lavoro
Giornale dell'Organizzazione cristiano-sociale ticinese
24 giugno 2010 - Anno LXXXV - N.11 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano
pagine 8-9
 Prossimo numero: 8 luglio 2010
AI
Per una reale
integrazione nel
mondo del lavoro
pagina 11
Docenti
Nella scuola media
abbiamo bisogno di
maggiori risorse
pagine 12-13
Caritas in
veritate
Intervista al Prof.
Stefano Zamagni
pagine 16-19
Anziani
D’ora in poi saremo
GenerazionePiù
pagina 2-3
pagine
11
Mercato del lavoro
Per misure ancora più efficaci
a sostegno dell’occupazione
Redazione Il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano
Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com
2
Sindacato  Occupazione
24 giugno 2010 il Lavoro
Crisi e risvolti occupazionali
Per misure ancora più efficaci
a sostegno dell’occupazione
Martedì 22 giugno l’OCST ha organizzato
una conferenza stampa per fare un bilancio
della situazione occupazionale a due anni
dalla crisi. L’OCST ha avviato una riflessione e un’azione specifica per incentivare le
aziende ad offrire stage pratici.
ridotto è certamente indice di un clima economico un poco più favorevole, la stabilità relativa del numero di ditte che vi fanno
capo deve tuttavia indurre a prudenza. È un
segno che le difficoltà e l’incertezza permangono, pur se attenuate rispetto al picco
di un anno fa.
Meinrado Robbiani
A
quasi due anni dall’inizio della crisi abbiamo a disposizione dati che
consentono di trarre indicazioni sufficientemente rappresentative sull’evoluzione
più recente del mercato del lavoro e sull’adeguatezza di indirizzi e strumenti a tutela dell’occupazione.
L’evoluzione del tasso di disoccupazione
La crisi ha fatto bruscamente lievitare il tasso di disoccupazione di circa un punto che nel
2009 si è attestato mediamente attorno al 5 per
cento. Nei primi mesi del 2010 sta tornando
su questo livello medio dopo essersi innalzato
fino a circa il 6 per cento alla fine del 2009.
Merita di essere rilevato che il tasso dipende
dal metodo di conteggio dei disoccupati che
non considera i disoccupati inseriti in attività
volte ad incrementarne la collocabilità (corsi
di formazione, programmi di occupazione…),
che sono state potenziate dall’ultima crisi.
Il lavoro ridotto è stato un ammortizzatore
efficace
Oltre al tasso di disoccupazione occorre
considerare anche altri aspetti. Il lavoro ridotto, per esempio, ha assunto e svolto in questa
crisi un ruolo decisivo. Nell’arco di pochi mesi,
il volume di ore perse è andato ad attestarsi
ad oltre 300.000 unità. Con l’autunno 2009 si
è registrato un calo progressivo che ha ridotto
di circa un terzo il volume di ore perse rispetto
alle vette di metà anno. La situazione odierna
è ulteriormente migliorata. Rispetto allo stesso
periodo del 2009 ci si colloca oggi a meno della metà del volume di ore perse.
L’impiego capillare del lavoro ridotto non ha
estinto i licenziamenti. Li ha però notevolmente
attenuati e ha soprattutto consentito di scongiurare licenziamenti collettivi massicci.
Inoltre se il ridimensionamento del lavoro
Disoccupazione trasferita all’estero
Un secondo fattore che ha attenuato l’incremento del tasso di disoccupazione è l’esportazione di una quota di disoccupazione dovuta
alla presenza di una significativa area di lavoro
interinale frontaliero e alla maggiore esposizione alla crisi dell’industria dove i frontalieri sono
la componente maggioritaria.
Il graduale ridimensionamento degli organici
si è anche protratto nel tempo, i dati ufficiali
parlano di una riduzione di oltre 650 frontalieri
nell’industria tra il quarto trimestre 2009 rispetto all’analogo periodo del 2008. I dati raccolti
dal sindacato sulle pratiche per la domanda di
prestazioni di disoccupazione in Italia confermano questa contrazione.
Le categorie maggiormente penalizzate. I
Giovani in entrata nel mondo del lavoro
Ad avere subìto i contraccolpi più diretti della
crisi sono stati i lavoratori in entrata nel mondo
del lavoro. Sono in particolare i giovani a scontrarsi contro le politiche restrittive delle imprese. Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i
20 e i 24 anni si assesta attorno all’8 per cento,
risultando superiore al tasso medio di disoccupazione di circa il 70 per cento.
I lavoratori interinali
Seguono poi -come già indicato- i lavoratori
precari e in particolare quelli interinali. Il lavoro
interinale ha svolto una funzione di cuscinetto. Alle prime avvisaglie della crisi, le imprese
hanno tagliato il personale a prestito fornito
dalle agenzie di lavoro temporaneo. Il calo di
attività delle agenzie di lavoro temporaneo e
l’evoluzione dei nuovi permessi per manodopera interinale frontaliera ne sono un indicatore emblematico.
Il numero di lavoratori interinali testimonia tuttavia che sono diventati una componente strutturale del mercato del lavoro malgrado la forte
esposizione alle oscillazioni congiunturali.
Fare i conti con un mercato del lavoro più
flessibile
Il rilevamento degli effetti della crisi sull’occupazione non può avvalersi di una chiave di
lettura lineare e univoca. Si è in presenza di
un mercato del lavoro frammentato, particolarmente flessibile e diversificato che ostacola la
lettura della situazione e rende anche più ardua
l’adozione di misure a tutela dell’occupazione.
La tendenza alla flessibilità è stata agevolata e amplificata dalla libera circolazione. Basti
considerare la manodopera assunta tramite
semplice notifica, la possibilità per le aziende
di lavoro temporaneo di assumere personale
interinale frontaliero e infine il lavoro distaccato. Quella odierna è non a caso la prima crisi in
regime di libera circolazione.
Un contrasto che colpisce
La libera circolazione è d’altronde all’origine
di un contrasto significativo: l’aumento della
disoccupazione e al tempo stesso della manodopera frontaliera occupata. La diversità di
impatto della crisi sui rami economici e la ripartizione non uniforme dei frontalieri nelle categorie professionali non consentono di trarre
conclusioni affrettate.
Non può tuttavia essere escluso, in talune
aree, il pericolo di un tendenziale inserimento di manodopera estera in posti di lavoro ai
quali potrebbero ambire disoccupati locali. Da
qui la necessità di analizzare con rigore questa
evoluzione. L’OCST, dopo averlo chiesto alla
Commissione tripartita e al DFE, rileva che il
Dipartimento ha dato mandato all’IRE di svolgere questo studio (le cui prime indicazioni
dovrebbero essere disponibili entro l’estate).
I risultati dell’analisi, oltre a fornire elementi
di valutazione sull’andamento occupazionale
più recente, devono concorrere a porre le basi
per un rilevamento tempestivo e ricorrente di
eventuali distorsioni.
Un incremento delle misure attive
Questa crisi ha coinciso –e ne è probabilmente il detonatore più diretto- con un apprezzabile incremento dei provvedimenti a sostegno delle persone senza impiego. Già si è
accennato al parziale aumento di disoccupati
inseriti nelle misure della legge sull’assicurazione disoccupazione (LADI) atte a favorirne
il collocamento. Ragguardevole è pure stato
l’incremento dei provvedimenti di carattere
cantonale predisposti dalla legge sul rilancio
dell’occupazione.
Nel complesso, le misure Rilocc sono state impiegate nel 2009 in circa 2000 casi (nel 2008 si
sono contati 1250 casi). L’aumento maggiore è
I relatori alla conferenza stampa. Da sinistra: Luca
Camponovo, Renato Ricciardi, Meinrado Robbiani,
Nando Ceruso e Giuseppe Rauseo
24 giugno 2010 il Lavoro
stato registrato dai bonus di inserimento in azienda, dagli incentivi all’assunzione e dai sostegni a
disoccupati problematici. Il loro finanziamento
ha mobilitato circa 7 milioni di franchi.
Questa tendenza va ulteriormente consolidata. In un mercato del lavoro flessibile e aperto
queste misure svolgono una funzione ancora
più preziosa.
Linee di impegno
Le caratteristiche della crisi odierna inducono
ad affinare ulteriormente gli indirizzi e gli strumenti di sostegno ai disoccupati, orientando in
particolare l’attenzione nelle direzioni seguenti:
 Lo strumento prezioso del lavoro ridotto
Il lavoro ridotto si è rivelato e affermato quale
strumento prioritario e prezioso nella prevenzione dei licenziamenti. Le agevolazioni introdotte dall’autorità competente (prolungamento della sua fruibilità fino a 18 e poi a 24 mesi;
riduzione del periodo di carenza) lo hanno del
resto reso più attrattivo per le imprese. Queste
facilitazioni devono potere rimanere accessibili anche in futuro. Dovranno pure essere attenuati alcuni concetti e criteri che ne ostacolano l’impiego in alcuni settori (in particolare:
edilizia, turismo..).
 Porte più aperte per i giovani che, in un
mercato del lavoro flessibile e aperto, hanno
difficoltà significative di inserimento già nelle
situazioni congiunturalmente normali. Il sostegno ai giovani deve perciò essere supportato
da programmi strutturati di rafforzamento del
loro bagaglio professionale e di accompagnamento. Tra i provvedimenti da incentivare figura certamente l’offerta di stages presso le
aziende.
 Individualizzare il sostegno ai disoccupati
La soglia di età oltre la quale tendono ad accentuarsi le difficoltà di ricollocamento è andata progressivamente abbassandosi, tanto da
collocarsi attorno ai 45 anni. In considerazione
dell’incrementato livello dei criteri di professionalità richiesti dalle imprese e dall’agevolata
possibilità di fare capo a manodopera estera,
si impone una linea di individualizzazione del
sostegno ai disoccupati che va calibrata sul-
Nuovi servizi
del CFP-OCST
Il mercato del lavoro tende a essere sempre più
frammentato e a richiedere sempre maggiori
flessibilità, competenze e qualifiche. Il febbrile
progresso della tecnologia impone un’incessante
azione di aggiornamento, che mantenga inalterato il patrimonio individuale di competenze.
Coloro che si vedono costretti per vari motivi a
ricollocarsi nel mondo del lavoro, talvolta con
nuove funzioni e/o mansioni, si trovano ad affrontare disagi e difficoltà che spesso non sono
in grado di superare in modo autonomo.
È per questo che si è ritenuto necessario elaborare un percorso di accompagnamento e orientamento al lavoro, che consenta alle persone di
strutturare un nuovo progetto professionale, e
che favorisca l’incontro fra le esigenze dell’individuo e le opportunità esterne date dall’offerta
formativa e dal mercato del lavoro.
Sindacato  Occupazione
le caratteristiche della singola persona. Vanno messi in atto servizi di accompagnamento che, partendo da un preciso bilancio delle
competenze, costruiscano un percorso personalizzato volto al ricollocamento. È un campo
dove anche l’OCST intende agire orientando
in questa direzione i suoi servizi nel campo formativo.
Nei meandri del lavoro interinale
I lavoratori interinali sono stati le vittime più
immediate della crisi per il loro statuto precario
e per la recessione. È importante offrire loro
uno specifico appoggio coinvolgendo direttamente le agenzie di lavoro temporaneo.
Occorre anche sottoporre il lavoro interinale
ad una verifica più approfondita per la diffusa
tendenza delle ditte a ridurre le assunzioni dirette. Siccome la manodopera interinale è in
misura significativa di origine frontaliera, questa modalità di assunzione potrebbe indirettamente sfavorire in talune aree le assunzioni
locali.
 Priorità alla manodopera
locale e misure di accompagnamento
Il collocamento dei disoccupati deve avere una netta
priorità rispetto a nuove entrate dall’estero. È perciò opportuno tenere sotto controllo la
situazione.
In questo ambito, la libera
circolazione può comportare
situazioni di pressione occupazionale. Le misure di accompagnamento oggi codificate
dalla legge tendono perloppiù
a contrastare gli abusi in materia di salari e di condizioni di
lavoro. Mancano al contrario
misure specifiche di prevenzione di eventuali
contraccolpi occupazionali. Si giustifica perciò
l’elaborazione di misure di accompagnamento
a carattere occupazionale.
 L’ostacolo dei livelli salariali
Sussistono aree di mediocre retribuzione che
finiscono per essere di ostacolo ad un magL’obiettivo dell’intervento è favorire lo sviluppo
professionale e l’occupabilità dei lavoratori
attraverso la valutazione e valorizzazione delle
competenze, l’orientamento, la formazione continua e il supporto all’inserimento lavorativo.
I destinatari potranno essere coloro che desiderano, in funzione di un reinserimento nel mondo
del lavoro, fare un percorso che aumenti la consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie
attitudini, grazie ad un impegno e ad uno sforzo
che li porti ad una maggiore conoscenza di sé.
Lo stage potrà quindi costituire il naturale
proseguimento del lavoro svolto in un’azienda
di pratica commerciale (APC), come pure essere
parte integrante di alcuni percorsi formativi
offerti in futuro dal CFP. Il tutto inserito in un più
ampio progetto di orientamento, rilevamento,
bilancio e analisi delle competenze, che possa
accompagnare la persona verso la definizione di
un proprio progetto professionale e il successivo
ricollocamento definitivo nel mondo del lavoro.
3
giore assorbimento di manodopera locale. La
politica salariale è anch’essa un terreno di impegno che esercita anche un riverbero occupazionale. La regolamentazione delle condizioni di lavoro per il tramite di contratti collettivi
di lavoro riveste da questo profilo una indubbia
incidenza.
 L’importanza di agire precocemente
Soprattutto con riferimento ai giovani, il passaggio dalla formazione al lavoro può essere
agevolato nella misura in cui la scelta professionale sia adeguatamente soppesata e confacente. Anche il periodo della formazione deve consentire di acquisire un bagaglio professionale in
sintonia con i requisiti chiesti dalle aziende.
Quando la ripresa economica si consoliderà
il bisogno di personale qualificato crescerà anche nel nostro Cantone. È proprio questo il momento per migliorare la formazione perché non
succeda come in passato, quando, nel momento in cui l’economia ha ripreso a crescere, sono
mancati i profili professionali necessari.
La scelta della formazione professionale dei
giovani è perciò un momento decisivo. Per questo motivo, l’OCST ritiene
essenziale che le famiglie
siano sostenute e, là dove
è necessario, accompagnate nel percorso di
orientamento dei figli. Il
sindacato ha chiesto (in
un documento pubblicato nel febbraio del 2009
in piena crisi economica)
di potenziare l’organizzazione dei semestri di motivazione finanziati dalla
LADI e di sviluppare reti
di accompagnamento alla scelta che avvicinino famiglia, scuola e aziende per favorire
una decisione più consapevole e per offrire
le maggiori possibilità di trovare un posto di
lavoro al termine della formazione. La possibilità di conoscere una professione, svolgendo
uno stage pratico in azienda (già nei primi anni
della scuola media), è la modalità migliore ed
efficace per avvicinare i giovani al mondo del
lavoro e a una professione.
Una campagna per una maggiore offerta di
stages
È intenzione dell’OCST muoversi nei prossimi
mesi con particolare intensità sul fronte della
ricerca di stages per persone disoccupate. Approfittando di un apposito mandato assegnato
all’OCST dall’Ufficio cantonale delle misure attive, che prescrive di fare completare il percorso
formativo dei disoccupati inseriti in una azienda
di pratica commerciale con uno stage, si intende avvicinare in modo capillare le aziende ticinesi sollecitandole a offrire occasioni di stage.
L’OCST prenderà contatto con le associazioni padronali e con le singole aziende affinché si
possa disporre di un numero maggiore di stages da offrire a persone disoccupate (giovani
ma non solo) consentendo di acquisire esperienze lavorative supplementari e soprattutto,
grazie ai contatti allacciati in azienda, di essere
agevolati nella ricerca di un impiego. L’azienda
dovrebbe cioè fare il possibile per sostenere lo
stagista a reperire un’occupazione.
4
Sindacato  Attualità
24 giugno 2010 il Lavoro
E il monitoraggio fiscale?
Solo per gli associati
Speriamo che non si debba fare...
Sconto alla Brico Sa
Speriamo che non si debba fare, comunque il termine è fissato al 30 settembre 2010.
Q
uando leggerete questo breve articolo (molto probabilmente) sapremo finalmente che fine ha fatto il
monitoraggio fiscale.
Infatti è presumibile che il Decreto sulla nuova
manovra finanziaria italiana sia stato discusso
ed approvato in via definitiva dal Parlamento
italiano.
Sapremo quindi se l’art. 38 comma 13 esonera per davvero i lavoratori frontalieri dall’obbligo di compilare il quadro RW.
I commentatori dei giornali economici italiani
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Deutsch), data da definire, minimo 10 partecipanti, due sere la settimana, 19.00 -22.00, 96
ore. Costo: fr. 880.- soci, fr. 1.200.- non soci.
ff contabilitÀ
BB Corso di preparazione al diploma cantonale
hanno parlato esplicitamente di «esonero da
RW», ma l’Agenzia delle Entrate – come scrive il Coordinamento dei Centri di Assistenza
fiscale di CGIL CISL e UIL – «non fornirà alcun
ulteriore chiarimento fino a quando il decreto
non sarà definitivamente trasformato in legge».
Attendiamo quindi la circolare esplicativa,
auspicando che sia non solo chiara e completa, ma anche favorevole ai lavoratori frontalieri
che non sono esportatori di valuta, portano e
spendono i loro guadagni in Italia per mantenere la loro famiglia e, finalmente, pagano le
imposte in Svizzera rimpinguando le casse
non solo dei loro comuni con il ristorno di parte di esse.
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Sindacato  Attualità
24 giugno 2010 il Lavoro
5
Ente Ospedaliero Cantonale
In porto la trattativa per il rinnovo del ROC EOC
Conclusa la trattativa, la palla passa
ora all’assemblea che sarà convocata
ad inizio settembre. Il Consiglio dell’Ente si esprimerà a fine agosto.
S
indacati e commissioni del personale
hanno incontrato il direttor Maggini
e il vicedirettore Luraschi dell’Ente
Ospedaliero Cantonale (EOC) per discutere del
rinnovo del Regolamento organico cantonale
(ROC) dell’EOC, giungendo a concretizzare un
progetto di accordo che dovrà essere sottoposto all’assemblea del personale EOC in settembre e al Consiglio d’amministrazione EOC
in agosto. I Sindacati hanno sostenuto la necessità di migliorare le indennità, di ottimizzare
l’utilizzo dell’assicurazione perdita di guadagno per le sostituzioni del personale assente
per malattia e di affrontare meglio i problemi di
gestione del personale, che sono subordinati
alle cosiddette «esigenze di servizio».
Sono stati ipotizzati alcuni miglioramenti significativi delle indennità di picchetto e per
lavoro serale, notturno e festivo. Inoltre vi è
la possibilità di accordarsi per la creazione
di commissioni paritetiche consultive a livello
di singolo ospedale, che potranno esaminare problemi di sostituzione e altri problemi di
applicazione di diritti individuali limitati dalle
esigenze di servizio. L’obiettivo, se vi sarà accordo tra le parti, è di rinnovare il ROC EOC
fino a fine 2013.
Come noto, durante le assemblee svolte negli ospedali ad inizio anno il personale non ha
voluto dare mandato ai sindacati di disdire il
ROC EOC e di aprire negoziati per effettuare
cambiamenti delle classificazioni salariali, malgrado la richiesta di aumento proveniente dalle
professioni medico-tecniche: richiesta fermamente respinta dall’EOC. Si è tenuto conto
dell’esigenza di fissare prima un contratto collettivo generale unico, comprendente le cliniche private, per evitare una concorrenza sleale
tra pubblico e privato nel nuovo regime di finanziamento previsto dal 1. gennaio 2012. 
OCST/VPOD
Nominato il vicepresidente
Licenziamenti UBS
Provocazione, supponenza
o superficialità?
Nel preciso momento in cui il parlamento federale ha dato luce verde all’accordo tra la Svizzera e gli Stati Uniti,
che consente ad UBS di uscire dal vicolo cieco nel quale si era cacciata per
le sue stesse malefatte oltre Oceano,
la direzione ticinese della banca non ha
trovato di meglio che annunciare alcuni
licenziamenti e prepensionamenti.
È
difficile ipotizzare che questa urtante
scelta di tempo costituisca uno scivolone casuale, frutto di impondera-
ta superficialità. Supponenza e persino sfrontatezza sembrano essere chiavi di lettura più
attendibili. Come supporre che a un simile
colosso finanziario possa sfuggire il contrasto provocatorio tra, da un lato, il salvataggio ancora una volta offertole dalle autorità e,
dall’altro, la concomitante riduzione di posti
di lavoro da lui attuato?
L’OCST esprime perciò il più vigoroso disappunto per questa decisione. Non si contesta che lo scudo fiscale italiano abbia
lasciato qualche scoria anche in UBS. La reazione dell’istituto dal profilo occupazionale
e il tempo scelto per comunicarla suonano
tuttavia come uno schiaffo al territorio e alla popolazione. Appare del resto
incomprensibile che non si
possano mettere in atto soluzioni alternative, a maggiore ragione se si considerano le risorse miliardarie
invece mobilitate per elargire bonus cospicui.
L’OCST chiede perciò che
UBS riconsideri i licenziamenti annunciati e rivolga
conseguentemente un’attenzione maggiore e più
fruttuosa alla relazione con
il territorio locale. 
Congratulazioni
a Flavio Ugazzi
N
ella seduta del Comitato direttivo di martedì 15 giugno 2010,
all’unanimità, e suggellata da un
lungo applauso, è stata approvata la scelta
di nominare vice presidente OCST Flavio
Ugazzi.
Flavio, nato il 24 novembre 1960, dall’84
impiegato presso le ex PTT ed in seguito
presso la Swisscom. Responsabile della
gestione degli immobili per l’azienda di telecomunicazioni, è passato in seguito alle
dipendenze della Johnson Controls AG che
dal 2009 gestisce gli immobili Swisscom.
Presidente della sezione comunicazioni per
il Sindacato Transfair-OCST è da sempre
in prima linea al servizio degli associati che
fanno capo a questo settore professionale.
È molto apprezzato e stimato da tutti.
Gli auguriamo di svolgere al meglio questo significativo incarico all’interno del
Sindacato. 
Sindacato  Attualità
6
24 giugno 2010 il Lavoro
6 settimane di vacanza
Edilizia e rami affini
Festa familiare
a Faido
Hanno sottovalutato la posta in gioco
A
causa del carico di lavoro eccessivo,
molti lavoratori si ammalano e questo
riduce molto le loro prestazioni a lungo termine generando costi per circa 10 miliardi all’anno. Rifiutando un miglioramento della
regolamentazione sulle vacanze, il Consiglio
federale chiude gli occhi su questo problema.
L'atteggiamento del Consiglio federale è poco
lungimirante sul piano economico.
Il lavoro è alla base della prosperità in Svizzera. Le esigenze accresciute dell’economia,
le continue ristrutturazioni e l’accelerazione del
ritmo di lavoro hanno condotto ad un aumento massiccio del carico di lavoro. Secondo il
rapporto «Lavoro e salute», del 2009, lo stress
e la pressione rappresentano il 62 per cento
dei rischi per la salute sul lavoro. A questo si
aggiungono i dolori come il mal di testa e di
schiena, i disturbi digestivi, l’insonnia, disturbi
cardiaci e circolatori. Tutto questo costa circa
10 miliardi di franchi all’anno.
Un carico di lavoro elevato mette in pericolo la salute ed il benessere
Nel breve termine la produttività ed un carico
pericoloso per la salute sono certamente conciliabili. Ma a lungo termine solo se i lavoratori
possono compensare la fatica con un riposo
Domenica 11 luglio 2010
zona Pineta - Piumogna
adeguato potranno fornire quel contributo sostanzioso che garantisce la prosperità della
Svizzera. Questo è ancora più vero se i lavoratori diventano più anziani a causa dell'evoluzione demografica. Già oggi circa il 20 per
cento degli attivi riceve una rendita di invalidità
poco prima del pensionamento e il 40 per cento dei pensionamenti anticipati non volontari
sono dovuti a problemi di salute.
Senza contromisure, il carico elevato di lavoro,
combinato con l’evoluzione demografica, avrà
un effetto fatale sulla prosperità in Svizzera.
Più vacanze per la salute e l’efficienza dei
lavoratori
Il diritto legale alle vacanze è lo stesso da 25 anni.
Con l’iniziativa «6 settimane di vacanze per tutti»
si vuole migliorare la compensazione dei carichi
di lavoro accresciuti. Le vacanze sono il modo
idoneo perché permettono una rigenerazione
completa e regolare. Inoltre, vacanze più lunghe
rappresentano un contributo giusto e adeguato al
guadagno di produttività degli ultimi anni.
Dicendo categoricamente no all'iniziativa «6
settimane di vacanza per tutti» il Consiglio federale rifiuta persino di approfondire il problema dell’elevato carico di lavoro. L'OCST giudica questo atteggiamento cinico nei confronti
Programma
11.00 Ritrovo a Faido, zona Pineta (vicino cascata della Piumogna)
11.30 S. Messa da campo
12.00 Pranzo servito ai tavoli (ricca gri-
gliata mista con contorni)
Bibite (vino, birra, acque minerali, gassose), torte e caffè
Intrattenimento musicale
16.00 Chiusura della manifestazione.
Sarà chiesta una partecipazione di Fr. 5.per persona e sarà rilasciato un buono per
il pranzo.
Per ragioni organizzative, iscrizione obbligatoria telefonando
al Segretariato OCST
della vostra regione, entro venerdì 2
luglio.
dei lavoratori fortemente sollecitati e ottuso in
prospettiva della futura evoluzione economica
in Svizzera.
Tagliando di partecipazione
Concorso fotografico per il Calendario OCST 2011
«La pausa dal lavoro: un momento per stare insieme»
D
opo una anno di pausa, l’OCST torna a lanciare il concorso fotografico
per il Calendario OCST. Quest’anno
il tema prescelto è «La pausa dal lavoro: un
momento per stare insieme» riservato ai lettori
Regolamento del concorso
I dipendenti dell’OCST ed i loro famigliari non
sono ammessi al concorso.
Per partecipare è sufficiente inviare un’immagine mai pubblicata inerente al tema insieme al
tagliando a lato compilato. Le immagini ricevute
non saranno restituite. Ciascun concorrente può
partecipare con un massimo di tre immagini di
cui è autore e titolare dei diritti.
L’autore stesso si preoccuperà di chiedere l’autorizzazione dell’azienda in cui la foto è stata
scattata. Ogni partecipante autorizza la pubblicazione, sia su internet, sia sui mezzi stampa.
Le foto vanno inviate unitamente al tagliando
a lato compilato entro martedì 31 agosto 2010
alla redazione de «il Lavoro», via Balestra 19,
6900 Lugano o via e-mail a: publilavoro@
gmail.com, indicando i dati personali ed il
titolo delle fotografie.
del nostro giornale: la pausa pranzo o la pausa
caffè sono un’occasione privilegiata per instaurare dei rapporti di amicizia con i colleghi...
Le 12 foto più belle verranno pubblicate sul
calendario OCST del 2011 e riceveranno un
premio (1° premio: Fr. 300.-; 2° premio: Fr.
200.-; dal 3° al 12° premio: fr. 100.-).
Partecipate numerosi!
Concorso fotografico «La pausa dal lavoro: un momento per stare insieme»
Cognome
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Indirizzo
Nap
Telefono
Località
e-mail
Partecipo al concorso con la/le foto intitolata/e

La mia partecipazione al concorso è conforme al regolamento (a lato)
Luogo e data
Firma
Compilare e inviare insieme alla fotografia a: Redazione «il Lavoro», Via Balestra 19, 6900 Lugano
Sindacato  Vendita
24 giugno 2010 il Lavoro
Azione sindacale di informazione al personale della vendita
Ecco quali sono
i vostri diritti fondamentali
Troppi datori di lavoro eludono furbescamente i contratti d’uso nel nostro
cantone. Tali ragioni hanno indotto
l’OCST ad intraprendere un’azione sindacale tesa a dare le dovute informazioni al personale di vendita e ad aprire
vertenze mirate con i datori di lavoro
che dimostrano di non volersi assumere le dovute responsabilità sociali e
contrattuali verso i loro collaboratori.
Nando Ceruso
I
l Contratto Collettivo del personale di
Vendita, sottoscritto dall’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese (OCST),
SYNA, Sic Ticino e SIT, e controfirmato dalla
Federcommercio per la parte padronale, è in
vigore dal 1° maggio 2002, ma non tutti i datori
di lavoro lo applicano né rispettano i contenuti
sociali e salariali.
A lato del Contratto Collettivo, fa stato an-
Principali disposizioni
CCL Federcommercio
stato al 1° gennaio 2010
Salari (Art. 16)
Personale al servizio nella vendita
Salario minimo
mensile
orario*
Fr. 3'000.-
Fr. 16.50*
Venditore, AssiFr. 3'210.stente di vendita
(tirocinio di 2 anni)
Fr. 17.65*
Impiegato/a di
vendita
Fr. 18.75*
Personale non
qualificato
Fr. 3'410.-
* Salario non comprensivo dell’indennità vacanze
(8.33 per cento, per 4 settimane, 10.65 per cento
per 5 settimane) della riduzione dei festivi (3
per cento), della tredicesima mensilità (8.33 per
cento) e della partecipazione al pagamento del
premio in caso di malattia e gravidanza.
Tredicesima mensilità (Art. 18)
Il collaboratore ha diritto alla tredicesima mensilità, da ricevere di regola alla fine del mese di
dicembre o conteggiata nella paga oraria. In caso
di assunzione o licenziamento nel corso dell’anno,
la tredicesima è versata proporzionalmente al
periodo lavorato.
che il Contratto Normale di Lavoro emanato
dall’autorità cantonale, che nella sostanza
ricalca i contenuti del Contratto Collettivo
di Categoria.
Si tratta di due contratti ormai d’uso a livello
cantonale che stabiliscono i diritti fondamentali e le prestazioni di base dovuti al personale
di vendita. Tali disposizioni spesso però sono
eluse, in modo furbesco, da datori di lavoro
senza scrupoli che propongono ai loro collaboratori contratti di lavoro individuali, molto al
ribasso rispetto a quanto stabilito.
L’OCST invita perciò il personale di vendita a combattere gli abusi rivendicando i
contenuti sociali e salariali d’uso a livello
cantonale, richiedendo l’applicazione del
Contratto Collettivo di Categoria o del Contratto Normale Cantonale.
L’OCST è in prima linea a fianco del
personale di vendita, pronta a far valere
sui datori di lavoro le sue legittime richieste e a far rispettare i diritti del personale
discriminato.
Assegni per i figli (Art. 19)
Conformemente alla legge cantonale l’assegno di
base fino al compimento del 16° anno ammonta
a CHF. 200.- mensili. Per i giovani in formazione
(studenti-apprendisti) l’assegno ammonta a fr.
250.- mensili, valevole dai 16 ai 25 anni. L’assegno è riconosciuto integralmente, a condizione
che si percepisca un salario mensile di almeno fr.
570.- o di fr. 6’840.- annuali.
Vacanze (Art. 13)
 4 settimane, rispettivamente 5 a partire dai 50
anni di età o 20 anni di servizio. 5 settimane anche per giovani lavoratori fino a 20 anni compiuti.
 Il diritto alle vacanze può esser ridotto di 1/12
per ogni ulteriore mese di assenza che superi un
mese in caso di malattia/infortunio/obbligo legale/
funzione pubblica.
 Non possono invece essere ridotte le vacanze
in caso di assenza di al massimo due mesi a
causa di gravidanza e/o puerperio.
Durata del lavoro (Art. 10)
La durata del lavoro settimanale calcolata su
base annua è di 42 ore, ripartite su 5 giorni. Le
ore eccedenti sono Lavoro Straordinario, e vanno
retribuite con un supplemento del 25 per cento, in
denaro o tempo libero.
Giorni festivi (Art. 15)
Sono festivi non recuperabili:
Capodanno, Epifania, Lunedì di Pasqua, Ascensione, 1° agosto, Assunzione, Ognissanti, Natale,
Santo Stefano.
 Le ore perse non vanno recuperate, ma retribuite.
 Se il festivo cade di domenica, viene sostituito
da uno degli altri festivi recuperabili.
 Se il festivo cade in settimana durante le
vacanze, dà diritto ad un equivalente congedo
supplementare.
I festivi recuperabili sono:
San Giuseppe, 1° maggio, Lunedì di Pentecoste,
Corpus Domini, S. Pietro e Paolo, Immacolata.
 Se cadono in un giorno infrasettimanale e si
resta a casa, quel giorno è computato come libero
settimanale.
Congedi rimunerati (Art. 14)
 Matrimonio: 3 giorni
 Nascita di un figlio: 1 giorno
 Decesso di un figlio, coniuge, genitore: 3 giorni
 Decesso di altri parenti conviventi: 1 giorno
 Trasloco: 1 giorno
 Reclutamento o ispezione militare: al massimo
1 giorno
 Corsi professionali concordati: 2 giorni
Assicurazione malattia (Art. 20)
Il datore di lavoro assicura la/il dipendente per la
perdita di salario in caso di malattia per una copertura dell’80 per cento dello stipendio a partire
dal 3° giorno di inabilità e per una durata di 720
giorni nell’arco di 900 giorni consecutivi.
Maternità (Art. 21)
In caso di assenza per gravidanza e parto è riconosciuto un congedo pagato nella misura dell’80
per cento per almeno 14 settimane (16 settimane
per il CNL).
7
8
Attualità  Assicurazione invalidità
24 giugno 2010 il Lavoro
Da Berna
Il ruolo delle imprese
Verso la sesta revisione
Per una reale integrazione
nel mondo del lavoro
Meinrado Robbiani
L’
obiettivo del risanamento finanziario sta sottoponendo l’assicurazione invalidità (AI) ad un autentico
«tour de force» di revisioni che si succedono
nel tempo a ritmo serrato. Da poco varata la
quinta (01.01.2008), già approda in parlamento la prima tappa della sesta revisione.
Il tutto mira a raggiungere un equilibrio naturale dei conti entro fine 2017. Da quella data
verrà infatti a cessare il provento straordinario
a copertura del deficit, garantito da una temporanea maggiorazione dell’IVA. La netta opposizione della maggioranza parlamentare ad
un incremento più duraturo dei contributi in favore dell’AI rende inevitabile che si intervenga
sulle uscite, riducendole rapidamente.
La loro contrazione è perseguita attraverso
una riduzione progressiva del numero di rendite. La quinta revisione, mettendo fortemente
l’accento sul mantenimento nel mondo del lavoro delle persone con difficoltà di salute, si è
prefissa di comprimere il volume delle nuove
rendite (il cui numero è peraltro già notevolmente calato in questi ultimi anni).
La sesta revisione intende a sua volta agire
anche sulle rendite già in corso, facendo rientrare nel mercato del lavoro una certa percentuale di persone già al beneficio di una rendita
(oltre 12’000 sull’arco di alcuni anni). Questo
obiettivo solleva non poche perplessità e motivi di opposizione.
È da un lato innegabile che l’attività lavorativa
rimane una fonte preziosa di senso e di dignità.
È perciò opportuno ed auspicabile che si faccia tutto il possibile per consentire di mantenere attivo professionalmente anche chi abbia
difficoltà di salute non totalmente incompatibili
con l’esercizio di un’attività. È però altrettanto
evidente il rischio che, quando il movente è di
natura prevalentemente economica come è il
caso in questa revisione della legge, si tenda a
scostarsi da una corretta considerazione della
situazione personale dell’invalido subordinandola all’obiettivo del risparmio.
Appare pure velleitario ritenere che si possa
reinserire nell’economia, peraltro sempre più
esigente dal profilo della produttività, anche
persone già fuori da anni. Gli interventi sugli
invalidi non sono del resto bilanciati da una
parallela responsabilizzazione delle imprese.
L’incognita maggiore riguarda proprio l’economia e la disponibilità delle aziende a collaborare al reinserimento di persone invalide in
assenza di un corrispettivo obbligo di legge.
La mancanza di disposizioni più vincolanti,
che coinvolgano la responsabilità delle aziende nell’offrire occasioni di lavoro a chi presenti difficoltà di salute, è una lacuna evidente
di questa revisione. Il dibattito parlamentare
non potrà eludere questi e altri interrogativi ed
aspetti. Da parte sua, l’OCST si batterà affinché ci si incammini verso una revisione che
scongiuri la tentazione di ridurre gli invalidi a
prevalenti strumenti di risparmio per tenerne
al contrario correttamente presenti i bisogni
nel riconfigurare gli orientamenti di questa
assicurazione.
La Commissione della legislazione del
Gran Consiglio ha redatto un rapporto,
di cui è stato relatore Gianni Guidicelli,
sull’iniziativa per una reale integrazione degli invalidi nel mondo del lavoro.
Ne riportiamo un estratto
L
a quinta revisione punta alla trasformazione dell’Ai in un’assicurazione
per l’inegrazione e la reintegrazione
nel mondo del lavoro. Sono quindi state messe in atto nuove misure che vanno dal rilevamento tempestivo, all’intervento tempestivo, a
provvedimenti di reinserimento e incentivi per
i datori di lavoro. Ora si sta già lavorando sulla sesta revisione che prosegue il cammino in
questa direzione.
Il numero delle rendita AI concesse a livello
svizzero sta diminuendo in maniera graduale e
significativa negli ultimi anni (si è passati dalle
28’000 rendite concesse nel 2002 alle 15’900
concesse nel 2009, ndr).
La statistica non è però chiara per quanto riguarda il mantenimento dell’occupazione o il
reinserimento professionale delle persone con
andicap fisici o psichici. In sostanza non si
hanno dati che confermino come la riduzione
delle rendite corrisponda ad un mantenimento
dell’occupazione, magari anche solo a tempo
parziale, di chi ha richiesto prestazioni da parte dell’AI. Può rimanere il dubbio che chi si è
visto rifiutare una rendita da parte dell’AI abbia
poi dopo dovuto far capo ad altre prestazioni
sociali quali l’assicurazione disoccupazione, i
vari assegni integrativi del reddito e le prestazioni dell’assistenza.
Partendo dal presupposto che chi ha dei problemi fisici o psichici ha sempre maggiori difficoltà a trovare un posto di lavoro, l’iniziativa chiede
che attraverso le necessarie modifiche legislative
si imponga ai datori di lavoro, siano essi pubblici
o privati, di assumere una percentuale minima di
persone con andicap fisici o psichici.
I responsabili dell’Ufficio AI hanno ammesso
come non si hanno a disposizione dati sicuri
sull’efficacia delle nuove misure, soprattutto
per quanto riguarda il reinserimento nel mondo
del lavoro di chi ha inoltrato una domanda di
prestazioni AI. L’Istituto delle Assicurazioni sociali ha quindi comunicato l’intenzione di commissionare alla SUPSI una ricerca che possa
rispondere ai quesiti posti in precedenza.
Politica dell’Amministrazione cantonale
nella promozione dell’occupazione di persone invalide
La base legale sulla quale si basa l’impegno per l’integrazione degli invalidi nell’ambito dell’Amministrazione cantonale è la LORD
che, all’art. 5, recita: «Il Consiglio di Stato
promuove l’assunzione di persone invalide e
di casi sociali, in modo da favorirne la reintegrazione». Secondo quanto riferito alla Commissione dalla signora Verena Vizzardi, Capo
della Sezione delle risorse umane, oggi le persone disabili integrate all’interno dell’organico
dell’Amministrazione cantonale sono 74, lo 0,5
per cento della massa salariale e l’1 per cento
dell’insieme degli occupati.
La signora Vizzardi ha inoltre ricordato come
il Consiglio di Stato ha costituito tre anni fa il
Servizio medico del personale che interviene
nel caso di assenze prolungate nel tempo per
verificare le possibilità di una eventuale ricollocazione in un altro settore dell’Amministrazione a dipendenza delle singole patologie.
Tasso d’integrazione di persone lese nella
loro salute nel mondo del lavoro
La Fondazione IPT, integrazione per tutti (www.
fondation-ipt.ch) in collaborazione con l’Osservatorio Universitario dell’impiego di Ginevra realizza annualmente uno studio sul tasso di integrazione delle persone lese nella loro salute.
Dalla tabella risulta come il Cantone Ticino
abbia un tasso di integrazione decisamente inferiore al resto della Svizzera. È una situazione
che deve evidentemente far riflettere.
La maggioranza della Commissione non
condivide la richiesta formulata dall’iniziativa
di modificare le leggi necessarie affinché ogni
datore di lavoro sia tenuto ad assumere una
percentuale minima di persone con handicap
fisici o psichici. In questo senso l’iniziativa non
viene accolta, ma la Commissione, a parziale
accoglimento dell’iniziativa, formula le seguenti raccomandazioni al Consiglio di Stato:
1. monitorare costantemente i risultati ottenuti attraverso i nuovi strumenti introdotti dalla 5a revisione AI, soprattutto nell’ambito del
mantenimento dei posti di lavoro per chi è minacciato nella sua salute e al reinserimento nel
mondo del lavoro di chi non ha beneficiato di
una rendita AI, o solo in forma parziale. Verificare inoltre se chi è stato considerato abile al
lavoro in attività confacenti al suo stato di salute riesce poi, in tempi ragionevoli, a trovare
un’occupazione;
2. aumentare la percentuale di persone lese
nella loro salute nell’ambito dell’Amministrazione cantonale, per arrivare in tempi ragionevoli alla media svizzera (3 per cento).
La Commissione intende pure lanciare un appello al mondo imprenditoriale affinché dimostri una maggiore sensibilità in questo ambito.
Anche per il settore privato si dovrebbe poter
raggiungere il tasso d’integrazione medio svizzero del 3 per cento. Questo risultato potrà essere ottenuto anche grazie ad un accresciuto
impegno da parte degli uffici AI nel far conoscere e promuovere tutte le possibilità di aiuto alle
aziende previste dalla 5a revisione dell’AI.
24 giugno 2010 il Lavoro
Attualità  Assicurazione invalidità
Quinta revisione dell’AI
Esperienze
Agire in maniera tempestiva,
per agevolare il reinserimento
Due assicurate
si raccontano
La quinta revisione dell’AI ha introdotto delle novità rivoluzionarie. Abbiamo
contattato l’avvocato Monica Maestri,
capoufficio dell’Ufficio dell’Assicurazione invalidità, per farci spiegare cosa
è cambiato.
In che modo avete deciso, per il Ticino, di
mettere in atto le nuove misure e di rendere
operativi i nuovi strumenti, introdotti dalla
V revisione dell’AI, che puntano al mantenimento delle persone nel mondo del lavoro?
Prima della quinta revisione della Legge
sull’assicurazione invalidità, entrata in vigore il
1 gennaio 2008, gli uffici AI riuscivano ad entrare in contatto con le persone con problemi
di salute troppo tardi, e questo rendeva difficile la loro reintegrazione.
Per questo motivo, la riforma ha introdotto strumenti che favoriscono la prevenzione
dell’invalidità, come il rilevamento ed intervento tempestivi. Il primo, che non costituisce ancora una vera e propria domanda di prestazioni, permette a terze persone di segnalare dopo
quattro settimane una situazione di inabilità
lavorativa per problemi di salute. Le persone
segnalanti possono essere ad esempio il datore di lavoro, il medico curante e le altre assicurazioni. Ricevuta questa comunicazione, l’ufficio AI analizza le circostanze della persona
e, entro un mese, determina se l’assicurato
debba presentare una domanda di prestazioni, fissandogli per questo un termine, o meno.
Depositata la richiesta ufficiale di prestazioni,
che può essere formulata solo dall’assicurato,
l’ufficio AI mette in atto, laddove sia possibile,
le misure di intervento tempestivo, che sono
misure mirate e a costi limitati.
Lo scopo principale è il mantenimento del
posto di lavoro o l’integrazione in un altro posto nella stessa azienda o in altre, il più velocemente possibile. Queste misure non rappresentano una prestazione vera e propria.
Infatti, al momento della loro attuazione, l’ufficio AI non sa ancora se la persona sia effettivamente invalida e se abbia diritto a prestazioni AI. In sintesi si tratta di un modo di lavorare
finalizzato all’integrazione professionale. Ci
permette inoltre di mantenere l’assicurato at-
Aiuto per l’integrazione
professionale
La quinta revisione dell’AI prevede misure di rilevamento e intervento tempestivo che consentono
di intervenire al più presto per aiutare le persone a
rischio di invalidità a mantenere il posto di lavoro
o a trovarne uno nuovo.
I provvedimenti principali per l’integrazione professionale degli assicurati sono i seguenti:
tivo in attesa della nostra decisione ed inoltre
rappresenta un servizio di consulenza e di accompagnamento. Alla fine delle misure l’ufficio
AI, raccolte nel contempo tutte le informazioni
giuridicamente importanti tramite l’istruttoria,
emana la propria decisione.
È stata necessaria una riorganizzazione del
vostro modo di operare?
La riforma ha avuto un impatto molto importante sul nostro ufficio dal profilo dell’organizzazione del lavoro. Applicando il principio che
ogni assicurato è reintegrabile, ci si focalizza
maggiormente sull’obiettivo dell’inserimento
delle persone nel mercato del lavoro, che permette il miglioramento della loro qualità di vita.
Per accelerare il processo dell’integrazione
abbiamo prima di tutto introdotto un sistema di
triage dei casi. Ricevuta la domanda di prestazioni il gruppo che si occupa di questa attività,
composto da un medico e da un consulente,
smista il dossier indirizzandolo verso l’attuazione delle misure di intervento tempestivo o,
qualora non fosse possibile in quel momento,
verso l’esame del diritto a prestazioni. Il consulente che riceve in trattazione il caso ne rimane responsabile fino al termine di tutte le
misure e provvedimenti professionali. Tutte le
altre figure professionali dell’ufficio, ad esempio il medico del nostro servizio medico regionale, fungono da supporto essenziale affinché
le misure applicate siano efficaci e rapide.
In che misura le aziende sono aperte all’assunzione di personale con una storia di invalidità alle spalle?
Il nostro ufficio, consapevole del ruolo centrale che rivestono le imprese, ha introdotto
una nuova figura, il consulente per le aziende. Egli ha il compito di spiegare quali siano
le possibilità che offre la nostra assicurazione,
di fornire consulenza per casi di dipendenti
dell’azienda stessa, di chiarire cosa significhi
invalidità. Al momento in cui il datore di lavoro
comprende che la persona invalida non è colei
che non può più lavorare, ma, al contrario, è
una persona che può svolgere attività lavorative come qualsiasi altro, basta che siano adeguate al suo stato di salute, si trova una buona
disponibilità, nonostante la nota situazione del
mercato del lavoro.
 l’orientamento professionale
 sostegno per la prima formazione, l’aggiornamento o una nuova formazione professionale
 il servizio di collocamento
 l’assegno per il periodo di introduzione, durante
i primi mesi di lavoro
 il prestito, in condizioni particolari per l’avviamento di un’attività in proprio
 le indennità giornaliere per garantire il
sostentamento durante la fase di integrazione
professionale.
Riportiamo le testimonianze di
due persone che hanno partecipato ai provvedimenti di intervento tempestivo dell’AI.
T, 34 anni, ex operaia
«Mi piaceva il lavoro che facevo, ma ho
avuto delle difficoltà di salute che non
mi permettevano di continuare l’attività
come operaia.
Sono ancora giovane e ho pensato che
questa situazione potesse essere l’occasione per imparare qualcosa di nuovo
ed affrontare nuove sfide professionali.
I consulenti dell’AI mi hanno molto aiutata in questo senso e mi hanno consigliato di seguire il corso di Segretariato.
Sono molto soddisfatta perché ho potuto imparare ad usare i più comuni programmi informatici, un po’ di contabilità
e la corrispondenza. Spero che le cose
che ho imparato mi serviranno per trovare al più presto un posto di lavoro».
L, 30 anni, impiegata nella logistica
«Il lavoro che facevo mi appassionava,
ma varie difficoltà di natura sia personale che professionale mi hanno condotto
a doverlo abbandonare. Per un lungo
periodo ho dovuto farmi aiutare dallo
psicologo e non riuscivo ad uscire dalla
mia situazione.
L’AI mi ha poi convocata per un colloquio nel quale mi hanno proposto un
intervento tempestivo sul mio caso.
Nel corso del colloquio abbiamo analizzato la mia situazione professionale
e siamo arrivati alla conclusione che mi
sarebbe stato utile seguire dei corsi di
lingue: tedesco e inglese.
Ho iniziato l’attività controvoglia, ma
poi mi sono appassionata.
Questi corsi mi sono stati utili sia per
rinforzare il mio curriculum, che per uscire di casa ed affrontare con più serenità
la mia situazione».
9
10
24 giugno 2010 il Lavoro
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Sindacato  Attualità
24 giugno 2010 il Lavoro
11
Gruppo cantonale docenti di scuola media
Docenza di classe nella scuola media:
«Abbiamo bisogno di maggiori risorse!»
N
ell’ambito dei lavori
di implementazione
della Riforma 3 della
scuola media è stato pubblicato un documento a cura di Edo
Dozio, che si occupa di esplicitare, descrivere e analizzare i
compiti richiesti al docente di
classe e, più in generale, di inquadrare la docenza di classe
all’interno della vita d’istituto.
L’UIM ha distribuito questo
documento a tutti i docenti
con l’invito a discuterlo ed a
prendere posizione in merito ai
suoi contenuti, seguendo modalità proprie ad ogni sede.
È in questo contesto che
all’inizio dell’anno scolastico in
corso si è costituito il Gruppo
cantonale docenti di scuola
media, con l’intento di stimolare il dibattito attorno alla docenza di classe e di raccogliere il
materiale proveniente dalle varie sedi. Nonostante il lavoro non si sia ancora concluso in
tutti gli istituti, dai dati disponibili (che coprono
quasi la metà delle sedi) sono emerse molto
chiaramente tre indicazioni unanimi.
1) La prima è l’esigenza di rendere settimanale (e non più quindicinale) l’ora di classe in terza media. Poiché risulta impossibile svolgere
le mansioni richieste all’interno delle due orelezione al mese previste, attualmente i docenti
di classe di terza sono regolarmente costretti a
sottrarre del tempo alla loro disciplina.
2) La seconda indicazione condivisa riguarda la necessità di potenziare il riconoscimento
del lavoro svolto dal docente di classe (attual-
mente compensato da un’ora
di sgravio). Da diversi anni i
compiti inerenti tale funzione
sono notevolmente aumentati. In primo luogo, sono
cresciute le esigenze relative
all’orientamento professionale provenienti dal mondo
del lavoro. Inoltre, oggi le
numerose manifestazioni di
«disadattamento giovanile»
richiedono un maggiore investimento di tempo ed energie
sul terreno della prevenzione, per far fronte dell’incremento esponenziale delle
richieste educative che la società avanza verso la scuola
dell’obbligo.
Il dato oggettivo ed inoppugnabile è che l’aumento
della mole di lavoro e di responsabilità che
grava sulle spalle dei docenti in generale – e
su quella dei docenti di classe in particolare –
non è stata accompagnata dal benché minimo
riconoscimento. Anzi, nel corso degli ultimi 15
anni i docenti hanno subito una progressiva
ma incessante perdita del loro potere d’acquisto (blocco degli scatti, mancato riconoscimento del rincaro, aggiunta di un’ora-lezione
settimanale, aumento dei contributi pensionistici, diminuzione di due classi salariali per i
neo-assunti). Ancora più nero è il quadro relativo ai giovani che si propongono di diventare
insegnanti, i quali, oltre alle misure ricordate,
devono far fronte ad una formazione sempre
più lunga e onerosa. Quindi: maggiore lavoro
e minore stipendio; maggiore responsabilità e
minore riconoscimento. Una logica poco lungimirante e controproducente, in quanto mina
la qualità della scuola e l’attrattiva della professione docente.
3) La terza indicazione comune riguarda l’opposizione alla logica dei «costi zero» (ossia
l’assioma secondo cui ogni cambiamento o
riforma non deve implicare spese supplementari) e la richiesta di risorse per far fronte ai
bisogni più urgenti. È proprio perché teniamo
alla qualità della scuola, al suo aspetto educativo e al fatto di poter svolgere correttamente
e coscienziosamente il nostro lavoro che abbisogniamo, e pertanto chiediamo, maggiori
risorse.
Di idee e proposte i docenti ne hanno parecchie, come è emerso dai documenti redatti
sino ad ora dalle varie sedi e contrariamente
a chi li accusa di limitarsi a reclamare senza
essere propositivi.
Attendiamo quindi una presa di posizione del
nostro Dipartimento sui materiali prodotti e sulle
proposte formulate in merito al problema della
docenza di classe, con la speranza che si possa
aprire un dibattito che tenga conto dell’avviso
dei docenti, sottraendosi alla gretta logica delle
«riforme a costo zero», che taglia le gambe a
qualsiasi possibile miglioramento. 
Per ulteriori informazioni:
Alberto Gandolla, tel. 079 3337490
Statali
In gita ad Agliè ... un viaggio a ritroso nel tempo
L
o scorso 12 giugno circa una quarantina di impiegati ed ex-impiegati dello
Stato si sono recati in Piemonte.
La meta era il borgo medioevale di Agliè in
provincia di Torino e il Castello ducale, un’imponente costruzione con annesso parco e giardino di notevole interesse. L’edificazione del
nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce, è iniziata nel XII secolo per
conto della famiglia comitale dei San Martino,
originari del Canavese.
Nel 1939 lo Stato acquistò dalla Casa Reale il
castello ora adibito a museo. Negli anni ottanta
è stato oggetto di un ulteriore restauro.
Negli ultimi anni il castello è stato usato come
ambientazione per le serie televisive Maria José
ed Elisa di Rivombrosa.
Il nostro gruppo ha potuto visitare anche le imponenti cucine
recentemente aperte al pubblico dopo importanti lavori di ristrutturazione.
Dopo il pranzo, in un agriturismo situato all’interno di un
centro equestre, ci siamo recati
in una splendida villa di campagna, la casa dove Guido Gozzano soggiornava per lunghi periodi. La villa, il
Meleto, immersa nel verde e circondata da un
giardino romantico con un laghetto, si trova a
circa due chilometri da Agliè. In questo luogo,
ricco di cimeli, Gozzano, ammalato di mal sottile
diede vita ad una ricca produzione poetica. Tra
le mura di questa dimora si ammira eleganza
e raffinatezza, l’ambiente alto
borghese e i numerosi cimeli di
famiglia avvicinano il visitatore
all’opera letteraria di Gozzano
facendo rivivere il mondo racchiuso e silenzioso del Meleto,
la sua camera, le vestigia di
un’epoca e di un sogno.
Poi la visita ad una tipica cantina per eccellenti degustazioni
di vini bianchi, rossi e spumanti del Canavese.
Un grazie a Marisa Cavadini, Liviana Loretini e Sabrina Zanini che, da impareggiabili
organizzatrici, ci hanno permesso di trascorrere questa bella giornata in compagnia e di
corroborare il corpo, oltre che di arricchirci
culturalmente.
12
Attualità  Cultura
24 giugno 2010 il Lavoro
Le sfide proposte dalla «Caritas in veritate»
La cura contro la crisi: realismo,
fraternità nell’impresa e bene comune
In occasione del Congresso il segretariato cantonale dell’OCST ha realizzato
un’intervista con il professor Stefano
Zamagni, consulente della Pontificia
commissione Justitia e Pax, su alcuni
temi proposti dall’enciclica «Caritas in
veritate».
La crisi economica in atto non è passeggera; è piuttosto lo specchio di uno squilibrio
profondo. Quali indicazioni si trovano nella
«Caritas in Veritate» per affrontare i problemi strutturali che hanno generato la crisi?
La crisi in atto è una crisi di tipo entropico,
dunque è diversa dalle crisi che si chiamano
di tipo dialettico. Qual è la differenza? La seguente: che le crisi dialettiche nascono da un
conflitto fondamentale che la società, per una
ragione o per l’altra, non riesce a risolvere.
Le crisi si chiamano di tipo entropico quando
nascono invece da una perdita di senso, quando cioè la società perde il senso del proprio incedere, del proprio agire in ambito economico
come in altri ambiti, ecco che entra in crisi.
Quella di oggi è una crisi di tipo entropico che
è dunque più grave di quella di tipo dialettico. La
Caritas in veritate ha questa caratteristica, quella di offrirci una chiave di lettura della presente
crisi che tenga conto della sua specificità. La
letteratura che oggi esiste, ed è ormai diventata
enorme sulla crisi in atto, focalizza l’attenzione
solamente sulle cause prossime della crisi, non
su quelle remote. Ebbene la Caritas in veritate
compie esattamente questo sforzo. Questa è la
ragione per la quale questa Enciclica sta avendo, in giro per il mondo, un successo che non si
era mai riscontrato con nessuna altra Enciclica,
almeno dei tempi recenti.
Si è assistito negli scorsi anni a una deriva speculativa della finanza e in parte anche dell’economia reale, che ha finito per
assoggettarsi al primato del breve termine.
Come può la finanza riscoprire il suo scopo
originario di sostegno all’attività economica, anziché di speculazione?
Questo è uno dei punti che pure nell’Enciclica
sono sottolineati con forza, e cioè che questa
crisi è conseguenza del fatto che negli ambienti
di natura economica e nei luoghi di produzione
del sapere economico quali sono i dipartimenti
delle più prestigiose università internazionali,
per un insieme di sfortunate ragioni si è diffuso il convincimento in base al quale all’origine
della ricchezza non c’è il lavoro umano ma la
finanza di tipo speculativo.
Questa è stata la perversione di una tradizione di pensiero che durava da secoli che appun-
to poneva il lavoro umano
all’origine di ogni ricchezza. Ad esempio il celebre
libro di Adam Smith «La
ricchezza delle nazioni»
del 1776 dice proprio, in
apertura dell’opera, che
nel momento in cui la finanza cessa di essere
finalizzata, come dice il
termine, alla produzione
di ricchezza e diventi invece finalizzata a se stessa, producendo valore
dalle stesse transazioni
finanziarie, la deriva di
tipo generativo è inevitabile. La parola «finanza»
letteralmente è tutto ciò
che ha un fine, il che vuol
dire che la finanza non può trovare dentro se
stessa il fine del proprio agire. Quello che è accaduto negli ultimi vent’anni o venticinque anni
è esattamente questo e cioè che la finanza è
diventata auto-referenziale, fine a se stessa
e dunque la crisi non poteva che scoppiare
grossa e virulenta come stiamo vedendo.
Si considera generalmente che l’economia
abbia quale unico obiettivo la produzione di
ricchezza. Spetterebbe in un secondo tempo alla politica e al sociale occuparsi della ridistribuzione della ricchezza. Come si
pone l’enciclica rispetto a questo?
L’Enciclica su questo punto dice delle parole
molto forti e chiare al tempo stesso e cioè che
la logica di separazione tra il momento della
produzione della ricchezza e il momento della
sua distribuzione è all’origine delle incongruenze, inefficienze e disastri che osserviamo nelle
nostre società. Non si può separare ciò che
naturalmente appartiene al medesimo processo, perché gli esseri umani mentre producono
ricchezza, al tempo stesso la distribuiscono.
Già ci aveva avvertito un grande economista
francese, Léon Walras, in un libro poco noto di
fine dell’ottocento nel quale usava questa metafora: quando si andasse a mettere mano alla
torta, che rappresenta la ricchezza, per ripartirla mai si potranno compensare le ingiustizie
che sono state commesse per produrre quella
torta. È una bellissima immagine che ci fa capire che la logica dei due tempi, prima la generazione della ricchezza e poi la ripartizione,
è mortifera perché tende a generare ingiustizie
da un lato, ma soprattutto a offendere la dignità della persona umana. Ecco perché l’enciclica dice: dobbiamo ricomporre i due termini.
E questo è il motivo per cui il ripensamento
del ruolo e della funzione
dell’impresa deve essere
rivisto alla luce di questa
considerazione.
Quale responsabilità ricade sull’impresa come cellula primaria dell’attività
economica?
Fino a una trentina di
anni fa, l’opinione comune
tra gli economisti di tutto
il mondo era che l’impresa
fosse un’istituzione destinata a rimanere sul mercato nel lungo termine.
Negli ultimi decenni, sotto
l’influenza di alcuni pensatori influenti negli Stati
Uniti, si è affermata invece l’idea secondo cui l’impresa non sarebbe
nulla più che una merce, in inglese «the firm as
a commodity» l’impresa come merce, che, in
quanto tale, può essere comprata e venduta in
base alle convenienze del momento. È chiaro
allora che se questa concessione, come è accaduto, prende piede, l’imprenditore, o meglio
ancora il manager dell’impresa, non ha nessun
altro scopo che quello di massimizzare i profitti
a breve termine. Se la mia impresa infatti è una
merce che io trovo conveniente vendere oggi
perché il prezzo di vendita è elevato, farò di
tutto per gonfiare il valore della mia impresa
anche eludendo le prassi, e anche, come è accaduto recentemente, commettendo scorrettezze varie di bilancio.
Alla domanda «ma cosa ne è di coloro i quali,
ad esempio i lavoratori, i dipendenti, quando tu
vendessi la tua impresa si troveranno a spasso?», la risposta che viene data nella letteratura
è che di costoro deve farsi carico lo Stato.
E il paradosso è esattamente questo: che
questa teoria del cosiddetto breve termine,
dell’impresa come merce, viene avanzata
come espressione alta del cosiddetto neoliberismo, in base all’idea che il mercato deve
essere lasciato libero. Poi gli stessi autori che
sostengono questa tesi anzi l’hanno prodotta,
sono quelli che invocano l’intervento dello Stato per farsi carico di coloro i quali venissero
espulsi dal processo lavorativo una volta venduta. Ci vuole veramente una bella faccia tosta
per giustificare un’incoerenza di questo tipo.
Uno è libero di essere liberista o no, ma se lo
si è, bisogna esserlo fino in fondo. Sappiamo
tutti che lo Stato interviene con le risorse che i
cittadini, tutti i cittadini, con le loro tasse vanno a determinare. Non si può quindi invocare
l’intervento dello Stato quando fa comodo per
Attualità  Cultura
24 giugno 2010 il Lavoro
ottenere un vantaggio personale.
Gli antichi Romani, che hanno fondato il diritto
non dimentichiamolo mai, avevano una espressione molto chiara al riguardo «cuius commoda
eius et incomoda», cioè se qualcosa ti fa comodo, devi anche subire l’incomodo legato a quella comodità. Oggi invece il cosiddetto pensiero
liberista è tutto meno che liberismo. Si tende
appunto, come si dice, a privatizzare i profitti e
a socializzare le perdite. Questa è un’incoerenza
che non può essere tollerata ulteriormente.
La «Caritas in Veritate» è la prima enciclica
sociale nell’era della globalizzazione. Quali
sono i problemi e le sfide da affrontare che
il Papa evidenzia?
La Caritas in Veritate apre dentro la dottrina
sociale della Chiesa un nuovo ciclo, il ciclo
appunto della post-modernità, caratterizzata
com’è da quel fenomeno di portata epocale
che è appunto la globalizzazione. Così come
la «Centesimus annus» di Giovanni Paolo II è
stata l’ultima enciclica della modernità.
Le sfide che questa enciclica ci invita a raccogliere sono principalmente le seguenti: primo, introdurre il principio di fraternità dentro
l’agire economico. Il Papa dice non basta praticare la fraternità dentro la famiglia, dentro
un club, dentro un’associazione. Sarebbe già
importante, ma non è poi una grande novità. I
rapporti intra-familiari sono tutti rapporti di tipo
fraterno. La sfida che l’enciclica pone agli uomini di buona volontà è di tradurre in pratica il
Inserzione
principio di fraternità dentro l’agire economico,
nella prassi quotidiana che si segue per produrre beni e servizi e generare ricchezza.
Questa è la ragione per la quale alcuni pensatori, gruppi di pensiero soprattutto in America, non hanno perdonato al Papa un’affermazione del genere, che qualcuno ha definito una
bestemmia. Ha bestemmiato perché ha osato
introdurre un principio come quello di fraternità in un ambito che per alcuni secoli si era pensato avesse nulla a che fare con la fraternità.
E il Papa dice non è così perché la persona
umana è un tutt’uno. Io non posso sdoppiarmi,
a meno di diventare schizofrenico e applicare
logiche diverse a seconda appunto del contesto in cui opero, dentro o fuori l’impresa. Io
non posso essere antifraterno dentro la mia
impresa ed essere fraterno al sabato e alla domenica quando vado a fare opera di assistenza o caritativa di un tipo o dell’altro.
La seconda sfida è quella di mettere al centro del discorso e della prassi economica la
categoria di bene comune in sostituzione della
categoria di bene totale. E questa pure è una
novità veramente notevole. Ecco un’ulteriore
ragione per cui questa enciclica sta avendo un
successo ignoto a quelle precedenti. Perché
fino a non molto tempo fa si era creduto che
il bene totale fosse più o meno la stessa cosa
del bene comune. E invece no. Perché il bene
totale è figlio dell’utilitarismo, il bene comune è
figlio dell’etica delle virtù. E la differenza, come
mi sono inventato a beneficio dei miei studen-
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ti qualche tempo fa, è che il bene totale è una
somma, una sommatoria, il bene comune è una
produttoria. Qual’è la proprietà aritmetica di
una somma? Che se anche qualche addendo
viene annullato, la somma resta positiva. In un
prodotto, se anche un solo fattore viene azzerato, l’intero prodotto va a zero. Cosa vuol dire?
Vuol dire che nella logica del bene comune tutti
devono star bene, ovviamente in proporzioni
diverse. Non è accettabile che qualcuno venga
sacrificato sull’altare del bene di qualcun altro.
Nella logica del bene totale, questa invece è la
prassi normale. Si dice lasciamo indietro i bisogni, gli interessi di quel gruppo sociale perché
trasferiamo le nostre attenzioni sull’altro gruppo
sociale, perché il secondo gruppo è più efficiente del primo. Quindi essendo più efficiente,
è più capace di generare ricchezza. Questa è la
logica del bene totale che tende a spezzettare
le nostre società, minandone dunque la coesione sociale. Questa è la seconda sfida.
Infine, la terza sfida che l’enciclica pone è
quella di pensare che nell’epoca della globalizzazione, in cui l’interdipendenza economicafinanziaria ha raggiunto livelli mai conosciuti in
precedenza, non è possibile procedere senza
l’istituzione di una autorità politica mondiale.
Questa è veramente una novità che nell’ultimo
capitolo dell’enciclica ha sorpreso tanti. Attenzione però: l’enciclica parla di autorità politica
mondiale, non parla di governo mondiale. Molti hanno equivocato. Non si parla del governo
del grande fratello, ma di una autorità politica
mondiale che deve presentare due caratteristiche: 1) deve essere di tipo sussidiario; 2)
di tipo poliarchico. Poliarchico vuol dire che i
centri di potere devono essere distribuiti, non
possono essere posti nelle mani di pochi. E
quindi ecco perché l’inesistenza dell’autorità
politica mondiale con le due caratteristiche di
cui ho detto, poliarchica e sussidiaria, è questa mancanza che ci aiuta a capire perché i
problemi ambientali non si riescono a risolvere, perché il problema delle immigrazioni non
riuscireste a risolvere, non si riesce a risolvere
soprattutto l’aumento sistematico e massiccio delle diseguaglianze tra paesi e tra gruppi
sociali all’interno dello stesso paese. Queste
sono le tre sfide che l’enciclica ci invita a raccogliere e possibilmente a vincere.
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Letture
Quando i bimbi li porta l’aeroplano
«Quando i bimbi li porta l’aeroplano» è
un libro co-edito dall’associazione Pro
Etiopia-Infanzia e dalla Salvioni Arti Grafiche, dedicato al tema dell’adozione: da
Addis Abeba alla Svizzera italiana.
I
n circa 120 pagine, sette famiglie della
Svizzera italiana, con sensibilità e schiettezza, raccontano la loro storia adottiva:
dalla scintilla che le ha portate a decidere di
imboccare la strada dell’adozione, al loro cammino sulla strada vera e propria che dal nostro
paese le ha condotte fin nel cuore dell’Africa, in
un orfanotrofio della capitale etiope, fra grande
miseria e grande dignità.
Un cammino familiare, profondo e lontano,
nel quale l’emozione e i sentimenti sono il costante filo conduttore. Un cammino di pazienza
nell’affrontare un percorso non sempre facile,
non sempre diritto e non sempre veloce attraverso le trafile burocratiche, gli ostacoli, gli im-
previsti; un cammino di coraggio nel mettersi
in gioco e nel fare concretamente le valigie per
presentarsi all’appuntamento all’altro capo del
mondo con il proprio figlio.
Nella foto: Bobbià, Schürch, Ortelli.
L’adozione: una scelta forte di speranza per
chi trova una famiglia, ma anche di indubbio
arricchimento esistenziale per chi accoglie.
Una scelta che è una svolta. D’amore.
Si chiamano Fasika, Elleni, Azeb, Abenezer,
Eden, Eline, Yordanos, Fasika e Tewo: sono
loro alcuni fra i primi bimbi giunti nel nostro
cantone attraverso il canale adottivo della Pro
Etiopia-Infanzia, di cui si parla nel libro fra il
2008 e il 2009. Un’occasione per presentare
anche l’Associazione medesima e le sue attività: dall’adozione ai padrinati.
Il libro, interamente a colori, è stato curato
dalla psichiatra e psicoterapeuta Daniela Züllig
e dalla giornalista Monica Piffaretti. È in vendita direttamente tramite l’associazione (www.
proetiopiainfanzia.ch), o rivolgendosi all’editore Salvioni di Bellinzona, o nelle filiali della Migros, che ha gentilmente accettato di mettersi
a disposizione per la distribuzione del volume.
Il costo è di franchi 28.- e gli incassi andranno
totalmente a beneficio dell’Associazione e dei
bimbi etiopi. Si ringraziano anche per il sostegno: la Fondazione Molo di Bellinzona, il Lions
Club e tutti i privati che hanno voluto contribuire al progetto. 
Sport
La carovana del Tour de Suisse a Lugano
Dalla città sul Ceresio, lo
scorso 12 giugno è partito il
74° Tour de Suisse.
La Prologo Lugano è stata vinta dal bernese Fabian
Cancellara, mentre il Tour se
l’è aggiudicato il lussemburghese della Saxo Bank, Frank
Schleck.
Anche noi della redazione
abbiamo vissuto il tour da
vicino.
Armstrong
Arvesen
All’albergo Ceresio erano alloggiate due squadre della carovana partecipante al Tour de
Suisse: il team della Radioshack e il team della
Sky.
È stato molto interessante vedere la grande
mole di lavoro e quanta gente è impegnata per
preparare le biciclette di questi grandi campioni.
Nelle foto un assaggio della preparazione delle
bici per la cronometro di Lugano e gli uomini di
punta delle due squadre, Lance Armstrong della Radioshack e Kurt Asle Arvesen della Sky.
Per la cronaca, Lance Armstrong è arrivato secondo a soli 12 secondi dal vincitore.
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O
CS
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AAPI
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Assemblea cantonale 2010
L’AAPI evolve in… GENERAZIONEPIÙ
G
iovedì 10 giugno si è tenuta
presso il Palazzo della Sopracenerina di Locarno l’assemblea cantonale dell’AAPI-OCST.
Si è trattato di un evento storico per
la nostra associazione perchè è stato
deciso il cambiamento del nome.
L’assise si è svolta alla presenza di
120 delegati appartenenti a tutte le
sezioni del Ticino e ha ospitato molte
autorità.
La giornata è stata inaugurata dalla Santa Messa nella chiesa Nuova di
Santa Maria Assunta, celebrata da don
Angelo Moioli e dall’arciprete di Locarno don Carmelo Andreatta. Un momento spiritualmente significativo che
è stato arricchito da canti e musiche.
I festeggiamenti sono proseguiti con
il pranzo ufficiale nella corte del Palazzo SES. Oltre ai numerosi delegati erano pure presenti, quali graditi ospiti, il
presidente onorario dell’OCST Romano Rossi e il vice-segretario regionale
dell’OCST Marco Pellegrini.
Alle 14.00 sono iniziati i lavori assembleari ben diretti dal presidente della
sezione del Locarnese Luigi Malinverno che ha ricordato che «l’assemblea
è una valida occasione per dare insieme uno sguardo al passato e ricaricarsi
per il futuro».
Il saluto dell’autorità comunale è stato portato dal sindaco di Locarno Carla Speziali la quale si è complimentata
per l’intensa attività dell’associazione
e ha fatto i suoi migliori auguri per il
Trentesimo di attività. Ha poi aggiunto
che la politica non si deve dimenticare
degli anziani e, ricordato un proverbio
africano: «Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada».
Molto gradito è pure stato l’intervento del Presidente del Governo on. Luigi
Pedrazzini che ha fatto una riflessione
sul pensionamento, facendo anche riferimento all’abbandono della sua carica nel Consiglio di Stato. «Partirò per
il cammino di Compostela», ha detto.
Il neo presidente dell’OCST Bruno
Ongaro ha detto: «ho toccato con
mano la crescita del Cantone e i sacrifici che le persone della vostra generazione hanno fatto. Ora bisogna reinsegnare ai giovani la strada giusta».
Si è poi espresso il presidente cantonale dell’AAPI Giacomo Falconi che
Da sinistra: Marco Pellegrini, vice-segretario regionale dell’OCST del Sopraceneri, Mario Albi, rappresentante
Generali Assicurazioni, Claudio Franscella, segretario cantonale della nuova GenerazionePiù, Carla Speziali,
Sindaco di Locarno, Bruno Ongaro, Presidente dell’OCST, Luigi Pedrazzini, Presidente del Governo e Giacomo
Falconi, Presidente di GenerazionePiù.
Da AAPI
a GENERAZIONEPIÙ
L’assemblea ha approvato all’unanimità il cambiamento di nome
dell’associazione da AAPI a GENERAZIONEPIÙ. Nell’intestazione delle
pagine de «il Lavoro» dedicate alla
nostra associazione trovate il vecchio ed il nuovo logo.
GenerazionePiù è un nome semplice
e diretto, un nome che gioca sul
significato di somma di generazioni (terza, quarta, quinta età), ma
soprattutto che rappresenta bene
come gli anziani vivano una vita
più ricca. «Il Più nel nostro nuovo
nome, ha detto il presidente Falconi,
rappresenta l’apporto della nostra
associazione: i valori e i principi che
aggiungono senso al tempo dell’anziano. L’omino, ereditato dal logo
precedente, tende le braccia verso
l’alto e verso il futuro».
GenerazionePiù, rappresenta i «nuovi
anziani», mai isolati ed emarginati,
ma attivi e capaci di creare, aperti a
nuovi interessi e ad un nuovo stato
di appartenenza.
ha ringraziato tutti i membri dell’associazione per il loro impegno e ha sottolineato l’importanza dell’occasione.
«Il nuovo logo che proponiamo dà un
senso di continuità tramite l’omino
che alza le braccia verso il cielo, ma è
più incisivo e più scorrevole».
Ha poi preso la parola il segretario
cantonale dell’Associazione Claudio
Franscella che, oltre ad esporre il ricco e variegato programma di attività
2009 si è soffermato sul 2010, anno
dei festeggiamenti del Trentesimo di
fondazione dell’associazione ed in
particolare sulla giornata commemorativa del 24 settembre 2010 al Palazzo dei Congressi a Lugano dove, per
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l’occasione, saranno presenti numerose autorità politiche, istituzionali e
religiose, tra le quali Mons. Piergiacomo Grampa, Vescovo di Lugano, il
sindaco di Lugano Giorgio Giudici, la
consigliera di stato Patrizia Pesenti e
il prof. Alberto Gandolla che esporrà
una relazione sui trent’anni dell’associazione. Il segretario cantonale ha
poi esposto alcune cifre significative
in merito all’attività 2009 dell’Associazione, in particolare ha segnalato che
«più di 100 sono stati gli appuntamenti di carattere culturale, informativo,
ricreativo e spirituale organizzati sul
territorio durante l’anno e quasi 5mila
sono stati i partecipanti a queste attività». Una partecipazione massiccia
che dimostra la grande vitalità dell’Associazione e la voglia di partecipazione da parte dei numerosi associati.
L’assemblea ha poi approvato
all’unanimità con un lungo applauso
il cambiamento di nome
dell’associazione da AAPI
a GENERAZIONEPIÙ (vedi
riquadro nella pagina a fianco). Sono stati numerosi gli
interventi di apprezzamento
dei delegati.
Sono poi state presentate
due proposte da parte della
sezione del Mendrisiotto: la
prima chiede di trovare delle
soluzioni alla frammentazione delle informazioni sui vari
Luigi Malinverno, presidente, e Clementino Leonardi, segretario
servizi e sulle associazioni
della sezione GenerazionePiù di Locarno.
che si occupano di anziani
presenti sul territorio cantonale, magari attraverso un
delle persone beneficiarie dell’AVS.
opuscolo guida di facile consultazioL’assemblea si è conclusa con i rinne e un portale dedicato alla terza età. graziamenti al presidente Luigi MaLa seconda, in ambito delle misure di linverno, al segretario Clementino
contenimento del traffico, chiede un Leonardi e a tutta la sezione di Locarabbassamento delle tariffe relative no, per l’ottima organizzazione della
all’abbonamento Arcobaleno a favore giornata.
Soggiorni
Pieno successo per il soggiorno marittimo a Jesolo
D
al 6 al 16 giugno si è tenuto a Jesolo il secondo soggiorno 2010 organizzato
dalla nostra Associazione. I quarantacinque partecipanti hanno potuto
godere dell’ottima qualità delle offerte
proposte dall’albergo Vidi Miramare e
Delfino e, soprattutto, del bel tempo,
che per tutto il soggiorno ha accompagnato i numerosi partecipanti.
Ottima è stata la conduzione da parte della capogruppo Claudia Righetti
che ha intrattenuto gli associati con
partite di bocce, tornei di carte, gin-
nastica ed escursioni. Da segnalare a
questo proposito la bellissima visita
culturale a Treviso.
Gradita è poi stata la visita del segretario cantonale
Claudio Franscella che si
è intrattenuto per qualche
giorno, costatando di persona l’ottimo ambiente e lo
spirito di amicizia che si è
venuto a creare all’interno
del gruppo.
Visto l’ottimo indice di gradimento ottenuto, questo
soggiorno sarà sicuramente ripetuto
anche nel 2011. 
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Sezione Mendrisiotto
In gita alla scoperta del Vallese
Lorenzo Fontana
N
el mese di maggio, martedì
18 e mercoledì 19, una trentina di pensionati di GENERAZIONEPIÙ, si sono recati per una
gita di due giorni nel canton Vallese.
Il gruppo, partito da Mendrisio, via
Varese, con un comodo torpedone
della Posta ha raggiunto Sion verso
le 11.30. Dopo l’assegnazione delle
camere, un gustoso pranzo all’albergo Castel.
Nel pomeriggio visita alla cattedrale, e per i più arditi, dopo un cammino di circa 50 minuti su un’impervia
stradicciola da cui si
gode uno splendido
panorama sulla sottostante cittadina di
oltre 30.000 abitanti,
visita al castello di
Tourbillon.
Lungo la valle del
Rodano, Sion è la
più antica città della
Svizzera, offre al turi-
sta molteplici attrattive. Capitale bilingue del canton Vallese è un’elegante
«città giardino».
In serata alla Cave de Tous-Vent, caratteristica cantina della città, abbiamo gustato un’ottima chinoise.
Mercoledì, dopo la colazione partenza per St. Maurice, visita alla basilica
del Santo ricostruita dopo la Seconda
Guerra mondiale. Molto interessante
la visita con le competenti spiegazioni
della guida, il reverendo don Mornet,
al tipico fonte battesimale, ora fontana
nella torre romana, nonchè tesoretto.
Nel 1948 questa basilica ha ricevuto il
titolo di basilica minore.
Dopo il pranzo a
Leytron e il tempo
per effettuare alcuni
acquisti, rientro in
Ticino.
Un sentito grazie
alla signora Eliana
Cavadini e a Carlo
Fontana per la perfetta organizzazione
della gita. 
In trenino da
St. Moritz a Tirano
Carlo Fontana
N
ell’anno del centenario del
«Bernina-Express», patrimonio mondiale dell’Unesco, cinquanta iscritti, lo scorso 8
giugno, hanno goduto di una spettacolare gita a bordo del famoso trenino
rosso. Un secondo turno effettuerà la
stessa gita il prossimo 15 settembre.
Favolosi scenari, gallerie, ponti, vette
che s’innalzano orgogliose dai 3.000
ai 4.000 metri, ghiacciai, laghetti alpini, e a Brusio lo stupendo giro elicoidale che su un grande cerchio dai
2.553 metri arriva ai 429 metri di Tirano, con oltre 1.800 metri di dislivello.
Il tutto è visibile dalle finestre panoramiche che permettono visioni incredibili e uniche.
Inserzione
A Tirano un buon pranzo a base di
prodotti tipici e poi una visita al bellissimo santuario mariano, ricco di storia
cinquecentesca e arte barocca.
Questo sogno si avvererà ancora
mercoledì 15 settembre.
Attendiamo dagli iscritti molto interesse per questa particolare gita! 
Foto: Carla Piffaretti
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Sezione Locarno
Locarno – Colmar, quattro giorni nella stupenda Alsazia
D
al 26 al 29 maggio scorso
l’associazione Anziani di Locarno ha effettuato una bellissima trasferta con meta Colmar (F)
nell’accogliente regione alsaziana. Nel
viaggio d’andata sosta a Basilea per la
visita al Centro Storico della città comprendente, tra l’altro, luoghi di particolare interesse come la Cattedrale del
trecento, il Chiostro e il coloratissimo
palazzo del Municipio. Dopo il pranzo
proseguimento per Colmar, città scelta
come base del nostro soggiorno. Il pittoresco centro cittadino è un intreccio
di vie pedonali con edifici in stile alsaziano che risalgono al medioevo e al
rinascimento con case a graticcio, in
legno e muratura, dipinte con colori vivaci che danno un tono particolare alla
città. Città che abbiamo potuto visitare
in diversi momenti e ammirare l’enorme sforzo profuso per il restauro degli
edifici, pubblici e privati.
Poco distante da Colmar si trova Strasburgo che abbiamo raggiunto percorrendo la «strada del vino» nota per la
grande superficie coltivata con vitigni
pregiati come il Riesling e i vari Pinot.
Lungo questo percorso, dopo aver
ammirato una nutrita colonia di cicogne, la sosta ad Obernai, uno dei pochi
villaggi alsaziani ad aver conservato le
sue fortificazioni, con i suoi bastioni
e le sue torri (XIII Sec.). Qui abbiamo
pure potuto ammirare e servirci di un
variegato e singolare mercatino.
Arrivati a Strasburgo subito a tavola
per un delizioso pranzo. Nel pomeriggio visita del Centro storico con la Cattedrale di Notre Dame, l’antico quartiere «Petite France» e, in pulmann, la
visita della zona moderna della città e
della sede del Consiglio d’Europa e
del parlamento europeo.
Il terzo giorno, dopo la visita guidata
di Colmar, proseguimento per Friburgo in Brisgovia, (D). Pranzo nel ristorante più antico della Germania e poi
visita di questa città, capitale della
Foresta Nera che offre al turista una
bellissima immagine del suo centro
storico che racchiude, fra vicoli e piazzette, interessanti capolavori come il
Rathausplatz, con il Vecchio (1556) e
il Nuovo Municipio (1896), la chiesa di
S.Martino, il Duomo, considerato uno
dei più importanti edifici gotici della
Germania.
Anche in vacanza i giorni passano in
fretta, ma il giorno del rientro ci offre
ancora un’interessante sosta a Mulhouse: breve visita di questa moderna
città industriale e soprattutto visita al
prestigioso Museo Nazionale dell’Automobile. Difficile spiegare la sensazione che si prova trovandosi circondati
da un enorme numero di autovetture di
ogni stile e epoca delle più prestigiose
marche di tutto il mondo: Bugatti, Rolls Royce, Mercedes, Peugeot, Ferrari,
Chevrolet, Alfa Romeo, ecc. All’interno dell’immenso padiglione un trenino
porta i visitatori attraverso le varie corsie per poter ammirare questi gioielli,
lasciando poi ai singoli la consolazione di immortalare le macchine ritenute
più interessanti. Le foto, anche se ben
riuscite, sono pur sempre solo… foto.
Dopo questa entusiasmante visita, la
comitiva riprende il viaggio di ritorno,
tutti soddisfatti per aver trascorso una
nuova bella esperienza. Le guide che
ci hanno accompagnato nelle varie
località hanno contribuito, con spiegazioni professionali e competenti, ad
arricchirci culturalmente. Un plauso
alla ditta Giosy Tours e all’autista Angelo per l’impeccabile servizio reso. 
Agenda
Luganese
 Giovedì 8 luglio, Visita al Museo
del Malcantone a Curio e al Nucleo
di Sessa. Ore 13 partenza dalla sede,
a Curio visita guidata al museo del
Malcantone, a Sessa visita nucleo,
ore 17 al Grotto Collina merenda. La
trasferta avviene con veicoli privati.
Contributo di partecipazione: fr. 25.tutto compreso. Iscrizioni: tel. 091
9102021 entro il 30 giugno.
 Giovedì 9 settembre,Gita a Tirano, passo del Bernina, St. Moritz,
col trenino rosso del Bernina. Costo
fr. 80.- Iscrizioni: tel. 091 9102021.
 Venerdì 8 ottobre, gita a Parma,
visita teatro Regio con guida. Visita
casa Guareschi a Brescello. Pranzo
ristorante «Al vedel» a Colorno-Parma. Costo: fr. 90 tutto compreso.
Iscrizioni: tel. 091 9102021.
 Sabato 27 e domenica 28 novembre, gita a Basilea. Visita della città
con guida, museo Tinguely, visita ai
mercatini, cena in hotel (in centro).
Domenica mattinata libera, partenza da Basilea verso le 11.30. Costo:
fr. 220.- compresi camera doppia,
trasporto, albergo, cena, colazione,
guida per visita città. Suppl. singola:
fr. 30. Iscrizioni: tel. 091 9102021.
Tre Valli
Mercoledì 30 giugno, giornata
ricreativa laghetti Audan - Ambrì.
Pranzo al grotto laghetti Audan.
 Dal 9 all’11 settembre, Gita a
Camogli-Portofino-S.Margherita Ligure. Costo: fr. 685 tutto compreso,
ingresso San Fruttuoso, guida, battello. Suppl. singola fr. 65. Tel. 091
8730120, OCST Biasca.

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Sindacato Interprofessionale - Pagina a cura di Angela M. Carlucci*
24 giugno 2010 il Lavoro
Parità di genere
Serve dare nuovo impulso
O
gni anno la Commissione europea
sottopone al Consiglio europeo una Relazione
sui progressi compiuti per
promuovere la parità di genere negli Stati membri dell’Ue
e presenta le sfide e le priorità per il futuro. Nonostante
l’evoluzione positiva verso
una società e un mercato del
lavoro più egualitari, le disparità tra donne e uomini persistono, mentre l’attuale crisi
economica fa temere che i
risultati ottenuti in fatto di pari
opportunità possano essere compromessi e
che gli effetti della recessione possano farsi
sentire maggiormente sulle donne. «Il rallentamento dell’attività economica potrebbe essere utilizzato per giustificare una limitazione
o un taglio delle misure a favore della parità,
rischio questo confermato dall’analisi delle risposte nazionali alla crisi» osserva la Commissione europea, secondo cui però questi tempi
di crisi rappresentano anche un’occasione per
introdurre cambiamenti, in quanto la parità di
genere costituisce uno dei presupposti per la
crescita sostenibile, l’occupazione, la competitività e la coesione sociale.
tere in evidenza la necessità
di efficaci misure a favore
dell’inclusione dei gruppi vulnerabili; infine, quest’anno è
il quindicesimo anniversario
della piattaforma d’azione di
Pechino, occasione per valutare i progressi realizzati nei
diversi settori d’azione per la
parità di genere.
Le disparità tra donne e uomini
La Relazione sulla Parità tra
donne e uomini 2010, presentata dalla Commissione europea nel dicembre 2009, presenta un quadro
approfondito della situazione europea e sottolinea che «la lotta contro le diseguaglianze
persistenti tra le donne e gli uomini in tutte
le sfere della società rappresenta una sfida
a lungo termine in quanto comporta cambiamenti strutturali e comportamentali e una ridefinizione dei ruoli delle donne e degli uomini».
I progressi sono lenti, osserva la Relazione,
e le disparità di genere persistono a livello di
tassi d’occupazione, di retribuzione, di orario
di lavoro, di accesso a posti di responsabilità,
di condivisione delle responsabilità in materia
di impegni familiari e domestici e di rischio di
povertà.
Il 2010, poi, può essere l’occasione per creare maggiori sinergie tra le diverse strategie
che devono essere riesaminate: la Commissione europea rinnoverà il suo impegno a
favore della parità di genere adottando una
strategia che succederà all’attuale tabella di
marcia; la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione sarà aggiornata ed è importante che la parità di genere sia integrata
nella nuova strategia Europa 2020; il 2010 è
l’Anno europeo della lotta contro la povertà e
l’esclusione sociale, il che consentirà di metInserzione
La Commissione nota come l’esperienza
delle crisi del passato riveli che il tasso d’occupazione degli uomini risalga in generale più
rapidamente di quello delle donne e che in
caso di perdita del lavoro il rischio di non essere riassunti è più elevato per le donne. Inoltre, osserva la Relazione, è più probabile che
le donne siano svantaggiate sul mercato del
lavoro perché, ad esempio, tra le donne è più
elevata la percentuale di contratti precari e di
lavoro part-time non scelto e perché persistono disparità salariali a loro svantaggio, «con
conseguenti ripercussioni sul livello di reddito
nell’arco della loro vita, sulla protezione sociale e sulle pensioni e tassi di rischio di povertà
più elevati, in particolare tra le pensionate»: nel
2007, il tasso di rischio di povertà delle donne (17%) superava quello degli uomini (15%);
inoltre, il divario era particolarmente marcato
tra le persone anziane (22% delle donne rispetto al 17% degli uomini) e le famiglie monoparentali (34%). «Le famiglie subiranno una
maggiore perdita di reddito (a causa della perdita del lavoro) nei Paesi dove predomina ancora il modello dell’uomo-capofamiglia come
unico percettore di reddito, il che evidenzia la
necessità di promuovere ulteriormente il modello della famiglia a doppio reddito» sottolinea la Commissione europea.
Le sfide future per la parità di genere
La Relazione della Commissione ritiene poi
importante che, oltre all’attuale crisi economica e ai suoi effetti sui lavoratori di entrambi i
sessi, siano considerate le sfide a più lungo
termine che influiscono sulla parità di genere
sul mercato del lavoro. Ad esempio, benché
il livello d’istruzione femminile sia aumentato
considerevolmente negli ultimi anni e il numero delle laureate sia oggi superiore a quello dei
laureati (59% dei laureati in tutte le discipline
nel 2006 nell’Ue), le donne restano concentrate in settori tradizionalmente «femminilizzati»
e spesso meno retribuiti (servizi medico-sanitari e di assistenza, istruzione, ecc.) e occupano meno posti di responsabilità in tutte le
sfere della società. La mancanza d’accesso ai
servizi di assistenza per le persone dipendenti (bambini, disabili, anziani), a regimi di congedo
adeguati e a formule di lavoro
flessibili per entrambi i genitori
spesso impedisce alle donne di
partecipare al mercato del lavoro o di lavorare a tempo pieno,
osserva la Relazione: nel 2008, il
31,1% delle donne ha lavorato a
tempo parziale rispetto al 7,9%
degli uomini; «tenendo conto del
tasso d’occupazione espresso in
equivalenti a tempo pieno, la disparità tra donne e uomini risulta
soltanto leggermente ridotta dal
2003 ad oggi, anzi, in nove Stati
membri si è addirittura aggravata».
Le donne con bambini lavorano meno
(-11,5%) di quelle che non ne hanno, mentre gli uomini che sono padri lavorano più di
quelli che non lo sono (+6,8%). «Questa forte incidenza della paternità/maternità sulla
partecipazione al mercato del lavoro è legata alla suddivisione dei ruoli tradizionali e alla
mancanza in molti Stati membri di strutture
di accoglienza dell’infanzia» spiega la Commissione, rilevando che nonostante l’aumento
dell’offerta di servizi di assistenza all’infanzia
in linea con gli obiettivi europei, in molti Paesi i tassi di disponibilità non soddisfano tali
obiettivi, in particolare per i bambini al di sotto
dei 3 anni.
24 giugno 2010 il Lavoro
Pagina a cura di Angela Carlucci* - Sindacato Interprofessionale
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Edilizia principale
Un unico contratto collettivo (CCL)
per i capimastro
Dopo intense trattative, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC),
le organizzazioni dei quadri ed i sindacati Syna e Unia hanno concordato, l’11
giugno 2010, un contratto collettivo di
lavoro (CCL) solo per i capimastro nel
settore principale della costruzione. La
nuova convenzione entrerà in vigore
con effetto retroattivo a partire dal 1°
giugno 2010.
N
egli ultimi anni, erano in vigore due
accordi per i quadri: in primo luogo
quello della SSIC concluso con i dirigenti delle organizzazioni dei quadri svizzeri e
l'Associazione svizzera dei dirigenti e, dall'altro, quello firmato con i sindacati Syna ed
Unia. Il nuovo comune CCL corrisponde pienamente al contenuto del CCL concluso con le
organizzazioni dei quadri, a cui i due sindacati
hanno ora aderito. Il CCL regola le principali
condizioni di lavoro per capimastro dell’edilizia principale, che in veste di quadri, svolgono
compiti centrali nei cantieri edili. Oltre al salario
minimo prescritto, sono stabiliti nella presente
convenzione anche l'orario di lavoro per i dirigenti nonché le condizioni di tutela contro il
licenziamento.
La SSIC accoglie con favore la sottoscrizione
della nuova convenzione unica, soprattutto per
il fatto che la creazione di condizioni di lavoro
uniformi in una convenzione unica riduce il lavoro amministrativo per i datori di lavoro. Per
le organizzazioni dei lavoratori, il vantaggio è
che non ci saranno diversi ordinamenti.
Ciò rende più chiara la situazione per i capimastro e rafforza le condizioni giuridiche di
questi dipendenti edili. La presente convenzione è applicabile a tutti i capimastro che
sono membri di organizzazioni dei quadri e dei
sindacati. Le parti contraenti hanno deciso di
negoziare anche quest'anno sui possibili futuri
adeguamenti e sulla questione della dichiarazione di obbligatorietà generale della convenzione (CCL). 
Per la crescita servono donne in posizioni
chiave
«Se l’Europa intende seriamente uscire dalla
crisi e diventare un’economia competitiva grazie a una crescita intelligente e inclusiva, dovrà
sfruttare meglio il talento e le capacità delle
donne» sostiene la Commissione europea in
una Relazione pubblicata il 25 marzo scorso.
Intitolata More women in senior positions – key
to economic stability and growth, la Relazione
evidenzia infatti come le donne continuino a
essere pesantemente sottorappresentate nei
processi decisionali.
Nel mondo delle imprese, i membri dei consigli di amministrazione delle maggiori società
europee quotate in borsa sono uomini in circa l’89% dei casi. La disparità si accentua poi
ai più alti gradi dirigenziali, dove solo nel 3%
dei casi le donne guidano una grande impresa
quotata in borsa.
La Norvegia si distingue come unico Paese
con una situazione prossima all’uguaglianza
di genere: i consigli di amministrazione sono
composti per il 42% da donne e per il 58% da
uomini, frutto di una ripartizione stabilita per
legge.
Per quanto riguarda invece il processo decisionale politico, il Parlamento europeo è l’assemblea caratterizzata dal maggior grado di
parità uomo-donna, con il 35% di deputate
e il 65% di deputati. La percentuale di donne
elette nei Parlamenti nazionali in Europa è cresciuta nell’insieme dal 16% nel 1997 al 24%
nel 2009, ma si tratta di una percentuale ancora molto inferiore alla cosiddetta massa critica
del 30% ritenuta necessaria perché le donne
possano esercitare un’influenza significativa in
politica.
La situazione dei governi nazionali mostra
uno stabile miglioramento, con una percentuale di donne ministre nei governi dell’Ue pari
al 27%, mentre la nuova Commissione europea, composta da 9 commissarie donne (33%)
e 18 uomini (67%), totalizza il miglior risultato
in termini di parità di genere registrando un
netto aumento rispetto al 5,6% del periodo
Per informazioni:
Tedesco:
Ernst Zülle, Responsabile del settore principale
della costruzione
Mobile 079 276 63 79
ernst.zuelle @ syna.ch
francese:
Eric Favre, Responsabile per il CCL dei capomastri
Mobile 079 633 42 93
eric.favre @ syna.ch
1994/1995.
«È però necessario un netto miglioramento
della situazione» sottolinea la Commissione
europea, che pone l’uguaglianza di genere al
centro della strategia Europa 2020.
Vari studi mostrano infatti i notevoli benefici
della diversificazione di genere, dimostrando il
nesso positivo tra la percentuale di donne in
posizioni chiave e le prestazioni aziendali. Uno
studio condotto in Finlandia rileva ad esempio
che le imprese dove le donne e gli uomini sono
equamente rappresentati nel consiglio di amministrazione sono in media più proficue del
10% rispetto a quelle dirette da soli uomini,
mentre una ricerca realizzata nel 2009 durante
la presidenza svedese dell’Ue ha evidenziato
come l’eliminazione negli Stati membri della
disparità occupazionale uomo-donna potrebbe produrre un incremento potenziale del Pil
fra il 15% e il 45%. 
fonte: http://ec.europa.eu/social/
22
Sindacato Interprofessionale - Pagina a cura di Rogério Sampaio
24 giugno 2010 il Lavoro
Construção civil
Um único contrato colectivo (CCT)
para capatazes é realidade
A
pós intensas negociações, a Sociedade Suíça de empresários construtores (SSEC), as organizações de
quadros, os sindicatos Unia Syna acordaram
a 11 de Junho de 2010 um novo Contrato colectivo de trabalho (CCT) só para os capatazes
do sector principal da construção civil. A nova
Convenção entrará em vigor com efeitos retroactivos a 1 de Junho de 2010.
Nos últimos anos, existiam dois contratos
colectivos em vigor para os Quadros: Um con-
trato colectivo entre SSIC e as organizações
de gestão da Suíça e da Associação Suíça
dos gestores e outro com os sindicatos Unia
e Syna. O novo CCT comum corresponde
plenamente ao conteúdo do CCT celebrados
com organizações de quadros, em que os dois
sindicatos aderiram. O CCT regula as principais condições de trabalho, dos capatazes,
na qualidade de quadros desempenham uma
função fundamental nos estaleiros de obras.
Além dos requisitos de salários mínimos são
estabelecidos na presente Convenção, incluindo trabalhos especiais para quadros e as
condições de protecção contra o despedimento.
A Sociedade Suiça de Empresários Construtores congratula-se com a assinatura da nova
Convenção Única, especialmente pelo fato de
que a criação de condições de trabalho em
um acordo uniforme único reduz a burocracia
para os empregadores. Para os trabalhadores organizados, a vantagem é que deixam
de existir diferentes sistemas. Esta alteração
clarifica a situação dos Capatazes e reforça
a defesa jurídica desses trabalhadores. Esta
Convenção é aplicável a todos os capatazes membros de sindicatos e organização de
quadros. As partes concordaram em negociar
novamente este ano sobre possíveis ajustes
futuros e a questão declaração de obrigatoriedade geral da Convenção (CCT). 
Mais informações:
Alemão:
Zülle Ernst, Responsável da construção civil
Mobile 079 276 63 79
ernst.zuelle @ syna.ch
Francês:
Eric Favre, responsável do CCT para capatazes da
zona francesa.
Mobile 079 633 42 93
eric.favre @ syna.ch
Sector cabeleireiros
Novo CCT contrato colectivo de trabalho
Melhores condições de trabalho para os
trabalhadores Cabeleireiros
Os trabalhadores do sector cabeleireiros
podem respirar de alívio novamente. O longo tempo sem contrato colectivo terminou há
uma semana.
A partir de 1 Junho 2010 até o final de 2012,
entrou novamente em vigor uma convenção
colectiva de trabalho (CCT), que protege contra o dumping salarial.
Todos os parceiros contratantes e parceiros
dão sector de cabeleireiros estão de acordo
com o CCT e com a obrigatoriedade geral
(AVE) e que deveria entrar em vigor a partir de
1 Janeiro de 2010.
Apesar de grandes esforços para chegar a
um consenso, os empregadores apresentaram várias objecções. Assim, a obrigatoriedade geral desejado foi adiada por uns meses.
É provável, que alguns patrões tenham beneficiado deste interregno sem contrato para
reduzir os salários. Os empregadores criticavam principalmente o salário base de 3.400
francos. Tal critica na perspectiva da Syna não
deve ser considerado como obstáculo para a
obrigatoriedade geral do CCT.
CCT, sem qualquer protecção contra o
dumping salarial
A ausência de contrato colectivo abre as
portas para reduzir a um mínimo as condições
de trabalho. Nessas circunstâncias só o empregador é que dita as condições de trabalho.
Toda a indústria precisa de um acordo colectivo de trabalho, as regras contra o dumping
salarial e a concorrência desleal. Só assim os
empregados, especialmente aqueles que são
efectivamente desprotegidos nos sectores
com baixos salários e condições de trabalho
desfavoráveis possam ser protegidos. Com
a obrigatoriedade geral deste contrato a protecção é reforçada.
Outras melhorias essenciais
Com o novo CCT, o primeiro objectivo rumo
as boas condições de trabalho no sector de
cabeleireiros foi alcançado. Além disso, foi criado um novo escritório, que monitorizará à implementação acima de tudo, do cumprimento
e aplicação da CCT. No entanto, deve ser negociado nos próximos anos, novas melhorias
substanciais. Entre as reivindicações, há ainda, o 13 º salário, benefícios de férias e uma
melhoria dos salários base. Temas sempre
presente na lista de reivindicações do sindicato Syna e que continuarão a constar.
Mais informações:
Alemão
Guido Bechtiger, Secretário responsável pelo sector
de Cabeleireiros
Tel. 044 279 71 09
[email protected]
Giornale Aperto
24 giugno 2010 il Lavoro
23
Le Domande dei Lettori
Pensionato italiano e dichiarazione dei redditi, cosa fare?
Sono un pensionato italiano, ormai da 40 anni
domiciliato in Svizzera. Da alcuni mesi ho trasferito il mio domicilio da Lugano a Taverne.
A causa del cambiamento di residenza ho
ricevuto solamente in questi giorni una busta
dall’INPS italiano, recante il vecchio indirizzo,
con inseriti una serie di documenti che, mi
sembra di avere capito, sono da compilare e
spedire. Nella lettera di accompagnamento
mi viene richiesto di indicare il reddito della
rendita svizzera: cosa devo fare?
Franco C., Taverne
Carissimo Franco,
ti consiglio di presentarti in uno dei nostri uffici, il più vicino a te è a Lamone, con i documenti che hai ricevuto. I nostri incaricati provvederanno a segnalare all’INPS il tuo nuovo
indirizzo di residenza e compileranno i formulari che hai ricevuto. In effetti l’INPS ha spedito
nei mesi passati a tutti i pensionati una serie di
documenti, tra i quali vi sono due formulari che
devono essere ritornati: si tratta del modello
denominato «RED/EST» ed il modello delle detrazioni fiscali. Per permetterci di compilare i
formulari ti invitiamo a portare i certificati delle rendite svizzere (AVS e eventuale secondo
pilastro), oltre alla certificazione derivante da
eventuali altri redditi percepiti nell’anno 2009,
ed il tuo documento d’identità. Se sei coniugato dovrai portare i medesimi documenti reddituali di tua moglie.
Hai la possibilità di prenotare un appuntamento per la compilazione telefonando al
numero 091 6460701 ed indicando al nostro
incaricato la nostra sede più vicina alla tua abitazione.
In attesa di poterti incontrare, colgo l’occasione per salutarti cordialmente. 
Roberto Crugnola
Patronato Inas Cisl Frontalierato Svizzera
 Sedi patronato INAS Cisl:
Mendrisio:
Presso OCST-Via G. Lanz 25
Tel. 091-6405111; Fax 091-6467452
E mail: [email protected]
Chiasso:
Presso OCST-Via Bossi 12/D (3° piano)
Tel. 091-6825501
Lamone:
Presso OCST- Via Cantonale , località Ostarietta,
Tel. 091-9660063
Locarno:
Presso OCST-Via della Posta, angolo via Lavizzari
Tel. 091-7513052; Fax 091-7514928
E mail: [email protected]
Bellinzona:
Presso OCST- Via Magoria 4
Centro Cervia Tel. 091-8214151
Santa Maria Maggiore: (VB) Sala Mandamentale
VITA NOSTRA
„„
Felicitazioni
• a Lorenzo Saggin, socio segretariato del Luganese, e
Antonella, per la nascita di Fabio, al quale auguriamo ogni
bene accanto ai fratellini Giada e Mirko.
• a Christian Di Bari, socio settore Autorimesse, e a Mariella Agnoli, per la nascita di Francesca, alla quale auguriamo un futuro sereno accanto alla sorella Silvia.
• a Giuseppina e Riccardo De Maria, fedele abbonato,
per la nascita di Sara, alla quale auguriamo un futuro radioso e ricco di ogni bene.
• a Roger Sassi, socio sezione Piastrelle, e Simona, per la
nascita di Martino Paride, con tanti auguri di ogni bene.
• a Paolo Galbani, socio settore Forestali, e a Deborah
Scoglio di Mezzovico, per la nascita di Eloise, alla quale
auguriamo un futuro di cose meravigliose.
• a Diego Tiraboschi di Noavaggio, socio settore Pittori
e a Tatiana, per la nascita di Ian, al quale auguriamo
tante cose belle.
• alla famiglia di Giorgio Alvarez, socio settore Ospedali,
e Sara, allietata dalla nascita di Yael, con tanti auguri di
un futuro meraviglioso.
• a Monica Felix Longo, socia e delegata sindacale del
Casinò Lugano, e al marito Ronnie, per la nascita della
secondogenita Aura, alla quale auguriamo ogni bene.
• a Maud Toffano, socia settore Chimica, e a Fabrizio Lan-
Editore
Organizzazione cristiano-sociale ticinese
Redazione e amministrazione
Responsabile: Benedetta Rigotti
In redazione: Maurizia Conti
tel. 0919211551 ; fax 0919242471
via Balestra 19, 6900 Lugano
[email protected]
doni, per la nascita di Enea, con l’augurio di tante cose belle.
• alla cara Antonella Sicurello, al marito Donato Colucci, a
gli zii, ai cuginetti e ai nonni, specialmente a Salvatore e
Dorotea, soci anziani, per la nascita del piccolo Manuel.
„„Condoglianze
• ai figli Giovanna e Francesco, al fratello Elvezio e familiari tutti, per la perdita della loro cara congiunta Maria
Ghioldi Schweizer di Mendrisio, socia Anziani OCST.
• a Luciano e Sergio Vanza, soci Anziani Regione Tre
Valli, ai familiari e parenti tutti, per la dipartita del loro
caro Vincenzo Vanza.
• alla moglie Antonella, al figlio Ivan, ai familiari tutti, per la
prematura scomparsa del loro caro congiunto Luigi Pagno
di Cerano Intelvi, socio settore Pavimentazioni stradali.
• alla moglie Valeria, alle figlie Roberta e Rosalia con
Luca, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del loro
caro congiunto Giuseppe Conselvan, socio Anziani segretariato Luganese.
• ai figli Roberto, socio settore Ospedali, Ombretta e
Massimiliano, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa
della loro cara congiunta Leda Zolla di Lugano.
• a Riccardo e Angelo Cirneco di Cagno, soci segretariato Mendrisio, e familiari tutti, per la morte del fratello
Salvatore.
Stampa
Corriere del Ticino Sa
Via Industria, 6933 Muzzano
Pubblicità
Publilavoro Sagl
Via Balestra 19, 6900 Lugano,
tel 0919211551
[email protected]
Tiratura confermata REMP
40'672 copie
• a Michele Pintauro, socio sezione Disoccupati, segretariato Locarno, e familiari tutti, per la morte della
cara mamma Giulia Pintauro.
• alla moglie Clementina, ai familiari tutti, per la morte
di Giovanni Filippi, socio sezione Anziani, segretariato
Locarno, scomparso negli scorsi giorni.
• a Siegbert Wurst, socio sezione Giardinieri, segretariato
Locarno, per la morte della cara mamma Annemarie.
• al marito Giuseppe Luzzi, ai figli Cristiano, Nicola e Massimo, soci segretariato Luganese, per la prematura e improvvisa scomparsa della loro cara congiunta Francesca.
• al fratello Salvatore, socio sezione Anziani Lugano,
alla cognata Carmela, ai nipoti Luigi con Milena e Livio,
per la scomparsa della loro cara congiunta Nunziata
Burrello.
• ai figli Alfredo, socio sezione Pittori, Claudio, Enrico e
Sandro, alla moglie Jole, per la scomparsa del loro caro
congiunto Giuseppe Curti.
• alla moglie Santina, ai figli Zeno, Sara e Margareth,
alla nipote Claudia, socia segretariato Lugano, ai parenti
tutti, per la scomparsa del loro caro congiunto Carmelo
Gilioli.
• ai figli Gennaro, socio sez. Trasporti, Gaetano, Pasqualina e Angelina, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa
del loro caro congiunto Ciriaco Magno.
Via Balestra 19, 6900 Lugano
Consiglio esecutivo
- Presidente: Bruno Ongaro
- Presidente onorario: Romano Rossi
- Vicepresidente: Flavio Ugazzi
- Membri: Carla Albertoli, Luigi Mattia
Bernasconi, Fausto Leidi, Gianfranco
Poli, Roberto Poretti, Enrico Pusterla,
Meinrado Robbiani
Segretario cantonale e copresidente
Meinrado Robbiani
Segretario amministrativo
Fausto Leidi
Vicesegretari cantonali
Nando Ceruso, Renato Ricciardi
Segretari regionali
Lugano
Dario Tettamanti
Mendrisio
Alessandro Mecatti
Sopraceneri Paolo Locatelli
Tre Valli
Giancarlo Nicoli
Nei giorni degli incontri
della fase finale
jackpot per un montepremi
totale di CHF 20'000.-
Via Stauffacher 1 • CH - 6901 Lugano • Tel + 41 91 973 71 11 • Fax +41 91 973 71 12 • [email protected]
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24 giugno 2010