- pag. 1
Tzimbar bint
Vento cimbro
PUBBLICAZIONE INFORMATIVA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE CIMBRI DEL CANSIGLIO - dicembre 2011 - n.4
Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio - Foresta del Cansiglio - Pian Osteria - 32010 Spert d’Alpago (Belluno) Tel./Fax 0437.472095
c.f. 00912120250 - www.cimbridelcansiglio.it - [email protected] - [email protected]
con il contributo della Regione Veneto
Anno 1930
La Ferratina in Pian Osteria
ai piedi del Col di Frare
Il Presidente - pag. 2
Atto Costitutivo di Associazione - pag. 3
Sàit ist gariibet
Tempo scaduto
S
embra l’altro ieri ma sono passati tre
(ahimè) anni ed il nostro mandato è
scaduto. A questo punto è doveroso porci delle domande: abbiamo fatto le
cose per bene? Ci siamo impegnati? Quali
sono i risultati? Certamente non credo sia
questo il mezzo più adeguato per dare risposte esaurienti a tutti i quesiti, sarebbe
anche presuntuoso da parte mia, in quanto
forse la mia
risposta sarebbe scontata e di parte,
perchè sono
convinto che
il
giudizio
più valido ed
inappellabile sia quello dato “dal
popolo Cimbro” che si
identifica
nella nostra
Associazione.
Quando
abbiamo iniziato, tre anni
addietro,
avevamo una
linea guida
molto chiara,
tracciata dai
Drài Tzimbrise diirnle nostri predeTre ragazze cimbre
cessori, a cui noi tutti abbiamo attinto,
con reciproco vantaggio, animati dai dettami scritti nell’articolato del nostro statuto, con passione ed orgogliosi della nostra
identità Cimbra, ma soprattutto senza nessun interesse personale nella piena consapevolezza di agire per il bene comune.
Come certamente saprete (l’invito
scritto è stato inoltrato a tutti i soci) prima
di Natale abbiamo convocato l’assemblea
generale per il rinnovo del Consiglio Direttivo nella sede del Museo in Pian Osteria.
A causa dei molti impegni di alcuni di
noi, siamo stati forse poco opportuni nel
scegliere la data, ma dovevamo espletare
prima di fine anno anche a questa funzione. Forse potrà essere sembrata una riunione in tono minore o dimessa, rispetto
agli anni scorsi, ma il momento economico come tutti ben sappiamo, certamente
non ci è stato di aiuto. Inoltre il periodo
Natalizio, ha fatto sì che la partecipazione
sia stata meno numerosa, ma comunque
discreta pur con alcune deleghe. Molti
hanno telefonato per giustificare la loro
assenza e per dare il loro consenso al proseguimento dell’attività, rinnovando nel
frattempo la fiducia a tutto il Consiglio
uscente. Con grande soddisfazione abbiamo raccolto il consenso unanime di quanto fatto e stiamo facendo o che, comunque
non per nostra causa, non abbiamo ancora
concluso e mi riferisco in particolare ai
così ormai impropriamente definiti “diritti di superficie” sia per quanto attiene alla
Cimbri a far stele da reme di faggio
Regione che allo Stato.
Sono convinto, grazie anche al mio
seppur cauto ottimismo, che il traguardo
anche se irto di difficoltà, è comunque
raggiungibile. Essere ottimisti non costa
nulla e così credere che questa sia l’occasione unica e forse irripetibile per risolvere una questione aperta da molto tempo e
non risolta nonostante la promulgazione
della legge 5/1995. Non entro nel dettaglio delle attività e dei progetti futuri perché saranno illustrati nello specifico nella
relazione dell’assemblea. Voglio soltanto
dire un grazie di tutto cuore a chi lascia
l’incarico a causa di impegni personali
per le energie profuse ed il tempo dedicato “ai Cimbri” ed un caloroso abbraccio di benvenuto a chi subentra. Il futuro
come tutti sapete è irto di ulteriori ostacoli
dovuti alla grande stretta economica che
ci attanaglia, che anche per noi significa
riduzione dei finanziamenti. Sono convinto che con la buona volontà di tutti ne
usciremo a testa alta migliorati, da questa
esperienza, seppur difficile.
Il Presidente, Lino Azzalini
Vallorch anno 1920 - Casoni dei Scatoleri “I bambini sulla porta siano segno di speranza e stimolo a lavorare per il futuro dei Cimbri”.
1983 - I fondatori dell'Associazione Culturale
Cimbri del
Cansiglio
Atto Costitutivo di Associazione - pag. 4
Atto Costitutivo di Associazione - pag. 5
Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio - pag. 6
Zèint gasornéeranet de nòjar
Stotze bor drài jaardar 2011 - 2014
Sono stati eletti i nuovi Consiglieri
per il triennio 2011 -2014
È
stato rinnovato il Consiglio della
nostra Associazione, il cui mandato era scaduto nel 2011. Alcuni
consiglieri non si sono riproposti per il
nuovo triennio per impegni personali.
A tutti loro (Azzalini Mauro, Azzalini
Lina, Azzalini Sandro e Slaviero Lorenzo) va il nostro ringraziamento per il
lavoro svolto.Tutti essi ci hanno comunque confermato la loro disponibilità a
collaborare anche in futuro su specifiche
iniziative. Abbiamo dato avvio alle pratiche per trasformare l'Associazione in
"O.N.L.U.S.", e in tale nuovo stato giuridico, più rispondente alle nostre finalità,
potremo anche ricevere donazioni deducibili fiscalmente da parte dei donatori
e benificiare del contributo dell'otto per
mille da parte dei nostri soci e sostenitori.
Riportiamo di seguito alcuni documenti significativi, dando il benvenuto
Pian Osteria
Associazione Culturale
Cimbri del Cansiglio
Stemma della
Associazione
Giovani Cimbri
del Cansiglio
NSIGLIO
FORESTA DEL CA
ILIEN
BALT BON KANS
ALDO
FESTA DI S.OSV
CIMBRI
PATRONO DEI
Nuove pubblicazioni - pag. 7
Misse bon hòolig Osvald
bohuutar bondar Tzimbar bòlk
La Messa di S.Osvaldo Patrono dei Cimbri
HÒOLIG OSVALD
BAARTAG BON
BÒLK
MME TZIMBAR
BOHÜUTAR BO
È
stato dato alle stampe il volumetto della Messa di S.Osvaldo in
lingua cimbra e in italiano.
Per la sua stesura abbiamo fatto rifeMezzarimento al testo già esistente a Mezza
selva, sull'Altipiano di Asiago, dove è
consuetudine la celebrazione natalizia e
pasquale della S.Messa in cimbro.
Anche noi lo abbiamo fatto in occasione della nostra 17^ festa ai primi di
agosto, e sarà una "buona abitudine" da
mantenere sempre in futuro.
La lingua cimbra infatti si è "salvata"
dall'oblio grazie spesso all'impegno di
alcuni sacerdoti, soprattutto a partire dal
1700. Importantissimo fu don Agostino
Dal Pozzo, nato a Rotzo nel 1732, che fu
storico dei Cimbri fino all'arrivo di Napoleone. Fu infatti in tale epoca che, con
la caduta di Venezia e della Reggenza
dei sette Comuni di Asiago, la lingua dei
Cimbri venne estinguendosi.
Ma per fortuna i nostri antenati conservarono l'abitudine di recitare le preghiere in cimbro nelle famiglie, contribuendo in tal modo a tramandare la
nostra antica parlata.
Il volumetto è disponibile, per chi lo
vuole, presso il nostro Museo in Pian
Osteria.
Qui riportiamo le pagine principali
frutto della collaborazione con Don Serafino Gandin, Francesco e Innocente
Azzalini.
2012 - 16 gennaio il nuovo Consiglio della Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio
ai nuovi arrivati: Azzalini Ruggero, Azzalini Cristina, Azzalini Nada e Slaviero
Lidia. Come potete rilevare dal verbale
di nomina, alcune cariche sono state ri-
confermate e per il triennio 2011 – 2014
nostro Presidente è Lino Azzalini.
Al nuovo Consiglio un augurio: guut
èrbot – buon lavoro.
Prodotti artigianali cimbri (di Stefano Azzalini)
Cimbri al lavoro presso la “Huta”
Verbale relativo alla riunione del 16 gennaio 2012
del Nuovo Consiglio Direttivo eletto nell’Assemblea del 18 dicembre 2011
Il giorno 16 Gennaio 2012 presso il Ristorante Dante, in località Lizzona-La Secca, Comune di Pieve d’Alpago (BL) si è riunito il Nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio, per gli adempimenti previsti dall’Art. 21 dello Statuto.
Sono presenti i Signori: Azzalini Clelia, Cristina, Fausto, Francesco, Innocente, Lino, Manuela, Marta, Nada, Ruggero, Walter, Bonato Gino;
risultando assenti giustificati i neo eletti: Lidia Slaviero.
Viene data lettura del Verbale di nomina del 18.12.2011 dal quale risulta che sono validamente eletti alla carica di Consiglieri i Signori sopra
citati. Si dà inoltre lettura dello Statuto agli art. 21-22-23-24-25-26 e 27. Si procede quindi, per votazione palese, alla nomina del Presidente, di due
Vice Presidenti, del Segretario, del Tesoriere e dei componenti il Collegio sindacale risultando eletti, per il triennio Dicembre 2011 – Novembre
2014, alla carica di PRESIDENTE : AZZALINI LINO, che accetta la carica, VICE PRESIDENTE : AZZALINI RUGGERO, che accetta la carica,
VICE PRESIDENTE : AZZALINI WALTER, che accetta la carica, SEGRETARIO : AZZALINI FRANCESCO, che accetta la carica, TESORIERE
: AZZALINI MARTA, che accetta la carica, CONSIGLIERI : AZZALINI FAUSTO, AZZALINI INNOCENTE, AZZALINI MANUELA, BONATO
GINO, SLAVIERO LIDIA, che accettano la carica; e alla carica di componenti il COLLEGIO SINDACALE: AZZALINI CLELIA quale Presidente
del Collegio medesimo, AZZALINI CRISTINA e AZZALINI NADA, che accettano la carica.
Il Segretario relaziona brevemente sugli impegni in corso di realizzazione e su quelli in programma. Il Presidente neo eletto ringrazia il Consiglio,
esprimendo l’auspicio che, con la collaborazione di tutti, si possa continuare nell’intensa attività finora svolta. La discussione prosegue anche su altri
temi che verranno ampiamente trattati in prossima riunione.
Alle ore 22,30 scioglie la riunione e convoca il Consiglio per il giorno 30 GENNAIO 2012 alle ore 20,30 in Vittorio Veneto, viale della Vittoria
n. 243, presso l’abitazione di Azzalini Ruggero. Letto, confermato e sottoscritto.
Il Presidente, Lino Azzalini
Il Segretario, Francesco Azzalini
S.OSVALDO PATRONO DEI CIMBRI DEL
CANSIGLIO.
S.OSVALDO PATRONO DEI CIMBRI DEL
CANSIGLIO.
La parrocchia dei santi Ermagora e Fortunato e
FlorianoLa
di parrocchia
Tambre, venne
costituita
nel 1739.
dei santi
Ermagora
e Fortunato e
Il decreto
che la di
rendeva
autonoma
da quella
Floriano
Tambre,
venne costituita
nel 1739.
Arcipretale
di S.Maria
d’Alpago,
è delda quella
Il decreto
che di
la Pieve
rendeva
autonoma
VescovoArcipretale
di BellunodiValerio
Rota,
ed è d’Alpago,
del 24 è del
S.Maria
di Pieve
luglio. Vescovo di Belluno Valerio Rota, ed è del 24
Il decreto
del Senato Veneto, che approva
luglio.
quello diIlMonsignor
è delVeneto,
22 settembre
decreto Vescovo,
del Senato
che approva
1731. quello di Monsignor Vescovo, è del 22 settembre
A questa
nuova parrocchia di Tambre fu
1731.
assegnata
giurisdizione
del di
Monte
A la
questa
nuova spirituale
parrocchia
Tambre fu
e Boscoassegnata
del Cansiglio
e al Parroco spirituale
di Tambredel
fu Monte
espressamente commessa la cura e l’assistenza di tutte
la giurisdizione
quelle anime
stabilmente
ivi .residenti.
e Bosco
del Cansiglio
e al Parroco di Tambre fu espressamente commessa la cura e l’assistenza di tutte
Crescendo
poianime
continuamente
il numero
dei fedeli dimoranti nel Bosco e ciò particolarmente nel tempo
quelle
stabilmente
ivi .residenti.
estivo, eCrescendo
abbisognando
più di assistenza
neidimoranti
giorni festivi,
Parroco
chiese
al Serenissimo
poi sempre
continuamente
il numeroreligiosa
dei fedeli
nel ilBosco
e ciò
particolarmente
nel tempo
Doge il estivo,
permesso
di far ridurre sempre
in Oratorio
stanza religiosa
a pian terreno
del festivi,
Palazzo
del Capitano
e abbisognando
più diuna
assistenza
nei giorni
il Parroco
chieseinal Pian
Serenissimo
Cansiglio.
E questo
affinchédivifar
si ridurre
potesseincelebrare
S. Messa
il popolo
ivi piùdel
numeroso
e in Pian
Doge
il permesso
Oratorio launa
stanzaeaistruire
pian terreno
del“che
Palazzo
Capitano
più frequente
accorre,
che nella
parrocchia
medesima”.
Cansiglio.
E questo
affinché
vi si potesse
celebrare la S. Messa e istruire il popolo “che ivi più numeroso e
Il Parroco
allora donaccorre,
Benedittiche
rivolse
una nuova domanda al Capitano dell’Arsenale, dal
piùdifrequente
nellasuccessivamente
parrocchia medesima”.
quale dipendeva
delBeneditti
Cansiglio,
per chiedergli
l’autorizzazione
ad erigere
unaal chiesetta
lato del
Il ParrocoladiForesta
allora don
rivolse
successivamente
una nuova
domanda
Capitano adell’Arsenale,
dal
Palazzo quale
residenziale
del Capitano
dipendeva
la Forestadel
delBosco.
Cansiglio, per chiedergli l’autorizzazione ad erigere una chiesetta a lato del
Il permesso
venne
concesso, del
nonCapitano
solo, madel
la piccola
Palazzo
residenziale
Bosco. chiesa venne costruita a carico dell’Arsenale.
Il Vescovo
di Bellunovenne
Mons.concesso,
Sandi, il 21
Maggio
1769
al Parroco
facoltàcostruita
di benedire
la nuova
chiesa e
Il permesso
non
solo, ma
la dà
piccola
chiesalavenne
a carico
dell’Arsenale.
di celebrare
la prima
Il Vescovo
di S.Messa.
Belluno Mons. Sandi, il 21 Maggio 1769 dà al Parroco la facoltà di benedire la nuova chiesa e
LA CHIESETTA
VIENE
DEDICATA
A S. OSVALDO MARTIRE, RE DI NORTHUMBRIA, PATRONO DEI
di celebrare
la prima
S.Messa.
CIMBRI LA
DELCHIESETTA
CANSIGLIO.
VIENE DEDICATA A S. OSVALDO MARTIRE, RE DI NORTHUMBRIA, PATRONO DEI
L’edificioCIMBRI
sacro ebbe
vicissitudini e col tempo si deteriorò soprattutto dopo la caduta della Serenissima
DELvarie
CANSIGLIO.
Repubblica
Veneta.
L’edificio
sacro ebbe varie vicissitudini e col tempo si deteriorò soprattutto dopo la caduta della Serenissima
Con l’avvento
della Veneta.
Monarchia Asburgica, era in tale pessimo stato, che nel 1845 il Vescovo di Belluno
Repubblica
Mons. Antonio
Gava emanò
un decretoAsburgica,
di sospensione
funzioni. stato,
Nel 1851
si fecero
piccole
Con l’avvento
della Monarchia
era in delle
tale pessimo
che nel
1845 ildelle
Vescovo
di Belluno
riparazioni
al tetto
e al soffitto;
solo nel
che la Real
Amministrazione
Forestale
intraprese
Mons.
Antonio
Gava fu
emanò
unmaggio
decretodel
di1853
sospensione
delle
funzioni. Nel 1851
si fecero
delle piccole
un radicale
restauro.
seguenti
fu fornita
di mobili
abbellita.
riparazioni
al Negli
tetto eanni
al soffitto;
fu solo
nel maggio
dele1853
che la Real Amministrazione Forestale intraprese
Infine nelun1858
venne
incaricato
il pittore
bellunese
Giovanni
De Min
( n.1786 – m. 1759) di eseguire una
radicale
restauro.
Negli
anni seguenti
fu fornita
di mobili
e abbellita.
“paletta”Infine
ad olionelsu1858
tela venne incaricato il pittore bellunese Giovanni De Min ( n.1786 – m. 1759) di eseguire una
di S. Osvaldo
perad
l’altare.
“paletta”
olio suOpera
tela che, con la cornice, la cassa e il trasporto in Cansiglio costò lire 294.
La chiesetta
ebbeper
altril’altare.
restauriOpera
fino alche,
termine
AustroeTedesca
delin1917
-18. costò lire 294.
di S. non
Osvaldo
con dell’invasione
la cornice, la cassa
il trasporto
Cansiglio
Durante La
il periodo
della
guerra
mondiale,
la Foresta
del Cansiglio
fu teatro
della del
lotta1917
di liberazione
chiesetta
nonseconda
ebbe altri
restauri
fino al termine
dell’invasione
Austro
Tedesca
-18.
tra il 1944
e il 1945,
e subìdella
le devastazioni
e gli mondiale,
incendi di tutti
i fabbricati
e anche della
chiesetta
ad opera
Durante
il periodo
seconda guerra
la Foresta
del Cansiglio
fu teatro
della lotta
di liberazione
delle truppe
tra ilnazi
1944fasciste.
e il 1945, e subì le devastazioni e gli incendi di tutti i fabbricati e anche della chiesetta ad opera
La pala delle
di S.Osvaldo
chefasciste.
ivi si trovava, fu recuperata a rischio della vita da un Cimbro Azzalini, che la
truppe nazi
conservòLanascosta
sua abitazione
al termine
del conflitto.
pala di nella
S.Osvaldo
che ivi sifino
trovava,
fu recuperata
a rischio della vita da un Cimbro Azzalini, che la
Fu quindi
restituitanascosta
all’Amministrazione
della Foresta
la pose
in una cappella provvisoria, dove subì
conservò
nella sua abitazione
fino al che
termine
del conflitto.
ulteriori danni
a causa
del freddo
e dell’umidità. Negli
‘90 l’Associazione
Cimbriprovvisoria,
del Cansiglio
Fu quindi
restituita
all’Amministrazione
della anni
Foresta
che la pose inCulturale
una cappella
dove subì
la ottenne
in affidamento
e ne curò
il restauro,
consegnandola
temporaneamente
al Museo
di Serravalle,
ulteriori
danni a causa
del freddo
e dell’umidità.
Negli anni
‘90 l’Associazione
Culturale
Cimbri delinCansiglio
attesa dilaessere
riportata
nella suae Foresta
Cansiglio.
ottenne
in affidamento
ne curò del
il restauro,
consegnandola temporaneamente al Museo di Serravalle, in
attesa di essere riportata nella sua Foresta del Cansiglio.
BREVE STORIA DEL RE S. OSVALDO MARTIRE.
BREVE STORIA DEL RE S. OSVALDO MARTIRE.
Il principe Osvaldo nacque nel 604 d.c. in Northumbria,
zona geografica
del nel
Nord604
al d.c.
confine
con
Il principedell’Inghilterra
Osvaldo nacque
in Northumbria,
l’antica zona
Scozia.geografica
Morto il re
su padre Ethelfrith,
dell’Inghilterra
del Nord dovette
al confine con
fuggire ancor
nelMorto
nord nella
della dovette
l’anticapiccolo
Scozia.
il re impervia
su padreregione
Ethelfrith,
Diera per
sottrarsi
a Edwin,
del trono
nell’anno
fuggire
ancor
piccolo usurpatore
nel nord nella
impervia
regione della
616 d.c. Diera
Nell’esilio
da alcuni monaci
delnell’anno
per Osvaldo,
sottrarsi aavvicinato
Edwin, usurpatore
del trono
monastero
di Iona,
divenneavvicinato
cristiano da
e nel
616dell’isola
d.c. Nell’esilio
Osvaldo,
alcuni633,
monaci del
dopo 17monastero
anni, sconfitto
Edwin,
riconquistò
il trono
che eeranel 633,
dell’isola
di Iona,
divenne
cristiano
stato di suo
dopopadre.
17 anni, sconfitto Edwin, riconquistò il trono che era
Ma non stato
ebbe divita
perché il re britanno Cadwalla, che
suofacile
padre.
aveva mire
sul piccolo
lo attaccò
nel
Ma espansionistiche
non ebbe vita facile
perché regno,
il re britanno
Cadwalla,
che
634, uccidendone
Osric ed Eanfrith
che governavano
aveva mirei fratelli
espansionistiche
sul piccolo
regno, lo attaccò nel
il regno di
Bernicia.
Fu cosìi che
Osvaldo,
e
634,
uccidendone
fratelli
Osric edalleatosi
Eanfrithcon
chei Piti
governavano
gli Scoti,illoregno
sconfisse
nell’epica
battaglia
di Heavenfield.
di Bernicia.
Fu così
che Osvaldo,
alleatosi con i Piti e
Prima dello
scontro,
come scrisse
il Venerabile
Beda,
cronista
gli Scoti,
lo sconfisse
nell’epica
battaglia
di Heavenfield.
del’epoca,
Osvaldo
aveva fatto
innalzare
croce di Beda,
legno cronista
Prima
dello scontro,
come
scrisse una
il Venerabile
in mezzodel’epoca,
ai suoi soldati,
in maggioranza
pagani, euna
pregato.
Osvaldo
aveva fatto innalzare
croce di legno
Ottenutainuna
grande
di convertire
mezzo
ai suoivittoria,
soldati,desideroso
in maggioranza
pagani, ealpregato.
cristianesimo
il suouna
popolo,
chiamò
il monaco
Aidan di
a predicare
Lui stesso traduceva man mano
Ottenuta
grande
vittoria,
desideroso
convertireil Vangelo.
al
popolo
si convertì.
che quello
parlava, e la
cosapopolo,
ebbe tal
successo,
che tutto
il p
cristianesimo
il suo
chiamò
il monaco
Aidan
a predicare
il Vangelo. Lui stesso traduceva man ma
Sempre che
secondo
annotazioni
di Breda,
era unche
re straordinario,
di senso del comando e di
quelloleparlava,
e la cosa
ebbeOsvaldo
tal successo,
tutto il popolodotato
si convertì.
autorità
paterna. dotato di senso del comando e
carisma,Sempre
amato dal
suo popolo
che egli trattava
con
giustizia
secondo
le annotazioni
di Breda,
Osvaldo
erae un
re straordinario,
Dopo otto
anni diamato
pace, dal
fu attaccato
da che
Penda,
Mercia
(l’odierno
Galles), sconfitto e ucciso
carisma,
suo popolo
egli pagano
trattava re
condella
giustizia
e autorità
paterna.
nella battaglia
Maserfield
(l’odierna
Oswestry
contea
di Shropshire).
Dopo di
otto
anni di pace,
fu attaccato
da nella
Penda,
pagano
re della Mercia (l’odierno Galles), sconfitto e ucci
entrambi
gli schieramenti,
che morivano attorno a lui.
L’ultimo nella
suo gesto
fu quello
di pregare
per i soldati
di entram
battaglia
di Maserfield
(l’odierna
Oswestry
nella contea
di Shropshire).
Con barbara
ferocia
Penda
sul corpo
di Osvaldo
facendone smembrare
il corpo
L’ultimo
suo gesto
fu infierì
quello selvaggiamente
di pregare per i soldati
di entrambi
gli schieramenti,
che morivano
attorno a lu
esponendo
pubblicoferocia
scempio
il capoinfierì
e gli selvaggiamente
arti infissi su pali.sul corpo di Osvaldo facendone smembrare il cor
Conalbarbara
Penda
Ma i suoiesponendo
resti furonoalinpubblico
seguito scempio
raccolti eilsepolti
gli onori
a Lindsley, poi nel 909 traslati a
capo econ
gli tutti
arti infissi
su dapprima
pali.
Gloucester
infineresti
divisi
in vari
preghiera,
favorendo
così
rapida
diffusione
del suo culto.
Ma ei suoi
furono
in luoghi
seguitodiraccolti
e sepolti
con tutti
gli la
onori
dapprima
a Lindsley,
poi nel 909 traslat
assurse acosì
eroelanazionale.
SimboloGloucester
del re, che edifende
il suoinpopolo
a prezzo
della vita,favorendo
infine divisi
vari luoghi
di preghiera,
rapida diffusione del suo culto.
Sembra Simbolo
però chedel
nelre,
1558
abbiano
le della
sue reliquie,
ancheaseeroe
al giorno
d’oggi molte sono
chei Protestanti
difende il suo
popolobruciato
a prezzo
vita, assurse
nazionale.
le chieseSembra
che dichiarano
possederne
dei restiabbiano
: Treviri,bruciato
Tagernsee,
Ramsshoven,
Wettingen
e so
però chedinel
1558 i Protestanti
le suePrüfening,
reliquie, anche
se al giorno
d’oggi molte
in Italia, le
Sauris
e Tai
Cadore. di possederne dei resti : Treviri, Tagernsee, Prüfening, Ramsshoven, Wettingen
chiese
chedidichiarano
in Italia, Sauris e Tai di Cadore.
Il santo viene raffigurato con una preziosa coppa e spesso anche con un corvo, che reca un anello o una
lettera. La
coppaviene
ricorda
quella d’oro
pietre
preziose,
chee egli
aveva
fatto con
a pezzi
per distribuirli
poveri;
Il santo
raffigurato
con euna
preziosa
coppa
spesso
anche
un corvo,
che recaaiun
anello o u
il corvo richiama
il modo
cui inviò
il suo
pegno
d’amore
alla sua
lettera. La
coppacon
ricorda
quella
d’oro
e pietre
preziose,
chepromessa
egli avevasposa
fatto aCinaburga,
pezzi per principessa
distribuirli ai pove
del Wessex.
il corvo richiama il modo con cui inviò il suo pegno d’amore alla sua promessa sposa Cinaburga, principes
In Inghilterra
erano dedicate a S.Osvaldo sessantadue chiese e sul continente cappelle e altari in molte
del Wessex.
località tra
cui Bamberga,
e Ratisbona
e anche
in moltichiese
stati quali
Boemia, eOlanda,
In Inghilterra
eranoPraga
dedicate
a S.Osvaldo
sessantadue
e sul Portogallo,
continente cappelle
altari in mo
Germania,
Svizzera
e Italia.
località
tra cui
Bamberga, Praga e Ratisbona e anche in molti stati quali Portogallo, Boemia, Oland
IL santo Germania,
di origine nordiche,
i Cimbri del Cansiglio, nel 1769 fu dichiarato dal vescovo di Belluno Sandi
Svizzeracome
e Italia.
scelto
loro Patrono
e protettore.
“protettore
dei boschi”
e perciò
i Cimbri
da isempre
lo hanno
sc
IL santo
di origine
nordiche,
come
Cimbri del
Cansiglio,
nela 1769
fu dichiarato
dal vescovo di Belluno San
Il suo stendardo
dai Cimbri
, sotto
l’immagine
dello santo
da eG.De
Min, reca
“protettorevoluto
dei boschi”
e perciò
i Cimbri
da sempre
hanno dipinta
scelto anel
loro1858
Patrono
protettore.
l’invocazione
Il suoseguente:
stendardo voluto dai Cimbri , sotto l’immagine del santo dipinta nel 1858 da G.De Min, re
“ Hòolig l’invocazione
Oswald lukh inseguente:
Tzimbar Bòlk” - “San Osvaldo veglia sul popolo cimbro”.
La sua festa
si celebra
antichissima
ed è menzionata
nel calendario
“ Hòolig
Oswaldda
lukh
in Tzimbardata
Bòlk”il 5- agosto
“San Osvaldo
veglia sul popolo
cimbro”.di San Willibrord e
nella maggior
inglesi.
La suaparte
festadei
si calendari
celebra damonastici
antichissima
data il 5 agosto ed è menzionata nel calendario di San Willibrord
nella maggior parte dei calendari monastici inglesi.
Testo curato dal cimbro Don Serafino Gandin nella festa di S.Osvaldo, nell’agosto del 1996.
Testo curato dal cimbro Don Serafino Gandin nella festa di S.Osvaldo, nell’agosto del 199
Manifestazioni sportive e solidarietà - pag. 8
Manifestazioni sportive e solidarietà - pag. 9
TZIMBAR bor òondar tag
CIMBRI per un giorno
Partenza Troi dei Cimbri, Fregona ore 6 del mattino
Q
uando si è piccoli, si cresce con
le favole, la sera ci si addormenta con una favola, come fossero
una parte fondamentale della nostra vita.
Poi si cresce e alle favole ci hanno
abituato a non crederci più. Ma noi non
possiamo non farlo.
Gianni ed io ci siamo appassionati
alla corsa fuori strada frequentando il
Cansiglio e abbiamo percorso in lungo
e in largo sentieri, tracce, vecchie piste
Sul Pizzoc durante la gara
forestali. L’amore per questo territorio è
stato da subito talmente grande da volerlo far conoscere ad altri. Forse sarebbe
stato sufficiente un allenamento in compagnia, ma troppa poca gente avrebbe
goduto dello splendore della Foresta.
Solamente una gara ben organizzata avrebbe portato lassù molta gente da
altre parti d’Italia e dall’estero… e così
abbiamo deciso di fare.
Dapprima nacque un’Ecomaratona,
una gara di 42 chilometri poco invadente
e molto rispettosa del territorio, collegata alla presenza ed alla storia del popolo
Cimbro.
L’idea venne subito ben accolta da
Francesco Azzalini e la sua gente.
Da quella prima edizione del 2004, il
nome “Cimbri” è stato associato a questa manifestazione, venendo esportato
da Fregona in tutta Italia.
Negli anni molti atleti hanno potuto
Maratoneti in Vallorch
Maratoneti in Vallorch
apprezzare gli alti faggi, i villaggi cimbri, i sentieri spesso fangosi del bosco,
sentendosi Cimbri per un giorno.
Dal 2011 l’Ecomaratona si è trasformata nel “Troi”, sempre “dei Cimbri”,
un viaggio di 55 chilometri dentro l’Antica Foresta dei Dogi, un itinerario che
ci ha fatto scoprire luoghi ancora più incantati e selvaggi: la prossima edizione
si correrà il 16 settembre 2012.
Troi dei Cimbri
Grazie a queste manifestazioni, siamo anche riusciti ad appoggiare alcuni
progetti di solidarietà quali il sostegno
al popolo Saharawi, due adozioni a distanza in Tanzania e Brasile, varie associazioni umanitarie internazionali.
Lo scorso inverno abbiamo incontrato Francesco e Lino Azzalini “Gianni e
Stefano, il prossimo agosto siete invitati
alla Festa dei Cimbri in Pian Osteria e
sarete nostri ospiti”.
Con immensa sorpresa ed orgoglio
ad agosto scorso siamo stati nominati
Groas Moaster bondar Tzimbar Bòlk…
anche noi cimbri per un giorno.
Oggi, vi confessiamo che otto anni fa
abbiamo creduto alle favole pur essendo
già grandi… ma abbiamo fatto bene.
Gianni De Polo e Stefano Michelet
– comitato organizzatore
Incontri e visite - pag. 10
Dar Bìssof bon Belluno-Feltre, Joseph Andrich,
bezüuchet dar Museum un borkhèmmanet de
Timbrisen lòite bon Kansilien
Il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich, visita il Museo
dell’Uomo in Cansiglio e incontra i rappresentanti dei Cimbri del Cansiglio
L
o scorso 6 dicembre, il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor
Giuseppe Andrich, in occasione
della visita Pastorale alle parrocchie di
Tambre, Spert e Borsoi, assieme al par-
la benedizione del vescovo, lo stesso Azzalini ha recitato la preghiera ”Ave Maria” in cimbro.
Il vescovo Andrich ha esternato la
sua ammirazione per il Museo, dopo
aver attentamente osservato
documenti e testimonianze della presenza dell’ uomo in Cansiglio e del suo
rapporto con l’altopiano, a cominciare
dalla preistoria. In particolare, Monsignor Giuseppe ha visitato: la collezione
storica di documenti relativi sia alla dominazione veneziana che alla presenza
dei Cimbri, con pannelli e schede sulle
attività forestali, la carbonizzazione e
l’allevamento; le attività e i luoghi di
presenza delle comunità preistoriche di
cacciatori nomadi; la sezione paleobotanica e i ritrovamenti di Palughetto, che
conserva i resti delle conifere più vecchie d’Europa.
Nel libro degli ospiti monsignor Andrich ha definito il Museo “interessantissimo” e ha scritto tra l’altro: “Grande è
il mio apprezzamento per l’opera che è a
salvaguardia della storia e delle meraviglie del Bosco del Cansiglio”
Essendo l’attività al Museo svolta anche grazie alla collaborazione con
l’Associazione Culturale Cimbri del
Cansiglio, il vescovo di Belluno-Feltre
ha elogiato tale Associazione e ha incoraggiato il signor Francesco Azzalini e i
suoi collaboratori a continuare con entusiasmo l’opera di approfondimento, di
diffusione e di valorizzazione della cultura cimbra.
Il Parroco, Don Ezio Del Favero
roco, don Ezio Del Favero, e al sindaco
di Tambre, Oscar Facchin, ha visitato il
museo dell’Uomo in Cansiglio e Centro
Etnografico di Cultura Cimbra, intitolato
a Anna Vieceli, che si trova in Pian Osteria, nel comune di Tambre. Nell’occasione, monsignor Andrich ha incontrato una
rappresentanza dei Cimbri del Cansiglio.
Francesco Azzalini, a nome dell’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio, di cui è segretario, ha salutato il vescovo, anche in lingua cimbra, e ha fatto
da guida all’interno del Museo. Durante
Sopra: il Museo Etnografico - sotto: Modello di “Sega veneziana”
I Cimbri con il vescovo e don Ezio presso il museo etnografico
Pubblicazioni - pag. 11
Dar "GIORNO" sràibet àu
"De Timbarn dar bòlk bon Kansilien"
Il quotidiano IL GIORNO scrive de "I Cimbri, il Popolo del Cansiglio"
R
iportiamo l'articolo uscito a lilare i lettori, ha voluto estremizzare
pur sapendo che non abbiamo alcuna
vello nazionale sul "Il Giorno"
alcuni aspetti problematici della nostra
intenzione separatista.
il 24 dicembre 2011.
presenza in Cansiglio, paragonandoci
Buona lettura.
Fa parte di un fascicolo di allegati,
ai Baschi del nord ovest della Spagna,
Francesco Azzalini – Segretario
che il quotidiano è solito in42 il caffè del weekend
IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE SABATO 24 DICEMBRE 2011
•
*
serire ogni fine
settimana tra le
IL REPORTAGE
sue pubblicazioni.
Il testo, assai ridimensionato e stringato,
è frutto di lavoro congiunto
del corrispondente Ivan Albarelli (venuto
appositamente
da Milano) e
di Francesco
Azzalini, che
È questa una delle cause dell’abbandono da parte delle giovani coppie. Sul piatto i cartelli stradali bilingue
hanno trascorma, soprattutto, la riacquisizione della propria identità più intima: la casa. Le trattative sono sì avanzate,
so una giornata
ma ogni tanto arriva qualche doccia fredda. «Ci è già
di IVAN
stato detto che costi notarili e canoni una tantum o
ALBARELLI
isieme in Canpluriennali dovremo pagarli noi. È emblematico che
per avere in uso quello che abbiamo da quando siamo
siglio, visitanarrivati nel 1700 e che ci siamo costruiti dobbiamo
· VALLORCH
pagare. Il punto è: quanti fra i cimbri che ancora vivoPARLANO una lingua che è un impasto fra l’inglese e no qui potranno sostenere una spesa del genere?», si
do il Museo, i
il tedesco antichi, abitano in baite in mezzo ai boschi, domanda Azzalini.
tengono vive le tradizioni del passato. Sono i Tzimbavillaggi e inrar scatolern, i cimbri scatoleri dell’Alpago. Nel Bellu- FRA QUESTI c’è la coppia di pensionati, marito e monese. I loro villaggi incastonati all’interno della secon- glie. Lei, con l’orto produce sottaceti e conserve. Lui,
contrando
in
da foresta più grande d’Italia, il Cansiglio. Autostrada invece, lavora il legno e realizza pezzi d’artigianato.
Mestre-Belluno, lago di Santa Croce. Poi su per la Vecchie passioni cimbre. Vecchie passioni anche
Vallorch Franmontagna fin oltre i mille metri d’altezza. Una diste- quelle di Franco Azzalini. “Il poeta”.
sa di faggi, pini e abeti costeggia la provinciale semide- Ex finanziere, vive solo a Vallorch tutto l’anno tranne
co Azzalini nelserta per il Pian Cansiglio, che è a sua volta un’im- nei giorni più rigidi, quando la temperatura scende
mensa distesa di prati verdi, qualche casa sparpaglia- venti, trenta gradi sotto lo zero. Vita spartana e acqua
la veste di poeta
ta qui e là e le vecchie casupole militari abbandonate
della vicina base Nato di Aviano.
e narratore.
Ed è in mezzo alla foresta popolata da caprioli e cin- TRA VENETO E FRIULI
ghiali che vivono quelli che potrebbero essere chiama- I «baschi d’Italia» vivono in mezzo ai boschi
E' un "reti i baschi d’Italia. Vallorch, Le Rotte, Canaje, Pich e
Campòn: frazioni, o più semplicemente ammassi di e parlano una lingua quasi incomprensibile
portage" assai
case, nascoste fra i fitti faggeti del bosco. Comignoli Una discendenza che rischia di scomparire
che fumano, luci dietro le tendine delle finestre e il
significativo
silenzio che ovatta tutto. Sembra una fiaba.
«Sì, il paragone con i Paesi Baschi spagnoli non ci di- piovana per lavarsi, Franco Azzalini scrive poesie e
soprattutto per
spiace: anche noi in fin dei conti non vogliamo altro racconti ispirandosi alla natura e a strani incontri che
che tutelare le nostre tradizioni e la nostra lingua». giura di avere fatto, come il capriolo incrociato duranla sua diffusioFrancesco Azzalini, assieme alla sua associazione te una partita di caccia il giorno di venerdì santo: «Gli
“Cimbri del Cansiglio” dagli anni Ottanta tutela, ap- sparo e non succede niente — dice concitato come
ne nazionale,
punto, una cultura e una storia identitaria fiere che se fosse successo appena due ore fa —. Gli risparo e
stanno davvero correndo il rischio di sparire: erano rimane ancora in vita. Non avevo mai visto nulla del
che vuol seancora in seicento negli anni Trenta le genti cimbre genere! Poi ho pensato che giorno era, il venerdì di
arrivate qui dall’Altopiano di Asiago, nel Vicentino, Pasqua...» È uno dei punti di forza, Franco, del prognalare alcune
chiamati a costruire col legno dei faggi prima, dal getto che Francesco e la sua associazione accarezzano
1700, le doghe dei remi della potentissima flotta vene- da anni: realizzare un percorso ecosostenibile attradella probleziana; poi le tipiche scatole rotonde per contenere i verso i cinque villaggi.
“formaggi di casera”.
matiche e delle
COMUNITÀ
«L’IDEA è portare qui i turisti, sistemarli nelle case
Un gruppo di bambini
OGGI ne sono rimasti in poche decine. I più giovani? recuperate facendoli tornare indietro di due secoli. Viiniziative, che
si affaccia divertito dallo
Vanno a vivere chi a Belluno, chi a Vittorio Veneto o vere la foresta in modo rispettoso e alternativo. Abbiastipite di una porta
più giù a Conegliano. E nel bel mezzo della foresta mo anche in mente di riutilizzare una vecchia ferrola nostra corimangono gli anziani. «Da vent’anni stiamo discu- via per permettere pure alle persone disabili di raga Vallorch. In alto, un
tendo col Corpo forestale dello Stato e con la Regione giungere i punti più impervi». Ridare insomma alle
villaggio del Cansiglio a
munità affronuna legge che difenda le nostre peculiarità, non solo nuove generazioni un motivo per restare. Per i più
inizio secolo. Sotto, una
sul
piano
del
folklore
o
della
lingua,
ma
anche
su
queta e propone
festa cimbra
piccoli c’è addirittura il corso di lingua multimediale
stioni più sostanziali come i diritti di superficie all’in- coi nomi dei mesi e delle stagioni, le coniugazioni dei
terno del bosco e le relative pertinenze», racconta verbi... A fare da splendida cornice ci
per conservare
Francesco mentre fa strada a piedi lungo un sentiero
seminascosto che conduce al villaggio oggi disabitato pensa il Cansiglio. Con i suoi misteri.
e tramandare i
di Canaje Vecio. È stato recuperato proprio dai volon- Una Madonnina devozionale che nei
tari dell’associazione, che hanno ricostruito una tipi- primi anni Novanta si mise a piangere
valori dell'etnia
ca casupola in legno: la stessa che nel XIX secolo en- (o era la rugiada del mattino?). E il mitusiasmò l’alpinista inglese Francis Fox Tuckett, che tico Bus de la lum, il buco della luce,
dei Cimbri del
vi soggiornò una settimana e s’innamorò dei cimbri e un pozzo di natura carsica profondo
della struggente poesia del Cansiglio a metà fra magia 180 metri che in tempi antichi si creCansiglio.
deva popolato da streghe e all’intere malinconia.
LA LUNGA
Loss von Venedig? Via da Venezia, come chiedevano i no del quale durante la Resistenza
Il giornalivennero gettati da partigiani e naziseparatisti
altoatesini
negli
anni
Sessanta
per
reclamaATTESA DI UNA
re il ritorno all’Austria? Venezia non sarà forse così fascisti i corpi di decine di prigiosta, per stimolontana, ma per un “popolo” che è dai tempi del fasci- nieri.
LEGGE CHE NE
smo che aspetta di vedere riconosciuta la propria spe- A quel punto c’è da credergli, se un
cificità — e i diritti sugli alloggi incendiati dai nazisti cimbro una sera d’inverno ti racRICONOSCA LA
nel 1944 — l’attendere dal 1992 una legge sta diven- conta d’avere visto un capriolo sotando frustrante.
pravvivere alla sua carabina.
SPECIFICITÀ
Bar liirnan Tzimbar Gaprècht - Impariamo il cimbro
- pag. 12
- pag. 13
Dar Mazharòl bon Kansilien
= sbartzaar booghel, civette = gudala e
falchi = fikìt; tutto intorno a lui facevano
capriole tra loro i ghiri = ghiir, gli scoiattoli = hazel khatza, le lepri = haazo,
le volpi = buks, i caprioli = billa goas.
I galli cedroni = billar hen si beccavano fra loro sotto gli occhi di un lupo =
bolf che riposava su un faggio. Le api =
pajen e le farfalle = salèttale volavano
in tondo sopra la testa del Mazharòl addormentato.
Il Mazharòl del Cansiglio
Favola rivisitata da Marta Azzalini e Paola Nard
A
ccade soprattutto nelle lunghe
giornate d’inverno, che il nonno, racconti ai nipotini delle favole bellissime.
Egli ha sempre lavorato nella grande
foresta del Cansiglio, dove i boscaioli si
raccontano spesso strane storie meravigliose.
Oggi è uno di quei giorni fortunati e
tutti sono pronti a correre da lui.
State a sentire cosa racconta:
è un gran mattacchione e si diverte a far
ammattire la gente. Si burla di quelli a
cui ha fatto perdere la bussola o ai quali
ha confuso la mente = de zinne e la parola = ’s bóart, nascondendo gli attrezzi
dei boscaioli.
Spesso cammina a rovescio per far
smarrire la strada a chi incautamente si
inoltra nel bosco. Per salvarsi da lui bisogna togliersi la camicia = foàt, rivoltarla e indossarla al rovescio: soltanto
allora si ritrova la strada di casa = bègale
von hòam in mezzo al bosco = balt.
“Venite qua, venite qua ragazzi = Ailt
hìa, ailt hìa khindar,
venite vicino a me, il nonno = ailt
nàgane mìar, dar bóarbaatar; sedetevi qui attorno al focolare = hèart. Prima
che la mamma = muutar e la nonna =
bóarmuutar porti la polenta = pulta in
tavola = tiss e fintanto che il salame =
salaaden sia tagliato, io vi racconto la
storia del Mazharòl.
Dovete sapere che il Mazharòl, così
mi raccontava il Cimbro “Nani”, è spuntato fuori un giorno da non si sa dove.
Sembra che sia uscito da una grotta =
kùbala sopra Montaner. Questo Mazharòl non sono in tanti a poter dire di averlo visto: è un uomo piccolo piccolo con
un vestito rosso = ear ist an khlòondar,
khlòondar mann mit an ròat gabànt,
Anche i malgari del Cansiglio, dai
quali il nonno compera latte, burro, ricotta e formaggio, gli hanno raccontato
una volta che…
...la prima volta che il Mazharòl si
è fatto vedere sia stato su in Cansiglio
forse perché aveva smarrito la strada =
bègale e aveva fame = hùngaran, fatto
sta che si è recato in una malga del Cansiglio = an stall von Kansilien a chiedere un pezzo di pane = an stukhe pròat e
poi si è steso a dormire sopra le foglie =
rastan òbarn dar lòop. Dopo aver dormito insegnò ai malgari a fare il burro =
smaltz, il formaggio = khèeze e la ricotta = povàin, poi è scomparso di nuovo
nel bosco fra
le bestie selvatiche = zachen
bìlle.
Dovete sapere che anche
il nonno aveva un nonno,
che possedeva
delle mucche e
che gli parlava
spesso di fatti
strani che accadevano in Cansiglio.
Così riprende il racconto dicendo:
Mio nonno = bóarbaatar mi raccontava che in una mattina d’estate =
mòrghen richte zummar, suo figlio =
zun Bepo e il nipote = nèffe Toni erano
andati a pascolare le mucche = khüu vicino al Bus de la Lun. Erano ancora ragazzi entrambi e, mentre badavano alle
mucche scherzavano fra di loro. D’un
tratto si sono visti comparire davanti un
ometto vestito di rossi stracci che rideva
con la bocca = maul spalancata da un
orecchio = òar all’altro. Preso Toni per
una mano = hant lo portò su per le rocce
Ragazzi, bambini! Io non so se questo ometto vestito di stracci sia ancora
vivo, nella foresta del Cansiglio: io spero che voi lo possiate incontrare ancora
perché ciò sarà il segno che il bosco non
è morto e che è ancora la casa di tanti
animali.”
= stèel per posti impervi e quello dietro
senza nemmeno saper quello che faceva. Quando riprese conoscenza, perché
il Mazharòl gli aveva confuso la parola
e la mente, si è trovato in cima ad una
rupe senza poter né scendere né salire,
mentre sotto di lui una voragine senza
fondo apriva le sue fauci piene di nebbia
= nèbel.
Il nostro nonno conosceva tutti gli
abitanti della foresta e si intratteneva
spesso con i carbonai che vivevano nel
bosco vicino ai villaggi dei Cimbri.
Da costoro aveva saputo che il
Toponimi di luoghi e parole di probabile derivazione cimbra
Cimbro
Terminologia corrente Etimologia cimbra Traduzione e/o derivazione
(probabile)
VAL FRATTUZZA
fratten
frutta selvatica / Valle a sud di Val Bona, che
risale verso Candaglia, lungo la quale si trovavano frutti selvatici in abbondanza (lamponi,
fragole,“sbirabirbe”, e molti funghi).
PIAN DEL SCHEO
‘s khèar
la svolta, il tornante / Località posta tra Pian
dei Lovi e il Monte Croseraz, dalla quale un
ripido e tortuoso sentiero conduceva alla sommità del monte e in Friuli.
POOM
BANT
DACH
BEESTAR
TUAR
VOCABOLI DI USO COMUNE IN CANSIGLIO
SBRICA
briizar
CAZA
katza rèl
vita / Truogolo, contenitore scavato nel legno,
dove veniva posto il cibo per i maiali (per farli vivere e ingrassare).
aver freddo / Feritoia, piccolo pertugio tra le travi del casone attraverso il quale passava il freddo all’interno dell’abitazione.
mestolo / il vocabolo cimbro definisce il secchio di rame dal quale con il mestolo si
prelevano gli alimenti liquidi.
italiano
LENTLE
villaggio
BEG
strada
TETTRABEGALE
sentiero
NOMI DI LUOGHI DEL CANSIGLIO
làip -làibar
Mi raccontò una volta un tal Gigio
carbonaio = khòolar, che mentre costruiva il suo pojat a Vallorch, lo ha visto un giorno, di mattina presto ancora
addormentato su un ceppo di faggio =
stamm von puucha. Gigio mi raccontava che gli pareva di aver visto un angolo
di paradiso = hümmel perché sopra al
Mazharòl volavano corvi = khraa, merli
Schella, schella Märzo,
Svegliati, svegliati Marzo
Snea de hia
Neve di quà
Gras de her
Erba di là
Alle de dillen lèr.
Tutti i fienili vuoti.
Bénne der Kucko kuchet Quando il cuculo canta
Plühet der balt
Fiorisce il bosco
Bear lang lebet
Quando la primavera nasce
Sterbet alt
Muore il vecchio (inverno)
Impariamo il cimbro
a cura di Francesco Azzalini, Segretario
LAIP
Mazharòl vive in accordo con gli animali = zachen, con tutti gli animali, anche
quelli selvatici = bille.
Infatti così riprende il suo racconto ai
nipotini attoniti e attentissimi:
Ed ecco ora una bella filastrocca recitata in Asiago per cacciare l’inverno e
chiamare la primavera. Si ripete camminando da mattina a sera in processione
per i paesi dell’altipiano.
8 marzo 1834 - J. A. Schmeller “A proposito dei cosiddetti Cimbri
dei 7 e 13 Comuni sulle Alpi Venete e la loro parlata”
Canaie vecio
trave
muro
tetto
finestra
porta
PERG
BALT
PUUCHA
TANNA
AST
PLAATZA
BIIZA
GRAZ
RAKH
PLUUMA
OBES
montagna
foresta
faggio
abete
ramo
foglia
prato
erba
muschio
fiore
frutto
ZUUNA
HUMMEL
MAANO
STEERNA
sole
cielo
luna
stella
BINT
BOORA
SNEA
REEGO
SAUR
KHALT
BARM
vento
nuvola
neve
pioggia
tempesta
freddo
caldo
Scrittori e Poeti Cimbri - pag. 14
LO GNOMETTO CELESTINO
2oo6
SERAFINO IL MAZHAROL
2ooo
LA POJANA
1999
Lo gnometto Celestino,
solo in rosso suol vestire
Barba bianca,piccolino,
se lo incontri può sparire
Lo gnometto Serafino
è vestito tutto in rosso
Nelle piante - faggio e pinobatte colpi a più non posso
Lassù in alto dove arriva
la mia vista a mala pena,
la poiana gira gira,
l’ali aperte muove appena
ché poteri ne possiede,
e sa usare la magìa
Se inquinare lui ti vede,
perderai la diritta via
Con mazzetta per segnare
un sentiero di magia
chi foresto vuol passare
perderà la diritta via
Col suo occhio prodigioso,
scruta a terra senza fretta,
e continua lei nel volo
per veder la preda netta
Sopra un ciocco,sul sentiero,
visto è stato di sovente
osservare il forestiero,
e sorrider vagamente
Da lui van folletti e fate,
e animai di tutto il bosco,
a passar belle giornate
nell’arcano suo bel posto
Con picchiata giù perfetta,
e ali chiuse,sibilando,
come fulmine o saetta
piomba in basso rimirando
Ama stare nella selva
e lì dentro anche morire
Non esiste alcuna belva
che lo possa intimorire
E lui stesso va da solo
a trovare i buoni amici
Gli uccelletti in pieno volo
lo salutano felici
Sopra il faggio lui dimora,
oppur sotto alle radici
Quando esce nell ’aurora
gli uccellin cantan felici
Quando arriva all’alveare
lo saluta la regina,
e lo invita per pranzare
con real pappa sopraffina
Ha un difficile linguaggio,
suoni strani,innaturali,
e però lui è a suo agio
nel parlar con gli animali
Nelle sere dell’inverno
narra fiabe, e ciascun crede,
che lui parli dei suoi avi:
Pollicino e Biancaneve
Lunedì ch’è la sua festa,
danza e suona uno strumento
Freme tutta la foresta
per quel magico talento
In Cansiglio è conosciuto
e nomato da ogni ”Fiol”
Chi nel bosco s’è perduto,
pensa: “E’ stato il Mazharol”
Poi arrivan per danzare
dolci ninfe fanciullette
alle quali fa ben fare
dei volteggi e piroette
Ed allor per ritrovare
senza indugi la via retta,
deve subito indossare
per rovescio la giacchetta
Poi di colpo via sparisce
e chissà dove sarà
Ma ,è certo,non tradisce,
presto o tardi tornerà
Stocca al volo , non a terra
e un sol colpo usa dare
Tordo,merlo o capinera,
non si possono salvare
Ed emesso un rauco grido,
con la preda tra gli artigli
vola in alto verso il nido
per sfamare i suoi due figli
L’ALLOCCO
2oo2
La luna era alta nel cielo;
vedevo risplender la neve;
sentivo vampate di gelo
e di fronde stormir lieve
Il monte in alto era fosco,
per nebbia leggera lassù,
gridava l’allocco nel bosco:
uuhh uuhh uuhh
In tutto quel grande chiarore,
vedevo sol rare le stelle;
vedevo dell’Orsa Maggiore
brillare le sette fiammelle
Gelato sui pini ogni nido,
gli uccelli non c’erano più
Ancora dal bosco quel grido:
uuhh uuhhh uuhh
Pensavo ai tempi lontani,
agli avi che han qui lavorato
da veri valenti artigiani,
e a quanto han faticato
Dei colpi d’accetta il rintruono
sembrava ancor vivo quassù
E sempre quel macabro suono:
Uuhh uuhh uuhh
- pag. 15
LE ROTTE
Un bel piccolo villaggio
è s’un colle tutto ornato
d’alti alberi di faggio,
che “Le Rotte” vien chiamato
Sono Cimbri gli abitanti,
son d’origine Alemanna,
ingegnosi e praticanti
l’arti antiche di Roana
“Scatoler”, mestiere antico,
più non viene praticato
Ne’ per fuoco o per nemico,
mai quel luogo hanno lasciato
Pochi san che su quel colle
son casette sì graziose,
tutte in legno,civettuole,
nell’inverno silenziose
Sono anche gli orticelli,
con intorno tante ortiche
Freschi cavoli e piselli,
cibo son per bestie amiche,
quali lepri e caprioli,
che d’intorno,indisturbati,
stan tranquilli tutto il giorno
nell’alt’erbe accovacciati
Notte fresca e silenziosa,
grande,dolce, pace infonde
Qualche nota lamentosa:
geme il gufo tra le fronde
In stagion fredda e nevosa,
a abitarvi,con coraggio,
è sol Elia,la graziosa:
gran regina del villaggio
I PICH
VILLAGGIO CIMBRO ANTICO
Era “I Pich” un bel villaggio,
presso al bosco edificato,
in un luogo non selvaggio
e molto bene soleggiato
E’ silenzio nel villaggio,
da gran neve già ammantato
E passeggio adagio,adagio
nell’ ambiente inanimato
Nei casoni in travi e “scjolpe”
ed i muschi nelle sbriche,
senza inganni e senza colpe
v’abitavan genti amiche
Sono chiusi i casolari,
qualche topo entra ed esce,
freddi e spenti i focolari,
nessun fumo fuoriesce
Artigiani laboriosi,
ch’avean cimbrici cognomi
Di pensieri fantasiosi,
credean tanto in fate e gnomi
Cimbri antichi provenienti
dal paese di Roana,
v’abitavan pur coi venti
della fredda tramontana
Si chiudevano la sera
dentro ben nel casolare
Il pericol vero era
che potesse il “Lof” entrare
Fra perline e un tavolone,
fatto ha il ghiro la sua nicchia
Nella trave del casone,
sento un tarlo che rosicchia
Dopo tanti anni e tanti,
quel villaggio fu incendiato
Disperati gli abitanti
quel bel luogo hanno lasciato
Miagolare s’ode un gatto,
che fa aspre lamentele
Solo è stato qui lasciato
dal padrone suo crudele
Una fresca gran pineta
or lì cresce rigogliosa,
dove fauna vive quieta,
senza affanni e numerosa
S’ode poi lo scricchiolìo
d’un leggero assestamento
Di fantasmi par brusìo
dentro ogni alloggiamento
1997
2001
Nel casone mi ritiro,
che’ già il sole passa via
Saran solo gatto e ghiro
a tenermi compagnia
Azzalini Franco è nato a Vittorio Veneto il 1 maggio 1936 da genitori Cimbri. Il padre Giovanni Azzalini "Batol", nato a
Fregona nel 1895, viveva stabilmente nel villaggio cimbro di Vallorch, facendo il boscaiolo con l'aiuto di cavalli da tiro. Qui era
vissuto anche il nonno Eugenio ( nato nell'altro villaggio di Valbona nel 1857), dove abitava con il padre Virgilio Azzalini.
Correva l'anno 1880 quando i due fratelli Virgilio e Celeste decisero di trasferirsi in Vallorch dove già nel 1700 era vissuto
Domenico Azzalini, il primo Cimbro arrivato in Cansiglio proveniente da Roana, dall'Altopiano di Asiago. E' in questo antico villaggio di Vallorch che Franco Azzalini abita stabilmente, rivivendo gli incontri e le meravigliose sensazioni provate da bambino.
Ha risposto al richiamo irrestibile della "sua foresta", come un bambino risponde alla voce di una madre affettuosa.
Lontano dalla frenesia della vita moderna, al contatto con un ambiente, che parla solo a chi sa mettersi in paziente ascolto, ci
svela un piccolo mondo ricco di vita e insegnamenti. L'abitare nel bosco, nel suo villaggio silenzioso, con i ritmi e la sensibilità
degli antichi avi Cimbri, lo porta a riflessioni ricche di arguzia e umanità. Se la nostra foresta ci lascierà ancora attoniti, stupiti
e incuriositi, come Franco Azzalini, solo allora potremo dire di avere conservato e di poter tramandare ai nostri figli il profondo
rispetto per la natura dei Cimbri del Cansiglio. Per tutto questo siamo onorati di presentare alcune sue poesie, piccole perle,
opera paziente di un "fratello", profondo conoscitore della nostra storia, cultura e della nostra terra.
Documenti storici - pag. 16
- pag. 17
'S gasiganet abe bon altes lèntle in jaar 1928
R
iportiamo parte della mappa
dell'Azienda per le Foreste Demaniali dalla quale emerge lo
stato dei villaggi cimbri in tale periodo.
Molto significativa è la presenza di
alcune realtà oggi scomparse :
- La scuola elementare in località Lion.
- La segheria di Campon.
- I Casoni dei Cimbri masteleri di Val
Bona.
- I Pich veci.
- Le casermette della Forestale sia in
Campon che ai Pich novi.
Ogni villaggio è circoscritto con un
tratto continuo che rappresenta lo spazio verde circostante.
1928 carta forestale Le Rotte e Vallorch
1928 Carta forestale
< Leon,
Pian Osteria,
<
1928 Carta
forestale Pian
Canaie
A cura di Francesco Azzalini
<
Mappe dei villaggi cimbri del 1928
Campon e segheria
<
1928 carta forestale PIch
<
1928 Carta
forestale Val
Bona
Ricerche storiche - pag. 18
Ricerche storiche - pag. 19
An nòjar puch àu de gròosa khriig 1917-18
Dar Kansilien – De Balt bondar latte bor
bèrch bon hòolig Marcus
Nuova pubblicazione sulla Grande Guerra 1917-18
V
errà presentato verso la fine di
febbraio l’ultimo lavoro di ricerca a firma di Innocente Azzalini
e Giorgio Visentin incentrata sull’anno
dell’occupazione austro-tedesca a Vittorio Veneto e del suo distretto tra novembre 1917 fine ottobre 1918. Tale approfondita e meticolosa ricerca ha il merito
non solo di offrire una sintesi documentale e fotografica nel contesto globale
dei fatti bellici della grande guerra, ma
anche, ed è la parte più significativa, di
restituire la parola
ai diretti testimoni, in particolare
i parroci del territorio, che ebbero
la forza, in quei
frangenti estremi, di compilare
dei diari che oggi
si offrono come
I resti del traccato della Fera- preziose fonti di
tina prima di Val Bona
informazione per
dare visibilità e
spessore al risvolto umano di vicende dolorosissime,
il cui ricordo è doveroso conservare
e trasmettere per
educare i giovani
alla cultura della
I sedimi della Ferratina tra Val pace e della soliBona e Val Frattuzza (Reg. Friuli) darietà.
IL CANSIGLIO - BOSCO DA REME DI SAN MARCO
di Franco Bastianon
I
Il tracciato della Ferratina da Pian Osteria a Val Frattuzza
Dodici mesi, un periodo breve e tuttavia interminabile, in cui migliaia di
persone furono costrette a convivere
con la brutalità dell’occupante e con la
guerra in casa, con l’immanenza costante dei saccheggi, delle violenze fisiche,
delle angherie morali, della fame e della
morte. Ancor oggi, ad oltre novant’anni di distanza, sono tangibili i segni del
suo passaggio nella residua visibilità dei
trinceramenti, bunker presenti sul nostro
territorio; nella toponomastica che individua i luoghi chiave delle battaglie;
nell’incombere dei sacrari e dei monumenti che costellano tutto il territorio
provinciale; nelle ferite ancora leggibili
nel patrimonio artistico ed architettonico
di tanti palazzi patrizi, chiese e castelli;
nella persistenza del ricordo di quelle
lontane vicende nella memoria collettiva
dei trevigiani, soprattutto della Sinistra
Piave.
Tra i tanti segni della presenza ne-
Pian Osteria, Col di Frare. I resti della galleria nei Carrello da trasporto legname che si trova
Tracciato scavato nela roccia pressi di Val Bona
presso il Museo Etnografico di Pian Osteria
in direzione Pian Cansiglio
Zona di arrivo e scambio della Ferratina in Val Frat- L’ingresso della galleria della Ferratina
tuzza
sulla strada VAl Bona - Pian Rosada
mica nella nostra pedemontana vi era il
tracciato della ferrovia Sacile - Vittorio
costruita in pochi mesi per collegare efficacemente la sede del comando della
VI Armata austriaca senza passare per lo
scalo di Conegliano che veniva costantemente colpito dalle artiglierie italiane
posizionate sul Montello. Il tracciato da
Sacile toccava Fratta di Caneva, Cordignano, Cappella Maggiore con scalo terminale a S. Andrea. Nei pressi di Cappella Maggiore si diramava una linea
secondaria verso Sarmede, dove su ampi
spazi di terreno funzionavano una grande segheria e officine di riparazione. Il
materiale ligneo proveniva dalla foresta
del Cansiglio portato alla segheria da
un’ardita teleferica collegata alla Piana. Qui una Decauville a scartamento
ridotto (ferrovia con motrici e carrelli
di produzione francese) percorreva tutto l’altopiano, con diverse diramazioni
minori verso l’interno della foresta dove
era accatastato il legname. Resti di uno
di questi tracciati Pian Osteria – Val
Bona, oggi ancora visibili, sono riportati fotograficamente nel contenuto del
libro.
Una ricerca, quindi, che non mancherà certamente di suscitare curiosità e
interesse in appassionati e studiosi perché essa restituisce alla nostra memoria storica pagine destinate altrimenti
a scomparire o ad essere colpevolmente obliate dal lento scorrere del tempo.
Innocente Azzalini - Consigliere
Val Bona - nella parte alta, al limite del bosco, è segnata la
zona di attraversamento della valle della Ferratina
l tema di questo breve intervento, solo
alcuni cenni e certo non un saggio
storico, riguarda un aspetto particolare della gestione del Bosco del Cansiglio:
il valore economico della “produzione”
dei remi (o, meglio, delle “stele” cioè le
“assi” sgrossate che corrispondevano per
lunghezza e spessore al remo “semilavorato” che sarebbe poi stato “finito” in
Arsenale) ed i comportamenti dei responsabili del taglio, con le relative conseguenze sul bosco, visti attraverso alcune
delle relazioni che i Rettori veneziani di
Belluno presentavano al Consiglio dei
Pregadi (il termine tecnico veneziano per
Senato e Doge riuniti) alla fine del loro
mandato.
Prima di entrare nel merito bisogna
però osservare che i Rettori, se avevano
chiaro il ruolo strategico del bosco per
l’”armata nostra”, come veniva chiamata
la flotta da guerra, avevano anche grande
attenzione alle comunità locali e al loro
relativo “benessere”.
Domenico Falier (1550) quando propone di confinare il bosco dice che questo
è sì necessario per salvaguardare gli interessi della “Casa dall’Arsenal”, ma anche
per tutelare i diritti delle comunità locali,
perché “possino far carbonj et legne per
il bisogno loro, senza li qual boschj non
potriano vivere, et li saria bisogno lassar
il paexe et andar in parti aliene” (si parla
già di emigrazione dalla montagna veneta
….. ), così Marco Antonio Miani (1574)
suggerisce di cambiare le date per i tagli
annuali dei remi per evitare il “danno et
incomodo delli contadini, li quali da quel
tempo sono dediti al suo raccolto et negotij rurali… raccogliendo poche biade, che
tardi maturiscano in quelli luochi sterili e
montuosi” e Giacomo Salomon (1561) si
preoccupa dei ritardi nei pagamenti degli
operai al di fuori della sua giurisdizione
perchè “non è honesto che buttino via le
sue fatiche, non essendo pagati delle loro
mercede … né li sui sudori”.
Angelo Contarini (1615) segnala come
i maggiorenti di Belluno, approfittando
del cambio di Rettore, avessero tentato di
portare il calmiere “delle biave” a lire 25
“li staro” rispetto ai 24 concordati col suo
predecessore Dolfin, “con pregiudizio
della mia reputatione” e come, tenendo
conto dei veri costi di acquisto del “formento” nel tempo, avesse poi portato il
calmiere a 20 lire, comunicando ai commercianti che “ero pronto colla propria
borsa a riffarla” cioè a rifondere le perdite se si fosse dimostrato che avevano ragione, mentre nel 1622 Federico Corner
per mantenere il calmiere del frumento a
24 lire e quello del “sorgoturco” (granturco n.d.r) a 11 lire non esita a provvedere
“con i denari della mia casa” e l’anno seguente ricorre perfino a soldi prestati “dal
signor mio padre” secondo la tradizione
“della mia casa, la quale non avendo altro fine che l’honor di Dio, la pubblica
sodisfatione, … non ricuserà mai d’impiegare con prontissima volontà tutte le
sostanze e le vite in servitio della Serenità Vostra (il doge, n.d.r. – direi di perdonargli un po’ di autoincensamento …).
Le prese di posizione dei Rettori citati
non sono episodiche, anzi, proprio l’attenzione ai bisogni del popolo “minuto”
e la capacità di contemperarli con le necessità della Repubblica sono all’origine
della fedeltà alla Serenissima delle popolazioni amministrate, e del mito (che evidentemente non è solo mito) del “buon
governo” veneziano.
Ritornando al tema, ricordiamo, come
premessa di architettura navale necessaria per capire la gestione del bosco, che
proprio in quegli anni (metà del ‘500) si
passava da galee con voga a terzarolo (tre
rematori per banco con un remo ciascuno, lungo circa 10 metri) a galee con voga
a scaloccio (tre rematori per banco con
un remo unico e quindi più lungo) e che,
data la lunghezza del nuovo remo, si richiedevano tronchi di faggio diritti per almeno 37 piedi veneti (circa 13 metri) per
una galea sottile, lunghezza che aumentava per le galee “grosse” e “bastarde” fino
alle galeazze, inventate nel 1570 e che
combatterono per la prima volta a Lepanto, che richiedevano remi lunghi anche 16
e più metri, spinti da 5 rematori ciascuno.
Questo rendeva critica la selezione degli alberi e altrettanto critico il mantenimento del bosco, visto che per remi di tali
dimensioni si richiedevano faggi attorno
ai 120-140 anni di età, con un diametro di
circa 55 cm, da cui si ricavavano, in media 4 o 5 stele, nei casi migliori anche 6 o
8. Ora, per dare degli ordini di grandezza, si parla all’anno di 6.000 remi (Miani
1574) o 8.000 (Francesco Zen 1609) o
anche 10.000 (1570, richiesta diretta del
Consiglio di X), cioè circa 1.500/2.500
faggi “buoni”, tenendo però conto che
l’esbosco di quei faggi richiedeva il taglio
di molti altri “al contorno”, per esempio
per creare le piste forestali, o per integrare tronchi trovati poi inadatti al momento della sezionatura longitudinale in
stele o rovinati nel trasporto o per motivi
meno “tecnici” che vedremo subito dopo.
Per dare una prima dimensione economica, sappiamo che nel 1561 (Salomon),
con riferimento ancora alla voga a terza-
Modellino di “Galera” veneziana presso il
Museo Etnografico di Pian Osteria
I Cimbri Lino, Stefano, Imerio, Michele, Mario e Nani Azzalini a far stele da reme con i
faggi del Cansiglio
rolo, i remi venivano pagati ai boscaioli
8 soldi per i remi più lunghi (detti pianeri, circa 11 metri) e 6 per i remi più corti
(detti postizzi e terzici circa 10 metri),
ma il Rettore suggerisce invece di pagare
10 soldi i lunghi e 5 i corti perché da un
remo lungo, se serve, si può ricavarne poi
uno corto, ed in più si incentiva l’uso degli alberi più vecchi, anche se più difficili
da gestire, e quindi si facilita il mantenimento del bosco. C’è però il problema del
ritardo burocratico dei pagamenti (evidentemente è una costante storica …): se
per la parte che dipende da Belluno tutto
funziona perché i soldi vengono gestiti
direttamente dal Rettore, per le “basse”
(Sacile, Ceneda, Serravalle, Aviano …)
che dipendono da altre amministrazioni,
le cose non vanno bene, i soldi si “perdono” lungo la catena burocratica e c’è gente che aspetta il pagamento “chi de 200,
chi de 400, chi de 600 et più remi, et non
sanno a chi dimandar la sua mercede”
(Salomon 1561) e quindi si suggerisce
di accorciare l’iter burocratico, facendo
pagare tutti direttamente dal Rettore, e
questo perché “li poveri boschieri fossero pagati sul lavoriero”, cioè immediata(continua a pag. 20)
Un film per i Cimbri del Cansiglio - pag. 20
Katherine un dar sondorste bènnanzich
Film per la televisione da un’idea di Loris Mora
O
ltre un anno di preparazione,
quasi due mesi di riprese e circa duecento ore di montaggio e
post-produzione per la realizzazione del
cortometraggio dal titolo: “CATERINA
e il magico incontro”.
Il film, prodotto per la televisione, da
IL DETTAGLIO CINEMATOGRAFICO, è ambientato in Cansiglio e vede
la collaborazione dell’ASSOCIAZIONE
CULTURALE CIMBRI DEL CANSIGLIO e di VENETO AGRICOLTURA.
Partecipano al progetto, Toio de Savorgnani, Debora Bettiol e Omer Sacic.
Il regista Loris Mora, collaboratore
per anni con la terza rete della Rai in
programmi come Geo&Geo e Il pianeta delle Meraviglie, ci spiega che è stato
l’amore per i meravigliosi ambienti naturali del Cansiglio e la pluriennale amicizia con il grande Toio de Savorgnani
a convincerlo ad ambientare il racconto
proprio in quella che fu la grande foresta
da remi della Repubblica Serenissima.
Il “corto“, di genere fantasy, narra la
breve storia di Caterina, una bambina di
discendenze cimbre che amando moltissimo la natura, gode di un importante
privilegio: poter vedere e incontrare
una piccola creatura della foresta, un
membro del “piccolo Popolo invisibile”;
uno gnomo.
Particolarmente suggestiva la scena
girata lo scorso gennaio nel vecchio Cason cimbro di Pian Osteria, che introduce e spiega la presenza dei Cimbri in
Il Regista Loris Mora con Fabio Azzalini ,
comparsa nella prolusione del film.
Lo sguardo sveglio di Filippo di ritorno dalla foresta.
Cansiglio proponendo una dettagliata
ricostruzione storica dei primi del novecento di un momento di vita quotidiana
di una famiglia.
L’opera vede anche la straordinaria partecipazione di Mauro Cutrona,
esperto pittore, disegnatore e illustratore
che con grande sensibilità ha accolto la
troupe nella sua casa di Bologna ed ha
amichevolmente accettato la collaborazione.
Il film è una semplice favola destinata non solo ai bambini, ma anche
agli adulti ai quali vuole trasmettere un
messaggio improntato sull’amore per la
natura e per tutte le sue creature. Vuole
favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di una sensibilità ecologica legata
alla percezione della bellezza e al rispetto dell’ambiente.
Proprio per tale motivo, il film è stato
continua da pag. 19 - IL CANSIGLIO - BOSCO DA REME DI SAN MARCO
mente, e con vantaggio anche del bosco,
“altrimenti li maestri non vanno in persona a lavorare, ma mandano altri che non
sanno, overo se vanno, vanno con poco
amore” mentre, se invece i pagamenti
sono solleciti, non “fariano le piazze nelli boschi come ora fanno …, perché non
havendo amore alla cosa, tagliano dove li
vien più comodo, … di sorte che tagliano
et buoni et tristi indifferentemente”.
Non mancano inoltre i comportamenti disonesti da parte dei “sortadori” (gli
incaricati della selezione n.d.r.) mandati
dall’Arsenale (anche questa dei funzionari pubblici non sempre irreprensibili pare
una costante…), che dovrebbero scegliere gli alberi direttamente nel bosco prima
del taglio, ma invece aspettano che i tronchi siano arrivati a valle perché così ne
scartano molti che rivendono sottobanco
agli amici, come legname o facendone
carbone, e questo a spese dei “miseri lavoranti” (Salomon 1561), che vengono
pagati solo per i remi fatti e non per gli
alberi tagliati, e con danno del bosco, in
cui si taglia più del necessario.
Per migliorare la gestione, vengono
perciò istituite le “compagnie de boschieri”, inizialmente 20 con un capo e quattro
operai ciascuna (Foscarini 1564, Miani
1574), poi 28 di sei componenti (France-
sco Soranzo 1592) e poi 34 sempre con
sei membri (Francesco Zen 1609), ma
anche qui si creano collusioni e interessi
incrociati, visto che le regole richiedono
“che a detti capi et compagni … fosse
devedato (vietato n.d.r.) [di] pigliar pagamento o accettar doni da carrizadori
(trasportatori n.d.r.) e da qual si voglia altro, per divertir (impedire n.d.r.) che con
questi mezi indiretti li boschieri tagliano
dove più et meglio tornasse commodo a’
condutieri, senza haver rispetto al danno
del bosco” (Miani 1574).
Ma ci sono anche altri tipi di negligenza dei funzionari che danneggiano
il bosco; nel 1623 Angelo Giustinian
scrive:”ho scoperto un grave e dannosissimo pregiudizio … per negligenza et
dapocaggine de Proti (i responsabili inviati dell’Arsenale n.d.r.) …. pensando
loro, come fano anche li capi di remeri
che sono del paese, al proprio interesse
… si ellegono a tagliar in quelle parti di
boschi che li riescono più comode, senza
penetrar nella più densa et antica parte di
essi”.
La descrizione di questa continua lotta dei Rettori contro le più varie forme di
disonestà potrebbe continuare a lungo,
cerchiamo ora invece di dare alcune cifre
e capirne il senso economico. Sappiamo
che a inizio ‘600 (Dolfin 1613, Contarini
1615) il calmiere “delle biave” a Belluno era di lire 24 per 85 litri di frumento
(uno “staro”), e poiché la lira, coniata dal
1472 dal doge Tron, valeva 20 soldi, uno
“staro” di frumento costava 480 soldi, e
quindi un boscaiolo doveva produrre circa 50 stele (quindi circa 10 alberi tagliati
e “spaccati”) per acquistarlo, mentre il
“sorgoturco” era calmierato (1622 Corner) a lire 11 allo “staro”, quindi per la
polenta bastavano circa 22 remi (quindi circa 4 alberi tagliati e “spaccati”).
Venendo ad una stima del “giro d’affari” complessivo, nel 1609 (Zen) si parla
di lire 3:17 per un remo lungo portato fino
a “Porto Buffaletto” (Porto Buffolè) quindi quasi 4 lire a remo; poiché nel 1609 si
erano tagliati 8.000 faggi, e tenendo conto che i remi in generale venivano mandati a Venezia via Livenza, si era trattato,
per quell’anno, di un “giro d’affari” di
30.800 lire circa per il territorio. Tenuto
conto che ai primi del ‘500 Marin Sanudo parla di “almeno 10 soldi al giorno”
per un operaio dell’Arsenale, quindi circa
350-400 soldi all’anno, cioè circa 200 lire
all’anno, e che gli arsenalotti erano pagati
poco “perché si lavora sempre” e godevano di tutta una serie di privilegi, compreso
vino gratis a volontà, non sembra troppo
- pag. 21
CATERINA E IL MAGICO INCONTRO
Fabio Azzalini e Filippo Svalduz sulla scena
del nuovo film - una favola cimbra-
riconosciuto dall’ONU quale sostenitore del 2011 ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORESTE proclamato
dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite il 20/12/2006.
Un invito ad impegnarci tutti nel favorire la gestione, conservazione e sviluppo sostenibile delle Foreste di tutto il
mondo. Le foreste sono ecosistemi che
giocano un ruolo fondamentale nel proteggere la Biodiversità e nell’attenuare
gli effetti del cambiamento climatico.
Anche la Foresta del Cansiglio fà parte
di tutto questo e và salvaguardata per le
generazioni attuali e future.
Il Regista Loris Mora
La protagonista Caterina Camarotto
Attori (Arianna e Patrizia) e tecnici (Fausto,
Franco e Toio) all'interno del cason de Nani
arredato per le riprese
Caterina nella foresta di faggi - regno dei
folletti.
Tutti gli attori sul set - Fabio, Patrizia,il piccolo Fabio, Arianna e Filippo.
Filippo, Alessio, Nada con il regista e Toio.
lontano dal vero considerare attorno alle
250/300 lire la paga di un operaio, quindi
le 30.800 lire corrispondevano alla paga
annua di almeno un centinaio di operai.
Questa cifra ovviamente andava divisa
tra i “boschieri”, che erano circa 200, e
i diversi “carrizadori” e “condutieri”, che
erano parecchi, tenendo conto che il trasporto avveniva prima portando tutto con
carri trainati da buoi in Campo de Mussa,
e da qui appunto con le “musse” (da cui
il toponimo) a Cappella per le due “strade
remiere”, quella “del Santo” da Campo di
Mezzo e Cadolten, l’altra per Valsalega, e
poi da Cappella
a Porto Buffolè con i carri.
D’altra parte si
trattava di un
lavoro stagionale, concentrato
per lo più nella
“bassa stagione” dei lavori
agricoli, e di volume variabile
in base alle richieste dell’Arsenale, che serviva soprattutto
ad integrare i
normali redditi
e non a garantire da solo la
sopravvivenza
economica. Ricordiamo infine, per avere un
confronto, che Capitano del bosco, quindi
un funzionario di un certo livello, veniva
pagato “ducati 160 all’anno” (Francesco
Soranzo 1592), i quali, poiché il ducato
d’argento coniato per la prima volta nel
1570 valeva 6 lire e 4 soldi, fanno 992
lire all’anno. Da questo punto di vista gli
“anni d’oro” del Gran Bosco da remi di
San Marco”, vanno, in termini economici, dalla sua confinazione, 1550, alla fine
della guerra di Candia, 1669, con qualche
rilevanza fino alla guerra del Peloponneso, 1699, poi l’evoluzione dell’architettura navale e la quasi sparizione di galee
e galeazze, sostituite via via dai vascelli
o comunque da navi senza remi (la cosiddetta “armata grossa” a vela rispetto a
quella “sottile” a remi, termini evidenti
vista la forma degli scafi) riduce le dimensioni del “business”, tanto che si con
riferimento ad una raccolta delle relazioni di fine mandato dei Rettori veneziani
di Belluno da inizio ‘500 a fine ‘700 edita da Giuffrè, da metà del ‘500 a fine del
‘600 tutti i 26 rettori di cui sono riportate
le relazioni parlano del Cansiglio dedicando in media 43 righe all’argomento
(con un massimo di 195 righe attorno alla
metà del ‘500), degli 11 rettori del ‘700
solo 5 ne parlano, dedicando in media 3
righe (con un massimo 9).
Documenti storici - pag. 22
Documenti storici - pag. 23
'S léntle bon Alte Pich
Il villaggio dei Pich veci
I resti del casone di GioBatta Azzalini
1930, Pich con i nominativi degli abitanti cimbri
I
l villaggio dei Pich veci, è oggetto di
attenzione da parte della nostra Associazione, che già da alcuni anni ha
iniziato il recupero del sito per trasformarlo, in modo simile a Canaie vecio, in
un'area archeologica da proporre all'attenzione dei Cimbri e dei visitatori della
Foresta.
Nelle immagini che vi proponiamo
possiamo vedere ripristinata la radura
che ospitava il villaggio, che era completamente ricoperto da una piantagione
artificiale di abete rosso.
All'interno dell'area sono stati individuati in modo preciso parecchi sedimi
e soprattutto risultano evidenti i casoni
(contraddistinti nella mappa da numeri)
di: Gandin Pergentino e Erminia (il
n.7 e 8 per il casolare, il n.14 e 15 l'orto)
e dei figli di Ludovico, i fratelli: Azzalini Scipione (n.2 il casolare, n.1 la tettoia da lavoro, n.3 e 13 l'orto); Azzalini
GioBatta (n.5 e 6 il casolare con il cortile, n.4 l'orto); Azzalini Fausto (n.9 e
11 due casolari, n.10 la tettoia da lavoro
e n.12 l'orto); Azzalini Giuliano (n. 16 il
casolare, n.17 e 18 due tettoie da lavoro
e il n. 19 l'orto). Vi è inoltre un grande
orto (n. 20. 21. 22) suddiviso tra i fratelli
Fausto-GioBatta e Giuliano.
Come si può rilevare dalla distinta
di seguito riportata, la superficie degli
orti, coltivati esclusivamente ad uso familiare, era assai estesa (metri quadrati
1.495). I casolari erano invece di dimensioni molto modeste intorno ai 50 metri
quadrati ciascuno, rappresentando bene
quelle minuscole casupole lillipuziane descritte da Giovanni Marinelli che
fu in Cansiglio nel 1876. Tutti i fratelli
Azzalini avevano una o più tettoie (la tipica huta cimbra) dove si dedicavano a
"far zercoi e scatoi". Atttività artigianale
questa che li aveva fatti soprannominare
"Cimbri scatoleri" e che con un'esteso
commercio in Italia e nel Mediterraneo
consentiva loro di mantere famiglie numerose e di condurre una vita decorosa.
Vi proponiamo alcuni documenti
molto interessanti:
2011 l’attuale insediamento dei nuovi Pich, in Piccola lama ai Pich veci
primo piano i resti della palazzina della Forestale
1923 Pich veci distinta casolari e orti
lizzando la mappa forestale, abbiamo
potuto risalire alle abitazioni dei vari nuclei familiari.
Azzalini Fausto, consigliere della nostra Associazione, ci ha procurato una
foto risalente al 1925 dei suoi nonni con
tutta la famiglia, i cui componenti abbiamo individuato nella bellissima immagine. Notiamo come l'abbigliamento
delle persone sia molto curato e assai
"sorprendente" per gente che viveva in
baracche all'interno della foresta. Segno
certamente di un certo benessere, che i
1931, Pich
- un rilievo fatto dal Corpo Reale delle Foreste nel 1923, molto meticoloso,
che riporta in scala 1:500, tutti i casolari,
le tettoie, i cortili e gli orti esistenti;
- un dettagliato elenco dell'insediamento con i nominativi degli abitanti e
le superfici abitate, utilizzate e coltivate.
- una foto risalente al 1928 dove, uti-
La ripristinata radura ai Pich veci
1923 Pich veci mappa Sammartini
I sedimi dei casoni di GioBatta e Fausto Azzalini.
Cimbri si procuravano con il loro lavoro
di boscaioli e "scatoleri". Ci preme inoltre mettere in evidenza che questa foto
era stata richiesta dal Gazzettino per essere pubblicata come esempio da additare ai lettori, di un fedele abbonato quale
era allora Azzalini Fausto. E' evidente
che i "selvaggi Cimbri" si dedicavano
anche alla cultura della mente oltre che a
quella del corpo, allenata dal duro lavoro
di boscaioli.
Ciò trova riscontro anche nello stupore che colse l'inglese Francis Fox Tu-
I resti del casone di Gandin Pergentino e Erminia
ckett quando nel 1870 a Canaie incontrò
Timoteo Slaviero che gli chiese "se conoscessimo le opere di "un certo Miltone" o la "Storia di Ser Gualterio Scott",
che dichiarò di aver letto in traduzione
con grande interesse".
Ecco di seguito i dati che Fausto Azzalini ci ha fornito dei Cimbri ritratti
nella foto: Il nonno capo famiglia: Azzalini Fausto (nato in Pian dei Lovi il
13.9.1868 – morto il 30.10.1947) era figlio di Ludovico (nato a Pian dei Lovi
il 27.7.1821) fu Giobatta (nato a Roana
Attività e Appuntamenti - pag. 25
- pag. 24
Erbot bon 2011 un bènnansich bon 2012
Attività del 2011 e appuntamenti per il 2012
I sedimi dei Casoni di Azzalini Fausto La fitta abetina artificiale che ricopriva il sito L’antico sentiero che da Pian Splendidi abeti cene Giuliano
dei Pich veci
Osteria porta ai Pich veci
tenari ai Pich veci
il 12.7.1772 e venuto in Cansiglio nel
1801 come lavorante di suo zio Azzalini
Domenico) fu Cristiano(nato a Roana
nel 1700).
La nonna: Ciprian Agata, che si era
sposata a Farra d'Alpago il 21.11.1899.
Le figlie: Azzalini Rachele (n.
9.7.1902 – m. 1.4.1987). Azzalini Clara
(n. 26.2.1904 – m. 8.4.1988, che sposò
Azzalini Floriano andando ad abitare
in Pian Osteria). Azzalini Angela (n.
14.6.1906 – m.30.11.1982, dedita la lavoro di sarta; nubile che andò ad abitare
con la sorella Clara).
I figli: Azzalini Costantino (n.
20.10.1908–m. 25.7.1921). Azzalini
Marino (papà di Fausto; n. 3.7.1911 –
m. 5.11.1986).
Nei prossimi numeri pubblicheremo
per ogni villaggio documenti e foto storiche. Tutti coloro che ne possedessero possono rivolgersi all'Associazione, affinchè
possano essere riprodotte e utilizzate.
Azzalini Fausto – Consigliere
Azzalini Francesco - Segretario
Anno 1925 - Pich veci. La famiglia di Azzalini Fausto
I nostri cari defunti
Ze gànghent börran
1 GENNAIO: SIAMO ANDATI IN ONDA
SU RAI 2, nella trasmissione di Sereno Variabile, porgendo gli auguri nella nostra antica lingua cimbra a tutti gli italiani. La puntata era stata registrata nel villaggio di Pian
Osteria e delle Rotte con il contributo di tanti Cimbri (Grazie ad Azzalini Clelia, Greta
Francesco, Stefano, Fausto, Franco Slaviero
Lidia e ai musicisti Peterle Alcide a Laura e
al Corpo Forestale).
villaggi più belli e accoglienti. Il legname
di larice impiegato è stato acquistato con il
ricavato della Festa dei Cimbri e il lavoro è
stato svolto da Imerio e Francesco Azzalini.
FONTANA DI PIAN OSTERIA: è stato
rifatto il tetto in scandole. Quello vecchio,
fatto da Graziano Azzalini ha resistito ben
15 anni.
La consegna
di un attestato
a Rita Azzalini
emigrata in Michigan
(USA).
Era presente con
i suoi famigliari e
ci ha fatto capire
quanto i Cimbri
all’estero siano attaccati alla nostra
terra. Grazie Rita
Visita guidata per studenti nel villaggio di Vallorch
Da APRILE SONO INIZIATE LE VISITE GUIDATE. Ne riportiamo un parziale
elenco: Tourign Club di Belluno (50 persone)- GREST di S.Urbano di Preganziol
(200 ragazzi) - Touring Club S. Marco (40
persone)- Scuole medie Cosmo di V.Veneto
(50 ragazzi) - Elementari e medie di Col
S.Martino (180 ragazzi) - Lyons Club Belluno (40 adulti) - Antenna Anaziani Onlus di
Belluno (40 adulti) - Gruppo micologico di
Treviso (35 adulti) e in novembre per Veneto
Spettacoli di Mistero (50 persone).
Un grazie agli accompagnatori Marta,
Fausto e Franco e Francesco Azzalini.
Fontana di Pian Osteria con tetto e recinto
rifatti
VILLAGGIO DEI PICH VECI: sono continuati i lavori di ripulitura con il taglio di
un centinaio di abeti, al fine di ripristinare
l’antica radura.
17^ FESTA DI S.OSVALDO PATRONO
DEI CIMBRI. Si è svolta il 6 e 7 agosto la
nostra tradizionale festa che ha visto tantissimi Cimbri e alcuni importanti avvenimenti:
sabato 6 agosto : l’inaugurazione dell’Alt
Bègale bon Tzimbarn (Antico Troi dei
Cimbri) nei villaggi di Vallorch e Le Rotte;
con un’escursione a piedi accompagnati dal-
V
Canaie vecio con il
Cason dei Cimbri
domenica 7 agosto: la consegna del riconoscimento “Groas Moaster bondar
Tzimbar Bòlk” ai promotori dell’ Ecomaratona dei Cimbri, ora Troi dei Cimbri, Gianni
de Polo e Stefano Michelet.
Recinto orti alle Rotte
Sono andati avanti
ogliamo ricordare con affetto i fratelli Cimbri
Gandin Sirio e "Nino" provenienti da Canaie.
Furono loro ad accendere il fuoco nel nuovo casone di Canaie
vecio, inaugurato alcuni anni orsono.
Indimenticabile è stata l'emozione provata da tutti i Cimbri in tale
occasione.
La testimonianza del loro attaccamento ai luoghi della loro infanzia sia
per noi uno stimolo a non dimenticare le nostre origini e la nostra terra.
la Dottoressa Desireè Dal Bon, Franco Bastianon e Francesco Azzalini. Poi alle Rotte
inaugurazione e rinfresco con la presenza del
Parroco e del Sindaco di Fregona e del Corpo Forestale dello Stato.
Museo dell’Uomo in Cansiglio - Centro Etnografico di
Cultura Cimbra - Biblioteca delle Minoranze Etniche
MUSEO ETNOGRAFICO E BIBLIOTECA sulle Minoranze etnico linguistiche storiche. Abbiamo curato l’apertura da marzo
ad ottobre e in tutti gli altri periodo dell’anno
su richiesta. Fondamentale e stata la collaborazione di Franco Azzalini di Vallorch, Lidia
Slaviero, Marta Azzalini e Valentina Scussel
con Michele Azzalini.
Rita Azzalini ci ringrazia dal
Michigan
15 AGOSTO, FESTA DELLA MADONNA DI VALLORCH: è stata celebrata la
Santa Messa e offerto un rinfresco a tutti i
partecipanti. Era previsto un concerto del
Coro Bianche Cime, rinviato a causa della
pioggia, che è cessata poi verso le ore 16,30.
Sarà per il prossimo anno. In tale occasione il Parroco di Fregona don Ermanno, ci ha
salutato perchè trasferito ad altra parrocchia.
A lui il nostro grazie e l’invito a partecipare
anche in futuro alle nostre feste.
PROCESSIONE ALLA MADONNA
DELLA RUNAL DEL 7 SETTEMBRE:
è stata finalmente fatta, l’anno scorso diluviava, con un discreto numero di partecipanti. Gustose le trippe presso il ristorante La
Huta, al rientro dalla S.Messa.
RECUPERO PERTINENZE VILLAGGI
CIMBRI: sono state rifatte alcune recinzioni degli orti alle Rotte, Campon, Pian Osteria
e Vallorch con lo scopo di rendere i nostri
Processione notturna dei Cimbri alla Madonna della Runal
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Attività e Appuntamenti - pag. 27
scene sono state girate in Pian Osteria e in
Vallorch). Un grazie sentito agli attori (Fabio Azzalini e Patrizia Bortoluzzi, Filippo
Svalduz, Arianna De Min, il piccolo Fabio
Bona) e a tanti collaboratori (Fausto, Francesco, Imerio, Nada, Marta, Toio e l’impresa
edile Gandin).
VISITA DEL VESCOVO DI BELLUNO
FELTRE Mons. Giuseppe Andrich: ai primi
di dicembre, il Vescovo di Belluno, accompagnato dal parroco don Ezio Del Favero, ha
visitato il nostro Museo esprimendo grande
interesse e apprezzamento.
MOSTRA SUI GRANDI PREDATORI:
abbiamo curato, in collaborazione con il
CAI di Treviso, questa mostra presso il Museo Etnografico di Pian Osteria.
RINNOVO DEL CONSIGLIO DELL’ASSOCIAZIONE. Il 18 dicembre è stato rinnovato il Consiglio della nostra Associazione.
PRESEPE DEI CIMBRI: è stato allestito
in Campon e in Pian Osteria dal 8 dicembre
2011 al 29 febbraio 2012. Portateci i vostri
bambini.
RIPRESE FILMATE CON “Turisti per
caso”: Il conduttore Patrizio Roversi, ha girato molte riprese in Alpago e anche con i
Cimbri e con i cani da slitta di Mario Azzalini. Vi faremo sapere quando la puntata
andrà in onda. Un grazie soprattutto alle nostra ragazze Lidia, Lucia e Greta e a Mario,
Michele Azzalini e ai suoi amici.
I Cimbri a far scandole in Borgo Malanotte
MARATONA “TROI DEI CIMBRI”, la
manifestazione, alla quale i Cimbri danno il
loro sostegno e supporto logistico sul percorso, con circa 300 iscritti è iniziata ma è stata
sospesa e annullata per le avverse condizioni
atmosferiche.
CAMPIONATI ITALIANI DI CANI DA
SLITTA SU STERRATO: si sono svolti
anche con il nostro contributo nei giorni 26
e 27 Novembre intorno al Lago di S.Croce.
Patrizio Roversi di Turisti per Caso con Mario Azzalini
Il presepe dei Cimbri in Pian Osteria
SEGNALETICA DI BENVENUTO E
GUIDA PER L’Antico Troi dei Cimbri:
sono in preparazione i cartelli bilingui (Cimbro e italiano di benvenuto “Bolkent” per i
villaggi di Vallorch e Le Rotte). Si sta preparando una piccola guida per chi vorrà percorrere l’Antico Troi dei Cimbri.
SANTA MESSA BILINGUE CIMBRO
E ITALIANO: è stato stampato il nuovo
libretto a cura di Don Serafino Gandin e di
Francesco Azzalini, utilizzato per la prima volta nella Santa Messa della Festa di
S.Osvaldo del 7 Agosto.
NUOVO FILM “UNA FAVOLA CIMBRA”: sono state girate le scene di un nuovo film, una favola cimbra con il Regista
Loris Mora. Uscirà il prossimo anno e sarà
una vera, piacevolissima sorpresa (molte
Giovani dell’Alpago e Cimbri insieme alle
riprese filmate di Turisti per Caso
DIRITTI DI SUPERFICIE: In accordo
con l’Agenzia del Demanio e il Corpo Forestale dello stato, sono state perimetrate e
riportate su mappa le aree dei due villaggi di
Vallorch e Le Rotte, che verranno scorporate
dal Demanio Statale.
Sono proseguiti gli incontri con gli abitanti dei villaggi di Canaie, Campon, Pian
Osteria, Cansiglio e Pich; con i Dirigenti
della Regione Veneto, Veneto Agricoltura, i
Tecnici comunali e l’Associazione, per dare
compimento da quanto previsto dalla legge 5/92 della Regione in merito ai diritti di
superficie. La trattativa è in fase avanzata e
riteniamo che entro alcuni mesi sarà completamente definita.
Il presepe del villaggio cimbro di Campon
IL NOSTRO SITO INTERNET: www.
cimbridelcansiglio.it: dopo essere stato preda di un virus informatico, è stato ripristinato. Abbisogna certamente di aggiornamenti
per i quali nel seno del nuovo Consiglio, si
troverà qualcuno che provvederà. I giovani
Cimbri interessati possono contattarci per
collaborare e per costoro faremo un apposito
corso per addestrarli.
Quote Soci
per l’anno 2012
Euro 10 da versare tramite bollettino di conto
corrente postale sul conto n. 79771887 intestato a: Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio Corso Alpino 9/a 32016 Farra d’Alpago
(BL) Causale: quota associativa anno 2012.
GLI APPUNTAMENTI PER IL 2012
4 e 5 AGOSTO: 18^ Festa dei Cimbri e di S.Osvaldo.
15 AGOSTO: Festa della Madonna di Vallorch.
La guida del Cansiglio ristampata a cura
della Associazione in collaborazione con
Giorgio Zampieri - Guide Alpago
7 SETTEMBRE: processione notturna alla Madonna della Runal.
16 SETTEMBRE: ecomaratona TROI DEI CIMBRI.
NEL MESE DI AGOSTO : musica e teatro presso il villaggio di Canaie Vecio.
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Anno 1920
Cimbri al pianon
a far “boseghe di faggio”
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Tzimbar bint - Cimbri del Cansiglio