IL 31 OTTOBRE E IL 1 NOVEMBRE SI TERRÀ A FIRENZE IL 100° CONGRESSO DEL CLUB ALPINO ITALIANO SUL TEMA: "QUALE VOLONTARIATO PER IL CAI DI DOMANI" Il Congresso discuterà e avanzerà proposte sul volontariato nel CAI di domani, un tema di grande attualità per mantenere il Sodalizio al passo coi tempi. E' stato creato un sito per leggere e inviare contributi, registrarsi e organizzare il soggiorno La posta in gioco è stata è stata descritta dal Presidente generale Umberto Martini in termini molto chiari nel suo intervento all'Assemblea dei Delegati di Sanremo pochi mesi fa: "Dobbiamo dibattere sull’attualità delle nostre proposte verso la società odierna. E’ ancora valido il nostro modo di operare? E’ ancora appetibile, in particolare per i giovani? Il CAI. ha urgente bisogno di adeguarsi ai cambiamenti, sempre più veloci, per rendere più incisiva la nostra presenza, l’organizzazione del Sodalizio e la nostra offerta di servizio alle modificate esigenze senza rinunciare alla nostra identità, o diluendoci nei cambiamenti, ma ricercando una più attuale incidenza del nostro modo di essere". Il Congresso, che si svolgerà al Nelson Mandela Forum avrà il compito di analizzare punti di forza e criticità del “sistema CAI” e suggerire soluzioni e indirizzi per il futuro. Il lavoro preparatorio è stato condotto da tre gruppi di lavoro, intitolati “Volontariato nel CAI di oggi” , “Volontariato nel CAI di domani”, “Associazionismo e servizi” (relazioni e contributi per ciascuno di questi gruppi sono pubblicati sul sito http://congresso.cai.it/), ma nessuna decisione ovviamente è stata presa per lasciare che siano il dibattito e la partecipazione dei soci attraverso seminari monotematici a produrre frutti spontanei e condivisi. Le cose di cui discutere non mancano: snellimento dei regolamenti, semplificazione dei percorsi formativi degli istruttori, necessità di rendere il Club attrattivo per i giovani, apertura al professionismo in particolari ambiti per migliorare i servizi al socio e generare utili (merchandising, rifugi editoria). Il contributo e l'opinione della base associativa possono rendere questo 100° Congresso, come auspicato dal presidente Martini ,“un appuntamento che potrà segnare una svolta se non rivoluzionaria, certamente significativa”. **************** Anche la Sezione di Reggio Emilia ha inviato il suo contributo scritto. CONTRIBUTO DELLA SEZIONE DI REGGIO EMILIA PER IL 100° CONGRESSO DEL CAI Per prima cosa, rileviamo che nei tre tavoli approntati per valutare i contributi dei soci, nessuno parla di democrazia interna. Analizzando con spirito critico gli avvenimenti degli ultimi anni, pare di riscontrare che il CAI attualmente sia una associazione “parzialmente democratica”; a livello delle sezioni i consigli direttivi sono eletti dalla base dei soci, avendo diretta conoscenza delle persone da votare. Poi salendo di grado, (Gruppi Regionali) l’elezione delle cariche inizia ad essere più da manuale delle rotazioni tra sezioni, concetto e metodologia esposta ai massimi livelli per gli organi centrali riguardo a macro aree alpine. L’elezione del Presidente Generale non pare rispettare le scelte dei soci, a cui sono per lo più sconosciuti , è quindi tutt’altro che democratica (nel senso di scelte condivise) e l’avvallo all’Assemblea dei Delegati è ridotta a pura formalità: non si ha memoria di un candidato alla presidenza bocciato dall’Assemblea dei delegati. Occorre quindi che i candidati si facciano conoscere, espongano un loro ben definito programma, questo si da votare, e non che questo triennio spetti a… Un ottimo Presidente Generale potrebbe non venire eletto perché la geopolitica impone un risultato diverso. Vince un’area delle Alpi o perde il CAI? Se poi vogliamo parlare delle commissioni degli Organi tecnici centrali, queste fanno e disfano i regolamenti, imponendo regole a volte assurde, che vengono calati o meglio dire imposti, alle Sezioni senza che esse abbiano modo di obbiettare alcunché. Pare proprio che ogni organo si autogoverni e che non debba rispondere a nessuno. Se portassimo queste metodologie nelle sezioni, vi sarebbe il caos. Per tornare ai temi centrali; Il Cai non può prescindere dal rimanere un’associazione di volontari; Occorre snellire tutte le procedure, sia quelle di gestione delle sezioni che quelle per svolgere le varie attività, soprattutto tecniche; In merito al primo punto: se ai volontari venissero affiancati (o in parallelo) dirigenti pagati dai medesimi volontari, la situazione collasserebbe nel giro di poco tempo. Il vero CAI è la Sezione, quella che ha il contatto diretto con i soci e con le istituzioni locali, ove svolge le proprie attività. Inoltre, si verrebbero a snaturare 150 anni e passa di storia di associazionismo. Se siamo presenti da tempo è perché, in primo luogo, i principi fondatori sono ancora tanto moderni e tanto sentiti e poi perché, differenziandoci da qualsiasi altra forma di modello giuridico con evidenti i fini di lucro, siamo la garanzia che non abbiamo doppi fini, siamo puri e siamo seri. In merito al secondo punto: Burocratizzazione della sezione: occorre che la gestione delle sezioni ritorni ad essere semplificata. Chi svolge attività in sede non ha più il tempo di “andare in montagna”, tanti sono gli adempimenti ed il tempo da dedicarvi. Il vero compito del dirigente centrale CAI oggi è quindi quello di trovare gli strumenti per far ritornare semplice la gestione. Scusate la presunzione, ma gli organi centrali ci sono perché le sezioni lavorano e non il contrario. Aspetti tecnici/titolati: vi è un continuo appesantimento, riprendendo le argomentazioni poco sopra esposte, dell’impegno richiesto sia per il conseguimento del titolo che per il suo mantenimento e ciò a tutto discapito: Del titolato, che sempre più si vede messo in discussione, sentendo perdere pian piano dagli organi superiori la stima e la fiducia in quello che fa. Se non vi è gratificazione, il sistema non può durare a lungo: vedasi il calo di aspiranti titolati negli ultimi anni ed il conseguente aumento inesorabile dell’età media degli stessi. Questo impatto fa sì che non vi sia un continuo ricambio generazionale: i ragazzi/e che vedono un CAI così complesso, così burocratico, con lacciuoli e laccetti e che ti carica sempre più di responsabilità, non sono certo stimolati ad entrare in questo calderone. E non è abbassando il presunto limite di età dei titolati che si fanno i numeri. Della sezione, con costi che stanno aumentando sempre più. Fino a pochi anni fa l’assicurazione supplementare del titolato era il vero spauracchio del tesoriere della sezione che doveva, in un modo o nell’altro, “trovare” il denaro per questi pagamenti. Oggi, il costo maggiore non è più l’assicurazione, che comunque rimane, ma è il formarsi un titolato in sezione e poi mantenerlo, atteso che gli ultimi corsi previsti sia dagli organi tecnici centrali che periferici comportano sempre più esborsi, con lunghi viaggi, pernottamenti, uso di impianti ecc.. Ciò, ovviamente, non vuol dire eliminare il titolato (come si sussurra: NO titolato/No costo) ma farlo sentire parte integrante e fondamentale del Club, che, ripetiamo, si chiama Alpino. I regolamenti degli organi tecnici, da semplici brevi note sullo svolgimento dei corsi, sono diventati delle “enciclopedie” in cui si tende a disciplinare ogni possibile situazione. L’esperienza dice esattamente il contrario: più cerchi di regolamentare, più tralasci situazioni, atteso, che la realtà, come sappiamo, supera la fantasia, e questo circolo vizioso si autoalimenta, con Organi che apportano nuove regole “pensando” di far bene. Nei corsi non hai più discrezionalità: si fa come dice il Libretto X o Y. Come sezione appoggiamo poi quanto esposto dal nostro socio Carlo Possa nei suoi interventi. Per concludere: Le riforme non possono mai venire imposte ma devono essere condivise. Torniamo alle origini con umiltà e soprattutto sia studiato un progetto ed un programma pluriennale, che unisca tutti ed impegni verso obbiettivi condivisi. ************** IL PROGRAMMA Sabato, 31 ottobre 09:30 Introduzione di Umberto Martini Presidente Generale del Club Alpino Italiano Saluto delle autorità On. Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo On. Luigi Bobba, Sottosegretario Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega al terzo settore e alle formazioni sociali Don Luigi Ciotti, Presidente Associazione Libera Dott. Josef Klenner, Presidente Deutscher Alpenverein (DAV) Dott. Franco Iseppi Presidente Touring Club Italiano (TCI) 11:30 Relazione dei portavoce dei Gruppi di Lavoro Gruppo di lavoro -Volontariato nel CAI di oggi Gruppo di lavoro -Volontariato nel CAI di doman Gruppo di lavoro -Associazionismo e servizi 13:00 - Pranzo Colazione di Lavoro – presso Nelson Mandela Forum 14:30 Seminari monotematici A - Volontariato nel CAI di oggi B - Volontariato nel CAI di domani C - Associazionismo e servizi 17:.00 Conclusione lavori prima giornata. 20:30 Cena – presso Villa Fattoria di Maiano, Monte Ceceri Dopo cena Concerto Coro “La Martinella” C.A.I. Firenze. Domenica 1 novembre 09:30 Relazione Coordinatori dei seminari monotematici Seminario Volontariato nel CAI di oggi Seminario Volontariato nel CAI di domani Seminario Associazionismo e servizi 10:15 Dibattito 12.00 Considerazioni finali 12:30 Eventuali mozioni 13.00 Conclusione. Umberto Martini Presidente Generale del Club Alpino Italiano 13:30 Colazione di Lavoro – presso Nelson Mandela Forum