Liliana Segre
Lo “slogan” di
Auschwitz è
verità?
Il lavoro rende
veramente
liberi?
Loro furono
schiavi del
lavoro, schiavi
di una mentalità
troppo vecchia e
ottusa.
UN PICCOLO SPAZIO PER
CONOSCERE:
Shoah: la shoah trova i suoi motivi e i suoi antecedenti storici
nell’ideologia nazista di “PURIFICAZIONE” razziale.
Razzismo: il razzismo trova le sue fondamenta in un’interpretazione
del tutto errata della legge di Darwin. Non esiste una razza pura.
Lager: è un termine tedesco che indica i campi di concentramento, i
campi di sterminio e i campi di lavori forzati
Soluzione finale: indica il piano per l’annientamento della
popolazione ebraica
Campi di concentramento: era un campo in cui i deportati erano
costretti a lavori pesantissimi
Campi di sterminio: era un campo di morte. I deportati venivano
uccisi direttamente al loro arrivo
I RASTRELLAMENTI
Durante la seconda guerra mondiale, i soldati fascisti e nazisti "rastrellavano"
le città, cioè cercavano nelle varie città tutte quelle persone che potevano
essere "dannose" per dittatura:ebrei,zingari,omosessuali,handicap,etc. Cioè
tutte quelle persone “diverse”.
Dopo il rastrellamento tutte le vittime venivano portate nel più vicino campo di
concentramento o di sterminio. Tutto ciò veniva fatto nella più completa
segretezza, infatti nessuno sapeva quando ne sarebbe avvenuto uno in modo
da non permettere la fuga a coloro che si nascondevano, ovvero i “diversi”.
Il viaggio fino al campo:
Il viaggio fino ad Auschwitz era fatto in un vagone bestiame.
Poteva durare giorni: tutti ammassati in un vagone senza
cibo, acqua e sanitari.
…E ALL’ARRIVO?
Arrivati ad Auschwitz i
superstiti, erano sottoposti
alla loro prima (e a volte
ultima) selezione: da una
parte chi poteva lavorare,
e dall’altra chi doveva
essere mandato
direttamente nei forni
crematori (bambini,
anziani, handicap, donne
incinta).
Le selezioni c’erano
periodicamente, per
“eliminare” ogni individuo
che non era più in grado di
lavorare.
E poi?


I deportati, all’arrivo, venivano esaminati in tutte le loro parti, per controllare
che non avessero oggetti preziosi nascosti, facevano una doccia in una camera
comune (l’acqua era sempre gelata o bollente), erano quindi costretti a
immergersi in una vasca con un prodotto, utilizzato per igienizzare gli animali.
Venivano quindi “marchiati”.
Come erano vestiti i deportati?
Dopo la selezione, a ogni
deportato che poteva
lavorare, davano una
“divisa” e degli zoccoli
(nel freddo della Polonia).
Le divise, però,
all’aumentare dei detenuti
non bastarono più.
Perciò ai nuovi arrivati
davano dei capi che non
coprivano tutto il corpo e
delle scarpe del numero
sbagliato.
Shlomo Venezia
NUTRIMENTO:
Ai deportati era data una ciotola, se
si perdeva la ciotola, si perdeva il
cibo.
Veniva dato un pasto insufficiente
per i lavori svolti, e in fila per la
zuppa i primi erano sempre i
nuovi arrivati, chi era nel campo
da di più, invece, sapeva che per
avere la zuppa più “nutriente”
doveva stare verso la fine della
fila.
La fame era cronica, dopo 10 giorni
dentro al campo.
Si dimagriva molto in fretta.
I lavori che facevano i deportati erano lavori-degrado, erano fatti per umiliare, per
portare alla disperazione. Durante il lavoro, i detenuti non potevano aiutarsi a vicenda.
Erano pesanti e a volte inutili:
I dormitori erano freddi e dovevano ospitare decine e decine di persone.
Entrare in quei dormitori,
toccare quelle assi di legno
e sapere che migliaia e
migliaia di persone hanno
dormito lì, hanno sofferto la
fame, il freddo, hanno
sognato magari di tornare
alla loro vita, alla loro
quotidianità che anche se
non perfetta, era
sicuramente un paradiso
rispetto all’inferno del
campo.
Ad Auschwitz, come negli altri campi, i modi di
morire erano tanti.
Nei campi di sterminio si studiavano in continuazioni
nuovi metodi per uccidere i prigionieri: all’inizio
venivano bruciati i cadaveri all’aperto, poi si è
passati alle camere a gas e i forni crematori.
I tipi di gas utilizzati per uccidere erano gli stessi
che si utilizzavano per i parassiti.
Per capire la quantità giusta di
veleno si fecero molti esperimenti, a
fare le cavie però erano persone.
Inizialmente, misero una dose di
veleno troppo piccola, i condannati ci
misero 3 giorni a morire, tre giorni di
infinita agonia.
Ogni morte era registrata come
morte naturale.
Qui riportate delle frasi tratte da alcuni nostri temi su Auschwitz:
Sono sicuro che ognuno di noi, dopo aver visitato un
qualsiasi campo di concentramento, non sarà mai più
lo stesso, quei posti cambiano il modo in cui vediamo
la nostra fragile vita umana.
Quale uomo ucciderebbe milioni di persone
solo per colore della pelle, cultura o
handicap? Un pazzo, mi viene da pensare
solo a un pazzo.
Sono molto dispiaciuto di quello che è successo
su questo campo e anche molto fiero delle
persone sopravvissute, anche se poche, ci
sono.
Le emozioni sono
forti e tante, come
rabbia, delusione,
vergogna e
tristezza. Entrando
in un campo si
impara molto, è
un’esperienza
molto formativa.
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Auschwitz a 360° gradi, dall`arrivo dei deportati all`abbattimento dei