Associazione Don RenatoChiodaroli Don RenatoChiodaroli Associazione Don Renato t929-1999 NeI quinto anniversario della sua scomparsa Chi è Lupo solitario Indice Pagina 3 c'è... Chedifferenza 4 Yita di uno scoutprete 5 A Lodi, 1965 6 Agnesericorda... 8 Le memoriedello "zio salesiano" 12 I segretidellafalegnameria 14 l6 Un pretepovero 'Non è ancoravenutoil temporale. . ." 20 Il mitico camposul GranParadiso 22 Piccolestorie 26 "Benvegnùzulu" 28 Frasicelebri 30 E' tornatoalla casadel Padre 32 Ed ora? gHE .tùtFFE .b I Ar' t tp '*-".î. AdE".t;u- i{r*-*d,.*- .'{^'"M; ,*1-zL **-"L ,.,a c- to' a,;"&n o.t'uo "- c. vo h I'J ! t-olto ; *. "o,2o -li-- 4.'-L&,.,r*. îr.U.^e; P f do' 1^ a..L)^," ,.t'e.- s .-1",o* * lo tl*) ,"ú ,' -'"!LJ-.*ùU rc- 6* ."-Àut " E-' ,-,- 6 lt..v*:' tl 1BCtk -A uh; l^elz a- !"-n . Una pugìna curuta dd Rendk)(Lupo solùúrio) riiretta dgli esploratori, sulla nvisla"GAS Ciuoú, Atrentura, Sîrada" del Gruppo AgesciPrato 3", marLt 1977. f Vita di uno scout prete o Nasce a Lodi il 15 Novembre 1929, primo di nove fratelliComplelaI'educazioneeformazíonecristinna ricetnta infamiglia all'oratorio citîadino con don Luigi Savarè. . Conseguitala licenza industriale, a 14 anni inizia a lqvorare in una ditta di occhiali che lascia dopo sei anni per creare, insiemea due soci, una propria azienda, occupandosi soprattutlo della parte commerciale e "innovativa". o Nel 1945, al termìne del periodo fascisîa, risorge il reparîo scout Lodi I" ed è capo squadrigliafino al 1948 quando diventaAkela. o Nel 1952 lascia il branco lupetti ol fraîello Tino e passa a condurre il reparto scout. Ben presto assumela f.gura di capo gruppo del Lodi Io, carica che mantienefrno a 30 anni quando, lasciata al fratello Giulio la piccola azienda di occhiali, pqrte per una esperienzaeducativa nella Repubblica dei ragazzi di Civitavecchia. o A 36 anni è accolto nel semínario diocesanodi Prato dove, a 40 anni, viene ordinato sacerdote. GIi viene assegnatala piccola parrocchia di Canneto sulle colline di Prato. c Chiedeal vescovodi realizzare l'ideale missionario e va in Africa, nel Ciad. Dopo pochi mesi è colpito da una malattía tropicale e, in gravissime condizioni, viene inviato a Lodi. Portato a Lione, viene operaîo e guariîo, e riîorna nella sua parrocchia di Cannetoa Prato; il vescovogli ffida anche I'assistenzaspirituale di tutto lo scoutismoprqtese. o Per quasi 30 anni attende alla doppia atîività apostolica di parroco e di assistentescout. . Muore improwisamente la mattina dell' I I Maggio 1999 a Canneto. A Lodi. 1965 L'articolo che abbiamo quí trascitto è apparso su" ll Gíomo" nel dicembre 1965, qrnnÀo Renqto erq qncora in Semindrio. A Lodi, nell'imminenza del Natale, la ruota della bontà ha ripreso a girare, come ogni anno, puntualmente.Il comitato lodigiano del Premio alla bontà ha chiuso ieri l'elenco dei cittadini meritevoli ai quali verrà assegnato, dopodomani, il premio Notte di Natale. Dopo aver esÍIminato le numerose segnalazioni,la commissione,presiedutadal commendatorDefendente Vaccari, ha deciso di assegnareil premio ai fratelli Chiodaroli. Sono 7: Renato di 36 anni (che da poco è entrato in seminario), Clemente di 31 anni, Giulio di 29, Pierluigi di 27, Vinorio di 23, Pina di 32, e Agnese di 24. Abitano tutti in Via San Colombano lT.Ecco la motivazione:votatisi sin dalla prima giovinezzaalla cura dei giovani accolti nelle formazioni degli scoutse delle guide, ricostituite a Lodi per loro iniziativa e tenace volontà, dedicanoda ormai 20 anni ogni anività nell'attuazione della azione scoutisticadonando ad essatutto il tempo libero, fattivamente coadiuvando tante famiglie lodigiane nella educazionefisica e morale dei figli. Tutto ciò con ammirevole costanza,con spirito di generosadedizione e sacrificio, senzaalcunaricompensae sollecitazione,senzanulla chiederead alcuno. Agnesericorda... Quando Caterinami ha lanciato I'invito a scrivere qualcosasu Renatoin suoricordo, mi sonodettache non era cosafacile raccontaredi lui qualcosa che gli amici di Prato non sapessero;ha vissuto a Prato tanti anni quanti ne ha vissuti a Lodi. Poi ho pensatoalle due ultime telefonateche mi fece e che sonoancoracosì vive dentro di me. La prima mi giunsela serache fece ritorno a Cannetodopo essernerimasto assenteper parecchiotempo. "Sono tornato a casa -mi disse- e sono felicissimo,felicissimo,felicissimo". Noi avevamoun po'insistito afhnché rimanessepressouna comunità dove avrebbepotuto esserecurato meglio, ma in quel momento,sentendola gioia che trapelavadalla suavoce,pensai che il Signoregli aveva fatto il regalo più grandeche lui desiderasse. Qualunque cosa gli avesseserbatoil futuro sarebbealmeno stato felice nellasuacasache amavatanto. La secondatelefonatami giunseuna sera,al tramonto. "Ascolta, ascolta" . Si sentiva nel telefono il canto di un uccello. "E' un merlo" -gli dissi. "Sì -rispose-è la secondaserache viene. Si mette su un ramo del pino cheè qui davantialla cucinae canta.Io sonoqui alla finestra, incantato,ad ascoltarlo". Gli dissi che era capitataanchea me la stessacosa.Tempo addietroc'era una betulla davanti a casamia ed ogni seraarrivava un merlo, si metteva sul ramo più alto che giungeva sino al mio balconee incominciava a cantare. Io mi affacciavo e non volava via; sembravaquasi che avessepiaceread averequalcunoche I'ascoltasse.Lo guardavomeravigliata:il suo piccolo petto gonfio, le piume nere lucide che tremavanotanto era f impegno che mettevanei suoi gorgheggi.Poi, un giorno, tagliarono i rami più alti e lui sparì.Per alcuneseresperaiche tornasse,ma non vennepiù. La làntiglia Chiodaroli. Tutti i [t'ale]li Ít dnmela sorella piìt piccold sono in perfc!!u diIisd .tcoul "Io speroche questocontinui a venire -mi disseRenato-perchéè dawero bello starea sentùlo". Quandoabbassaiil ricevitorerimasi lì a pensare.Renatoha semprecercato di far partecipi gli altri delle sue esperienze,delle sue emozioni. Quando era in casa,a tavola, teneva banco e pensoche, proprio attraversoi suoi racconti, noi fratelli, abbiamovissuto lo scoutismoancoraprima di essere stati scout e abbiamoconosciutotanta gente,anchedi Prato,aniora prima di incontrarla. Quella volta, però, rimasi molto stupita.Non avrei mai pensatoche potesse farmi una telefonata per comunicarmi la sua gioia nel sentire il canto di un piccolo uccello. E' certo che io, da quella sera, ogni volta che sento cantare un merlo ci ripensoe il mio cuore si riempie di tanta,tanta,nostalgia. AgneseChiodaroli Le memoriedello "zio salesiano" Caro Renato, sono cinque anni che, beato, siedi coi Giusti del nuovo Israele. Scuotiti un momento a far luce alla mia memoria: vorrei, a conforto della mia vecchiaia, ripercorrere, sia pure per sommi capi, la tua vita terrena. Comincio dall'11 maggio 1999,pomeriggio.Mi passanoil telefono.E' Tino. Avoce piangente: "Zio, Renatonon è più". "Come?" e piango con lui. Ma mi riprendo. "Tino, Renatoc'è più di prima. E'in Dio, col papà e la mamma,lui il primo nato dei loro nove. Ci vode tutti e dappertutto:vede me, vede voi suoi quattrofratelli scout,le suequattrosorelleguide.Vive col Signorerisorto in cui ha credutocon fede forte e che ha amato in tutti coloro che il Signore ha messo sui suoi passi:i poveri, gli scout,il popolo di Canneto,tanti amici. Però ti piansi coi tuoi fratelli. Mi mancasticome un grosso punto di riferimento. Sei il primo dei nove della mia saggiasorellaElsa; il primo che ho portato in braccio,come poi gli altri otto. La tua mamma, finita la nefandaguerra,mi diceva: "Io ringrazio la Madonna Ausiliatrice e don Luigi Savarè:mi hanno salvatoi miei figli". Sì, coi tuoi fratelli sei cresciutoall'oratorio SanLuigi di Lodi col suograndee avveduto direttore, ora sulla via degli altari. Non c'erano più gli scout, oscurati dal fascismo.Ci avevanomessoi Crociatidelle missioni;i Tamburinici avevano messo. La bella divisa e la bandiera.Tu eri uno dei capi. Gli scout risorseroprestoe coi tuoi fratelli ne eri tanto responsabile. Per le vostrebuoneopere,il Comuneassegnòa voi il " Premio della Bontà": una grossamedagliad'oro collettiva e una minore dorataper ciascuno.La grandela donasteal papàche Ia portavain tascaper mostrarlaagli amici. I Ad un tizio che gli diceva "Tu, sela vendi..." "Neanchese morissi di fame vendo la medaglia dei miei figli" rispose. Ti sostituirono agli scout, che lasciasti per la Repubblica dei ragazzi a Civitavecchia, al servizio di poveri e sfortunati giovani: una dedizione tutta personale,stile Chiodaroli. Renalo ai lempi del seminario. Ti crebbeallora la volontà di consacrartitotalmenteal Signore.Lasciasti la "fabbrica" degli occhiali a Giulio e, grazie a Mons. Fiordelli, il seminario di Prato ti portò al sacerdozio.C'ero con tutti i tuoi alla tua ordinazione:avevi quarant'anni. C'ero anche, semprecon i tuoi, al tuo ingressoparrocchiale a Canneto. Nessun trionfalismo: il minimo del rito. La piccola comunità di Canneto subito ti fu tanto cara e contentoti fece la poverissimacasaparrocchiale. Ma il "chiodo" delle missioni che ti seguivadai tempi dei Crociatini, ti porÍò, donumfidei della tua diocesi, in Ciad: una missione tanto povera. Come tua consuetudine,non ti prendesticauteladi sorta.In pochi mesi il Ciad ti restituì ai tuoi più morto che vivo. Non tifo, non malaria,dicevano a Lodi e a Pavia. E ti spedivanoad un altro ospedalesenzadiagnosi.Un gesuita,conosciutoin Ciad, passòa trovarti a tempo giusto per telefonare a Lione ove ti avrebbe accolto una clinica per malattie tropicali. Il tuo vescovo mandò la Misericordia con due autisti e, con la tua Pina, via per Lione. Sottoil Bianco minacciavidi morire e ti portaronoad Aosta,reparto infettivi. Alla chiamataaccoratadi Pina, io ti raggiunsi la sera stessa.La notte,un po' di crisi ti spinsea dirci sottovoce:"Io muoio, non dite niente a nessunofin che sia spirato". Eri ben preparatoall'incontro col tuo Signore.All'una telefonò il tuo vescovo,con tanto tuo conforto. Il mattino giunse senzaaver visto un medico: ne comparveuno alle 10. Firmasti e si parlì, con la Misericordia, per Lione. Là ti operarono e ti guarirono.Ma.. . . addio missioni, addio Ciad. I-ode e grazie a Mons. Fiordelli che ti rispedì a Canneto! Che gran dono di Dio! I tuoi parrocchiani, gli scout della diocesi, tanti servizi pastorali della Chiesapratese;e tanta libertà - di pensarealle missioni, alle suoredi clausura,ai carcerati,a Lourdes per giornate di confessionale,i viaggi in India con l'incontro del grande missionariopadreMaschio e con la, ora beata,Madre Teresa.E il ritomo col cuorepieno di tristi visioni di miserie senzanumero e senzanome, per la tua vita di prete di Dio. Non ti ho forse mai sentito parlare di San Francesco,ma come lui sposasti"Madonna povertà". Quanta fedeltà ad una sposacosì esigente! "Come vesti male" ti dicevo io. Piedi nudi nei sandaliI'estate;giacchea vento striminziteI'invemo; brutti zaini o sacchettì per bagaglio.Un motorino chenessunoti avrebberubato;poi una macchina "scarcassenta";a Lodi la bici di Agnesee il treno... Mi facevi pensarealla mammadi SanGiovanniBosco:al suoGiovanni,appenaprete,avevadetto: "Se diventerairicco, non metteròmai piede in casatua". Alle tue esequiecosì grandiose,con tantagenteben vestita,io dissi che la tua mamma si sarebbemeravigliata di tanto onore al suo Renato,ma che ancor più si sarebbeinorgoglita di sentiretanti elogi per la tua vita vissuta al serviziodi Cristo povero.Una volta mi destiuna conferenzadattiloscritta in cui c'era, da te evidenziato,questoversettodi San Giovanni: "Cristo ha dato la sua vita per noi, anchenoi dobbiamo dare la nostra per i fratelli". Fu luce al tuo cammino di sacerdotee motto per pensarepiù agli altri che a te. E la carità fu la tua sceltadi vita. Cominciò ancheper te, senzapersuaderti,il declino delle forze fisiche. Visite ed esami clinici, operazioneal cuore a Milano, il triste soggiornoa Piancavallo.Non cì badastipiù di tanto e continuastila tua vita a Canneto con impegni pastorali e i tuoi scout. Essi potrebberodire tanto della tua vita confusacon la loro; del tuo modo di educare,senzatenerumi né tolleranze inconsulte per inadempienzecolpevoli o pigrizie o capricci. Educatoreesigenteper un'educazionerobusta.Coloro che ne furono oggetto te ne sonoben grati, se così in tanti ti hanno pianto in morte, continuando a fafi rivivere. Sei morto povero. Quattro soldi hai lasciato, possiamo dire soldini, che calcolavi per le tue necessitàimmediate. In chiesasi parlò di tante buste piene di ricevute e di altre carteche rivelarono dove andavanoi tuoi soldi' chepurenelle mani tanti te ne sonopassati.Non voglio tralasciareun cenno alla tua ca-rità.In canonicaospitastiun giovanelaotiano,fuggiascocon altri dal suo paese,affidato a te perchéunico cattolico del gruppo. E più tardi "Beppe", glìt fio ngazzo alla Repubblica di Civitavecchia. Lo tenevi come 'înaggiordomo".Fu lui cheperprimoti videnel tuolettoappenaspiratoin solitudine, compostonellamoÍe. i0 uno di queiragazzi,orauomodi vita benriuscitapadrcdi famigh4 Noi conosciamo cheti amacomeun padrc.I-asciandoCivitavecchia lo portastialla tua Inaflrna: 'Toh, fai contodi avemedieci". Noi siamo grati al cappellanodel carceredi Prato: alla messaesequiale testimoniò della tua affettuosa generosità per i suoi carcerati. Coi tuoi fratelli elevo un canto di grazie a Dio, per il tuo sacerdozio consumatoin pienezzaseguendole orme del SignoreGesù.Io ho ereditato il tuo Breviario. Pregando trovo nei salmi e nelle letture tue noticine stile...Renato. Grazie di qtesta cerfezzadella tua fedeltà alla preghiera della Chiesa.Dalla tua mamma sappiamoche, la sera,avanti di andarea letto, stavi a lungo davanti al tabernacolodella tua chiesetta. So dai tuoi di una Fondazioneal tuo nome. Prendila come una meritata corona di gloria, con una circonferenzalarga quanto la sommadelle braccia, unite in circolo, di coloro che ti hanno altto come padre e maestro di vita. Bene che le tue ossariposino nella terra del piccolo camposantodi Canneto, comeusavanogli antichipanoci. I tuoi fratelli lodano Dio per il dono di un fratello come te. Così. con loro. il vecchio zio Don Piero. Don Piero Conca Un matrimonio difamiglia celebrdto dqllo zio Don Piero. l1 f I segretidella falegnameria Carissimozio Renato, mi piacescriverequestiricordi sparsicomeindirizzatia te, chedal Paradiso continuiad assistere i tuoi nipoti.Eh sì,voltandosiindietroho unaseriedi istantanee scattatelì a Cannetodadescrivere e dariguardareinsieme. 'falegnameria', di tuttala canonicaforsela piìr La primariguardala mitica rappresentativa di queltuo mododi concepirela vita allalucedell'essenzialita, checontraddistingue dellacreativitae perchéno di quelbriciolodi incoscienza chi sempreconfidae si abbandona alla 'Divina Prowidenza'. Ho conosciutola 'falegnameria'dapiccolo,quandocon le nostrefamiglie soloalla trascorrevamo le vacanzetuoi ospiti. Ne ricordoI'odore(secondo dispensacon lo stoccaggiodegli ossida brodo)e I'atmosferamagicache quellaseriedi incredibiliattrezzaixe,dietro sembrava contraddistinguere le qualimi aspettavo sempredi vedercomparirelo zio FesterdellaFamiglia Addams. Da adolescente è statapoi teatrodelle 'fatiche' dei vari 'lavoretti' con i 'comprava' quali ci sì I'ospitalitàcomegruppiscout.Comedimenticare, peresempio,la segacircolarecostruitaconun motoredi lavatrice,la quale, unavolta awiata, erain gradodi inseguireil malcapitatoutilizzatore,finché non la lasciavapriva di quell'energia la spinaa fona di sollecitazioni elettricachealimentavai suoiinsaziabiliappetiti? Da adultocaposcoutè stata,invece,uno dei modi per scoprireil tuo amore per i giovani,un amoresempredisponibile,esigente, un po'ruvido forse, ma in gradodi scuotertidaquel torporedi 'molliccia indifferenza'nel quale le nostrecoscienze sembrano volersirifugiare. La seconda istantanea riguardala cucina. passavamo dallaChiesa,conl'immancabile Perarrivarcidallafalegnameria salutoa S. Michele,owero dal luogo che ha raccoltole tue preghiere, il santoconla'corazza'cheaffrontaconla lanciail demonio. omaggiando Significativoquestotransito,perchénella cucina,ti ho riscopertosenza l2 coîazzae senzalancia,nelleconfidenzedegli ultimi anni,quando,come mi spiegavi,i problemial cuoreti sembravano avereccessivamente intenerito per piacere il tuo carattere.Tra i fomelli, in verità,menfe farti inventavamo unaricettacon avanzidi quattroformati di pastadiversi,ho conosciutoun Don Renatolevigatodalla saggezza dell'età,un Don Renatocapacedi lasciarsiandaresino alla commozioneper un ricordo della nonnache cercavaqualcosada mangiareper i suoifigli in tempodi guerrao per la preoccupazione di un qualcheragazzo. Non eranoscalfithrrenel tuo indomito spirito alla JohnWayne,ma la Sapienza chefacevaemergere il mottodi Don Bosco'l'educazione è cosa del cuore'. Mentrefacevol'obiettorea Gavinana,nei giomi liberi dal serviziotrascorsi insieme,è statapropriola cucinaa farci scoprireil caloredellafamigliae per i t.ni rugazzi.Una passione a mostrarmila tua passionedi educatore cheti havisto al loro fiancoperunavita, con la preghiera,conunapresenza costantee per ultimo aachecon quellaincredibileattivitàdellecassette, chevenivanoregistrateproprioa fiancodellacredenzaconunamirabolante attÍezzafiradegnadi Eta Beta: microfonoa proboscidetenutoinsieme dallo scotchdapaccoe un distanziatore di precisioneperregolareI'intensita dellavoce,nastratocon adesivoda bende,recuperatoin qualchepronto soccorsodei tempidi guerra. Graziezio, grazieper questatua 'casacanonica',la cui visitanonha mai lasciatoindifferentenessrmo dei suoiospiti,il cui 'ordinesparso',lo spartano arredo,il comfortdaveraMissione,sonosemprestatila testimonianza di quella coerenzache hai sempre mostrato tra il dire e il fare. E grazieai hroi scout,ai tuoi superiori,a tutti quelli chehannocontribuito ad onorarela tua memoriapermettendoa Cannetodi divenireunabasetra le cui mura si continuaad andareper scoprirel'amore di Cristo. Tuo affezionatissimo nioote Francesco t3 ll Un pretepovero L'originqle attrezzatura do viaggio per la Messa di don Renalo. Perchéunapersonache,tutto considerato,hai conosciutopoco e alla quale hai dedicatoscarsaattenzione,scopriche,col passaredel tempo,ha influito perchéqualcosa,ad un bel momento,ti ha sullatuavita? Semplicemente apertogli occhi e ti ha condottoa vederee a capire.Fu una sorpresaper me,nominatodalVescovocappellano delcarcere,inconfareoccasionalmente don Renatoe sentirlodire, mentrefrugavanel suoborsellinoo in qualcuna dellesuetasche:"Questoper i fuoi carcerati",quandoancorato nonavevo programmato. Sorpresa, e finì lì per cominciatol'azionedi accattonaggio me.Non per lui, cheognivolta chemi incontravaripetevalo stessogesto e le stesseparole:vediamocosac'è dentro.E la sommavariavadi volta nulla, in volta, con il mododi fare e di agiredi chi non ha programmato perchénon abituatoa calcoli ragionieristicie di efficienza,ma ha nellatesta e nel cuorel'urgenzadell'elemosinaversochi ha bisogno.Alla basee a più chegli aggiomarnenti fondamentola scuoladi unamamma,sicuramente, sociologicio quant'altrosullevecchiee nuovepovertàe i metodie i mezzi per farvi fronte. Ursenzadi cuorechediventafedeltae continuitàcomemododi esserei 14 naturalee interiorizzato,anchese il gestodel dono ti dà l'impressione dell'improvvisazionee della casualitàed in lui, addirittura,della "trasandatezza".Ma tu (che poi sono io) pian piano ti accorgi che ci puoi contare,ci puoi fare i tuoi calcoli di disponibilità, anchese nella tua (che è poi la mia) sbadataggine,non lo avevi subito percepito,perchéricevevi senzasottolineaturee senzafarlo pesare.Non c'erano firme di ricevuta da appoffe.E quando,dopo la morte, vieni a conoscereche tra i suoi "lasciti" c'è una notevole serie di ricevute (naturalmentesparsein qua e in là, non raccolte per benino) di conti correnti inoltrati per le più svariatecausee i più diversi casi fuireti,suore,conventidi clausura,missioni...),allora (anche se sei un po' zuccone)scopriil cuoregrandedi un cristiano,di un sacerdote che ha presoe vissutosul serioi sublimi principi che - a volte/spesso ripetiamo banalmentea memoria e trascuriamoregolarmente.Dietro alla carità"sbrindellata"all'elemosina"arruffona" c'era un povero,uno dei poveri di cui parla il Vangelo, a cui le cosenon si appiccicavanoe gli uscivano"disordinatamente"dalle mani, un poverodelle beatitudini. C'era il Vangelo.E c'eraun uomo,un cristiano,un sacerdotecheavevadimenticato se stesso,perchéaveva scopertogli alki, verso cui era la sua attenzione,e per il quale le azioni eranoi suoi discorsi,visto che quelli "togati" non erano proprio il suo forte. E allora tu, che hai incrociato questa originalee tradizionaleallo stessotempo(mi ricordamolto elemosina/carità quella della mia mamma), scopri anche una nitida, trasparentee mal coscienzasacerdotale. appannata Anche compagnodon Renato ma non "compagnone",amico ma non "amicone". Ci stavi beneinsieme,lo sentivi vicino e non ti creavadistanze, ma percepivi ugualmentee sempreil maestroe la guida, senzache fosse salito in cattedra o sul pulpito e senzache avesse assunto il tono e gli atteggiamenti"adeguati". E quandosalivi a quellachiesae a quellacanonica così disadome,così fotocopia e congeniali al suo modo di essere,non ti prendevalo sconfortoo un sensodi gelo, ma il sensodell'essenziale, simboleggiatoda quella coronadel rosariosempre"strapazzata"tra le sue mani. Non so con quale voto sarebbestato gratificato in una eventuale, improbabile licenza in teologia pastorale.Le generazionidi giovani (oggi un po' in là con g1i anni), che per decenni lo hanno avuto come punto di riferimentoe cheguardanoancoraa lui, sonoil voto più bello e il commento più alto alla suavita di sacerdote. Grazie, don Renato! Don LeonardoBasilissi (Cappellano del carcere di Prato) 15 toNonè ancoravenuto il temporale..." Questerighe vogliono ricordare don Renato così com'era; crediamo che anchelui sarebberifuggito da agiografiee scritti celebrativi: era un uomo schivo, sobrio, senzafronzoli, ma capaceanchedi ridere e di ironizzaresu se stesso. Gli aneddotisu Renatosonouna miriade,spessoaccompagnatidall'accento lombardo che inutilmente cerchiamo di riprodurre, così come lui 'c' o di affeftarela gorgia toscana. infruttuosamentetentavadi aspirarele Spessoil miscuglio che ne usciva da questo incrocio di pronunce ("C'è poco dafare", era I'intercalare)già di per séproducevaeffetti umoristici. Ma andiamoal dunque("eh, beh"). Estate1977,lapiÌr piovosaa memoriad'uomo, perlomenonellabergamasca (..non ancora padana)Valtorta. Il Prato 3'ritomava in Etruria dopo un campo assolato,risparmiato("che cùl!") da Giove pltvio ("miscredenti: dai morti della valle, casomai"), cheinvigorito e ringalluzzito dall'inattivita, s'apprestava- al cambio dei reparti- a gemerelagrime,per noi amare,sui nuovi venuti, gli sgarzullentigargonsdel Prato l'. Una tersamattinaincoraggiòil montaggiodelle tende.Renato,sedutosulla sua gislonghe (c&aise longue per il colto e l'ìnclita), osservavagli indaffarati scout montaretendee tendoni, industriarsinelle legaturequadrate,principiate con I'inevitabile nodo barcaiolo,onde approntarele costruzioni("Zulù, che fai, incapace!Qui ci vorrebbeun buonfroissartage", dicevail nostro a un frastomato vicecaposquadriglia,ignaro delle tecniche pionieristiche di Oltralpe). A bordo di una rombante500, stipataalf inverosimile - pofapacchi onusto compreso- giunseroa meta mattinata il caporepartoe il cambusiere: alla loro vista, l'assistentescossela testa,ribadendola patentesuperiorità della suaFord ("questadureràfino all'esaurimentodel petrolio, eh beh"). Poco dopo, un boato immane indussegli operosiragazzi ad accelerarei 16 lavori di allestimentocampo:una cupanuvolaglia s'era addensatasul quel bouî du monde (o cul-de-sac,fate voi) ch'era la Valtorta, che sembrava calamitaretutti i fortunali dell'arco alpino. E s'aprirono le caterattedel cielo. la pioggia "La mia Spazzenon teme!" (haduzione:alla mia canadese-super, non fa un piffero), affermò baldo il Consorti,cui subito si accodòRenato, pronto sia a magnificarele vìrtÌr della suatendapersonale("può venir giù un îifone, non mi fa niente"), sia - giustamente- ad asserireil mal posizionamentodella mitica Spatz,che in effetti stavaper esseretravolta da un fiume d'acqua che I'avrebbe abbattutacon furia, se non fosse stata spostatarapidamente,montatacosì com'era:"Uè, ma che lè? La casadella Madonna di Loreto? ", sogghignavaI'assistente.I ripari delle squadriglie, appenamontati e quindi senzafossetti di scolo, sistematiin manieraaffrettata per l'awicinarsi del temporale,subironoil primo furioso assaltodell'acqua: non c'era verso fermarla,veniva a catinelle...'naroba.....lampie saette illuminavano un inquietantetramonto.Tutto il repartosi riunì nel tendone centralecon la staffdirettiva,per trasconerela prima seratacon canti,bans, giochi ecc. Ma il capo e il cambusiere,vista la mala parata, sceseroin paesee organizzaronoil forzato traslocodell'intero grupponell'asilo e nel cinema,aiutati da indigeni moforizzatidi buona volontà. Come inizio non c'era male...Renato,pur d'accordocon questamisuraprecauzionale(si di planarea rischiavadi esseresommersi...),si rifiutò categoricamente valle ("non saranno questedue gocce a buttarmifuori dalla mia tenda") e trascorsesolitario una notte d'inferno. La mattina aliÍò zefiro, rimenaldo il bel tempo e ridonando speranzaa tutti: il ritomo al campoci palesòI'ampiezzadel disastro.Un enormelago si era formato in quello che doveva essereil punto di ritrovo: le tende invase dall'acqua,con tutti gli zaini,i vestiti Èadicie mézzi,urtsensodi desolazione. Ma c'era prlr sempreil sole. Alacrementesi riprese a lavorare e alla sera il campoeradi nuovopronto.....Prontoa riprendersialtrebatoste.Insomma, a farla breve, fu una settimanaincredibile: i nubifragi seguivanogli acquLazzon|i temporali non davano tregua; ma furono svolti grandi giochi, attivati i centri di interesse,realizzatifuochi di bivacco. Però una belletta da alluvione di Firenze ci attomiava e s'infilava nei recessipiù reconditi: nelle ceste della cambusa,nei sacchi a pelo, negli scarponi, tanto che i ragazzi non avevanopiù niente per cambiarsi. Anche Renato, che di campi ne aveva fatti millanta, pur senzaammetterlo (guai!), era in difficoltà: la melma insidiava ancheil suo giaciglio. Ma col suo cappello alla Baden 17 Powell, il maglione assolutamentenon regolamentaree i pantaloni con l'orlo tirato semprepiù in su, girava a destra e a manca per rlncuorare e incoraggiarei ragazzi. Ma, a sera,si profilava all'orizzonte un ennesimo uragano,che non avremmopotuto sostenere.A quel punto i capi decisero di ammucchiarele masserizie in un luogo comune, coperto da teli impermeabili e di andare giù nuovamente in paesea chiedere rifugio e ospitalità. E così fu: mentre scrosciavaun diluvio e addirittura evitando alcune frane,tutto il repartoscesefinalmente(e definitivamente)in paese. Un'esperienzabestiale:contro tali intemperienon si potevafare assolutamente più nulla. L'adagio renatiano,che ci aveva accompagnatoi primi giorni ("non esistebuono o cattivo tempo, ma buona o cattiva attrezzaîura:c'è poco dafare"), andavaa farsi benedire.Tutti, stravolti e sfiniti, entrammo versole dieci nei locali dello squallidocinemadi Valtortae ci arendemmo all'inevitabile. Uno solo, luí, ga va sans dire, si opposeall'ovvio e al fato, affermandocon orgogliosa sicurezza:"Non è ancora venuto il temporale che buttafuori Renato Chiodaroli dalla sua tenda.Io torno su". Sorpresa, stupore,sconcerto(e sinonimi): "Renato,ma seipazzo?Checi fai tutto solo in questabufera?Ti ha dato di balta il cervello?" urlava il caporeparto.Ma lui, impassibile,voltò le terga e ripreseil cammino. Stanchi,esausti,senzaforze:Morleo ghermìtutti negli ormai luridi sacchiletto. Ore 3,30: nella quiete della notte fonda, scanditadall'inevitabile, usuale scrosciardella pioggia, mentre il paesedormiva e ancheì cani giacevano silenti, si udì il seccobussaredelle nocchesulla vetraged'ingressodel cinema. "sono Renato! Presto, Riccardo! Porta su tutta I'alta squadriglia. Il campo sta allagando!!". Il temporale che aveva buttato fuori Renato Chiodaroli era invece,ahilui, arrivato, inesorabile. Il resto è noto a tutti. . . Questoil racconto,dal tono burlesco,che ha per protagonistadon Renato. Nello scriverlo,nel ripensarea quei momentì abbiamosì riso, ma non eravamosoli: accantoa noi e sorridevaanchelui - era presente,sempre di più, lo spirito di Renato,che allo scoutismo(a quello vero, fatto di fatica, di piccole-grandicose,di essenzialità,di stradae di sudore)ci ha creduto fino in fondo. Renatoeraun uomo diffrcilmentecatalogabile,non rientrava negli schemi, nelle tipologie consuete.Per questo era stra-ordinario. Dell'orpello, del fronzolo, del sovrappiùnon sapevache farsene.Testardo, andavaper la sua strada,sembravanon t'ascoltasse:e invece ci rifletteva, 18 sul momento,ma poi anchela tuaparola nonti davaalcunasoddisfazione Ma il rifiuto dell'orpellonon si limitava venivaconsiderata e apprezzala. alla giaccaa ventorattoppata,alla macchinabucatadalla ruggine,alle scarperisuolatecon i fascioni:erapiù profondo.E tutto ciò si rifletteva un prete.La suafede sul suoessereprete:anz| egli eraessenzialmente non em rattoppata,non avevacrepe,eraunarocciasalda:quegliinfiniti bollettini di versamentoche abbiamotrovato in canonica,con i quali il circuitodella senzala minimaostentazione, alimentava silenziosamente, (un'alha,secene fossebisogno)di unavita carità,sonola testimonianza coerente,vissutacon 'scandalosi'ideali evangelici,chespessoci hanno tubato e indottoalla riflessione. Renato,ci manchi.E tanto. Piero Bugiani, Riccardo Consorti Don Renato in posa di fronle a una lal na da campo. T9 Il mitico camposul Gran Paradiso Chi non ha vissutoil mitico camposul GranParadisonel 1980non può capirecosasignifichivedercompiereun miracoloper mezzodi un ìndividuo chepocheore prima avevainvitatodegli adolescentia non lavarsi,fatto turpe commercio di Galatine Sperlari e che qualche giorno dopo avrebbe mentito spudoratamenteallo scopo di dormire in rifugio. Giorni fa ad una cenadi genitori, i capi repartodel Prato3' si dichiaravanocontenti perchéun sacerdote avevadato loro la disponibilitàa presenziareogni tantoad uno spicchiodi riunione.Ho capitoallora quantofosseimportanteascoltare I'amuncio da chi del Cristo,riceverei Sacramenti avevacamminatoinsiemea te, mettendo a nudo le proprie debolezze,la fragilità umanadi ciascunodi noi. perché Da chi peresempioavevimaledetto avevasvuotatonella comuneciotola del caffè latte, le briciole che sul fondo del convissuto tascaDane avevanofelicemente Una sosta duranle ld route. con il fazzoletto, obiettivo sempre centrato di poderosescatarratse che aveva scambiatocon un rover una porzione di tale mefitica sbobba,nel frattempo da me rifiutata, con una bomboletta di deodorante di Huligan di Actinson, subito utilizzata in dosi massicce,tali da far pronunciarea Paolo Finocchi la storica frase: "Tttppuzzi, tupparunaputtana". Camminare insieme a don Renato in quel campo ha signifrcato vederlo gonfiarsi come un tacchino perché, dopo una breve conversazionecon un ragazzino francese in vacanza con la famiglia, questi gli chiese: "Vous étésfrangaise?". Prenderloin giro per una maglietta con le foglie stampate,chiamandolo"Don Fogliaza" (saraun casoma non gliel'ho più vista); ma è stataanchel'occasione per condividereun grandedolore come la morte di Mons. Andrea Ghetti, "Baden", così importantenella vita e sulla sceltedi don Renato. 20 gli episodidi quel Molti altri sarebbero campoche si potrebberoraccontare, ma forsequalcunosi chiederàdi quale miracoloparlassiall'inizio. Ebbene,passatala forcelladel Col Fareste, troviamoil versanteopposto, innevato.Decidiamo completamente ma di scendere, con molta prudenza. Un rover scivola,prendevelocitàsulla neveghiacciata,nonopponeresistenza, lo zainopesanteaumentala velocità. In fondo al nevaioci sonopietre,la situazioneè drammatica. Renatoalzale bracciae dice:"Angelo di Dio chesei il suocustodesalvalo". Dallaparetesi staccaun uomo,è unaguidadel Cai di Lecco,abbracciail nostroamicoe dopoqualchescivoloneriescea bloccarlo.Graziea Dio. Riccardo Calistri ' la celebrazione di una Messa al campo. "Chi ha la Dessimdabiludine di latarsi, vada... 21 Piccolestorie Ho conosciutoRenatoquandoeraseminarista. All'epocaa Pmtoerastatoabolitoil cosiddetto"seminariominore",cioè la strutturascolasticain cui shrdiavanoi ragazziin età di scuolamedia inferiorecheaspiravanoa diventarepreti, e il SeminarioVescovileospitava "vocazioniadulte". le cosiddette Questieranopersonein età superiorea quella della licenzamedia,che avevanodecisodi diventarepreti dopoaver frequentatoper contoproprio gli studiregolari. ln generesi trattavadi giovanidiplomatidi recente,cheandavanoa integrare i loro corsi di studioal seminariomaggioredi Firenze;in qualchecaso,mi sembra,c'eranoanchedei laureati (mi paredi ricordareche ci sia statoun i corsidi teologia. dovevanofrequentare medico);tutti, comunque, La chiesa di Canneto e I'ingresso alla falegnameria ( foto R. Lippiki) 22 La chiesa di S. Michele, a Canneîo (foto R. Lîppiní) RenatoChiodaroli, fra questi,era un personaggioparticolare. Prima di tutto per I'età: era veramenteuna "vocazione adulta", nel senso che non eraun giovinetto che sceglievadi farsi prete prima di avereintrapreso un'alha attività; lui eraun artigiano,o, piuttosto,un piccolo industrialeche già esercitavaun altro mestiere. Aveva per questo già una formazione completa,più ricca di elementipratici che di teorie. Quando io I'ho incontrato la prima volta, mi ha ricewto nella sua stanza nel seminario,dove stavafaticosamentestudiandoper conseguirelalicenza liceale. Mi ricordo che aveva in mano un manuale di filosofia, e mi fece notare quantofosseastrusaquellamateriaper uno come lui, che fino a poco prima si era dedicatoa produrremontahre di occhiali; però I'affrontavaserenamente, perché era certo della sua vocazionee quello era un passaggionecessario oer realizzarla. LJ Sul suo tavolo, rammento,teneva un piccolo teschio nero di bronzo. Questooggettomacabro,diceva, glì rammentavala vanità dei beni di questavrta. Ho rammentatospesso,in seguito,questoincontro, quandoRenatoha fatto le scelteche tutti conosciamo,come studiareil francesee andare missionarioin uno dei posti più difficili; assisteree ospitarele persone più umili come carcerati,orfani, stranieri;organizzareun servizio di letturadi libri per i ciechi;e altre,tutte intrapresecon grandedeterminazione a prescinderedal costoe dai sacrificiche gli imponevano.Renatoquindi è riuscitocon la suadeterminazione ad andareoltre le sueabilitàpratiche manuali, ma non le ha mai dimenticate; amàvaanzi eseguirelavori e manuali. Aveva praticamentetrasformatoil locale della "compagnia"di Canneto in laboratorio,dove eseguivalavori soprattuttodi falegnameria. Quando si organizzòil viaggio sul Po in gommone,avevamobisognodei remi; io non avevola minima ideadi comesi facesseroi remi, ma Renato proposedi farceli da noi, come lui ci avrebbeinsegnato:"in fondo un remo non è molto diversoda una pala per infomare il pane."mi ricordo che disse,come se fare una pala per infornareil panefosseelementare. E, in effetti, ebberagione.I remi vennerobene;e io oggi so come si fanno di Renato. i remi grazieall'insegnamento QuandoRenatoandòad abitarea Canneto,la canonicaera vuota,ed era per un po' di tempo. stataabbandonata Mi ricordo che era primaverae la campagnacircostanteera bellissima. Proposialloraa Renatodi ospitareper un mesei miei genitori.insiemc alla mia nipote che allora aveva 3 o 4 anni; così lui avrebbeavuto compagnia,e qualcheaiuto nella gestionecasalinga;imiei familiari avrebberoacquistatoin salute Renatoaccettòvolentieri,e la cosafunzionòbenissimo.Renatosentiva la mancanzadella sua famiglia, specialmentedi sua madreche era una donnamolto attiva.Io in quelperiodocontinuavoa starea Prato,e andavo a t r o v a r ei r n i e i g e n i t o rliu t t i i g i o r n i a C a n n e t o . ln quellevisite ebbi modo d'osservare chetutti i giorni c'eraun malloppo di posta che Renatorestituivaal postino con la dicitura "respinto". In generesi trattavadi pubblicazionipropagandistichedi vario tipo che, pare,venivanomandateai parrocr. 24 Una volta notai fra la postarespintaun plico sucui la scritla"respinto" era statatracciatacon particolarevigoree in particolareevidenza:si trattava del "Calendariodi frateIndovino". in modocosìveementequelcalendario Chiesia Renatocomemai respingeva che,fra I'altro,erastampatodaunacongregadi frati. "Proprioperquesto" mi disse.Mi spiegòche la pretesao anchesolo I'ideadi "indovinare"il futuro è una delle peggioribestemmie,perchérimuovela fiducia nella che edè scandaloso DivinaProwidenza;è controil primocomandamento, dei religiosifomentinocosìla superstizione. Certo,seRenatonon fossestatocosìsicuronei suoigiudizi,non avrebbe trovatonelleproprieconvinzionila fova di farequellocheha fatto. Smettoper non annoiareil lettore,anchese,man manocherichiamoun fattomenevengonoa mentealtri; conla sperarzadi contribuireadalimentare un ricordorealisticodi don Renato,chepossaesserepositivonell'animo di chi lo accoslie. Emilio Primi Don Renalo in cucina a Cannelocon ilfratello e il "maggiotdomo" 25 "Benvegnù, Zttlù" Questo è il testo di Caferina Santi che qcconlpagnavail libretto delle preglùere per la Messa tleì 25 anni tli sacerdoziodi Renato.Nelle pagine seguentile notizie sullq Jèsta appase sulLqsfampae le "frasi celebri"di don Renato. il perchédi questanostracelebrazione, di questonostro Pocheparoleperspiegare momentodi festa. Pergratitudine. Per voler dire grazie a Renato in un modo concreto e tangibile. Renatoe statonellavita di ognunoun incontroparticolare:quantidi noi che prima o dopo si sonoallontanatidallo scautismo-hannocontinuatoa salirea per pregare.Quantidi noi sonostati Canneto,perparlarci,per farsiconsigliare, sposatida lui. Quanti,nel momentodi difficoltà del propriocamminodi fède, oppuredi frontealledifTicoltadellavita si sononvolti a lui. Ma anchequantiche mantengono vivo lo hannopersodi vista,le cui stradeinvecesi sonoallontanate, Renato. nellaloro memoriaf incontrocondon Per gratitudinequindi, soprathrttoper poter a lui così schivo e scontroso drmostrare il nostroaffeftoe direil nosfo sincero grazie.Altro motivo di questoincontroil suo mododi esseresacerdote: essenziale. scamo. /'---, ^,1 tÉ e:: quegli che spesso allontanano scevro di orpelli a2r l'{^ z= t I tt D /- |-/A / r,) dall' esserza dellaParola. La suatestimonianza povertà,servizioe accoglienza di coerenza, è stata ed è per noi costantepunto di riferimento.Ed amvo al terzomotivo per cui oggisiamoqui insieme,intomoall'altare a nngraz:Lare Dio dí avercifatto incontrare e di avercompiutotratti(più o menolunghi) dellanostrastradaaccantoa don Renato. Senzatoglierenientea nessuno,Renatoè sinonimodello scoutismopratese:ben quattrogruppiscoutseesistono lo devono a lui: dal I al lII, dal VI al Valbisenzio. Non oossiamodimenticareche la sua è statadedicata alloscoutismo. vita,di uomoe di sacerdote, Non possiamodimenticareil suoruoloal nostrofiancoin Diocesianchein certi momentinon facili. E magaricertesceltelo avrannoseglatopirì di quantonoi si possasapere.Ora,dettotuttoquesto,nonpossiamoneanchedire chesia stato facile "convivere"con Renato,peròè statodawero, nelle riunioni di equipe, di comunitacapi,nei campi,quel semecheha anchesaputoprodunedei frutti. 26 "-it@bry, Fe$a esxa-W*îîi ssi.#, frffi-fir& *;,&lTF-ffi ffi Frasi celebri Proîezîa;s Don Fogliazza" Jr/oíandare vía dalla Píetà? MaÍl C'eravatuoprítuedi luí e eí tareuo doro dÍ l./í! C'è poco da fare'i It fldío dí rua t\radreha ronnof C'è poco da lare! C[í fra la ,ettíMa abirudínedi lavarrl- I Jr/onè dírordíne.- è ordíne trarto. ,la ancora da veníre íl tetnrorale che bul+a fuorí RenetoCfrÎodarolidalla sua leoda! Haí sele?Tí deví Portare l'acgua !!! Se lualcuno ha deí pecca+uccÍ da tcoD?a?et ci 'feghîera deí gíovaní col MarteCì rarà l'íncontro Ci /ercovo. ll Sínodo?Una baona rcata ,et noDfar nÍentef cóe Santa Merra dí $szzaDolte Per glÌ atuícírÍDforuo .n.ri" la 4iscí f "11q (Dopo lariforma liturgica): ,o non faccÍo lo rcauÓío della pace f ( Alcuni éo rcatuÓíodella pacq rífa lolo mesidopo)... la douenîcae non neÍ gíorní feríalí f Síccothecí tono MoFí óauóíni sí fa rolo la ,rÍtua letturar {31 raluo sí legge rolo le trírte d./e rlrofer I'orueliasi Îa br*e e sî passadí?etlauente all'offeÉorío. Insulti e imprecazioni: ZuIu' ! ! ! \ra' a dar via il naso ! ! ! Crincio ! ! ! EIe,vigliacca !!! L : am a l o r a ! ! ! C'è poco da fare !!! t (...eallaconclusione serio), Augh ! ' ' 'EIo di un discorso 28 detto' I Un momento della fesn per i 25 anní di sacerdoxio. 29 E'tornato alla casadel Padre Questortngraziamentoè staîo scrttto da AlessandroZerini e lelto il giomo del funerale di don Renato. Grazie,vecchioBaloodi mille cerchivissutiinsieme. di mille fuochidi bivacco,dal saporeanticodi uno Grazie,abileanimatore scoutismoveroe genefoso. Grazie,buonpastoredi animesumodellodi Cristo,cheperunapartedella nostravita ci hai aiutatia portarei pesidi questanostrapoveraumanità. Grazie,fratellomaggiore,educatoreassiemea noi di tantingaz.zichehanno uomini e donneliberi nel nostrotempo. avutol'avventuradi crescere Grazie,pretegenerosoe lealechenon ha guardatoalle propriecomodità ma che si è spesotutto nella carità verso i sofferenti,gli ultimi. Grazie,peraverciindicatola manieradi esserecoerentiallepropriescelte nella fatica quotidiana delle rinunce a ciò che è superfluo. Grazie,peressertidedicatoa noi con il corpoe con la menteanchenei momentipiÌr faticosidellatuavita. fatta Grazie,per ognirimprovero,ogniappunto,ogni animatadiscussione insieme. necessità che Grazie,peraverciaiutatia'îolare in alto" soprale cosiddette giomo. propina questasocietà ci ogni Grazie,perla stradacheperlunghitratti abbiamopercorsoinsiemecongli zaini sullespalle. Grazie,perchésiamodellostessosanguetu edio fratello. GraziedonRenato. I tuoi scout 30 La improwisa scompatsadel pnoco di Canncro, <stoico> assistentcdegli scoutdell'Agesci Cordoglioper don Chiodaruli hnr l" \u prnlr,r l.úr'!tr Dl$L!ù,in J.' rlnto, nur, ', mr FJrr \flnruJL 'n r qlcir olrnr.ll)JRnr lr.{9!r( (lriltf R.È r,ì (-hk r1n: .rrir.\r ftl ùrNn8loú rÈr iolcdr yùre n(lr IIN|.I tlì S llsa .hlk ( .rùn rlnÌ. .ft vìlÍo .cltbÉa Fr lnhr r.. nd' $fr' \r!r. um k{rnMruD r'd't j*. r(n.r.u (LllrlLtr..l! L \ux.ù0Dú LlrJ 'rr .{urrorc.nnrùo r\6r ,dr(ì \ru\-(r. rn t'nl. c.Df.rrtrr Ji !xNoù ,ldll 48.*r I it {triúr!n. ùlrr Èr,lè { d!.!! {,nr 'molEl lr rr,n. | rùlprtrrrsr. slÈ e ",r.,!8runh r,{ m.r[.! OmJ ia ltut crr anJJtr Jr rtunLlo. lr ùJ k,fu tib.{ !ù'fr , rh rrrùìf(a !r.r nnrtJ dr rr mrl.rnLr ftrlkì !r,if r1r ù.{r n t 'ri. qù.LnJ(,frr lurLh( GÌFr ru rùr:r!ìr.r tr,,,î f:+rrúùùt. (c'ruir h.IJ r.irn.' I lúrrJr n.^1, trrl,'.r.r-.Lnotr! r,) ( trùr,,rt\f fr. . l ' l 1 u ì l t'.ú!, l r \ ' r . r , " r' . , r " 1 ( r I r l i n t r . , r h r . l l r : t ' ir'Ù (r{.rìÌrL,xrj\F .r/., !n!1,' {*( rrn'(.,,1 ,F\(' ' rr,\,n t\ |\r trr rìlÈ !ì f\.,f\F r.r/. '1.iú-.'hr |Jr\ 1( .r ,l ' X r!./;r (l' I 'r '.tr(.11.ì (t,lri, \'-.r.1(i! Lt frrr I na! l r.l .! Ll(l\, ,i.r'r. | \^ /' ' \ \Jrt, ' lì ù úr rrFì Jì fe r-onù ti fre è edo Fnf'ro qhro !n. d.8h xrFr! .rr ki hffi' lrdo ,úÉÈ Èl\r) òER.d'gùrc sr rv6iÌ3 h gnn.l$.u.r rh snlzu rlìtiirò all rea'.'k rJ \!. r.fr, hrtm a !ìlo la *opr lhc cc Sr Fx\'lrc.lr tDrI un lrNr {rturrurùBlc rtrtto rr suù kmFr h' hr con$rlro In qù.sb (rh r frinr liìrrc \L\$ro Fr\f(r.ra (rd{úùtu SrutÈ rl \.nira utìl'ara rl tknrnì cE .swJ\r rlJl \ùo n'Fndro uM en! ,ir hnhr(nr n'úì 'r.rr. rrnl| r trEoFN tir csLr J hÌùr dr ùnrcnh ntr\loir ((L lf, úqrtrr (.nÈr, Jlm \.f.nrhrrjr'f.ú'L\ .J ( rjor! (lÍ.Ír\r.l Ùj]nc un' lÌr\( ltr(ltrn ìl\.nnx |.1 ( L ' J . , 1 . \ ,t r | , , ni r . ) r j . , t r . . r r . r , f ì r ì l\r u n rr r , \ . r r . r!'f!nr rr,irtJ ù.fu \'ftrlr , .r, r IìJrLr(hLLhr.rr.r, ,j,trJ' c tr,1. , ! Lt!\r'lr !lf,ll|ú1ii rr .('rrrri'r rn ,. ' .\Oal.r( ( [,ìr,,\'r r{ .L,t'.1('nìt\rr,. htr{' n\ttr .!,t\, un,r \lcsJ iúl.br,,ti r ld) n !'nor.núr.rr h lt.\rtl Jr J; S ll.nrd.lr.(ùrcr r{.lor. drl!. ,rrl.b !'\d.. . ú' rn|| sLrLt,lr \nf\ \.{.tr,, 1rll ,rNì,r hr lrrh!Fur, r\!i :fnr ri^!. | ú(,1. ,r t\',li r.rnrìn' Inl.r J lú.t , Jr !ìFn lri 1J,[ R(nr, Lrù ú r l r,r\.n ('lr,[ 'rr..J]r:rl t t r n r u ' | l l ì . ' p r d c . r t ìr r l . r . ú ì t, r . n I n ri h , L l , ' ! ' , r l | r 1 ú . l l : . ! , .ll( \(nor..iLrl' ) /tr,. -.a],{r \ì16r.'i. . Llrr \., ,:,i{r \l' I,\li iil'ktl úr:'\ ,ut L. \ \.,tI ' Lt\!i f. . rÌ..\ L. lL l- ' .fuif Ù r ':r ,J ( .rìr.ú, Il sacerdole scompanonei gùtrni sconi em un punlo dí riferimentoper I'Agesci Gli scoutrimrdanodonRenaúo \/,'r'||.rIF rnFrhc,trhe rr,r,.lrY t u L l ' I ' u r L r ,' l' n l r n j n r n n ' t r r l u l r ! l ì s . o u l l r P n r l , , rJ o n R c r ì J t ( ì ( h r x l . r r d h P o r u r n r , ì : r l hn ( \ r r i rr r ì ( In0rl! Uut rnonìtnlrInìF)rlrnlt rlr \ r . i" d r l i r n o \ r r . , ( , r h l r r ' ì q u ( \ r ru l l r r ì ri n n r I l n n n x ) r n { , \ . r o r L i . | ' | r ca p l h u < r r c e o m p ; r ! n r r l r ) r . ( , 1 ( ì n ,d, ( ! nI ì . n . r k i( ' h r o . , l r r , l r r ' ì( x . : r \ r ( r c d ! l $ l u r { ' a ' n r ( *ntr n.lh ( hr...ì di S Frrnccsco n.lla n(orflfl/r dcl 75 rnniri-'r\ano Jelk, $,)Lrall$ pr;rtsc ncl liugntr L l c l l 9 9 l i l l { c , , n d o t s d . ì l c dd r S M!fli d.lì. ( rrc.n Il ùu!g'o lqì9 (l('n Rcnatonoî lo \cùirnnr ci s{rno trrò il cappdlkrS.out. I suor [ar.o' l r t r r ) ndi ! F , (r r r è a l c o l k ) .l r \ t o l r s .crdotalc ed il lrhro dclle Sa(r€ Scrittúrc, $lo qucsto fisicrrnentcci s|J dinrnri lln soccrdolc.un srcerdotc *-où( ò pcrò !rvo n€ll! mcrnona Ji ruLrir pÈ\.nli. un uom{' Jal'iÀfutrrrc "b rtttu". conre cr nlord! an' ch. mons V€scolo Simonr duranrè I om€lia d€l riro furìcbrr. nu non(F slànrcclÒ ìJncducatoreaacnlo a capìE ! s.nriR propn. h problcmari- ' . n l r h r . r r N r l r ' 8 D o J r t ì I . l ù u r )I n ( ì ù c s h\', r . ( r n . o i { r . rn x ì m i j n rúr r \ r r r c n o r ì, 1 |r ì x , n . l Ì ù ì R c n r r or r r t n n r ! d r l L r l l ruì n { i a ( f { i r r r . u n r n r j ì r \ l n , \ l r I ) r , . h c J \ r \ r d J k ' u r ì' ' r ' . r l . , L l r f t \ n , \ l L\ r ! . r . r l p n , t r r ' r ' r r ^ t c r , ' l ì , \ . f l . ' | , i l n r . ' u n r l rd r o n , rl o n r J ( l t { r x ' r . v r . r ì ùr l h c m J r l l i . r l e ( ( r ì ( r ( ' r l r n J l r L r c r l cr ì n o r \ p l r l r . h e h r r . r r l , ì \ u ù r l r , n r c . i n J ù l!'r o o x , p ( r t r ( r ' IX}|| Rúato (liodrrÍli cm gli !.1uI cht e lc sp(ranlc dei Eiollnr . l$ Yoglr.rdr crL*-(rÈ L Èl(rarr dt' prir tre ( i smo rn nor trnlr ncordr chc tengonoin vita don R€na(r c qftnr sr irflacciànr,allr îrcÍxJna duÉntc k) \!oltimcnlo della funzionci quando cantiamo(r€ k'lircrimc cc locoDscn(mo), quando ft)n riu\ciamo a lcg ser€ al microtono p(r h conmozxìné. quendolo sguÀrdoc!d. $l lcSno ch. Àde\\0 1,, ùevolsc. quando cl -ì1 Que.r,,c. lti rìcordiaÙroh*rk fl(r ehi c cro chc con rl ,nct(xi, rducJll t o d ( l l ( ì \ c o ù ù \ m o ,h ! ! o l u l , , l r n crprr \.i s'(x-hi ln lealtr. ncì rnp' p{rni f,.r\onali la lìducir e Id distx) n i h i l i ' n . n È l l c r c c n i c h cm a n o r l ' l a corrt'cr(aì/ar rl pa\sr8gio dellc no' . / r , n r .n c l l r p r È [ h , € t ur n c l l ah t u r g r u h vo!lrr dr \.opnrc Cn\toc lù gior) d i s È n ' i ^ rl i 8 | d ' D i o . S c a n h e n o l ritN!ìrcmo a dÍÈ u ràgazzi qu€rrc fi nnlù cducativc lxlrcm:no ritrncrcidcSl, !dúcarori Scoutda apf'lauso. proprio comc chi un lnno ld flJ ap plrudÍo nclla PaÍ(](chià di S Franll coÌnblo di zoú Al.ri Ed ora ? delle iniziative della Caritas diocesana; - nell'aîtività di formazioneper capi scout e per genitori; - nelle proposte di fonnazione spirituale e di approfondimenîo cristiano; - nel lavoro di risîrutturazione della canonica di Canneto, ffinché possa diventare un centro di accoglienza per i giovani ed in particolare per i gruppt scout. L'Associazione,gestita da un consiglio direttivo formato da I0 persone, conta oggi oltre cento iscritti. A tutti òòloro che hanno conosciutodon Renato,che hanno rtconosciuto in lui unfratello, un padre spírituale, un compagno di strada, va il nostro. afrtnché rimanga forte a Prato il invito a parteciparé e o "oTlaborore, segno della sua presenza. AssocíazioneDon Renato Chiodaroli JL PROVIXCIAIX PNATO Pubblicatocon il contibuto della hovincia di Prato