Ritratti Sul "Campo" Ammiratrice degli impressionisti, come sociologa-antropologa dallo stile artigianale amo incontrare le persone, conoscerle da vicino e vederle in azione: solo con l'osservazione partecipante, infatti, un antropologo può con molto rispetto accostarsi ad una tribù e scoprire un mondo nuovo. Ho incontrato, studiato e vissuto con tribù e popoli diversi in Africa ed America Latina e sviluppato con il loro prezioso aiuto gli strumenti metodologici per la ricerca sul campo. Sconosciuto come gli usi e costumi di una tribù africana era per me il mondo dello sport amatoriale quando iniziai questa ricerca. Seguendo i suggerimenti di alcuni intenditori, tratteggiai dapprima "studi di caso", pubblicati con articoli sul settimanale "La voce del popolo" e proseguii nella mappatura di strutture e società sportive dell'arcidiocesi di Torino, incontrandomi con persone ed attività che mi colmarono di un piacevole stupore. I "ritratti sul campo" sono i risultati di questo stupore e quasi certamente richiamano alla mente altri ritratti in diverse regioni d'Italia. (da: Nota dell'autrice in Silvana Bottignole, Lo sport dei valori, Torino,Bradipolibri, 2005). L'impresa di tratteggiare "ritratti sul campo" continua. S.B. A.S.D SAN BERNARDINO-TORINO compie 20 ANNI dicembre 2011 Il 18 dicembre atleti, dirigenti ed allenatori della società sportiva Oratorio San Bernardino, dopo aver partecipato alla S.Messa delle 10,30, si sono riversati sul loro campetto per festeggiare con gioia e sobrietà i vent'anni di vita. Mentre i bambini e ragazzini si sgranchivano le gambe correndo e palleggiando sul bel campetto di erba sintetica sotto l'occhio vigile di alcuni allenatori, altri allenatori e dirigenti nel cortiletto adiacente affettavano panettoni, disponevano le patatine sui vassoi, accanto ai bicchieri e le bottiglie di coca cola, aranciata e le bottiglie di spumante riservate agli adulti. Poi il presidente Santo Carcea, Santino per gli amici, ha chiamato tutti a raccolta per premiare con una medaglia CSI chi aveva fedelmente partecipato agli allenamenti, chi indossava sempre l'elegante tuta biancoazzurra con bordi rossi, e distribuire, estraendo biglietti della lotteria cappellini, fischietti ed altri premi. Si respirava l'aria balsamica del "volontariato autentico" tra questi papà, impegnati in dieci e più ore settimanali di volontariato per allenare ed accompagnare i giovani atleti alle partite, ed ora inneggiati come "mister" o dirigenti da un gruppo gioioso di bambini ed adolescenti. Ad un certo punto della festa il presidente Santino dal suo megafono tuonò: "Oggi alcuni di voi saranno a Chieri per la partita. Cercate di vincere ma soprattutto fateli giocare tutti". Con questo invito il presidente aveva ribadito uno dei valori chiave dello sport amatoriale, soprattutto se affiliato ad enti di promozione sportiva, allenare bene gli atleti per poi coinvolgerli tutti nel gioco, andando in trasferta per confrontarsi con altre squadre sempre nel rispetto delle regole. Che scuola di vita! Nel censimento del 2000 (vedi Sport ed evangelizzazione: parrocchia, oratorio e territorio) avevo censito il San Bernardino con due squadre di calcio a 7 (22 atleti, 2 allenatori,1 dirigente). Adesso la società registrava 150 affiliati al CSI con ben otto squadre di calcio. Come era avvenuto il miracolo? Per scoprirlo chiesi un appuntamento al presidente Santino per il martedì pomeriggio. L'intervista iniziò molto prima perché incontrai all'ufficio postale di via Villarbasse il presidente Santino, un autentico testimonial del CSI con un enorme girocollo con la scritta CSI ed i distintivi del CSI e San Bernardino cuciti sulla manica del giaccone impermeabile. Nel pomeriggio l'intervista proseguì nella spaziosa ed accogliente sala riunioni della società sportiva. Nel 1990 sollecitato dall'allora vice parroco padre Giuliano, Santino, animatore dell'oratorio, aveva iniziato a frequentare il CSI (Centro Sportivo Italiano) per ottenere informazioni su come formare una squadra di calcio. Affiancato da alcuni animatori e genitori, pian piano formatisi nei corsi CSI per allenatori e dirigenti, aveva formato la società sportiva che fino al 2007 contava da una a tre squadre all'anno. Poi con l'aiuto del parroco erano riusciti a ristrutturare con la morbida e robusta erba sintetica dell'ultima generazione il grande campo a 5. Il bel campetto aveva attirato atleti ed allenatori (tutti possibilmente in formazione con il CSI) tanto da avere una media di otto squadre ogni anno (attualmente 124 atleti, 16 allenatori ed 8 dirigenti). Dirigenti, allenatori e genitori sono molto impegnati nel gestire tutti i pomeriggi il campetto per gli allenamenti, nell'accompagnare i giovani atleti nelle trasferte, nel frequentare corsi di formazione, nel risolvere i problemi che inevitabilmente si presentano, nel voler migliorare le strutture perché il San Bernardino vuole essere "una finestra aperta sul borgo per tutti i ragazzi che amano giocare a calcio (anche quelli che non possono pagare la modesta quota), un posto protetto con adulti responsabili". Il presidente Santino conosce bene Mauro Berruto, medaglia olimpica ad Atene nel 2004 per il volley ed attuale allenatore della nazionale maschile italiana di pallavolo perché nel 1989 Berruto era obiettore di coscienza e coordinatore San Paolo della pallavolo femminile, poi era entrato nel CUS e la sua passione per la pallavolo lo ha fatto volare alto. Durante la consegna del premio Piergiorgio Frassati-Silvio DissegnaGiovanni Paolo II alle società sportive dell'arcidiocesi di Torino il 30 settembre 2006 Mauro Berruto aveva inviato un augurio agli oltre trecento atleti, allenatori e dirigenti, dicendo: "Ho iniziato la mia attività sportiva in campionati PGS nella parrocchia San Bernardino di Torino. Voi rappresentate il patrimonio di sogni ed idee dello sport italiano. Lo sport va anche inteso come fatto culturale per diventare cittadini migliori. E' importate vivere lo sport come un sogno: dall'oratorio ci si può ritrovare ai giochi olimpici!" A.S.D ATLETICO REAL -REGINA DELLA PACE maggio 2012 TRENT'ANNI DI ENTUSIASMO E PROFESSIONALITA' "I genitori sono i nostri più grandi alleati e la nostra forza perché fin dall'inizio li educhiamo a capire che non seguono solo il figlio, che gioca a calcio nella squadra, ma devono seguire e sostenere tutta la squadra altrimenti potrebbero anche rovinare il figlio e la squadra. E così ci ritroviamo con genitori che continuano ad aiutarci anche quando il figlio non è più nella nostra società". Mi raccontava con entusiasmo Rocco Zito già presidente ed attualmente allenatore e dirigente dell'Atletico Real, la società sportiva della parrocchia Nostra Signora della Pace in Barriera di Milano, nata nel 1979 per l'impegno di Giorgio Molino e Carla Piucci dalle ceneri di Oratoriana fondata nel 1954. Nel 1981 esisteva una sola squadra di calcio ed il giovane Rocco ragazzo dell'oratorio, terminato il servizio militare, si aggrega agli intraprendenti fondatori e nel 1985 ottiene il patentino di allenatore. Da più di trent'anni Rocco insieme ad altri generosi papà anima l'Atletico Real con passione e dedizione ma anche con molte soddisfazioni. Nel censimento del 2000 avevamo registrato tre squadre di calcio con 45 atleti e 5 allenatori e/o dirigenti (vedi Sport ed evangelizzazione: parrocchia, oratorio e territorio), attualmente l'Atletico Real conta 7 squadre di calcio e 3 squadre di pallavolo con 250 soci (220 atleti e 30 allenatori e/o dirigenti) tutti affiliati al CSI. Eppure la parrocchia ha soltanto un piccolo campo dove si allenano i più piccoli e, da sempre, l'Atletico Real affitta con sacrificio campi comunali per allenamenti e partite. "Siamo grati al parroco per l'assistenza spirituale, per la nostra sede ed l'uso del salone dell'oratorio per riunioni e anche per la cantina con le lavatrici dove laviamo le magliette per risparmiare un po' sulle spese" continua Rocco, indicando alcune pareti del salone dell'oratorio che raccontano la storia della società, mostrando le vivaci foto delle attuali squadre di calcio e di pallavolo corredate da dati ed eventi significativi come l'insegna Sport dei valori, consegnata nel 2006 in occasione del Premio Frassati-Dissegna-Giovanni Paolo II o la Targa "PARROCCHIA MARIA REGINA DELLA PACE" ricevuta in occasione della partita Juventus-Milan del 10 gennaio 2010 dal progetto "Il Milan e gli oratori" che ha scelto l'Atletico Real "per il Fair Play dimostrato dai ragazzi durante i campionati della passata stagione e per il grande impegno degli educatori nell'aiutare i giovani a crescere secondo i valori dello sport". Le coppe vinte fanno bella mostra nella sede dove si trovano le testimonianze della partecipazione alla prima "Clericus cup" a Roma nel 2007, al premio Danone nel 2008, al torneo internazionale Wolkswagen nel 2009 ed ai tanti corsi di formazione seguiti da allenatori, famiglie ed arbitri. "Il nostro presidente, Alessandro Ciaravino, è un arbitro CSI . Attualmente puntiamo alla formazione dei nostri giovani anche come arbitri perché persino i più timidi ed incerti saranno impegnati a crescere come uomini ed a prendere decisioni rapide come "fallo o non fallo?". continua il dinamico Rocco Zito "Anche noi adulti seguiamo corsi di aggiornamento del CSI a livello nazionale. Tre di noi sono consiglieri del CSI. Personalmente, poi, ho anche seguito il consiglio del vescovo Cesare e così come operaio-sindacalista lo scorso anno mi sono presentato in circoscrizione con i Moderati, sono stato eletto ed ora sono vicepresidente". Professionalità, entusiasmo, serietà e dedizione di dirigenti, allenatori e famiglie hanno forgiato il successo del coraggioso Atletico Real, significativamente rappresentato da un'aquila, ispiratrice di centinaia e centinaia di bambini, giovani ed adulti. A.S.D SAN BENEDETTO giugno 2012 IN CAMPO DA 36 ANNI CON ALLENATORI-EDUCATORI Chi varca l'ingresso della grande porta a vetri che conduce alle aule di catechismo ed all'ufficio parrocchiale di San Benedetto a Torino è accolto dal sorriso del semplice e significativo cartellone che racconta con qualche foto ed alcuni impegni di campionato gli eventi della società sportiva San Benedetto nata nel 1976. Le foto della squadra che ha vinto la Gazzetta Cup ed è andata a Coverciano, la consegna al San Benedetto nel 2011 della targa "Oratori Milan" premio alle società che diffondono i valori dello sport, la squadra di ragazzini sorridenti con i loro allenatori sul campetto, le ragazze in girotondo nella palestra di pallavolo offrono un tocco di sana allegria anche al visitatore più distratto. Mentre osservavo con attenzione il cartellone confrontando la tabella delle squadre, scaricata da internet, mi si avvicina una ragazza sorridente che mi dice con entusiasmo: "Gli atleti sono molti di più di quelli della sua tabella, nella pallavolo abbiamo anche la squadra delle mamme. Paola l'allenatrice di pallavolo è stata la mia educatrice". Intanto arriva Luigi Tosini, uno dei padri fondatori del San Benedetto. Tosini ricorda con piacere il Premio Frassati-Dissegna-Giovanni Paolo II ricevuto dalla società nel 2006, dicendomi: "Per molti anni abbiamo avuto una piccola squadra di calcio, poi siamo cresciuti grazie all'appoggio di don Mino, attualmente mons.Lanzetti vescovo di Alba, e dell'attuale parroco don Paolo anche lui impegnato nella formazione spirituale dei nostri allenatori con il gruppo giovani. Infatti i nostri allenatori hanno iniziato a giocare da bambini e poi adolescenti nelle nostre squadre di calcio, sono stati educatori in oratorio ed in seguito hanno frequentato i corsi di allenatori CSI per la preparazione tecnica. Abbiamo sedici allenatori dai 18 ai 32 anni, 6 dirigenti, 8 squadre di calcio con circa 160 atleti affiliati al CSI. Due squadre di pallavolo (una di mamme) affiliate alla PGS con circa 30 atlete. E tutto all'insegna del volontariato autentico, cercando di diffondere i valori dello sport ." Quando parla di bambini e genitori Luigi Tosini si accalora: "I bambini ed i genitori vedono solo l'allenatore. Pensi che un allenatore aveva i basettoni ed un bambino si è disegnato i basettoni con la matita. Allora noi dirigenti ci siamo impegnati ad avvicinare i genitori tanto da trasformare alcuni genitori in dirigenti accompagnatori, iniziando un dialogo con loro. Il venerdì sera si disputano partitelle tra allenatori e genitori sul nostro campetto. Ma c'è di più. In parrocchia abbiamo 18 gruppi famiglie impegnati durante la Quaresima nella lettura del Vangelo nelle case. Due di questi gruppi, circa 20-25 coppie di genitori, sono formati dai genitori dei nostri giovani atleti." Lo stemma del San Benedetto è complesso con i segni di Cristo, la tenda, il fuoco, la strada. Il generoso e cortese Luigi Tosini, che con i suoi settanta e più anni ha percorso tanta "strada" di sacrifici e fatica insieme alla comunità di San Benedetto per formare attraverso lo sport organizzato migliaia di giovani e bambini, diventa triste quando nel mondo della chiesa incontra sacerdoti che non capiscono il valore educativo, di prevenzione e terapeutico dello sport ben gestito ma si illumina al pensiero della mamma, come tante altre incontrate in trentasei anni, che la scorsa settimana lo ha ringraziato, dicendogli: "Avete trasformato mio figlio ed in meglio. Era così ed è diventato così. Grazie alla società sportiva San Benedetto". A.S.D KOLBE TORINO - BASKET IL PUNTO DI FORZA dicembre 2013 Con i colori bianco-rosso il KOLBE ricorda da cinquant'anni l'eroico padre Massimiliano Kolbe "La storia dell'associazione sportiva Kolbe non può prescindere, almeno per le sue prime decine di anni, dalla storia di Borgata Lesna e della Parrocchia Madonna della Guardia dove nacque e si sviluppò...venne formata una squadretta di calcio, affiliata in data 26 agosto 1962 al Centro Sportivo Italiano (CSI) come Unione Sportiva Massimiliano Kolbe. I colori sociali furono quelli della Polonia, il bianco ed il rosso" scrive Valentino Baldovin, socio fondatore ed attuale vice presidente del Kolbe, nell'importante e ben documentato libretto edito dal Kolbe nel 2012 per festeggiare i 50 anni di vita. Nell'ultima pagina del libretto è ricordata la vita dell'eroico padre polacco, patrono della società. Nato nel 1894 in Polonia, Raimondo Kolbe entrò nell'Ordine dei Francescani Conventuali, ricevendo il nome di Massimiliano, studiò filosofia e teologia a Roma e fu consacrato sacerdote nel 1918. Nel 1917 insieme ad alcuni confratelli fondò l'associazione "Milizia dell'Immacolata": per combattere i dilaganti attacchi alla chiesa cattolica i "cavalieri dell'Immacolata" dovevano impegnarsi nell'educazione dei giovani e diffondere cultura. Durante la II guerra mondiale P.Massimiliano fu arrestato ed il 28 maggio 1941 deportato ad Auschwitz, dove sostenne i disperati fino alla sua morte avvenuta il 14 agosto 1941 perché aveva spontaneamente voluto prendere il posto di un condannato a morte padre di famiglia. Giovanni Paolo II lo proclamò Santo nel 1982 "in una cerimonia in cui era presente una folta delegazione del Kolbe". Un bel ritratto di padre Kolbe, sovrastante la porta che accede alla stanza sul retro dell'accogliente e spaziosa segreteria (un ex negozio) della società sportiva in via Brissogne, benedice la vita e le imprese del Kolbe. Tante coppe e trofei nella vetrina principale, vetrinette e scaffali (c'è anche la grolla del premio FrassatiDissegna-Giovanni Paolo II), la gloriosa maglia bianca e rossa in un'apposita vetrina ma soprattutto le vivaci fotografie storiche ed attuali, appese con ordine ed affetto sulle pareti laterali fino a raggiungere il soffitto, documentano con i volti sorridenti e gioiosi di bambini, adolescenti ed adulti la storia vivace di una società che attualmente conta più di 600 tesserati. Le tante sedie allineate in ordine lungo le pareti e la lunga scrivania, anche tavolo riunioni, posta di fronte alla parete di fondo raccoglie tante pratiche per le iscrizioni, gestite dall'efficiente e gentile segretaria, nonchè riunioni ed importanti decisioni dei dirigenti, che con intelligenza e determinazione hanno fatto crescere la società. Il basket, con circa 360 tesserati, è diventato il punto di forza del Kolbe con la prima squadra nel campionato di serie D, undici squadre giovanili affiliate alla FIP ed una scuola basket in 12 scuole elementari sul territorio. Nel 2004 in collaborazione con il Dopo Lavoro Ferroviario è nata la sezione volley femminile con una divisione seniores e quattro squadre giovanili, con circa 80 affiliati alla FIPAV. Con Sportinsieme il Kolbe offre corsi di ginnastica e nuoto alle scuole elementari della Circoscrizione 3 mentre nel 1999 è nata la scuola sci e trekking per i circa 100 tesserati al CSI. Com'è nata la passione per il basket? Nell'aprile 1965 dopo la Santa Messa per lo sportivo celebrata al Palazzetto dello Sport di parco Ruffini "un folto gruppo di ragazzi dell'oratorio e delle squadre di calcio Kolbe" seguì una partita di pallacanestro tra la Crocetta ed una squadra di Milano."Fu un innamoramento improvviso per la pallacanestro, per me ed alcuni amici" racconta Maurilio Baldovin. Con tenacia, frequentando corsi di basket, riuscirono a costituire la prima squadretta di basket nel 1969 quando finalmente "arrivarono in oratorio i pacchi con i tanto attesi canestri" ed "a tracciare il campo ci diede una mano Gianni Asti, mitica figura della pallacanestro torinese, abitante in Borgata Lesna...negli anni '80 allenatore dell'Auxilium in serie A". Tra alti e bassi il Kolbe era impegnato in partite di campionato CSI quando nel 1972 "il parroco padre Stanislao Proietti, uomo saggio e concreto, fece un gran regalo alla pallacanestro Kolbe. Il polveroso campo da calcio prospiciente la nuova casa parocchiale fu asfaltato e destinato a diventare il nostro nuovo campo di pallacanestro." Le squadre divennero quattro con allenatori ed atleti ben consci che "per giocare bene non servivano scarpe belle ma ore e ore di allenamento e di tiro" e così nel 1971 ci fu l'iscrizione alla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) e nel 1980 i nati nel '65 conquistarono l'ambito titolo di Vice-Campione d'Italia della categoria Allievi FIP. Il 1984 fu un anno tristissimo per il Kolbe, un rapinatore uccise il valoroso capitano di squadra Paolo Charion, nato nel 1959. Scrive l'attuale presidente Danilo Peano, giocatore Kolbe nato nel '62, "Dal nulla, in oratorio, dove tutto nacque il 26 agosto del 1962 fu costruito un palasport a cielo aperto, con tribuna, luci, bar, spogliatoi, docce e zona per riscaldamento degli atleti... (infatti) da quella tragedia, l'unico modo per ricordarlo fu un torneo a lui dedicato iniziato nel giugno 1985." Racconta Aldo Fiorito "Il mitico torneo Charion...è stato l'highlander dei tornei cestistici torinesi...tutta la Torino cestitica, e non solo, che contava non mancava mai." Gli fa eco Gianni Garrone "QUEL torneo per noi, per tutti noi, era ben più di un torneo, era "il ricordo" di Paolo Charion, e quel ricordo andava onorato, dando il massimo". Il torneo è stato disputato ininterrotto per 22 anni, fino al 2006, e sono in molti a sperare che la bella tradizione venga ripresa. Proprio in occasione del torneo Charion alcuni anni fa avevo intervistato atleti e dirigenti del Kolbe, conosciuto il dinamico presidente Danilo Peano ed ammirato l'eleganza, che caratterizza il gioco del basket. Afferma il vice-presidente Baldovin "il Kolbe fa dell'educazione allo sport, alla convivenza civile, alla fratellanza, i punti cardine dei suoi scopi associativi. E Giorgio Mapelli, presidente FIP Piemonte, conferma: "La società torinese ha saputo produrre nel corso degli anni tanti buoni giocatori, ma soprattutto tante persone che si sono contraddistinte per le proprie qualità morali grazie al lavoro serio e costante svolto con il proprio settore giovanile." IL CALCIO DELLA SPERANZA giugno 2014 Il C.P Duomo Chieri ASD nel 2009 contava due squadrette con 20 tesserati mentre, oggi, nel 2014 conta 16 squadre di calcio con più di 300 tesserati. Un miracolo? "Non volevo più essere complice di un progetto sportivo nel quale l'aspetto educativo non esiste. Nei settori giovanili professionistici contano soltanto gli aspetti della prestazione a breve termine, non la formazione tecnica e tattica e la crescita della personalità di un giovane che deve diventare adulto". Queste le motivazioni che hanno spinto Dario Biasiolo, all'età di 45 anni, dopo cinque anni come preparatore atletico nella Primavera del Torino a gettare spontaneamente la spugna e tornare alle origini, cioè alla società sportiva della parrocchia. Infatti Biasiolo aveva iniziato a 18 anni come animatore e coordinatore dell'attività oratoriale presso la Comunità di Vita cristiana a Chieri (gesuiti) e, dopo la laurea in scienze motorie, aveva gestito per 10 anni il Centro ginnico Chieri a Villa Brea (fratelli Sacra Famiglia) per poi approdare, dopo aver allenato la Fulgor S.Carlo di Chieri, alla Primavera del Torino. L'S.O.S, lanciato da Dario Biasiolo, è stato raccolto con attenzione dal CSI (Centro Sportivo Italiano) e con cuore aperto dall'allora parroco del Duomo di Chieri, don Dario Monticone saggiamente consigliato da Roberto Tosco e Oleandri Endrio. E così dal 2009 il preparatore atletico professionista Biasolo ha cominciato a dar vita al suo sogno con collaboratori preparati, realizzando un progetto di Avviamento allo Sport per bambini dai 5 ai 10 anni attraverso un'attività multidisciplinare non agonistica in tutte le scuole elementari del chierese, che lo ha portato a far parte del progetto di Alfabetizzazione del Coni-Miur come supervisore per la provincia di Torino, ed occupandosi della formazione calcistica dei ragazzi del Duomo Calcio e della formazione sportivaeducativa dei ragazzi che frequentano l'oratorio. Nel 2009 il Duomo Chieri contava 20 tesserati mentre oggi, nel 2014, conta 328 tesserati (285 atleti, 28 allenatori, 15 dirigenti), affiliati CSI, e 16 squadre di calcio . Qual'è stata la ricetta segreta del tecnico Biasolo, deluso dalle carenze educative dello sport di vertice? Con un urlo "Basta con i panchinari!" Biasolo ed il suo staff hanno iniziato una pacifica rivoluzione nel mondo del calcio, partendo dal principio che "tutti i ragazzi sono uguali, tutti devono giocare ed il risultato viene dopo". E così cronometro alla mano i giovani atleti giocano sette minuti a testa, attentamente monitorati dagli allenatori che registrano potenzialità e punti deboli. Allenamento dopo allenamento, partita dopo partita bambini e ragazzi acquistano fiducia in se stessi, tanto che dalle inevitabili iniziali sconfitte contro squadre che puntano a schierare in campo i più forti, dopo tre anni di lavoro ed impegno si gusta il sapore della vittoria fino a vincere i campionati CSI con ben 3 squadre. I ragazzi si staccano dalla play station, i risultati scolastici migliorano ed i genitori entusiasti offrono la loro collaborazione sia in équipe per la logistica (preparare spogliatoi, tracciare il campo) sia per l'accoglienza nelle quattro partite del sabato: si ammoniscono i genitori molesti e si prepara il terzo tempo cioè la merenda per tutti. Il C.P.Duomo Chieri ribadisce di essere una società sportiva della parrocchia, che mette al primo posto la formazione cristiana (catechismo, S.Messa, ritiri spirituali) e prepara con i genitori le Feste di Natale e di fine anno a giugno, allietate da moltissime famiglie. Emblematica è la partecipazione di 30 papà l'11 maggio 2014 dalle 8 del mattino alle 8 di sera (pausa pranzo con pastasciutta) per risanare i campi S.Carlo (a 7 e a 5). Si è fatto un grande scavo per far defluire meglio l'acqua con la sistemazione di griglie e pozzetti, si sono ripulite le cantine e risistemati gli spogliatoi. Questa grande partecipazione ed armonia per l'educazione di bambini e ragazzi con le squadre di calcio, che offrono a tutti una reale capacità di partecipazione, ha incoraggiato lo stesso comune ad offrire un importante contributo al C.P. Duomo Chieri per costruire un campo da calcio a 11. Il tecnico professionista Dario Biasiolo rivive ancora come un incubo quanto ha visto nei settori giovanili professionistici: "un agonismo esasperato con la prestazione a tutti i costi dove i 'titolari' saranno sempre più spremuti e le 'riserve' sempre più frustrate". Con il C.P.Duomo Chieri il sognatore (ma non troppo) Biasiolo ha dimostrato che "qualità ed umanità", che privilegiano partecipazione ed amicizia, possono costruire "il calcio della speranza". CENTRO SPORTIVO ITALIANO DA SETTANT'ANNI SULLA BRECCIA Spirito e vita del CSI giugno 2014 La Maratona "Correre sulle orme di San Paolo", organizzata dal CSI dal 12 al 31 dicembre 1999, è emblematica dello spirito che ha animato il Centro Sportivo Italiano dalla sua fondazione nel 1944 ad oggi. Infatti Luigi Gedda, fondatore e primo presidente del CSI, è stato definito "lo stratega dell'organizzazione cattolica dello sport" mentre Papa Pio XII è stato colui che ne ha definito "gli obiettivi ideali, i principi educativi e le finalità morali". Il 7 settembre 1947 in piazza San Pietro Pio XII esortava gli Uomini di Azione Cattolica: "Il tempo della riflessione e dei progetti è passata. E' l'ora dell'azione. La dura gara di cui parla San Paolo è in corso. Siate pronti. E' l'ora dello sforzo intenso. Anche pochi istanti possono decidere la vittoria. Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha più volte guadagnato l'ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale, in modo da conquistare una ben più nobile palma". Con la Maratona del 1999 il CSI pare raccogliere l'invito di Pio XII: i suoi atleti (cristiani, ebrei, musulmani) sono partiti da Gerusalemme con accesa una simbolica fiaccola della pace per raggiungere in 20 tappe dopo aver percorso 1.100 chilometri piazza San Pietro, il luogo del martirio di San Paolo, accolti da migliaia di giovani. E' l'alba dell'anno 2000, quando si presenterà a papa Giovanni Paolo II "Il manifesto dello sport per il Terzo Millennio". In questi settant'anni di "Maratona" il CSI ha partecipato con lo sport alla ricostruzione dell'Italia nel dopo guerra, ha vissuto la gioia del Concilio Vaticano II, ha dialogato con il CONI, gli enti territoriali, le regioni, si è diffuso in tutta l'Italia, ha intrapreso molte campagne nazionali (correre CSI, Sport chiama donna, la bicicletta, orienteering, l'Italia nella racchetta), si è sempre battuto per "l'umanizzazione dello sport", ha ribadito anche nel Patto Associativo del 1996 "la dimensione ecclesiale del CSI si attualizza nel riferimento costante all'esperienza viva della Chiesa italiana", ha formato migliaia e migliaia di dirigenti, allenatori ed arbitri e centinaia di "atleti" che hanno vestito la maglia azzurra. Nadia Maniezzi, presidente provinciale del CSI Piemonte, durante il Convegno del 5 ottobre 2013 con il vescovo Cesare, organizzato dall'Ufficio per la pastorale dello Sport, ha affermato: "Il CSI guarda al futuro con speranza perché sa che uomini e donne di buona volontà, spinti da generosa passione e sorretti dalla fede in Colui che dà senso alla vita, sapranno accompagnare e sostenere i giovani aiutandoli a diventare a loro volta, anche attraverso l'esperienza sportiva, buoni cittadini e credibili testimoni". Centinaia e centinaia saranno i tesserati CSI che il 7 giugno dall'arcidiocesi di Torino scenderanno a Roma in piazza San Pietro per festeggiare con papa Francesco settant'anni di fatiche, gioie, cadute, lotte e speranze sempre, però, accompagnate dal sorriso per "educare attraverso lo sport". Silvana BOTTIGNOLE Box storia 5 gennaio 1944 - L'ideatore prof.Luigi Gedda e la direzione generale dell'Azione Cattolica approvano la costituzione del Centro Sportivo Italiano (CSI) prosecuzione ideale della FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche) costituita nel 1906 dalla Gioventù Cattolica. 15 novembre 1944 - il prof. Luigi Gedda, primo presidente nazionale CSI, ottiene dal commissario del CONI il riconoscimento del CSI. 20 maggio 1945 - Pio XII riceve in udienza diecimila atleti romani. "Prima epifania della gioventù cattolica". A fine anno costituiti 65 comitati. 1946 - 2 giugno l'Italia ritorna alla urne. Papa Pio XII riceve i corridori partecipanti al giro d'Italia. 15-17 novembre 1947 - CSI indice "Tre giorni" di festeggiamenti per Bartali e Coppi. 1954 - CSI stipula una convenzione con l'ente nazionale sordomuti. ottobre 1955 - CSI festeggia i primi dieci anni di vita in piazza San Pietro. 1965 - VIII Congresso nazionale CSI "Vent'anni di sport per una società nuova" . Il card.Dante consegna la medaglia allo sciatore azzurro Franco Nones, presente Aldo Moro. 1968 - IX Congresso nazionale "L'Ente di propaganda: una realtà al servizio dei giovani e dello sport" . 1975 - Convegno nazionale CSI "Regioni e riforma dello sport". 1976 - Stesura ufficiale dell'"Itinerario sportivo educativo". 1980 - Il CSI introduce le "Feste dello sport" 17-20 maggio 1984 - XIII Congresso nazionale "Il CSI, Associazione di promozione umana nello sport". 1991 - Congresso nazionale CSI "La qualità dello sport per una miglioe qualità della vita". 31 maggio-2 giugno 1996 - XVI Congresso nazionale CSI ad Assisi "Verso il duemila dello sport e della società", firma del Patto Associativo. 1997 - Perugia. Convegno "Sport e chiesa" in occasione della finale nazionale di "Stadium: lo sport incontra la piazza". 12-31 dicembre 1999 - Maratona "Correre sulle orme di San Paolo", spedizione sportiva organizzata dal CSI che, partendo da Gerusalemme ha percorso in 20 tappe 1.100 chilometri per seguire l'itinerario compiuto da San Paolo e raggiungere Roma. 23-28 ottobre 2000. Roma il CSI celebra il Giubileo degli sportivi e presenta a Papa Giovanni Paolo II il "Manifesto dello sport per il Terzo Millennio". 11 maggio 2002. Conferenza nazionale CSI "Dall'Italia che fa sport allo sport che fa l'Italia". maggio 2003 - "I nostri sogni corrono con noi" . Maratona da piazza San Pietro a Lourdes organizzata dal CSI con l'ordinariato Militare in Italia. aprile 2004 - maratona Gerusalemme-Betlemme per la pace, organizzata dal CSI 2014 - il CSI festeggia settant'anni. S.B. Box eventi 2014 Il CSI festeggia settant'anni 11 maggio - TORINO Giornata di manifestazione sportiva nel centro di Torino 7 giugno - ROMA - piazza San Pietro Incontro delle società sportive con Papa Francesco 24 ottobre - TORINO - Centro Congressi Santo Volto dalle ore 19 La notte dei Capitani LE PGS IN CAMPO CON LO SPORT EDUCATIVO settembre 2014 Le PGS (Polisportive Giovanili Salesiane) dal 1967 in Italia e dal 1989 in Europa "ALLEDUCATORE" è la parola, veramente "magica", coniata dalle PGS (Polisportive Giovanili Salesiane), che caratterizza la formazione per uno "sport educativo" dei suoi allenatori e dirigenti. Ha scritto di recente Sr.Francesca Barbanera, fma (Figlie di Maria Ausiliatrice) e Referente Nazionale PGS: "un'esigenza fondamentale dell'"alleducatore" PGS è la formazione permanente! Ciò si traduce in: professionalità dal punto di vista del possesso delle conoscenze tecniche e competenze pedagogiche; approfondimento dell'identità cristiana e capacità di annunciare il Vangelo; conoscenze tipiche dell'educazione nello "stile" salesiano". Nate nel 1967 da una pragmatica intuizione di don Gino Borgogno e promosse in tutta Italia dagli Enti "Centro Nazionale Opere Salesiane" (CNOS) e "Centro Italiano Opere Femminili Salesiane" (CIOFS), le PGS hanno iniziato i Campi Scuola per la formazione di "alleducatori" nel 1972. In più di quarant'anni di vita le PGS hanno sfornato centinaia e centinai di "alleducatori" non solo in Italia ma anche in Europa. Riconosciute come Ente di Promozione Sportiva dal CONI nel 1979, le PGS si sono, infatti, aperte all'Europa nel 1989, fondando PGS Europa trasformata in PGS International nel 1999. "I giovani costruiscono un mondo senza frontiere" è uno degli slogan che caratterizzano i "Giochi Internazionali Salesiani", iniziati nel 1990 a Malta e proseguiti con cadenza annuale, tra aprile e maggio, in diversi paesi europei (Spagna, Italia, Slovenia, Portogallo, Polonia, Croazia, Germania) con una media di oltre mille atleti provenienti da più di dieci nazioni con decine e decine di squadre impegnate in tornei di calcio, basket, pallavolo, tennis tavolo, etc... Insomma una vera festa dello "sport educativo" a livello europeo, resa possibile dagli organizzatori, e cioè motivati e ben formati "alleducatori". I "Giochi Internazionali Salesiani" si rivelano un momento prestigioso di un ricco calendario che vede le PGS molto impegnate tutti i mesi dell'anno. Con più di centomila tesserati in quasi tutte le regioni italiane, suddivise in comitati provinciali (in Piemonte la PGS annovera oltre 200 società con circa 19.000 tesserati), le PGS iniziano i campionati a livello provinciale e regionale ad ottobre per giungere, da aprile a giugno, alle Finali Nazionali PGS, disputate dal Sud al Nord Italia (Catanzaro, Lignano Sabbiadoro-Udine, Taranto, San Maurizio Canavese-Piemonte) dall' Est all' Ovest (Cesenatico-Alassio). I momenti più importanti ed impegnativi sono, però, i "campi scuola", residenziali di una settimana durante i mesi estivi, per la formazione degli "alleducatori", che si svolgono a livello regionale e nazionale in Sicilia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto. Che cosa sono i "campi scuola"?. Scrivono su Juvenilia gli addetti ai lavori:" I campi scuola sono un investimento di giovani disponibili a lavorare, in un clima leggero ma impegnativo, per apprendere a fare gli allenatori. Prima ancora, però, essi sono un impegnativo investimento delle PGS sulle nuove leve. Un investimento che parte da lontano, dal giorno in cui, prima ragazzi e poi adolescenti, essi hanno ricevuto accoglienza, amicizia, pensieri, competenze. Andare al campo scuola, immettersi in un percorso di formazione, rappresenta un momento di svolta in cui - ormai giovani - si è pronti a restituire quanto si è ricevuto e, per farlo, ci si rende competenti.Il campo scuola è un'impresa affascinante che spesso segna la vita". La formazione di "alleducatori" e dirigenti, ma anche degli istruttori ed organizzatori dei campi e dei week-end di aggiornamento, è soggetta a continua verifica per rispondere ai mutamenti della società ed alle continue sfide, che come in ogni partita, possono presentarsi repentine e minacciose. Come ben dimostra il presidente nazionale PGS, Gianni Gallo, quando, in un convegno su "Giovani e sport" dell'aprile 2011, aveva lanciato un grido d'allarme, sottolineando l'impegno educativo richiesto dallo sport organizzato, come quello promosso dalle PGS, ma anche denunciando la superficialità nell'usare la parola "sport". Gianni Gallo afferma: "(In Italia)C'è una fascia in mezzo, quella giovanile, dai 15 ai 25 anni, che smette di fare sport...Praticare un'attività sportiva vuol dire impegnarsi in essa. Consumarla vuol dire invece andare un giorno in palestra e starci un'ora, un giorno in piscina e starci un ora, senza un percorso, un progetto, senza qualcosa per un periodo della mia vita che mi appassioni. Così finisco solo per appassionarmi allo sport visto in televisione, e divento uno dei tantissimi tifosi da poltrona che riempiono il nostro Paese". Per combattere questa apatia, ignoranza ed indifferenza le PGS hanno il sogno "che tutti i giovani possano imparare a dare il meglio nella partita della vita" e con don Bosco la certezza che "in ogni giovane, anche il più disgraziato, c'è un punto accessibile al bene" e che"con la comunità educativa ed uno sport che vince ma soprattutto convince, con spirito di famiglia si può rigenerare la società e lo sport a partire dai giovani". Nel bicentenario della nascita di don Bosco l'augurio per il futuro delle PGS è racchiuso nel pragmatico invito, lanciato alle PGS siciliane dal presidente provinciale PGS di Siracusa su Juvenilia: "Domani riprenderemo a lavorare per portare lo spirito di don Bosco in altre società. Avanzeremo un po' come i Mille, sventolando il vessillo PGS e cercando di trasmettere i valori di uno sport che sia gioco, che unisca, che ci faccia essere: "buoni cristiani e onesti cittadini". Silvana BOTTIGNOLE LO SPORT COME FILOSOFIA DI VITA dicembre 2014 Dal 1992 lo Sporting San Giuseppe di Settimo con lo sport accoglie ed educa "Lo spirito dello Sporting San Giuseppe è simile a quello della famiglia, si punta all'unità e all'educazione." E' quanto si legge sul dépliant di presentazione della società sportiva Sporting San Giuseppe, fondata a Settimo nel 1992. "La nostra filosofia" ci informa che "La Società non seleziona i propri giocatori in base alle loro abilità calcistiche, ma li fa giocare tutti e non esistono panchinari. La nostra Società insiste sul rispetto nei confronti dei compagni, degli avversari, dei dirigenti, degli allenatori e degli arbitri. I ragazzi all'interno dello sporting sono sempre invitati ad essere educati." Sono queste soltanto belle parole o le belle parole si trasformano in fatti concreti? L'impeto e la foga nella parlata di Giuseppino Cavallari, fondatore ed attuale presidente dello Sporting San Giuseppe, ci convince subito che le "belle parole" sono continuamente proposte a chi vive o si avvicina a questa società sportiva. Il presidente Cavallari ribadisce con enfasi: "No ai panchinari, tutti i bambini ed i ragazzi da noi devono giocare. Le quote d'iscrizione sono minime ma aiutiamo, se possibile e se sono meritevoli, quelli che non possono pagare." L'energico e carismatico Cavallari ha una lunga esperienza come giocatore, allenatore e dirigente. All'inizio degli anni settanta veniva ultimato a Settimo il Villaggio Fiat, primo esempio di quartiere realizzato "in base a criteri urbanistici non improvvisati, con alcune strutture essenziali come scuola, asilo infantile, negozi di prima necessità e la parrocchia" con campetto da calcio. Nel 1971 don Osella, parroco storico di San Giuseppe Artigiano, propose a Giuseppe Cavallari, ex allenatore del Martinetto e neo residente nel Villaggio Fiat, di occuparsi del settore calcio "in modo da iniziare un discorso di prevenzione sociale all'ombra del campanile." Nacque così l'Aurora Settimo che fino al 1986 formò allenatori, dirigenti, atleti, ebbe fino a sei squadre di calcio, affiliate CSI, e giocò anche in Federazione ma fu costretta a chiudere "schiacciata dalle difficoltà economiche". Il bel campetto a 7/8 rimase abbandonato per alcuni anni. Nel 1992 il parroco, don Marco Brunetti, propose a Cavallari di formare nuovamente una società sportiva "all'ombra del campanile". Con titubanza Cavallari "accettò ponendo delle condizioni ben precise: nessuna ambizione e tanto calcio per chi viene abbandonato da altri sodalizi." E' nato così Sporting San Giuseppe Settimo, che mantiene fede a queste promesse ormai da più di vent'anni. Il presidente Cavallari, coadiuvato da bravi dirigenti e allenatori, ha sempre accolto tanti bambini ed adolescenti in sei squadre di calcio, affiliate CSI, con una media annua di 115 tesserati (90 atleti, 25 allenatori/dirigenti). Il bel campetto, ristrutturato di recente con dedizione ed affetto, scintilla all'ombra del campanile. Spogliatoi, docce, uffici si trovano nell'interrato, le pareti sono costellate di ritagli di giornali con le imprese dello Sporting, di vetrinette con coppe e palloni, scritti e firmati, portati all'altare durante le S.Messe ed altri ricordi significativi della vita di questa dinamica società sportiva. Proprio in quest'interrato nel maggio 2014 gli atleti delle categorie under 12 e under 14 hanno vissuto, guidati dai loro dirigenti e allenatori, un ritiro calcistico-educativo, conosciuto come "la notte della squadra" con "tante iniziative volte ad approfondire e a far emergere i vari comportamenti che connotano una squadra.". Con merenda, cena, doccia, gioco è stata inclusa la preghiera serale e la partecipazione collettiva alla Messa della domenica. I giovani altleti dello Sporting San Giuseppe non solo vivono il significato di "essere squadra" ma in alcuni preziosi momenti formativi si interrogano su "chi è e che cosa si fa per essere un giocatore OK", sul "saper riconoscere le nostre difficoltà, le nostre ambizioni (guardare in avanti, positivo), essere corretti, rispetto dell'avversario, dell'arbitro, delle regole." La società sportiva si cimenta anche nel difficile compito "formare validi allenatori" e quello ancor più difficile di "formare i genitori" per essere validi collaboratori e "bravi tifosi" perché "il vero tifoso deve essere l'arbitro dei tifosi, il tifo è passione e non rabbia, il tifo vero è socializzare." Il parroco don Teresio accompagna ed illumina ragazzi, tecnici, dirigenti e famiglie nei tanti momenti religiosi, ritagliati su misura per lo Sporting San Giuseppe. Sull'amato campetto verde smeraldo, per tanti bambini ed adolescenti più prezioso delle gemme più preziose, nel 2011 è stato girato un gioioso video sullo Sporting San Giuseppe con sottofondo l'inno della società, ideato da dirigenti, allenatori ed atleti che cantano in coro: "Questa è una società fatta di grandi e piccoli/unita riuscirà a crescere/ una famiglia con il calcio ti rifarà vivere/Sporting San Giuseppe aspetta te/ un'esperienza di armonia e lealtà/Rit. Dai capitano la voglia è troppa di rivederti alzare la coppa." Silvana BOTTIGNOLE QUELLE MAGNIFICHE ATLETE DEL MONTEROSA ottobre 2014 ASD Auxilium Monterosa dal 1966 in Barriera di Milano Il 5 ottobre 2013 la squadra di volley under 18 dell’Auxilium Monterosa, allenata dalla dinamica Olimpia, ha giocato una strana “partita”, vitale per rendere un successo il Convegno: “Le società sportive di parrocchie, oratori e scuole cattoliche si presentano al vescovo Cesare Nosiglia” organizzato dal giovane Ufficio per la Pastorale dello Sport (vedi appendice). Avevo chiesto “aiuto” a più società sportive, fiduciosa nella loro grande capacità pratica in qualunque situazione. Le giovani atlete dell’Auxilium Monterosa sono state molto efficienti nell’offrire il loro “Benvenuto” alle circa quattrocento persone, rappresentative di quaranta società sportive, che dovevano essere registrate, munite di insegna, istruzioni, materiale vario. Anche sul palco si sono mostrate valenti “hostess” nel porgere al vescovo Cesare e all’olimpionico Giovanni Pellielo le grolle del premio Piergiorgio Frassati-Silvio Dissegna-Giovanni Paolo II e poi le medaglie per l’Anno olimpico-Anno della Fede, consegnate personalmente dal vescovo Cesare ad ogni società. All’uscita le società sportive restituivano l’insegna, ma, in qualche caso, dovevano essere rincorse dalle giovani atlete. Era sufficiente una parola od un’occhiata di Olimpia, l’allenatrice, a risolvere qualunque problema. Lo stesso vescovo Cesare le ha salutate molto calorosamente. Una squadra di volley, che disputa certamente con bravura le sue partite, ma è anche capace di offrire una collaborazione così preziosa, quasi improvvisando, ha sviluppato queste doti gareggiando in varie parti d’Italia e forse anche all’estero ma ha, soprattutto, avuto una formazione PGS alla “don Gino Borgogno”, aperta all’accoglienza ed al sorriso. Sono queste doti che caratterizzano la lunga vita dell’ASD Auxilium Monterosa, nata nel 1966 in Barriera di Milano. In più di cinquant’anni di vita la società sportiva ha offerto, nell’oratorio salesiano, anima, speranza e coesione ad un quartiere, popolato da piemontesi e tanti immigrati dal meridione. I 634 tesserati del 2012-13 (affiliati PGS, CSI, FIP) sono formati da: 264 bambini, 266 adolescenti, 40 adulti, 64 allenatori/dirigenti, che praticano calcio, volley, danza, pattinaggio a rotelle e ginnastica dolce. A loro si affianca la poderosa schiera della bocciofila Monterosa con 309 tesserati che si definisce “un gruppo ben affiatato che accoglie tutti e, quando richiesti, aiutiamo in oratorio ed in parrocchia secondo lo spirito di don Bosco”. Ed è proprio lo stile accogliente e familiare di “don Bosco”, riproposto in ogni incontro formativo dal prof.Bononi, presidente della società. Questa, con i suoi circa mille tesserati, più della metà bambini ed adolescenti, offre luce e speranza a tutto il quartiere. Le atlete del volley Monterosa sono molto dinamiche e partecipano, con i loro alleducatori formati nei campi scuola PGS, a tornei nazionali ed internazionali. Nel maggio 2014 gareggiavano, ad esempio, nei Giochi Internazionali PGS a Bratislava. Interessante percorrere le giornate di questi tornei, che divengono “palestre di formazione”. Ad esempio, le giornate vissute a Sarteano (Siena) dal 28 aprile al 1° maggio 2013 per la Don Bosco Cup, a cui ha partecipato la Monterosa volley under 14, sono ben documentate su Juvenilia n.3, 2013. Dodici squadre di pallavolo, provenienti da sette regioni, si sono misurate sul campo per quattro giorni “con motivazione, allegria e sportività, manifestata sia dalle giocatrici sia dagli allenatori e dai dirigenti . Alla fine della prima giornata le stesse atlete hanno animato la serata, proponendo divertenti e coinvolgenti spettacoli home-made che hanno fatto ridere grandi e piccini”. Elena Roghi, cronista dell’evento racconta: “Accanto allo sport, alla gioia e ai momenti di svago, sono stati vissuti da atlete ed accompagnatori, momenti di raccoglimento e comunione, rappresentati dalla preghiera che ha accompagnato, al mattino e alla sera, le giornate attraverso la scoperta di personaggi che hanno capito, tramite diverse esperienze di “stare a cuore” a Gesù e agli altri”. La S.Messa ha concluso le giornate, che si sono rivelate: “un’esperienza salesiana di impegno e di sincero rispetto. Una dimostrazione di amicizia che le atlete porteranno a lungo nel cuore”. Anche così si sono formate le magnifiche atlete dell’Auxilium Monterosa. Silvana BOTTIGNOLE PGS (Polisportive Giovanili Salesiane) La storia (scheda) 1967 - nasce l'Associazione Nazionale PGS promossa dagli Enti "Centro Nazionale Opere Salesiane" (CNOS) e "Centro Italiano Opere Femminili Salesiane" (CIOFS). 1972 - iniziano i Campi Scuola per la formazione dei quadri dirigenziali, non solo nell'aspetto tecnico sportivo, ma in una visione più generale di animazione cristiana. 1979 - riconosciuto come Ente di Promozione Sportiva dal CONI. 1989 - PGS EUROPA fondata da don Gino Borgogno. 1990 - 16-19 aprile a Malta (Gozo) I Edizione Giochi Internazionali Salesiani. Partecipano con 714 atleti le rappresentative di Austria, Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Malta, Polonia, Libano, Egitto, Jugoslavia. 1991 -24-29 giugno a Barcellona (Spagna) II Edizione dei giochi con 9 nazioni e 860 atleti. 1992 -28 aprile-3 maggio a Genova (Italia) III Edizione Giochi con 9 nazioni e 700 atleti. 1993 - 27 aprile-2 maggio a Lubijana (Slovenia) IV Edizione Giochi con 9 nazioni e 700 atleti. 1994 - 27 aprile-2 maggio a Malta V Edizione Giochi con 14 nazioni e 1.100 atleti. 1994- I rappresentati di 12 paesi firmano l'atto costitutivo della Federazione delle Associazioni Sportive Salesiane Europee: PGS E. 1995 - 27 aprile-2 maggio a Lisbona (Portogallo), Cascais, Manique, Estoril, VI Edizione Giochi con 14 nazioni e oltre 1000 atleti. 1996 - 27 aprile - 1°maggio a Catania VII Edizione Giochi con 11 nazioni. 1997 - 30 aprile-5 maggio a Varsavia VIII Edizione Giochi con 13 nazioni e oltre 1000 atleti. 199829 aprile-3 maggio in Piemonte (Alba,Asti,Biella,Cuneo,Fossano,Novara, Rivoli, Sommariva Bosco) IX Edizione Giochi con 16 nazioni e oltre 1300 atleti. 1999 - Valdocco (Torino) 27 gennaio III Assemblea PGSE per presentazione nuovo statuto PGSI 26 aprile-1° maggio a Valencia (Spagna) X Edizione Giochi con 11 nazioni. 31 ottobre a Madrid - costituzione PGS International presentata poi a Bruxelles. 2000 - 30 aprile- 5 maggio a Madrid (Spagna) XI Edizione Giochi con 9 nazioni. 2001 - 28 aprile-3 maggio a Varsavia (Polonia) XII Edizione Giochi con 11 nazioni. 2002 - riconfermato come Ente di Promozione Sportiva dal CONI 23 aprile Approvazione dello Statuto PGS International da parte del Ministro della Giustizia del Belgio. 26 aprile-1° maggio a Catania XIII Edizione Giochi con 15 nazioni con 79 squadre. 2003 - 26 aprile-1°maggio a Zagabria (Croazia) XIV Edizione Giochi con 17 nazioni. 2004 - 29 aprile-4 maggio a Rimini XV Edizione Giochi con 14 nazioni e 1.200 atleti. 2005 - 29 aprile-4 maggio a Varsavia (Polonia) XVI Edizione Giochi con 15 nazioni e 1.500 atleti Tema "I giovani costruiscono un mondo senza frontiere". 2006 - 30 aprile-5 maggio a Zagabria (Croazia) XVII Edizione Giochi con 11 nazioni e 1.200 atleti. 2007 - aprile-maggio a Duisburg (Germania) XVIII Edizione Giochi con 13 nazioni e 1.300 atleti. 2008 - 26 aprile-1° maggio a Lubijana (Slovenia) XIX Edizione Giochi. 2009 - aprile-maggio a Lignano Sabbiadoro, Zagabria (Croazia), Slovacchia, Repubblica Ceca XX Edizione Giochi. 2010 - aprile-maggio a Lignano Sabbiadoro, Zagabria (Croazia), Slovacchia, Repubblica Ceca XXI Edizione Giochi. 2012 - 21 aprile - Assemblea Nazionale PGS nell'anniversario dei 10 anni dalla morte di don Gino Borgogno. aprile-maggio a Varsavia XXIII Edizione Giochi. 2013 - 27 aprile-2 maggio a Zagabria (Croazia) XXIV Edizione Giochi con 13 nazioni e oltre 1.000 atleti. 2014 - 29 aprile-4 maggio a Bratislava (Slovacchia) XXV Edizione Giochi. 2015 a Torino (Capitale Europea dello sport) XXVI Edizione Giochi Internazionali Salesiani. US ACLI: DA 50 ANNI CITTADINI ATTRAVERSO LO SPORT “Le ACLI sono nate da un’idea di mons.Montini nel dopoguerra come associazione di lavoratori cristiani. L’US ACLI nasce per regolarizzare l’attività sportiva che si svolgeva all’interno dei circoli ACLI… Le nostre società sportive sono uno dei pochi posti dove gli immigrati, seguendo le regole dello sport possono fare cose interessanti ed integrarsi. Il nostro paese deve partire di qui. Lo sport è un luogo di frontiera non solo sociale ma anche di speranza cristiana per tutti noi. Gli enti di promozione sportiva hanno lavorato insieme, ognuno con la sua peculiarità che è complementare a quella degli altri. L’Ufficio per la Pastorale dello sport è un fatto importante, un segno dei tempi che va colto e coltivato insieme”. Aveva detto Fausto Costero, già presidente provinciale ACLI al Convegno del 5 ottobre 2013 (vedi appendice). Le ACLI (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani) nascono nel 1944 come “centro permanente di contatto con i lavoratori e di iniziative sociali, ricreative, professionali, cooperativistiche.” In questo contesto la “ricreazione sociale” è un fatto molto importante per le famiglie dei lavoratori e già, dal 1947, lo sport “scevro da ogni carattere speculativo” è individuato come elemento basilare di aggregazione tanto che nel 1958 si costituisce l’ US ACLI (Unione Sportiva ACLI), riconosciuta dal CONI come Ente di Promozione Sportiva nel 1986. Attualmente USACLI, diffusa su tutto il territorio nazionale, conta 105 sedi provinciali, 20 sedi regionali, 4.000 società sportive, 350.000 tesserati. Il 39% dei soci sono donne ed il 33% bambini e adolescenti sotto i 15 anni. Riconosciuta come Associazione di Promozione sociale l’US ACLI è cofondatrice in Europa della Confederazione Europea Sport e Salute (CESS). Infatti l’US ACLI, impegnata in uno sport ricreativo, economicamente accessibile alle famiglie dei lavoratori, promuove uno sport con “un’attenzione privilegiata alla centralità della persona”, sostenendo attività motorie e ricreative di educazione alla salute rispettose della natura e dell’ambiente. Si definisce così “Sport per tutti”, “Sport come servizio sociale”, “Sport per tutti e di tutti”, “Sport come diritto di cittadinanza”. Nel 1983 l’US ACLI promuove il primo congresso provinciale in Piemonte. Nella nostra provincia oggi conta circa 30.000 tesserati, impegnati in diverse discipline sportive, ed è partner del Comune di Torino nei servizi al cittadino (assistenza bagnanti in piscine comunali, gestione centri estivi, promozione interventi per la terza età). Durante il nostro censimento-ricerca abbiamo incontrato cinque società sportive con circa 250 tesserati, affiliati a US ACLI ed inserite con vitalità nelle nostre parrocchie. Il circolo ACLI Falchera dal 1954 affianca la parrocchia in questa zona di periferia, molto emarginata, con azioni di formazione civica e cristiana, organizzando tornei di bocce, corsi di ginnastica dolce, danza di gruppo e tanti incontri formativi. La festa patronale, che dura più giorni, è completamente organizzata, con grande gioia del parroco, dal circolo ACLI, che afferma: “Difendiamo i valori cristiani anche con lo sport, mantenendo autonomia politica dai partiti”. Il Circolo ACLI-Bocciofila Patrocinio San Giuseppe, nata nel 1988 in zona Lingotto, e il Circolo ACLI Giovanni XXIII, nato nel 1964 in Borgo San PaoloPozzo Strada, promuovono il gioco delle bocce e delle carte tra i loro soci ed offrono la lettura dei quotidiani con incontri formativi ed assistenza per pratiche burocratiche con il patronato ACLI. Il circolo Giovanni XIII si sente “segno di speranza” perché “cerchiamo di fare comunità e dare buon esempio. Alcuni di noi sono impegnati in parrocchia ed accettiamo l’altro per quanto può fare” mentre il Circolo Patrocinio San Giuseppe, ribadendo alcuni concetti della filosofia ACLI, afferma: “L’uomo è il punto centrale nel programma di evangelizzazione e solo l’uomo, fatto a immagine di Dio, può operare nella società per il bene del prossimo”. Molto originale l’azione dell’US ACLI Insieme si può che, dal 1982, in zona Madonna di CampagnaFalchera, promuove incontri formativi, corsi di ginnastica dolce e regolari passeggiate ecologiche nella bella stagione perché le persone “non siano vittime della televisione” e si incontrino con gioia ed allegria. Veramente unica, in tutta la nostra ricerca, l’azione dell’Associazione Arca di NonèNone, impegnata in psicomotricità, ludoteca per bambini da zero a tre anni ed in corsi di ginnastica dolce. Affermano che è “necessario spazio, visibilità e luogo d’incontro per le giovani famiglie per un sostegno ed accompagnamento anche di fede perché non si sentano sole nell’educare i figli”. Silvana BOTTIGNOLE