CARDUCCI
G.
CONFESSIONI
BATTAGLIE
SECONDA
SERIE
I.°
Migliaio
\\ O
CASA
EDITRICE
3,
A.
Via
Due
i883
M
A
SOMMARUGA
Macelli,
E
3
C.
iHD COLLEGE LIBRARY
H, NELSON GAY
CIMENTO
COLLECTION
COQLIDGiPUNO
1031
J~
LEVIA
GRAV1A
LEVIA
fisi Levia
GRAVIA
Nicola
signor
2
I riordinato, il
merce
e
po' mista
un
quelle poi
ì versi
che
del
da
me
non
rrfistoe
più quella
navigava
sua
pistoiese del
1868
e
raccoglie insieme
ma
tra
-dell'edi-
ho
cuopre
all'ombra
Barbèra,
composti
richiesta
a
Zanichelli
titolo
nell'edizione
naviga
che
Gravia,
il r86i
soli
la fine del
e
in
67.
m
Breve
della
vita
Oh
di
corso
e
tutta
anni
l'Italia invasata
tempo,
una
e
storia
a
chi
grande
allora
memorabili,
eternamente
dell'uno
pure
non
vedeva
spazio
era
vine.
gio-
quando
nell'aritme-
Gravia
Levia
né il dieci né
più
tica
lo
! Oh
zero
gloriosa del brigantaggio
allora
amico
mio
generale Garibaldi
stato
essere
a
Ma
come
petti dei
droghieri
de' dtft santi
dalla
oggi
ordine
Italia,
vendetta
alle volte
la
campanile
di
della
cavalcando
di San
dal
sua
e
Michele
potesse
dell'Adria
longobarda
e
sono
umana,
dei
il generale
palazzo Albergali
scapitozzareil
bosco, acciò
meglio
delle
e
meditato
minaccianti
faceva
in
rona
co-
Gualterio
marchese
le orde
'i
allora,li
gentium,
del
e
sotto, la grocfì.
giorni d'epopea,quando
città per
tricolore
venti
minorum
divini) contro
Cialdini
Eloimi,
contentarsi
ragione, superbia
Oh
progressisti.
correva
devono
logna:
Bo-
appariano
di
gonfiavano
presaga
(i colpiti nella
colle
si
tese
stagioni
cavallereschi! Quelli che
bestemmiavano
d'
Oh
fucilano?
gerarchia
una
non
porticidi
dei
i commendatori
splendore, quando
venerabili
ai
lo
non
al
mostro
braccia
le
con
quando
colpa del
in
colonne
le
perché
urlava
lo rendeva
e
parte dello
a
morte,
o
moderato
e
tutte
levata
Roma
ammazzato,
dimandava
di
sarda
eroici di
mesi
! Oh
stato
un
della banca
e
soppresse
delle strade
e
corporazioni religiose
meridionali, delle
ferrate
samente
travaglio-
età
annunziar
Alpi
papale
come
memoria
diera
la ban-
di lassù
sopra
si
quel
com-
Levia
Gravia
piacesse villeggiareSua
duca
di
avrebbe
il
essere
la
Gaeta!
Chi
tollerato
non
pietà grande, che,
avevano
il
credesse,il duca
nostri
per
al
buoni
Veneto,
memoria
marcerà
della
borghesi
teneri di
Vienna
su
di
il Comune
di
come
una
guerra
cuore
che
generale parti.E
quella partenza
una
lapide da
murare
Non
so
poi
fosse
se
per
fé' incidere
Bologna
procella
Vienna, gridavano,
! A
il
quando
eterna
gloriose
ricordo
Mi
quei poveri prussiani.Fortuna
Vienna,
a
chi
di Gaeta
rompere
general Cialdini, spazzando
il
allora,o
credeva
non
si
vittoriosa
primo generale d'Europa?
austriaca, i
il
Eccellenza
nel
la vittoria,
di
parole
palazzo
murata
o
a
bergati.
Al-
smurata.
iSK
Intanto
anni
su
dal
avanti,che
rifermentava
tutta
detrito
marcito
la
glistelloni
vegetale
della
Protesto
facilità
vanità
nostra
che
che
in
coltura
di
quindici
de' vecchi
pie
tronchi
io
non
fioriva
delle vecchie
delle
gramente,
alle-
albagie,
debolezze, i
lacci
roso-
letteraria.
voglio
ancora
di
ribollimento
quel
nazionale, spampanavano
sotto
con
a
anch'esso
materia
la
della
e
dir
di
male
della generazione
quella che
venne
Levia
intorno
su
molto,
nelle
al
59. Molto
col
valore
prove
delle
audace
nei
cielo
dal
allora
albeggiava
(sieno
Dal
in
accesi
e
in
libero
poi
e
furono
si
non
che
salci
all' aure
pur
delle
diventare
aveano,
arpe
avesse
dotto.
pro-
più studiato, né
avuto
apparenza
vituperato;e
era
fantastico
in
in
Quelle
fatto
uomini
I classicisti
od
e
le
e
gioni
ra-
del
si
48
la
turbinando
pianeta girantesicon
i
eolie
alle
materiato:
doveva
forme
erano
poveretti,tutte
quaresima.
estetiche
dell'arte
rotondarsi
piangenti,che
fratelli. Ma
meno
era
estravagante
rotazione.
grandi
intorno
trasmutarsi
regolar
dei
indipendente
doveva
e
e
paese
avesse
il romanticismo
accentrarsi
invece
morti
nostri,
cuori
le
il bel
capisce. Ma
capelluta cometa
dai
maestri, padri
alle forme
pur
dei
al
allora
bello,e
le tombe
gli
innanzi
discendere
era
eterno) e
anzi, tutto
studio
addimostrato
concordi
tanto
pezzo
patria,
politica,con
pareva
su
erano
un
45
si poteva:
e
della
generazioni
da
che
rischi
tempo
ci
quelle due
forse
da
la
per
consiglioopportunamente
col
Dio,
di
benedetti
afflitti che
di
armi,
che
d'Italia,
ideale
santo
fecero
esse
splendidamente
nobilmente
animi
Gravìa
crepuscolaridi
romantici, semoventi
angeliche, dovevano
uomini
voglie
gli
ragionevoli;e
di rifarsi della
altri della
lettera-
Gravia
Levia
civile
tura
travaglio digestivo del
nel
erano
parlamentari.I giqbertiani,le
allora
della
sopracciglia agli occhiali
dal
della
dinanzi
all' esercito
della
Per
parlava, se
tutti i
come
filosofia
per
popolo
e
Trascendentale
risentire
con
niaxa-di
quel
e
con
zarli
disprez-
critica
una
edizioni
nelle
Rabbrividisco
tanto
altret-
de'
ancora
preti.
tento
se
impressione demo-
la
le
su
una
i testi latini
sciupava
la memoria
vamo
ave-
con
letteratura,
che
vocabolo
per
si
non
di questo
(né
senza
gustosi
l
allora
maledirli, o
trascendentale
schietti
tedeschi
maledirli
torti);per
un
tanti cani
istruzione,parevano
trascendentale,
cosi
dell' amministrazione,
legislazione,
fortuna, di
non
cese^
fran-
all' alleanza
piemontese,
deir
cavouriani, e
pratica. I puristipoi,;
della
all' unificazione
bastonati.
le
mangiato, in foglia as-
facondia
al bozzolo
sorgevano
grosse
nazionale, accomodavano
coltura
filosofiche
bosco
teste
ventare
di-
patriotiche
nostre
fibre.
vinto
Avevamo
giudizio della
P
col
virtù
astuzia,la
buon
credeva,
nostra
Francia.
evento,
con
delle
si
—
La
ci andava
la sicurezza
nostre
con
—
facendo
e
inegual
mercé
tuna,
la for-
tici
fortuna, ubriaca-
lusingando
nell' esaltamento
forze, per poi delusi
e
mollendo
am-
voso
ner-
abbatterci
Livia
ucia
disprezzodi
nel
e
Cravìa
reputavamo
?ci l'occhio
gliuni
accennando
credeva
dava
a
resche
:mpre
nella
air
bere
a
là davano
bere
a
nostre, che dovevano
vita
nuova,
s' impiastric-
più nell'attaccaticciodella falsità,
in po-
torchia paesana, machiavellismo
jitismo in
arcadica
academia
religione,
in letteratura.Dinanzi
:a
Italia,
ti
e poi NaNapoleoneIII,
cosi le anime
a:
if
Na-
che, mentre
gesti,
l'Italia d' accordo
e
lo
glialtri ci ara-
verso
darla
di
bere
a
a
solenni ; e
maestri
ancora
stessi.Di
noi
Francia marciavamo
Io spaventac-
barcollanti
le
tra
ntraddizioni della servilità e dell'odio.
ilprimo
secondo le teoriche giobertiane,
1 sistema
:
planetario;
dopo
per altro,
ciò contro
amo,
nzo
le teoriche
intanto,
una
letteratura
coli'uzzolo d'un
dietro
meglio,
in
giobertiane,
in fatti,
vestito
storico,
correva,
la
i
pelasgica.
da
guardia
vecchio
a
cui
politica
; e pretendeva
funzioni
piazzale disgustose
del
suo
Gravici
Levia
concubinaggio, legalizzato in
della
le
libertà. Il
parti.Noi
Grazia!
l'Italia
mondo.
la
con
pronto
ella
significarela
degl'italiania
Roma?
una
via
passare
e
per
collo
capolavoro
un
intisichito
di
inflanellate
manzonismo
tanti
vapori
con
Ei
fu,
loro
le
mescolavano
libera
il
verso
isterici
caso
c'era
del
tra
cascasse
di
di gran
il
E
classiche
di
capo
ragna
telo
il
e
sospiri,che
leopardismo;
il
e
verso
sciolto
e
la strofe
romanticismo
le emorroidi
se
leopardismo
Il
manzonismo;
verso
acque.
firmò,
Non
braccine
idropicotraeva
parevano
co'
frasi
li
entrata
drammatico.
allungava Je sue
è
non
imminente
ci
non
la
cui
Inutile!
che
croce,
convenzione
Pepoli
con
tutte
nazione
ieri la
mano
e
vamo
confessa-
drammatica
il marchese
e
in
avesse
più
braccia
cuore
gran
firmammo
Non
tagliarsila
a
di
la
essere
Francia?
non
E
risorgeva da
delle
pochi, facendo
gridavamo,
del
italiano
teatro
dell'unità
nome
ballonzolavano
intorno.
ili?
La
critica
giovine :
viso
tutta
di....Di
quale
era
esser
Ricordo
sentimento.
che
cosa
o
fra
deve
di
che
parte
un
ancora
del
popolo
un
corpo
.
umano
cne
io dica
dice:
monsignor Della
bestiale
o
in
Orazio
ma
italiano,
vuole
non
latino lo
in
Ricordo, dunque, an-
bovìs.
crudae
podex
Casa
,
viso. Aveva
quel
una
0
o;
di
grassa
de' versi
e
sbarbata
colante
giallosporco
giudicavastrisciando
libro
sul
lasciarvi
sul
o
acci di sbieco
i
verso
altro
utìum
sur
c'è
scrittore bellissimo
Formica, non
no
lo
me
cazzerellino
un
i voce
nne
era
d'un'
òca
ella mostri
scrisse il Forno
vietasse,chiamerei
voce
e
coniglioche
cui
un
del
alleggerito
i bordoni
indo:
battendo
Qui
il pugno
c'è del
,
le spese
no,
di
di
critica
tutto
zighie
—
sul
bianco
vi
quel sala-
la
sua
tavolino
e
fegato.
1 resto, Vittorio Emmanuele
facevano,in
—
industre paesano
disertum,dico, significava
sempre
)vazione
be-
penne
un
bologneseabbia
elio ed
monsignore,
reo
e
tutto
d'
come
come
isrel
il
affetto,
chiamato
avrebbe
disertum, e io, se
fu
non
e arricciava
travicelli,
che Catullo
—
la destra
queglioc-
folo,e fiutava;
e
grugniva: 'Un
Un
come
manoscritto,
segni;e poisgranava
i
affogati
occhiettacci
certi
e
e
e
in
li
Gail general
estetica,pove-
per tutti. Un
professore,
il capiestetica,
scoprivaraffigurato
Levia
del
tano
popolo
de' due
qdale
O
una!
Dante.
Le
Quel
signore
rincontro
tra
il
piemontese
generale
il
tra
Vittorio
kepi (non
e
letterato; quel
gion
dei
signore;
il
e
rondoni,
quale,
estetica!
e
come
le mani.
cosi
la
del
V uniforme
priore
del
tino,
fioren-
Telmo,
male)
sotto
del
countacc
mezz'
aria, nella
sanno,
litare
mi-
repubblicano
quel
fantasia
tutti
del
samente
sdegno-
cosi
a
mente
rabbiosa-
le guance
ancora
di
quel
tra
orgoglio
del
cappuccio
e
i mustacchi
tra
stava
un
biondo
con
usava
feriva
con
Emmanuele
poeta
e
il lucco
rincontro
sdegnosa
la
l'aria
Emmanuele
monarca
quell'alma
erto
naso
restre
ter-
ricorsa
ogni
morto,
quel
e
cosa
d'intorno?
lezione
un
dell' etrusco,
cascanti
cui
il
e
spiovente
naso
a
e
furiosamente
vivo
un
schiaffeggiami
superbo
la
battevano
tarchiato
magro,
sabaudo
italiane
che
paradiso
dosso
fra Vittorio
tra
fortemente
re
a
terminava
abbracciamento
nel
in
o
To', l'Italia
scoperto.
colori
lettere
quindici giorni
grande
e
di
Beatrice
Dante
a
di tre
tanto
professore
di
fine
nell'Aiace
se
di Sofocle.
alla
era
1 1
più
so
si presenta
non
con
Un
non
Edipi
significasse, si
Gravia
delle
è
tanto
di
e
re-
nostre
ramente
pu-
Levia
Grafia
m
si
ngua
italiana
la
li
come
a parlare,
seguitava
a
morirà,e gli italiani saranno
contendere
simo
ella sia mai
se
co' suoi solecismi
e
iosate faceva strage ne'
luri dei cittadini del
escolavano
io ai
le
con
esistita.Il
gentilezze
teneri e
cuor
valtellìnese. E
i fiorentini esuli nella
insieme
negli
regno. Mi
nuovo
i,giuravaogni buon
emigratie
sempre:
sun
i
ve-
propria
frullate
le loro pappe
Fanfani si leccava
Pietro
piemontesi.
E
e sicilianifacequei poverinapolitani
a' suoi piedii
apo a lui,per raccattare
oli che
zi
e
egli,Epulone
e
Trimalcione
ghiotti,
spazzava
dei bocconcini
ido in
quando colla salvietta delle
dalla
imbandigionedel
atica andava
peggio per
come
lei
se
bel
poteva,
ne
toccava
per anche
i,noi s'
via
ele-
sue
parlare.La
i cani in
come
da
tutti. Eh
i manzoniani
dio,sacramentavano
lella regianon
dei
e
i
giu-
allora nelle ap-
è/attarialia
con
gli
nrw
Levia
E
fabbriche
intanto
le
Gravia
che,
rachitiidropiche,
tisiche,
brutte che la
più
loggiadell'Orcagna
13
del Panteon
terra
abbia mai
della
e
sopportate, ci
ere-
1
j
scevano
si premevano
ne
e
intorno,come
tanti
1
della fantasia,come
ergastoli
penali dell'estetica.
gì'intermezzi
e
del
della
popolo
un
tassa
oh
vaticano
Una
su
scappate via dal
coli'incubo.
di lucertole in
civette.O
da
alla
nella
posavano
di Napoli!
apparizioni
d'un
gobbo
e
sibilità
fles-
fino
pipistrelli
delle
gravitàserena
delle linee,
semplicità
gruppi di gabbiani fermi
come
di
le loro sinuosità
mosse
o
in cima
d'una
ritti su' piedi,co' pettilevati,
con
scogliera,
ali calate
verso
giù lungo
l'occidente.
figure,
guardando
e
siamo
le
le
E
gambe, volgendo
con
gloried'Italia.
le
i becchi
que'musi, quelle
nel vuoto, dicevano
alle stelle che
\
Michelangelo!
spaventoso
Svolgevano
mobile
consolarci. Oh
di
e
tregenda
sogno
all'idealitàdelle gru
a
del Nazionale
e
vera
.
.
santi di Donatello
statue!
di statue, ne-\
la ricchezza
su
saltava
forzoso,
corso
dèi del Museo
che
E
tanti stabilimenti
ridevano
tra
al sole
loro:
noiato
an-
Noi
Oraria
Levia
14
Ahi; ahi! il regr.o
per
d'Italia segnava
l'avvenimento
tutto
in tutto
del brutto. Brulli fino i
brutto
e berrettide' soldati,
cappotti
Staio,bruiti i
antichi dèi della
berrette
giunto al Verbano
E
to.
che
d'impiegati
da
pren-
mattina,in
sfilatadi colline picenesul
o
lo stemma
francobolli. C'era
'itieriziadel brutto. Certa
una
e
itili,
(per-
mare
patria)mi
va-
parvero
allora
si levassero
Che
dimandai:
è
sputacchiera?
.
m
dal centenario di Dante
navo
notato
i
su
Dtitente
loro
in Firenze.
"lo sfilare di quelleprocessioni,
di sé
e
del loro bocio
e
delle grandi
bandiere,
gliatteggiamenti
campaniledi Giotto
Signoriapopolanodì gloriae
che
di
i
i.
Le
dal
al
palazzo
di bellezza
il
quellademocrazia che j^alluminò^
barbute facce degliapostoli
stavano
usamente
ano
del fruscio
mute
le teste
:
sotto
le madonne
un
nimbo
e
le
sante
di tristezzafa-
delle sventure
e verpresentimento
si contorcevano
vicine: i santi battaglieri
uasi nel
ido; e nella,calma
divina di
san
Giorgio
*i6
Levia
dovere
di
proposi di
anche
di poeta
dare
e
alla storia
dell'ingegno
Il
studi
i miei
propositoera
l'operosità
tutta
e
letteraria
fu male
savio, e
ambizione
giù ogni
metter
lora
Al-
co' molti!
d'accordo
andar
volere
o
Gravia
alla
e
filologia.
durarvi.
non
ili?
credo
Io
a
chi
che
mantenersi
voglia
come
scrivere.
Che
di
sporcarsile
Che
dal
fanaticus
la
cretinismo
quel
noioso
dato
un
di
di
di
un
per
egli è
quei
saltellini che
dare
spettacolo pubblico
gli
amici
e
a
per
che
in
di
la serva,
nito
conge-
ostinata
dato
un
zio
spa-
ballo di San
sé,-oibò!
a
a
è l'accasciare
strofe,non
o
sato
inva-
balzellone
pensar
si chiamano
per
s'è
intellettuale
Vito
per
condannato
parole
scriva,
vero
versi,se
pazienza
col
pessimi drammi;
animalità
sua
numero
linea,se
dei
error
giuoco
il mondo,
de'
e
o
alla puerile
dita d'inchiostro
l'infelice è da
se
Italia,
di tutto,
prima
resistere
divertire
cattivi romanzi
versi, no.
ma
o
in
di studi
uomo
può
non
pretesto d'illuminare
vuole, de'
come
convenga,
uno
S2
abitudine
se
o
seria,non
persona
oggigiorno
quel po' di reputazione
fatta
essersi
possa
che
fermamente
si
con
voglia
riserbi
spaventare
e
Gr.avia
Levia
in
volgere
i
fuga
i creditori.
giovani educati,far
vocazione
e
Perché,
badino
bene
in Italia è un' abietta
versi
mestiere
un
7
1
vigliacco.
m
un'opinioneassai superficiale,
contro
L'italiano,
è
non
un
almeno
popolo poetico,o
pezzo,
al
o
più non
in
ama
è
più
tale da
versi
che
le
sente
che
l'istrio-
non
non
gusta che glispumoni,
non
nia.
Il
può
darsi
abbia
ha
della
passione
popolo
le arti
italiano
plastiche,forse
innanzi
Ma
musica.
alla
disinteressata
interiori simmetricamente
o
pura, il popolo
e
machiavellico, che
mira
e
E
annoiata
un
in
egli
l'avversione
e
che
essere
dell'umano
nella
esca
per
la
per
a
fantasmi
st'arte
queriori
supe-
monica
parola ar-
italiano,
pratico,positivo,
nelle
più calde espansioni
all'utile
e
materia, rimane
il poeta
per
per
fredda
mente
con
pur
genio
poesia,innanzi
di delineare
gale,
sente
di
fra
la
norme
organamento:
ghiaccio.
quale
e
ciò
,
compassione
la
paurosa
dalle
diatamente
godibileimme-
si ha
forme
suete
con-
lo ri-
quando
*
spetta. Ma
di
mezzo
tra
più volte
il buffone
melanconico
pazzo
2
le
—
Carducci.
dei
lo considera
delle
romanzi
come
antiche
un
corti
sentimentali
che
il
e
;
e
1
Levia
8
se' stesso
tiene
con
buffone
altri casi
In
delle
de' vecchi
sia suo,
a
soldi
Ora
i
se
l' individuo
il pitocco a
la
serbare
per
gli orbini
meglio
i
Zanella,
abate
chitarra
queir
o
Finalmente
eoo
e
il
nel
onestamente
bella volta
fòro
su
ed
per
abito
di
si
del
della
la
mio
sangue
sua
aggredito e
ahimè
preso
confè,
nano
suo-
l'
! dal-
per
cetra.
giusti
essere
carne
della
(salvola
conscienza
guardia,
po' di
strimpellanouna
è
insomma
scheri
sma-
rapsodi,
metaforica
una
non
che
vecchi
redenti
liano
ita-
isdigiunarsi.
Bologna
dei
certo
i
giatore
verseg-
vestito
popolo italiano,per
lui, che
sangue
di
quali almeno
invece
vera
un
ponti
chiedergliun
gola
pe' piccoli calabresi, non
carne
da
piazze
ben
o
annoiavano
le
che
del
volta,
accompagnate
nell'individuo
il violino
anche
d'una
i suoi soldi il popolo italiano,
rincivilito
li vuol
o
quella
volta
timore
rinfrescarsi
per
tore
verseggia-
esempio, decente, il popolo
tratto
un
patologia.
è. sempre
una
sole. IJ
istintivo
che
e
che
di violino
veste, per
di
caso
comiche
declamazioni
dal
porti rallegrati
un
un
tirsi
diver-
per
dell'individuo
compagnie
segar
civile
e
italiano
cantastorie
infernale
con
che
popolo
di lor nasali
ha
e
l'idea
si fa il
poeta
educato
troppo
un
Gravia
non
pe'l collo
mia
sione),
trasmis-
sta
sempre
essere
dalla
una
vera
Gravìa
Levia
Ei
poesia.
la
vuol
non
lacrimosa, i
la fatica
plaudenti,ei
frase,amor
in
suo,
mani
delle
serba
la
la
compromettere
commozione
sua
1
suoi
tutta
tusiasmi,
raggianti en-
de'
piedi
la
frase,per
la
per
ne'
periodo,là
fin di
serietà:
sua
magari
e
9
teatri,
academie, nei banchetti,nelle
ne' camposanti, nelle
in parlamento. Là, là,in quel polverio
università,
di ammirazioni
di sventolati
di
e
di
e
quel
la
con
vino,
di virtù
sudore,
di
là, là, siede
critica
di
il
troneggia,,
e
fantastici superbi,o
uno
che
credete
geni del
col
di
metafore
pensosi
E
tutto
Nella
questo
vita
che
è
pratica e
l' individuo
:
che
intime
tanti
vi
riodico,
pe-
mini
spazzaca-
Monteverde.
mano,
il
giudice,o
vostro
come
commendator
graziosamente
ria;
ciarlatane-
armonie
A
men
nel
ziate
Ringra-
miserabili,se
sentendovi
que'gentiluomini,
domanda
luaii^in
da
di
e
tica
este-
salire dai vostri cervelli
veder
cappèllo in
di
ambulanti,
di
sgorgo
solitaride' fantasmi
0
d'olio
e
tismo
patriot-
di
muschio,
viltà
di
carne,
avere
di
e
baldoria
quella
tanfo
entusiasmi, in quel
mercato
credete
in
tosse,
«declinare
quando
alcuno
poeti,vi
l'academia?
male.
maneggio
delle
verseggiatore,essendo
cende,
facper
Gravi
Levia
20
bipede, dee
disgrazia un
altri
bipedi civili
da
ha
s'ha
noi
frasi. Una
le
verseggiatori,lo
gurato
scia-
è poco.
Minchione,
con
gli
comune
necessariamente
essere
dire?
a
con
aver
non
ma
a
Come
un....
Aiutiamoci
specie di
che
an-
fanciullone
•
dietro le farfalle
svialo
sempre
di battere
sciocco
da
furfante
che
voglia
da
caricare
arie secondo
in
detto
il
dopo
casa
ore
almeno
sarà
un
non
di
si diverte
avvocatino,
che
portare
chiacchiera
—
lascio
un
da
e
vero
per
Andate
a
il
poeta
immaginare
che
commentatore,
pubblico
a
i
la
E
chi
non
ha
cosi:
Beato
pita
ca-
lei,
netti
so-
cosi
altra faccenda
il
giorno
pochi
ver' uomo
sua
cambiale!
una
commenti,
la
se
naro....
affar di de-
un
per
firmare
non
vi
abborda
vi
tutto
a
volta
una
verità,quanti
e
mesi
ripenso
al
non
falli,
!
testimonianza
ministero
nare
suo-
ot quelle
primo che
il
e
Andate
indi
frode, pò
rendere
che
di lavoro
spasso
politica.
Ah,
Vi
a
sale, un
registro.
! dica
oggi ?
primo
per
quello queste
di salutarvi
sfornati
ha
occasioni
benedettino,
fra' piedi è buono
che
di
del
pre
sem-
lievito
un
arbitrio del
dentro
certe
o
si monta
di
si sarebbe
metterci
di questo
conto
Uscite
nelle cantonate,
naso
rimpastato ad
essere
organino
a
il
rischio
a
e
manca
in
un
processo;
di avvertire
Levia
i
signorigiurati che
poeta
avvedo
delle Muse.,,,
di
suole
tropiche
della
è
per
esempio,
della
dire
un
di
suo
e
lo
blici
pub-
Muse
tagliato via
la
da
altro
un
lo
col
cervello
il sacerdote
chi
e
suo;
Temi
di
del
vello
cer-
spaccato
dentro
soppresso
un
fessura
grossa
cranio
o,
gli
avendo-
presto presto, raccattò
terra,
Fra
padre,
suo
parente,
per
taglia
bat-
qual
so
non
Russia,
colando
e
rimpastò
delle
dei
la conversazione
sciabolata
una
gemea
molti anni*
cramento
sa-
sacerdote
severo
prossimo
suo
con
per
quel
rallegrapoi
il cervello,
si chinò
cosacco
che
campagna
di cranio
che
il santissimo
volta, che, in
una
cosacco
pezzo
quella processione
con
invenzioni. Raccontava,
spiritose
salvo il vero,
un
via
e
che
amenissimè
coglierefiori nei giardini
accompagnare
E
uomo
con
stre
L'illu-
retta.
giustizianell'eloquenza
ministeri.
di Temi
2 1
diano
vi
non
a
via
e
Gravìa
di
il cranio
cosi
e
me
visse
rista
fio-
più....
poeta?
Stt
Sarete
uomo
di
difficile
amicizie;
dare
e
ricevere
convincentissime
poche parole
a
dar
il tu;
di
la mano,
avrete
possedere
di
e
pochissime
difficilissimo
dato
certe
invece
virtù
a
prove
il cui
Levia
22
fermo
Gràvia
e
continuo
esercizio
d'
imparare
da
certi
cioè, indipendentecome
filosofo
mulo,
un
che
imbecille,
un
piedi (tali atavismi
la
anche
come
gatto,
un
orso.
scusa
guantai
amicizia
gente), e
ubriacato
in
pretesto,
con
siete né
non
il
d'una
di
donna
oggi
e
in
che
far
a
amici
a
e
tutti
che
alle
mostra
quella
gli uomini,
vi
e
menano
parole;
dove
alla
e
che
ma
si beve
bene,
occasione,per qualunque
né verde
non
so
che
Italia,
possono
voi
voi in fondo
né bianco,
che
altra
sorridesse;e
che
sapere
dice
questi
altre
recere
i banchetti
vi
tica
cri-
di scetticismo
quest'ariadi spiritoe
onorifiche,e
e
molta
all'onestà
e
qualunque partito;
rosso
farvi il
ciabattineschi,
e
ancora
qualunque
berretto,o
quali,con
tira
amate
di
le mani
distinzione,come
credete
parole
fatti
in
nella
gli amici,
di
gli amate
le
che
tutti
onesti
credete
poi
(certa marinatura
navigato
l'uom
voi
voi
dirà
impe-
testano
periziadi parrucchieria, at-
gran
italiana),esca
che
persone
come
non
centimetri
a
il legittimismodemocratico
odierna
di essere,
costante
Ciò
la
con
sogno
bi-
anche
quadrupedi,
un
misuratevi
bozzetto,dopo
i
come
ha
l' uomo
anche
che
e
ai
cosa,
simili
dobbiate
quell'onesto e intelligentesignore.
cose
pie
ciance,
di morale
parere
reste
por-
che
tili
gen-
ringraziarne
ma,
avessi tempo,
se
vorrei,e
il Byron della seconda
ho
ho
ora
a,
Mi
na.
dato
son
i. Potresti farmi
tito di
na,
alla
volta mi
e
costoletta?
una
per
anch'io
in secondo
i
quinari:che
Rosa
del
a
Eh,
ìilda,
vedi,serba
per
lei
di
cuore,
versi;e,
retto
rie a
leggevo all'accadel mio
Il metro
gusto
Libano
farli1
a
I
ti'Engaddi !
Giglio di
Fior
coi
anno
io che
sempre
Palma
omposi
sai,di
rallegro,
Luigi Gonzaga.
san
erano
Mi
divertivo
dire,ma
Scolopiero
di
inni
il giornodopo pubistrada,
«
fo per
ut
Per
qualchepoesia,
una
i miei
sono
pelle voialtri. »
Itro bozzetto.
ita
per il
Cameriere, il conto!
in cambiali.
antacinquecentesimi
e
giroper
e
raccomandazione
Bologna? Questi
lo rimo
è il mio
essa
commercio,
una
nosciuto,
co-
un'amante
avuto
mulatta:
al
ho
sofferto. Ho
ho
tutto
schiavi,ho
bambina
una
Byron
un
Sentiresti ! Tutto
provato,
il mercante'di
"
potrei,essere
del secolo,
metà
italiano constituzionale.
tutto
forse
Gerico
di Saron
ancora
quando
1
!
tutte
le
romanze
si faceva
che
all'amore.
Levia
Ma
che
ora,
La
vuoi?
ho
non
figliomio
politica,
la
che
Del
resto,
e
ostini in
alle dolci
c'è
sarà
elezioni
selva
dell'ideale!
Gran
cuòre.
ti
tu
volessi
nare
tor-
gioventù, alla
sia
poe-
se
tu
bruna
Solingo
il trovator,
Domato
dal
Della
dalla
la
la
ricordi?
affetto! Ti
per
benedetta
altroché
per
della
memorie
Va
Costui
Peccato
nebbia
an-
e
campi
genere! Oh,
cotesto
e
rallegrodi
mi
quell'ode!
cosa
te
versi:
ai
frutti
fiori
nei sereni
di nuovo,
il capo
più
quanti
!
ti ha salvato
dove
25
politica!Fortunato
sorte
bella
Gravia
rigor
fortuna.
poesia
c'è
dove
di
deputato
affetto,alle
nuove
certo.
m
Tale
essendo
poesia, cioè quello d'un
un
po'noioso,
e
che
tutti
che
tal genere
si ordina
una
la
in Italia delia
di conversazione
sopportare
zione
tradi-
per
fare,specialmente
sanno
la gente
che
comandandovi
per
s' ha
giuoco
bisogna
imbecilli ; è naturale
di onorarvi
che
il concetto
tal ora,
pietanza
al
a
modo
in
certi casi
come
in
trattore.
i
più
creda
versi del
certi
pranzi
Levia
26
Direttori
presidentidi
o
ginnastiche, di
dell'inno
di
in
E
che
voi
vano
egregi signori che
scrivere
scioperatoda
Batte
giocattoliper
c'è
i bambocci
degli artisti
da
di tre, di
una
dinario,un
è questua
non
da
unico.
filantropica:se
rischiano
almeno
esser
a
per
dei
e
album,
numero
adesso,
Ma
Non
a
nuovi
in
l'opinione
del-
lampionai
Ed
ecco
d' uno,
una
nizzare
orga-
a
giornale straor-
un
che
del
l'elemosina
socialisti potete
vostri.
de'
non
d'andare
o
fuoco, manca
borghese,
socialismo
E
musica.
giardinifrcebeliani,
cinque,anche
un
cosi
vogliono
soccorrere?
strenna,
vi chiedono
e
dei
mai
tenervi
per
di
o
ci
o
illudere
pubblica
congiura
d'acqua
infantili
agli asili
pappa
quegli
a
settentrione
a
in
o
fatto
aver
tema
un
viene
diluvio
un
capire
il diritto di
sur
terremoto,
un
mezzogiorno
la
altrui
or
vizio,
ser-
la musica.
per
di
credete
doci
essen-
quel
sillabe. in
far
sogno
bi-
occorrano
loro
far
bastino
di
non
lasciare
da
azioni
di
tante
cercate
inni
gli
per
ih ow, quante
meglio
o
or,
avendo
alpinisti,
grandi occasioni,ed
insieme
mettere
normali, cfi società
scuole
chiedono
rima, vi
in
a
clubs
le
per
l'uso
ancora
parole
Gravi
i
cappuccini
pensiero, e
prigione; e
a
i
cialisti
so-
puccini
cap-
rispondere, adesso
ne
horo
provatevi
un
o
Non
voglio
po' a
dire
a
Gravìa
Levia
quegli altri:
a
ballare
e
fiorite per
freddo
al
consolare
buio,
la
;
inondazione
fiumi
in prosa
noia
prossimo
la
di
intendo.
vedrete
e
Capisco
la
Come?
il
per
sentire
a
ogni
sua
Maintenon
gode,
danni, per
aggiungere
in
rima,
che
è
il
barbabietole
la
in
obbligo
la
ingratitudine.
borghesia
in
la
tura
col-
pollicultura;e
voi
madrigali
di comporre
di
ritiro,
figliuoledi borghesi
stra
mo-
Luigi XIV
come
voglia,di empire gli albi
ministresse
;
faranno.
vi
riazionale
e
una
risponder cosi
a
il bisogno di darsi l'aria alla
poesia
d*
asciugar P altra,non
borghesia vi tollera,
la
pe '1
parte del
una
di
padour generalesse in attività,
lière
anche
e
inondazione
una
della
sommo
fame
esempio,
seccare
di
problema
han
grinte e reputazioneche
vi credete
non
e
ci si
illuminate
e
che
Provatevi, dico,
—
di promovere
delle
ai
ma
calde
quelli
gente
tacito raffronto
di
in sale
mangiare
e
vegliedi beneficenza,
le
Intendo
—
2J
zoppe
di
tutte
tutte
o
le
tutte
le PomVal-
le La
guerce
e
nate
dan-
di pianoforti?
strimpellatrici
K£
Essendo
da
tutte
riputarequel
della
ragioni
queste
poesia
un
mestiere
costretto
a
molto
pe-
Gràvìa
Levia
28
ricoloso
e
signori che
mi
appunto
editi
il
a
no
rispondere
in
della
ore
giornata
autorevoli
mi
un
alla
Riconosco
del
e
di
del
e
di avvocati
di
guardie
dazio
e
di
d'intendenti
di
e
deputati, e
di
cameriere.
quando
una
e
di finanza
di
di
vi
giorni
del
terza,
terra
e
e
dì
di
d'assistenti
e' è
annunzia
se-
e
di
mare,
e
guardie
preti,e
deputati e mogli
ragione
una
e
di
di chimica
liceale di second'anno
e
tura
col-
di banchieri
giornalistie
che
della
tutti i
sicurezza
prefettie
un
e
dere
provve-
liceali
di soldati
Capisco
poesia
zioni,
osserva-
di
arrivarsi
d'autori
professori d'idroterapiae
e
i
vergare
savie
ginnasialidella
guardie
di
denze
corrispona
fiorito indizio
un
pubblica
di
otto
otto
francobolli.
pur
di
ma
loro
il tempo
vedere
paese,
versi,non
cond'anno,
medici
è
che
bel
di
some
dei
spesa
altre
bisogna,
poco
concedessi
poi, giacché mangiare
mancherebbe
dormire
rebbe
particolareriusci-
le mie
giudizi e
qui,
avverto
generale,perché
spogliare le
leggere i versi, e
e
miei
a
Lo
anche
impossibile: quando
io
inediti,com'
tutti in
ciascuno
a
ed
priori.
rispondere a
per
lettera
eleggermi per
versi
per
sempre
di
troppi
i
infamante, avverto
onorano
de' loro
giudice
sono
tantino
un
di
fortarsi
con-
vi spedisce
commedia,
Levia
che
gliele mandiate
Domenica,
vi
inserire nel
a
vi scrive
e
titolo per
un
Fanfulla
riscrive
e
della
telegrafache
e
eh' è
vuol
fare
all'amore
che
e
vecchio.
ad
voglia jdi
mi
piace
mi
annoio
ho
di
forse
tutto
fare?
per
bruciapelo
a.
esempio
:
«
Voi
non
siete il
de' bolognesi,
devo
le troppo
fa versi
mi
desta
da
sioni
confes-
nulla
nulla,*
in fondo
ma
mi
dicono
prove):
le
che
che
cartolina
sentirmi
a
dichiarazioni,come
certe
il maestro
siete solamente
di tutti
sul
mani
gliitaliani,
»
cuore
frenare
raf-
per
mi
palpitazioni:non
ammetto,
e
drine,
sgual-
triste,non
casa
protesto
il ribrezzo
confesso
che
e
Statore!
Giove
proprio altro,per
dichiaro
ma
di
Confesso
dilatate
Sento, capisco,
;
in
(e allega
maestro
le
mettere
ci mancherebbe
triste
donnine,
ora
sangue
queste
credo
tire
sen-
penserà
far buon
anni, son
le
solite
ci
patria
e' è da
tematica.
ma-
per
risposiper
(Impiccatevi,
»
sùbito,quella volta).
sparare
che
delle
i servitori
:
talentone
un
muso,
nulla, non
non
se
ci ho
da
far
sul
di
spifferarvi
diciassette
Ho
«
ho
che
che
altro
un
gran
la
amar
di
piacere a
un
una
con
Ammetto
sentirne
:
dirvi
moccicone
un
agli esami
passare
Ammetto
mi
2y
affrettiate,
perche'quella pubblicazione glipuò
essere
a
Gravia
un
la
tutto
testo
co-
giovane
nausea,
e,
che
se
Levia
30
lo confortassi
in
il
di
reato
Del
ne
case
manca
codice
d' aiuto
e
di
tolleranza
in
Italia.
e
correre
d'in-
parrebbe
dal
previsto
reato
eccitamento
resto,
non
mi
consigliassi,
e
un
Gravia
penale,
alla corruzione.
giornali letterari
££
Per
queste
savio
e
da
di storia
mi
Enotrio
In
studi
tali
furono
per
l'uomo
e
pur
e' è
tempi
enfatica
concettosità
che
tenta;
di rompere
dalla
ha
non
tenta
con
la
ed
fede
la
dare
uà
da
quel
la prosa.
di
tempi
Gravia,
e
se
di
e
sentono.
ri-
ne
leggerezza pesante
che
eleganza. Ci
nella
novità, e
le vecchie
maggioranza,
i vecchi
travestito
figurata
e
non
co' versi
e
61,
peccare,
scemarmi
scritti i Levia
male
quando
peccavo
poteva
il
agli studi
fu
a
disposizionid'animo
pretenzione
tiene
:
non
mi
E
stato
dopo
tutto
tornavo
e
per
che
credito
darmi
e
restava
Romano,
Dei
la
mi
ragioniera
preso
almeno,
ritentavano
po' di pudore
me
letteraria.
allora
perdurarvi.Ma
amori
i versi
parte
e
filologici
altre
da
consiglio quello
lasciar
po' di
molte
per
e
si dà
si vede
poesia
non
ha
né
segue;
si
e
poi
se',
il coraggio
consuetudini
la
in
e
scorda
; di-
scambia
Levia
32
allora
bratta; perché
nell'
E
Cravia
io fui
che
di Satana.
qualche
più
altro
carmi
invo-
nome
raffigurae
di
risuona
buffo
più
italiana; che
quanto
nella
si denuda
nuova
che
prime
che
ancora,
bulicando
dal
gocce
odoranti
di
immollato,
i
un
organica
qualche
nome:
luglio
viltà
e
e
d'una
dy estate
che
fango
sieno
non
è di
1881.
*
e
d' agosto
metà
diventerà
mente
vizza-
bugie
le
che
mincia.
incoil
saltellano
a
le
pena
frescamente
l' abbiano
fango
e
metà
ranocchio.
certo;
di
crede
e
girini,i quali
acquazzone
fossero
le
fitte,frementi
grosse,
senta
rappre-
più
credevano,
polverone
materia
27
finisce
vecchi
I nostri
popolo
quanto
ciarlatano; che
bolsamente
le infermità
transizione
a
fondacci
nei
repeva
grafomania
tutte
canto
a
vecchia
raccoglie
questi
giustamente
porto
ne
tutti
pilifalso, di più istrionico,di
sfacciato,più
una
da
cessano
non
il mio
che
di
e
E
messo
nome
vano,
basso
della
veder
nel
le pene
le pene
meritamente
porto
ne
poeta
più
vigliacco
gran
arte.
ragazzi sgrammaticanti
di
un
ranocchio,
Tale
dremo.
ve-
DIECI
(A PROPOSITO
3
—
Carducci.
DEI
NUOVI
DIETRO
A
ANNI
VERSI
DI
VITTORIO
BETTELONI)
DIECI
ANNI
DIETRO
A
I
Ihi
If^lQ»
ricorda
si
M^ja
dieci
LoC^
ricorda
secolo
nostro
rolla di
caddero
nacquero
e
in
anni
poi
fermare
da
rime
quell'anno
sappia,
quell'anno
noi
e
meglio, chi
o
il
tanto
la
d'oggi
e
far
han
frase
i noi
seco!
vi
corse
dì ieri
che
un
cuore
a
—
I bimbi
anche
in
disillusioni
in
Il
ben
per
con
1870?
si
ritorcere
versi.
dei
pensiamo
con
anche
e
non
le loro
faticosodi lontananza,
manzoniana,
i noi
fra
di
italiana
poesia
sono?
corra
—
delle
che
della
più dell'Italia d'avanti
valanghe
ch'io
a
undici
corre
collo;
altrifiumi
ma
o
più
blicato,
pubelzevir;
sentimento
la
zione
esclama-
sopra
!
Dieci
36
E
anni
vivevamo
pure
di vita fra il 67
e
dietro
a
anche
allora. Che
il 70! Forti
della
nazione
Roma
con
tutto
piano
andar
l'assettamento
In
un
poco
Oh
un
che
po'di
anche
Combatteremo
scelta.
—
discorrere
anni, a
queirombra
A
che
italiano?
quella bella
per
punto
Il
la prosa
l'occasione, ma
vogliuzze come
è
cliniche
anche
nato
o
che
moderna?
E
di
è da
del
manzo
ro-
balza
in
concepimento
ascoso
tiche
cri-
le rassegne
alpigiana sarebbe
italiana
a
parte, dopo
altrettante
è il
pondo
rotondità
in prosa,
una
e
appendicie
italiano
Il teatro
ostetricia.
devano
rispon-
—
concerta
letterarie,
cose
diventate
parevano
da
chiacchiere
con
Quelli
—
della letteratura?
versi, anche
nuovo
incinte. Le
di donnine
nascere?
di
a
darsi:
raccoman-
riposo
? Volete
in
—
politica:rivuole
Che
—
E si ricominciò
gravità spolverata
sotto
forte
surare
mi-
di letteratura.
parevano
—
-del
riposarsi
delle accademie.
che rinfresco
o
—
andare
intanto
T Italia è stufa di tanta
andar
tutti,
a
di
raccogliersi,
rinfresco
letteratura!
volevano
tanti
di
fare,e
magari
letteratura,
vostra
volevano
non
da
e
pigliandoun
—
della
fatta
via
finale
aspettando,quelliche
fosse tempo
pensavano
la
o
anzi
combat-
e
capitale pareva
confessiamolo, prorogato.
volevano
essi
erari
ceffoni.Dopo Mentana,
tean
ardore
per
alla
ventura
av-
poesia
1
i
Diui
italiana chi
moderna
al
di
meno
à
dietro
37
ilgrembo doloroso,
scioglierà
avvocato
prete,un
un
anni
o
lingua viva
una
Y
Ma
professore?
un
c'è
c'è in
non
o
brione
em-
Italia?
Per
l'appunto:tanto
per
venir
non
si ricominciò
gloriose
tradizioni,
si ricominciò
dalla
ricominciò: quando
le
ha
proprioda
lingua.Veramente
mai
alle
meno
da
l'Italia,
capo;
si
non
che
Dante
tagliòlo scilinguagnolocol Vulgare Eloquio,
di
smesso
che
una
bella
tutta
svegliò
mattina
di
discutointenzioni
e
più
dell'uso
gua.
più lin-
che
:
noto
Io
le erbaiole di Firenze
soggezionedei
la
lati,
bolliva:pure
e
pa-
Teofrasti. Erano
nuovi
crepe
il socialismo
fiottava,
Germania
l'Italia si diverti
Varchi
non
singolarità
facevate
tempidifficili:
l'imperonapoleonico
da tuttii
vedere
prov-
chese,
Giorgini,luc-
fiorentino.
competenze
si
la nazione
aveva
all'onorevole
il dizionario
di casi: tanto
non
avvenne
lombardo, pensò
Broglio,
commettendo
avere
maggio
spaventata, che
L'onorevole
reano
Ora
guardarsi la lingua?
il cavalier
scoprireche
a
Salviati
almeno in teorica,
fiorentini a bastanza
non
nedetto
Be-
furono,
:-ilribobolo
trionfòper più mesi fra ildirugginiodel macinato:
b stornello sbirichinò
dei tabacchi
e
ilprocesso
fra l'inchiesta
Lobbia
:
su
quei di
la
regia
Buffalora
Dieci
38
venivano
a
Mugnone
:
Calandrino
che
questioniinutili.
alle
dei
anatre
Fortunata
s,
quibus
in lato
auspiciiper
bene
la
ridet
aeiher
messo
la prosa,
con
in
latino,
apertus
stagna patenti
largura d'un giardino
nella
ben
spallieratoe
e
le
Milano:
margine
lingua
e
per
dopo
Già, de' versi;ma
d'acqua stagnante
pubblico
s'infatuano
lingua
giardini di
dalle
dovuto
il Manzoni,
la
con
anate
Liberaque
Libertà
Intanto
in quegli
come
gliè
mio
parer
fare de' versi.
a
mai
quando
rumore
a
tornava
a
del
iù nelle acque
ebbe
non
almeno
maggioranze,
il campo
dietro
a
gargarizzare il loro
il culto
anni
anni
pettinato: gli
moderna
la prosa
erano
rassicuranti.
II
Pure,
l'anarchia
giunse
Menabrea
Broglio
potè
non
infrenarla
parlare.Ma
a
un
dico
comporre
libro
e
la
ribellione
la
nei
l'onorevole
piazza,l'onorevole
sguinzagliassema
libri. Della
il Prati,che in
anch'
in
contenere
a
che
prosa
certo
non
voglio
non
quegli anni s'era
messo
die' fuori anche
egli versi latini,
dell' Eneide
tradotto
con
tanta
foga (per
Dieci
40
di
tragedia
di
in
bene
se
vorrebbe
se
ragione
avesser
parole,le
gliocchi, credono
i
a
cose
io
resto,
fra
debbo
non
sicismo,
clas-
e
italiano
tutto
come
se,
restassero,
non
alla vista
come
o
alla
noscenza
co-
tali denominazioni
se
applicatein tutto,
Germania,
classici
gusto
sfuggir cosi
storicamente, inlese
queste
bambini, quando, tappandosi
altrui. Del
bene
di
pronunziassero più:
le
siano
se
noi, come,
per
bene,
cioè
esempio, in
ripeto che designano
dire:
fatti.
Il Prati
—
anche
chiudeva
nobile
richiamo
mando
prefazioneall'Ar-
la
dignità
alla
dell'arte
rispettodegli artisti,
proprio nel punto
cominciava
dare
a
inclinazione
dei
e
la
somiglia
servirmi
a
falso buon
un
si
non
ostino
romanticismo,
e
omettendo
al
l'ultima
che
ode
una
mente
vera-
zione
genera-
Italia,coronava
con
io mi
parole, romantici
due
seconda
della
poeta
quella scuola
passaggio:
siano
Prati,il solo
di Sofocle.
coro
Di
dietro
a
Giovanni
romantici
dei
un
Sofocle.
riccamente
e
opera
anni
sua
rendersi
libro
al materialismo
godimenti
prefazione
benevoli
politico.
»
con
e
Fin
d' una
troppi segni
inferiori
questa
grati
—
che l'Italia
nabile
irrefre-
dei sùbiti guadagni
chiudeva, dico,
ultima
parola,
i lettori «Il mio
d' allora
e
si cominciava
per
è
non
a
un
pre-
anni
Dieci
il bando
dicare
dura
e
più
che
non
i
loro. E intanto
sollevare,
dalle
file
il loro
invocano
con
la
fede,del
dell' antica
ai
i bei
integrante della
riformista
P
era
Ai superstiti
uomo.
delle antiche
fatto col
s' era
e
aveva
mezzo-giacobino
soffiatore
intinto
col Barbieri
col Rosmini
d'Italia
e
additatole
il
italiano,
Parini, sopranalla
nel carbonarismo
nelle
e
parte
era
abate
banditore
Di Breme
col Gioberti
il Primato
aveva
e
col
idee,
ricordava
quali il prete
italiana. V
società
col Cesarotti
nuotato
che
e
nei
libertà
dogma, dell'Italia con
Italia,agli eredi
tempi
quelli
della
l'accordo
Zanella
rono
trova-
Per
riformisti,ai neoguelfi,egli prete
rinnovava
servatori
con-
essere
Zanella.
col
teressi.
in-
loro
vogliono moderare,
progresso
Giacomo
da
in fine hanno
aspettano
e
i
a
usciva
che
faceva
in Giacomo
poeta
che
piaceva a
spingeree
a
scrittore
che
il libro
e
qualche cosa
se
Chiesa,
naturale,lo
veri,che
I moderati
la
è
come
loro
partitiseguitavano
litici.
po-
dispiaceva
loro
piacesse la politicache
tutti
a
più
che
bisogno d'amminicoli
predicavano perché a
altri
Ma
ha
non
E il
letteratura.
fede: in lui il nome
buona
onora
41
politicadalla
della
parlava in
Prati
dietro
a
rivoluzione,
di
del
ticismo
roman-
21,
che
dito
e bancospirazioni
Rinnovamento,
piaghe
della
che
Chiesa,
che
anni
Dieci
42
colT Andreoli
aveva
per il santo
in Giacomo
altre
usciva
;
Zanella
gli altri
e
;
di
mostra
forza
della scuola
s'era
classica
più
e
Pindemonte,
aver
debolezza
di nervi
e
di
imbrunito
di
presa
cipria
fra
ghezza
larnario.
semi-
la
con
s'era
primavera
lista
mora-
quale
Picche, pareva
nell' ambiente
la ricerca
appariva
scientifico
Giorgio III,e
alla
da
l'elegiacoe
al celebre
ciò,nelle poesie dell' abate
le conciliazioni
lirico vi
trattamento
un
con
del regno
la
smessa
altro che
dello
Mascheroni, didascalico,
ortodosso:
in gara
solito ballare
curato
il
con
dio
Ovi-
versi le belle tradizioni
lirico: il Parini
fatto
ammorbidito
:
da
anche
saperlo apprezzare
ne' suoi
gia
filolo-
esercitandosi
tradotto
giudizio,tutt'
di
seminarii
dalla
di traduzioni
poi aveva
ma
nella
Za-
Cesarotti,dalle
del
cominciato
aveva
Rifiorivano
era
quei
abate
vero) del Barbieri.
dir
chierici* in gare
da Orazio
Shelley,e
vi
da
onorato,
proporzioni,
certe
ma
Forcellini,dall'estetica
L'abate
e
poesia dall'
parti.La
grazie (un po' adipose, a
e
in
alquanto tnondanetti,illustrati
del
con
lungo
a
ridotto
seminarli
dai
patriottismo; l'abate
del
ancora
Zanella,
migliorato in
veneti
viva
salito il patibolo
col Tazzoli
e
peccato
viveva, e
italiano
dietro
a
del
Zanella
certa
glese
poetico inun
dato
po'riscal-
i848.
Oltre
gliaccordi
scientifica
e
e
l'auto-
Dieci
rità del
dietro
a
43
fra il pensiero moderno
dogma,
fede, fra
della
anni
il sentimento
irrequietoe
nuovo
regole dell'arte tradizionale,
erano,
sinceramente, candidamente,
credute
E
raggiungere.
dell' uomo
che
sottomesso
dell'essere
resa,
dal
profondo
non
gioia della
la
degli
quasi
occhi
da
Toscana
e
di gusto
cosi
gente
da
mai
Quando
arguta
strofe classica
al volo
con
tanta
dell' abate
nelle rime
e
molti
abilità
circonvolgendosi
con
lontana
marcate
nelle
e
volute
modo,
in
mai
la
famiglia,per
smo
tecnici-
del
la breve
carezzata
e
snella
liberata
facilità e grazia ? Dei detrattori
chi ha
lo
un
o
chi troverà
trove
al-
che ondegspiritolirico,
gia
mite
rumore
meravigliosamente
colorite della
a
massime
quando
i trionfi
anni
stata
Zanella
d'oggi
il calmante
un'ornamentazione
per
era
zare
al-
annunziato
fu
per le feste di
corretto
al
modesta,
poeticofu
a
trovato
aveva
in cotesto
Del resto,
dell' industria
le parate
?
molta
nella Venezia.
poesia odierna
occhi
gli
amabilmente
contenuto
monie
ar-
di gemente
ma
ritrovata
richiesto,e
e
affanno, in
di
rialzava
pace
Tale
aspettato
grandi voci
che
trepidazione
scòrti i misteri
strazianti
suonava
accorata.
la
ha
pure
con
dal poeta
tranquillità,
cielo. E
proseguite, volute,
umiltà
era
le
ingenuamente,
volte
a
l'eternità
e
di marina
delineate
Conchiglia fossile?
Dieci
44
anni
dietro
a
III
Le
il tasto
o
volte che l'abate
poche
della
molle.
la
politica,
La
dardi
i
La
attesta
primi cinquanta
Byron
i fondacci
e
pur
nello
e
nella
d'un
della
quelleforme
e
ciò il poeta
dell'anima
versi,quelli scritti
degliuni
passionepolitica
e
sarà
passato
senza
che
il romanticismo
poesia
bresciano,
mane
ri-
sua,
pervade
scul-
nel 70, ci
la facilità
questo strabocco
dai
colorito
atteggiamenti quasi
gusto dagli altri per trovarli mirabili. Ma
quando
lungo
non
nella
spiritoalfieriano
le fissa in
torii. Gli ultimi
tutto
formale
classicismo
Hugo,
introdotto
e
eguale
proceduta
mistico
gergo
intima
coerenza
originale. Uno
la
ed
alquanto dal
di Vittore
alto
italiano
del secolo:
po'di quel
eloquenza. Con
in forza
che
svolgimento
del gusto
politicoaveva
e
il verso
riflettendo
forse anche
di
sii i primi del
71
pariniano,erasi riposatanel
manzoniano,
del
anni
fu
sparte, gli spartisuoi
Pindaro
del sentimento
classicismo
anni
poesia dell'Uberà,una
sostanza,
le vicende
gli rispose stridula
Uberti
fronde
chiama
fulgido vola.
nella
Giulio
le
non
dardo
:
corda
in versi
toccò
poesia politicain quegli
parte democratica.
radunava,
Zanella
leva
vo-
senza
1'Italia,
di latte ina-
Dieci
anni
dietro
a
che
d'Arcadia, ricorderà,più
cetito
45
faccia
non
ora,
le quattro
odi, Napoleone, Washington, Garibaldi,
Macini)
cosi
concetti
di
e
di
magnanime
imagini,
cosi
alte
ripensando agli anni
ricorderà
altro
Se
d'allora,io
non
Cavallotti, il
Felice
chiamarsi,
e
di
le
s'erano
democratico
E
—
roba
del
re
—
;
per
ch'io
sapevo
la
non
terzo, che,
a
paragonava
giorni eran
(vollero
al Trabucco
a
dispetto
farci passare
per
so
se
dai pro-
della filologia
critica,ma
molto
la
Satana
per
esempio, che
ragione quando
da
mosse
som-
turgo,
dramma-
a
dalle secche
grammatica.
dai
giorni.
hème,
sbagliata,Bo-
gettainon
bandire
momento
quelli!
a
me,
erano
proposito del
a
ogni
'
non
ma
sempre
o
aver
questa
giuravano,
eitito
mi
poteano
romanza,
vano
impuntati
del classicismo
montoni
Bohème
Tirteo,
il
e
ignoranti. Di
di
manica
nel turbine
bei
fra i duelli le
sempre
V Alcibiade
quelliche
uia
quelli eran
carceri),in prigione mudava
covava
corderà
ri-
poesia politica
d' imitazione
essi affaccendati
e
delia
lirico della
umiltà
con
che
d'intonazione:
di
gloriosi.
1'Italia
So
so.
dense
sensi,cosf
dice-
da procuratore
candidi
quando
politicadall'arte,
Più
lepido
riprodottoo
un
ri-
giornalidel partito,mi
col
suo
corno.
Oh,
bei
Dieci
46
anni
dietro
a
IV
dalla
Distanti
poesia democratica
seguitatoridel
in
stavano
disparte tre
che alcuno
e
dell'Aleardi
Prati
seguitareX
dello
e
in
Zanella,
contrario,cercare
per l'arte. Erano
arte
distinti dai
quattro, i quali parevano,
o
affermasse
dijoro
e
il Tarchetti, lo
Zendrini, il Praga.
Se
che
non
IginioTarchetti,per gì'intendimenti
de' suoi
d'alcuno
racconti, raccostavasi
ci voleva
Ma
quell'ambiente, o, meglio,
d'ossigeno,per
quella mancanza
grandezza
dei racconti
elèi povero
scambiava
il contenuto
e
diceva
—
c'è ed è bello
romanzo
arte
ci
sia,come
si scriva
Hugo
e
trovata
una
Ci
bene.
col Balzac.
voglio parlaredi
Tarchetti, il
prosa.
A
Domenico
buon
se
o
un
nell'anima
quelladel
di lui
Heine
e
erano
Si
X
arte
il
forma
senza
episodioo
se,
propositodei
MileUi,che
un
scrivendo
tore
Vit-
con
via,ragazzi! Ma
fuse due
si
:
brutta,ma
paragoni
usci,una
incomparabilmentemigliori,
che
Tarchetti.
per
come
furono
Eh
la
è
come
il romanzo,
sia
frammento
male,
se
;
—
proclamare
l'intento
c'è forma, la prosa
Non
ai democratici.
io
versi
del
fa di
ne
volta
non
a
dire
grandi anime,
quella del Leopardi.
Non
mai
anni
Dieci
48
farglifar
a
vano
male.
Leggero, irrequieto,sprezzante,
e anche
(dicolo scrittore,
provocatore
traspariva dalla
per
quanto
non
conobbi
né
Zendrini),non
di persona
la forza
avea
l' idea
e
l'atto,fra
e
forma.
la
preoccupazione del
le
muscolare
mobilità
spiritoe
di
riuscire
una
e
sprezzatura
di
cose
un
sue
rientrano
poesia
poesiaanteriore,della
e
per
seconda
mante
tre-
rire
appavoleva
voleva
osare
e gliscapstile,
pava
i rischi
provocare
originalimeglio
per la concezione
e
lezza
genti-
voleva
di
voleva
La
fra
di forze
mostrare
tuffo nel grottesco
tessitori.Monotonia,
nezza
pie-
gli rendevano
e
pensieroo
scarabocchio:
e dava
dell'arte,
Le
o
la
l'operare,fra
smorfie:
erano
lo
; onde
bambocciate:
in
mai
vano
polemista turba-
e
lo stile. Voleva
ed
spiritoso,
uno
della
critico
cascava
e
resto
nell'operasua
davainismancerie:
e
affetti,
ingenuo,
e
nervosa
il volere
percezionidel poeta
lo
del
disuguaglianza
Tale
l'uomo
lettera
per
sproporzione quasi continua
l'intenzione
la
scrittura:
né
sanguigna pari alla
la
dietro
a
e
nello sgarbato.
riuscite
non
(/
muore,
due
ecc.)
nel ciclo
la forma
generazione dei
qualchecosa di
romantici.
Quando
di vero, di
famigliare,riusci affettato,
freddo,falso;
non
riusci,in
somma.
volle fare
Ma
perseverante, col sentimento
con
la forza
che
aveva
nuovo,
di volontà
di
rispetto
Dieci
anni
dietfo
a
49
per
l'avrebbe
l'arte,
Gli
zarsi,
bisognava,per ciò,contenersi,vincersi,raffori nervi; ed
curare
Io ebbi
ond'eglitorturò
le prime
interfogliate
carte
di Heine.
duzione
E
buon
e
le durezze
nella
ad
in
tanto
esempio
documenti,
meditazione
dello
pure
forse
Questo
Magari
Vuom
con
s'affronti
e
con
è, lo
mi
ci ho
Carducci.
di
so,
che
Vuom
chi
badi
all'arte,
morti,e
:
morti
pericolosoin
fare io
pugna
quella coscienziosa
se
son
cora.
an-
è la vita.
e
tata
medi-
han
quale gl'italiani
troppo bisogno, parliamo anche
aveva
ancora
Combatteremmo
schiettezza della
il quale nel 70
insieme
per rinnovellati.
fossero vivi!
Parliamo, dunque,
libertà
che
esser
al lavoro
egli mancò
parlaretuttavia
faccia ai lettori. Ma
di
subite,della
occorre
in Italia v'è
fresco,è spiacevole,e
morti?
meritano
che
Zendrini!
a
In fatti
versione,e
buona
quietato,stava
avere
sciattezze
parecchipezzi rifatti
sono
meglio,che
di
tra-
pazienza
tentativo.
nelle trasformazioni
allo stile. Povero
—
di
di
nelle
e
della
stampe
primo
dell'esercizio
e
stile,se
quando,
ci
edizione
pianta,e
4
i margini
mirabile
lavoro
un
incredibili del
terza
recati
di
due
lo voleva.
i lavorii
sua,
su
e
e
che gli fa perdonare le
giudizio,
e
sono
sentiva
eglilo
per volontà
vedere,non
a
rifacimento
di
io credo,spuntata.
finalmente,
di Emilio
Praga,
già,si può dire,compiuta
la
Dieci
50
parlarne, quelli che
non
d'artista
innanzi
allora scrivevano
tutti
a
realista lui? lui
d'idealismo?
lui ? coi
e senza
dei
più
sin che
L'
d'
scoppiò
che
più era
Se
non
già
nell' Hugo,
le
della
e
tinta
trovate
tutti;
ramento
tempe-
;
poesie
di
terza
quel
in
nante.
fu tifo fulmi-
e
Si certo, il Praga
del
nel
e
stempera
dite
voi.
il Baudelaire
Heine,
nelle
egli le allunga
Ma
il
zarra
biz-
taria,
eredi-
quella che
non
voi
che
l'espressio
del-
la malattia
tratto
un
Hugo,
la vaporosità
Egli nella
più poeta
covava
ma
originalità,
quello
?
femmineo
letto Vittore
damente.
Realista
la stranezza
e
originalitàdel Praga!
una
Heine
fu
in tutti
amabilmente
di
mòri?
delle metafore
romantici
che
Povero
indeterminatezza
la
l'astrattezza
scopo
generazione
Avete
Praga.
e
inzuppato,anzi ammalato,
linea, con
con
ebbe
di Emilio
con
languori delle fantasticherie,
in lui
(cioè
azzurro
d'idealismo
lui che
nella
ma
ferenza
indif-
sua
di tutti il realismo
più
e
originalitàsconfinata
Praga,
Ma
la
quelliora
Prussia, qualità inferiore),
di
vociano
alle
inorridivano
dirimpettoalle questionipolitiche
sociali,
quelliche
turchino
la
vano
allora affetta-
stramberie,quelliche aborrivano
sue
e
dietro
a
poesia.Quelli che
in
ascensione
sua
anni
Praga
?
mate
procla-
delaire.
Heine, nel Baule scappate
un
dell'Hugo
del
po'lombarebbe
colorite
Dieci
fibre
sii}le intime
anni
della
le
bia
si trovino
ossa
ripetè non
chiazzate
ad
è
le flessioni
la
le solite nenie.
La
E
d' acqua
corrente
quella immediata
pittore,che
sue
Al
e
lieta
prime
Tarchetti,
e
Zendrini,
po'di quella brigata, se
apri
dal
ad
di
Betteloni, si
psr
la consuetudine
mai
al
di
!
quel
castagni,
campagnolo
Praga
bene
in alcune
d'arte;
o
ma
sentimentale
avvolto, e
usci
il
tutto.
settanta
il
quale
egli proceda
fantastico
quella brigata
intendimenti
vi s'era
cesse
suc-
cose
è
si ammira
romanticismo
Fu
fantastico
lodola,
Arrigo Boito,
Germania.
o
di si belle
di
tra
vede,
fu
alcuni
poi
più ingenue poesie.
allo
direttamente
;
percezione della
sincera
le porte ; le
più
i ritornelli.
selva
una
chiuse
un
mosse
ripiagnucolando
volte
arguta
pide
stu-
le
malattia
trillo di
si sente, si
e
ed
fini
a
per
quella bonomia
natura,
di
fatto
originalità è quel
sua
fresco
e
della
il poeta
aveva
lezze
irragionevo-
le bruttezze
i metri
ma
acuto
polmonite, e
le
e
pure
rob-
del Baudelaire
Ma
proprio cosi),ma
del verso,
fu il periodo
Quello
dicono
pasciuto la
rosso.
effetto,non
(dico cosi perché
e
hanno
le innaturalezze
pure
cercate
di
51
poesia,come
sua
delle bestie che
che
dietro
a
anche
Vittorio
d' amicizia
egli dal
usci
di
si per
cismo
romanti-
presto,
se
Dieci
52
Betteloni
Vittorio
anni
pubblicò
nel
1869
il
libro
suo
primavera.
In
Ne
parlarono
poeta
alcuni
e
maestri
gran
nel
dei
viaggio:
in
75
a
lo
preda
di venir
insieme
coverse
e
eleganti
libretto
cinse. Chi
tali versi
con
tutte
erano
dismo, quando
di
o
al di
fuori, a
audacie
che
cotesti
come
del
e
pena
versi il Betteloni
tanta
set-
mal-
e
grosse
di
sua
fremeva
alearla
letteratura
ardenza
di
parti
trepidazionedi
si facevano
come
di arte
di
mezz'aria
a
là della
tanta
tanta
le sale
69, quando
al di
Praga più
baleni
libelli. Il
impregnate
d'opposizione,fra
casa
io lo lessi solo
innocente,o
nel
nelle strade
questioni in
:
consigliòil Betteloni
ancora
poesia politica,quando,
officiale
cose
i
spese,
degli amici,
fata
tante
larono,
spar-
parrucchieri.
cerchi
sua
a
male
arrivò
non
quel povero
fuori
dei
del
allora; ne
da
poesia
Habent
Verona.
anche
vage
della
Bologna
schiacciò
d'
amici
gli
le speranze
fece, fuor
non
calore
fogliletterari
dilettanti
e
il libro
Ma
molto
con
rimpianti su
con
e
dietro
a
un
nuova
gli aveva
badare
babau
bini
tur-
le
cese
ac-
ghesi
peibor-
molti
di
scritti fin dal
63,
? Ma
Dieci
nel
fresco
tenerli
li
Oggi
di
mattino
che
leggere
rilegga la
della
muffire
a
è
versi
il solo
anni
in Italia. Con
il Betteloni
la
sia
questione
la
ha
minor
è
da
avanti
fa
e
verità
e
luce
in
che
glipiace:
poi
è di far
riflesso
Ognuno
in
ultimi
da
molti
d'un
abbia
sarebbe
per
la
che
quel
cotesto
bene,
è il
tenendosi
queir ombra
dissi;e
suo
intendevo
di
o
sublime
perdervi tempo
la maggiore
Su
della
tazione
rappreseninutile
avventura
questione fosse posta
vuole;
riflesso in
la
due
di
troppo
cosa.
ed efficacia
di
il porre
me
a
altro,
il termine
ingegno
esercizio
qualche
dire che
a
del resto,
ragionevolmente. Ognuno,
quella poesia
quella
d'
meno
gliori
mi-
questi
(è
vera
si
non
o
uscito
altro. Per
discutere,quando
bene
in
voglia
è dei
miglior poeta
o
un
far
legga
vo' riuscir
non
si che
poetica non
studiare
fra noi
un
il
o
scrittori
che
gente
o
più
la
pare,
si
non
poesia più
academico
troppo
o
maggiore
1
che
giovinezza
d'
voleva
non
e
Betteloni, che
usciti
ciò io
poesia
su
più poeti o
del
sia
sua
della
moda)
peccato
libro di
53
giovinezza,
quello
a
un
poesia
e
dietfo
a
perdessero stagione.
Primavera
anni
che
che
abbonda,
libri di
o
anni
si
ognuno
quell'ombra di
diritto. Il
in
quella
verità
ognuno
suo
luce
che
che
in
mette
si è
verità
dovere
in
quel
scelto.
è poeta
e
Dieci
54
si è educato
strofe
artista.
po' di
un
Il Betteloni
a
Melikoff
di
dell'argento,l'età
poi
il Betteloni
e
amore
Cannoniere
nel
Quando
di marito
pezzo
Werther
né
della
po' sempre,-
un
serpeggia tra
bonarie
sue
con
le
sue
lo
giovine
sposare
il
piano
:
cinquanta
della
storpi il
sonetti per
quale
fa il
lui,di
con
a
che
lasciare,perché
dote,che
Il terzo
se
crestaina
famiglia,ha
buona
le
e
ragazzo,
una
per
della
francese.
resta
burlone
buon
canzoniere
il poeta s' è
bel
un
di malinconia
vena
una
per
ideale per altro
immaginazioni
signorina
una
e
come
il Betteloni
che
(età dell'oro).
(età dell' argento), che poi si risolve
un
poeti moderni,
pianta
malignità. Persevera
più allegro,nel
bene
mentale;
senti-
condizione,eglinon
una
è
giovine, che
freschezza
Giovanni
il Don
dell'oro,l'età
dei venfanni
sua
tre
verseggiato il primo
o
popolana
la ragazza
delle
propriaménte
dei nostri
nessuno
quella rugiadosa
con
anzi
Quel
è
non
dirlo,ha rappresentato
oso
venti ai vent'otto
l'età
amore,
del bronzo.
rica
in li-
componendo
pur
giovine dai
un
stesso,
pure
in Italia
accennai, il primo
eglidice,deir
età, come
perpetra
guasterebbe.
non
s' intende, d' amore,
romanzo,
che
canaglia
romanticismo,
il romanzo
anni;
dietro
a
la
Per
fu, come
del
uscire
anni
da
tormenti
canzoniere,
signora (etàdel bronzo),
innamorato
senza
sapere
Dieci
prorompimento
inconscio, scarlattina
con
bella
una
ballare
con
di
lei,
e
le bizze
certi momenti
a
la punta,
sa
ascoltare
reprimere
dell' anima
di
ciarle
sue
è il
ultimo
Da
passeggiare e
vincere
dovere,
contorno
l'amor
a
passione,un
più
anche
per
anzi
vero,
fuori
metter
dell' ala. Perocché
la
ma
spiaceri
i suoi di-
e
suo
passione,si prova
la
e
le
quello che
su
è la punta
ma
di
allegra creatura,
e
piccolomondo.
il suo
a
anni; poi il piacere di fare all'amore
diciannove
a
anni
ditiro
56
Fautore
po' per
timento
sen-
schiva
certa
•
ritrosia di poeta
dell'arte.
bella
To',
e
e
che sapesse
più uno
vincerla,non
sapesse
le
sue
dignità^con
la decenza
che vi
voi
prendete in
e
dei
Sarebbe
menti
rammolli-
delle eccitazioni
dell' alcoolismo,non
infrenare
a una
passione
malità,
ani-
la inferiore
contorcersi,senza
stelle,
con
d'
un
uom
la
strare
mo-
forza,con
la
fetto
L'ef-
fatto bene.
il libro del Betteloni è questo^
produce
buono,
sato
alle
piaghe
e
e
resistere
senza
giiaire,
senza
che
del caffè
nel secolo
ci fosse
sensuali
o
quiete
serena
darsi?
neh" età
viviamo
sentimentali
alla
anche
può
non
o
che, perché
nervose,
affezione
per
affezione
e
poi lo
il poeta
stimate
perché
perché
è
è
turalmente
na-
sen^
vero.
La verità di
di fatto
e
di
quella poesia risulta da più ragioni^
arte.
Il Betteloni
prima
di
tutto
rap-
Dieci
ed
presenta
della
che
caricature:
una
borghesia
del
;
e
r ha
avuto,
Heine
a
mano
o
ed in
bene
educata,
chio
tic-
signoriadi
e
nulla
Leopardi,e
sé.
né
parimente, nulla
a
alla
sia,come
il poeta
alle troppo
affezioni che
;
ma
nella
né
i nostri ;
comode
a
pure
moderna,
discende
e
né
lità
qua-
non
un
si abbandona
meno
della rèverie
volate
sono
in sé
percezionee
una
forza
sentimento
o
si possono
di presso,
e' significano,
almeno
convenzione
natura)
più
a
è
poeta è questa: che egli
(vocaboli che
italiano
in
Perché
stesso.
Se
heiniana
italiano
senso
superficie,
per lo
del sehnsucht
del Ritorno,
e
la coloritura
del Bstteloni
si ferma
soltanto,parmi,
lirico
mano
il Bette-
anche
Heine
pieno ; ma
assimilata,e
notevole
e
giovine
canzonieri, si rassomiglia
de' due
di riflessione riesce solo sé
che
un
chiassosa,col
direi
Non
dell' Infermerò
assorbita
non
del
il colpo di sole del
che
non
Musset.
partialmeno
assai
del
De
e
qualche
senza
e
gerazioni
esa-
Heine, perchè la posizionepoetica,nelle prime
due
Ioni
benestante
Byron
senza
credibile. E
l'intiera libertà
con
del
dunque
del
pure
57
dico
non
d'originalitànon
vena
dell' arte,
Nulla
sarebbe
non
vecchia
con
dietro
a
esprime proprio sé stesso,
e senza
carezza,
anni
durre
tra-
le
tanto
nella sistematica
aliene dalla nostra
stesso,
e
arriva
nella conscienza
le
a
gliere
co-
ragioni
58
Dieci
ultime
e
anni
le variazioni
dietro
a
meno
intime del feno-
le forme
e
e forme che,
e fantastico ; ragioni
psicologico
di particolari
idealizzatenella riflessioneartistica,
che
ilnerbo della
e sono
divengonogenerali,
erano
che
rappresentazione
poetica;
se
in quelpassaggio
la caratteristicaindividualedel poeta non
duta,
per-
E
soggettiva.
dell'originalità
allora è il caso
questo è il caso
va
del Betteloni.
dei poeti
è il sólo,credo,
esempio,
dentro i
che abbia osato mettere
italiani,
Il quale,
per
odierni
suoi versi il proprio
nome
Fra 1'altre una
bene!
amante
e non
volta
:
eglisogna,
sogna
come
che al vederlo battono
le mani:
giuoco dovrà
pur
e brontola
s'abbuia,
su
il pievano,
il quarto,
giuoca.Ma
solo
con
lei.A
Egliduro.
partire.
per
gentìle^ae
e
Ma
Che
Ì
h.
per via
casa
non
e
ella presto
pel cammin
la
colga un
ne
il pievano
gnora
la si-
cortesia
dice:
anch'
signor Betteloni,
il
tratto
un
Ilmedico
il temporale.
in atto di tutta
S' affretti a
siderere
de-
come
ma
finire,
gliimportunise
ed egli
rimarrà
anderanno,
si levano
e
Ecco
il quarto per il tre sette. E si
O
tanto,
sol-
sogna
di trovarla
c'è ilmedico
meglio;ma
ecco
Ma
cognome.
alla porta del villinodella donna
di suonare
amata
e
più corto,
tempo tale.
gli
anni
Dieci
questi versi,altri
Leggendo
d'
mente,
ne' suoi
anch'
egli amava
versi
il
inquit, mihi,
Quaeso,
commode
Istos;
Deferri.
è verità
Questa
Perché,
di
qual
verità
per
esser
ha
non
linfatiche
volo
lodati
può
ad
ai lettori
è di
da
ha
la
meno
chiamarsi
certo
E
il Betteloni
della vita odierna
se
suo
e
non
spesso
solo
non
italiana
verseggiare
sempre
accurato;
lingua
miseria
di
con
o
cento
versioni
sue
quarto ordine.
percepire
elezione
lingua
finissima,con
liana
ita-
gente
povera
delle
terzo
seppe
con
locale,e
che
quali quella
qualche poeta francese di
verità,
locale,cioè d'italiano,
lingua;
da
la
anche
quella
le
sarà
all' autore,
o
: ora
essere
veristi di
parole con
lo seppe
e
Serapim
di certi veristi
la verità
arrapina a rattoppare glisdruci
ma
spesso
quii puellae.
non
vera,
nulla, né
non
si
italiana
su
mettere
Catulle, paulum
piaccia meglio
verità
dei
Betteloni,di
italiana.
dir vero,
paese
ma
quella
a
in
Minime,
in
:
mi
enim
rifiorivano
del
di
nome
suo
59
ne
me
antico
concittadino
un
che
Catullo,
bene
dietro
a
il
vero
d'artista,
varia
a
stanza
ba-
stile sempre
anni
Dieci
6o
dkifo
a
VII
Dissi
dietro che
a
scriverebbe
io dirò
accademico,
un
in poesia,
ilprimo amore
mi
teloni.Non
del
fra noi
nessuno
aveva
cantato
commemorato
la freschezza del Bet-
con
alle terzine
disdico,
pur ripensando
quelladel Leopardiè passione
Leopardi:
speciale,
in
sentita e
condizioni,
stupendamente
certe
resa; mentre
ilprimo amore
che
generale,
tutti glianni si rinnova,
a cui
se
fummo
non
del Betteloni è ilcaso
ci
ceppio peggio,
siamo
tutti,
trovati.
Giudichino i lettori.
Poi ti tenevo
Com'è
Pur
dietro
piano piano,
dei novelli
costume
amanti,
di
solo da lontano,
scorgerti
Senza parere agliocchi dei passanti:
E
tu
atto
Con
Per
Volgevia
Ma
ad
or
L
in
sospettoso^
il capo
a
di rado
puf che
ponessimente,
me
tuo
molto
non
a
pigliassi
non
O
or,
molto
non
Temendo
O
mezzo
e
che
mostrar
non
Ad
cauto
Vezzoso,
di sovente;
tuttavia,
addietro
caso
qualcheamico
io fossi troppo,
un' altra
non
via,
facessi intoppo.
Dieci
Quindi
Il
Là
arrivata, ancor
piede
S* io
fatte
Poscia,
Al
le
col
ahimè
del
dei versi
le
poeta
che
testa
lo sapevamo
quasi
o
maestro
di
vero
non
nei
poesia
i
come
sarebbe
di
;
sentivamo,
Catullo,che, dove
noi
a
e' è
nuovo
quello che
è la modificata
e
ad
sotto
e
fu
in
Ch' io
Era
1'
Ora
ora
piazza
d'
le
amor
il sole
e
ornai
raccolta.
la
e
in
di certe
Caterina
parlai
può
il volgo scambia
rinnovazione
Santa
il sole
che
dolce
di
le
prima
declina,
non
esser
altri: tant' è
cicli ritornanti.
£'
mai
noi. E si che Catullo
anche
mente
la naturalezza
tre
seguenti,men-
le
quei versi
vera
c'è progresso:
progresso
ci
troppo alessandrino,poteva
nulla
che
a
noi allora
potesse in italiano far
naturali
le notavamo
grazia e
non
si
dette in
cose
che
troppo romantici,
o
la
avuto
amanti,
nostre
fa ! Salvo
veronese,
vedevamo,
è sporco
fatte le
troppo classici
graziosi e
pure
salutavi.
anni
avessimo
per la
passato
mi
erano
più
e
o
dato
momento,
un
t'affacciavi;
allor
che
di venti
e, anche
in
;
innanzi, lento, lento,
sorriso
eravamo
istante,
distante
tuttavia
scale
proprio cosi
E
breve
accorrendo
ti venivo
Tu
limitare
un
ero
terrazzo
61
rapida guardare
a
non
pur
dietro
a
sul
soffermavi
t'arrestavi
Io
anni
volta,
arte
per
fasi
Cinto
Dove
fatica si conduce
a
l'aria s'infosca
Dove
Che
Or
Lungarno
in
io, che
Com'
Là
per
Ella
Pur
postomi
in
agguato,
sere
finalmente.
affretta il
e
le accosto,
a
ai
panni,
la voce;
e
vent'annil
teil
ma
che
volger le ardisce la parola,
l' ale che
Nume
oh
pie veloce,
le faccio
me
l'anima
trema
D'uom
che
s'ella
s'offendesse
ella schiudesse,
nasconde
all' uom
s'invola!
mister di grazia e di bellezza.
Roseo
Tutto
sgomento
M'avventuro
Di
qualche di
tre
vent'anni!
Parlare
suole.
sovente,
ne
Oh
innante
di 11 venia
me
me
un'ora
ella per
arrossisce
Io
il sole,
non
da
avea
L'incontrai
Se
i il loco d' alte piante
d' intorno
innanzi
a
te
io,
son
all'impresaall'arditezza
trovarmi
con
Dio
!
.
Ella pur
non
Mentre
Di
parlo
graziosa
Non
Cari
s'offende
mi
quegli occhi
Mamma
Occhi, mi
indarno
porge
in volto,
finge.
intenti
a
menzogneri,
e
mentir
sorrideste in alto
Troppo, troppo
ascolto;
guarda, si dipinge
meraviglia
conoscermi
e
cortese
!
si ben
ieri
v' apprese
;
Dieci
64
dar
sia
temo
uno,
cT
è
parlata
poscia,
la
resto
lingua
spropositinei
la
è che li
un
nei
tantino
in
deve, né
si
che
è verità
sempre
qualche
Pulci, dinanzi
a
mano
bisogna distinguerefra
Ioni
professa
nell'Ariosto
ilPoliziano
di
avere
il lesto
e
Dante,
volete,avrete,
Dante,
alla cui luce
l'effetto di lumi
ria,
letterasi
non
per
quello
d'espressione,da imparar
da
cosa
educato
volendo, interrompere:
quanto
audacia
e
con
E
l'ha studiata
la tradizione
potrebbe,anche
siate rivoluzionari
de* carmi.
il Betteloni
comincia
erutta
settimanali
sui classici s'è anche
poesia che
una
de'Jiorie
stile. Tant'è:
lo
ebri che
versi,piaghe
lingua
è superiore
ricchezza,^
certa
ed
si
n'è. Ma
ce
di quanto
per
il
e
;
ragazzina. Di
una
anche
terra
classici,
e
vanno
non
del Betteloni
mila
cento
dolcissima
ragione
anche
per
d'idioti cenciosi
gergo
di questa
stile
poetica
sua
proprietà,e
per
quel
eroico
locuzioni
sono
non
quello
nella dizione
fatte mende
a
in
certo
innante, indarno,
ora
oramai
se
è troppo
pie veloce
sbagliata:
qualche classico,della lingua
di
sosta,
academiche,
del
rimembranza
a
intoppare. Uri
ella
dietro
a
frase
una
intoppo è
anni
per
esempio, e
frasi faranno
le vostre
mezzogiorno.
a
classici
appreso
e
dal
Vero
è che
classici. 11 Bettenel
Poliziano
e
far disimpacciatoe schietto,e
l'Ariosto
erano
designati dallo
Zen-
Dieci
fra
drini
scelta
lingua che
l'Italia l'ebbe
vero,
le
di
tratto
dietro
che
tempo
idea
stile in
di
fatti
migliore.In-
esser
ci vuole
per la
poesia
più specialmente,salvo
eccezioni
grandi
65
sua
poteva
non
di
rimpasto
sempre
a
gliantesignanidella
poesia. La
del
anni
da
va
del trecento, in
Masaccio
alla
quel
morte
del Vinci,quando la giovine arte del rinascimento
s' informò
r ebbe
tutta,
pur nel Poliziano
non
Medici
nel
Pulci
di rime
e
tutta, al
quasi
o
ne' minori
e
in
si credè
academico
nei
renze
pochissimediffe-
lingua un
fastidioso
scoprirecon
soli
nel
autori di farse di ballate
peggio,quella stessa
rivoletto
umano:
ma
nell'Ariosto,
popolari,ed è, con
non
vero
detti del
cosi
rispetti
cui
spirito
popolo
toscano.
Altro
e
miglioresempio
teloni è la
della
canzone
la fusione
del reale
umano
del
e
linguaggio
riuscita
in
colorisce
del
e
del
fantastico,
e
e
della favella
della
sole,dove
sentimento
della natura,
che
strofe che
giovinettapresso
Dell' alta
Siede
La
—
crestaia
Carducci.
invetriata
cucendo,
maestra
spesso
la
guata,
del
canta,
vola,è
piccoleproporzionia meraviglia.
La
5
lirico del Bet-
panteisticosenso
che discorre
frase che
della
col
del valore
Dieci
66
in
E
anni
assai
andrebbe
Or
primavera
Penetra
dall'
la
Balza
Vispo
al
d'
a
di
Voglia
più
farmi,
Nel
bisbigliare:
rimane.
non
venire
a
o
mio
di
maggio,
t' invito
bella,
omaggio
regno
fiorito:
aperto io soggiorno
Sopra
SuU'
D'erbe
core
arcane
il Sol
sono
Che
giovin
lavorare
lei
a
oro
suo
lusinghe
Comincia
Io
lavoro
dita
Picchia
Poscia
sul
disturbatore
e
le
con
via
vetrina.
lei
a
mia
la
trova
Traverso
AH'
ascose;
fanciulla
Il Sol
A
strade
ampie
dimore
Della
«
cose;
nell' officina
Anco
Già
bene.
invade
tutte
Nelle
questo,
molesto
Non
Passa
tiene;
fosse
non
se
IL lavoro
E
la
soggezion
Che
dietro
a
il colle
vitato,
ondeggiante prato
novelle
adorno.
;
anni
Dieci
Vo
Il trillo
Che
regni
delizie
Fra
la
il
io
tocca
è
i
non
poss'
io
correre,
a
il desio
voglia
Sia
nel
tutto
prato
poi
di
s' ode,
provare
saltare,
rode.
mi
un
o
nell' erba
D' avvoltolarmi
Far
calpesta;
giorno,
sul
colle,
intorno;
scorrazzare
E
fior
augellin
A
gente
troppa
pitibei
non
festa ;
di
vero,
E
Di
sovente
allor
Che
Ho
sedere,
insieme.
cenci
c'è
Come
a
geme,
giornate intere,
porte
un
ne
me
mi
Esco,
E
l' avrei,
ce
metter
Ma
vóle;
non
cuore
Delle
Dalle
»
verrei,
mamma
Star
?
leggiadro Sole,
mio
L' amante
Ma
ti meni,
me
sereni,
miei
Volentieri
Ma
a
cotante
Deh,
«
amante,
un
giorno
un
Ne*
A
più gaio....
suo
hai, bimba,
Non
—
sdraio';
1* augelletto
me
a
67
diletto;
a
mi
aiuole
Sulle
Serba
orti
gli
per
dùtro
a
belle
molle
alfine;
cantate,
68
Dieci
anni
di
belle
risate,
abbian
più
Far
Che
E
non
farfalle
Stare
un
Di
del
Tanto
io n' avrei
banditore
T Abardi
sul
che
loco
un
poco;
pensasse
avviarmi,
i nidi
pigliarmi
a
pini arrampicasse.
l'Aleardi, il
ardente
ai
O
dal
Entrar
E
Che
Di
Là
anch'io
m'
facendo
per
la
prima
che
di
vista
;
vista
un
occorresse
entrai
Zendrini,
poesia e piangeva
dir vero,
tabaccaio
sigari v'
dello
non
di' t' ho
un
paio
;
volta
ti
stato
era
pure
di questa
fatto,a
bella,
—
versi
figliuolprodigo. Se
avea
»
quale
primi
si scandalizzò
della crestaina
:
mio
non
tosto
che
resto
desio
ammattire
io
cesto,
un
trovo
non
andar
Ed
manzo,
pranzo.
1' amante
Dove
Sui
nostro
più
Farlo
E
non
ciliegieil
Fosse
Vorrei
dire
e
fraghe
che
Che
sentire;
a
poco
rosse
E
i romori
frutta
Mangiar
E
inseguire,
dell'acque
E
fine.
coglier fiori,
vorrei
£
dietro
a
parlai.
il
poeta
peggio:
Dicci anni
A
questo punto
dietro
a
vi sto
non
parrucchierigli negarono
E
Si stava
Un
s' avvennero
vino...
per
i
te
...
il libro e ricorsero
dico,del resto,che
non
di
all'acqua
avvezze
fogliadi
una
petti
pollo svelli-
Sfido io,poverettel
erano
Io
leggere,
più dolci pentii,
Al
entro
a
del frittoscelti
E
rugiada
dirittura il saluto.
alla Regina,
tempo
T'avrei
buttarono
i Romei
assai benino
Ottimo
I
dire che
a
a
Giuliette,
quando
le
69
a
una
Colon!
goccia
per tutto pasl
rosa
sieno le co
coteste
più
belle del canzoniere
del
che
in
ci siano delle lungaggi
quel canzoniere
e non
Betteloni,
non
e certe
prosaiche
interpolazioni
sto,
qualchebizzarria
e
a
il Betteloni
netti
del natura!
pur
chi si dolesse di tali dife
a
la bocca,offrires
può, per rifargli
corpè questi:
'
Quassù nel lago nostro
Che quanto ha
Solo
Ma,
d'ottimo g
e un
freddo,
po'd'es
gerazionesistematica,
che, sia
offende l'arte. Ma
ne,
alga
cresce
lungo il gambo è
in acqua
poche fogliein alto eli'esce
con
se
un'
a
lugliosu queste
il cìel
non
;
versa
immersa
Dieci anni
70
Stilla di
Che
pioggia,in guisa Ut
dissetarla tanta
a
inaridisce
langue e
i
sul mio
li l'amor
stilladal ciel
tuo,
a
leggiadra,
il
che
mal
spirtoe
lo affonda
fango immenso
riesce,
d' ogni bene,
cor
lindi langue lo
gorgo
più non
e
in abbondanza
sono
le incresce.
cosi tersa
e
eli'ha
che intorno
Onda
ditiro
a
me
non
me
viene!
contende
io basse
sovra
scende;
non
arene
....
si stende.
ine! la fantasia fra sé ragiona :
)
vaghe
vesti cui s' affida intero
segreto gentil di
sti cui
non
te ditemi
ive
arcano,
sua
si cela alcun
aimen
non
eh' è fra voi nascosto
io sforzo invano.
rispondo» quelle,e
ingonsial
iggon
mistero,
di questo arcano,
dietro al qual la mente
iI
persona,
con
più cura
corpo, e di quel posto
partitoe de la lor ventura.
vago
anni
Dicci
72
metallica
quasi
italiano,
trionfa
nuovi
tedesco.
begli
il Don
Ma
anni
io
in
e
modesto
fatiche
le
prove,
all' arte,
e
880.
col
prova
sorta
di
a
bico
giammettere
Finisca
lavori.
poi
dai
Versi.
lettori
accoglienza,
durate
all'Italia
Io
artista
al
auguro
sul
lente
va-
intelligenti quella
che
nell' arte,
degl'intendimenti
originalità dell'ingegno, gli promettono
1
traduttore,
consiglierei
ripresenta
Nuovi
e
la serietà
lo
del
a
sciolto
verso
basta.
poeta
attenzione
onesta
industria
non
si
questi
con
il
descrittiva
quella
e
il Betteloni
proprio
dietro
atteggiamenti
Giovanni,
Ora
poesia
vigorosa
per
di
i suoi
di
a
le
prime
e
e
liete
il
rispetto
la
matura
e
gli
ritano.
me-
CRITICA
E
ARTE
I
ra^Tjt. signor Giuseppe
intrattenersi
tjQjR
1^£\J
della
(12
dicembre
che io mi
mi
ha
dio
ad
prova
dio
della
della
Non
a
nostra
vorrei
parlar sempre
di
a
pie
lia
d'Ita-
regno
mi
atteggio: ancora,
la critica
disputar
onesta
e
umanità
altre,
seco
ma
ed
ad
Guerzoni,
mogli
dia-
cortese:
:
disputiamo.
prometter
il
le
cortese
il signor
L'orgoglio dei piccoli,scriveva
nel
mie
cose
detto, fra
dunque
critica
piaciuto
ha
accogliere
Ascoltiamo
Disputiamo?
«
da
un'amica,
rappresentante
una
e
delle
e
1873). Egli
sento
come
ascoltarla.
me
è
Ufficialedel
Gaietta
esortato
onesta
di
Guerzoni
troppo.
Voltaire, sta
sé,l'orgogliodei grandi
nel
Critica
76
parlar
non
senza
sé
di
più nobile,
per
la
Per me,
incorrere
io mi
del
non
chiamasi
critica
Ma
anzi
usurpato
avere
è, come
la
accesi
ragione lo
cotesti
sua
prosa
onestà
io
Contra
alla mia
ciò che
amor
in
dirimpettodi
tavolozza
per
qualche
dir
a
giera
rag-
che
il mio
cosa
Italia
essa.
Egli parve
ilsignor Guerzoni.
tutto
quando
di poeta,
qualificaegli,più sanguigna, quei troppo
offendono
là dove
sentir
ragionata
tratto
il
(cosiscrive
più d'
mi
auctoritas
aeterna
corone
di
la
:
ma
e
rori:
fu-
il
testo
adversus),
scaravento
che
vituperii,
tro
con-
il nemico.
signor Guerzoni,
Contra
:
censura
in smanie
dare
più latinamente
al critico
mio
criticofcome Roma
il
volta
una
lui, qualunque
fa
senza
usurpatiper
averli
delle dodici tavole porta
hostem
forse
non
dipinge l'accanimento
critici. A
e
pare
che
versi
ne' miei
colori,dico, ei
i miei
più
di
intorno
all'arte
e
».
dovessi
non
mascherare
colori
lussureggianti
e
dalla
signor Guerzoni,
lusingo di
inutile
tutto
badi
dal
da voi
per liberarmi
l'intendimento
con
non
dei grandi;
all'orgoglio
Se
orgoglio dei piccoli.
nelP
avventura
Signori
-
stimato
essere
volentieri
intorno
dire
tante
po'insul-
un
,
assai,se,
postami
proprio
vuol
ch'io cerchi di
dorrebbemi
ma
talora
ma
brigata;
rinunzio
è
Quest'ultimo orgoglio
mai.
fine
vai la pena
arte
e
dosso
ad-
in paragone
Critica
è di rosela
accademico, dio
cose
e
le
bestia
e
parole al
Annibal
Caro
bene.
Un
mostro
Un
eh' è
Una
lo
Di
lingua
mille
Che
latra
morde;
e
Incontr'a
Dio
nunzio
Corvo
Verme
fila
l'aura
Scimia
d'una
e
come
tesse
'1 fumo
e
di
Crocodilo
£
che
aborre
quanto
Sembra,
Il mostro
l'uom
ed
di
e
snode.
frode;
frale
si
quanto
parlo
di
e
vero
è veramente,
eh' io
strale
o
e
disperge
divora
e
di
opra
putrido
D'orgogliosi giganti,
;
d'ogni male;
la
sangue
code
più
tale
s'avventi
ministro
e
di
sferza
bugfe: volpe
e
che
e
che
par
di
Chimera
scorpio
e
pensiero
guisa:
questa
aspe
di
e
Licaone.
un
in
teste,
fero,
"T opre
e
cosi:
Lestrigone,
cosi
e
Busiri
un
più lingue
di
il Castelvetro
rozzo
dipingeva
Idra
Che
posto.
cosi
sfinge
Il che
rimettiamo
Ma
antropofago,un
di
dunque
sono
tempo.
un
a
contro
Apollo fece
mangio:
tutt'
titolava
un
Anche
lo
me
retoricamente,
trovato,
Caro
poi lo scortico,come
in fine
Marsia; e
77
di sonetti d'Annibal
corona
il Castelvetro;e
a
arte
e
e
e
ha
di
rode;
seme
vivo
geme;
'1 mondo
accolto
e
e
a
insieme
eh' io
scrivo.
schivo
è
le
Critica
78
E
lo
accusava
chiare
a
arte
e
di
note
e finiva accomandandolo
figliuolo,
al
bargello ed al grandissimo
letto il
signor Guerzoni
i miei
critici che
dove
ha
miei
critici?
altro
che
Da
letterario
annoiato
di stile
tempo
poesia: però
possa,
bene
le opere
le
non
mi
ai
poeta
letteraria
della
parlato di
Egli
mi
sapeva
che
a
disputar
né latino né italiano
Satana;
che
un
dimostrare
e
non
calzolaio
o
per belle
e
la
un
fatte
compratori e ordinatori,ma
al
zoni
pubblico. Il signor Guer-
filologo: ma
contro
dignità civile,tacendo
di
ancora
me,
raffaccia
poi mi
ragazzo,
avanti
Mena
di
dato
han
avanti
aver
buffone
ilFucci
dell'onestà
insorsi,vendicatore
quelliche
primo, solo, e
versi.
credo
debba,
sue
quasi,anche
non
presto lasciai
ben
ma
l'idea
uomo
avesse
;
lepido
un
l'idea del
filologoed
io
chi
rinfaccia Fucci
e
anni, ben
rispostaa
certa
d'allora
ch'io
un
sue
i
68 difesi tenacemente,
anzi
sarto
ancora,
perduto.Nel
onestamente,
ma
rimate
contro
molti
l'impresa, accortomi
poetico con
era
di mio
tro
con-
al Caro.
cominciai
ragazzo
invettive
per
ha
dove
di mio
cosa
cosa
detto,e
il Castelvetro
dittatore
per
m'han
Ora
più largamente
egli letto qualche
e
diavolo.
arieggialle
o,
un
agli inquisitori,
qualche
Caro?
dell'elegantissimo
ucciso
avere
tutti,o
ragione,
che
egli
pubblicatoio
e
altre
figure
Critica
8o
denti
i ferri della
contro
Ora
devoret?
quem
virtù
della
e
d'oca
la penna
la
sguardo negli occhi,
si rincantuccia
forme
lo domerò:
la tua potenza
Questo
P articolo
messa
atteggiain
tutte
è l'intimo
del
darsi
in
come
che
sia
miseria
tua
Di
ed
Io
gli
egli
la
con
ed
gliaccenno,
le
selvagge sue
non
dell'esordio
senso
:
cortese,
dell'io
scena
Io
Va', accuccia,Enotrio
signorGuerzoni
più solenne.
Guerzoni
la
quale
Io
voi,signore e signori.
a
domato.
io l'ho
accovaccia.
stile
qualitàdinanzi
e
anche
si
e
del mio
incandescente
e
la
lion cello?
questo
brontolando
io che
spada, vedete,signore e
tratto
ferreo
eglisi dimostra
ingegno,
amico
politichemaneggio
cure
fisso il mio
punta
signori: io
e
con
quellaintrepidezza
con
io lo
signori,come
quaerens
benemerito,
libero
fede,e
giorno maneggiavo
un
signore
cittadino
riposidalle
negli onorati
gabbia, quasi
ecco,
Giuseppe Guerzoni,
della
arte
e
cose
che
apre
pare
può
è sapiente. La
guerzoniano non
certe
mitange.
il quale esordio
certo
:
che
poteva
il
sere
es-
signor
s'intenda.
II
Ripeto
con
i miei
che
fino ad
critici. Ho
ora
io
non
per altro
ho
avuto
osservato
che
dire
attenta-
Critica
mente
studiato
e
quella critica
di consumo,
che
oggi in
che
tutti
adoperano,
critica
o
vien
grandi
dei
e
il
il
d?
o
atlante
un
metafisica,come
fa
di
siamesi
dell'usignoloa
di Persia
delle
o
giovine
esser
alla
e
Carducci.
il
che oggi
letterarie,
statua
o
d'
un
d'
un
manzo
ro-
libro di
d'una
mostra
dei fratelli
o
può
falli alle prove
—
fra il rapportatore
poesie.Il chierichino
di liceo che
6
tengonsi
scià
cinquantina
antico
terzo
dello
due
primo
un
o
bene
appendici,secondo
una
giovine.Nel
o
sono
mezzo
o
i
teste
o
già vecchio, può battere
parere
della
porta
vostre
valenti
conta
fiera di beneficenza
d'una
mezzo
per
più guise.
parlerà
agricolao
o
di
geograficoo
domani
una
vero).
per
redattore,cioè,di
artistiche
quadro
un
che è
aggiustato cosi
che di
cronista, che
di
e
bolo
voca-
cultori di essa,
giornaliche
un
accreditati,
bisognox teatrali o
propri
cui fu
:
e
o
funzioni
sue
diversi
quello a
ordine
discorre
più usuale, più
di ritenerlo
i
ma
di chierichino
quarto
produttoridi
quotidianao periodica,e
i tipi,sono
caratteri,
il nome
i
sapendo
pur
le
compie
scrittori:
modesti
Primo
Italia è
convenendo
ma
della stampa
e
produzionie
più popolare (per adoperareun
menzogna
Cotesta
le
81
arte
e
caso
ed
è per lo
essere
più
di greco
studente
sempre
scolare,
uno
o
di
universitario
matica,
mate-
che
82
Critica
i sodisfacimenti del
trova
non
nella
o
arte
e
in
geodesia:
egliparladel
studio
lungo
suo
dette
pan-
vece, scrittoredi
alla filosofia della
amore
genionelle
nali,
gior-
grande
e
storia,alla filosofìa
a
dell'arte,alla filosofìa della critica,
quello,cioè,che
o
è
non
proprio arte
critica,
perché procedendo
genialis' è
storia
accorto
la critica pura
e
alla
e
fece
egliper dispetto
fischiato,
e,
una
secondo
o
sentimentali
Con
quando aspettano
non
sancta
sanctorum
Roma
o
uomini
del
potèmai
,
la
primo
salire nel
Milano:
sempre
colleghi,
secondo
po'artista,
consumatori
di politica
un
hanno
si fanno
dell'arte. Povero
cotesto
cosi
giornaleal
per i suoi
che i
non
ch'egli
fu
signora.
concetto
dire
e
scrive romanzi
il nobile
di
onde
clienti;
degliarticolidi fondo,del primo
seri,
egliè
e
sere
es-
tali avviamenti,il
tali intendimenti,
con
chierichino
e
può
caso
delle cameriere
distraggono
glisbadigli
che
la
alle 'pandette
più commedie
scrisse o
conforto,
a
gazioni
diva-
sue
1' arte
come
cui fallirono i
a
storia
gliassomiglianoun
Nel
geodesia.
avvocato
un
nelle
alle matematiche
al greco
po'troppo
o
tutto
ha né pur P ombra
chierichino!
della labe
peccato dell'arte, solo peccato per il
qualenella
società
moderna,
e
\
in
specialmente
Critica
certi
paesi, non
è
egli
che
l'uòmo
tale
con
chierichino!
nato
io credo
come
sia
frontale, il colpo abbia
cuore.
Cosi
egli,leggero e
la
testicciuola
sua
e
Amaranta
del
a
di fieno
delle
chi
dell'albero
del
bene
del
agli
col
solito
per
o
dei
il suo
lunga
madamigella
di
la
scienza
della
del
male,
e
strada
frumento,
vasi
da
di
frusta
delle
o
delle
alzare
sue
e
e
squillar dei sonaglieli.
lanza
petubaiare
ab-
brocche
e
il redattore
a
mente
lenta-
sinistra
bestie, che
abbassare
l'ignoranza
del-
dell'opinion
notte
diritta
a
che
'1 carico
su
schioccando
governa
sponsabile
irre-
può
de'barocciai
sua
dama
ma-
e
la
con
giornale trasporta
e
orecchi
solito
e
pomero
guida
capo
col
va
pignatte e
pubblica, che
vanno
la procacia
con
le erbette
brucare
pie
strame
o
la
giornale
indifferenza
la
con
montone
innocua
a
può
;
al
può
peso,
gì'impettimenti del cagnolo
con
spuntano
di
tura
na-
fino
i filari del
personcina
dono,
cre-
schiacciato
d'ogni
libero
del montoncino
saltellante
Silvia
la
e
per
rimbalzato
bell'agioper
suo
se,
dalla
benedetto
stato
l'osso
diportarea
dire
molti
e
scapaccione, che,
uno
e
chierichino!
Povero
proprio
tale, bisogna,
esser
religiosané
sia né redenzione
vi
riabilitazione civile!
che
83
arte
e
della
se
testa
torno
inne
e
Critica
84
Ma
lasciamo
L'officio
da
dell'acqua
arcipretidella
di
incumbenza
è di portare
la catinella
questo
brontola
libera
dall'alto
vobiscum,
il turibolo
del
spiritutuo;
cum
gli altri pretiche
mano
l' arciprete
la
cantano
l'arcipretesuo; sgrida
che
essi posseggano
gradini
incensa
e
cori
Domtnus
ultimi
dagli
raka
crede
non
la
e
bellezza,
come
quelliche ogni giorno l'attingonoalla
viva,
e
ogni
il rosolio
dopo
spruzzano
salvo
per
in
mattina
su
'1
po' d'
un
popolo. Ma,
intontimento
contento
ordina
in
fondo
come
una
madre
di
portano
dedicatorie,certe
allora
certi
natura,
cosi
qualche
o
cioè ha da
nomi,
raccomandazioni.
seraficamente
la
è
non
egli è
gli
quando l'arciprete
rammemorare
qualche fedele;quando
libri che
bocca
rimastogli
ragazzo,
di fare il panegiricodi
collegiata o
sera
chierichino,
malestruo
cattivo
pasqua
il
come
fonte
ogni
e
risciacquandosene la
quello scapaccione di
fondo
il caffè
dopo
a
insieme
chi
isoli la verità
sponde
ri-
mano
a
messa
a
agli
giornalisti
articolo
primo
il chierichino
Et
dietro
o
cioè ai
stampa,
del
1'aspersorioe
innanzi
santa
bestiali.
solenne
quel partito.E quando
di
o
le similitudini
parte
principale,la
eh ierichino
arte
e
il
santo
della
commemorare
parlare di quei
certi
Oh
titoli,certe
come
chierichino
gia
ragnel
bel
Critica
dello
roccetto
le crespe
e
stile del
le falde
feste, con
nella
sgargianti
e
zurrastra
az-
academia
della
inamidatura
rigida
e
di delle
stridenti
tutte
85
arte
e
tica!
nazionale, constituzionale, progressista,democrache
con
Tale
doveva
fuori, il
missa
da
anche
uomo
lui
cosi
cosi
come
in
poesia ch'egli
da
ed
in fine
ha
è
estetici. Ve
d'
amore
sogni
bi-
gusti
dunque
e
una
la
perse:
parrucchiere. Quei versi, quelle strofe,
quelle imagini, quei pensieri, quei personaggi
impettiti,e
col
di
bianchi
e
di biacca:
sempre
egli
in
un
le
muse
è
tanto
due
del
rossi,ed acconciati,
immobile
ecco
il
sorriso
suo
ideale.
dalla
indulgenza
buon
diavolo
con
i chiodi
testiere*
della
che
tutti
componimento
di lieto umore,
momento
appendice,
fra
e
lucido
loro
stucco
d' un'
vetrina
li nella
stanno
un
i suoi
letterari,i suoi
proprio
ama
fine
altro;
un
come
V Ite
cantava
Belcolore.
fisiologicicome
gastronomici
poesia
quando
il chierichino
che
alPin-
accapponata
voce
alla
i mottetti!
intona
voce
Varlungo
guardando
non
di
dalla
essere,
sere.
est
Se
quilia
a
darvi
guar-
imbecille
Ci
del
pino
scam-
richino!
chie-
da
gerci,
crocifig-
sul
calvario
sua
cenza,
compia-
Critica
86
arte
e
III
che in Italia
detto
Fu
volta
una
coi sonetti nelle raccolte
le critiche
con
l'una
i
troppo
due
l'altra
e
giovini; e
è
fu
delle
anche
peggio?
bruttura
divano
gioviniesor-
oggi esordiscono
e
giornali; e
delle
Qual
—
che
nei
i
dato
diman-
A
—
me
facciano
è
due
pare
oggi
pur
fastidiosa
più
la
secónda.
Il critico
cose,
ai
e
massime
in questa:
a'
in
tanto
saltellando
gli occhi
dal
aspira
illuminare
a
liceo
un
con
matematiche,
ma
venerazione
una
critica*
—
e
La
gli
di
il mondo.
odio
anche,
critica
—
in
ha
al
il deserto,
promesso,
fuoco, cioè alla
Anch'
estetici,
o
egliusci
al greco
siamo
giusti,con
egli
ed
articolo,
cordiale
passione da
segni
per
critici
Saggi
senza
i
riviste
cammina,
nessuno
de' suoi
resto,
di articolo
affannoso
in molte
mosche,
alle
fìssi alia colonna
edizione
destinata
le
ratura
lette-
si ristringe
eglinon
quali,del
i
cammina,
che
terrà
una
futura
che
colori,lascia,come
passaggio; ma
suo
librò. E
con
tipi della
differisce dal chierichino
su
giornali politici,
verso
dei
corrente,
badare
del
giovinetto^ altro
non
andava
e
alle
una
si dire per
la
ripetendo
88
a
Critica
poco
a
il mestiere
poco
parlare in prima
di avere,
la
arte
e
lo vince.
colonnino
un
a
di
cattedruzza,dalla quale guidare
sua
poi quel
plurale,quel figurarsi
persona
appoggiata
E
giornale,
pò9 po'
un
l'opinione,e forse, chi sa?, illuminarla, e
anche, perché
sé,
di
terrore
un'idea
no?
quella età, che
comica
bizzarra,un
è,
uscito
malattia, dico,di
fare il maestro,
cosa
tutti,per
la
ridotti
momenti
a
schierati
su
già
menato
su
guasti
ha
venti
l'un
vedere
se
ha
il labbro
imberbe
la bazza
calcolatrice*
congiuntura
nelle
sue
più
declina
E
la
per
e
a
malattia
ha
giovinetto,e gli
e
alla
e
vi
denti
gli sbiechi
gnare
inse-
l'altro
con
vien
in bocca
e
aguzza
ciò
qualità
forse
sua
Bel
testa.
faccia
e
se
di
pina,
su-
sotto
vezzosetta
egliin ogni
di
giornate letterarie procede
nino
sen-
voglia
pigliarlopel ganascino,e adagiarglila
a
a
in faccia all'altro
nel
anni,
la
d'europei saran
cotesta
al viso
cuore
avere
qualcheduno
a
panchettil'uno
orribili
d'oro!
d'
farsi lezione
piani;
del
pedante;
ma
miJioni
trecento
per
e
dal
su
tutto
e
a
tanti
su
monti
per
sale
quale
grande
confini
la malattia
poi
secolo
che
mente
istintiva-
sappiamo,
come
secolo, di questo
qualche
dai
ora
pur
imitatrice. E
e
vago
imagini teatrali queste
sono
rapiscono l'innocente,
di
tere
incu-
giovine; e
alla scoperta
1
]
Critica
poi tutti
l'altro per le
rassegne;
le
con
appendici,
pubertà cantando
le loro
in
con
nelle
dedicatorie,
in conspetto del
denudano
e
l'un
si sbaciucchiano
d'accordo
giovine.
d'un poeta
dopo dimani
giovine,
E
maturgo
d'un dram-
domani
giovine,
romanziere
oggid'un
89
arie
e
pubblico
Noi
coro:
i
siamo
*
i giovini.
i giovini,
giovini,
Ciò
vuol dire che
non
scrivono
corteggiquelliche
Vi
manda, per
alla linea dove
Voi
io
un
lapisverde
di
fatto V
glirispondo.Ed
non
appendicedi
onore
glirispondete;o,
non
di
per dir
eccovi poco
altro giornale,
nel
più grande,più serio,
il giovinetto
vi ha
una
nota
costo
di farvi pagare
o,
la multa
io
no.
al
o
Ed
lettore
ecco
o
minarvi.
no-
glio,
me-
poi
quale
con
margine, a
vi
postale,
Voi
giudizio.
vostro
meglio, voi
vi piace,
ma
veggo
in calce
di
periodo;e
un
consacrato
manoscritta
che aspetta il
se
vi ha
qualche anno.
sua
segno
un
non
giovinetto
da'
esempio,una
con
giornalteatrale,
rosso
il critico
non
avvisa
spondete;
gli ri-
gli rispondete,
che lin bel giorno mi
un
o Studio,
intitolato,
capitare
fascicolerò,
o Ritratto,
o Impressione,
o Bozzetto,
o
Saggio,
uria impiccagione insomma
alle forche
Profilo;
0
dellapubblicità,
fatta in
critico
tutte
giovinettoa
le
danno
canito
regoledall'acdella vita di
Critica
90
arte
e
d'un
qualche sciagurato, magari
giovinetto:
al fascicolo
E
del
'dell'altro
l' un
mangiar
critico,che
offre
mandiate
voglia, a
critico deve
la
da
paese
lingua
quanto
Ciò
vero?
esempio,
volere
Come,
del
concetto
tradizioni
in
d'
dee
me
una
per
almeno
delle
le classiche
ambedue
e
vogliamo
lingue
che
da due
essere
secoli ha
logiche,più spigliate,
più
è
ora
dà
facili al
le
per
il critico
cognizione
e
scenza
cono-
basta.
non
moderni:
e
le forme
dei modelli
e
E
sta.
ba-
procedono
classiche
storia
dato
segnarle.
d' in-
noi,
a
nostra,
letterature.
suo
non
e
sufficiente
ampissima poi della
siamo
Ma
modi
artistico
che
del
voi,signore,per
volere, i
lavoro
tamente
perfet-
naturale, non
grammatica.
non.
due
avesse
il dovere
comune:
la
più
ne
la storia
abbia
là educazion
avere
anche
conoscere
parte dagli studi classici,cosi
gran
per
e
o
del
e
tutto
che
sia
sapete
non
si
cosi:
semplicemente
non
vi
libro. Allora
rispondere,chi
la letteratura
pare
bene
se
Voi
modo
ultimo
anzi
uno
lettera
una
quel
a
vostro
di' presso
un
Un
—
si accompagna
di
caso
e
famiglia,per disperazione.
conciare
il
il
sarebbe
poi
in
critico
inferocire
interpellandovicol
paratissimo a
•voi, se
da
quella
gente
sono
altro
di
Noi.
la letteratura
le forme
pensiero
più
mo-
Critica
derno
è
Francia
di
critico
oltre
deve
sa
di
E
della
e
certo
oltre
secolo
un
politica la
tutto
due
e
questo
della
rendersi
pensa
il critico?
ne
l'elemento
parte
letterature-
poi
letterature
e
gli
deve
ed
questo
essersene
propria.E
deve
fatto
con
tutto
veruna
di
meno
al-
dunque
convien
E
superficie.
con
mento
l' instrutanto
delle
da
sformazioni
tra-
della
avuto
la
trasformazioni
alle
e
non
artista* La
di
civiltà. E
tempo
e
meditazione
questo
intero, piacevole, utile,se
facoltà
la
esteriori della letteratura
avere
con
da
Una
l'.uso della storia
degli spiritidell'individuo
per
intendano
possedere
rispetto agli svolgimenti e
tutto
antico, e
da
ragione degli svolgimenti e
interiori
Egli
nico
germa-
moderna.
in là della
il critico
desca
te-
incessantemente
l'arte
e
mune,
co-
elegante
che
modificare
filosofia
lettura
alla
serva
assai
letteratura
po' più
un
e di
politici
Germania
filosofia
delle
conoscere,
a
ciò il
per
:
Della
nostre
Inghilterrae
come
moderno
quella letteratura
non
quanta
nelle
mescolate
basta.
non
inglese
per
entrò
che
tura
la lettera-
per
sonosi
e
genio
ai libri
più
conversazione.
francese,e
di
e
molto
e
del
conoscere
ai romanzi
91
passate
son
correnti
le diverse
la
dubbio
senza
arte
e
non
una
sarà
abbia
critica
forza
tesi
sin-
critico
ingegno
o
letteraria,
Critica
92
del
ogni
quista
ella
in
abbia
di
esami
diversi
e
consimili
raffronti
e
in
bene, signor mio,
il titolo di critica le
dei
piccoliamori
di brave
e
fino
certo
un
a
ca
grufi
a
demica
che
v'è
Ma
di
tirate via
a
vedere
nelle
tanto
e
sotto
le
vedere
A
come
di
i nomi
a
nulla,
vedere
ci
i
la
frega
mangia
voi
si*
non
forse
eterna
e
i\
o
che
ma
me,
non
dottrina
citazioni
li Conoscete;
a
se
miniscenze
re-
combriccola
una
a
in Italia ci rode
vostre
pite
ca-
può piacere a
questa
quali sbagliate fino
che
d'
anche
nulla,
spacciare una
le
voi
letto,o
avete
porta
non
studi
peggio.
a
che
che
segno
attesta
dei -nostri
le cose,
impressioni,o
libro
cosa
nulla,
non
e
è
condizioni
in
pubblicar voi
piccoliodii
persone,
giova
non
i
e
mili
consi-
imparaticci di scuola,
dell'ultimo
formulario
il
che
rienza
espe-
fatti
più
cosi
vostre
vostri
razionale
e
luoghi
Stando
ac-
pure
fondamento
dal
tra
in
tempi
diverse.
e
che
e
lunga
una
fatto
un
duale
estetica,indivi-
ed
chi la faccia
deve
apparentemente
relativa,ma
"
da
fatti
di
né
può
non
storica
modo
valore
rt"r*
nell' applicare a
serie
una
V osservazione
a
che
ad
o
nuovi,
che
in altro
consistere
nuovo,
giorni nostri
ai
resto,
arte
e
nità
va-
aca-
tutti.
Voi, ragazzo,
che
avete;
non
seconda
mano,
degli autori, da
(tome
non
pure
Critica
ma
spogliate i libri,
e
'1 vostro
fra
di
a
sentire
di
amici
lavoro,
citazione
la
con
di
vostri
consigli e
anche
sapete
i
che
biasimate
trapassate
alle
lodate ;
o
lodi,o
all'imputabilità di
il
sotto
e
il
tutto
la malattia
disfacimento
un
sarà
è, di
tali
vital
dei
in fine di fronte
come
;
vedere, dico,
a
nutrimento
permesso
affermare
a
uno
quel
l'ordito di
voglia di
letteratura
vizio
la
dell'anima?
di darsi
non
per
e
mancanza
Ma
quel
sa,
cuserebbe
ac-
non
più profondo,
organici,e
che
mandare:
do-
leggerezza soltanto?
è
della
tessuti
vitupèri
freddezza,
alla
Nigetti con
cotesto
qualche
mente,
opportuna-
peccaiuzzi sgattaiolate
del
cutanea
ella
di
e
come
comparire
dai
come
e
ripieno di furfante,vien
Ma
o
far
dall'ardenza
di tela
parte
le frasi dell'autore
e
privilegiodella gioventù
specie
questa
goffo
luoghi
i
faccia
zioni;
le ammoni-
riattaccati
e
opportunamente;
sempre
nel
destro
i
pensieri e
la
un'altra
per
staccati
e
lezione
una
su
suggerimenti
giuocar
scomparire,
sbattete
vista;
la roba
su
per farci
tete
metcio
cen-
un
in
meno
ancora
ci
e
i
luoghi
li
e
né anche
voce
considerare
a
e
morale,
nemici
e
mano
degli altri,
ingrossatela
magari
giornalirecenti
senza
ne*
pur
come,
93
togliete da
articoli
prossimi
arte
e
di
come?
che
mostrare
non
il
un'altra,senza
una
cosa
solo
perché dice
E
per
che
quel
di scrivere
si
non
potrà fare,con
nella
solo
farebbe, o
E
stampa?
le ruberie
la
si
non
pericolodi
ciarlataneria,
non
mariolerie,
esercitate,
perche'
perpetrate
letteratura?
sdruccioli della
che
iia di scrivere?
sno,
loro
tanto
che
avesse
in
un
riducono
che
a
il
gli scriventi,i più
e
emente
a
soltanto,
né
o
scrittore,
uno
me
poeta
e
a
gabellarsi
pubblicpsi
più per cinquanta
un
di
rarezza
ci sfeno ? Del resto, anche
artista ne'
folla
quanta
riconoscersi
vero
proprio
avete
qual
e
cittadino,
sia soltanto
vedete
non
legga?
senza
della
principiante?
voi
dunque
Ma
il
e
vostro
scrive
che
ìeno
caso
che
si
abito
ritorio
ter-
della falsità;questi
scrittore
gente
talia di
che
il
no:
Ah,
ragazzata.
nel
questo
l'uomo
nello
:hé si mostrano
mettiamo
mariolerie,
e
non
vigliaccheria,
guasteranno
pervertiranno poi
:e
E
più
saranno
commesse
questa consuetudine
menzogna,
--
e
lodato,
esser
la
e
farebbe
civile,si
ruberie
impostura e ciarlataneria,
della
disonestà,
conversare
impostura
le
e
il
di
articoli di critica?
qualche pericolo,nel
senza
e
taccia
o
sessanta
quel
ne
qualche altro
se
che
avesse
non
accorga
l'Italia
anni
si dice
uno
o
parrebbe
Critica
96
imitando; oh
E
la
fare
e9 è da
sublime
tante
innanzi
noi,
a
E
badate;
o
finir di rifare
o
finir di
e
loro
un
e
portato
la
cosa
e
per
sua
scuola
l'altra
dialetti,e
e
i
della
dei
stri
no-
e
per
stato:
uno
nazional
diversi
e
ratura,
lette-
tipi;e
suoi
e
e
le
i
tutti
gimento,
di svol-
mento
mo-
suo
l'una
per
tere,
discu-
raunare,
le
le forme
leggi e
proverbi
leggende
le
provincialie
il
quaj|Fha
conviene
canti
gradi
letterature
i
ci
le tradizioni
vera
bisogna rifar prima
i monumenti
raffrontare,ricomporre
dei
e
di rifare criticamente
delle
dialetto,ognuna
a
miche?
for-
delie
ova
generi letterari,che
dei
le storie delle
di
rie,
glo-
ci perdiamo
compiuta
quali fu
ci conviene
storie dei secoli
questa
raccogliere
particolari,
la storia
vera
prima
hanno
dei
fare
ci
le storie
ognun
utile
fare
per
fare,
tante
-rinnovarsi;e
raccoglieretutti
comuni
da
insegnamenti, c'è,
gettito delle
che
di
tutta
lavoro, necessario
questo
nazionale
storia
nostra
piena
di tanti
il
di
popolo,
nostro
intende
che
studiare
a
la
tutto
portare
moderna
e
storia
sventure,
nazione
una
del
la storia
drammatica
e
di
antica
letteratura
nostra
tare!
aspet-
da
la storia
classici,c'è
ai nostri
intorno
storica
la critica
c'è
che?
bene
pattipotremmo
cotesti
a
artt
e
e
le
italiche
velle,
no-
e
ro-
Critica
mane,
pagane,
treste,
o
arte
6
del
cristiane,
andar
giovini,
97
media
Voi
evo.
cogliendodi
po-
la bocca
su
%
del
popolo, da provinciaa provincia,la parola,
il motto,- la
imagine, il
storia di
alla
volo
a
aleggiaper
la
fantasma
tanti
le
entro
alle
gli archi
templi greci,su
feudali;voi
potreste
da
romam
natura, ritessere
eterna,
non
e
rite la muffa
delle
fatto
o
della
nostra-
manatella
e
del
Provate
popolo;
legge
o
un
a
dello
d'una
romanzo
prefe-
rì
guzie
ar-
avanzi
tanto
negliarchivid' Italia,
della
incognita
le misere
e
gnosi
facile dia-
troppo
nato
scoprire
nuovo
forma
una
arte, di quanto
e
gli studi severi;e
male
di versi scrofolosi. Entrate
Carducci
la
poesia
delle fredde
ancor
o
a
una
nelle biblioteche
frugatidagli
•
?
-*
la
paese
conforto
monumento
un
stranieri;
e sentirete
7
valli,lungo
piccoli cerchi, i pettegolezzi
maligne soddisfazioni
intorno
psicologia
demo-
dei
storia,una
nostra
la
cantata,
il disinteressato
semirete
polcreti
se-
più
stento?
dello
i
patria,cooperante
combriccole, la letteratura
e
un
alle
il bel
tutto
per
secoli
le torri
e
cosi
ricomporre
della
i muri
su
e
gliere
co-
ciclopichee
mura
dell'Italia,
e dai monti
i fiumi
tanti
preistorichee
caverne
etruschi,intorno
ai
secoli; potreste
che
leggenda
è testimonianza
che
alla prova
come
anche
quella
Critica
g8
aria
quella solitudine,per ;chi gli frequenti col
e
desiderio
del
vecchie
da
l'aria
foreste;sentirete
la
la feconda
quieta
la serenità di chi
fatica di
in
vede
fine
rino 1?irfgegnoe ¥ animo.
generalmente
riescano,
del
ingegno
di
pugnitopi: la
giovini è
ne
pedanteria
è per
critica
la storia
trattata
o
per
studi
i
loro,possono
alla
di: poesia che
o
della
via
Peccato,
roanqava*
dei
numero
Cosi
far
.
io
che
i brandelli
tutti
tutti irti le vesti di
mente
civile, special-
e
essi
portando
per
di
nelle
l'agilità
degli anni
la fantasia
antica
Per
maturi.
gli anni
prescelgano
un'anima
avventura
andare
nel
più.
risponderei al
prediche
che
tre
fuori
nell'operastorica
scuola
con
possono
due
per
monografie :
infondere
giorni,
miglio-
giovini non
letteraria
erudizione
fatti in*
ogni intenzione
ricerche l'alacrità delle forze,nei raffronti
nella
dall'ingegno,
delle
aspettare,
vengon
e
piene
sacro
sollevino
ai rovi
lasciano
loro
I
e
tutti
sa
d'
critici;e,
esser
cento
Inzaccherati
i
chi
e'la verità,rafforzino
la scienza
sane
gli
come
pazienza di
dell' imma-
l'orror
e
del
l'amore
con
siano
uma^no,,
quanto
silenzio,con
:
la conscienza
genere
.
di visioni
conoscere,
patria, con
vita
nente
del
puro
della
nome
con
arte
e
e
lo scriver
critico
lettere
giovinetto,se
non
mi
il
noiasse;
Critica
invece
la
scelgo
via
nelF interesse
d'
lusinghe e
loro lo proseguono
punisce
il codice
bene
insidte,se
del
altri
conforti,di lodi, di
di-
lo circondano
e
alla
comoda
più
me
per
gli rispondono,e
resto
99
gli rispondo.Tanti
nimicizia, non
sua
arte
e
alla corruzione.
l'eccitamento
IV
i
Fra
è anche
che
produttori di
il
critica
italiane
alle scuole
secondarie,
e
-il nobile
e
che
anni
due
pur
la
officio
romanzo
che
o
avesse
buttato
dei libri nuovi
segno
di saper
con
onoratamente
intelletto d'amore
un
dovere
nazione
troppo
strofe,o
seri:
piono
laboriosi, modesti, obliati adem-
religionedel
una
e
gliacquistidella scienza;
propagano
abbondano,
di
dell'arte,e giovini che
le -tradizioni
animosamente
delle
numero
gliinsegnanti dotti
anzi, e attempati che
vi abbondano
conservano
certo
un
tipo
Non
bene.
(dico specialmente
forniscono
che
tali scrittori)
manchino
vi
Intendiamoci
professore.
bel
periodica un
degna
oggi
perpetrato
per
d'una
leggere
nei
maggior
dia. Ma
non
chiunque
giù
di
avesse
ci furono
stampato
"tragedia
o
una
un
mio
pre-
un
nunzi
giornale gli an-
società
salotti
editrice
delle
o
dato
signore
Critica
ioo
arte
e
.
di
lo mandava
qualche
di simile
cosa
quale professi di
scrivere
né
suo
meno
cattivo
senz'
è
o
arnese,
salti mortali
resto
a
cioè
con
per
ciò
a
belle
Un
facitore
in
grande
che
dico
di
ratura
lette-
in
il
e
bellarsela
sganon
difficili
e
professore di
feroci.
di
tale
V'ha
a
be'
periodi,
ogni
modo
al mondo
di
anche
periodi,preso
ha
:
di
all'insegnamento.
sempre
—
civetta
si
di
sata
pas-
faccia delle strofe
frasi,quel
bello,ha
donna
specchio e
faticosi
uno
che
cento
per
pubblico,e
sonanti, e
quel
nulla
di. bestie
idoneo
di strofe
e
e
meno
qualche cosa?
assai,della
allo
è
punto
e
che
pure
molte
inetto
più
sarebbe
colorite
più
del
spese
mestieri
ben
a
di
ozioso,che,
un
il dimostratore
o
ammesso
belle,cioè
che
né parte la gioventù, cerca
arte
ricorrere
Ancora:
altro
civile,in
novantanove
almeno
cioè
abbia
che
esercizio
un
uomo
più onorati, come
ma
e
né
uno
male
meno
o
in altri in-
o
fare
senza
amena,
tale
pe'l
vuole
o
poi
o
storia
o
puro,
sapere
più
ufficio
un
Italia,dico,un
un
non
discorrere
e
più o
di
liceo
un
Ora, in Italia,il letterato
stituti.
il
in
ritti
di-
suoi
prima
letteratura
insegnare
a
i
il Governo
cattedra; e
una
a
valere
governativa,faceva
parte
qualche
sempre
cosa,
—
molto, molto
fatto maestro,
si
mette
raggiustai capelli a ogni
mi-
Critica
E
vece
in-
leggere e interpretareDante, legge
e
terpreta
in-
sé
cosi:
di
di
dramma
suo
cui
ci faccia. lezione
ci
Professore,ci spieghi
stampato,
sa
ci racconti
o
Torino
a
Guerrazzi.
simili
si fa
non
più
più
scrittore
scuola
cosi
bisogna sentirli,ecco
E
—
—
la
su
e
intanto
E
con
siate immediati
Dio, quando
Volete
;
la
apriva
la
e
Dante
costui, che
si
delle
più sicuro
col
parlate,
lingua
vostra
il
commenta
fuori
Volete
—
come
":ome
intendere
dello
Quel pedante
cavava
il precetto
prosa? Scrivete
la penna,
tro
quat-
vedete, s' impara
cervello
poco
loro
con
volta. Con
buona,
tutto
l'accendeva.
ripigliava
domesticati
ad-
miei, oggigiorno
una
testo.
il
o
sguazzerebbe. I grandi autori
calamaio
cuore.
lano
Mi-
a
il Manzoni
Cari
come
cosi alla
ha
era
egli tenne
—
tale!
in questo
col
che
da dieci libri di
che
fessore,
Pro-
—
scolari, s'intende, sonosi
propositi
chiacchiere
ier V altro.
conobbe
lui da
con
questi o
che
e
—
articolo
suo
po' di quando
un
Gli
—
po'quel
un
quel
su
giorno.
V altro
parlò
giornale di
nel
?
lo abbordano
gli scolari
E
stesso.
Professore,per oggi
—
101
intelligenzedegli scolari.
alle
dinanzi
nuto
arte
t
profeta
la bocca
poesia o
e
una
retta^
siga-
sigarette
—
per
far bene
vostro
la
su
in
carta:
cospetto
faceva
farne?
cuore
ah
di
ah ah.
Eccovi
la
Critica
102
arte
e
*
la
ricetta,
la
sola,la
A
proposito: vedeste
vera,
immensa
amate,
amate.
ieri al
passeggio? Carina,
questi
versi
che
della
le speranze
ho
ricetta: Amate,
PErnestina
è vero?
non
fatti per
Oh
lei.
patriaimparano,
tite
sen-
E
—
cosi
imparavano,
o
letteratura.
Ma,
professore fa
il
se
di
un'appendice
poi
converso
critica nei
generale
e
che
suoi
li
F
scrittori buoni
quel
questo
un
Governo
e
darsi
il lusso
stessa
ragione
tenere
non
che
da
farli professori.
con
fare
certi
lo
forse che
igiene.Ma,
si ostina
che
a
tanto
come
scaraventa
a
in
vere
scri-
leggere,il
non
sottili disquisizioni
sbadigliche
quando pe'l bavero
degli sciagurati,
e
F
per
si ostina
può
i
carrozza,
canonici; gliEstensi,
di gente
infastidito
in
pisco
Ca-
la
cattivi finisca
si prolungano
l'appetito
quando
esaurisce.
l'Ariosto,cavallari;e
popolo
italiano
; e
vuol
li facevano
agli
vuole
per
di
nuoce
cattedra
il .meglio,almen
era
per
di
dice
che
o
abbondanza
tanta
noia
moderna
per
lezione. In
una
li rilassa ed
spiantato
I Medici
per
della
articoli
gli
farebbe
Italia,la quale
nobile
un
fa
compenso
vizia,o
rebbe
altri fa-
come
giornale umoristico,
giornali come
letteratura
una
che
per
l'abitudine
scrittori
d'
e
lezioni
fra la
guaiti,afferra
dell'abito
in
cuno
qual-
qualcuna
Critica
104
diverso
da
elaborazioni
certe
le dico
io
Certe
me.
le diie
certi
generi
Io
chiuso
di
e
codino!
qui:
portentosa
forme,
voi
professoresa,
ieri
eglinon
ne
a
credersi
e
cosi domani
che
che
tando
alla
vostra.
E
le
i
re
le
al
gente
cosi
alunni, la
sono
ve
vostro
egli,che
fa sempre
non
dello spirito.
cipolline
No,
di vederli
a
strippata di
cosa
la
;
semplicità
la lezione
;
v? è di
e
i suoi
moderna
agli
coli
articon
peggio. Come
all'onore
cortigiani
desinare,cosi il professore,
dopo
letture
dare
nell'articolo
e
fa mai
i
può
non
libro,ammic-
ultimo
agli scrittori
ammettevano
ignora
qualche
•stiifatini
di pedanteria alla
di Francia
il
quelle teoriche
di
l'inscienza
su
che
libro sufficientemente
in tavola
serve
scorsi
di-
molti
cui
con
sapessero
ne
e
quali apparisce
nulla,oggi
glialtri
fuori
Egli, per esempio,
come
conosceva
intorno
scrive
nuove:
ho
qui
pochezza di quello
dell'ignoranzasua.
di teoriche
e
con
la sicurezza
quanto
di
nario!
dottri-
*no:
andar
ciò
storia. Dai
la
cose
il gusto
punto,
volete
voi
$vrà finito di leggere ieri un
vecchio
e
questo
Tutto
di
e
tanto
non
P immensità
Io ho
e
—
concepisco cosi,
le eseguite,
concepite,
a
mondo;
io le
pedante !
:
certe
arte
eseguiscocosi,certe
le
arrivato
sono
idiestetica
.
voi
vostfo
il mio
oltre di
idee
io le
cosi; e
modo
a
e
eterogenee,
convita
il
una
pub-
Critica
blico
allo
sfogo del
trova
nessuno
faccia
un
Or
che
ritornando
dire
dei
calunniatori
fino
i miei
con
cose, è naturale
loro, male
di
a
signor
ad
a
mi
persone
critica
nanzi
si fa in-
mi
aria
sua
ed
cortese
seco
ad
ma
studiare
a
e
sta
one-
tarla,
ascol-
pegno
m'im-
(a disputare non
proverò
e
modo
dicano, a
quella
disputar
io ascoltandolo
avendo
molte
molti
con
accogliere la
ancora)
anche
lui.
lo classifico sùbito.
£
Del
è
Guerzoni
avuto
meno:
giacché oggi
Ma,
uri* amica,
né
di
mio,
che
abbia
non
Degli ingiuriatorie
parla
modo
me.
io
oggi
si
non
di molte
ecco
ci
Guer-
lui, il signor
critici.
male,
come
Professore,oh
—
a
a
io detto
esorta
non
—
che
mi
letterario. E
stomaco
gli dica
capirà perché
il
105
po' il piacere di digerire,in famiglia.
dunque,
zoni
suo
arte
e
genere
quella che
per
certa
che
cotesta
critico italiano
io vorrei
sua
ideal
nel
tempo
denominazione
chiamare
il
più
nuova
meraviglioso,
cesi
somiglianza aglielegantifrandel
con
dèi. baveri,degli ornamenti
ostentazione
la varietà
d'una
Direttorio
lo
acquistaronsi
sfoggiodei discorsi,
barocchi,e
boriosa
con
contentezza
la
bida
mor-
di
Critica
:o6
sé
di
e
avventataggine né aristocratica
certa
repubblicana
critico
di
articolo
mie
Nuove
della
il
signor
parte, di cui
a
Guerzoni
egli intitolò
che
il
tare
di raffronil
e
intorno
Ufficiale
articolo
né
rappresentare
bisogno
ho
non
Gaietta
poesie:
stampa
risaliti. A
prendo
astrarre,
suo
nella
di
ma
meraviglioso
e
arte
e
alle
Nota
favorirmi.
volle
VI
signor Guerzoni
Il
superiore
troppo
uomo
detta
a
mai,
non
non
e
e
brava
role
è, né
e
che
(pag. 5). Ora,
sia né
un
classicista né
e
indipendente, liberale,
è
un
stato
romantico,
nulla, egli lo dice, delie
voluto
ha
come
piccole questioni
classicista né
un
distinzioni
gente
campo'
anarchico, egli non
sua,
capito mai
ha
alle
letterario:
al tecnicismo
anche,
in
entra
classificazioni
fare
il
di
che
due
queste
signor
Guerzoni
romantico, egli intende
finizioni
de-
tanta
pa*
non
bene
,
che
à
me
di
abbia
fa male
nulla
capito
a
le
ai
meno
quelle
avere
andare
ciò
né
molto
tuttora
non
che
importa più
non
a
seguaci
scuole.
due
uno
che
e
non
porterà
im-
che
sano
pos-
Ma
che
distinzioni(lasciamo
certe
definizioni
e
dirlo
tanto,
le
classificazioni)
professa critica.
Il
Critica'
giovine deputato (è
lo
un
lione
di calva
del
dirle
Lamartine.
fra
che
po'
; tiriamo
paravasi
ben
a
poteva
cose
uscisse
Ma
altre
fama
oggi, dopo
letterario
campo
solenni
dirizzi
han
intimamente
la
creduto
rivoluzione
a
il dire
uri
e
questione
la
scuola
e
di
non
si è
d'una
e
dal
la
e
a
rispondevano
Gaietta
fra la sòsta
della
i cominciamenti
che
una
stesso
si
filosofici
la critica germanica
intorno
classica,vantarsi
tale
sé
cotesti in-
affaccendata
tanto
capirne nulla, è
può permetterla
che
è passata
ai contrasti
oggi,dopo
romantica
quelle
ragazzo
disaminare
dover
francese
francese
perficialmente
su-
degli scolopii.
o
artistici che
europea,
molto
d'ingegno indipendente
agli indirizzi
rivoluzione
stione
que-
una
puri retori, pre-
politicidella generazione intercessa
della
il
scientifico,
dopo che storici
allo
contrasti
e
da
dei barnabiti
che
d'
dibattuta
di saputo
dalle scuole
avanti
anche
questioni:allora
indizio
essere
acquistar
via,
più
lo
per
teggiasse
cor-
bene
stava
cose
Italia*ristucca
P
a
frasi delle Meditazioni
le
Quelle
noi fu sempre
e
non
cui
con
eleganza, il quale
signora con
una
il i83i
circa
ritinta
e
quarantotto, quando
e
circonlocuzione
la
107
•
vezzeggia il Fanfulla) mi rassomiglia un
oggi
ed
arte
e
oggi
ingenuità quale
altri che
pendicista
l'ap-
Ufficiale italiana.
Un
ioS
Critica
•
si fatto
specialmente
e
rinunziato
ha
critico
dal
quindici al
dal
quarant' otto
trenta, dal
egli capire perché
romantica
io
la luna
sicismo
altri
di
versi
abbia
del
terra
ammonirmi
splendeva
e
di
Valmy
e
di
l'
del-
capito benissimo,
Clas-
e
allude, ciò
capito
che
i critici
e
sole:
mai,
che
fiorisce
paese,
che
ven-
i
tori
can-
difficilmente
il
più
sulle
Jemmapes.
bel
io
sole
'1 mio
su
ho
non
pensato
con
stile
lo
sotto
scherza
al che
ci ha
ma
sui cesarei
Austerlit\
scrittore
sole, ove
ha
bel
che
tanto
il sole
gl'improvvisatorie
repubblicanizzare il
per
classico
fatto
ridere
sor-
spiegandoglielo.L'italiano,
giornalistidel
pensato
fa
dovrebbe
intitolati Romanticismo
quella pratica arguzia
dei
europea,
che,
come
ha invece
barcarole, non
anche
zionali
ra-
quarant'otto,
di
dopo
me
a
ispiraticome
capirebbe
al
qaali il signor Guerzoni
nella
nato
su
gon
a'
società
(pag. 6). Uno
Allgemevne Zeitung
que' miei
:
cose
momenti
tre
trenta
al settanta
dimanda
quando
in
dei
diversità
la
capire molte
a
estetici della odierna
ed
e
arte
e
ramente
ve-
ben
della
egli,
terra
misfattidi Farsaglia
repubblicane epopee
Tanti
complimenti
di
al
sole della terra/
Il
molte
Guerz*oni
signor
cose.
—
seguita
concedendomi
di
Spiritusflatubivult, egli scrive;
Critica
(pag. 6).
—
del
l'occhio
E
larghezze.
sue
mi
di
pensiero
cosi
fossi confessato
preferireil
a
straniere
peccati di
guslb,
avesse
italiane
leggende
e
il Tasso
materia francese
nazionale
zoni. A
allo
mi
6
pag.
permette
male
a
tornare
la scuola
del
signor
di
e
come
il
«di
pag.
2 1
mi
il quale
villaggio,
avferte
fosse
e
e
non
che
tura
lettera-
sua
pag. 6
i materiali
che
ammonisce
fo
seguitare
del Giusti. Povero
rassomigliaun
abbia
di
preferireOmero
Parini,del Manzoni,
mi
poemi
mitologico. A
e
al Rinascimento
Guerzoni!
sto
l'Ario-
Dante
dalla
tempo
mane,
ro-
e
signor Guer-
mi
21
pag.
pagano
a
greche
che
sceglierei maestri
di
pare,
e
da
scacciato
ogni elemento
dove mi
a
ture
lettera-
Shakespeare
lo
quasi
permette
Shakespeare; e
P Italia ha
mi
cinese
un
17
ria
prestitosto-
fatto due
ed europea,
come
pag.
danesi,quasi che
e
avessero
non
a
Hugo
alle
storie
in dramma
messo
e
loro in
soggettied imagini,quasi che
non
Vittore
fo
che
chieder
del
quasi
Manzoni;
ricorrere
del
e
al
col-
permette,
Giovenale,
a
grande
prevedibilidelle
6 mi
pag.
glipiace
misurare
sa
lui de' miei
a
Heine
rimprovera
non
i termini
il Goethe
all'Ariosto,
mi
eì
dove
critico è
generositàdel
La
:
inesperienza
la
quanto
109
vada
vuole,
il poeta donde
venga
arte
e
da
fare
con
stro
mae-
una
•
Critica
no
di
arte
e
birbe che
quelletante
anche
dell'istruzione
obbligatoria
popolanole
elementari. Mi
par di vederlo
ir'maestro
di
rispondere
chiamarlo
dall'alto uno
lo vede
su
quand'a un
pe'campi
o
nota
si
voce:
tetto.
grondaiedel
eglivia
Ed
stra
finè-
a una
ripigliar
fiato,
là
eccotelo
piano:to',
di
.'1fico,
su
di
cane
quel-
guardarlocon
bonario,quasipatollerante,
tranquillo,,
terno,
il
ammonendo
han
santo
un
al signorGuerzoni
e
me.
Egli,che
del
del romanticismo
non
ha, come
ferma,
af-
su'l classicismo
vecchio
e
che li protegge. Cosi
con
ma
capitomai nulla,
ponente
come
per i ragazzi,
li scavezzacolli
padrone:Lascialo fare,
sempre
classicismo
suo
volta,
le
che i vecchi cani hanno
avviene
cini
vi-
odesi dietro
tempesta di ficuzzi acerbi il vecchio
T occhio
a
napoleonico
atteggiamento
casa, 11 qualesi contenta
a
si scalmana
con
passeggiare
del secondo
del
d'un
tracce
possibili
strerie
cape-
tratto
sbercio della
si ferma,per
alle scale;
che
le
cercarlo per l'orto
e
alla scuola:
te
tutte
il vecchio
del mariòlo." E
e
scuole
gliè scappato di scuola : figuratevi
il quale debba
del sindaco, verso
il figliolo
sia
su
le
su
legge
che
ragazzo
L
la
senza
e
maestro
mi trovai
che viceversa
ilromanticismo
di
tiene
poi ri-
le teoriche
retorica,
eglimi
cerca
mi persegue rivolevante,
Critica
U2
rettori
non*
né
dei
(sic)e
noie
vuol
arte
e
pag. 7 dichiara
detonar i,ea
ed estetiche
dispute rettoriche
né
e categorie,che
ripeschidi definizioni
tutto
gli
osservi:
ingoiare
di
povertà
Ma
con
tanta
di
dissimuli
palcamenti
il critico
dell' estetica
altro
letteraria,
raschi
d'attorno
aver
lasciato
altro
è eh' e'
loro
tuttavia
'1 viso
su
è
che
questionie
il critico
le teoriche
la
il caustico
«
nota
»
Aristotele
è
sul
piena
ma
lo scrittore
e
di
letteraria,
di
sa
plettro, quando
zeppa
non
luoghi
non
si
pire
ca-
estetiche,di disprezzare
retorica, quando Ella
e
può
il dizionario;
e
e
i dizionari.
Ella, signor Guerzoni,
Che
esempio.
vi
sfogliando
grammatica
storia
dizione
eru-
pialla retorica,
lettori
retorica,la grammatica
la
tanto
la
dell'
i trucioli che
impolveri i
non
anzi
e
lo scrittore di gusto
irtaneggiodella
il
glorino d' ignorare la
le
è che
zoni:
Guer-
dello stile gl'im-
materiali
l'opera sua
altro
ed
i
e
lo
non
ostenti
non
di
bassura
veda, signor
il panneggiamento
sotto
altura
tanta
coltura,cotesto
ingoieremo noi. Imperocché
altro è che
qualcheduno
vuole.
di sufficienze
tanta
e
che
quello
tutto
che
teme
non
accetta
Ella, signor Guerzoni, può
Ecco.
—
disprezzie
fondi
E
ingoia tutto.
e
ch'ei
già
comuni
disprezzi
maritare
la
sua
della
che
Per
il riso
cosi detta
retorica
le
scusano
di
Critica
la dottrina
le
ragioni;
Ella
vada
questo
lo
non
scriva
le
due
f, paleggiare
con
sola
una
arsenale
dalle
risonano
si
(pag. 4),.e
(pag. 7)
prosodia
tale
insieme,
le strofe
d'intorno
un
della
senso
questo
come
di
tento
e
incancherita
«
ci
soleva
dall'
Noi
non
8
—
aver
dire
alla
mia
fronte
da
fatto
un
tanto
tale
cosi
non
buon
è
un
riodo
pe-
por-
un
ammorbata
essere
molto
'
(pag. 14),
scrivere
nostra
la sogna
suo
parole che
gentile (pag. io)
fiera
sintassi
che
dal
i versi
Enotrio
Sainte-Beuve, che
chiediamo
Carducci.
Enotrio
dall'
(pag.5) e
possegga
questo, signor Guerzoni,
»
;
a
L'Italia
come
noi. Il
Beuve,
t
salute,ma
«
corre
rifare
voliam
Voliamo,
Levano
da
retori
le ricette che
e
Ella
che
i dizionari,
cavi
le
ardenti(pag. io) e
camene
noi. Che
per
sola /
una
scusano
e
(pag.21)
con
propinano (pag. 11):
una
e
grammatiche
atossicata
i freni
le
che
ingoieremo
rettori
con
t
113
metafore
giubilando
intanto
e
'
di brutte
e
arte
e
in
era
e
Romano
non
goieremo
lo in-
il Sainte-
letteratura
corso
pende
di-
di retorica.
per il signor Guerzon
i
po'di grammaticae
po'dì
un
dizionario
farà male. Nella
delle lettere
repubblica
j essere quelche vuole,
educato ha
ma
chi professando
critica maltratta
-e: ora
manda innanzi i
bastona i versi,
lingua,
dì dietro,
a calci,
queglinella repubblica
è uomo
ttere non
e noi nella
educato;
ica delle letteresiamo aristocratici.
VII
che ilsignor
Guerzoni nella vanita sua
sn
'Uosa
bada
non
queste minuzie. I cri-
a
iani moderni abusano
dell'io
po'tutti
;
un
del signor
Guerzoni
jotìsmo
i.
Egliè
sua cosi :
capace di citarel'autorità
scrittoanch'io
di
é
subito
ecc.
e
te
volte a
ecc.
»
la tua miseria
ti tutto,
il tuo
programma
lutto
non
«
chi hai
(pag.5).E
l'annunzio fin
{pag.6).E
cosi:
il mio Manzoni
:cesi
ilsuo
oggi,
,
con
come
queicritici,
imi tanto
i
tante
da sé
presentarsi
conosca
di
è unico anche
io
fare,
a
Vittor Hugo
che
ami
non
capace di
cosi:
d'ora,la
non
i
tua
mi tatigè. Io
quelloche
Anzitutto,
fare,
Quanto
potenza
son
i
deciso
le
libri,
Critica
«
teorie
«
mio
«
ti
Il
leggo. *
di
Guerzoni
Lessing,
mi
ei detta
non
con
la scriminatura
il
testa
facesse
il mio
lo presente
mezzo
di
parte
acconciato
gran
lenzuolo
che
è la
e
con
si
cuore
suo
venne
a
con
Gaietta
colte
rac-
mia
testa
mia
mente
sufficiente-
fondo
e
congedò
nella
timo
l'ul-
furono
con
sorriso di
un
e
le
su
dell'individualità
pettine,col quale
nel
cosi
la
sono:
l'importanza
il signorGuerzoni
osannandosi
l'altra
e
avrebbero
non
di capo
voltatina
pettinato
le ciocche
e
in
guerzoniana. Que' possessivi
colpo
po'meglio
un
semplici espressionila
cuore
rilevato
io
suo
sbuffanti
Le
mio.
il
dall'una
ciocche
modo
significando.
ce
nel
quel
a
vo
Dante;
sbuffanti
cuore
e
ed,
egli ci presenta
che
che, quando
un
dentro,
vero
e
son
spira, noto,
Per
Le
osarono
non
Dante:
Amore
tempie.
cuore
il Sainte-
Macaulay,
il
il
Il signor
primitivie ispirati.
Io
e
e
5
loro dacché
da
il Tommaseo
e
tanto
par
Ch*
mia
testa
bisbigliandomi
il Foscolo
essere
1 1
la
rettoriche,ma
venuti
son
Beuve,
mai
le
e
arte
e
dallo
testa
una
giera
leg-
cenza
compiaspecchio
sua.
E
drappeggiarsi in quel
la Croce
di
ufficiale,
per
Savoia
prestare
in cima
all'au-
1 1
Critica
6
degl'impiegati del
scultazione
cuòre
suo;
vi
se
o,
dell'
credè
e
datami
e
confusa
e
suo
cuore
e
della
sidersi
as-
in
fessionale,
con-
la mia
fessione
con-
scambiando
Nuove
testa
abbia
le cose,
testa
e
col
sente
dicista
appen-
Io
cotesto, ed altro ;
cuore,
malignità
.stando
come,
ad
Guerzoni
quel
sarebbe
ma
ogni
che
parte
tempo
di
con
essere
un'
sicuro
di
quello che
genuità
in-
tutto
perduto.Egli,
i suoi
lo salutano
come
degnandosi
onore
cosi
ziare
annun-
potrei fargli osservare
amici, è troppo
grandissimo
nione,
Opi-
che eglipensa
ufficiale
inclytus
togaque
non
detto
dell'
organizzato fa,«puòsembrare
strana.
nuovi
il critico
addottrinata
e
signor
Gaietta
umanamente
sago
il
dicista
appen-
abbiano
non
di Milano:
il venirci
nella
altri
più garbo
Corriere
del
un
alto
ufficialequal'è, egli
franca
più
si
ma
sua,
Io
sua.
ufficiale:come,
che
di lui, con
con
testa
Gaietta
nulla
detto
meglio
quel
della
terata
al-
egli non
come
:
per
poesie
della
caverne
Gaietta
della
la
delle
ad
precisamente l'Alighierida parlar cosi
del
e
penitenza,
nelle
venne
ricevuto
aver
l'eco
palpitidel
appendice come
potrei fargliosservare
veramente
sia
la
viva
voce
di
i
regno
piace meglio,
fra le colonne
la mia
arte
e
avermi
di farmi
i due
reso
cosi
un
ralmente
libe-
rispettabili
Critica
organi della
testa
sua
gliavan fra
loro
sul
arte
e
1 1
del
e
cuore
dunque, e contraccambiamo,
Io
essere
amici
rano
bravo
un
del
militare
ci tiene
poco
di cavalleria
della
dell'illustre
dei
del mèle
della
del vecchio
nome,
dal
stile,
di
del
nella bocca
nazionali
suo
e
Satana
giannetta
e
fa
piangere
le
Fanfulla :
a
giovineveterano,
Gaietta
questa
a
figura
la
del
postatura.
im-
Vindice
giovini
e
delle
arcangelo
un
nella
resto, è
un
dizioni
tra-
l'Italia,
del-
po' po'anche
potenza
su
ufficiale
è la parte
sta
que-
è il favo
spada lingueggiarnedel
della
e
della
le rotondità
civili,Michele
la
:
scrivendo.
la coscia
carezza
del leone.
deputato.Del
un
tuttavia
giornalistica;e
Geova, discende,
con
vete-.
fare il tenentino
virtù, della fede,e
cielo
giovine
giovine
anche
a
i.luccioloni
soave
i suoi
che
piccolicalabresi,ispiratore
Zanella,
spuntare
è la
parte
o
rilevare
farne
Redentore
e
la
con
percuòte
io,per
madri
un
letteratura
quando
a
di sentimento
suo
ei deve
ma
non
del
pasto
dell' ardenza
ei,pare,
quando
tutto
a
Se
;
deputato giovine,gli ripetono
eh' ei serba
Ed
possibilmente.
bell'uomo.
e
gli danno
e
Ringraziamolo
il signor Guerzoni
conosco
non
si bisbi-
suo
mio.
conto
7
'1
militare
arcangelo
del
suo
tore
can-
del
derno,
mo-
arcangelo klopstochiano,di quelliche
Ii8
Critica
svolgono
della
in
lunghissimi
corona
le "mozioni
e
fatti,che
signor
mózzo
v'è
di
di
passo
d'una
volta
io
intendevo
in
i concetti
del
che
egli è
io
il
primo
le
mi
come
arricciando
la
Byron
giubba,
giovinezza nel
core
disinganno: se
bene
di
salute,come
Allgemeine
le
io
parole
le
stragi
secondo
affettiva
vita
e
gioni
ra-
del ritrattarmi
a
me
dispiacciadi
ferito che
un
Heine
quale
Apollo
sono
musagete
italiano,come
porti
sano,
giudicavami
se
dalla
un
prima
riboccante
il bravo
bene
esser
balza
piaga immarginabile
Zeitung,
cui
a
dell'esporrele
come
un
la
nifesti
ma-
(pag. 3),quando
più, il
lioncello
il
maremmano
render
a
romanticità, quand'egli
che
scorticatore,come
e
mia
un
idee
mie
con
critici
tutt' al
Non
'1 Giusti
su
dell'enumerare
sallustiana
rappresentato
che
toscano
franchezza
conósce?
citare
di
delle
passo
poeta
della
cause
con
non
o,
La
risponda?
e
quel
fra' miei
menate
discorso
del
poesia satirica,quando
la
franchezza
critica
forse
testimonianza
intorno
La
io ho
mio
a
del Milton.
nella
franchezza
certo
(pag. 19) quasi
di lui?
caricano
non
militare
? La
Guerzoni
un
non
che
ma
discorsi
interpellanzedel
le
e
gliarcangelicromwelliajii
come
In
risposteai
le
inni
paradiso parlamentare,
fondo
arte
i
tedesco
minaccio
di
di
un
anzi
l'
delcam-
Critica
120
mi
egli iti fine
modo
il
da
vero,
lontani
signor
che
poi
dai
subito
fatto di recarsi
che
in
il franco
Ma
stile. Il
e
Foscolo
Foscolo
accatta
di
:
in fondo
:
è scolastico
a
di
il
signor Guerzoni
conto
e
necessariamente
mento
mo-
procedere
dal Manzoni.
agliaccoliti
E
del
un
dal
col
dozio
sacer-
la elevazione
Manzoni
col
tu
gelico
evan-
in fondo
frate.
i frati
ha, come
di
privilegiata
suo
nel
affare di
tutto
civile,e parla
ta,
e
—
le dita
penitenti.Il militare
e
vien
di
con
padre Cristoforo,e parla
la intuizione
fetta
crede
pigliadal
ai fedeli ed ai
tirsi
sen-
guardia
s'avanzi
E
l'entusiasmo
delle Muse
di tu,
in
pencolo.
po'più
un
e
fatidico,col classico
morale
le mani
signor Guerzoni
dalle
e
tratto, al
a* tamburinarvi
v'
siamo
e
cocchiere?,
concionatore
non
po' dal
come
è questo
con
momento
ventre.
Già
siamo
tanto
con
da
qui
di Roma
e
serma
ca-
lare
singo-
persona
non
caserma
Chi
di
E
predilige?
di Grecia
—
vita
è
Od
gregari quell'uso
seconda
concionare
e
pensato
dubbio
tu
i
trattare
repubblicane,di primo
fermare
vien
della
Guerzoni
in
tempi
costumanze
il
di
lunghe apostrofiin
che
diverbio.
loquacità del
rimembranza
una
del
e
delle
la
soverchia
par
arie
e
de' suoi
e
una
verità
concepita
universale.
e
i preti,
oggettiva
e
imposta
Quante
volte
Critica
ritornino
e
là verità
Guerzoni
e
questa
sente
verità
sua
sé
per
l'ho
non
vero,
volta
ogni
quelle poche
in
e
il
o
pensa
ammonisce
da
torno
di
verità
ve
a
parte
a
vi scriveva
la verità
cK
io
onestamente
Mio
t
;
che
«
Ora
evangeliapocrifi.
cotesta
fu
voce
rata
ti-
Nicodemo
Pilato
:
giova
in
Gesù
a
e
paroledell'evangeliodi
«
rite nella
memoria,
scorrendo
«
Ella
indirizza
la
«
poesie,certo
che
verità
io
sua
non
gli
inclina
che
al
l'evanli
anche
conoscere
Che
«
La
detta. Io
si legge :
quell'evangelio
Disse
«
com'ei
desiderassi
an\i
schiettamente
«
mi
è,
voce
probabilmente letto
geliodi
Ges6
forte
cotesta
e
signore. Ella,
«
Disse
leva temisi
dall'alto
temessi
e
avrà
cristianesimo,
—
cerdoti
sa-
.(Volto),
ufficiale
poi
non
«
«
suma
con-
i
come
quei fascicoli,
certo,
di
un
su,
risposicosi:
egli,
rizzò
egli m'indirilegata in fascicoli,
e
amore
con
scrive
Egli,per esempio,
scende
Gaietta
nella
stampata
gnor
il si-
egli lo
vero
e
che
fra le voci
E, dopo
sua.
o
agli altri
d' amore
ispirata
s'intende, la
suo
che
tale che
molte;
quello
crede
o
di Gesù.
4
pag.
ha
ne
ed
è
rità
parole ve-
sono
ma
vero
lo comunica
e
le
pagine
sue
questo
e
121
contato;
cattolici il corpo
mi
arte
e
è dal
Nicodemo
nota
tema
cosa
è
cielo
»
—
mi
an\i
»
Cotali
rifio-
son
quellecon
circa
verità ?
le
quali
le Nuove
desideri
la
Critica
122
«
verità
onestamente
«
leggendo
in
schiettamente
e
nota
essa
«
e
«
parli,non
t
o, per
ispirata d'amore.
cedo
il
E
il
t
dere
«
Pilato
che
poi
Gesù, Quid
a
scrissi al
udii da
che
increduli.
gY
V incredulo
col
aria
e
con
e
battendo
Anche
tu,
e
solenne
se
le nocche,
lo
gli
inventava
sua,
s'intende,e
Dio,
e
lo
la
e
sua
traeva
a
e
terremoto
con
un
suo
di
»
una
vivace
dica,
pretro
con-
a
le
ipotiposi
pie del pulpito,
del
basso;
cagioni
credulità
dell'inamore,
di richiamarlo
che
batteva
pareva
le
a
dergli
rispon-
applaudiva
di risa che
si
pulpito
dal
interloquireper
scoppio
sussultorio,e
ripren-
dimanda
insolenze,per
poi vittoriosamente,di
stesso
est
di fatti la sua,
ascoltarlo
vita
gli diceva
introduceva
ce
con-
cappuccino
un
la intenzione
con
E
'1 davanzale
su
apostolo,
cappuccino apostrofava
costringevalo sciagurato ad
e
grave
molto
con
F
ricordava
di
il
in Lei
oserei
non
mi
ragazzo,
verità
di
come
veritasP...
est
nota
me:
basso....
per ciò mi
signor Guerzoni.
egli la chiama,
a
testo, Obduratum
la
io,per rivolgergliela,
Cosi
com'
vedo
il veggente,
sacro
da
Pharaonis;
cor
forte
E
predicatore.
risponderlecol
«
anche
ma
critico,
lo meno,
so, striscia dal
dalValto
ti scende
taV altra
ma
ri-
detta, e
altre,Credi
queste
*fra quellevoci taluna, lo
«
arte
e
mani;
sé
un
e
Critica
lo
quindi
chiamava
-Vedete?
—
poi
filosofia
signor Gùerzoni
non
che,
per
più
d'
che
umido
dà
il
di affetto
eh' e' deve
seminario
del
prima
le
pietoseparole con
le stesse,
di umanità,
maestro
ed
il Byron
Gùerzoni
€
anime
«
di
«
punto
t
a
t
dubbio
«
trio Romano!
«
condannato
a
pag.
che
tutti,
avendo
e
press'a
deve
scetticismo.
un
tempi
il i848.
vinarmi
di-
a
che
poco,
essere
nel
ad
a' bei
il mio
vedete,da
(scrive il signor
perpetuamente
mi
qualche
padre scolopio,adoperava
fede
—
in
quali incomincia
della
dello
si vede
dopo
poco
perduto da
d'appoggio
barellar
era
censione
ac-
vi
in
delle
una
di
inferme, scontente
ed
stanche
voi:
n'
Carducci
io)
: un
rogo,
al
Leopardi: c'è,come
Giosuè
contentarsi):«
e
il
un
o
e
stiana
cri-
nella mistica
su
ve
stra
mo-
aveva
allevato
stato
liberalesco,come
(son
non
danna
piange
essere
Gioberti, poco
Udite
per
egli vi
all'inferno,ma
somma
barbuto
gli brilla
Se
sua.
unzione
quella soave
cappuccino
il
come
critica italiana la
di
dell'occhio:
manda
roba
questa
giusti,il signor Gùerzoni
volta
raggio
tutta
e
;
—
a
cristiana,
punto
per
essere
una
123
inferno, e volgendosi
in
scaraventava
ai fedeli diceva
arte
e
»
grida a
grande
tempo
vuoto
e
il grande
oscuro
ancora
pag.
tutto
condannate
sono
E
tante
17
tormento,
«
—
—
Voi
anche
del
Enosiete
più
Critica
124
«
grande
«
non
quello di
di
si troverebbe
Satana
stesso; su'l
piangere
di
quale
abbiamo
tubare
a
intanto
qualità del
e
è
della
dicitura
il
pio:
le
Chi
ed
in
tercession
in-
della
valermi?
io
faccia
non
l'altro,
deldue
come
buon
fede
paesi
ne'
suo
a
idealismo
zione.
l'abnega-
e
da
guazzano
di-
come
Lombardia
e
della
periodi in quella
cavargli su
barbottante
altre
missionario
di
di bassa
è oppresso
due
dell'arte. E
zoccoloni
paludosa
ha
la pesantezza
un
! com'
grigia del
fumano
Io
la
e
parlamento,
signor Guerzoni
poveruomo
elocuzione
licità
fe-
natura.
Teresa
santa
l'uno
gnola,
spa-
alla
ancora;
possa
proprio
attaccaticcia
e
non
del
que' suoi
suda
tale
sono
d'amore,
il
frate
Egli
virtù
lo
iridescenti colombi?
o
Per
ci
sa
i banchi
su
non
santa
bel giorno il signor Guerzoni
un
che
pensava
una
signorGuerzoni,
italiana,chi
bianchi
da
non
la hruna
forse
e
amata
essere
del
che
di
cantore
(fostumava
Teresa
santa
amare;
all'inferno effettivo
critica
il
peggior condizioni
a
singhiozzando
può
non
sua
Si- che
di
quello
amare:
giorno ogni settimana, perché
un
diceva
infelice,
sa
poter
non
poterlo esprimere. »
Satana,
di
arte
e
da
! come
quella poltiglia
fetente
della
sua
quell'ariasbassa
triviale,
per
la
putride e tangibilievaporazioni
quale
de' suoi
Critica
paroloni!Che
lunghe
sue
le
afa
e
colonne
di
verde,
della
non
bove,
E
un
caffè
risaie,che
che
aver
dosso
a
penato
il riso al
chi
a
le
scrivere
a
Lomellina
il freddo
e
:
proprietario,
della
dee
Quanto
trascorre.
la buona
per
miccare
l'am-
annacquato.
della
l'intontimento
riso
sor-
muggito
un
anche
panerà
e
un
alberi,non
colle,non
un
maturano
mettono
quartana
di
filo di sole
un
paesaggio
sono
ma
non
quelle
per
egotismo,non
saluto
capricciosodi
di
insieme
! Dopo
Gaietta ufficiale
suo
un
125
umido
ch§
prime capriole del
arte
e
il signor
causa
Guerzoni!
Errai; o,
Lo
dir
a
scrivere
cosi brullo
meglio,
del
Qualche volta egli scherza
che
«
anche
tu,
nemmen
solo
in
nota
t
Vedi,
«
bito col
«
sgrammaticatura
«
sperando che
?presso
Fucci
tuo
te.
»
Enotrio,
sognandolo
essa
tuo
non
«
per
mi
porosa
va-
punto
quello
tutto
più
poi
periodi,
perché
sognato,
in viso
vivo
di
certo
un
saresti
Enotrio:
almeno
Carina,
hai
non
gli butto
del
a
di dirmi
minacciato
(pag.i5),dopo
«
che
Figuratevi
eglischerza.
gravezza
lori.
co-
dipinto.
si,in quella sua
:
quella
facondia, con
è
non
l'ho
io
com'
i
di troppo
signor Guerzoni
sconsolato
e
caricai
fé,
»
romperla
giunge
agsu-
questa bella
parlar toscano,
interceda
è vero?, l'idea
grazia
d'in-
126
Critica
tenerirmi
arguzie,il
sue
rafaellesca
al
del
il sole
repubblicano
la
paolotta
luna, aggiunge:
misfatti
tanto
«
sterlitz
cesarei
che
simeno
sulle
di
e
«
dire
che
«
liere
tanto
«
che
«
meo.
«
si mettessero
«
Di
Jemmapes,
romantiche
giorno
di
e
sarebbe
proprio
d* illuminazione
miei!
pare
la
m'imagino,
quando
comuni
dell'ultima
ai
d'entusiasmo
battersi
di
non
a
so
di
quei
leggere
Ro-
la luna
noi di
quaggiù!
darsi
buio
pe-
mancanza
per vinti alle
poderosità di spirito,
Calabria
le
e
balli. Io
ufficialearriva
o
del
circondario
i furori
consiglierinelJ'ab-
tratti. Come
più qual città
che
stupefazionie
sindaci
simili
e
e
sempre
Gaietta
d'Aosta, io m'imagino
Elena
il sole
ippopotamo
un
di
e
volta, per
Che
»
lettori
la
migliore,di
grafie petroliere.
il candel-
di Giulietta
sarebbe
notte
sentito
retto
parteggiare con
a
di Au-
sempre
anche
se
non
del Trace
epopee
ha
venture
davvero
se
e
splendeva
di Paride
ai classici amori
Freschi
e
Cinzia
fatto
mai)
Farsaglia e
ho
e
fatto
terra
repubblicane
la povera
alle
sto,
di
nato
accen-
abbia
Eppure,
t
sui
«
t
ho
non
il più bel sole della
m'
«
(che
dove,
perché io
inganno,
«
«
è
umorismo
suo
più puro
fior fiore dell' ideal grazia
poter eglicapire
non
Ma*il
le sgramma%cature.
con
delle
sale
arte
e
greca,
gli abitanti
alla rappresen-
Critica
128
il signor Guerzoni
che
diritto:
Cosf
Alla
La
poesia
«
gina
«
che
8
scrive il
—
giustala
—
io
odio
non
di cui le prosegue
definizioni
A
han
etade.
nei
più
vero,
nel
immortale
essere,
che
quel
Perché,
chi
ove
veda
il
prete
Platone
la ricanta
che
suoni
altro
la definizione
idealità
platonicadal M/o,
una
si farebbe
casa
melodrammatico,
e
di
di Tir-
un
cosa
cartello
affètta di dir
non
altro
sistema
accetta
o
trasporti
concetto
alF altra. Cotesto
che
nel
vero
il signor Guerzoni
metafisica,alla poesia,
reale, come
da
è che
in
isplendoredel
linguaggio platonico intende
rifiuta;e
fece
signor Guerzoni,
il bello per
cosa
sillabi.
deca-
in
Arcangeli:
definisse
sa
quando
militari
all'elegie
del
»
quell'odio
amo
ce
pa-
definizione
; ma,
che
deputato
un
a
splendore.
con
le
non
definizione
che
Platone
sola
e
il divino
vero
duodecasillabi
lei.
signor Guerzoni
il signor Guerzoni
cotesta
bello, ora
è che
e
si danno:
Sileno
le definizioni
da
versi,avviene
è
rustico
l'antica
vedea
accetto, è del
Ecco:
teo
ragionasse
e
prova.
«
del
bene
in Italia alle volte
all'aprird'un
Meraviglie
arte
pensasse
che
cose
sono
e
astratto,
concreta
e
nasi
d'appigioplatonismo
tutto
e
non
Critica
nulla, è
dice
de' soliti
della
è di
chi è che
il
quanto
mondo?
l'arcade
il
Fille,e
di
purista
il
il
splendore; e
io
vero
~Trà
E
e
il
del
no,
«
9
—
che
vero
non
Ma
il
il
a
è
vero
Carducci.
il mio
Cosi
platonica
il di-
vero
al
belato
del
il divino
vero
danteschi
il
—
il manzoniano:
quello che è
volta
poeta
sa
e
nel
adoro
non
en-
la poesia
—
splendore;
il
la lavatura
Si, mille volte si,
sua
dei
eloquiofra
prisco, e
e
pie
di rincontro
E
—
neologismi e
io veggo
alla
ripiglia
pochet-
un
del
aulico
—
dire
tutto
certamente
ruggito byroniano a
sermon
i
rocché
Pe-
po'di
abbiamo.
ne
i modi
il divino
vero
quello
solo
e
Manzoni.
di rincontro
forse
sono
i barbarismi
piattidel
tutti
poesiaE
il mio
constello
sono
tutti
ma
è il
la
vero
la bibbia.
e
è il mio
vero
come
possedere un
di Zuleica.
e
tutti i versi
poesia E
vero
de* moderni
parlar
di
non
Si, si :
—
quali
il
e
piante,
princi-
declamatricé,
la definizione
Si: la
—
di Medora
canto
e
accetta
splendore;
vino
di
critica
e
Non
di averne,
guerzoniana, e
'
creda
signor Guerzoni;
tino crediamo
anche
refugidella
de' contadini
non
questo
a
129
che si tira per
quella roba
vero
arte
critica sentimentale
trippa,le giubbe
la
e
il
vero
è
MHizoni,
zoni.
fuori del Man-
il
che
zoni:
signorGuernon
è solo
Critica
130
t
quella
«
strino del
«
che
«
quel
«
al chiarore
t
suoi
«
della
nell'ambito
barlume
d'idea
della
è
vero
quel
siano
al
i
suo
palinsesti!e
il
poeta;
Mai,
non
e,
la
della
biare
glifé' scam-
il poeta,
essere
un
:
per
o
sta'
piacere
qual
caso
ignorante, non
il Foscolo
sarebbero
aver
lo
palinsestii finestrini
Dunque
vero.
una
il
porzione
e
di
le
non
vero
uomo
i
tutto
dinal
car-
sti,
palinse-
e
del
chiarore
d'ora
innanzi
né
arte
di
dovrà
parte
lucerne,
né
se
! nel
girelloni
Platen
pardi
il Leo-
Lasciamo
palinsesti.
è
da
studio. Lasciamo
Shelley il
da
gente
il
signor Guerzoni,
forse politica,
e andar
non
né
nello
vedere, che
al
che
tutt'i canti
per
finestrino
a
cosa
intorno
ammonta
leggere
mica
intorno
che
sa
veramente
sapesse
ipotiposidel
lucerna
è
non
troverebbe
ne
ammonticchiarseli
anche
quale
gia
barbo-
signor Guerzoni
li
i
parte
autorità
dUti?
ciò
per
anche
se
il
la
tutta
da
in altro scritto
crede
dei
monte
Lasciamo
»
spigolistraper spigolatore,chi
di serpentesco
dinanzi
l'uomo,
tutto
odio
suo
dizionari,che
fra il
lucerna
l'universo.
tutto
palinsesti:per
mai
fine-
scuola, né
sua
gli tremola
che
sua
il
palinsesti
:
dei
dal
ei" vede
che
studio,né quellaporzione d'uomo
suo
incontra
natura,
arte
mondo
di
spera
e
e
veniamo
una
sfera
un
barlume
i
al
di mondo
d'idea;
Critica
si,è
l'uomo,
tutto
vero
non
e
che
è
Sono
che
pensino
dell'antica commedia
casa
nostra
? O
—
? O
resistente
crea
hominem
omnem
crederei
me
una
e
sua
che
po',e
che
del
intuizione
quel
la natura,
il
vero
particolari
e vada
con
quale
è
in veri
mundum?
per
ciascuno
sua,
tutta
di veri
individuato
particolari
maggiore
fosse
giunto a
:
presentare
rap-
sincerità ed efficacia
idealità,avrebbe
che è la
e, da
parte;
avesse
l'uomo,
possibile
quella sua
sua
io per
:
uomo
tutto
l'artista,
quando
la
all'ente
un'idealità
si formasse
una
illuminat
quod
frasi. Ecco
l' idea,consti
tutta
crederei che
e
ritornare
a
come
fare
vero
ciascun
vero
diceva
è fatto
in hunc
senza
pari
l'Arlecchino
quando
al lumen
venientem
Spieghiamoci
un
i critici
come
del
il quale
l'universo?
e
vogliamo
e
vero,
il mondo
tutto
vogliamo
regiacointeressata
che
pisce,
perce-
tutto
italiana
?
Vedi
—
chi è che
signor Guerzoni
suoi,i quali par
Colombina
questo
questo
la natura,
tutta
il
eglino
FA
il falso
E
vero?
? E
zione,
por-
parti del
poi,anche
un
dentro
o
idealizza,che
l'uomo,
tutto
pensato,
fuori
è,
dov'
vero
quella
sempre
il falso. E
Funi-
tutto
spera,
saranno
saranno
è, idealmente
non
quella
ma
barlume
quel
131
la natura,
tutta
Benissimo:
verso.
arte
e
poi
che
né
fatto
i
quel
tempi né
Critica
132
le condizioni
o
dell'arte
crederei
stessi,
e
sincerità
che
sono
sempre
anche
avrebbe
rendesse
quando
sua,
la
con
egli avesse
di
vuole
siamo
Omero
stesso
se
è il campo
t
se
Badi
la parte
maggiore
efficacia
più
e
soggiungendo
intero!
lumi
questi
dunque
luna,
anche
tiamoci,
conten-
di
però
seguitaancora
—
il
signor
«
rimpicciolito.» Ah, il signor Guerzoni,
a
sempre
non
campo
parlava
che
teme
il
la natura,
8
pag.
-può
di spere,
poeta
suo
tutta
di
si affretta
a
chiudere
«
sato,
perché
il quale
porzioni,di barlumi,
l'uomo,
tutto
oltrepassi
P idea ? Ed
«
nebbie
del
«
al
primo
i cancelli
oltre i suoi
falso
sole
sempre
del
vero
que-
oltrepassatoné
né
essere
Guer-
poeta, che
il mio
—
egli,che
non
della libertà (pag. 7), eglianarchico
paura
una
.
sto
tutta
lui
beato
e
«
ora
egli
Questo
«
O
»
di
:
zoni
fa
tutti
non
«
poco
cepito.
per-
Shakespeare. Ed
o
accorge,
idee,che
?
signor Guerzoni
Dante
correre
di
fortemente
prescritto al poeta,
può
a
t
il
o
ne
«
-
gli
fatto
uomini,
veduto
meglio
Che
spera.
tutti
in
e
i modi
possibilequella spera, quella porzione,
quel baglioredi mondo,
lo
né
disposizioniartistiche
o
i mezzi
arte
e
:
confini
preste
ed
a
Non
«
stanno
a
ha
(ivi),
oltrepasle
vuote
disciogliersi
precipitarenel
Critica
dell'oblio
i
mare
«
spinto Picareo
O
Muse,
Il falso che
Febo,
il falso; il falso
è il sole
;
e
le nebbie
precipitanoesse
e
Picareo
e
chiaro. Ah,
mi
di
par
in viso dal
con
il
le braccia
volo.
E
del
retorica
né
senza
a
pajg.6,
intimato:
e
a
•
E
7
prima
di
volano
gli scidello
color
intorno
alle
roseo
polpe
tira
spettacolo,
l'inclito contadiname
universale
signor
Guerzoni
tutto, che
ragionare. Perché
«
cerchi di
«
privilegio
singolare,che
delle parole
Il diluvio
Ararat.
il
il tamburo
sgualcito gonnellino
dello
il diluvio
pag.
Guerzoni
disperato,e
?1 dubbio
su
acciò
né
parlar
intanto,ninfa
diguazzante
arca
l'oblio;
del-
mare
signor
lo
meschine, la retorica, ninfa
venga ad ammirare
il
che
vero
le bacchette
giù, e
d'indiana,
disciolgono
brontolio
tropi saltellante
il telone
si
fatica,batte
indistinto
della maglia pur
il
pagliaccio,paonazzo
spettacolomantrugiata,con
dei
è
non
si dice
questo
dalla
La
abbia
e
vati; e
Povero
gli cadono
che
vero
nebbia,
ragionamento
dalle mani.
il
e
i temerari
digiuno e
vi
Agatirsil
o
del falso che
vederlo.
ultimo
un
Bacco,
o
è la
che
che
vate
»
è il vero,
non
133
il temerario
volo.
o
arte
e
davvero
ad
uno,
il mio
avviene
aveva
poeta
sarebbe
perché
un
dice
Critica
134
t
di abbeverare
«
nasso, fosse lecito di
«
a
dire,di
non
uomo.
naufrago
cui del misero
su
Scorrea
dianzi
la vista
dopo
e
scernere
a
signorGuerzoni,un
non
iattura,
tanta
di ammonirlo
tesa
invan....
remote
conforto del
e,
al
.s'avvolve e pesa,
Dritta pur
lui caro;
torna
»
sul capo
L'onda
Prode
il che
ragionare,
non
esser
L'onda
a
arte
i suoi cavalli alle fonti di Par-
Come
Cito,per
e
da
come
vero
poeta
ho il
raggio
co-
sarebbe
un
che ad uno, perche'
affastella
privilegio
singoiare
figureretoriche su figureretoriche,
fosse lecito
di dir che
ragiona,e
solo Pamore
e
che ricerca il vero,
delle lettere
della
e
patrialo
e
che
muove
fa parlare(pag.26).
Ma
Guerzoni
il signor
: e
seguitaintrepido
«
perchéchi
rimpicciolito,
f
smo
€
che
«
stinato
«
breve solco che
«
mediocre
«
suscitato 1
indice
che brulica nella
glimuove
a
steso
vive
e
scambia
sua
mente
il
Non
mic£Qc;o-
colPuniverso
è anche
d'attorno,
de-
(!)al
palme proporzionate
cogliere
ed
ed
egliha coltivato,
oscuro
col
piccolomondo
a
morire
da lui
»
Col punto ammirativo
in fine,
quasi
a
la sentenza.
profferir
E pure si pò-
\
1
Crìtica
136
Del resto, quel
tfarrìedel
ie ballane e
mio
si sogna
per
Qui
non
si canta
al modo
Le
«o
se
ime
conte
le ciance
mi
cose
e
il signorGuerzoni
la
nel
su
fui sempre
ver,
profondoin
qual parte GuglielmoLibri
storia lodi
Guerzoni, mi
non
Pucci
nemiche.
sia
ma-
fece
insignidi Cecco,e riabilitò,
quel tristee
oggidìcesi,
ecco, che
di Vanni
serio,
d'uomo
tomo
oscura..
vane;
invidioso
ì\ resto, nella critica del vero,
gnor
ricorda
del poeta
Ugolinoe
smorfia
favole
matiche,per
;lla sua
la selva
finge imaginando
Lascio
le idee
cosi:
non
una
le
nea
in faccia ali'Ali-
vantava
Qui
c»n
versi,su
capricciose
(pag.21),mi
del
proposito
ceva
ini
signorGuer-
pensiero (pag. 17),su
Acerba
sua
Che
òn
insistere del
tanto
d'Ascoli. Costui
la
a
arti
'1 difetto di verità ne' miei
su
ecco
e
rinnova
è bella. E né
:!-Lampredi, dottissimo
il
vo'dire,egli,
po'la figuradi
un
meno
per
pedante:
è bella
altro di
quella
giure;il
Critica
quale,
Vittorio
137
rappresentazioneche
la
secondo
arte
e
fece
ne
Alfieri,
Udita
D'
in
Tragedie
Che
a
temerità
Alfieri che
certo
un
la
vista
e
cui
queir
piacendo
me
a
stampando
armonia
va
v' ha
non
piacerà,
tutti
conchiudeva,
Non
due
sono
zoni
ci corre,
quanto!
io, per
sono
ed
di
oh
Tifarle. E
perché
!
caso
col
abnegazione è
o, alla
Per
le
son
ultime
da
riforme
poca
a
cosa
esempio. Per
dei
su
provocare
buoni,
delle
a
me
cre
medio-
tanta
virtù
convertirmi,
la mia
far da sé nella
testa
Gaietta
capitale del proprio giudizio,
del
proprio raziocinio,
giapponesi; per altro,prima
e
prio
pro-
come
morire
senza
Guer-
era
dall'Alfieri
e
piccolo mondo,
tagliodella pancia
cose
non
suo
l'esecuzione
ufficiale
il
cosi
che
destinato
disperata,per
l'abominazione
(tant'è vero
pure
dire
da Dante
uomo
un
oscuro
figure:e
più d'originale)il signor
voluto
ha
il
belle
v'ha
nulla
che
T immortalità.
gì'inibisco
Io
ambascerie
in
delle
Europa.
Critica
138
arte
e
IX
È egli più
dal negare
del
intenzioni
scrive
«
del
«
della
«
vetta,
«
pupilla,abbracci
«
scena
«
dolori,d' odj
«
terra
a
anima,
«
dicherà
«
cero,
«
quando
«
suo
«
glie la porgerà
cita
pag.
9
che
sicuro
di
e
splendori
canti.
pensiero
infine
«
del
cui
vorrà
sarà
la
la
la
far
veste
sentirà
in lui
natura
vasta
della
della
sua
quando
giu-
sarà
sin-
cose
nella
manierato,
del
li
non
osservate
ricca
ce
sempli-
produce, quando
dell' universo
un
sua
gli ornamenti
delle
proprio spirito,egli
ognuno
:
sarà
e
spontanea,
centro
la
la
tutta
canterà
non
memoria
stessa
alla
giunto
il volo
poeta
dipingerà
cercherà
serena
l'orizzonte
libri sopra
Egli
più
appanni
che
giusto, quando
sarà
quando
in
vi
cima
tenebre, di gioie e di
di
e
sia
sguardo
d' amori
e
la
velo
uno
egli
—
1'ultima
su
quando
nessun
con
racchiude,
e
allora
essere?
scelga
più torbida, ma
vita;
sua
deve
Non
«
il poeta
essere
come
salire
per
—
l'ora
monte
«
«
a
del
buone.
son
«
deve
non
come
alla dimostrazione
passa
Le
quando, cioè,dalla
all'affermare,
passa
eliminazione
quando
signor Guerzoni,
felice il
sarà
il mondo
più solo;
fratello,
ognuno
ascoi-
Critica
e
terà il lamento
«
come
«
tramandate
t
verranno
«
d'un
F
giubilo della
anima
sua
le
propria,e
poco
il
poco
a
intero
canzoni
sue
di-
patrimonio poetico
com'esso
e
signor Guerzoni.
immortali.»
io
E
risponderò
non
Parini,
dalli
E
Con
dalli
e
questi
contenterò
Io mi
è
bello;
dalli
e
cavolacci
di
è sentimentalismo
che
osservare
lamartiniano,
è F arcadia
ma
eleggere egli F
potesse
il poeta
se
come
in
intorno
sereno
Guerzoni,
e
mi
sé!
smarrirsi
della
!
perché
nella
selva
società
Oh
vada, e
intorno
un
fustighi
sua
sereno!
anzi
precettistica,
più
cotesta
testa
è
il
Dante
dell' esilio
a
bella Italia
quindi
ferno
all'in-
po'GiorgioByron,
di poeta
critica,anzi
misera
o
po' il signor
di questa
mi
!
monte
paradiso
riuscir
lete,
vo-
il poeta
il torbo
amara
e
se
'1
su
quel
non
prosa
se
un
suo
Fora
oscura
mai
Ma
vada
umana
alla
in
umanitaria
o
egli fare
Oh
scelse
di
non
di salire
precipitidal
Alighieri,perché
e
.critica.Come
ora
cotesto
tutto
poetica
potesse
a
dalli
e
riscaldati.
meditazione
una
dalli
e
corretta; è l'arcadia,civile
e
139
generazione in generazione
da
popolo
il
il
dell' anima
eco
a
Cosi
col
od
arte
e
e
non
facea
retorica,
pretensiosa,più
Critica
140
tirannica
più
arte
e
più irragionevolee insus$istente,
falsa,
e
academica
che
pedantesca
e
passato. I nostri buoni
secolo
avi intendevano
agguagliare,appianare, rotondare
le anime
seau
voi
l'Alfieri,
e
la selva
ridurreste
rasio
che
era
Rospigliosi:
le
e
dentro,
mandano
e
fare,
come
il bosco
par-
querci,che
scrollano
voi
gusto
i meli
come
dal
in
curvereste
nani
Frugoni!
del
alti,assai alti,
per la
la
borghesia
tutto,
dominante
che
al
Il poeta,
è mai
quale
esistito
:
file di leoni
le potereste,
in
esse
a
i rami
Pur
troppo,
in arte, livellar
sistematica,alla
ma
il
litarismo
all'uti-
alla finzione
oggi direbbesi,in
lo ritrae
liere,
spal-
tato
can-
hanno
vuole, anche
al
le
capannuccia,
statura!
al dondolare,
ipocrisiabottegaia,
equivoco, come
niere
cri-
di Colorno
giusto mezzo,
alla corruzione
montana
tra-
lunghe
le
ridurre all'imagine sua,
tutto
puro,
o
potager
vostra
la
acconcereste
pergola
Fortuna
hanno
che, quando
rimondereste, le pettinerestee
le
nella villa
ruggiti come
che
battaglia,con
lasciarvi
antiche
e
voi
forme,
il Rous-
li in Roma
fatidici
ad
Voi, a
dodongg
grandi e
vi dà
verdi
li negate.
volta
una
sacri
mormorii
in
le
essi alla fin fine ammirarono
:
del
quella
non
stituzionale,
co-
onesta
l'
barellare,alpermanenza.
signor Guerzoni,
non
giova imaginarselo e proporlo
Critica
Cotesto
cosi.
le ali alla testa, ali
che
no
piccolettee
quelle del
come
del
della
facendo
capellierebionde
di
lungo
la comprano,
nel
e
alla
di pesce
quelli che
plebe
delle
fornicazioni.
zoni:
lasciamo
non
Creda
star
le
a
i
del
a
Del
resto
modo
e
a
in buon
un
quelli
la patria
accecarla
al
il
stie.
il
meno
al-
il consumarsi
signor Guerstanno.
L'aquila
Non
lascia-
gnolo:
falco, usignolo l'usii tacchini
abbiano
dato.
poeta misurato, temperato,
verso,
gono
ten-
sparnazzano
come
e
piccioni i galletti
becchime
di
dell'onestà,della
me
cose
aquila,falco
e
trascinano
vegga
pollicolturain poesia, non
stare
camici
dell'ignominia e
i coriandoli
che
pochi istanti,
dei
l'anima
quelli che
e
in
balenanti
mostrerebbe
libertà,della virtù, della fede, per
mola
alle
quelli che
e
vendono
mascherato
corso
veglione della mina,
in viso
rubano
quelliche
il sacco,
glisplendori
ondeggiare
intanto,o
vedere, quelli che
non
all'estasi
agli incarnati
vedrebbe
bianchi, non
fra
l'occhio
le mani
di fra il
sdruci
Mercurio, su
degli angeli, e allungando
nuvole
15
che
caduceo
anzi
tozzotte
si abbandonerebbe
monte
visione; e
mezzo
ragioniere
cotesto
contemplazione, nuoterebbe
della
a
141
egoista di poeta,
con
la cima
arte
e
sobrio
e
pudico,
che
le
tutto
sappia
Critica
142
far
che
bene,
d' accordo
vada
tutto, l'odio
il
rosso
poeta,
Di
del
tempo
la
con
e
tipi che
si accostino
tutti
poeti
l'altro
e
sagrestia,
le
nuovo,
di
Guerzoni
se
del
da
fare?
Dia
calabresi; e,
lo rechi
in
se
lo istruisca
di
latte
germe
di
e
con
e
se
lo
la
testa
V
di
cosa
il
zionale
costitu-
che
eradichi
che
dal
cuore
suo,
a
petto
cervello
coli
pic-
sia, se
lo tenga
sua,
signor
de' suoi
'1
il
più
egliquel
pettinato
su
che
forse
sa
educhi
l'altro
poeta
un
un
pretiin
un
senta
fantasia,glipurghi
e
P
Ma
Oh
nel
dalizio
so-
cantino
i
Pigliun
passione,gli attuti
pagano;
futuro
messa
suo,
me.
vegetali,gli
di
elemento
a
i critici
si dicano
la
avere
avanza
che
qualche
suo.
lavato
collo,e
dolce
bellezze.
modo
retta
:
dimostrino
e
egli vuole
a
cresce
italo regno
desidera
centro
ne
ne
un
dopo
propriamente
:
tal
un
potremo,
ideale
cantato
come
proprie perfezioni e
Guerzoni
ha
fatti
dopo
si rivelino
signor
suo
più
bello
e
prosit»
«
al
in
del
tono,
un
a
dell' utile suo,
paglia,presentate stagionato.
giovinettiaugurano
di
tico
scet-
non
piace,glielo
fra i vecchi, e
qualcuno
il nero,
e
ciò
tutto
piaceree
signorGuerzoni
al
se
il bianco
con
bracci
ab-
tutti,che
con
V amore,
e
turchino, e
conti
nei
col
il
e
arte
i
dieta
ogni
ogni
dal sangue
poi gli faccia quella
bollimento
ri-
ogni
opera-
Critica
144
bel
un
se
il
che
giorno si
ricordi che
lo
padrone
suo
che
arte
e
padre
suo
picchiò lo
la società
gli fece
lo vendè,
affamò
lo
F elemosina
con
pedata, che eglirappresentò all'estero
una
e
la
il piccolocalabrese
saputo
sofferto
e
darsi
che
a' suoi
di
si ricordi
della
prima
finisca
Roma,
col
la
la
(che Dio
voglia) e fugga
rimarrà, a
che
vilità
ser-
bel
giorno
ha
veduto
palingenesi,può
sua
adoperò
come
Lino, spezzi
ne
un
toccheri
pi-
gettare il plettro in faccia
ascoltatori,e,
non
se
quel
la
la venale
spietataingordigiae
discendenti
dei
taminò,
con-
cetra
su
fare il
testa
al
Ercole
con
maestro
suo
nelle libere
selve, se
brigante; metaforicamente,
s' intende.
intanto,fin
Ma
del
che, sia
la educazione
compiuta
piccolocalabrese,il signor Guerzoni
di
il diritto
insieme
scettico
e
credere
che
sètte
e
al
che
scorie
dei
tenermi
fazioso; ha
io porga
clamore
io umilio
predicarmi
e
li orecchi
dei trivii
la mia
per
tutto
poeta
un
tutto
il diritto di
al
fischio delle
(pag. 22), e
musa
ha
a
mare
affer-
di
Tavolare
le
giornalucoli libellisti e petrolieri(pagina
i4). Io
conosco
un
po' la
storia ;
e
so
che
Critica
gli austriacanti
del
Berchet
Béranger
posso
e
di Atene
di
Alceo
Il
dicevano
e
del
ai
che
e
anche
lo
stesso
che
che
per
il diritto di
tutto
volta
una
quel
tutt' altro
per
ha
scriveva
di Lesbo
aristocratici.
petroliere:
egli non
Mistrali
Franco
poco,
del
italiani,
e
loro detto
tempi
di Aristofane
per
quel
francesi
che i democratici
signor Guerzoni
accusarmi
press'a
o
Giusti;i bonapartisti,
dell'Hugo;
avranno
e
145
lo stesso,
; i conservatori
congetturare
e
arte
e
fa che
tere
ripe-
il signor barone
tato
giornale accredi-
un
fine
spirito,la Ga\-
%etta d'Italia,disse motteggiando più volle
forse
ancora.
della
sua
Ha
mio
settenario
patria:
che
anche
le difese
sentimento
non
se
dell'Italia
mie
par eh' e* dicesse)nel fango
il signor Guerzoni
negli accessorii.
mettere
«
Ed
t
dre,
a
Groppello, esce
oggi
—
da
ancora
ognuna
Carducci.
ch'eglinon
Uno
in
sforzo
una
è
voce
primo
quel
suo
dei
(mi
bène
meno
fatto;s'è
di
suo
bile
no-
temperate
originalené
ei l'ha
ognuno
delle
fu
me
dere
pren-
nel vino. Veda
le tombe'
scena
da
corde
e
a
che
dall' alto del
nazionale,e calpestòcon
vigoroso piede le
a
di
contro
fulminò
mi
signorMistrali,e
e
i tuoni
indignazione su quel
titolò di vile la
il
ildiritto di scaricare
tutto
dice
e
vato
pro-
Groppello:
di
gemiti
ferite
di
eroi
che
vi
grida
ma-
sepoltia
—
io
Can-
146
Critica
?
cancellatela
«celiatela, Enotrio,
essa
«
della
è
è vera,
non
«
male;
in
l'effetto di
fare
in
d'ombre
altro
per
scrisse
tiene
:
forte
alla
la
per
e
quei
pur
altro
uomini
avanzi
di
armi,
sopra
quei
mi
han
oscuri
taminata
incon-
voluto
versi hanno
della
potreirispondere :
bene
pianto
difesa
patrie battaglie,e
ricompense;
ma
a
dell'anima
non
certe
soddisfazioni
Finalmente, il signor Guerzoni
tutto
il diritto di
ammonirmi
a
e
Serbiamo,
ha,
ai
se
parlarmi in
credere
nella
di
che
che ?
comunichiamole
da
ora
incopjamìnatila patria.Cotesto
servono
di
Italia,
che
devozione
con
le
giorno
vivono
animo
le
tutte
gioviniprodi,
del
prodi, veterani
nel sacrario
certe
che
preziosa
e
battaglia,e
una
servono
versi ; che
fremuto,
Roma,
cara
sua
all'ordine
patriafra
versi mi
quei
della
grande
e
o
campagna
per
Cairoli,il quale
dopo
ingegno
che
an-
passato. Io
secolo
del
potreirispondere
Garibaldi
Giuseppe
tamente
len-
Benedetto
mai, nominati
altri
con
indegno
Non
d'apparizione
racconto
un
onorifiche
»
profondo, possono
tragedia
una
benevolenza
se
la rifiutiamo.
potreirispondere che
cose
mi
non
di basso
tono
il prezzo
essere
parole,declamate
coteste
e
quella parola:
deve
se
e,
apoteosi,noi
nostra
trovata
arte
e
biamo
ser-
e
volghi.
vuole
nome
virtù
gliarsel
pil'
dele
ad
Critica
rispondere:
che?
in
tanto
ha
elleno
ne
fede.
la
insegnare
La
opportunista,la
abusato
ed
abusa
divenute
son
a
di
e
vaghe
«
odii
che
buoni
di
di banca
assicurato
avere
di Plutarco
colazione
Catone,
nella
catonato
che,
sicuro
Mi
figliuoli.
niente
zoni
e
io
mi
questura
Ma
a
mi
il
morto,
quel
fare è
virtù
de' suoi
anche
giunta ;
mi
a
fede
della
e
me
con
piacerebbe
gli uomini
fra
da
Doney
stri
illula
del
pubblico
la tomba
e
salutato
esser
le rendite
francamente
le
mutar
mi
spesasse
mi
del
Marzie,
poi
no,
non
fatto. Preferisco
che
il signor Guer-
a
il
che
senza
né
meno
fede
lo
e
i
rebbe
piace-
Ma
piacerebbe....
predichi uom
o
seconda
a
piacerebbe di
ricreazione
gli chiederò
non
segni senza
e
espressione,parole
posto
franchi
spender
di
we
il signor Guer-
palchetto al Comunale,
un
venti
a
per
un
e
SantaCroce;
in
della
avere
Italia,
parole, che
»
Certo, che
pregiudizi.
di
piacerebbe
ma
zioni
dice delle denomina-
definisce
ciascuno
de'suoi
scettica
romanticismo:
senza
significato,
espressioni
fede?
coteste
quello che
dall' Hugo,
e
qui potrei
La
quale?
ma
e
molti
anche
L'Italia
di classicismo
o
147
che,
non
virtù?
traducendo
zoni,
Se
atte
e
virtù;
senza
specchiettodella
pasquale.
|"olizzino
il
signor Guerzoni
presentarsial pubblicoe
a
non
ha
diritto
me
come
giù-
148
Critica
imparziale.No, imparziale ei
dice
piena
nota
li
quella smorfia
il suo
contrae
di
imbarazzo
convulso
periodi,si
vede
di
gli
la
la
mano
alletta;e questo
tiene
mi
siete
noi
press'a
un
vi
se
ridurrete
npi, noi
vi
vi
nome
il
e
in
v'inibisco
dell'arte.
a
vi
se
volere
a
vogliamo,
luogo
luminoso
l'immortalità.
Scrittore
mi
non
farete
zione,
na-
alto. Altrimenti
a
non
vengo.
parlare
faticoso,pesante,
di
come
—
diritto
rimpinzo
buono,
della
e
io
ma
Voi
—
verrete
sa
poeta, poeta
ha
stra
mo-
coglie,e
si fatto:
sentire
e
Guerzoni
gonfio, vano;
mi
cangelo,
ar-
imparzialità.Egli
signor Guerzoni:
signor
l'
Al-
Come
pugna.
non
discorso
sentiamo
metteremo
pure,
chiama
pensare
rabbia.
zucchero, che
proclameremo
Io
Né
a
delle
sferza,che
un
poco
lo
sotto
bestie,egli mi
orgoglioso.Ma,
pazzo
pensiamo
Faccia
egli
esser
avrebbe, questo
certe
l'altra il pezzuol dello
con
a
di
della
si
quale sgomitola alpuni
darmi, potendo,
l'una
con
col
nervi
E
cui
a
vorrebbe
dei
il rantolo
voglia che
addomesticatori
che
sua
smentirlo.
a
perpetua
è la stiratura
comprimere
è. La
non
li
scrivere,smorfia
sorriso, ma
sforzo
politicaè
di
zeppa
smentirlo
a
di
arte
e
in
razzato,
imba-
retorica; mal
Critica
fermo
nella
grammatica
arti
e
sicuro
non
;
149
spropositatodi lingua; duro
non
può
levarsi
di studi
Digiuno
dei
della
critica
storia letteraria,
tica;
dell'este-
e
della parte seria delle letterature
letterario
odierno
idiosincrasia
efinìei^
odierna
ciò,
; per
liberale
;
egli
e
civile
della
farsi né dar
la fusione
e
può
mia; eglinon
l' opera
innovazioni, la
quel
o
contenenza
versi
e
nella
che
della
agliatteggiamenti
e
certi
forma
vari
dà
né
ho
il mio
la
la
mandarmi
fatto.
confusione,
le
in
della
dinanzi
le permuta
lavoro
contraddizioni
novato
rin-
Egli
che
ma
al diavolo.
luzionaria,
rivo-
ho
egli abbaglia,piglia il capogiro,e
disperato col
le mie
e
e
pensiero
nelguere
distin-
italiana
materiale;
onde
altro;
elementi
imitazioni
che
del
adeguatamente
poesia
si
non
borghese
qualunque
né intendere
quel
ed
ragione
parte tradizionale
mia
importato
tutti i miei
di
le mie
sicuro
tatto
con
di
ed estimare
conoscere
le elaborazioni
le tirannesche
e
svolgimento poetico,né
può
d'una
piccola scuola
può né
non
per
le declamazioni
universali
esclusività
egli non
per
niere
stra-
scambiante
e
angusti intelletti artistici,
principiid'arte
mio
della
del movimento
e
orecchio; egli
stile e di versificazione.
classici ; indòtto
fondamenti
ignaro
di
giudice di
di
nelP ortografìa;
finisce
razzo,
L'imbadi
quelle
Critica
ISO
atte
t
•if-^MUa»*^»-**
tisiche idee
pochine e
paginette sono
che
me
al
e
pubblico,o
che
affissi*
perché
solo
è
io
stato
maggiore
dei
generale
Garibaldi
e
soggettive viene
volontari
teoria
artista
se
P
da
arte
critica,
una
non
molti
forma,
e
non
tempo
i
a
non
intendo
in
pur
dico, con
poesia, di
qualche
si
che
possiede,viene
rimpasta,con
allora io
abbia
a
critica
cosa;
me
buon
gli
di
e
in
male, glidico: Ecco,
la
vita,
e
degna
sono
con
oh
un
mi
signor Guerzoni,
con
di dottrina
e
quelle forze
innanzi
faccia,e,
a
tutti
letteratura
impancarmisi
levo
ogni
di
non
gusto
que' mezzi
ad
fatiche
e
in
distrazione,
per
il
se
e
che,
studio
e
verso
che, se
me,
quel po' pò1 di
che
studiato
disinteressata
miglior esito,a
che
gran
me,
di tutta
occupazione
e
impressioni
d'arte, a
con
ma
del parlamento
centro
ufficiale
ogni
per
avanzato,
passiona purissima
di
e
del
Gaietta
sollazzo,non
per
giorni, con
certo
nella
lezione
anni
cittadino,
un
poverette
sue
riuscito,ho
sono
con
segretario
e
siede al
ora
farne
a
anche
o
se
di dire
signor Guerzoni, perché
italiano,delle
una
istampa
per
chiama
si
pieno diritto
suo
gli piaccio.Ma
non
che
qualunque cittadino,non
il signorGuerzoni, è nel
a
quelle venti
pietà.
una
Certamente,
in
guerzoniane
punto
non
stro;
mae-
se
ne
perché siete
Critica
X5*
esempi
vie
traviano
la povera
di
di
da
Oh, quel
italiana
fare
feri,che
«
D'accordo.
«
fiammiferi
t
bisogna
«
solo
«
saper
«
grafia.»
Per
è
uno
Ma
cui
tutte
le
quali
di
non
italiano
la
deputato
esser
e
io
non
che
la elezione
la reputo
valida
sicuro.
mercanti
di
poi
e
:
ci
è il
basta
non
V
voluto, non
dere
rispon-
dimostrare
qual
orto-
questo
a
circondario
de' suoi
qualunque
fatta
di sé da
ne
fiammié
per
e
Uno
pochissimo
insufficienza
dell'arte
teratura
let-
d' autore
noviziato
ma
so
sotto
«
di
o
ceva
di-
nuova
essere;
ho
fiere
da
Gautier
onorevole
e
cause
tollerata
Trance
Il mestiere
bisogna
padri
Emmanuele!
in fine ciabattini
mini
ter-
caduta
e
della
vero
è
la
che,
giornalisti-
Jeune
più
stato
non
signor deputato
a
pena
a
il mercante
o
signor Guerzoni,
parlamento
e
Teofilo
Vittorio
il francese
punto
oggi
gazzette
che
più
noviziato.
un
i nostri
che
tutti possono
non
per
al
sotto
è
il ciabattino
«
di
ultimi
agli
camorre
della
Luigi Filippo quanto
può
di
pagina
quarta
letteratura
a
e
umilissima
beneficenza.
della
alto
politichee
consorterie
roba
di ridurre
tanto
servetta
essere
ogni giorno
sempre
la quale
italiana,
arte
gloriosi levaron
ad
più
minacciano
gioventù,e
arte
t
riferisco
al
titoli
dario,
circonsé
stesso
all'Italia.
Critica
153
arti
e
XI
Queste
le mie
un
alla
note
di
Bologna
bel
riferirne
ai
primi
pubblicava in
di
benevolo, irrefiutabile
:
altri vi
altri articoli per
dimostrare
critico. Ce
bisogno :
n'era
concorreva
qual
cattedra
il
smettere
H
che
e
di
conta
Fanfulla,non
e
:
dicono, a
in
il
è
avuto
su
il
assai
anche
poesie
altropaese,
del
diceva
professore.
giornalone,
a
disaminare
il
sarebbe
Carducci,
Fanfulla
un
che
sanno
competente,
i titoli
che,
affermava
professoratonon
signor Guerzoni,
le
un
non
voleva
somma
autorevolissimo,come
titoli al
lora
al-
il
glisvogliatid' Italia,
tutti sapevano,
altri
pure
letterari del
signor Guerzoni
l'insegnamento, il Fanfulla
per
se
il
cominciare
fra
molto
pure
non
parzialità)
d' im-
intorno
tessevano
giornalettoche
in letteratura,ma
tutti,
quel che
nota
mostra
i meriti
di letteratura
deputato
Fanfulla,un
far
aspirava, come
o
la
giudizio illuminato, equo,
un
come
nale
gior-
un
giornali di
intanto
cosi
su
74. Avevo
all'Italia. Parecchi
guerzoniana (e credevano
so
del
marzo
riproducevano
moderata
parte
io le
Poesie
Nuove
signor Guerzoni
del
Nota
bastato
saggio
avesse
il Saggio
che
lo doveva
in
sa-
Critica
154
arte
e
i
quest'ora
a
bella
agitazionedi
diceva
che
il
poi
che
egli era
cosi
o
cattedre
italiana da
di
toutes
giorno
il
certi
meno....
fede.
a
; è
in
Pubblicò,
troppi
e
da
tere
ripe-
della
narchia
mo-
di vendicare
trattato
ma
cosa,
signor
fatto
si vede
e
trattano
crificata
sa-
bel
un
vogliono
Guerzoni
fare
è....
letterato,
un
un
professore,
rinascimento
si rimuore
e
scrittore di buona
uno
ter\o
de
parlare
conto
critico,
no;
dopo
libri che
italiana,
pochi,
il
un
ratura
lette-
éclate
tempo,
altra
somma
poco
77
Italia si rinasce
i
diceva
poi
gente, la quale lavora
tanto
resto
dire?...
intitolato
fra
da
qualche
di fare
s' ha
c'è
dilettanti,che, stanchi
professore.Del
come
né
brava
pazienta
a
si fosse
non
po' tanta
e
della
in qua
metteva
non
farsi
ancora,
troppo
pur
pezzo
certo
in
disse
e
curiosissimo
Royer-Collard
miserie,se
un
aspetta
E
anche
dare
Raccoman-
Luigi Filippo:Uabaissement
parts.
tali
di
il
che
quel
fucile ;
curioso
cosi:
un
che
petente didascalico
più
cosi. Ma
^.*mui"**
poesie
non
d'anione.
un
raccomandare
se
colpidi
a
critico
un
pare?, curioso:
lasciarsi
ottener
poesie
pe' giornali
su
vi
è, non
signor Guerzoni,
f»
sa
critiche ! E
discussioni
fatto
versi,aveva
chi
suscitato
avrebbe
pere,
**—
a
(per lui
bro
liin
ogni secolo).Ora,
di storia
pochi bene, ve
ne
letteraria
può
essere
Critica
?
A-fc.L.?.-
--
-«
f-
.
quello;
sorridendo
cima
punto
virgola:
e
t
credo:
oc
cisione
Che
dell'amore
lo
si deve
nostri libri di letteratura
il più
in
tutto
la
voce
si batte
academie.
è di buona
fede
di questa
poter
brillano
dare
ne
canto
diede
a
là
e
o,
è
per
lo
lodava
in
troppe
faccia
non
scorrerie
perde
le
contro
E
amore
di alcune
gine
pa-
_boba,vorrei
consiglio.Me
Metta
dunque.
critica
mai
storica
ogpi
versi
idea
per
e
di
latini
il piacere,non
li
me
per
per
Fan/ulla, della
me
pure
signor Guerzoni,
senta
mai
il
colpi di fucile,cioè
un
la finestra
citi mai
: e
cosi
quella
su
il
vero,
? Oh
me
citandoli,mi
ne
anche
e
gnor
si-
mente,
intera-
più
Guerzoni
?
fargli
ogni pretensione alla
butti
come
fede
qua
non
tanti
non
il
opera
signor Guerzoni
al
lo permette,
che
troppi
quello del
inveire
a
volete
buona
sua
che
i fianchi
che
:
signor
pre-
i
fra
:
più veramente,
scrittore
Uno
in
non
della
academica
libro il
suo
il
pure
scrivere
pretensiosamenteacademico
quel
e
e
dottrina
sentire:
Ancora
»
è il
liceo:
ci sia della
affermo.
Guerzoni
di
parole, proprio cosi,
queste
e
! li rileva
spropositi
coraggio di
il
aveva
libro
quel
che
e
scolare
uno
Guerzoni
a
155
_.r..
come
spropositati
signor
arte
t
:
storpii
che
da
cologica:
psidizione:
eru-
o
liani:
ita-
faccia,
poesia
non
a
lunghi
si di-
quei pezzi di
sto-
Critica
156
ria
tutti
che
meno,
molto
questi
lumi
parlata,
lasci in
meno:
di luna
che
quelli che
già
!):
letteratura
le
per
quella
parla
nessuno
male;
signore
se
arcadi
(a
lingua
sua
fossero
non
queste
con
e
riuscire
potrà
tempo
gli
po' più italiano,
un
a
assai
meno,
pace
scriva
troppo
scrivono
col
e
declami
conoscono:
si abbandoni
non
e
arte
e
fare
a
tenze
avver-
po' di
un
passabile.
assai
XII
Uno
che
di altre
al
manca
buone,
cose
drini. Egli seguitò
fascicoli
della
Enrico
su
mio
amor
di
molto
a
Il
un
di
e
discorso
edizione
cemmo
didel
versioni
in
delle
per
non
nulla
pagine
ottanta
che
delle
consacrò
me
quattro
interpreti;tutto
de' versi
A
o
suo
Giuseppe Chiarini,
seconda
signor
articoli
suoi
tre
per
Zen-
meno
ottavo,
Nuove
io
e
Poesie
noticina:
questa
«
i suoi
bene
la bellezza
lui nella
distendere
fede,come
Bernardino
signor
Antologia
e
signor Bernardino.
che
è il
Nuova
Heine
e
a
di buona
tutto
d'una
Bernardino
sua
che
interpreti,
Zendrini
in
scrittura,Enrico
si
va
pubblicando
Antologia (decem. 1874
e
genn.
e
uno
o
Heine
nella
febb.
più
e
i
Nuova
1875),
Critica
arte
e
157
.
fa
una
la terribilità
il
Heine;
rivoluzionario
lo
me
o
umorista,
Zendrini
e
a
o
un
dà
sono
e
quanto
gran
molti
in
il pretesto
tante
di
Se
Deutschlandy
Deutschland
delle
ein
Ma
oh
e
via, egli lo
cosi
gambate
un
popolare
suo
conto
filosofica
che
e
poco,
retoriche
sempre
sa
e
erano
tedesco,
di
prendere
isfogarei
per
alla
con
Ueber
Zustànde,
del
d'altre
che
non
miei
mano
Reisebilder, dell'
dogli
signor Zendrini, dimostranfosse il Heine.
meglio
di
me;
giuoca
di
citazioncetlee di
(perocché
v'è
petit-maitre, ed
presupponendo
io faccio
religiosae
non
altri sentimenti
rivoluzionario
quanto
un
le variazioni,
poeta
Fran^osische
al
io
se
che
voglia
Wintermàrchen,
poesie,rispondere
quale
libri del
facilissimo
de'
stro
mo-
soltanto
debolezze
Heine
Arrigo
fu
sapessero,
avessi
io
pagine
tante
e
lo
un
artista,il signor
un
prevalesse agli
sarebbe
mi
fu
egli non
che
non
nei
e
lui
tato
rappresen-
lezione,come
contraddizioni,le
quello dell'arte.
umori,
che
scarico,
nell'animo
e
io ho
repubblicano quale
una
se
torno
capriole in-
e
quale
provare
capo
sapessi,come
la
con
imagino io,ma
un
ci
le
scambietti
fatica di
gran
tutt'uno
sociale
e
solo
e
anche
è
una
della
finge
s'in-
torica
re-
giore),
peg-
ammettendo
e
della
della
a
rivoluzione
forma
repub-
Critica
15$
blicana.
lestezza
questa
singolare d'ingegno
egli si imagina
i suoi
comodo,
della
«
Carlo
e
una
t
tradotta, e
*
Carducci
«
diletta
«
sta
«
sima
del
che
su
Heine
che
che
ho
lo farò
io
ciò che
o
/del
alla
non
se
artiste.
intanto
ho
tenga pure,
e
se
farmi
dire
o
Ancora
:
«
E
quel
impossibile
—
sorta
volessi
o
poesia monarchica,
detto.
vato
ca-
nulla, io
di alcuna
vorrò
pensare
ha
Carducci
fatto
una
a
che
piuttosto è quella
I per
venga
medeMa
»
fa dire?
pre-
di que-
onde
ma
quella'chiarezza
con
sua
leggenda
giudizio
Heine;
egli
mi
fare
? Io
finora
lo farei
amo:
il Carlo
di
Bernardino
'1 Carlo
la
en
Carducci....
l'autore
cosi
scritto
maniera
espresso
dal
naturalmente?
sig.Zendrini
signor
che
ha
Romanzerò,
servire
come
anche
noto,
suo
bene,
leggenda
ma
Ma
storie' del
repubblicana
o
com'è
Heine,
abbastanza
idea
storia
non
belle
'1 breve
su
esempio, egli scrive:
fantasia. Per
più
chiasso
distrugge
allegria,
mette
fa naturalmente
servire?
fa!
vi
lui
a
come
gioconditàdi
una
stile:
ai lettori che
facciano
e
di
e
ch'ei s'è fabbricato
ispirò allo
delle
il
con
resto
rena
sua
I
poi
del
i castelletti di
intendere
ad
pensino
e
che
infantile,
lido
dà
e
avversari
torna
ha
critico,
signor Zendrini, come
il
Già,
arte
e
farlo,
nettezza
gli piace,
ma
che
afferma
non
non
ho
il si-
Critica
160
«
dell'artista
«
fede
«
non
«
l'inno
«
meno
«
sono
«
colorar
dovrà
e
politico?Se
tutti
che
ode
di
commesso
fatti
Né
:
alla
ha
opposto
il
pure
a
sei
n' è
pedanterie
po' più
un
criterii
intendo
e
che
delle
né
anni
risoluta
Eccomi
ora
io
a
delle
ho
si
di
e
di Dio
hanno, creda
questione.
»
vemente,
bre-
mostrare,
supposizioni
nella
e
sig. Zendrini,
noticina.
parlo; perché
teoriche, non
guitavo
se-
seri
grazia
la
potessi
né
accenna,
retorici. Di
non
del
difendermi
non
il signor Zendrini
furbacchiole
non
non
egli
ma
Diana
una
strofette,e che
signor Zendrini,
e
supposizioni
e
degli sgambétti,
delle
bene;
poi negli
citazioni
la noticina.
Cosi
Marat,
beata
lunghe concioni, che
tre
gli è
quella nota, cui
io
del-
personaggi, perché
Tutto
»
pedanterie furbacchiole,ce
nelle
d'arte,
di
questi sacrilega
di
sgambetti
opera
altrettanto
e
i suoi
in
della
Giuntini
Dànton
giovanile
dicendo
dirsi
sua
rosso?
in
tutto
mia
di
che
tre
e
la
le forme
è che
non
potrà
indiiferente
alla
più
sacro
non
dimenticato
ha
fede ricrea
senza
1'inno
se
ma
:
che
arte
e
Dei
non
disputare.
XIII
A
cioè
proposito
col
dello
quale a
me
stil
nuovo
parvero
latino,dello
scritte
certe
stile
can\o-
Critica
nette
assettature
«
Zendrini
Quello
stile
Commedia
ecc.
no
(N. A.
della
Zendrini
Dante.
giovanilefu
plebei di
la
padre
la dottrina
rime
che
Dante
da cui crede
del
Fautore
di
il Guinicelli
suo
Dante,
reazione
e
faccia,nella
borghese, osa
e
il signor
il cui lavoro
i rimatori
contro
Puglia?
colori
ghese,
bor-
Dante
che
retorici,che
seguitòe compie
e
bolognese, la quale prima applicòalle
scuola
latino?
Toscana
altrove si affanna
che
con
rispettosamentedi
cosi
nuove
Ma
di
tutto
in italia-
è solamente
Dante?
nominar
e
la
poesia,quella poesia
che
poesia sua
Dante,
cominciata
ricominciò
sua
popolare e
procede da
questione
la
ghesemente,
bor-
di barba:
tanto
io); e qui
xxvm
che
provare
eh' ei vorrebbe
chiama
ha
a
latino, la
in
»
a
parla
tira fuori
insegnò Dante, quando,
lo
ce
«
t
che
afferma
sgrammaticate
e
signor
il
e
matte
e
161
arie
e
prese
aver
la tradizione
e
a
maestro
e
dello stile
duce
tolto lo bello stile?
Vulgare Eloquio,
il
gilio,
Vir-
Dante,
campione
cioè
aulico,cardinale,curiale,il
volgare illustre,
del
della
trattatista
della
del comico
abitudine
età
n
eloquenza, il
poesia regolata,il definitore
e
per
ornata
—
delle
come
Carducci
e
dello stile
gico
tra-
il teorico della
dell' elegiaco,
stanne? Dante,
per
precettore
grandezza
in
dei
fine,il primo
nuovi
classici?
IÓ2
Critica
.
Certo
l'Alighieriè, quando
che
popolare,
Omero,
anche
e
ha
magnificamente
Ma
da
dei
Se
Zendrini
Dante
che
certe
e
vizio,
del
vizio
ragazzi
sensualità
negò
Udite
se
non
occulto
ora
amore:
che
al
o
signor
ogni intelligenza per
qui
po'dell'eterno
un
Solo
a
La
è
bambina
Del
Ha
color
la
fanciul
è
il ballo
Bice
di
vesta
la
compagni
Dei
lor
Già
si mesto
già
si
fiamma
di peccato,
o
eccita
e
racchiusi
chi
schivai
il crin.
ei
è amante
è
il fanciulli
letto
la
poesia di
la
tedio,
Dante.
non
la
idillio di Dante
il chiaman
giochi
ha
Zendrini
estatico,
guarda
a
e
viva
biondo
e
signor
strofe
Beatrice.
I
oh
intorno
che
malavvezzi
senza
bene
sa
il
come
altri chiameranno
che
nome
nei
Un
nine
don-
ci corre,
scrivere
coraggio di
il
han
quelle cose,
Dante.
popolarità
linguettadelle
ricordare
non
me
contamina
natura
giusto
cose
di
meglio
trista
è
avesse
per
del
'
che
non
la
e
ci corre!
se
come
plebeo
per
leggono romanzi,
che
borghesi
vena
alla scuola
questo
salottini
essere,
robustamente
e
signor Zendrini, la quale scambia
il cicaleccio
da
plebeo; popolare di
Aristofane.
come
arte
e
o.
:
Critica
Fra
i
quellamonnina
dispettoso,non
e
E
Antepone
al
Come
Bice,
i
Tra
Le
I
Fra
li faccia
apie
le
piante
errando
van....
né
gli scopra
scalzi
a
e
ultimi due
lo dica
letto! C'è
L' ape
«
Su
labbri
quei
Curiosa
ViccioI
Una
vola
la
stessa
degli
come
la
rosa,
»
simbolo,*
intorno:
vate,
imago
e' è
potrò?
non
io
pure
un
giorno
t' offrirò. »
Ma i Melibei,bisogna
ideale
con
delle
desiosa:
farfalla, eterno
«
vece
cespi immemore,
intorno
Delibarla
La
in
mamma
:
d' ór, de'
Ronza
a
idilli di tutti i Melibei
negli
secoli
sorella maggiore
una
le quali ronzano
farfalle,
delle
a un
uniti
fantesca
una
andare
preziositàche
mai
lontan.
cosi
e
zia che
una
perde,
piccioli romiti
esserci né
o
si
gii congiungono
manine
due
principio.
il verde:
e
ella
di
segue
al
paccioni.
sca-
strepito,
i fiori
si accosta,
Le
non
loro
fanciullo
di
meriti più
chi
so
ancora
cespugli
la
Ei
e
siamo
non
dicevano
Schifalpoco (come
cinquecentisti)
e
questa ghignetta
malescio
E
163
arte
e
pur
convenirne,
questo,
non
all'arcadia
giunsero
col lattime!
Critica
164
foglie il
le
Tra
Con
Par
la
Dante
un
duol.
e
d'un
perduto,
minuto
buccolico.
è
?
vero
la loro
con
a
il loro
con
tre
sol.
Piccini
abitino
di
cornini. Or
dosso
bravo
e
lungo
naso
invaginateche
che
la
e
e
Zendrini.
Oggi
i due
anch'
Fiori
«
Più
Ami,
«
Amo
la
Che
ei
tutto:
adoro
mi
di
rosa
questa
la
o
Dante,
Gelsomino
Ed
i fiori esultino,
tra
o
e
e
un'
penso
il
rosa
aiuola!
viola
gelsomin
e
?
candido
violetta;
angioletta
aver
vicin.
»
di cotesti
un
cetto
cappucsuo
sentimentale,
il Dante
eccovi
cami,
ri-
il cappellino
serio col
bimbo
delle sciocchezze
dica
a
tetegli
po'più,met-
un
bazzetta
sua
udirete:
ora
.verde
seta
rosso
a
atteggiatelo
e
tori,
let-
carini tanto,
un
bene, pigliate
lucchettino
un
aguzzo,
e
mai,
e
parrucchina incipriata
anche
pastorelltni,
rimpiccinitelo
a
visto
Avete
i pastorelli
del Vatteau?
non
macero,
fraghe egli avrà
Dalle
Proprio
presaghe
andrà
selva
il ristoro
E
fraghe:*
di, proscritto
un
Per
dolci
indegno
venturo
Egli
sporgono
arrossino
che
Di
capo
le
rossor
arte
e
»
come
del
ste
que-
signor
Critica
Santi
scapaccioni!Pare
Ami,
«
O
gli
E
son
essi
Dice
«
tutto
prediletti?
"
il garzon.
gaie
e
è buono
Ed
cosi:
com'
no, è il
se
adoro
i nidi
tocca
Don
rondini
l'uomo
usignoli; e
Che
basta
i
;
rondini
usignoletti?
trepido
Amo
E
E
occulti
loro
ei
starò
Beuve
ridire
a
da dare
stampare
a
che
tanto
versi
intorno
che
e
ha
imparato
Della
il
da
quale
Dante.
non
maggior
poesia
a
quella
gloriosa pleiade
lui
avrà
(N.
A.
voluto
Vittore
di scrittori
xxVnl,
dire
di
del
368). Prima
del
cenacolo
dimostra
aggreggiare
Hugo
del
e
la
alla
capitanati
di
1827, perché
o
egli
teraria.
alla storia let-
del i83o
pleiade (com'egli impropriamente
scrittori
colpabilità,
conoscenza
vuole
come
altri simili
come
torniamo
E
signor Zendrini, quando
sua
da
cotesti
come
da scrivere
Dante
a
dire,senza
far versi
dendo,
Conchiu-
fatuo
stato
io
il Sainte-
la euvette.
cotesti,quel tale può anche
a
quel
come
Xexdvrjv, che
n©t
italiano, ma
è
uno
»
di dire
caso
traduce, Donne%-moi
quando
e
in
!
son
personaggiodi Aristofane, 8óc
non
signor Zendrini.
il
tutto
pilile
Bice,
o
165
arte
e
tutto,
nel
i83o
denomina
rinnovamento
egli
la
gli
hu-
Critica
x66
che
ghiano,
già
nella
al
cheduno
che
che
la pera,
e
i suoi
critici: è
detter
la
alla
Malherbe
in
agli occhi.
Zendrini, o
procedereda
Ma
ch'uom
zendriniana?
della
su
che
detestare?
che
egli
e
la
egliche
scuola
i
men
cosi
fu
cenacolo
deve
il signor
sicamente
clas-
belle
più splendida
della
poetica
il manifesto
il libro
poèti del
fa
gloriava
veramente
imaginare
possa
nel
è
decimottavo?
secolo
sono
il signor Zendrini
e
cazioni
amplifi-
signor Zendrini
la pleiade si
del
che
Ronsard
1' Hugo
Chénier, il poeta più
diméntica
nuova
mente
ardita-
poesia francese
poesie più
poesie
dell'Hugo,
condanna
le
non
dimentica
sa, che
Andrea
egli
al
che?
non
qual-
zioni
circonlocualle
e
che
poi quello splendore
che
aristocratico
Dimentica
alle
Brun
Le
essi restituirono
male
Beuve
caccia
più
che
vero
Virgilio Delille;ma
lingua poetica
del
resto
Italia
spesso
della
dì
del
cosa
bisogno fa, più
falso
da
pera
in
e
falso Pindaro
poveretta
chiamò
oggi
non
del
politica.
che
i suoi minori
del
l'Hugo
alla
poesia, e intendeva
sua
poeti fanno,
tutti i veri
vero
che
vero
c'entrava
dramma,
e
ben
dove
la pera
in faccia
scompagnavasi
e
ciò, è
Dopo
deva
precisamente sette)sca-
furono
non
arte
e
del
secolo
tico
cri-
Sainte-
sesto,
decimo-
ragionevolmente
c'era,o si disse,un
Crìtica
i6S
de
arte
e
Après
s'approprier.
«
et
«
latine
«
Virgile et
«
langue
«
pourrait,je crois, en
t
la belle
«
était certainement
e'tait-elleautre
Horace
le
que
et
chose?
goùt
du
ton
t
en
e
peuple de
a
rien
«
faits sentir
e
prétentionde parler comme
c
férer aussi peu
au
Italie la belle
langue
Florence.
de
eu
d'abord
«
les
«
du
e
il n'en
i
en
«
et
t
impose
«
prose
t
en
«
devenue
«
donne
de
mots
France
les aient
ces
pu
su
par
conditions
claire
et
parmi
fameuse
la
eu
a
d'en
dif-
s'esttout
les portefaix
le
peuple des
que
les gens
les
coeur
La
peu
en
pure
recette
vers
halles. Or
du
pour
pour
peuple
de.Malherbe
poesies'est
donc
appauvries
de la
perte, puisque
elle n'en
courante
plus populaire
sa
sont
se
souvient, d'aller prendre
un
et
du
n'avons
inconve'nients
comprendre.
gratuitement
restant
réclamer
la prose,
dans
fésulté
comme
francais,nous
vocabulaire
aient
se
poesie. Celle-ci
s'en
et
à
te
ar-
au
préfe'ren'ce
Malherbe
possibile.
que
son
pas
En
la
dans
pórt aufoin
est
aime
d'autres
tei,et
vanté,on
«
peu
peuple d'Athènes,tout
e
de
autant
d'un
de
rapportant
se
On
Grecs, laquelle
chose
quelque
que
Rome?
de
presque
les
que
la mème
vers
peuple
dire
poesie
croit-on
parlasseroen
commuti
belle
et
langue attique chez
bien
tificiel,
la
tout,
est
pas
cela. Voltaire
voir si des
vers
a
Crii
étaient
francais
ce
en
«
voiedepuis
«
eie. Au
e
les
appellerait
«
peut ainsi parler,qu'un trottoir, très-habilement
«
construit, mais
«
prose.
«
poesie sa langue
«
ses
«
bien
cr
ses
e
et
«
autorité eclatante.
«
Fénelon, daris
t
semble
«
poesie francaise, en
«
des
«
faculté qu'a
«
à
«
du
t
suprème,
t
les fois
La
De
ou
poesie
comme
sacrés
on
propre,
dans
Or
le passe
Il y
de
par
Malherbe,
comparaison
jour,
du
la
moins
vrai
de
de
de
se
ce
«
teur
«
sacri.
des
»
choeurs
de
la
poesie,
et
à la
rapporter
s*élever au-dessus
elle le
se
de
la
Dante
poesie a gardé
poète
que
francaise,
inferiorità
poète moderne
sans
longtemps
à l "Académie
et
la
paraitre
son
Voilà
rencontre.
Carmagnola
et
rang
toutes
recouvre
qu'on pourraitre'pondreà Manzoni,
«
a
images,
pu
delà
gràce à
italien,
en
tout
qu'un
bien
a
la
fallu aller chercher
cette
exemples
ou
si Ton
rendre
1'entreprise a
reconnu
du
niveau
qu'on
eu,
style,ses
son
Lettre
sa
avoir
hauts
siè-
exemples très-incompletset
des
anciens.
ces
ce
essayé de
a
qu'ila
artificielle,parce
encore
ailleurs
cette
très-peu e'ievé au-dessus
privile'ges
; mais
exemples
xvme
balcons, elle n'a
jours
nos
suivi
a
fin du
jusqu'àla
d'avoir
:
France
en
Malherbe
lieu
mauvais
Mettez-les
«
prose.
bons
169
arte
e
tea
des
à l'au-"
Inni
Critica
170
Cosi
il Sainte-Beuve
siennes
realista
come
se
confesso
molte
specialmente
specie
si
la
verso
e
cesse,
pia-
prosa,
elegiaco.
la
dell'opinione del Sainte-
essere
lingua
che
academica
poetiche degli ultimi
opere
de'
lingua
sta
atte-
poesia parlata,il
di
adoro, la lingua di Dante
amo,
che
prima
costeggiarecol
di
Òdio
Beuve.
(Vaoùt
una
lirico ed
sermo
in
fare
molto
qual
sa
esistesse,il Sainte-Beuve,
di
non
di
certo
già
Pensées
nelle
.Io
il signor Zendrini
era,
denominazione
Chroniques pari-
nelle
(pag. 127). E
di
sorta
arte
e
poeti popolari
del
secoli; ma
Petrarca, la
del
e
prevalse
la
quattrocento,
lingua degli elegantissimipoeti del cinquecento,
e
de'
lingua
la
studio
/nata
e
poeti
fatta
non
la
tempo
a
uso
e
classici dell' ultima
lingua
jfacilmente,
credo, quanto
e
mi
non
ttìi perito né
Che
mi
punto
par
tutto
ìl mio
lavoro
amore,
di
del
ho
ne
popolari; e
vergogno
in
bene
dal
greco
questo
al
signor
artistico,è,
o
e
Zendrini
latino.
non
è
non
quello
Ma
a
piace,
essere,
di allargamento,di
conciliazione,
fusione;il suo
dei
questo
anche
dal
vorrebbe
la fonte
cannelle
tutto
di dedurre
più
tanto
casa
alle
con
amo
popolo, la
del
popolo,
ricorrere
bisogna
academici
nuovi
lingua
età ;
di
calda
repulsione, esclusivismo^ristrin-
Critica
si è
gin^ento. Egli
di
arte
e
fatto
171
cotal
un
poesietta piccinina,piccinina, piccinina;
manda
attorno
con
vesticciuola
una
fronzoli, qua
con
ella
ne
se
cosi
va
di
famiglie scadute
racconciato
di
di
drini!
della
nozze
non
ecco,
io lo
prossimo,
madre.
ciò
odio;
ma
egli,come
uomo,
signor Zendrini, egli
mostrici
no
la
poesia
sente
non
ciattolo
pur
che
il puzzo
tramanda.
troppo
e
Intanto
smorfie,
quello, e qui
e
che
la
nel
camente
esteticome
quel
che
sana,
come
dalla
tura
na-
logicament
istintivamente, fisio-
maligna,
pozzo
suo
quel corpi-
la tristanzuola,
è
sua
dell'avvenire:
e
fa*
gironzola
bqccacce, dispettia
butta
la
poesia
condannati
alla morte,
cattiva
cendo
crede
di morticino
Zen-
compassione.
dicono,
come
certi bambini
al morbo
fa
poesia giovine,
ha,
odio
ributta
Povero
sia la
signor
mi
mi
anche
servi
che
e
Povero
che
Zendrini,
come
ha
mamma
infingermi, io
tutto
lette
figlio-
vestitino, già passato
un
maggiori
posso
poesia, perché
la
ed
ghingheri,
povere
quando
dosso
le sorelle
tutte
per
al
al loro
secchi;
in
certe
come
miserina,
fiori
impettita e
tutta
sé stessa,
occhieggiando
là, di
e
la
e
dita,
colore, sbia-
di
strettuccia, stracciatella,smontata
e
tipettino
suo
il gatto
questo
di
e
casa,
a
e
Critica
172
là
ciò
tutto
tutto,
come
che
è
di
igetto
il
di
cheduno
d'un
qualche
a
letta
che
ma
i
adesso,
Per
le sue,
di
di
là
le
io
che
il
vesti.
gli
Già,
da
e
figura:
come
e
chi
ci
poi
dicesse
le mando
non
sono,
a
dir
Io
le mie
anche
faccia
su'l
taglio
parola
una
pennacchino,
al
corso.
Gli
molti,
e
sono
nell' Idillio
di
cosi
esempi
pia
o
imàgine,
un
descrivo
non
questo
idea, una
appiccico su
vero,
poesie
lui,io piglio di
le frasi di
classico,o gli piglio una
ange-
ali.
le
dire
può
gente)
un'
era
vestire
sentir
a
emistichi
ella
rosero
uso
si
non
signor Zendrini
egli trova
cosi
quelle
topi
come
po' meglio
un
che
magari,
su,
dire
per
tutti brava
morti, siamo
e,
meno,
tanto
iscrizione
una
qual-
e
l'ombra
sepolcretto al-
un
fiori,e,
di
(già, d'
di
finirà
fare;
possa
inalzerà
le
vasetto
cosa,
ci scriverete
che
meglio
voi
viag-
un
la bamberottola
mentre
voi
colonna
qualche
per
tano
spu-
menatelo,
l
po' fuori, fategli fare
un
è
che
occhi
padre
guarda
ella lo
sano,
e
lei,con
a
Povero
in questo
morire,
fare
lieto
distrazione
giornale :
damper
agli uccellini, e
male
veleno.
amici,
suoi
e
capo
facesse
se
il
di
il
ti schiaccia
arie
e
quel
una
mio,
scherate
imma-
ch'ei
certo
maremmano
qua
reca
dentissimi
evi-
Critica
«
vel.
del
seno?
»
Da
colmo.
Ve
»
io,né, credo,
altro
critico
Batacchi.
versi
del
di
Tuie,
giù gli
E
il signor Zendrini
:
imitato
io ho
Gli occhi
un
mi
lo
sciupai
E
dire
che
cadder
là è
un
io
quando
due
più.
bevve
di
del
xxx
chiaro
nel
che
trovare
Purgatorio,
fonte,
il
quale
che
ma
si riscontra
fiume
sacro,
nella
e
questo
zinzin
voi che
avessi
sorride
per
preso
a
due
segno
ci
qui
è il
di fantasia. Ma
le linee
del
imagine
sua
vuole,
disegnare
bassa
ab-
vergognoso
Confessate, lettori miei,
pedantia
Credereste
Dante
e
rispecchiatadal
muore.
descrizione
quell'appiccicaticciodello spento.
con
gli occhi
che
un
spento
del
giù
a
gli ultimi
è capace
verso
Né
No?
che
di
lettera,cosi:
non
e
voi?
una
pareva
cadde
L'occhio,
Bene
a
insignie
vero
io tradussi
Ancora:
Re
treccia
tant'è
mia
cotesta
disegnatoquel
accorti
nessuno:
i freni
a
nelle Grafie, dove
nera
sareste
ne
men
da
Di
«
Seno
ho
del Foscolo
verso
le brianzole
ricorda
sen
sapete voi donde
Ora
un
173
ed il restio
baldanzoso
il.fianco
arte
e
di Tuie
re
che
è
per
sere
es-
conoscerl
giusto riè nulla.
non
il ghigno di Marat
viso
poeti,Virgilioe
di
Dante
Stazio?
E
Critica
174
il
secondo
pure,
arte
e
è evidente.
signor Zendrini,
Io
scrissi,
e
i cavi
Da
Di
e
Un
e
che
il
prima
versione
servito
zendriniana.
mi
resto, o,
riscontro
con
franchezza
del
lui. A
punto
il
certo
signor
delle
che
lui, se
del
Zendrini
Canto
1
di
suo
qualche
buisce,
attri-
l?ha
in
assai
bene
io
non
discorso
si sbizzarrisce
(N. A.
con
spinga
in
la
quanto
12)
xxvm,
le dieresi
egli dice, le parole ;
va
tici,
poe-
mestiere,
tant' oltre
mano
un
della
accorgimenti
in altri usi dei
dell 'Italia che
una
non
pubblicato
863, prima
tinta
da
la memoria
altri
In
colpo
gli
Carnevale
fu
meglio,
quali indiademo.
nel
Qui
del
versione
certo
divedere, cosi
a
preso
mio
il Carnevale
fiorentino
dà
aver
del
di Heine.
è
non
riso.
io possa
giornale
del
di Dante
signor Zendrini
un
stanza
bene:
dimostrommi,
signor Zendrini
straforo,che
sua
riso
il
balenommi
avanti
la
di
perchè
altri,
emistichio
questo
per
balen
un
;
lampeggiar
chi
so
non
di
occhi
Marat
cantò,
Dame
Più
di
riso
.
e
sprizzò allora
e
dice
Campidoglio
176
Critica
arte
e
-£-.
Ad
Ella
giunto è
che
ospite regal
accoglifen^
prepara
Con
che
cor,
morettina!...
cor!
con
che
cor!
a
il collo
tirare
per
palombaro
tanto
dà
cor!
nulla.
Ei
calcio
in
fatto. Udite
un
che
con
si diverte
ridurle
conchiglie,per
un
trasmuta
Infido
che
il
sillabe,che
quattro
lo
e
è
alle
compenso
feste.
e
Con
non
fino
di
alla misura
E
appena
leva:
vo-
verso
dietro
al grave
ciolo
sdruc-
palombaro
:
oceano,
Amici,
Mesto
Ne
è il mondo:
palombaro,
ho
il fondo.
tocco
Sperai raccogliervi
ahi
conchigl/e
Vuote
raccattai.
Io
Sempre
ed
perla
La
Bernardino;
cosi,povero
posizione
fine
il
:
signor
interminati
bene;
Prime
eh' è
n'è
Zendrini
(xxvm,
credereste
2
1) e
di
mi
un'altra
un
camminano
voi, lettori,che
periodo
che
si
di
i
rimprovera
che
teressantissima
in-
palombaro.
mesto
a
ventiquattro
come
grogiola,
quelle
versi?
una
:
pause
n' è
ve
In
periodi
fra
sempre
poesie del signor Bernardino
tutta
nella
anche
una
ve
biscia
Critica
sole,in
al
periodo di
un
nell' una
cinquepause? e
rimati
due
a
due
a
Non
processione?
non
pagine 261
Povertà
il
a
lettore,questo
Zendrini,con
ma
a
Il
cose,
signor
me
ste
il
suo
per
ridere
un
per
modo
simo Cesare
che
per
arare
ha
valli
e
per
—
Carducci.
scicoli
fa-
il modo
trovato
parole perseguitandole
dovuto
riprendere
non
con
lui. E
a
ora
siamo
pas-
serie.
di
stesso
me
ciò
aver
straniere,quando
glier
co-
come
piglialejrò-
ai
senato
mandato
il
fender
di-
per
smania
vera
aperto il
avere
essenzialmente
12
alla
quattro
o
dire, più
una
del
signor
ostenta
tre
po' di
di
il
se
può. Egli mi rinfaccia,che
da'*giallicrini
di
io
giuoco,
e
razionalista;
e
meglio
in
Io ho
contraddizione
in
fare
delle mie
il
Zendrini
democratico
che
sillabe?
tolano
s'inti-
minuzzaglie
Antologia, ha
momento
me,
miei;
infastidire
deve
su
di Heine
discorrere,invece,
un
in
Lissa.
e
quell'odio che
tutto
fin nelle
volume:
quanto
ci ho
della Nuova
sol per
lodato
su
me,
trattando
pedanteria,
di
lettori
temete,
non
insistere
che
vanno
regola di frati
una
(Timagini
mestiere. Ma
versi per
potrà,chi voglia,leggerlealle
del
Dispiaceanche
ventisei
nell'altra i versi
e
temete,
268
e
177
ben
come
le reciterò:
ve
arte
e
la
tori
sena-
plebe
fu provvedimento
primo
democratico,
bia-
e
sociale
178
Crìtica
il secondo
quale
ricordo
anche
di
democrazia
acquisto?
drini
far
avrebbe
triumphe,
a
di
fronte
rici
poesia,non
pure
ma
della
Il
del
sopra
dover
il prezioso
nega
il
signor Zen*
ricordarsi
mi
romani
e
nomi
tro,
al-
non
sto-
pensatore
e
autori
padre
ter
met-
ad alcuni
anche
preferisco,
agli odierni
al gran
e
regno,
uomo
come
nell'io
gloriee
a
nuovo
che
di
proposi di
preferiiTacito
scrittore lo
e
mentata,
docu-
risparmiarsil'incomodo
scrittori del
osservatore
cito,
Ta-
di
storia
volta
questa
nomi
contemporanei;
del
più preziosi acquisti
egli allude, io
altro. Cosi
non
vero
io mostri
che
aristocratica
voluto
glorie e
e di
politici
.
Anche
della
e
la riforma
della civiltà. Chi
e
avesse
cui
a
e
io
tant'è
giunto:
accusa
de
uno
potuto
lezione;se
potenza
oligarchia,alla
è
quale
simo
bia-
Cesarismo
su'l
trionfi
mi
dopo
io né
ma
della
era
i suoi
deW
campione
la
11
bella storia
la
preferire
della
Cesare
Subito
calendario.
*
sonetto
fatti in prova
alla
gloria
che
nel
lodo;
que* due
reco
Sta- bene:
(xxvm, 353).
né
arte
e
e
fuor
di storie
di
cumentate,
do-
erudizione
della
e
critica,storica, al Muratori*
signor Zendrini
Satana.
Io
di
gli occhi,
e
riparlare di
anche
quel
Satana
e
di
me.
la
oramai
stufo,più
sono
lui
rimescola
che
Ma
questione
ne
ho
fin
stufo,del
dimostrare
Critica
certa
come
critica da
fa
gente
certa
179
critica
la
e
qual
ingegnosa,e specialmente imparziale,mi
sia
Il
bene;
signor
i° che
forse
e.
che
Zendrini
Dante
in
anche
di questo
somma
prova
il Tasso
e
il diavolo
altrimenti
da
rappresentato
anche
Heine:
ancora,
grazie
drammaticamente
3° che
nel
:
mille
il
Byron
il
e
mente©
epica-
leggendario:
il diavolo
volta,il popolo
V ultima
crede, o ci crédeva.
ci
ilsignorZendrini
Satana io abbia
l'hanno
maneggiavano
grazieper
diavolo
grazie,essi
popolare concepisceil diavolo
la fantasia
altrimenti
pinto
di-
hanno
altrimenti
e
che
riprova:
e
me:
il Goethe
essi
par
m'illudo.
il Milton
e
i poeti della fede; 20 che
erano
di
sorta
spacciataper arguta, dotta,
è
gente
aite
e
si
degna
voluto
Dopo
ciò
che
nel
d'ammettere
un'idea
rappresentare
filo-
*
sofica,
ma
tale
per
avrei fatto
meglio
il Monti
due
rono
da
ma,
cosi
stato
l'avessi
ogni modo,
sceglierPrometeo,
io
consento
il Monti
al
anche
impudente
ripreso a
non
come
lo
e
era
di
imprudente
trattare
io di terza
il
caso:
rinnova--
Titano
che
signorZendrini
e
Prometeo
cero
fe-
lietissimo
Shelley
il gran
che
lodi dei
Shelley; e qui grandi
filosoficamente
pare
e
a
quali
che
bene
Eschilo,
non
se
lo
e
poeti. Alle
cuore;
rappresentazioneeglicrede
ed
di
rebbe
sa-
inutile
mano?
A
raffigura
i8o
Critica
la lotta del
stupendamente
teologicoin generale :
vitalità la guerra
razionalismo
Prometeo
benissimo
Chiesa
ciò
e
io doveva
serviva,in
E
vero
cattolica,anzi
il libero
enumerai
o
che
Ecco
Satana.
il
Tutte
non
—
Ma
dandosene
paginone
no,
Satana
voi
no
«non
cosa
che
cose
decimosesto
?
volete
sia. Viva
ragione
furono
cose
vero
titolava
Dunque
Satana
la
e
inteso
molto
con
sentimenti
tana!
Sa-
dell'Inno
da
a
dette
me
e
al critico del
ripigliail signor Zendrini,
—
e
in
stemperando
molta
con
potevate
—
onestà
in due
otto
che
loquace malignitàquel
è determinato.
ci farebbe
Che
concetto
per
Filopantidisse
—
boliche,
istigazionidia-
e
rispostaal Filopanti e
ridette nella
Diritto.
? E
queste
come
le belle
il vapore
la
ha
cristiane,
maledicono
somma
Gregorio
ciò sia Satana
tutto
che
Quirico Filopanti? E
a
diabolica
d' invenzione
che
in
serviva
vero
pensiero,la scienza,i
nella lettera
è vero,
non
e
opere
naturali,tutte
e
è
del
e
mi
le chiese
maledetto
sempre
la
cristiana;e
vece
non
o
tutte
orgoglio satanico, come
umani
col
umano
rappresentare
la chiesa
contro
mi
non
Satana.
hanno
ed
pensiero
la vittoria del naturalismo
dentro
a
arte
e
il
paginette
farlo,perché il tipo del
E
io V ho
fatto
:
che
cosa
Ella, professoremio?
ci fa il
signor Zendrini?
Delle
solite.
Critica
Ma
come?
eglioppone
—
nel Savonarola
credenti
la Chiesa
io;ma
non
insorge
di
contro
fuor di
uscire
per lei è satanico
San
Non
maledire
Marco;
Alessandro
: e
la
Leone
e
o vuole
capisce,
Tutto
Sant'Agostino.
«
secolo
t
dotto il Carducci
«
derno,a
«
più fanatici e
decimoquinto,riformatore
fare
per
moderno
frate)ha
se
nel
dei
razionalista d'uno
»
Il
di rado
fra i grammaticiun
pedanteè
1
se-
morepubblicano
pedanti:ma
esser
di trovare
quanto
e
signor
credere che basta lo gram-
a
su
Certo il signor Zendrini
»
repub-
un
austeri fra i credenti.
ognipiesospintoe
e
un
a crearne
un
non
della forza sua,
come
non
il signorZendrini,e
capire,
Zendrini pare si dia
a
ciò
duzioni
se-
fiorentino nel
(come poteva esserlo egli,
blicano
avvenuto
avvertire
diaboliche
Tessere il Savonarola
«Forse
nefando,
del frate di
decimo, il pagano,
non
«
è
a
mando,
rifor-
o
sesto, il
diabolica
perversità
del frate di
maticare
ciò che
accenna
dubitando
pur
più
io, professore,
ciò che
popoli e principia guardarsidalle
osserva:
dei
cattolica.Tutto
lei,tutto
lei,non
—
tana
Sa-
ammonendo, deplorando,
ricordando,
ma
dovea
Lutero, due
cristiani!
convinti
e
voi m'incarnate
—
in
e
181
arte
e
cose
non
a
me
pedante
da dire chi fa lezione
che tutti
è
conoscono.
obbligatoa
86 5 io scandalizzassi i
sapere
neqpia-
I?2
Critica
gnoni fiorentinicon
in
un
discorso
nel
innanzi
quel che
dissidel Savonarola
alle
vegga,
se
E pure, mentre
un
per
a
che
il lettor mio,
Studi letterari:
siastico
eccle-
lato l'elemento
seguitavaesagerandola
sino
nale
gior-
un
del Poliziano
poesie toscane
paginede'miei
romana
in
vuole,ildiscorso
i863; e legga anche, o eglio
queste due
t
arte
poistampato
all'Ateneo,
di Firenze. Ma
misi
e
far pagana
zione
trasforma-
sua
la
dei
corte
papi,
il
il principio
religioso,
per l'altro lato,contro
sensualismo
classico del
il paganesimo
del Pulci,contro
popolaresco
artistico del
d'Italiae
Medici,di Firenze,
ilRinascimento
l'idealismo
Poliziano,contro
del Boiardo, contro
romanzesco
lo scetticismo
Pontano,contro
in somma,
la corruzione dei
della
Chiesa,contro
con
insorgeva
un
ultimo
lamo
tentativo di ascetica reazione in persona di GiroSavonarola.
avea
e
Non
tutto
il clero,
a dir vero,
ilponteficato
nella sua abiettazione,
seguitato
nella
sua
la
degenerazione
Chiesa:
e questa avanzavano,
quanto più quella
che
anzi,
più,
che parteciparono
ordini specialmente
in quegli
con
cattolico dei
maggiore ardenza al rinnovamento
secoli decimosecondo
crescendo
e
tanto
decimoterzo,andavano
la quale
gli spiriti
dell'opposizione:
negliscrittori asceticidel
trecento
e
del quattro-
Critica
184
nella
politica,di
in
cosi
Dante
fra
Arnaldo
formula:
Rinnovamento
tardi.
mistiche
del
resto,
debita
reverenza
fede,
fine
alla
egli è
del
misero.
secolo
generazione
ridurre
tutta
a
libertà
la
dagli
alla
la
il
dalla
visione, le
suoi,
fu
importuno
e
vano.
su
profeta
ove
il Boccaccio
era
e
menti
l'agnolo
del-
morto
natura,
novamente
concetto,
no'l
Guicciardini;
di poco,
ove
fantasie
:
far da
sua
evo
Ciappelletto
ser
strumenti
scolastica
altrettanto
il genere
suo
la città
città
rivelatasi,alla
e
nobilita
il medio
cresceva
di
Pulci; respingere le
vamente
Consiglio
sangue
monastero
un
Gabriele,
il
depose
religioso,salva
Rivocare
cui
novellato
avea
lo
dei
decimoquinto;
tra
dei
civile
mistico, egli (perché
novatore
come
diremo?)
la
col
attestando
umano
Era
italiana
cui
a
chetti
Sac-
Chiesa.
chiostro, ei
sempre
in
ziò
pronun-
intendimento
martire
come
nel
mente
instituzione
nella
gloriosamente
del
in
letterato,cosi
della
di
stesso
come
il Savonarola
nella
avanzato
era
ebrietà
grande:
che
Quel
lo
come
religiose!
maniaco
profano,
Savonarola
la
Petrarca
novelliere
troppo
le
nel
e
è
che
all' antica
repubblicano
Jacopone
fra
quel pensiero
ghibellino
la
arte
e
no-
dalla
quistati,
con-
quanto
perbo,
su-
Il Rinasci-
Critica
mento
sfolgorava
marmi
da
scolpiti,
i libri
stampati
la ribellione
ragione
rizzando
Firenze
roghi
suoi
natura, parodiava
Italia,irrompeva
spirito,della
lo
contro
ed
misticismo;
innocenti
tutti
dipinte,da
in
e
tutti i
da
parti:
le tele
carne
il
le
tutte
tutte
in
della
contro
da
185
arH
e
egli,povero
frate,
l'arte
contro
principio
roghi.E
d'autorità
ilrinascimento
cristiani;e
vedeva,
non
Nicolò
Machiavelli!
E
veniamo
ora
Zendrini
dice accenna,
conferirono
troppi,e
che
lirica
la
non
io
nel
non
della
canto
viso
pallido
imitazioni.
di
dire
citando
del mio
Potrei
in fine
mie
modo
all'idea
rispondereche
Ma
alle
com'io,
il Baudelaire.
piagnoni
di
»
quel
con
de' suoi
il
pietosamente
ramente
since-
popoli più
le ridde
era
puramente
frate, in qualche
povero
piazza sorridere
tra
altri
altri
d' Italia
la riforma
ad
riservata
nome
ben
a
la riforma
che
pagano,
religiosaera
destinato
che
sentiva
non
di
di discussione
gli argomenti
Roma; egli ribelle,egli scomunicato, egliin
del
la
e
che
che
il Satana
riconosco
da
sono
e
i
non
quali
Satana, dimenticassi
in fine
io
signor
dice
gli autori
rispondere
i863
Il
anche
come
zione
crea-
tanto
potrei
alcuno;
conosceva
non
ne'
citai
umile
il Baudelaire.
né
tanto
-i-I
186
Critica
superbo
la
su
da
parola.Carte
nies de
Satan
Dieu
trahi par
et
savant
le sort
O
Prince
l'on
sais tout,
qui
familier
Guérisseur
grand
des
qui, méme
aux
goùt
le
du
ta
Engendras l'Espérance,
une
—
Satan, prends pitiede
fais
Qui
damne
O
au
tout
ma
proscritce
un
souterraines,
peuple
Satan, prends pitiede
ma
Paradis,
longue misere
vieille et
qui
!
parias maudits,
toi
Toi
plus fort,
longue misere!
ma
O
O
!
angoisses humaines,
ma
la Mort,
misere
choses
roi des
Satan, prends pitie de
de
louanges,
longue misere
O
qui
Anges,
fait tort,
a
lépreux, aux
l'amour
Enseignes par
de
redresses
ma
Satan, prends pitie de
Toi
des
beau
loDgue
ma
à qui
l'exil,
de
plus
prive
Satan, prends pitiede
Toi
O
le
qui, vaincu, toujours te
Et
O
Baudelaire.
et
Satan, prends pitiede
credano
delle Lita-
in tavola. Ecco
O
•
mi
gli avversari
dì Carlo
toi, le plus
O
che
volere
arte
e
forte
I
amante,
folle charmante
longue misere
regard calme
autour
d'un
et
!
!
haut
échafaud,
longue misere
!
Crìtica
Toi
Le
O
Toi
Où
0
E
sais
qui
jaloux
Dieu
enseveli
chi
col mio
inno.
il mio
V Avanti!
che
quel
mi
Je
misere
longue
male
il resto
abbiano
che
del
Zendrini
signor
ha
dato,
pare,
è
sauro
seconda
l'avais
De
cet
saisi
cavallo
un
Vittor
volta.
par
les
dans
effort
le
grand
Né
la
mer
qui
Dans
l'aurore
les
fare
del-
qualche
Ecco
urnes
la
Le
bride;
les
dans
sourcils
la
noeuds,
ride
cheval
gioire,
Astarté,
comme
à boire
donne
de
de
la
clarté ;
da sella
Carte
Hugo.
vertigineux.
C'était
de
di
afferma
(quello, sapete,
:
Ayant
1
que,
signor Bernardino) afferma, dun-
Je tirais, les poings
A
arsenaux
métaux,
sauro
cavai
la
tavola,per
Hugo
il
noleggiato
ha
des
ma
/, che
Avanti
al
profonds
les
Fiori
:
misere!
longue
giudichiquanto
cavallo
calcio anche
deir
de
Ancora
envieuses
terres
pierres précieuses,
peuple
nei
vuole
des
connatt
Satan, prends pitie
queste litanie,e
che
le
187
arie
de'ma
pitie
l'oeil clair
dort
legga
che
les
cacha
Satan, prends
dont
coins
quels
en
e
in
Cheval
Critica
i88
L'alérion
Qui
du
Dans
la
Tout
genie,
sa
Superbe,
a
O
passe
Aux
brùlures
Les
étoiles
de
la
puissants effrois;
la
a
aile
lune
Le
cri d'Amos,
C'est
le
Hippocrène
Grecs
les
mort
La
mesure
rois.
ténébreux
pour
grande
Hébreux.
dos.
éclipse
Ténédos.
d'Achille
l'humeur
narine
du
son
sur
brumeuse
devant
sa
des
coeur
sereine,
les
Sa
La
du
d'épée,
coups
rApocalypse;
Il traverse
Gonfie
les
source
Raphidim
Pale, il
faites
ont
harnais.
son
rocher
fait du
Jaillirpour
Et
de
forfaits hors
Pére
Il
leur
que
iourreaux
des
Les
prophètes,
reconnais
les
drame,
Hors
croupe
l'ode, l'epopèe,
soufflé
Le
la
cieux,
des
fond
au
sur
les
et
les
tu
coupé,
sa
mystérieux.
monstre
terre,
Il
élevant
t or eh e,
poètes
cimes,
des
immortalité.
bleue
Dressant
Les
indompté,
hennissement
Plein
ce
sublimes,
bonds
aux
cabre, immense,
se
De
arte
e
vers
battement
et
lui
sied;
d'Eschyle,
de
son
pied.
Critica
fruit mort
Sur
le
Les
mères
Nelle
guito a
Vi
tutte
se
v'ha
le
per
sono
all'erudizione
sua
intiere
che
poeti
sono
recenti
men
de
marbré,
ecc.
ecc.
Poesie
ciò
i
e
mi
chi
ben
di
lieto^
a
lettera,e
bene, poesie
non
fra le
le mette
né tribuni
né
sue:
Ricasoli;
ho
lo
l'ammonimento
»
scrissi in
né
e
cosi;
Apro
od
sentimenti
quasi
straniere
peggio
di
e
sono
onesti^ disse
fu
ai
intiere,
traduce
l'autorità
un
prima.
né il coraggio
letteratura,quantunque
sarebbe
non
Scrissi
vano.
in
stesso
ferire
con-
quei signori non
ma
io, dopo ciò,non
di
intiere
petrolieri.Siamo
giorno il 'barone
di dir
chi
nore
mi-
noterelle.
agli stranieri
originalissimi;v'è
di affetti
di
letti invenzioni
men
i
nieri.
stra-
poter
mie
composizioni,intieri sfoghi
e
pensieri e
tacci
queste
con
Sé-
«
poeti moderni
a
debbono
o
io scrissi:
imagini
debbo
io
originalità,
nostri
E
Nuove
lirici che
Che
;
plagi.
notare
movimenti
l'arbre,
tombe
Niobé
pierre
alle
note
l'enfant
sur
Il fait de
i miei
penche
il fait Rachel
Lugubre,
Tali
il
189
arti;
e
e
per
ora
portuno.
inop-
avventura
che
proverò
le Prime
Zendrini (Padova, Giammartini,
Poesie
del
1871,
non
signor
In.
4,5o.
Critica
190
Vediamo
del
di
almeno
volume),
e
a
fargliesitare qualche copia
265
pag.
è raccolta
La
famigliuola.
La
madre.il
leggo:
È
DOMANI
Tutta
arte
e
FESTA
nella
Più
stanzetta
che
lesta
mai
dispone
tutto
assetta:
e
è festa.
Domani
La
fila,biascia
nonna
L'egra bisava;
Guarda
preghiere
i vetri
traverso
il fanciullo
le
nubi
nere
Che
Livido
talor
lampo
Strepita H tuono,
Mista
a
le
sembran
avviva;
fischiano
la
gragnuola
i venti
pioggia
Cade
IL
Grandine
è
Breve
Domani
la
a
estiva
torrenti.
diavoleto
! che
rabbia
della
farò
il vento
Si
o
cheto:
star
è festa.
Doman
si
per
gioca
si
non
mamma,
raminghi
va
Oggi tempesta,
Lieto
banchetto,
Domani,
'o
a
scuola,
piazzuola :
è
Domani
LA
va
foresta;
la
sulla
!
tempesta.
Domani
Domani,
;
FANCIULLO
vento
e
spetri.
festa.
MADRE
domani
gioia,
splendida
cari, bando
alla
Domani
t
vesta
noia:
è festa.
Critica
192
che, apro
anche
deutschen
Dichtern
critica
nel
1870;
vi
altro
un
seit
fatta dallo
leggo, a
libro,Hausbuch
Claudius,
Storm
284, questa
pag.
antologia
una
in
stampata
e
aus
Hamburg
poesie di Gustavo
fra altre
e
arte
e
Schwab
traduco:
che
•
IL
Bisavola,
T
fila, 1*avola
ava
Che
alle
siepi verdi
La
allegria di
vita
rifulge come
La
oro.
v* è
piligiorni
per
fare
buon
bisavola
chiarore
fa il
nel
non
:
prato!
—
è
Per
la*
!
ella fila
fatica:
molta
e
Udite
—
non
nonna
il desinare,
dovere
suo
il tuono?
pensieri
tutta
il sole
allora
e
una
festivo.
l'abito
brontola
festa.
tutti
farem
e
noie,
cucina
mondo?
odono,
la stanza.
E
è
dimani
non
a
—
essi
posso
nulla
dalla
festa.
né
Vedete
più
come
bron»
come
un
tanto
caro
né
zare,
scher-
cantar
:
che
cade
Fiammeggia
colpo
e
ci fo
cosa
il fulmine
madre
nonna,
saetta:
né
avrei
lavorare
vedono.
non
Bisavola,
tócchi
è festa. Io
Dimani
—
badare
tutti insieme
vite.
le
è
Ella
vita
1 Io
posso
ancora
Essi
dice
dimani
morire
non
io
ruzzare
il tuono?
La
di
festa.
che
quello
macci.
piu-
pe'colli !
e
al
bene
festa;
come
Dimani
i vestiti. La
per
tola
Udite
—
di
piano
allestisco
mi
piaceri dopo
—
dice:
nonna
vo*
Come
tanto
è
Anch'io
de'
pur
il
per
Dimani
—
convito.
ha
ne'
il tuono?
dice:
mamma
festa.
cogliere ! Voglio
brontola
come
la stufa
dietro
è
vo' saltare
come
bei fiori vo*
quanti
Udite
!
si fa bella,
mamma
fa!
che
Dimani
—
nella
insieme
stanno
siede
curva
affannosa
dice:
bambino
e
si trastulla, la
tutta
aria
11 bambino
La
madre
nonna,
Il bambino
stanza.
cupa
TEMPORALE-
bambino
finisce
là?
in vivo
sono
quattro
Critica
Onesto
Bernardino!
nolo, lui! Ma
di
Non
i cavalli
era
mente
a
cappellivecchi,unti
io
193
piglia,no,
fa venire
mi
Firenze, quando
a
arte
e
tore
rivendi-
un
ammaccati,
e
col
ragazzo,
a
famoso
di
nome
Rubaciuchi.
Ciò
non
Fanfulla preconizzava il polpettone
tanto
per
zendriniano,
po' arguta
un
modo
leale
come
frizzante
e
critica
una
per
me,
superiore,
ad
ma
ogni
imparziale.
e
XIV
E
critiche
queste
avessi
poi, se
dato
oneste
e
ai
retta
disputar con
del
non
il
io
non
e
onesti
avrei
e
Guerzoni
nulla. No:
faremo
ne
signori Guerzoni
più
signor
Zendrini
ascoltarle
lo
me
ma
cede,
con-
i
stati,se possibile,
quello
loro
ho;
quand'anche
fossero
cortesi di
disputatocon
ed
in fatti le
loro. Ascoltate
disputare,se
io doveva
consiglidel signor
amiche
Guerzoni, accogliere come
e
cortesi
né
:
che
furono,
con
loro né
altri.
con
Non
per
superbia:
si tiene per
indegnodi
sé
un
e
alle critiche
13
—
Carpucci,
vero
che
que
in Italia chiun-
grosso, tiene
pezzo
troppo
è che
a
sé inferiore
gli vengano
anche
il
per
dere
rispon-
fatte;ma
io
Critica
194
non
sono
né
un
uomo.
sono
bene
se
è
massime
pezzo
Non
anche
più
da
cento
:
di fare
ridicolo
la
per
e
scrittore,e
uno
si aliena
e
forse
non
ho
che
qualcuno
è
uno
gran
sicato
mor-
calcio, novantanove
un
piglianole parti del
è
ai
gli spiriti
quella
per
quale, se
gli dà
dall'opera ed
io
accorgimento:
fare
meglio
poi quella gran
e
rere
discor-
che
amo
né
giova
non
vocazione
suppone,
E
cane.
quella miglior ragione, che
per
distrarsi
che
vero
duro,
pezzo
un
fino
un
pubblico,
cane
un
per
meno
del
e
d'umanità
ragione
né
verseggiatore,il quale risponda
un
lettori
arte
grosso
per
diventa
critici,
suoi
dei
un
e
voglia
e
distrarrai.
perché né disputo né disputerei?Perché,
Dunque
inutile.
Vi
per
diverse età della poesia e diversi tempi
sono
i
poetio pe'rimatori.
il popolo fa la
quale tutto
la
è
io
nel
sua
limbo
Ch'
dalla
poesia,tutto
splendore che cinge
di
emisperio
ancora,
è
della
il castello
il popolo
nazione,
de'
riosi
glo-
Dante,
un
meglio
prima età,nella
una
è l'aureola
P epopea
canta:
come
V'è
di
tenebre
la fiamma
e
conflagrazione
dalla
foco
vincfa:
e
la luce
che
incandescenza
esce
dei
Critica
elementi
vari
del
allora
di
forma
quando
di
e
l'età
scrive
e
nei
poesia
poesia
le
è
non
del
più
di
è
eccellenza, nelle
e
sono
e
un
necessari
della
la
.poesiae
ornamenti
politicae
della
poeti,
e
rio
necessa-
le età
artistiche
tica
este-
per
tura
la scol-
quasi parti
di
guisa
che
il
il bassorilievo
e
l'edifizio
stato,
la
tanea
spon-
bisogno
pittura
e
nuova
gran
la letteratura
nello
i
Eloquio,
fattore
e
statua
e
dell'arte
splendide,che
armonico
l' edifizio
tore
fat-
critico
savi
si considerano
l'affresco,la
fatti per
cosi
quelli,
tutto
e
un
nella Vita
la
quali, come
l'architettura
integrali di
quadro
un
la società. Sono
tutta
e
né produzione naturale
d'incivilimento,ma
dallo
è anche
Vulgare
elemento
corre,
di barbarie
la teorica
età
sono
la
rinnovarsi
forza
una
canzoni
vi
età
provenuta
chiama
il
e
né
popolo
è
zione.
na-
sotto
stato
vuol
Dante
sue
E
e
il poeta
e
c'è
o
uno
ragioni e
e
politica;
Convivio.
da
in
eroica, l'età
Altra
corruttela
civiltà ;
egli le
c'è
bastona.
la Commedia
commenta
l'età
prodotta
la
eglistesso
E
si fondono
non
uscendo
ma
allora
:
insieme
pone
si
dalla
e
restituirsi
sua.
critica
eroica
scadimento
e
la
popolo
non
che
popolo
Tersite, e
un
195
è l'età barbara,
Quella
divina:
arte
e
è fatto
entrano
che
per
come
è architettura
religione.Sono
quelle
1
9 6
in
Critica
le età di
somma
di
secolo
lo
esso
allora
mia
nelle
stato
Pietro
lo
da
meravigliosa
decimoquarto,
in
breve
un
coltura
Corneille
vi
i
quali
a
dirò
non
con
certe
bestie,l'irrequietudine
nervosa
dell'arte
che
critiche;e
loro
V Alfieri
han
allora
scrive
e
Vi
sono
del
su
la
l'Hugo
che
essi
e
nei
potere, della vita;
e
su'l
sieno
come
ai
remoto,
ter-
forme
certe
le età
l'opera
al-
intorno
di
e
difesa; e
Calsabigi,e
drammatiche
il Manzoni
e
prefazioneal
sul
manticismo,
ro-
Cromwell.
età,nelle quali quell'ordine
fatto
volta
lotta,irrompe
natura,
innanzi
di offesa
altre
ha
da
poeti combattono
le unità
meno
che
antica
svolgersi.Sono
la lettera al
digiunid'una
della
i
finalmente
sociale
dei
trasmutando
le armi
con
le lettere
hanno
finito di
stato
politiche,i poeti,
veramente,
cominciano
la Gerusalemme
su
nazione
una
frase
che
è
l'Acade-
e
affar di
un
vati
ma
poesia
in fine altre età
una
un
la nazione:
il Cid
quasi
condizioni
nuove
della
tutta
splendide, nelle quali,essendo
trasmutarsi
tutta
le controversie
sono
(se
italiana),di Luigi
difende
sono
l'Italia. E
decimo
regno
1'ideale
quali
giudica, allora
tutta
Leone
la critica in
e
liberata
per
Pericle,di
denominare
vogliamo
arte
e
la
rivoluzione,a
delle continenze
rifarsi
eroiche
godimenti della vittoria,
inebriato
di
sensualismo
Critica
slabbra
i
le forme
profumi
facendo
Allora
197
ne
i monelli
e
palme,
poesia se
ne
i
liquorie
ne
bevono
versa
e
lambiscono
ne
già
se
va,
non
se
andata.
che
si:
se
andate
si
non
il buon
l'eroe,che
il
principessa
ai
una
Caterinetta
lo ammonisce
pietà non
Pancia
voler
non
a
è
positivo
asino
suo
cavaliere.
ciò
di
! S'
forza
e
dietro
Cosi
che
il
a
l'astratto
succede
i
consueto
impunta
pencoli
finire
a
anche
il
su'l
trottare
rossinante
odia
tal
tant'è:
del mondo
volgo téme
quali
onesta
quanta
ignota
care
bec-
i
vento
la vanità
vanno
dà
metter
più seguitarlo:ma
da
tratto
poesia. No,
che
di bastonate
fiocca
una
volta
imprese,
sue
su
volte
graziosa
occorre
giganti! Con
più
di argento
sua
a
sto
far persuaso
a
quale
non
so
Quante
la
i mulini
contro
non
scudo
la
cortile,che
un
fatto
a
glorioso
barbiere, che
in resta
sono
delle
libro,e
che
Pancia
di
polliin
la lancia
non
è
mio.
Sancio
suo
ma
Certo
?
mio
questo
modo
a
adopera
bacino
un
Chisciotte
§ia del Heine,
credo
la Hfaccio
ve
e
poesia muoia.
la
leggete quello.L'osservazione
e
dove,
magro
che
Non
gittatesubito
no,
esporvi
per
bene.
letto,lettori miei, il Don
Avete
in
delle
la
Intendiamoci
è
strada,
giumella
i cani.
n'è
e
dell'arte,
la
per
arte
e
e
e
del
della
deride
198
Critica
sotto
lo
e
la
salvata
Ma
uno.
bottegaio rifarà
ella
darle
la dote.
io
E,
quel
e
di
rotti
La
e
muore,
puro
l'onore
fuori
poesia dunque
l'arte
di
significato
Morte
del fosforo
ella vuole
incontro
la
mica
l'Alfieri
della
alle
bottega andava
non
poveri padri
metter
o
e
e
gare
pa-
del
alle chiamate
casa
corsero
che sognavano
i
figliuoladel
pochi anni, quanti figliuoli
sono
funzionava
libertà,per
lerine
bal-
il genitore,
vatala,
sal-
e
che
e
aver
due
V Amore
suo
il marito
perché,quando
statuto
per
la
sa
è
arte
di
con
la
nell'acqua;
general Garibaldi, e
e
cena
domani
conto
a
bottegai scappavan
si
cretare
de-
Stato
conscienza
a
che?
sciolto
dovrà
non
fieri
l'Al-
la sola
Leopardi ingoiando dell'arsenico
di fiammiferi
di
della
e
patria andarsene
per
del
bandire
protetta è l'operettadelFOffenbach,
serafici di salute
poi
dallo
che
dispacci telegrafici,
dei
tranno,
po-
biblioteche;potranno
stile permesso
il solo
Stato
dallo
bottegai
scuole, il Leopardi
dalle
Schiller
che
quello
dalle
Dante
e
I
muore.
questi prossimi giorni,
di
un
Omero
poesia non
di
nome
arte
e
male;
lo
e
bene
certo
Schiller,per
patria,per
doverono
palle,
poi
zione;
la rivolui
pagare
le bandiere.
non
della
muore;
poesia
elaborazione
l'arte della poesia
nel
suo
antico
e
estetica,
metrica,
Critica
2ÒÓ
Le
strano,, nominatamente
è la definizione
che
Ma
di rappresentare.
e
di
che
ragione
e
si
Teofilo
che
è
non
facendo
più
del
Gautier
della
ne
descrittore
il
e
secondo
impero,
la
sotterrare
di
padre
il
poesia
oggi
copiosi scrittori,che
e
drammi
con
e
al
e
lussuria
della
tener
empire
in prosa
e
del
finito
ha
lunghi
eccitata
sempre
estetica
egli escisse oggi
se
Dorotea
—
»
Ma
cotesto
non
di
di
e
romanzi
milioni
e
di lettori
leggitrici,
potrebbero ragionevolmente
Goethe,
di
Questi fecondi
con
brevi
non
la
tormentata
sanno
gegnosiss
in-
e
pagina. Egli'fu
trionfa
arte.
come
diceva,
—
amico
suo
realismo
quel
che
testo
co-
industriale
e
la breve
piccole e ineguali righe
Ma
—
rappresentatore
e
vedeva
farsi
fare de' versi
la stampa
per
suo
sapea
piacere a
spallucce, l'epicureo
l'autore
non
componesse.
copia
borghesia, quando
e
modo
d' inventore
ingegno
il Balzac,
trovasse
del
esatta
tolo
ti-
noiry
le
et
rouge
potente
ebbe
osservatore
atte
a
dire
fuori coli9Ermanno
è
un
libro
Noi
—
.
poi,
meschini
e
di
in
questa
che
persone,
affollato
con
tutte
rimatori
le
di
lirici,fra questa
società, dobbiamo
in
passeggio
un
carrozze
eleganze
e
e
li
far la
del
cavalcate
agi
del
tura
lettera-
figura
giorno
di festa
trascorrenti
lusso, se
ne
va-
Crìtica
da
seri$ serie
no
galletto
Così
cari
confratelli
avuto
di
in
tutte
là
che
è
non
ho
detto)
altro
che
francese
zaglia
di
sopra
tutto
odierna
La
sarà
che
è
oggigiorno
di
civiltà per
della
mezzo
o
più
società, né
è
non
del
è
vero
ratura
lettespruz-
francese,
ma
italiana
letteratura
più
instrumento
il dramma
né
cipale)
prin-
un
elemento
un
bisogno estetico
di
ella,salvo
e
produzione
la
popolo, né
nazione, né
di rinnovamento:
volte
fondo
nella
della
qualche
là
è
(ripigliandoil discorso
mediata
la
e
copia
finirà
e
l'italiano.
poesia dunque
0
il
ma
quel
qua
e
venuto
av-
italiana
letteratura
odierna
Ja
; ci
tedesco,
immediata
è
che
ad avvenire
riproduzione
manca
si politiche
qui: poi,perché (tanto
anche
tendiment
in-
i suoi
tutti
manifestazioni
sue
comincia
avviene, o
avvenire,
ciò
borghesia
la
filosofiche,e quindi quel
come
prima
Francia:
di
svolgersi in
le
che
opporre
in Francia
punto
a
giova
sono
giorno
oggi-
siamo, perché
cosa
Né
recati
me
campo
e
di
a
noi
rimeria:
che
male.
a
perché
tutto,
ha
da
in
vi dirò
avreste
ne
gli esempi
di
camminando
via
zoppo.
è,
ve
1
20
la loro
per
siamo.... Non
voi
arte
e
il romanzo,
rivoluzione
qualche
se
o
volta
pure
il
Critica
202
può assegnarsi
romanzo
individuale.
Quanto
è
italiano
popolo
e
del
stato
non
v'è
fra i
poeti
oggi poi
bisogno
aveva
farla,allora
d'intimare
con
in
qual
chi
egli può
pur
che
fare
s'
e
di sentimenti
può solamente,
storico:
a
avvertirne
correggerlo,ov'ei
in sé
che
suo
ad
il diritto
ha
fare cosi, e
non
quali massime,
o
più,
zione?
tale intimala
stesso
ispirazione
in
sua:
vuole
dei
e
parole povere,
vuole;
come
intende, la forza, e sappia
dell'arte
Giudicarlo
sorgere
farebbe
che, si
quel
materia
dell'arte poetica
oggi
dell'arte
n'abbia, ci
eleggere la
d'idee
generale
dell'universale
oggi ha
il criterio
norma
ajutava
stessa
dovete
Voi
di
o
la nazione
giudice poteva
consentimento
Il poeta
la
ella
quale autorità,su
di
genza
d'intelli-
tutta
Nessuno
no.
al poeta:
con
nome
poesia, ed
d'un
di
poetico:
alcuna
Quando
criterio
montoni
parola, poco
corrente
lui.
e
un
applicarlo.Oggi
E
della
che
cosa
tistico
significatoar-
nel
sempre,
più
di
v'era, e più
cosi.
dolci
tutta
il
rispettabilissimi:
resto,
sensuale
non
dirò
io
all'Italia,
Arcadia, montoni,
è
poesia,ella
alla
in. istrici tutti i nostri
muterà
a
arte
e
strumenti.
maneggiare gF in-
e
nei
rapporti o
nei contatti
che
egli abbia
cóll'età sua,
e
tempo,
i difetti in
falli o sia
men
meriti,lo
s'ei lo
meno
forte
in
o
e
più,
e
ineguale
Critica
può
nell'opera,non
smanacciate
o
imporgli
e
sia
Andate
—
arte
negli
amori
è il
non
la
tutto) è
festeggia,si
respingerlo,a
tutti:
può
non
—
una
due
o
cosi poco
via
suno.
nes-
che
mai
anche
v' è
intende,
la
non
lei,la
parte
una
musica
la
per
per
giorno
oggi-
parti:non
vero
la musica:
accalora
che
(badiamo,
pubblico,che, se
un
sempre
tutti
dire
oggigiorno fu
come
greti
se-
rimanga popolare veramente
di
tutti vuol
i
e
mostrargli la
per questa,
che
Unica
l'uso
pedate, possono
e
i critici:
spiegarlo,dovrebbero
e
ha
accoglierlo o
fischi
a
203
chi
non
se
mestiere:
del
arte
e
magnifi-
paga
w
camente,
ogni giorno
ciò
e
fino
giudici
anche
i maestri
di
non
un
dell'arte
stima
la
meno
un
sé è
po' di
dico, se
tutto
o
avere
appreztutto
con
a
morare
mor-
guratevi
giudizi del pubblico.Fi-
di
versi, un
più
e
meglio
diffidenza
artefice
che
abbia
di
di
cotesto, può sottomettersi
oggi
po' di
un
obbligataad
e
cioè
scioperataggine
che
persona
artefice
solitaria
d'una
strettamente
un
può
cominciano
musica
popolare
quale ogni
di
ella
averne
sta
la richie-
nell'universale:
dei
artefice
sia, di un'arte
per
che
so
di
bisogno
per la musica
nuova:
tuttavia,e però
cresce
zatori
di
e
ha
che
pubblico
un
avefe
meno
al-
freddezza; figuratevi,
versi, a
a
punto
ricevere
per
lezione,
Critica
204
in
di
nome
astrazioni
certe
cervello,dal primo
a
i
della
principii
egli
saper
far
L'Alfieri
versi
può
Di
Ma
pregni
Sforza
dir
a
perché
quattr'anni:
«
inutile;che
minimo
run
andrebbe
tenersi
«
certe,
«
se
«
sotto
«
echi
«
more
«
cedenti,si lascia
«
dai
la
non
si
:
del passato,
ventagli
già
or
è
affatto
cosa
del
tutto,
macchina
obbligato di
sono
agli
ancora,
obbedire
che
a
Che
agitarsi
fugace e rispondereagli
aliti dell' avvenire,
dei secoli
e
delle
carezzare
delle
anzi
sua,
ce
ve-
sociale
direbbe, esigenze del tempo.
l'ala della Psiche
solenne
iddio.
il perché,penso
dell'anima
e etera
o
della
dee
il poeta
vate
mancasse
bene
«
devoti
poesia oggimai
men
ne
natio
mente
dell'Alfieri,forse .sola-
congegno
t
come
è
non
anche
se
i vuoti
su
forte, scrissi
meno
La
«
dar
il furor
verità
modesto
po' più
un
]
Apòllo ignoti:
vero
a
chi
1' osi, no,
Non
non
d'oblio,
al
carmi
nel
:
volgo
quelli che
prezzar
fonderà
che
giudice
cantava
il
e
vello
cer-
farli male!
tempi
incettator
baie
di
di
mutano
soggetto
nel
o
sentenza
Armoniosi
che
autorità
sua
a' suoi
Ben
Io
arte
e
signore
ru-
generazioni pro-
all'auretta
e
al
dai
che
move
pennacchi
dei
Critica
«
soldati,s'increspaai
«
sorale
«
al
t
facciarsi
«
ratura
«
maggioranza
«
tisce 1' anima.
a
suoi
alla finestra
vedere
«
non
Il
lontano
suo.
è poeta ! Af-
pure
il gusto della
ed
risoluto
che
ha
mi
fortuna
quando
non
che
che
è
incominciai
ho
Sibi
romana
a
sé ed
di
certi
suis
ai suoi
che
in
della
assai
era
mai
cercato
del
scrivendo
pubblico ;
odi pagane
dell' educazione
detta
mitologia:
inscrissi la formola
sepolcrale
cosi
fecit (cioè,Questa
versi), e*
potendo
fine,non
verseggiare(chi ha
pseudonimo,
li
non
fiaschi,gli ci bisogna
presi un
a' miei
conseguirli.Tanto
elementi
primi
letteraria lo scherno
che ai Levia-Gravia
il resto
toccata
non
di
speravo
fra i
era
sin-
raffermato
più
sempre
aspettarmi,come
perché
i
e
più
può:
fortuna, che, confesso, io
dall'
ciò è vero,
stesso
artistici
né gli articoli de' critici né gli amori
forse
di tempe-
variare
»
buona
versi. Buona
guai
gazzetta,
esprima sé
poeta
morali
concetti
quel po' di
profes-
legale, distrae,raffredda,incivet-
è affar
tali
se
ogni
a
più schietto,più
cero,
della toga
qualifogge vesta
convincimenti
«
In
fruscio
poeta, guai al poeta,
per
205
spiegazzare della
allo
o
arte
e
a
misi
ribere pur
punto
in
dimettere
bevuto
per
fece
tomba
una
mercio:
com-
tudine
l'abivolta
a
troppo), mi
non
pregiu-
Critica
2o6
co' versi
dicare
quel po' di
a
giudizio di alcuni,
storia
letteraria
tutto
crederei
Se
creduto.
credono:
mi
per
io, e
l'altro
o
di
(i)
Ein
si
Kein
Meister
Auch
bin
ich
Dass
heisst,
Ich
bin
e
«
col colore
ein
Narr
le veggo
non
coi
Todten
wenn
e
attitudini
Ich
bin
dem
auf
ich
colori
e
di ieri
tudini
le atti-
credere
a
keiner
Schulel
buhle;
entfemt
was
ich
von
ihn
gelernt.
recht
eigne
»
verstand:
Hand.
titudine
l'at-
con
le
e
spirito,
e
con
davon
weit
lo
sento
lebt, mit
von
fantasie
per
darmi
! Io
maggiore
le
voglia
sagt:
ich
Dass
«
o
di
esprimere,
la
movono
in cui
domani,
Quidam
che
meno
possibile,certe
mi
altri
di
psicologia,con
colori
in cui
propongo
comune
soltanto
proposi
momento
coi
non
tanto
cosa
rappresentarle proprio
del
amici:
né
propongo
una
efficacia
ed
passioni che
certe
di
mi
di
sgravio
uno
sincerità
e
mi
e
esser
a
non
mi
ciò
intentate, portentose,
non
propongo
e
proposi né
mi
originale(i);è
essere
amici
pure
a
di
Per
diritto
qualche
avere
inaudite,
quelle cose
studi
negli
filologiaitaliana.
di
né
male, che,
meno
fare
potevo
persuadano
versi
scrivendo
molti
e
di
ne
arte
e
»
Goethe.
che
Per
212
e
la
udiva
si
mi
scoscesi
sul
che
si
E
fra
gli
il
sentivo
Castel
Sul
mia
di
di
testa
che,
sarebbe
indi
a
della
in
poco,
gloriosa difesa
pallidae
vetta
come
una
tesi alto
del
ròcca
fra
la
battaglia,in
il valore
di
io
Virgilio e
e
il
con
del
Gargani
a
austriaci
t
cui
,
e
Tasso.
Viva
piazza
era
me
per
di
nare
domi-
Roma,
della
sacrifizio,
nel
della
nobiltà
27
il
epopea
ragazzi, in Firenze,
anni
a
gavamo
»el 62, ci sfosoldati
dei
canto
Signoria o
viva
razione
gene-
all' avvenire
Noi
di
Mazzini,
dominare
quella cavalleresca
la ideale
la
tempio perden-
un
cielo
gridare, passando
irf
che
consacrava
morto
gli echi
imaginava
rinnovava, superando
degli avi
d'Italia
ed
del
l'azzurro
del 48
fato
fòro
pubblica
re-
quando,
E
io
Campidoglio,
un
Mazzini, la
triumviro
del
suaso,
per-
ero
giungevano
Roma,
fronte
serena
dalla
di
mi
eterna.
ci
Firenze,
.
ondeggia;
il
essere
per
voce
dell'Arnaldo,
anni
Roma
in
e
vessillo
tredici
fermo
la
di levare
all'aure
Crescenzio
selvaggi
uliveti
i versi
il tuo
repubblica santa,
O
simante
spa-
bianco
contorceva
bisogno
anch'io
urlando
vento
nella
io
mugghio
il
basso
Tirreno
maretta.
Mazzini
Giuseppe
da
lontano
del
nella
di
morte
per
Garibaldi.
via
»
zatoli,
Cal-
Quelli
Per
la
guardavano,
quelP
fede, il cui
si
di
Roma;
la
cui
più
bassi
vite
s'arrampica e
dio
indigetedella
vidi
non
di
saltellano
le
nubi,
greggi
nelle
il
canta
e
opere
nanzi
in-
solitaria
ne'monti
i ruscelli
mandriano;
patria doveva
ma
severa
e
mentre
e
mai,
e
fantasie dell'
montagna
una
è avvolta
cima
io
più grandiosa
pensiero, come
quella
d'Italia
i nomi
delineata
era
scritti sempre
al
cui
si
mi
sorrideva.
anche
dall'iride delle
figurauscendo
pissero
ca-
mi
dell'intelligenza
fra
che
quell'uomo
non
o
baglioridella leggenda
nei
già
riverberante
e
adolescenza
la
di
213
niente;
nell'aurora
nome
riverberato
negli
Mazzini
quell'idea,anzi
anzi
uomo,
affacciato
era
dicevano
non
e
Giuseppe
compatissero:qualcuno
o
Ora
di
morte
ora
e
la
quel
morto?
essere
Impossibile.
Ciò
volevo
sentissi
che
quell'annunzio improvviso
a
in
esprimerlo giorni dopo
le
prime
Quando
Muti
Gli
nel
strofe:
Egli è
lor
muor
Correr
Immortai
Volsi,
che
tutto
per
cui
-
dissero
l'animo
ne
muore
l'ossa
credeva.
chiedendo
e
brivido
un
sempre,
m'intesi
lui
morto
dolore
amici, io,
Siede
E
-
cone
poesia.Ec-
una
e
E
al
un
cuore
gli
occhi
dubitando,
al
gel:
torbidi
ciel.
/Vf
la
Ei
che
d'Italia
Fu
quel
214
Del
eh'
quale
Mirabili
Sf
di
morie
i
a
le
a
anime
io
parvolo
parole
fatidico
d'un
come
Spirito tra
il passato
Egli
il cui
Con
quel d'Italia, ei
Guardai.
ville
Da
le
i
sue
Fremeano
i fiumi
pensier
Rideva
Come
a
pur
bruti e,
Sono
l'aure
a
i tre
fòri,
i
templi
torri
colori,
e
i
eterna,
l'alpial doppio
ieri....ed
lettore
le volte
intorno
nomi
grandi
un
brutte.
quello che
schiacciano
un
mina?
il
fruscio
e
villano
paziente
il suo
un'eco
su
le
dibatte
E
o
cosi:
sempre
di proposito
che
soglia.Sarebbe
pur
come
mura
prò-
ammirato, riuscii
coll'ombra?
insistenze
gufo
un
d'una
non
le civette
e
dei
un
più
dato
inchio-
maestosa
le ali smanioso,
singhiozzo lugubre
dalle macerie:
sol.
far versi
a
grande
soggetto sarebbe
gran
da
pure
di
ei
gentile?Si, sono
provai
nome
l'isole
a
mare
ingegno obbligato dalle
povero
a
un
peggio
sempre
i
che
il sol
morto
era
prio brutte, orribilmente
tutte
popoli
onda
con
eh,
morir.
potea
non
stavano
Fremeano
i
l'avvenir,
e
appresermi
nome
D'Italia
Le
Ed
il sole,
corpi
udiva
Mazzini
Giuseppe
e
quel
sollevano
ululano
dai
21
6
Per
Inutile:
avevamo
la
e
di affetti nella
a
punto
dì
morte
certamente
testa
le
per
Quella
sera
pensando
materialista
La
incoerenza,
e
altrimenti
Che
di
muoia
tutto
Persia,
nulla
di
più
Dante
sul
Troppo
e
da
che
o
di
questa
suscitati
non
da
foga
da
essi
ad
la
Ma
stelle
essi
tutto
a
risse
mo-
benefiche
io
son
non
da
spazio
questo
sensi
ritornano
sia
infondo
almeno
o
dello
amorosi
che
gli
religione de-
pensiero, cosi
sperare,
Scià
milanese,
mica
sono
immortali
di
lo
che
splendono
mio
filosofia.
sempre
ma
fisi-
spirito:
la
e
meglio.
ne
sono
cose
critico
un
qualche parte
da
corrispondano
a
per
profonda
sento
del
credere
ginare, che
essi
e
e
nulla
essi
come
firmamento
lungi
e
Alighieri,io
persuaso.
eroi:
certo
io
dello
l' arte
Giuseppe Mazzini,
tutto
morto
esempio,
per
gue
san-
pezzo
un
le
tutte
fenomeni
intero
e
il
come
po' incoerente.
un
in
esisterebbero
non
zioni
cita-
peggio:
aggirai
modo,
nei
più
mevamo
espri-
lo
città. Ecco:
resto, è
del
e
umane,
della
mio
a
stesso
italiano!
mi
notte
vie
le
per
fecero
popolo
la
e
un
che
del
ciò
per
circolante
retorica
vene
e
;
esprimerlo,o
Altri
volgarmente.
di versi. Ah
cuore
ad
di idee
tumulto
un
nel
e
riuscivamo
non
Mazzini
Giuseppe
e.
ima-
serena
gno
biso-
pensieri,
con
un'al-
Per
la
di
morte
e
verso
le rive dell'ideale.
buoni,
i
che
sale, che
Per
avventai
Un
salvateli
e
è
non
fu
che
di
di
di
del
«
parere
Alle
3
la
tomba.
più serio
certi
a
cronisti
il cronista
e
pensoso
e
la
moltissima
anche
il banco
era
brevi
parole
in
quel
platea rigurgitava
nei
della
bandiere
Le
teneva....
molti
a
dell'Ancora,
in
rese
e
pomeridiane
palco scenico
Filopanti
comunale,
l'aspettodel Comunale
vero
folla: gente
Sul
sale,
(chiamia-
Teatro
d'oltre
giornale cattolico,colse
giorno.
che
fango,
giorno accolga migliaia di
giornali.Ma
senso
nostre
patria,proteggete
comizio
spettacolomolto
uno
possa
lettori
anime
della
dal
al
tenuto
visione
una
teatro
persone
con
Dei
217
sale!
cosi) che
che
O
ciò,il giorno di poi, nel
molo
io
delle
esondazione
continua
terna
Mazzini
Giuseppe
palchetti.
presidenza;
zione
dell'Associa-
Universitaria, delV Alleanza (repubblicana),
della
Società
drappo
tetro.
vano,
velato....
rosso
oscurità
Un'
e
solo
la
esercito
alla
di
ravvolte
Operaia,
Comunale
profonda ingombrava
platea
di luce
faceva
scolorate.
statue
dimostrazione
di questa
L'aspettodel
raggio
un
nostra
il
mostravano
era
il grande
bianchissima
apparire
Assistendo
funebre, pensavamo
la
da
sentando
ra-
folla
un
un
palco
rtire
all'avve-
patria italiana,ai rimpro-
21
8
Per
la
di
morte
Mazzini
Giuseppe
m
veri
troppo
violenti
alle
speranze
del
virtuosamente
del
C'erano
costanti.
giovini molti.
«
del
popolo
me
pensato,
mi
Filopanti che
mi
della
notte
altri
fedele
con
io
sua
fosse
detto
memoria,
da
eccolo
Giuseppe
Se
di
piangere
fosse
vero
del
mente
mite-
alle
me
in
e
suo
Mazzini
E
»
avevo
alle ultime
invitò
vero
dav-
parole del
imaginazioni
colto
dissi,rac-
qualche luogo
qui.
Mazzini
meritasse
bene
Ora
umano.
l'Italia;e dirò
voglia
preside
1
quanto
genere
e
dissi....quello che
supplito
grande, quanto
del
e
il Rossi
parlare non
Quirico Filopanti,il segretariodella
vi ha
aveva
più
umana.
richiamarono
E
e
Cittadini
a
aggrappai
scorsa.
da
fede
dell'anima
parlare.Come
st
dei
il Venturini
la
all'immortalità
gimento
Risor-
Quirico Filopanti fini il
affermando
discorso
del
Mattioli,già galeotto
repubblicano d'Ancona, patriota
altri
più singolari
presidenza;e
poi rappresentante
papa,
de'
uno
la
Camillo
Gius.
destra
Carducci,
originalicaratteri
italiano, teneva
alla
dal
j
Filopanti....
cittadino
Filopanti dunque,
Quirico
e
lei lanciati
a
Costituente
fosse
buono, quanto
dell'Italia, della
io vi ricorderò
come
breve, perocché oggi ho
che
quello
di
che
romana,
bertà,
li-
lo rimeritasse
troppa
più
parlare.
l' illustre
amico
mio
Filopanti
Per
crede
che
e
morte
arride
alla
che
le anime
dei
corpi,e là
fosse
oltre
a
diletta
su
già incontrato
Alighieri. E
egli avrà
e
altri
chi
per
Italia?
di
cui
e
virtù
E
—
è salita ella
i suoi
li
rispose:Italia è
a
chi
in
muore
corte
i buffoni
e
Si, l'Italia è
da
esilio
chiamano
della
libertà,noi che
d'una
da lui
e
impallidiree
volta
dimenticato
era
Ora
di cotesta
di
cotesta
Mazzini,
riscaldò
polvere
Prometeo
del
sangue
Che
fa
zini
Maz-
lasciasti,
di
di
la
sul
la
cuore
Legnano
alla
sua
di
fede, ne
La
—
di
voce
ne
tente
pofaceva
più
abbiamo
patria,che
che
terra
cosa
le si potesse
dei morti
Gavinana,
plasmò
martiri, e
grande
!
—
argilladei romani,
cotesta
e
sua
latte
figura.
rimprovero
di
la
e
noi
severa
straniero
primo
venerare
cui
a
l'anima
il
a
anche
sua
morti, di
dei
maggiori figliuoli.
succhiammo
sognare,
quello del poeta
terra
tene
ca-
i buffoni
oggi
imparammo
più mite
questa patria? Il
fare
:
tu la
come
a' suoi
adolescenza
Oh, quand' egli commise
era
ancora
Giuseppe
—
anche
novella, noi
nella
discendeva
fremere
Mazzini
Giuseppe
dell'Italia
immagine
novelli,
gli disse
?
trista sempre
matrigna
ancora
che
terra
piazza (Applausifrenetici).
di
Noi,
della
quell'idealedi gloria
a
insultano
loro
Dante
con
sono
,
certo
ramente
ca-
si sarà
mondi
vi
Dante
ancora
fati la
e
scopre
scoprf
se
terra
del
novelle
chi
ancora
(Applausifragorosi).
la madre
fato
gliesse™
racco-
Mazzini
Colombo
domandante
gli sfrutta,e
si
le tracce
Giuseppe
concittadino
V'ha
risposto :
là
che
Colombo
vero
infinito
azzurro
sopravvegliare la
quale lasciarono
il suo
con
fosse
se
gli spiritimagni
ove
riguardare e
la
poeti ;
vòlte dell'
immense
io credo
a
dei
219
grandi sopravvivesseroal
irifinito
insieme
luminoso;
essere
le
Mazzini
Giuseppe
fantasia
uomini
degli
spazio
uno
di
la
la
terza
v'infuse
il
Giuseppe
Italia,e la
suo
spirito
Per
220
grande
Chi
la
dei
quello
e
fu
non
ha
non
né
che
che
adora
giorno
crede
non
di
che
idee
in
ha
tutto
nulla
né
di
meno
è
altro
l'Italia
di
Italia
che
Italia che
in sé stessa, questa
Italia
la
cui
Italia
che
ideale
Giuseppe
il successo,
Italia
dalla
crede
non
naca
cro-
che
menti,
godi-
Banca....
(Vivi
Mazzini.
è la
storia
de' materiali
che
è governata
Italia che
questa
non
ha
non
sazioni,
tran-
espedienti,questa
giornalieradei furti,questa
nell'oro, che
che
pensieri,questa
questa Italia
paura,
dalle
compiuti, questa
né
giorno
per
terò?
la adul-
e
nacque
riconosce
non
(Applausi).
contraffece
la
i fatti
principii né
vivacchia
Cammina
:
questa Italia che
Italia
Italia che
le disse
e
Mazzini
Giuseppe
tristo che
Ma
so.
questa
questa
secolo,
l'Epimeteo
Io
*di
morte
questa
prolungali
e
applausi).
Il
grande
Italia
che
è morto
uomo
egli
presente. Noi
del
far
di
specialmente, voi
lievito
del
della
la voleva
Armiamoci
deve
ricreano
risplendono
e
Mazzini
Ora
ha
posto
nelle
terra
deve
i
ed
azioni
i
polsi,e
voi
come
il triste
zini
Maz-
risorgere (Applausi).
di
scienza
popoli, le
e
nelle
:
tre
opere
i tre
forze
di
menti
eleche
seppe
Giu-
(Applausi).
troppo
per
piena
del
la bara
Ora
(Applausi fragorosi).
dolce
avete,
£
quale Giuseppe
virtù, di fede,
le nazioni
vivono
è
Roma
L'Italia
o
sorgere
su
ideale.
non
biamo
dob-
noi
molto,
voi, gioventù d'Italia,in
cuore,
i cuori!
il petto di
che
non
alto
nel
che
nuova,
quella
l'amarezza
con
all'Italia
straniera
catena
servaggio
i cuori, in
alto
generazione
in
sicura
anche
ma
risollevarci
per
fede
espiare abbiam
da
che
tutto
noi, il marchio
futura,
adorava
la
con
nativa, ritorna
a
di
principi e
povero
la
salma
riposare a
di
vecchio
sua
canto
prelati,e
cano
repubbli-
ritorna
il
alla
padre,
a
r
Perla
più
d' un'altra
amore
per
riposino in
loro
con
sarà
degna
ossa
del
in
i
quando
Ma
cima
tempi
al
o
visione la
ai
popoli
dalla
esule
tomba
di libertà
e
pubblio*in
bisogna
scrivere
è il
di
profonda
da
parlare non
o
della
scienza
a
ha
la terza
e
da
parlando
evitarla
la
sotto
Fondamento
di storia
sione
impres-
:
quenza
dell'elo-
nutrito
roccia
lontano
il sole
la
di
ditazione
me-
granitica
vestire di selva
da
volta
passioneimmediata, ma
e
l'erta,
mezzo
illuminare
della
per
poichéper
pensiero,fortemente
la fantasia
cui
:
o
la rimembranza.
con
egli ammirava
volete,lettori buoni.
tali momenti
dell'affetto
solo
dove
è difficile evitar la retorica
troppo
al
le porrete
e
(Applausifrenetici).
C'è della retorica,quanto
Ma
parlino
mare
materna,
imagine dell'Italia ministra
di luce
stanche
gioventù italiana,
riprenderetele
Campidoglio immortale, là
in
il
e
e
maturi, quando la patria
saranno
di lui,voi,
grande
sempre,
dell' infinito.
arcani
gli
221
torna
madre, l'Italia: vi ri-
dolente
il cielo immenso
e
pace,
Mazzini
di esilio. Ivi le sante
dopo quarant'anni
ossa
Giuseppe
cui si divise in vita per
da
diletta,
la madre
canto
di
morte
verde
e
dell'affettoha
vetta, forse nevata,
ragione.
io
Ma
quel giorno
feci anche
a
mano
dalla
un'iscrizione in
o
attaccare
stazione,che
altro
avevo
a
pensare;
fogliovolante,da
ai muri
fu la
notte
e
gere
spar-
per il passaggio
del
1
5, della
Per
222
salma.
più
ibrida
falsità
in
e
questi
l'enfasi.
tappezzò
Oh
r
volante!
foglio
bassi
che
tempi
tutti
muri
di
tutte
è
siasi
batter
i
giornali
le
città
la
mai
dell'arte,
bisognava
corse
i
Mimmi
letteratura
Ma
P iscrizione
E
Giuseppe
in
volgare
e
con
forte.
di
morie
iscrizione
Una
imaginata
e
la
è
la
presto
cratici,
demodi
magna.
Ro-
226
II Panzacchi
Paolo
signor
di noi
di
Ferrari
si
non
lui? Mi
torna
di
o
mi
prego,
essere
o
essendo
non
essendo
non
scuola
non
nella
tanto
meglio,
qua
T.
su
le
su
Prescelgo
Pungolo
libretto
citata
in
anch'
di
Milano
23
e
del
di Alessandro
pareri
Manzoni.
o,
tate
avven-
bardo.
lom-
razione
commemo-
nel
decorso,
signor Giuseppe Rovani,
m
mio
Ferrari
Paolo
maggio
da
opere
poeta
critica
riprodotto in Milano,
mente
i
su
questi giorni
signor
del
le
il parer
io
quanto
fino
ammirandone
e
le opere
del
di
zoni,
del Man-
studiare
a
la funebre
già
del
dire
Manzoni,
là intorno
e
credo,
io manzoniano,
matura
sentenze
e
lecito dire
ammirazione
ripreso
parti, vo'
;
retoriche.
arreggimentato
gioventù
molte
la retorica
(ilche
essendo
non
niana
manzo-
vittorioemanuelliano
non
stato
avendo
lui
o
poco,
metafora
dire, com'è
convenzionale
alla
ma
assai
cristiano
mastaiano), e
non
cioè
di
sia lecito
non
o
figlio
manzoniano
io
Chi
un
una
figure
il
:
per
di
consta
E
Pungolo
la scuola
orrore
interrogazione,due
una
E
frase
cotesta
nel
che
grande
di Gino
manzoniani.
domanda
mente
a
detto
un
a
dentro, almeno
sente
professa un
pure
ieri
accennava
in Italia tutti siamo
Capponi:
e
Manzoniani
Due
pure
intitolato
il
e
mamente
ultiLa
Due
Manzoniani
227
II
L'Italia, la
sforzi faccia
quanti
per
libera,resta
Ciò
non
Dio
in
pur
dire che
in
qualche
de' suoi
in
idee,
sente
altra
più
le vecchie
coi cilizi
in
alfabeti,
prime
o
lo
che
scrittore
più
è la
—
di
sostanza
O
avrai
principio il
caos,
e
non
di dio che
e
il
nei
N.
dio
avanti
la
e
c'era- né
volasse
lo staffile
rendi
reve-
poco
In
pesante.
panegiriciche
quello
o
procedimento
meno
sopra
a
un
artista
di
lui.
:
prima
terra
un
le
acque.
creò
di lui
miserabile
scorso:
di-
segno
tuo;
Egli
per
del
certo
è il signore dio
N.
cielo
Che
subito, come
abito
tribù di lettori fino
altro
pricci,
ca-
tico,
dogma-
con
o
cosi
un
sue
quel giorno garbi, tale
per
alfabeti,ascolta.
non
mica
di questo
fanno
che
le
tutte
essere
molto
maggio
dire
tutti i suoi
inculcate
amori
creda
persecutore.
esempio, o meglio
critici
nostri
gli
con
aure
critica,per
i
abitudini
ser
es-
teologale,
vuol
cosa:
il bisogno di
si dismettono
non
alle
e
fondo
d'
generalmente
esclusivo, inquisitore e
volete?
monaci,
intendere
a
affezioni,in
sue
lo
per
mila
in
l'Italia
cittadini
le
tutte
di darsi
sempre
vuol
o
ognuno
degli ottanta
terra
e
tu
da
il
era
spirito
Hannovi
an-
I
228
Due
che, è
che
certi dèi delle
vero,
menano
a
nosi adorare
del
nome
dio
e
il
nella
anche
è tutt' altro
nel
e
Eccoti,
dio caro,
o
Questo
—
diti
go-
e
infallibilità ed
V
Alessandro
con
bene
che
nità
eter-
dimento
proce-
e
Manzoni
volta
una
per
:
pre,
sem-
feticcio.
un
Ferrari
Paolo
scrive
«
:
In Italia vide
inceppatadai pregiudizidel
«
(ilManzoni)
«
vecchio
classicismo,
«
chero.
«
Lampi
«
Foscolo...; quantunque,
«
rato
«
taneo
«
Manzoni,
«
di
«
aveva
«
tentata
arte
innovatori
libertino
pagano
il signor
E
Andiamo,
mangiale,
unicità
quale,intendiamoci
»
quali fan-
metodo, assai volgare, spiacemi
questo
signor
da'
palpitanti degli
divinità. Amen.
tua
siasi tenuto
Il
viscere
tuoi:
prospera
e
ciechi
esterminiamoli.
le
nostro,
emuli
della
che
dio
demoni
son
ma
divine.
forme
nostro
grande
genti:
perdizione i
sotto
altri numi
Manzoniani
Rovani
Giuseppe
pinzo-
e
:
ripiglia
usciti dà Monti
erano
da
e
delibe-
piuttosto che
propositod'innovazione, fosse raggio spondi
l'italiana
tutta
essere
di
Aveva
....
«
stèsse il segreto
«
di
per
letteratura
quanta rinnovata
bisogno
cui
originalità Quando
voluta
non
una
prosa
bisogno
rivestita. Essa
nuova
che
dell'esistenza
tanti secoli si andò
bisogno
aveva
e
in
sorse
e
non
questa
della
sua
mai
prosa
lingua,
affannosamente
Due
«
in cerca,
a
bisogno
«
d'una
t
ravviasse
t
della
a
affatto
senza
di
Manzoniani
lirica
storia. Non
solo
bastò
ad
t
bisogni,e
che
«
piantò
l'audacia
«
e
«
raggiunta
che
con
su
di
ciascuno
che
cosa
ella
pensi
stessa
innanzi all'anno
quattro
delle
i8i5, nel
bisogno spagnolo
ebreo
pur
il
quale
in
Parini, il
arcadi
né
tombe.
Essi
dice
facili
si
e
parole,o
dunque
uscirono
i
che
primi
pilipitocca d'un
del
popolo
messia. Ma, lasciando
disparte le glorie antiche,l'Alfieri
Monti
e
stazionari
bruciare il viso
certe
fosse
tende
in-
non
che
più sciagurata
e
d'un
nell'aspettazione
sempre
ciò
? Parrebbe
come
sacri, l'Italia
inni
gente
alla
foga
storia,la
sua
certa
di
io. Ma
son
la
e
o
mente
discreta-
conosce
il valore
las'cia trasportare
l'imbecille
è:
più
non
»
chi
nazionale
basi,
più vaste
le
un' altezza
ecc.
si fatte cose,
invocati
generi
genio
altri,ecc.
la letteratura
prima
del
dei
Manzoni
tutti questi
adempiere
si portò ad
esse
da
Leggendo
in
che
il dire
poco
e
si
la filosofia
qualche saggio potente
con
che
bisogno
Aveva
nuova
bisogno
Aveva
teatro
nuovo
un
si fosse. Aveva
dov'ella
mai
saper
229
cose;
dalla
e
ne
il Foscolo
né
non
furono
rimbambiti.
di
vergogna
chiedo
rappresentarono
avere
perdono
con
Mi
e
né
sento
a
dare
ricor-
alle loro
stupenda
eflfi-
Manzoniani
Due
230
cacia
civile ed
estetico
artistica
della
generazione
dalle
e
La
riforme
produzione
perfettamente artistico
dei
nuovi
del
Francia,
dal
1770'in poi quanto
alta
per
far capo
di
la fronte
incognito
assai
solitari;stava
cominciò
il Byron
solo
letterarie
che
V
e
dal
innanzi
L'arte
in
o
e
Ma
ci
è continua
era
in
vimento,
mo-
parte
stri
illu-
o
un'altra
V ultimo
è
subito
di
sentato
rappre-
male.
e,
quando
artistico di
senso
forma
5;
dirci che
a
tutto
era
del
il 181
fu
e
modificazione;
e
cedeva
tale
circa
venite
non
collettiva
primo
5;
degli uomini
finirono
più generazioni una
il termine
il 181
incominciò,
Manzoni.
perfezionesuprema,
Staèl
la
e
politichee
meno
movimento
nell' elaborazione
una
parte
il venir
lui nulla
a
Ché-
V unico
produzione,
guidato,
aveano
altro
un
per
ebbe
fiorire circa
Tale
cause
regia
Francia
ove
meglio dell'Inghilterra,
alla Germania.
per
e
a
tenere
potea
Chateaubriand
lo
e
l'Italia
Italia. E
alla
faccia
in
timi
ullui
di
morte
letteratura
a
filosofica
negli
la
dopo
luzione.
rivo-
il gusto
e
mancando
e
-ed
clopedia
enci-
alla
letteratura
una
repubblicana e imperiale,che
nier
parti dalla
ripreso in
aveano
morale
il sentimento
e
Voltaire
in
ben
che
venuti
tempi,
anni
il movimento
maturata
se
ne
alla
svolge;
quello svolgersi
2
Due
32
rivoluzioni
vecchia
orizzonti
lontani, e
doloroso
col
in
reandole;
del
del
anni
la
fu
vini, quella
del
Monti
potete
come
in
vestite
alla
al Canova?
accalcati
e
Ugo
i
per
gioin
generazione
la
vecchi.
i
per
del
Ma
italico, che
regno
foggia imperiale s^ervian
in
cuore
anelanti
Foscolo
provato
allora
venti
primi
Foscolo
Parini
donne
ai
giovini
i
e
nel
dei tedeschi
gì'Inni
sacri;
a
e
si
un
primi
d'Italia?
nome
leggere
riso
erano
prolusione
dalla Raah,
ritornavano
il Manzoni
modelli
da
quali
alla
di entusiasmo
gloriosivincitori
Si fosse
nei
cri
concepire il bisogno degl'Inni sa-
alle
cuore
pacato
e
del secolo decimottavo.
per
del
latura
cesel-
riuscissero
che
spiritocaldo
nuovo
vandole
rinno-
dell' aspra
tenea
quella del
esercizio,quella
di
che
ae-
aveva
Chiabrera
dal
lirica dell'Italia
secolo:
avean
il Parini
che
prese
filantropismofilosofico
Cotesta
condo;
fe-
e
elementi
foggiandole, si
ricettacolo degno al
di
sensualismo
Parini, slargandoleed
forme
lavoro
oraziana
allo
mezzo
malinconico
caldi
e
del
già
con
e
nuovi
quelle
volta
sua
in
e
baglior crepuscolare
scetticismo
forme
portatinelle
alla
società,
della
stacco
il conseguente
suo
questi
e
nello
cuore
intravisto
lo
strappo
al
portano
dalla
nuova
Manzoniani
o
pare
stam-
inestingui-
Due
bile
avrebbe
danno
è
ciascuno
1' anno
notato
Risurrezione
di Maria
Nome
nel
del
catastrofi
la
le
a
freschezza
le
de'
e
cattolici
e
dei
della
nome
solitudine
e
e
le
un
meteore
erano
di
mare
visioni
di umida
dalle
e
sertazioni
dis-
riali
impe-
diplomaticifrancesi
e
intanto
Trinità
quanto
gue,
san-
nelle
il capo
senso
un
Alleanza
Santissima
silenzio
dalle
professori tedeschi
dei filosofi
La Santa
legittimisti.
in
con
dalle
attirava
poetie
in
e
sione
Pas-
stanche
dalle
reclinando
misticismo,che
;
anch'essa
dell'imperoche
spegnersi stridendo
del
sotto
dodici, il
è
edizione
e
resto.
tredici,la
nel
con
composto
nel
scritta
generazioni
rivoluzione
si abbandonavano
braccia
fu
successive, spaventate
della
cadute
che
il Natale
quindici;quando
di fuoco
in
quindici, e
il
degl'Inni,ove
apparisce
e
ed
annosa
edizione
prima
e
sempre,
per
dell'arte,la pregnante
la
233
*
sotterrato, forse
Io posseggo
la
Manzoniani
ai
volessero
guarentiva
poveri
per
le
lassi
templazioni
con-
espiazioni.
ni
Il Manzoni
sacro
né
del
per
vero
medio
evo;
si
dall'ondina
annegamento
egli,nipote
non
del
né
lasciò
del
attrarre
misticismo;
Beccaria, sospirò
del
rituale
al
all' ideale
cristiano
si
servi,
quel
a
lo
Chateaubriand,
delle favole.
i
fiore
ha
gioventù
ciò
è
che
ai
ha
realissimi,verecondi
esulta
I
agli
di
persona:
che
sia
bamboli
schiva
festiva
vestir.
allo
la pentecoste,
Spira
dei
bruna
la
Spirito Santo:
nostri
ineffabil
Spargi
Alle
veglia
il fanciulletto.
noma
Neil'
della
paure
donzelle
bamboli
riso:
casta
porpora
in
all'amore
la pasqua
convito,
ogni
e
viso....
mestiche
do-
affetti
delicatissimi
sono
Vergine:
Te
Per
accenni
famiglia,
spoglia più
Nelle
che
donna
una
arditi. Per
giorno
è madre
suoi
in
stesso
trasparire
canta:
Oggi
Della
alla
e
è
Non
E
Gli
segreti matrimoniali,
Oggi
fu nel
spettacolo delle gioie
vinto.
egli
egli
citarono
eser-
nesimo
cristia-
successo
di
agli episodi della
resurrezione
del
sembra
carezza
è il puro
di lui
su
il Genio
me
a
la dolce
persuaso,
ai fatti
anche
spettatore
che
dizionario
nuovo
del cui gran
anche
e
usarono
un
influsso
Martiri,
Ma
dagl'inni
d'
come
certo
della
Parigi.
altri
Probabilmente
un
e
molti
che
modo
e
Manzoniani
"ue
*
234
e
di
Manzoniani
Due
cui
desta
Balzar
del
pondo
già
Il
Con
vicine
ciò
tutto
di
e
ad
il Manzoni
Cabanis,
nel
ritorno
che
decimonono
cui
a
della
e
il
e
Genio
del
la reazione
Ma
il
nel
del
Nome
In
Di
Che
al
di
che
e
la
con
del
conosca
selvagge,
fior si
nome
de' tuoi
Le
quai
oltre
che
benedette
tredici
M
zoni
Man-
s'ei vi riesca
mari
coglie,
miti
tutti
precipitare.
Maria:
lande
chezza
stan-
del Bona-
fecero
udite
«
secolo
usciti
dice
bile
no-
credenze;
la ruina
Ferrari
più
del
Cristianesimo
Trecento;
sf barbaro
non
il
il concordato
che
egli,
cosi
movimento
quel
l'impulso
quindici poi
signor Paolo
ritornò
E
antiche
le
verso
movimento
insieme;
giovine frequentava
Italia di
rivoluzione
gelo
van-
decimot-
pietismo, fu
diedero
al
Helvetius
prime generazioni
ebbero
movimento
secolo
credente.
di
in
le
che
cristiano
un
guisa
certa
del
nuovo
accesso
rappresentante
due
in
sposatQ
dei circoli di madama
qualche
parte
è
non
un'aura
Auteil, spira
di
sciogliere
a
umanitaria
madama
salvo
ascoso,
filosofia
la
e
•
doloroso....
grembo
rattrappito: egliha
tavo,
il subito
Spose,
Voi
235
altari
soglie?
Manzoniani
Due
236
Te,
E
quando
il sole
quando
Saluta
il bronzo
che
le
turbe
Invita
O
prole d'Israello,
Caduta,
Questo
il
signor
di
è Trecento
Ferrari
l3
'onorarie,
gran
In
qualcosa
che
tano,
la
il
quale
sato
peno
come
giudizio. 11 quale
è
al
alle
ancora
del
chi
ma
versi
v'è
selvagge
è
classica, e
nulla:
potrebbe
latina
per
che
che
sima
squisitis-
una
è
sorge
elegia
certo
il
di qualificare
stile delle
quando
regrinità
pe-
conosce
il critico
non
chi
die, del-
signor Ferrar*
assicurare
presenta,
afferma
Manzoni,
delVavemo,
una
Lo
avrebbe
cosa
poesia
Te
in
uscita?
»
puro.
virgiliananello
simile
avemo,
gente
che
so
lande
tutta
di
più
può
la strofe
simmetria
del
in cotesti
fioritura
che
vostra
piace
Trecento,
stroft
tanto
potrà ammettere;
del Trecento
la
contrita,
onor
Di
agli arcaismi
secolo, come
il
in
della
onorarie.
ira
lunga
cotesto
caro
conoscenza
o
ad
affermazione
avuto
pie
nell'estremo
o
n©n
e
;
cotesta
avrebbe
nella
sì'
è costei, che
Non
«
da
o
il parte,
corso
mezzo
a
il die
cade
quando
e
sorge
giche;
Geord'una
trovarlesi
del
caso,
Pon-
anche
Due
altra
qualche
Manzoniani
somiglianza
2.yj
la
con
ode
niana
manzo-
:
tellus
Quae
extrema
Rhenum
Qui
patriaeque
urit
Phoebeisque
Te
ultima
tegit occasus
Quae
cuncti, regina
Et
celebrant
vasti
Te
Omnia
diva
fluctus,
nubila
coeli
farsi
di
Prudenzio,
dai
quei
qualche
derivò;
ei
cosa
nulla, nulla, salvo
forse
undis,
accumulant.
potrebbero
a
timent.
conditur
Altri riscontri
zoni
coluntque
tuum.
dum
uridam,
rotis,
Maria,
antra
laudibus
meritis
te
te
carceris
die, te, sol
nascente
fosca
metuuntque
omen,
etiam
Meotidis
plaga
quos
ortus,
tuos,
terra
bibunt
deum,
metuunt
Aeoliique
Te,
n
exerit
sol,
tuos,
degl'inni
del Man-
quali probabilmente
del
ma
Trecento
nulla,
locuzione
qualAe
o
cio
scor-
di Dante.
Ricevi,
Le
mie
Tu
sai
E
cosi
tu
cantava
Si
Poi
Con
ch'io
'1
no
tu
ti
negare
madre
l'adorasti,
sopra
pochi
credo
di
o
il fien
e
Maravigliando
il secolo
e
che
pena,
facesti
grazia piena,
nel
pover
quarto.
decimo-
cantava:
partoristisenza
cosa
fratello,
e
:
trionfante
Maria
prima
prossimo
son
puoi
il
bello
grembo
tuo
amare:
di Maria
Quando
nel
donna,
lacrime
a
E
La
o
presepio
panni
godendo,
lo
iU
ponesti
:
involgesti,
cred'io.
Manzoniani
Due
238
figliuol,quando
Quando
Dio
Quando
Quando
Pian
la
E
poi
dicevi
che
più
dormir
che
scolastico
F inno
del
del
e
al
di
viso,
suo
riso
:
ti sarebbe
rio.
Dante,
Petrarca,piena
poco
ti sentiva,
materno
con
dormiva,
non
ponevi
chiamavi....
lo
paradiso,
il
andavi
bocca
tua
Non
peccato
volendo
piano
£
il di
signore,
e
Gesù
quando
talora
poco
un
tu, destar
E
E
e
padre
del
bónda
Felegia treme-
e
desiderio
di
ancora
del
moderna,
tutta
tutta
è,
che
Manzoni,
tutt' altro
doveva,
come
che
recente,
aver
peccare,
elegia squisitamente cattolica,sonano
dalFode
di
pentimento
cosa
lismo
aspira all'idea-
religiosoe rifugge dal superstiziosoreale,
dal
ed
umano;
in
nella
lirica
Maria
resta
del
dallo
teologico e
è
del
che
contrapporre
alle
perto
Del
al
il
tergine
dantesco
Non
pure
e
sentire
alla
importa
me
nella
la
con
del Monti.
facoltà
e
lauda
non
poco
:
altro
non
manzoniano
rimbombanti
di
il Manzoni
che
che
Nome
Cannone
signor Ferrari, se
purismo
almeno,
parte
inferiore
secolo,a
soggettivo
interno, il
rimanente,
gran
importi
ultima
il dramma
di molto
Petrarca.
senta
questa
scolastico,dal
da
lui
ostentato
pare
per
sco-
denzare
ca-
Piccolezze!
nel
religione,non
modo
pure
di
pire
conce-
nelle forme
Due
240
tico,
e
leva
d'un
ciò
con
e
rado
di
non
alto
in
tratto
colpo
un
sentimento
un
cuore
Tutto
del
nove
nuovo
novantasei
del
del
dove
correre
Sebbene,
ad
vero
fu
poi
ma
qualche
sé
scolorato
della
ed
'in certo
volesse
nei
quali
fior
dell'età
il Manzoni
avea
è
teso,
in-
d'arte,
coi
inchinano.
scuola
e
bello
e
saggi
e
9
ai
fu
e
oscuro
e
nell'accozzo
Ma
fu
cori
aggiunto
ad
ogni
danno
che
dell'Adelchi,
nel
maturo
perfezione. Ora, quando
quelli
perfetto, anche
dalla
intese;
eleganza.
finire
della
è
si trova;
improprio
veramente
la cima
provenire
lo
la
con
lirico
come
era
fosse
primi
non
e
che
a
e
acquistava
canto
nei
specialmente
urtante,
popolarità
nuovo
stesso
quello
luoghi
lismo
natura-
Canova,
quella lirica
il poeta
cerca
ch'egli a
il
perché
tempo
in
e
sempre
dell'ottanta-
del
e
del
modo;
consegui
di passione.
assenza
tredici, dopo
Foscolo
tutto
volta
tico
democra-
ammirato.
non
un
pensiero. E
storica,fredda
le tempeste
dopo
pagano
:
il
di cristianesimo
questo
che
tempo
a
e
contemplazione
una
umano,
il
d'ala
elevata, e imparzialità, calma,
ma
di
Manzoniani
del
Foscolo
onoransi
che
e
del
pardi
Leo-
Manzoniani
Due
241
IV
domanda
il signor Rovani
Ma
di
Manzoni,
«
giovane
«
gno
«
disputato,ha saputo
d'innovazione
levano
?
«
mana
del
«
espressione ebbe
«
il diritto
«
non
più
far
invocato
che
e
i
tempi
miracolosa
da
a
sovru-
e
darci
quello che
tutto
Manzoni.
esigente con
cosi
te
vo-
iperbolica
con
lui
lasciò fare
^ignor Rovani, perché
meno
e
Giordani, doveva
dire
attendere
il biso-
quando
intelletto,come
a
Leopardi,più
t
quello che
la potenza
suo
fatto
ha
fiorente
e
era
Eppure
di
:
»
gF
Ah,
lici,
infe-
voi, cosi prodigo coi fortunati f E tu, povero
infermo
delle
innocente
forte
ben
i morti
lieta-la
nella
gioventù
tua
nella
d? Italia
regno
dottrina
tu
non
non
una
j$
francese
avesti
non
—
e
una
una
Tu
napolitana;e
fra le
carezze
superba
cosa,
vedesti
non
tu
Milano
madre,
coraggiame
gì'in-
capitaledel
alta educatrice
moglie bella,tenera,
che
crescere
i sorrisi
avesti né pur
non
vittima
dormi
Italia,
ascoltare. Bella
famiglia amorosa,
Carducci,
e
il più bel fiore della
tra
:
tomba
tua
voglia di
sentano!
non
d'
peggiori sventure
laggiù
ti venga
non
necessario
deforme, tu, portato
elegante
gioventù:
ed
ca;
ami-
ammiratrice;
felice,orgogliosadi
te;
la villa di
non
gusto
coltivare
e
ti
p.ur
in città cercando
dal
ridevano
altro.
i conti
il
ora
Ma
dosso.
quelle
signor
le
i
e
fra loro dicevano
scritture
viene
la
come
morali
che
a
cuore
scrivere
bella
scorda
a
può
non
è
sere
es-
obbligato
Voltaire.
quanto
Rovani
seguitai« Leopardi, gio-
il
signor
t
vinetto
ancora,
«
aveva
ch'altro,
bisogno
«
scrisse
lirica sublime
«
quando
«
che
avea
in fatto
non
più
il
il cervello
e
Rochefoucauld
che
i Pensieri
e
rodono
farti
a
Operette morali,
direbbe, il
La
escono.
Rovani
straniero
uno
a
Dante
come
quale
Ma
te:
proclamata
Saint-Simon, né Vauvenargues
a
vivere;
come
e
ammiccandosi
più
tua
i dolori di città
e
grandezza
italiana,le Operette
scorda,
dal
al
lodava
di
sono
E
—
a
Manzoni
prosa
la
Eh, quel gobbetto? ha dell'erudizione
—
per
Trascinavi
dove
tua
il
plaudente.
degnare d'accorgersidi
della
Giordani, o
animatori, né
i fastidi
e
con
avesti né il
non
critico
te.
vanamente
si volle
nessuno
tu
il Goethe
rispondevano,a.
edificare
ove
ed
lodatori
la malattia
povertà e
dotti
ispasso:
per
traduttore,né
Fauriel
Né
Brusuglio,
né il Foscolo
Monti
e
Manzoniani
Due
242
riusciva
la continuazione
scritto....che
al
di
l'Italia,
più
lirica nuova;
d'una
e
tutto
quella
ma
virile,
greca,
in
non
cui
e
che,
era
il Pe-
Due
"t
trarca
«
zoni
t
toccato
a
la- sostanza
«
che
politiche
;
gli si
Petrarca
restò
o
ne
la
Silvia
già
deve
?
Si, a quel
riscontransi
tanto
di
minore,
era
quella che
in
somma,
Peggio
voi
per
più
fra
dite, in
lui che
continua
i cui
studiò
a
Leopardi
ai
V
lirica
sono
cambio
soffri:
per
col
di
o
metri
il
e
lungo
in
continuò
patriarchi,
tenne
Infinito.Ri-
petrarchesca:
al
presso
trarca
il Pe-
probabilmente
si affaceva
da
di
cosa
Jacopone
VInno
della
T inno, l'ode
scrive
scherzo, che
di
Ricordante,
parte la forma
comunicare
il
scrisse
in
poetico :
deve
le
che
il Manzoni
Leopardi
che
: non
Continuare
Fuor
il
volete
qualche
a
istudiò
scherzo,
il Petrarca
il Bruto
certo,
il
e
se
soggetti e
non
Dun-
continuare
greco
artistica
il Manzoni
fuor
questo,
che
la differenza
quello
in
modo
negl'Innisacri.
Petrarca, e
mai
riuscito
Todi, i cui
da
è
Un
e
è né pur
non
che
perfettonell'arte.
Jacopone
troppa
male.
mano,
elegia.»
? si,
Greco
a
esser
mirabilmente
in
ma
fece
non
greco.
recheremo
ce
accorgersiche
si bene
tondo in fondo,
egli
dunque
can-
d'aver
gli parve
trasmutata
era
in
nelle
prove
pure
scritto -Urica
avea
243
sue
quando
e
Leopardi,
lirico:
fatto Je
1'intento,dovette
non
il
que
già
aveva
Manzoniani
gismo
psicolo-
suo
il lirico che
popolo. Ma,
gia.
fece ele-
lirica
lirica
o
elegia,
Manzoniani
Due
244
Il fatto
V è tutt'uno.
noi
per
il Leopardi
che
sta
zione
rappresentò quell'altrostato, quell'altracondi-
generazioniche seguitaronosùbito
delle
rivoluzione, stato
volle
non
e
malattia
dico, la
del
parte
nella
che
del
Asia
I
che
uomini
è
di
poesia più
universale
greci
pensano
il Canto
ci pare
Foscolo.
della
Leopardi
più
eterna
!
moderni
Dopo
il
di
sentire
da
quello
Pentecoste,
diversi
che
sicuro
noi
me)
un
grande
e
versi,
di-
in questo
diciamo
moderno
errante
pastore
si
che
metri
in
come
un
l'uomo
nelci permettano
diverso
l'
del-
più bella più umana
vera
che
ai loro
sacrificavano
tori, gì'italiani
che
modo
un
argomenti
molti
Giacomo
lirico,e
essere
e
il male
e
i manzoniani
se
(dico noi, perché son
almeno
più
Adelchi
sentò,
rappre-
grandissima
una
il dolore
E,
possa
trattare
noi
che
di
e
di rappresentare
e
di
poeta
possano
sua
natura.
vi
credere
di
rappresentare:
secolo, cantò
e
e
poteva
non
il Manzoni
che
condizione
e
alla
non
il Natale.
numi
sacrificano
Leopardi, ecco
o
agnelli o
uomini,
la volta
e
del
Manzoniani
Due
Il
adirato
signor Rovani,
il Conte
piacesse
manzoniana
del
al Foscolo
che
Carmagnola
dramma
ed
dirette
accuse
di
245
teorica
la
e
non
altre
storico,esce, dopo
parole
con
espresse
camente
criti-
non
provero
rim-
ragionevoli e ragionate,in questo
di
in
damo
guardò
quel
morte
Vassimilatore
carme
l'aureo
Mostrò
versi
dei
quali
il Foscolo
allòr
Di
che
Fosse
pur
anche
nella
di
lecito
e
famosi
lo
sfronda,
ne
ed
l'autor
vero:
preghieradi
di
del
del
Tarsia',e
campo
con
si ricordasse
di
dei
Elettra
al Machiavelli,
regnatori,
genti
che
svela
sangue.
Sepolcri
un
ma
le visioni
si ricordò
non
derivò
intiero
verso
descrivendo
di Maratona
Rezzonico;
di nominare
ai
alle
e
di
gli umili;
intorno
scettro
versi
grandi,
credere
può
tre
ai
vendicò
lagrime grondi
Galeazzo
un'ode
taluno
temprando
Gli
notturne
piaghe
tava
medi-
dice, che,
lacerato
manto
ne' suoi
Che,
da
lor
si
due
in*
non
che
a
penso,
dell'Alfieri
ove
quale
Foscolo
Sepolcri.» Allude,
il
passaggio t
dell' Imbonati, nel
carme
i
di
straforo, ricordando
per
forse
questo
è
quella superioreimperti-
Sepolcri
dialogo
tra
di
di
moralità
avvicinare
immensurabilmente
d'unione
? Oh
del
varietà
e
si confondono
in
accenti
del
gli
della
e
Assimilino
sermone
ed
nella
una
scolo.
Fo-
i
zoniani
man-
arte, onde
con
bile
mira-
e
stupendo
e
l'elegia
dell'inno,del-
certo
con-
negazion filosofica
rugiadosa
razionai
del
di fresca
naturalismo
lirica
agile potenza
superstizionecattolica
sereno
quelledue
della tragedia e dell'epopea
!
satira,
dalla fredda
al
1'Italia ;
abbia
po' tutti
un
solo
un
lirica
poesia
versatilità di tocchi
quella vasta
tutta
raticcio,
impa-
un
cosi
quella grande
di tasti
e
è lecito,
non
P assimilatore
assimilino
mondo
della
distanti,con
questa,
come
Assimilatore
risalire
sola
Sepolcri,la
ai
tazione
imi-
a
pariniane,ove
Omero;
ad
di
di fremiti
cosi francamente
mettere
lecito,ripeto,di
poesie,tanto
specie
Trionfo
pindaricoche
significato
gran
è
del
variazioni
con
presso
dorme,
che
un
capitolo
e
di nominare
l'Imbonati,
l'accenno
canto
a
che
e
Petrarca,
dico,
una
morto
è soltanto
bello
linea
per
alfieriani
disdegni
non
versi
secondo
del
Morte
i
un
del
nel
Foscolo,
V assimilatore
nenza
ai
Manzoniani
Due
246
dei
e
passa
alla fantastica
purgatorio per
immortai
greci;
comprensione
ventù
gio-
che
della
braccia
ab-
storia
248
servazioni
di
tempo
Sono
suo.
Aristotele
il
il Manzoni
altri,e che,
sorgenti
alle pure
secolo.
gran
farsi
del
v'è
Non
padre
Cesari.
Trecento
italiana
andò
a
trecento,
che
brutta
e
e
dice
o
lui, non
volle
pròprio
dire
e
mali,
quale
l'uom
incredibile
a
di
bel
certo
scuola,
della
come
i
trovava
d'una
manna
cosi,trattisi di storia letteraria
stile,fuora
il loro
francese
della
Trecento:
cento
Tre-
questo
parlare in
panacea
per
degli ebrei
nella
che
sapori
meglio
o
essi
voleva.
di critica
fanno
compromettersi,il lettore capisce quel
vuole
a
ormai
discrezione
in
significatutto,
certo
dal
Trecento
signor Ferrari, non
è
il
di
che
cento
arbitrio,perché il Treitaliano
linguaggiotecnico
dunque originale,«
t
e
o
figura
senza
sua
neri
te-
zione
ridu-
sentito
come
stesso
con
Di
averne
per
sian
come
scrivono
Balzaci
del
il metodo
opporre:
che
guitando,
se-
ritemprarsi
pensare
sbagliatail più
maniera
que'bei tempi
tutt' i
Pare
taluni
si ricordano
E
esser
vivi!
originaleè proprio originale,quello
del
più
volle
di sentire
il modo
suo
del
laggiù,
grandi uomini
lui
esser
per
del
dir vero,
a
seguita dicendo,
Ferrari
signor
che
far
i nostri
drammi
ai
intomo
avanti,
molto
capitalemorale,
nella
E
Manzoniani
Due
vero
nuovo
più
tosi
in fuori. Fat-
poeta, scrive
l'imitatore
di
il
Monti,
Due
«
è coloritore
ma
cui
a
Di
«
in
Dante
il
più imita
non
volta
la
t
e
«
vince
E
fermiamoci
da
cui
Già
a
oggettia
che
e
sarà
e
Càrignano;
del
gnanimo
e
e
1870
deve
alleato
aver
e
in
o
le
cato
signifi-
qualità degli
dei
interessi
sant'Antonio
che
pensato
getti
sogfu
tempo
un
abate;
titolo di
ispettareal principedi
Roma
il
riso fra sé
e
condannato
in Wilhelmshòhe.
gli aggettivi
cambiar
a
gP
o
per
entrò
mità
magnani-
questa
natura
avrebbe
chi
di
Magnanimità
mai
sant' Ilarione
fosse mai
magnanimo
lo
ma
politichee religiose e
applicano
nel 1821
nessuno
lui la sobrietà
applicano. Magnanimo
poi
sostenuto
»
destinati
la
fa
pensieri....
cotali astratti
secondo
così
Foscolo,
poco.
le correnti
cui si
li
dei
ella
si astraggono,
modificarsi
Bruto,
un
io aborro
secondo
imita
più
Parini,
col
da
imparato
magnanimità
Che
pensieri!...
?
ha
ma
canto) :
(ilsignor Ferrar i,
»
soggetto
a
precisione; non
qui
il
duce
suo
egli
scappellata,
una
nella
natura
Parini
autore
(quel costui,sapete,
cantava,
largì
del
e
il gran
glialtri),e
con
cui
a
cuore
di
relazione
questa
il Manzoni
divino,
o
249
costui
quanto
morto
Salve,
Manzoniani
a
20
sé
riceverne
Magnanimità
di
bre
settem-
del
la
ma-
tizia
no-
pensieri!
250
lirica per
In
Due
Manzoniani
ciò
rebbe
soggettivamente significhe-
vero
che
quei pensieri
spiccano
N.
nella
determinata,
nulla
senso
le
di
risanata,e
nelle
il poeta
te
Devota
Che
cui
a
Cipro
all'amica
la
talità
immor-
di
sacro
lari,
sol
sacerdotessa
fu:
perpetua
ove
primavera
Regnò
beata,
col
Ebbi
erra,
Di
Faon
dorso
agli
in
Ivi
l'isole
e
selvoso
Rompono
euri
quel
ignudo
la
mar
Suonano
su
al
e
la
grande
Ionio
culla:
spirito,
fanciulla;
il notturno
Blando
appari,
Citerà
Odora
se
Foscolo
strofe
marmoreo
tuoi
me
Regina
E
delle
cingere
veggo
arcani
a
Che
l'ode del
zeffiro
i flutti
i liti
un
spira,
lamentar
di
lira.
tamente
net-
In questo
suo.
il simulacro
Agli
E
carattere
quali promettendole
presiede
Ove
il
imprime
prorompe:
quella,
Mirto
il poeta
più magnanimo
chiude
quali si
E
quale
superbamente
e
con
rilevata, ben
-
—
.
.
ben
tastica
fan-
poetica
contenenza
un' idealità
in
campeggiano
e
là dalla
e
qua
forza
interiore
per
il
corso.
Manzoniani
Due
Aer
Per
E
le
corde
eolie;
i
avrai» divina,
Fra
fatti
l'alto
sentimento
si
del
la
magnanima
Carmagnola,
Gente
anch'
al
Torna
vinto
in
Tutti
Figli
tutti
qual
solo
in
ora
Maladetto
Che
s'innalza
sul
Che
contrista
uno
non
meno
è
la
stretti
che
gioir
....
solo,
d'un
del
suolo
vital,
ad
un
patto:
l'infrange,
fiacco
spirto
magnanima,
profezia
:
riscatto,
quest' aura
colui
canta
guai,
il
empio
si
coro
oltraggio?
i
qual parte
fratelli, siam
del
mai
ed
sembianza
a
d'un
Trascorriamo
Siam
dell'
pianto
fatti
fu
è
senso
conquistatore
toccano
non
il genere
questo
conclusione
sangue
per
quali
in
! Beata
esso
alcuna
Solo
In
del
ove
delle
immanenza
nelle
E
afferma
egli
storia
sere
es-
variabili
contingenze
della
solidale.
Stolto
Ma
le
al bene
sente
certamente
nepoti.
dell'iolela
superiori credenze
umano
fra
quando
i fenomeni
e
insubri
pensieri oggettivamente può
di
il poeta,
voti,
miei, delle
gì'inni
Magnanimo
dei
derivo
cetra
te
nativo
l' itala
su
sacro,
Grave
del
pien
Ond'io,
251
di
che
piange,
immortai
se
anche
!
non
Cassandra, quando
stiana,
crila
Manzoniani
Dui
252
dolorosa
fra
vergine
ed oppresso,
vinto
innanzi
alle
del
i
fanciulli,attesta
santità
mondo
del
H
nome
dovere
e
del
i
di
In
penati
E
nelle
tu,
Ove
gente
sua
e
la
e
nel
la
i
si
Eschilo
poeti sono
varie
di
credenze
se
il
della
sorti
dicono
umane.
que' poeti
quelle
e
Bruto
faccio,
e
le
al
lume
Dante;
minore,
e
nime
magna-
o
Manzoni,
dell'uomo
della
coro
zione
distin-
religiose.
intendesse
al
liane,
ita-
V ultimo
vedete,
come
Ferrari
i destini
fra
poesie moderne
filosofiche
o
gettivi
og-
issimi
magnanim
Cosi
magnanimità
umane
il sole
pensierio soggettiviod
signor
questi riguarda
il sangue
sciagure
guise, fra
non-
nome.
finché
e
Pindaro
Sepolcri,il
dell1Adelchi:
altero
lacrimato
le
su
abondano.
più
è dono
de' numi
patria versato,
di si fatti
poesie che
per
e
infine
Magnanimi
stanza
pianti, Ettore, avrai,
santo
Risplenderà
delle
della
avranno
che
miserie
di
onore
sia
Per
palma
le donne
sacrifizio immortale
Troia
tombe;
queste
Servar
Che
si partono
:
Ma
i
patria,innanzi
della
che
polo
po-
schiavo,
popolo menato
reliquiefumanti
all' aspetto dei vincitori
suoi, del
de'
tombe
le
e
fede
dar
la
perché
la
serie
cristiana,
Manzoniani
Due
io
potrei seguitarlosu
non
la critica
dovrebbe
possano
che
Dormi,
Dormi,
fanciul
il tuo
Non
Correr
in
dinanzi
Dormi,
Ma
o
il df
verrà
Che
in
Che
nella
tuo
popoli
nobile
saranno;
quell'umil
gran
i
sanno;
polve
riposo,
ascoso
il re,
larGermania
3, quando
cozzo
la
italico faceva
che
possa
esser
quest'altrastrofe:
E
tu, madre,
Un
tal
Per
"noi
Che
il
che
figlio morir
prega,
possiamo
o
vedesti
immota
su
la
regina
in
la Russia
e
le
zionalità
na-
rivoluzione,quando
regno
Intendo
e
là Francia
con
il povero
parte le crepe.
:
che
affrontavano
scossa
te.
non
Conosceranno
tanta
piangere;
non
guerra,
celeste
sia
Retaggio
ai
strofe,
stridere
a
nato
181
molli
per
celeste;
capo
cavalli
Chi
o
zione.
inquisi-
l'empia terra,
su
Come
alla
le tempeste;
osin
Use
luogo
tali
ove
campo,
alcuni
per
fanciul,
0
o
Sovra
venivano
il
magnanime
esser
scritte nel
cotesto
ceiere
intendo
Io
253
sua
croce,
dei
mesti,
gloria veder;
da
a
ogni
nima
magna-
Manzoniani
®ue
2g4
i dolori
onde
dei buoni
più
Che
il secolo
atroce
#
Fa
al
Misti
Ci
scritta
sian
nel
straniero.
goder,
il
di
si tacci
quale
sillanime
pu-
isfuggireal
per
liberamente
iscrivere
magnanime
il dominio
sotto
mi
non
per
e
altrettanto
d' esilio.
figlio,
tuo
l'Italia
e
Foscolo,
straniero
non
del
eterno
che
prego
Ugo
cose
d'
pegno
Alleanza
Ma
dominio
patir
santo
l'esiglio,
i8r5, quando l'Europa aggiaccavasi
la Santa
sotto
triste
riparava in
terra
risponde: «
Nes-
»
VJ
Se
€
suno
«
di
il
che
non
fu
più coraggioso di
Mazzini, prima
«
imperversando
e
e
«
la
il
l'inno
voler
«
udito
a
canzone,
«
non
«
della
il
che
.
.
gli permette
quinta
di
il regno
di
la pronta
dove
Giusti,
i cori
è consegnata
straniero.
Murat
«
Rimini,
disfatta
di
E
di
Manzoni,
comincia
oltre
l'avesse
*
annunzia
d'Italia. E
di condurre
strofa. Se
prima
:
Torresani, dettò
il dominio
proclama
.
(Manzoni)
Berchet, prima
Ferrari:
costituire
«
lui
Kòrner
contro
Paolo
di
V infame
Teodoro
a
protesta
signor
Rovani
signor
una
X°lentino
il
principio
finita,le
can-
Manzoniani
Due
256
Chi
del
stornargli
E
dell'
Chi
foce
la
Quello
scindere
in
ria
Una
Di
Bellissimi
ai
lavorati
ricamo
nel
secondarie
tratte
dalla erudizione
e
rapido
e
rilevare
volta
fu,
del
181 5
ai Murat
Liberi
Come
d' Italia
a
idea
avea
non
se
chi
può
non
Ma
volesse
in versi
ignorarlo,
fosse,quando
all'unità
quanto
già
la
liana,
ita-
prima
canzone
leggesi:
ove
sarem
nella
pure
fermarsi
sof-
fiammelle
dire,proclamata
vero
esatta
l'intimo
non
lingueggiami
a
ed
opportuna
se
non
letteraria,anzi
fatto
cor.
frange delle imagini
quelle strofe,e né
in
di
finitezza virgiliana
nelle
con
il Manzoni.
non
e
tanta
artista di stile anche
voleva,
il mare;
dell'inno, il quale
contorni, rivelano,
quale
sangue
novità
con
ed
geografica,che,
fuoco
a
i
con
tutta
lingua, d'altare,
di
memorie,
fati
prischi dolor;
di
d'arme,
dei
e
l'alpe
tra
serva
risorta
anni
libera
che
versi, e
versò;
volghi spregiati*
degli
Risospingerla
gente
torrenti
gente
una
ritroso
a
O
correnti,
dell'Adda
ancora
Potrà
Una
miste
i mille
ritogliergli
Che
£
le
Oglio
Mella
rapido
la
sua
siam
uni.
classica, l'unità
entrata
nella poesia
Manzoniani
Due
da
la
un
Il povero
pezzo.
in
cantava
la cantò
il
257
Benedetti,suicida obliato,
quei medesimi
dal 1797
giorni.Fin
Monti, quando
al
Bonaparte
vincitore
ammoniva,
La
ben
E
e
comincia
sii d'Italia
l'Alessandro
il Numa;
e
mostrandogli la patria che
nel
.
lo pregava
t'addita
seno
.
.
Il solco
di
dotarla
legar
in
Ed
impedir
che
un
mostro
emerga
un
di
disciolte
le
£
sol
sue
genti
che
e
nodo
del
più
molte
squarci
le
federalismo,non
nettamente
nel
di nuovo,
il
e
potevano,
petto.
Muor,
1802,
Resiste
divisa, la
a
tutti,e
la instituzione
per
la
unità
forza:
a
morte
quando rappresentavasine'
entusiastici
—
scoppiavano a
Carducci.
sere
es-
i
della
patria:
sola
regni
invola.
teatri della
Gracco, fremiti d' assenso
il Caio
parmi,
precisamente determinate.
Repubblica italiana,ammoniva
17
stretto,
dell'unità,anzi dell'accentramento,e la
paura
E
pio
e
e' asta,
vandali
della
ancor
leggi
Membra
L'idea
augusto
volesse
....
E
al fin consuma,
impresa
queste
blica
Repube
parole:
plausi
Manzoniani
Due
258
Io, per
caio»
Degli dèi
beneficio
Di
bella
questa
Cittadinanza,
Libera
questa
L'italiana
1
.°
No
citt.
:
Una
della
di
prima
e
del
nazion
sommi
mondo.
incliti
madre,
nomerete
libertà
delitto?
tutti, un
figli
voi
or
solo,
popol
famiglia.
Italiani
Tutti,
fratelli
e
il
quando
Ancora:
le
raggomitolava
reliquiedell'esercito
Ceroni
di bassa
for\a,
indivisa, coli' antico
Italia
getti
vengan
la
Se
Per
d'
gli
Siate
servi
Si fatti accenni
nostra
d*
in
Campidoglio
di' di
Roma.
servizio,
lungo
al
orgoglio
1806,
altri amari,
Possenti
poeta
soma,
forti
te
per
nel
un
ma
ufiziale,
straniera
I
il Fantoni
cisalpino
augurava:
Una,
E
console
primo
Bonaparte
riparatoin Francia, un
nella
tutta
feci
la
popolo.
E
pato
romana
serva
voi
itali siam
sola
grembo
Italia» Italia
e
Voi, Romani,
Di
in
chiamai
Partecipe
supremo
nel
men
un
e
voi
a
solo
voti
letteratura
dolci
son
i frutti,
vizio,
e
ed
non
di
tutti.
auguriispesseggiano
dopo
F ottantanove,
né
Manzoniani
Due
son
L'unità
studi
dei
classici
venendo
e
giù giù
padri, uscenti
nostri
pieni delle
gli spasimanti novelli
più
e
platonicamente sospiratoa
annosa:
Italia mia
della
unità
a
cui la Convenzione
l'Impero foggiarono
voglie degP
Io
vogliapolitica.
non
esempi;
ma
repubblicana.E
di
mano
statuto
e
posso
di
un
unitario, e
loro
dopo
il
i
parlamento
intitolarsi Regno
di
d'Italia
di
sarebbe
181 4
del
Napoleone
a
impero
circa
discusse
il novello
il
e
giovanilila
rovesci
strettamente
Napoli
nelle
il Gioia
e
prose
rinnovato
la società segreta dell'Ausonia
1821
Francia,
dilungarmi,né
cospiratorioffriva
corona
la
poi
consistenza
prese
il Botta
e
predicaron nelle
la
con
italiani
allo spettacolo
si rafforzò
letterario
ideal
era
Filli
quanto
forte
emule
una
Laura
questa
da
dono
cre-
dell'unità,
1796, dinanzi
e
quecento
cin-
non
il
che
unità
che
Dopo
quello
Foscolo
del
crine.
il Consolato
utile, in
arcadica
trarca
Pe-
academici
tenerini
avevano
dal biondo
dal
marchesini
molti
era
branze
rimem-
monsignori
ai
e
oh
molti,
glia.
meravi-
incominciando
che,
agli abbatini
del settecento,
farne
da
politicoche prima
tutti
e
si
romane;
e
v' è
l'ordinamento
era
agli animi
affacciavasi
dagli
innanzi. Né
anche
rari
259
l'Elba
al-
romano
unitaria
era
il 1820.
Nel
se
stato
dovesse
costi-
Manzoniani
Due
26o
nazionale,
il
e
le bandiere
su
Alessandria.
ad
il Manzoni
altri molti
lui
con
poi
v'è
la senti
scriveva
dopo
Ma
Italia
pensare
da
un
Quando
ed
meritano
quesia
poco
primo,
e
nosciuta
co-
o
dei
quale, esule,
il
:
lo
il
sguardo?
leon,
ruggito
del
quale
le
le
venerando
O
consiglio
dal
il collo
ciel
hai
Non
t' arride,
tu
il gran
non
d'opre
e
stanco;
e
alteramente
sole, che
del
l' infermo
declinato
si
or
di
e
'1 tremendo
vello?
tuo
ventuno
d'ingegno disdegnavano
meno
che
italiana,o
poderoso
plebe.
che
nel
e
il
senza
che
militari,letterati,
tanto
essere
d'Italia.
leverà
tempo
gli unitari
la
noverato
an-
come
Scalvini
sua
sarà
Artiglio
senza
e
versi
ragione;
non
terra
Popolo,
Possente,
e
Fossano
a
che
lui
la storia
mia
della
Manda
a
berato
inal-
il 182 1,
Braccio
Purghi
innanzi
Giovita
Fianco
Erga,
e
fu
conchiudere
dell' unità
un'altra
primi,
da
pochi
per
italiani
dagli
insorti
par
i creatori
Spaventa
st'onore.
Infatti
che
può
d'Italia
Regno
degli
Si
non
fra
E
del
nome
per
la
abitudini
e
gnori,
si-
d'animo
plebe; quella plebe
rivoluzioni
unitarie,
pochi:
erano
che
non
si
allora
fanno,
e
in Italia
Manzoniani
Due
delle rivoluzioni
né
il
bisogno. Chi
alla
magnanima
gP
né
aveva
inoculò
mèta
Efraimo
dell'unità
italiani
odierni?
determinato
zione
rivolu-
che
e
furore
ventarsi
av-
di
una
di
romana
carogna
i vermi
erano
Mazzini.
Giuseppe
Certo, Giuseppe Mazzini,
concetto
col
diceva
Lessing
della
voglia
fece balzare
chi
puledra quella
né la
l'idea
la febbre
d'Italia?
plebe
alla
cui
non
261
restando
solitario
dell'unità, ebbe
altro
per
cooperatori efficacissimi;nell' ispirarel'odio
straniero
Berchet
il
e
e
il
disprezzo
Giusti;
della ribellione
e
alla
Niccolini.
alla storia
cotali
Ma
il Manzoni
alla
e
l'antica
dispettose del-
libertà,il Guerrazzi;
al papato
e
gli
bei
suo,
critica,essere
e
dall'
rendeva
versi, non
con
sovrana
tedeschi ricordando
inegual
offesa
senza
fra
annoverato
sereno,
fluttuare
v'è che
rifuggente
della
dire, questi
compostezza
la
e
luzione.
rivo-
di
possibile cotesta
non
nella
politico,il
può,
non
pio, calmo,
il
il fremito
accomunare
banditori, bersaglierie zappatori
dalla turba
deduce
e
superstizione
L'ingegno
Son
nell'
allo
principi domestici,
le rimembranze
grandezza
guerra
ai
nel
sione,
pas-
parte.
che
egli
rivolge
battaglia di Lipsia:
ai
262
Manzoniani
Due
Voi
che
Dio
—
rigetta
Ogni
gente
Della
spada
la
Se
terra
Preme
Tanto
Chi
Chi
sordo
Si, quel
dio
che
Pose
il
che
Che
non
Va,
—
Spiega
disse
riattaccato
e
dire
bocca
degli
di
di
che
con
altri
genti,
giammai
arato
ove
Giaele
hai;
non
ti do.
padre
Cristoforo
l'Italia:
suo
bravo
per
mezzo
un
periodo di
forma
in
biblico
esempio
di
zione
ripeti-
una
ripresadi parole, Si quel Dio
si
Per
ecc.:
Jaagtfuxasi
spesso
parola retorica, quando
poeti!
cia
fac-
che
su'l dovere
d'Austria
un'argomentazione
i manzoniani
la
le
tutte
Germano
al
al raziocinio
una
maschia
colpo guidò;
il
l'Italia
l' ugne,
vermiglia
alla
ed
raccogli
strofe,con
vi udì?
seguiva Israele,
pugno
padre
lamenti
nostri
che
dio
che
d'interrogazione, col
o
ai
di lasciar libera
cristiano
genti?
nell'onda
che
di:
quei
in
all'impera tor
un'omelia
cinque
che
giusti,pare
siamo
oppressori,
signori
dell'itale
maglio
è
;
—
sterile, eterno,
quel
in
ragion
parve
che
il rio
Quel
péra
e
vostri
dei
vi
Saria
Quel
libera,
detto
v'ha
straniera:
d'estranei
detto
Chiuse
Ma,
corpi
'1 lutto
Saria
quei giorni
oppressi gemeste
amara
v' ha
forza
l' iniqua
faccia
la
Se
la
sia
ove
i
in
gridaste
stormo
a
alimentare
la_
discorrono
l'odio
e
Pen-
Manzoniani
Due
264
alberi parevano
del
ruinose
sin le vecchie
annoiate
meno
medio
da
e
evo;
tutto
per
torri
era
un
fiori nelle piante, fiori fra l'erba,
sujjisspdi fiori,
fiori per
del
più largo
Come
E
cielo
voglia
feroce
scritto
dal
che
non
Ferrari, quando
Il
attestano
che
carta,
tutto
lo ritenne
marzo
i848:
col
Manzoni:
che
per
il
signor
né
pur
nella
allora
principiodella
Erra
fu
fida
Emilio
Cavallotti
E
ad
altre
memoria
Correaq
E
ai
nei
campi
Chiamavano
di
ed
i
itali
lieti!
non
ai
patiboli
poeti
alla
fino
a
sieme
in-
per il proclama
canzone
gV
Broglio
stampare
scrisse:
pugne
signor
lo commise
di Rimini.
Felice
mio
sola
una
il
mai
pubblicato nel
lasciò
lo
fu
letto da
pur
conosciuto.
e
una
L'inno
mi
non
né
e
il
l'autore
ma
avevo
nero:
1821
afferma
Cantù
ventuno.
vidi più
tedeschi.
nel
era
incarnatino.
versi, non
ammazzare
adorava
giallo,
pèschi a primavera!
tutto
madre,
mia
che
ragione;
di
Manzoni
da
insegnato
padre,
vidi
meglio,
o
bel
più
amabile
più
sentiti cotesti
dopo
nulla;
del
rosso,
del
terra,
per
belli i fiori dei
son
pure,
e
!
'
Manzoniani
Due
Bandian
roventi
Vendetta
delle
Ma
Non
Mio
caro
tonò
bravo
e
ventuno,
da
mandato
ebbe
Cantò
di
Napoleone;
fu
fatale
la
e
nascita
di
argomento
nell'esilio di
magnificamente
prese
monizion
disperataalla patria:
All' opere
solchi
Ai
Il
Cól
L'
un
forte
novo
farle intonare
dell'
bagnati
di
e
servo
col
mesce
signore
popolo
arse
rimane
1' altro
officine,
sudor.
vinto
nemico
1' antico
sul collo
;
;
vi
sta.
pure
gari
volparve
la storia
questa
superbe mine,
vostre
imbelli
si
non
deserti
evo,
alle
più
e
tolica,
cat-
al despota
NélV Adelchi
del medio
Tornate
patria.
dato
rimorsi
da' suoi
solo per
per la
% le prime
evocare
ciotto
di-
egli il poeta
aveva
Sant' Elena.
coi
coro
della fede
si ricordò
pensieri e
nel
nel
accento
che
nel
sperate
o
che
poeta
parola
una
non
proprio sola
nobile
dell'Italia
non
ma
gloriee
più
voce
voglia.Dopo
il ventuno,
Carmagnola, dopo
cristiano,non
la
iniziative
un
sua
quindici e
c'era
principi,egli, il
avea
del
più
la
nel
meno
l'Italia
quando
da
o
tonò.
sua
né
dolori,senza
re
voci
allora almanco
ma
il ventuno,
suoi
croci:
oh
Cavallotti,
troppo
pur
la
più
pagine
maschie
le
tra
265
am-
266
Manzoniani
Due
i servi, dividon
Dividono
Si
D'
E
dei
più
insieme
posano*
volgo disperso
un
Promessi
parte alle
cose
secondo
direzione
la
i
uomini
di
Ciò
Rovani
nelle
«
di
im-
essere
alle
pace
si
che
bene
pigliar
a
in
ritornando
che
c'insegna
canzoni
sono
t
additano
rili,non
può,
esempi degli
li
insegnano come
«
nella
(e
suoi
propri e
«
sun
altro
«
altro
e
lamento
«
quasi
t
non
«
antiche
«
quale
«
eh' è avvenuto;
«
cause
i
il signor
lirica,
alla
lamenti
del
Leopardi
quanto
forti altrettanto
le fonti
della
alla
t
sventura,
si
sventura
stenon
provveda.
lirica di Manzoni, in forza di mezzi
Non
v' è
si
stancare
chi
grandezze;
racconta
le
è
riscontro
è
protesta
con
non
pure
su
è
v'è
che
ben
v' è
non
di sé
stesso
disposto a pietà;
semplice
v'è
nes-
in
lo sterile richiamo
non
Ma
tutti
in
fatta
declamazione,
rigirieternamente
l'apparato e
onde
non
la
che
v'è
di cui
poeta,
modo.
a
e
Dio.
ostante,
non
di
badare
consiglie
.
che
risica
quel po'
chiara
più
questa?
meglio
facendo
sue
ha.
non
morale
l'uomo
torna
cruenti
nome
la
è ella
non
sommosse
e
campi
che
Sposi
deducibile
piccato;
sui
gli armenti;
che
la
delle
storia,la
linguaggio
l'indagine
sciagure proruppero
ciò
delle
inesorabili:
è che
non
t
Non
«
le
«
ghe
come
vennero
t
resto
è
lasciato
f
rompe
e
»
sfoggiata.
si
il passato,
rimpiange
espressionidi
sé
da
E
di
al merito
quanto
Manzoni:
Cesare.
ma
il
se
che
guerricciole dei capitanidi
romani
i
sotto
che
osserverei
me
di
vesta
se
non
che,
uscendo
dalla
scrive
«
Manzoni,
«
l'unico
«
l'Apollo Musagete
Io ho
non
mi
che
i
quali
sogliono
suaderci
pere
per
ventura
dei vinti
franchi, io
Italia
in
mirabili
am-
lor persuasiva:
hanno.nella
s'intende
mono
assu-
molto
essere
per
non
ma
acqua
!
tempesta
Ma
critici
la fiducia
per
i
coloro
ed
del
le conseguenze
la condizione
longobardi
porre,
op-
volesse
funeste
e
che
la rivoluzione
dimostrare
decimoquinto
che
lirica storica
bisognava
nel secolo
meno
v'è
rifar l'Italia
delle
il
pro-
di Antonio
Rovani
incorare
per
pia-
lezione
Non
della
signor
le
ma
quanto
il paragone
qui
mai
nostro;
la
ascolta, e
verace,
sono
corpo
più feconda
tanto
il cadavere
scuopre
nel
aperte
chi
vi
non
impotente;
un'ira
a
preciso e
verbale
processo
un
«
267
Manzoniani
Due
il
politica, v'è
signor Rovani,
poeta lirico dell'Europa.Lo
sul
tavolino
riesce
della
tutte
trovarvi
questo
è il
disse
Germania;
le opere
di
ben
del
responso
più.
primo
Goethe,
basta.
»
Goethe;
e
e
di
Apollo,
mi
non
e
volta:
ricorda
si che
e
che
quel
di
ho
avventura
lodi
un
molte
mi
vien
il
signor
rispetto che
che
odo
Cinque
Thàler,
al
di
responso
m'ha
l'aria
Rovani
un
m'ha
abbia
passerotto.
i valli per
il
di
caso
l'aria
del
sa?
Goethe
si
Goethe.
sparato
un
tutto
verei
osser-
poteva
non
bellione
ri-
sere
es-
i percossi valli
in durchwimmelte
traduceva
scambiando
è
Chi
germanico,
italiana
di
basta,
tanto
Wolfango
Musagete
lirica
Maggio
non
E
coliti?
ac-
della
rispondere:
se
le
su
parlar
l'istinto
giudice inappellabileegli che
del
sponso
re-
io, con
com'egli riferisce,
ho
forse
un
fedeli,degli
grida,
di
Rovani:
oracolizzato
avesse
mi
subito
voglia
o
trasformazioni
io, quando
uno
cialmente
spe-
egli per
complimento?
diverse
quando
e
e
sarebbe
risvegliare
sento
giorni
lui, cordiali
di
lirica
sacerdoti, dei
dei
ultimi
Manzoni,
responso
ogni modo,
responsi,
Vegga
Quel
per
bocche
A
mi
alla
date
responso
passato
del
altra
mai
letto
questi
a
scrisse
discretissime.
ma
avervelo
riletto
il Goethe
le
il
Manzoniani
Due
268
le valli. Ma
fare
di
Mi
pezzo
il
pedante. Quel
ma
responso,
spiace
da
bilmente
proba-
che
ottanta
il
non
signor
contro
/
Manzoniani
Dui
269
.
VII
Ma, tornando
io
politica,
alla
a
colpa o
il
non
aver
efficacemente
rivoluzione
quei che
di
ho
somma,
sarebbe
e
come
voluto
poeta il
voleasi fare
avvertire
a
lieta di poter
rato
coopealla
altri,
una
e
quasiprincipale
pazione
quasi usur-
una
e
scuola
certa
resto, io penso
compiere.Del
chiaramente
liana,
ita-
soltanto rilevare
di lui
venerato
nome
non
nell'attribuzione di
vero
o
fermamente
di
manzoniani, che il giudiziocirca un'opera
certi
d'arte
deve
non
sentimenti
dei
e
fatto
abbia
in
voluto
senso
un
o
principii
che
o
un
più
a
la
nostra
fare
nazione.
sua
dell'opera
L' artista non
né
o
essere
l'autore
in meno,
altro, nelle grandi
questioniche agitaronoe agitanoil
e
politici
deve
di ciò che
inteso in
in
dei
giudizio
filosoficio
informata,non
dalla disamina
o
al
sottomesso
essere
averla
possono
preoccupato
più
direttamente
men
credo, forse più
che
o
voluto
che nel
difetto
a
egli cooperato,
e
che
lode postuma
recare
del Manzoni
italiana. Ho
era
di passaggio
e
primofattoredell'unità
eglistato
esser
non
volli
non
diminuzione
a
volta
l'ultima
per
un
secolo
stro
no-
è obbligato
apologo ne' una
Manzoniani
Due
270
tesi dimostrativa
il critico
estetica;e
né
E
voler
ciò
per
meraviglia
le novissime
drammi
idee
zoni
sta
tutta
t
volta
«
filosofia della
questo
nell'
il
che
Manzoni.
«
tragedia, sempre
«
scopo,
conservandole
all' ardua
datoci
«
Secondo
V
«
rebbero
anzi
«
ci fossero
t
che
t
né
caratteristico;
il poeta
e
parsi d'intrattenere
il
«
nico,quando
che
e
queste
di
secoli,
non
cose,
tutti i
potrà
non
la
poetico
suo
critica storica....
da Manzoni
od
importante
non
sa-
a
non
qual-
avvenimento
dovrebbe
mai
occu-
pubblico dal palco
ha
stesso
e
produzione
alla
sce-
si tratti di rettificare credenze
non
studiata
prima
inalzato
questioni intorno
smuovere
il pubblico
l'ha
nella
a
ce
Man-
quei soggettidove
trattarsi
da
personaggio
Lette
chi
esempio
il
della
altezza
La
e
all'indagine
nell'aver
sta
storia....;
nei
«
fatto servire per la
dell'arte
vani
Ro-
signor
gl'intendimenti
aver
ramo
gerla
esi-
molta
grande novità,egliscrive,della tragediadi
e
i
che
Alessandro
ebbe
né
deve
non
leggere senza
non
posso
di
politicao
tale.
provarla
non
di
o
letterario
fuori intorno
mette
suoi
filosofia
di
o
nel
chi
accettatasenza
T
ama
qual
gustata
fatto
popoli,di
rimaner
arte
e
nel
tutti
sovra
esame.
»
di veto
amore,
ella fu
sempre
concetto
di tutti
gliingegnigrandi,
pensiero, e
non
Manzoniani
Due
272
del
conte
di
nel
i432,
che
Carmagnola
franca
di
nulla
Del
fatti
le
non
nel
dei
meno
che
resto,
posti
nel
nei
drammatico
il
E
drammi
seguita: «
Però
tragediacosi concepitaed eseguitanon
«
esempi
«
suoi
a
fedele delle tradizioni
«
suo
t
Egmont
«
che
il
«
vita
della
«
che
«
è di
«
sentazione
«
non
«
già
stupendi drammi
di
Goet%
di
non
pubblico
Il
della
che
:
davanti
di Goethe
«
versa
«
ed
«
deve
da
sentire il
storici
lui. La
dunque
su
e
quelloche
tragedia di
avere
un'
Schiller
Manzoni
opinionedi-
intorno
alle
sentirsi
cause
rappresentato;
bisogno di approfondirele
deve
no-
alla rappre-
Goethe
dell'avvenimento
questioniproposte;
nel
Conte
suo
era
davanti
quella dell'autore
agli effetti
Goethe
quelladi Manzoni
commoversi
alla
nei
espositore
resultati
non
invece
di
nel
pari di
tragedia di
a
e
quei
pubblico
una
troviamo
un
paese.
al
accorgersiinvece
deve
suo
che
mentre
sostanza.
sapeva
del
sapeva
tragedia
forma,
è che
non
di
Shakspeare
teatro.
Berlichingen
espose
aveva
«
«
altro
nessun
il
ropa.
originaled'Eu-
e
nuovo
Rovani
cosi
egli sia
che
«
in
avvenuta
del Manzoni
dubbio
più
signor
longobardi
quista
con-
774.
intendimenti, niun
poeta
della
i modi
e
cause
regno
Venezia
decapitato a
commosso
nuove
dalla
Manzoniani
Due
rivelazione
di
273
di cui
in
t
repentina
non
era
«
aspettazione
; però la tragediamanzoniana
è
«
ramente
t
quale
«
sofia della
«
vare
«
dell'umanità
e
t
considerata
la
«
punto
Lo
doveva
le
e
non
lo farebbe
al
quella
ai
o
dramma;
drammatico
demico
dogma
non
della
portare
—
Carducci.
Che
leresca
caval-
circa
glinotò
nuti
erano, prove-
in
certamente
alla libertà
e
somma
come
chiaramente
delle
irragionevolezza
ma
aristotelico,
di
dal
due
crato
consa-
dispotismo aca-
Luigi decimoquarto
nel dramma
e storicamente
tranquillo
18
con
nobbe
presto rico-
tornò
Manzoni
di Aristotele
Francia
e
era
dall' imporsi il poeta
nell'Adelchi
la
decimoquinto :
e
e
in fondo
erudita
sarebbero, ed
dimostrare
nome
questo
signor Rovani.
il Goethe
poetica.Il
unità, come
da
storico,ben
vero
si propose
cose:
pochi hanno
Manzoni, che
sfoggiò una
servitù
nuova
nel
il
gl'impedimentiche
all'idealità
tre
il
pedante, quale
giusto quello che
e
ben
Manzoni
né pure
e
Carmagnola
i danni
sui fatti più organici
»
un
fedeltà
filo-
di rinno-
proposto
era
tragedia di
bene;
teoriche
nel
se
si
della
scuola
delle nazioni. Ma
di vista.
sue
dalla
rigorososindacato
poeta,
un
scaturire
storia,che
credo
ve-
più logica espressionedel pensiero
la
il
cose
vero
un
e
più largo
svolgimento
della
Manzoniani
"ue
274
i contrasti
favola, senza
e
più famigliareche
poetico. La
de
meglio,
idealizza
la
è
passionie
tedesco,
vi si
ma
al Cousin
e
fino
:
—
personaggi
sorridea
sorriso
a
loro i nostri
ben
lui,
il dialogo.
senza
piccolo,
all'Adelchi
ritrova, chi
Goethe, circa
Il Manzoni
reali che
dolcemente
dell' autore
noi
in
parti,
come
lui,idealizza
particolarefra
lui. Il
di
—
due
dialogo,egli,
nel
e
mento
ragiona-
può
non
varsi
tro-
i drammi
lo
del
e
conosca
imparziale, lo spiritodi lui,il soggettivismo
voglia essere
ai
di
Schiller:
dallo
amori;
senza
riscontro
un
surVunité
altre
Wallenstein
un
po-
tragèdie, rivolta più
favola
storia;come
Carmagnola
ed
la
rito
colo-
non
mirabile
all'Italia,
che
mio, procede
parer
come
lettera allo Chauvet
svolgimento della
nello
del
l'esempio, quanto
con
di stile critico. Nelle
e
Il
tanto
non
fece
derlo
ren-
tragedie
sfumature
cosa
de lieu dans
et
alla Francia
a
prima
la bellissima
temps
dialogo
il
fosse nelle
non
le
togliergli
anteriori,senza
con
sione;
pas-
snodarlo, variarlo,mescolarlo,
drammatico,
tevasi
rinnovare
conseguentemente
e
della
le tempeste
coi
del
caratteri
sentimenti
se
ne
ella
Y
ceva
Adelchi, dialla storia
sta
somministra,
(notate quel ma
Goet%)
ch'ei
ma
—
dà
umani,
e
ma
quel
gì'innalza
loro;
ed anche
ei presta
liberali,
Manzoniani
Due
ed
volete;
se
interessarci
la
po'troppo
trovato
horrida
poeta
aveva
far
ci
il
che
V Adelchi.
è
trentadue
ritrovasi
presentire in
coglierPuomo
partitoancora
mogli
futuro
tra
e
la
Il
un
ai
guerra
del
storica:
longobardi
bene
avrebbe
che
sarebbe
stato
quell'età,in quell'animo
voglia volgare di
vero
:
e
nel
mutar
papa
il traditore
a
sé
nulla
riesce
è
còlto
molto,
ogni
e
pre
sem-
e
di ferocia.
pubblica, acconciando
esser
della
re
poteva
ruina
ad
uomo
Carlomagno
fatale
d'astuzia
carattere
suo
cuore.
alla realità
grossolana fede
mescolata
al fine è
la
a
di gran
il bello
anzi
di
e
P audace
lui l'uomo
l'Europa:
nel
belli,come
cosi
il poeta
ma
trovava
stesso
gliaccettiamo
anni,
avea
fatti,Adelchi
In
sono
quando portò la
un
e messi
personeggiati
inferiore
troppo
fine,che
di filosofo
importa?
per
forse
Carmagnola,
longobardorum gente.
poi
somigliano
saprebbe
il Manzoni
noi
possiamo
longobardi o
Il Goethe, in
—
in Desiderio
rinnovato
a
che
inni sacri
due
ma
è che
vero
o
femminile
e
che
gli ha fatti,
pure
lombardi
sono
virile
azione;
Né
ci
idealizzato
cristiano, sono
ei
che
storico
Ermengarda
in
coloro
per
di salvatico.
troppo
elemento
non
Carlomagno,
poi troppo
ed
noi
pei
non
di
corte
ragione; che
non
se
e
poco,
un
ha
275
bizione
l'amSvarto
che, nella
cosa,
reso
dal
finis-
27 6
Due
più profonda
a
efficace,
in
o
ciò
tutto
dare
anzi, è inventato
franca
le modifica
e
move
dei
diverse
dopo
la sconfitta
de' due
vinti; non
di
esso
V ultimo
fatto
un
che
coro,
i franchi
ed
né
sono
esser
avesse
messe
voluto
le due
l'accordarsi,
'1 terreno
su
nel
di Adelchi,
e
dei
dramma
zoniano,
man-
fosse
la filosofia della storia:
stata
si
sa
chi
longobrdi,e
un
coro
del
cantate
né pure
è
che
in azione
un
licenza.
o
nel
stanza
so-
da
dramma,
certo
i romani
laici
un'appendice,
il poeta;
Quelle
verseggiate
dramma,
dramma
la
se
rappresenti,non
quale parla
appendice e
fare
essere,
fuori
cantato
non
liricamente
la condizione
dovuto
licenza, nella
si,ma
germanici
le
avrebbero
da
ecclesiastici;
una
e
dinastica di Desiderio
è
i
Le
contrasto,
a
laico,sotto
fatti rivivere
come
storico.
non
il mescolarsi
elementi
son
niano:
manzo-
diverso;
senso
romanismo
signorie; e
rebbe
vor-
ecclesiastico,che
in
del
latini,
dramma
e
dalla
Rovani
longobarda,
e
il romanismo
Chiesa,
scaturisca
signor
del
sostanza
come
barbarie,
la
il
ed
rozzo
Shakspeare.
e
v' è che
storia,che
tutto,
e
nulla
più
tratto
Michelangelo
linea
qualche
con
non
qualche
con
uso
filosofia della
due
che
peccato
sanamente,
Ma
Manzoniani
se
sima,
bellis-
cose
che
dovevano
il Manzoni
intimamente
sto-
Manzoniani
Due
rico,
filosofia
una
Manzoni
Se
della
pensò
non
277
cotesto,
a
in
storia
fece
e
in questo, che
studiò
intorno
da
simile
quel
all'Adelchi
che
il
discorso
alcuni
sopra
della
tragedia
forma,
sostanza
La
in
invece
sostanza,
fondo
la
in
acquista
versi
in
che
arte
dal
tutta
in prosa
o
bardica
longo-
scambiò
era
arte
è
tamente
cer-
l'opera;
La
—
quella del
in
novità
dunque
che
di
Manzoni
è
di
un
non
senso.
è la sostanza
cotesto
ha
non
valore
dell'artista.
lavoro
volete
quante
per
novità
se
e
non
delle
del
Mettete
storiche,
non
disegnarle, rilevarle,atteggiarlein quel
sapete
se
che
sé,ma
filosofiche,estetiche, politiche,sociali; se
punto
un
materia, cioè, l'argomento,
altro
non
sentenza
non
che
: sentenza
—
signor Rovani,
V
di Goethe
mentre
storia
P illustrazione per
proferirequella
a
in
Francia, il bel
della
punti
studi
rato
ispi-
fatto
di
che
an-
dito
eru-
comporre,
aveva
storia
l'appendicee
venne
a
il signorRovani
in Italia. Ora
e
venne
Thierry
della
argomento
di
dagli
gli argomenti propostisi,cosi
messi
bene.
conscienza
con
il
Schiller
che, com'egli ritrasse dallo
non
Ma
scena.
in
quella mossa
sapete
sentenze
della
creta
che
è
quella e
non
altra ;
se
finirle;
poi foggiarle,ripulirle,
e
de' teoremi
non
cavate
non
levate
fantasmi;
figure;pigliatepure
le
e
novità, i
vostre
restituitela
polemica,
è né
arte
né
Il
dell' aratro
del
ai
discorso
e
Francia
po' addormita
intorno
da
di Germania
di
che
che
quello del
dal
luzione
storico
genere,
1820
quanto
poi; e
nocumento
le fiorivano
la fece
sime
tragedie,mas-
più
a
il
me
scene
belle
par
Sua
del
vero
lettura,
logo
migliordiarivo*
operò egli una
Egli rimase
che
un
letterature
nella
sia finora
No.
mania
Ger-
degnissime di
cose
affermava
vitù
ser-
F Italia
rispetto:certe
in
e quel
idealizzato;
e
che
nuove
saranno
italiano. Ma
nel dramma?
modo
sue
col
e
Aristotele;
classici che
le
delle
Manzoni
drammatico
in
delle
di
e
sono
il Panzacchi
di
sessant'anni,e
e
stanziali,
so-
cese,
fran-
dalla
circa
Adelchi, furono
moderno
dramma
nome
E
va
critici
i lauri
di Francia.
quest'ultima
dei
sovra
considerazione
teatro
ciò
e
bene,
parte, riscosse
vivo
non
coli' esempio
questione
po'agitarsinel l'aere
molta
e
del
vi presero
sostanza
romanticismo
imposta*nel
tale
creta,
Manzoni.
del
la rivendicazione
dibattendo
la
Rovani
anche
vostra
s'intende
francesi,predicò
academica
F
; che
all'operadel
non
quale, prima
ed
un
signor
la
e
dell'insegnamento,
poesia.Questo,
alle teoriche
e
teoremi
vostri
alla lavorazione
della
e,
Manzoniani
Due
278
al dramma
di falso ha
cotesto
il preconcetto
del
280
Due
l'altra la
del
natura
1'officio
passionee
conscio
Il
vero.
Svarto
il
della
oggetto
allo
grande
tendono
statuario:
della
contrasto
sua
Adelchi, Ermengarda,
figure bellissime,che
e
pose
s'im-
e
lui di far il dramma
monumentale
ma
eglivolle
qualità e
Carmagnola,
sono
po'al
che
morale,
a
della
ingegno, l'assenza
suo
come
poesia,impedirono
e
Manzoniani
un
mole:
ammiria-
vita, delle passioni,
dell'uomo,la tragedia psicologica,
storica,eroica,
reale, cerchiamola
però
gan
nelle
che
del
opere
di bei
sempre
intera.
altrove, tutta
Manzoni
non
ne
è
Non
riman-
pezzi.
Vili
Il
signor Rovani
il Manzoni
questo, che
elemento,
la filosofia
Ferrari
«
Coro
«
de7
«
sicale
«
per
da lui
per
gedia
Schiller
dramma
un
la critica della
per
nuovo
storia:
co-
[Manzoni]
commento
manzoniana
il
ragioni»
altre
più
esempio,
greci,pei quali
e
riore
supe-
il signor
e superiorità
originalità
la afferma
Afferma,
o
allo
e
nel
egliintrodusse
medesima
testa
Goethe
al
dimostrar
dunque
volle
il
signor
introdotto
coro
era
(non
«
Il
al modo
interinerò
morale), il Coro
parte
Ferrari:
è nella
mu-
tra-
integraledell'azione;
I
Manzoniani
Due
fa
progredirela favola,crea
«
narra,
«
svolge caratteri
che
a' miei
le
anche
per metterle
parolepossono
muove
una
formarne
i
de' periodi,
pe*rconto
ognuno
asterischi,fin
fatte benissimo
esser
e
penna,
caso
o
cosi
la colonna
tasia
la fansieme
in-
messe
vadano
quali poi
loro,partiti
per
che
non
ripensassi
non
porta il
come
gendo
Leg-
vogliadi
verrebbe
me
propri occhi; se
insieme
di chi
situazioni,
sviluppaavvenimenti.»
e
a
queste parole,
credere
281
serie di
tante
giornale sia
del
piena.
Su '1 finire del secondo
noi
vediamo
e
preparati
descrivendo
i due
alti
pensierie
di
serie di
quelleguerre
dialoghie
i commissari
della
di
opportunitào
sensi
come
ha
fatto
scrive il
di concezione
gli effettimorali
fraterne. Il terzo
scene
no
fra il
litici
pouna
su
'1 vantaggio
su
sconfitto,
in che
sciolti i
parte
progredirela favola, ha
signorFerrari,una
è
atto
l'arbitrio di rimandare
e
e
ed
Carmagnola e
il nemico
Come, dunque,
prigionieri.
coro
stiani,
cricivili,
patrii,
veneziana
repubblica
o
d'inseguire
T
su
viscontèo,
descrizione frammettendo
tutti
personali,
espressionemoderna,
e
battaglia.
Seguitail coro
alla
battaglia,
tutti
ma
Carmagnola
veneto
eserciti,
ordinati alla
la
del
atto
quel
creato,
situazione?
282
Manzoniani
Due
L'atto
dei
dell'Adelchi
terzo
due
longobardi
re
riparare in
ed
enarrando
intelletto
e
il
si apre
presso
a
di
ha
E
delira
il
personale
ciò
è
il coro
nelle
esser
che
alla
e
a
Eumenidi
cosi
tragedia.Io
nelle Trachinie
tragedia dedotta
monastero
mento
avveni-
poco
dell'azione.
non
è
Supplici di
o
e
Coefore pur
dà
dal
coro,
tanto
mia.
Io
Eschilo
uri
il
mento,
com-
nome
di Eschilo
di Sofocle la denominazione
ancora
afferma
proprio
principale
nelle
è
anzi
mai,
intermezzo
un
è l'attor
veggo
l'azione
integrale del-
di quel che
nelle
e
ha
non
se
musicale, lirico,è
parte
una
tere
carat-
svolto?
ha
è
non
non
se
che
mente
è drammatica-
non
il contrario
tutto
anzi
L'atto
coro.qual
? Parte
stesso
signor Ferrari,la colpa
veggo
del
manzoniano,
se
con
Ermengarda
Quel
manzoniano
coro
morale
commento
il
esso
infermerò,
sempre
di
giardino
carattere,
un
il
moderno.
avvenimento
coro
vendo
descri-
essa
può sviluppare, quale
svolgere
Se
nel
liberano
de-
spedizione franca
tutto
in Brescia.
carattere
stesso
la
figura
sviluppato,quale
qual
esso
la
che
fuga,
significatopoliticodi
con
Salvatore
san
in
Se'guitail coro,
storicp
morte
ed
icastica
senso
quarto
vinti
Pavia.
mirabile
con
finisce col riscontrarsi
della
questo
è
Manzoniani
Due
personale. Io
Edipi
nei
che
e
della
tebani, nel
Solo
di
personale. E
la affermazione
da
del
del
coro
Manzoni,
l'ha
da
Federigo
di
nei
effetto
e
di
fratelli
fatalità che
violenti
in
coro,
composto
i due
tragico,di
neggiata,
suo
e
di
nasce
un
e
fedele
di
vuol
sia
quello
di Messina
discende
quel
fratricidio,
a
le dinastie
e
di
Tebe
vassalli
cantata
ai
e
signori
popolo,
cui
spinta
e
suo
una
che
ammonitore
e
e
cerdotali
sa-
fosca
memore
e
il
tano
seguiofficio
vero
conscienza
feudali
la
con
gelosa, ivi
armigeri
di
come
guerriere
feroce
dell' isola
dei
è
fatale
amore
paterna, in quel
fratelli,risorge nel
azione
negare
a
Sposa
violenza
Argo
famigliafeudale
tavia
tut-
quale,se
della
dominava
di
Il
nella
odio
un
punizione
quasi incesto,
greco
Schiller. Ivi si, in quella fantastica
concezione
che
del
rimaner
s'imagina
cercare
chi
vec-
con
coro
costretto
son
com'ei
il
ma
signor Ferrari.
un
vero
ciò
per
di
tiranno
svolgimento
attore,
essere
consiglieri
io veggo
Euripide
con
il coro,
attici,entra
nello
solennità
veramente
trovar
di vecchi
^
i due
e
senza
vecchi
Edipo
tìAY
Coloneo
si caratteristica
dramma.
di
composto
nazione,
Eschilo
di
sostenersi
poter
non
Persiani
grandi
finir
i Persiani
veggo
ài Sofocle
28
perso»
l'esser
del-
complice.
con
alta
poesia ma
si
conveniva
qual
medio
italiano. Ma
il
primo
longobardi, né
dunque,
se
il
non
dolore
intorno
innocente
le
del
ho
dell'Adelchi
coro
?
coro
di
morte
chi,
fran-
latini:
pure
Il secondo
la
canta
né
e
meno;
più
notato
del-
Ermen-
volendo, figurarcelocomposto
razza
signora che
colpe
gentil,dall'
o
all'Eterno
dee
muori
e
Nel
suol
Tua
spoglia ricoprir
che
\
candido
un
d' offerta,
Pensier
ansia
ardori
i terrestri
Leva
muore
de' suoi:
Sgombra,
Mente
strettesi in
oppressa
alla
Altre
quinto?
decimo-
secolo
già
che
in
Carmagnola
del
poeta?
che
garda, potremmo,
vergini della
può concepire come
coro
chi,ripeto quel
novata
rin-
fatto,nel
fuor del
condottieri
Adelchi, quello
di
chi
quale
la
per
si presenta
ne
storica,ma
reale, il
compone
no:
chi
eroica
evo
battaglia di
sopra,
favola
una
fantasia
E
V
ad
con
storico, vero,
determinata,
stòricamente
non
Grecia
l'antichità della
una
Manzoniani
Due
284
la
:
tenera
infelici dormono
Che
il dùol
Spose
Indarno
Madri,
Trafitti
dal
orbate*
consunse;
brando,
e
vergini
fidanzate;
che
i nati
videro
impallidir;
pietoso
espiando
dalla
Te
285
Manzoniani
Due
progenie
rea
Degli oppressor discesa.
Cui fu prodezzail numero,
'
fu
Cui
Te
ragion
1'offesa,
E
dritto il sangue,
Il
non
e
gloria
pietà;
aver
collocò la
provida
Sventura in fra gli oppressi
:
Muori
compianta e placida;
Scendi
Alle
a
dormir
essi :
con
incolpateceneri
insulterà.
Nessuno
questibellissimi versi (iquali,di
Ma
altra
ben
sono
gio,
passag-
che le strofe Ei
cosa
fu
e
Bella,immortai,benefica),
questibellissimi versi
si fa
come
uscenti
immaginarseli
di povere
anime
intendo
Non
a
monache
giàdella
si vede
affaccia in
forma
del secolo ottavo?
all'opera
sua,
mezzo
con
La
tutta
morte
in
di
Ermengarda
E che
commenta
ne
cosa
e
di Dio:
poinulla.
finisce la
in pace.
sento
riche
sto-
aggiunge
coro:
Parlatemi
e
drammaticamente
onde
quella solennità,
Moriamo
*»?
e
all'azione? Nulla,nulla
precedentecol
-
concetto.
osservazioni morali
del secolo decimonono?
coro
del
ma
poetica,
né
eglianche qui il poeta, il qualesi
le rappresentanze
questo
dalle povere
eh' Ei
giunge.
scena
è
286
Manzoniani
Due
Aggiungere qualche
delitto. Il
un
licenza
una
altro
coro
la
con
il
signor Ferrari
nude
Se
discorrere
mi
dei cori
Schiller
ciò
che
Ora
«
combinabili
«
a
«
«
«
possa
varne
è parso
m'
però
lo
composti
sti
me
il
che
ne
col
e
i Cori
ottenere
spiritoinserendo
sull'idea
di
personaggi
«
che
«
renderli
li
e
priva d'una
d'
uno
che
e
tanto
Manzoni
ricordo
ora,
intorno
Su
stesso.
e
tore
confuta-
afferma
egli
'1 finire
scriveva:
dei Greci
sono
non
tragico moderno,
il loro
fine
e
e
gran
si
rinno-
degli squarci
l'essere
lirici
que-
applicati a
non
parte dell' effetto
producevano quelli,
può però,a
suscettivi
il calor
autorevole
que'Cori. Se
indipendentidall'azione
con
ufficio
un
quellidel
più
doveva
che
accorgo
sistema
in parte
Ciò
in
e
ha.
Carmagnola
se
nome
trasportato,
di
sonaggi
per-
attribuire
non
signor Ferrari
al
?
non
è il Manzoni
prefazione
«
ha
primo
ai cori manzoniani
della
bene
confessare
pur
greci e
era,
inutile affatto. Il
di
che
debbo
che
non
dei
manzoniano
coro
carattere
un
della chiacchiera
dello
eglifatto
al
rivolge agli
si
atteggiati,in
e
licenza,
una
all'azione
dimostrare, e
affermazioni
parte
una
è che
non
mezzo
lui mossi
propria.Ha
persona
esteticamente,
era,
quale il poeta
e
parla,di
spettatori
da
qui
cosa
slancio
mio
credere,
più lirico,più
288
Manzoniani
Due
IX
Di
Ferrari
mento
«
è, come
il
parla cosi:
ali
da
Schiller,un
e
luogo
un
«
stesso
«
fecondo
lismi
mirabilmente
Goldoni
solo
tifizio estetico
è
non
pure
nel
egli un
è,
scena
alzato
solo per passare
luogo?
Ferrari
e
scene
Di
il Manzoni
si
non
vi*fu tale che
servirmi
della
estetico
scena.
Ha
mai
del
me
esempi
trovano
A
da
uno
l' onore
ha
che lo
sipario
ad
altro
il
signor
tito,
avver-
Macbeth
altro che
qui
al Manzoni
solamente
nel
ce
ar-
E
»
a
ogni modo, prima
fece ben
un
vista.
mutassero
tutto
per
Teli?
Guglielmo
per
Schiller
recar
paralledi Man-
del quale
quel parallelismo,
vorrebbe
che
di
e
riciso affermare
lo
giu-
drammatico,
Prima
a
non
il Manzoni
intraveduto
aveva
troppo
altro
come
interesse.
mutar
muta-
semplice
un
artificio
Shakespeare e
le
a
di antitesi
estetico
pienidi
zoni, il
:
chiarisce,nuovo
lo
signor
sipario alzato,
a
le esigenze dell' azione
sta
«
ne
anco
di passare
mezzo
e
Shakespeare
per
«
«
Manzoni,
di scena,
c
a
al
fa merito
innovazione
un'altra
e
nel
zoni
del Man-
intravedere^
tifizio
parola del signor Ferrari,l'ar-
parallelismo nelle mutazioni
letto il
signor Ferrari
il
di
Goet{ di
Due
Berlichingen
le
Wolfango
azioni
due
dramma,
di
Manzoniani
delle
il contrasto
di
già fidanzato
Adelaide
che
l'amico
dell'una
movimento
a
del
di
spinto
è per
a
del
quel
dramma
veleno
nel
tratto
che
poi
nero,
un
poco
—
delle
e
di
scene
veramente
a
personaggi,
Maria
di
e
si
che
parallelismo era
l'amor
non
coi
miti
go-
cavallo;
suo
il
e
a
un
dileguantesiecco
forma
una
determina;
nell'una
avanza
e
giovanile
Weislingen:
forma,
corda
una
dato
scudiere
poco
a
il
guarda Francesco,
il
una
pugnale,
Carducci.
ha
mezzo
dello
castello;e, quando
19
strarsi
inca-
proviene tutto
prima
il
per
tradi
questo
effetto. Adelaide
ella
di
luogo
con
lingen,
Weis-
Goetz,
marito, dilungarsi a
cui
a
da
risponde
finestra
alla
disegnarsinell'aria
e
sorella di
nella
molto
tór
per
del
amore
esagerazione fantastica,che
del
a
quel
periale
potestà im-
Weislingen,
anzi
appoggiati
Francesco
V
e
di azioni
Che
senza
scudiere
alla
il cambiare
e
ideale
certa
altro
Goetz
come
che
Berlichingen e
Adelaide?
s' intreccia
nell'altra
del dramma
redazione
lo
notato
azione
raffrontarsi
tato
egli no-
tradisce, com'egli
vista,cambiamento
un
di
lo
poi
ha
quali
Maria
a
lei? ha
per
Goethe?
dai nobili
usurpata
289
mano
avanza
ella spaventata
vaga
un
naco
mo-
e
verso
l'altra,
nel-
il
lascia la fine-
stra
rifugiarsiin
per
tien dietro
scena
della
segreto
drammatico
cotesta
del tribunal
Veheme
che
Si poteva
egli
Santa
camera,
apparizione.A
la ragunanza
subito
Adelaide.
di
morte
della
canto
un
la fosca
in faccia
eccole
e
Manzoniani
Due
290
statuisce
più
con
ardito
il rimorso
parallelismo rappresentare
presenziente del gastigo
intanto
che
la
turasi
ma-
?
Ma
si direbbe
in
lichingen e
Goethe.
il
ricordi
non
o
che
il
generale
al
Pellico,
«
Goethe, Schiller, in
«
molto
«
e
«
tragedie.»
di
più :
dei
faceva
del
idealizzato
dramma
in
di
gran
Manzoni;
e,
fra il
il Conte
di
se
Ma
hannosi
Carmagnola
e
Egmont.
E
di
azione,
Goet\y concepitoe
di
il
steso
nella
poeta, ne] periodo del Drang
di
delle
e
seconda
capolavoro
si
tratta
di
le
tragediedel
a
fare,si
Goet\,
allora
contrasto,
filosofo,
della
qui
sono
:
fatto
drammi
altro
qualche
confronti
Wolfango
troppo
vero
storico,che storiche
Ber-
aveano
dei
tedesco.
di
asserzioni
queste
era
esser
nosca
co-
all'Alfieri
Germania
libri anziché
e
di
accennato
esce
può
non
Goet\
teatro
Goethe
ma
Il che
parte del Faust
e
bastanza
a
dopo
Egli, in fatti,
al Foscolo
Ferrari
signor
ciano
fac-
fra V Adelchi
quella
vita
che
ranza
esubeè
nel
prima gioventù del
und
Sturm;
allora
Manzoniani
Due
di
quella perfezionesuprema
d'unità
di
Conte
il
del poeta
il
dopo
e
forse
ad
drammi.
il Goethe
che
asserire
eglise'guita: Schiller
Intanto
che
nel
genio
di
anziché
sci va
«
passioni e
«
shakespeariana. Certo, che, procedendo
dello stile
a
dissimulare
bone
con
un
freddo
come
creato
il
terreno
il genere
procedendo
di
sempre
signor Ferrari
Manzoni,
può
perfezione del
«chi.
Io
non
di
maniera,
da per
esito
a
tragedie perfette,e
dirlo:
sono:
queste
toccò
per
zoni,
Man-
Manzoni;
come
Manzoni
credente
un
altri che
tutto
cose
di Dio
coli' aiuto
vedere
non
scrivere
genere
francese
teatro
volontà, può
buona
al punto
del
esistito;certo, dico, che
mai
cctesta
molta
con
arrivare
«
fosse
non
damente
tipo troppo rigi-
un
sopra
di
tacciandolo
ma
classico, tacendo
se
all'Alfieri di
concedendo
noioso,
e
aver
come
del Goethe
po' di genio,sbarazzandosi
preparato
«
in questa
cioè allo Schiller dello'sgob-
dando
aver
e
l'imitazione
»
maniera,
delle
maneggio
«
a
riu-
non
«
forza
pensare
libri
fece
del
cosi franco
correrà
signor Ferrari, ed egli non
al
matura
po' da
un
pone
cima
alla
viaggio in Italia,
storico,daranno
dramma
gioventù
finito nella
Egmont,
ideale,che
d'
e
forme,
di
personaggie
reale
varietà,di
nella
291
il
La
nelV Adel-
me^ci
Edipo
: «
e
re,
sono
tre
Amleto,
Manzoniani
Due
292
«
Adelchi.
Strilli chi
vuole
«
derando
che
questo
«
Goethe,
Mazzini
Il
cose
:
ad
quel
fece
del
affermare
i tedeschi
lodò
liriche
del
Manzoni,
letterària
il Giusti
romanzo:
riverenti
e
Edipo
V ha
letterine
pur
il
si
delle
sue
rincagnato,
fatto
del
errore
linguaggio
comico
di sinonimia
più
che
battaglioni di
signor
linea
La
mai.
Noi
non
non
è
macinato
clami
proleremo
stril-
poi
un
il peso
sotto
o
di
altro
si
rimembranza
una
padri
italiana. Noi
il
dei
duro, arcigno,
motto
dei
l'
del-
nessuno
farci strillare
di
sa
di graziose
quella trinità
balzello,è probabilmente
già, tanto
ora
che
specialmente
e
Ferrari
opinioni: quel
gio:
mag-
generale l'opera
Ferrari.
signor
da
splendido tiranno
Qinque
promulgata
o
le altre
al Manzoni
ma
:
egli,il signor
già: oh,
lodò
dell'Adelchi
e
proclamata
il
in
scrisse
dell'Amleto
vezzasse
av-
sione
recen-
una
Manzoni,
del
si
Il Goethe
suo.
lirica,e
commendò
critica
e
che
bene
tradusse
e
coteste
dell'Adelchi,del quale
e
la parte
molto
il Mazzini
tre
scrivere
chiamano
Carmagnola
con
»
conto
per
consi-
entusiasmo
sarebbe
ecco,
ma,
che
ultimo
il
mio
Giusti.
e
consolerò
signor Ferrari,ripeto, può
altre
e
divido
mi
:
nobili
non
Ferrari
in servizio
o
è
un
strilleremo
non
delle
ha
sue
per
prò-
Manzoniani
Due
letterarie:
mulgazioni
del
l'elogiofpnebre
dei
e
be'
la
rideremo:
non
di
quella
avere
faila le
non
ci
può
essere
a
facil
troppo
giudizio
sicure
nella
storia
troppo
ci è
attestato
alla
Intorno
perché
nulla
e
ben
da
lodi
moltissime
fanno,
di
poco
io
che
se
quell'opera
nostri
questo
il
su
la
padri;
luogo
od
a
e
che
fare
il tempo.
né
zioni
cogni-
articolo.
suo
o
avrei
fratto
di
lanese,
scriitor mi-
da
da
tacermi,
innovare
e
se
meno
Desidererei
ne
osservare
l'influenza*
generazione e
nostra
del
fecero
ne
nuovo
voluto
amerei
aggiungere
gl'intendimenti morali
circa
dei
ho
per
difetta che
dello
opera
avuto
stato
quel
che
del
tutta
ha
dramma;
da
Sposi,
è
difetto
dal
del
maggiore
/ Promessi
alle
che
anche
come
esporre,
un
pur
ragioni
rilevare
trinità
può
ai
né pur
faremo
non
signor Ferrari, il quale
sue
destia,
mo-
urbanità, trattava
ci basterà
di
poli
disce-
dei
semplicitàe
tanta
con
la critica. Ma
promulgazione
resto
ridere
tosto
in bocca
assume
socratica
tanta
giorni
cotesto,
chi
di
figli
con
suoi
più
potremmo
dogmatico, inquisitorio,gendarmesco
tono
che
293
su
di
quella
sarebbe
che
En-
Panzacchi
rico
che
nella
circa
il
svolgesse più largamente quel
lettura
sua
i
alfa vita
sviato
furbi
rifugiasi in
che
verità
nel
insigniribaldi
volgari e poveri
Borromeo
lo scetticismo
Pare
e
famoso,
romanzò
sono
il cardinal
spirito,eccetto
Cristoforo.
quel
e
acutezza
con
personaggi
codardi
ipocriti o
notò
di
pessimismo
tutti
quale
col
Manzoniani
?"***
294
col
di
padre
vecchia
della
chiesa:
il
e
o
cietà
so-
erasi
Byron
selvaggia,fra piratie briganti:
Leopardi, erasi, per
disperato,capovolto
nel
nulla.
su
proposi di dire
io mi
Ma
'1 Manzoni
quanto
alle
intorno
al
eccomi
òpere
signor Rovani.
invidiosissimo
il
ingegno,
tentò
signor Rovani,
che
seguace
sero
stati che
alla
lunga
non
so;
è
so
un
che
i
«
la
T italiano
tanto
non
le sentenze
Manzoni.
Chi
E
per
Filluétre
fosse
il quale, secondo
alla
tate
gitciò
ma
afferma
turba
camente
cie-
Sposi » nonfos-
Promessi
opere
da
di
aggiungersi
Scott,io
Walter
giudicabile.Ma
a
la conversazione
i miei
mio
di quel giudizio
leggera ingiustizia
giornaliitaliani tanno
Se
del
romando
delle
serie
pareri o
insinuare
nuovo
facilmente
—
i
su
il parer
Promessi
alle lodi dello
ultimi
questi
fra
credo,
tutti,-
lo
Scott
i
contato
giornirac-
e
il Manzoni.
Sposi, rispondeva
scozzese,
hanno
qualche
296
che
quel
tutto
e
Manzoniani
Due
ingiuriequel
con
creduto
bene
allo
tutto
che
Sposi
imitato
abbia
il motivo
preso
che
le
all'opera sua,
zoni
il Man-
poi
Scott,
lo
: va
belli di qualunque
più
Scott, ma
han
da
o
lui
baie:
sono
via!
oh
cui
i nostri
dai
lecci
e
dai
terra
o
da
padri
borie
lor
la
E
sé
da
ragion
grottesca
Non
si
lo
Alberto.
di Carlo
d'essere
Scott
del
Manzoni,
del
pagine
beate
Fauni,
storico
sentenze
vagheggiarono più
in due
regno
tenere
man-
de'
tempo
mai, credo, F ignoranza
di
Coteste
in letteratura.
almeno
romanzo
il
e
e
critico
e
la
fa
signor
la vanità
di sé
milanese;
del
sua
vani.
Rostrale
no-
stesse
seco
spropositi,di quello
del
tra
al-
chico
monar-
dal
oramai
del
nelle
comparsa
raggiera
una
fatto
fra
il
da
fisico
meta-
e
superiore,vorrebbero
applicato alla questione
paragone
il mistico
Gioberti; è
F autoctonismo
ora
fuora
provenuti
gente, cacciate
della critica
e
è
gente;
di Vincenzo
fa
sbucati
essere
sugheri anziché
di povera
dei fatti
volevano
altra
primato
l'Italia
degli aborigeni,per
autoctonismo
il vecchio
E
in
al Manzoni
sieno
studiato
o
gli altri:
per
nulla
Scott, e
dello
romanzo
farebbe
che
i Promessi
beffe
loro, rigettandocon
fa per
abbian
dove
il
.
disordine
del
ragionamento
non
è
agguagliato
se
Due
dal
non
ha
storia
comincia
npn
forme
fecondità
del romanziere
un'essenza
di
che,
ammessa
quel
che
la storia
di
al
la
ecco
molti
e
per
lui
critico avrebbe
e
a
disaminare
anteriori
scozzese
i lineamenti
No:
questo.
mette
paura
«
E
f
fra
«
possibileun
«
nione
qui
sta
Manzoni
che
dovuto
nei
la
e
Scott;
confronto
l' uno
sia
a
loro
imitatore
che
che
differenza
e
dello
sieno
le idee
di
che
conchiusione
tale
capitale
fra
care
ricer-
serietà
una
con
a
sto,
que-
romanzi
le forme
invece
differenza
tutto
dell' italiano
romanzo
lo
I Promessi
uscissero
molti
signor Rovani
procede
che
li fece
e
procedere
le adombrature
il
cioè
romanzi
cioè che
se
al
am-
un
ammesso
Sposi; parrebbe, dico, che, posto
un
gli
per
riuscita;parrebbe
di
molti
ma
1827, prima
stare
cronologia danno,
la
:
della
cagione
Lasciando
fecondità,
e
il diletto
fecondità, che
e
suoi
il diletto si rinnovi
genio,
esecuzione
cotesta
fece
innanzi
del
che
cjie a'
fine che
che
della
ejsbi-
letteraria.
ma
scozzese.
rovaniana
minicolo
Scott
altro
propose
smilze
dall' affermare:
romanzi,
molteplici:ed
teorica
altri è
molti
dilettare,
bisogna
per
sotto
la
cognizioni di
fatto
ei
romanzi
ora,
delle
e
signor Rovani
Scott
lo
297
furioso
cieco
cozzo
lench",£cL orbe
Il
Manzoniani
:
intercede
rende
im-
ridicola Popidell' altro.
»
E
Manzoniani
Due
298
più
senza
in
entra
ha
storia
scritto
e
Scott, dice,
v
hanno
un
«
secolo
decimoquinto
«
indietro, in alcune
«
tenti
«
costituiscono
«
ma
t
già popolare, condotto
riscontro
un
un
«
che
«
suo
studio
«
del
grande poeta
t
bili nelle
«
buon
in
produzioni
metonimia,
del
medio
rinnovare.
del
che
e
Ariosto!
quattsocento
medio
evo!
Il
!
ma
Scott
signor Rovani
questi a
scusa
poemi
le
ha
non
momento
dal
che
indele-
vallereschi
ca-
leggende
gli esemplari
sono
che
sa
inglese.»*
i
dunque,
del
che
la
vera
Rovani:
bisogno di
Io
ricorrere
quattrocento.
poemi
cavallereschi
leggende
non
fatto
per
signor
italiani del
ma
e
tracce
arbitraria,che
aveva
a' poemi
che
l'Ariosto
un
io,non
non
fatto
aveva
cosi
quattrocento,
imaginata
Scott, affermo
Ma
essi
celebre
e
rimasero
molto
Ammettiamo
rinnovazione"
all'Ariosto
antico
dello scozzese,
lo
po-
letteratura;
giovinezza
sua
evo,
più
perfezione.Ognuno
a
Ariosto
storico, cui
romanzo
già
chiamato
fu
italiani del
storiche
di
del
evo,
forma;
genere
italiano
ragionamento. L'
un
del medio
di
quali
salire
vogliamo
predilettodell'Ariosto;però le
diritto
una
cavallereschi
nuovo
Scott
Walter
poemi
scabre
genere
i
romanzi
leggende
e
Walter
t
molti
e,- se
d'imaginazione
sibbene
Ecco
nei
letteraria,e
conosce
storiche
né
meno
del
Manzoniani
Due
la
nomenclatura
del
in
gesta
non
gnor
egli il si-
sa
i cicli dei romanzi
le canzoni
e
celtico,celtico-romano,
il paese
tutto
le
derivarne
a
storico. Ma
che
resca
cavalle-
dell'epopea
si accampa
e
romanzo
Rovani
di
le serie
romanzesca,
e
origini
o
299
celtico-romano-sassone,celtico-romano-normanno,
dal secolo
celtko-romano-franco, incominciano
~3ècimo
fin
tura
la
si continuano
e
il
a* tutto
nella
da
aveva
leggere cento
d'avventura
prima
italiane
del
che
decimoquarto?
di
poemi
Ma
non
ai
e
sa
romanzi
e
.
zioni
imita-
rifacimenti
egli,l'autoctono,
questi poemi italiani del quattrocento,
che
prototipi italiani
come
nella
composizione,
redazioni, da
Scott
di
romando
e
per
e
nella
ria
mate-
serie di
una
inglesi,francesi?
scrisse
a
punto
Ma
un
non
varie
pochissima
alla
sua
all'Italia?
sa
Saggio
cavalleria, nel quale fece,
larghissima parte
Francia,
che
an-
rico
sto-
romanzo
prototipigaelici,armoricani,
normanni,
Walter
al
essi stessi
derivano
scozzese,
e
e
dell'Ariosto,i quali egli vorrebbe
P Orlando
stabilire
lo
francese
alle tarde
arrivare
quattrocento
classici dell' Ariosto?
? che
inglese e
cento
e
è
cotesta
romanzesca
letteratura
vecchia
fiori-
magnifica
una
propria patriadell? epopea
Scott
che
con
un-
egli
sul
veva,
do-
come
patria
toni,
bre-
e
alla
«L'Italia, dice
Due
Manzoniani
tanto
tempo
300
«
lo
«
letteratura
«
non
«
manzi
«
istituzioni cavalleresche,ma
«
sembra,
«
mai
(t
Evvi
«
che ha per titolo Guerino
all'Italia,
«
ma
Scott, per
che
pare
:
stranieri
farsi
vecchio
un
a
è
Gualtiero
la
Scott
o
narrante
indigeno
che
col
o
no.
»
storico
fare
col
guisa, e
certa
canto
amore
dalla
popolare
degli
e
origini nazionali
nazionale
storici
novella
questo,
della
riflessa
per
e
pur
essa
o
quello
dei
di gesta
nel
e
secolo
borghesia
che
esempio,
v'è, che
tra
la
dal
delle
quello, la
il poema.
può
Tavola
cologica
psi-
decimot-
della feudalità ;
che
e
narrazione
uccide
condaria,
se-
dal rinnovato
costumi
alla
e
questo
il poema
agli esempi,
comune,
;
congiunto
riformata
tavo:
militare
canzon
studi
manzo
ro-
cantato
drammatico:
studiato,descrittivo,
proveniente
di
romanzesco:
poema
quello,di composizione
;
proprio
duale
collettiva;quello, indivi-
primitivoin
questo,
le
e
il Meschino^
nulla
ha
di formazione
:
le forme
di cavalleria
romanzo
o
ro-
di letteratura.
genere
Il
questione.
non
ai
spiritodi cavalleria,né
sia
se
risorse,
rimasero, a quanto
questo
cavalleresco
questo
gì'italiani
allo
a
classica
pigliatogusto
romanzo
dubitarsi
altra
Ma
mai
accolsero
della
primamente
questa
abbia
bene
seppero
è
dove
e
sede
esservi
rotonda
nendo
Ve-
di
e
Manzoniani
Due
V
Ivanohe,
di
Scoria, tra
Lucia
di
il
Ma
il Lancillotto
tra
che
il
contemporanei
«
suo
modello.
mente
«
mando
t
casa
t
gio
e
che, anche
«
Italia,forse
t
CaloandrOy
un
difetto
ma
a
TUTTE
LE
Walter
«
quantunque
«
figliodel
t
sco;
«
l'italiana
libro
di
da
dove
sono
dell'eccesso,e
in
DEL
SEMBIANZE
più
nostro
che
lo
l'Italia,magna
1' Orlando,
secolo
in
pubblicato il
del
colpe non
si
cui
ravvisano
STORICO
DI
legittimamente,
eccellenza, era
cavallere-
poema
letto
nel-
versato
e
indarno.
non
frugum,
il Calloandro
decimosettimo
»
aveva,
fedele;
questo
altro
storico,figliopiù le-,
romanzo
dell' Orlando
le
parens
anco
lungo viag-
Orlando,
Scott, abbastanza
aveva
letteratura,
prototipo del
V
erasi
più
celebre
in
si presso;
minore
tanto
con
vera-
già
ROMANZO
perchè
del
cerca
avevamo
parte
ci
libro
italiani
produrre trasfòr?
avevamo
dopo,
dunque
egli
far si
che
quello
secolo
un
di
vena
mettendo
fin dal
gittimo
la
e
scrittori
oltralpein
conveniva
non
e
è
Non
«
altrui,gli
Scott,
t
bel
i Puritani
Roncisvalle
seguita:
in
genere
cerca
€
aveva
e
originali,quando
stato
nostra,
che
di
sia andato
Gli
fosse
€
che
Lago
più grande degli
a
oltre
la Rotta
Rovani
signor
vero
Cosi
del
Lammermoor?
«
in
301
che
non
il
romanzo
scot-
che
tiano, -e
ciò
per
furioso,
meno,
il
e
fedele
Ahi
ragionaménto. Ma,
un
nato
ravanello
b
venuto
su
e
ahi,
ne' anche
/, ma
Giovanni
dell'Astrea
terea
di
e
noi
non
in
Francia.
Me
noioso
scipitoe
sarebbe
che
un
pure
il dimostrare
noi
.
D'
ogni
ci abbassammo
nostra
ed
nazione
che
anche
di
l' Italia,
nel
oltre
colo
se-
alpe
tanto
cuore:
quel
è
dro,
Calloan-
zionale
gloria na-
come
ardite
fervide
altra
Ci-
obbligo
bel titolo di
itale
.
.
menti
anda-
autore
romanzi,
di
sconclusionato
e
vendolo,
scri-
gli
i modelli
spiace
ne
Ahi,
della
triste
doveva,
cercare
rapa
francesi; si
di
decimosettimo,
una
d'eroi.
autore
materia
frugum,
è
D'Urfè
Gomberville
in
sventura,
presso
del
dal
che,
un
genovese,
da
troppo
possiamo esimerci
parens
magna
Marini
altri tali romanzatori
riconoscere
E
qualunque italiota,
la prosa
del Di
e
po'più.
questa polve
Ambrosio
gl'intreccie
un
il Calloandro
da
ormeggiava
della
storico,chi
sventura,
tubero
un
del
gli assomiglia
scottiano
romanzo
il Calloandro
e
sventura
ed
le sembianze
tutte
assomigliare all' Orlando
da
ha
lo sapesse,
non
bel
offre
scottiano, perché il romanzo
romanzo
o
Manzoniani
Due
302
cosa
insegnatori altrui,
esinanimmo
di
menti,
tanto,
nello
scadimento
"sol per poter dare
«
né
altri,e dove
presso
cumenli
di
«
lettere,di
a
della
una
un
il
cui
per
«
avere
numerosi
«
petuo
lamento
i Promessi
«
nere
«
ma
«
riodo
che
letterario
da
col
ma
io
m'
abbia
dello
quel
e
proposto
di
sieno
questi e
soltanto
il
caso,
accettando
dei
esaminare
tra
ogni
rimauomo,
un
pe-
eccetera:
nostrana,
estero
qual
e
quanta
dall'italiano,
messo
colorare il
o
Sposi;
Promessi
freddamente
a
scozzese
poeta
maturare
la Bella
a
ora
zoni
del Man-
romanzo
mi
certe
se
fanciulla
era
miglianze
so-
diPertht
accidentali;di disaminare,
procedimento
dall'
studiare, non
libri del
svolgere, a
P opera
concetto
V Abate
tutto
Scott, e quale
lo studio
avuto
o
il
che
confessione, nei
sua
un
riposata,sino
mente
a
ritenere
da
promovere
a
e
può
derivi
parte
come
a
eccetera,
di
proposto
era
tempo
si
punto
di
per-
basta.
vero
Ecco,
eccetera,
»
di
mente
eziandio
produzione
potuto
libro
è destinato
della
ragione
di cui fanno
volgari.Un
solo
non
produzione
unica
lingua
ha
non
cosa
fratelli;
i lettori
la
spiega
di Manzoni
Sposi
unica
si
ciò
con
te
do-
nostre
atteggiarsidella
romanzo
«
delle
fioritura
nuovo
E
consegnatii
sono
nuova
nazione.
«
a
Manzoniani
Due
304
con
le forme
le avvivò
di vita
cui
le
il Manzoni
empiè
nostra
di
teria
ma-
innovan-
Due
dole
•
che
dell'Ariosto
alcun
de'
che
nazionali
chi
contro
ci nega
'nelle campane,
me
savoiardi
deum
diletto almo
:
di
giovini
diare
stu-
a
signor
rimangono
non
intonando
ciare
e margaribaldini,
e
la na\\one,
generi
per
i
del
trombe,
tutta
dei
era
utile
si desse
conclone
nelle
intonare
del
unico
sarebbe
il
e
meglio,
o,
quanto
all'Italia
accusa
e
cattedrali il Te
suo
che
il diritto
Signore
io,dico,mi
questo,
la
e
ria
mate-
differente
mancano,
dar
partiti:o
gli inni
chi
bene
veggo
due
non
Ma, dopQ
cotesto.
Rovani,
tutto
:
la
nostri,e specialmentetra
in Italia
seri, che
Boiardo
indagar^qual
il secolo
desiderio
umile
con
esporre
ciò
tutto
di studiare
proposto
d'
nostrane;
ingegnò degliscrittori
differente
che
in
avesse
parte
forme
del
dall'estero
accettarono
dettero
le
305
al contrario
ampliandole,
e
e
Manzoniani
tutte
contro
nostri:
le
dar
o
mille
nostre
stro
laudamus, ringraziandoNoch'ei
conservare
fa
questo
a
il primato universale
paese
sine
imperxum
consigliereil'ultimo
fine dedit
migenio
priIo per
partito.
XI
Ma,
mi
ora
sento
so—
che
anche
Carducci.
sento
di
brontolare
non
aver
altro
dalla coscienza
da
una
dire,
di
quelle domande
sé stessi: A
che
utili né
L'Italia
lingua
ragione,
della
e
legge
certi
Vero:
scienza
(la co-
ma
debbo
per
il solito
torto),
aver
furiosi accessi
fare
estetico
altri libri che
una
E,
bello vedere
la
velata
a
ululare
all'ara
mano
altre tombe
verso
troppo
con
più
quel
e
grande piagnona
bruno
vestita
facendo
da fare
e
non
e
di
capo
grande
tempo
un
le
torno
inl'una
del-
fiche alle
mano
le
Gl'inglesi
mare.
a
la
saltare
dell' altra
oltre
badano
scrollatina
o
chiamava
alle altre are,
e
a
e
mente
curiosa-
festa superbamente,
a
tomba
Dante
oltremonte
una
o
recente,
si crede
di entusiasmo
spettacolo,è
come
sull'ultima
che
Italia è
patriotismo e
consumazione
gran
nazionale.
baccante, o
di
parte
forestieri ;
ricorrenze, questa
certe
terarie
let-
banditrice
e
grandissima
per
sua
tradizioni
raccattatile
gusta
non
e
della
profondamente
glorie e
vere
sue
casi, in
debito
più
discorsi né
non
che
straniere;l'Italia,
da
al
io
e
sollecita
cosi
presa
han
sempre
in
tempo
coltura, cosi
sua
delle
e
corna
contentar
acerbi?
incuriosa
cosi
dimentica
non
dono,
rispon-
inopportuni.
non
delle
tanto
troppo
e
da
guisa
di rado
questo? importava eglispendere
tutto
nuovi
ha
ma
in
spendere
fare
e
gli scrittori
cui
a
rispondono
o
in
Manzoniani
Due
9,o6
certe
miserie,o
ripetono:
E
Manzoniani
Due
la
nazione
del
ci
badano;
dosso
a
vivi,
di
vecchi
quelle ingiurie e
fanno
primato
tiche,
policano
scari-
padroni, ci
morti
moderni,
e
di
insolenze
quelle
E
le mani.
pruder
terario
let-
noi,
ripicco,grandi partitea pugillatoretorico
di
pe'giornali: salvo
di
ad
vecchio
un
dimani
à divorare
di
ultimo
un
farem
mattina
cacio;
nella
lingua
Ma
siamo
Germania
Ferrari
morte
del
al
si
più
è
un
siasi letto
Francia
il
signor
anche
considerato
e
Rovani
noi
come
pranzo.
pane
dette
son
non
le
giamo.
leg-
po' che
quel
dal
per
la
meno
signor
il
in
gnor
il si-
che
scrissero
il
rezza
legge-
siam
sappiasi,come
all'estero,che
fra
a
ci
ingiurie,che
giusti.Imaginiamoci
e
cui
ora
noi
Manzoni,
sa
della
di conversazione
le
e
primo volume
nipoti d'Arminio
dei
in
e
il
perche'co'tedeschi
poi,tanto
e
tutto
Dumas
immoralità,
francese
materia
de'francesi
Parlo
del
dramma
su
alla rappresentazion
sera
abominata
e
romanzo
poi
la
accorrere
della solita deplorata
e
gliumori,
le bizze
nazionali,con
tutti, antichi
a
del
gli orgogli
naturalmente
che
volte,secondo
disprezzidi
i
con
i francesi
e
serio; e allora,apriti,cielo.
le stizze
con
e
su'l
cosa
rinfocolando
Allora
I tedeschi
carnevale.
e, il più delle
pigliano la
307
rari
Fer-
primo
dei
nostri
commediografi
viventi, e
moltissima
riputazione
ha
di critico. Che
di
scrittori
il dramma
rinnovare
che
il
mondo,
si possa
o
belle
più
mettere
brave
più
bel
mai
fare, che
fronte
tanti
inscienza
tanta
straniere
della
e
da
noi
bano
consolarsi
quella
fastidiosa
il Goethe
degni
il
del
dell'
improprietà,
critico,con
di
Shelley,
Heine,
e
prodotto
aver
1' udire
due
proclamare
che
Edipo
del
fatto
da
déìY Amleto
e
prodotto
tutto
ciò
linguaggio
meno,
di
di
storia
letteraria,con
stessa
letteratura
nazionale?
tedeschi
nominati
l'Ulhand
il Lamartine
Scott, e né
sotto
e
del
delle
diamo
Credeb-
vedere
con
sacrificati al Manzoni
sufficienza
lo
e
francesi
e
ringraziarci
e
con
lo
antiche
e
P
quelle
su
letterature
che
tre
poter
delle
vero
damenta,
fon-
delle
sola
proclamare
per
dalle
e
una
la
re
aver
fu solo
siasi mai
fatto
mondo,
che
romanzo
che
ha
errori
lo Schiller
essere
e
bel
più
romanzo
l'udir
persone
tanta
dee
Italia
il
fatto
effetto,ripeto,deve
che
lo
ha
romanziere
originalmente
tragedie
a
di
lirico d'Europa,
l'unico
è
vani
Ro-
tedeschi
e
in
credito
tal
il Manzoni
•
francesi
signor
il
che
effetto,domando,
i cólti lettori
su
a
Manzoniani
Due
308
il
e
a
lui
Ruckert,
l'Hugo?
men
il
tenuti
Byron
il Platen
e
e
Manzoniani
Due
Del
io
non
pormi
di
resto
di
ho, s'intende
mezzo
No.
internazionale.
La
giudice
mettendomi,
di
di
molti
in Italia
parte
le
altri
che
e
non
prova
impone
le
osanna
da
critica
che
le
di lettere
figure
o
parte
con
una
come
del
marchesa
una
prima
donna
seicento,
ricorda,
musicale,
di
quanto
non
che
che
come
il papa;
perche,
so
è
quella
l'ultimo
letteratura
ha
gorgheg*,
è
solletico^
una
ballerina
i bei
il
delle
nazionale
mutria
la
questa
e
o
che
critica
e
con
le lacune
salta
civile; questa
altra ; questa
discorso
del pathos
slanci
cameriera, leggera
da
avanzo
gli
grida
passo
del
gli sdruci
che
i fatti
disprezza
ogni
ad
critica
tempi
meno
ch*ebbe
in
critica
questa
: ma
che
Da
egregie
crucifige dall'
sentimento,
religiosoo
già
e
rammenda
cognizioni
che
sentenze,
una
di
di studi
quali
critica?
essere
afferma,
ma
con
sonali
per-
ai
di
nome
possono
e
cittadini:
con-
di sensazioni
il
che
luto
vo-
no,
o
rimembranze
concedono
persone,
generi
di
congegni
avrei
a' miei
finita,si
far
vogliamo
pacere
schiatamente
po' arri-
un
domandare
questi disorganiciaccozzamenti
e
e
questi discorsi,io
l'autorità
avere
bene, la pretensione
come
Ma
far
a
309
d'una
coma
e
che
matica
dogmi
dell'Italia
invidiabile
ragion
d'és*
sere
quarant'otto
Introduzione
la
con
del
prima
poco
critica
questa
buona
e
almeno,
tanto
le
"873.
il
vogliamo
del
Primato
noi
s'incoronò
averla
Gioberti
;
ancora
per
bella?
avendo
Non
e
e
proteste,
autorità
da
ridere,
per
io
ho
movere
perché
protestato.
domande,
tali
so
a
che
gano
val-
ALBIO
CAVALIERE
IL
PER
E
AMORI
PE'SUOI
LETTERA
A
71el
J
Mori
1
giornale e
giornale è
tuo
? Non
fa,
signor De
ai lettori del
del 7 corrente,
numero
raffigura
e
rende
come
ne'suoi
non
di buon
cavaliere
può
essere,
e
tu
io, che
Zerbi
poe-
morto.
Tibullo,
presentò
nel
domenicale
che
meglio
brutalità,la
della vita
qual
capisci,contento
ho
un
un
Io
il poeta
versi la
gusto,
di
Albio
Fanfulla
sensuale, l'orgia continua
Un
difendere
chiamava
del
scrittore
uno
permesso
sì
e
II
romano.
ultimamente
contro
ispaventarti
: si tratta
898 anni
cavaliere
MARTINI
Ferdinando,
tuo
a
PRIMA
FERDINANDO
Caro
TIBULLO
era
mità
enor-
romana.
Tibullo,
di tale
qualche obbligo
con
sentazione;
pre-
luì,
TìbuHiana
3 »4
chiedo
De
devono
parole
in
moltissimi
Ad
lo scritto
della
veggo
detta
per
poeta
Né
dire
classico
versi.
italiana
perché
forse
Ma
io
che
uno
ha
il
i
poeti della
i lirici
tanta
tutto
giaci
eledizione
eru-
fare il
ed
stretto
guardare
non
cosi
gli
e
può
non
torace
bastava
io
dir vero,
a
egli
discuto
non
(chiamiamole
tra
e
Zerbi
è appunto
il bisogno di
capisco
a
pallido,mentre
dei
Sebbene,
scuola
signor De
accuse
qualirelazioni passino
romani.
Tibullo
a
scuola, che
quelle
Tibullo.
nuova
le
Fanfulla.
lettera del
nuova
sono
cosi) a
pur
intorno
tendo,
po-
che
opinione
lasciato
della
ove
e
né gl'intendimenti né il metodo
contenenza
poeta
gnor
al si-
scuse
menomare,
a
cattiva
lettori del
discuto
non
un
la
aver
dei
fo le mie
e
provarmi
distruggere
sue
né la
di
Zerbi,
a
10
il permesso,
te
a
piedi
ai
questo:
è
io difendo
Tibullo.
E
comincio
11
signor
della
sùbito.
Zerbi, per
De
fibra
che
romana
di
Tibullo, queste
tempeste
del
mare
tradotte
parole:
pei*
da
«
cercare
lità
infaticabidaW
si ritraeva
insoddisfattae travagliata
dà, fra virgolette,come
la
provare
désiderii
da
una
Si sfidino
oro,
Alla
pesci, vini, vasi preziosi*
orgia
nuovi,
elegia
dunque
marmi,
guerra,
le
lonne,
co-
nei
Tibulliana
315
più aspri combattimenti, precipitiamoci valorosi,
affinché
le
fanciulle
nostre
Vittorioso,darò
ricchezze.
alla
bottino
le tenui
di
donne
da
vesti
la
Coo;
delle
Indie;
colori, ond'ella
roba
che
ha
stre
no-
mio
molte
schiavi
le
e
portino
suoi
i
che
barbaro
»
;
e
dal
tiria
—
ha
i
la
e
tutta
se
"?
si
da' ferri della
ricchezze
dalle
oro
pili smaglianti
Nemesi
bella
nino
ador-
abbronzati
risaputa
cosa
la
del
in
fra la porpora
è
—
La
doni.
ricamate
e
servano
segnati ancora
e
pe'miei
tessute
manca,
le braccia
fra
del
parte
estingueràco'
che
tutti
scelga
sidonia, giacché
questa
le
per
desidèri,poiché potrà passeggiare per
ammirata
Roma,
sole
Nemesi
vaga
i miei
baci
amino
ci
getterà
gati
infan-
piedi
schiavitù,ma
aggiunge.
Cosi
«
tava
can-
Tibullo.»
Mi
:
«
cioè
cantava,
Ahi, ahi,
i ricchi.
città
la
dunque
la
la
e
Nemesi
mia
lusso
preda,
passeggi la
ne' miei
doni.
Porti
le vesti
di
Coo,
conducendo
le donne
la tela
schiavi
e
ciono
piac-
nel
tesserono
mezzo
rapina
tra-
persona
sua
sfoggiando
che
per
la
io
e
alle ragazze
che
veggo
Venga
scriveva,
poiché Venere^tira al denaro;
strascichi
proprio
cantava
non
i
y
**
Tibullo
cosi.\
duco
Tibullo
dispiace, ma
neri
le fila dell' oro
cui
l' India
:
e
la
tili
sot-
gnino
accompa-
abbrustolò
sotto
i
31 6
Tibulliana
vicini
troppo
gareggino
lo
cavalli
presentarlei più
a
scarlatto,Tiro
che
seguita
nella
versione
precedenti:
tutti
da
i
v'è
E
del
basta: ciò
qui
signor
Zerbi,
De
può legarsiai
nei testi
di mezzo,
critici
migliori
Tiro
e
colori,Africa
scelti
la porpora.»
non
interpretato,
comunque
e
sole; ed Africa
del
sieri
pen-
migliori
riconosciuta,una
lacuna.
Cosi
«
Zerbi,
suo
e
ed il suo
—
del
né
del poeta,
a
sarcastico
della
quel
cui
puellas, che
il
che
ma
alle ragazze
heu, divitibus
signor
signor
Zerbi
in
un
delmente
Venere,
solo
:
ma
l'amor
«
«
volle
e
in
intendimento,
Questi
la
secoli
rapinai
della
e
lettori
gaudere
durre,
tra-
che
Ahi, ahi, veggo
»
Più
troppa
confondere
ai
volle
non
precedono,
con
momento
un
video
Zerbi
tradussi:
i distici che
e
De
non
al sentimento
lo dice
piacciono i ricchi.
fondere
quel tempo,
passione. Già
lo dicorìo
De
di
strappatida
erano
io
più sopra tradotti
i versi
rispondevano
non
HeUj
verso:
Se
al sentimento
: certo
cerco
»
ripigliail signorDe
—
rispondeva al sentimento
canto
tempo.
suo
rispondessero
so
Tibullo
cantava
e
di
pure
preda! L'amor
chiaramente
facilità
una
che
ferro
il
distici che
sola
e
chezza
fran-
sentenza
io renderò fé*
non
amano
quanti mali
della
ha
cato
re-
preda cinse
Tibulliana
di
armi
le
stragi,onde
rivali
317
gli eserciti;onde
più rapida la
di
preda impose
il sangue,
sé mal
alle navi
i rostri
guerreschi....(II,ni).
ci vuole
e
Tibullo,
preda
mento
e
la
come
tutti
per
rapina erano
da
i
e
lare
singo-
cotesti versi
romani, l'amor
istinto
un
preda
mollo
inferire
la soddisfazione
per
della
metodo
un
interpretazioneper
per
della
aggiunse
secure
dunque riprova l'amore
conquiste;
che
di per
mare,
»
Il poeta
d'
della
amor
addoppiare il pericolosul
quando
le
L'
morte.
onde
de'lor
istru-
un
e
sogni
grossolanibi-
sensuali.
Con
quel
altra
in
alia
o
per
coli' omicidio
le offerte
è
lontane,
in
giacere
non
di
derubare, Venere
signoria
ella dunque
male
d'una
le mie
prima
alla
gite,
Fug-
all'amor
mi
gono.
val-
pianto dinanzi
coir
da
che
mia
alla
aggressione
farle,o
templi;
ingorda
mani
t
i versi
i doni
ai sacri
sospese
nientemeno
giovate
nulla
in
denza
impu-
di Venere,
non
lei, dovrò
procurarmi
consigliera di
die
se
Tibullo
rara
ladro, il ladro
Muse, fuggite,se
sprangata
io vo'
che
provare
sagrestiadebelli arredi
Ah,
porta
il
fare
andatene
mio:
può
elegia (II,iv),professa con
di voler
che
si
metodo
pire
ra-
Venere
ma
gli altri. Ella
fanciulla,ella
e
e
rapace:
sacrileghe.»
Il
mi
senta
signor
Tibulliana
3i8
Zerbi
De
secondo
Tibullo
ciò i
il poeta,
troppo:
che,
di
pochi
soddisfare
per
invece
dei
chiesa
P Annunziata
o
alP
la
poesia
e che
sacrilegio,
proprio
tali
se
precettie gli
i
banchiere
un
della
e
dare
an-
di Loreto
madonna
Firenze.
versi
der
pren-
correrebbe
Ma
più sotto,
si protesta,
terà
capricci dell' etaira, met-
ai
che
quel
asta
il
dietro
Tibullo, aggredire
spogliarela
a
e
che
scuola,
nuova
debbono,
essere,
di
esempi
dovrebbe
parola, deducendone
in
poetidella
vogliono
e
metodo
suo
respira l'assassinio
romana
per
il
della
gli avanzi
casa
poderi paterni:
»
Quìn
Ile
Povero
imperium
Tibullo!
quando
capanna
tuo
gioconda
farmi
dei tesori
sia dato
diletta
consorte
e
il
la
»
«
—
vita
Lares.
un'amante
la
Una
te, o Neera, mi
senza,
non
gli
modesta
meno
formula—
Con
Altri
re.
avitas,
titulumque,
trovò
povertà :
d'un
vendere
aveva
cuore.
e
the
saprei
desideri:
sicura
a
con
me
la
(HI,in).
oltre,caro
furto, la
romani,
sub
che
godermi
Passiam'
dei
il
e
lui
si
jubeat
sub
indiscreta,fu
sarà
sedes
edam,
secondo
Ferdinando.
sbornia.
il
È
signor
incarnato,s' intende,.nel
Dopo
naturale.
De
cavaliere
la rapacità
L'ideale
Zerbi, sempre
Albio
Tibullo,
Tibul liana
320
in
campestri
Ferdinando,
caro
che
Sed
se
il
casa
a
poèta è
L
/
U
arrfii
assaltare
ad
va
poverovillano
dalla
che
fèsta.
Qui
descrìvere gli effètti
della
benèficiné cosi
pVmeno
le
delle
case
ci farebbe il signor De
sèmpre succèsse.Quante
sono
tale
in
certe
case
giornali,
che
sera
meno
di
descrivesse
Tibullo
nel
succèssero
in
etaire
e
delle
Zèrbi?Cèrte
suo
realista
domenica
che
vòlte
non
Milano,
biamo
ab-
per
chiassosa
in
ecc.
roman-
un
dare
per
un' idea
una
gran
largamente quei tumulti, ai quali
caio
ha
solo
e
*L
.
cèrti tumulti
j5b',Ferdinando,
un
pfìio
Jsière
d'una
f
il
meesèmpio,pàtriadi Alessandro
e
Mati|óni
del romanticismo,
la sera
della domenica
tròpoli
cita
£
dìstico,
questa
dalle //
gioventù disoccupata
città la
InÀgina
jL rh
il
pò'brillo
effèttiun
città,
lètto nei
/
fare
a
puri. Nella
còse
delle
bella calerti).—
tutte
intero
tèmpo
calcnt, scissosqtiee afillo
5
un
passato
libertine. Che
J.
bella
pia che
ha
in
il
poètaseguita,
perfractas conqueriturque fores.
torna
pace
leggiamo
Verter is tutte
non
ne
è
il
latino:
Femina
Qui
Ma
—
allora
( Vèneris
di Vènere
battàglie
S\,signore. Ma
làscio giudicare a te,
ai lettori.
e
accennando
vòlta,in
lo
bagordo,
un
delicatamente
•
J 1
Tibulliana
rìdere i galletti
arròsto,
se
da
far
su
a
di
far cagnara
dire
che
cristiano
l'ideale
cèrti luoghi
in
tutti
Dopo
io
romàntici è
dei
le
scappassi
di domenica.
sere
di rapina,di fbocnia,
questi ideali,
romani
bagordo, regalatiai
e
a
/ /
de' loro
un
pia originalie nativi poeti,è naturale che il
Quale
romano
signor De ^èrbisi dimandi :
avrebbe sognato il plàcido
sorriso di casta
spòia
n
e
presedesse alla sòbria
che
%
)
in campagna
elegia(I,v) ;
al frumento
le
nei tini ricolmi
dei
piediàgili
schiava
nato
in
e
il mosto
bestiame,
casa
si
un'altra
in
badare
il sole
ardènte
mi
guarderà
bianco
Ella
avvezzerà
a
pigiato
s' avvezzerà
il bambino
e
tivatore
col-
della
scherzare
grembodella padrona che l'amerà.
impareràad offrire al dio della villa un
cianciando
Ella
pV d'uva
nel
per
per la prosperosa
e
ar
sotto
vendemmiatoci.
il
contare
a
uve
»
Dèlia,a
mèsse. Ella
della
al battere
risuona
meco
sarà
l'aia
mentre
Abiterò
«
egli scrive
—
ci
e
—
Nessuno.
piace al signor
se
ìèrbi;
anzi, pròprioTibullo.
De
da'
mensa?
qualcheduno,
Qualcheduno,
T
sarei buffo
è vero?
Sarfei buffo, non
accennato.
di
321
—
grasso
Carducci.
le viti venute
bène, delle spighe
raccòlta,
servato
un
pel conagnelletto
bestiame.
Tutti
diradanoda
lèi'
L
/
Tibulliana
322
ella abbia
nulla
lui
per
|_ ?
^
.
frutti
di
tutto:
tutta
la
casa.
Dèlia
spiccheràdagli
io
Verrà
attenzione, gli
le vivande
ella
che
dire
della
Così
»
E
dissolutela.
romano
un
l'
poèta del-
il
dònna!
sua
dire che
E
vedere
se
//
nel-
poneva
verna,scherzare
figliuolodi schiavi,un
gli
apparecchierà,
gliser-
beatitùdine domèstica
della
V ideale
e
più bèlli i
tant' uomo,
enorme
bastia d'
questa
èsser
non
Messala,
alberi
un
stessa.
òrgia colossale, della
di
caro
il mio
più squisiti,
e/ onorando
ujeràogni
vira
o
in
avrò
cura
un
le
su
nocchia
gi-
Rohan
un
.
o
cristiani
Montmorency,
un
cattolici
fino
de'capelli,
di santi in casa,
quattordicio
Jeannot
a
o
da
vicino
Pugne
crociata
Ma
sarà
Tibullo.
Del
le loro
piedi,pièni
ferrate dei
mèglio tornare,
Cristo,un
nato
un
pb'troppo
e i loro
gentildònne
frustato
quale, dopo
punta
fede,avessero veduto,
della
rèduci dalla
cavalli
futura
Jacquerie.
Ferdinando,
caro
ciò
ciati
schiac-
e
sangue
a
della
poveripìccoli
i
alla
de'
Jacqueline accostarsi
cavalierini,avrebbero
sotto
alla punta
secoli dopo
quìndici
una
riguardar
spade
fino
che
n'ho
riferito,
assicurare
potrò,parmi, senz'ariedottrinali,
ch'ei
non
a
i lettori
è quello presentato
loro dal signor
-
A
/?'
De
^èrbi.Bèllo
ricco
d'ingegno,
della
di
persona
e
coltura, di
nbbile
d'animo;
sostanze,
e
con
/
Tibulliana
di saperne
l' arte
amato
godere
lo descrive
Tibullo
madre
fra
Tivoli
dei
molti
tòlse a
Prenèste,in
e
che
malinconia,
con
Tibullo
natura,
siamo,
l'amiamo
»
0
la
che
amore
scrittori
siamo
della
bleu
dei
P
(che
la
e
vita
modèrni
italiani
ci divertiamo
a
la
comprendiamo:
buono
In
agricoltura.
in
campagna.
campagna
stro
d'inchioil
: ma
agricoltura,noi
ohibò, il
còsa
sano
epopèa del
la immortale
divina
più
la parte
inzavardare
natura
un
orij^onte;
lontano
dire
con
sapendopiù che
l'augustafàccia della
campi,
sentimento
vuol
nazione), non
idìlliodel bestiame,
cosi
quafei^piadella
:
guastare,
pur
solènne
noi
pbco atti a valutare. La campagna
pòcoo punto al piafingiamo d'amarla
viziata
la
1
prima.
quiètae
noi
filando
il
romanticismo,
àlbero,con ima nùvola,col
se
Pedo,
del 71
campagna
per
e,
di
anno
un
intuizione
amava
di un
campèstre,
nato
meditativa
una
la
podere avanzatogli
un
egli era
come
una
a
:
vero
con
proscrizionetriumvirale
padre
suo
Disposto
la
(tale
il
campagna,
nel piccoloterritorio
sorèlla,
la
e
ventù;
gio-
invocava, trentennea
lo
volentièri in
viveva
in
tutti
càndido giùdicea* suoi sermoni);
pena,
I
prègioda
in
Orazio, che
sùbito
; famoso
avuto
e
323
puzzo
della
Tibullo
egli mette
voro
lanon
stalla!
idealità
mano
alla
l
Tibulliana
324
all'aratro,$é
e
zappa
alle
tavolette
le
Egli
hanno
che
mani,
si riscalda
seno
e
d'un
della
L J
natura
del
e
Tibullo
fede
invoca
non
Lari
o
faceste
venir
tenevan
di
serto
gli offerisse
uno
di
spighe alla
la
avuto
diètro
un
dell'
santa
voi
vècchio:
facilmente
o
favo
solennità semplice
di
e
mièle
buona
il
nume
in
un
circondasse
chiama;e
»
tali
placato, 0
graziaportava eglistesso una
gli veniva la faglia
portando
puro
nanzi
in-
glio
Mè-
dell'avo.
pòvericulti
uva
mi
vergogna
fede, quando
sua
che
saltellavo
abbiate
legno grossolano riceveva
che
Foste
dimòra
la
detemi,
Difen-
a
oramai
antica
cui
quale tènera
famìglia
!
non
tronco
gli uomini
tronco
piètranel
antica
non
fanciullo, quando
questa
gli dèi
per
c'è vècchio
della
ed èra
piccol tabernàcolo,
e
Semoni,
padri miei !
fatti d'un
abitaste
voi
su
i
vòstri piedi.
Oh
ai
d'essere
agricoltoreromano
religionedei padri,a
i Lari
de'
è religioso:
Ed
sèrti di fiori. Con
dia
non
il
casa
a
d'un
campi,
dalla
trivio, consacrata
Sulpìcia.
a
madre.
luogo. Non
nei
defèrto
d'albero
e
gare
ver-
per
dalla
italico per
antico
sono
porta
cosi
e
la venerazione
o
Plània
a
caprettino dimenticato
ha
farsi le vesciche
vergato
cerate
nel
di
teme
aveva
focaccia,
nelle
(I,x). E
celebra
chi
un
con
e
nine
ma-
quale
canta
le
Tibullìana
325
lustrazioni,le
pal)lie,
le altre fèstedi
sente e
la
adora
volentièrisi
come
sèrvi!e
che
vuole
ripòsodinanzi
in
incoronati,
chiasso
comunicante
natura
alla
contadini
mangiatoia
i
ed
!
ai
bòvi stiano
anch'essi
pièna,
facciano
eli schiavetti, i vernae,
e
l'uomo
con
giorni feriali
nei
giuòchinoalle
e
ai
méscola
villa! Come
alla
dinanzi
capannucce
il
fattoria !
Quest'animadi giovine,forse
padrone
presto
dònne
naturale
un
e
debole.
confèssa che,
che
da
dispiace
passar
mai
paròladi
una
invoca
e
che
villa vive
in
in
Di
sotto
ne'
benedice
Dèlia,cioè
l'altro
più
di
amorosi
romana,
Dèlia,non
gli
ebbe
non
vita
dei
vive
che
sotto
mani,
ro-
Nèmesi.
quel
nome
e
bèlla e perfidaancora
mai
sonassero
in
s'innamorò, rèduce
dove
guèrra d'Aquitània,
egli
vecchi
pei capriccidi
vèrsi che
di Dèlia
valore,
di Dèlia:
dispotismo
Plània,
Neera
aveva
impèrod' Ottaviano,
lòde per V
rovina
le
con
con
poltrone: egli che
l'austera
di
alle prese
lasciare
non
il
città si
fresco,invaginiamola
combattuto
aveva
di
pur
pagna
cam-
^ra,nell'amore, mòlle
ma
amoroso;
Egli
fieno
in
le libèrtegreche.Egli
con
romane,
del
Ferdinando,
po',o
un
d'ideale
di se, inebriata
deli' odore
come
tròppo
venuto
aveva
combattuto
gua
lindalla
sotto
(
Tibulliana
326
/i
Messala,
quafi
suo
pubblicano
e
che
un'altra
dove
;
custode
e
affissa al
compito
venga
io
annunzi,
il lavoro
tratto,
un
fanciulla,
vinta
po'grave,
tutt'a
lunghi gli
la mia
ma
le
ti racconti
ne
pòco
a
a
dalle mani.
mi
veruno
qua|icalato dal
incontro, o Dèlia,comunque
cielo.
ti stia iqnanzi
ma
corrimi
Allora
Questa
lasci cadérsi
sempre
ti segga
pudore
santo
un
in
sospiravaa
della lucèrna tragga
dal sonno,
Allora
Messala
mantiènti,prègo,pudica
tu
piènaconocchia:
dalla
re-
fanciulla;
lontananza
madre.
al lume
novelle,e
pòco
del
la vecchia
accanto
stami
seguitare
pur
Ma
«
allora
era
spedizione,nella
lèi così (I, ih):
già generale
e
Filippi.Ella
a
il poeta,
patrono
*~
I
tu
sarai,co'lunghi capelli
scomposti,col piede scalzo.»
Così
Zèrbi scrive:
fosse
così
màssimo
Del
€
ed
allagare
per
vamente
a
dirittura
in
cui il
un
Qui
romano.
come
e
non
il
signor De
il s^nso
Tibullo
livèllo
suo
cuore.»
sai,Ferdinando,
marito
dicono,il
tracfì il marito
altri.
che
anche
tu
come
—
lasciòTibullo
più
Capisco
di
pofcta
potènteda oltrepassareil
rèsto
tradì,come
il
l'amore
sognava
marito
Tibullo
e' è
Tibullo;
con
un
allora
De
fosse;pbi
che
altro,e
nulla, parmi,
Tibullo
Alfredo
per
pur
Dèlia
—
di
si die
Musset.
Se
pài
pì"i
per
esclu$-
a
bevere,
non
che
( .)
TibuUiana
328
pensiero di
Neera,
alcun
destini
possano
a
bere
cone
èsser candidi
all'oblio.
e
uno
sii
me,
giorni
fìngere
giòia;difficile
con
l'allegria
disperazione....
Amici,
ad
evitarne
bianche
braccia
che
v'inganni colle
non
vi lasciate
vi
si
tristi discorsi.... Oh
come
Bacco
ancora!...
i
\
T5
Marcia,
o
le naiadi:
ama
co'
tempie
chiòme
Se
pèzzo che
un
profumi
di fiori»
di
una
se
anche
propria
e
vera
profusetraviando
"-/
e
profonda
di
collo;
riposare
presso
di
i
te
pèrfida,
cara
qua
dell'acqua
dovuto
e
vèrsa vino
a
le
bagnarmi
inghirlandarmi
le
(Eleg. IH, vi).
questa,
con
Siria
di
di
Tibullo
tutto,
per
al
vorrei
di nuovo,
avrei
memòria
questa
a
due
voglioio giàsospirartutta
Non
garzone.
nòtte....
Garzóne, vèrsa
fiotti. E
sìglio:
con-
un
querele! Via,
così
lunghi giorni!...pèrfida,
ma
la
preghière
una
tante
lunghe nòtti,vegliare
le
te
con
che
a
la
cuore
pigliarea
avvinghino
carezzevoli
sue
lingua bugiarda....Ma
via, i
ec-
può apprendere
altrui
Non
se.
in
miei, udite
amici
da'mali
per
tristi
contraffare
Ahimè, difficile
sereno....
felice chi
i tuoi
Torniamo
sèmpre....
tanti
Dopo
felice,e
Plània
che
guiva
inse-
cercò riparo nell'amore
cocotte, l'ingorda
se
lo
anche
una
con
vena
sentimento; glie ne
Nemesi; £
peggiorisoggètti,
sempre
vorremo
vera
far
|
Tibulliana
carico
noi,
tanto,
che
molto
meno*'
noi
era
rovinare
per
la
quando
il
morte
Ovidio,suo
civetteria
con
nel
del
cuore
almeno
me,
Dèlia
che
morì:
non
Nemesi,tenne
salv\
lo
non
pur
la
Nemefsi,
contendènti
e
il
ardeva.
miglior posto
am^"
Finche
Dèlia. Morènte,risponde
dice
la
L
forse
dell'elegia,
rap-
di dolore
poeta
donare
per-
romano,
anni
di Tibullo
sorèlla,ma
gli
di
vena
cavaliere
nel regno
al rogo
ma
che
Nèmesi,che
a
nostro
successore
la
e
in
trentacinque
a
intorno
pre^èhta
madre
vèrsi,
sono
Dèlia,anche
a
molto,
io, considerando
così bèi
anche
perdonato
sèmpre,per
perdoniamo
fare
abbiamo
che
moderni,
Vedi, Ferdinando:
fecero
329
dentro
gelata mano
sua
/
J
L
J
la mia.
descendens
Delia
Sum
tibi
Me
:
dum
Quid
—
tenui t moriens
Sarebbe
gusto,
tendenza ad
che
tibi sunt
—
rara
nei
riconosce
una
tram.
triea
conchiudere:
di
chiudiamo.
dòtto,e, còsa
ignis
tuus
ait
amata
damna
dolori?
deficientemanu.
tempo
Con
buon
Feiicius, inquit,
vixisti
:
Nemesis
Cui
:
vero,
crìtico
tedésco
Un
crìticitedeschi,di
dinando?
Fermolto
molto
la
di Tibullo
poesia
lità
ideae una
tenerefóa
nella
romantica
spesso si tramuta
è
in profonda malinconia.
.
Il
"ZjX
Tibulliana
330
Siamo
agli antipodi col signor
moci.
Per
mia
'/
che
punto
a
poètiromani
fra i
me,
nella
scrive
il
signor
De
Zerbi
quali,e specialmente
Cicerone,
st'altro
sarà
d'ambiente,
insieme
il marito
e
delle
non
ne
Tibullo.
fare
un
avere
più
e
Ora
—
te
per
ne
Eh,
quanto
Quello
che
che
trattasse
tradiscano
etaire che
essere
possano
ci
vinino
ro-
Nemesi,
e
è del
manca
?
ricordi,Ferdinando
cominciare
—
per
l'
dal-
lepre.
(Pubblicatanel
1879).
si
se
di Delia
pasticciodi lepre bisogna
un
que-
quando
Tullio)....
donne
clorotiche
mancherebbe.
mancava
l'amante, delle
gli avventori,
eulte
»
le
su
Tuiliola
di
ridire:
al povero
tibulliano.
soltanto
meno
da
—
(....
e
qui
romane,
le tresche
su
ci sarebbe
complimento
l'ambiente
del Tibullo
quando
—
Fanfulla
della
Domenica,
'
è quello
Tibullo
dissolutezze
e
stia-
e
pagliapia la ridono-/
passione
fila di infamie
con
?erbi,
moderno.\«C'imbandirete
di
una
De
il
bre
settem-
/
IL
PER
CAVALIERE
E
PER
ALBIO
LA
CRITICA
LETTERA
A
Caro
e
un
mio
di
Baia
e
il
il
Fanfulla
Zerbi
Tibullo
a
da
ciò
che
e
quello
di dima,
che
le
elegiacalatina
il
di
ebbi
non
su
signor De
scriverci
a
a' tuoi
è,
la
Zerbi. Però
nati
abbo-
compiva
terra
classica
molto
ristretta
del Goethe
passaggio)faceva
da
in
io
elegieromane
altra stima
set-
20
del signor
risposta
rileggendo in
compagnia
del
lui presentato
pellegrinaggiovotivo
quale (siadetto
farne
domenicale
pubblicavauna
lettori per
amabile
MARTINI
Ferdinando,
\ De
di
SECONDA
FERDINANDO
Quando
J tembre
difesa
TIBULLO
della poesia
quella
non
;
che
stri
mo-
potei repli-
Tibulliana
332
cargli sùbito.
n' è
ce
piace
e
Delle
retorica.
senza
e
via. Io
cosi
d'
fieri nemici
più
poi
non
di
dinando,
sai, Fer-
quell'altra;
né pure
amo
e
quella che
n' è di
: ce
una
Bologna,
lo
retoriche, tu
più
ai
serve
in
di ritorno
Replico
l'eloquenza
forense, quella in specie dei pubblici ministeri,
fra i
il mio
quali
Scriverò
liberandomi
proferirela
al
te, che
a
signor De
ordine.
con
Zerbi
il
quale
ai lettori almeno
hanno
verun
obbligo
lettera
a
te
indirizzata
nulla
né
né la contenenza
un
poeta
di
cose
né
De
di
Zerbi,
della
né
scritte
la
e
mi
né
Tibullo
idee
o
io nella
tere
discu-
il metodo
signor
scuola, e
nuova
delle
quali non
voler
non
intendimenti
che
i
Fanfulla
non
sene,
ricordar-
ben
poteva
dichiarai
il signor De
con
andare
per
ricordarsene,che
rappresentòcerte
esso
Ma,
della lettera del
parecchi luoghi
avere
del
gP
mostrare
che
sociali,
la
ragione,
con
bisogna prima ricordare,se
ordine, mi
ad
rivolgere
vuoi,
non
frasi,
senza
di
dall'impegno
dunque
per
e
carmi.
imbran-
sentenza.
Andiamo
con
voluto
schietto
dunque
anche
parola sempre
ha
avversario
De
Zerbi
tanto
proposi solscrisse
certe
certe
condizioni
Zerbi,interpretandomale
affermava
elegie tibulliane,
rappresentate.
scusa
di difendere
Ora
il
signor
le famiglie
Tibullìatta
nostre
buone
le nostre
e
borghesi
parossismi oratorii,come
infedeli
Delie
le
virtuosa
il
Zerbi
caccia bandita, che
quale
io
voglio,né
non
poi perché),e
con
ha
della
di Tibullo
E
occupare.
intanto
serbare
a
Tibullo, visto
t
tutta
la
del
nella
E
sua
censo
fortuna, e
di 4oo
lo fermo.
da dove
—
cavaliere
scriveva
meritava
il
Orazio
signor
citazione,nell' anno
faceva
più
Orazio
—
sciupata
altresì che
sesterzi
Albio
ad
perché aveva
visto
e
si ostinerebbe
non
innanzi, da
dall'ordine
decadenza
qui
egli non
né si vuole
eh' e'
pochissime, non
scrittagli,
tempo
figure
di Tibullo
occupato
il titolo di
lazione,
conso-
di
e
che
privata
avverte
tibidivitias dederunt,
Di
grande
sua
di citazioni
vita
mi
sua
nella
ch'egli(ilpoeta) quando
elegie, eccetto
la frase
a
s'è punto
non
nella
importa, seguirlo(dirò
scorrazza
baldoria
una
parola
detto
che
le
vi
m'
dico,
romana,
allegria,
per poi affermare
è un'
che
è la corruttela
sta
one-
scusa,
galoppo
a
non
della
questa
rientra
che
le fiamme
portato
matrimoniali
borghesia,con
De
signor
detto
venderecce
avessi
camere
i miei
contro
aver
per
le Nemesi
e
deLpetcolionelle
e
se,
io
fossili,
bestie
poi
sono
333
la perdita
incorrere
equestre.»
scrisse
De
di Roma
a
Tibullo
ha
^èrbi
tratto
734. Tibullo
stola,
l'epila
sua
morì
Tibulliatta
334
nel
735
al
o
tardi nel
più
cronologia,Tibullo
di
anche
il
sotto
le altre
gliamori
su
è naturale. Se
Ed
Dèlia
di
nome
non
di
e
miglior
più parte
che
quelle
certo
condo
734,se-
alla
la
composto
aveva
elegie, tutte
Plània
nel
miglioriindàgini
appoggiate
le
delle
736.*Ora
cantano
Neera, e
forse
Sulpìcia
e Cerinto.
di
scritto che
avesse
sime
pochis-
elegiequando Orazio gli intitolava un'epistola,
Orazio
come
non
un'epìstola,
lo
ma
giùdice de'
stesso,
èra
suoi
di
o
distaccato
senza
un
Orazio
accenno
:
i timori
«
Fra
e
i
in
da
ciMo. » S'^ra
gli domandava:
faccia
ti
nel
ritirato
e
contado
aggiri silenzioso
cvb
che
è*degno
d'
Che
e
?
si
che
sàvio
non
e
credere
Orazio
che
scriva,0
salutari
e
esser
ti risplende
che
tu
i dubbi
vuoi
in campagna,
fra le selve
uom
Delia; e
corrucci, se
còsa debbo
pedano
quell'anno
le speranze
savio,tieniper ùltimo ogni giorno
dal
invocato
passione l'amico
cotesta
a
tolato
inti-
avanti, Tibullo
dolore
senza
lo ammoniva
affannosi,fra
Forse
molto
non
non
tacito
avrebbe anche
sermoni?
cèrto
gli avrebbe
pure
buono
tu
che
meditando
?
•
Orazio
cosìfino,cosi proporzionatonelle lodi,cos\recante
dello
ad
cose
suo
scrìveresàtire,
come
o
uno
èra per
scapato che
potuto
avesse
aveva
dir tali
sciupato tutto
isciuparlo,altri vegga.
Io
il
dico che,
336
Tibulìiana
Sulpicia,Tizia, Nemesi, Neera;
si dice
mi
donna.
di
quel
stesso
che
elegietibulliane
sono
avevo
refugio.Ciò
tibulliane
le donne
signor
l'onore
di
zione
atten-
V autorità di
amoreggiate
Plania, ingenua,
:
libertina
De
signor
che
risponderesu
dietro
avvertito,esaminiamo
del
farmi
volle
due
Ora
stessa
il
po' più
un
Nemesi,
passione vera:
Cosi
pare,
punto,
a
detto
Ovidio,
nelle
con
lettera,poiché
Io
tono.
e
«
fa credere
»
mi
la
tutte
mi
due.
poteva,
intiero
per
la mia
la
fossero
Zerbi; il quale
sien
Ovidio
e
pare;
almeno
leggere
donne
queste
mi
Non
almeno
De
che
aggiunge:
e
cocotte, il
e
le donne
pure
in
Zerbi
numero
e
in
genere.
Nel
libro
ci
dopo
la
IV
e
in
non
di
darlo,
elegie(le quali,giova ricor-
disordinata
una
del
morte
alcuni
e
in
restano
undici
delle
poeta
lunghi
essi
si
non
in altri questa
fiorita
di
i
in queste
parla
scrisse
quei
picia,
Sul-
una
a
vollero
a
fosse
che,
Domiziano,
Marziale,
quali a punto
riconoscere
loro, da
sotto
chi) leggiamo
Sulpicia risponde
Quella Sulpicia taluni
poetessa
da
graziosissimicarmi,
ma
Cerinto
un
sa
fatta
raccolta
certi Amori
rinto.
Ceuna
monianza
per testi-
gali:
coniu-
critici intenderebbero
elegie,male
qualche grammatico
secondo
inserite,
del
decadimento
Tibulliana
fra i libri tibulliani. Io
inchino
ci si
come
sia
mostra
proprio
Cerintó
che
ad amico
Tibullo
secondo.
E
sia il
ombra.
in che
Sulpicia,non
signor De
condotta.
Vha
si
anche
arma
della
non
Zerbi
fiore
De
i critici
32
—
Zerbi
a
forse
tutti
e
tibulliani,
Carducci.
d9
ne
di
e
vero
un
v' è
non
dispiacciaal
ne
dalla lista di Don
troppa
del
era
il biasmo
correntezza
quale il mio
nel
versario
av-
letamaio
quasi
spuntato
dopo
tibulliana,
probabilmente
signor
in
Sulpicia: fu aggiunto
Sulpicia,da qualunque
accenna
con
che
tocca
perché
Certo
riabbattere
per
raccolta
suo
togliamole anche
L'epigramma,
questo
inconscio,
fine
E
Tibullo.
il
Tibullo
dell'amico
signor De Zerbi, cancelliamola
Giovanni
che
come
del libro
Sulpiciain quei versi
per
Dunque
cui
a
E
elegantissimeeroidi poetò, segretario
che poi gli fu mogliev
Sulpicia,
di Albio
mori
Antonio.
elegia terza
è certo,
galante, gli amori
amore
M.
a
Cornuto,
intitolò la
di
quei carmi,
Sulpicio che
senato
credo, anzi
quello scambio
in
Servio
del
centi,
re-
cosi superba
Sulpicia,
mostrata
figliadi
la
io, coi più dei
no:
che
ci è
o
Modena
legato a
credo
credere
a
337
i carmi
fosse il grammatico
ritrovato
a
Delia.
da
Ne
i commentatori
sentirà.
di
coglitore,
rac-
ultimo;
domandi
e
a
in
e
il
tutti
Tibulliana
338
E
passiamo
Tizio
o
beli'
in
che
dal
modeste, decenti, e
classi
nelle
fra i dieci
ho
anche
di
Zerbi
scopri
o
tutti
Haec
il genere
coniunx
il
spero
Quanto
a
genere
numero
1' onore
di
io
scorretta.
ne
posseggo
in Germania
le scuole
Ora
nella
dove
il signor De
i Tibulli
elegia
miei,ginnasiali
mirabilmente
cantare
a
haec
signor De
Nemesi,
e
e
leggermi intiero,si
di
l'avevo
sappiamo
che
per
sul
una
sbagliato
numero.
lui in
con
fatto
egli mi
avesse
sarebbe
risparmiato
le
descrivermene
data
avendo
Zerbi
se
ore:
vetat.
e
d'accordo
son
casi;
miss
meni
insisterà
non
edidit
deus
Titio,
cancreni
quce
volta
l'incomodo
Tizia,
sua
Titium
Questa
fanno.
la
uso
:
mihi,
Sed
primo, proprio
si accordano
no,
cosi
cottes
correttissimi.
sono
e
che
quellistampati per
del libro
quarta
è molto
Tibulli
dodici
o
quelle
in
saviamente
sono
ginnasiali: certo
Io
;
che
seduta
pos-
di
sia
non
un
in o,
di Tibullo
Zerbi
è
latino.
in
parlare
a
l'edizione
De
signor
Egli
di desinenza
tanto
si ha
se
Tizia?
che
Ma
con
wm,
darsi
può
Ecco:
buono
e
in
e
us
Tizia.
a
tive:
qualifica-
note
cocotte;
istinti hanno
e
e
che
le
co-
figure
Tibulliana
Delia
Rimangono
per
lo
sono
Spohn,
greci
nomi
lo
non
dallo
il
Spohn
dal
e
io, veda
il
De
signor
innanzi
De
Zerbi,
nemico, cioè al Voss
al
al
quali tolsero
le
comprende
elegie indirizzate
Lygdamo
un
a
il
più
que'due
De
Zerbi
le
peggiore
dei
capace
di
alFEichstadt,
libro che
terzo
Neera, aggiudicandolo
a
meno
o
passaggio dalla poesia di
un
Bach,
ribattere
sono
e
Tibullo
vero
me,
specialmente
Nel
Golbery.
signor
il
sotto
po'lui a
un
per
per
cantata
Se
concede,,si provi
passare
i
Plania,
Tibullo.
da
quali
Golbery,
valide*ragioni messe
molto
casi
la sola
una,
le
Neera,
e
il De
per
339
sentante
rapprealla
Tibullo
d'Ovidio.
maniera
Cosi
le donne
ogni modo
a
Tibullo
carmi
da
essere
per
amoreggiate
rimangono due,
l'autorità
d'Ovidio,
devono
come
le
come
e
nei
mai
fer-
io.
Quanto
ricordare
De
buona
al genere
di
(poiché anche
Zerbi
mi
non
memoria)
guerra
Delia
che
concede
ancora
già
l'onore
te
lasciò
Tibullo
fosse; poi tradi,come
della
scrissi
ne
giovanetto, di
d'Aquitania....Ella
per
gnor
il si-
punto
questo
su
ciò che
Delia./., s' innamorò
dalla
Delia,lasciami,Ferdinando,
era
un
:
sua
«
Di
ritorno
anche
ciulla....
fan-
marito
pur
dicono, il marito
con
Tibulliana
34°
Tibullo; poi-tradiil
altro,e poi
e
Delia
maritata
già
poeta:
le forme
di
D'accordo
l'ultimo
su
perché
«
la amò
da
:
suggella
non
Chi
detto
ha
Delia
fosse
che
signor De
di
l'amico
sorta
perché
al
s* aveva
Alfredo
De
piuttostoall'assenzio?
a
Suzon
e
molto
e
a
notti
considerato,
il marito
e
di
l'elegiasesta
di
e
o
mazzò
S'amricorse
non
a
Manone
stellati
azzurri
ripensatochi
libro
primo,
egli scrive,Tibullo, vistosi
denunciarla
svelte
e
licali
ange-
maggio, d'agosto,d'ottobre?
fosse Delia
Delia, rilegga il signor De
del
Delia?
molto
chansons
a
di
pito
egli ca-
di
ricorse
non
belline,dopo gli
delle
Ciò
rondeaux
Werther?
ha
Ma
Musset,
e
questo
suicidare?
a
del-
il marito
che
il marito
era
giunge
ag-
moglie
qui
Zerbi
Tibullo?
d'uomo
Tibullo
forse
c'entra
era.
Tibullo
Werther
come
Che
che
Perché
della
»
stica
caratteri-
che
tace
s' innamora
terzo.
quello
fanciulla.?
ancor
Tibullo
ma
Zerbi
parecchie
la
per
coi
va
un
su
e
Delia
De
col suicidio?»
amore
E
signor
prima
«
l'amico,
il
ad
passa
Zerbi:
e
allora
punto
diedi
marito,
erano
divorzio; poi
generale: io
Ma
ed
un
per
il signor De
il
lascia
si sposano,
non
Tibullo
e
altri. • E
più
per
marito
al marito
nella
tradito
ed
e
chi
Zerbi
quale, come
da
leva
Delia, vo-
a servirofferirsi
Tibul liana
gli
da
spia
secondo
da
e
cerchi
situazioni,tutt' altro
né
altro
passione perché vera
po' ciò
un
che
vuole.
questa
Non
diviene
ha
ragione
compagnia
fossero
cui
meno
nel
volta
scriva
che
il nobile
in altre
e
il puero.
il
per
che
signor De
in
peggiori
dalla
E
Il
illustre
la
Si
ramente
ve-
sua
che
vena
non
signor De
Zerbi
replica che
pure
nep-
al
mia
l'at-
io avessi
soggetti
(cioè ne' paidicd) nulla
paidica
della
com'
profuse
di Nemesi.
Zerbi
Catullo.
e
di ricordare
Tibullo
fesserò
Con-
né invocherò
genere;
v* è d9 esclusi-
risponderò subito. No,
greco-romano,
greco-romano.
circa
Virgilio,Orazio
apprendere
nei
o
questa
tempi, degli esempi,
gli amori
in ciò
vamente
anche
anche
tarda
in
meno
stesso
concederò
avvertito
traviando
lo
questa
di
mi
già
né
che
de1
tenuante
penso
della
ignobile.
affermerò
anzi
me
dica
risplenderàmeglio
che
poesie, ma
sue
fendono
of-
non
la bellezza
Io per
di Tibullo
animo
oneste,
e
E poi
poi...,
e
derni
mo-
contingenze,certe
scemano
;
T intonazione,
di romanzi
luoghi
belle
che
rilegga,ad
capirne
condizioni,certe
certe
per
La
di
certi
a
ella aveva,
se
il marito?
attento,
la raffronti
ove
Ma
guardiano.
lui, lasciato
ogni modo,
341
nulla
medioevo
v' è
né
d' esclusivamente
n' è
pieno,
anche
Ti bui liana
342
fra'popolidi
II
germanica. Enrico
razza
imperatori furono
petto alla barbarie
il Rinascimento.
dei
signor
De
Che
se
Zerbi
certi
De
Zerbi
il secolo
benissimo
Le
truccelli
della
ce
buone
ne
nosce
co-
gusti
secolo
che
il
saffici. Egli
nostro
francese
larve
di
che
Parigi
colo,
se-
trattato
di
conosce
il
xvi,
languori romantici, ha
de'
di
all'infuori
sono,
benissimo
sa
certo
più edizioni,
ebbe
Pe-
dell'onorevole
Gattina, pubblicatenell' appendice
giornale
democratico
dell' idealisracv
La
li
lo
il Grande
Federico
pastoralidel
romanzo
conosce
un
non
gli amori
qualche
glio
me-
(badate,
poesiepaidiche presentabili
idealizzamene
signor
gusti di
A
il secolo
xvin,
in tutti i suoi
segretie
? I
presentabili,dico)
di
in
progresso
dei filantropi,
dei riformatori,
filosofi,
li sa?
e
un
il secolo
E
in tutti i suoi
il
è
oscena
rico
Fede-
e
-dilettanti.
che
più
HI
borghesi quei
di
Milano,
Ragione.
romanzi
li
E
fiero difensore
le nostre
leggono.
Oh
se
leggono!
Ma
esciamo
paginette
che
da
il signor De
dall'edizione
del
De
edizione
Zerbi:
per
la
quanto
veniamo
questi gineprai,e
suo
non
Zerbi
Tibullo.
di
vuole
strappare
Veda
il
Tibullo
fatta
ad
ginnasiali,
vale, glieloassicuro
alle
che
uso
signor
égli possiede,
delle
classi
io,pochissimo:
e
Tibttllìana
344
seguita è
che
quel
mai
Tibullo
vita
sua
Il
si chiamò
fu
De
delle
siano
le
tradusse
di poeta
del
suo
data
una
o
il distico
1'ha
si; e
lo
si vede
che
crede
riportain
scrivendo:
il mio
e
il Veneris
iunc
distacco
in
non
la
di
con
parole
sociale.
Tibullo
bella
del
dall' un
antitesi. Ma
di
della
è sano,
non
bisogno
calent
insiste
difesa,ove
( Veneris
elegia decima
intanto
Interpretato male,
II sentimento
n'era
ce
città,che
e
luogo
egli parafrasato
sua
t
accusatore
letto tutta
zafre
latino.
dalla
anche
trovate
provai,
un
condizione
l'ha
sbornia
suo
la caratteristica di
data
una
del
interpretato? Parafrasato,
Terrore,
su
d'
della
male
perché
no,
Io
poesia e
da
intercalato
derivare
intende
capo
é
della
lo citò parafrasandolo
parole
con
vuole
non
passo
Tibullo, si
parafrasato
cosi
egli
mai, quand'egli
che
nume
mistiche, lo perseguitano.
sue
intercalandolo
Peggio
un
nel famoso
che
citazioni
fati,ovvero
traduzioni
Dice
sue.
e
capo.
in
quando
o
nelle
infelice
tristi
è che
rapina egli non
E
è
pervicacie
Vero
che
Respecto?
Zerbi
nelle versioni:
sdegnato
quando
Ora
fattore?
signor
come
innocuo.
assai
bella
per
libro
distico
come
calenf). •
chi abbia
primo,
si riferisce
alle
all'altro
quella benedetta
tura
na-
che
gaz'c'è
scuola
Tibulliana
critica
alla
mi
quale
teoriche
i
sono
non
scenza
remini-
errata,
sur
un
sbagliato!
verso
Il
signor
ricordato
io
dei
lo
non
avvisto
però
batte
scartabellare
a
le
quella
in
dei
le opere
cronache, gli atti
provvedimenti
tale
insieme
odiano
concilii,i
de'
boni
in
parrebbe
per
instituto
coi
Francia.
suntuari, ecc.,
la corruttela
dei
regni
anche
satire, m'impegnerei
dei
sia. Ma
della
regni
che?
Io
fa servire
che
per
volta
etichette
è
toccata
a' suoi
a
terei
met-
dievale,
me-
E
romana.
lo
de'Bor*
e
le
con
memorie,
giornali,coi romanzi*
a
onesta
credo
non
io
dinanze,
or-
quelliche
a
de'Valois
aiutandomi
E
le
bestialità
anche
enorme
processi celebri, coi
le
della
quadro
un
che
potrei fare
stesso
santi,
mistici,dei novellatori,dei
codici, le leggi, gii statuti,le costumanze,
i
aver
il campo
E
romana.
di
voglio seguire.Perché, veda,
predicatori,dei
poeti,e poi
e
parte
del'a società
dessi
io mi
in
male;
citato
la corruttela
se
s'è
DeZerbi
e
scorreria
con
le
giudizi e
una
sur
citazione
una
il signor
appartenere
formulate
espressie
infelice, sur
su
sembra
Zerbi,* quanti
De
345
fare
e
un
bel guazzo
virtuosa
borghe-1
alla critica delle generalizzazioni,
i nomi
degli
scrittori
estratti concentrati,
Questa
Tibullo.
E
perché
l'etichetta
Tibiilliana
346
tenga, Tibullo
E
No
sociale
Tibullo
Tibullo
dei
solo;
Cesari
contento
€
delle
«
quiete della
vita
«
un
morale
«
lodi
«
sue
e
della
feste
che
compilò
per
le scuole
cioè
un
dotto
uomo
Reallexicon
tedesche.
falsi
senza
della
mia
quel
modo
importa
Ora
critica
tedesca
della
che
natura
fa il
nella
poesia
a
ipocrisie,
opportunità
scritto in
giudizio fermato
Tibullo.
per
Zerbi
di
la
sanno
Germania,
il Ltibker
tale è il
De
che
brutte
senza
intorno
signor
dica
giu-
conscienzioso,
fatti in
sono
Difatto,agli apprezzamenti
curiosi
Chi
certamente
quelli
avere
che
nelle
dell 'antichità classica
pudori,
citazione. \J
di
conje
e
»
non
e
grillisoggettivi,sentiranno
senza
dalla
lavori
Ltlbker,
certi libri scolastici
come
godimento
si effonde
co' suoi
è il
critico;ma
gran
nel
e
e
suo
felicitànella
religiosee compagnevoli.
Tibullo
cosi
amore,
campagna
tempo
la
e
tedesco.
un
poeta. Non
del
campestre
lo
sé. Non
a
di
cerca
bullo
Ti-
Cesari.
parlare
indole
circostanze,egli
puro
visse
avvenimenti
t
fenomeno
un
dei
Roma
lascio
e
è
non
è un' amabile
degli
getto.
sog-
poco.
nella
Roma
io
cattivo
un
per
#
naturalissimo
affermo
un
passare
per
poesia di
nella
«
da
sia. Sarà
la
:
ha
lo
molto
meno
sul
Tibullo,a
sentimento
me
basta,
Tibulliana
pregando
a
dolersi che
cagione a
tutto
e
lasciato
c
tiva
«
P
«
di
«
dizione
alessandrina
«
pagna,
per
e
la
i
ciò
elegie devono
di
costumi
«
all'ultimo
a
e
«
ciò
«
d'Orazio
e
E
semplici,
e
il
»
è
respinto
dei
campi
mostrano
dall'amico
aspettare
(Cosmos,
sue
quadri
libro
primo
potuto
di Messala.
le
come
paesaggio
cam-
attinsero
Veramente
consacrazione
del
numero
II,part. I,
t.
I).
romantica
la
non
De
mio
carico.
e
e
gran
storico
si sente*
si tramula
mica
sono
Zerbi
privato
tenere\\a
spesso
molto
Lo
Cristoforo
grave,
la
ma
si sarebbe
piccolo
considerate
quali
fondo;
illustrarono
della vita di
stessi.
essere
elegia quinta
idealità che
den
descrit-
stranieri all' eru-
amatori
sensibili
nei
e
del
sopra
ci abbia
non
poeti che
fortunatamente
inspirazionein. sé
«
a
Fra
natura.
quelli che
cap.
C'è
«
Tibullo
impero d'Augusto, egli è
che
:
qualche grande composizione
della
la
questo
opporre
di Humboldt
«
t
di
rileggerli,
Alessandro
di
passo
i lettori
347
trovati
Felice
molto
la
gnor
il si-
del
metta
tutto
giudizidi
sono
fu
vanni
Gio-
consigliere
granduca
romana!
dalla
sua
conia
malin-
miei, sebbene
letteratura
alieno
e
profonda
Bahr, che
bibliotecario
e
in
Tibullo
ingegnosamente
dissi già :
della
di
nuova
di Bauomo
scuola
Ttb
348
italiana, anzi, con
la
tutta
dottrina
sua
po'intinto,assai intinto,di
un
i
Ltibker, e
il sentir
ciò
a
che
mio
il
intendersela
a
Fra
miglior
me
di queste
critico della scuola
può
: «
mai.
Quando
uomo
L'arte
moderna
sensuale:
un
può
ciò
tutto
e
a
profondamente sentito,è
per
«
sguardo
bacio,
«
fiori nascosti
t
Ma
e
mistica:
la
come
date
«
cismo
«
Posa). Il
«
non
«
basta
e
la voluttà
brezza
il
senso
basta,
dare
che
non
al
di
tu
di Trimalchione
senso
la
Tibullo
stesso
e
l'ideale
forma
non
non
profumo
dallo
stelo,
sai
il misti*
di
del Boccaccio
senso,
del
se
(guar-
marchese
del
basta;
dei
essere
v'è
come
e
primo
il
sacro:
(guardate il
basta
bello
della voluttà
Faust)
dell'amicizia
è
che
il
casta
necessariamente
deve
o
lei
scrive
essere
strappata
rosa
v'è il misticismo
VAdonis
«
t
l'ultimo
l'arte moderna
e
deremo
c'inten-
non
come
qui,
po' il signor De
un
«
essere
gli-ho
Ferdinando,
certo
cose
giudicava
e
Tedeschi.
coi
lui, caro
e
di
vada
Or
citare).
posso
Zerbi
sentiva
mente
perfetta-
(Kritisch.SchriftA. Non
romantica
E
simo,
Schlegel,il pontefice mas-
e, certamente,
non
romanticismo.
si accordano
di Tibullo
Guglielmo
Augusto
classica,
giudizi del Bahr, dell'Humboldt, dei"
finalmente
e
Iliana
u
non
sentimento,
occorre
parta
dallo
l'eb*
spi-
dal corpo, occorre
a
rito
a
rivelatore
«
sonata
«
ciò che
a
the oversoul.
E
Lear, Romeo:
i
?
o
se
di
di
l'idea fissa del Cuore
Edgardo Poe,
Scarlatti,
Yeppursi muove
il De
Sanciis
chiama
quando
poi
ma
comoda
la
di
Galileo,
il trascendente,
quest'arteproduce Hamlet,
un
di queste cose, io spalancotanto
capisciche
il la della
occorre
scappo
uomo,
dico,scrive
di bocca
mirazione;
dall'am-
Ora
agli antipodi.
posizioneantipodicanon
è la
tu
più
per discutere.
(Pubblicati!nel
1879).
Ftmfulla dilla Domenica,
12
bre
otto-
TibulUana
352
che
un
secondo
on.
Bovio,
resto, io mi
mossi
perché
il
scuopre
Egli
solo
mondo
sul
Zerbi
più
la
della
deW
doveva
dimostrare
Tibullo,
conosce
ciò
E
che
o
(come
un
che
la
vero
o
questo io
tutto
ai lettori. Io doveva
signor
Zerbi
De
non
lato.
troppo par-
cioè:
signor
De
Zerbi
intercalato
un
che Tibullo
il
signor
altro
passo
l'ideale
con
dice
de' romani
era
capo
3),
(II,
il contrario:
male
aveva
tibulliano
pretato
inter-
tutti i romani,
come
il poeta
Zerbi
suo
di Tibullo
agognava,
De
male
aveva
parole del
passo
preda, mentre
che
di
e
il
su
vero
quale egli aveva
egli contesso)
alla
2°
il
male
per provare
rispostasul
dimostrai.
Dimostrai,
i°
male,
irritandosi
moderna,
nulla
che
del
feci
che
dice,una
Zerbi
De
su
debolezza.
he IP arte
Ma
fendere
di-
terario
letperiodico
un
nell'arte, o
amore
a
suoi
giudizi
s'irrita,e
me,
natura
signor
solamente
i
sento
sua
da
romano.
al
Ora
De
si aspettava
fisonomia
lui,ma
accusar
perché
gnor
si-
esso
tibulliana. Del
pubblicati in
signor
sentimento
ad
diffuso.
sempre
risposta di
seconda
non
apparvero
molto
mia
ieri l'amico
l'altro
una
alla
Tibullo,
Tibullo
mandò
contenente
Zerbi
De
mi
(I, io),
di
pretato
interdendo
inten-
ritornare
Ti bui liana
dal
briachi
bosco
in me\\o
ai
non
figliuolibrilli,
a
casa
dice
godere
per
può
tornare
a
dalla
in città i
festa
che
3°
il
e
in
il poeta
il contadino
campagna,
religiosanel
volta
male
bosco
in
sacro,
gambe,
Y assalto
e
alle
delle libertine:
De
signor
scambiato
elegia (I,4)
di arrivare
Fora
giovinidisoccupatidanno
delle etaire
case
brilla ed
moglie
voluttà,dove
altre
qualche
casa
alla
vedendo
a' tempi di pace,
che,
353
Zerbi
in un'altra
aveva
maschio
un
mina
fem-
una
per
:
4°
che
il
signor
due
Tibullo
a
si
tibulliano
Zerbi
carmi
male
aveva
che
leggono,
critico né
filologoné
De
in
che
buito
attri-
nessun
scritto
mano-
mai
nessun
storico letterario mise
né
fra i
tibulliani :
5° che
di
indizio
il signorDe
Zerbi
leggere con
non
capire quello che gli passa
quando
citava
da persona
parla
un
Respecto
tissimi,contengono
Ora,
De
33
—
della
prima
Zerbi
Carducci.
per
attenzione
sotto
tibulliani
educata
castaido
dato
aveva
che
di
o
gliocchi
e
come
alcuni versi
e
più
non
in latino,
cordabili
ri-
non
nei
quali
sonoinnocen-
cioè la dedicazione
d' un
di queste dimostrazioni
conviene,della
che
seconda
pietto.
tem-
il signor
tace, alla
Tibulliana
354
quarta
alla
e
ch'egli
che
è
la edizione
lui
Ho
qualcheduno
dare
di
glie
a
Porta)
hai
Tu
—
poiché
hanno
queste
baie.
il
che
il
ch'io
che
Nel
signor
di
un
di
ler
vo-
soleva
(mi duole
lingua
di Carlo
vis de
gran
de' suoi
e
del
dal,
di
contare
a
dee
Zerbi
un
li,quando
del
avere
sprezzo
diper
avversari,gioverà
secondo
suo
le dimostrazioni
provocarono
che
l'estensione
De
lettori
non
biare
scam-
grosse,
di venirti
misurare
signor
ticolo
ar-
alle
quali
cosi.
Fanfulla
De
essere
riportii luoghi
egli risponde
giù
nella gran
coraggio
intelligenzadei
di
stesso, dicendo
sé
da
A
—
o
sballava
saperloriferire
non
si possa
Lombardia,
Como
ne
schiaffo
uno
in
di
di Tibullo
femmina.
una
raccontare
o
segno
per
il coraggio di
ha
perché
e
per
marchese
certo
solo
posseduta
egli come
sentito
sandosi
rispostoscu-
avere
carmi
alla terza
maschio
un
T
da
castigata,quanto
dimostrare
quei
cita
di
crede
quinta
domenicale
Zerbi
scriveva
«
è di
«
mente
in
«
stato
bene
«
il Tibullo
«
quella paginetta
quelli decenti
educato
mio
;
non
che
:
non
28
Il mio
«
modesti
e
nelle classi
uso
del
Tibullo
che
avrei
dovuto
dovuto
incomincia
non
savia-
sono
E
ginnasiali.
avrei
il
settembre
se
io fossi
ricordare
rammentare
:
Villicus
ae-
Titmlliana
avrei
a
rari
a
queir
«
Strappo dunque
«
paginette; e
«
dicendo
a
e
altra
«
per
«
zione
altro
che
fosse
Ora
«
stessa
dimostrare
a
tata,
«
perché
sia
«
uccelli
e
«
le istruzioni
ecc.
Nel
Piccolo
del
fra
quei
veste
queste
donne
nomi
femminile
edi-
il
settembre
non
era
il
seguitava
e
sien
pare.... Delia
l'altra.
necessarie
come
non
ideale, adduceva
;
piaceva
Nemesi,
domanda
Zerbi
la mia
Tibullo
Neera
sedotta, il dio
tra.
mi
De
s'innamora] Delia,
mi
Non
che
cuore
Villicus
28
che
né
che
Vediamo
ecc.
signor
come
del
provare
di cui
donna.
al
»
si dice
mi
il
l'epigramma
pietà, Tizia, Nemesi,
a
dissi poco
arrivava
senso
domenicale
di donne
genere
ho io queste
»
romantico
né
che
castigata.
Zerbi,
tenero
inertia....
ch?io
ottobre
19
per
Fanfulla
De
il
rammentare
De
si convengo
Io citavo
«
non
signor
intitolata
sentimento.
del
mai
edizione
che in Tibullo
cosi:
Nel
dalla
allora
Piccolo
scrive
dovuto
paginetta
diveniva
Nel
né
né
ecc.;
355
che
alle
a
faceva
matrone
Tibullo.
cosi
ce
man-
piacente;
paura
agli
romane,
dà
Vediamo
l'alce
»
1
9
mai
di donne
Tizio
ottobre
io
non
il
signor
abbia
egli faceva
per
pudore.
De
Zerbi
inteso
passare
O
:
la
tutte
già
è
Tizia
Sul-
buon
che
sotto
mar-
Tibullìana
356
chese
comasco,
anch'
essere
la
a
io 1
mia
questione
questo
°
sole
in
Tibullo
20
non
734
Quanto
afferma
che
contrario.
modo,
per
causa
il
tardi
ce
intorbidare
le acque
e
importuna,
punti minori,
che
Ad
afferma.
lo
il
Zerbi
asserire
di
chiacchiere
delle
De
signor
permesso
punto,
fu
ne
signor
ogni
cienza.
suffi-
a
De
il
Zerbi,
dizione
sfoggiared'eru-
e
lo
me
egli
partisce
chiama
in
dogmi
Sono:
i°
che
Tibullo
20
che
il
quale
Orazio
accennava
nel
nacque
padre
politicanel
3° che
nella
35.
punto
era
lo
Orazio
epistolascritta
una
al secondo
facile
miei
s1
non
in
nel
mori
Troppo
VQuanto
quattro
ricchezze
e
romano
facoltà, perché
sua
primo
basta;
tanto
la
sue
al
cavaliere
morto
esser
Tibullo
e
amoreggiate
le donne
state
Zerbi,
signor De
versi:
fusa
felicita delle
il
contro
si riduceva
Zerbi
De
signor
essere
Tibullo
avere
nel
col
io sosteneva
due
1
da
:
cosi,storica,
la parte, dirò
'1 rimanente, per
Pe
devo
che
dal
di
viso
bel
gran
suo
711
perde
710:
i
suoi
beni
per
:
scrisse
alla
nel
734
la
epistola
ricchezza
di
Tibullo;
Tibul liana
elegie le quali
le
egli conviene
è che
che
scritto
messa
che
cotesto
insieme
dopo
che
Tibullo
ne
Se
è vero,
come
profuse
né
Il
nel
fu
Ma
di
scorsa
una
avanti
domenicale
mente,
se
che
per
nel
che
mai
anni
Dunque,
vero
tibulliana
la
mia
mi
la
mori,
spiantato.
nacque
che
che
poco
(Fanfulla
che
il poeta
pare,
penna,
tamente
agia-
dogma
un
salvò
quali
Tibullo
Tibullo
poco
posizione
com-
34
Tibullo
se
Tant'è
mia
o
settembre) io scrivevo
trentacinque
di Nemesi.
fu
né
nelle
scrisse
consegue
penna.
2 1
unghie
ne
basta
al 34 la
ricco
si
non
me
Neera,
ricco,
è cosi
del
a
e
gli
sarebbe
quella
non
Delia
Orazio
in
morte
? A
me
a
avevo
poeta
anteriore
paterno
cotesto
quale
tibulliana fu
del
importa
35;
dogma
primo
710.
più
nel
l'asse
il
me,
morte
chiama
lo
ove
a
Vero
pubblicasse.Ma
modestamente
mostra
povero.
epistola
la
elegiesu
ci si
se
poste
com-
Neera.
su
la raccolta
negare
possa
delle
le
dir
di lui che
egli non
sa
si
già
avesse
e
Il signor
Dunque
osservare.
Delia
Non
prima
chi ? E
da
sa
egli a
da
di Neera.
e
c'è eresia.
non
Tibullo
elegie su
aggiunge :
viene
ha
nel 34
che
le
tutte
dogma
nulla
Zerbi
De
di Delia
cantano
il quarto
Contro
scritte tutte
questiin quell'annoaveva
che
4°
357
per
la
dalle
la mia
Tibullo
era
Tibulliana
358
dieci
nato
anni
il
contento
«
mi
date
Catone;
di
o
«
queste
«
come
tutti sanno,
«
dalla
prima,
che io
che
il
si per
la
di
lo
èra
tutte
stesso.
si
rispostadel
baratta
al
anni
724,
date.
di Messala
nel
710.
e
E
coi
Sul
militare
poteva
non
terzo
i beni
che
per
né
ciò
mezzucci
e
dogma,
che
per
causa
coi
della
De
signor
ritiene
di
ch'
an-
Tibullo,
di due
cosi
Tibullo
anni,
di
i4
contubernale
poteva
poi rimprovera agli
tutti
la campagna
esser
non
vero
ziale,
impar-
Il
per
che
è
né
è
né
Tanno
Piccolo
conchiudere
per
Ora
quasi
la nascita
per
anni
due
»
per
la catoniana
con
circa
tenni,come
le altre
varroniana
seconda, che,
secondarmi
varroniana
di
alcune
catoniana,
per
Io
da
quella
se
di
la
Aquitania,anticipando questa
cioè
gli
egli scrive
—
segua,
segua
anch'io
stesso.
sua
egliFera
ma
che
Zerbi,
De
la èra
nella
Zerbi
si
non
contro
710
poiché
differisce
farò
facesse lo
nascita
pare
seguissila
signor
oggimai,
del
quale cronologia
di Varrone
vero
la data
E
700.
che
curiosi. Il Carducci
dice
non
nel
Non
Zerbi?
anche
cosi,molto
«
—
cioè
710,
signor De Zerbi, i quali,al solito,sono,
assalti del
dirò
De
signor
difendere
possa
del
prima
altri di
esser
nato
far le polemiche
cavilli.
il padre di
politicanel
Tibullo
71 1, il
desse
per-
signor
Tibulliana
360
ì Si
me
provi,come
fizio della
e
gli suggerii,ad
il Ritter.; Ma
al
Faber,
De
Dacier,
Zerbi, quando
cosi, si
lui
del
le
signor
quistionedi
di
lontano
il
e
non
nologia
cro-
si citano
mai
aver
soglie della
logia
filo-
critica latina.
Zerbi
signor De
contro
da
men
veda
nomi
certi
chiaro
troppo
della
e
Il
né
in
non
ch'eglichiama
perché,
ecc.;
si citano
mostra
salutato
colui
oggigiorno
oraziana
il Ritter
abbattere
per
al Sanadon,.a
ricorra,infelice,
il
l'ha fondato
cronologia oraziana, quale
murato
f edi-
abbattere
anche
l'autorità
dello
del
Bahr,
si lagna, che
io,citando
boldt,
Schlegel, dell'Hum-
Ltlbker, rivendichi
il
polio
mono-
dell'esegesi
e della ernieneutigi alla gerarchia
in materia
letteraria
Lasciamo,
questisparidi
perché
i
De
Zerbi
francesi,non
che
grazia di
parlare di
dee
ciò
per
metafore.
di
de'
desidera
ha
Dio.
che
il
dice
che
invochi
sco.
il vangelo tede-
amore
del
Ho
poeti
altri
a
pareri
farmene
un
sa
a
romani.
Monopolio!
non
buongusto,
citato autori
tenuti, e
sono
noi
parere
Finalmente
l'Humboldt
via,
tedeschi
teneri
meno
che
e
tedeschi,
ragione,per
Ma
gnor
il si-
se
d'italiani
un
è naturale
di
vedrà
cenno:
alla gente
e
che vuol
che
trina
la dot-
monopolio.
signor
De
quello
stesso
Zerbi
che
afferma
diceva
che
lui,
Tibulllana
cioè
che
ha
natura
cita
favore
Tibullo.
dire, senza
almeno
A.
quale,
che
G.
si possa
der
mutò
Literatur
delle
idee
questione
ignoti
omerica
; lo
di certi
Europa;
alla
assurse
alla
Schlegel,
suoi
il
dizi,
giu-
Kunst
cinquantanni
in
la coltura
pedanti
e
di
sceremo
gli la-
non
dramatischen
per
l'arte
su
parla
per
pensare
la Geschichte
con
anche
protestare
il Wolff
e
della
e
non
che
Quello
fossero
che
Schlegel
che
che
Mommsen,
dire.
critica
dalla
fescennino;
Lasciamolo
italiana,è,
und
il
che
figlioe
Dumas
un
sentimento
un
suo
a
è
Tibullo
361
rizzo
l'indi-
il Wolff
teorica
che
della
epopea.
Del
resto,
esametri
pretende
dire
scrive
che
uomo
il latino
gli
e
cosi,
Quid
e
un
tutto
prodest
coelum
discorrere
quello
(Pubblicata
nel
che
giornale
di
impUesse
Tibullo,
Ntaera,
ha
il diritto
di
vuole.
La
1879).
*
Patria
di
Bologna,
24
bre
otto-
di
risorse
Le
366
Tedesco
al
Miniato
San
cenerino, al polveroso della grande
ondoleggiante leggiadriadei colli
F
somigliantia
darno
ridenti
le facce
ardeva
viveva
sole
non
il frondente
e
fremeva
folta
la
del
ho
odiino
e
dette
roche,
ed
aspro
Virgilio con
loro
I
perde
Sol
la
Le
valli
cicala
e
un
col
i monti
greci le salutavano
emblema
della
estate
razza
le cicale. Le
ar
il loro
busta
han
canto.
cicadae:
della
momento
dezza,
gran-
sua
metro
assorda
e
il
mare
e
della Terra,
figlie
della
bianchi.
più gentile,
è
non
noioso
cime
poeti di
i
discorde
querulac rumpent
cantu
quella
in
oltraggino tanto
e
vano
scopri-
mobili
ciottoli
di
capito perché
mai
tra
fiume, luccicante, sotto
le cicale
latina
l'Ariosto
fra il piano
pioppi, e
delle
canizie
mezzogiorno,
Toscana!
Et
dei
Spiccava
il greto del
dolce
non
il regno
degli agilitronchi
strillavano
e
sotto
colonnato
Come
Io
testo
co-
uria fuga di
con
lo stellone
tutto
—
interrotta
ombreggiavano
Fin
sinistra,
a
e
nel cielo incandescente.
i colli
e
destra
presesi
rispettie volgendo
cantando
a
Val-
di
che
fila di ragazze
una
corrano
mano
per
cia,
; di fac-
estate
nobiltà
il cielo.
e
autoctona.
le
ravano
ono-
De-
risorse
Le
368
che
pare
de' suoi
in
e
piace
di
alla
che
pare
fremano,
tutte
di
ai freddi
atomo
le mie
fibre
Platone,
la
voce
cicale. Non
imaginò
tutte
delle
le
Toscana
cantare,
più
discordi,fino
di
sentirne
e
in
senso
cantare!
cicala
di
ma
unica
tra
il senno
la
era
terò
can-
Oh
e
in brune
a
punto
si
Muse
l'amore, sin
è vero,
e
l'Aurora!
del-
divino
delle
voce
le cicale
Romagna
Come
e
antichi,i quali,
trasformarono
dovere,
come
la
per
a
vivrò
bato
ser-
spendeste dietro
vite
l'alimento
qualcuna
io sia
immortale.
raccontò
rade,
sensi
dagli amplessi
settembre;
piogge settembrine.
un
e
sempre
in
e
e
me
è
cicale.
via
a
più
avvenuto
le
prime
affaticava,
quasi
Terra
a
triste quello stridore
susurrio
che
durano
via
dopo
figlia della
il ridesto
:
tumulto
che
vero
e
Terra
amoroso
sepolcro ! io
vostre
Muse,
vi
glidèi impietositi
In
è
cicala
obliaste,anche
tutto
in
me
uomo,
i miei
tutti
e
bilo
giu-
avviene
madre
felicissimi voi, uomini
la Grecia
di
mia
della
silenzi del
di
parte della n?ia madre
e
e
come
conscienza
gioia
Titone, uscito
felice
di suoni
splendori e
la
il
col sole. A
amori
nuovi
del
gioventù
immenso
inno
un
Ttdcsco
al
perenne
esultino,cantino
altrettante
come
in
annegare
confondermi
mi
dalla
sempre
quel nirvana
Miniato
San
terra
espanda
seno
suo
la
essa
di
per
pur
di
de' venti fre-
schi
la dolcezza
e
oramai
sono
Miniato
cicala
Tedesco
rintenerito!
369
E
anch'io
gliardori
piango
rim-
non
invidio,soltanto
ricordo
le estati della dolce
al
di settembre:
né
richiamo
d'autunno
brezze
San
del verde
una
né
e
di
risorse
Le
del
le
tra
luglio1857
Toscana.
II
Veramente
su' rami
degli alberi,ma
di
stanza
una
ftn che
sole
scialba
ed
al buio
al
detto
usciti allora
un
cosa
nel
allora
a
da
liceo,tre
della
più
anziano
di Don
Panza:
34
—
Chisciotte
rifaceva
Carducci.
dei
tanto
Eravamo
ginnasio di
Pisa.
cui
allegramente
San
a
niato,
Mi-
compagni
Pietro, filosofo gio-
disputare dell'ente
colpo
poi
star
inferiore.
testa
uscio, insegnava umanità
il
da
a
godersi il
sempre
sarà
pomposamente
bertiano, forte
con
ci
Valdarno
insegnar qualche
era
disadorna, le
e
freddo) guardavano
del
parte
una
n'è,
ce
in
retorica
insegnavo
spalancate (è meglio
finestre
strillavo
non
grand' edilizio monacale,
un
primo piano,
un
io
luglio del 57
nel
le
e
a
impòste
pere
rom-
d'un
(terza ginnasiale),ed
tre
e
e
il
più positivo:profilo
buon
stupendamente
senso
i
di Sane io
gatti innamo-
Le
370
rati
dì
risorse
miaujava
e
arie
le
Trombino,
in
avere
per
latina
terza),non
un
mazza
allegramente
delle
crayattpua
ma
maggiori
serio
quiete;
scapataggini serio
de* rosei
aveva
avrebbe
potuto
conosciuto
cantare
^come
per
Pinini,
anche
nella
spostato
pinein, insegnavo
cioè
facevo
tradurre
e
buttavo
fuor
(prima),
in
di
un
due
Dante
di finestra
il
sue
grande
fanciulla, e
Io,
piamento
raddop-
un
causa
spiegarea
e
le
pavone.
(quarta
Tacito
fondo
in
e
del verbo
coniugazione
rettorica
Virgilioe Orazio, più
e
meraviglia
eseguiva
rossori
e
pancia, cdh
e
più goliardodella compagnia,
il
cosi
(seconda
egli era
:
teratura
let-
Historiae
sospettosa
di tabacco
scatola
e
di
ripetizionedi
una
e
con
Fer-
nome
professoredi grammatichina
maestro
vero
col
grammatica
molta
senza
del vecchio
Trovatore.
eompendiatore
philippicae,insegnava
Tedesco
noto
trasformato
Frontino
al
del
più largamente
dinando,
severo
Miniato
San
e
quinta),
ragazzi più
che
sero;
potes-
gVInni
sacri
ricordo
il
del
Manzoni.
Il
ma
veggo
nella
con
prefetto,del quale
sotto
ancora
visita che
tono
Miniato
di
era
Pombra
non
del
nome
lunghissimo
arrivati dovemmo
farglici
aveva
pietoso rimpianto avvertiti,che
luogo
di
poche
risorse.
Dei
naso,
San
molti
JLe risorse di San
Miniato
al 7 edesco
francesismo Pietro colse il
di cotesto
significati
e faceva
proprioe più utilitario,
men
Trombino
dendó
e
E le
presto
io ci ammiccammo
e
—
Innanzi
di simili
ce
risottécchi,
noi.
troveremo
ci
tutto
boccucce:
accontammo
brigatadi giovanotti
(come troppe
una
con
di
Le risorse le
pensando
trovammo.
371
n'
e
era
n'è
ce
forse
per le
ancora
piccoli
Toscana),
e dottori novelli,
che,vivendo del loro
possidenti
poco e nella speranza dello studio e dell'impiego
città minori
e
le grosse
futuro,
passavano
tutte
le
sono
le
più degne
e
più propriedell'homo
bere ilmeno
possibile,
giocare,
amare,
e
del governo. Noi
Porta
che
oste
credo per
nato;
simi
e
me
E cominciava
per i molti
da
la veggo
aver
Ci
strèpiti.
del
casetta
prossimo
nuova,
appigio-
aveva
mangiare a bonis-
ancora
dinanzi
noi di Torre
per la casa
conosceva
ad
ilpiùspesso
bolognese,
detto,
non
anche
da
postole
il vicinato la
rebbe
sa-
abitavamo,sùbito fuori
tre
ci
eufemia,Afrodisio,
Io
patti.
e
dir male
ma
tassoniano,
ci passava
poeticonome
ma
male
tutta noi,una
fiorentina,
un
piens
sa-
le fanno),
come
non
far
forse
che
quellecose
(almenoglianimali
mangiaree
a non
giornate
sante
far di
nulla,o meglioa
di
terre
mala
voce
còl
bianca,
de*
stri.
mae-
all'intorno,
si sestmct,pur troppo, di
j_
notte
T
e
San
di
Tedesco
al
Mimato
Le
risorse
di
giorno, ogni qual volta,ed
372
la invadesse.
allegra compagnia
Ave
color
Ave
sapot
Tua
spesso,
era
vini
clari,
sine
pari/
inebfiarì
nos
Digneris potcntia l
Tali
se
erano,
di
antifone
in
di
misteri
quei
in
pie
a
senso
le
e
di rado
non
erano
caffè Micheletti
nel
colle
del
gnificato
il si-
e
le invocazioni
; che
pubblico
osteriuccia
una
il
parole,
quellistrepiti,e
celebrati
pure
le
non
la
su
o
strada
provinciale.
Qualche
domo;
in
e
di
una
memoria
quadri
andavamo
anche
volta
per
quelle
la
lieta
che
affreschi,
o
mésse
il capo
d'una
poeta
bergamasco,
venditrice
Bernardino
di perpetua
è
m'
più
in
per
contraffacendo
di castagne
Zendrini, e
comparazione
con
tra
Hinc
mascata
mihi
e
il divino
prima
dalle mie
mali
le
vate,
na-
il parlare
sistema
un
la
ufficio nella
labes. Da
della
compatriottadel
figura di
Giuseppe e quella del sotto-prefetto,
che,
nero, ascoltava
certi
ameno
giro
in
ancora
di
illustrazione
brigata recitava,menandomi
in istil
méssa,
alla
prima
cotesta
smargiasseriedi
tico
crisan
tutto
in
panca.
berga-
antimanzo-
mi
nismo
di
risorse
Le
San
si levarono
presto mi avvolsero
d'empietàe
santi dei
spaventosa
fossi
e
Portami
E
andavo
a
di
sua
e
del
fosse
modo
mesi
da
avviato
a
un
una
e
un
buon
senso
Dieci
dipoi
un
tutti
a
al
che
poteva
Corpo
non
processo
in Toscana
della
ero
lo salutavo
lauda
fortuna che del 57 anche
all'ombra
io
mente
appassionata-
impedi
e
so
quaggiù;
santo
Manzoni
non
processo;
Stefano, del
anni
sey
o
con
non
annunziavo
e
tutto
Gesù
Io
Dante,
studiavo
Todi
quegli anni
lontani. Per
pur
che
a
venerdì
quel
che
piano,
pensando
Venuto
e
cristiano,
composi
materia
cana,
che
57
Cristo.
Gesù
inno
di
mezzo
e
intimato:
io andavo
un
del
del
taverna
quel p.... di
pensare
quei
Signore. Il
i grassi
su
santo
fieramente
su?l
superiorità
gran
Pindaro
di
e
lacopone
la
alla
quell'anno
vero
Firenze,
a
che io il venerdì
Miniato
per
è anche
prima che
per Valdarno
verso
un
inorridire
leggenda
Sainte-Beuve,corse
San
in
chi tu sie né
ma
a
Assai
ben
e
Napoleone
dicendo
motto
fumacchi,
principe Girolamo
costola
che
vero
avesse
sbigottitoavessi
una
373
tinsero tutto,d'una
e
voce,
da
sceso
all'oste
i
Tedesco
di feroce misocristismo.
dell'accademico
una
al
intorno
l'imperatrice
Eugenia
venerdì
Miniato
mi
di tal
menar
c'era in Tos*
cappamagna
parecchio e
di Santo
dell'onestà.
giomjdi"gotofiorentino
di
•£* risorse
374
San
Gastone
avrebbe
potuto
arditello
per
giovine
io
forse a'
che
affermava
spiri
tosetto,
e
di Gian
tempi
il rischio di passare
correre
clericale.
anche
stato
era
Tedesco
al
Miniato
moderata, che forse
parte
da
di
IH
seconda
Una
di
San
risorsa
Miniato
domeniche
trovare
a
di
maggio
da
Firenze:
Chiarini, il Gargani.
bianca
di
dire
che
una
fantastica
buone
fervea
del
ore
queto
Io
del
resto
le
tutte
giorni,né
ma
per
mi
ho
cantato
sentivo
que' brusii
selvatiche
e
o
cosi
e
per
di
mai
ne
o
del
se
giocato
non
mandare
que' trepestìile
(barocco misto, di Dante
dalla
e
del
la irradiava:
rocca,
per
a' miei
burla;
spasso
a
mie
plicemente
sem-
diavolo.
del
casa
sonato
bene
giovinezze,
ricordo, direi
un
che
e
zione
emana-
vesperp
ballato mai,
di cacciarle
potuto
suoni,
nostre
melodioso
facevamo
non
Torre
la
luce, elettrica
io, per quello me
che
ci
Nencioni, il
avrebbe
fervea
di
e
giugno
: un
strepitipiù gloriosi
di canti
di
degli spiriti
nelle
il
intenzioni
aureola
di
e
quei giorni
intorno
spargeva
romantico
In
nelle belle
che
gli amici,
erano
d'aprile
venivano
gli officii magistrali
tra
tristezze
del
cuore
seicento)bombar-
376
Le
daniana.
Ma
doveva
in
il
risorse
in questa,
era
Tedesco
s' intendeva
almeno
allora,
moderato,
quei primi anni,
le memorie
serbato
aveva
49;
al
moderato, molto
anche
politica
; e
del
Miniato
San
classico,come
un
essere
Gargani
di
e
le tradizioni
romantico-guerrazziano-maz-
un
ziniano,arrabbiato, intransigente,
antropofago.E,
tale pur
essendo,
scandalo
a
Firenze,
tutta
con
d'un
non
la
con
e
caratterino
glie la pagò;
amorosi
in stile
diano;
essi
miglior
metodo
accademici
tale
e
a
A
né
sonetti
dar
miglioramento
un
fuori
da
uno
più bel
Siena, del
testo
nella
ciato
S'era comin-
i testi,classici
non
mestieranti
resta
del
all'edizione
quegli anni
critico che
i nuovi
per
primi
Mediceo-lay^jenziana.
Toscana
scelta di
glie la stampò
Targioni
votgnritfamentod' Esopo
in
bel
suo
cinquantine
a
col
quale scoprirono
una
studio,
petrarchescoe foscolo-leopar-
tra
lavorava
e
né
di
col
nettamente
che
componeva
sieme,
in-
predicasse;metteva
del settecento,
editore
un
in servigio
scrittura,
di
tutto
di erudito
per
li
poeti
bello stile i sermoni
diligenzadi giudizioe
stessa
trascrivendo
sempre
lettere
che
suo
più
i
su
francese,li traduceva,
diligenzasquisitaanche
prete amico
diceria
nel
quale abbate
so
scagliato,
innanzi
una
traduceva
odiernissimi; e
di
l'anno
aveva
usassero
coti
i Vecchi
empirici; e
di
saggio pregevolissimo
risorse
Le
l'Esopo
incompiuto
cosi
dai
e
buon
Firenze:
a
un
il
per
passo
le mille
rallegravano la
che
mattina
il Gargani
a
sera,
occorrenza,
la
a
s' era
si
i
e
posso
mattia, a
di
a
il Targioni
contare
e
in terra,
aveva
e
in qualunque
sognando,
Bisognava
della
i
suo
rana
e
quando
calcari,e fermò
le mani
istrinse i denti, e levò il capo
derlo
ve-
d' irrefrenabile
ore
trassesi
eposesi
dire
parlare da
notte
basta.
far la mimica
il sottano,
vere
mo-
versi,
tutti i testi di-
anche
non
via
quali intramezzavano
incaponito
credo
e
senza
udirlo,Giuseppe Torquato, il quale nel
spogliò
piedi
e
qualunque propositoe
catoniano classicismo
sfrenata
Toscana,
memoria
a
lingua esopiana. E
e
di
sicuri di
Basti
esopiana filologia.
mandati
avevano
e
loro
delle
cari
guelfo del
il Gargani
davanti
stimone
te-
queglistudi
dire,più
Non
deljgobbofrigio.
bizzarrie
quei
cenacolo
cantuccio
un
trovarsi
caccia
in
per
volta
Targioni,in
si limitavano
s'era,sto
non
pericolodi
qui
Gino. Né
marchese
del
al
blicato
pub-
per le notti gelide
e
casa
lungi
fu
tini
fiorenpe'sollioni
nella Laurenziana
Sebastiano, non
san
studi onde
Gar-
dal
e
qualche
era
il lavoro
vegliatenella
serene
377
nel i864
come
amorosi
e
proseguivano
concentrati
Targioni
Io
Monnier.
Le
dei dotti
rari amici
dal
Tedesco
al
Miniato
San
curato
senese
gani, pur
di
alle
al
ginocchia,
cielo^e gonfiò
378
risorse
Le
con
tanta
sue
vanno
di
Soft
Miniato
iniquitàalla ter\a volta,
è
et
terra
per
mica
mi-
Cotale
atteggiandola
e
tutti i moti
figura in
etnisca
le budella
che
crepata.
egli eseguiva, parlando
sua
Tedesco
al
più
e
jcastici
nella grande aula michelangiolesca della
realistici,
che
Laurenziana, dopo
si fosse
di
cosa
ritirato nelle
quelle
umanisti
del
scene
quattrocento
i
sentendo
ma,
digrignasseroi
denti
di
quella allegrezzaonde
la
filologia.Qualche
raffrontando
e
ammirava
qualche
testi
rinascimento
Con
di
feroce:
Marat
degli Amici
del classicismo
fatto la
che
fossero
essi
invidia
sparte
in di-
stava
d'Aristofane,guardava
fosse
non
antico
commediografo
una
un
che
capricciosità
grottesca
il Gargani era,
rigida
il Nencioni
fra
toscano.
questo
tutto
non
giovinicelebravamo
sospettoso,
del
io
catene
dispetto e
tedesco,
gli si oggettivasse in
del
credo
e
per
noi
stupitoe
fantasma
codici,
dirugginio delle
il
quecento
cin-
filologidel
vecchi
plutei medicei, imaginavp
che
degli
gli spiriti
dei
e
dietro. Che
di
stanze
pensassero
imprigionatine'
so;
rucci
Fer-
il prefettoCrisostomo
lo
ripeto,un
un
osservanza,
designò più
pedanti. Io, allora
greco romano,
non
moderna
eloquenza politica
puritano
tardi
per
il
nell'apogeo
ammiravo
e
pubblicano
re-
ammiravo
gran
ai"
risorse
Le
che
poesia della
la
meno
Miniato
San
di
da
cui
alla
luna
stagno
uno
ranocchi
e
tratto
a
dai
ore
lunae,
saliva
discorsi
L'
care.
esser
ascoltava,ridendo
terellesco. C'era
del
delle
Gargani:
epopea
Gargani,
mai
dell'Arno:
feci
mi
un
ranocchie,
a
durò
due
un
pioppo,
un
po'stón-
un'allocuzione
bunizia
tri-
e
dell'aspettare
rivoluzione
decasillabi.
costanza
cir-
d'Esopo gli do-
cotal riso
stanco
una
di
borbottio
improvvisazione
suo
a
in
C'era
sperato
di-
Firenze,
la
blica
repub-
ranocchie,capitanodel popolo Torquato
la ribellione
versi sciolti. C'era
gracidanticontro
O
figlidel
Marciam
Contro
Il
ranocchie
mani
delle cittadine
il Gargani fattosi tiranno
marsigliese delle ranocchie
Le
in riva
delle
amore
per
d'un
re
Tor-
inspiratodalla
nella epopea
del veder
ai ranocchi
seduto
l'amico, appoggiato
almeno:
nella
dell'amico,
improvvisargli la
di
una
alla campagna
qualche
serena,
bestiole,del resto, che
vesftio
giàgliamici
silentia
379
Onde,
il Gargani passavamo
e
amica
per
Tedesco
rivoluzione.
quelle notti che, dormenti
bianca, io
al
:
cominciava:
pantan,
marciarci
marciam
il tiranno
uman
capitan Gargani
pigliavano
e
il
Gargani,
piedi legato
ai
lo
poeti
gnavano
conse-
odier*
:
Le
380
nissimi
risorse
loro
di
nuovi
Minialo
San
al
Tedesco
ricordo
alleati. Non
poi
come
finisse.
Qualche
Firenze.
Arrivati,passeggiavamo
Poliziano
di
e
Esopo,
nella
repubblica
i rumori
il sole
vecchio,
in
notte
alla mattina
lo dirò
Ione
alla
qui Gigi
faceva
col
glia,con
un
la
grembialone, e
gnori ?
eccone
con
sùbita
qui
abatino
uno
E
Sta
Imbratta
noi
A
—
desiderano
?—
Segni
Per
—
Gigi
da
di
si
bene
Questi
si-
roeravi-
l'appunto
di pr irtìQ.
£antp,f
la bianca
non
procuratore,
per
Lei.
e
bur-
fiorentino,che
—
—
un
faccia di ciompo
fresco fresco
si
cosi
dimandando:
cortesia repressi.
del domo.
E
facciò
piemontese s'af-
Guccio
di
Che
—
risce
confe-
se
so
non
men
gallettoarrosto.
Un
—
sua
chi
h
:
soprannominasse Gigi
oste
sarà
lori
co-
Mercato
meditazioni
cucina,
f-EF
il porco
innanzi
vamo
face-
in
vita
ufficiai
d'un
partecipare,né
io,e
Cosi
serio serio
volta
certa
gentiliziagenealogia
Gigi son
e
si
inclita
sua
Porco
intendeva
la
io:
della
gallettoarrosto....
un
l'ordinanza
o
della
solenni
Gigi.Come
da
e
ridestato i
avea
il Gargani sentenziava
vegliò tutta
entrava
odori
gli
e
critiche,del
rivoluzione.
prossima
a
scutendo
di-
notte
della monarchia
e
giorno. Quando
tutta
di edizioni
questionando
e
non
io il Gargani
riaccompagnavo
sera
omc
tovagliaera
WL»
'
'
I
sul desco
distesa
E
notte.
fiasco ;
?
dopo
avviandosi,
con
v
—
......
,...
.
.
????????»??
....
?
???
_"
•?
il oidorodelParrosto
la
il
stanza
i
wb««
confortando
e
lasciavamo,
della
stazione
io alla
del
il Gargani
levriere in
inquietocan
un
v
salia
e bevevamo
galletto,
ci
otto
l'Esopo,e
per
?
381
po'rilassati dall' umidor
un
le
?
Tedesco
al
bile
sopravitroneggiaval'ama-
e
mangiavamo
e
?
e
fiasco,
i muscoli
noi
1
di promesse
riempiendo
a
nero,
del
sovranità
?
??????
iinwi^i
?
U»"-^'
Miniato
San
di
risorse
Le
zaglio,
guina
per
San
Miniato.
è il giorno de' morti. O
Domani
muto
delle
memoria
ancora
belle
nostre
che
Romagna,
io rinnovelli
spiace che
non
la
nella fossa di
freddo
e
amico
a
per
te
un
giaci
certo
poco
fiorentine.
estati
IV
Un'altra
risorsa, e questa
po'più pericolosa:
un
m'innamorai.
si
Non
spaventino i
le braccia
di
fiori
o
di
la
grandinata
concetti
della
che
prima
protendano
non
loro
di frasi
o
teste
la
soglion portare
ogni qual
volta
i nembi
pidea
pioggia la-
sé le
con
dalla
movano
poesia.
Io,quando
la
e
deprecare dalle
dell' amore
meteore
plaga
per
lettori
m'innamorai
volta
e
sentii
a
San
Miniato, gustai
profondamente,
e
sento
nel
ancora
di
risorse
Le
382
del
infinita malinconìa
dolcezza
di
primavera
Augel
non
già, ma
i
poeti,
è l'usignolo.E
al
la
le
nel
!
e
non
e
se
uova
canta, è il maschio.
nei
novelli
ed
l'arrivo
d'
giorni
agli
degli altri
Egli viene
aprile,e
e
alle fanciulle
dei balli
e
degli
amori.
quando gli altri
uccelli
per
accorrono
fosco
le ruine
e
modo
è
non
alle
nostre
sé
della
non
terre
fiori
un
ne
ai
e
ai
gioia,
gode;
cinguettando
si ritira in
fiorite d'
lei
primo
dei
sere
bandona
ab-
tanto
sol-
generare
canterini, annunzia
Egli
schiamazzando,
tra
a
voce
uccelli. Poveretta
annunzia
le belle
cianciando
o
mala
il rinascimento
giovani
e,
ogni
uccelli
pennuto,
depone
degli altri
A
alberi
virtuoso
dar
femmina
nido
che
campi
si vuol
sua
covare?
frinfrino
quel
organetto
e
ella fosse conformata
a
Chiarini).
G.
quei tenorino
invece
cùcùlo, perché
di
turchi, per
fin
de'boschi,per quel flautetto
che
trad.
quanti sdilinquimenti
e
vocali, per
di scambietti
mistero.
e
vago,
chiasso
quanto
pensiero
mio
obietto
suon
e
I al
(Wordsworih,
tutti
soave
prediletto
o
Invisibile,
di
la
e
cùcùlo.
del
canto
Figlio
Ohimè
Tedesco
al
Mattato
la segreta
cuore,
Salute,
San
vecchio
un
albero
edilìzio,
risorse
Lt
384
dell'essere
Che
cielo
la
fede
eglidalla
farsi
a
la
e
ella
Dura
E
la fede
Cu,
questo
l' amor
allora
cu,
cu,
dica
più ilvero,
del
bene
che
secondo
tristezza
non
e
in
gli ho
che
troverà
né
tasca
che
per
albero
(or
e
meno
segno,
quel
tutta
la
uomo
mi
pento
dava
man-
;
averne
che,
di
annunzio
vita. E
anche
io
cantava
a
non
non
tramontana
secondo
sempre
la vita ad
E anche
soldo,e quando
un
pover
e
gli voglio)mi
è fatale
tutta
cello
l'uc-
se
sveltamente
quasi
ora
ancora
magico
la burletta.
il cuculo
mentre
dovino?
in-
l'altro troppo
credere
dalla* parte di
per
Cu
—
le fanciulle
maritino,
dopo
un
voluto
dolore
avviene, egli è
svedese,
si
a
popolo svedese,
pensai
avevo
faccia
ma
verso
il
sur
e
uccello
o
quanti anni
ch'elle
prima
rosa
gioia?
la
ricordai che
al cuculo
quel cuculo
il suo
dura
Quanto
cu....
cu,
non
egli posi
che
o
stella,o cala
—
mio,
versi,si danno
che
accòrsi
—
Bene
il fiorir della
rispostaripeteun
i suoi
spesso
Cu
—
fulmine
del
punto
passare
nella
farsi
a
quanto
svedesi,dimandando
da
?
durerà
—
han
uccello?
savio
terra
Cu
—
gioia dell'amore, profeta uccello?
quanto
a
Tedesco
al
distruzione?
o
verme
lo schianto
quanto
Io
della
l'amore,
? Sale
dal
—
è
Miniato
San
nunzia
cosa
male
di
non
ciò
la saviezza
cui
tocca
in tasca
si
pochi
risorse
Le
o
San
di
al
Miniato
punti.Pare impossibile!ma
s'appone
ben
come
di Carlo
matto
nelle
sue
385
è savio
quanto
che
popolo
cotesto
XII
Ttdesco
e
segui quel
corse
di
rotta
a
collo !
Cuy
cuy
mi
cu,
eh' io
! E
era
anni.
versi
del
cùcùlo
dalla
risuscitato
Oh
nel
Non
e,
ladrone
il
rimesso
—
mio.
a
vo',
e
ascoso,
piede
precoce
entrò
a
che
caro
Carducci.
nomata
—
aveva
mi
parea
1
abbattei
della
parlare di
stretta
donna
gentile:
rella
so-
molte
famiglia
nome:
Ogni
—
paresse
città,mi
in
pancia
Mi
non
alla
Cosi
di
amorosa,
abbandoni
il
la
sera
mi
morte
della
del torchio
25.
odorosa
una
fra le molte, anche
sarà mai
due
imperiale,che
di lui
potess'io venire
dell'amor
innamorata
memoria,
giovine marito
cose,
V anima
della
rebbe
dure-
Tornavo
—
in
cùlo
cù-
pochi, sciaurato
cancelliere
torre
mio
cinque giorni.
sonante
nella
Come'l
quando,
del
il
dunque
l'amor
parevano
dentro
bellissimi
maggio
Mi
durò
non
canterellando
voce
che
annunziato
avesse
cinque
Io credeva
cu.
cu,
di....
villana
386
Le
risorse
mi pareva
e
pancia
non
—
po' lungo?
Oh
feci
—
villane
su
mi
di
San
pare.
Di
—
io,e
scesero
credere
a
con
figliuola
lei. Ah!
La
—
ebbi
viveva
sostituto. Oh
(o mi
di
moglie
Ti
ricordo
versi
sarebbero
lei
mi
di
nel
se
in
tre
le
sero
aves-
della
dote
di
morte
mori;
anno
mia
quattr'anni,ch'ella
o
del
re
d'un
o
lunghi sguardi
grembo
remoto
un
die
Chi
di
dai
un
rompere
inter-
vellutati
pareva)!
O
cotesti
a
procuratore
un
bruna
Oh
Mi
indi
secca
fargliPepitafio.Della
fa
notizia,or
a
della vicina
giovine pancia
dì
m'invitava
aspirassialla
io
pugno
lettera
come
—
quelle
un
una
seppi
speranza
al solito fui pregato
bruna
E
casa.
che
espressa
come
ricevei
un
poco
altro; tanto
della.... che
le visite alla
il collo
vivere
a
ferirmi
a
la madre
dato
la....abbia
dire
seppi
non
l'epigastro.Ladimane
era
interpellòla giovine
eh' eli' abbia
Dubito
Tedesco
al
—
che
ti sembra
parole
secca:
e
Mimato
la
facea
vita
nascer
speco
agli angeli
meco
che
ella diceva
dei
Prati, i quali
certo
un' isola
a
I
assai
in
graziosamente
altra
parsi detestabili.
rifiorisce
in
mente
principio dell' Annunciazione
E
quando
di
Olindo
bocca
la
mi
figura
leggo
Guer-
il
risorse
Le
rini; se
non
materia
ai
dice
qui
titoli
dico
non
che
persuaso,
avessi
non
pendice.
un'apsi
mi
congedo
Pinini
—
Vuoi
tu
—
sare....?
spo-
sorella; e poi
sua
del bello
e
rimandarlo,
per
addolorato, stupito e
ma
né
voglia né bisogno
di
zito
stiz-
mogli
di doti.
che
bene
per
altro
che
disgrazia;quando
dolore
darmi
o
non
altro
che
vita
mi
sanno
donne
rono
reca-
che
dispetto farmi,
(1).
cuculo
tu
(1)
alla mia
frapposero
sempre
muoiono
Oh
si
fu infausto. Le
mi
poi l'amore
in
D'allora
lo
maria.
Sa-
quella signorina.E
di
degli appannaggi
e
il
con....
d'una
nome
ci volle del buono
mi
che
il
rotto
gran
esposizionedei pregi,dei meriti, dei
minuta
una
hai
che
so
—
era
anche
vuole
amore
387
i colli di
su
grano
giorni dopo
tre
ci
non
dell'allegra
brigata,e
uno
E
o
o
Tedesco
al
bene,
col
paragoni
Due
fa innanzi
Miniato
che, ricordo
la storia del mio
Ma
mi
San
di
di San
cantavi
La
signora
V autore
sciagurato
da
chi
mi
detto
avesse
tramontana!
Carducci
s' augura
non
Miniato
che
saprebbe
sta
la
benissimo,
duri
dove
e
(Noia
sappiamo
cosi, altrimenti
sempre
darsi
noi
di
capo
I
del? Editore).
Le
388
risorse
risorse
Le
tasche
i
cresciute al
pili
sapevamo
sé) come
ripararealla
arrecando
dalla
frutti alle colline ed
alle
quattrini
nostra
le liste del Micheletti
convalle
giglinella
parimente candide.
lire codine
quellarabbiosa
Tedesco
non
dalla parte
come
non
maledette
io
passavano
Afrodisio:
alte
ma
erano
fiori e
foglie
non
di
volta
da
cassa
parte di Dio
ma
piani,
al
e
1 mesi
abon danza.
Miniato
po'per
un
(Pietrofaceva
ai
San
Trombino
che
punto
di
aridità
al
e
E
mese
con
scevano
cre-
di Gerico,
novanta
seminare
come
falciare questa lussuriosa
come
vegetazione?
mattina Trombino
Una
camera
; e,
mi
serio in
Stampiamo
preamboli,
senza
tutto
entra
—
le
tue
poesie:
—
Restai
a
città che
lo
qualche
giornaleo
un
nella
ad
modestia
sua
sonetto
o
almanacco
un
assicurasse
mi
la discrezione
dell'io tipografato
spettacolo
segreto, dare
foglivolanti
non
Dare
male.
ne
un'ode
per
una
o
una
laude
festa di
di
con
del
in
spirituale
campagnoli che
Ma
sillaba,
capissero
passi.
V*
zonetta
can-
ed
raccogliere
esporre
Le
risorse
io
le mie
in
come
de]
me
gioventù
mio
e
gittare
nei
e
de' rarissimi
era
pensiero
lingua
della
lima
rabbonito;
Qualche
mi
e
mi
di
bisogno
finivo
v'
di
mai
godimento,
godere
a
Trombino
parlava, dissi
la
per
pur
avevo
anch'io,
cosi
non
di
no.
Egli
se
ne
che
e
pur
andò,
cendo
ta-
lando
scrol-
testa.
tassoniano,fiottava
con
era
come
aspettante,
Afrodisio, con
Ma
brontolando,
nulla.
Dunque
la
poco
un
orsacchio
un
Finire
e,
in bricioli;
resisteva; e io
sopra
finire.
e
addosso
tutto
volta
indugiavo
della
abozzo,
e
andava
volta
il
quando,
dentro
stecca
a
in
in
quando
sbalzi,come
a
risolvevo
cessazione
ine
della
o
intorno
tornavo
non
di
mia
materia
formarlo
per
furia
in
nella
verso,
su
proprio
brani
e
meglio. Qualche
tanto
e
del
canali
Le
piaceri della
il sentimento
o
rabbiosamente.
vi
pezzi
a
poi prendermelo
darvi
stazzonasse
e
paoli,ohimè!
tre
a
prezzo
a
ai contatti
mantrugiasse
o
389
libretto
un
allora, io le faceva
poesie, massime
per
le
Tedesco
al
abbandonarle
cinque
a
in
poesie
che
ragazze
me:
Miniato
San
bordello,e
un
pubblico
come
di
ben
rasa
la
sua
da settentrione
politezzadi
poggiava
ruvida
da
un
; il
cera
d'
Micheletti,
caffettiere
mezzogiorno;
oste
il
doniano,
gol-
Ristori
di
risorse
Le
390
San
Miniato
tipografopiccoletto,bruno
topolino,messo
da
su
economica
al
vivo
e
che
luglio del
ai 23
alla luce
uscissero
al
del
o
superbo
di
del
e
via
poi
al
con
che
che
ardita!
barbone
un
anche
di
dire
è
bianca.
quasi
La
cheletti
tornai:
per
la
e'
onesto
San
mosaica
Ma,
Martino
d'un
liceo
rispettabilità,
che
.la
espiammo.
di
parte
dire.
giurare
fuggire
Afrodisio
con
dovevo
preside
non
meno
debiti.
estinguere,dilagarono. Una
dovemmo
né
a
I
dalla
Trombino
ambedue, grazie
ai babbi
sto
d'agoTorre
tornò, io
e
fu
debiti,anzi
mattina
celato
colpa
insegui in carrettella,il
posta.
E
nuova
i miei
sergente
che
e
di Trombino.
tutta
via
coll'intendimento
fu
ora
e
stampare
a
e
sfacciata
1' amico
Volturno,
posso
che
vecchia
piuta,
com-
Bagnoli.
aprireuna
di pagare
niato
Mi-
san
d'incoraggiamenti da
speranza
l'ardita speranza
da
di
intendimento
in
dietro
a
Pietro
io le diedi
pubblico italiano,ma
Altro
e
che
riaprire una
la modesta
di
poema
in sodo
resta
col
Cadmo,
le mie
Ristori, veterani
anni
tanti
gloriosidell'impressione,
ora
bino
Trom-
1857
pubblico
pe' i tipi del
Tedesco
del
zione
un'edi-
•
avvenne
Rime
bel
un
amico.
da
la vinse.
Cosi
come
offeriva
Trombino,
trattamento
e
Tedesco
alle mamme,
Minon
La CronacaBizantina
che
è il più elegante
di tutti i
che
in
pubblica scritti di
ogni numero
di O.
e
giornaliletterari,
Guerrini.
ha l'assidua collaborazione
che
L. Capuana
E.
-
Scarfoglio
sona
G.
-
Chiarini
di musica
-
in
che
-
scienze
in gran
mese
Abbonamento
e
Via
Roma,
a
premio,
a
di dodici
colori
Lire
ecc.
io
Centesimi
separato
Direzione
ecc.,
di lettere
-
formato
annuo
Numero
Les-
e
ecc.,
intestazioni
fregi,
pagine con
Un
Salvador!
pubblicasciarade
ogni numero
M.
-
di finanze
-
di mode
due volte al
esce
G.
-
-
G. D'Annunzio
-
D. Mantovani
-
s'occupa di
che
di E. Nencioni
E. Panzacchi
-
G. Carducci
50
Amministrazione
Due
Macelli,
N.
3
»/\/\*V\/VX/\^VV\/\^^""Vy\^.»V/V/\/VV/'
L'abbonamento
l'abbonamento
volume,
un
di G.
dà diritto al dono
di
Carducci.
diritto
al prezzo d'abbonamento
al
premio
direttamente
abbonano
zione
-
delle Confessioni
e Battaglie
scelta,
a
l'affrancazione del
Hanno
escluso assolutamente
-
semestrale
Aggiungere
per
annuo
del
Cent. 50
premio.
soltanto
presso
coloro
che
si
l'Amministra-
Giornale.
à
jwfc
jfJ*. *T*
*s*
CASA
ANGELO
jfSk
«*
*T*T
jtw
EDITEICE
SOMMARUGA
C.
E
:ro3^la.
3
Via
-
Due
Macelli
-
3
Recentissime pubblicazioni:
6.
Carducci.
Confessioni
-
edizione.
Terza
Battaglie
e
di circa
volume
Elegante
-
400
L.
pagine
L.
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Confessioni e Battaglie: Serie Prima