Rassegna del 10/01/2014 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 10/01/2014 ALTRI ATENEI TOSCANI Qn 10/01/14 P. VII Super richiesti laureati in finance e medici specialisti in biotecnologie Sole 24 Ore 10/01/14 P. 43 Necessario riaprire i rubinetti del credito Giulia Maestrini 1 2 MONDO UNIVERSITARIO Qn 10/01/14 P. 8 Fondi tagliati all'ateneo virtuoso Il rettore: «Pago per chi va male» Qn 10/01/14 P. 19 Campus Harvard sulla Senna Il progetto è di Renzo Piano Luca Orsi 3 Qn 10/01/14 P. IV Bravi artigiani e camici bianchi Restano loro i più ricercati Andrea Telara 5 Qn 10/01/14 P. V Cosa studiare per trovare lavoro Andrea Telara 9 Qn 10/01/14 P. VII La 'fabbrica'dei giornalisti radiotelevisivi non passa mai di moda Roberto Borgioni 11 Corriere Della Sera 10/01/14 P. 37 Vince ancora la laurea in Economia Enzo Riboni 12 Sette 10/01/14 P. 32 «Eliminiamo il valore legale delle nostre lauree, conta solo essere bravi» Vittorio Zincone 13 Mondo 17/01/14 P. 55 Frati & Company, rettori al ricambio Espresso 16/01/14 P. 18 Non toccate quei baroni Mondo 17/01/14 P. 22 La rivoluzione Bric dei vaccini low cost Bill Gates 17 Mondo 17/01/14 P. 26 A caccia dello sviluppo Filippo Astone 19 Sole 24 Ore 10/01/14 P. 8 Scatti dei professori, tecnici al lavoro Sole 24 Ore 10/01/14 P. 10 I bonus per ricerca e Pmi digitali a rischio nelle regioni del Nord Sole 24 Ore 10/01/14 P. 24 Calvani: Psicologia a numero chiuso Stampa 10/01/14 P. 11 E l'Università di Udine revoca a Vannoni l'incarico di docente Grazia Longo 25 Venerdi Repubblica 10/01/14 P. 25 La protesta dei prof: gli atenei d'oro «regalano» i voti Alessandro Carlini 26 Corriere Della Sera 10/01/14 P. 37 Tesi, 1.500 curo di premio alle migliori Espresso 16/01/14 P. 92 Un paese normale non ha Stamina Tirreno 10/01/14 P. 6 Influenza: crescono i casi, più colpiti i bambini sotto i cinque anni Corriere Della Sera 10/01/14 P. 25 10/01/14 P. V 4 15 16 21 Carmine Fotina 22 24 27 SANITÀ Silvio Garattini 28 «Immorali i test di nuovi farmaci su malati scelti a caso» Margherita De Bac 31 Scatti ai prof, ci rimette la scuola Mario Neri 32 30 SEGNALAZIONI Repubblica Firenze Indice Rassegna Stampa Pagina I CUI SIENA Super richiesti laureati in e medici specialisti in hI r% o , ,IIe Siena Economia, ingegneria e medicina: sono questi i corsi di studio dell'Università di Siena (netta foto il rettore Riccaboni) dove, secondo i dati Almalaurea relativi al 2012, si registra la percentuale più alta di laureati occupati. Nelle prime due aree si tratta di corsi che, sebbene con pochi iscritti, raggiungono risultati pressoché totali: ad esempio Finance/Finanza, una delle lauree magistrali attivate in inglese, a 3 anni dalla laurea registra il tasso di occupazione del 95% che diventa addirittura del 100% dopo 5 anni. Così anche i corsi di ingegneria gestionale e informatica che, nel primo triennio post laurea, occupano rispettivamente il 100 e il 96% degli studenti. Per quanto riguarda l'area di medicina, il tasso di occupazione è del 93,7%. Qui attira una particolare attenzione il filone delle biotecnologie per cui, a Siena, è attivato l'intero ciclo formativo: corso di laurea (158 iscritti nello scorso anno accademico), laurea magistrale in biotecnologie mediche (in inglese, 31 iscritti) e dottorato di ricerca in biotecnologie mediche, articolato in 3 percorsi (immunologia e patologia; microbiologia e vaccini; biomateriali odontostomatologici). L'area delle biotecnologie registra buone performance, in particolare per la laurea magistrale. Giulia Maestríní Altri atenei toscani Pagina 1 Lorenzo Zanni Necessario riaprire i rubinetti del credito «Adesso la priorità in Toscana è il supporto al credito, perché ci sono tante aziende che hanno retto alla crisi ma che oggi hanno bisogno di finanziamenti per lo sviluppo». Lorenzo Zanni, economista dell'Università di Siena (dove insegna Economia e gestione delle imprese), mette infilai quattro tasselli fondamentali per far ripartire «una regione che negli ultimiannisièsedutaehaabbandonato la cultura del rischio», ma che «non è certo "alla fame" e mantiene alcune eccellenze come pellette-' ria, lapideo, life science, food e turismo, che devono essere qualificate e elevate a livello internazionale». Per farlo occorre innanzitutto riaprire il rubinetto del credito («altrimentile aziende che hanno resistito rischiano di morire, e ricostituirle exnovo cicosteràmolto di più»), e spingere ancor più sui mercati internazionali. «Siccome alcuni di questi mercati apprezzano iprodotti italiani - dice Zanni - c'è bisogno di persone che vadano ad aggredirli: in molti casi questo significa dover cambiare radicalmente le competenze all'interno delle aziende, ma non c'è alternativa». Altri atenei toscani Il terzo tassello indicato da Zanni è l'innovazione tecnologica. «Noi, comeuniversità, stiamo cercando di spingere sull'innovazione - spiega - creando spin off ad alta tecnologia che operano in segmenti di mercato in espansione, come quello attivo nei servizi ai vaccini che ha trovato un cliente giapponese. Nuove tecnologie e internazionalizzazione vanno a braccetto, e possono trasformare le aziende piccole in aziende medie, sulle quali investire». Infine, l'economista toscano vede una crisi di cultura imprenditoriale che va contrastata. «Uno deiproblemi della nostra regione è la successione d'impresa spiega - perché non si è stati ingrado dipassareiltestimone, col risultato che oggi abbiamo una cultura imprenditoriale che replica se stessa e si trova sgomenta di fronte alla crisi, perché è cambiato il mondo. Per questo una delle priorità della regione deve essere la creazione di una nuova cultura dell'imprenditorialità, ricominciando dalle scuole, dall'Università e dalle associazioni di categoria». Si.Pier. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 2 DI ON I G I: CONTAVO SU 58 M ILI ON I, V' 5 3 Fondi tagliati all'ateneo virtuoso rettore: «Pago per chi va male» AL MA MATER BEFFATA Qu ei saldi sono leg ati al premio per la didattica e la ricerca: le risorse per chi è in difficoltà vanno pescate altrove Luca Orsi BOLOGNA L' IVERSIT di Bologna annuncia il boom delle matricole (+3,8°% rispetto allo scorso anno accademico) confermando il suo appeal. Ma il rettore, Ivano Dionigi, sorride a metà: in tema di finanziamenti statali, afferma, «se le cose non cambiano, dall'anno prossimo dovrò tagliare i fondi ai dipartimenti». Che cosa è successo? «Gli atenei che vanno meglio pagano per chi va peggio». In che senso? «Dal nostro fondo premiale (legato al merito per la qualità di didattica e ricerca, ndr), che avevamo calcolato sui 58 milioni, ne arriveranno solo 53,4». ranzia per le Università in difficoltà. Una scelta incomprensibile, inaccettabile e ingiusta». C'è un'alternativa? «Pescare le risorse per gli Atenei in difficoltà dal fondo complessivo di finanziamento per il sistema universitario, non dal fondo premiale. Che, se no, diventa un fondo assistenziale. E si trasforma in una beffa». Perché? «Perché, fatti i conti, alla fine il taglio minore ce l'ha chi ha fatto segnare performance peggiori». Qual è stato la performance dell'Alma mater? «Siamo passati da una quota premiale del 7% del fondo a una del 7,15%. Ma, alla fine, ci hanno tagliato il 4,7% dei 58 milioni che ci saremmo aspettati. E che, a causa del taglio generale al fondo premiale, già erano meno dei 63 arrivati lo scorso anno». Perde meno chi ha fatto performance peggiori: ma questo è L'ultimo anno in cui posso garantire tutto Poi forbici sui dipartimenti Chi sono i maggiori benefi -ciardelnost bu? «La Sapienza di Roma, la Federico II di Napoli, l'Università di Genova e il Politecnico di Torino». sua battaglia contro la politica che penalizza gli Ateneì non ha fine. «Hanno tirato ancora una volta la corda, ma la prossima volta la corda si spezza». Può tradurre? «Se non cambia il meccanismo di finanziamento, questo è l'ultimo anno in cui riesco a garantire tutto». Nessuna buona notizia? «Una c'è. Nella legge di stabilità ci sono 150 milioni per il sistema universitario; e altri 41 sono stati ripescati nel Milleproroghe. Vedremo. Intanto è stata almeno invertita la tendenza dell'algoritmo Tremonti al taglio sistematico». il resto? «Il resto finisce in un fondo di ga- MAGN I FIC O Ivano Dionigi sorride a metà: l'università di Bologna registra un boom di matricole, con un più 3,8% rispetto allo scorso anno, ma subisce il taglio del fondo premiale (Schicchi) Mondo Universitario Pagina 3 Qzìmpus HHw,-vard .% uLta ¿ wt,, p rogett o e di Renzo P iari o PARIGI . Un grande campus universitario suL modeLLo di Harvard o Ca mbridge: è iL progetto di Renzo Piano, vincitore del concorso deLL'EcoLe nationaLe supérieure di Cachan (Ens), per La concezione di una delle sue sedi nella periferia sud di Parigi. Mondo Universitario Pagina 4 Bravi artigiani e Restano loro l0/a camiki n ioi k4 i / irr i o/% /0/% i ioi Non solo laureati, "maghi dei computer"o tecnici di alto profilo. Tra le figure professionali più corteggiate dalle aziende, ci sono anche molti mestieri di fatica, per i quali non occorre certo aver completato gli studi universitari e possedere l'ambito titolo di dottore. E' il caso dei panettieri e dei pastai artigianali, dei saldatori, dei falegnami, degli operai specializzati nelle macchine utensili o dei macellai e degli acconciatori di capelli che, secondo i dati di Excelsior-Unioncamere, sono tra i venti profili lavorativi più difficilmente reperibili sul mercato. In circa il 30-40% delle assunzioni destinate a queste figure, gli imprenditori faticano a trovare il candidato con i requisiti giusti, cioè con un adeguato livello di competenze acquisite in una scuola professionale o in qualche esperienza lavorativa passata. i camice ... A giudicare dai numeri, anche i lavoratori del settore sanitario non se la passano poi male, grazie alla crescente domanda di cure e di servizi medici, causata dal progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo un'indagine effettuata tempo fa dal Consorzio Almalau- Mondo Universitario /0/% PO/A rea, per esempio, i diplomati in scienze infermieristiche o riabilitative che hanno un posto di lavoro entro tre anni dal termine degli studi sono circa il 95-98% del totale e superano addirittura la quota che si registra tra gli ingegneri. La professione di infermiera e di ostetrica, tra l'altro, è ancora uno sbocco lavorativo per molte donne (che invece hanno maggiore difficoltà nell'inserirsi in altri settori) mentre tra gli uomini sono molto richieste alcune figure "intermedie" legate al mondo della sanità come i tecnici di laboratorio, di radiologia o di neurofisiopatologia. Scelte i nícchia Infine, tra i mestieri legati in qualche modo alla salute e alla cura della persona, le aziende dichiarano spesso di avere difficoltà a trovare alcune particolari figure "di nicchia" come i massaggiatori e gli operatori termali. Oltre che nelle strutture pubbliche, dove purtroppo le risorse finanziarie scarseggiano, i professionisti della salute trovano sempre più spesso un impiego nelle case di cura private, soprattutto in quelle per gli anziani, che hanno un bisogno crescente di personale col camice bianco. Andrea Tetara Pagina 5 l /, ,,, '! 9 . . . .'f,` _`_. `j... .. .. . ,. . .. , ., . ;, ..... r . . .. . lqìkc .+4. :. r.., , v`v. r Mondo Universitario Pagina 6 ,il, F l .. - K-_. .r . .. -' r .. 4r ,..ti •9.. . r ... ! n .. ... :, ..:: Mondo Universitario ...... .. . . ' -x Pagina 7 ,i .,_. .,. - -- -_ _ .. %c " • f - _.-- {+ `+. b. i - - ,; ' • F/,¡J ... Mondo Universitario ' f... . ¡ . Pagina 8 _°_ _ —1 _ i' Rre assicurano na collocazione Alcu non appena terminati gli studi. ci sono anche _ _r_ m' :' nonostante siano ben retribuiti Andrea Tetara Ingegneri, economisti, esperti di marketing, programmatori di software o creatori di applicazioni informatiche per internet e i telefonini . Sono le qualifiche professionali che oggi, in un'Italia con un tasso di disoccupazione al livello record del 12,7%, assicurano ancora abbastanza facilmente un posto di lavoro, soprattutto ai giovani. A dirlo, sono le statistiche di molte società di ricerca, enti pubblici e associazioni di categoria, a cominciare dai dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere . Gli studenti che vogliono scegliere un corso universitario capace di garantire più facilmente un'occupazione, possono dunque usare queste rilevazioni come bussola per orientarsi. pì ù crt wtw Senza dubbio, i lavoratori con la laurea più ricercati dalle imprese sono quelli che provengono da facoltà tecniche come ingegneria ed economia , anche se la chance di trovare un impiego varia a seconda dell'indirizzo scelto nel corso di studi . In testa alla classifica dei profili professionali più contesi dalle aziende ci sono gli ingegneri civili che, secondo i dati di Excelsior -Unioncamere, sono difficili da reclutare in almeno il 42% delle assunzioni. Seguono a breve distanza altri professionisti come gli ingegneri energetici e meccanici (giudicati introvabili in oltre il 36 % dei casi), assieme agli specialisti in scienze economiche (33,8%), agli ingegneri elettrotecnici (26,8%) e gestionali (24%). Oltre a questi profili, però, tra i giovani c'è una forte richiesta di nuove professioni con elevate competenze tecniche, legate soprattutto al mondo dell'informatica o di internet. Mondo Universitario Unde r .:su Nella fascia di popolazione con meno di 30 anni, infatti, le aziende fanno spesso fatica a trovare tecnici programmatori , analisti e progettisti di software o esperti in applicazioni informatiche. I giovani under 30 che vengono assunti per queste mansioni, riescono spesso ad avere un inquadramento stabile: nel 60-80% dei casi, sempre secondo la banca dati Excelsior , il contratto proposto dalle imprese è a tempo indeterminato o con la qualifica di apprendista . Più raramente, cioè in meno del 30-40% dei casi, viene offerto invece un inquadramento a termine . Si tratta di una percentuale ben più bassa di quella che si registra mediamente in Italia , dove oltre il 50% delle assunzioni di giovani avviene oggi con un contratto precario. I laureati più ricercati sono quelli specializzati in ingegneria, mentre nel settore sanitario massaggiatori e operatori termali non hanno certo problemi Pagina 9 s ì ti '5 tt 9 t' : 1 3j ss fr /!'G í/11' 1 Mondo Universitario %r ;s z í,;? Pagina 10 - Q l): r'FF%.''C. 'fabbrica' ei giornalisti radiotelevisivi no n pa ssa ma i d i moda Perugia La Scuola di Giornalismo radiotelevisivo di Perugia a ogni biennio sforna 25 giovani che, previa selezione (è necessaria la laurea, anche triennale, e una ottima conoscenza dell'inglese) acquisiscono il rango di praticanti giornalisti, puntando a pressochè sicuri sbocchi nel settore della comunicazione e dei media. Di recente Mondo Universitario la scuola ha ottenuto il «Certificato di qualità», rilasciato da una società di Milano addetta alla certificazione in campo internazionale. Il certificato attesta l'alto livello raggiunto dall'istituto perugino nella «progettazione ed erogazione di servizi di formazione per i giornalisti professionisti». La Scuola, costola del «Centro italiano di studi superiori per la formazione e l'aggiornamento in giornalismo radiotelevisivo», nata per volontà della Rai, dell'Università di Perugia e in collaborazione con l'Ordine dei giornalisti, gode del sostegno della Fondazione Bonucci, della Regione e, dal 1998, della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. E' sorta nel 1992 e ha «prodotto» giornalisti del calibro di Monica Maggioni, Giovanni Floris e altri. Roberto orgioni Pagina 11 r _,® ®i II 28% dei responsabili delle risorse umane preferisce gli ingegneri e gli economisti Vince ancora lalaurea iri Economia Assunzioni: aumentano le richieste per Scienze della comunicazione C'è un piccolo spiraglio di luce per i neolaureati in cerca di lavoro, in questo inizio di 2014. Nuove chance di impiego ma quasi esclusivamente nelle grandi aziende del Nord Ovest. Il risultato emerge da un'indagine condotta nel dicembre scorso su un campione di 1o6 direttori del personale dall'associazione professionale Gidp. Il 3o% dei rispondenti dice che quest'anno inserirà stagisti e assumerà neolaureati, mentre c'è un 23% di responsabili risorse umane che non ha ancora stabilito cosa fare. Solo un ulteriore 23% è deciso a non compiere alcuna assunzione di giovani appena usciti dalle università. «Dalla ricerca emerge poi un risultato molto significativo riguardo all'apprendistato. - commenta il presidente di Gidp Paolo Citterio -. Mentre infatti il dato generale Istat dice che nel terzo trimestre 2013 solo il 2,4% dei rapporti di lavoro attivati è avvenuto con l'apprendistato, il 34% dei nostri direttori del personale sostiene che userà proprio quella forma contrattuale per l'inserimento di neolaureati. Ciò significa che le aziende, pur non avendo in generale simpatia per questa soluzione, sono disposte a Mondo Universitario garantire la lunga collocazione di 4-5 anni prevista dal contratto di apprendistato». Non tutte le lauree, però, avranno prospettive lavorative confrontabili . Le maggiori chance di assunzione riguarderanno infatti, a pari merito, ingegneria ed economia, preferite entrambe dal 28,2% dei capi del personale. L'indicazione conferma una tendenza in atto da tempo, ma accanto a ciò nell'indagine Gidp emerge una novità e un cambio di tendenza: al terzo e al quarto posto delle preferenze emergono due lauree finora poco ambite in ambito aziendale . Pur molto distaccata dagli outsider, infatti, compare Giurisprudenza (5,1% delle preferenze ), seguita da Scienze della comunicazione (4,3% ), laurea fino ad oggi piuttosto inflazionata rispetto alla domanda. Al di là del titolo di studio preferito, i direttori risorse umane sono spesso d'accordo nel richiedere ai giovani certe competenze e disponibilità . Il 55% vuole un «inglese fluente», mentre il 32% si accontenta di una «buona conoscenza». Il 48% del campione, poi, ritiene che la lingua inglese sia sufficiente , mentre il 22% pretende anche la conoscenza del tedesco e il 2o% del francese. Sempre più forte, poi, è la tendenza a domandare totale apertura verso i trasferimenti . Il 64% lo richiede «incondizionatamente», il 21 % impone solo spostamenti in Italia, il 6% si accontenta di una disponibilità per la Ue. Appena l'8% delle aziende non chiede nulla di tutto ciò. E l'approfondimento degli studi è pagante? Il 33% del campione dice che il conseguimento Grandi aziende Nel 2014 le nuove chance di impiego soprattutto nelle grandi aziende del Nord Ovest di un master o di un dottorato non aggiunge nulla per l'inserimento in azienda e il 16,3% sostiene che ulteriori studi non servano perché «pieni di teoria senza esperienza». Il dato differenzia molto l'Italia rispetto a paesi come Germania, Francia od Uk, dove i titoli di studio di livello superiore sono molto spendibili sul mercato del lavoro. Enzo Riboni © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 12 Carlo Carraro /intervistato da Vittorio Zincone « iminiamo valore legale delle nostre lauree, conta solo » A sostenerlo è il rettore di Ca' Foscari, economista ambientale, critico verso le università italiane: «Non preparano abbastanza i ragazzi a , anche se stanno facendo grandi progressi» a parte dellWCC, è membro dell'EEA, deIYHEEP e dello «Sì, allora era inquadrato solidamente nel Pci. Abbiamo condiviso IEFE. Frequenta Il CAMA e l'IVSLA, fa ricerca anche al CEPS molte esperienze. Dopo la laurea siamo partiti entrambi per gli Stati e al CEPR, collabora con l'OECD... Tradotto: è uno dei prinUniti. Lui ci è restato. Io sono rientrato dopo aver vinto un concorso in nel 1987». cipali esperti di economia ambientale in Italia. Carlo Carraro, 56 anni, è Il rettore di Ca' Foscari. Lo incontro nella sua stanza Oscar Giannino, collega di Boldrin nel movimento "Fare per fermare il declino ", è stato beccato con titoli falsi e lauree ineveneziana con vista alla Canaletto. A un certo punto gli chiedo se ha figli. Mi dice che ne ha tre: Maelis, Mathilde e Nathalie. «Mia moglie sistenti. «Giannino è bravo, a prescindere dai titoli. Non aveva motivo di è francese. Hanno 25, 21 e 17 anni. Studiano tutte tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti: la prima si è laureata al UCL di Londra e ora è a New mentire. Come lui, comunque, io credo che andrebbe eliminato Il York, la seconda ha frequentato Il IGng's College, sempre nella City, valore legale della laurea. Lei non sa quante persone ci sono in giro e la terza ha deciso di finire Il liceo a Cambridge. Nessuna delle tre che si spacciano per laureati». tornerà in Italia». Carraro fa quest'ultima considerazione con tono Tante? di rassegnazione, come se fosse Il destino inesorabile per chiunque «Almeno quante quelle che chiedono una laurea honoris causa. È voglia combinare qualcosa. l'Italia che spera di vedere accresciuto Il proprio valore tramite un Non farà nulla per far rientrare i cervelli in fuga delle sue figlie? pezzo di carta. Nel resto del mondo sei considerato bravo... solo se «No. Da un certo punto di vista hanno ragione. Le università itasei bravo». liane non preparano abbastanza i ragazzi a lavorare nel mondo. Il Lei ha mai pensato di fare politica? «Mai. Credo nella specializzazione». processo di internazionalizzazione dei nostri atenei è ancora molto lento». Negli ultimi anni si sono messi a far politica economisti, banchieri, professori... Non è bello sentirlo dire da un Rettore. «Facciamo grandi progressi. Ci stiamo attrezzando per migliora«Non con grandi risultati, però». re». Si riferisce a Mario Monti? Come? «Come ministro tecnico ha fatto un buon lavoro. Ma come politico «A Ca' Foscari ci sono corsi in 40 lingue. C'è un intero corso di laurea è stato abbastanza un disastro». in Economia che si svolge in inglese. Come i master. Abbiamo 7o viMonti è stato il premier tecnico dell'Austerity. siting professor provenienti da università internazionali. Ogni anno «Ha fatto Il necessario per evitare Il tracollo finanziario». firmo nuovi accordi per permettere agli studenti di fare esperienza Recentemente l'economista Lorenzo Bini Smaghi ha raccontato di studio e di lavoro in giro per il mondo». che il governo Berlusconi è stato fatto cadere anche perché il CaLei dove si è formato? valiere aveva ventilato l'ipotesi di uscire dall'Euro. «Proprio a Ca' Foscari. Sono di Padova, ma per l'Università mi sono «Mi pare una ricostruzione un po'... riduttiva. Ma è vero che la linea trasferito a Venezia». politica di Berlusconi non piaceva a chi detiene Il potere economico Aveva vent'anni nel 1977. in Italia». Di chi parla? «Ho contribuito a organizzare l'ultima occupa«Dare a11112 zione. Partecipavo alle attività di quel movimento «Banche, assicurazioni... Soggetti che non sono miliardi di persone che studentesco che voleva cambiare l'università». stati sfavoriti dagli interventi della Bce e che Bce non l'hanno farebbe Chi c'era con lei in quegli anni a Ca' Foscari? e Bankitalia, invece, dovrebbero monitorare mesalire il consumo glio». «Il segretario provinciale dei giovani comunisti planetario solo del italiani era Michele Boldrin». In che senso? L'economista lib-lib-lib di "Fare per fermare il «Oltre a controllare la gestione del passivo, si 10%. A incidere sono declino"? dovrebbe vigilare anche su come le banche i consumi dei ricchi» Mondo Universitario Pagina 13 Dottorato all'estero , rettorato in Italia Padovano, classe 1957, Carlo Carraro si è laureato in Economia a Venezia e ha ottenuto il Ph. D. negli Usa, a Princeton. Ha tre figlie, di 25,21 e 17 anni, che studiano tra Gran Bretagna e Stati Uniti. spendono i soldi che comprano a tassi molto bassi dalla Bce. Ormai le risorse finanziarie per avviare nuove imprese vengono solo dalle stesse imprese. Quelle che sono riuscite, innovando, a resistere alla crisi. In Veneto ce ne sono più di tremila che hanno avuto una crescita a doppia cifra negli ultimi cinque anni». Producendo che cosa? «Meccanica di precisione, moda, energie rinnovabili, agroalimentare». Lei è un economista esperto di ambiente . Un'impresa che rispetta l'ambiente... «C'è bisogno di dirlo? Investe sul futuro». Lei segue il decalogo di Al Gore? «A casa e al lavoro. Ca' Foscari è l'unico edificio universitario che ha superato l'esame del LEED, il sistema di certificazione di risparmio energetico più duro del mondo. Ognuno comunque dovrebbe fare la sua parte, anche se in Italia la questione è ancora sottovalutata». Spieghi a un ecoscettico che senso ha usare la lavastoviglie di notte per consumare meno, quando in India ci sono milioni di persone che reclamano l 'elettricità e prima o poi giustamente la otterranno. «C'è un bellissimo studio della Fondazione Mattei che lo spiega con dati precisi: se noi oggi riuscissimo a dare l'energia elettrica ai due miliardi di persone che non ce l'hanno, il consumo planetario di energia aumenterebbe solo del1o° . Il problema non è la necessaria lampadina, sono i consumi della fascia benestante della popolazione. Lo hanno capito anche i cinesi. La settimana scorsa ero a Pechino e le tv martellavano sulla necessità di ridurre l'inquinamento. Certo, loro lo fanno anche perché sono grandissimi produttori di pannelli solari». Lei è favorevole al Mose , il sistema di barriere che dovrebbe salvare Venezia dalle maree? Mondo Universitario «Non del tutto. Serviva un sistema di difesa, ma si doveva trovare una soluzione meno onerosa. I costi di manutenzione sono davvero enormi. Avrei preferito il modello newyorkese ispirato a quello olandese. Tra l'altro ho appena consegnato a Bloomberg un premio per il piano per gli adattamenti ai cambiamenti climatici che presentò quando era sindaco di New York». A che altezza sono le città italiane nella classifica di questi piani di adattamento? «Non ci sono proprio. Perché nessuna ha un piano». Scherza? «No, è stata aperta in questi giorni una consultazione pubblica per un piano nazionale. Ma temo che ci vorrà ancora un po' di tempo perché vengano realizzati quelli a livello urbano...». Dovrebbero farlo in fretta? «Certo. Le inondazioni come quella di Olbia non sono una novità. Ce ne fu una, sempre lì, anche nel 2003. Ma i cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza dei fenomeni atmosferici più violenti e quindici si dovrebbe attrezzare, soprattutto dove l'urbanizzazione è stata più sconsiderata». Qual è la scelta che le ha cambiato la vita? «Partire per gli Stati Uniti dopo la laurea». L'errore più grande che ha fatto? <4ornare? Eheh». II film preferito? «Uhm... Il pranzo di Babette di Gabriel Axel». È un gourmet? «Mi piace mangiare bene. Ma non nelle boutique multistellate del gusto. Cerco i sapori genuini in campagna, dai contadini». II libro? «Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez. L'ho letto nel 1976, d'estate. Ero in vacanza in Liguria». La canzone? «Una a caso di Francesco Guccini. Ho suonato per molti anni la chitarra. Avevo un gruppo con cui facevamo i pezzi dei cantautori». Sa quanto costa un pacco di pasta? «Quella del supermercato circa novanta centesimi». Fa la spesa? «Certo, ogni settimana». Cinguetta su Twitter? «Sì, ma solo per motivi accademico/organizzativi». Conosce l'articolo 41 della Costituzione? «Non lo ricordo». È quello sull'utilità sociale dell'impresa. «Ah. Un articolo molto citato, ma poco praticato». Quale parola aggiungerebbe alla Costituzione? «Ambiente. La parola a cui è legato il destino della nostra crescita». RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 14 ..................................... ...... I íC di Fabio Sottocornola Frati & Company, rettori al ricambio Le elezioni saranno poche di numero ma dal gran peso, anche politico. Nel corso dell'anno appena iniziato, le chiamate alle urne per la carica di rettore si contano sulle dita delle mani dopo che, nel 2013, quasi un terzo delle università ha rinnovato il proprio vertice. A fare da calamita per l'attenzione generale sarà la Sapienza di Roma, uno dei più affollati atenei d'Europa. Il numero uno Luigi Frati , già in pensione da novembre, il prossimo 31 ottobre lascerà la poltrona dopo cinque anni da rettore in chiaroscuro, tra dichiarazioni difensive a favore del merito e accuse contro di lui di nepotismo. Non sarà facile sostituire il potente professore di medicina che, negli anni in cui guidava da preside la facoltà scientifica, controllava talmente tanti voti alle elezioni da essere considerato l'autentico king maker di alcuni Magnifici suoi predecessori. Chi gestirà La Sapienza dopo di lui? Anche se circolano alcuni nomi, ogni previsione è prematura perché, raccontano in università, lo stesso Frati starebbe allevando più di un delfino. Naturalmente, facendo credere a ciascuno di essere il preferito. Certo, è prevedibile una grande voglia di svolta dopo il lungo regno del rettore. Candidati non ne mancheranno. Ma elezioni importanti sono attese anche nei principali atenei di Napoli, dalla Federico li, dove termina il mandato l'economista Massimo Marrelli, alla Seconda università, guidata in questi anni dal farmacologo Francesco Rossi, che dovrà dire addio al recente incarico di vice presidente della Crui dove ha preso il posto di Corrado Petrocelli (Bari). Al Nord, nel corso del 2014, giungeranno al termine le gestioni di Giacomo Deferrari a Genova e di Carlo Carraro alla Ca' Foscari di Venezia. Ultimi mesi anche per il combattivo Attilio Mastino di Sassari. Nel 2010, si era opposto pubblicamente alla riforma Gelmini, tentando poi invano la corsa al vertice della Crui. Mondo Universitario Pagina 15 NON TOCCATE QUEI BARONI Finora i ministri della Pubblica istruzione erano stati attaccati dagli studenti, ma nei confronti di Maria Chiara Carrozza, ex rettore della Scuola Sant 'Anna di Pisa, i detrattori sono i baroni over 60 dell ' università . Pare infatti non abbiano apprezzato le sue parole sui docenti che a 70 anni dovrebbero andare in pensione e lasciare la cattedra ai giovani. «Su Twitter mi stanno scrivendo di tutto», ha confidato con amarezza la ministra. «E perché mai dovremmo andare in pensione a 70 anni», si irritano invece diversi baroni sui social network , «quando la nostra aspettativa era di andarci a 75?». M. La. Mondo Universitario Pagina 16 Scenario 2014 Le previsioni per l'economia di alcuni opinion makers globali . In esclusiva per il nostro giornale IL G IRO D E L MON IN OTTO LEADER COVERSTORY di Bill Gates * Il dipartimento di biotecnologia dell'India e la Bharat biotech 44 hanno un piano per portare sul mercato un antidoto al rotavirus. Filantropia La lezione dei nuovi campioni del settore farmaceutico La rivoluzione Bric dei vaccini low cost I vaccini possono fare miracoli. Evitano lo scatenarsi delle malattie, il che è meglio che doverle curare dopo che hanno colpito. Sono anche relativamente poco costosi e facili da somministrare. E ciononostante milioni di bambini non li ricevono. Ho sempre trovato stupefacente questa cruda realtà. Quando abbiamo dato vita alla Fondazione Gates quasi 15 anni fa, immaginavamo che tutte le misure ovvie fossero già state prese e che avremmo dovuto perseguire le soluzioni costose e sperimentali. E invece portare i vaccini basilari resta una delle nostre priorità. Guardando avanti al 2014, sono più ottimista che mai sui progressi che possiamo compiere usando il potere dei vaccini per dare ai bambini, ovunque vivano, l'opportunità di iniziare il loro percorso di vita nel modo migliore, in salute. Abbiamo nuove risorse da donatori generosi di tutto il mondo. Stiamo sviluppando nuovi vaccini ancora più efficaci per proteggere i bambini da malattie letali. E stiamo trovando vie innovative per somministrarli, specialmente nelle aree più remote e difficili da raggiungere. Uno degli sviluppi più entusiasmanti, di cui non si parla molto all'interno di questa crociata per dare a tutti i bambini accesso all'immunizzazione, è il ruolo crescente dei fornitori di vaccini dei Paesi emergenti. Paesi come il Brasile, la Cina e l'India hanno dovuto affrontare molti problemi sanitari e di sviluppo al loro interno e hanno compiuto eccezionali progressi. Ora stanno usando l'esperienza e le competenze tecniche accumulate per aiutare altri Paesi a compiere progressi simili. Probabilmente non avete mai sentito Mondo Universitario Enrico Letta vuole tornare ai fondamentali. Il francese Ayrault lavora a un nuovo modello di solidarietà sostenibile. In Giappone, Shinzo Abe ha un piano per riattivare i consumi con salari più atti. Mentre per Rohani (Iran) sarà ancora l'anno della diplomazia. Lagarde (Fmi) prevede una crescita globale al 3,6%. Il Nobel Stiglitz chiede di curare quello che chiama il grande malessere. Bili Gates parla dei vaccini low cost. E George Soros mette sotto la lente i nuovi equilibri della geopolitica. (Copyright: Project Syndicate) nominare le aziende farmaceutiche Serum institute of India, Bharat biotech, Biological E, China national biotec group, Bio-manguinhos, per dirne solo alcune, che sono diventate alcuni dei nostri partner più validi nella campagna in difesa della salute globale. Mettendo a frutto lo stesso spirito innovativo che ha Mr Microsoft Dai bit alla salute Quella vocazione di un miliardario II primo accesso a un computer Bili Gates l'ebbe a 13 anni. Poi a 17 anni scrisse il suo primo software insieme a Paul Allen, un compagno di scuola con cui tre anni più tardi fondò Microsoft: era il 1975. All'inizio degli anni '80 l'azienda di Seattle realizzò il sistema operativo per i nuovi pc dell'ibm, Ms-Dos, che si sarebbe successivamente evoluto nell'interfaccia di Windows. Nel frattempo le strade dei due amici si dovevano separare. Nel '94, a 38 anni, il signor Microsoft sposava una sua dipendente, Melinda, che gli avrebbe dato in seguito tre figli. E con lei nel 2000 creava un'omonima Fondazione per impegnarsi nelle grandi cause umanitarie come la lotta all'Aids nel Terzo mondo. Trasformatosi negli anni della maturità nel profeta di un capitalismo creativo, in cui la tecnologia non risponde solo alla logica dei profitto, ma serve a portare sviluppo e benessere, Gates è dal '96 l'uomo più ricco dei mondo. E dal 2008, a 52 anni, ha anche rinunciato alla gestione operativa della sua azienda per dedicarsi a tempo pieno alla Fondazione. S.O. trasformato i mercati emergenti in poli produttivi di qualunque bene, dalle macchine ai computer, queste aziende sono diventate leader nel fornire al mondo vaccini di alta qualità e a basso costo. L'accresciuta concorrenza e i nuovi approcci alla produzione portati da queste aziende hanno reso possibile proteggere un bambino contro otto gravi malattie, tra cui il tetano, la pertosse, la poliomielite e la tubercolosi, con meno di 30 dollari. Il Serum institute produce un maggior volume di vaccini di qualunque altra azienda al mondo e ha svolto un ruolo cruciale nel ridurre i costi e potenziare i volumi. Grazie agli sforzi di questi fornitori e alla loro stretta collaborazione con la Gavi Alliance, alle multinazionali produttrici di vaccini e ai donatori internazionali, vengono immunizzati più di 100 milioni di bambini ogni anno, più di quanto si sia mai ottenuto finora. Man mano che più fornitori entreranno sul mercato e stimoleranno la concorrenza con innovative tecniche di produzione, i prezzi probabilmente scenderanno ancora di più. Considerate i progressi ottenuti con il vaccino pentavalente, che davvero salva la vita perché protegge i bambini dalla difterite, dal tetano, dalla pertosse, dall'epatite B e dall'Hib (Haemophilus influenza tipo B), tutto in una somministrazione. Quando la Gavi alliance lo ha introdotto per la prima volta nel 2001, c'era un solo fornitore per questo vaccino e il costo era di 3,50 Pagina 17 La partnership tra il Serum institute indiano e la SynCo bio partners olandese riuscirà a proteggere con soluzioni a prezzo contenuto più di 450 milioni di persone dalla meningite Brasile, Cina e India, mettendo a frutto lo spirito che ha trasformato questi mercati emergenti in grandi poli produttivi, oggi sono leader nella profilassi a basso costo dollari per dose. Con l'aumento della domanda, la Gavi ha incoraggiato altri fornitori a entrare sul mercato e il prezzo è sceso. Oggi esistono cinque fornitori e la Biological E, azienda farmaceutica indiana, ha annunciato a inizio anno che metterà in vendita il vaccino pentavalente per soli 1,19 dollari per dose. Abbiamo visto anche importanti Paesi emergenti investire in tecnologie biomediche per fornire nuovi vaccini ai Paesi in via di sviluppo. Il dipartimento di Biotecnologia dell'India e la Bharat biotech hanno annunciato quest'anno un progetto per portare sul mercato un nuovo vaccino contro il rotavirus, che uccide centinaia di migliaia di bambini, a un dollaro per dose, un prezzo molto inferiore rispetto ai vaccini esistenti. Allo stesso modo, un'azienda biotech cinese ha ottenuto a ottobre • Mondo Universitario l'approvazione dell'Organizzazione mondiale della sanità per portare al mercato un vaccino migliorato che protegge i bambini contro l'encefalite giapponese. Lo stesso mese, il primo centro di ricerca e sviluppo biomedico del Brasile, il Bio-manguinhos, in partnership con la Fondazione Gates, ha annunciato l'intenzione di produrre un vaccino combinato contro morbillo e rosolia. Quando ho cominciato a occuparmi di salute globale, più di 15 anni fa, questi tipi di annunci erano rari. Il settore dei vaccini era dominato da una manciata di multinazionali farmaceutiche con sede nei Paesi ricchi e l'intera industria soffriva per la mancanza di concorrenza. Oggi le aziende dei Paesi emergenti producono circa il 50% dei vaccini che vengono acquistati dalle agenzie delle Nazioni 0 Unite per essere usati nei Paesi in via di sviluppo, contro appena il 10% nel 1997. Il contributo dei produttori di vaccini dei Paesi emergenti spesso complementa il lavoro delle loro controparti nei Paesi sviluppati. Anzi, alcune delle idee più innovative sono arrivate dai loro sforzi congiunti. La Fondazione Gates ha dato sostegno a un'importante partnership tra il Serum institute dell'India e la SynCo bio partners, produttore di vaccini olandese, per la produzione di un vaccino low-cost per proteggere più di 450 milioni di persone in Africa dalla meningite. Quest'anno la Biological E ha annunciato due importanti alleanze con delle multinazionali dei vaccini. Una partnership congiunta con la GlaxoSmithKine produrrà un vaccino sei-in-uno che proteggerà i bambini dalla polio e da altre malattie infettive; un'altra, con la Novartis, produrrà due vaccini che proteggeranno milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo dalla febbre tifoide e paratifoide. Nonostante tutti questi progressi, occorre fare di più per raggiungere i 22 milioni di bambini, la maggior parte nei Paesi più poveri, che non hanno accesso ai vaccini che possono salvar loro la vita. Senza protezione da malattie letali come morbillo, polmonite e rotavirus, a molti di questi bambini viene negata la possibilità di crescere sani, di andare a scuola e vivere delle vite produttive. Anche i loro Paesi perdono: le malattie privano i Paesi poveri dell'energia e del talento delle loro persone, fanno salire i costi delle cure e ostacolano la crescita economica. Viviamo in un mondo in cui abbiamo il potere di correggere questa ingiustizia. Possediamo il know-how per produrre vaccini efficaci, renderli economici e portarli ai bambini che ne hanno bisogno. I fornitori di vaccini dei Paesi emergenti sono un ingranaggio essenziale del meccanismo. Grazie al loro contributo, ci avviciniamo sempre di più al giorno in cui tutti i bambini potranno iniziare la loro vita in piena salute. * Bill Gates è co-chairman della Bill & Melinda Gates Foundation GA T • E S .... .... Pagina 18 PRIMO PIANO ....................................................... Imprese Parla Diana Bracco , vicepresidente di Confindustria , presidente dell'Expo e dell'omonima azienda A caccia dello sviluppo L'innovazione è fondamentale per ridare ossigeno al Paese. Ma su questo fronte il governo si è limitato a timidi segnali. L'Esposizione ? Rappresenta un driver anticiclico di crescita 44 C aro presidente Letta, il credito di imposta che ha concesso alle imprese per le attività di ricerca e sviluppo è un segnale, ma non basta. Bisogna fare di più, e molto rapidamente». Diana Bracco, numero uno dell'omonima azienda, vicepresidente di Confindustria per la R&S, presidente di Expo 2015, è combattiva. E si associa al presidente nazionale Giorgio Squinzi nel prendere le distanze da Enrico Letta, che in questo momento sostanzialmente accusa di immobilismo. Bracco, in questa intervista al Mondo parla di ciò che le sta a cuore. Un colloquio nel quale affronta gli argomenti caldi della sua triplice attività, che ruotano tutti attorno al tema della ricerca e sviluppo. d'imposta strutturale su R&I, su tutti gli investimenti non solo sull'incremento. Il credito di imposta dovrebbe essere cospicuo, e non passare attraverso le procedure burocratiche di riconoscimento e autorizzazione, ma essere uno strumento certo e automatico, una conseguenza della «dichiarazione dei redditi» aziendali. E dovrebbe durare nel tempo. Pensiamo alla Francia, che ha concesso alle imprese un credito d'imposta del 30% con un ammontare complessivo di 5,2 miliardi di euro! Grazie anche a questo è diventata il quarto Paese al mondo per esportazione di tecnologia. Domanda . Ma la recente Legge di Stabilità ha previsto per il 2014 un credito di imposta pari al 50% delle spese incrementali sostenute dalle imprese rispetto all'anno precedente. Con un ' agevolazione massima di 2,5 milioni di euro per impresa , con una spesa minima di 50 mila euro in R&S... R. Non solo. È una questione di visione. Occorre che l'intera politica economica del governo sia basata su Ricerca & Innovazione, gli unici motori in grado di assicurare al Paese un futuro di benessere e occupazione. Non si può aspettare ancora. A livello globale, infatti, quelli che erano Stati produttori e copiatori, stanno diventando innovatori a loro volta. Risposta . Non basta! La crisi globale richiede risposte forti. C'è bisogno di proseguire con il rigore ma anche di politiche espansive, politiche di crescita. L'Italia è tra le nazioni Ocse che meno investono in R&S. Se confrontiamo la percentuale di pil investita in ricerca, vediamo al top Usa, Germania, Giappone, insieme alla Scandinavia e l'Italia si colloca nella parte bassa della classifica. Investe percentualmente meno di Portogallo, Estonia, Slovenia, Cipro. Questo è inaccettabile. D. E dunque? R. Occorre anche in Italia un credito Mondo Universitario D. Insomma, è una questione di soldi? normativi e persuasivi, per indurre tutti gli Stati membri a investire sul futuro. D. La Confindustria insiste molto sull'importanza di difendere il manifatturiero in Italia... R. Non si può pensare di trasformare l'Italia in un Paese senza manifatturiero, un settore che è alla base della nostra forza e genera il 70% del pil. Certo, dobbiamo concentrarci il più possibile sulle produzioni ad alto valore aggiunto, visto che il basso è facilmente copiatile. Ma la produzione va tenuta vicino alla R&S, altrimenti non funziona. Lo hanno capito anche gli Stati Uniti, che finalmente si stanno rendendo conto che la deindustrializzazione massiccia degli anni scorsi è stata un errore. E poi, la produzione va mantenuta qui, perché qui c'è la cultura industriale. La Ricerca & Sviluppo alimenta il manifatturiero, che a sua volta è essenziale per generare crescita e occupazione. Ma senza manifatturiero, non c'è nemmeno Ricerca D. Infatti, l'Europa sta spingendo in questa direzione... R. Il governo europeo si sta muovendo bene, dimostrando di essere più avanti di tanti governi nazionali, Italia compresa. In particolare, il commissario europeo Antonio Tajani sta facendo un lavoro davvero egregio. Penso al documento Horizon 2020 (che prevede che gli investimenti in R&S siano pari al 3% del pil della Ue, cioè il doppio della percentuale italiana, pari all' 1,53%) e all'Innovation Action Plan, attraverso il quale la stessa Commissione europea ha fatto il possibile, con i suoi poteri Pagina 19 n J Protagonisti Giuseppe Sala, ceo di Expo 2015. Al centro, il commissario europeo Antonio Tajani. A sinistra, Giorgio Squinzi, numero uno degli industriali & Sviluppo. Sono intimamente legati. Per questo è importante l'obiettivo che si è posta l'Unione europea, che vuole portare il manifatturiero al 20% del pil del Vecchio continente, rispetto al 15,1% che rappresenta attualmente. Il crollo del manifatturiero che si è verificato in Italia, dove negli ultimi cinque anni si è passati dal 21% al 16% del pil, ci preoccupa davvero moltissimo. Il governo Letta ha le competenze e la capacità per invertire questo trend. D. Ma come sta andando la presidenza Squinzi? Ci sono continue voci di scontento... R. Ma quale scontento! Nel 2012, per l'elezione alla presidenza nazionale Confindustria si è divisa, ma poi, fatta la scelta, come sempre avviene si è prontamente ricompattata. Giorgio Squinzi in questi mesi ha poi fatto un grande lavoro di dialogo con la base, guadagnando un consenso universale. È riuscito a essere presente alle assemblee di centinaia di associazioni, anche le più piccole, con una resistenza alla fatica fisica veramente notevole. Una presenza che non è stata solo di facciata, ma finalizzata a un confronto vero, alla raccolta di suggerimenti e richieste che poi hanno ispirato concretamente le sue mosse da leader degli imprenditori. Ormai, tutti lo conoscono e lo apprezzano. Anche coloro che a suo tempo avevano votato Bombassei, ora fanno il tifo per lui, e persino i malumori legati al varo della Riforma Pesenti, votata peraltro all'unanimità, oggi si sono assopiti del tutto. Squinzi, come me, non è un professionista di Confindustria, e concepisce l'impegno pubblico e associativo come una missione, un servizio civile in favore della comunità. rappresenta una grande occasione per imprimere una svolta a questo Paese. L'Esposizione è anche uno straordinario attrattore di capitali stranieri, almeno un miliardo e trecentomila euro. In un momento di crisi, in cui l'Italia fatica ad attrarre investimenti, sonori sorse eccezionali. A tale riguardo, al governo Letta va riconosciuto il merito di non aver fatto mai mancare il proprio sostegno al grande progetto Expo. D. E l'Expo? R. Assolutamente no! Oltre all'indotto economico provocato dalla manifestazione in comparti come gli eventi, le infrastrutture, l'edilizia, sono in gioco partite cruciali in settori come il turismo e l'agroalimentare. Con l'Expo abbiamo un' occasione unica per rilanciare in modo strutturale il nostro turismo. Faremo in modo che chi viene dalla Cina o dalle Americhe per visitare l'Expo, vada anche in giro per il resto d'Italia, sentendo magari il desiderio di tornarci. Non ha senso che la Francia abbia 80 milioni di turisti all'anno e l'Italia appena 47. L'altro grande obiettivo strategico che possiamo raggiungere è quello di riuscire a incrementare, grazie alla vetrina del Padiglione Italia, la quota di export delle nostre grandi filiere agroalimentari. R. Mi impregna tantissimo. Da quando sono commissario per il Padiglione Italia, assorbe almeno la metà del mio tempo. Comunque si lega profondamente a tutto il resto. L'Expo infatti è per l'Italia una grande chance per ridare nuovo impulso all'occupazione e all'economia. L'Esposizione Universale è un volano anticiclico di crescita, una straordinaria opportunità per la realizzazione di quelle infrastrutture che il territorio chiede da anni e un'occasione storica di rilancio dell'immagine dell'Italia e del made in Italy nel mondo. Tra l'altro, uno dei driver fondamentali dell'Expo di Milano sarà proprio l'innovazione. Vogliamo fare del Padiglione Italia un'occasione per valorizzare la capacità innovativa delle imprese. I D. Insomma, è soddisfatta? R. I lavori adesso procedono a pieno regime, e noi abbiamo la coscienza a posto, anche se siamo in corsa contro il tempo. Noi italiani siamo così, specialisti nello sprint all'ultimo momento. L'Expo Mondo Universitario D. Addirittura ! Non le sembra di esagerare con l'ottimismo? D. Veniamo ora alla Bracco spa... R. Cresce. E lo fa grazie soprattutto ai grandi investimenti in innovazione che non abbiamo mai smesso di fare. Oggi, l'azienda investe in R&S oltre 70 milioni di euro all'anno, più del 10% del giro di affari di riferimento nell'imaging diagnostico e può contare su un patrimonio di oltre 1.500 brevetti. D. Come vede il futuro della Bracco? R. Sono fiduciosa. Abbiamo saputo reagire alla crisi attuale con una dolorosa ristrutturazione, e stiamo affrontando con tenacia la forte concorrenza a livello internazionale e la crescita dei prezzi delle materie prime. Filippo A stone Pagina 20 Scuota. Dopo il pasticcio sugli aumenti si studia la soluzione Scatti dei professori, tecnici al lavoro ROMA Un intervento normativo per "neutralizzare" la richiesta delMef direstituzione dei15o euro mensili a docenti eAta "scattati" ne12o13. Einparallelo unarapida definizione del recupero degli scatti 2012 che andranno a compensare l'aumento già finito lo scorso anno nelle buste paga dei circa 43mila professori e Ata. I tecnici del Miur accelerano per mettere in campo le misure necessarie per rendere esecutivo l'accordo politico di mercoledì a Mondo Universitario palazzo Chigi che di fatto ha sospeso le trattenute sui cedolini. L'atto d'indirizzo, firmato da Maria Chiara Carrozza, è stato inviato a Mef e Funzione pubblica; e costituiràlabaseper aprire latrattativa all'Aran coni sindacati. Il recupero degli scatti 2012 sarà finanziato in questo modo. Per la quota relativa al 2012 (circa Zoo milioni) si attingerà dal fondo per la valorizzazione della scuola, dove sono confluiti i risparmi (30%) derivanti dai tagli dell'era Gelmini. Per il 2o13, la partita vale circa 380 milioni, si pescherà dal «Mof», il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa a vantaggio degli studenti. Questo fondo è stato utilizzato anche per recuperare gli scatti 2011 (altri 380 milioni, circa), e ora (con questa nuova operazione) si ridurrà ulteriormente, a poco più di 6oo milioni. Originariamente questo fondo valeva circa 1,4 miliardi, via via depauperato per assumere docenti e per pagare scatti. Cl: T. RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 21 I bonus per ricerca e Pmi digitali a rischio nelle regioni del Nord Copertura dai fondi Ue solo per, il Mezzogiorno Il governo studia una correzione ai progranmü Carmine Fotina ROMA Un errore tecnico, una semplice svista o solo un classico esempio di mancata comunicazione tra ministeri: deve esserci una di queste ragioni all'origine di quello che potrebbe rivelarsi un clamoroso ridimensionamento di tre misure centrali del decreto D estinazíone Italia: il credito d'imposta per la ricerca, gli incentivi perla digitalizzazione delle Pmi, il bonus per l'acquisto di libri. Perilprovvedimento, che ieri ha debuttato in commissione alla Camera con le relazioni introduttive, si tratta di un'inaspettata e pesante incognita. Il decreto prevede di coprire le tre misure citate con fondi strutturali del Programma operativo gestito dallo Sviluppo economico, ma c'èunproblema labozzadell'accordo di partenariato sulla nuova programmazione 2014-2020, presentata a dicembre dal ministro della Coesione territoriale Carló Trigilia, almeno per oraindica chiaramente che il programma in questione riguarda solo «le regioni in transizione e meno sviluppate». In parole povere, ibonus per ricerca, digitale elibrisiapplicherebbero esclusivamente alle regioni del Mezzogiorno (Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Si apre così un vero problema di copertura, sul quale da qualchegiornohanno iniziato ainterrogarsi anche a Palazzo Chigi, al ministero dello Sviluppo economico e agli altri dicasteri interessati, come il Miur e i B eni cultura- Mondo Universitario li. Che fare? Lo Sviluppo economico si muoverà per ottenere un'estensione del programma al Nord, anche perché l'alternativa - chiedere alle Regioni escluse di impiegare risorse dei loro programmi - appare obiettivamente Roco percorribile. E il caso di ricordare che ingioco ci sono pezzi importantidel decreto. Il provvedimento prevede che il credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo TEMPI LU __ ' In bilico anche il credito d'imposta per la lettura Potrebbero servire mesi perii via libera europeo e l'entrata a regime delle misure Il renziano Gutgeld alprimo «test» D estinazioneItalia sarà un primo test delle idee economiche diRenzi & Co. Y oram Gutgeld, consigliere economico del neosegretario Pd, è uno dei due relatori alla Camera. Insieme a Raffaello Vignali (Ncd) avrà il compito di migliorare un testo ampiamente perfettibile. E dovrà anche gestire il tourbillon di pressioni, a partire da quelle dei carrozzieri chegià preannunciano mobilitazione contro ilpacchetto sull'Rc auto. vengacoperto da6oo milionicom plessivi per il 2014 2016. Una dote che può arrivare al massimo a 5o milioni dovrebbe andare invece al credito d'impostaperl'acquisto di libri(esclusiglie-book). E poi c'è il capitolo digitale: daifondi strutturali del programma dello, Sviluppo bisognerebbe reperire anche i ioo milioniper ivoucher daiomilaeuro destinati alle Pmi cheinvestono in Ict e le risorse per il credito d'imposta destinato alle aziendeche passano allabandaultralarga (in questo caso il plafond sarebbe da definire). Uscire da questo apparente vicolo cieco non è impossibile ma richiederà tempo. La bozza sulla programmazione 2014-2020 indica che i programmi "Ricercaelnnovazione" e "Imprese eCompetitività",dai qualibisognerebbe attingerele risorse, operano solo nelle regioni del Sud. Lo stesso testo tuttavia lascia qualche spiraglio specificando che il dos sier non è chiuso e che «la definizione dei programmi operativi è ancora in corso». Si potrà correreairipari,poisidovràformalizzare lo schema dei vari programmi alla Commissione europea, ottenere ilvia libera esolo allora le misure finanziate conifondi strutturali avranno una'copertura certa Potrebbeservire quasiunanno, se-_ condo le stime più pessimistiche, perché gli interventi, che necessitano anche diregolamenti attuativi, vadanoaregime. Epartito conquest'ipotecal'iter del decreto alla C amera Oggiilprimo ciclo di audizioni, con Confindustria, Ice, Gse e Confedilizia @CFotina 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 22 L'andamento LA PRESSIONE FISCALE IL RAPPORTO DEFICIT/PIL Dati cumulati I trim. 2010-III trim. 2013 - Valori % 2011 2010 I II III IV I Mondo Universitario II Dati cumulati I trim. 2010-III trim. 2013 - Valori % 2012 III IV 1 II 2013 III IV I II III 2011 2010 I II III IV I II 2013 2012 III IV I II III IV T II III Pagina 23 UNIVERSITÀ Calvani: Psicologia a numero chiuso Numero chiuso nelle facoltà di Psicologia. Lo chiede Roberto Calvani, neo presidente dell'Ordine degli psicologi del Friuli-Venezia Giulia, convinto che istituire il numero programmato per l'accesso ai corsi universitari di Psicologia sia l'unica arma per non creare laureati disoccupati. «A fronte di un fabbisogno nazionale di5oo psicologispiega - ci sono 15mila laureati all'anno». Mondo Universitario Pagina 24 1{. l'Università di Udine revoca a Vannoni l'incarico di docente caso GRAZIA LONGO F n :1A hissà come si difenderà questa volta il professor Davide C Vannoni. E, soprattutto, chissà perché - proprio lui che tanto ci tiene ad essere «trasparente» - sul suo profilo Facebook continua a definirsi «Professore associato Università di Udine». Eh si, perché quell'incarico non esiste più. L'Ateneo statale friulano lo ha infatti informato, attraverso una lettera, che «il suo ruolo universitario non è più compatibile con le altre sue attività, a partire dalla presidenza di Stamina Foundation». Il patron delle cure staminali che si sente «vittima delle lobby dei farmaci, della burocrazia e della politica» non deve certo aver molto gradito quelle considerazioni, ma non s'è comunque perso T RASFERI M ENTO Ora insegna in un ateneo che svolge l'attività didattica solo su internet d'animo e ha già trovato un altro lavoro didattico. Dallo scorso novembre, ha infatti deciso di trasferirsi all'Università telematica di Roma Niccolò Cusano. Lezioni online, insomma. Con tutto il rispetto dovuto alla formazione universitaria sul web, ma che è tuttavia diversa da quella dell'Università Statale di Udine. Nato a Torino 47 anni fa, Vannoni si è laureato in Lettere e Filosofia. Gentile e disponibile con i pazienti non disdegna comunque d'esser chiamato professore. Basterebbe non nascondere la verità. L'ennesima bugia - insieme a tutte quelle altre che per il procuratore Raffaele Guariniello costituiscono il capo d'accusa di associazione a delinquere per truffa e somministrazione pericolosa di farmaci - o un banale peccato di vanità? Chi abbiamo di fronte? Un guru o uno scienziato incompreso? Un guaritore o un truffatore? Centinaia di famiglie non vedono l'ora che un loro figlio, marito, padre gravemente malato possa accedere alle cure staminali di Vannoni. Ma ce ne sono anche dieci che lo hanno denunciato ai magistrati e ai carabinieri del Nas di Torino. Tra questi anche la mamma di Simona (il nome è di fantasia, il suo dolore no), 11 anni, incapace di muoversi per una paralisi cerebrale infantile. Questa mamma, anni fa, all'inizio della «cura» difendeva il «professore». Oggi lo ha denunciato e ha raccontato di aver consegnato a una società riconducibile a Vannoni 40 mila euro in cambio di un miracolo mai avverato. Quante illusioni perdute. Vannoni ha pubblicamente negato di aver preso i 40 mila euro da questa madre. Oratore indiscusso, durante un primo interrogatorio di fronte a Guariniello ha scelto di avvalersi della «facoltà di non rispondere». A giorni questa inchiesta verrà chiusa e con molta probabilità verrà chiesto il suo rinvio a giudizio. Ieri, intanto, dopo che l'Aifa ha diffidato gli Spedali civili di Brescia a prelevare e a trasportare i preparati cellulari del metodo Stamina, il suo fondatore ha reagito alla solita maniera. «Siamo di fronte a una caccia alle streghe - ha stigmatizzato Davide Vannoni -. L'Aifa ha paura di sapere cosa viene iniettato ai pazienti». Il professore, come da copione, è ancora una volta a caccia della verità. Salvo poi dimenticare di mettere ordine tra i suoi incarichi universitari. Davide Vannoni Mondo Universitario Pagina 25 I PRIMI A SOLLEVARE IL PROBLEMA DEL«GRADE INFLATION» SONO STATI 1 DOCENTI DI HARVARA, MA 130 NON VOLANO SOLO LI,,, LA PROTESTA DEI PROF: GLI ATENEI D'ORO «REGALANO» I VOTI di Alessandro Carlini i sono molti geni o c'è qualcosa che non quadra ad Harvard. L'università della élite americana è stata infatti criticata dai suoi stessi professori a causa della media di voti troppi alti che vengono (lati, e forse «ragalati», agli studenti. Come si legge sul Boston Globe, in una recente riunione del Senato accademico, Harvey Mansfield, da decenni professore di scienze politiche nel famoso ateneo, ha tuonato: «Stiamo ingannando i nostri studenti». Mansfield lia «denunciato» it fatto che il voto medio di Harvard è «A-», l'equivalente di un 28 in Italia, Il luminare è stato però corretto da tiri collega: il voto medio non è un «A-» ma un «A» tondo tondo. Insomma vengono distribuiti 30 a molti studenti. Gli americani hanno perfino coniato uri termine per questo fenonne- Mondo Universitario no: si chiama «grafie inflation», inflazione (lei voti. Per questo motivo, Mansfield ha creato un metodo di valutazione tutto suo, basato su due voti: uno di questi è il giudizio reale, l'altro, quello ufficiale, che finisce su] libretto. Sembra che però gli studenti dell'ateneo non siano d'accordo. «Non ci credo» ha detto Connor Mangan, che frequenta i corsi di neurobiologia «è molto dif>icile pl•en(lere un A in ogni corso». Come lui la pensano i suoi compagni elio faticano non poco per tenere i ritmi di un ateneo che si propone di ci-care la futura classe dirigente. Harvard non è però la sola università della Ivy League che si sta ponendo il problema: anche Yale e Princeton Hanno avviato tura revisione (lei metri di giudizio (li quiz e esarni. E l'ateneo dove questa pratica risulta più diffusa è quello di Canibridge, Massaclnisetts. n Pagina 26 Tesis 1 . 500 soro di premio alle migliori Mondo Universitario (I.co.) C'è tempo fino al 31 luglio per partecipare al concorso per un premio di tesi da 1500 euro, bandito dalla Liuc e finanziato da Creden. Destinatari i laureati dell'ateneo di Castellanza tra il luglio 2012 e 2014. In palio anche uno stage. Pagina 27 Silvio Garattini L'affaire Vannoni kUn paese normale non ha Statuina Come si fa a passare da un'idea a un prodotto farmaceutico? La strada è lunga e complessa. Si calcola che in media siano necessari almeno 10 anni e che il conto assommi a parecchie centinaia di milioni di curo. Infatti, così come "non tutte le ciambelle riescono col buco", anche per i farmaci il tasso di insuccessi è molto alto e perciò spesso si deve ritornare al punto di partenza. Supponiamo comunque di seguire un'idea che ha successo, ad esempio per una malattia rara. L'ipotesi è quella più semplice e cioè che la malattia sia dovuta alla mutazione di un gene che comporti la sintesi di una proteina che non svolga la sua funzione normale e che questa a sua volta determini una ridotta o insufficiente attività di un certo numero di neuroni. Poiché esiste l'ipotesi che le cellule staminali di origine diversa possano trasformarsi in neuroni, è interessante tentare di usare cellule staminali per sostituire i neuroni che non funzionano. La prima cosa è quella di coltivare le cellule staminali in vitro e trovare le condizioni adatte alla loro trasformazione in cellule neuronali. Dopodichè si deve passare a studi in vivo sviluppando un modello animale che, a causa della mutazione della malattia da curare, abbia sintomi simili a quelli che si osservano nell'uomo. Al modello si somministreranno le cellule per osservare se i sintomi regrediscano o comunque migliorino. Se tutto va bene, ma sarebbe un caso eccezionale, si dovrà comunque stabilire che l'effetto delle cellule sia riproducibile nel tempo e cioè che la produzione di cellule stami- Sanità Una terapia segreta. Di cui non si sa nulla. Se monta la polemica è colpa della politica che non sa dire no agli stregoni nali sia eguale per coltivazioni fatte in tempi diversi. Si dovrà poi stabilire qual è il numero adeguato di cellule per ottenere un risultato ottimale e quante volte sia necessario somministrarle. Inoltre, si deve stabilire se i benefici ottenuti in una direzione si accompagnino a tossicità in altri tessuti e organi, tenendo conto che non è ancora escluso che le cellule staminali non si trasformino nel tempo in cellule tumorali. A questo punto, in caso positivo, tutto è pronto per passare alla sperimentazione umana e perciò bisognerà mettere a punto la coltivazione delle cellule staminali umane, ma per far questo occorrono due passaggi importanti: il primo è quello di costruire una cell factory (fabbrica di cellule) che ha una serie di complessi requisiti che devono essere controllati e approvati dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco); il secondo è il controllo del prodotto, cioè delle cellule, che deve essere eseguito dagli stessi enti. Dopo altri controlli tossicologici, microbiologici e virali si è pronti per iniziare la sperimentazione che si deve basare su una premessa che riassuma tutto quanto è stato fatto a giustificazione dell'ipotesi di sperimentazione clinica e su un protocollo dettagliato che stabilisca come deve essere condotto l'esperimento. Tutte queste regole, che valgono per tutti i farmaci, non sono il frutto delle elucubrazioni di un gruppo di burocrati che vogliono complicare la vita, ma il risultato di decenni di miglioramenti della qualità della sperimentazione per proteggere la salute e i diritti degli ammalati. Quanto di tutto ciò è stato fatto da Statuina per giustificare la sperimentazione richiesta - senza alcuna competenza scientifica - da parte del Parlamento? Nulla! È chiaro perciò che la commissione istituita dal ministro della Salute che doveva valutare il protocollo non potesse che esprimere un parere completamente negativo. Per ragioni formali ilTar del Lazio ha rigettato il provvedimento, ma qualsiasi altra commissione non potrà che giungere alle stesse conclusioni, dato che manca qualsiasi presupposto per poter autorizzare un protocollo, che peraltro viene mantenuto segreto, come pure inspiegabilmente si continua a mantenere segreto il rapporto della commissione. Alla faccia della trasparenza che tutti invocano! Tuttavia, si dice: ma, in fondo, si chiede un trattamento "compassionevole". Il termine compassionevole non è lasciato alla libera interpretazione, ma è ben definito. Un prodotto può essere oggetto di uso compassionevole in casi eccezionali, quando cioè sia stato già sottoposto con successo a una sperimentazione nelle more di un'autorizzazione dell'ente regolatorio. In altre parole, il prodotto deve avere già dimostrato un Pagina 28 DAVIDE VANNONI, PATRON DI STAMINA, CONI PAZIENTI CHE CHIEDONO LA SUA TERAPIA E MANIFESTANO DAVANTI A MONTECITORIO rapporto benefici-rischi favorevole e il produttore deve aver già depositato una domanda di autorizzazione per quel nuovo impiego clinico. Il che non è assolutamente il caso di Stamina. Purtroppo tutta la storia di Stamina che dura da qualche anno è il frutto di disinformazione: si strumentalizza la disperazione delle famiglie che hanno un bambino affetto da una malattia incurabile e l'emotività dell'opinione pubblica che è inevitabilmente orientata a sperare che le cellule staminali abbiano successo. Purtroppo le cellule staminali sono state ampiamente e colpevolmente pubblicizzate come panacea universale anche da molti ricercatori, oltre che ovviamente dai soliti profittatori. È sorprendente tuttavia come non si possa ragionare con un po' di buon senso. Anzitutto, come si può Sanità pensare che un prodotto possa essere attivo su tutte le malattie più disparate? In un'epoca in cui la ricerca stabilisce che i pazienti con la stessa malattia debbano avere trattamenti diversi perché ciò che appare con sintomi analoghi può essere frutto di cause diverse, come è possibile sperare ancora in un rimedio universale? Sembra di essere tornati indietro nel tempo all'epoca degli elisir! In secondo luogo, com'è possibile che, a parte quanto accade in Paesi con scarse regole etiche, il problema si ponga solo in Italia? Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, per citare solo alcuni Paesi industrializzati, non solo non vogliono avere a disposizione le cellule di Stamina, ma ridono della nostra creduloneria. Se ci fosse un briciolo di razionalità, si potrebbe riflettere sul fatto assai singola- re che siano solo gli italiani a pretendere questo prodotto. In terzo luogo, non esiste farmaco in circolazione di cui non sia nota la composizione, mentre la preparazione di Stamina è segreta e continua a rimanere tale, perché la richiesta di brevetto è stata rigettata dagli Stati Uniti, mentre è stato appurato che la composizione dei prodotti Stamina è una miscela mal definita di cellule e detriti. Infine, è mai possibile che tutti i ricercatori italiani e stranieri, specialisti del settore, siano contrari a Stamina per partito preso come se non avessero a cuore l'interesse degli ammalati? Forse queste considerazioni possono essere utili per evitare che dopo Di Bella, lo scorpione azzurro e Stamina arrivino altre ciarlatanerie che pretendono senza alcuna base scientifica una sperimentazione clinica. Pagina 29 influenza: crescono 't casi, più colpiti i bambini sotto 't cinque anni È iniziata l'epidemia dell'influenza : secondo l' ultimo bollettino settimanale della rete di sorveglianza Influnet, coordinata dall'istituto superiore di sanità (iss), in varie regioni è stato superato il valore di soglia di 2,37 casi per mille assistiti, che indica appunto l'inizio del periodoepidemico . I più colpiti sono, al momento, i bambini sotto i 5 annidi età. Complessivamente , il numero di casi di influenza Sanità stimati nell'ultima settimana è pari a circa 139.000, per un totale , dall'inizio della sorveglianza Influnet nel mese di ottobre, di circa 823.000 casi. il picco, avvertono gli esperti, è previsto perla fine di gennaio : «A questo punto afferma Stefania Salmaso , direttore del Centro di epidemiologia e sorveglianza dell'iss - inizia ad essere tardi per vaccinarsi ; per chi lo volesse ancora fare, l'invito - conclude - è di provvedere molto rapidamente. Questi sono gli ultimi giorni per potersi vaccinare». Pagina 30 Medicina II comitato etico della Fondazione Veronesi: è crudele che a un gruppo di pazienti non sia somministrato il trattamento efficace «Immorali i test di nuovi farmaci su malati scelti a caso» ROMA - «Basta giocare a dadi con i pazienti». Potrebbe avere questo titolo il parere del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi sul tema della randomizzazione, il metodo utilizzato per sperimentare nuove terapie. I malati vengono assegnati casualmente, tirando a sorte, a due distinti gruppi. I primi prendono i nuovi farmaci, potenzialmente e quasi sempre più efficaci dei trattamenti standard, somministrati al secondo gruppo. Se non esiste una cura il confronto avviene con il placebo oppure nessun trattamento. Un sistema «crudele» dal punto di vista morale, eppure universalmente riconosciuto dai ricercatori come il più valido per testare le molecole in- Le novative. Venne utilizzato per la prima volta nel 1946 e da allora gli elementi portanti non sono cambiati. Il documento verrà approvato oggi dal Comitato nato due anni fa, primo presidente Giu- Scienziato Umberto Veronesi, 88 anni, oncologo, è stato ministro della Sanità reclutate ROVERETO (Trento) - Vuoi fare la «cavia» in un esperimento scientifico? Proponiti su Facebook. La singolare l'iniziativa è degli studenti e ricercatori del dipartimento di Scienze cognitive dell'Università di Trento, con sedi a Mattarello e Rovereto che, in mancanza di volontari per la ricerca scientifica, hanno creato un gruppo su Facebook. Lo scopo? Sanità liano Amato, ora guidato dalla bioeticista, responsabile della sezione romana dell'istituto di tecnologie biomediche al Cnr, Cinzia Caporale. È il primo lavoro del genere in Italia e mette nero su bianco una criticità dibattuta in tutto il mondo. Le conclusioni: «La riflessione bioetica non può trascurare o liquidare la controversia morale che emerge dai modelli random largamente in uso scrive il Comitato -. Anche la consapevolezza che questi problemi esistono e che occorre tentare di trovare nuove soluzioni almeno parziali costituisce un obiettivo con profonda valenza morale da porre all'attenzione dei medici sperimentator ». In altre parole un invito a ripensare, a valutare se esi- ace - k Reclutare volontari. Si chiama «Bacheca esperimenti» e le ricerche sono le più disparate: persone destrimani, donne di madrelingua italiana per un questionario sulle relazioni sociali, oppure soggetti per una inchiesta salute e benessere. Offrirsi come «cavie» può aiutare la ricerca. Remunerati. © RIPRODUZIONE RISERVATA stono alternative, riequilibrando il rapporto tra scientificità e tutela dei pazienti. Cinzia Caporale, coordinatrice di esperti di diversa estrazione (tra gli altri l'ex ministro Paola Severino, il biologo dello sviluppo Carlo Alberto Redi, il filosofo della scienza Telmo Pievani, il sociologo Domenico De Masi e Marcelo Sanchez Sorondo, dell'Accademia pontificia delle Scienze, molto vicino a papa Francesco) mette in conto le reazioni: «Non era mai accaduto che un organismo così autorevole e intellettualmente libero come la Fondazione creata da una figura come Veronesi, dove la bussola è la ricerca, ponesse in modo esplicito un tema grave,la casualità nella sperimentazione. È un grande dilemma: salvaguardare il metodo e allo stesso tempo gli individui, da non considerare come mezzo ma come fine». Il rischio è che il paziente assegnato per estrazione al gruppo della terapia tradizionale perda opportunità di cura. Così vengono formulati suggerimenti per «mitigare l'impatto etico delle tecniche random». Tra l'altro il migliore utilizzo delle banche dati, tempestività nell'interruzione degli studi sperimentali, modelli biostatistici innovativi, evitare il ricorso al placebo. Redi insiste: «Bisogna rivisitare il sistema ad esempio abbassando dal 95% al 9o%o la soglia indicata per dichiarare efficace una terapia». Margherita De Bac [email protected] Pagina 31 Scatti ai prof, ci rimette la scuola Taglio del 30% aifondi, alla Toscana solo 25 min: addio a corsi e laboratori MARIO NERI LA RETROMARCIA del governo sugli scatti di anzianità è «un atto dovuto», malasoluzionepernon togliere 150 euro dalle buste paga degli insegnanti, ai custodie al personale amministrativo «non può essere un'operazione di pirateria politica e contrattuale», protestaAlessandro Rapezzi, segretario toscano della Cgil Scuola, davanti alla prefettura fiorentina, dove ieri il sindacato si èriunito in presidio. Eppure è quello che si profila anche in Toscana: per salvaguardare i diritti dei docenti si sacrificheranno quelli degli studenti. E non è solo un'ipotesi. Sia il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni che il sottosegretario all'Istruzione Gian Luca Galletti l'hanno confermato: la copertura per pagare l'aumento di stipendio amaestri eprofverràtrovataattingendo alfondo diistituto. Per le scuole toscane potrebbe significare un ulteriore taglio del30% sul budget che ogni anno il Miur affida ai presidi. «Ulteriore, sì - spiega Rapezzi - è già successo a fine 2012: il governo Monti presentò un piano ai sindacati che prevedeva di recuperare le risorse decurtandole dal fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. Firmarono tutti aparte noie i Cobas». In Italiail fondo passò da 1,3 miliardi a 910 milioni. Le 500 scuole toscane- che godevano di un totale di 50 milioni - rinunciarono a 15 milioni. Se si realizzasse anche la sforbiciata ipotizzata dal governo Letta, i bilanci scolastici perderebbero altri 10 milioni. In 2 anni presidi si ritroverebbero in cassa la metà dei soldi. «L'anno scorso sono saltate gite, laboratori teatrali, progetti particolari dice Laura Chirici, dirigente dell'Istituto comprensivo di Calenzano - adesso ci troveremo costretti a fare scelte dolorose». «Non riusciremo a pagare i docenti che svolgono i corsi direcupero, le lezioni di lingua straniera. Perfino i corsi di alfabetizzazione per gli immigrati e quelli per le fasce deboli verranno ridotti all'osso», confessaEdaBru- Segnalazioni ni, preside del Beato Angelico. Entrambe sanno che le polemiche di questi giorni sono «frutto di ipocrisia», dice Rapezzi. «La Carrozza - spiega - non può far finta di nulla, ne era a conoscenza. A inizio dicembre il Miur ha inviato alle scuole una circolare in cui comunicava che, in via cautelativa, concedeva solo il 50% del Fis assegnato nel 2012». La Cgil è netta: «Dalla scuola italiana non si può più togliere un euro. Prima dipensare alle riformasi pensi aristabilire lanormalità», conclude Rapezzi. E senza inversioni di rotta, promette, «sarà sciopero». In più «ogni settimana saremo dal prefetto a parlare di un problema della scuola: mancanza di custodi, classi pollai, assunzioni». Del resto, ifronti aperti sono molti. Mille supplenti toscani, adesempio, sono ancora in attesa degli stipendi. « È tutto da verificare - frena Cristina Zini della Cisl - non è detto si tratti di tagli, finora i pattiprevedevano chepergliscatti si sarebbero usati i risparmi, soldi del Fis non investiti da alcune scuole». Solo che quelli ammontano a 120 milioni, per pagare i prof ne servono altri 270. S, atti ai nrof, ci rimetti, ha K uol.i Pagina 32