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Compagnia ilSaleinZucca http://vcanto.jimdo.com/
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C’ERA UNA VOLTA L’OPERA
da Monteverdi a Puccini: un cabaret didattico per grandi e piccini
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NICOLA OLIVIERI attore
FRANCESCA PACILEO soprano
PAOLO CAUTERUCCIO fisarmonica/tenore
scene e costumi MARCO CALABRESE
testo e regia di FRANCESCO MONTEMURRO
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NOTE DI REGIA
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Quando i ragazzi sentono parlare di lirica al di fuori della scuola, rischiano
sempre di essere contagiati dai peggiori luoghi comuni offerti dal “passaparola”.
Così finiscono col pensare che l’Opera sia quello spettacolo bizzarro in cui donnecannone ed uomini dal collo taurino calcano la scena urlando a squarciagola
melodie dai testi incomprensibili e suscitando il tifo scatenato di pochi
appassionati. C’era una volta l’Opera cerca proprio di sfatare questi falsi miti,
incarnati sul palco dall’ignoranza del personaggio comico Nick Meloni, e di
avvicinare i ragazzi al mondo dell’Opera mostrando da vicino due interpreti
giovani, gradevoli e dotati di una sensibilità non distante dalla loro. I momenti
dedicati al canto e alla musica sono alternati a brevi spiegazioni spesso scaturite
dal contrasto dialettico tra i due artisti lirici e l’attore comico (un siparietto
particolarmente gustoso è la “lezione di canto” tentata da quest’ultimo). La
scommessa è coinvolgere il pubblico con leggerezza e apparente casualità in un
excursus che va davvero da Monteverdi a Puccini con esempi di arie, duetti e
concertati, corredati da sketch teatrali volti ad illustrare le caratteristiche del
libretto e gli stili di ogni epoca, dall’Arcadia al Verismo. Dimostrando di fatto
come, sin dalla sua nascita, i capolavori del melodramma abbiano sempre
centrato l’obiettivo di suscitare forti emozioni grazie alla sinergia di musica,
canto, letteratura e teatralità.
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SINOSSI
Un buffo personaggio, un italiano vissuto a lungo in Australia ed appena sbarcato
a Milano, vorrebbe realizzare un suo vecchio sogno, che è poi quello di tutti gli
Italiani in patria e all’estero: poter assistere alla rappresentazione di un’ Opera
alla Scala!
Nel corso di vicissitudini che gli impediscono continuamente di trovare il
desiderato biglietto, si imbatterà in un duo (soprano e tenore-fisarmonicista) che
si esibisce in una lezione-concerto sul repertorio operistico. Dall’incontro nasce
una serie di gag, anche paradossali, che però aiuta a disegnare (e soprattutto
cantare!) una breve storia del melodramma. Conclusione: la frenetica ricerca del
biglietto per la Scala passa in secondo piano, l’Opera è di tutti e può andare
dappertutto, persino nelle strade - se necessario - per incontrare un nuovo
pubblico sinceramente appassionato.
Durata: 1h 10min.
Trailer dello spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=S6ZY6ueA7nw
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FONTI UTILIZZATE
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Da “L’Orfeo” di C. Monteverdi: Vi ricorda o boschi ombrosi; Ahi caso acerbo... in un
fiorito prato.
Da “Le Nozze di Figaro” di W. A. Mozart Voi che sapete.
Da “Norma” di V. Bellini: Casta diva.
Da “Lucia di Lammermoor” di G. Donizetti Scena della pazzia.
Da “Rigoletto” di G. Verdi: Caro nome; La donna è mobile; Bella figlia dell’amore.
Da “La Traviata” G. Verdi: Libiamo ne’ lieti calici.
Da “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni: O Lola.
Da “Gianni Schicchi” di G. Puccini: O mio babbino caro.
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SPUNTI PER LA DIDATTICA
Una conoscenza di base degli elementi costitutivi dell’Opera, per quanto non
essenziale, potrebbe aiutare i ragazzi ad un maggiore apprezzamento degli
argomenti affrontati nel corso dello spettacolo: l’ouverture, i recitativi, le arie e i
pezzi di insieme, nonché cenni sul ruolo del librettista, del compositore, dei
cantanti, del regista e del direttore d’Orchestra.
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> Anche il collegamento tra i tre secoli di vita dell’Opera presi in considerazione
nell’excursus da Monteverdi a Puccini (dal ‘600 ai primi del ‘900) e gli eventi
storici che si intrecciano ad essi, può essere spunto di ricerche e studio. Nello
spettacolo si pone in risalto il “Rigoletto” di G. Verdi sottolineando come il nobile
(il Conte di Mantova) fosse il personaggio negativo mentre il popolano (Rigoletto),
vittima di soprusi, diventa protagonista in cerca di giustizia. Non a caso
quest’opera ebbe non poche difficoltà con la censura austriaca dell’epoca. Può
essere occasione per ricordare il peso della figura di Verdi nel Risorgimento
Italiano. L’Opera raccontava la Storia ai suoi contemporanei e al tempo stesso ci
regala scorci di Storia passata.
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> Altro tema di approfondimento può essere quello della funzione sociale: l’Opera,
inizialmente appannaggio esclusivo della nobiltà e dei teatri di corte, in seguito
all’apertura dei teatri pubblici diventerà arte destinata alla borghesia e finanche
al popolo, con mutazioni dei suoi stessi contenuti. Nello spettacolo, ad esempio, si
mostra come dall’Orfeo di Monteverdi, con i suoi personaggi mitologici ed
allegorici destinati a rispecchiare e compiacere i nobili spettatori, si giungerà
progressivamente ad Opere come “Elisir d’amore” o “Cavalleria rusticana” dove i
protagonisti sono addirittura contadini analfabeti o si esprimono in dialetto
siciliano.
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> Nello stesso discorso può essere inquadrata la nascita del “recitar cantando”,
come tentativo di ricostruzione della tragedia greca classica, e il progressivo
allontanarsi da quel modello fino ad arrivare al belcanto, al canto di coloratura e
infine a quello verista.
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> Considerazioni sull’impostazione vocale. Il luogo comune vuole che i cantanti
d’Opera usino la voce in modo artificioso creando un effetto involontariamente
comico per i giovani spettatori a causa del forte gap con l’impostazione vocale
usata nella musica leggera di oggi. Nel corso dello spettacolo gli alunni potranno
constatare quanto la voce lirica non sia proiettata tanto alla ricerca esclusiva
della potenza, come si usa credere, quanto di una completezza espressiva,
sfruttando al massimo gli elementi che la natura ci mette a disposizione.
L’esempio della “scena della pazzia” dalla Lucia di Lammermoor eseguito durante
lo spettacolo fornisce un notevole spunto a tal proposito.
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>Altro argomento trattato è quello della “primadonna”: la supremazia di una diva
come Maria Callas perdura sino ad oggi nell’immaginario dei loggionisti di cui
avremo un degno esponente nel personaggio comico di Nick Meloni, suo fan
irriducibile. Da qui possono nascere considerazioni sul valore dell’ascolto della
musica dal vivo, eseguita da interpreti del nostro tempo, e sul vizio di indulgere in
eccessive nostalgie del passato, tipico di numerosi melomani.
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