ISSN 1725-194X
CESE
Settembre 2004 / Nuovo indirizzo del CESE:
Rue Belliard 99, B-1040 Bruxelles
INFO
IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO – UN PONTE TRA L’EUROPA E LA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA
EDITORIALE
Informare il cittadino
europeo per agevolare
la (meritata) ratifica
della nuova
Costituzione europea
Seminario del CESE del 27 e 28 settembre sul tema
«Per una migliore governance nei negoziati OMC»
lità più appropriate la società civile nei negoziati commerciali multilaterali e regionali e per prendere iniziative
comuni — queste alcune delle considerazioni che domineranno il seminario, organizzato dal CESE il 27 e 28 settembre, sulle modalità per garantire una migliore governance nei lavori dell’OMC.
Il 18 giugno scorso, l’approvazione del progetto di trattato costituzionale da parte
della conferenza intergovernativa costituisce una tappa fondamentale
del processo di unificazione europea. Questo risultato storico, tuttavia,
non sarebbe stato possibile senza la convenzione europea, che ha
conferito una nuova e ben più marcata legittimità all’integrazione
europea e ha consentito di effettuare un passo avanti decisivo verso
una Unione di cittadini e non più di soli Stati.
È pur vero che l’accordo dei capi di Stato e di governo è stato possibile
solo a prezzo di alcuni compromessi che hanno costituito un passo indietro rispetto al progetto di trattato elaborato dalla convenzione, soprattutto nel caso dell’estensione del voto a maggioranza qualificata.
Ciononostante, i risultati e gli equilibri essenziali già raggiunti sono stati
preservati e si può pertanto affermare a buon diritto che la Costituzione
rappresenta un considerevole passo avanti rispetto agli attuali trattati.
Notevoli i progressi compiuti
Vale la pena, a questo proposito, ricordare qualche risultato particolarmente significativo: diritti fondamentali giuridicamente vincolanti, consolidamento democratico, estensione del voto a maggioranza qualificata, rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo, unicità dei trattati, chiarimento delle responsabilità delle singole istituzioni, semplificazione dei processi legislativi e delle responsabilità, maggiore coordinamento delle politiche economiche e sociali, riconoscimento del ruolo
dei servizi d’interesse generale nel promuovere la coesione sociale e territoriale dell’Unione europea, nonché riconoscimento (di importanza
fondamentale) del dialogo sociale e della realtà della democrazia partecipativa quale parte integrante del modello europeo di società.
Roger Briesch
Il CESE ha avviato una riflessione su come migliorare la
partecipazione della società civile ai lavori dell’OMC e, a
questo proposito, ha elaborato il parere dal titolo «Per
un’OMC dal volto umano». Il CESE dispone infatti di una
vasta rete di contatti in seno all’Unione, con i suoi omologhi nei paesi terzi e i rappresentanti delle organizzazioni socioprofessionali di Africa, Asia e America latina. Con
i suoi interlocutori dei paesi terzi ha tra l’altro avviato una
serie di discussioni sui negoziati commerciali in corso a
livello regionale (Mercosur, paesi ACP ecc.).
Avviare una riflessione sulle conclusioni da trarre dal fallimento della conferenza ministeriale di Cancún: quale
futuro per il multilateralismo? Come tener conto in maniera più adeguata delle istanze dei paesi in via di sviluppo?
Individuare gli strumenti per coinvolgere secondo moda-
Il seminario consentirà di approfondire la riflessione con
oltre 80 rappresentanti della società civile organizzata dei
paesi dell’Unione europea, dell’Africa, dei Caraibi, del
Pacifico, dell’America latina, dell’Asia e del Mediterraneo
e con le delegazioni delle istituzioni europee e delle organizzazioni internazionali.
Riunione costitutiva del gruppo di collegamento
CESE-organizzazioni e reti della società civile
La Costituzione apre prospettive di grande interesse per lo sviluppo della
democrazia europea e, di conseguenza, per la cittadinanza europea. Dal
titolo VI della I parte della Costituzione — La vita democratica dell’Unione — emerge chiara l’intenzione di fare dei cittadini europei attori a
pieno titolo del processo d’integrazione europea e della sua evoluzione.
Il 29 settembre, sotto la presidenza Briesch, si terrà la
riunione costitutiva del gruppo di collegamento tra il
CESE e le organizzazioni e le reti della società civile, che
fungerà da struttura di dialogo politico con le suddette
organizzazioni e reti. La decisione di creare questo
gruppo di collegamento è stata adottata dall’ufficio di
presidenza del CESE il 24 febbraio scorso sulla base di
una relazione elaborata da un gruppo ad hoc presieduto da Giacomina Cassina (relatore: Jean-Michel
Bloch-Lainé).
La democrazia partecipativa viene riconosciuta come strumento in grado
di rafforzare la legittimità democratica dell’Unione. Questa nuova acquisizione risponde del resto alle necessità di una buona governance e alle esigenze del processo d’integrazione europea. Si creano così le basi per poter ridimensionare il deficit non solo democratico, ma anche partecipativo
dell’attuale Unione ed instaurare, in futuro, un autentico dialogo civile.
Il gruppo di collegamento avrà il compito di garantire,
da un lato, un’azione coordinata del CESE nei confronti
di organizzazioni e reti europee della società civile e,
dall’altro, la prosecuzione delle iniziative decise congiuntamente.
Sviluppo della democrazia europea
Chiarire il ruolo e la posizione del CESE
La Costituzione comporta nuovi passi avanti importanti per il CESE benché
siano falliti i tentativi compiuti da questa istituzione per inserire nel documento una disposizione che ne chiarisse e ne consolidasse il ruolo e la posizione nel futuro sistema istituzionale dell’Unione. Al CESE viene tuttavia
offerta un’ulteriore possibilità di svolgere fino in fondo la sua funzione di
portavoce delle aspettative e delle aspirazioni della società civile organizzata, nonché di intermediario privilegiato tra la società civile organizzata e
gli organi decisionali dell’Unione, di complemento alle altre istituzioni. Decisamente più moderno appare il profilo del CESE che rende così possibile
una ancor più ampia rappresentazione della società civile organizzata.
Per il processo d’integrazione si prospetta adesso una tappa decisiva: la ratifica della Costituzione ad opera dei popoli d’Europa. Informare, illustrare,
favorire la comprensione: questi gli obiettivi che le istituzioni europee dovranno porsi. Mi auguro davvero che anche il CESE saprà impegnarsi seriamente nel dibattito in corso e contribuirà a diffondere la conoscenza della
Costituzione tra i cittadini europei e a sensibilizzarli alla posta in gioco.
Roger Briesch
Presidente del CESE
La sua creazione rientra tra le iniziative intraprese dal
CESE negli ultimi anni per una cooperazione più siste-
matica e strutturata con le organizzazioni europee della
società civile.
Jean-Michel Bloch-Lainé, membro del CESE: per un approccio
coordinato del CESE nei confronti delle organizzazioni e delle
reti della società civile europea
La strategia di Lisbona all’esame del CESE
e del CES lussemburghese
La revisione intermedia della strategia di Lisbona:
questo il tema dell’incontro organizzato congiuntamente dal CESE e dal Consiglio economico e sociale
(CES) del Lussemburgo il 15 luglio scorso a Bruxelles.
A condurre il dibattito il segretario generale del CESE
Patrick Venturini, la sua omologa del CES
Marianne Nati-Stoffel e il vicepresidente del CES
Raymond Hencks.
europeo al CESE nel marzo 2004, di individuare le
modalità per perfezionare l’attuazione della strategia
di Lisbona.
L’incontro rientra tra i preparativi effettuati dai due
organi a seguito della richiesta, rivolta dal Consiglio
Su CESE Info di ottobre sarà disponibile un breve resoconto dell’audizione.
IN QUESTO NUMERO
• Riunione straordinaria del III gruppo a Budapest
• Intervista con Gilbert Broß, consigliere del CESE
(membro del III gruppo e relatore del parere
sullo sviluppo rurale)
• I principali pareri adottati nel corso della sessione
plenaria di luglio
WWW.ESC.EU.INT
In questa ottica, il CESE ha organizzato il 9 e 10 settembre un’audizione a cui hanno partecipato i CES e
le organizzazioni socioprofessionali dell’Unione europea.
DA SEGNALARE
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• dal 21 settembre al 3 ottobre: visita di una delegazione della CCMI al
Comitato economico e sociale cinese
• 29 settembre: incontro tra, da un lato, il CESE e il Foro consultivo económico-social del Mercosur e, dall’altro, i negoziatori europei (mattina);
incontro bilaterale CESE/FCES (pomeriggio)
CESE-INFO/Settembre 2004/
Confermata la candidatura di Anne-Marie Sigmund
alla presidenza del CESE
Anne-Marie Sigmund, attuale presidente del III gruppo,
e Roger Briesch, attuale presidente del CESE, con il ministro ungherese Péter Kiss
In occasione della riunione straordinaria tenutasi a
Budapest il 9 luglio scorso, il III gruppo «Attività
diverse» ha approvato in via ufficiale la candidatura
alla presidenza del CESE della sua presidente AnneMarie Sigmund (responsabile degli Affari europei in
seno al Comitato federale austriaco delle professioni
liberali). Le elezioni si terranno nella plenaria di ottobre.
Nel suo intervento, Kiss ha voluto sottolineare le reazioni estremamente positive degli ambienti politici e
della società in generale all’adesione dell’Ungheria
all’Unione europea. Ha posto poi l’accento sull’importante ruolo svolto dal CESE, e in special modo dal III
gruppo, nell’aiutare i nuovi Stati membri a fornire un
contributo maggiormente attivo al dialogo civile e nel
promuovere la democrazia partecipativa.
L’attuale presidente del CESE Briesch ha assistito alla
riunione, a cui è intervenuto il segretario di Stato
presso il primo ministro ungherese Péter Kiss ed
hanno assistito alcuni rappresentanti della società
civile organizzata ungherese.
Kiss ha poi approfittato dell’occasione per annunciare che il governo ungherese è attualmente impegnato
nella creazione di un consiglio economico e sociale, la
cui sessione inaugurale dovrebbe tenersi al principio
di agosto.
Per una politica che risponda
alle aspettative dei cittadini europei
Da Venezia a Budapest
via Siviglia
Intervista con Gilbert Broß,
membro del CESE (III gruppo,
Attività diverse, rappresentante delle camere
dell’agricoltura francesi)
Gilbert Broß (III gruppo,
Attività diverse, Francia)
CESE Info: Lei ha elaborato un parere dal titolo
«Il 2º pilastro della PAC: le prospettive di adattamento della politica di sviluppo delle zone rurali
(il seguito della conferenza di Salisburgo)». Cos’è il 2º pilastro della PAC?
GB: Come lei saprà, con la riforma del 1992 la
Commissione europea aveva soppresso una parte
degli aiuti destinati agli agricoltori, privilegiando,
invece, gli aiuti allo sviluppo rurale. Partendo dalla
constatazione che il numero di agricoltori era diminuito, aveva infatti pensato che questi non avrebbero
più tanto contato sulla produzione agricola e sugli
aiuti come fonte di sussistenza, mentre avrebbero
dovuto sviluppare un certo numero di attività in
ambiente rurale. Il 2° pilastro ha per l’appunto voluto
riequilibrare il bilancio europeo a favore dello sviluppo rurale in Europa.
CESE Info: Nel titolo del parere si menziona la
conferenza di Salisburgo. Quali con esattezza le
decisioni prese nella città austriaca?
GB: Nel novembre 2003, a Salisburgo si è tenuta una
conferenza per fare il punto sui risultati raggiunti in
termini di sviluppo rurale e su quanto ancora restava
da fare per il periodo 2007-2013. Il parere illustra la
posizione del CESE riguardo a questo secondo
aspetto.
CESE Info: Perché è stata scelta la formula del
parere d’iniziativa? Quale istituzione si vuole in
questo caso sensibilizzare? Il Consiglio, il Parlamento o la Commissione?
GB: L’intenzione è quella di sensibilizzare la
Commissione sulla scia della conferenza di
Salisburgo, nel corso della quale è emersa una serie di
elementi non sempre troppo coerenti tra loro. Prendo
come esempio la ripartizione tra le competenze del
Fondo rurale e quelle del Fondo di coesione e della
politica regionale. Il Fondo rurale deve fungere di preferenza da 2° pilastro della PAC, mantenersi cioè relativamente agricolo, pur dovendo di tanto in tanto
aprirsi ad altri attori delle zone rurali; la politica di
coesione, invece, deve conservare le zone rurali tra le
sue priorità in modo da finanziare le infrastrutture
rurali, la creazione di posti di lavoro a livello industriale e di servizi a vantaggio della popolazione delle
zone rurali, con particolare attenzione per anziani e
bambini.
Ciò non significa però affidare l’onere dello sviluppo
delle zone rurali solo e soltanto al Fondo rurale. Ecco
perché è importante un parere d’iniziativa. In secondo
luogo, di fronte all’aumento del numero di commissari europei come conseguenza dell’ampliamento
dell’Unione, era essenziale affermare la necessità — e
in questo il CESE era unanime — di incaricare un solo
commissario della gestione del 1º e del 2º pilastro
della PAC; infatti, per avanzare in condizioni di equilibrio — che è poi l’obiettivo della Commissione e del
Consiglio — bisogna camminare muovendo i due
piedi, in questo caso il 1º e il 2º pilastro. Se i due pilastri vengono assegnati a due commissari o direzioni
generali diverse, ben presto emergeranno delle incoerenze e i due piedi non si muoveranno al medesimo
ritmo, ma con un’andatura claudicante.
CESE Info: Nel parere lei parla di «zone grigie»
tra la futura politica regionale e la futura politica di sviluppo rurale. Potrebbe essere più esplicito, a beneficio dei nostri lettori?
GB: È quanto avviene attualmente e mi auguro che nel
2007 tutto ciò sarà solo un ricordo. Attualmente,
dicevo, alcune attività possono essere finanziate sia
dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di
garanzia (FEAOG) sia dal Fondo europeo agricolo di
sviluppo rurale (FEASR). Ci auguriamo che in futuro le
cose saranno molto più chiare, e cioè che il FEAOG
finanzierà le attività agricole, mentre il FEASR si occuperà di operazioni di ben più ampio respiro, soprattutto infrastrutturali. Finora i lavori di abbellimento di
un paese o di risanamento di una zona rurale potevano essere finanziati dal FEAOG o dal FEASR. Riteniamo
che tutto quanto riguarda le infrastrutture e i servizi
sociali a favore della popolazione debba di preferenza
rientrare tra le competenze del FEASR, mentre quanto
interessa in via diretta l’attività economica agricola o
ruota intorno ad essa debba essere finanziato dal
FEAOG. L’esistenza di una zona grigia fa sì che più
nessuno controlli nulla, più nessuno abbia le idee
chiare e questo non va; è nostro dovere, infatti, utilizzare correttamente i fondi europei e sapere esattamente a cosa devono servire. A mio parere, è questa
la responsabilità primaria della Commissione, che è
poi quanto ripetiamo nel parere: attenzione, bisogna
eliminare le zone grigie; altrimenti più nessuno riuscirà a vederci chiaro.
CESE Info: Nel parere si chiede di assegnare una
dotazione finanziaria adeguata alla politica di
sviluppo rurale. Come i nostri lettori sanno,
all’agricoltura è già destinata una grossa fetta
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Juan Mendoza (II gruppo, Lavoratori, Spagna) e Victor Hugo
Sequeira (presidente della sezione INT — II gruppo, Lavoratori,
Portogallo) in occasione della riunione di Siviglia dell’aprile
scorso
L’Ungheria, in stretta collaborazione con la
Commissione europea e le organizzazioni che
rappresentano il turismo europeo, organizzerà
a Budapest, il 15 e 16 ottobre prossimo, il
forum europeo del turismo. Sono attesi circa
500 partecipanti.
Questo terzo incontro offrirà agli operatori del
settore e a tutti gli interessati — industria del
turismo, società civile, organi e istituzioni
internazionali, nazionali, regionali e locali — la
possibilità di fare il punto sulle sfide da affrontare.
Il CESE sarà rappresentato da Patrizio Pesci
(I gruppo, Datori di lavoro, Italia) e Juan
Mendoza (II gruppo, Lavoratori, Spagna).
Pesci affronterà la questione della formazione
e dell’occupazione nel settore turistico mentre
Mendoza interverrà alla sessione di chiusura.
Questi i principali temi all’ordine del giorno: il
mercato interno dei servizi nell’Unione a 25,
l’occupazione e la formazione nell’industria del
turismo e le nuove tendenze.
Avviso ai lettori: In occasione del forum,
verrà distribuito un opuscolo con il parere del
CESE dal titolo «La politica del turismo e la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato», che trae ispirazione dalle conclusioni raggiunte nell’audizione pubblica di Siviglia dell’aprile scorso.
CESE-INFO/Settembre 2004/
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del bilancio comunitario. Ciò significa, allora,
che vanno ancora aumentati i finanziamenti o
basta invece una migliore gestione del bilancio?
GB: L’agricoltura non ha necessariamente bisogno di
altri finanziamenti. L’agricoltura costa molto cara perché, già da tempo, è l’unica politica europea perfettamente integrata. Oggigiorno, invece, è bene sviluppare altre politiche, a cui va necessariamente destinata
una parte delle risorse. Vorrei comunque ricordare che
il bilancio comunitario rappresenta meno dell’1 % del
PIL dei paesi dell’Unione. Con un bilancio così esiguo
è impossibile finanziare tutte le politiche. La
Commissione propone di portarlo all’1,24 % del PIL,
che a noi pare il minimo. Se anche raggiungeremo
questo livello, disporremo di risorse appena sufficienti per la politica di sviluppo regionale e di coesione,
mentre per la politica di sviluppo rurale la dotazione
resterà invariata.
CESE Info: Il massimale di 1,24 % è sufficiente?
GB: Certamente.
CESE Info: Ed è abbastanza?
GB: È appena sufficiente; eppure qualche Stato membro già lo giudica eccessivo. I bilanci degli Stati membri attraversano, senza alcuna esclusione, un periodo
difficile — questo lo sanno tutti — ma, se si vuole
costruire l’Europa, bisogna pure che gli Stati si dotino
La coesistenza
tra colture
geneticamente
modificate,
convenzionali
e biologiche
Bernd Voß
Al momento attuale, nell’Unione europea non si rileva
la presenza, se non sporadica, di colture OGM. Con la
fine della moratoria, però, la situazione potrebbe
cambiare. Le questioni relative alle condizioni che
consentono di garantire la coesistenza tra colture
diverse — e, in sostanza, tra metodi di coltivazione
diversi — non sono state ancora disciplinate sul piano
giuridico. Spetta esclusivamente ai 25 Stati membri
dell’Unione regolamentare tale coesistenza, fissando
le disposizioni in materia di responsabilità e di buone
prassi professionali. Né il CESE, né il Parlamento europeo sono stati consultati in merito alla purezza delle
sementi, un aspetto fondamentale per la coesistenza.
La regolamentazione di tale aspetto compete alla
Commissione, al Consiglio e al comitato permanente
istituito nel quadro della procedura di comitatologia.
Con il suo parere d’iniziativa, il CESE non intende
avviare un nuovo dibattito di fondo sui pro e i contro
degli OGM, né riaprire il confronto sui rischi che questi comportano. Preferisce infatti affrontare gli aspetti pratici che interessano le parti socioeconomiche in
Europa, vale a dire:
— come può funzionare la coesistenza,
— quali costi comporta l’autorizzazione a praticare un
doppio metodo di coltivazione,
— chi deve sostenere tali costi,
— a quale legislatore o operatore economico spetta
gestire questi aspetti.
Gli operatori economici intervenuti all’audizione organizzata dalla sezione NAT il 5 luglio scorso hanno illustrato una serie di iniziative adottate dai diretti interessati per garantire la purezza della loro produzione
e il rispetto dei valori soglia. Dall’audizione è tuttavia
emersa lampante la mancanza di conoscenze scientifiche approfondite e solide.
dei mezzi necessari. Non si può dire all’Europa di
assumersi tutta una serie di compiti senza fornirle le
risorse per farlo. È a questo punto che bisogna fare le
cose seriamente e, tra gli interessi degli Stati e quelli
dell’Europa, fornire a quest’ultima un minimo di risorse finanziarie per poter gestire le sue politiche. La
politica di coesione è assolutamente fondamentale:
l’Europa, infatti, non esiste senza una buona coesione
economica e sociale su tutto il territorio comunitario,
ed è soprattutto per questo che si rendono necessarie
maggiori risorse. Quanto al 2º pilastro della PAC, la
Commissione mira semplicemente a mantenere, dopo
l’ampliamento, le risorse ai livelli attuali.
CESE Info: Come può l’iniziativa comunitaria per
lo sviluppo rurale (Leader) favorire lo sviluppo
delle regioni rurali?
GB: L’iniziativa Leader presenta un certo interesse in
quanto ha permesso di mettere in rete operatori di
diversi paesi interessati da tematiche comuni. Ha consentito inoltre di introdurre alcune innovazioni nei
metodi o nelle azioni di sviluppo rurale. L’iniziativa
merita sì di proseguire, ma deve concentrarsi più che
in passato sull’innovazione. Quando si vogliono sviluppare le zone rurali, bisogna infatti saper innovare
e non è certo con gli strumenti usuali che ci si può riuscire, altrimenti lo si sarebbe già fatto. L’iniziativa
deve pertanto proseguire, focalizzandosi però sull’innovazione perché proprio di questa si ha bisogno per
trovare nuove vie di sviluppo nelle zone più difficili e
arretrate del territorio comunitario, specie all’indomani dell’adesione di dieci nuovi paesi.
CESE Info: Gli aiuti devono essere destinati ai
soli produttori agricoli?
GB: Gli aiuti allo sviluppo rurale non devono limitarsi
agli agricoltori; mi riferisco in particolare al Fondo di
coesione che va pertanto dotato di risorse sufficienti.
CESE Info: I suoi commenti, per finire?
GB: Direi che abbiamo detto praticamente tutto. L’importante è che, tramite il 2º pilastro della PAC, l’Europa
si doti dei mezzi per costruire un’agricoltura all’altezza
delle aspettative dei cittadini in termini tanto di qualità
dei prodotti e dell’ambiente quanto di conservazione
dei paesaggi e di benessere degli animali; esiste tutta
una serie di sfide a cui, dopo la riforma della PAC del
giugno 2003, non si potrà più far fronte limitandosi a
coltivare prodotti da vendere al mercato, perché il mercato è sempre meno redditizio e gli aiuti diretti all’agricoltura sempre più limitati. Tramite il Fondo rurale
bisognerà pertanto dotarsi dei mezzi necessari per rispondere alle aspettative dei cittadini.
Io credo che gli agricoltori europei siano pronti a cogliere queste sfide, come del resto sperano ardentemente i cittadini europei. Ed è questo il punto cruciale della discussione sul 2º pilastro della PAC, mentre il dibattito sullo sviluppo rurale è incentrato in
parte sul 2º pilastro e in parte sui fondi di coesione,
che devono disporre di una dotazione sufficiente.
Sessione plenaria di luglio
Il CESE adotta pareri su temi molteplici, quali i negoziati
di adesione con la Turchia, la fusione nucleare,
l’orario di lavoro e lo sviluppo rurale
La sessione plenaria di luglio del CESE è stata ricca di temi
diversi; segue ora un breve riepilogo dei principali pareri
adottati.
Apertura dei negoziati di adesione con la Turchia
Relatore: Thomas Etty (II gruppo, Lavoratori, Paesi Bassi)
Il processo di riforma della Turchia ha ottenuto negli ultimi
due o tre anni risultati impressionanti. Se, fino a fine anno,
continueranno a registrarsi progressi credibili tanto da poter considerare ormai varcato il «punto di non ritorno», l’Unione europea potrebbe decidere di aprire i negoziati ufficiali di adesione con il governo turco. Da molti decenni ormai, la Turchia ha infatti dimostrato di aver scelto inequivocabilmente di volgersi verso l’Europa. Se la Turchia
avrà attuato le riforme fondamentali in misura sufficiente (se, in altri termini, si può ammettere che sul cammino delle riforme è stato varcato il punto di non ritorno)
si dovrà adottare una decisione favorevole all’apertura dei negoziati di adesione di tale paese all’UE.
Il CESE tiene a sottolineare che, prima di una possibile
apertura dei negoziati, la Turchia dovrebbe soddisfare i
medesimi criteri politici degli altri paesi candidati e che i
progressi da essa compiuti nel campo delle riforme
dovrebbero essere valutati con lo stesso metro applicato
agli altri candidati.
Fusione nucleare (parere d’iniziativa)
Relatore: Gerd Wolf (III gruppo, Attività diverse, Germania)
A lungo termine, l’uso pacifico dell’energia di fusione possiede il potenziale necessario per contribuire ampiamente
a risolvere in maniera duratura la questione dell’approvvigionamento energetico all’insegna della sostenibilità, del
rispetto dell’ambiente e della competitività.
Il CESE, oltre a pronunciarsi a favore di una promozione
più convinta del programma di ricerca e sviluppo in materia di fusione nucleare, condivide la volontà espressa dalla
Commissione di preparare l’Europa sul piano strategico
perché questa possa occupare una posizione di forza nella
fase di sfruttamento commerciale di tale forma di energia.
Riesame della direttiva 93/104/CE su taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro (comunicazione)
Relatore: Erik Hahr (I gruppo, Datori di lavoro, Svezia)
Il parere del CESE si fonda sulla direttiva 93/104/CE (successivamente modificata) che prevede prescrizioni minime in materia di organizzazione dell’orario di lavoro volte
a garantire un miglior livello di protezione della salute e
della sicurezza dei lavoratori.
Il CESE:
— giudica inadeguato il metodo di consultazione utilizzato dalla Commissione. Trattandosi infatti di una
materia oggetto, a livello nazionale, di contrattazione
collettiva, la Commissione avrebbe dovuto consultare
le parti sociali prima di avviare la procedura di consultazione con le istituzioni europee, il CESE e il CdR,
— considera necessaria un’analisi più approfondita delle
modalità con cui la direttiva è stata recepita nella legislazione degli Stati membri e dell’impatto da essa esercitato,
— ritiene che le attuali disposizioni offrano alle parti
sociali la flessibilità necessaria per poter adattare gli
orari di lavoro alle diverse realtà nazionali, dal momento che, in virtù dei contratti collettivi, in numerosi Stati
membri un periodo di riferimento di dodici mesi è
già in applicazione,
— rileva che le decisioni della Corte di giustizia in merito all’interpretazione del concetto di «orario di lavoro»
possono provocare un certo numero di problemi, ma,
nella situazione attuale, preferisce non schierarsi per
l’una o l’altra delle soluzioni proposte dalla Commissione,
— in questa fase non intende pronunciarsi sul diritto di
deroga, il cosiddetto «opt-out», pur nutrendo alcune
riserve; per poter prendere una posizione andrebbe,
infatti, effettuata un’analisi più approfondita della situazione, con la partecipazione delle parti sociali,
— attira l’attenzione sulle particolari difficoltà dei genitori
che tentano di conciliare vita professionale e responsabilità familiari.
Lo sviluppo rurale: il seguito della conferenza di
Salisburgo (parere d’iniziativa)
Relatore generale: Gilbert Broß (III gruppo, Attività diverse, Francia)
— Leggere l’intervista con il relatore a pag. 2.
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CESE-INFO/Settembre 2004/
La tavola rotonda
UE-India si incontra
nel Kashmir
Il presidente Briesch
in visita all’OIL
La tavola rotonda UE-India ha tenuto una riunione
sotto la presidenza congiunta del presidente del CESE
Roger Briesch e di NN Vohra, interlocutore per il
governo indiano nello Stato dello Jammu e Kashmir, a
Srinagar (Kashmir) dal 17 al 20 giugno 2004.
Il 14 giugno scorso il presidente del CESE Briesch ha
avuto un colloquio, a Ginevra, con il direttore generale
dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL)
Somavia, nel corso del quale è stato deciso congiuntamente di rafforzare la cooperazione tra OIL e CESE specie nel caso delle operazioni condotte dalle due istituzioni nei paesi in via di sviluppo.
A margine della riunione, la tavola rotonda ha incontrato il governatore dello Stato S.K. Sinha e il primo
ministro Mufti Mohammed Sayeed. Numerosi, inoltre, i contatti con i rappresentanti della società civile
locale.
La tavola rotonda ha adottato alcune raccomandazioni sulla cooperazione UE-India nel settore del turismo. A suo avviso, il turismo può fornire un contributo immediato allo sviluppo economico e sociale,
all’occupazione e alla comprensione reciproca. La
tavola rotonda ha insistito sull’importanza di promuovere un turismo sostenibile dal volto umano; ha
inoltre sottolineato che occorre, da un lato, incoraggiare forme di partenariato tra enti pubblici, settore
privato e investitori internazionali per realizzare progetti infrastrutturali e, dall’altro, coinvolgere a pieno
titolo la società civile organizzata nella cooperazione
UE-India in materia di turismo.
Relatore: Antonello Pezzini (I gruppo, Datori di lavoro,
Italia)
Il CESE intende elaborare un parere sulla dimensione
sociale della globalizzazione in risposta alla relazione
sullo stesso tema presentata di recente dalla commissione mondiale dell’OIL. Il presidente Briesch ha sottolineato che il documento della commissione mondiale è
stato molto apprezzato e che il CESE organizzerà un
convegno per illustrare le attività dell’OIL.
Briesch è inoltre intervenuto alla seduta plenaria della
conferenza internazionale dell’OIL, dove ha colto l’occasione per ribadire il ruolo del CESE in seno all’Unione
europea quale rappresentante istituzionale della società
civile organizzata europea e ha posto l’accento sul lavoro da questi svolto a favore della strategia di Lisbona.
Briesch ha infine sottolineato gli sforzi compiuti dal
CESE per una governance a livello mondiale, adottando
in particolare una serie di iniziative a favore della democratizzazione delle istituzioni internazionali e la promozione della democrazia partecipativa nei paesi con i
quali il CESE intrattiene contatti.
Roger Briesch in visita al consiglio di sviluppo
economico e sociale del Brasile
Il 5 e 6 agosto scorsi Roger Briesch, presidente del
CESE, si è recato in Brasile per assistere ad un dibattito sul tema «Il dialogo sociale quale motore di sviluppo», organizzato dal Consiglio di sviluppo economico e sociale del Brasile (Conselho de Desenvolvimento Económico e Social). Questa visita fa seguito
ad un invito ufficiale del ministro Jacques Wagner,
presidente del CSES, con il quale il CESE intrattiene
rapporti di proficua cooperazione.
Il Consiglio di sviluppo economico e sociale costituisce una colonna portante del pacchetto di riforme
lanciato nel gennaio 2003 dall’allora entrante governo brasiliano, presieduto da Luis Inacio Lula da
Silva. Adesso pienamente operativo, il CSES rappre-
EVENTI FUTURI
Le altre sessioni plenarie del 2004
27-28 ottobre, 15-16 dicembre
Riunioni del gruppo Comunicazione del CESE
21 ottobre, 2 dicembre
(Continua da pagina 3)
Il futuro del settore tessile e dell’abbigliamento
nell’Unione allargata (comunicazione)
Jacques Wagner, presidente del Conselho de Desenvolvimento
Económico e Social e Roger Briesch, presidente del Comitato
economico e sociale europeo
senta la società civile organizzata brasiliana e fornisce un contributo determinante alla messa a punto
delle politiche del governo del paese.
Nel luglio 2003 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) e il Consiglio di sviluppo economico e
sociale del Brasile (CSES) hanno siglato un protocollo
d’accordo per la cooperazione: tale protocollo getta
le basi per il rafforzamento della cooperazione tra le
due istituzioni e mira a promuovere iniziative concrete che favoriscano lo sviluppo di strumenti democratici e consultivi della società civile nelle rispettive sfere geografiche (Unione europea e Mercosur).
Per gli imprenditori, i lavoratori e i decisori politici
dell’Unione europea ai vari livelli occorrerebbe una visione partecipata e condivisa a medio-lungo termine del futuro del tessile e dell’abbigliamento per mantenere questo
settore competitivo e avanzato. Agli occhi dei numerosi
imprenditori europei del settore appare ingiusta e punitiva la realtà che spesso li costringe a soccombere, in un
confronto combattuto a volte su un piano che prescinde
dalla lealtà, dalle capacità imprenditoriali e dal rispetto dei
diritti dell’uomo nel lavoro.
Il rispetto dei diritti fondamentali del lavoro va associato
a meccanismi concreti di controllo e di ricorso riconosciuti dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
L’Unione deve intensificare gli sforzi affinché i principi
dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), volti a
tutelare i lavoratori, diventino il punto di riferimento per
l’OMC.
Le trasformazioni industriali e la coesione economica, sociale e territoriale (parere d’iniziativa)
Relatore: José Custodio Leirião (III gruppo, Attività diverse,
Portogallo)
Per il successo della politica di coesione economica, sociale e territoriale, il CESE ritiene indispensabile un maggiore
e migliore coordinamento nell’applicazione delle politiche
di sviluppo esistenti nell’Unione europea.
A parere del CESE, il continuo deteriorarsi della competitività dell’Europa rispetto agli Stati Uniti deriva dall’assenza
dell’obbligo per gli Stati membri di rispettare i termini in
sede di implementazione delle strategie e degli strumenti
di base dell’Unione (strategia di Lisbona, riforme strutturali e sviluppo sostenibile).
Il CESE ritiene necessario creare un equilibrio tra aspetti
economici e aspetti sociali, e adottare una gestione delle
trasformazioni industriali con una duplice finalità: da un
lato, garantire e promuovere obiettivi sociali globali (formazione, occupazione, opportunità e protezione sociale)
e, dall’altro, assicurare la sostenibilità delle imprese attraverso apposite politiche di sostegno che garantiscano la
ristrutturazione e il consolidamento come condizione
della loro sopravvivenza e di una maggiore competitività,
attraverso azioni integrate e complementari che coinvolgano i principali attori, ovverossia lo Stato ai diversi livelli (centrale, regionale e locale) e le imprese.
Le aree metropolitane europee: implicazioni socioeconomiche per il futuro dell’Unione (parere d’iniziativa)
Relatore: Joost Van Iersel (I gruppo, Datori di lavoro, Paesi
Bassi)
Il CESE auspica che il tema dello sviluppo economico,
sociale e ambientale delle metropoli europee venga iscritto stabilmente nel programma di lavoro comunitario. Il
CESE fa presente in particolare il nesso diretto che intercorre tra il ruolo delle metropoli europee e la strategia di
Lisbona: per conseguire gli obiettivi di Lisbona, infatti, è
determinante il modo in cui questi trovano realizzazione
nelle aree metropolitane.
Le attività in questo settore risulterebbero notevolmente
agevolate se, con cadenza annuale, venissero raccolti dati
più affidabili e più abbondanti sulle aree metropolitane. Il
CESE raccomanda pertanto la creazione, in seno a
Eurostat, di un servizio «aree metropolitane» incaricato di
produrre i dati testé citati.
Il programma di ricerca Galileo
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Redattore aggiunto • Tristan Macdonald
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CESE Info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. Per un tale resoconto si rimanda alla
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CESE.
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condizione di inviare una copia alla redazione).
Tiratura: 23 839 copie.
Il prossimo numero uscirà nell’ottobre 2004.
Relatore: Stéphane Buffetaut (I gruppo, Datori di lavoro,
Francia)
Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale
Relatore: Paulo Barros Vale (I gruppo, Datori di lavoro,
Portogallo)
La convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori migranti (parere d’iniziativa)
Relatore: Luis Miguel Pariza Castaños (II gruppo,
Lavoratori, Spagna)
Definire il futuro della cantieristica europea
(LeaderSHIP 2015)
Relatore: Joost van Iersel (I gruppo, Datori di lavoro, Paesi
Bassi)
QE-AA-04-007-IT-C
CESE-INFO/Settembre 2004/
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Seminario del CESE del 27 e 28 settembre sul tema «Per una