Periodico dell’Associazione Maggio Eugubino Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXVI - N. 6 - Dicembre 2014 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, Filiale di Perugia. fondato nel 1950 www.maggioeugubino.com Pubblicità editoriale l’eugubino Buon Natale a tutti! Anche a chi non sa o finge di non sapere che editoriali ed articoli raccontano il pensiero di chi scrive e non sono comunicati stampa ufficiali di enti, associazioni o altro di cui l’autore fa parte! Anche a chi è attento solo alle proprie considerazioni e non si è accorto, o finge di non essersi accorto, che comunque enti, associazioni etc. si sono espressi pubblicamente su alcuni progetti e che esistono verbali ed atti che confortano quelle dichiarazioni! Anche a chi, leggendo una riflessione appena appena un poco più articolata, attribuisce la sua non comprensione alla sintassi di chi l’ha scritta! Anche a chi pensa che gli scopi sociali delle associazioni debbano essere quelli che lui ritiene più propri, addirittura perfino anche non appartenendo a quella associazione! Anche a chi possiede sempre la verità ed ha sempre assolute certezze! Anche a chi è accondiscendente a patto però di essere consulente! Anche a chi pensa, costituendo un semplice comitato, di avere un inconfutabile diritto di veto Lucio Lupini su tutto!Anche a chi dice di essere costantemente orientato al bene di una città e di una colletPresidente Associazione tività ma non si cimenta mai nella politica che è invece la più alta espressione di partecipazione Maggio Eugubino alle scelte e di costruzione del bene di una comunità! Anche a chi posta quasi quotidianamente su blog e similari contando sul fatto che tantissimi ignorano i fatti e valutano invece i giudizi, che sono spesso pregiudizi, per cui, a causa dell’assenza di gerarchie della rete, la notizia dell’Ansa e quella di un ipotetico comitato per la difesa dello gnu sdentato vengono messe sullo stesso piano e considerate egualmente credibili o incredibili (cfr. Gramellini)! Ma in particolare a chi non rinuncia mai a tentare di trovare in se stesso il talento della mitezza ed a provare a dispiegare poi tale vitale virtù!! A me vedo, rileggendo l’editoriale, che riesce più poco! BUON NATALE!!! sommario Attualità Il parcheggio di San Pietro: ripartono i lavori Storia, Arte e Cultura 5 Logge, verso la realizzazione6 Vita dell’Associazione Vita dell’Associazione Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio 16 Pasquale Cappelli e “l’art pompier” 18 GUBBIO CITTà DEL NATALE 8 Natale dei miracoli del Centro Storico 9 La Torre Gabrielli e l’Arte della Lana 20 QUELLA STELLA SUL MONTE CHE BRILLA Vita cittadina 11 Quando il conte Federico batteva cassa 23 Vita cittadina La SAGRA MUSICALE UMBRA 12 Quanto sono complete le conoscenze sulla nostra storia sismica? Il caso Gubbio 15 Direttore Editoriale Lucio Lupini Grafica L’Arte Grafica Gubbio Stampa Tipografia Eugubina Direttore Responsabile Ubaldo Gini redazione Michela Biccheri Anno LXVI, n. 6 dicembre 2014 Cover Photostudio - Gubbio L’Eugubino - Periodico di attualità, informazione e cultura dell’Associazione Maggio Eugubino Pro-Loco Redazione: Piazza Oderisi - 06024 Gubbio (Pg) - Tel. e Fax 075 9273912 - CC Postale n. 15463060 Aut. Trib. Perugia n°. 334 del 15/01/1965. Sped. in abb. postale 45%, comma 20/B, legge 662/96, filiale di Perugia. Il periodico viene inviato a tutti i soci dell’Associazione Maggio Eugubino. Le opinioni espresse negli articoli impegnano unicamente le responsabilità dei singoli autori. 24 28 3 L’e a 0,55€ to esso perfe r t sp attualità l’eugubino a cura della redazione Il parcheggio di San Pietro: ripartono i lavori Sono ripartiti i lavori di completamento del parcheggio di San Pietro. Ma è solo uno stralcio, perché per finire l’opera servono ancora soldi. Altri 3.300.000,00 euro, è questa la cifra stimata nel piano quinquennale delle opere pubbliche, stilato dalla giunta Stirati. Soldi di cui dovrà farsi carico il Comune, cioè i contribuenti. La storia è lunga e merita di essere raccontata. Nelle previsioni iniziali, il Comune di Gubbio doveva partecipare all’opera con circa 900.000,00 euro mentre la restante parte del costo era a carico di una società privata, la San Pietro Gubbio Project, i cui soci sono - anzi erano - la Cooperativa Edile Eugubina, la Fratelli Vispi e la Cooprogetti. Le prime due hanno dismesso l’attività imprenditoriale, facendo mancare le “braccia” all’operazione. Nonostante l’inadempienza conclamata della società esecutrice dei lavori, nel novembre 2012 la giunta Guerrini ha risolto consensualmente la convenzione per i lavori e, da quel momento, il Comune di Gubbio è tornato nella piena proprietà del parcheggio, assumendosi l’onere di completare a sue spese i lavori. Al danno si è aggiunta la beffa. A giugno 2014 è stato emesso un lodo arbitrale, con il quale il Comune di Gubbio è stato condannato a versare alla società che ha fallito nell’opera oltre 1.000.000,00 di euro, ed a rinunciare alle caparre versate dagli acquirenti dei box auto per circa 300.000,00 euro. La giunta Stirati ha deciso di eseguire il lodo arbitrale, rinunciando all’impugnazione. Ricapitolando, il Comune di Gubbio è passato da un impegno di spesa di circa 900.000,00 euro ad un esborso stimato in circa 5.500.000,00 euro. La vicenda, naturalmente, non poteva non sollevare polemiche. Per accertare tutte le responsabilità politiche e tecniche, il consigliere di minoranza, Francesco Gagliardi, ha proposto la costituzione di una Commissione di inchiesta, ricevendo l’assenso del gruppo consiliare del M5S, di Ennio Palazzari e di Pavilio Lupini. Il gruppo consiliare del PD si è sfilato, mentre la maggioranza consiliare (PSI, Scelgo Gubbio, Liberi e Democratici e SEL) non ha ancora deciso. Uno spiraglio si è aperto in Consiglio Comunale, dove Stirati ha affermato di non essere contrario ad istituire la Commissione per fare chiarezza sull’intera vicenda. La città è in attesa di avere risposte, consapevole e preoccupata del costo dell’operazione che finirà per gravare sulle casse comunali. 5 6 attualità l’eugubino a cura di Ubaldo Gini Logge, verso la realizzazione Molte sono state le valutazioni, le opinioni favorevoli in considerazione alle modalità di riqualificazione delle Logge dei Tiratori. In attesa del via ai lavori è intervenuto anche il Gruppo di Lavoro ANCSA sul Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro Storico di Gubbio. Il Gruppo ha evidenziato l’importanza che può assumere tale intervento per un edificio di grande rilievo per il centro storico eugubino, il che significherebbe “tenere conto delle diverse prospettive visuali e dei molteplici caratteri relazionali che esse stabiliscono non solo con la piazza Quaranta Martiri, ma anche con altri diversi punti del centro storico di Gubbio dai quali se ne gode la visione, fra cui il complesso monumentale della Piazza Grande”. L’applicazione di vetrate nel loggiato superiore diventerebbe ragionevole se fatta con vetri ad elevata trasparenza e senza supporti vistosi. Ogni lavoro di adeguamento può essere realizzato in totale coerenza con il resto del centro storico: materiali, colori, arredi e utilizzato dai cittadini e dai turisti, cosa che oggi non avviene da parte di nessuno. Il sindaco, Filippo Mario Sturati ha successivamente voluto chiarire tutto in una conferenza stampa presso la sala degli Stemmi di palazzo Pretorio, autorizzando in pratica la realizzazione del progetto con gli uffici tecnici comunali impegnati a definire l’iter urbani- attualità stico-burocratico. Stirati ha trovato la spinta dalla maggioranza del governo cittadino e nel frattempo la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, proprietaria dello storico edificio, si appresta a sbloccare i circa 3 milioni di euro, compresi i 300 mila destinati al Comune. Il tavolo delle 16 sigle poi ha eviden- ziato in un documento la «necessità che venga portato avanti il progetto sul quale era già stato espresso interesse». La riqualificazione delle logge diventa, con altri progetti finanziati dalla stessa Fondazione, un punto determinante per la spinta allo sviluppo culturale, sociale ed economico del centro storico e dell’intero territorio eugubino, per restituire alla cittadinanza e ai turisti ,il loggiato con sala espo- l’eugubino sizione-convegni e per firmare un protocollo d’intesa con il Comune per l’utilizzo pubblico. La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha deliberato il finanziamento di altri progetti tra i quali, strettamente collegati alla progettualità del centro storico, sono la mostra di arti e mestieri a palazzo Beni per 600 mila e la riqualificazione di Piazza San Giovanni portata avanti dall’Associazione Quartiere di San Giuliano. Oltre a questi, la definitiva sistemazione dell’area esterna del convento di Sant’Ubaldo, la compartecipazione per realizzare il Centro di documentazione della Festa dei Ceri che vede la sua collocazione probabilmente in Via Baldassini, a fianco degli Arconi. Altro progetto di ricaduta sul territorio è l’acquisto di una Tac di nuova generazione ed altre attrezzature per l’ospedale di Branca per un importo di circa 650 mila euro. Il parere dell’ANCSA “Il Gruppo di Lavoro ANCSA sul Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro Storico di Gubbio, costituito con deliberazione del Consiglio Direttivo del 17 luglio 2014, a seguito della richiesta formulata dal Sindaco di Gubbio e alla luce della riflessione in corso sulle modalità di restauro e rifunzionalizzazione delle Logge dei Tiratori, sottolinea il significato positivo che può assumere un intervento su un edificio di così grande rilievo nel centro storico eugubino. Circa i criteri progettuali da mettere in atto, si ritiene che la chiusura del loggiato superiore rappresenti un’operazione plausibile se realizzata con vetrate significativamente arretrate rispetto al filo interno della pilastratura dell’edificio; il Quadro Strategico per la Valorizzazione del Centro Storico di Gubbio prevede infatti la possibilità di riuso del grande spazio ad esso corrispondente, volto ad ospitare un’attrezzatura d’uso collettivo di cui cittadini, turisti e visitatori potranno fruire. La soluzione distributiva che in tal modo potrà essere conferita al piano superiore dell’edificio deve risultare coerente con il suo particolare assetto tipologico, restituendo all’uso collettivo uno spazio unitario sul piano funzionale, morfologico e percettivo. Intervenire sulle Logge dei Tiratori significa tenere conto delle diverse prospettive visuali e dei molteplici caratteri relazionali che esse stabiliscono non solo con la piazza Quaranta Martiri, ma anche con altri diversi punti del centro storico di Gubbio dai quali se ne gode la visione, fra cui il complesso monumentale della Piazza Grande. Non esistono pertanto, nel caso specifico, un prospetto principale e un prospetto secondario dell’edificio; entrambi i fronti si relazionano infatti con il sistema degli spazi urbani eugubini e vanno risolti nella loro coerente unitarietà. Quanto all’uso dei materiali, la chiusura che si propone di realizzare dovrà permettere di percepire la totale trasparenza visiva dell’attuale loggiato, evitando dunque la messa in opera di tamponamenti e grigliati, anche parziali, nonché di vetri specchianti; al contrario, si consiglia di utilizzare vetri ad elevata trasparenza e privi di dominanti cromatiche. Per gli elementi di finitura e soprattutto per le pavimentazioni esterne, si ritiene che l’intervento di rifunzionalizzazione di un edificio di tanto rilievo e importanza per l’immagine e per la memoria urbana debba mantenere una coerenza con i materiali tipici della tradizione locale”. Firmato per il Gruppo di Lavoro il Segretario Tecnico ANCSA arch. Stefano Storchi. 7 8 attualità l’eugubino a cura di Pina Pizzichelli GUBBIO CITTà DEL NATALE Gubbio non è soltanto l’Albero di Natale più grande del mondo inventato con infinite luci sulle pendici del Monte Ingino, ma è tanto altro, almeno da quest’anno. Così piano piano Gubbio sta cercando di offrire eventi grandi e piccoli per essere definita anche la “Città del Natale”. Chi ha la mia età ricorda benissimo l’intimità dei nostri Natali, ma anche il buio delle strade, con luci rare che non facevano davvero festa. Poi è venuto l’Albero, poi sono venute le prime luci in piazza 40 martiri realizzate con tanta passione dal maestro Farneti (Pacio). E poi… eccoci ad oggi. Non ci sono solo le luci presenti ormai dappertutto ma da quest’anno in particolare ed in maniera più coordinata, dai primi giorni di dicembre fino all’Epifania ci sono mille e più motivi per venire a Gubbio, e godere dei tanti doni che la coralità delle associazioni, dell’amministrazione comunale, di altri enti e degli stessi privati, commercianti ecc. hanno preparato per tutti. Impossibile elencare tutte le iniziative in calendario. Daremo conto soltanto di quelle più impegnative come l’accensione dell’Albero del Monte Ingino, che avverrà quest’anno da piazza Quaranta Martiri da parte di Papa Francesco. Un grande avvenimento diffuso dalla diretta Rai a partire dalle 18,14 e dai tanti media sparsi nel mondo. E chi meglio di Papa Francesco, che sarà di ritorno dalla Turchia alla ricerca del dialogo ancora possibile tra le religioni, saprà diffondere il messaggio di pace e di fratellanza che proviene dall’Albero di Gubbio? A stretto giro di posta c’è l’apertura della mostra del grande fotografo americano Steve Mc Curry “Passionate Umbria Ceraioli of Gubbio” l’8 dicembre nell’Arengo del Palazzo dei Consoli. Saranno esposti i 18 scatti fatti da Mc Curry nello scorso 15 maggio per raccontare una festa che non ha eguali, e che ha contagiato anche lui. La mostra rimarrà aperta fino alla fine dell’aprile dell’anno prossimo. Tra le tante novità che fanno sicuramente Natale c’è “la fabbrica di Babbo Natale” creata sotto gli Arconi di via Baldassini, dal 6 dicembre al 6 gennaio: gli artigiani si sono messi al servizio dei bambini e dei loro desideri: dalla ceramica, alla miniatura, dalla lavorazione del gesso e del legno, dalla carta all’arte culinaria. Prenotazione obbligatoria all’Infopoint dello IAT in via della Repubblica. Altra novità la pista di pattinaggio, 200 mq di ghiaccio, allestita in piazza 40 Martiri nell’angolo adiacente alla Farmacia Comunale. E’ prevista la copertura in caso di maltempo. La pista sarà pronta già dal 2 dicembre. Le vie dei mercati di Natale, vendita dei prodotti artigianali realizzati dagli artigiani eugubini. Da Via Piccardi a Via dei Consoli a Via XX Settembre. E a chi piace la cioccolata? In via Mazzini c’è il mercato della cioccolata artigianale aperto fino al 24 dicembre. Ed i presepi? Una vera tradizione italiana (pensiamo al suo primo ideatore S. Francesco a Greggio) che è molto amata anche a Gubbio. Ricordiamo i tanti presepi che vengono allestiti nelle chiese, ma anche nelle abitazioni. Quelli “ufficiali” sono: quello allestito nei vicoli di San Martino, nella parte più raccolta e più intima ormai diventato un classico, è a grandezza naturale e l’ambientazione Gubbio non è soltanto l’Albero di Natale più grande del mondo è perfetta. Poi c’è il presepio vivente a San Pietro con la Natività che verrà collocata in un angolo della piazza messa a nuovo dopo gli scavi. Un cenno anche al presepio creato con cura nel quartiere di San Giuliano dall’antiquaria Marcella Marcelli in collaborazione con il Rotary Club di Gubbio. C’è anche Babbo Natale a cui scrivere le letterine dei desideri. Il ricavato sarà devoluto all’Ospedale S.Ubaldo di Turalei Sud Sudan. C’è qualcuno tra gli adulti che adorerebbe imparare, che so, l’arte della miniatura o della ceramica? Ci sono tanti laboratori al Palazzo dei Consoli (anche per i bambini) fino al 4 Gennaio. E per finire il “Gubbio express Christmas”, un trenino magico che sulle ali della fantasia e dell’incanto di Gubbio girerà tra le vie e le piazze del centro storico. Un’attrattiva che continuerà anche nel corso dell’anno come locomotiva turistica. Si parte dal 5 dicembre all’8 gennaio, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19 con partenza da piazza 40 Martiri. Al termine della conferenza stampa di presentazione il sindaco Stirati ha detto che “questa prima prova generale legata al Natale è importante perché fa conoscere la nostra volontà su come vogliamo promuovere la città e il suo territorio con il turismo, creando un cartellone unitario, in un sistema di cooperazione tra pubblico e privato”. L’assessore Rughi ha poi ricordato tra i principali protagonisti della organizzazione degli eventi natalizi insieme al Comune, da “Creattivando” che ha ideato “Gubbio città del Natale” alla Confartigianato a “Gubbiofacentro” ad “area Promo” coinvolta per la prima volta. attualità l’eugubino di Michela Biccheri Natale dei miracoli del Centro Storico Il periodo natalizio, la fonte di maggiore gioia e di riflessione, momento in cui, si spera, ci si fermi un attimo a riflettere. L’Albero più grande del mondo, spunta dal monte Ingino e troneggia sulla nostra città. E’ un miracolo quest’albero che conta 8.500 mt di cavi, 300 fonti di luce, che vanta un guinness e che richiama il turismo. Un miracolo di numeri, sì… ma soprattutto un miracolo di forza di volontà, di collaborazione resa possibile da ognuno degli alberaioli. Un miracolo di generosità. E’ un miracolo che ogni anno tante persone si incontrino per organizzare il presepe tra i vicoli di San Martino, nella piazza di San Giovanni e che si sia compiuta la stessa opera nel quartiere di San Pietro. E’ la novità di questo Natale 2014, un presepio semi-vivente realizzato in collaborazione coi residenti del Quartiere di San Pietro, grazie al dono dei responsabili del presepe della Vittorina, fatto all’Associazione Insieme per Riccardo, che quest’anno ha voluto coinvolgere un intero quartiere, per ricreare il presepio vivente, mettendo a disposizione tantissimo materiale lavorato a mano, costruito e riparato, per la creazione di un fantastico e toccante presepe, dislocato tra le varie vie del quartiere: Piazza San Pietro, finalmente restaurata e restituita agli eugubini, che accoglierà la capanna benedetta; via Aquilante, la piazzetta della Madonna degli Angeli, i vicoletti che intersecano tutta la zona, molti locali offerti per l’occasione nei quali sono state allestite accoglienti e perfette scene natalizie. Scene di vita quotidiana ad allietare il nostro Natale, scene con pupazzi e scene con figuranti, gli abitanti in costumi d’epoca, ogni domenica dalle 17:30 alle 19:30, a partire dall’8 dicembre, fino all’Epifania: uomini, donne e bambini che per qualche ora troverete a lavorare e passegiare tra le vie in attesa della nascita di Gesù. Si parla di miracoli nella misura in cui qualcosa accade perché in molti lo desiderano ed è successo anche quest’anno, dal “vicoletto” ad una cornice più ampia e antica, dentro ad un quartiere intero, mosso dall’amicizia e dalla generosità, con un prezioso dono che si perpetua, come è naturale che sia per mezzo del quale si è potuto realizzare questo altro miracolo eugubino. Gubbio sarà ancora una volta il palcoscenico di un Natale magico. L’inaugurazione avrà luogo mentre saremo in distribuzione, non saremo dunque noi ad informarvi, ma vogliamo darvi comunque l’appuntamento l’8 dicembre nel giardino dei santantoniari alle 17, con la partecipazione degli Sbandieratori, per assistere alla sfilata che si snoderà per via Saffi, Madonna degli Angeli, via Aquilante e a chiudere la Piazza di San Pietro. Un Buon Natale dei miracoli ad ognuno di voi. 9 PROVINCIA DI PERUGIA con il contributo di con il patrocinio di promosso da REGIONE UMBRIA Gubbio Chiesa di San Pietro Domenica 14 dicembre 2014 ore 18.00 Orchestra da Camera di Ravenna Direttore Paolo Manetti Violino solista Roberto Noferini PRENOTAZIONI IAT Gubbio - Via della Repubblica, 15 tel. 075 9220693 [email protected] COSTO BIGLIETTI sedia ¤ 20 panca ¤ 10 panca gratuita per gli under 18 INFO www.concertosottolalbero.it layout lartegrafica.it _ foto Giampaolo Pauselli con la collaborazione di COMUNE DI GUBBIO attualità l’eugubino di Alessio Salciarini QUELLA STELLA SUL MONTE CHE BRILLA Nonostante la mia età non ancora avanzata, sono ormai tanti anni che ogni fine settembre , inizio a trascorrere le mie domeniche mattine (libere), sugli stradoni del Monte, per dare vita all’Albero di Natale più grande del mondo. Iniziai da poco più che ragazzetto, sotto la spinta di Nello Ontano ( che oltre il Cero, mi ha trasmesso anche questa passione) . Mi “iniziò” con una frase che già ebbi modo di dire in altra circostanza, ma che fa capire lo spirito che si respira la domenica mattina sul Monte e cioè : “«Se fa tutto per Gubbio e S.Ubaldo senza paga, senza targhe o premi ‘nsomma senza tante fregne!» Ho avuto la fortuna di poter vivere con Lui e con gli altri Alberaioli momenti che non dimenticherò mai, come un anno, quando al momento del montaggio della stella , non riuscendo a ricordare bene il punto da cui partire per issare il pentagono che poi dà vita alle punte luminose, mi permisi di far vedere a Nello una foto dell’anno precedente dove era chiaro l’esatto punto di partenza ,ma Lui mi licenziò con una frase che non lascia dubbi: “«la fotografia è sbajata!». O come quando mi rimandò a casa perché avendo fatto tardi il sabato notte non ero abbastanza “attento alle fasi di montaggio”. Ma questi è solo esempi perché le storie di quando all’inizio degli anni ottanta è partita l’idea dell’albero ed hanno iniziato a lavorarci, l’avrò sentite raccontare migliaia di volte, come di quella volta quando alla vigilia del Santo Natale con una grossa nevicata in atto Nello ed il Pacio ( Pietrangelo Farneti ndr) erano intenti a montare le ultime luci ma gli iniziò un principio di congelamento alle mani, allora il Pacio si prodigò a fargli degli impacchi con la grappa alle dita per Volutamente non ho ricordato chi invece, magari anche essendone trà gli ideatori, non è mai stato socio, visto che potrei urtare la sensibilità di qualche familiare, nella malaugurata idea di qualche dimenticanza. riscaldarlo. Ci sono state persone che hanno avuto un sogno, quello di portare Gubbio in alto e forse l’Albero potrebbe rappresentare tutto ciò. Credo che oggi, ogni Alberaiolo, dia anche un suo significato all’opera di volontariato che svolge, io ad esempio metto una luce per ogni figlio mio ( tre) , ma il significato vero deve essere quello di vedere in ogni luce accesa il ricordo di quei Alberaioli soci del sodalizio che purtroppo non sono più trà noi, ma da lassù ancora ci guardano e risplendono: Nello Ontano, Luigi Monacelli, Argante Pauselli, Elio Pauselli, Salvatore (Enzo) Gaggiotti, Antonio Wladimiro Fiorucci, Giuseppe Gambini, Gualtiero (Pitano) Mariotti, Mario (Chico) Morena, Eugenio (Gegio) Procacci, Gaetano Merli. Ma a prescindere dalle questioni associative, credo che il grazie maggiore Gubbio lo debba tributare a loro, a questi Eugubini, che iniziarono questa avventura, senza mezzi, senza soldi ma con quello spirito che contraddistingue chi darebbe la vita per la propria città. Ed ancora oggi se nelle domeniche autunnali qualcuno fa una passeggiata su per gli stradoni del monte e per caso si imbatte mentre si stà “ montando l’albero” potrà assaporare ancora quell’atmosfera fatta di uomini che vogliono stare insieme, fatta di persone che non vogliono apparire ma solo fare, dove le generazioni si intrecciano in un sentimento che li accomuna, dove forse lo spirito del Natale è ancora vivo. 11 12 attualità l’eugubino di Giovanni Rampini La Sagra Musicale Umbra Ricordi ed emozioni Quando ai primi di settembre appariva sulle cantonate l’elegante immagine della quattrocentesca organista di palazzo Trinci, era segno che la Sagra Musicale Umbra era alle porte. Non festival, non rassegna, non manifestazione puramente musicale, ma per l’appunto sagra, termine che propriamente sta a significare festa, celebrazione religiosa e, solo in via secondaria, festa paesana organizzata per allietare talune ricorrenze. Ed, invero, un’intima essenza reli- rispettive arti da una connaturata vocazione all’euritmia e all’armonia. Che cosa di più musicale delle movenze di una danza? O delle eleganti circonvoluzioni verbali dell’eloquenza? O dei ritmi e dei tempi incalzanti, quasi in un crescendo, di una rappresentazione drammatica non per caso alle origini sottolineati dalle intonazioni del coro? E non è forse Erato posseduta da una onnipresente anima musicale e con lei ugualmente Polimnia, muse entrambe della poesia? Per certi versi anche Clio, musa della storia, può ricondursi all’insegna della musica avendo dato voce agli aedi che col canto rievocavano le imprese degli eroi. Per non dire di Urania che presiedendo all’astronogiosa è insita nelle forme più alte mia tende costantemente l’udito alle della musica, in questa arte sublime supreme armonie delle sfere celesti che può dirsi permeare di sé, come e, con esse, a quelle delle leggi dei per legge universale suprema, tutte numeri che reggono il cosmo. È le più eccelse manifestazioni dello per l’appunto questa universalità di spirito. Non senza ragione il suo coinvolgimenti e di implicazioni che etimo discende dall’espressione greca conferisce alla musica una immanen“techne musikè” che sta a significare te quanto inscindibile dimensione “arte delle Muse” e perciò arte non divina, se per divino si intende un di pertinenza esclusiva di Euterpe potere unificante e armonizzatore che pur ne è la custode deputata, ma che permea di sé tutte le cose. in qualche modo patrimonio di tutte La nostra regione, pervasa da sempre le Muse in quanto tutte ispirate nelle da una aura di diffuso misticismo, attualità non poteva che essere la sede ideale per una siffatta manifestazione. I suoi monumenti, i suoi scenari naturali, erano il fondale ideale per le varie esecuzioni, sia vocali che strumentali: la morbidezza delle colline, le sfumature dei boschi, la serenità dei cieli erano (e sono tuttora) le stesse che vediamo dispiegarsi nelle tavole dei suoi artisti rinascimentali, tutte percorse da angelici concerti; la grandiosità dell’Appennino e l’austerità delle sue pievi, il palco ideale per il canto gregoriano. Con saggio ed equanime criterio distributivo, i vari spettacoli erano suddivisi tra le principali città del comprensorio, inclusa la nostra Gubbio, al fine di avvicinare il maggior numero di abitanti alla comprensione e all’apprezzamento di quest’arte e di favorire da parte dei forestieri la conoscenza del territorio. Accadde poi che gli spettacoli, per ragioni che mi sono ignote, venissero concentrati nel capoluogo di regione con conseguente perdita da parte della manifestazione della sua vocazione e delle sue finalità, per giungere a un progressivo declino e quindi all’estinzione anche sotto l’incalzare dell’astro nascente del Festival dei due Mondi di Spoleto. A quel tempo (si è era cavallo degli anni 50-60) sarebbe stato impensabile per un piccolo centro, quale la nostra città, sostenere l’onere finanziario per l’allestimento di spettacoli di alto livello senza il supporto di una organizzazione complessa e solida quale era la Sagra Musicale. Fino ad allora mai erano da noi approdati grandi complessi orchestrali e corali e viva fu l’impressione che ne provai. Particolarmente precisa conservo la memoria di due esibizioni: quella di una prestigiosa orchestra che veniva da una grande città europea (chiedo venia di non poterla meglio indicare, ma il numero degli anni trascorsi mi impedisce di farlo) e che eseguì nella chiesa di San Pietro la Quinta sinfonia di Beethoven, e quella di un altrettanto prestigioso complesso l’eugubino corale viennese che eseguì nella sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli musiche sacre polifoniche del ‘500. Nella chiesa che fu già degli Olivetani e dei Camaldolesi, nel solenne tempio, sacro da secoli alla musica organistica, improvvise risuonarono le potenti battute iniziali della sinfonia beethoveniana: il destino che bussa alla porta? Un’angosciosa e ripetuta domanda rivolta, senza risposta, alle sorti umane? Un impetuoso e repentino risveglio dell’anima per una presa di coscienza della realtà? Tante sono le interpretazioni che si è cercato di attribuire al famoso incipit nel vano tentativo di assegnare un senso univoco a un’opera che come tutti i capolavori non può che presentare diversi piani di lettura e di interpretazione. Giustamente è stato osservato che la maggior parte delle composizioni del genio di Bonn e in particolare le nove sinfonie, lungi dal connotarsi di intonazioni romantiche si impongono per un temperamento severo e drammatico che attraverso l’espressione musicale, anziché ripiegarsi su se stesso o ricercare aristocratici quanto superficiali diversivi, si rivolge all’umanità tutta intera richiamando alla sua attenzione tematiche di universale significato. Se in quel momento l’auditorio di San Pietro rappresentava solo una infinitesima parte dell’umanità, quel linguaggio conservava ciò nonostante la sua autorevolezza e la sua globale assoluta valenza non meno di un messaggio religioso come se in quel luogo sacro, prima ancora che dall’emiciclo dell’orchestra, provenisse esso dall’alto di un pergamo: “laudate eum in sono tubae, laudate eum in psalterio et cytara, laudate eum in timpano”. Con l’esecuzione delle musiche sacre polifoniche nella grande sala del Palazzo dei Consoli, la situazione si invertiva. Se sacro a San Pietro era il contenitore e profana la musica che vi veniva eseguita, qui sacra era quest’ultima e laico l’ambiente che l’ospitava ma l’antitesi era puramente formale se, come abbiamo visto, ogni grande musica deve ritenersi sostanzialmente sacra e se la grande aula consolare, non meno austera di una spoglia chiesa romanica, di questa possedeva tutta la sacralità, anche come riflesso della natura delle leggi che un tempo vi venivano emanate: sante infatti esse erano ritenute nell’antica Roma (ove venivano gestite da un collegio sacerdotale) e sempre come tali erano oggetto di venerazione a Costantinopoli ove il Corpus Iuris Iustinianei rimaneva perennemente esposto su di un altare tra due lampade accese. Alla fastosa opulenza di un complesso orchestrale fatto di scintillii di ottoni, caldi riflessi di legni, virtuosismi di archi, eleganti danze di braccia sulle corde delle arpe, qui si contrapponeva la sobria, contenuta austerità, quasi monastica, del gruppo dei cantori, immobili sul podio come immobili ed estatici erano i Santi e la Vergine che dietro a loro guardavano dal grande affresco steso dal Palmerucci. Le loro voci sembravano venire da un mondo lontanissimo eppure estremamente vicino in quanto evocatrici di una spiritualità senza tempo capace di trascinare gli animi in emozioni assolutamente vive ed autentiche così come quella musica, contrariamente alle apparenze, racchiudeva una sua insospettata modernità se è vero che, come gli esperti ci attestano, lo spirito contrappuntistico ha ritrovato nel secolo scorso una particolare vitalità con la musica dodecafonica di Schonberg e seguaci, un genere che è noto discendere come l’altro dalla nozione di intervallo. Con grande piacere e anche grandi aspettative abbiamo accolto dopo decenni il ritorno della importante Sagra nella nostra città che di essa fu importante e illustre teatro con la speranza che il ritorno sia durevole e contrassegnato da spettacoli d’alto livello come meritano le migliori tradizioni eugubine in campo musicale. 13 io Maggio Eugubino-Colacem Corso Garibaldi, 40 - Gubbio - Tel. 075 927 3801 2010-2011: Angela Binacci (ITIS), Federica Rossi (Liceo Socio Psico Pedagogico), Davide Lispi (Liceo Classico-Scientifico), Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi (ITC), Hafid Assia (ISA). Vita dell’associazione o Psico Pedagogico), GreLiceo Classico-Scientifico), oni (IPSIA), Elisa Monacbel Poeta (ISA); i vincitori Studio per l’anno scolastico A 21 Valigeria - Pelletteria Corso Garibaldi, 46 tel. 075 927 3991 Corso Garibaldi, 43 - Gubbio (PG) tel. 075 922 0887 attualità l’eugubino Quanto sono complete le conoscenze sulla nostra storia sismica? Il caso Gubbio Al 33° Convegno Nazionale del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida (Bologna, Palazzo della Regione, 25-27 novembre 2014) è stato presentato, giovedì 27, il recente lavoro sulla sismologia storica di Gubbio realizzato dal gruppo di lavoro composto da Romano Camassi, Viviana Castelli, Fabrizio Cece, Marco Menichetti, Giancarlo Monachesi, Ettore A. Sannipoli. La relazione, particolarmente apprezzata, è stata svolta a nome del gruppo da Viviana Castelli nell’ambito della Sezione 2.1. Pericolosità sismica, vulnerabilità, scenari di scuotimento e di danno. Gubbio è una città importante nel circuito turistico italiano e una risorsa economica per il nostro paese. Organizzare una efficace difesa dal rischio sismico per il territorio eugubino è dunque un obiettivo strategico per il bene comune. Uno studio critico del Bacino di Gubbio dal punto di vista della sismologia storica non è però mai stato realizzato. Ci è sembrato che i tempi fossero maturi per avviare una ricerca di questo tipo: l’ultimo forte terremoto locale risale a trent’anni fa e da un anno o più l’area è sede di attività sismica costante e abbastanza significativa. In questo contesto si è avviata una collaborazione tra sismologi storici e cultori di storia eugubina per la realizzazione di uno studio che ha Documento relativo al terremoto del 23 settembre 1726 Documento relativo al terremoto del 9-10 marzo 1861 lo scopo di migliorare la definizione delle caratteristiche della sismicità d’interesse per Gubbio e il suo territorio, aggiornando le conoscenze sulla storia sismica dell’area. Va infatti ricordato che il più recente catalogo sismico nazionale (CPTI 2011, Rovida et al., 2011) recepisce i risultati degli studi di sismologia storica prodotti fino al 2007. Occorreva dunque considerare sia gli studi prodotti dal 2008 in poi in ambito storicosismologico, sia il contributo dell’ampia produzione storiografica locale e non locale degli ultimi trent’anni. I risultati di questa attività speditiva e condotta in economia sono sorprendenti. Grazie all’analisi dei dati raccolti a seguito delle operazioni descritte il numero di osservazioni macrosismiche disponibili per la città di Gubbio viene triplicato (da 44 a 159 effetti di avvertimento con o senza danno). E’ stata recuperata ampia evidenza di danneggiamenti causati da terremoti finora considerati al di sotto della soglia di danno e sono stati individuati almeno venti eventi sismici finora sconosciuti alcuni dei quali causarono danni di una certa entità a Gubbio e nel territorio circostante. Questi risultati sono di particolare interesse se si considera che le principali analisi su base storica e statistica della completezza del catalogo parametrico italiano (Albarello et al., 2001; Stucchi et al., 2004) hanno evidenziato come il settore dell’Italia Centrale in generale manifesti un livello di completezza maggiore rispetto alle altre aree del territorio nazionale. Il caso Gubbio, in buona sostanza, è la dimostrazione pratica di qualcosa che i ricercatori operanti nel settore della sismologia storica sanno benissimo: le possibilità di miglioramento delle conoscenze sulla storia sismica del nostro paese sono ancora enormi. Ne consegue che, ai fini delle valutazioni di pericolosità sismica, sarebbe opportuno investire in maniera non marginale nella ricerca storica sui terremoti. Tratto da un testo a cura di Viviana Castelli 15 16 storia arte cultura l’eugubino di Euro Puletti Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio Roma, anno 1293/1294: grazie alla donazione da parte del Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, della Chiesa di S. Maria in Julia, la Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio fonda il primo monastero romano della congregazione femminile da lei istituita. Beata Santuccia Terrabotti 720 anni fa, la Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio (ivi, 1237/40 ca. - Roma, 21 marzo 1305), istitutrice dell’ordine religioso femminile di quelle monache, Serve di Maria, dette «Santuccie» (“Ordo santucciarum” o “sanctutiarum”), ed osservanti, in origine, la Regola di San Benedetto, ricevendo in dono, dall’allora Gran Maestro dei Templari Jacques de Molay, la chiesa di Sancta Maria in Julia, fondò, attorno ad essa, il suo primo monastero romano, casa madre di tutte le altre susseguenti istituzioni. Nel XIV secolo, Papa Urbano V, monaco benedettino francese, donò la chiesa di San Giovanni Calibita, sull’Isola Tiberina, alle Benedettine Santucce, istituite dalla stessa Beata Santuccia, l’avveduta e potente “abbadessa in perpetuo”, talora raffigurata col pastorale. Santuccia, che era stata chiamata, a Roma, dal Papa Onorio IV, con l’alto ed arduo incarico di riformare, nel ramo femminile, la regola benedettina, fonderà, inoltre, ben ventitré ulteriori monasteri, fra i quali uno a Gubbio, Santa Maria Annunziata (1265 ca.), un altro a Fabriano, Santa Sperandia, poi Sant’Agata (1265 ca.) e, successivamente, un terzo a Costacciaro: Santa Maria in Via Nova (1268 ca.). Mariano Armellini cita un testo che, redatto sotto il pontificato di Alessandro VII, si riferisce al XIII secolo: « Nell’anno 1293 fra Jacomo Molara (o “Giacomo de Mollayo”, come lo chiama Francesco Cancellieri, in “Notizie istoriche delle chiese di s. Maria in Iulia, di s. Giovanni Calibita, ecc.”,1 ovverosia Jacques de Molay), maestro de’ Cavalieri templari (in realtà, De Molay ricoprì, ufficialmente, la carica di Gran Maestro dell’Ordine, soltanto a partire dal successivo anno 1294), donò a suor Santuccia Carabotti (sic) d’Agubbio la chiesa di s. Maria in Julia, posta nel rione della Regola, dove, essendo abbadessa, fondò il monastero oggi chiamato s. Anna. Santuccia Terrabotti morì il 21 maggio 1305 e fu sepolta nella chiesa; ma di questa sepoltura non si trovò traccia al momento della demolizione dell’edificio. Fu venerata come beata, ma il suo culto (21 marzo) non venne mai confermato ufficialmente dalla Chiesa (da Wikipedia, L’Enciclopedia libera, cfr. Santuccia Carabotti)». La donazione della chiesa romana alla Terrabotti, da parte del massimo esponente di tutti i Templari d’Europa, cioè a dire di tutti i Templari del mondo d’allora, potrebbe anche celare, se non proprio una “sponsorizzazione”, almeno una protezione, da parte del Tempio medesimo, nei confronti della Terrabotti stessa e dell’ordine da lei fondato. Santuccia fonderà ben ventitré monasteri, fra i quali uno a Gubbio storia arte cultura 1. Chiesa di S. Maria in Julia, detta poi di S. Giovanni Calibita nell’isola Licaonia, donata dal Gran Maestro de’ Templarj Giacomo de Mollayo alla Beata Santuccia de’ Terrabotti di Gubbio, che vi fondò un Monastero, poi trasferito da Gregorio XIII a S. Anna de’ Funari. Oltre ad alcuni monasteri a Roma, la Beata Santuccia ne fondò altri anche a Perugia, Siena, Arezzo, Cortona ed altrove. Per indulto apostolico, costei vi rivestiva la carica di “Abbadessa in perpetuo”. Per lungo tempo, le sue monache furono denominate “Santucciane Serve di Maria”. De Molay ricoprì la carica di Gran Maestro dell’Ordine. Donò a suor Santuccia Carabotti (sic) d’Agubbio la chiesa di s. Maria in Julia, posta nel rione della Regola, dove fondò il monastero oggi chiamato s. Anna Bibliografia e sitografia essenziale Archivio del Convento di San Marcello al Corso (Roma), “Annalium Sacri Ordinis Fratrum Servorum B. Mariae Virginis a suae institutionis exordio centuriae quatuor…”, 1618, Tomo I, anno 1265, f. 94, 2G. Francesco Cancellieri, Notizie istoriche delle chiese di s. Maria in Iulia, di s. Giovanni Calibita, ecc., Bologna, Nobili, 1823. Giuseppe Card. Garampi, Memorie della Congregazione delle santuccie e dei monasteri alla medesima soggetti estratte dall’archivio del ven. monastero di S. Anna di Roma già capo della medesima. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, pp. 448-451. Paolo Salciarini, guida della chiesa di S. Maria dei Servi di Gubbio. Pietro Vispi, “Profili Agiografici – I Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio della Chiesa Eugubina” ed TMM, Gubbio, 2008. P. Maestro Leonardo Gozzando bresciano, “Il sacro tempio Servitano o’ sia Vite de Beati, e Santi dell’uno, e dell’altro sesso della religione dei Servi della Gran Vergine Madre Addolorata” in Vienna, MDCXCIII. Wikipedia, L’Enciclopedia libera, cfr. Santuccia Carabotti. l’eugubino 17 18 storia arte cultura l’eugubino di Ettore A. Sannipoli Pasquale Cappelli e “l’art pompier” 1. Napoli, Pasquale Cappelli, piatto con scena di genere, maiolica, diam. cm 50,7. Gubbio, collezione privata. «Cappelli Pasquale, nato in Napoli il 26 agosto 1866. […] Poche notizie possiamo dare di questo pittore. Ha frequentato l’Istituto di Belle Arti di Napoli. Si è dedicato molto alla pittura sulla ceramica ed attualmente è uno dei più reputati artisti in questo genere di arte industriale. Insegna anche disegno nelle scuole elementari popolari di Napoli. Ha una sola Esposizione Nazionale, quella di Roma del 1893. È stato un frequente espositore della Promotrice Salvator Rosa dal 1885 al 1894». Tanto (o poco più) troviamo scritto nel libro sugli Artisti napoletani viventi. Pittori, scultori, incisori ed architetti di Enrico Giannelli, edito nel 1916 dalla tipografia partenopea Melfi & Joele. Diversi piatti firmati da Pasquale Cappelli, o a lui riconducibili per via di stile, sono conservati nelle collezioni eugubine di ceramica d’arte. Si tratta per lo più di esemplari di grandi dimensioni, che recano soggetti di gene- re, d’ispirazione romantica, ma anche paesaggi e repliche di dipinti famosi o comunque di una certa rinomanza. Predominano delle scene a tutto campo, contraddistinte da una schietta e spensierata giovialità (FIGG. 1-2): entro cantine o taverne che quasi sembrano fiamminghe, spadaccini in costume secentesco ispirati ai Tre Moschettieri di Alexandre Dumas sono ritratti mentre gozzovigliano e bisbocciano con giovani donne compiacenti: tra risa, brindisi, musica e canti! Ci sfugge per il momento la fonte iconografica di queste colorite raffigurazioni, che comunque mostrano affinità sostanziali con incisioni tratte dai romanzi ottocenteschi d’appendice, come quelle ben note su disegno di Maurice Leloir (Parigi, 1851-1940) per l’edizione del 1894 de Les Trois Mousquetaires (Parigi, Calmann-Lévy). Ci sfugge pure a 3. Napoli, Fabbrica di Gaetano Battaglia, piatto con scena di genere, maiolica, diam. cm 62. Gubbio, collezione privata. quale manifattura napoletana debba riferirsi la sigla con le lettere «AD» o «DA» intrecciate, impressa in pasta sul retro di questi piatti (può forse es- 2. Napoli, Pasquale Cappelli, piatto con scena di genere, maiolica, diam. cm 51,5. Gubbio, collezione privata. sere – ma è una mera congettura – la fabbrica di Errico D’Amato, attiva tra la fine dell’Ottocento e gli anni trenta del secolo successivo?). Quello che possiamo dire con sicurezza è che tali soggetti già compaiono in maioliche di Gaetano Battaglia, abile «pittore su ceramica» operante in Napoli negli ultimi decenni dell’Ottocento, come dimostra un piatto anch’esso conservato in una raccolta di Gubbio (FIG. 3). Seguendo la moda dello storicismo, Cappelli riprodusse nelle sue ceramiche anche capolavori del classicismo italiano, per esempio l’Aurora affrescata tra il 1612 e il 1614 da Guido Reni nel Casino di Palazzo Rospigliosi-Pallavicini in Roma. Ma oltre che con dipinti di tal fatta, universalmente apprezzati specie tra Otto e Novecento, egli sentì il bisogno di confrontarsi con quanto di meglio produceva l’arte accademica dei suoi tempi, soprattutto nell’avanzatissima terra di Francia. Questa sua ammirazione per l’art pompier può riscontrarsi in un altro grande storia arte cultura piatto facente parte di una collezione eugubina (FIGG. 4-5). Entro un gradevole ornato dalle tonalità pastello, con morbidi girali in fiore scanditi da amorini sgambettanti, due dei quali limitati da valve di conchiglia, si dispiega nella radura di un bosco, in tutta la sua bellezza, una scena sospesa tra mito e fragrante naturalezza. Essa reca al centro una composizione complessa, animata da diversi personaggi in movimento: un grappolo formato da una «jeune fille entourée d’une nuée d’amours», «d’un érotisme chaste». L’evidentissima impronta dell’art officiel ci permette di risalire facilmente al modello di questa seducente raffigurazione: si tratta proprio de Le Guêpier (FIG. 6), la celebre tela presentata al Salon de 1892 da William-Adolphe Bouguereau (La Rochelle, 18251905), uno dei campioni della pittura accademica nella Francia del secondo Ottocento. È vero, artista a lungo disprezzato, ritenuto superficiale e stucchevole da molti critici del XX secolo. Ma, come poi ha riconosciuto Ernst H. Gombrich (1971), «questa ruggine non fa che mascherare un perturbamento più profondo; il nostro disagio non sarebbe, credo, così marcato se non fossimo costretti ad apporre una 5. Napoli, Pasquale Cappelli, piatto con Le Guêpier (da William-Adolphe Bouguereau) (part.), maiolica, diam. cm 64,5. Gubbio, collezione privata. l’eugubino che accomunò artisti i quali si trovavano a combattere su un lato e sull’altro della barricata: amanti appassionati dell’impressionnisme ma anche convinti assertori dell’art pompier. Bibliografia essenziale 4. Napoli, Pasquale Cappelli, piatto con Le Guêpier (da William-Adolphe Bouguereau), maiolica, diam. cm 64,5. Gubbio, collezione privata. certa resistenza ai metodi di seduzione di cui siamo oggetto». E le opere del maestro francese sicuramente sedussero anche Pasquale Cappelli, che per replicare Le Guêpier si avvalse, con ogni probabilità, di un’incisione del dipinto allora tanto alla moda, forse proprio quella che compare nel catalogo del Salon de 1892. Non si spiegano altrimenti certe piccole varianti tra la copia e il modello, come il diverso colore del panneggio che vela le gambe della sensuale figura femminile (quasi fosse una Venere di Milo), o l’alternanza delle capigliature bionde e castane degli amorini ritratti nel piatto, che invece nel quadro sono tutte di una stessa gradazione cromatica. L’opera è stata dunque ricopiata da una riproduzione in bianco e nero del dipinto di Bouguereau, omettendo alcuni particolari come la tenue turba di putti alati appena percettibile a destra, in secondo piano. Un medium privilegiato – quello delle incisioni e delle fotozincografie – attraverso il quale molti artisti italiani poterono avvicinarsi agli esiti più interessanti della grande stagione francese. Come c’insegna, tanto per fare un esempio di tutt’altra natura, il caso del giovane Giorgio Morandi, che proprio tramite illustrazioni di libri e riviste del primo Novecento («aiuti scarsi indiretti» li chiamava Francesco Arcangeli) conobbe pittori quali Monet, Sisley e Cézanne. Insomma una pratica E. Giannelli, Artisti napoletani viventi. Pittori, scultori, incisori ed architetti, Napoli 1916, p. 88; A. Dumas, Les Trois Mousquetaires. Avec une lettre d’Alexandre Dumas fils, Paris 1894; A. Hustin, Salon de 1892. Société des Artistes français et Société nationale des Beaux-arts, Paris 1892; E.H. Gombrich, A cavallo di un manico di scopa. Saggi di teoria dell’arte, Torino 1976, pp. 58-59; F. Arcangeli, Giorgio Morandi, Torino 1981, pp. 9-10. Soggetti di genere come quelli delle figg. 1-3 furono ripetuti anche da altre fabbriche italiane, ad esempio la S.I.M.O.C. di Sesto Fiorentino, la Fabbrica F.lli Minardi e Soci di Faenza e la bottega, sempre faentina, di Goffredo Castellini (1918-1976). Grazie a Guido Donatone. 6. William-Adolphe Bouguereau, Le Guêpier, 1892, olio su tela, cm 213 x 152,5. Collezione privata. 19 20 storia arte cultura l’eugubino di Giuseppe Montanari La Torre Gabrielli e l’Arte della Lana Ponendosi all’osservazione della lunga facciata del n° 25 di Via Gabrielli viene spontaneo focalizzare, subito, l’imponenza della Torre Gabrielli, che attira l’attenzione dell’osservatore spostandola verso l’alto. Questo è un ottimo richiamo verso uno degli aspetti più originali della nostra Città-Monumento: la notevole insistenza, all’interno delle mura, di torri medievali ben visibili, o ancora perfettamente leggibili nell’apparato urbano. Le meglio conservate: T. di S. Luca, T. dei Consoli, T. Gabrielli, T. detta “del paradiso”, T. direttamente prospiciente quella dei Consoli, Torrazzo del Duomo, T.campanile (merlato) di S. Pietro, T. Beni 1 e T. Beni 2 (tronche), T. del Cassero nord, T. del Cassero est e… numerosi tronconi di antiche torri tuttora ben leggibili, anche se rovinate o semiabbattute. Per avere una “vista” in tutta ampiezza del dispiegarsi della “città turrita” è consigliabile, come punto di osservazione, la parte ovest del Parco del Teatro Romano, nel tardo pomeriggio di una giornata luminosa. Da questo colpo d’occhio si ricaverà la giusta valutazione della importanza architettonicostrategica della Torre Gabrielli nell’intero sviluppo dell’antichissimo Quartiere di San Martino che, come dice il Prof. Micalizzi (1), è avvenuto tenendo costantemente, come punto di riferimento, la Torre. Operando un ingrandimento del gruppo di edifici a diretto contatto con la Torre, così come risulta nella Pianta di Gubbio stampata da Mortier su disegno di I. Cassetta, si otterrà una immagine di complesso edilizio compatto e coeso, identificabile come “Palazzo e Torre dei Gabrielli”. Almeno così credevo, personalmente. Ma una osservazione più attenta della facciata (Fig. 1), almeno nella sua parte inferiore e gotica, mette in evidenza due fatti: - la discrepanza temporale fra le tre arcate verso il centro-città e la prima – accanto al portone – più stretta e ove il calcare dell’arco appare più giovane e la stessa calcinatura delle pietre appare diversa; - il fatto che la tripletta restante marca il suo centro di equilibrio nella sua arcata centrale, sovrastata da uno stemma e Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 presentante, in basso (livello strada) una apertura che figura come accesso. L’insieme dei tre archi (non tamponati) suggerisce un Portico di Mercanzia, intestato dallo stemma della “Arte della Lana” (Fig. 2). Il “Portico di Mercanzia” continua, inoltre, aperto sino a terra, sulla fiancata laterale dell’edificio (Vicolo Ondedei, Fig. 3) ove risulta chiara la vista complessiva di un “tronco di casa-torre” preesistente agli archi inferiori, come denunciato da una finestrella di sapore decisamente romanico (Fig. 4). Della parte inferiore della facciata, inoltre, conosciamo la datazione (1390), che è riportata nella pietra di base dell’arco gotico centrale (accesso), lato “portone attuale”; sotto, lo stemma (due “bioccoli” di lana?) di un certo Betin Ponis (Fig. 5), volgarizzabile in Bettino de’ Poni (2). Questo galantuomo figura, nei documenti dell’epoca, come Conestabile dell’Arte della Lana e, pertanto, abitante nel Palazzo dei Lanari, che così si viene delineando. A conferma dell’abitabilità di tipo “signorile”, sempre nei piani alti, la troviamo rimarcata dalla finestra trecentesca (trilobata) nel sottotetto, sulla facciata posteriore (Fig. 6). Sempre nello stesso lato di accesso (lato vicolo), compare ancora uno scudo stemmato (un solo “bioccolo”), sovrastato da una croce e sovrastante a un cartiglio con la scritta: Melchior, volgarizzabile in Melchiorre, con un grado – o caratura – inferiore a quello di Ponis (Fig. 7). Questo nome, comunque, è restato un mistero sino alla rilettura, del tutto casuale, di un volumetto (3) del compianto Amico e valente storico Giovanni Scatena, su “Oddantonio da Montefeltro”, I° Duca di Urbino. In questo prezioso libretto sono riportati, integralmente, ben 23 documenti – con l’attuale collocazione – datati dal 30 giugno 1434 al 16 giugno 1444. Quello di nostro interesse, rilasciato “Dagli accampamenti” in data 29 settembre 1443 (collocato nel Registro delle Riformanze T. 23, 1442-1448, c 57v) ha un testo così riassumibile: il Duca Oddantonio sapendo che suo Padre aveva contratto un debito di 100 fiorini con Simone di Messer Melchiorre e non avendo la possibilità di estinguerlo altrimenti, storia arte cultura l’eugubino Fig. 5 Fig. 6 Fig. 7 concede al detto Simone la Carica di Camerlengo della Città di Gubbio, a fare data dalle Calende del gennaio seguente (1444), questo per tanto tempo quanto sia satisfacto dal suo salario per lo dicto officio per la somma de fiorini cento. A seguito di questo documento sono facilitati il completamento di lettura della facciata e l’inquadramento del Melchiorre e di suo figlio Simone come “banchieri” dell’Arte della Lana di Gubbio. Non sembri, questa affermazione, un azzardo o tantomeno una facezia poiché P.L. Menichetti ha da tempo affermato, con tutta la Sua autorevolezza, che Gubbio aveva anticipato, di almeno 100 anni, i Centri Umbri circonvicini nella autorizzazione a importanti Famiglie Ebraiche (vedasi quella di Consiglio da Foligno) all’esercizio della “arte fenaria”, cioè al prestito di denaro a interesse. Aggiungasi a questo il fatto che, attorno alla metà del ’400 si assisté, in Città, a alcune chiare manifestazioni di “insofferenza” degli Eugubini verso gli ultimi eredi di Consiglio (Samuele e Guglielmo) e alla presa di interesse, invece, verso l’attività “bancaria”, quale si andava delineando grazie ai Montefeltro e alla Loro politica. Spulciando con attenzione la sintetica ma ben documentata “Storia degli Ebrei a Gubbio” di Ariel Toaff (4) e il recente approfondimento di Jacoviello: “Gli Ebrei a Gubbio nel trecento” (5) si rinviene, in quest’ultimo, nel 1469, un Nicholò de Merchionne de Nuto, mercante, che evidentemente si presta a una funzione di “deposito” di moneta. Ma ciò che risulta di interesse specifico e immediato è il rinvenimento di un atto di “prestito” del 27 settembre 1386 (Arch. Storico, Comune di Gubbio, Fondo Notarile). Tale atto – cui fa seguito quello di “restituzione” del 30 aprile 1387 – mette assieme i due nomi al centro dell’interesse di questo scritto: Antonius Bartolelli Ponis di San Martino (Civitatis Eugubii) e Melchiorri (di Melchiorre) Francisci: il primo come “percettore” del depositum operato da Abramo di Consiglio ebreo, il secondo come padrone di casa (in domo Melchiorri Francisci); il tutto avviene in presenza testimoniale di Matteo di Benedetto Ugolinutii e Andrea Bartoli, in rappresentanza delle Autorità. Quindi, tre anni prima che Betin Ponis “facere fecit” la costruzione del Portico di Mercanzia dell’Arte della Lana (comprendente anche il Banco della stessa Arte, intestato a un Melchior), le due Famiglie facevano affari insieme e a livello alto. Alla fine dei lavori (MCCCLXXXX) è Piero Menichetti che ci dà conto della fuga notturna del Ponis, con la cassa dell’Arte, verso Venezia che negava l’estradizione per gli “abbienti”. Sic transit gloria mundi! Comunque, alla luce di questa ricostruzione è necessario rivedere, criticamente, l’aspetto della attuale facciata, allora costituita da due corpi separati: la Torre Gabrielli, nella sua intangibile unicità e, separato – per lo spazio dell’attuale Portone e per quello del primo degli archi gotici – il Palazzo dell’Arte della Lana. La successiva unificazione dei due corpi è avvenuta, probabilmente, nel tardo ‘500 > prima metà del ‘600, cioè nel tempo che precede i disegni di Ignazio Cassetta (stampati da Mortier) ove, invece, risultano uniti. Una ulteriore e tarda ristrutturazione del “piano nobile” appare evidente nel disegno delle finestre, attribuibili al XVIII secolo, ma questa è… un’altra storia. (1) P. Micalizzi, “Gubbio, Storia dell’architettura e della Città”, L’Arte Grafica, 2009 (2) P. Menichetti, “Storia di Gubbio” Vol. II, Peruzzi Ed. 1987 (3) G. Scatena, “Oddantonio da Montefeltro”, Ernesto Paleani Ed., 1989 (4) Ariel Toaff, “Storia degli Ebrei a Gubbio”, 1981 (5) M. Jacoviello, “La presenza degli Ebrei a Gubbio nel tardo Medioevo”, La Giuntina, 2007 (6) G.M. Nardelli, “La pianta di Gubbio di Ignazio Cassetta”, stampa di J. Blaeur e P. Mortier,1724, Ed. Rotary Club, Gubbio, 2001 Fig. 8 21 i lazion agevo l oci de per i s io magg o in eugub Via Cairoli, 23 - 06024 Gubbio (PG) - Tel. 075 922 0714 Presenti con oltre 40 centri nelle province di Ancona, Arezzo, Perugia, Pesaro Urbino, Rieti, Siena, Terni La Bottega di Lugni Renato •Salumi e formaggi •Specialità al tartufo •Vini e prodotti tipici umbri ne Conseg io cil a domi Corso Garibaldi, 79 - Gubbio - tel. 075 927 4788 www.saporidigubbio.net - [email protected] storia arte cultura l’eugubino di Fabrizio Cece Quando il conte Federico batteva cassa Particolare della lettera del 21 giugno 1460. SEZIONE DI ARCHIVIO DI STATO DI GUBBIO, Pergamene della Congregazione di Carità, b. III, n. E-15. Un documento datato 21 giugno 1460. Diretto al venerabile Padre in Cristo il signor “Ambrosio da la Rocha”. Rocca Leonella? Rocca Contrada? Non si sa. Non si conosce tale personaggio. Certo doveva essere un prelato di rilievo, almeno stando alle parole che gli rivolge il mittente. Quello che conta, infatti, è la firma che appare in calce al documento: “Federicus Comes Urbini ac Regius Capitaneus Generalis”. Quello che interessa ancor di più è il testo: “Io ho havuto la Vostra lectera et ho havuto carissimo sentire che voi siate qua, sano de la persona et in vostra libertà, et tanto più lo ho havutocaro, quanto del caso vostro, voi havete havuto pochi amici al mondo che ne habbia havuto non voglio dire più ma ne anche tanta passione quanta ho avuto io, Dio sia laudato, poiché voi state qua libero et sano de la persona, che de la robba, et de fare poco caso, che la virtù vostra non po essere povera. Io vi mando per questo presente portatore vostro fameglio uno ronzino, recresceme non possere satisfare meglio, al vostro bisogno et mio desiderio, Dio sa ch’io non me atrovo fornito de quelli ronzini ch’io vorria, et molto manco de denaro commo ve porrà informare questo vostro giovene presente portatore. Haveria carissimo de vederve et per mia singulare consolatione et anche forse a la venuta vostra poria essere la mia ventura chel seria venuto qualche denaro che de hora in hora lo aspecto. Che grande ventura me lo reputaria per potere inspetialità satisfarre el debito mio cum voi”. Federico data la lettera dall’accampamento del re di Aragona vicino “Sanctum Homerum”, cioè Sant’Omero, a una decina di chilometri dal fiume Tronto. La notizia interessante risiede nella conferma della mancanza di denaro, peraltro già nota attraverso altre fonti. Federico aveva sposato Battista Sforza – tredicenne – pochi mesi prima, attorno al 10 febbraio 1460, ma subito era dovuto partire per la campagna militare che opponeva le forze della Lega Italica – Milano, Firenze, Roma e Napoli – a quelle del condottiero Giacomo Piccinino che aveva invaso il regno napoletano di Ferdinando d’Aragona. Le condizioni di vita erano dure, gli scontro continui, il rischio della sconfitta sempre alto. Il comandante della Lega lamentava, oltre alla carenza di cavalli, anche la mancanza di denari derivante dal mancato pagamento della sua condotta. Il soldo che il conte attendeva “de hora in hora” e con cui contava “satisfare el debito” che aveva con padre Ambrogio, non giungerà tanto brevemente. Addirittura, secondo quanto affermerà ser Guerriero nella sua “Cronica”, Federico «essendo stato mal tractato per lo passato de denari, se voleva retornare in le soi terre. Monsignore cardenale de Thiano, essendo in campo, tanto fecie che de novo lo recondusse». Le cose, fortunatamente, si appianarono presto, soprattutto dopo la battaglia vittoriosa di San Fabiano. A settembre Federico riceverà, sempre secondo quanto narra ser Guerriero, la non indifferente somma di dodicimila ducati in denaro e duemila in stoffe. A quel punto, c’è da scommetterci, il conte di Urbino avrà sicuramente saldato padre Ambrogio. 23 24 vita dell’associazione l’eugubino a cura della redazione Il nuovo Consiglio del Maggio Eugubino per il triennio 2014-2017 è stato eletto e così composto il nuovo Consiglio del Maggio Eugubino per il triennio 2014-2017. Nella prima seduta, che si terrà nei primi 15 giorni dalla costituzione, lo stesso Consiglio provvederà alla nomina delle cariche sociali: Presidente, Vicepresidente, Tesoriere, Segretario, Direttore de “L’Eugubino”. Tutti gli aggiornamenti vi saranno comunicati attraverso le newsletter. In ordine alfabetico: BARBETTI DAVIDE BEDINI CESARE BEDINI GIAMPIERO BICCHERI MICHELA CALDARELLI EZIO MARIA CANCELLOTTI MARCO FARNETI RICCARDO GINI UBALDO LUPINI LUCIO MARINELLI ANDREOLI GIACOMO MINELLI ALFREDO MORENA MORENO PIZZICHELLI PINA PROCACCI SILVIA RAGNI CESARE FAUSTO Ragni Federico RAMPINI GIAMPIETRO SANNIPOLI ETTORE SATIRI ROBERT Probiviri: Salciarini Carlo Marchetti Marco Agostino Barbi Sindaci revisori: Morelli Alfredo Finori Stefano Minelli Mattia vita dell’associazione l’eugubino PREMIO UMANISTICO “ONOR D’AGOBBIO. IL VALORE E L’UTILITà DELLA MEMORIA” 2014 Comune di Gubbio Lions Club Gubbio Host I libri finalisti: per la narrativa S. Baldelli, Il tempo bambino (Giunti) N. Fantini-L. Pariani, Nostra Signora degli scorpioni (Sellerio) A. Nove, Tutta la luce del mondo (Bompiani) per la poesia V. Magrelli, Il sangue amaro (Einaudi) L. Rafanelli, L’indice delle stanze (Jaca Book) F. SCARABICCHI, “con ogni mio saper e diligentia”(Liberilibri) Premio umanistico “OnOr d’AgObbiO” Il valore e l’utilità della memoria Cerimonia di Premiazione sabato 13 dicembre - ore 17.oo Sala Trecentesca della residenza Municipale Sezione Poesia inedita “Angelo Ferrante” Sezione Poesia Edita “Alessandro Sartori” Sezione narrativa “Citta di gubbio” Sezione Saggistica “Citta di gubbio Serendipity” Sezione Tesi di Laurea Saranno presenti, tra gli altri, gli autori Simona Baldelli, Nicola Fantini, Valerio Magrelli, Aldo Nove, Laura Pariani, Loretto Rafanelli, Francesco Scarabicchi libri&ideelibri&ideelibri&ideelibri&idee libri&ideelibri&ideelibri&ideelibri&idee Media Partner Premio Umanistico “Onor d’Agobbio. Il valore e l’utilità della memoria” Cerimonia di premiazione sabato 13 dicembre 2014 presso la Sala Trecentesca Edizione 2014 Sponsor FINALISTI E VINCITORI SEZIONI POESIA INEDITA ‘ANGELO FERRANTE’ POESIA EDITA ‘ALESSANDRO SARTORI’ Lions Club Gubbio Piazza Grande 1914-1918 la Grande Guerra. Storia e storie Il 2015 sarà un anno ricco di inizitive. Vi ricordiamo che nell’anno in cui si aprono le celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale il Maggio Eugubino, la Biblioteca Sperelliana, Associazione Eugubini nel Mondo, le scuole cittadine e altre associazioni culturali locali propongono una serie di appuntamenti per approfondire la conoscenza di questa drammatica pagina di storia europea. Sono previste iniziative dedicate a questo tema che sarà raccontato attraverso una serie di percorsi, accessibili e divulgativi, fra dibattiti e incontri, documenti e letture, libri, filmati e musica. Inoltre, grazie alla collaborazione tra studiosi e famiglie di ex soldati, sarà possibile allestire una breve esposizione di cimeli e memorie di guerra, ricordi vivissimi e drammatici di quanti hanno partecipato al travolgente conflitto. 25 prometeogroup e t s e F e n Augura Buo www . bio.it b u g via funi vita dell’associazione di Massimo Bei l’eugubino Conoscere il sentiero di Francesco Come si dice...alla fine stanchi ma felici. Cosi’ erano ieri mattina i 40 volenterosi che hanno percorso il primo tratto del sentiero francescano da San Pietro in Vigneto, alla chiesa della Vittorina sulle orme del poverello di Assisi. Più di 15 km percorsi in poco più di tre ore su un sentiero che presentava scorci di straordinaria bellezza. Il legame con San Francesco che da sempre la nostra Associazione perpetua, si è voluto unire con l’intenzione di far riscoprire, attraverso piccoli tratti del persorso franescano e permettere così a moltissimi di realizzarlo, le bellezze paesaggistiche del nostro territorio.Prima dell’inizio del cammino, il nostro presidente Lucio Lupini ha rivolto un saluto a tutti i presenti ed il consigliere Massimo Bei ha consegnato le credenziali del pellegrino. Vi aspettiamo al prossimo “Conoscere il sentiero di Francesco”. Prossimo itinerario da San Benedetto Vecchio a Gubbio. 27 28 vita cittadina l’eugubino Riceviamo e pubblichiamo “Gubbio città turistica? Chiedete ad un turista, che per necessità, ha bisogno di una Farmacia in un giorno di festa. Se poi si tratta anche di un “ponte festivo” ancora meglio! Gentile Signora La ringraziamo della sua segnalazione: il problema delle farmacie a Gubbio esiste da quando se ne è andata la farmacia Luconi da corso Garibaldi, sguarnendo in pratica buona parte del centro storico. A breve accadrà la stessa cosa per la farmacia Ceccarelli da S. Martino. Come lei saprà le farmacie non traslocano mai da sole ma si portano dietro i medici di famiglia e a volte anche gli specialisti lasciando dietro di loro una specie di vuoto. Ora come si può rimediare? Difficile a dirsi. Da qualche parte si vocifera, e lei quasi ce lo conferma, che al posto della Luconi e della Ceccarelli sarà aperta una nuova farmacia, comunale o privata non si sa, nella parte alta di corso Garibaldi. Una nuova farmacia potrebbe contribuire a risolvere una parte del problema almeno nel settore in cui si troverebbe ad operare. Ma non risolverebbe il problema intero e allora esso andrebbe girato alla Usl che predispone insieme al personale delle farmacie i turni. E dovrebbe sempre ricordare che Gubbio ha due utenze distinte: una occasionale data dai turisti, che ha bisogno anche in questo settore quanto mai delicato della salute, di informazioni chiare e farmacie facili da raggiungere. L’altra, quella che abita nel centro storico, molte volte non autonoma che ha bisogno di aiuto. Lettera firmata. La nostra lettrice pone l’accento sulla centralità della farmacia comunale. E’ vero. Qui dovrebbe sorgere la “Cittadella della salute” con il rientro di medici di famiglia e anche di specialisti. Speriamo che la nuova amministrazione d’accordo con la Usl e la grande famiglia dei medici e farmacisti eugubini sappiano leggere nel futuro anche in questo campo della nostra città. Racconto l’ultimo fatto avvenuto: durante le festività dei Santi, fiera del Tartufo, Gubbio chiusa al traffico, un turista in via dei Consoli mi chiede: “Dove posso trovare una farmacia aperta?” Come si fa a spiegare che a piedi deve raggiungere via Perugina (siamo in assenza di trasporto urbano pubblico in quanto la navetta messa a disposizione dal Comune non affronta detto tratto e i minibus di linea B nei giorni festivi non circolano)? E non solo; per ben due giorni la stessa farmacia di turno. Non sarebbe auspicabile che per i ponti, festività – anche in previsione delle prossime feste – fosse garantito il servizio dalla Farmacia Comunale sita in piazza 40 Martiri e se i turni già decisi in precedenza, perché non rivederli dal momento che quando erano stati fatti ancora le Farmacie erano dislocate in diverso modo? E ora che anche la Farmacia Ceccarelli è in procinto di spostarsi perché non far fare i turni festivi alla sovra citata Farmacia Comunale, anche perché per un turista è sicuramente la più facile da raggiungere? Perché si è permesso lo spostamento di due farmacie storiche dal centro storico per poi permettere l’apertura di una prossima sede (privata o pubblica proprio nel centro storico?)” Pina Pizzichelli vita cittadina l’eugubino di Lucia Lupini decreto unitatis redintegratio Il primo appuntamento dell’Ufficio per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Gubbio si è tenuto venerdì 21 novembre presso l’hotel Beniamino Ubaldi di Gubbio ed ha avuto ad oggetto il Decreto Unitatis Redintegratio approvato dal Concilio Vaticano II. Erano presenti i relatori Mons. Elio Bromuri, direttore del Cen- tro Ecumenico universitario S.Martino di Perugia e la Prof.ssa Annarita Caponera, docente di Ecumenismo e Dialogo Interreligioso presso l’Istituto Teologico di Assisi. L’incontro ha inaugurato il nuovo Ufficio per l’Ecumenismo, affidato dal Vescovo Mons. Mario Ceccobelli a don Stefano Bocciolesi. Proprio don Stefano, nel discorso di apertura, ha spiegato come la scelta della data non sia stata un caso: il cinquantesimo del decreto Unitatis Redintegratio, solennemente promulgato il 21 novembre 1964. “è importante” infatti, come ha chiarito, “tornare alle sorgenti della fede: gli scritti e i documenti conciliari” per capire che l’Ecumenismo non è un’appendice del Concilio, ma il “sottofondo” dello stesso. Mons. Elio Bromuri ha sottolineato la dimensione panecumenica della Chiesa dopo il 1964. Il Decreto si è posto come un “miracolo dello Spirito Santo”, perché l’Ecumenismo, ossia lo sforzo teso all’unità dei cristiani, non fa comodo a nessuno. L’unità si realizza soltanto se lo Spirito Santo “soffia nella mente e nel cuore”. La divisione, come afferma il Decreto Unitatis Redintegratio, è uno “scandalo”. La storia ha dimostrato come i cristiani non siano stati una comunità unita come Gesù voleva, anzi, hanno piuttosto enfatizzato l’intimismo, il devozionismo, il ritualismo. Fino ad ora ha “alitato sui cristiani (e sui cattolici stessi, ha precisato Mons. Ceccobelli), lo Spirito della diversificazione”, che è un grande valore, ma è mancato lo “Spirito dell’Unità”. “L’Ecumenismo è per tutti”, ha esclamato don Elio, non soltanto per i sacerdoti o gli specialisti. I fedeli, pregando, rappresentano il vero e proprio “ossigeno del movimento ecumenico” e possono realizzare il “sogno di Gesù Cristo: un mondo in cui l’odio venga sostituito dall’Amore, dalla comunione”. Non si tratta di “pacifismo, di buonismo”, ha puntualizzato la Prof.ssa Caponera. Occorre cambiare il punto di vista che ha dominato nei secoli: dal metodo della controversia, fondato sull’enfatizzazione dell’errore altrui, bisogna passare al “metodo ecumenico”, la considerazione di noi stessi e di cosa ci accomuna a Cristo, unico modello e punto di riferimento. Il compito del nuovo ufficio della nostra Diocesi diventa dunque quello fondamentale di aprire le persone al dialogo, secondo il modello dei nostri cari Sant’Ubaldo e San Francesco, operatori diretti e fondamentali dell’ecumenismo e del metodo ecumenico. In attesa delle prossime iniziative, si rinnova l’invito agli incontri di preghiera che si tengono ogni secondo giovedì del mese, alle ore 18.00, presso la Chiesa della Misericordia di Gubbio. Per ogni approfondimento ed apporto nel cammino della comunità sono attivi il sito internet (ecumenismoedialogo. wordpress.com) e la pagina facebook (Ufficio Ecumenismo e Dialogo – Diocesi di Gubbio). 29 30 vita cittadina l’eugubino di Anna Maria Trepaoli Giorgio bordoli e Castiglione Aldobrando Quest’anno per la prima volta, dopo il rilancio del 2005, a Castiglione Aldobrando la festa patronale di Santa Maria del Rosario non è stata celebrata per problemi di agibilità della chiesa. Nell’ultima domenica di agosto non i colori e i suoni, né il brusio della gente salita fin lassù dove sembra di dominare il mondo, ma una solitudine tacita, quasi un presagio, ha avvolto l’antico avamposto, precedendo di non molto la scomparsa del dottor Giorgio Bordoli, proprietario del castello e sostenitore convinto e generoso della festa patronale. Giorgio Bordoli Crivelli Visconti, dottore commercialista nato a Varese nel 1935 e residente a Solzago di Como, si è spento nella sua casa il 2 ottobre scorso. Aveva acquistato il castello di Castiglione e le sue pertinenze nel 1968, perché nei suoi soggiorni perugini presso i parenti, era rimasto affascinato dal luogo come egli stesso ricordava: “Come in un sogno che ancora mi dà emozione, mi apparve in lontananza Castiglione Aldobrando. Il castello, serio e superbo, conscio della sua posizione dominante le vallate, mi sfidava ad andargli incontro. Mi sembrava l’illustrazione di una favola dei fratelli Grimm …”. Quello di Giorgio per Castiglione fu un amore sempre vivo, che superò i mille ostacoli e i sacrifici che comportarono il graduale restauro e il mantenimento del castello, della zona circostante e della chiesa. Quando era entrato in possesso della proprietà, gli immobili versavano in forte degrado e l’agro circostante era quasi del tutto inselvatichito. Con la ristrutturazione degli edifici e con il cospicuo rimboschimento da lui realizzato, il territorio rinnovò il suo aspetto e la sua vitalità, rinvigorita con il ripristino della festa patronale. Fin dall’anno del suo acquisto in terra umbra Giorgio divenne socio del Maggio Eugubino, l’associazione di cui ammirava lo spirito e le opere, felice di ricevere sempre i numeri della bella rivista “L’Eugubino”. Con sempre maggiore interesse approfondì la conoscenza della città di Gubbio e della sua storia entusiasmandosi, in ogni sua visita alla città, dell’antiquariato e dei prodotti dell’artigianato locale. La sua intensa attività lavorativa e le sua preparazione professionale e culturale gli ottennero numerose onorificenze - tra le quali quella di Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica - e lo designarono, anche dopo il pensionamento, a incarichi di grande rilevanza non solo nazionale. Nel discorso da lui pronunciato nel 2008, in occasione del quarantesimo anniversario di attività del suo studio commerciale, si scorgono la passione per la sua Brianza e lo sforzo per incrementarne il progresso insieme a tutti coloro che erano mossi dal medesimo intento. I rapporti lavorativi che si svilupparono nel corso della sua carriera, che lo vide anche professore alla Bocconi di Milano, lo portarono ad avere contatti determinanti con importanti aziende estere, anche russe e statunitensi. Ma malgrado queste prestigiose e ampie relazioni, apprezzò e amò sempre la civiltà umbra, senza mai stancarsi di cercare costantemente testi antichi e moderni che la documentassero e che predominano nella sua ricca biblioteca. Il suo amore per il sapere e il suo rispetto per la storia e per l’arte è testimoniato anche da due sue pubblicazioni. La prima, dal titolo eloquente Semper quaero. Cinque secoli in biblioteca (Oggiono-Lecco, Cattaneo Paolo Grafiche, 2007) raccoglie la schedatura di tutti i volumi della sua biblioteca. Ogni scheda è accompagnata da una nota sull’Autore, da una descrizione del libro e da un compendio degli avvenimenti mondiali più significativi dell’anno di edizione di ogni volume: dal 1500 al 2000. La seconda è un interessante e commovente epistolario intercorso tra suo padre e sua madre durante la seconda guerra mondiale: Epistolario. Carlo Bordoli, Ludovica Crivelli Visconti. 1940-1945, Perugia, Futura, 2013. Ma non poteva mancare alla sua collezione libraria una storia di Castiglione, come dichiarano le sue stesse parole: “ … il mio affetto per Castiglione andò sempre aumentando, alimentato dal desiderio di conoscere la cronaca della sua vita nei secoli …”. Un affetto che si accese particolarmente in seguito a un decreto del Ministero dei Beni culturali del 1990, che dichiarava il complesso “di interesse particolarmente importante”. E così, con il suo sostegno economico, nacque il libro elaborato dalla scrivente, Castiglione Aldobrando. Una memoria millenaria, Perugia, Fabrizio Fabbri Editore, 2005. Per il sodalizio stabilitosi tra il lombardo cultore di storia, Gubbio e l’antico fortilizio, e per il contributo offerto con la cura e la rivalutazione di una parte di territorio eugubino, Giorgio Bordoli ricevette nel 2011, dal Maggio Eugubino e dalle mani del presidente Lucio Lupini, l’ambìto premio “Attaccamento a Gubbio”, riconoscimento che aggiunse emozione a emozione nell’animo del destinatario, reduce dalla travolgente festa dei Ceri. La personalità dinamica, ricca di curiosità e di passioni di Giorgio Bordoli, divenuto figura familiare per la frequenza delle visite nel nostro territorio durata quasi dieci lustri, era così coinvolgente da farcelo sembrare ancora tra noi. Dalle pagine di questa rivista il suo ricordo può costituire un invito a condurre sempre una vita operosa e attenta ai valori della propria terra, ad apprezzare l’attività dell’Associazione che lo ha premiato ed anche a impegnarsi per la tutela e la valorizzazione di quell’angolo di suolo eugubino in cui sorge il suggestivo complesso di Castiglione Aldobrando. vita cittadina l’eugubino Successo per Quinto Quarto, i Secondi d’Italia S ottolineiamo il grande successo per la prima edizione di Quinto Quarto – i Secondi d’Italia, la kermesse gastronomica con degustazioni gratuite dedicata ai tagli poveri del vitellone bianco dell’Appennino centrale. Un evento organizzato da Cia, confederazione italiana agricoltori, Confcommercio e Gal Alta Umbria. Tre giorni di degustazioni ed appuntamenti attraverso tre i circuiti degustativi gratuiti: la Polpetteria alla Taverna Sant’Antonio, il Bollito Misto presso gli Arconi e lo Street food alla Taverna di Sant’Ubaldo e laboratori del gusto. Presso i ristoranti aderenti al marchio “Le Osterie del Gusto” era possibile trovare menù tematici a prezzi stabiliti, mentre a San Pietro un allestimento dell’aia contadina e del mercato delle spezie permetteva di arricchire il tour gastronomico e “Segui la Stella delle nostre Stalle” con visita alle fattorie di Quinto Quarto. Il convegno “Carni e buoi dei paesi tuoi, la valorizzazione delle produzioni locali di qualità”. Insomma il miglior modo per essere “i secondi d’Italia”. Mostra mercato nazionale del tartufo S i è conclusa con un “ex aequo” la sesta edizione del concorso gastronomico premio “Tartufo di Gubbio”. Sono stati Alessandro Trovato (“Monnalisa” del Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico) e Giovanni Luca Di Pirro (“La Torre” dell’Hotel Castello del Nero di Tavarnelle Val di Pesa) a meritare il titolo, avendo messo insieme l’identico punteggio finale. Il risultato vede due cucine, toscana e romagnola, valorizzate dall’abilità di due quotatissimi cuochi con la complicità di un prezioso alleato, il tartufo bianco eugubino. Al successo della manifestazione hanno contribuito anche gli altri concorrenti, gli eugubini Claudio Ramacci , Paolo Pascolini, Adilgerio Tosti, Andrea Cesari e Stefano Salvi Marchetti oltre a Filippo Scapecchi, Aniello Di Lieto ed al polacco Ireneusz Koniuszek. La giuria, coordinata da Claudio Zeni era composta da Alberto Schieppati, Roberto Vitali, Fabrizio Salce, Paolo Capresi, Sandro Capitani, Rosalba Carbutti, Stefano Barigelli, Salvatore Marchese Giancarlo Colombo . Vocazione turistica? Segretario Comunale E U n testimone oculare ci segnala una media di 60 persone al giorno sul sentiero francescano ...peccato che alla partenza dalla Vittorina, i turisti e i pellegrini avevano trovato condizioni pessime. Guardate la foto. Nonostante sia passato del tempo ci tenevamo a sottolieneare che avvengono queste nefandezze, leggerezze, impudenze, nella nostra città, nel parco della Vittorina. Complimenti a chi sparge mondezza, a chi senza coscienza la lascia incustodita. Sempre e ovunque questo avvenga. Vocazione turistica? Invocazione turistica….. rnesto Barocci, nato a Cupramontana (Ancona) il 14 agosto 1960, dal 1 dicembre è il nuovo segretario generale comunale; alle spalle analoga esperienza nel Comune di Fabriano. Lo ha scelto il sindaco Filippo Mario Stirati, con nomina diretta, tra tutte le disponibilità pervenute, dopo attenta valutazione dei requisiti posseduti, ritenendolo massimamente meritevole di fiducia e particolarmente idoneo a collaborare con l’amministrazione, per tutti gli obiettivi prefissi. Sostituisce Paola Bastiani che dal ottobre si è trasferita a Todi. Presentato il nuovo marchio Abita C on una cerimonia assai partecipata è stata presentata una iniziativa che coniuga fiducia, coraggio e lungimiranza, “Abita” il nuovo brand della Edilcemento “Con “Abita” - ha detto il Presidente Luca Colaiacovo – vogliamo puntare alla qualità dei prodotti, valorizzare le risorse umane e tutelare l’ambiente”. “Abita” sarà attiva in quattro ambiti: General contractor, strutture prefabbricate, riqualificazioni edifici e real estate”. L’azienda si apre quindi a nuove prospettive per sviluppare diverse competenze e puntare su investimenti per uno sviluppo sostenibile. Alla cerimonia ha partecipato anche il Priore della Comunità monastica di Montegiove (Fano), Padre Natale Brescianini che ha parlato dell’abitare partendo dall’importanza di stare bene con se stessi, attraverso una vita attiva e contemplativa. 31 32 vita cittadina l’eugubino A Tiziana Rossetto il Talented Young Italians 2014 Tiziana Rossetto, nata a Gubbio 37 anni fa e figlia di Nello Rossetto, nostro Socio e indimenticato capodieci del Cero di Santantonio, ha ricevuto lo scorso 20 novembre il Talented Young Italians Awards 2014, in una suggestiva cerimonia al Church House Conference Centre di Westminster a Londra, alla presenza del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, del Presidente di FCA John Elkan e del Presidente di GE Oil & Gas Lorenzo Simonelli. Tiziana Rossetto è Docente in Ingegneria Sismica nel Dipartimento d’Ingegneria Ambientale Civile e Geomatica all’University College di Londra (UCL) dove dirige il Centro Interazioni Terremoti e Popolazioni (EPICentre, www.epicentreonline.com) Il prestigioso riconoscimento, premia quei giovani talenti italiani che eccellono nella loro carriera di lavoro nel Regno Unito e che non solo sono leader, ma un esempio di leadership per altri giovani. Tiziana Rossetto è riconosciuta come un’esperta nella valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici ed è leader nel campo dell’ingegneria degli tsunami, come provato dal riconoscimento del European Research Council (ERC) Starting Grant, ed è anche Vice Presidente della Society of Earthquake and Civil Engineering Dynamics e siede nel Comitato Britannico per l’applicazione degli standards europei in material (European Seismic Code – EC8). A Tiziana le congratulazioni di tutti gli eugubini per il prestigioso riconoscimento e gli Auguri per una brillante vita professionale. Nel suo campo d’azione specifico il costante riferimento a Gubbio non mancherà di certo, soprattutto per la supplica che troneggia sul civico Campanone “…liberet civitatem istam a flagello terremotus…”. “C’era una volta l’inviato speciale. Memorie e rimpianti di un giornalista che fu” “C ’era una volta l’inviato speciale. Memorie e rimpianti di un giornalista che fu”, edito da Il Cerchio, è il nuovo libro di Francobaldo Chiocci, il nostro concittadino e giornalista, direttore di testate quali “Il Tempo” e “Il Giornale”. Per tanti anni è stato inviato speciale in tutto il mondo. Chiocci ha scelto Gubbio tra le mete del suo viaggio di presentazione del suo volume, un evento organizzato da Fotolibri, accanto a personaggi illustri come Gianni Letta exdirettore del “Tempo”: sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Berlusconi; Gian Marco Chiocci, direttore attuale de “Il Tempo”, nonchè figlio dell’autore; Paolo Corsini, giornalista Rai, presidente di “Lettera 22” e Adolfo Morganti, editore de “Il Cerchio”. Il libro racconta la figura del giornalista viaggiante, oramai sostituito da internet e che spegne in qualche modo la necessità di avere un testimone sul posto, che sa vivere le emozioni ed trasferirle sulla carta per condividerle col mondo, la conquista della notizia e dell’esclusiva che fornisce elementi vivi affinchè si formino pensieri. Un web che dà quindi la possibilità a tutti di essere testimoni e narratori della realtà. Molti i racconti e i pensieri dell’autore, le scelte combattute, i “vinti” della storia che hanno fatto in qualche modo anch’essi la storia. vita cittadina l’eugubino Gli antichi Umbri vivono ancora è un premio di studio rivolto agli studenti delle scuole superiori, ideato ed organizzato dall’Associazione Quartiere di San Giuliano, volto a favorire un approfondimento e la conoscenza del monumento eugubino più importante: le Tavole 33 Eugubine, con la partecipazione e il sostegno di uno dei maggiori studiosi degli antichi Umbri, il professor Augusto Ancillotti. Attraverso la collaborazione degli istituti e degli insegnanti verranno realizzati gruppi di studio in precisi incontri formativi che produrranno le ricerche. è prevista, per il mese di febbario 2015 una interessante lezione degli studenti sugli Antichi Umbri aperta a tutta la cittadinanza. Le 6/7 opere meritevoli verranno premiate con premi in denaro variabili da 300/500 euro. L’Associazione si impegna inoltre all’allestimento di una mostra dei lavori. Gubbio Città in Armi “G ubbio Città in Armi – Guerra e società a Gubbio nel basso Medioevo” è un progetto culturale promosso dall’Associazione Quartiere di San Giuliano ed estesa alla collaborazione di tutte le Associazioni culturali, economiche principali eugubine e ai Quartieri per scoprire una parte della nostra storia meno conosciuta, ma di grande rilevanza: il mestiere delle armi. La prima giornata di studio è prevista per l’autunno del 2015 e si parlerà degli aspetti organizzativi delle nostre forze armate, dell’intricato tema dell’araldica dei Montefeltro e del legame tra guerra, potere, arte e cultura. L’aspetto di studio si fonderà con momenti di vita medievali da realizzare con la collaborazione dei Quartieri e delle Associazioni che intenderanno di prendervi parte. All’anteprima di presentazione tenutasi sabato 29 novembre sono intervenuti Ettore A. Sannipoli, Francesco Mariucci, Pier Paolo Piergentili dell’archivio Segreto Vaticano, Antonio Conti, Fabrizio Cece, Patrizia Biscarini Paolo Grillo dell’Università di Milano, Alberto Luongo dell’Università di Pisa. Con in patrocinio di è lieta di G Comune di Gubbio G res Fili Pa “La conqui Guerra e società a Gubbio nel basso Medioevo Associazione Quartiere San Giuliano Cake design, il premio ad Agnese Casagrande C omplimenti e simpatia da parte di Anna Moroni che sabato 29 novembre a Gubbio ha guidato la giuria di esperti che ha premiato la torta più bella realizzata sul tema della stagione autunnale. Un meritato riconoscimento che si è guadagnata la giovane Agnese Casagrande, eugubina, studentessa universitaria di psicologia, con una grande passione per la cucina e per i dolci in particolare. «Per creare qualcosa di originale ho avuto l’idea della dispensa con ingredienti e prodotti tipici dell’autunno. Li ho realizzati con pasta di zucchero, cioccolato, colori alimentari, con pazienti sfumature a pennello per rendere più vivaci e realistici tutti gli oggetti».“La prova del cuoco” di Rai Uno, ha anche invitato Agnese Casagrande a partecipare alle lezioni della sua Scuola di cucina avviata di recente a piazzale Clodio a Roma. «L’abbiamo aperta con mia figlia da oltre un anno - racconta la Moroni - ed è dedicata proprio agli appassionati e alle nostre casalinghe. Ci concentriamo in particolare su piatti e ingredienti della tradizione italiana. La prima edizione di concorso ed esposizione di “cake design” è stata organizzata da Lucia Monacelli e Serena D’Ubaldo di E20Comunicazione, in collaborazione con AreaPromo che ha curato il calendario di eventi “In Autunno”, grazie al sostegno del Comune di Gubbio e di altri soggetti pubblici e privati. al dall’Associaz 34 vita cittadina l’eugubino non sono più tra noi... Aurelio Passeri Ermete Bedini A urelio Passeri è venuto a mancare in silenzio così come ha trascorso la sua vita, dedicandosi alla sua famiglia ed esprimendo, nei ritagli di tempo, le sue emozioni intagliando meravigliose fugure umane nel legno e scolpendo il marmo con la stessa grande abilità. Vere opere d’arte le sue realizzate, esposte, collezionate e premiate: menzioniamo tra le tantissime la Traga Europea Roma Arte 1997 ricevuta dal sindaco Rutelli. Ci piace ricordare come soci del Maggio Eugubino la sua appartenenza al nostro sodalizio e soprattutto anche la sua presenza nell’elenco dei soci del Maggio Eugubino da eleggere, nonostante la sua scomparsa. Una personalità che ci tenevamo a ricordare, tenere in qualche modo, il nostro modo, viva. Aveva relalizzazto anche le tre statue dei Santi dei Ceri piccoli di 30 anni fa. A vevamo già avuto modo per salutare il nosro amico e socio Ermete Bedini, eugubino DOC, ceraiolo appassionato, attraverso il contatto umano. Ma ci è apparsa ancora più sentita la sua assenza quando abbiamo visto il suo nome nell’elenco dei soci del Maggio Eugubino pronto per essere eletto. Non l’abbiamo voluto togliere. Il suo esempio di coraggio e fierezza, l’eugubinità che ha espresso attraverso il suo lavoro, la vita sociale e attaverso i gesti eterni del vero ceraiolo, questo genere di esempio ci serve oggi vivo più che mai. Tiziana Casoli E ri già nei nostri cuori e sotto la pelle mentre si irruvidiva, quando la tua prova nella lotta si mescolava alla tenerezza del tuo sguardo. Oggi continui ad esserci e noi ad emozionarci al ricordo ancora vivo di come sapevi sfidare e assestare i colpi, al pensiero di quanto grande è stato il tuo dono per noi. E se l’esempio si racconterà da solo, vogliamo svelare, almeno per un po’, la meraviglia del segreto che solo una madre conosce, il suo cuore che segue un figlio da ovunque. Ciao Tiziana… Alberico Morena R icordiamo la recente scomparsa dell’artista eugubino Alberico Morena, nato a Gubbio, città alla quale è sempre rimasto molto legato. Celebri le sue xilografie che riuscivano ad esprimere la sua poesia e il suo pensiero in maniera diretta e lineare. Tra le moltissime mostre personali menzioniamo quelle di Gubbio (1982, 2001), di Spoleto la sua città adottiva (1989, 2001) e di Pienza (1998). Ci teniamo in particolar modo ricordiamo la famosa xilografia “La Corsa dei Ceri a Gubbio” realizzata giovanissimo nel 1946 e quella del 1947 creata per illustrare la poesia “Questo, Signore, è il giorno” nel volume “Preghiere”di Umberto Marvardi (Oderisi, Gubbio 1947, pp. 37-39). events wedding Esperienza, professionalità, qualità Gli ingredienti di un’organizzazione flessibile e dinamica, capace di soddisfare tutte le vostre esigenze, rendendo il vostro evento unico e speciale. 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