...PARLIAMONE INSIEME...
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Parliamone
insieme
NUMERO
MARZO
111
2008
SITO PARROCCHIA: WWW.PARROCCHIE.IT/VETRALLA/SANTAMARIADELSOCCORSO
Redazione: Parrocchia S. Maria del Soccorso, Via S. Angelo n. 2, Cura (VT) - Direttore: Don Domenico Pieracci - Direttore responsabile: Don
Domenico Pieracci - Autorizzazione: Tribunale di Viterbo in data 02-03-90 Iscrizione al n. 357 del Registro Stampa - Sped. in A.P. comma
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Buona Pasqua
“Giuseppe di Arimatea prese il corpo di Gesù, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo seppellì nella sua tomba
scavata nella roccia. Poi fece rotolare una grossa pietra
davanti e se ne andò… i capi dei sacerdoti sigillarono…
e lasciarono le guardie a custodirla” (Mt.27,59).
Dentro quella gelida grotta scavata accanto alla roccia
che testimonierà fino alla fine dei secoli il culmine della
malvagità umana e la prova suprema dell’amore infinito di
Dio, si conclude l’avventura del
Nazzareno che si era proclamato Figlio di Dio, Salvatore e che
aveva suscitato tante speranze e
tanto entusiasmo.
Sembrò per molti non solo la
sconfitta definitiva del Rabbi di Nazaret, ma la sconfitta e della vita, della
speranza, dell’amore.
Su quel patibolo insanguinato il Crocifisso per amore, gridando la sua fiducia al
Padre, reclinò il capo vinto dalla morte, ed
ora quel corpo, che passando lungo le strade
assolate e polverose della Palestina aveva fatto solo “del bene e liberato gli uomini dal
male”, avvolto dalla pietà di un convertito e
bagnato dalle lacrime di sua Madre e di pochi
amici, giaceva immobile e gelido ghermito dalla
morte.
Con Lui era morta la speranza di coloro che
anelavano ad un mondo migliore ed una vita
nuova… e i suoi stessi discepoli, allontanandosi dalla città ingrata e deicida, si sentirono
anch’essi sconfitti e lungo la strada che li riportava alle loro case, al pellegrino sconosciuto confidarono “noi speravamo… ma
l’hanno ammazzato!”.
Avevano creduto ad un mondo di amore e accettato
la consegna che aveva loro dato “Amatevi come io vi ho
amato... perdonate!”. Ora l’amore, ancora una volta, era
stato ucciso dall’odio.
Erano stati illuminati dalla luce di una vita diversa
dalle altre, ma sentirono che quella morte, con le sue te-
nebre, se l’era inghiottita distruggendo ogni speranza e
soprattutto soffocando con l’odio, l’amore. Ma come
scrive il nostro vescovo in un suo prezioso libretto: “E’
nel cuore della notte che esplode la luce, lo splendore di
colui che è vivo, e vivo per sempre, vince le tenebre; la
potenza della vita trionfa; si scioglie alto il canto di
quell’ amore che è più forte della morte perché è di Dio,
è Dio”.
E il mattino di Pasqua brillò
più forte la luce della vita, si
rafforzò la speranza e l’amore
che avrebbe vinto il mondo.
Celebriamo la Pasqua di Cristo e
in essa noi cristiani, annunciamo a
tutti la vittoria della vita sulla morte.
Annunciamo la certezza della speranza
in un mondo migliore, attestiamo la vittoria dell’amore sull’egoismo, del bene sul
male, perché è Cristo Risorto per noi.
La Pasqua ci ridona la certezza che Gesù
è vivo e ci lascia l’impegno di portarlo a
tutti: “andate, annunziate… a tutti!”.
La Pasqua ci ridona la speranza e ci fa
messaggeri di speranza proprio dove la
speranza si è arresa, avvilita e sconfitta:
“Io sarò sempre con voi…”.
La Pasqua ci ridona l’amore e l’impegno di amarci “come Lui ci ha amato”,
perché ciascuno viva nella pace.
La Pasqua non sarebbe completa se questi
valori rimanessero in noi.
Il Risorto ci manda a chi è nella morte per
annunciare: che può ritrovare in Cristo la vita; a
chi è deluso e disperato: che può sperare, perché
Colui che ha vinto il male è i Risorto ed è con
lui; a chi non ama più, o non vuole più amare: che
“solo chi ama passa dalla morte alla vita!” sperimentando in se la risurrezione di Cristo.
Buona Pasqua, carissimi parrocchiani! Che Pasqua,
sia per tutti la festa della vita, della speranza e dell’amore.
Don Domenico
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“C’È PIU’ GIOIA NEL DARE…”
“C’è più gioia nel
dare che nel ricevere”
(At 20, 35). E’ una delle
espressioni che non si
trovano nei Vangeli, ma
che è messa sulla bocca
di Gesù, rispondente,
peraltro, a tutto il suo
insegnamento e comportamento sul tema dell’elemosina e che potrebbe essere il riassunto
del messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima del 2008, incentrato proprio sul tema dell’elemosina “come carità”.
Perché la necessità di
introdurre questa precisazione? Per il semplice
fatto che l’elemosina la
può fare chiunque, ma anche qui, dal
punto di vista cristiano, questo gesto
acquista un significato particolare, trasformandosi in un segno manifestativo
di un atteggiamento interiore che va
oltre il dato materiale. Così, a prima
vista e genericamente, l‘elemosina
rappresenta un “modo concreto di venire incontro a chi è nel bisogno” ma
sarebbe riduttivo restringerlo solamente a questo significato. Il gesto dell’elemosina va oltre, appunto, e si riveste dell’altro significato, quello che
la vivifica “dal di dentro”. E’ innanzitutto un richiamo a un esercizio ascetico che ci invita a liberarci dall’attaccamento ai beni terreni, una tentazione che è sempre in agguato e che ci
seduce, con sbocchi devastanti, facilmente prevedibili… e quanto mai attuali nel nostro tempo.
Gesù ritorna con frequenza sul significato dei beni che Dio ha messo a
nostra disposizione e che noi facilmente storniamo dalle finalità cui
sono indirizzati. Già il fatto che ci
sono stati donati fa acquistare loro un
significato di possesso, ma non nel
senso di un uso esclusivo e privato:
“noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo”:
ne abbiamo la responsabilità che si
estende a un loro uso a beneficio anche degli altri. Non si può restare insensibili davanti dal proprio “ fratello
che è in necessità”, chiudendogli il
proprio cuore.
Una delle caratteristiche proprie
della carità cristiana è quella della
non ostentazione. Si esercita nel nascondimento: la mano destra non deve
sapere quello che fa la sinistra.“Se nel
compiere una buona azione non abbiamo come fine la gloria di Dio e il
vero bene dei fratelli, ma miriamo
piuttosto a un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci
poniamo fuori dell’ottica evangelica”.
Scrive il Santo Padre nella Lettera
enciclica Spe salvi: “La fede conferisce alla vita una nuova base, un nuovo fondamento sul quale l’uomo può
poggiare e con ciò il fondamento abituale, l’affidabilità del reddito materiale, appunto, si relativizza” (n. 8). Poggiando su questa “base”, anche l’elemosina acquista un suo nuovo signifi-
cato, diventando espressione concreta della carità, una virtù teologale
“che esige l’interiore
conversione all’amore di
Dio e dei fratelli…”.
L’elemosina come carità
si apre all’orizzonte dell’amore di Dio, in cui
trova il suo “specifico”
superando quello di una
visione umana che esaurisce il suo significato
sul piano della mera filantropia, con la differenziazione che ne segue.
L’invito a trascorrere la Quaresima come
preparazione alla Pasqua
normalmente ha riguardato l’impegno nella
preghiera, nel digiuno e nell’elemosina: quest’anno viene privilegiato quello dell’elemosina, :sull’esempio di
Cristo che “si è fatto povero per arricchirci della sua povertà” dando se
stesso per noi. Così, “alla sua scuola
possiamo imparare a fare della nostra
vita un dono totale; imitandolo riusciamo a renderci disponibili non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi”. “Ciò che dà
valore all’elemosina, conclude il messaggio per la Quaresima di Benedetto
XVI, è dunque l’amore, che ispira
forme diverse di dono, secondo la
possibilità e le condizioni di ciascuno”. La “diversità” di dono trova la
sua sorgente “unificante” nell’amore
di Dio da cui nasce e l’amore verso i
fratelli a cui si partecipa…
Don Antonio Resta
Mostrare riconoscenza
Quand’ero giovane prete, mi divertivo a “pasticciare” con
qualche articolo diocesano. Se qualcuno mi diceva: “ho letto il
tuo articolo, mi è piaciuto” io mi sentivo felice. Invece restavo
male se non ricevevo nessun complimento. Avevo, una volta, un
paio di scarpe, che mi facevano soffrire i piedi. Le portai dal
calzolaio che le sistemò a dovere. Incontrandolo, un giorno gli
dissi: “Bravo, mi ha sistemato le scarpe proprio bene! Mi sembra
di camminare sul velluto. Sono proprio contento!”.
Quel calzolaio quasi piangeva dalla gioia, perché diceva che in
vita sua mai nessuno gli aveva fatto un complimento per il suo
lavoro.
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GIORNALE PARROCCHIALE
I PRIMI MESI DEL 2008
Se è vero che il 2007 si è chiuso in bellezza, ancor di più
è vero che è iniziato magnificamente il 2008. Sebbene non
siano trascorsi nemmeno due mesi, le attività giovanili della
nostra parrocchia sono state già abbastanza: iniziamo con il
Grinv che, come ormai è diventata tradizione, chiude un anno
e ne apre un altro. Quest’anno, dato che la palestra di Cura
non era utilizzabile ci è stata messa a disposizione la palestra
dell’Istituto P. Canonica. Abbiamo trascorso giornate di gioco e
divertimento indimenticabili.
È stata poi introdotta una nuova data che vorremmo diventasse una tradizione: la festa di san Giovanni Bosco il 31
gennaio. Dopo un po’ di giochi in gruppo (purtroppo il tempo
non è stato tanto clemente) abbiamo celebrato la Messa in
Chiesa Parrocchiale, animata dai bambini e dai giovani. Al termine dell’Eucaristia gli animatori hanno recitato una preghiera
e ricevuto, con la benedizione, il mandato per il nuovo anno. Il
tutto si è concluso, ovviamente, con una merenda.
L’altro appuntamento che ha visto tutti protagonisti è stata
la festa di carnevale al teatro della Botte. Un intero pomeriggio di divertimento, animato da balli e giochi. La festa non
poteva concludersi che con i fuochi d’artificio: i bambini hanno
pensato bene di bombardare don Paolo di coriandoli… poverino!
Altro appuntamento, stavolta dato dalla liturgia, è stato il
Mercoledì delle Ceneri. Ci siamo ritrovati noi animatori con
tutti bambini del catechismo nel piazzale della parrocchia dove
abbiamo bruciato le palme dell’anno scorso e ne abbiamo fatto la cenere che ci è stata posta in testa. La bellissima celebrazione ha visto la nostra chiesa parrocchiale gremita… se
tutte le domeniche fosse così (magari!), bisognerebbe uscire
fuori!
Non possiamo poi dimenticare gli incontri di preghiera
sulla Parola di Dio celebrati in tutti i paesi della nostra zona
pastorale nei venerdì di Avvento e Natale. Il vangelo di Matteo ci ha fatto da guida e continuerà ancora ad accompagnarci in tutto il tempo di Quaresima. Qui un grazie di cuore
dobbiamo dirlo a tutti gli animatori che si sono presi l’impegno di servire all’altare in tutte le celebrazioni.
Un grazie ancora alla famiglia Bacciani che ormai è diventata, con la sua straordinaria pizza, il nostro sponsor ufficiale.
E ora, avanti…!
Gli Animatori dell’Oratorio
3 FEBBRAIO: Festa della vita
Anche quest’anno per la giornata della vita, i nostri bambini pieni di gioia, si sono radunati con un fiore in mano, attor-
niati dai loro genitori nella nostra chiesa dove Don Paolo ha
celebrato la S. Messa. E’ stato un momento di grazia e un
messaggio educativo.
Un momento di grazia: tutti hanno ringraziato il Signore
ed i genitori per il prezioso dono della vita, hanno pregato
per i lori familiari, per le famiglie in crisi o separate, per i
bambini più o meno orfani, per
gli anziani e malati ed hanno
chiesto perdono per i delitti
che si compiono sui bambini a
cui si rifiuta la vita uccidendoli
prima della nascita.
Ha voluto essere anche un
momento per lanciare, fin da bambini, il messaggio del valore
della vita. Un valore da apprezzare fin dal grembo materno, da
rispettare sempre e da accompagnare con amore fino al ritorno in Dio.
Alla fine della S. Messa sono stati benedetti quei fiori, con
l’impegno di portarli ai genitori con un bacio di riconoscenza
per la vita ricevuta e assistita.
4 FEBBRAIO - Carnevale con i bambini. Come ogni
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anno il lunedì che precede le ceneri con i ragazzi e bambini si
è svolta presso la sala Millennium della parrochia in Botte, la
festa di Carnevale. Originali e varie le maschere e tanti giochi
e dolci. Un bravi agli animatori.
6 FEBBRAIO - Mercoledì delle ceneri
Alle ore 15,
per tutti i bambini ed i loro genitori si è celebrato il rito delle
ceneri col quale
abbiamo iniziato il
cammino quaresimale. E’ stato un
momento forte
per tutti. Si è iniziato con il bruciare i ramoscelli
della palma benedetta lo scorso
anno e poi, cantando si è entrati in chiesa. Don
Paolo ha spiegato
il rito e fatto
una breve omelia
e poi con tanta
devozioni ognuno si è
accostato a ricevere le s.
ceneri. Siamo usciti tutti
con l’impegno di essere
più buoni e generosi e
di prepararci bene alla S.
Pasqua.
27 FEBBRAIO
Ordinazione diaconale di Vincenzo Trevi
Vincenzo Trevi, nostro amico fraterno, da oggi è diacono
della chiesa di Viterbo. È diacono nella nostra comunità parrocchiale di Cura.
In una memorabile, meravigliosa e suggestiva celebrazione,
alla quale non avevo mai assistito, Sua Eccellenza Mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo, ha detto: “abbiamo scelto e ordiniamo
diacono Vincenzo Trevi…”. Un fremito di gioia ha percorso
l’animo di tutti coloro che lo conoscono, che lo hanno vicino
da tanti anni e che apprezzano con elevata stima le sue elette
doti umane e morali. Insieme con lui sono stati ordinati due
altri diaconi: Vincenzo Mirto e Egidio Manzoni.
Sotto le alte volte
della cattedrale, dedicata
a san Lorenzo diacono,
un interminabile battimano ha suggellato l’insolito avvenimento. La
processione dei presbiteri della diocesi in precedenza, aveva percorso
il tragitto verso l’altare.
Moltissimi erano i fedeli
osannanti il vescovo,
mentre la corale esultava con i canti di rito al
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venticinquesimo anniversario della sua ordinazione episcopale.
Erano presenti diverse autorità civili e militari a titolo personale o in rappresentanza degli enti presso i quali gli “ordinati” prestano abitualmente il loro quotidiano servizio: Esercito,
Polizia, Croce Rossa
Aldo Fiordalisi
Lampada per i miei passi è la tua Parola
La bella espressione del Salmo 118 considera la Parola di
Dio come lampada per i passi dell’uomo e luce al suo cammino. Non a caso Dio donò a Mosè le sue Parole, perché il
popolo, mettendole in pratica, non sbagliasse la strada e così
fosse felice.
Questa luce ha brillato in questo tempo fra i giovani della
LA MALATTIA
Ho imparato dalla
malattia molto di ciò che
la vita non sarebbe stata
in grado di insegnarmi in
nessun altro modo.
Questa considerazione
tratta dalle Massime e riflessioni del grande Goethe ha valore per ogni
tipo di dolore, una realtà
nei cui confronti siamo
naturalmente allergici, nonostante essa sia radicalmente impastata con la
nostra stessa qualità di
creature limitate, caduche,
mortali. Potremmo dimostrare a lungo la verità
dell’asserto del celebre poeta tedesco. Ci accontentiamo solo di qualche
spunto tematico, partendo
proprio dalla malattia.
Essa innanzitutto ci rende
coscienti del nostro limite,
abbattendo ogni illusione
(o delirio) di onnipotenza.
Ci rivela che abbiamo bisogno degli altri, trasformandoci da padroni in
mendicanti. Ci fa ritornare un po’bambini, riacquistando la semplicità del
piccolo che ama essere
coccolato.
Rinascono, così, i sentimenti, rifioriscono i legami autentici, si riscopre la
bellezza dell’essere amati.
La malattia ci insegna,
poi, la vera gerarchia dei
valori: la ricchezza in quel
momento mostra la sua
impotenza perché, se anche ci permette di avere
medici di alta competenza,
non ci salva definitivamente dalla sofferenza e
nostra zona pastorale di Vetralla. Una serie di incontri settimanali iniziati nel tempo di Avvento ci hanno dato la possibilità
di leggere, comprendere, meditare ed attualizzare il Vangelo di
Matteo.
Perché ciò si potesse realizzare, si è costituita un’equipe
zonale di circa 15 giovani che si sono dati da fare, sotto la
giuda di don Paolo, don Giorgio e Padre Gino, per preparare
i 20 incontri di Lectio divina, svolti nelle parrocchie del vicariato. Questa iniziativa rientra nel progetto pastorale diocesano
che ha come tema per tutto l’anno pastorale la Parola di Dio.
Un grazie di cuore va al nostro vescovo Lorenzo che ci
ha seguiti passo passo nel nostro cammino (sebbene da lontano) e che il giorno 29 febbraio si è unito alla nostra preghiera ed ha incontrato i nostri giovani.
Un grazie particolare dobbiamo dirlo, però, anche ai giovani della nostra parrocchia che si sono impegnati con costanza
e serietà ed hanno potuto sperimentare la perenne novità e
ricchezza dello stare all’ascolto di Dio.
Questo, naturalmente,
vuol essere l’inizio di un
nuovo cammino a cui, ci
auguriamo, si vorranno
unire anche altri giovani
per poter sperimentare
insieme come, veramente, la Parola di Dio sia
lampada che illumina la
notte della nostra vita.
Don Paolo
dalla morte. Quando il dolore percuote una vita, si
assiste non di rado anche
a una nuova tensione verso il mistero e verso Dio:
c’è una costante in tutte le
civiltà, la preghiera del
malato. E anche l’urlo
quasi blasfemo, che in
certi momenti affiora alle
labbra, è forse un estremo
appello lanciato a Dio
perché si chini sulla nostra desolazione. Il dolore
è, dunque, un grande maestro di vita, proprio come
osservava Goethe.
Gianfranco Ravasi
Il perdono cristiano guarisce
Si sente dire: “Io non perdono!”
Si,ma il rancore resta e ti fa star male!
“Io perdono… ma non dimentico!”
E’ un perdono solo a metà, un quasi perdono.
“Io perdono… e dimentico!”
E’ un perdono generoso, che ti permette di voltar
pagina.
“Io perdono… dimentico.. e scuso!”
E’ il grande perdono che ti fa felice.
“Io perdono… e ricambio facendo del bene a chi
mi ha fatto del male!”
E’ il massimo! E’ il perdono pieno insegnato da
Gesù che non solo ti guarisce,
ma ti rende simile a Lui!
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L’ASFALTO SULLA FEDE
La nostra società civile
vede, in questi ultimi tempi
sempre in modo più marcato, la contrapposizione tra
credenti e non credenti.
Questa dicotomia si è resa
necessaria per giustificare
scelte politiche che hanno
già violato profondamente
la sacralità della vita e
l’istituto familiare che è
l’ultimo baluardo che i
nuovi “barbari” devono abbattere per soffocare fino in
fondo la verità.
E’ singolare il fatto che
sinistri personaggi ingrossano ed ingrassano le orde
barbariche che, dall’inizio
degli anni sessanta, senza
sosta hanno attaccato e demolito le difese dei presidi
su cui si è sempre fondata
la nostra società, la nostra
cultura, la nostra tradizione
e, non ultimo, si è forgiata
la coscienza morale di un
popolo. Del nostro popolo
che è sempre andato fiero
delle sue origini e della
fede cristiana che gli appartiene così come la pelle appartiene al corpo. E’ sintomatico il fatto che, in
modo sempre più ossessivo,
la nostra bellissima lingua
viene integrata e sostituita
da parole e frasi in inglese.
Non è un fatto da sottovalutare perché tra non molto
Roma si chiamerà Rome,
giorno si chiamerà day, invece di dire: sì, già si dice
okey e così via.
Mentre scrivo queste
mie riflessioni è appena iniziata la campagna elettorale
per le elezioni del 13-14
Aprile. A questo proposito
vorrei proprio mettere in
pratica il motto di S. Tommaso d’Aquino: “ Contemplata aliis tradere ”; ovvero
esternare il frutto delle mie
riflessioni sugli avvenimenti, recenti e non, che oramai da molto tempo incidono sulla struttura sociale in
cui viviamo. Una volta una
famiglia era composta da
un uomo (marito) da una
donna (moglie) e poi, se
c’erano, dai figli. Oggi, per
legge barbarica, una famiglia può anche essere composta da due uomini (?!),
da due donne (?!). In seguito, in nome del progresso, legalizzeranno anche i
gruppi. I figli poi, se una
volta erano il frutto dell’amore di un uomo e di
una donna, tra non molto
potranno essere il prodotto
di una semplice iniezione.
E sarà sempre reso possibile da leggi emanate dai
barbari.
Al Papa, non come persona ma proprio come Personalità, viene impedito di
parlare all’università la “sapienza”. E tutto questo in
nome della laicità dello
Stato. Ma quale laicità! ! E
che abbiamo un Dio ad
ore?? Dio c’è in ogni momento della nostra vita,
anzi c’è da prima e ci sarà
anche dopo la vita. Quindi
il problema è che chi crede
in Dio deve conformare le
proprie azioni alle sue Leggi. La laicità dello Stato è
solo l’incarto della medicina che vogliono somministrare a tutti noi, quelli che,
con molta proprietà, ho definito “nuovi barbari”, quelli che non si stancano mai
di segare alla base la croce
di Cristo.
Ricordo che, ero bambino e come adesso c’era una
campagna elettorale, fuori
Una bella sorpresa
La signora Raparelli Evelina in arte “Lilli di Cura”, con
piacere offre a tutti coloro che amano la Madonna della
Folgore e la parrocchia, un prezioso volumetto tanto interessante quanto artisticamente bello.
“I MESSAGGI DELLE INFIORATE”: così ha voluto intestare la suddetta stampa. In essa ha voluto ripercorrere
per noi gli oltre quaranta anni di infiorate fatte alla festa
della Madonna della Folgore, infiorate uniche per il messaggio che hanno proposto spiegando gli impegni ecclesiali
annuali, calandoli in quadri originali ed artistici, incastonati
sempre in nuove cornici di smaglianti colori. Vale la pena
acquistare il volumetto (è offerto a prezzo di costo per rifarci le spese sostenute). È una testimonianza viva della
nostra religiosità popolare.
della chiesa di Cura distribuivano l’immaginetta di
Garibaldi. Qualcuno, pensando che si trattasse di
San Pietro, baciava il foglietto e lo riponeva, con
molta devozione
Sopra le nostre coscienze, anzi meglio sopra la
nostra fede, hanno steso un
manto di asfalto. Un asfalto
di menzogne o, quando va
bene, di mezze verità. Oggi
è un fatto distintivo, quasi
eccezionale ed estemporaneo, che qualcuno si proclami credente
praticante. Quando ero
giovane era vero il contrario. I “barbari” hanno steso
diversi strati di asfalto sicché la nostra società è stata
trasformata. In peggio, sicuramente! ! Ma lo spirito di
sopravvivenza e di rinascita
sono insiti nella struttura
umana. Si può riconquistare
la verità! !
Questo avviene per
mezzo di Dio, perché in
Lui “ Misericordia e verità
si incontreranno, giustizia e
pace si baceranno” (Salmo
85).
Pier Luigi Riccucci
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L’ANGOLO DEL GRAZIE
Il primo ringraziamento vorrei farlo a coloro che in questo tempo si sono dati da fare con tanta generosità per
rendere più bella e funzionale la Chiesa della Madonna della Folgore.
Grazie a: Maurizio Fiocchetti che l’ha di nuovo tinteggiata; alla ditta C.I.A.3 di G.E.C.: che ha offerto una nuova e bella porta in ferro, a Bruno Bonifazi per tutto il lavoro per la sistemazione del presbiterio e del battiscopa.
La Madonna ricompensi la loro generosità e benedica le loro famiglie.
Ringraziamo Quanti Hanno Contribuito Alle Spese Del Giornalino. Offerte pervenute dal 1 gennaio al 1 marzo 08
Babbini Vittorio e Angela in suffr. Maria Bocci, Bacocco Domenica, Bacocco Valentino e Fiorina, Battistelli Norma,
Bello Edda, Berni Giuseppina, Boccio Giuseppina, Bonasorte Delfino, Capocchia Vincenza in suffr. Anna Santini,
Cerica Albertina, Conti Marcello e Angela in suffr. Anna Santini, Conti Rosa in suff. Anna Santini, Di Marco Martino
e Famiglia, Farnese Maddalena in suffr. Maria Bocci, Frattarolo Flavio e Maria Teresa, Gambetta Antonio, Lattanzi
Cecilia, Lattanzi Federica e Giuseppina, Lattanzi Eliseo, Lupino Giselda, Luzi Giuseppina, Martinelli Mario e Agnese,
Martinelli Miranda in suffr.di Angelo Stellin, Mecucci Chiara, Moroni Edda, N. N. in suffr. dei Genitori, N. N., N. N.
in suffr. Lina Sartori, Panificio Bacciani e collaboratori in suffr. Anna Santini, Patrizi Eligio in suffr propri Morti,
Peruzzi Anita, Pompei Maria, Prima Comunità Cat.Le in suffr. Maria Bocci, Puccica Giuseppina in suffr. dei Genitori,
Puccica Luigina in suffr. del Marito Lilio, Ricci Marisa, Rovella Paola e Giovanni in suffr. Maria Bocci, Sensi Anna
e Francesco, Tomarelli Fernanda, Vestroni Lea in suffr. Anna Santini, Vestroni Marisa in suffr. Anna Santini
Ringraziamo Coloro Che Continuano Ad Aiutarci A Pagare il mutuo Della Chiesa Di Cura. Offerte Pervenute Dal
1 Gennaio Al 1 Marzo 08
Bacciani Giamcarlo e Maria, Battistelli Norma, Bazzotti Suor Rosaria, Berni Giuseppina, Conti Rosa, Crescentini
Umberto, De Cesaris Anna, De Santis Angelo e Marisa, Duca Chiara, Ghigi Enzo e Diana, Gnioni Elio, Ingegneri Cesare e Elda, Mercuri Rosa, N.N., N.N., N.N, Ongaro Lucio, Polidori Moreno e Laura, Riccucci Roberta e Marco, Salfa
Agostino in suffr. Genitori, Salvati Maria in suffr. Della Mamma, Santini Cecilia, Scuderi Gabriella
Ringraziamo quanti ci aiutano a pagare il mutuo per il riscaldamento della chiesa di Botte. Offerte pervenute dal
1.Gennaio al 1 marzo
Bazzotti Suor Rosaria, De Cesaris Anna , De Santis Angelo e Marisa, Ghigi Enzo e Diana, Mattiacci Giuliana, Polidori Moreno e Laura, Santini Cecilia, Sorchetti Claudia, Sorchetti Orietta.
I suffragi: la Santa Messa
Un povero fanciullo, orfano di padre e di madre, era stato ricevuto in casa di un suo fratello
che lo trattava duramente e lo lasciava persino
mancare il pane e le vesti. Un giorno trovò per via
una moneta d’oro. Cercò, ma non ne rinvenne il padrone. Immagina te la sua gioia! Gli parve di aver
trovato un tesoro, e subito pensò di comprarsi diverse cose: abbisognava di tutto! Ma a quel punto
ricordò il padre e la madre defunti, gli occhi gli si
riempirono di lacrime. Che fece? Prese una decisione eroica per il suo stato e la sua età, corse a
portare quella moneta ad un sacerdote, affinché
celebrasse la Santa Messa per i suoi poveri genitori.
Da quel giorno, protetto dalle anime del Purgatorio, la fortuna dell’orfanello si cambiò. Un altro
fratello lo raccolse, lo fece studiare, e quel bambino diventò sacerdote, vescovo, cardinale, santo:
San Pier Damiani.
Ecco come una sola Messa, fatta celebrare per
le anime del Purgatorio, sia stata principio d’immensi vantaggi. Ma quali vantaggi maggiori se alla
Messa si unisce la Santa Comunione.
Mercato delle croci
Un uomo era stanco della vita. Un giorno si
lamentò con il Signore, il quale lo ascoltò e gli
rispose: “Domani mattina fatti trovare sulla piazza
della chiesa: là ogni anno c’è il mercato delle croci; ce ne sono tante, di tutte le misure e lì potrai
scegliere quella che ti va meglio, perché ogni
uomo deve portare la sua croce.”
Al mattino presto l’uomo era già sulla piazza.
Trascinò la sua croce e vide una grande raccolta
di croci, piccole, grandi, sottili, grosse, alte, basse:
per tutti i gusti. L’uomo lasciò da parte la sua e
si mise a cercarne una più adatta, ma la cosa non
era facile. Una era piccola, ma troppo ruvida; l’altra era leggera, ma scivolosa e si portava male; altre erano troppo pesanti; altre, magari anche leggere, avevano tanti nodi. Cercò a lungo, riprovò e
alla fine ne trovò una che gli sembrava adatta. La
provò ed era proprio giusta, non molto pesante,
levigata, abbastanza piccola. La prese e si mise in
viaggio per tornare a casa: ma dopo pochi passi si
accorse di aver preso la sua di prima.
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CALENDARIO PARROCCHIALE
MARZO
SETTIMANA SANTA
17 Ore 17,30: Confessione Comunitaria in preparazione
della pasqua.
19 Mercoledì Santo: S.Messe: ore 7,30 alla Botte, ore
8,30 a Cura.
Pomeriggio ore 16,30: a Viterbo in Cattedrale solenne concelebrazione con il Vescovo e benedizione
degli oli sacri. Chi può, è invitato a partecipare.
20 Giovedì Santo: Liturgia della Cena del Signore: a Cura ore 18, alla Botte ore 19,30.
Dopo adorazione al SS. Sacramento: ore 21 giovani,
ore 22 Associazioni e Confraternite mariane, ore 23
Catecumenali e Focolarini.
21 Venerdì Santo: Mattino ore 8: liturgia delle ore.
Continua l’adorazione al SS. Sacramento.Ore 11,30:
liturgia delle lodi con i giovani
ore 15,30 alla Botte ed alle ore 17 a Cura solenne liturgia della morte del Signore.
Ore 21: Solenne processione del “Cristo Morto”
lungo Via A.Moro.
22 Sabato Santo: mattino ore 8: liturgia delle ore.
Ore 11,30. liturgia delle lodi con i giovani.
Ore 21: INIZIO DELLA LITURGIA DELLA
NOTTE SANTISSIMA DI RISURREZIONE.
Veglia Pasquale
23 PASQUA DI RISURREZIONE. SS. MESSE SECONDO GLI ORARI FESTIVI.
24 Lunedì dell’Angelo: S. Messe secondo l’orario feriale.
30 Domenica: torna l’ora legale e cambiano gli
orari delle SS. Messe vespertine: Festive e
pre-festive ore 19, feriali a Cura ore 18.
APRILE
4
Primo venerdì: mattino comunione ai malati.
Pomeriggio 17- 18 Ora Santa di adorazione e S.
Messa.
5 Primo sabato: ore 17,30 incontro sulla Madonna.
12 Secondo Sabato: ore 17,30 gruppo di preghiera P.
Pio.
18 Terzo Venerdì: ore 15,30 incontro catechisti.
MAGGIO
2
3
10
11
18
20
24
25
Primo Venerdì: mattino comunione ai malati.
Pomeriggio 17 – 18 Ora Santa di adorazione e
S.Messa.
Sabato ore 11: S.Cresima.
Pomeriggio ore 17,30: incontro sulla Madonna.
Secondo Sabato: ore 17,30: Gruppo di preghiera di
P.Pio.
Domenica: FESTA DELL’AMORE BENEDETTO. A Cura ore 11 S. Messa per 25°- 50° –
60° di matrimonio. Invitiamo tutti a partecipare. Coloro che avessero celebrato il matrimonio fuori parrocchia ce lo facciano sapere,
chiederemo la Benedizione papale anche per
loro.
DOMENICA DEI CARISMI: ore 9,30 all’oratorio tutti i movimenti S. Messa con le Lodi
e e incontro di comunione fraterna per far
crescere l’unità e la comunità.
RITIRO PRIMA COMUNIONE. Martedì 20 +
mercoledì 21 + dalle ore 15 alle ore 18. Giovedì 22 dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15
1lle ore 18.Venerdì 23 dalle ore 9 alle 12
Sabato ore 10: Prima Comunione dei nostri
fanciulli.
CORPUS DOMINI: alle ore 11 ci sarà la solenne processione in onore del Corpo del Signore. Tutte le associazioni e le confraternite
sono pregati di non mancare. I Bambini della
Prima Comunione vengano alle ore 10,30, vestiti con i vestitini della Prima Comunione.
Alla fine della S. Messa ci sarà la processione
e la solenne benedizione col SS. Sacramento.
Un Uomo che attende
Ero uscito di casa per saziarmi di sole.
Trovai un Uomo che si dibatteva
Nel dolore della crocifissione.
Mi fermai e gli dissi:
“Permetti che io ti aiuti a staccarti dalla croce”.
Rispose: ” Lasciami dove sono,
i chiodi nelle mani e nei piedi,
le spine intorno al capo, la lancia nel cuore.
Io dalla croce, da solo, non scendo.
Non scendo dalla croce fino a quando sopra
Vi spasimano i miei fratelli.
Io dalla croce non scendo
Fino a quando per distaccarmi
Non si uniranno tutti gli uomini”.
Gli chiesi: “ Cosa vuoi che faccia per te?”
Mi rispose: “Va’ per il mondo e di a coloro che
incontrerai
Che c’è in Uomo che aspetta inchiodato sulla croce
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Numero 111 marzo 2008