V/V/\/VV/' L'abbonamento l'abbonamento volume, un di G. dà diritto al dono di Carducci. diritto al prezzo d'abbonamento al premio direttamente abbonano zione - delle Confessioni e Battaglie scelta, a l'affrancazione del Hanno escluso assolutamente - semestrale Aggiungere per annuo del Cent. 50 premio. soltanto presso coloro che si l'Amministra- Giornale. à jwfc jfJ*. *T* *s* CASA ANGELO jfSk «* *T*T jtw EDITEICE SOMMARUGA C. E :ro3^la. 3 Via - Due Macelli - 3 Recentissime pubblicazioni: 6. Carducci. Confessioni - edizione. Terza Battaglie e di circa volume Elegante - 400 L. pagine L. A. — Vassallo. La di pagine Rovetta. Pauzacchl. di P. di - - Elegantissimo Edizione - 200 pagine - Fra Vescovi ». Elegantissimo Cardinali. e . . • zione di - G. Ad una Carducci. — 2 50 2 50 . lume vo- - gantissimo Ele- volume Bf. Eazetti. 2 tissimo Elegan- 300 pagine Siciliani. 3* Bezzo Al - 1 Felce. - — 50 — 300 Ninnoli. - volume E. Crocifisso un Margherita. Kegina volume G. Ad - 4 Ode con 50 prefa— 50 G. D'Annunzio. Canto - Novo Elegantissimo volume, 2a - Edizione disegni di con - F. P. Michetti L. Terra — Vergine in edizione Terra — 2a - Edizione Edizione - economica Canto Novo G. Mazzoni. - Edizione - Poesie, - — 1 — di G. Carducci grafia cromotipo- in edizione Elegantissima 50 . economica prefazione con 2 1 . — — tissima Elegan- - cromotipografia Vergine 4 3 L. Vassallo. A. G. Salvador!. G. Leopardi. Fontana. volume U. Fleres. O. Bacaredda. 300 G. A. L. di Elegantissimo - Sardi ed Versi Ultimi Borghese pagine - 300 Versi - Onufrìo. C. Gerboni. C. Pasearella. G. A. - - Albatro Leggenda Er - Costanzo. e Voltaire, Grandi. - - 50 Gli — 50 — 50 — Elegante - volume. Eroi de della Il Delitto d'un 50 3 — 1 50 1 25 . Elbana Morto 2 300 Campagna Soffitta. Galantuomo. 50 — . Orazio 2 Splendidissima edizione pagine E. 50 3 Shakespeare - — Elegantissimo cromotipografia Morandi. — 2 Cantanti Roma - — 2 Primi - - Costanzo. in 35 45. per Morto Faldella. 50 3 Bozzetti - Pertica. volume 30 pagine - — di R. Bonghi Versi - Dopo — Carlo Monte Papiliunculus. Dott. prefazione con principe. Formato - di 2 pagine 200 — Poesie, Edizione - di Minime - - Flamini. Paola Contessa volume Elegantissimo — F. La - — 1 50 1 50 . G. Carducci. -Eteeno Femminino Eegale za (Ter- edizione) C. Rusconi. M. Lessona. Dott. G. 1 Memorie - La caccia Pertica. Mazzoni. alla In Biblioteca. 3) 'imminente Carducci. G. Salradori. V. Imbriani. E. CastelnuoTO. G. Vite - Chiarini. Il 3n E. E. E. F. L. tfencioni. Scarfoglio. De e Comp., - stampa : - Femmina. Avventure di un pellagrologo. Novelle. Il vaglia Roma, di prima Le Benzis. Dirigere Figure. corso La - - Stecchetti. Romualdo. professor e Orsenigo. dagli Medaglioni. - Lombroso. : scampi Ombre - 1 : . Militante. ne - 2 Ritratti. e Dio - 1 pubhlicazione Critica - 3 Bizantine . G. / iena Storielle - - Aneddotiche trentanovelle. alla Via Casa Due Editrice Macelli, 3. *%fg^p- 25 A. Sommaruga — f" OPERE GIOSUÈ CARDUCCI DI ZANICHELLI EDIZIONI secoli XV e XVI L. . (Edizionedefinitiva) Iuvenilia Levia Gravia Giambi ed Odi nei barbara Poesia La (Edizionedefinitiva) (Edizionedefinitiva) Epòdi barbare Odi Nuove barbare 3 .. Rime . nuove. barbara 00 4 00 3 00 3 00 3 0° 3 °° : preparazione 11 Terze — 5 ne' secoli barbare. Odi XVIII XVII, — Poesia XIX. e .-B •— EDIZIONI La — ... SOMMARUGA •"•» Confessioni e Battaglie Confessioni e Battaglie Eterno femminino Trovatori ritratti. corso alla La — Corte letterari. — "critiche. I Ciompi. I Serie II L. 4 00 4 00 125 di stampa di Monferrato. Canzone Jn Studi - Serie regale Jti I - di : — Vite e Legnano. : preparazione Discorsi — letterari. Scatti. — — sazioni Conver- Novelle. — •m i Jl in ..?? \"X ""0» K»"S ì rVf V % "^ ^""^, '•"?A ""^ -T^ " "*"" ^O* èààèiéèèéèèààiè^ ^ 4*m£"'^ ca|fo Lire 4 •V _^."\J' V W\ * «v? . . . V, . 1 ^ -