Periodico dell’Associazione Maggio Eugubino Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXVI - N. 6 - Dicembre 2014 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, Filiale di Perugia.
fondato nel 1950
www.maggioeugubino.com
Pubblicità
editoriale
l’eugubino
Buon Natale a tutti!
Anche a chi non sa o finge di non sapere che editoriali ed articoli raccontano il pensiero di chi
scrive e non sono comunicati stampa ufficiali di enti, associazioni o altro di cui l’autore fa parte!
Anche a chi è attento solo alle proprie considerazioni e non si è accorto, o finge di non essersi
accorto, che comunque enti, associazioni etc. si sono espressi pubblicamente su alcuni progetti
e che esistono verbali ed atti che confortano quelle dichiarazioni!
Anche a chi, leggendo una riflessione appena appena un poco più articolata, attribuisce la sua
non comprensione alla sintassi di chi l’ha scritta!
Anche a chi pensa che gli scopi sociali delle associazioni debbano essere quelli che lui ritiene più
propri, addirittura perfino anche non appartenendo a quella associazione!
Anche a chi possiede sempre la verità ed ha sempre assolute certezze!
Anche a chi è accondiscendente a patto però di essere consulente!
Anche a chi pensa, costituendo un semplice comitato, di avere un inconfutabile diritto di veto
Lucio Lupini
su tutto!Anche a chi dice di essere costantemente orientato al bene di una città e di una colletPresidente Associazione
tività ma non si cimenta mai nella politica che è invece la più alta espressione di partecipazione
Maggio Eugubino
alle scelte e di costruzione del bene di una comunità!
Anche a chi posta quasi quotidianamente su blog e similari contando sul fatto che tantissimi ignorano i fatti e valutano invece i
giudizi, che sono spesso pregiudizi, per cui, a causa dell’assenza di gerarchie della rete, la notizia dell’Ansa e quella di un ipotetico
comitato per la difesa dello gnu sdentato vengono messe sullo stesso piano e considerate egualmente credibili o incredibili (cfr.
Gramellini)!
Ma in particolare a chi non rinuncia mai a tentare di trovare in se stesso il talento della mitezza ed a provare a dispiegare poi tale
vitale virtù!!
A me vedo, rileggendo l’editoriale, che riesce più poco!
BUON NATALE!!!
sommario
Attualità
Il parcheggio di San Pietro:
ripartono i lavori
Storia, Arte e Cultura
5
Logge, verso la realizzazione6
Vita dell’Associazione
Vita dell’Associazione
Beata Santuccia Terrabotti
di Gubbio 16
Pasquale Cappelli
e “l’art pompier”
18
GUBBIO CITTà DEL NATALE
8
Natale dei miracoli
del Centro Storico
9
La Torre Gabrielli
e l’Arte della Lana
20
QUELLA STELLA
SUL MONTE CHE BRILLA
Vita cittadina
11
Quando il conte Federico
batteva cassa
23
Vita cittadina
La SAGRA MUSICALE UMBRA 12
Quanto sono complete le
conoscenze sulla nostra
storia sismica? Il caso Gubbio
15
Direttore Editoriale
Lucio Lupini
Grafica
L’Arte Grafica Gubbio
Stampa
Tipografia Eugubina
Direttore Responsabile
Ubaldo Gini
redazione
Michela Biccheri
Anno LXVI, n. 6
dicembre 2014
Cover
Photostudio - Gubbio
L’Eugubino - Periodico di attualità, informazione e cultura dell’Associazione Maggio Eugubino Pro-Loco
Redazione: Piazza Oderisi - 06024 Gubbio (Pg) - Tel. e Fax 075 9273912 - CC Postale n. 15463060
Aut. Trib. Perugia n°. 334 del 15/01/1965. Sped. in abb. postale 45%, comma 20/B, legge 662/96, filiale di Perugia.
Il periodico viene inviato a tutti i soci dell’Associazione Maggio Eugubino.
Le opinioni espresse negli articoli impegnano unicamente le responsabilità dei singoli autori.
24
28
3
L’e
a
0,55€
to
esso perfe
r
t
sp
attualità
l’eugubino
a cura della redazione
Il parcheggio
di San Pietro:
ripartono i lavori
Sono ripartiti i lavori di completamento del parcheggio di San Pietro.
Ma è solo uno stralcio, perché per
finire l’opera servono ancora soldi.
Altri 3.300.000,00 euro, è questa la
cifra stimata nel piano quinquennale
delle opere pubbliche, stilato dalla
giunta Stirati. Soldi di cui dovrà farsi
carico il Comune, cioè i contribuenti.
La storia è lunga e merita di essere
raccontata. Nelle previsioni iniziali,
il Comune di Gubbio doveva partecipare all’opera con circa 900.000,00
euro mentre la restante parte del costo
era a carico di una società privata, la
San Pietro Gubbio Project, i cui soci
sono - anzi erano - la Cooperativa
Edile Eugubina, la Fratelli Vispi e la
Cooprogetti. Le prime due hanno
dismesso l’attività imprenditoriale,
facendo mancare le “braccia” all’operazione. Nonostante l’inadempienza
conclamata della società esecutrice dei
lavori, nel novembre 2012 la giunta
Guerrini ha risolto consensualmente
la convenzione per i lavori e, da quel
momento, il Comune di Gubbio
è tornato nella piena proprietà del
parcheggio, assumendosi l’onere di
completare a sue spese i lavori. Al
danno si è aggiunta la beffa. A giugno
2014 è stato emesso un lodo arbitrale,
con il quale il Comune di Gubbio è
stato condannato a versare alla società che ha fallito nell’opera oltre
1.000.000,00 di euro, ed a rinunciare
alle caparre versate dagli acquirenti
dei box auto per circa 300.000,00
euro. La giunta Stirati ha deciso di
eseguire il lodo arbitrale, rinunciando
all’impugnazione. Ricapitolando, il
Comune di Gubbio è passato da un
impegno di spesa di circa 900.000,00
euro ad un esborso stimato in circa
5.500.000,00 euro. La vicenda, naturalmente, non poteva non sollevare
polemiche. Per accertare tutte le
responsabilità politiche e tecniche, il
consigliere di minoranza, Francesco
Gagliardi, ha proposto la costituzione
di una Commissione di inchiesta,
ricevendo l’assenso del gruppo consiliare del M5S, di Ennio Palazzari e
di Pavilio Lupini. Il gruppo consiliare
del PD si è sfilato, mentre la maggioranza consiliare (PSI, Scelgo Gubbio,
Liberi e Democratici e SEL) non
ha ancora deciso. Uno spiraglio si è
aperto in Consiglio Comunale, dove
Stirati ha affermato di non essere
contrario ad istituire la Commissione
per fare chiarezza sull’intera vicenda.
La città è in attesa di avere risposte,
consapevole e preoccupata del costo
dell’operazione che finirà per gravare
sulle casse comunali.
5
6
attualità
l’eugubino
a cura di Ubaldo Gini
Logge, verso
la realizzazione
Molte sono state le valutazioni, le
opinioni favorevoli in considerazione alle modalità di riqualificazione delle Logge dei Tiratori. In
attesa del via ai lavori è intervenuto
anche il Gruppo di Lavoro ANCSA
sul Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro Storico di
Gubbio. Il Gruppo ha evidenziato
l’importanza che può assumere
tale intervento per un edificio di
grande rilievo per il centro storico
eugubino, il che significherebbe
“tenere conto delle diverse prospettive
visuali e dei molteplici caratteri relazionali che esse stabiliscono non solo
con la piazza Quaranta Martiri, ma
anche con altri diversi punti del centro storico di Gubbio dai quali se ne
gode la visione, fra cui il complesso
monumentale della Piazza Grande”.
L’applicazione di vetrate nel loggiato superiore diventerebbe ragionevole se fatta con vetri ad elevata
trasparenza e senza supporti vistosi.
Ogni lavoro di adeguamento può
essere realizzato in totale coerenza
con il resto del centro storico: materiali, colori, arredi e utilizzato dai
cittadini e dai turisti, cosa che oggi
non avviene da parte di nessuno.
Il sindaco, Filippo Mario Sturati
ha successivamente voluto chiarire tutto in una conferenza stampa presso la sala degli Stemmi di
palazzo Pretorio, autorizzando in
pratica la realizzazione del progetto con gli uffici tecnici comunali
impegnati a definire l’iter urbani-
attualità
stico-burocratico. Stirati ha trovato
la spinta dalla maggioranza del
governo cittadino e nel frattempo
la Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia, proprietaria dello storico edificio, si appresta a sbloccare
i circa 3 milioni di euro, compresi
i 300 mila destinati al Comune. Il
tavolo delle 16 sigle poi ha eviden-
ziato in un documento la «necessità
che venga portato avanti il progetto sul quale era già stato espresso
interesse».
La riqualificazione delle logge
diventa, con altri progetti finanziati dalla stessa Fondazione, un
punto determinante per la spinta
allo sviluppo culturale, sociale
ed economico del centro storico
e dell’intero territorio eugubino,
per restituire alla cittadinanza e ai
turisti ,il loggiato con sala espo-
l’eugubino
sizione-convegni e per firmare un
protocollo d’intesa con il Comune
per l’utilizzo pubblico.
La Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia ha deliberato il finanziamento di altri progetti tra i quali,
strettamente collegati alla progettualità del centro storico, sono la
mostra di arti e mestieri a palazzo
Beni per 600 mila e
la riqualificazione di
Piazza San Giovanni
portata avanti dall’Associazione Quartiere
di San Giuliano. Oltre
a questi, la definitiva
sistemazione dell’area
esterna del convento di Sant’Ubaldo, la
compartecipazione per
realizzare il Centro di
documentazione della
Festa dei Ceri che vede
la sua collocazione probabilmente in Via Baldassini, a fianco degli
Arconi. Altro progetto
di ricaduta sul territorio
è l’acquisto di una Tac
di nuova generazione
ed altre attrezzature per
l’ospedale di Branca per
un importo di circa 650
mila euro.
Il parere
dell’ANCSA
“Il Gruppo di Lavoro
ANCSA sul Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro Storico
di Gubbio, costituito con
deliberazione del Consiglio Direttivo del 17 luglio 2014, a
seguito della richiesta formulata dal
Sindaco di Gubbio e alla luce della
riflessione in corso sulle modalità di
restauro e rifunzionalizzazione delle
Logge dei Tiratori, sottolinea il significato positivo che può assumere un
intervento su un edificio di così grande rilievo nel centro storico eugubino.
Circa i criteri progettuali da mettere
in atto, si ritiene che la chiusura del
loggiato superiore rappresenti un’operazione plausibile se realizzata con
vetrate significativamente arretrate
rispetto al filo interno della pilastratura dell’edificio; il Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro
Storico di Gubbio prevede infatti la
possibilità di riuso del grande spazio ad esso corrispondente, volto ad
ospitare un’attrezzatura d’uso collettivo di cui cittadini, turisti e visitatori potranno fruire. La soluzione
distributiva che in tal modo potrà
essere conferita al piano superiore
dell’edificio deve risultare coerente
con il suo particolare assetto tipologico, restituendo all’uso collettivo uno
spazio unitario sul piano funzionale,
morfologico e percettivo. Intervenire sulle Logge dei Tiratori significa
tenere conto delle diverse prospettive visuali e dei molteplici caratteri
relazionali che esse stabiliscono non
solo con la piazza Quaranta Martiri, ma anche con altri diversi punti
del centro storico di Gubbio dai
quali se ne gode la visione, fra cui il
complesso monumentale della Piazza
Grande. Non esistono pertanto, nel
caso specifico, un prospetto principale
e un prospetto secondario dell’edificio; entrambi i fronti si relazionano
infatti con il sistema degli spazi
urbani eugubini e vanno risolti nella
loro coerente unitarietà. Quanto
all’uso dei materiali, la chiusura che
si propone di realizzare dovrà permettere di percepire la totale trasparenza visiva dell’attuale loggiato,
evitando dunque la messa in opera
di tamponamenti e grigliati, anche
parziali, nonché di vetri specchianti;
al contrario, si consiglia di utilizzare
vetri ad elevata trasparenza e privi
di dominanti cromatiche. Per gli
elementi di finitura e soprattutto per
le pavimentazioni esterne, si ritiene
che l’intervento di rifunzionalizzazione di un edificio di tanto rilievo e
importanza per l’immagine e per la
memoria urbana debba mantenere
una coerenza con i materiali tipici
della tradizione locale”.
Firmato per il Gruppo di Lavoro
il Segretario Tecnico ANCSA
arch. Stefano Storchi.
7
8
attualità
l’eugubino
a cura di Pina Pizzichelli
GUBBIO
CITTà
DEL NATALE
Gubbio non è soltanto l’Albero
di Natale più grande del mondo
inventato con infinite luci sulle pendici
del Monte Ingino, ma è tanto altro,
almeno da quest’anno. Così piano
piano Gubbio sta cercando di offrire
eventi grandi e piccoli per essere
definita anche la “Città del Natale”.
Chi ha la mia età ricorda benissimo
l’intimità dei nostri Natali, ma anche il
buio delle strade, con luci rare che non
facevano davvero festa. Poi è venuto
l’Albero, poi sono venute le prime luci
in piazza 40 martiri realizzate con tanta
passione dal maestro Farneti (Pacio).
E poi… eccoci ad oggi. Non ci sono
solo le luci presenti ormai dappertutto
ma da quest’anno in particolare ed
in maniera più coordinata, dai primi
giorni di dicembre fino all’Epifania
ci sono mille e più motivi per venire
a Gubbio, e godere dei tanti doni
che la coralità delle associazioni,
dell’amministrazione comunale, di altri
enti e degli stessi privati, commercianti
ecc. hanno preparato per tutti.
Impossibile elencare tutte le iniziative
in calendario. Daremo conto soltanto
di quelle più impegnative come
l’accensione dell’Albero del Monte
Ingino, che avverrà quest’anno da
piazza Quaranta Martiri da parte
di Papa Francesco. Un grande
avvenimento diffuso dalla diretta Rai
a partire dalle 18,14 e dai tanti media
sparsi nel mondo.
E chi meglio di Papa Francesco, che
sarà di ritorno dalla Turchia alla ricerca
del dialogo ancora possibile tra le
religioni, saprà diffondere il messaggio
di pace e di fratellanza che proviene
dall’Albero di Gubbio?
A stretto giro di posta c’è l’apertura
della mostra del grande fotografo
americano Steve Mc Curry “Passionate
Umbria Ceraioli of Gubbio” l’8
dicembre nell’Arengo del Palazzo dei
Consoli. Saranno esposti i 18 scatti
fatti da Mc Curry nello scorso 15
maggio per raccontare una festa che
non ha eguali, e che ha contagiato
anche lui. La mostra rimarrà aperta
fino alla fine dell’aprile dell’anno
prossimo. Tra le tante novità che fanno
sicuramente Natale c’è “la fabbrica di
Babbo Natale” creata sotto gli Arconi
di via Baldassini, dal 6 dicembre al 6
gennaio: gli artigiani si sono messi al
servizio dei bambini e dei loro desideri:
dalla ceramica, alla miniatura, dalla
lavorazione del gesso e del legno, dalla
carta all’arte culinaria. Prenotazione
obbligatoria all’Infopoint dello IAT
in via della Repubblica. Altra novità
la pista di pattinaggio, 200 mq di
ghiaccio, allestita in piazza 40 Martiri
nell’angolo adiacente alla Farmacia
Comunale. E’ prevista la copertura in
caso di maltempo. La pista sarà pronta
già dal 2 dicembre.
Le vie dei mercati di Natale, vendita
dei prodotti artigianali realizzati dagli
artigiani eugubini. Da Via Piccardi a
Via dei Consoli a Via XX Settembre.
E a chi piace la cioccolata? In via
Mazzini c’è il mercato della cioccolata
artigianale aperto fino al 24 dicembre.
Ed i presepi? Una vera tradizione
italiana (pensiamo al suo primo
ideatore S. Francesco a Greggio)
che è molto amata anche a Gubbio.
Ricordiamo i tanti presepi che
vengono allestiti nelle chiese, ma anche
nelle abitazioni. Quelli “ufficiali”
sono: quello allestito nei vicoli di San
Martino, nella parte più raccolta e più
intima ormai diventato un classico, è
a grandezza naturale e l’ambientazione
Gubbio non è soltanto
l’Albero di Natale
più grande del mondo
è perfetta. Poi c’è il presepio vivente
a San Pietro con la Natività che verrà
collocata in un angolo della piazza
messa a nuovo dopo gli scavi. Un
cenno anche al presepio creato con
cura nel quartiere di San Giuliano
dall’antiquaria Marcella Marcelli in
collaborazione con il Rotary Club di
Gubbio. C’è anche Babbo Natale a
cui scrivere le letterine dei desideri.
Il ricavato sarà devoluto all’Ospedale
S.Ubaldo di Turalei Sud Sudan.
C’è qualcuno tra gli adulti che
adorerebbe imparare, che so, l’arte
della miniatura o della ceramica? Ci
sono tanti laboratori al Palazzo dei
Consoli (anche per i bambini) fino
al 4 Gennaio. E per finire il “Gubbio
express Christmas”, un trenino magico
che sulle ali della fantasia e dell’incanto
di Gubbio girerà tra le vie e le piazze
del centro storico. Un’attrattiva che
continuerà anche nel corso dell’anno
come locomotiva turistica. Si parte dal
5 dicembre all’8 gennaio, tutti i giorni
dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19 con
partenza da piazza 40 Martiri.
Al termine della conferenza stampa
di presentazione il sindaco Stirati ha
detto che “questa prima prova generale
legata al Natale è importante perché
fa conoscere la nostra volontà su come
vogliamo promuovere la città e il suo
territorio con il turismo, creando un
cartellone unitario, in un sistema di
cooperazione tra pubblico e privato”.
L’assessore Rughi ha poi ricordato
tra i principali protagonisti della
organizzazione degli eventi natalizi
insieme al Comune, da “Creattivando”
che ha ideato “Gubbio città del
Natale” alla Confartigianato a
“Gubbiofacentro” ad “area Promo”
coinvolta per la prima volta.
attualità
l’eugubino
di Michela Biccheri
Natale dei miracoli
del Centro Storico
Il periodo natalizio, la fonte di maggiore gioia e di riflessione, momento
in cui, si spera, ci si fermi un attimo
a riflettere. L’Albero più grande del
mondo, spunta dal monte Ingino e
troneggia sulla nostra città. E’ un
miracolo quest’albero che conta 8.500
mt di cavi, 300 fonti di luce, che
vanta un guinness e che richiama il
turismo. Un miracolo di numeri, sì…
ma soprattutto un miracolo di forza
di volontà, di collaborazione resa
possibile da ognuno degli alberaioli. Un miracolo di generosità. E’ un
miracolo che ogni anno tante persone
si incontrino per organizzare il presepe tra i vicoli di San Martino, nella
piazza di San Giovanni e che si sia
compiuta la stessa opera nel quartiere
di San Pietro. E’ la novità di questo
Natale 2014, un presepio semi-vivente realizzato in collaborazione coi
residenti del Quartiere di San Pietro,
grazie al dono dei responsabili del
presepe della Vittorina, fatto all’Associazione Insieme per Riccardo, che
quest’anno ha voluto coinvolgere un
intero quartiere, per ricreare il presepio vivente, mettendo a disposizione
tantissimo materiale lavorato a mano,
costruito e riparato, per la creazione
di un fantastico e toccante presepe,
dislocato tra le varie vie del quartiere:
Piazza San Pietro, finalmente restaurata e restituita agli eugubini, che
accoglierà la capanna benedetta; via
Aquilante, la piazzetta della Madonna
degli Angeli, i vicoletti che intersecano tutta la zona, molti locali offerti
per l’occasione nei quali sono state
allestite accoglienti e perfette scene
natalizie. Scene di vita quotidiana
ad allietare il nostro Natale, scene
con pupazzi e scene con figuranti,
gli abitanti in costumi d’epoca, ogni
domenica dalle 17:30 alle 19:30, a
partire dall’8 dicembre, fino all’Epifania: uomini, donne e bambini che
per qualche ora troverete a lavorare
e passegiare tra le vie in attesa della
nascita di Gesù. Si parla di miracoli
nella misura in cui qualcosa accade
perché in molti lo desiderano ed è
successo anche quest’anno, dal “vicoletto” ad una cornice più ampia e
antica, dentro ad un quartiere intero,
mosso dall’amicizia e dalla generosità,
con un prezioso dono che si perpetua,
come è naturale che sia per mezzo
del quale si è potuto realizzare questo
altro miracolo eugubino. Gubbio sarà
ancora una volta il palcoscenico di un
Natale magico. L’inaugurazione avrà
luogo mentre saremo in distribuzione,
non saremo dunque noi ad informarvi, ma vogliamo darvi comunque
l’appuntamento l’8 dicembre nel
giardino dei santantoniari alle 17, con
la partecipazione degli Sbandieratori,
per assistere alla sfilata che si snoderà
per via Saffi, Madonna degli Angeli,
via Aquilante e a chiudere la Piazza di
San Pietro.
Un Buon Natale
dei miracoli ad
ognuno di voi.
9
PROVINCIA DI PERUGIA
con il contributo di
con il patrocinio di
promosso da
REGIONE UMBRIA
Gubbio
Chiesa di San Pietro
Domenica 14 dicembre 2014
ore 18.00
Orchestra da Camera di Ravenna
Direttore Paolo Manetti
Violino solista Roberto Noferini
PRENOTAZIONI
IAT Gubbio - Via della Repubblica, 15
tel. 075 9220693
[email protected]
COSTO BIGLIETTI
sedia ¤ 20
panca ¤ 10
panca gratuita per gli under 18
INFO
www.concertosottolalbero.it
layout lartegrafica.it _ foto Giampaolo Pauselli
con la collaborazione di
COMUNE DI GUBBIO
attualità
l’eugubino
di Alessio Salciarini
QUELLA STELLA
SUL MONTE CHE BRILLA
Nonostante la mia età non ancora avanzata, sono ormai tanti anni che ogni fine
settembre , inizio a trascorrere le mie
domeniche mattine (libere), sugli stradoni del Monte, per dare vita all’Albero di
Natale più grande del mondo.
Iniziai da poco più
che ragazzetto, sotto
la spinta di Nello
Ontano ( che oltre il
Cero, mi ha trasmesso anche questa passione) . Mi “iniziò”
con una frase che già
ebbi modo di dire in
altra circostanza, ma
che fa capire lo spirito che si respira la
domenica mattina sul
Monte e cioè : “«Se
fa tutto per Gubbio e
S.Ubaldo senza paga,
senza targhe o premi
‘nsomma senza tante
fregne!»
Ho avuto la fortuna
di poter vivere con
Lui e con gli altri
Alberaioli momenti
che non dimenticherò mai, come un
anno, quando al momento del montaggio
della stella , non riuscendo a ricordare
bene il punto da cui partire per issare
il pentagono che poi dà vita alle punte
luminose, mi permisi di far vedere a Nello
una foto dell’anno precedente dove era
chiaro l’esatto punto di partenza ,ma Lui
mi licenziò con una frase che non lascia
dubbi: “«la fotografia è sbajata!». O come
quando mi rimandò a casa perché avendo
fatto tardi il sabato notte non ero abbastanza “attento alle fasi di montaggio”.
Ma questi è solo esempi perché le storie
di quando all’inizio degli anni ottanta è
partita l’idea dell’albero ed hanno iniziato a lavorarci, l’avrò sentite raccontare
migliaia di volte, come di quella volta
quando alla vigilia del Santo Natale con
una grossa nevicata in atto Nello ed il
Pacio ( Pietrangelo Farneti ndr) erano
intenti a montare le ultime luci ma gli
iniziò un principio di congelamento alle
mani, allora il Pacio si prodigò a fargli
degli impacchi con la grappa alle dita per
Volutamente non ho ricordato chi
invece, magari anche essendone trà gli
ideatori, non è mai stato socio, visto
che potrei urtare la sensibilità di qualche familiare, nella malaugurata idea
di qualche dimenticanza.
riscaldarlo.
Ci sono state persone che hanno avuto
un sogno, quello di portare Gubbio in
alto e forse l’Albero potrebbe rappresentare tutto ciò.
Credo che oggi, ogni Alberaiolo, dia anche
un suo significato all’opera di volontariato
che svolge, io ad esempio metto una luce per
ogni figlio mio ( tre) , ma il significato vero
deve essere quello di vedere in ogni luce accesa il ricordo di quei Alberaioli soci del sodalizio che purtroppo non sono più trà noi, ma
da lassù ancora ci guardano e risplendono:
Nello Ontano, Luigi Monacelli, Argante
Pauselli, Elio Pauselli, Salvatore (Enzo) Gaggiotti, Antonio Wladimiro Fiorucci, Giuseppe
Gambini, Gualtiero (Pitano) Mariotti, Mario
(Chico) Morena, Eugenio (Gegio) Procacci,
Gaetano Merli.
Ma a prescindere dalle questioni associative, credo che il grazie maggiore
Gubbio lo debba tributare a loro, a
questi Eugubini, che iniziarono questa
avventura, senza mezzi, senza soldi ma
con quello spirito che contraddistingue chi darebbe la vita per la propria
città. Ed ancora oggi se nelle domeniche autunnali qualcuno fa una passeggiata su per gli stradoni del monte
e per caso si imbatte mentre si stà “
montando l’albero” potrà assaporare
ancora quell’atmosfera fatta di uomini
che vogliono stare insieme, fatta di
persone che non vogliono apparire ma
solo fare, dove le generazioni si intrecciano in un sentimento che li accomuna, dove forse lo spirito del Natale è
ancora vivo.
11
12
attualità
l’eugubino
di Giovanni Rampini
La Sagra
Musicale
Umbra
Ricordi ed emozioni
Quando ai primi di settembre appariva sulle cantonate l’elegante immagine della quattrocentesca organista
di palazzo Trinci, era segno che la
Sagra Musicale Umbra era alle porte.
Non festival, non rassegna, non
manifestazione puramente musicale,
ma per l’appunto sagra, termine che
propriamente sta a significare festa,
celebrazione religiosa e, solo in via
secondaria, festa paesana organizzata per allietare talune ricorrenze.
Ed, invero, un’intima essenza reli-
rispettive arti da una connaturata
vocazione all’euritmia e all’armonia.
Che cosa di più musicale delle movenze di una danza? O delle eleganti
circonvoluzioni verbali dell’eloquenza? O dei ritmi e dei tempi incalzanti, quasi in un crescendo, di una
rappresentazione drammatica non
per caso alle origini sottolineati dalle
intonazioni del coro? E non è forse
Erato posseduta da una onnipresente
anima musicale e con lei ugualmente
Polimnia, muse entrambe della poesia? Per certi versi anche Clio, musa
della storia, può ricondursi all’insegna della musica avendo dato voce
agli aedi che col canto rievocavano
le imprese degli eroi. Per non dire di
Urania che presiedendo all’astronogiosa è insita nelle forme più alte
mia tende costantemente l’udito alle
della musica, in questa arte sublime
supreme armonie delle sfere celesti
che può dirsi permeare di sé, come
e, con esse, a quelle delle leggi dei
per legge universale suprema, tutte
numeri che reggono il cosmo. È
le più eccelse manifestazioni dello
per l’appunto questa universalità di
spirito. Non senza ragione il suo
coinvolgimenti e di implicazioni che
etimo discende dall’espressione greca conferisce alla musica una immanen“techne musikè” che sta a significare te quanto inscindibile dimensione
“arte delle Muse” e perciò arte non
divina, se per divino si intende un
di pertinenza esclusiva di Euterpe
potere unificante e armonizzatore
che pur ne è la custode deputata, ma che permea di sé tutte le cose.
in qualche modo patrimonio di tutte La nostra regione, pervasa da sempre
le Muse in quanto tutte ispirate nelle da una aura di diffuso misticismo,
attualità
non poteva che essere la sede ideale
per una siffatta manifestazione. I
suoi monumenti, i suoi scenari naturali, erano il fondale ideale per le
varie esecuzioni, sia vocali che strumentali: la morbidezza delle colline,
le sfumature dei boschi, la serenità
dei cieli erano (e sono tuttora) le
stesse che vediamo dispiegarsi nelle
tavole dei suoi artisti rinascimentali,
tutte percorse da angelici concerti; la
grandiosità dell’Appennino e l’austerità delle sue pievi, il palco ideale
per il canto gregoriano.
Con saggio ed equanime criterio
distributivo, i vari spettacoli erano suddivisi tra le principali città
del comprensorio, inclusa la nostra Gubbio, al fine di avvicinare
il maggior numero di abitanti alla
comprensione e all’apprezzamento
di quest’arte e di favorire da parte
dei forestieri la conoscenza del territorio. Accadde poi che gli spettacoli, per ragioni che mi sono ignote,
venissero concentrati nel capoluogo
di regione con conseguente perdita
da parte della manifestazione della
sua vocazione e delle sue finalità, per
giungere a un progressivo declino
e quindi all’estinzione anche sotto
l’incalzare dell’astro nascente del
Festival dei due Mondi di Spoleto.
A quel tempo (si è era cavallo degli
anni 50-60) sarebbe stato impensabile per un piccolo centro, quale la
nostra città, sostenere l’onere finanziario per l’allestimento di spettacoli
di alto livello senza il supporto di
una organizzazione complessa e solida quale era la Sagra Musicale. Fino
ad allora mai erano da noi approdati
grandi complessi orchestrali e corali
e viva fu l’impressione che ne provai.
Particolarmente precisa conservo la
memoria di due esibizioni: quella di
una prestigiosa orchestra che veniva
da una grande città europea (chiedo
venia di non poterla meglio indicare,
ma il numero degli anni trascorsi
mi impedisce di farlo) e che eseguì
nella chiesa di San Pietro la Quinta
sinfonia di Beethoven, e quella di
un altrettanto prestigioso complesso
l’eugubino
corale viennese che eseguì nella sala
dell’Arengo del Palazzo dei Consoli
musiche sacre polifoniche del ‘500.
Nella chiesa che fu già degli Olivetani e dei Camaldolesi, nel solenne
tempio, sacro da secoli alla musica
organistica, improvvise risuonarono
le potenti battute iniziali della sinfonia beethoveniana: il destino che
bussa alla porta? Un’angosciosa e ripetuta domanda rivolta, senza risposta, alle sorti umane? Un impetuoso
e repentino risveglio dell’anima per
una presa di coscienza della realtà?
Tante sono le interpretazioni che
si è cercato di attribuire al famoso
incipit nel vano tentativo di assegnare un senso univoco a un’opera che
come tutti i capolavori non può che
presentare diversi piani di lettura e
di interpretazione.
Giustamente è stato osservato che
la maggior parte delle composizioni
del genio di Bonn e in particolare le
nove sinfonie, lungi dal connotarsi
di intonazioni romantiche si impongono per un temperamento severo e
drammatico che attraverso l’espressione musicale, anziché ripiegarsi
su se stesso o ricercare aristocratici
quanto superficiali diversivi, si rivolge all’umanità tutta intera richiamando alla sua attenzione tematiche
di universale significato. Se in quel
momento l’auditorio di San Pietro
rappresentava solo una infinitesima
parte dell’umanità, quel linguaggio
conservava ciò nonostante la sua
autorevolezza e la sua globale assoluta valenza non meno di un messaggio religioso come se in quel luogo
sacro, prima ancora che dall’emiciclo dell’orchestra, provenisse esso
dall’alto di un pergamo: “laudate
eum in sono tubae, laudate eum in
psalterio et cytara, laudate eum in
timpano”.
Con l’esecuzione delle musiche sacre
polifoniche nella grande sala del
Palazzo dei Consoli, la situazione si
invertiva. Se sacro a San Pietro era
il contenitore e profana la musica
che vi veniva eseguita, qui sacra era
quest’ultima e laico l’ambiente che
l’ospitava ma l’antitesi era puramente formale se, come abbiamo visto,
ogni grande musica deve ritenersi
sostanzialmente sacra e se la grande
aula consolare, non meno austera di
una spoglia chiesa romanica, di questa possedeva tutta la sacralità, anche
come riflesso della natura delle leggi
che un tempo vi venivano emanate: sante infatti esse erano ritenute
nell’antica Roma (ove venivano
gestite da un collegio sacerdotale) e
sempre come tali erano oggetto di
venerazione a Costantinopoli ove il
Corpus Iuris Iustinianei rimaneva
perennemente esposto su di un altare tra due lampade accese.
Alla fastosa opulenza di un complesso orchestrale fatto di scintillii di
ottoni, caldi riflessi di legni, virtuosismi di archi, eleganti danze di
braccia sulle corde delle arpe, qui si
contrapponeva la sobria, contenuta
austerità, quasi monastica, del gruppo dei cantori, immobili sul podio
come immobili ed estatici erano i
Santi e la Vergine che dietro a loro
guardavano dal grande affresco steso
dal Palmerucci. Le loro voci sembravano venire da un mondo lontanissimo eppure estremamente vicino in
quanto evocatrici di una spiritualità
senza tempo capace di trascinare gli
animi in emozioni assolutamente
vive ed autentiche così come quella
musica, contrariamente alle apparenze, racchiudeva una sua insospettata
modernità se è vero che, come gli
esperti ci attestano, lo spirito contrappuntistico ha ritrovato nel secolo
scorso una particolare vitalità con la
musica dodecafonica di Schonberg e
seguaci, un genere che è noto discendere come l’altro dalla nozione
di intervallo.
Con grande piacere e anche grandi
aspettative abbiamo accolto dopo
decenni il ritorno della importante
Sagra nella nostra città che di essa
fu importante e illustre teatro con la
speranza che il ritorno sia durevole
e contrassegnato da spettacoli d’alto
livello come meritano le migliori tradizioni eugubine in campo musicale.
13
io Maggio Eugubino-Colacem
Corso Garibaldi, 40 - Gubbio - Tel. 075 927 3801
2010-2011: Angela Binacci (ITIS), Federica Rossi (Liceo Socio Psico Pedagogico),
Davide Lispi (Liceo Classico-Scientifico),
Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi
(ITC), Hafid Assia (ISA).
Vita dell’associazione
o Psico Pedagogico), GreLiceo Classico-Scientifico),
oni (IPSIA), Elisa Monacbel Poeta (ISA); i vincitori
Studio per l’anno scolastico
A
21
Valigeria - Pelletteria
Corso Garibaldi, 46
tel. 075 927 3991
Corso Garibaldi, 43 - Gubbio (PG)
tel. 075 922 0887
attualità
l’eugubino
Quanto sono complete le
conoscenze sulla nostra
storia sismica? Il caso Gubbio
Al 33° Convegno Nazionale
del Gruppo Nazionale
di Geofisica della Terra Solida
(Bologna, Palazzo
della Regione,
25-27 novembre 2014)
è stato presentato, giovedì 27,
il recente lavoro
sulla sismologia
storica di Gubbio realizzato
dal gruppo di lavoro
composto da
Romano Camassi,
Viviana Castelli,
Fabrizio Cece,
Marco Menichetti,
Giancarlo Monachesi,
Ettore A. Sannipoli.
La relazione, particolarmente apprezzata, è
stata svolta a nome del gruppo da Viviana
Castelli nell’ambito della Sezione 2.1.
Pericolosità sismica, vulnerabilità, scenari di
scuotimento e di danno.
Gubbio è una città importante nel circuito
turistico italiano e una risorsa economica per
il nostro paese. Organizzare una efficace difesa
dal rischio sismico per il territorio eugubino
è dunque un obiettivo strategico per il bene
comune. Uno studio critico del Bacino di
Gubbio dal punto di vista della sismologia
storica non è però mai stato realizzato. Ci
è sembrato che i tempi fossero maturi per
avviare una ricerca di questo tipo: l’ultimo
forte terremoto locale risale a trent’anni fa e da
un anno o più l’area è sede di attività sismica
costante e abbastanza significativa. In questo
contesto si è avviata una collaborazione tra
sismologi storici e cultori di storia eugubina
per la realizzazione di uno studio che ha
Documento relativo
al terremoto del 23
settembre 1726
Documento relativo
al terremoto del 9-10
marzo 1861
lo scopo di migliorare la definizione delle
caratteristiche della sismicità d’interesse per
Gubbio e il suo territorio, aggiornando le
conoscenze sulla storia sismica dell’area. Va
infatti ricordato che il più recente catalogo
sismico nazionale (CPTI 2011, Rovida et
al., 2011) recepisce i risultati degli studi di
sismologia storica prodotti fino al 2007.
Occorreva dunque considerare sia gli studi
prodotti dal 2008 in poi in ambito storicosismologico, sia il contributo dell’ampia
produzione storiografica locale e non locale
degli ultimi trent’anni. I risultati di questa
attività speditiva e condotta in economia sono
sorprendenti. Grazie all’analisi dei dati raccolti
a seguito delle operazioni descritte il numero
di osservazioni macrosismiche disponibili
per la città di Gubbio viene triplicato (da
44 a 159 effetti di avvertimento con o senza
danno). E’ stata recuperata ampia evidenza di
danneggiamenti causati da terremoti finora
considerati al di sotto della soglia di danno
e sono stati individuati almeno venti eventi
sismici finora sconosciuti alcuni dei quali
causarono danni di una certa entità a Gubbio
e nel territorio circostante. Questi risultati
sono di particolare interesse se si considera che
le principali analisi su base storica e statistica
della completezza del catalogo parametrico
italiano (Albarello et al., 2001; Stucchi et
al., 2004) hanno evidenziato come il settore
dell’Italia Centrale in generale manifesti un
livello di completezza maggiore rispetto alle
altre aree del territorio nazionale. Il caso
Gubbio, in buona sostanza, è la dimostrazione
pratica di qualcosa che i ricercatori operanti
nel settore della sismologia storica sanno
benissimo: le possibilità di miglioramento
delle conoscenze sulla storia sismica del nostro
paese sono ancora enormi. Ne consegue che,
ai fini delle valutazioni di pericolosità sismica,
sarebbe opportuno investire in maniera non
marginale nella ricerca storica sui terremoti.
Tratto da un testo a cura di Viviana Castelli
15
16
storia arte cultura
l’eugubino
di Euro Puletti
Beata Santuccia
Terrabotti
di Gubbio
Roma, anno 1293/1294: grazie alla
donazione da parte del Gran Maestro
dei Templari, Jacques de Molay,
della Chiesa di S. Maria in Julia, la
Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio
fonda il primo monastero romano
della congregazione femminile da lei
istituita.
Beata Santuccia
Terrabotti
720 anni fa, la Beata Santuccia Terrabotti
di Gubbio (ivi, 1237/40 ca. - Roma,
21 marzo 1305), istitutrice dell’ordine
religioso femminile di quelle monache,
Serve di Maria, dette «Santuccie» (“Ordo
santucciarum” o “sanctutiarum”), ed
osservanti, in origine, la Regola di San
Benedetto, ricevendo in dono, dall’allora
Gran Maestro dei Templari Jacques
de Molay, la chiesa di Sancta Maria
in Julia, fondò, attorno ad essa, il suo
primo monastero romano, casa madre
di tutte le altre susseguenti istituzioni.
Nel XIV secolo, Papa Urbano V, monaco
benedettino francese, donò la chiesa di San
Giovanni Calibita, sull’Isola Tiberina, alle
Benedettine Santucce, istituite dalla stessa
Beata Santuccia, l’avveduta e potente
“abbadessa in perpetuo”, talora raffigurata
col pastorale.
Santuccia, che era stata chiamata, a Roma,
dal Papa Onorio IV, con l’alto ed arduo
incarico di riformare, nel ramo femminile,
la regola benedettina, fonderà, inoltre,
ben ventitré ulteriori monasteri, fra i quali
uno a Gubbio, Santa Maria Annunziata
(1265 ca.), un altro a Fabriano, Santa
Sperandia, poi Sant’Agata (1265 ca.) e,
successivamente, un terzo a Costacciaro:
Santa Maria in Via Nova (1268 ca.).
Mariano Armellini cita un testo che,
redatto sotto il pontificato di Alessandro
VII, si riferisce al XIII secolo: « Nell’anno
1293 fra Jacomo Molara (o “Giacomo
de Mollayo”, come lo chiama Francesco
Cancellieri, in “Notizie istoriche delle
chiese di s. Maria in Iulia, di s. Giovanni
Calibita, ecc.”,1 ovverosia Jacques de
Molay), maestro de’ Cavalieri templari (in
realtà, De Molay ricoprì, ufficialmente,
la carica di Gran Maestro dell’Ordine,
soltanto a partire dal successivo anno
1294), donò a suor Santuccia Carabotti
(sic) d’Agubbio la chiesa di s. Maria in
Julia, posta nel rione della Regola, dove,
essendo abbadessa, fondò il monastero oggi
chiamato s. Anna. Santuccia Terrabotti
morì il 21 maggio 1305 e fu sepolta nella
chiesa; ma di questa sepoltura non si trovò
traccia al momento della demolizione
dell’edificio. Fu venerata come beata, ma
il suo culto (21 marzo) non venne mai
confermato ufficialmente dalla Chiesa
(da Wikipedia, L’Enciclopedia libera, cfr.
Santuccia Carabotti)». La donazione della
chiesa romana alla Terrabotti, da parte
del massimo esponente di tutti i Templari
d’Europa, cioè a dire di tutti i Templari
del mondo d’allora, potrebbe anche celare,
se non proprio una “sponsorizzazione”,
almeno una protezione, da parte del
Tempio medesimo, nei confronti della
Terrabotti stessa e dell’ordine da lei
fondato.
Santuccia
fonderà ben
ventitré monasteri,
fra i quali uno a
Gubbio
storia arte cultura
1. Chiesa di S. Maria in Julia, detta poi di S.
Giovanni Calibita nell’isola Licaonia, donata
dal Gran Maestro de’ Templarj Giacomo de
Mollayo alla Beata Santuccia de’ Terrabotti di
Gubbio, che vi fondò un Monastero, poi
trasferito da Gregorio XIII a S. Anna de’
Funari. Oltre ad alcuni monasteri a Roma,
la Beata Santuccia ne fondò altri anche a
Perugia, Siena, Arezzo, Cortona ed altrove.
Per indulto apostolico, costei vi rivestiva la
carica di “Abbadessa in perpetuo”. Per lungo
tempo, le sue monache furono denominate
“Santucciane Serve di Maria”.
De Molay ricoprì
la carica di
Gran Maestro
dell’Ordine. Donò
a suor Santuccia
Carabotti (sic)
d’Agubbio la
chiesa di s. Maria
in Julia, posta nel
rione della Regola,
dove fondò il
monastero oggi
chiamato s. Anna
Bibliografia e sitografia essenziale
Archivio del Convento di San
Marcello al Corso (Roma), “Annalium
Sacri Ordinis Fratrum Servorum B.
Mariae Virginis a suae institutionis
exordio centuriae quatuor…”, 1618,
Tomo I, anno 1265, f. 94, 2G.
Francesco Cancellieri, Notizie istoriche
delle chiese di s. Maria in Iulia, di s.
Giovanni Calibita, ecc., Bologna,
Nobili, 1823.
Giuseppe Card. Garampi, Memorie
della Congregazione delle santuccie e dei
monasteri alla medesima soggetti estratte
dall’archivio del ven. monastero di S.
Anna di Roma già capo della medesima.
Mariano Armellini, Le chiese di Roma
dal secolo IV al XIX, Roma 1891, pp.
448-451.
Paolo Salciarini, guida della chiesa di
S. Maria dei Servi di Gubbio.
Pietro Vispi, “Profili Agiografici – I
Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio
della Chiesa Eugubina” ed TMM,
Gubbio, 2008.
P. Maestro Leonardo Gozzando
bresciano, “Il sacro tempio Servitano
o’ sia Vite de Beati, e Santi dell’uno,
e dell’altro sesso della religione dei
Servi della Gran Vergine Madre
Addolorata” in Vienna, MDCXCIII.
Wikipedia, L’Enciclopedia libera, cfr.
Santuccia Carabotti.
l’eugubino
17
18
storia arte cultura
l’eugubino
di Ettore A. Sannipoli
Pasquale Cappelli
e “l’art pompier”
1. Napoli, Pasquale Cappelli,
piatto con scena di genere,
maiolica, diam. cm 50,7. Gubbio,
collezione privata.
«Cappelli Pasquale, nato in Napoli il
26 agosto 1866. […] Poche notizie
possiamo dare di questo pittore. Ha
frequentato l’Istituto di Belle Arti di
Napoli. Si è dedicato molto alla pittura sulla ceramica ed attualmente è uno
dei più reputati artisti in questo genere
di arte industriale. Insegna anche disegno nelle scuole elementari popolari di Napoli. Ha una sola Esposizione
Nazionale, quella di Roma del 1893.
È stato un frequente espositore della
Promotrice Salvator Rosa dal 1885 al
1894».
Tanto (o poco più) troviamo scritto
nel libro sugli Artisti napoletani viventi. Pittori, scultori, incisori ed architetti di Enrico Giannelli, edito nel 1916
dalla tipografia partenopea Melfi &
Joele.
Diversi piatti firmati da Pasquale Cappelli, o a lui riconducibili per via di
stile, sono conservati nelle collezioni
eugubine di ceramica d’arte. Si tratta
per lo più di esemplari di grandi dimensioni, che recano soggetti di gene-
re, d’ispirazione romantica, ma anche
paesaggi e repliche di dipinti famosi o
comunque di una certa rinomanza.
Predominano delle scene a tutto campo, contraddistinte da una schietta e
spensierata giovialità (FIGG. 1-2): entro cantine o taverne che quasi sembrano fiamminghe, spadaccini in costume
secentesco ispirati ai Tre Moschettieri
di Alexandre Dumas sono ritratti mentre gozzovigliano e bisbocciano con
giovani donne compiacenti: tra risa,
brindisi, musica e canti! Ci sfugge per
il momento la fonte iconografica di
queste colorite raffigurazioni, che comunque mostrano affinità sostanziali
con incisioni tratte dai romanzi ottocenteschi d’appendice, come quelle
ben note su disegno di Maurice Leloir
(Parigi, 1851-1940) per l’edizione del
1894 de Les Trois Mousquetaires (Parigi, Calmann-Lévy). Ci sfugge pure a
3. Napoli, Fabbrica di Gaetano
Battaglia, piatto con scena di
genere, maiolica, diam. cm 62.
Gubbio, collezione privata.
quale manifattura napoletana debba
riferirsi la sigla con le lettere «AD» o
«DA» intrecciate, impressa in pasta
sul retro di questi piatti (può forse es-
2. Napoli, Pasquale Cappelli,
piatto con scena di genere,
maiolica, diam. cm 51,5. Gubbio,
collezione privata.
sere – ma è una mera congettura – la
fabbrica di Errico D’Amato, attiva tra
la fine dell’Ottocento e gli anni trenta del secolo successivo?). Quello che
possiamo dire con sicurezza è che tali
soggetti già compaiono in maioliche
di Gaetano Battaglia, abile «pittore su
ceramica» operante in Napoli negli ultimi decenni dell’Ottocento, come dimostra un piatto anch’esso conservato
in una raccolta di Gubbio (FIG. 3).
Seguendo la moda dello storicismo,
Cappelli riprodusse nelle sue ceramiche anche capolavori del classicismo
italiano, per esempio l’Aurora affrescata tra il 1612 e il 1614 da Guido
Reni nel Casino di Palazzo Rospigliosi-Pallavicini in Roma. Ma oltre che
con dipinti di tal fatta, universalmente
apprezzati specie tra Otto e Novecento, egli sentì il bisogno di confrontarsi
con quanto di meglio produceva l’arte
accademica dei suoi tempi, soprattutto
nell’avanzatissima terra di Francia.
Questa sua ammirazione per l’art pompier può riscontrarsi in un altro grande
storia arte cultura
piatto facente parte di una collezione
eugubina (FIGG. 4-5). Entro un gradevole ornato dalle tonalità pastello,
con morbidi girali in fiore scanditi da
amorini sgambettanti, due dei quali
limitati da valve di conchiglia, si dispiega nella radura di un bosco, in
tutta la sua bellezza, una scena sospesa
tra mito e fragrante naturalezza. Essa
reca al centro una composizione complessa, animata da diversi personaggi
in movimento: un grappolo formato
da una «jeune fille entourée d’une nuée
d’amours», «d’un érotisme chaste».
L’evidentissima impronta dell’art officiel ci permette di risalire facilmente al
modello di questa seducente raffigurazione: si tratta proprio de Le Guêpier
(FIG. 6), la celebre tela presentata al
Salon de 1892 da William-Adolphe
Bouguereau (La Rochelle, 18251905), uno dei campioni della pittura
accademica nella Francia del secondo
Ottocento. È vero, artista a lungo disprezzato, ritenuto superficiale e stucchevole da molti critici del XX secolo.
Ma, come poi ha riconosciuto Ernst
H. Gombrich (1971), «questa ruggine
non fa che mascherare un perturbamento più profondo; il nostro disagio
non sarebbe, credo, così marcato se
non fossimo costretti ad apporre una
5. Napoli, Pasquale Cappelli,
piatto con Le Guêpier (da
William-Adolphe Bouguereau)
(part.), maiolica, diam. cm 64,5.
Gubbio, collezione privata.
l’eugubino
che accomunò artisti i quali si trovavano a combattere su un lato e sull’altro
della barricata: amanti appassionati
dell’impressionnisme ma anche convinti assertori dell’art pompier.
Bibliografia essenziale
4. Napoli, Pasquale Cappelli,
piatto con Le Guêpier (da
William-Adolphe Bouguereau),
maiolica, diam. cm 64,5. Gubbio,
collezione privata.
certa resistenza ai metodi di seduzione di cui siamo oggetto». E le opere
del maestro francese sicuramente sedussero anche Pasquale Cappelli, che
per replicare Le Guêpier si avvalse, con
ogni probabilità, di un’incisione del
dipinto allora tanto alla moda, forse
proprio quella che compare nel catalogo del Salon de 1892. Non si spiegano
altrimenti certe piccole varianti tra la
copia e il modello, come il diverso colore del panneggio che vela le gambe
della sensuale figura femminile (quasi
fosse una Venere di Milo), o l’alternanza delle capigliature bionde e castane
degli amorini ritratti nel piatto, che
invece nel quadro sono tutte di una
stessa gradazione cromatica. L’opera
è stata dunque ricopiata da una riproduzione in bianco e nero del dipinto
di Bouguereau, omettendo alcuni particolari come la tenue turba di putti
alati appena percettibile a destra, in
secondo piano.
Un medium privilegiato – quello delle
incisioni e delle fotozincografie – attraverso il quale molti artisti italiani
poterono avvicinarsi agli esiti più interessanti della grande stagione francese. Come c’insegna, tanto per fare un
esempio di tutt’altra natura, il caso del
giovane Giorgio Morandi, che proprio
tramite illustrazioni di libri e riviste
del primo Novecento («aiuti scarsi indiretti» li chiamava Francesco Arcangeli) conobbe pittori quali Monet, Sisley e Cézanne. Insomma una pratica
E. Giannelli, Artisti napoletani viventi. Pittori, scultori, incisori ed architetti, Napoli 1916, p. 88; A. Dumas,
Les Trois Mousquetaires. Avec une lettre
d’Alexandre Dumas fils, Paris 1894; A.
Hustin, Salon de 1892. Société des Artistes français et Société nationale des Beaux-arts, Paris 1892; E.H. Gombrich,
A cavallo di un manico di scopa. Saggi
di teoria dell’arte, Torino 1976, pp.
58-59; F. Arcangeli, Giorgio Morandi,
Torino 1981, pp. 9-10.
Soggetti di genere come quelli delle figg. 1-3 furono ripetuti anche da
altre fabbriche italiane, ad esempio
la S.I.M.O.C. di Sesto Fiorentino, la
Fabbrica F.lli Minardi e Soci di Faenza
e la bottega, sempre faentina, di Goffredo Castellini (1918-1976).
Grazie a Guido Donatone.
6. William-Adolphe Bouguereau,
Le Guêpier, 1892, olio su tela, cm
213 x 152,5. Collezione privata.
19
20
storia arte cultura
l’eugubino
di Giuseppe Montanari
La Torre Gabrielli
e l’Arte della Lana
Ponendosi all’osservazione della lunga
facciata del n° 25 di Via Gabrielli viene
spontaneo focalizzare, subito, l’imponenza
della Torre Gabrielli, che attira l’attenzione
dell’osservatore spostandola verso l’alto.
Questo è un ottimo richiamo verso uno
degli aspetti più originali della nostra
Città-Monumento: la notevole insistenza,
all’interno delle mura, di torri medievali
ben visibili, o ancora perfettamente leggibili
nell’apparato urbano. Le meglio conservate: T.
di S. Luca, T. dei Consoli, T. Gabrielli, T. detta
“del paradiso”, T. direttamente prospiciente
quella dei Consoli, Torrazzo del Duomo, T.campanile (merlato) di S. Pietro, T. Beni 1 e
T. Beni 2 (tronche), T. del Cassero nord, T. del
Cassero est e… numerosi tronconi di antiche
torri tuttora ben leggibili, anche se rovinate o
semiabbattute. Per avere una “vista” in tutta
ampiezza del dispiegarsi della “città turrita” è
consigliabile, come punto di osservazione, la
parte ovest del Parco del Teatro Romano, nel
tardo pomeriggio di una giornata luminosa.
Da questo colpo d’occhio si ricaverà la giusta
valutazione della importanza architettonicostrategica della Torre Gabrielli nell’intero
sviluppo dell’antichissimo Quartiere di San
Martino che, come dice il Prof. Micalizzi (1),
è avvenuto tenendo costantemente, come
punto di riferimento, la Torre. Operando un
ingrandimento del gruppo di edifici a diretto
contatto con la Torre, così come risulta
nella Pianta di Gubbio stampata da Mortier
su disegno di I. Cassetta, si otterrà una
immagine di complesso edilizio compatto
e coeso, identificabile come “Palazzo e
Torre dei Gabrielli”. Almeno così credevo,
personalmente. Ma una osservazione più
attenta della facciata (Fig. 1), almeno nella
sua parte inferiore e gotica, mette in evidenza
due fatti:
- la discrepanza temporale fra le tre arcate
verso il centro-città e la prima – accanto
al portone – più stretta e ove il calcare
dell’arco appare più giovane e la stessa
calcinatura delle pietre appare diversa;
- il fatto che la tripletta restante marca il
suo centro di equilibrio nella sua arcata
centrale, sovrastata da uno stemma e
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
presentante, in basso (livello strada) una
apertura che figura come accesso.
L’insieme dei tre archi (non tamponati)
suggerisce un Portico di Mercanzia, intestato
dallo stemma della “Arte della Lana” (Fig. 2).
Il “Portico di Mercanzia” continua, inoltre,
aperto sino a terra, sulla fiancata laterale
dell’edificio (Vicolo Ondedei, Fig. 3) ove
risulta chiara la vista complessiva di un “tronco
di casa-torre” preesistente agli archi inferiori,
come denunciato da una finestrella di sapore
decisamente romanico (Fig. 4). Della parte
inferiore della facciata, inoltre, conosciamo la
datazione (1390), che è riportata nella pietra
di base dell’arco gotico centrale (accesso),
lato “portone attuale”; sotto, lo stemma (due
“bioccoli” di lana?) di un certo Betin Ponis
(Fig. 5), volgarizzabile in Bettino de’ Poni (2).
Questo galantuomo figura, nei documenti
dell’epoca, come Conestabile dell’Arte
della Lana e, pertanto, abitante nel Palazzo
dei Lanari, che così si viene delineando. A
conferma dell’abitabilità di tipo “signorile”,
sempre nei piani alti, la troviamo rimarcata
dalla finestra trecentesca (trilobata) nel
sottotetto, sulla facciata posteriore (Fig. 6).
Sempre nello stesso lato di accesso (lato
vicolo), compare ancora uno scudo stemmato
(un solo “bioccolo”), sovrastato da una croce
e sovrastante a un cartiglio con la scritta:
Melchior, volgarizzabile in Melchiorre, con
un grado – o caratura – inferiore a quello di
Ponis (Fig. 7). Questo nome, comunque, è
restato un mistero sino alla rilettura, del tutto
casuale, di un volumetto (3) del compianto
Amico e valente storico Giovanni Scatena,
su “Oddantonio da Montefeltro”, I° Duca
di Urbino. In questo prezioso libretto sono
riportati, integralmente, ben 23 documenti
– con l’attuale collocazione – datati dal 30
giugno 1434 al 16 giugno 1444. Quello
di nostro interesse, rilasciato “Dagli
accampamenti” in data 29 settembre 1443
(collocato nel Registro delle Riformanze
T. 23, 1442-1448, c 57v) ha un testo così
riassumibile: il Duca Oddantonio sapendo
che suo Padre aveva contratto un debito di 100
fiorini con Simone di Messer Melchiorre e non
avendo la possibilità di estinguerlo altrimenti,
storia arte cultura
l’eugubino
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 7
concede al detto Simone la Carica di Camerlengo
della Città di Gubbio, a fare data dalle Calende
del gennaio seguente (1444), questo per tanto
tempo quanto sia satisfacto dal suo salario
per lo dicto officio per la somma de fiorini
cento. A seguito di questo documento sono
facilitati il completamento di lettura della
facciata e l’inquadramento del Melchiorre e di
suo figlio Simone come “banchieri” dell’Arte
della Lana di Gubbio. Non sembri, questa
affermazione, un azzardo o tantomeno una
facezia poiché P.L. Menichetti ha da tempo
affermato, con tutta la Sua autorevolezza,
che Gubbio aveva anticipato, di almeno
100 anni, i Centri Umbri circonvicini nella
autorizzazione a importanti Famiglie Ebraiche
(vedasi quella di Consiglio da Foligno)
all’esercizio della “arte fenaria”, cioè al prestito
di denaro a interesse. Aggiungasi a questo il
fatto che, attorno alla metà del ’400 si assisté,
in Città, a alcune chiare manifestazioni di
“insofferenza” degli Eugubini verso gli ultimi
eredi di Consiglio (Samuele e Guglielmo) e
alla presa di interesse, invece, verso l’attività
“bancaria”, quale si andava delineando
grazie ai Montefeltro e alla Loro politica.
Spulciando con attenzione la sintetica ma ben
documentata “Storia degli Ebrei a Gubbio” di
Ariel Toaff (4) e il recente approfondimento
di Jacoviello: “Gli Ebrei a Gubbio nel
trecento” (5) si rinviene, in quest’ultimo, nel
1469, un Nicholò de Merchionne de Nuto,
mercante, che evidentemente si presta a una
funzione di “deposito” di moneta. Ma ciò che
risulta di interesse specifico e immediato è il
rinvenimento di un atto di “prestito” del 27
settembre 1386 (Arch. Storico, Comune di
Gubbio, Fondo Notarile). Tale atto – cui fa
seguito quello di “restituzione” del 30 aprile
1387 – mette assieme i due nomi al centro
dell’interesse di questo scritto: Antonius
Bartolelli Ponis di San Martino (Civitatis
Eugubii) e Melchiorri (di Melchiorre)
Francisci: il primo come “percettore” del
depositum operato da Abramo di Consiglio
ebreo, il secondo come padrone di casa
(in domo Melchiorri Francisci); il tutto
avviene in presenza testimoniale di Matteo
di Benedetto Ugolinutii e Andrea Bartoli,
in rappresentanza delle Autorità. Quindi, tre
anni prima che Betin Ponis “facere fecit” la
costruzione del Portico di Mercanzia dell’Arte
della Lana (comprendente anche il Banco
della stessa Arte, intestato a un Melchior), le
due Famiglie facevano affari insieme e a livello
alto. Alla fine dei lavori (MCCCLXXXX) è
Piero Menichetti che ci dà conto della fuga
notturna del Ponis, con la cassa dell’Arte,
verso Venezia che negava l’estradizione
per gli “abbienti”. Sic transit gloria mundi!
Comunque, alla luce di questa ricostruzione
è necessario rivedere, criticamente, l’aspetto
della attuale facciata, allora costituita da due
corpi separati: la Torre Gabrielli, nella sua
intangibile unicità e, separato – per lo spazio
dell’attuale Portone e per quello del primo
degli archi gotici – il Palazzo dell’Arte della
Lana. La successiva unificazione dei due corpi
è avvenuta, probabilmente, nel tardo ‘500
> prima metà del ‘600, cioè nel tempo che
precede i disegni di Ignazio Cassetta (stampati
da Mortier) ove, invece, risultano uniti. Una
ulteriore e tarda ristrutturazione del “piano
nobile” appare evidente nel disegno delle
finestre, attribuibili al XVIII secolo, ma
questa è… un’altra storia.
(1) P. Micalizzi, “Gubbio, Storia dell’architettura e della Città”,
L’Arte Grafica, 2009
(2) P. Menichetti, “Storia di Gubbio” Vol. II, Peruzzi Ed. 1987
(3) G. Scatena, “Oddantonio da Montefeltro”, Ernesto Paleani
Ed., 1989
(4) Ariel Toaff, “Storia degli Ebrei a Gubbio”, 1981
(5) M. Jacoviello, “La presenza degli Ebrei a Gubbio nel tardo
Medioevo”, La Giuntina, 2007
(6) G.M. Nardelli, “La pianta di Gubbio di Ignazio Cassetta”, stampa
di J. Blaeur e P. Mortier,1724, Ed. Rotary Club, Gubbio, 2001
Fig. 8
21
i
lazion
agevo
l
oci de
per i s
io
magg o
in
eugub
Via Cairoli, 23 - 06024 Gubbio (PG) - Tel. 075 922 0714
Presenti con oltre 40 centri nelle province di Ancona, Arezzo, Perugia, Pesaro Urbino, Rieti, Siena, Terni
La Bottega di
Lugni Renato
•Salumi e formaggi
•Specialità al tartufo
•Vini e prodotti tipici umbri
ne
Conseg io
cil
a domi
Corso Garibaldi, 79 - Gubbio - tel. 075 927 4788
www.saporidigubbio.net - [email protected]
storia arte cultura
l’eugubino
di Fabrizio Cece
Quando il conte
Federico batteva cassa
Particolare della lettera del 21 giugno 1460. SEZIONE
DI ARCHIVIO DI STATO DI GUBBIO, Pergamene
della Congregazione di Carità, b. III, n. E-15.
Un documento datato 21 giugno
1460. Diretto al venerabile Padre in
Cristo il signor “Ambrosio da la Rocha”. Rocca Leonella? Rocca Contrada?
Non si sa. Non si conosce tale personaggio. Certo doveva essere un prelato
di rilievo, almeno stando alle parole
che gli rivolge il mittente.
Quello che conta, infatti, è la firma
che appare in calce al documento:
“Federicus Comes Urbini ac Regius
Capitaneus Generalis”.
Quello che interessa ancor di più è il
testo: “Io ho havuto la Vostra lectera
et ho havuto carissimo sentire che
voi siate qua, sano de la persona et
in vostra libertà, et tanto più lo ho
havutocaro, quanto del caso vostro, voi
havete havuto pochi amici al mondo che ne habbia havuto non voglio
dire più ma ne anche tanta passione
quanta ho avuto io, Dio sia laudato,
poiché voi state qua libero et sano de
la persona, che de la robba, et de fare
poco caso, che la virtù vostra non po
essere povera. Io vi mando per questo
presente portatore vostro fameglio uno
ronzino, recresceme non possere satisfare meglio, al vostro bisogno et mio
desiderio, Dio sa ch’io non me atrovo
fornito de quelli ronzini ch’io vorria,
et molto manco de denaro commo ve
porrà informare questo vostro giovene
presente portatore. Haveria carissimo
de vederve et per mia singulare consolatione et anche forse a la venuta vostra
poria essere la mia ventura chel seria
venuto qualche denaro che de hora in
hora lo aspecto. Che grande ventura
me lo reputaria per potere inspetialità
satisfarre el debito mio cum voi”.
Federico data la lettera dall’accampamento del re di Aragona vicino “Sanctum Homerum”, cioè Sant’Omero,
a una decina di chilometri dal fiume
Tronto.
La notizia interessante risiede nella
conferma della mancanza di denaro,
peraltro già nota attraverso altre fonti.
Federico aveva sposato Battista Sforza – tredicenne – pochi mesi prima,
attorno al 10 febbraio 1460, ma subito
era dovuto partire per la campagna
militare che opponeva le forze della
Lega Italica – Milano, Firenze, Roma
e Napoli – a quelle del condottiero
Giacomo Piccinino che aveva invaso
il regno napoletano di Ferdinando
d’Aragona.
Le condizioni di vita erano dure, gli
scontro continui, il rischio della sconfitta sempre alto. Il comandante della
Lega lamentava, oltre alla carenza di
cavalli, anche la mancanza di denari
derivante dal mancato pagamento della
sua condotta. Il soldo che il conte
attendeva “de hora in hora” e con cui
contava “satisfare el debito” che aveva
con padre Ambrogio, non giungerà
tanto brevemente.
Addirittura, secondo quanto affermerà
ser Guerriero nella sua “Cronica”, Federico «essendo stato mal tractato per
lo passato de denari, se voleva retornare in le soi terre. Monsignore cardenale
de Thiano, essendo in campo, tanto
fecie che de novo lo recondusse».
Le cose, fortunatamente, si appianarono presto, soprattutto dopo la battaglia
vittoriosa di San Fabiano. A settembre
Federico riceverà, sempre secondo
quanto narra ser Guerriero, la non indifferente somma di dodicimila ducati
in denaro e duemila in stoffe. A quel
punto, c’è da scommetterci, il conte di
Urbino avrà sicuramente saldato padre
Ambrogio.
23
24
vita dell’associazione
l’eugubino
a cura della redazione
Il nuovo
Consiglio
del Maggio
Eugubino
per il
triennio
2014-2017
è stato eletto e così
composto il nuovo Consiglio
del Maggio Eugubino per il
triennio 2014-2017.
Nella prima seduta, che si
terrà nei primi 15 giorni dalla
costituzione,
lo stesso Consiglio
provvederà alla nomina
delle cariche sociali:
Presidente, Vicepresidente,
Tesoriere, Segretario,
Direttore de “L’Eugubino”.
Tutti gli aggiornamenti
vi saranno comunicati
attraverso le newsletter.
In ordine alfabetico:
BARBETTI DAVIDE
BEDINI CESARE
BEDINI GIAMPIERO
BICCHERI MICHELA
CALDARELLI EZIO MARIA
CANCELLOTTI MARCO
FARNETI RICCARDO
GINI UBALDO
LUPINI LUCIO
MARINELLI ANDREOLI GIACOMO
MINELLI ALFREDO
MORENA MORENO
PIZZICHELLI PINA
PROCACCI SILVIA
RAGNI CESARE FAUSTO
Ragni Federico
RAMPINI GIAMPIETRO
SANNIPOLI ETTORE
SATIRI ROBERT
Probiviri: Salciarini Carlo
Marchetti Marco
Agostino Barbi
Sindaci revisori: Morelli Alfredo
Finori Stefano
Minelli Mattia
vita dell’associazione
l’eugubino
PREMIO UMANISTICO
“ONOR D’AGOBBIO.
IL VALORE E L’UTILITà DELLA
MEMORIA” 2014
Comune di Gubbio
Lions Club
Gubbio Host
I libri finalisti:
per la narrativa
S. Baldelli, Il tempo bambino (Giunti)
N. Fantini-L. Pariani, Nostra Signora degli scorpioni (Sellerio)
A. Nove, Tutta la luce del mondo (Bompiani)
per la poesia
V. Magrelli, Il sangue amaro (Einaudi)
L. Rafanelli, L’indice delle stanze (Jaca Book)
F. SCARABICCHI, “con ogni mio saper e
diligentia”(Liberilibri)
Premio umanistico
“OnOr d’AgObbiO”
Il valore e l’utilità della memoria
Cerimonia di Premiazione
sabato 13 dicembre - ore 17.oo
Sala Trecentesca della residenza Municipale
Sezione Poesia inedita “Angelo Ferrante”
Sezione Poesia Edita “Alessandro Sartori”
Sezione narrativa “Citta di gubbio”
Sezione Saggistica “Citta di gubbio Serendipity”
Sezione Tesi di Laurea
Saranno presenti, tra gli altri, gli autori
Simona Baldelli, Nicola Fantini, Valerio Magrelli, Aldo Nove,
Laura Pariani, Loretto Rafanelli, Francesco Scarabicchi
libri&ideelibri&ideelibri&ideelibri&idee
libri&ideelibri&ideelibri&ideelibri&idee
Media Partner
Premio Umanistico “Onor d’Agobbio. Il valore e l’utilità della
memoria” Cerimonia di premiazione sabato 13 dicembre
2014 presso la Sala Trecentesca
Edizione 2014
Sponsor
FINALISTI E VINCITORI SEZIONI
POESIA INEDITA ‘ANGELO FERRANTE’
POESIA EDITA ‘ALESSANDRO SARTORI’
Lions Club
Gubbio Piazza Grande
1914-1918 la Grande Guerra.
Storia e storie
Il 2015 sarà un anno ricco di inizitive. Vi ricordiamo che
nell’anno in cui si aprono le celebrazioni per il centenario della
Prima Guerra Mondiale il Maggio Eugubino, la Biblioteca
Sperelliana, Associazione Eugubini nel Mondo, le scuole
cittadine e altre associazioni culturali locali propongono una
serie di appuntamenti per approfondire la conoscenza di
questa drammatica pagina di storia europea. Sono previste
iniziative dedicate a questo tema che sarà raccontato attraverso
una serie di percorsi, accessibili e divulgativi, fra dibattiti e
incontri, documenti e letture, libri, filmati e musica. Inoltre,
grazie alla collaborazione tra studiosi e famiglie di ex soldati,
sarà possibile allestire una breve esposizione di cimeli e
memorie di guerra, ricordi vivissimi e drammatici di quanti
hanno partecipato al travolgente conflitto.
25
prometeogroup
e
t
s
e
F
e
n
Augura Buo
www
.
bio.it
b
u
g
via
funi
vita dell’associazione
di Massimo Bei
l’eugubino
Conoscere
il sentiero
di Francesco
Come si dice...alla fine stanchi ma felici. Cosi’
erano ieri mattina i 40 volenterosi che hanno
percorso il primo tratto del sentiero francescano
da San Pietro in Vigneto, alla chiesa della Vittorina sulle orme del poverello di Assisi. Più di 15
km percorsi in poco più di tre ore su un sentiero
che presentava scorci di straordinaria bellezza. Il
legame con San Francesco che da sempre la nostra Associazione perpetua, si è voluto unire con
l’intenzione di far riscoprire, attraverso piccoli
tratti del persorso franescano e permettere così
a moltissimi di realizzarlo, le bellezze paesaggistiche del nostro territorio.Prima dell’inizio del
cammino, il nostro presidente Lucio Lupini ha
rivolto un saluto a tutti i presenti ed il consigliere
Massimo Bei ha consegnato le credenziali del
pellegrino. Vi aspettiamo al prossimo “Conoscere il sentiero di Francesco”. Prossimo itinerario
da San Benedetto Vecchio a Gubbio.
27
28
vita cittadina
l’eugubino
Riceviamo e pubblichiamo
“Gubbio
città
turistica?
Chiedete ad un turista, che per necessità, ha bisogno di una
Farmacia in un giorno di festa. Se poi si tratta anche di un
“ponte festivo” ancora meglio!
Gentile Signora
La ringraziamo della sua segnalazione: il problema delle farmacie a Gubbio esiste da quando se ne è andata la farmacia Luconi
da corso Garibaldi, sguarnendo in pratica buona parte del centro storico. A breve accadrà la stessa cosa per la farmacia Ceccarelli da S. Martino. Come lei saprà le farmacie non traslocano
mai da sole ma si portano dietro i medici di famiglia e a volte
anche gli specialisti lasciando dietro di loro una specie di vuoto.
Ora come si può rimediare? Difficile a dirsi. Da qualche parte
si vocifera, e lei quasi ce lo conferma, che al posto della Luconi
e della Ceccarelli sarà aperta una nuova farmacia, comunale o
privata non si sa, nella parte alta di corso Garibaldi.
Una nuova farmacia potrebbe contribuire a risolvere una parte
del problema almeno nel settore in cui si troverebbe ad operare. Ma non risolverebbe il problema intero e allora esso andrebbe girato alla Usl che predispone insieme al personale delle
farmacie i turni. E dovrebbe sempre ricordare che Gubbio ha
due utenze distinte: una occasionale data dai turisti, che ha bisogno anche in questo settore quanto mai delicato della salute,
di informazioni chiare e farmacie facili da raggiungere. L’altra,
quella che abita nel centro storico, molte volte non autonoma
che ha bisogno di aiuto.
Lettera firmata. La nostra lettrice pone l’accento sulla centralità della farmacia
comunale. E’ vero. Qui dovrebbe sorgere la “Cittadella della
salute” con il rientro di medici di famiglia e anche di specialisti.
Speriamo che la nuova amministrazione d’accordo con la Usl
e la grande famiglia dei medici e farmacisti eugubini sappiano
leggere nel futuro anche in questo campo della nostra città.
Racconto l’ultimo fatto avvenuto: durante le festività dei
Santi, fiera del Tartufo, Gubbio chiusa al traffico, un turista in
via dei Consoli mi chiede: “Dove posso trovare una farmacia
aperta?” Come si fa a spiegare che a piedi deve raggiungere via
Perugina (siamo in assenza di trasporto urbano pubblico in
quanto la navetta messa a disposizione dal Comune non affronta detto tratto e i minibus di linea B nei giorni festivi non
circolano)? E non solo; per ben due giorni la stessa farmacia
di turno.
Non sarebbe auspicabile che per i ponti, festività – anche in
previsione delle prossime feste – fosse garantito il servizio
dalla Farmacia Comunale sita in piazza 40 Martiri e se i turni
già decisi in precedenza, perché non rivederli dal momento
che quando erano stati fatti ancora le Farmacie erano dislocate in diverso modo? E ora che anche la Farmacia Ceccarelli è
in procinto di spostarsi perché non far fare i turni festivi alla
sovra citata Farmacia Comunale, anche perché per un turista
è sicuramente la più facile da raggiungere? Perché si è permesso lo spostamento di due farmacie storiche dal centro storico
per poi permettere l’apertura di una prossima sede (privata o
pubblica proprio nel centro storico?)”
Pina Pizzichelli
vita cittadina
l’eugubino
di Lucia Lupini
decreto
unitatis
redintegratio
Il primo appuntamento dell’Ufficio
per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Gubbio si
è tenuto venerdì 21 novembre presso
l’hotel Beniamino Ubaldi di Gubbio ed
ha avuto ad oggetto il Decreto Unitatis
Redintegratio approvato dal Concilio
Vaticano II. Erano presenti i relatori
Mons. Elio Bromuri, direttore del Cen-
tro Ecumenico universitario S.Martino
di Perugia e la Prof.ssa Annarita Caponera, docente di Ecumenismo e Dialogo
Interreligioso presso l’Istituto Teologico
di Assisi.
L’incontro ha inaugurato il nuovo
Ufficio per l’Ecumenismo, affidato dal
Vescovo Mons. Mario Ceccobelli a don
Stefano Bocciolesi.
Proprio don Stefano, nel discorso di
apertura, ha spiegato come la scelta della
data non sia stata un caso: il cinquantesimo del decreto Unitatis Redintegratio,
solennemente promulgato il 21 novembre 1964. “è importante” infatti, come
ha chiarito, “tornare alle sorgenti della
fede: gli scritti e i documenti conciliari”
per capire che l’Ecumenismo non è
un’appendice del Concilio, ma il “sottofondo” dello stesso.
Mons. Elio Bromuri ha sottolineato la
dimensione panecumenica della Chiesa
dopo il 1964.
Il Decreto si è posto come un “miracolo
dello Spirito Santo”, perché l’Ecumenismo, ossia lo sforzo teso all’unità dei
cristiani, non fa comodo a nessuno.
L’unità si realizza soltanto se lo Spirito
Santo “soffia nella mente e nel cuore”.
La divisione, come afferma il Decreto
Unitatis Redintegratio, è uno “scandalo”. La storia ha dimostrato come i
cristiani non siano stati una comunità
unita come Gesù voleva, anzi, hanno
piuttosto enfatizzato l’intimismo, il
devozionismo, il ritualismo. Fino ad ora
ha “alitato sui cristiani (e sui cattolici
stessi, ha precisato Mons. Ceccobelli),
lo Spirito della diversificazione”, che è un
grande valore, ma è mancato lo “Spirito
dell’Unità”.
“L’Ecumenismo è per tutti”, ha esclamato
don Elio, non soltanto per i sacerdoti o
gli specialisti.
I fedeli, pregando, rappresentano il
vero e proprio “ossigeno del movimento
ecumenico” e possono realizzare il “sogno di Gesù Cristo: un mondo in cui
l’odio venga sostituito dall’Amore, dalla
comunione”.
Non si tratta di “pacifismo, di buonismo”, ha puntualizzato la Prof.ssa
Caponera. Occorre cambiare il punto
di vista che ha dominato nei secoli:
dal metodo della controversia, fondato
sull’enfatizzazione dell’errore altrui,
bisogna passare al “metodo ecumenico”,
la considerazione di noi stessi e di cosa
ci accomuna a Cristo, unico modello e
punto di riferimento.
Il compito del nuovo ufficio della nostra
Diocesi diventa dunque quello fondamentale di aprire le persone al dialogo, secondo il modello dei nostri cari
Sant’Ubaldo e San Francesco, operatori
diretti e fondamentali dell’ecumenismo
e del metodo ecumenico.
In attesa delle prossime iniziative, si rinnova l’invito agli incontri di preghiera
che si tengono ogni secondo giovedì del
mese, alle ore 18.00, presso la Chiesa
della Misericordia di Gubbio.
Per ogni approfondimento ed apporto
nel cammino della comunità sono attivi
il sito internet (ecumenismoedialogo.
wordpress.com) e la pagina facebook
(Ufficio Ecumenismo e Dialogo – Diocesi di Gubbio).
29
30
vita cittadina
l’eugubino
di Anna Maria Trepaoli
Giorgio bordoli e
Castiglione Aldobrando
Quest’anno per la prima volta, dopo il rilancio del 2005, a Castiglione
Aldobrando la festa patronale di Santa Maria del Rosario non è stata
celebrata per problemi di agibilità della chiesa. Nell’ultima domenica
di agosto non i colori e i suoni, né il brusio della gente salita fin lassù
dove sembra di dominare il mondo, ma una solitudine tacita, quasi un
presagio, ha avvolto l’antico avamposto, precedendo di non molto la
scomparsa del dottor Giorgio Bordoli, proprietario del castello e sostenitore convinto e generoso della festa patronale. Giorgio Bordoli Crivelli
Visconti, dottore commercialista nato a Varese nel 1935 e residente a
Solzago di Como, si è spento nella sua casa il 2 ottobre scorso.
Aveva acquistato il castello di Castiglione e le sue pertinenze nel 1968,
perché nei suoi soggiorni perugini presso i parenti, era rimasto affascinato dal luogo come egli stesso ricordava:
“Come in un sogno che ancora mi dà emozione, mi apparve in lontananza Castiglione Aldobrando. Il castello, serio e superbo, conscio della
sua posizione dominante le vallate, mi sfidava ad andargli incontro. Mi
sembrava l’illustrazione di una favola dei fratelli Grimm …”. Quello
di Giorgio per Castiglione fu un amore sempre vivo, che superò i mille
ostacoli e i sacrifici che comportarono il graduale restauro e il mantenimento del castello, della zona circostante e della chiesa. Quando
era entrato in possesso della proprietà, gli immobili versavano in forte
degrado e l’agro circostante era quasi del tutto inselvatichito. Con la
ristrutturazione degli edifici e con il cospicuo rimboschimento da lui realizzato, il territorio rinnovò il suo aspetto e la sua vitalità, rinvigorita con
il ripristino della festa patronale. Fin dall’anno del suo acquisto in terra
umbra Giorgio divenne socio del Maggio Eugubino, l’associazione di
cui ammirava lo spirito e le opere, felice di ricevere sempre i numeri della
bella rivista “L’Eugubino”. Con sempre maggiore interesse approfondì la
conoscenza della città di Gubbio e della sua storia entusiasmandosi, in
ogni sua visita alla città, dell’antiquariato e dei prodotti dell’artigianato
locale. La sua intensa attività lavorativa e le sua preparazione professionale e culturale gli ottennero numerose onorificenze - tra le quali quella
di Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica - e lo designarono,
anche dopo il pensionamento, a incarichi di grande rilevanza non solo
nazionale.
Nel discorso da lui pronunciato nel 2008, in occasione del quarantesimo
anniversario di attività del suo studio commerciale, si scorgono la passione per la sua Brianza e lo sforzo per incrementarne il progresso insieme a
tutti coloro che erano mossi dal medesimo intento. I rapporti lavorativi
che si svilupparono nel corso della sua carriera, che lo vide anche professore alla Bocconi di Milano, lo portarono ad avere contatti determinanti
con importanti aziende estere, anche russe e statunitensi. Ma malgrado
queste prestigiose e ampie relazioni, apprezzò e amò sempre la civiltà umbra, senza mai stancarsi di cercare costantemente testi antichi e moderni
che la documentassero e che predominano nella sua ricca biblioteca.
Il suo amore per il sapere e il suo rispetto per la storia e per l’arte è testimoniato anche da due sue pubblicazioni. La prima, dal titolo eloquente
Semper quaero. Cinque secoli in biblioteca (Oggiono-Lecco, Cattaneo
Paolo Grafiche, 2007) raccoglie la schedatura di tutti i volumi della sua
biblioteca. Ogni scheda è accompagnata da una nota sull’Autore, da una
descrizione del libro e da un compendio degli avvenimenti mondiali più
significativi dell’anno di edizione di ogni volume: dal 1500 al 2000. La
seconda è un interessante e commovente epistolario intercorso tra suo
padre e sua madre durante la seconda guerra mondiale: Epistolario. Carlo
Bordoli, Ludovica Crivelli Visconti. 1940-1945, Perugia, Futura, 2013.
Ma non poteva mancare alla sua collezione libraria una storia di Castiglione, come dichiarano le sue stesse parole:
“ … il mio affetto per Castiglione andò sempre aumentando, alimentato
dal desiderio di conoscere la cronaca della sua vita nei secoli …”. Un
affetto che si accese particolarmente in seguito a un decreto del Ministero
dei Beni culturali del 1990, che dichiarava il complesso “di interesse particolarmente importante”. E così, con il suo sostegno economico, nacque
il libro elaborato dalla scrivente, Castiglione Aldobrando. Una memoria
millenaria, Perugia, Fabrizio Fabbri Editore, 2005. Per il sodalizio stabilitosi tra il lombardo cultore di storia, Gubbio e l’antico fortilizio, e per il
contributo offerto con la cura e la rivalutazione di una parte di territorio
eugubino, Giorgio Bordoli ricevette nel 2011, dal Maggio Eugubino e
dalle mani del presidente Lucio Lupini, l’ambìto premio “Attaccamento
a Gubbio”, riconoscimento che aggiunse emozione a emozione nell’animo del destinatario, reduce dalla travolgente festa dei Ceri.
La personalità dinamica, ricca di curiosità e di passioni di Giorgio Bordoli, divenuto figura familiare per la frequenza delle visite nel nostro territorio durata quasi dieci lustri, era così coinvolgente da farcelo sembrare
ancora tra noi. Dalle pagine di questa rivista il suo ricordo può costituire
un invito a condurre sempre una vita operosa e attenta ai valori della
propria terra, ad
apprezzare l’attività
dell’Associazione
che lo ha premiato
ed anche a impegnarsi per la tutela e
la valorizzazione di
quell’angolo di suolo
eugubino in cui
sorge il suggestivo
complesso di Castiglione Aldobrando.
vita cittadina
l’eugubino
Successo per Quinto Quarto,
i Secondi d’Italia
S
ottolineiamo il grande successo
per la prima edizione di Quinto
Quarto – i Secondi d’Italia, la
kermesse gastronomica con degustazioni
gratuite dedicata ai tagli poveri del vitellone
bianco dell’Appennino centrale. Un
evento organizzato da Cia, confederazione
italiana agricoltori, Confcommercio e Gal
Alta Umbria. Tre giorni di degustazioni
ed appuntamenti attraverso tre i circuiti
degustativi gratuiti: la Polpetteria alla
Taverna Sant’Antonio, il Bollito Misto
presso gli Arconi e lo Street food alla Taverna
di Sant’Ubaldo e laboratori del gusto. Presso
i ristoranti aderenti al marchio “Le Osterie
del Gusto” era possibile trovare menù
tematici a prezzi stabiliti, mentre a San Pietro
un allestimento dell’aia contadina e del
mercato delle spezie permetteva di arricchire
il tour gastronomico e “Segui la Stella
delle nostre Stalle” con visita alle fattorie
di Quinto Quarto. Il convegno “Carni e
buoi dei paesi tuoi, la valorizzazione delle
produzioni locali di qualità”. Insomma il
miglior modo per essere “i secondi d’Italia”.
Mostra mercato nazionale del tartufo
S
i è conclusa con un “ex aequo” la sesta edizione del concorso gastronomico premio
“Tartufo di Gubbio”. Sono stati Alessandro Trovato (“Monnalisa” del Grand Hotel
Da Vinci di Cesenatico) e Giovanni Luca Di Pirro (“La Torre” dell’Hotel Castello del
Nero di Tavarnelle Val di Pesa) a meritare il titolo, avendo messo insieme l’identico punteggio
finale. Il risultato vede due cucine, toscana e romagnola, valorizzate dall’abilità di due
quotatissimi cuochi con la complicità di un prezioso alleato, il tartufo bianco eugubino.
Al successo della manifestazione hanno contribuito anche gli altri concorrenti, gli eugubini
Claudio Ramacci , Paolo Pascolini, Adilgerio Tosti, Andrea Cesari e Stefano Salvi Marchetti oltre a Filippo Scapecchi, Aniello Di Lieto ed al
polacco Ireneusz Koniuszek. La giuria, coordinata da Claudio Zeni era composta da Alberto Schieppati, Roberto Vitali, Fabrizio Salce, Paolo
Capresi, Sandro Capitani, Rosalba Carbutti, Stefano Barigelli, Salvatore Marchese Giancarlo Colombo .
Vocazione turistica?
Segretario
Comunale
E
U
n testimone oculare ci segnala una media di 60 persone al giorno sul sentiero
francescano ...peccato che alla partenza dalla Vittorina, i turisti e i pellegrini
avevano trovato condizioni pessime. Guardate la foto. Nonostante sia passato
del tempo ci tenevamo a sottolieneare che avvengono queste nefandezze, leggerezze,
impudenze, nella nostra città, nel parco della Vittorina. Complimenti a chi sparge
mondezza, a chi senza coscienza la lascia incustodita. Sempre e ovunque questo avvenga.
Vocazione turistica? Invocazione turistica…..
rnesto Barocci, nato a
Cupramontana (Ancona) il 14
agosto 1960, dal 1 dicembre è il
nuovo segretario generale comunale; alle
spalle analoga esperienza nel Comune di
Fabriano. Lo ha scelto il sindaco Filippo
Mario Stirati, con nomina diretta, tra
tutte le disponibilità pervenute, dopo
attenta valutazione dei requisiti posseduti,
ritenendolo massimamente meritevole
di fiducia e particolarmente idoneo a
collaborare con l’amministrazione, per
tutti gli obiettivi prefissi. Sostituisce Paola
Bastiani che dal ottobre si è trasferita a Todi.
Presentato il nuovo marchio Abita
C
on una cerimonia assai partecipata è stata presentata una iniziativa
che coniuga fiducia, coraggio e lungimiranza, “Abita” il nuovo
brand della Edilcemento “Con “Abita” - ha detto il Presidente
Luca Colaiacovo – vogliamo puntare alla qualità dei prodotti, valorizzare le
risorse umane e tutelare l’ambiente”. “Abita” sarà attiva in quattro ambiti:
General contractor, strutture prefabbricate, riqualificazioni edifici e real
estate”. L’azienda si apre quindi a nuove prospettive per sviluppare diverse
competenze e puntare su investimenti per uno sviluppo sostenibile. Alla
cerimonia ha partecipato anche il Priore della Comunità monastica di
Montegiove (Fano), Padre Natale Brescianini che ha parlato dell’abitare
partendo dall’importanza di stare bene con se stessi, attraverso una vita attiva
e contemplativa.
31
32
vita cittadina
l’eugubino
A Tiziana Rossetto
il Talented Young
Italians 2014
Tiziana Rossetto, nata a Gubbio 37
anni fa e figlia di Nello Rossetto,
nostro Socio e indimenticato capodieci
del Cero di Santantonio, ha ricevuto
lo scorso 20 novembre il Talented
Young Italians Awards 2014, in una
suggestiva cerimonia al Church House
Conference Centre di Westminster
a Londra, alla presenza del Ministro
dell’Economia Pier Carlo Padoan,
del Presidente di FCA John Elkan
e del Presidente di GE Oil & Gas
Lorenzo Simonelli. Tiziana Rossetto
è Docente in Ingegneria Sismica nel
Dipartimento d’Ingegneria Ambientale
Civile e Geomatica all’University
College di Londra (UCL) dove dirige
il Centro Interazioni Terremoti e
Popolazioni (EPICentre,
www.epicentreonline.com)
Il prestigioso riconoscimento, premia
quei giovani talenti italiani che
eccellono nella loro carriera di lavoro
nel Regno Unito e che non solo sono
leader, ma un esempio di leadership
per altri giovani.
Tiziana Rossetto è riconosciuta come
un’esperta nella valutazione della
vulnerabilità sismica degli edifici ed
è leader nel campo dell’ingegneria
degli tsunami, come provato dal
riconoscimento del European
Research Council (ERC) Starting
Grant, ed è anche Vice Presidente
della Society of Earthquake and Civil
Engineering Dynamics e siede nel
Comitato Britannico per l’applicazione
degli standards europei in material
(European Seismic Code – EC8).
A Tiziana le congratulazioni di
tutti gli eugubini per il prestigioso
riconoscimento e gli Auguri per una
brillante vita professionale. Nel suo
campo d’azione specifico il costante
riferimento a Gubbio non mancherà
di certo, soprattutto per la supplica
che troneggia sul civico Campanone
“…liberet civitatem istam a flagello
terremotus…”.
“C’era una volta l’inviato speciale.
Memorie e rimpianti di un giornalista che fu”
“C
’era una volta
l’inviato
speciale.
Memorie e rimpianti di
un giornalista che fu”,
edito da Il Cerchio, è il
nuovo libro di Francobaldo
Chiocci, il nostro
concittadino e giornalista,
direttore di testate quali “Il
Tempo” e “Il Giornale”.
Per tanti anni è stato
inviato speciale in tutto il
mondo. Chiocci ha scelto
Gubbio tra le mete del suo
viaggio di presentazione
del suo volume, un evento
organizzato da Fotolibri,
accanto a personaggi
illustri come Gianni Letta
exdirettore del “Tempo”:
sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio
Berlusconi; Gian Marco
Chiocci, direttore attuale
de “Il Tempo”, nonchè
figlio dell’autore; Paolo
Corsini, giornalista Rai,
presidente di “Lettera
22” e Adolfo Morganti,
editore de “Il Cerchio”.
Il libro racconta la figura
del giornalista viaggiante,
oramai sostituito da
internet e che spegne in
qualche modo la necessità
di avere un testimone
sul posto, che sa vivere
le emozioni ed trasferirle
sulla carta per condividerle
col mondo, la conquista
della notizia e dell’esclusiva
che fornisce elementi
vivi affinchè si formino
pensieri. Un web che dà
quindi la possibilità a
tutti di essere testimoni
e narratori della realtà.
Molti i racconti e i pensieri
dell’autore, le scelte
combattute, i “vinti” della
storia che hanno fatto in
qualche modo anch’essi la
storia.
vita cittadina
l’eugubino
Gli antichi Umbri
vivono ancora
è
un premio di studio rivolto agli studenti
delle scuole superiori, ideato ed organizzato
dall’Associazione Quartiere di San Giuliano,
volto a favorire un approfondimento e la conoscenza
del monumento eugubino più importante: le Tavole
33
Eugubine, con la partecipazione e il sostegno di uno dei
maggiori studiosi degli antichi Umbri, il professor Augusto
Ancillotti. Attraverso la collaborazione degli istituti e degli
insegnanti verranno realizzati gruppi di studio in precisi
incontri formativi che produrranno le ricerche. è prevista,
per il mese di febbario 2015 una interessante lezione degli
studenti sugli Antichi Umbri aperta a tutta la cittadinanza.
Le 6/7 opere meritevoli verranno premiate con premi
in denaro variabili da 300/500 euro. L’Associazione si
impegna inoltre all’allestimento di una mostra dei lavori.
Gubbio Città in Armi
“G
ubbio Città in Armi –
Guerra e società a Gubbio
nel basso Medioevo”
è un progetto culturale promosso
dall’Associazione Quartiere di San
Giuliano ed estesa alla collaborazione
di tutte le Associazioni culturali,
economiche principali eugubine e ai
Quartieri per scoprire una parte della
nostra storia meno conosciuta, ma di
grande rilevanza: il mestiere delle armi.
La prima giornata di studio è prevista
per l’autunno del 2015 e si parlerà degli
aspetti organizzativi delle nostre forze
armate, dell’intricato tema dell’araldica
dei Montefeltro e del legame tra guerra,
potere, arte e cultura.
L’aspetto di studio si fonderà con
momenti di vita medievali da realizzare
con la collaborazione dei Quartieri e
delle Associazioni che intenderanno di
prendervi parte.
All’anteprima di presentazione tenutasi
sabato 29 novembre sono intervenuti
Ettore A. Sannipoli, Francesco
Mariucci, Pier Paolo Piergentili
dell’archivio Segreto Vaticano, Antonio
Conti, Fabrizio Cece, Patrizia Biscarini
Paolo Grillo dell’Università di Milano,
Alberto Luongo dell’Università di Pisa.
Con in patrocinio di
è lieta di
G
Comune di Gubbio
G
res
Fili
Pa
“La conqui
Guerra e società a Gubbio nel basso Medioevo
Associazione Quartiere San Giuliano
Cake design, il premio ad Agnese Casagrande
C
omplimenti e simpatia da parte di Anna Moroni
che sabato 29 novembre a Gubbio ha guidato la
giuria di esperti che ha premiato la torta più bella
realizzata sul tema della stagione autunnale. Un meritato
riconoscimento che si è guadagnata la giovane Agnese
Casagrande, eugubina, studentessa universitaria di psicologia,
con una grande passione per la cucina e per i dolci in
particolare. «Per creare qualcosa di originale ho avuto l’idea
della dispensa con ingredienti e prodotti tipici dell’autunno.
Li ho realizzati con pasta di zucchero, cioccolato, colori
alimentari, con pazienti sfumature a pennello per rendere
più vivaci e realistici tutti gli oggetti».“La prova del cuoco” di
Rai Uno, ha anche invitato Agnese Casagrande a partecipare
alle lezioni della sua Scuola di cucina avviata di recente a
piazzale Clodio a Roma. «L’abbiamo aperta con mia figlia da
oltre un anno - racconta la Moroni - ed è dedicata proprio
agli appassionati e alle nostre casalinghe. Ci concentriamo in
particolare su piatti e ingredienti della tradizione italiana. La
prima edizione di concorso ed esposizione di “cake design”
è stata organizzata da Lucia Monacelli e Serena D’Ubaldo
di E20Comunicazione, in collaborazione con AreaPromo
che ha curato il calendario di eventi “In Autunno”, grazie al
sostegno del Comune di Gubbio e di altri soggetti pubblici e
privati.
al
dall’Associaz
34
vita cittadina
l’eugubino
non sono più tra noi...
Aurelio Passeri Ermete Bedini
A
urelio Passeri è venuto
a mancare in silenzio
così come ha trascorso
la sua vita, dedicandosi alla sua
famiglia ed esprimendo, nei
ritagli di tempo, le sue emozioni
intagliando meravigliose fugure
umane nel legno e scolpendo
il marmo con la stessa grande
abilità. Vere opere d’arte le sue
realizzate, esposte, collezionate
e premiate: menzioniamo tra le
tantissime la Traga Europea Roma
Arte 1997 ricevuta dal sindaco
Rutelli. Ci piace ricordare come
soci del Maggio Eugubino la sua
appartenenza al nostro sodalizio e
soprattutto anche la sua presenza
nell’elenco dei soci del Maggio
Eugubino da eleggere, nonostante
la sua scomparsa. Una personalità
che ci tenevamo a ricordare, tenere
in qualche modo, il nostro modo,
viva. Aveva relalizzazto anche le
tre statue dei Santi dei Ceri piccoli
di 30 anni fa.
A
vevamo già avuto modo per salutare il nosro amico e socio
Ermete Bedini, eugubino DOC, ceraiolo appassionato,
attraverso il contatto umano. Ma ci è apparsa ancora più
sentita la sua assenza quando abbiamo visto il suo nome nell’elenco
dei soci del Maggio Eugubino pronto per essere eletto. Non l’abbiamo
voluto togliere. Il suo esempio di coraggio e fierezza, l’eugubinità che
ha espresso attraverso il suo lavoro, la vita sociale e attaverso i gesti
eterni del vero ceraiolo, questo genere di esempio ci serve oggi vivo
più che mai.
Tiziana Casoli
E
ri già nei nostri cuori e sotto la pelle mentre si irruvidiva,
quando la tua prova nella lotta si mescolava alla tenerezza del
tuo sguardo. Oggi continui ad esserci e noi ad emozionarci
al ricordo ancora vivo di come sapevi sfidare e assestare i colpi, al
pensiero di quanto grande è stato il tuo dono per noi. E se l’esempio si
racconterà da solo, vogliamo svelare, almeno per un po’, la meraviglia
del segreto che solo una madre conosce, il suo cuore che segue un figlio
da ovunque. Ciao Tiziana…
Alberico Morena
R
icordiamo
la recente
scomparsa
dell’artista
eugubino Alberico
Morena, nato a
Gubbio, città alla
quale è sempre
rimasto molto legato.
Celebri le sue xilografie che
riuscivano ad esprimere la
sua poesia e il suo pensiero in
maniera diretta e lineare.
Tra le moltissime mostre
personali menzioniamo quelle
di Gubbio (1982, 2001), di
Spoleto la sua città adottiva
(1989, 2001) e di Pienza (1998).
Ci teniamo in particolar modo
ricordiamo la famosa xilografia
“La Corsa dei Ceri a Gubbio”
realizzata giovanissimo nel
1946 e quella del 1947 creata
per illustrare la poesia “Questo,
Signore, è il giorno” nel volume
“Preghiere”di Umberto Marvardi
(Oderisi, Gubbio 1947, pp. 37-39).
events
wedding
Esperienza, professionalità, qualità
Gli ingredienti di un’organizzazione flessibile e dinamica,
capace di soddisfare tutte le vostre esigenze,
rendendo il vostro evento unico e speciale.
Via Ansidei, 6 - 06024 Gubbio (PG)
tel. + 39 075 9273291 - fax +39 075 9271269
www.mencarelligroup.com - [email protected]
Via Yuri Gagarin, 10 - 06070 Ellera di Corciano (PG)
tel. +39 075 5171607 - cell. +39 327 2443564
www.grangalaeventi.com - [email protected]
prometeogroup
Pubblicità
Augura Buone Feste
Scarica

Scarica il periodico - Associazione Maggio Eugubino