RASSEGNA
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6 maggio 2015
SOMMARIO
GdS – <<Lontani dalla scrivania, una vita ricca di affetti e coinvolgente>>.
GdS – Uffici pubblici, dopo i 66 anni scatta la pensione.
GdS – Universitari in gara ai fornelli.
GdS – <<Unipasport>>, l’edizione 2015 al via il 25 maggio.
GdS –Delitto Scaglione, così la mafia aprì la mattanza.
GdS –<<Gestione rifiuti, troppi errori così la differenziata solo fra cento anni>>.
GdS –Torna il festival<<Coltivare talenti>>.
La Sicilia – Expo, Regione “commissaria” il cluster.
La Sicilia – Un prelievo per individuare il tumore.
La Sicilia – Corsello:<<Fondi insufficienti per lo screening neonatale>>.
La Sicilia –Eccellenze in team per nuove ricerche.
La Sicilia –Convegno su tutela e diritto ambientale.
Repubblica – Le dighe metafora dello spreco.
Ufficio Comunicazione Istituzionale - Responsabile per la Rassegna stampa Giusi Inzinna –[email protected]
Giornale di Sicilia
data 06/05/2015
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Società
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L'INTERVISTA. I consigli di Stefano Boca, psicologo: «Per scaricare la tensione, dedicatevi ai vostri cari, dedicatevi a qualche hobby, giocate a tennis, andate a pescare»
«Lontani dalla scrivania, una vita ricca di affetti e coinvolgente»
«L'elenco dei lavori più stressanti
al mondo? Ti primo che mi viene in
mente è quello che anche in questo momento e ormai da tanti anni
svolgono gli operatori sulle imbarcazioni in mezzo al mare tentando
di salvare i migranti naufraghi che
fuggono dalla loro patria con tutta
la famiglia, con bambini, o il lavoro
di ricerca e di raccolta 'dei cadaveri,
un'avaro che può anche portare alla pazzia o quanto meno a seri problemi di impatto emotivo»: gli operatori di salvataggio migranti circondati dai barconi carichi di gente che tende le mani, che chiede
aiuto, e l'impotenza di salvarli tutti, è questo il limite del lavoro più
stressante per il professar Stefano
Boca, psicologo, direttore del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Palermo. «Per il resto sappiamo da decenni che lo stress legato alle questioni lavorative ha una
grande influenza sulla vita privata
di tutti i cittadini». E come consiglio: dopo il lavoro pensare molto
alla famiglia, ai figli, dedicare tempo ai sentimenti e al limite anche
un po' alla pesca, al tennis.
ItPito E come si può fronteggiare
Dagli studiosi arriva una
classifica di lavori in ordine di affaticamento anche emotivo, è
una graduatoria convincente
questa lista che colloca amministratori di aziende e avvocati prima del chirurgo, o un cuoco a rischio stress più di un impiegato
statale?
«Sarebbe interessante vedere i dati, le norme applicate nella costruzione dei vari livelli, comunque mi
sarei aspettato di trovare in cima alla classifica anche lavori che comportano un elevato rischio professionale, per esempio un lavoro come quello del pompiere che rischia
la vita quando indossa la divisa e
parte per spegnere un incendio».
e Altre sorprese di questa classifica?
«La quotazione di stress dell'impiegato, anche se è relegato in bassa
classifica, non darei all'impiegato
tutta questa ansia. Mava anche detto che l'affaticamento emotivo è il
risultato dell'interazione fra fattori
ambientali e personali e il tutto è
collegato anche al livello di responsabilità che comporta quel tipo di
questo stress quotidiano che non lavoro e che quindi grava sulle spalsi ferma mai?
le del singolo, e la responsabilità
«C'è una sola possibilità di sfuggire percepita è determinante anche se
ed è quella di avere una vita perso- oggettivamente non è reale».
nale ricca e che ci prende con tutte
le nostre facoltà: il lavoro smetterà • ** Per esempio le responsabilidi coinvolgerci con tutte le sue an- tà di un chirurgo o quelle di un
sie soltanto se dopo il lavoro inizia professore a scuola: c'è una grafinalmente la vita, la nostra vita duatoria?
possibilmente bella e coinvolgencondizionamento della vita alte. Sappiamo in psicologia che lo trui è un fattore determinante e in
stress legato alle questioni lavorati- questo senso lo stress lavorativo
ve ha influenza sul resto della gior- che grava su un chirurgo è superionata anche dopo il lavoro, la saggez- re a quello che sopporta un inseza popolare dice che dietro a un gnante: uno ha in affido una vita
grande uomo c'è una grande don- umana e non può permettersi di
na, ma vale anche al contrario, ed è sbagliare, l'altro ha in affido - andunque l' ambiente che si trova tor- che se non è poco - la sola formazionando a casa che fa da reagente al- ne culturale».
lo stress prodotto dall'attività lavo rativa».
Ma anche la responsabilità
di un poliziotto con un'arma in
mano che deve decidere se fermare una vita oppure no, o la responsabilità economica oltre che personale anche sociale di un imprenditore?
«La responsabilità è la principale
molla che promuove lo stress e porta a forme patologiche di comportamento, a forme di pazzia. Dal
punto di vista psicologico il suicidio dell'imprenditore, caso più volte ripetuto in questi anni, è una patologia legata a una disfunzione
del comportamento psicologico,
l'imprenditore rischia più del manager, ed è rappresentata in questa
classifica che viene dall'ambiente
anglosassone dove la cultura manageriale è piu diffusa mentre nel nostro Paese il piccolo o medio imprenditore è solo manager di se
stesso».
Il lavoro che occupa
tutta la nostra giornata
non è più un lavoro
ma una trappola
• e. Per resistere allo stress lo
psicologo consiglia di mobilitare
le risorse esterne: come?
«Dedicarsi a una vita affettiva sod-
disfacente, dedicare più tempo ai figli, fare una serie di cose- cuscinetto per dimenticare l'ansia spesso
devastante dell'atubiente di lavoro».
oliaci Hobby?
«Possono aiutare: la pesca, il tennis._ Il lavoro che occupa tutte le
24 ore alla fine diventa una trappola». (- DP1
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S e 2r- Economia
Chte,3t.P-9 ,'
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ismo. Ai magistrati riconosciuta la possibilità di restare in servizio anche dopo i 70 anni, ma solo fino a131 dicembre 2015
Uffici pubblici, dopo i 66 anni scatta la pensione
31)«. Raggiunta l'età per la pensione, è riconosciuta la possibilità di contiovvero superati i 66 anni, non è più nuare a lavorare anche dopo i 70 anni,
possibile, lavorare per la Pubblica a.m- ma solo fino al 31 dicembre 2015, si
ministrazio ne. Non solo, si può anche può quindi già parlare di countdovvn.
uscire prima, se l'amministrazione lo
La circolare firmata da Madia a febritiene necessario il dipendente può es- braio, registrata dalla Corte dei Conti
sere mandato via appena accumulata ad aprile e uscita nella Gazzetta datata
l'anzianità, ovvero i requisiti per il pre- 4 maggio interviene quindi per sciopensionamento. Novità che sono già gliere i dubbi sull'applicazione di norlegge e che da °rasano pienamente ap- me già in vigore: l'abolizione del tratteplicabili, senza più alibi, visto che la cir- nimento in servizio opera da fine ottocolare del ministro della P.A. Marían- bre, mentre il pensionamento d'uffina Madia è stata Pubblica in Gazzetta cio da agosto. Due misure che mirano
Ufficiale. Misure più «soft» sono previ- «a favorire il ricambio e il ringiovaniste per magistrati, professori universi- mento» del personale della RA, sottolitari e primari. In particolare alle toghe nea la circolare. Anche se per adesso si
può solo fare leva sulle uscite, visto il
blocco dei concorsi fino al 2016. Tuttavia qualche porta è rimasta aperta sia
per entrare, è il caso dei vincitori di
concorso, sia p er «rientrare», basti pensare agli esuberi delle province.
Intanto, stando al conto annuale
della Ragioneria generale dello Stato,
aggiornato al 2013, l'età media dei travet ha raggiunto i 48,7 anni con oltre
23 mila over 64, si cui circa 2.800 oltre i
68.
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• A Palazzo Riso
Universitari in gara ai fornelli
wie Ultima tappa a Palermo di «Taste of Siciliy by Ersu», gara di «cucina itinerante» riservata agli studenti universitari siciliani. La manifestazione, organizzata dall'Ersu di Palermo (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), è in programma domani a Palazzo Riso. Dopo la presentazione
dell'iniziativa da parte del presidente dell'Ersu Alberto Firenze, una tavola
rotonda (ore 16,30) sarà dedicata al tema «The taste of Sicily - La salute vien
mangiando» a cui parteciperanno fra gli altri gli assessori regionali Mariella
Lo Bello, Antonio Purpura, Nino Calec. Alle 18,30 via ai cooking show degli
studenti universitari chef, alle 20,30 la premiazione e musica live con gruppi
musicali di giovani universitari. I partecipanti sonostati selezionatinelle precedenti gare, in giro per la Sicilia. I due finalisti del concorso parteciperanno
alla finalissima all'Expo di Milano il 7 luglio prossimo. Fra i giurati il maestro
pasticcere Salvatore Cappello, la chef «stellata» Patrizia Di Benedetto, lo
chef Peppe Giuffrè di Trapani, il docente Michelangelo Terrazzino.
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• Tornei universitari
«Unipasport»,
l'edizione 2015
al via 11 25 maggio
mie Al via da ieri in viale delle Scienze la promozione del Cus Palermo per
"Unipasport 2015", festa dello sport
universitario, in programma dal 25 al
29 maggio che prevede prove gratuite dei corsi Cus e tornei di nuoto, tennis, atletica, tennistavolo, pallavolo e
calcio a 5. Iscrizioni aperte sino al 22
maggio sul sito del Cus Palermo. La
partecipazione è gratuita per tutti gli
studenti,previa presentazione di certificato medico non agonistico e copia
del libretto universitario. CGIUCO1
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PALAZZO DI GIUSTIZIA. Il figlio del magistrato ricorda: «Si mise allora in moto la macchina del fango nei confronti di mio padre, ucciso e pure calunniato dopo la morte»
Delitto Scaglione, così la mafia aprì la mattanza
O In ricordo del procuratore ucciso nel 'T con l'agente Lorusso si chiude la due giorni di lavori dedicati al carcere e alla giustizia
Il presidente dell'Anni Matteo Frasca
ricorda «il disorientamento per quel
duplice assassinio». Ignazio De Francisci: «Vengano qui i giudici europei,
per rendersi conto di quello che la
giustizia qui deve fronteggiare».
Delia Parrinello
il primo della fila quando la
mafia inizia a sparare, Pietro Scaglione è il primo magistrato ucciso
da Cosa nostra che il 5 maggio del
1971 apre la lunga serie di vittime.
«E si mise allora in moto la macchina del fango nei confronti di mio padre - ricorda tra lacrime e c ommozzione il figlio, Antonio Scaglione a
Fu accusato di avere favorito la latitanza di Luciano I.iggio ed erano solo calunnie per colpire un procuratore difeso da Paolo Borsellino, da
Giovanni Falcone che segnalarono
la nuova tecnica della mafia prota- Il procuratore Pietro Scaglione, assassinato dalla mafia 115 maggio del 1971
gonista di campagne per isolare, naie dei magistrati di sorveglianza, parsi della magistratura di sorveper uccidere e calunniare i magistra- è il giorno del progetto «Prisoniersli glianza come Giuseppe Gabbia,
li: Pietro Scaglione con l'agente An- tigation network» in collaborazione Francesco Phiello, parlano di loro
tonino lorusso sono stati i primi di con l'Associazione nazionale magi- Giancarlo Trizzino, Walter Carlisi,
una linea rossa di sangue antimafia strati, l'università di Palermo, il Co- Chiara Vicini, Antonio ()mato.
che non ha confronti in nessun Pae- mune e un cartello di associazioni
La conclusione a Palazzo Steri in
se del mondo occidentale, fiiro no il presidente dell'Anm Palermo Mat- serata con il rettore dell'Università
isolati, uccisi e pure calunniati do- teo Frasca ricorda «il disorienta- Roberto La galla e il presidente del
mento e lo sconcerto per quel duipli- Centro siciliano studi di giustizia,
po la morte».
Antonio Scaglione interviene in ce assassinio», e lgnazio De Franci- Raimondo Cerami, il coordinatore
ricordo del padre al convegno su sci, in rappresentanza della Procu- nazionale magistrati sorveglianza,
«Carcere, città e giustizia nel qua- ra generale di Palermo, si riferisce Nicola Mazzamuto, che ha organizrantennale dell'ordinamento peni- ad oggi e ai giudici di Strasburgo zato le due giornate del convegno,
tenziario e nell'anno del verdetto di ospiti del convegno: «portiamo i giu con i relatori Raimondo Cerami,
Strasburgo». «E se oggi si difendono dici di Strasburgo in giro per i luo- Giovanni Francolini41do Schiaveli diritti dei detenuti, non si dimenti- ghi del martirio di Palermo - propo- lo, Paulo Pinto de Albuquerque, D achi da dove veniamo, gli anni di Cia ne De Francisci - vengano qui i giu- nida Ranalli, Mauro Palma, Vincenculli, quando l'omertà era di ferro, dici europei, nel luogo che ha la po- zo Militello, David Thor Bjiorgvinsnon c'erano pentiti né collaboratori tenza della mafia più grande del son, Fabio Bognann i, Roberto Piscidi giustizia, ricordiamo che fino a mondo, perché sia possibile render- tela, Fabio Di Pisa. La due giorni
40 anni fa la mafia non esisteva per si conto di quello che la giustizia in sui diritti dei reclusi e magistratura
carceraria si è conclusa con una visiassioma - aggiunge -: in quel conte- questa terra deve fronteggiare».
sto Pietro Scaglione della mafia fu
Un'iniziativa che ricorda anche i ta al carcere dell'inquisizione, ospiun accusatore in iplacabile».
nomi delle vittime nella loro vita tato allo Steri, guidata dall'AssociaNell'aula magna del palazzo di quotidiana, scorrono episodi su Gio- ziomne amici musei siciliani, coal
giustizia, affollata per il convegno vanni Falcone e Rosario Livatino,
del Conams, Coordinamento nazio- ma anche su ex dirigenti oggi scomsada
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«GESTIONE RIFIUTI,
TROPPI ERRORI
[OSI DI FFERE\ZIATA
SOLO FRA CE\TO A\ \ I»
I n oltre 260 siti vengono conferiti rifiuti abusivamente, altre 770 aree le discariche sono
<< I state rimosse, mai siti non sono stati bonificati». A tracciare un quadro dell'inquinamento ambientale legato ai rifiuti in Sicilia
è Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell'ambiente dell'Università di Palermo, intervenuto a Ditelo a
Rgs, e relatore di unrecente convegno organizzato dall'Ateneo di Palermo e dall'Ail sulla cattiva gestione dei
rifiuti nell'Isola. A condizionare il sistema, secondo
l'esperto, è la mancanza di un piano regionale che detti le linee guida della raccolta e, in particolare, la mancanza di interventi volti a favorire la differenziata.
dia dello 0,7 per cento. Con questo tasso di "crescita"
nell'isola si raggiungerebbe l'obiettivo di legge del 65
per cento di raccolta differenziata tra circa 100 anni».
a IP • Quali deficit manifesta la realtà siciliana invece sui rifiuti che vengono conferiti in discarica?
«I rifiuti che finiscono in discarica non sono conformi ai parametri ambientali: non viene effettuato molto spesso il trattamento volto a ridurne la pericolosità. E disatteso, cioè, quanto stabilito da un decreto legislativo del 2003, che prevede che i rifiuti possono
essere immessi in discarica, solo dopo il loro trattamento, per ridurre il potenziale inquinante».
ga. Quali sono le criticità nella gestione dei rifiuti
in Sicilia?
«C'è una locuzione che sintetizza la situazione dei rifiuti in Sicilia: errore di sistema. Noi abbiamo una gestione dei rifiuti a livello regionale che è completamente disallineata al sistema europeo e a quello nazionale sia per quanto riguarda la legislazione, cioè
ci muoviamo al di fuori delle norme in maniera sistematica, sia per quanto riguarda la gestione ordinaria. Nonostante la gestione dei rifiuti in Sicilia sia la
più onerosa d'Italia e abbia il più alto numero di dipendentiin rapporto agli abitanti, produce uno smaltimento in discarica che è il più alto in Europa e pari
al 93 per cento dei rifiuti prodotti, mentre la raccolta
differenziata è al livello più basso in Europa, pari al
13 per cento. Quindi, la Sicilia è fuori sistema, considerando inoltre che in Italia ci sono città e regioni
con pratiche e risultati virtuosi, come la Lombardia o
il Veneto che hanno raggiunto percentuali di differenziata del 53 e del 64 per cento nel 2013».
ao. Qual è l'impatto sanitario?
«La situazione dell'impatto sanitario è abbastanza
pesante. Ho presentato uno studio che segnala la presenza in Sicilia di oltre 1.000 discariche abbandonate, tra discariche d'emergenza e discariche abusive
realizzate sul territorio siciliano negli ultimi vent'anni. Molte di esse sono state chiuse ma non sono mai
state poste sotto controllo e bonifica. Quindi, il livello di eventuale e possibile inquinamento della falda
e del suolo in Sicilia è particolarmente elevato. Se aggiungiamo a questo il fatto che una percentuale rilevante di rifiuti pericolosi sfugge ai controlli e finisce
probabilmente occultata negli stessi luoghi in cui si
trovano o le discariche abusive o le discariche abbandonate ernergenziali, e quindi i rifiuti vengono nascosti tra i rifiuti, la situazione ci fa capire che ha superato il livello di guarda con possibili incidenze sulla
qualità del suolo e delle acque, oltre che dal punto di
vista sanitario».
•lo•Qual è la percentuale media di crescita della
differenziata in Sicilia?
«In Sicilia la differenziata aumenta ogni anno in me-
a.. Quali sono le aree a rischio in Sicilia?
«Sono oltre 260 i siti dove vengono conferiti abusivamente rifiuti solidi urbani, rifiuti pericolosi o rifiuti
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speciali. Sono settanta questo tipo di aree solo nella
provincia di Palermo, una quarantina in quella di
Trapani e di Siracusa. È maggiore invece il numero
delle discariche esaurite e non bonificate: sono 770.
La maggior parte si trova nelle province di Palermo e
di Messina, dove ne sono state individuate circa
160».
e e e Quali sono invece le ripercussioni a livello economico di una gestione del rifiuti carente?
«Al danno ambientale si aggiunge anche quello economico. Le 27 società d'ambito che hanno gestito la
raccolta dei rifiuti hanno prodotto oltre un miliardo
e trecento mila euro di debiti. Soldi che dovranno essere ripagati da Comuni. Ciò comporta anche un
maggiore esborso per i cittadini che devono pagare
per i rifiuti tasse maggiori rispetto al resto d'Italia».
Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell'ambiente
i
Il docente di Sociologia
dell'ambiente: «Sono oltre mille
le discariche abbandonate in Sicilia
Elevato rischio di inquinamento»
e e e Qual è il deficit della programmazione politica in materia di raccolta dei rifiuti?
«È stata recentemente prevista la costituzione degli
Aro (ambito di raccolta ottimale), che consegna la
raccolta ai Comuni che, in forma singola o associata,
possono regolamentare autonomamente la raccolta
dei rifiuti. Ma tutto ciò senza che la Regione abbia approvato un piano di gestione dei rifiuti che preveda:
vincoli tecnici ed economici, le linee guida regionali
per la raccolta differenziata e le previsioni di impianti. In questo modo con la costituzione degli Aro, stiamq assistendo ad una devastante e onerosa frammehtazione "municipalista". Con i bandi di gara che
si stanno espletando, si instaureranno nuovi rapporti giuridici che coinvolgano società municipalizzate
o gestori privati, che comprometteranno definitivamente la possibilità di dare un governo efficiente e
unitario dei rifiuti. Senza un sistema unitario e un'impiantistica ottimale, ancora una volta, il rischio è
quello di ritornare al punto di partenza: la discarica».
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Cronaca di Palermo
• Waldorf
Torna il festival
«Coltivare talenti»
oso Da domani a domenica, alla Libera scuola Waldorf di via Filippo Parlatore torna il festiva! Coltivare talenti, alla
sua seconda edizione, che si rivolge a
studenti di Scienze della Formazione,
insegnanti e genitori. Pertre giorni si alternano laboratori di pittura, disegno,
canto e cucina con conferenze e scambi
sull'evoluzione del bambino e sulla autoeducazione del maestro. L'apertura
domani alle 15,30 con le iscrizioni, mentre venerdì e sabato si comincia alle io.
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LA SICILIA
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i Fatti
a" cluster
Expo, Regione "co mmissa riII
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«Grave danno di immagine», nominato un comitato per la vigilanza dello spazio Bio-Mediterraneo. Cartabellotta: «Lo avevo chiesto io»
E nella Piazzetta, la Sicilia mette in mostra i suoi tesori: Sgarbi e Bouquet inaugurano l'area sotto lo sguardo benevolo degli Acroliti
MILANO. Neppure le "dee" Demetra e
Kore sono riuscite a portare serenità alla partecipazione siciliana all'Expo
2015. Non sembra, infatti, esserci pace
per l'Isola nemmeno nel giorno dell'inaugurazione ufficiale di piazzetta Sicilia, lo spazio di fronte l'ingresso di Palazzo Italia in cui sono incastonati gli Acroliti di Morgantina nel nuovo allestimento di Marella Ferrera, in prestito dai museo archeologico di Aidone dove sono
custoditi dopo la restituzione da parte
del Getty Museum di Malibu.
Una piccola cerimonia alla quale
hanno partecipato una cinquantina di
persone (molti addetti ai lavori, poco
pubblico) arringate da Vittorio Sgarbi,
ospite d'onore con la siciliana d'adozione Caro! Bouquet che coltiva viti e olivi a Pantelleria, isola dove produce il
suo vino.
Mentre Sgarbi parlava degli Acroliti spiegando come «testimoniano la
grandezza della nostra civiltà, ma ci
parlano anche come divinità del nostro
tempo», e denigrava Palazzo Italia, «una
delle peggiori strutture del mondo:
cento milioni buttati, per ospitare alaine opere non italiane, alcune della Magna Grecia, di cui una in portineria, e
una solo opera di un italiano, tra l'altro
siciliano, come Guttuso» - in quella che
era la sede della Provincia regionale di
Agrigento, il presidente della Regione
siciliana Rosario Crocetta, di fatto, commissariava il Cluster BioMediterraneo
fin qui gestito dal commissario unico,
ed ex assessore all'Agricoltura, Dario
Cartabellotta, oggetto di critiche sin
dal giorno dell'apertura al pubblico
dell'esposizione.
A vegliare su quanto accade nel Cluster, da ieri sera, c'è un comitato coordinato dal capo di gabinetto della presidenza della Regione, Giulio Guagliano, e
composto Maria Mattarella, Giovanni
Bologna, Giuseppe Nasello, Claudio Basso, Vincenzo Palizzolo e Sami Ben Abdelaali, ovvero, come si legge in una nota
della Regione, «un esperto di finanza e
contabilità, un esperto di internazionalizzazione, un esperto in materie tecnico-agricole e un esperto di procedure
amministrative». A nulla sono valse «le
dichiarazioni di rassicurazione date dai
responsabili organizzativi di Expo e
l'impegno di intensificare gli sforzi per
il sostegno del Cluster BioMediterraneo dell'Expo» da parte dei responsabili organizzativi dell'Expo. Quella del
presidente Crocetta e del suo assessore
all'Agricoltura, Nino Caleca, infatti, è
una «totale insoddisfazione relativamente al fatto di non essere stati coinvolti dalla struttura burocratica regionale, sui ritardi e le criticità poi riscontrate». Criticità che hanno portato Crocetta, che ancora non ha visitato l'Expo e gli
spazi siciliani, a parlare di «una situazione assurda. È chiaro che vogliamo fare
una valutazione e se qualcuno ha sbagliato, pagherà».
.
_
«Sono un funzionario della Regione
Siciliana ed è il presidente Crocetta a
stabilire quali devono essere i miei incarichi», sottolineava ieri pomeriggio il
commissario unico del Cluster, Dario
Cartabellotta, quando ancora l'ipotesi
del commissariamento era soltanto uno
spiffero. «Sapevamo che c'era ancora
qualcosa da sistemare quando 1'1 maggio abbiamo aperto il Cluster senza tirarci indietro come hanno fatto altri
Cluster», spiegava ancora Cartabellotta.
Lo stesso, non appena venuto a conoscenza della nomina del comitato di
controllo, ha affidato a un comunicato il
suo pensiero. «Il comitato di controllo,
in aggiunta a quello che Expo e l'autorità di Cantone esercitano sul Cluster
BioMediterraneo e sull'operato del sottoscritto, lo avevo già chiesto all'assessore regionale all'Agricoltura, Nino Caleca - si legge nella nota partita dal Cluster -. Se il comitato avrà pure le funzioni di supporto, sarà proficuo per il Clu-
ster, la cui apertura, il primo maggio, è
stata fatta per volere del presidente del
Consiglio, Matteo Renzi, e del commissario Expo, Giuseppe Sala».
Ma qual è, adesso, la condizione del
Cluster BioMediterraneo? Nella piazzetta centrale funziona il forno che
sforna pizze, pane e crostini che vanno
a ruba, almeno a/ mattino. «Abbiamo
deciso di tenere i prezzi bassi - sottolinea il carlentinese Franco Vescera, che
gestisce la panetteria -, così quando
arrivano le scolaresche le maestre preferiscono far spendere 2 curo per un
sano pezzo di pizza».
E aperto il corner dei dolci e quello
dei vini. «Ma il padiglione non è ancora
stato inaugurato ufficialmente - chiari-.
sce Cartabellotta -, aspettiamo ancora
che i responsabili del Libano prendano
possesso del loro spazio e di definire chi
entrerà nel market che, fino a pochi
giorni dall'apertura di Expo, era lo spazio della Croazia che ha rinunciato alla
partecipazione».
A mancare è ancora il collegamento
wi-fi e da parte di Expo non sono ancora state effettuate le migliorie richieste:
la copertura centrale in plexiglass del
tetto per riparare le attrezzature del
palco; la segnaletica per raggiungere il
Cluster che si trova a due passi da Palazzo Italia e, cosa molto più importante,
nomi dei Paesi all'esterno del Cluster
che, dal di fuori, sembra un anonimo
magazzino grigio-azzurro. A testimoniarlo la richiesta di informazioni da
parte di un gruppetto di gruppetto di visitatori pugliesi che si chiedevano cosa
ci fosse dentro quel «magazzino» dal
quale arrivava un vocio...
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LA SICILIA
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i Fatti
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•
u il tumore
Un prelievo per individuare
Catania leader di studi internazionali per diagnosticare precocemente il carcinoma al colon trovando i marker nel sangue
Da oggi tre giorni di incontri. Giuseppe Spoto, coordinatore del progetto: «Identificazione più facile evitando la biopsia»
ANGELO TORRISI
Scovare in maniera quanto più semplice
e sicura quello che è l'acerrimo nemico
del nostro apparato digerente - e cioè il
carcinoma del colon retto - evitando il
trauma della biopsia tradizionale E' questo in sintesi il grande progetto che coinvolgerà cinquanta ricercatori di tutto il
mondo, che trova in primissima filata Sicilia e più specificatamente Catania, che
prevede una durata complessiva di quarantadue mesi, che impegnerà coinvolgerà circa 50 ricercatori distribuiti fra i
diversi partner dell'iniziativa e che sarà
ufficializzato con un incontro tra scienziati di tutto l'universo da oggi per tre
giornate nel capoluogo (Scuola Superiore via Valdisavoia 9) volto a fare il punto
sullo stato dell'arte degli studi e stabilire
le linee programmatiche della realizzazione, Si tratta in pratica di mettere a
punto un nuovo metodo di analisi in grado di verificare la presenza di alcune
molecole assodate al tumore del colon
retto direttamente dal sangue di pazienti. L'identificazione di tali molecole, definite biomarcamri, consentirà di effettuare diagnosi precoci del tumore e di fare valutazioni sull'efficacia degli interventi chirurgici di asportazione di masse tumorali e dei trattamenti clinici. Il
progetto ha quale acronimo "Ultraplacad
" (Ultrasensitive plasmonic devices for
eally cancer detection), è scientificamente guidato appunto dall'unità di ricerca
dell'ateneo catanese che fa capo al consorzio Inbb e ha quale coordinatore
scientifico il prof. Giuseppe Spoto ordinario di Chimica analitica nel dipartimento di Scienze chimiche. «Tutto ebbe
inizio circa 15 anni fa - spiega il prof.
Spoto - E fu la lungimiranza di alcuni
colleghi che mi offri l'opportunità di acquistare, primo in Italia e tra i pochi in
Europa, uno strumento che sfruttava
principi fisici ancora poco esplorati. Lo
strumento non era molto costoso e veniva venduto da una piccola azienda statunitense nata da un gruppo di ricerca dell'Università di Madison. Da quel momento ci siamo costruiti una strada assieme
a quello che poi divenne un gruppo di ricerca che opera presso il dipartimento di
Scienze Chimiche del nostro ateneo».
Quali gli ambiti di questo nuovo approccio? «Uno è quello della diagnostica
inizio circa 15 anni fa - spiega il prof.
Spoto - E fu la lungimiranza di alcuni
colleghi che mi offri l'opportunità di acquistare, primo in Italia e tra i pochi in
Europa, uno strumento che sfruttava
principi fisici ancora poco esplorati. Lo
strumento non era molto costoso e veniva venduto da una piccola azienda statunitense nata da un gruppo di ricerca dell'Università di Madison. Da quel momento ci siamo costruiti una strada assieme
a quello che poi divenne un gruppo di ricerca che opera presso il dipartimento di
Scienze Chimiche del nostro ateneo».
Quali gli ambiti di questo nuovo approccio? «Uno è quello della diagnostica
ti, L'identificazione di molti tipi di tumori viene oggi effettuata prelevando una
porzione di tessuto..per verificare se biomarcatori tumorali sono effettivamente
presenti potendo quindi concludere che
le cellule sono proprio del tumore. Nel
caso di alcuni tumori questa procedura
(biopsia) è complessa e non semplice da
attuare: può essere richiesta una parziale o completa ospedalizzazione del
paziente ed il paziente deve affrontare,
non di rado, significative difficoltà. Simili approcci diagnostici sono un reale limite rispetto all'attuazione pratica di una
diagnostica precoce dei tumori».
Cosa significa per un gruppo di ricerca del Sud Italia essere a capo di un gruppo di ricercatori che opera in tutta Europa? «Significa che anche stando qui, nel
"profondo Sud", si può lavorare all'avanguardia nella ricerca mondiale, divenendo addirittura leader in contesti internazionali. Anche se le condizioni di lavoro
non sono le stesse offerte ai miei colleghi
finlandesi, tedeschi, olandesi o austriaci.
Si lavora spesso in strutture inadeguate e
si fanno i conti con organizzazioni ineffidenti. Ma se c'è la passione per ciò che
si fa, ci si impegna tantissimo».
precoce dei tumori. Quando nell'organismo cominciano a formarsi cellule tumorali che, aumentando in numero, formeranno un tumore osservabile con le
moderne tecniche d'indagine medica,
cominciano a essere rilasciate nell'organismo, ad esempio nel sangue, molecole che, in modi differenti, sono correlate
alle cellule tumorali. Queste molecole
vengono definite marcatori o biomarcatori tumorali. Le stesse cellule tumorali
integre circolano nel sangue dei pazien-
Università degli studi di Palermo — Servizio Stampa
LA SICILIA
i Fatti
data
06/05/2015
pag
9
Corsello: «Fondi insufficienti
per lo screening neonatale»
«In Sicilia è necessario investire sulla prevenzione»
ANTONIO FIASCONARO
Da piccole gocce di sangue prelevate dal tallone del neonato, raccolte in
uno "spot" - apposita cartina assorbente
- si può fare la diagnosi precoce delle
malattie metaboliche ereditare - oggi
sono circa una sessantina - che, come sostengono gli esperti, può fare la differenza tra la vita e la morte. Tra l'invalidità e
un normale sviluppo fisico, poiché come
spiega il prof. Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di Pediatria
ed ordinario di Pediatria all'Università di
Palermo «consente un precoce trattamento prima dell'inizio della comparsa
dei sintomi con maggiore speranze di
vita e di benessere per il bambino».
Un passo importante, in tal senso, è
stato compiuto dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin che lunedì ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni,
per il previsto parere, lo schema di decreto per l'avvio, anche in via sperimentale,
dello screening neonatale per la diagnosi precoce di una serie di patologie metaboliche ereditarie.
Lo schema di decreto è stato predisposto grazie alla piena collaborazione tra il
ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità, l'Agenzia Nazionale per i
Servizi Sanitari Regionali, i rappresentanti delle regioni e delle Società scientifiche di settore.
«Grazie a questo provvedimento - ha
dichiarato la ministra Lorenzin - potranno essere rafforzati ed estesi gli attuali
programmi di screening neonatale, per
PALERMO.
Corsello - sarà infatti possibile identificare un ampio gruppo di malattie prima
che queste si manifestino clinicamente,
evitando danni invalidanti al neonato e,
in alcuni casi, la sua morte. In atto i due
centri di riferimento seguono un migliaio di bambini che va dalla fascia di età
da O a 14 anni. Sono quasi tutti della provincia di Catania, Palermo e Trapani. L'obiettivo è quello di allargare la rete di raccolta dei test. Occorre, infatti, coinvolgere tutti gli altri centri nascita delle rimanenti sei province dell'Isola».
Per il presidente della Società italiana
di Pediatria «i 10 milioni stanziati dal
ministero - dice - sono insufficienti. E'
vero che nel 2014 ne erano stati erogati 5 e non sono stati sufficienti per tutte
GOCCE DI SANGUE DAL TALLONE PER IL TEST
le regioni italiane che da alcuni anni si
un'efficace prevenzione delle malattie occupano dello "screening neonatale
metaboliche ereditarie, favorendo la metabolico allargato". In sanità e somassima uniformità nell'applicazione prattutto, in quella siciliana bisogna indella diagnosi precoce neonatale sull'in- vestire sulla prevenzione. E' fondamentero territorio nazionale. In questo modo tale. Anzi, vitale».
si potrà evitare che i bambini affetti da
Gli esperti aggiungono, che lo scopo
queste patologie subiscano danni causa- dello screening è individuare in epoca
ti da un ritardo diagnostico». Per la spe- precoce, i bambini apparentemente sani
rimentazione sono stati erogati 10 milio- che sono a rischio per una patologia conni di euro per anno a decorrere dal goz. genita. Il risultato del primo test effettuaIn Sicilia i centri di riferimento regio- to non costituisce una diagnosi medica,
nali accreditati per questo screening so- ma serve ad escludere l'esistenza nel
no due: la Clinica Pediatrica I dell'azien- bambino di quelle patologie esaminate.
da ospedaliera universitaria di Catania e
la IV Clinica Pediatrica dell'ospedale dei
Bambini di Palermo. «Entro 48 ore dalla
nascita, grazie a un esame non invasivo
(prelievo di gocce di sangue dal tallone
del neonato, ndr) - ha spiegato il prof.
‘•ii.
<
Università degli studi di Palermo —Servizio Stampa
LA SICILIA
Economia e finanza
data
06/05/2015
pag
11
PRESENTATO IL DISTRETTO DI ALTA TECNOLOGIA "BIOMEDICO SICILIA"
Eccellenze in team per nuove ricerche
Ieri, presso il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia, nella zona industriale, è
stato presentato il Distretto di Alta Tecnologia "Biomedico Sicilia", che ha preso avvio a seguito dell'approvazione dell'Apq
"Distretti ad alta tecnologia, aggregazioni
e laboratori pubblico privati per il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico della Regione siciliana" (tra il
Miur e la Regione), e che comprende trenta soggetti, fra cui sette grandi imprese,
undici Pmi, due Parchi tecnologici ed un
consorzio, dieci enti pubblici di ricerca
regionale e di rilevanza nazionale (Università, Cnr e Infn).
Dopo i saluti del prAidente del Parco
scientifico, Roberto D'Agostino, i responsabili dei progetti (Sabrina Conoci della StMicroelectronics; Angela Cuttitta del Cnrlamc; Maria Brai dell'Università di Palermo; Giacomo Cuttone dell'Infn; Enrico
Rizzarelli del Cnr-Ibb), hanno presentato
le attività di ricerca e formazione. In particolare, i progetti: Sviluppo e ottimizzazione di dispositivi diagnostici; Drug delivery - veicoli per un'innovazione sostenibile; IGH - lon Gantry for Hadrontherapy; Telemedicina, Ambiente e Salute.
Alla tavola rotonda, moderata dal prof
Rizzarelli, hanno preso parte: Enzo Bianco, sindaco di Catania; Bruno Caniso, assessore regionale del Lavoro; Francescc
Paolo La Mantia, prorettore vicario dell'Università di Palermo; Salvatore Cuzzocrea
proiettore dell'Università di Messina; Luigi Nicolais, presidente del Cnr; Giacomc
Pignataro, rettore dell'Università di Catania; Dario Tomabene, dirigente del dipar.
timento regionale Attività produttive
LA PRESENTAZIONE DEL DISTRETTO DI ALTA TECNOLOGIA "BIOMEDICO SICILIA"
Giada Li Calzi, esperta di politiche di sviluppo territoriale.
Tra gli intervenuti: il deputato del Pd
Maria Chiara Carrozza, ex ministro della
Ricerca; il presidente di Confindustria Catania, Domenica Bonaccorsi di Reburdone; i rappresentanti dei Distretti tecnologici Micro e Nano e Navtec; i rappresentanti dei Distretti produttivi; i direttori
generali degli ospedali cittadini.
Hanno partecipato tutti i soggetti attuatori del Distretto ed il responsabile
del Coordinamento, Sebastiano Di Stefano, Il Pst Sicilia, nella qualità di capofila
del Distretto, coordinerà le attività afferenti ai progetti di ricerca proposti e ai
corsi di master e di dottorato ad essi collegati, che saranno erogati dalle Università. Esperti di bioinformatica, elettronica, genetica molecolare, scienze dei materiali, biobanche, cellule staminali, nanoparticelle, telemedicina, affronteranno
ricerche complesse i cui risultati consen-
tiranno di far crescere conoscenze, prodotti, occupazione nel settore biomedicale, con vantaggi per la coliettivita
Servizio sanitario. L'obiettivo è creare
sviluppo diffuso e distribuito, crescita
occupazionale basata sulla cultura dell'innovazione, dell'imprenditorialità, della collaborazione in rete.
Il sindaco di Catania Enzo Bianco ha
annunciato uno "Sportello unico specializzato in zona industriale Catania". "Tutti gli insediamenti industriali nel campo
biofarmaceutico - ha detto Bianco - avranno un percorso preferenziale con un tutor
che seguirà i rapporti con la pubblica amministrazione non soltanto comunale".
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LA SICILIA
Sez-
Catania
data
06/05/2015
pag
38
ORTO BOTANICO
Convegno su tutela e diritto ambientale
•
Sabato 9 alle ore 9, l'Orto Botanico, in collaborazione
con l'Associazione Polena, ospiterà il convegno "La
tutela dell'Ambiente nella disciplina amministrativa,
penale e comunitaria". Dopo i saluti del direttore del
Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e
Ambientali, prof. Carmelo Monaco, e del responsabile
scientifico dell'Orto Botanico, prof. Pietro Pavone,
seguiranno le relazioni del profyímrfiaso Rafaraci,
ordinario di Procedura Penale, su "Il ditifto penale nella
tutela ambientale: evoluzione ed attualità"; del prof.
Ugo Salanitro, ordinario di Diritto Privato, su "AmbientE
e tutela della biodiversità: profili giuridici", dell'aw.
Francesco Vasta su "La procedura di infrazione della •
Comunità Europea nei confronti dello Stato italiano in
materia di acque reflue". Modera il convegno la dott.
ssa Luisa Trovato, presidente Ass. Polena.
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data 06/05/2015
LA REPUBBLICA
ez
pag
Società Spettacoli Cultura Sport
VIII
Isaiiaphietil progetti ché fanno acqua
..... Einaudi pubblica "Grandi e inutili"
l' inchiesta
inch i esta di Antonio Fraschilla
. ,
sullo scandalo delle opere pubbliche
Pubblichiamo uno stralcio
sull'odissea degli invasi siciliani
"A NPIMUILI
- • •
dello slg
Le incompiute
che raccontano
l'Isola immutabile
ANTONIO FRASCHILLA
a Sicilia, come diceva il tassista a Roberto Benigni in John,.,my Stecchino, oltre
, • V- .4 al "traffico e all'Etna" ha una terza piaga: "La siccità". E al di là della battuta del
film, che non menzionava la
mafia facendo così sorridere lo
spettatore, in nome della "siccità" dal dopoguerra a oggi i governi autonomi di Sicilia hanno
avviato decine di grandi opere
destinate a dare appalti in odor
di mafia, ad assumere in maniera clientelare e, chiaramente, a
non risolvere il problema: cioè
la difficoltà in molte zone
dell'Isola a garantire acqua corrente tutti i giorni, 24 ore su 24.
Ma di quelle grandi imprese servite a nulla rimangono tracce
indelebili: tonnellate di cemento sui Nebrodi e sulle Madonie
per invasi realizzati a metà.
Non può così non partire dalla
Sicilia l'ennesimo viaggio nello
spreco, quello delle dighe incompiute d'Italia.
ye„,
Il miraggio dell'invaso di Blufi alla fine degli anni Sessanta
aveva fatto sognare gli abitanti
della Sicilia Occidentale. Grazie
a questa opera da costruire sulle Madonie, voluta dai governi
nazionale e regionale targati
Democrazia cristiana e che doveva collegare altre due dighe,
quella del Fanaco nel Palermitano e quella dell'Ancipa nel Catanese, Si sarebbe creato un bacino con una capienza di 22 milioni di metri cubi d'acqua. Un piccolo marea 900 metri d'altitudine nel cuore dell'Isola per servire le famiglie delle province di
Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Territori nei quali l'acqua è
davvero un bene prezioso, che
in quegli anni arrivava un giorno sì e tre no. Di questo mega
progetto si comincia a parlare
nel 1963, ma la costruzione
dell'opera faraonica inizia soltanto nel 1989. Stato e Regione
stanziano in due tranche 420
miliardi delle vecchie lire e si
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parte. In ballo ci sono appalti
che fanno gola alle grandi aziende del Nord, ma anche centinaia di consulenze a studi legali,
di progettazione e di ingegneria, siciliani e non. E, soprattutto, da assicur re ci sono centinaia di posti di lavoro.
La stazione appaltante è l'Ente acquedotti siciliano, un carrozzone che in quegli anni eroga il servizio idrico per quasi tutta l'Isola e che non ha alcun
know how in materia di costruzione di grandi invasi. Tanto è
vero che nonostante oltre mille
dipendenti chiede all'esterno
tutte le consulenze sulla gara e
sulla progettazione. Molti studi
professionali di Palermo brindano per il grande affare.
Cominciano i lavori sull'altopiano .madonita alle porte di
Blufi e s'inizia a cementificare il
pianoro che deve fare da letto
al grande invaso. I lavori si fermano però nel 1995, quando la
a
data
LA REPUBBLICA
ez
pag
Società Spettacoli Cultura Sport
1 FINANZIAMENTI
06/05/2015
VIII
PIELEMOSSA
I lavori si fermano Nel 2014 l'Eas stima All'appello
quando viene
altri 160 milioni mancano 43 milioni
istituito il Parco
per completare e i lavori
delle Madonie
le condutture sono fermi dal '97
stessa Regione che sta realizzando l'opera istituisce il Parco
delle Madonie con annessa
area protetta. Risultato? Con la
nascita del Parco scatta il divieto di reperimento del materiale
dalle cave comprese nella zona
protetta. Insomma, la mano destra non sa cosa fa la sinistra
nella Regione più sprecona
d'Italia. La Astaldi, che guida il
gruppo d'imprese vincitrici
dell'appalto, si ferma e chiede
un aumento dei fondi perché
deve andare a reperire il materiale a distanze notevoli, quindi
con costi aggiuntivi. Per sei anni inizia un tira e molla tra la Regione e l'azienda, fino al 2001
quando a Palazzo d'Orleans arriva Totò "vasa vasa" Cuffaro:
«La diga si farà, troveremo subito una soluzione», assicura il super governatore che guiderà la
Regione autonoma di Sicilia
per otto anni, fino a quando sarà costretto a dimettersi perché prima imputato e poi condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato.
Ma i lavori non riprenderanno mai, anche se nel 2002 l'allora presidente del Consiglio Sil-
vio Berlusconi a Porta a Porta
annunciava la ripresa dei lavori
per la grande diga di Blufi. La
verità è che sulle Madonie non
c'è più stata una ruspa, nonostante il ministero dell'Ambiente nella Valutazione d'impatto
ambientale firmata nel 2001
scriveva che ormai l'opera andava completata: «A fronte di
costi ambientali ed economici
già sopportati ed a compromissioni territoriali irreversibili
non possono essere presi in considerazione alternative progettuali praticabili, e non è possibile ricavare benefici apprezzabili dal mancato completamento
dell'opera». Parole cadute nel
vuoto.
Al 2014 il costo dell'opera è
stimato in 260 milioni di euro e
secondo l'Ente acquedotti siciliano ne occorrerebbero altri
160 milioni per completare le
condutture di collegamento
con gli invasi Fanaco e Ancipa.
Recentemente il Cipe , guidato
fino a qualche anno fa dal sottosegretario Gianfranco Micciché, gran console di Berlusconi
in Sicilia fin dai tempi della nascita di Forza Italia, ha stanziato altri fondi per Blufi. Ma secondo gli ambientalisti lo spreco
continua: «Questi StIldi purtroppo non servono ormai a nulla dice Aurelio Angelini, docente
di Ecologia e sociologia dell'ambiente all'Università di Palermo - da realizzare c'è ancora il
corpo della diga e comunque
mancano le canalizzazioni, altro che 160 milioni di euro. La
verità è che quest'opera è sbagliata fin dalla sua progettazione. Solo per raggiungere i luoghi del grande cantiere, che comunque si rivelarono da subito
non adatti ad accogliere grandi
quantità di acqua, è stata realizzata una strada di 20 chilometri nel cuore del bosco, con centinaia di alberi abbattuti».
Nell'Isola del tesoro degli
sprechi, Blufi poteva essere comunque l'unica diga incompiuta? La risposta la si può immaginare. Ed eccoci dunque davanti
a un altro grande invaso rimasto a metà, la "diga fantasma di
Pietrarossa". Costata 145 miliardi di vecchie lire e completa
solo al 95 per cento. Si trova al
confine tra la parte Sud della
provincia di Catania e quella di
Enna.
Università degli studi di Palermo
-
Doveva creare un bacino da
35 milioni di metri cubi d'acqua e servire 21 mila ettari di
terreno agricolo in un'area nella quale insistono ben tre Consorzi di bonifica della Regione,
che hanno enormi difficoltà a
garantire il servizio agli imprenditori agricoli della zona. Ma
all'appello mancano 53 milioni
di euro e i lavori, iniziati alla fine degli anni Ottanta, sono fermi dal 1997. La zona oggi è in
completo abbandono, mentre è
in corso una guerra di carte bollate tra la Soprintendenza, la
Regione e le amministrazioni locali. Guerra che si è scatenata
anche fuori dai Palazzi della
pubblica amministrazione, tra
gli agricoltori che ne invocano
l'apertura e gli ambientalisti
che la definiscono l'ennesima
opera inutile di Sicilia e ne chiedono la demolizione.
CRWRODUMMERISEMMTA
I.A.SMJAZIONE
La zona oggi
è in abbandono
ed è guerra di carte
tra amministrazioni
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