www.acitorino.it Ac news Poste Italiane - Spedizione in a.p.-45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - D.C./D.C.I. Torino 1,00 euro Dicembre 2004 - n. 5 Sotto l’albero punti patente e sconto benzina Traffico: il Sindaco risponde alle proposte dell’A.C. Torino Natale: le luci in città, come fare regali senza uscire da casa e le feste di una volta Motori: le auto “sfiziose” e la guida d’inverno Viaggi: fine anno in giro per l’Europa ADALBERTO LUCCA, DIRETTORE RESPONSABILE PIERO SORIA, IDEAZIONE E COORDINAMENTO www.acitorino.it Ac news 1,00 euro NOTIZIARIO PER I SOCI dell’Automobile Club di Torino (autorizzazione del tribunale di Torino 3592 del 2/12/1985). Pubblicazione di informazione. Abbonamento riservato ai Soci. Editrice: Edit-Data S. Francesco s.r.l., via Giolitti 15 tel. 57.79.288/9 - Direzione, Redazione: via Giolitti 15 - tel. 57.79.213 - Composizione, Stampa: G. Canale & C. S.p.A. - Torino - Pubblicità: All-Media, corso Siracusa 152 - tel. (011) 311.90.90. Dicembre 2004 - n. 5 In questo numero 3 PIERGIORGIO RE 25 GIANNI ROGLIATTI • Tante novità sotto l’albero 4 ADALBERTO LUCCA NOTIZIE ACI 26 CRISTIANO CHIAVEGATO LUCIANO BORGHESAN 28 MARGHERITA OGGERO NOTIZIE ACI 29 BRUNO QUARANTA 32 • Convenzioni per i Soci 13 NOTIZIE ACI PIERO BIANCO • L’auto “sfiziosa” ALESSANDRA COMAZZI • Le feste davanti alla tv 49 FERDINANDO ALBERTAZZI • Le fiabe per i piccolini 51 MAURIZIO TERNAVASIO • Il presepe dell’Annunziata • Arturo Brachetti: grazie a Maria Ausiliatrice GIORGIO RICATTO 54 • Natale in Europa 36 RENATO SCAGLIOLA • Show your card 18 48 • Torino di Natale accesa • Il Sindaco risponde alle proposte dell’Ac Torino 12 • Un clic sotto l’albero • I nuovi boss della Formula Uno • Buon distributore 8 EDOARDO ARPAIA • Guida d’Inverno • Punti patente: corso gratis per i Soci 5 45 • I Natali di una volta 43 ANNA MASERA • I regali per e-mail ANGELO CAROLI • Juve e la ciliegina d’oro 57 MARIA LUISA TIBONE • Luigi Palma, l’uomo che organizzò il Metropolitan Museum 62 EDOARDO BALLONE • Il riso di Natale Novità al Centro Revisioni Ricarica Condizionatore Soci Aci 45,00 € Non Soci 60,00 € I (angolo via Filadelfia) ha arricchito la proposta di servizi l centro revisioni di piazzale S. Gabriele da Gorizia 210 per gli automobilisti e Soci ACI. È possibile, dal mese di settembre 2004, effettuare presso il Centro Revisioni anche il cambio olio al proprio veicolo. Aumenta così la disponibilità di operazioni che si possono effettuare nel Centro Tecnico. 1. Associazioni 2. Revisione 3. Prerevisione 4. Bollino Blu 5. Check up 6. Ricarica condizionatore 7. Sostituzione filtri abitacolo 8. Sostituzione spazzole tergicristallo 9. Sostituzione batteria 10. Sostituzione filtro aria 11. Vendita accessori di sicurezza 12. Sostituzione pastiglie freno 13. Sostituzione olio e filtro olio Revisione Soci Aci Non Soci 37,14 € prerevisione Gratuita 37,14 € prerevisione 20,66 € Check up Soci Aci Non Soci 10,50 € 13,50 € Il Centro Revisioni Aci è sempre in evoluzione per garantire ai Soci un servizio tecnico efficiente e conveniente. Molti servizi in un solo luogo sono utili per far risparmiare tempo prezioso ai Soci, le tariffe riservate costituiscono un altro vantaggio esclusivo. Questi servizi uniti ad altri quali gli avvisi di scadenza revisione o le chiamate telefoniche per rammentare la prossima scadenza del bollino Blu, rendono i clienti del Centro revisioni automobilisti speciali. ■ Come di consueto i Soci hanno un vantaggio su tutte le operazioni: Il Centro revisioni su ogni operazione ha riservato Prezzi scontatissimi ai Soci ACI. Ora anche Alcuni Esempi: il cambio Sostituzione Olio e filtro Olio (fino a 4 kg di lubrificante) Soci Aci 54,00 € Non Soci 64,00 € Bollino Blu Soci Aci Non Soci olio e filtro a soli € 54,00 8,65 € 11,50 € per i Soci 2 Auguri Positivo bilancio dell’anno che si chiude e in antemprima i servizi per l’anno prossimo Sotto l’albero L a fine del 2004 è la giusta occasione per tracciare un primo bilancio consuntivo di come l’Automobile Club Torino abbia gestito le proprie attività durante l’anno. Siamo orgogliosi di essere riusciti a mantenere sostanzialmente intatto il numero dei Soci, cosa che, per i tempi che corrono, non è di poco conto. Significa dunque che la fiducia nei confronti dell’Automobile Club resta molto elevata e questo ci permette di guardare al futuro con rinnovato ottimismo, consci del fatto che la politica che stiamo attuando è apprezzata di da un gran numero di automoPiergiorgio bilisti. Re Il sodalizio ha come sempre rivolto le proprie attenzioni al potenziamento dei servizi destinati ai propri associati, confortato dall’aver riscontrato che gli stessi sono risultati graditi e, pertanto, molto usati e richiesti. Primi fra tutti i parcheggi sotterranei di via Roma, piazza Bodoni e quello di piazza Madama Cristina che sta an- ch’esso funzionando a pieno regime. Si tratta di operazioni che contribuiscono a snellire il traffico e a rendere la nostra città sempre più moderna e in linea con le altre realtà metropolitane europee. Poi, per citare i servizi più “gettonati”, ricordo il soccorso stradale, il Centro Revisioni di piazzale San Gabriele da Gorizia, che garantisce la qualità del servizio nelle revisioni e nel rilascio del Bollino Blu, il “bollo sicuro” che, per chi si reca a pagarlo nel nostro salone di via Giolitti e nelle nostre delegazioni, si traduce nella certezza di essere in regola con la tassa di possesso. Di indubbia utilità, lo sportello del GTT aperto nella nostra sede centrale per la richiesta o la convalida dei permessi di parcheggio dei residenti. Ed an- 3 cora il settore cartografico, la vendita di “vignettes” per poter circolare su autostrade svizzere e austriache, il rinnovo delle patenti con visita medica in sede e l’espletamento delle pratiche per il rilascio delle patenti internazionali e di tutte le altre pratiche inerenti l’uso dei veicoli. L’AC Torino ha investito dunque nei propri servizi e lo dimostra l’avvenuto avvio dei corsi per il recupero dei punti patente tenuti dalle nostre autoscuole. Un problema, quello dei punti tolti, che sta molto a cuore ai nostri Soci (ed agli automobilisti in genere), come è emerso in seguito a una nostra indagine statistica, nella quale è risultato al primo posto tra le preoccupazioni di chi viaggia tutti i giorni per lavoro. Un attimo di distrazione e può capitare a tutti di incorrere in un eccesso di velocità o in altre infrazioni punibili con la decurtazione di punti sulla patente. Vista la necessità e la richiesta, abbiamo così deciso che per il 2005, l’omaggio tradizionale consegnato al momento dell’associazione o al rinnovo della medesima, verrà essenzialmente rappresentato dal buono per frequentare gratuitamente – in caso di necessità – i nostri corsi per il recupero dei punti. Un servizio che riteniamo abbia un grande valore e un grande significato, visto che in questo modo, ancora una volta l’Automobile Club si pone al servizio degli automobilisti per risolvere i loro problemi. Continueremo inoltre a monitorare il traffico e la circolazione a Torino e in Provincia, tenendo soprattutto conto, in questo nostro compito, delle esigenze degli automobilisti. ■ A.C. Torino Un nuovo servizio davvero innovativo per chi si associa o rinnova l’associazione nel corso dell’anno 2005 Per i Soci Punti patente: corso gratis di Adalberto Lucca L a patente a punti è certamente una delle più importanti innovazioni introdotte negli ultimi anni nel nostro Paese per chi guida, con la finalità, assolutamente condivisibile, di costituire un’ulteriore remora alla violazione del Codice della Strada. Infatti per la prima volta, oltre al pagamento di una sanzione amministrativa, è necessario partecipare ad un corso di aggiornamento presso apposite strutture. L’innovazione ha creato non pochi timori e dubbi tra gli automobilisti, e moltissimi sono i nostri Soci che ci hanno contattati per avere informazioni e chiarimenti, anche in merito all’organizzazione dei corsi per il recupero di punti ed il loro costo, invitandoci a studiare quali forme di intervento potessero essere attuate per venire incontro alle loro esigenze. In quest’ottica il Consiglio Direttivo ha deciso di fare qualcosa di veramente innovativo e unico in Italia: offrire a tutti i Soci dell’Automobile Club Torino la possibilità di frequentare i corsi di recupero presso l’Automobile Club, e di farlo in maniera totalmente gratuita. Per la fase iniziale i corsi si terranno tutti a Torino, presso la Sede o le Autoscuole Fiduciarie ACI di corso Moncalieri 215 e di corso Tassoni 57, mentre si sta lavorando per creare anche centri nella provincia di Torino. Una forma di assistenza quindi a 360°, che garantisce a tutti gli Asso- 4 ciati la possibilità di risolvere nel migliore dei modi il loro problema, qualora vengano interessati da una sanzione che preveda la decurtazione dei punti sulla patente. Il nuovo servizio, che ha carattere sperimentale, sarà fruibile da tutti coloro che si associeranno o rinnoveranno l’associazione nel corso del 2005, con decorrenza dalla data del rinnovo, e rappresenterà essenzialmente l’oggetto omaggio che veniva distribuito in passato. L’appuntamento quindi per i nostri Soci è al momento del prossimo rinnovo della tessera: in quell’occasione infatti sarà consegnato anche il voucher che dà diritto alla nuova prestazione, insieme al relativo regolamento. Un’iniziativa che – siamo certi – sarà particolarmente gradita e non inciderà sul costo della tessera che rimane immutato, e che rafforza il valore di appartenenza al Club ACI. ■ Altri punti Questa volta quelli benzina: dopo l’accordo ACI-IP, per i Soci che partecipano al programma fedeltà, si arriva al raddoppio automatico Buon distributore G razie all’accordo concluso dall’Automobile Club d’Italia con IP, Italiana Petroli, per l’anno 2004/2005, i Soci ACI potranno partecipare a condizioni di particolare vantaggio al Programma Fedeltà rivolto agli acquirenti di carburante e lubrificante IP. Il Programma, denominato “Insieme per lo Sport”, in vigore dal 1° novembre 2004 al 31 ottobre 2005, prevede l’assegnazione di premi tra- ECCO DOVE ALBIANO D’IVREA BORGOFRANCO BRUZOLO CASTELLAMONTE CORIO CANAVESE GERMAGNANO LOMBRIASCO MATHI ORBASSANO ORBASSANO OULX PINEROLO PRAGELATO RIVAROLO CANAVESE ROMANO CANAVESE S COLOMBANO BELMONTE S. SECONDO DI PINEROLO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO VEROLENGO VILLARBASSE 10010 10013 10050 10081 10070 10070 10040 10075 10043 10043 10056 10064 10060 10086 10090 10080 10060 10156 10139 10146 10148 10132 10149 10156 10129 10141 10038 10090 mite l’accumulo di punti riconosciuti ogni volta che si acquista carburante o lubrificante presso i punti vendita IP partecipanti all’iniziativa (circa 3.000 punti vendita su tutto il territorio nazionale). Sul sito www.ipitalianapetroli.it è possibile individuare il gestore più vicino in 5 VIA CARAVINO 18 SS 26 KM 39+180 SS 25 KM 40+972 VIA IVREA N° 15 STRADA TORINO 8 VIA MIGLIETTI 46 SS 663 KM 6+103 VIA PIAVE 19 STRADA STUPINIGI SP SESTRIERE VIA MONGINEVRO 80 STR PROV.LE PER SALUZZO SS 23 KM 81+235 VIA RE ARDUINO 6 SP STRAMBINO KM 3+900 FRAZIONE BUASCA VIA PINEROLO 2 ST CUORGNÈ RG FALCHERA 59 C.SO MONTECUCCO FRONTE 150 VIA PIETRO COSSA 102 CORSO GROSSETO/CAROSSIO VIA TOMMASO AGUDIO 42/44 VIA ORVIETO 47/A CORSO VERCELLI 293 CORSO DUCA DEGLI ABRUZZI 16 CORSO MONTECUCCO 73 SS 31 KM 3+326 VIA RIVOLI 71 ragione della provincia e della località desiderata. I premi messi in palio fanno riferimento al mondo dello sport e sono rappresentati sia da oggetti – per esempio zainetti per il trekking, orologi, biciclette, borsoni, tute, ecc. – sia da sconti fruibili presso negozi sportivi (Cisal- fa) e palestre (American Contourella). I punti vengono accumulati elettronicamente, tramite apposito microchip contenuto su una Carta Fedeltà rilasciata gratuitamente a tutti i clienti che ne fanno richiesta direttamente ai gestori IP. Al momento dell’acquisto di carburante o lubrificante, il gestore IP effettua la strisciata della Carta Fedeltà del cliente su apposito supporto elettronico fisso (POS) e i punti vengono caricati su un conto virtuale collegato alla Carta stessa. Secondo il criterio generale, IP riconosce al cliente 1 punto per ogni 10,00 euro spesi per l’acquisto di carburante o lubrificante. Per i Soci ACI partecipanti, invece, è stato ottenuto un vantaggio esclusivo: quello di vedersi assegnare il doppio 6 dei punti (quindi 2 per ogni 10,00 euro spesi, anziché 1) per l’acquisto di carburante o lubrificante presso i punti vendita IP aderenti al Programma Fedeltà, riconoscibili grazie al materiale pubblicitario – stendardi, sagomati e sovrapompe – esposto presso di loro e recante la dicitura: “Per i Soci ACI i punti raddoppiano”. Presso le Delegazioni dell’A.C. Torino sono disponibili i pieghevoli che contengono il catalogo premi ed il regolamento dell’iniziativa. Per partecipare al programma, i Soci (sia nuovi che rinnovanti, purché titolari di tessere individuali ACI Sistema, ACI Charta, ACI Motocity, e quindi con l’esclusione dei titolari di tessere Sistema Azienda) potranno richiedere la Carta Fedeltà IP/ACI alla Sede dell’A.C. Torino oppure ad una delle sue Delegazioni. I loro dati verranno inseriti nell’apposito software ed il personale ACI consegnerà loro una ricevuta, stampata in automatico, attestante l’avvenuta iscrizione del Socio al Programma Fedeltà IP/ACI, la data della stessa e l’informativa sulla privacy. Resta ferma la possibilità per tutti i Soci in essere – a prescindere dalla data di iscrizione e scadenza della propria associazione ACI – di richiedere in ogni momento dell’anno associativo la Carta Fedeltà IP/ACI, con la quale potranno cominciare la raccolta punti presso i distributori IP partecipanti al Programma. Una volta raggiunto il monte punti che dà diritto al premio desiderato, il Socio dovrà recarsi presso il punto vendita IP il quale, previa lettura della Carta IP/ACI e selezione del premio richiesto, rilascerà uno scontrino contenente le informazioni necessarie per ottenere il premio. Il premio scelto verrà inviato a casa del Socio oppure potrà essere ritirato presso il gestore IP di riferimento. In alternativa ai premi del catalogo IP, il Socio potrà scegliere di utilizzare i punti accumulati per ottenere lo sconto sul rinnovo della sua tessera ACI. Esistono 12 fasce di sconto, che vanno da un minimo di 5,00 euro (con 100 punti disponibili) ad un massimo di 60,00 euro (con 1.200 punti disponibili). La Carta IP/ACI non ha scadenza e il Socio dovrà conservarla anche per i futur i P ro g r a m m i F e d e l t à IP/ACI. I Soci ACI che già partecipano alla campagna IP e hanno accumulato un monte punti su una carta ordinaria IP (1 punto ogni 10,00 euro spesi) potranno optare per la Carta Fedeltà IP/ACI, richiedendola alla delegazione ACI e acquisendo – da tale momento – il diritto ad ottenere il doppio punteggio. Il Socio dovrà poi richiedere direttamente al gestore dell’impianto IP il trasferimento sulla Carta Fedeltà IP/ACI dei punti accumulati fino a quel momento sulla carta ordinaria IP. In caso di smarrimento o smagnetizzazione della Carta Fedeltà IP/ACI, il Socio dovrà recarsi presso la Sede dell’Automobile Club Torino o presso una delle sue Delegazioni per chiedere il rilascio di una nuova Carta Fedeltà IP/ACI sostitutiva della precedente. Se durante la raccolta punti l’associazione ACI giunge a scadenza e non viene rinnovata, la Carta Fedeltà IP/ACI abbinata consentirà di proseguire la raccolta per i successivi 90 giorni. Il Socio che in tale lasso temporale non abbia provveduto al rinnovo si vedrà bloccare – dal 91° giorno successivo alla scadenza della tessera – la possibilità di accumulo, ferma restando invece la possibilità di utilizzo dei punti fino a quel momento raccolti. Per proseguire la Campagna, il Socio che rinnova oltre i 90 giorni dopo la scadenza dell’associazione dovrà farsi rilasciare dall’A.C./Delegazione una nuova Carta Fedeltà IP/ACI e chiedere poi al gestore il trasferimento dei punti dalla vecchia alla nuova Carta secondo il processo già illustrato per le Carte smarrite o smagnetizzate. Una nuova opportunità quindi per i nostri Soci, molti dei quali avevano richiesto un accordo con un’importante rete di distributori di carburante, con un sistema veramente premiante e soprattutto di facilissima gestione, evitando il vecchio sistema dei bollini e delle tessere cartacee, ormai obsoleto. L’ACI ha già contattato i responsabili della IP, che si sono dichiarati entusiasti dell’iniziativa e pronti alla massima sensibilizzazione dei gestori nei confronti dei Soci ACI. Vi invitiamo pertanto ad utilizzare il nuovo servizio ed a contattare immediatamente l’Ufficio Soci, al numero telefonico 011 5779277, per ogni informazione sulle modalità di fruizione. ■ 7 Nuovo ufficio Sara N ei primi mesi dell’anno entrante aprirà gli sportelli un ufficio Sara in corso Casale n. 103 nei pressi di piazza Borromini. Detto ufficio, che ha il numero telefonico 011/8134525, è facilmente raggiungibile in auto oltre che dalla piazza stessa, anche dal parcheggio situato sul retro delle abitazioni di corso Casale con accesso dall’inizio del Ponte Regina. L’ufficio oltre al rilascio delle normali polizze di sua specifica competenza quali Rc e furto incendio auto e delle comuni polizze di uso corrente ha lanciato una serie di nuove proposte quali SARA FREE e SARA CONTO EXTRA, che innovano sensibilmente il concetto di assicurazione. ■ Nuova Delegazione È stata inaugurata il 12 novembre scorso la nuova Delegazione del nostro Automobile Club a Torino, in zona Molinette, via Genova 26. Il numero di telefono: 011 674009. L’orario continuato – dalle ore 9 alle ore 18, dal lunedì al venerdì – risponde in maniera ottimale alle diverse esigenze dei Soci e dei clienti. Sono disponibili fin da ora i servizi di associazione e di pratiche automobilistiche (rinnovo patenti, trasferimento di proprietà, ecc.), con la presenza in Delegazione sia del medico che del notaio; in brevissimo tempo sarà disponibile anche il servizio di esazione delle tasse automobilistiche. ■ Traffico a Torino Sull’Aci news precedente, l’ACI ha fatto alcune proposte: ecco la replica di Chiamparino Il Sindaco risponde di Luciano Borghesan S ignor Sindaco, le è mai venuto in mente che in una città “segnata” da cantieri di ogni genere (la metropolitana, la sistemazione della Spina, le Olimpiadi, oltre alla normale realizzazione di opere stradali, parcheggi, stesura cavi, teleriscaldamento) ogni ulteriore limite può peggiorare la situazione? In questa situazione non è meglio aprire, piuttosto che chiudere? “Se si potesse liberalizzare tutto il traffico, ovun- que, per prova, l’avrei già fatto. Lo scriva pure questo: liberi di andare in centro, di attraversarlo, liberi di parcheggiare: sono sicuro che tempo un mese la città chiederebbe il contrario”. Sergio Chiamparino rilascia questa intervista dopo aver letto le proposte dell’Aci, 8 formulate dal direttore Adalberto Lucca. Nell’articolo apparso sul numero precedente di “Aci news”, Lucca riconosce “onestamente che, in linea di massima, i provvedimenti adottati dall’Amministrazione nei singoli casi specifici siano stati adeguati alle situazioni, così come bisogna dare atto agli automobilisti torinesi di una buona dose di pazienza e di adeguamento alle criticità da affrontare”. L’ipotesi formulata nella prima domanda è un paradosso, una provocazione rispetto a chi sogna un centro tutto chiuso nella “Torino 2006” ancora “imbastita”. La realtà sta nell’incontro delle soluzioni e, per il centro, l’Aci ne ha indicate alcune, da verificare con l’amministrazione civica. Le sintetizziamo: l’apertura al traffico privato di via XX Settembre e via Arsenale, consentendo anche il traffico in via San Quintino, onde realizzare un ulteriore diretto accesso a via San Secondo; la risistemazione viaria di piazza Solferino occupata da Atrium; la limitazione della sosta a un solo lato sulle vie Giolitti, Alfieri, Cavour, San Massimo; il doppio senso di marcia in via Rossini. Sindaco Chiamparino, c’è qualche proposta realizzabile? “Ci sono indicazioni interessanti, molte richieste, tra l’altro, coincidono con quelle formulate dalle associazioni commercianti che operano in centro. Credo, ad esempio, che il parcheggio su un solo lato delle vie Giolitti, Alfieri, Cavour, San Massimo, possa avvenire, modulando i tempi, con gradualità. Penso che questa sia una soluzione da adottare per tutte le vie del quadrilatero, in mondo che la viabilità sia ben amalgamata”. Le proposte dell’AC Torino Aprire via XX Settembre e via Arsenale - Doppio senso in via Rossini È anche necessaria una attenta revisione delle soste (vie Giolitti, Alfieri, Cavour, S. Massimo) di Adalberto Lucca Con via Sacchi a senso unico, non è bene favorire l’accesso a via San Secondo rendendo percorribile via Arsenale a tutte le auto? “Ho parecchie perplessità su questa ricetta. Non sono convinto che la soluzione stia nell’allargare il transito del traffico sulle vie riservate o tornare indietro su via Rossini, reintroducendo il doppio senso di marcia. Ricordiamoci che piazza San Carlo sarà pedonalizzata, una volta realizzato il park. Il centro non deve essere un luogo da attraversare, ma il cuore da visitare, dove andare. Questa è l’impostazione di fondo”. Ma con tutti quei cantieri qualche percorso in più non faciliterebbe la viabilità? “Il contesto di cantieri gra- P arlare del traffico e delle problematiche che ne discendono è attualmente l’argomento più diffuso a Torino; ognuno ha la sua ricetta, le sue critiche, e tutti tanti motivi per lamentarsi. Volendo fare un po’ di ordine, dobbiamo innanzitutto ricordare a noi stessi ciò che tutti sappiamo, e cioè la particolare situazione che la nostra città deve affrontare in questi anni: la me- vita sull’asse nord-sud, per le altre direzioni non ci sono gravi ostacoli. Per di più, le vie riservate, i sensi unici sono stati introdotti anche per favorire l’uso del mezzo pubblico e avere conseguenze positive anche per il mezzo privato”. Cantiere in piazza San Carlo, cantiere in piazza Vi t t o r i o : n o n s i p o t e v a adottare un metodo-staffetta (inizia uno quando è finito l’altro) per contenere i disagi? “Io abito in piazza Vittorio e vedo che i disagi sono contenuti”. Allargherete la ztl? “Solo per le auto non ecologiche, l’altra proposta è stata rinviata a fine cantieri”. Signor Sindaco, che cosa diciamo ai cittadini in vista 9 tropolitana, la sistemazione della Spina, le Olimpiadi, oltre alla normale realizzazione di opere stradali, parcheggi, stesura cavi, teleriscaldamento, e così via, un insieme incredibile di opere la cui realizzazione congiunta met- terebbe in ginocchio qualunque città. In quest’ottica credo che si possa dire onestamente che, in linea di massima, i provvedimenti adottati dall’Amministrazione nei singoli casi specifici siano stati adeguati alle situazioni, così come bisogna dare atto agli automobilisti torinesi di una buona dose di pazienza e di adeguamento alle criticità da affrontare. Diciamo questo perché ove si volessero dare dei suggerimenti all’Amministrazione ci si accorgerebbe forse che non sono tante le cose da proporre, anche se interventi significativi possono essere attuati. Certo ciò non toglie che bisognerebbe verificare a monte se la realizzazione di tutte queste opere non avrebbe potuto in qualche modo essere diluita nel tempo, ma tant’è. Abbiamo comunque cercato di approfondire la situazione nella zona centrale della città, dove però non ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza, bensì ad una viabilità quasi definitiva, tenuto conto della pedonalizzazione di piazza San Carlo; quindi le criticità riscontrate al rientro dalle vacanze dovranno comunque essere superate, con l’adozione di misure che possano anche tener conto di alcune nostre proposte: • Apertura al traffico privato di via XX Settembre e via dell’Arsenale, consentendo anche il traffico in via San Quintino, onde realizzare un ulteriore diretto accesso a via San Secondo, che ormai costituisce interamente la direttrice nord-sud, prima rappresentata anche da via Sacchi. • Revisione della canalizzazione in piazza Solferino delle feste: un altro Natale di rigore automobilistico? “No, anzi, cominciamo a vedere i risultati dei lavori: con l’apertura del parcheggio Valdo Fusi, seicento posti, a due passi dal centro. Ci saranno punti-informazione adeguati per far conoscere il servizio. Così potremo anche collaudare in superficie soluzioni che tengano conto delle segnalazioni fatte dalla gente”. Altre novità? “Potenzieremo le navette, ci saranno i posteggi su via Lagrange e via Carlo Alberto, sarà completametne percorribile via San Francesco da Paola. Sarà un Natale migliore. Colgo l’occasione per ringraziare i cittadini per la collaborazione e per augurare a tutti buone feste”. ■ del traffico proveniente da via Alfieri, sacrificato dalla nuova sistemazione della piazza dopo l’apertura di Atrium. • Limitazione della sosta ad un solo lato sulle vie Giolitti, Alfieri, e Cavour, ripristinando così la situazione esistente prima dell’inizio dei lavori in piazza Valdo Fusi, che consentiva uno scorrimento più veloce. La situazione creatasi in queste vie è una delle cause principali delle code nell’area centrale, infatti è sufficiente la presenza di un ciclista o l’apertura dello sportello di un’auto in sosta che tutto si ferma con effetti micidiali sulla circolazione. Per quanto attiene l’inquinamento in particolare è utile ricordare come la sosta ad un semaforo moltiplichi, con la ripartenza del veicolo, l’effetto inquinante; ora nelle vie in questione ogni apertura di sportello crea un “effetto semaforo”, con una moltiplicazione per migliaia di volte al giorno. • Riduzione della sosta ad un solo lato nell’ultimo tratto di via San Massimo, al fine di consentire una più veloce e funzionale canalizzazione per l’immissione in via Po. • Abilitazione al doppio senso di marcia in via Rossini. Una serie di interventi quindi che potrebbero dare un contributo ad una velocizzazione del traffico nell’area centrale, che comunque tra breve si potrà giovare della riapertura di via Accademia Albertina, e speriamo quanto prima anche di via San Francesco da Paola, interrotta da oltre tre anni. ■ Ecco la pagina dello scorso Aci news con le proposte dell’Ac Torino. Ci sono molte indicazioni interessanti I vantaggi per i Soci: Le pratiche automobilistiche L’ Automobile Club Torino mette a disposizione dei Soci la propria esperienza nel campo delle pratiche automobilistiche con una capillarità estesa sia in Città sia in Provincia, in qualsiasi luogo troviamo nelle vicinanze un ufficio ACI pronto ad occuparsi delle pratiche necessarie alla mobilità degli automobilisti. Gli uffici in Città Sede centrale Delegazione 2 Delegazione 3 Delegazione 4 Delegazione 5 Delegazione 6 Delegazione 7 Delegazione 8 Delegazione 9 Delegazione 10 Delegazione 11 Delegazione 13 Delegazione 14 Delegazione 15 Via Giolitti, 15 C.so Dante, 45 C.so Francia, 66 C.so Novara, 20/H C.so Trapani, 115 C.so Duca D. Abruzzi,79 C.so Valdocco, 3 Via Genova, 26 Via Piobesi, 2/B Via Casteldelfino, 8 Via Valdellatorre, 188 Via Dandolo, 2/B Via Pergolesi, 3 Via Fidia, 14 Gli uffici in Provincia Carmagnola Chieri Chivasso Ciriè Collegno Moncalieri Nichelino Orbassano Pinerolo Piossasco Rivoli Settimo T.se Susa Venaria 10 P.zza Manzoni, 11 Via Vittorio Emanuele, 14 Via Bonacini, 18 Bis Via San Maurizio, 15 C.so Francia 111/B C.so Savona, 4 Via Torino, 85 P.zza Umberto I, 10 C.so Torino, 168 Via Pinerolo, 41 Via Nizza, 27/B Via Cavour, 20/F C.so Stati Uniti, 126/B Viale Roma, 4/A Quali pratiche? 1) Tasse automobilistiche Gli uffici offrono al pubblico ed ai Soci la possibilità di effettuare il pagamento delle tasse automobilistiche, presentando la copia del libretto di circolazione ed il codice fiscale dell’intestatario, gli addetti effettueranno il calcolo esatto dell’importo dovuto e procederanno all’esazione rilasciando la ricevuta di pagamento. La richiesta del documento di circolazione avviene per una più attenta verifica dei dati con conseguente precisione dell’esazione, si eviteranno così errori che potrebbero causare future sanzioni. 2) Patente di Guida Presso gli uffici e le delegazioni dell’A.C. Torino si effettuano in un’unica soluzione tutte le operazioni richieste per il rinnovo della patente di guida: – Visita medica – Versamenti su bollettino di pagamento – Invio della documentazione agli uffici competenti Normalmente si dovrebbero effettuare queste operazioni in tre uffici diversi, con l’A.C. Torino una sola visita agli uffici risolve il problema. Anche nel caso di smarrimento o deterioramento del documento di guida, qualora gli uffici delle forze dell’ordine a cui ci si è rivolti per la denuncia, non siano in grado di duplicare d’ufficio la patente, gli uffici dell’A.C. Torino provvederanno a sbrigare la pratica. Anche in questo caso tutto verrà risolto in pochi mi- nuti, rilasciando un documento che permetta la circolazione in attesa che il il duplicato della patente venga elaborato e consegnato all’ufficio ACI dalla Motorizzazione Civile. Documenti necessari: – Patente di guida / denuncia di furto o smarrimento – Carta di identità e codice fiscale – In caso di duplicato: tre fotografie formato tessera di cui una autenticata. 3) Passaggi di proprietà Tutto in una volta: Atto di Vendita con il Notaio, Pratica di Voltura e rilascio dei documenti di viaggio provvisori e definitivi dopo pochi giorni grazie alle nuove procedure telematiche che permettono la stampa del libretto di circolazione e del Certificato di proprietà entro pochissimo tempo dalla richiesta. Tutti gli uffici e le delegazioni dell’A.C. Torino si avvalgono presso la loro sede della collaborazione di un Notaio e si faranno carico di tutte le necessarie operazioni per portare a buon fine il passaggio di proprietà. Documenti necessari: – Libretto di circolazione – Certificato di proprietà – Carta di identità e codice fiscale di venditore ed acquirente. 4) Visure ed estratti cronologici Può essere necessario conoscere o ricostruire la storia di un veicolo, conoscendone la targa presso tutti gli uffici e de- 11 legazioni dell’A.C. Torino si otterranno in breve tempo le informazioni richieste. Inoltre è possibile ottenere: Successioni - Immatricolazioni - Reimmatricolazioni Procure Notarili - Perdite di possesso - Radiazioni - Conversione della patente Estera o Militare - Patente internazionale - Contrassegno per ciclomotori (targa) - Prenotazioni per revisione e bollino blu. In poche parole i Soci hanno a disposizione su tutto il territorio di Torino e provincia un ufficio di consulenza che si prenderà cura delle pratiche affidategli con un notevole risparmio di tempo e come al solito di denaro. Risparmio perché? Tutte le pratiche che i Soci affideranno agli uffici e delegazioni dell’A.C. Torino godranno di un trattamento particolare: LO SCONTO RISERVATO AI SOCI. Tutti i Soci hanno diritto al 20% di sconto sui diritti di agenzia. Gran parte della quota associativa viene così restituita sotto forma di sconto. Come al solito per ottenere i benefici basterà presentare la propria tessera associativa in corso di validità. Presso la sede di via Giolitti 15, per chi non avesse tempo di tornare per il ritiro è possibile richiedere l’invio dei documenti al proprio domicilio tramite posta. Un altro piccolo vantaggio a di■ sposizione. 803.116 NUMERO VERDE PER I SOCI Soccorso stradale Assistenza medica Assistenza all’abitazione Informazioni Servizi turistici Automobile Club Torino – Uffici: via Giolitti, 15, Tel. 011/57.791, Fax 011/57.79.286, Orario al pubblico: 8.30-13.00 / 14.0017.00 dal lunedì al venerdì - Sito Internet: www.acitorino.it - Indirizzo posta elettronica: [email protected] Ufficio sportivo: Lunedì-Venerdì 8.30-12.30 Soccorso stradale nazionale: 803116 Noleggio autovetture e parcheggi ACI: via S. Francesco da Paola, 20, tel. 011/562.35.14 Centro Lavaggio Racconigi: largo Racconigi 191, tel. 011/377995 - Centro Tecnico (Revisioni Auto, Bollino Blu, batterie, pastiglie freno, olio e filtro olio, check up): piazzale San Gabriele da Gorizia, 210, Tel. 011/30.40.748 Autoscuola Club: via Giolitti 15, Tel. 011/57.79.246, c.so Moncalieri, 215, Tel. 011/66.12.623 - Autoscuola Eureka: c.so Tassoni, 57, Tel. 011/ 74.79.71. ■ Le convenzioni dell’A.C. Torino per i Soci ACI P resentando la propria tessera ACI in regolare corso di validità, è possibile godere delle seguenti agevolazioni: CULTURA E TEMPO LIBERO • Palazzo Bricherasio, via T. Rossi (angolo via Lagrange), Torino – tel. 011/5711811 - www.palazzobricherasio.it. “Da Raffaello a Goya. Ritratti dal Museo di Belle Arti di Budapest”. Sconto 15% sul biglietto d’ingresso alle mostre, per il Socio e per un accompagnatore. (Il parcheggio sotterraneo ACI di via Roma ha uno dei suoi ingressi davanti al Palazzo: i Soci godono di tariffa di sosta oraria ridotta). • Museo Nazionale del Cinema - Mole Antonelliana, via Montebello 210, Torino – tel. 011/8125658 - www.museonazionaledelcinema.org. Sconto 20% sul biglietto d’ingresso, per il Socio e per un accompagnatore. • “Sala 3” Multisala Cinema Massimo, via Verdi 18, Torino - tel. 011/8125606. Sconto 30% sul biglietto d’ingresso agli spettacoli, per il Socio e per un accompagnatore. • Teatro Regio di Torino, piazza Castello 215, Torino - tel. 011/88151 www.teatroregio.torino.it. Sconto 10% sui biglietti degli spettacoli prodotti dal Teatro (ad eccezione delle recite abbinate ai turni di abbonamento Pomeridiano 1 e 2). • Fondazione Italiana per la Fotografia, via Avogadro 4, Torino - tel. 011/544132 - www.fif.arte2000.net. Sconto 25% sul biglietto d’ingresso alle esposizioni; sconto 20% sui libri editi dalla Fondazione. • Museo di Arti Decorative Fondazione Accorsi, via Po 55, Torino - tel. 011/8129116 - www.fondazioneaccorsi.it. Sconto 15% sul biglietto d’ingresso alle mostre temporanee ed alla collezione permanente; sconto 20% sul biglietto cumulativo per entrambe le esposizioni. • Safari Park, Pombia (NO), tel. 0321/95.64.31 - www.safaripark.it. Sconto € 3,00 per gli adulti, € 2,00 per i bambini, sul biglietto d’ingresso. • “Family Fun Card” + Guida al Tempo libero, circuito Viviparchi, tel. 035/362798 - www.viviparchi.it. Sconto € 3,00. • Teatro Stabile di Torino, tel. 011/5176246, Numero Verde 800.235.333 - www.teatrostabiletorino.it. Sconto € 21,00 sugli abbonamenti della stagione teatrale 20042005. • Balletto Teatro di Torino, via Principessa Clotilde 3, Torino - tel. 011/4730189 - www.ballettoteatroditorino.it. Sconto 20% sul biglietto d’ingresso, per il Socio e per un accompagnatore. • Warner Village Cinemas Le Fornaci, via G. Falcone, Beinasco (TO) - tel. 011/3611225. Dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi e le altre limitazioni comunicate presso le casse del cinema. Sconto € 1,50 sul prezzo del biglietto intero. • Golf Club Stupinigi, corso Unione Sovietica 506/A, Torino - tel. 011/3472640. Sconto 10% sui corsi principianti, sull’ingresso al campo pratica, sul percorso 18 buche (con handicap e tessera FIG). • Golf Club Moncalieri, Reg. Vallere 20, Moncalieri - tel. 011/6479918 - www.moncalierigolfclub.com. Sconto 10% sui corsi per “under 18” e principianti. Sconto 10% su green fee campo pratica. Solo nei giorni feriali, sconto 10% su green fee 9/18 buche, se in possesso di tessera FIG. • Golf Club Grugliasco, Strada Provinciale Gerbido 97, Grugliasco tel. 011/4081220 - e-mail [email protected]. Sconto 20% su corsi per principianti (5 lezioni). Sconto 50% green fee campo pratica. VIAGGI E VACANZE COMMERCIO E SERVIZI • Agenzia Viaggi “Pianeta Gaia” (Fiduciaria A.C. Torino), via Giolitti 15, Torino - tel. 011/546385 - www.pianetagaia.it - Sconto 5% su tutti i tour operators. Servizio biglietteria Formula 1. ISTRUZIONE • Autoscuola Club (Fiduciaria ACI), via Giolitti 15, Torino - tel 011/5779246; corso Moncalieri 215, Torino - tel. 011/661263. Sconto 10% sulle lezioni di teoria. • Academy International, centri a Torino, Carmagnola, Venaria - tel. 011/6645315. Sconti dal 10% al 30% su corsi di lingue straniere ed informatica, per il Socio e per i suoi familiari. SPORT • Speed Kart, Settimo Torinese (km 0,5 Autostrada TO-MI) - tel. 011/ 2222904. Sconto 10% sulle tariffe orarie. • Scuola Sci Olimpionica Sestriere, via Pinerolo 17 - Sestriere - tel. 0122/ 76116 - www.scuolasciolimpionica.it. Sconto 15% sulle lezioni individuali; 20% sulle lezioni collettive (per il Socio, il coniuge ed i figli fino a 26 anni di età). • Car City Club, servizio di car sharing, corso Cairoli 32, Torino - tel. 011/57641 - www.carcityclub.it. Sconto 10% sulle tariffe orarie (nella fascia che va dalle ore 8.00 alle ore 21.00) e sulle tariffe chilometriche (nella fascia sino a km 180); canone di attivazione ridotto. • Griffes Diffusion REVEDI, corso Emilia 8, Torino - tel. 011/2399839. Sconto 10% su abbigliamento e accessori uomo/donna (occorre esibire anche la tessera in distribuzione presso gli Uffici dell’A.C. Torino). Numerosi punti vendita nel CentroNord Italia. • Norauto, corso Romania 460 (c/o Centro commerciale Auchan) - Torino, via Monginevro 162 - Torino, via Cesana 2 (c/o Centro commerciale Continente) - Nichelino. Sconto 5% sui prezzi di listino di dischi, pastiglie per i freni e ammortizzatori; sconto 10% sui prezzi di listino delle marmitte (la riduzione non riguarda il costo della eventuale manodopera e non è cumulabile con altre eventuali promozioni). Per maggiori informazioni, contattare i numeri telefonici o consultare i siti Internet sopra riportati. ■ Mostra la tessera In esclusiva per i Soci 22.600 occasioni di sconto in tutta Europa, negli USA e in Canada; alberghi, ristoranti, noleggio, trasporti, ecc. I vantaggi riservati ai titolari della tessera “ACI Sistema” sono numerosissimi. In particolare, è bene ricordare che il Socio ha la possibilità di approfittare della sua qualità di appartenente all’Automobile Club d’Italia non solo in occasione dei guasti o degli incidenti che possono occorrere alla sua auto, né tanto meno limitatamente all’espletamento di pratiche o adempimenti burocratici. Infatti, oltre alle tante convenzioni locali ed ai tanti servizi gestiti dall’Automobile Club Torino, per i Soci, in città ed in provincia, l’iniziativa “Show your Card!” fa sì che la tessera “ACI Sistema” possa essere oggi considerata come una sorta di “passaporto”, valido 365 giorni l’anno, grazie al quale il Socio può accedere a mille privilegi esclusivi nei campi del turismo, dello shopping e del tempo libero. “Show your Card!” è frutto dell’attività svolta da ARC Europe (l’“alleanza” tra i principali Automobile e Touring Club europei). Essa, oggi, si traduce in circa 22.600 occasioni di sconto ed agevolazione, distribuite in quasi tutti i Paesi europei: alberghi, ristoranti, parchi di divertimento, teatri, società di trasporti terrestri e marittimi, località di interesse turistico, attività culturali e per il tempo libero, società di autonoleggio e di accessori per auto, grandi magazzini e tanto altro ancora. Le convenzioni sono rinnovate e continuamente ampliate ogni anno. Show your card Ecco qualche esempio delle agevolazioni attualmente in vigore: –offerte speciali valide in tutta Europa: catene Best Western, Golden Tulip, Top International Hotels, Blue Marine Hotel, Intersport Rent, Europcar, Hertz; P&O Ferries; – offerte valide in Italia: Antonioli Hotels, I Sogni di Verdidea, Notturno Italiano Hotel, Space Supernational Hotels, Associazione Civita, Euroterme, Mondadori Librerie e Multicenters, Mirabilandia, Fiabilandia, La Città dei Bambini, Acquapiper, Acquario di Genova, Virtu Ferries; – offerte valide in Francia: Alpine Classic Private Hotels, Alpe d’Huez, Acquario della Rochelle, Aquarium du Val de Loire, Acquatica, Centre Des Monuments Nationaux, France Miniature, Galeries Lafayette, Museo Salvador Dalì, Palazzo dei Papi di Avignone, Parco di Asterix, Tour Montparnasse; – offerte valide in Gran Bretagna: AA Servizio Prenotazioni Alberghi, Hard Rock Café, Buckingham Palace, Hampton Court, Kensington Palace, Tower of London, Windsor Castle, Legoland. Mille altre convenzioni sono disponibili in Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Sconti e agevolazioni sono previsti anche per i Soci che si trovano a viaggiare negli Stati Uniti e in Canada, grazie al programma “Show your Card & Save!”, curato dalla AAA (l’Automobile Club statunitense) e dal canadese CAA. “Show your Card & Save!” contempla, in Nord America, tantissimi esercizi convenzionati, con oltre 50.000 punti vendita sparsi ovunque: alberghi e ristoranti (Best Western, Hyatt, Hilton, Days Inn), autonoleggi e servizi di trasporto (Hertz, Aloha Airlines), parchi divertimento e servi- zi turistici (Universal Studios, Hollywood, Sea World), shopping (Prime Outlets, Reebok Outlet Store). Sul sito www.aci.it è disponibile il collegamento ad AAA e CAA per prenotare un albergo negli USA ed in Canada. È bene ricordare che negli uffici dell’AAA i Soci riceveranno ogni tipo di informazione ed assistenza turistica, insieme a carte stradali, mappe delle principali città e altre pubblicazioni gratuite, nonché l’elenco di tutti gli uffici dell’Automobile Club statunitense e di quello canadese e la “Savings Guide”, la guida ai risparmi, contenente l’elenco degli esercizi convezionati. Usufruire di tutte le agevolazioni ed i vantaggi che vi abbiamo illustrato è semplicissimo: basta esibire, direttamente presso gli esercizi convenzionati, la propria tessera “ACI Sistema”, in regolare corso di validità, sulla quale è riportato il logo “Show your Card!”. Gli esercizi sono generalmente riconoscibili dal logo esposto su vetrine, porte di ingresso o casse. In alcuni casi, per accedere ai benefici, è richiesta la prenotazione. Per ulteriori e maggiori informazioni (ad esempio sulla data di scadenza delle convenzioni in essere), visitate il sito www.aci.it , entrando nella sezione dedicata ai Soci, consultare mese per mese la rivista sociale “L’Automobile” o rivolgersi direttamente al numero verde 803.116. Buon viaggio con “Show your Card”! ■ L a torinese Scuderia dei Rododendri Classic ha ottenuto, anche quest’anno, ottimi risultati con i suoi piloti e navigatori. Nei Rally di velocità, come in Regolarità, i Soci di questo storico sodalizio si sono fatti onore sui campi di gara battendosi con grinta e tenacia nelle prove che si sono disputate in tutta la penisola sui famosi percorsi che hanno fatto la storia dello sport automobilistico di queste specialità. Un gran numero d’equipaggi ha, infatti, disputato dalla lontana Sicilia fino alle Alpi Orobiche, il mitico Trofeo Florio, il Rally di Sanremo, quello dell’Elba, l’Alpi Orientali, il 500 Minuti, il Trofeo Bottega e molte altre gare “Sprint” che, anche se corse in una sola tappa rispetto alle due dei rally validi per l’Europeo FIA, non sono certamente meno dure e difficoltose. Mario Morando, splendidamente navigato dal coriaceo figlio Corrado, si è imposto su tutti i piloti italiani vincendo il Trofeo CSAI Rally Autostoriche portando, non senza qualche escursione nei rovi (…), la sua magnifica BMW 2002 Ti alla vittoria finale. La Scuderia li festeggerà a breve nella tradizionale cena di fine d’anno nell’attesa delle premiazioni ufficiali CSAI. ■ Historic rally 2004 Torinesi i campioni “AUTO ON LINE” MODULO PER INSERZIONE GRATUITA ■ VENDO ■ CERCO MARCA MODELLO ■ AUTOMOBILE ■ MOTOCICLO ANNO KM COLORE OPTIONAL ■ ALTRO PREZZO IN EURO DATI DELL’INSERZIONISTA Ritagliare questo coupon e spedirlo in busta chiusa a: COGNOME ACI Torino - Servizi Internet Via Giolitti 15 - 10123 Torino NOME La Sua inserzione sarà pubblicata sul sito internet www.acitorino.it E-MAIL TEL. ✂ ✂ N° TESSERA ACI Si informa che il trattamento dei dati personali che La riguardano viene svolto da “carshow.it” limitatamente a quanto riportato nel tagliando in questione e nell’ambito di quanto stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela della privacy. Il trattamento dei dati, di cui viene garantita la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente al fine di pubblicare la Sua inserzione su Internet (dove verrà evidenziata la Sua qualifica di Socio ACI). I Suoi dati non saranno diffusi a terzi. Consapevole delle responsabilità in cui incorre chi rilascia false dichiarazioni, dichiaro sotto la mia responsabilità di non operare né direttamente né per conto terzi in qualità di operatore nel settore merceologico cui fa riferimento la presente inserzione. in collaborazione con Carshow Firma 15 Seconda Mazda 2 Sony Ericsson Cellulare. Smart 2 profilo 800. Smart frontale 800. Stilo Racing 59-2-3693. Stilo Schumacher. Ypsilon 2. L’auto “sfiziosa” di Piero Bianco 18 Motori La grande voga delle serie speciali, all’insegna del glamour, della esclusività e talvolta della trasgressione. I migliori clienti? Le donne e i giovani B asta guardarsi intorno: mille proposte, per ogni tipo di gusto e di esigenza. Tutti i costruttori producono tutto, dalla city car alle berline, dai monovolume ai Suv. Il cliente spesso si trova in imbarazzo a scegliere tra i numerosi modelli in commercio, in fondo piuttosto simili (con poche eccezioni). Chi deve affrontare una spesa comunque impegnativa può decidere in base a un dettaglio, a un capriccio, ovviamente anche valutando attentamente il prezzo. Per “orientare” l’automobilista indeciso, le Case hanno ideato nuove forme di seduzione, sempre più raffinate. E le attenzioni vanno specialmente a due categorie che possono fare la differenza nel vasto oceano dei potenziali clienti: le donne e i giovani. Le serie speciali si indirizzano soprattutto a loro, all’insegna del glamour, dell’esclusività, talvolta della trasgressione. Il made in Italy non è insensibile alle personalizzazioni e in questa ottica va inquadrato il recente lancio della Ypsilon B-colore, che ripropone una moda cara al marchio Lancia fin dai tempi della Flaminia (che aveva un’elegante carrozzeria grigia e tetto blu diplomatico). Con la livrea a doppia tinta la “compatta ammiraglia” torinese porta a 555 le possibilità di personalizzazione, frutto dell’incrocio di colori di carrozzeria, rivestimenti interni e cerchi in lega. La Ypsilon è disponibile nell’allestimento Argento e ad un prezzo aggiuntivo, rispetto alla versione classica con colorazione pastello di 750 euro. Tre le varianti B-colore: Rosso Guttuso nella parte superiore e nel portellone, in basso l’Avorio Paganini; a quest’ultimo può essere abbinato il micalizzato Marrone Caravaggio (all’interno tessuto a rete, tecnico che richiama i capi impermeabili utilizzati in nautica o “caldo” in tonalità avorio, nero, rosso e giallo); la terza versione offre Grigio Rossini per la parte bassa e il Marrone Caravaggio per quella superiore (dentro, tessuto Glamour magnesio-marrone). Gli allestimenti prevedono tutte le ricche dotazioni dell’allestimento Argento: dal climatizzatore bi-zona all’impianto Hi-Fi Bose, dal Cruise Control ai cerchi in lega da 16”, dal volante e cuffia del cambio in pelle ai comandi radio al volante. mello del cambio in pelle con inserto in alluminio lucidato. Di serie 4 airbag e radio con lettore CD. I prezzi chiavi in mano sono di 10.551 e 11.051 euro rispettivamente per la 3 e la 5 porte. Optional a richiesta il climatizzatore, i cerchi in lega, il navigatore satellitare “turn by turn” con supporto DVD e il vivavoce senza fili con tecnologia Bluetooth. Un’altra compatta giapponese, la Nissan Micra, si sdoppia addirittura ed è proposta in versione Jive e Sport. Evidente l’intento: sportività per i ragazzi, piccoli sfizi estetici per il pubblico femmi- L’ultimo eclatante esempio: la Ypsilon bicolore I PREZZI A CONFRONTO Versione base Euro Versioni speciali Euro Citroën C3 1.1 Classique 10.501 Citroën C3 D&G 13.900 Fiat Stilo 1.4 16v 3p Actual 14.611 Fiat Stilo Schumacher 1.9 16V 24.400 Fiat Stilo Racing da definire Lancia Ypsilon 1.2 Argento 12.441 Lancia Ypsilon 1.2 B.colore 13.191 Mazda2 1.2 16v 11.561 Mazda2 1.2 16v Sony Ericsson 13.660 Nissan Micra 1.2 16v 3p 11.851 Nissan Micra 1.2 16v 3p Jive/Sport 12.001 Smart roadster pulse 14.981 Smart roadster Richmond da definire Toyota Yaris 1.0 16v 3p 11.801 Toyota Yaris 1.0 16v Expo 3p 10.551 Volkswagen Golf 1.4 16v 3p 16.542 Volkswagen Golf GTI 25.574 In qualche caso le serie speciali rappresentano un escamotage per ritoccare (in basso) i prezzi di listino: succede per i modelli che lamentano qualche calo di attenzione. La Toyota rilancia il suo popolare modello Yaris con la variante. Disponibile solo con il motore 1.0 da 65 Cv, si caratterizza esteriormente per i paraurti in tinta come gli specchi retrovisori (ora a regolazione elettrica), ha nuovi copriruota, terminale cromato e fendinebbia di serie. Tre i colori metallizzati: Dark Blue, Ice Blue, Avion Blue. All’interno, sedili, rivestimenti in tessuto dei pannelli porta e tappetini blu. Rivestimento in pelle con cuciture blu per il volante con comandi audio, po- 19 nile. La Jive parte dall’allestimento Visia con maniglie e specchietti in tinta, divano posteriore scorrevole e sdoppiabile. La dotazione di serie comprende radio CD con comandi al volante e 6 casse, computer di bordo e climatizzatore. La Sport adotta un piccolo spoiler posteriore, fari fumé e cerchi da 15 pollici. La scelta sui motori spazia dal benzina 1.2 16V, ai due turbodiesel 1.5 dCi, da 65 e 82 Cv. Identici i prezzi, che partono da 12.000 euro. Una terza variante “Limited Edition” è stata predisposta per il Motor Show di Bologna: 500 esemplari numerati con piccole “chicche” aggiuntive e un ricco ventaglio di accessori, tra cui il navigatore TomTom Go, com- Alla ricerca di tutti i gadgets possibili Barchetta. patto e facile da usare grazie al sistema di consultazione touch screen. C’è chi fa leva anche sulla inguaribile tendenza ad usare il telefonino alla guida per proporre una soluzione anti-multe: è il caso della Mazda. Solo per il mercato italiano, ecco la nuova Mazda2 Sony Ericsson, versione in formato tecnologico con un allestimento top comprendente cerchi in lega da 15”, airbag laterali, volante in pelle, interni Sport di grande appeal, ma soprattutto il telefono cellulare Triband Sony Ericsson K 700i con fotocamera digitale integrata e il vivavoce Bluetooth. Tutto di serie, come i 5 anni di garanzia a chilometraggio illimitato. Prezzi a partire da 13.660 euro per la versione 1.2 benzina e 15.160 euro per quella turbodiesel. Abbina ai contenuti della vettura la possibilità di parlare senza sanzioni (e senza fili) con un telefono cellulare di ultima generazione capace di memorizzare fino a 580 immagini, clip video o 12 brani in formato MP3, grazie ai suoi 41 MB di memoria. La Smart, un marchio dell’impero DaimlerChrysler di per sé già molto elitario, ha studiato una versione davvero fuo- Toyota Expo. Golf. ri dagli schemi per la sua roadster. È la Richmond, firmata proprio dallo stilista John Richmond e presentata in occasione della sfilata Milano Moda Donna. In serie limitata (solo 99 esemplari, oltre naturalmente al numero 1 destinato al suo creatore), è una spider pensata per chi cerca l’emozione della guida sportiva e la trasgressione nello stile. Forte il richiamo simbolico del tatuaggio, abbinato al mondo del rock. Non a caso Smart è il marchio con il target più giovane del mercato automobilistico. Grazie alla tecnologia Mercedes, all’assetto sportivo e all’ottimo rapporto peso/potenza, questa roadster garantisce prestazioni e un design aggressivo degli esterni e degli interni. Sulla cellula tridion in argento è serigrafato un disegno che, come un tattoo su un muscolo in tensione, evidenzia il carattere della vettura. La firma Richmond è impressa come su un paio di jeans. Dentro, tutto è personalizzato in uno stile insolito: il disegno realizzato con il laser sulla pelle dei sedili, la scritta “It’s only rock n’roll” riportata con inserti in pelle sul volante e sulla soglia d’ingresso cromata. Il pomello del cambio automatico softouch è personalizzato con inserti in Ypsilon. cromo e pelle. Prezzo ancora da definire. Ricorda, nella sua formula casual, la Fiat Barchetta griffata Alviero Martini (prestigiosa firma della pelletteria) ed esposta al Salone di Ginevra in un allestimento speciale denominato “Prima Classe”. L’allestimento è caratterizzato da interni e accessori realizzati con la pelle stampata a carte geografiche tipica dello stilista. La stampa Geo diventa un motivo forte: ogni sedile ospita un continente e la pelle così tagliata mostra un planisfero. La fantasia, presente su sedili e pannelli, fa capolino anche sugli originali bauletti prima mai visti su una Spider e ispirati a quelli delle moto: pratici e poco ingombranti, si smontano dall’auto con un semplice click e diventano vere e proprie valigie. La Barchetta Martini ha motore 1.8 16v da 96 kW (130 Cv) con variatore di fase: 200 km/h di velocità massima e 8,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h. Il frontale è dominato dalla griglia, una grande “bocca” nera orizzontale. Di serie il sofisticato impianto Hi-Fi, che comprende autoradio RDS/ EON, lettore per CD musicali e MP3, antenna elettrica, 4 altoparlanti e doppio subwoofer (80 Watt). Molti parti- Nissan Micra big. colari sono in colore Titanio: dalla console centrale al quadro strumenti, dalle mostrine alle bocchette dell’aria alle leve apriporta. Peccato che la Martini sia per ora soltanto una show car da esibizione, dunque un modello non ancora accessibile ai comuni mortali. Dal regno degli stilisti è arrivata anche un’altra proposta assolutamente alternativa, la Citroën C3 D&G, Dolce e Gabbana. Stile bondage, nera con 5000 borchie di metallo applicate sulla carrozzeria, interno rivestito in pelle naplac. Questo era un esemplare unico, venduto all’asta tramite eBay: il ricavato (16.360 euro) è andato all’associazione “L’albero dei Sogni” per realizzare a scopo terapeutico i sogni di bambini colpiti da gravi malattie. A quella proposta un po’ naif è seguita recentemente una C3 D&G in vendita, più soft e quindi meno eccessiva ma ugualmente personale: prezzi a partire da 13.900 euro. Nel regno dell’esclusività troviamo inoltre due versioni speciali della Fiat Stilo, la Michael Schumacher e la Racing. La prima è stata realizzata per celebrare i successi mondiali del pilota ferrarista ed è di- Mazda 2 Sony Ericsson. Nissan Micra. sponibile in tiratura limitata di 3500 esemplari con il motore 2.4 20V da 170 Cv o il Multijet 1.9 da 140 Cv. Ovviamente il colore è Rosso Corsa, molto simile a quello delle F1 di Maranello. Spiccano i cerchi da 17 pollici e il kit aerodinamico Zender. A comporlo sono paraurti anteriore e posteriore di nuova foggia, minigonne audaci e uno spoiler posteriore tagliente. All’interno, pedaliera e battitacco dedicati, il tetto in vetro è lo sky window trasparente, ci sono il lettore CD e MP3, oltre al climatizzatore automatico bizona. Di chiara impronta corsaiola, e sempre per una clientela di giovani, l’altra versione Racing. È offerta con motori 1.4 da 95 Cv, 1.6 da 103 Cv , 1.9 JTD da 115 Cv e 1.9 Multijet da 140 Cv. Anche in questo caso non mancano cerchi in lega, lo spoilerino sopra il lunotto, le minigonne, la pedaliera sportiva, lo stereo con comandi al volante, il climatizzatore manuale, i fendinebbia e la vernice metallizzata. Chi ama la Volkswagen Golf, può realizzare il proprio sogno con la nuova sportivissima GTI, che sarà consegnata da fine gennaio. Il frontale è dominato da una calandra nera in stile Single Frame (la ma- Nissan Micra. scherina Audi), l’immancabile filetto rosso che borda la mascherina sottolinea la vocazione corsaiola del modello, legando l’ultima GTI alla storia di questa versione che esordì nel 1976 ed è stata prodotta (nelle varie edizioni) in un milione e mezzo di esemplari. Nel frontale si notano ampie prese d’aria dotate di fendinebbia integrati e di grigliatura a nido d’ape, il paraurti culmina in uno spoiler basso. Un alettoncino fa da tettoia al lunotto e le minigonne laterali completano il kit aerodinamico. L’interno presenta un rivestimento a quadrettoni stile Anni 70, declinato però in hi-tech grazie ai sedili sportivi avvolgenti. Il motore sovralimentato deriva dal due litri a iniezione diretta FSI e sprigiona 200 Cv con coppia massima di 280 Nm e velocità raggiungibile (ma dove?) di 235 km/h. Con un sovrapprezzo di 1.560 euro si può avere la trasmissione robotizzata DSG, altro oggetto di seduzione. La GTI a tre porte e con cambio manuale costa 25.574 euro, quella a cinque porte 26.255 euro. La dotazione di serie comprende climatizzatore automatico bizona, sintolettore CD e cerchi in lega da 17”. ■ lavavetri, serrature, olio, parabrezza e lavavetri Batteria, catene, luci, pneumatici, tergicristalli N onostante i grandi progressi tecnici il freddo può creare problemi specie a chi lo affronta per la prima volta in macchina. Ecco una serie di consigli per evitarli. AVVIAMENTO: Se il motore stenta a mettersi in moto potrebbero esserci dei problemi alla iniezione o alla accensione: in particolare può esserci condensa sui cavi delle candele, eliminabile con l’apposito spray. In caso di freddo intenso il gasolio tende a gelare ma si può utilizzare un apposito additivo antigelo. BATTERIA: Se la batteria è poco carica non fa girare il motore. Bisogna farla controllare dall’elettrauto specie se ha già più di due-tre anni di uso, ed allo stesso tempo far controllare la cinghia dell’alternatore che la deve tenere ben carica. Se il problema succede con una certa frequenza bisognerà sostituirla. Tenere a bordo per precauzione una coppia di cavi muniti di pinze a coccodrillo coi quali collegare la propria batteria a quella di un’altra auto per rimettersi in moto. CATENE: Bisogna procurarsele del tipo adatto alle dimensioni delle gomme e tenerle nel baule. È consigliabile fare una prova a casa all’asciutto sul modo di metterle in opera per non trovarsi in difficoltà al momento di usarle. LAVAVETRI: Mettere lo speciale liquido detergente ed antigelo nella vaschetta del lavavetri (anche in quello del lunotto posteriore se ne la vettura ne è dotata). Se si mette solo acqua questa gelerà quando la temperatura scende sotto lo zero ed il lavavetri non potrà funzionare con il rischio di danneggiare la pompa. Citroën C3 Dolce & Gabbana. Guida d’inverno di Gianni Rogliatti LIQUIDO REFRIGERANTE: Nell’impianto di raffreddamento del motore c’è una miscela di acqua ed antigelo che perde efficacia col tempo ed è quindi necessario ripristinare sia aggiungendo un litro di antigelo dello stesso tipo presente nell’impianto, sia cambiando totalmente la miscela dopo due-tre anni di uso della vettura. LUCI: Le luci vengono utilizzate per lunghi periodi ed è utile dotarsi Golf 2. 25 di una serie di lampadine di ricambio. OLIO MOTORE: La sostituzione dell’olio è necessaria ogni 1015 mila km a seconda dei modelli. Se si è vicini a questo chilometraggio è bene fare il cambio del lubrificante e, se si pensa di andare sovente in montagna dove il freddo è più intenso, sarà buona norma usare olio di tipo invernale a bassa viscosità. PARABREZZA: Se si lascia la macchina all’aperto durante la notte è utile coprire il parabrezza con dei fogli di giornale per evitare di trovarlo ghiacciato al mattino: altrimenti si può utilizzare uno speciale liquido sghiacciante in bomboletta che si trova presso i venditori di accessori. PNEUMATICI: Se appaiono abbastanza consumati anche se non proprio al limite legale di spessore minimo del battistrada conviene cambiarli adesso: da valutare anche la convenienza di montare gomme da neve (ATTENZIONE! sulle 4 ruote e non solo su quelle motrici). SERRATURE: Conviene spruzzare un poco di lubrificante siliconico sulle serrature per evitare che blocchino a causa del ghiaccio, specie se la vettura non è dotata di telecomando per l’apertura-chiusura delle portiere e le si debba azionare con la chiave. TERGICRISTALLI: Debbono essere perfettamente funzionanti tanto quelli del parabrezza che del lunotto posteriore. Se si nota che non puliscono bene è ora di cambiare le spazzole per garantirsi la migliore visibilità. ■ Formula 1 Tutti i giochi della nuova stagione: ecco come gli avversari si attrezzano per battere la Ferrari, mentre qualcuno va, e qualcun altro arriva Toyota. Mark Webber. I nuovi boss di Cristiano Chiavegato M entre tutte le squadre a fine mese hanno ripreso l’attività con i test invernali (per la Ferrari, in pista i “collaudatori” Luca Badoer e Marc Gené, perché Rubens Barrichello e Michael Schumacher proseguono il periodo di riposo e di preparazione, in vista di un probabile rientro in pista a gennaio), la Formula 1 si accinge ad affrontare un 2005 carico di novità, di tensioni e di problemi da risolvere. È dei giorni scorsi una serie di notizie, per fortuna, positive. Si è infatti evitato di dover iscrivere tre vetture per ogni team per carenza di partecipanti. Sotto certi aspetti la situazione avrebbe anche potuto rivelarsi interessante, ma avrebbe sottolineato uno stato di crisi molto grave. Invece Jaguar e Jordan ce 26 l’hanno fatta, saranno in pista con tutti gli altri. La prestigiosa marca inglese – abbandonata dalla Ford che resterà nello sport partecipando ai rally, alle gare superturismo e al campionato FIA-Gt (nel quale affronterà la Maserati, trionfatrice nell’ultima gara in Cina, Ferrari, Lamborghini, Viper e Saleen con un’altra della sue Case famose, l’Aston Martin – continuerà a correre grazie all’intervento del miliardario austriaco Dietrich Mateschitz. Quest’ultimo, proprietario della Red Bull, produttrice di bevande energetiche, dovrà investire circa 400 milioni di dollari nei prossimmi tre anni. Ha salvato tutta la struttura che comprende 300 persone fra tecnici e meccanici, con sede a Milton Keynes, in Inghilterra. La “nuova” Jaguar disporrà, come in passato, dei motori Cosworth, altra azienda miracolata all’ultimo momento quando stava per chiudere i battenti. È stata comperata dagli americani Kevin Kalkhoven e Gerald Forsythe, titolari di due squadre che partecipano alla Racing Champ Car, una delle più popolari serie di gare statunitensi. La scomparsa di un nome storico come quello della Cosworth sarebbe stato una perdita gravissima per la F1 e avrebbe messo in difficoltà sia la Jaguar che la Minardi, che sarebbero rimaste senza propulsori. Invece entrambi i team hanno avuto ampie garanzie per la fornitura dei V10 progettati e prodotti con la tecnologia sviluppata in quattro differenti sedi, divise fra Gran Bretagna e USA. Il “paperone” Mateschitz, considerato dalla rivista Forbes il 406° uomo più ricco del mondo, con oltre 1 miliardo di eu- ro di capitale personale, vorrebbe creare un dream-team, riportando in Formula 1 anche un pilota americano. Al momento tuttavia è difficile indicare il nome di un driver d’oltreoceano che abbia talento ed esperienza per entrare con buone possibilità di successo nel “circus” del Mondiale. Probabilmente patron Dietrich si rivolgerà in prima istanza al giovane austriaco Christian Klien, che ha debuttato proprio con la Jaguar, accanto a Mark Webber e all’italiano Vitantonio Liuzzi, ex campione di kart e vincitore del campionato intercontinentale di Formula 3000 quest’anno, con un team appoggiato dalla Red Bull. Secondo Niki Lauda, però, la squadra dovrebbe puntare sullo scozzese David Coulthard che vanta una lunga frequentazione ad alto livello e 13 vittorie, secondo soltanto a Michael Schumacher nella classfica dei primi posti fra i piloti in attività. Una bella spinta è arrivata anche alla Jordan da parte della Toyota (mentre la Honda è entrata nella Bar). La Casa giapponese, che viaggia come un carro armato incurante dei risultati poco brillanti, ma forte dei suoi quasi inesauribili mezzi economici, ha deciso di fornire i propri motori alla squadra del costruttore irlandese. Lo scopo è chiaro: ottenere un confronto fra i due teams in modo da mettere la propria formazione sotto pressione, considerando anche che nel 2005 non avrà più alibi nella qualità dei suoi piloti, visto che ha ingaggiato due dei migliori del lotto disponibile, cioè l’italiano Jarno Trulli e il tedesco Ralf Schumacher. Sarà questo uno dei motivi principali di interesse del prossimo campionato, sul piano sportivo. Le novità tuttavia non finiscono qui, anche se l’ultima avrà un effetto diretto solo nel 2006. È infatti in fase di completamento a Varano de’ Melegari, nei pressi di Parma, una nuova ala di uno stabilimento super-tecnologico della Dallara Automobili. L’ing. Gianpaolo Dallara, uno dei progettisti più apprezzati in F1, con esperienze fra l’altro in Ferrari e come costruttore per la Scuderia Italia, maggior produttore mondiale di monoposto di F3 e per l’IRL americana, tornerà nel Mondiale fra un anno con un team finanziato da Alexander Shneider, canadese di origine russa. Trentasei anni, il giovane imprenditore ha fondato il Midland Group che agisce nei più diversi settori industriali ed economici: dai treni in Ukraina, all’energia elettrica in Armenia, dalle navi all’edilizia, dai componenti per auto all’immobiliare, dall’agroalimentare all’acciaio. Cinquantamila dipendenti con base operativa a Toronto. Il team Dallara-Midland avrà in ogni caso licenza russa. Il progettista emiliano si è impegnato a consegnare la prima vettura e a fare i primi giri in pista, proprio nel circuito di Varano de’ Melegari entro il 1° settembre 2005. Per quanto riguarda i piloti, c’è tempo, non mancheranno i pretendenti al volante di un team che si annuncia sin d’ora competitivo. In attesa di vedere tutti all’opera, di capire se la supremazia che la Ferrari dimostra da oltre sei anni verrà infranta, restano irrisolti alcuni problemi ancora sul piatto delle discussioni. Uno dei più importanti è quello che riguarda la riduzione dei costi che, secondo la maggioranza delle squadre passa anche attraverso la diminuizione delle prove private durante il campionato. In Brasile, alla vigilia dell’ultima gara della passata stagione, nove squadre (assente la Ferrari) 27 avevano presentato un documento nel quale si chiedeva di limitare a dieci le giornate di test dai primi di marzo alla fine di ottobre. Successivamente, dopo un altro incontro fra i responsabili delle squadre si è arrivati a 24 giorni. La Casa di Maranello si è riservata di presentare un proprio programma articolato e documentato per tentare di ridurre le spese. Intanto lascia ancora molte perplessità la decisione di far disputare il prossimo anno le qualificazioni in due turni, uno il sabato pomeriggio e un altro la domenica mattina. Per il pubblico che va al circuito sarebbe un bel passo avanti sul piano dello spettacolo. Ma la formula è complicata: i tempi sul giro singolo ottenuti nel primo turno, effettuato con un minimo di benzina nel serbatoio, verranno sommati a quelli del secondo quando il carburante inserito sarà quello necessario per la prima parte della gara. Questo meccanismo di calcolo avrà due effetti negativi: quello di essere macchinoso e quindi difficile da digerire e – da non sottovalutare – quello di preparare uno schieramento di partenza all’ultimo momento e quindi non diffondibile attraverso la carta stampata ma solo via televisione o radio. Ma il fatto più grave è un altro. Questo sistema toglie del tutto il valore alla pole position, uno dei miti della Formula 1, quel giro più veloce di tutti, tirato all’ultimo respiro che ha sempre incantato i tifosi. Sarà il giro dei ragionieri o dei furbi che pur di partire davanti, magari si fermeranno a fare rifornimento pochi minuti dopo il via. Se è questo lo spettacolo che cercano Ecclestone e Soci, forse è stato studiato per portare la Formula 1 a un progressivo sfaldamento. In modo da consegnare ai Costruttori intenzionati a organizzare nel 2008, quando scadrà il Patto della Concordia, un piatto senza pepe e sale. ■ Luci d’artista 570.000 lampadine ad illuminare la notte come non succede nemmeno a Londra, Berlino, New York e San Francisco (detta Frisco)… Vercruysse. Zorio. Stoisa. Paolini. Ferrero. De Maria. Torino di Natale accesa di Margherita Oggero P iantiamola di piangerci addosso, superiamo una volta per tutte la sindrome dello scippo (ci hanno portato via la capitale, il cinema, la radio, la tele, la moda, il salone dell’auto…) e guardando il bicchiere convinciamoci che è mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Piantiamola anche di sbirciare il resto del mondo con gli occhi del parente povero, del nobile decaduto con le toppe ai gomiti e i polsini lisi e prendiamo atto almeno di una realtà che sta sotto gli occhi di tutti: nemmeno le città più in tiro (ovvero trendy e cool secondo il lessico di oggi), nemmeno Londra Berlino New York e San Francisco detta Frisco hanno luminarie come le nostre. Lo so, lo so: al sentirle definire luminarie qualcuno di sicuro sobbalza sulla sedia, 28 però queste “Luci d’Artista” proprio come luminarie di Natale erano state inizialmente pensate. Correva il 1998 (l’altro millennio!) quando Fiorenzo Alfieri, allora assessore al commercio, si chiese se, in occasione delle festività di fine anno, non fosse possibile rav- vivare e insieme abbellire la città con qualcosa di diverso e di meglio delle solite composizioni luminose rappresentanti slitte con renne, babbinatale con gerle, candeline col contorno di agrifoglio. Per non parlare di quei tristissimi fili tesi tra i due lati delle vie, con lampadine multicolori penzolanti, come nelle sagre paesane della melanzana e della polenta concia. Ci voleva uno scatto della fantasia, ci volevano consensi, ci volevano sponsor per il progetto e, contrariamente a ogni ragionevole aspettativa, nessuno e niente venne a mancare. I commercianti, consultati e coinvolti nell’iniziativa, si dichiararono d’accordo senza riserve; gli artisti interpellati, i direttori dei musei e delle istituzioni culturali garantirono la loro disponibilità; gli sponsor aprirono i cordoni della borsa; il progetto partì e fu realizzato. Oggi è giunto alla sua settima edizione e non solo non dimostra le rughe della vecchiaia o le crepe della consuetudine, ma ci è invidiato un po’ ovunque e fioriscono decine di imitazioni, abbastanza modeste però. Certo allora non mancarono e non mancano neppure oggi – ma in tono più sommesso e meno convinto – i mugugni di chi, credendo di amare la città, si ingegna a punzecchiarla con spilloni o a steccarla di coltellate: chissà quanto costano ’ste luci, chi gli ha detto di metterle, con i soldi che hanno speso potevano invece… Gli invece sono sempre possibili e sono sempre numerosi, ma francamente è un piacere passeggiare di sera per Torino nella sua stagione migliore, quella che è più consona al suo stile di eleganza raffinata e non caciarona: l’inverno, con la sua aria secca e tesa, il profilo delle Alpi innevate sullo sfondo, l’indice della Mole puntato contro il cielo a ricordare che noi siamo qui. Smog a parte, si capisce, ma questo è un guaio invernale che La memoria I l Natale, a Torino, non è Natale se non si scende nel sottosuolo dell’Annunziata, la chiesa barocca di via Po in trasferta (così pare) da Roma. Là bas è un film antico duemila anni a scorrere, non a caso “reinventato” da un regista cinematografico, tal Canonica, nel 1910, intorno febbricitava la città del “muto”. Duecento statue lignee (quasi tutte lignee, tra i venticinque e i novanta centimentri di altezza) interpretano la Notte Santa, il suo annuncio, il suo dispiegarsi fino ai Magi, all’oro, all’incenso, alla mirra. Acceso da un ottocentesco motore navale, il presepe meccanico svetta su ogni rappresentazione sacra, è l’evangelica “memoria” che sotto la Mole, di generazione in generazione, stupisce e financo consola. La Notte Santa narrata in versi da Guido Gozzano: “È nato! È nato il Signore! / È nato nel nostro paese! / Risplende d’un astro divino / La notte che già fu sì buia. / È nato il Sovrano Bambino. / È nato! / Alleluja! Alleluja!”. È nato, è nato! Perché non raggiungere il Valentino, al Valentino un po’ scivolando sulla patinoire, un po’ adocchiando i cantie- 29 Giammello. Il presepe della Annunziata di Bruno Quaranta ri dell’Esposizione, mentre “densa, placida, lenta, la retorica neve ‘a larghe falde’ della terza elementare scende pigra”? Di là del fiume, alla Gran Madre, l’arpiniano ragionier Mathis attende invano, a Natale, la suora giovane. Nel diario racconterà di un pomeriggio solitario lungo “viali che l’inverno e l’ora del primo pomeriggio avevano svuotato e reso lugubri. I passeri saltellavano sull’asfalto, i gruppi equestri nelle piazze avevano príncipi e cavalli con i gomiti, le spalle, sciabole, groppe e code corrosi e verdognoli: ero felice, con un desiderio infinito dell’estate”. A quell’ora, dopo pranzo, neanche un fanciullo in strada, forse neanche Franti osa (osava) lasciar sola la madre. Intorno al laico abete i pargoli di De Amicis (in Cuore la Natività non accade) si godono i balocchi del mondo di ieri: bambole bionde e rosee, automobili di latta, carrozzelle automatiche, cavalli dondolanti, fantocci musicisti... E la collezione di francobolli di Garoffi, a cui Garoffi rinuncerà, sotto Natale, per domare il rimorso (aveva ferito all’occhio con una palla di neve un vecchio impiegato, zio di un compagno di scuola, il beneficiario del tesoretto). Via via, di stagione in stagione, sfumerà la belle époque, “la placida gioia provinciale” di Torino captata da Nino Oxilia (che con Sandro Camasio dirà “Addio giovinezza!”). Verrà il boom, l’insegna gonfia di watt che nega alla famiglia di Marcovaldo le visioni celesti. Il randagio eroe di Calvino dovrà attendere Natale per avvertire “la città più piccola, raccolta in un’ampolla luminosa, sepolta nel cuore buio d’un bosco”, dove la distesa di neve è “bianca come questa pagina”. ■ coinvolge tutte le città del pianeta. L’edizione di quest’anno comprende sedici installazioni che, inaugurate il 6 novembre scorso, resterranno accese sino al 16 gennaio del prossimo anno. A queste di deve aggiungere quella fissa sulla Mole, di Mario Merz, cioè la rossa serie dei numeri di Fibonacci, in cui ognuno è la somma dei due precedenti e il rapporto tra quelli consecutivi è sempre di 1,61 – la proporzione aurea della scultura greca e della tradizione rinascimentale –, quasi un omaggio al rigore subalpino e insieme ai tanti matematici della scuola piemontese (anche se Fibonacci era nato a Pisa: ma non si può avere tutto). Mancano invece, a causa della ristrutturazione del Museo della Montagna, gli spiritelli azzurri di Rebecca Horn che volteggiavano sul Monte dei Cappuccini (e un anno intorno alla Gran Madre): una delle opere più discusse ma anche la più sottilmente inquietante e suggestiva. La novità è invece rappresentata dall’installazione di Nicola De Maria in piazza Carlina: i lampioni sono trasformati in mazzi di fiori o anche in magiche sfere contenenti i doni inespressi che ciascuno vorrebbe ricevere. E poi, a caso e col naso all’insù: “Vento solare” di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, cioè “particelle elementari emesse dal Sole che investono la terra” secondo l’artista, ma anche uno stormo di uccelli in volo sfidanti il buio della notte; “Lucedotto” di Richi Ferrero in corso Lecce (un anno a Porta Palazzo): una gru gigantesca, la dilatazione ipertrofica della fantasia di un bambino alle prese con il Lego, oppure un metallico alieno benigno che veglia su di noi; “Cosmometrie” di Mario Airò in piazza Carignano, disegni geometrici di Giordano Bruno proiettati sulla pavimentazione come immateriali tappeti da calpestare o circumnavigare, Holtzer. Pannoli. come difficile gioco “della settimana” per adulti che non disdegnino di tornare all’infanzia; “Palomar”, un suggestivo rimando calviniano di Giulio Paolini nella bellissima via Po (e se l’esuberanza o l’ignoranza dei writer o imbrattamuri la deturpasse un po’ meno, ci guadagneremmo tutti, compresi loro anche se non ce la fanno a capirlo), un fiabesco planetario di luce in cui un funambolo tiene in equilibrio i suoi cerchi; e ancora “Luì e l’arte di andare nel bosco” di Luigi Mainolfi in via Garibaldi, fiaba da leggere camminando lentamente da soli o con un bimbo per mano; e poi tutte altre, in piazzetta Reale, in via 31 Accademia Albertina, al laghetto di Italia ’61, in piazza Palazzo di Città, in via Pietro Micca e via Cernaia… e infine la soddisfazione un po’ campanilistica ma gratificante di constatare che la maggior parte degli artisti coinvolti sono nati o lavorano proprio qui, da noi e tra noi. Andare per vetrine, andare a cena con gli amici, andare a spasso senza meta come facevano i flâneur che sapevano vivere: ma sempre guardando in alto, lasciandoci catturare dalle mille suggestioni delle luci: Torino città grigia? ma chi ha ancora il coraggio di dirlo con 570.000 lampadine accese a colorare la notte? ■ Partendo da Napoli Dalla terra del presepe in via San Gregorio Armeno, al Trentino e la Sardegna. Da Salisburgo, Vienna e Budapest al Circolo polare A Kitzbuhel. Mercatino di Natale a Londra. In Galizia. A Budapest. Natale in Europa Foto e testi di Giorgio Ricatto U na suggestione profonda, forse dovuta a ricordi infantili, si unisce al sentimento religioso che accompagna le feste natalizie, sarà il sapere che dalla notte del 24 dicembre per dodici giorni l’Europa e gran parte del globo vivono in festa, saranno le luci scintillanti, gli abeti ed i presepi, l’atmosfera di pace e la riscoperta di antiche tradizioni. Raccontare il Natale in Europa è percorrere un itinerario che sosta ad ogni borgo, è disegnare una map- pa che non dimentica il villaggio più nascosto, è precipitare in un universo fiabesco di autentico folclore. Un panorama di celebrazioni fa dell’Europa un villaggio davvero globale e allo scoccare della mezzanotte anche tra feste, costumi diversi e tradizioni che si svolgono 32 in cornici contrastanti, la rievocazione della Natività si trasforma in una manifestazione corale di fratellanza e spiritualità. Dal nord ammantato di neve ai tepori mediterranei resi più caldi da un’umanità festosa, tra cibi e dolci rituali tutte le gran- di città protagoniste della storia europea si vestono a festa e presentano un ricco calendario di attrazioni. Nei villaggi, tra cori, musiche e sapore di campagna rimangono tenaci antiche credenze e consuetudini, l’atmosfera è più intensa. Vale la pena di compiere un viaggio virtuale accompagnato dal tocco delle campane. In Italia da nord a sud si dipana un percorso di luci. Sono gli addobbi e gli abeti che vestono piazze e quartieri, ma il presepe rimane una tradizione antica e ancora vitalissima. Napoli, la terra del presepe, si raccoglie nella via San Gregorio Armeno in un delirio di folla almeno un mese prima del Natale tra gli artigiani che espongono le figure create con il legno, la terracotta, le stoffe. Sono “pastori” e personaggi locali che la fantasia napoletana plasma sul modello di un’arte seisettecentesca. Se innumerevoli sono i presepi artistici che costellano tutta l’Italia, non mancano quadri viventi che trasformano villaggi interi in presepi. Le scene della Natività si vestono con abiti e oggetti di foggia locale, si inseriscono in ambienti e paesaggi diversi. Il mosaico culturale de Trentino-Alto Adige ha creato un interessante intreccio di manifestazioni: a Bolzano, il consueto mercato natalizio di piazza Walther è legato a radici mitteleuropee e usanze tirolesi. Non vi manca un presepio vivente; luci e decorazioni arricchiscono gli scorci gotici e gli stucchi rococò del centro storico. Anche a Trento si festeggia il Natale con le bancarelle che espongono artigianato, addobbi, giocattoli, dolciumi. Il “rito della Stella” di tradizione tedesca accompagna le celebrazio- FIDUCIARIA L’agenzia “PIANETA GAIA” (in via Giolitti 15, a Torino, presso la sede dell’Automobile Club) è, come sempre, a vostra disposizione per aiutarvi a cogliere le emozioni dei più suggestivi mercatini natalizi… in Italia e in Europa. Scoprite i suoi programmi di viaggio o fatevi aiutare a costruire il vostro itinerario ideale: dalla “regione delle fiabe” (in Baviera) alle città barocche (Trento, Bolzano, Montreux e altre ancora), dal paese di Babbo Natale (Christkindl, in Germania) ai paesaggi immacolati dove vivono le renne (in Scandinavia)… ni trentine, i cantori vanno di maso in maso intonando i canti, ma si esibiscono anche durante le cerimonie in città… Per apprezzare il piacere delle diversità, dalle montagne del Trentino a quelle della Sardegna, ecco Bitti (Nuoro) con i concerti che celebrano il bambinello “Memmeddu”. Sono gli antichi canti religiosi del celebre coro di Bitti; fa da sfondo alla manifestazione la festa popolare che si accompagna con il vino e i dolci della tradizione. La Sardegna già profuma di Spagna. La Notte del 24 di Dicembre “Nochebuena” per gli spagnoli, si celebra la Misa del Gallo, termine che si riferisce al canto del gallo avvenuto secondo le tradizioni più antiche a mezzanotte per la prima volta, seguito alle tre e alle sei del mattino da altri canti. La nascita di Gesù, festa cristiana manifestatasi per la prima volta a Roma il 330, coincide con il solstizio d’inverno, non casualmente, ma per contrastare la festa del fuoco o festa pagana del sole di carattere agrario diffusa in Europa e ce- 33 Naturalmente, ai Soci ACI sono riservati sconti ed agevolazioni esclusive. E se non siete più in tempo per il Natale 2004, chiedete subito come fare per non perdere gli eventi del Natale 2005! Per tutte le informazioni relative a questi itinerari o a qualunque altro viaggio desideriate fare, il personale dell’agenzia è a vostra disposizione al numero 011-54.63.85. Orario: dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30. lebrata a Roma il 25 dicembre e in Egitto il 6 gennaio, le date del ciclo natalizio, dal Natale all’Epifania. Anche in tutta la Spagna il Natale è un pullulare di concerti, esposizioni, mercati, rappresentazioni teatrali, cortei in costume e cene rituali. A Candeleda (100 km da Avila), tipica città di montagna, con un ponte romano ed una chiesa parrocchiale del XV secolo, nella catena dei Gredos, il Natale si festeggia per le strade che risuonano di serenate e di canti natalizi “villancicos” eseguiti dai gruppi vocali. Li accompagnano tamburi e scoppi di mortaretti, nell’aria la consueta mistura di musica, folla, danza, “fiesta” per gli spagnoli. Pamplona in Navarra è riunita per la sfilata dell’Olentzera che segna l’inizio delle celebrazioni nelle strade e nelle piazze il 24 sera. Il corteo canta “villancicos” e si accompagna con tamburini, passi di danza e “txistus”, il flauto a tre buchi. Il “Misterio Vivente” è portato da un carro fiorito tirato da una coppia di buoi come è tradizione nei pellegrinaggi. Celebre è la “Misa del Gallo” di Labastida in provincia di Alava, Messa di mezzanotte di origine medievale. Dodici pastori guidati da un capo sfilano in costume accompagnati da un “nonno” che porta un agnello e una “balia” con il Bambino Gesù. Si recano dal Sindaco a passo di danza per dirigersi poi nella chiesa e presentarsi al prete. La cerimonia è un alternarsi di Natale sul Sella e in Lapponia. danze e canti che s’intrecciano alla celebrazione religiosa. Un focolare all’esterno è pronto per preparare una zuppa al Bambino Gesù. Altri sapori e profumi in Germania. La tradizione tedesca vuole nell’antica Strasburgo Seicentesca la prima immagine di alberi d’abete adorni, vi sono leggende legate a Martin Lutero e ad un santo del VII secolo che in seguito ad una grazia, proclamò l’abete albero di pace. Mitologia germanica, riti, credenze. Nel profumo del vino caldo speziato “gluhwein” i preparativi iniziano i primi giorni di dicembre. In Baviera, non lontano dal più celebre Garmisch-Partenkirchen, nel villaggio di Mittenwald definito da Goethe un “libro dipinto vivente” per le facciate delle case decorate, tradizione che continua ancora oggi, è una consuetudine il presepe bavarese, mentre Santa Klaus con una slitta a cavalli porta i doni ai bambini il 6 dicembre. Vienna e Budapest invitano con magie mitteleuropee. A Budapest i presepi viventi, i mercati ed i canti natalizi hanno per sfondo una città incantevole che si riflette nelle acque del “Bel Danubio Blu”, il colle di Buda con la Fortezza è il nucleo antico che il Natale decora di colori e riempie di folla festante tra prospettive barocche e gotiche. A Pest, in piazza Vorosmarty ornata dalla statua al poeta omonimo e dalla celebre pasticceria Gerbeaud, centro storico che brulica di vita e gruppi di giovani, c’è il mercatino natalizio con tutto il teatro di oggetti e manifestazioni che lo circonda. A Vienna la fiera si svolge sulla Rathausplatz, allo Spittelberg e sulla Freyung, ma la mostra di presepi è puntuale all’appuntamento nella cripta della Peterskirche. Gli elementi barocchi della chiesa ispirati alla basilica di San Pietro di Roma ed i presepi creano un curioso gemellaggio tra le città. Nella città della musica c’è un Natale di concerti. Se la Konzerthaus ospita il Mozartfestival, il culmine dei festeggiamenti avviene la sera di S. Silvestro con il Ballo imperiale nella Hofburg. Proprio all’Austria si deve il canto più famoso di Natale “Stille Nach, Heilige Nacht”. L’inno creato nel Salisburghese per accompagnare la Messa natalizia ebbe un successo tardivo che non gli impedì di trasformarsi nel più noto cantico natalizio al mondo. Per ricordare il suo autore, una cerimonia natalizia richiama giovani da tutta l’Europa a Wagrain. Tuttavia l’iconografia classica del Natale si nutre di neve e di slitte, di renne Sul Balaton. Baviera. In Galizia. e di un “Babbo Natale” dalla lunga barba bianca proveniente dal Grande Nord, coperto da un pesante mantello. Al principio era San Nicola, vescovo e benefattore di Mira (Licia), patrono di Russia, Grecia e Bari dove furono trasportate le sue spoglie. Il suo culto dilagando in Europa ed infine in America del Nord lo trasforma in Santa Claus, il dispensatore di doni. Ai fuochi d’artificio, alle luci delle decorazioni, allo splendore che avvolge le città in festa fanno da contesto paesaggi dipinti di bianco con la neve, la nebbia, le acque ghiacciate di laghi, fiumi e canali. Il buio della notte nordica inventa spettacoli rarefatti nel silenzio rotto In Catalogna. da cori e musiche natalizie. In questa geografia candida e incontaminata il Natale sembra un pretesto per sentirsi più vicini e riscaldarsi il cuore con gli auguri di prosperità e la dichiarazione di Pace Natalizia che si compie a Turku. Tra renne, tundra e foreste, slitte e saune in accoglienti cottage, presso Rovaniemi capitale della Lapponia finlandese sul Circolo Polare Artico, Santa Claus attende le lettere dei bambini di tutto il mondo. Nel bosco e nei pascoli sconfinati ammantati di neve o tra le luci dell’aurora boreale si nascondono elfi e folletti, fate e spiritelli. Nel paese delle fiabe il Natale è un magico incanto. ■ A Salisburgo. 35 Piemonte da scoprire Ricordi d’anteguerra e storie personali di testimoni delle valli e delle campagne: come eravamo e come saremo diventati Santuario Giavanis. Polpresa. Lemie. Usseglio. Val Chiusella. I Natali di una volta Foto e testi di Renato Scagliola A lcuni flash dal Piemonte anteguerra, o appena dopo, dove la memoria, questo misterioso prodigio biochimico, ingigantisce, trasforma, abbellisce le cose, le persone, gli avvenimenti. Una torinese, Miranda Corsino, racconta un lontano Natale del 1945. “A casa si era sempre fatto il Presepe; prima con i personaggi ritagliati dalle cartoline natalizie, poi con una rappresentazione minima che si era arricchita nel tempo con una figurina alla volta. Quel Natale però i ragazzini avrebbero voluto anche l’albero. Chissà, forse influenzati dai nuovi riti, oppure per un’incipiente quanto inconscia nostalgia dei boschi e del verde del paese, che li aveva 36 ospitati durante lo sfollamento. Avevamo girato parecchio alla ricerca di un alberello, ma ahimè, non avrebbe dovuto costare più di cinque lire; infatti a tanto ammontava il piccolo tesoro accumulato in mesi di mancette e regali. In quella burrascosa vigilia, lei con la gonna che usciva un palmo dal cappotto e lui con le gambette magre nei corti calzoncini, giravano sempre più infreddoliti e sconsolati nella vana ricerca. Infine, in piazza Statuto, una fioraia stava per chiudere la bottega e ritirava dal marciapiedi la merce invenduta. Era rimasto un abetino, certo scartato da tutti, perché in verità un po’ sghembo e quasi pelato da un lato. La donna dimezzò il prezzo e lo cedette in cambio del lucente aquilotto. I bambini salirono trionfalmente sul tram per il ritorno a casa. Era il numero 6, una di quelle vetture con rimorchio, senza porte, con i sostegni triangolari appesi con una cinghia di cuoio ad un’asta fissata parallela al soffitto. Lungo quest’asta correva un cavo che si doveva tirare per prenotare la fermata. Chi ha i capelli grigi se lo ricorderà. Purtroppo le traversie non erano finite. Il bigliettaio, all’atto di bucare il biglietto (allora non si obliterava) disse che anche l’albero, essendo più lungo di un metro, avrebbe dovuto pagare. I due avevano soltanto il biglietto di andata e ritorno e neanche un soldino... Attimi di sgomento... poi il baffuto signore chiuse un occhio e con un buffetto sulla guancia augurò buon Natale e volse le spalle. A casa l’abete fu sistemato in modo strategico in un angolo, in modo da nascondere le magagne. Addobbato con caramelle cri-cri e (delizia ritrovata) con alcuni mandarini. Nessun albero di Natale, per quanto ricco e rutilante ha, per mio fratello Piero e per me, il fascino di quel piccolo abete tenero e quasi sferico di quel primo Natale di pace. Dal biellese una bellissima storia di Ornella Maffiotti, dei tempi della Grande Guerra. “Una delle tante lettere, ormai ingiallite dal tempo, scritte nel lontano 1917, da mia nonna Adelina a mio nonno Ottavio, nativo di Camburzano (Biella) durante la prima guerra mondiale, a Castellazzo Bormida, prima della partenza per il fronte veneto dove morirà e verrà poi sepolto a Verdoiba in una fossa comune. La mia amata nonna risiedeva col figlioletto Adriano (mio papà) di tre anni (oggi novantenne) ad Occhieppo Inferiore, allora provincia di Novara, poi Vercelli, in una casetta dal nonno costruita. Queste lettere custodite nel tempo sono a testimonianza di un amore antico, vero, concreto, struggente, vissuto nell’incertezza del domani. Le lettere intercorse tra loro, tenute gelosamente nel portafoglio dal nonno, furono consegnate da un amico di sventura sopravvissuto alla guerra con il quale nonno Ottavio era rimasto inteso che in caso di morte di uno dei due, l’altro le avrebbe recapitate alla famiglia. Il portafoglio col foro mortale della pallottola che colpì al cuore nonno Ottavio unite alle lettere è tutto ciò che mi ha fatto conoscere la loro dolorosa forzata lontananza, che mi ha parlato di Lui negli anni e ogni volta che le tolgo dal cassetto-reliquia e le rileggo provo un’emozione fortissima, un pianto liberatorio mi pervade perché sento ancora vivide queste mie radici. Il mio hobby è la poesia, scrivo per diletto, mi sembra bello, giusto e doveroso far rivivere, tramite una lettera da me scelta, il loro antico, grande, sfortunato amore, ‘la loro poesia’ fatta di piccole cose ma di grande insegnamento. Ecco la lettera, scritta di getto, in un italiano certo non tanto corretto, ma spontanea, colloquiale. 37 ‘Sabato 14 aprile 1917 ore 10 mattina Ottavio carissimo, vissi, questi giorni, in un angoscia terribile, attendevo sempre con ansia un tuo scritto e finalmente questa mattina ricevetti la tanto desiderata tua cartolina, fui molto contenta al sentire che ti diedero per castigo pochi giorni di prigione semplice. Caro Ottavio sappi che martedì al dopopranzo vennero due carabinieri a cercarti e mi dissero che avevano lordine dal comando dai tuoi superiori di arrestarti perché eri fuggito senza permesso, le risposi che se tu eri venuto a casa era per affari d’interesse che non ti davano mai il permesso: essi mi dissero ebbene appena sarà al corpo lo manderanno al fronte e io mi son messa a piangere e loro se ne sono andati, ed è per questo che aspettavo un tuo scritto per sapere come te la avevi tolta ma ora sono più tranquilla al saperti ancora a Castellazzo Bormida. Nel mentre ti scrivevo sentii a bussare alla porta andai ad aprire e vidi che era un militare graduato io a dirti cosa fosse non lo sò perché di graduati non me ne intendo, mi chiese se era questa la casa del Maffiotti Ottavio e se io ero tua moglie, e tu ove ti trovati io le rispose a tutto ciò che mi chiedeva poi le chiesi chi fosse lui, mi disse che ti conoscieva ma non mi disse chi era poi mi chiese se poteva a vedere la casa, io lo condussi in cucina, poi nel cortile, e poi disopra nella stanza, fortuna che in questi giorni ho fatto pulizia e non per lodarmi ma la nostra casetta sembra una bomboniera, le feci vedere la nostra fotografia mi disse: che avevamo un bel bambino che era un peccato che ci fosse venuta la guerra per dividere tre persone che forse si volevano molto bene, poi mi chiese se ti amavo più di me stessa le rispose e aspetto con ansia il giorno che sia la guerra finita per unirci per sempre, quando ebbe finito di guardare da per A casa l’abete fu sistemato in un angolo, in modo da nascondere le magagne Pian della Mussa. S. Cristina. tutto se ne andò senza che io sapessi chi fosse, è un tipo giovane un po bruno, parla italiano vestiva di grigio verde con una grossa riga d’argento intorno al collo, un bel mantello. Ieri anno sotterrato la Iota sono andata anch’io alla sepoltura, la Marta e l’Angiolina sono dinuovo in grande amicizia ed io in casa di loro vado al meno che posso anzi in questi giorni quà pioveva ed io per non stare a casa sola a sprecare legna andavo nella stalla del Attilio del Munfrin la vi erano diverse mie compagne di lavoro e si facevamo compagnia era molto caldo perché vi era quattro vacche. Io ho tanti fastidi primo perché ancora non si lavora, e non posso a pagare i debiti. Caro Ottavio ringrazia tanto l’amico tuo che scrisse la cartolina e salutalo da parte mia l’Albino di Banieri ha mandato alla nostra nipote Maria 50 lire che si comperasse un orologio e una catena per suo ricordo certo è un bel regalo, la moglie del Calisto buon anima di Cambursano è di nuovo sposa in Francia. Ciau caro Ottavio tanti saluti dalla mamma dalla Pacifica e da tutti. Addio pur troppo ora siamo divisi ma un giorno non lontano vedremo spuntare un orrizonte pieno di luce, e d’amore e noi saremo uniti per sempre. Addio il pensiero del nostro caro Adriano e della sposa tua vola a te t’invocano, e ti chiamano scrivimi presto ciau. Adelina Maffiotti’”. Renzo Mabrito di Vidracco, villaggio della bassa Valchiusella, amministratore comunale prossimamente a riposo, racconta... “Mi ricordo le peripezie che affrontavamo noi ragazzini in paese per la conquista del lago formato dal bacino idroelettrico, con l’aggiunta che una volta venimmo anche fatti segno di colpi di mitra da parte di una camionetta di nazisti che ci avevano scambiati per partigiani. Collegate a questa memoria, me ne sono riemerse molte altre, legate al ricordo dei 40 anni di amministratore comunale di questo piccolo borgo canavesano dove vivo... Alcuni dei miei compaesani, leggendo questi appunti, forse ricorderanno il passato che molti, ed ormai sono la maggioranza, dei nuovi residenti non conoscono, e quindi non possono avere la sensazione delle fatiche, dei dubbi, delle delusioni che hanno accompagnato la vita dei miei coetanei nell’arco natio dei miei genitori, per fare un po’ di villeggiatura. Partivamo da Porta Susa con la Ferrovia Canavesana, con i bei vagoncini verdi con ballatoio, trainati da piccole locomotive a vapore risalenti alla fine dell’800, fino alla stazione di Castellamonte da dove si proseguiva sulla polverosa strada bianca consortile con l’autocorriera. Nel 1944 anche questo trenino fu coinvolto nella guerra: mitragliato da aerei raggiunse la stazione di Castellamonte carico di morti e feriti. Fortuna volle che mio padre, pendolare a Torino come molti altri sfollati, non fosse sugli ultimi vagoncini, i più colpiti. Quando successivamente anche il trenino si fermò, mio padre continuò a fare il pendola- Sant’Ignazio in Val di Lanzo. degli ultimi sessant’anni. Questo oltre mezzo secolo ha coinciso con la trasformazione del nostro borgo, come per tutta l’Italia, da paese prevalentemente agricolo ad industriale prima e quindi post industriale con un’alta percentuale di pensionati e bassa natalità, il cui risultato è il progressivo spopolamento delle nostre vallate. Nella mia infanzia, prima del 1940, i miei familiari ed io, abitualmente residenti a Torino, appena chiuse le scuole raggiungevamo Vidracco, paese 38 re in bicicletta fino a Torino attraversando i numerosi posti di blocco militari, come attraversavamo noi ragazzi in bicicletta per raggiungere la scuola media a Castellamonte. La vecchia corriera, alla quale ho accennato prima, che collegava la valle con la stazione ferroviaria, era guidata da Gioanin di Traversella e fece onorevolmente, a volte stracarica anche sul tetto, il suo servizio fino alla sua sostituzione con i più moderni autobus Fiat, senza mai un incidente, malgrado le strade innevate d’inverno, a mala pena rese transitabili dal passaggio dello spartineve di legno trai- nato dai cavalli della famiglia Bertello… L’energia elettrica che alimentava solo il concentrico, prodotta dalla locale centrale idroelettrica, a casa mia arrivò nel 1942, quando per i bombardamenti ci trasferimmo definitivamente in paese. L’acquedotto tardò di più, perché l’anello principale si limitava al giro del concentrico, il quale, disponendo di qualche fontanella in più, alle quali si attingeva con i secchi, offriva già una maggiore comodità rispetto alle uniche due fontane esistenti fino al 1939. Il razionamento del pane richiedeva la sua integrazione con la polenta, che si macinava di notte per evitare l’eventuale sequestro, nel mulino sulla roggia, ora in fase di riattivazione ad uso museale. Dopo la guerra, che fu feroce negli anni 1943-44-45 per la presenza delle formazioni di partigiani che attaccavano al Ponte dei Preti i convogli tedeschi con i conseguenti rastrellamenti, e la fortuna volle che ci fossero risparmiate fucilazioni ed incendi come avvenne più su in Valle, c’era disoccupazione e ben vennero i cantieri per disoccupati finanziati dalla legge Fanfani (la paga era di circa 600 lire giornaliere con una minestra fornita dalla Pontificia Opera d’Assistenza). Questi cantieri, assegnati per una durata massima di 3 o 4 mesi all’anno, permisero, oltre ad alleviare le disagiate condizioni economiche di molte famiglie, la costruzione di opere pubbliche indispensabili, come le strade carreggiabili per le frazioni e rimboschimenti. Molto legname era stato portato a Torino durante la guerra per far fronte a un minimo di ri- scaldamento ed erano molti i tubi delle stufe in quel periodo che fuoriuscivano dalle finestre dei palazzi cittadini! Altri interventi furono possibili successivamente con i fondi per il Piano Verde per l’agricoltura; alla fine degli anni ’50 fu finalmente portata l’energia elettrica nelle frazioni e si ebbe il primo telefono pubblico. Maggiori interventi sulle opere pubbliche migliorarono l’approvvigionamento di acqua potabile che finalmente raggiunse anche le frazioni, e così anche la ex strada consortile, principale via di comunicazione, la cui manutenzione lasciava parecchio a desiderare, venne allargata ed asfaltata. Furono realizzate le prime fognature con tubi in cemento scaricanti direttamente nei fossi circostanti l’abitato, l’ecologia aveva ancora a venire, e fu chiesto agli utenti di installare le prime fosse biologiche affinché le acque reflue fossero almeno prive di residui solidi... Venne avviata su base volontaria la raccolta rifiuti, problema che fino allora non era esistito, data la parsimonia della vita del tempo, ed appena fu possibile venne istituito un servizio di ambulanza con 14 volontari, servizio poi sostituito dalla più efficiente CRI di Castellamonte. Era ancora vivo il ricordo di un ragazzo che con una frattura esposta, in tempo di guerra, dovette venire trasportato con un calesse all’allora modestissimo vecchio ospedale di Castellamonte, dove, per l’intervento ormai tardivo, morì per un’infezione di tetano. Il lavoro negli anni ’60 non mancava, l’Olivetti assumeva ed a Vidracco sorse lo Stabilimento I-RUR. Dapprima in locali di fortuna, poi nell’attuale Pluriuso e quindi, assorbito dalla stessa Olivetti, nel nuovo stabilimento di Via Baldissero. In quel momento ogni famiglia aveva gente occupata stabilmente e fu emessa dall’Amministrazione Comu- La statua della Vergine ritorna restaurata sulla cima della Ciamarella nale l’ordinanza che vietava in paese la presenza di stalle ed animali d’allevamento. Infatti, fino alla svolta data dall’industrializzazione, l’economia delle famiglie era basata sull’allevamento di uno o due vitelli all’anno, la coltivazione della vite e delle mele, delle quali il paese fu un forte esportatore fino ad un’infestazione parassitaria che pregiudicò definitivamente questa risorsa. Le case avevano tipologia e finalità rurale e si cominciava a ristrutturarle. Si dovette perciò prestare maggiore vigilanza da parte dell’Amministrazione Comunale, affinché non sorgessero oltre ad assurdi condomini multipiani anche estemporanee casette di prospetto mutuato da altre latitudini. Ormai si era avviati al consumismo moderno. Ho voluto scrivere queste poche note come riflessione sulla grande evoluzione che ha avuto la vita quotidiana di un piccolo borgo, e come non debba essere sentita come una catastrofe quando succede che qualche disagio rallenti gli spostamenti, i consumi e le quotidiane occupazioni. Altri disagi costellarono i gli anni passati e vennero superati!”. È di Giorgio Inaudi invece la testimonianza di quella che fu la vita nelle valli di Lanzo al principio del secolo scorso, con le villeggiature, le prime ascensioni, le storiche famiglie delle guide alpine valligiane. “Cinquanta coraggiosi hanno affrontato un viaggio lunghissimo e pericoloso per portare l’immagine della Consolata su una delle più alte vette delle Alpi Graie”. Con queste parole, L’Italia Reale, Quotidiano Nazionale (una copia centesimi 5) dava notizia dell’impresa portata a termine dagli “eroi della montagna” nella giornata di martedì 8 agosto 1899. Parole intrise di ingenua retorica, che fanno un po’ sorridere gli alpinisti di oggi, abituati a considerare la Cia- marella come una salita relativamente facile. Alcuni anni or sono, per iniziativa della sezione del Cai di Ala di Stura, è stata riportata sulla Ciamarella la statua della Vergine, dopo un ennesimo restauro. Non è più l’immagine portata in vetta nel 1899, una vera opera d’arte, donata dall’avv. Emilio Henry, illustre penalista torinese e pioniere dell’esplorazione alpinistica delle nostre valli negli anni a cavallo del secolo. Si trattava di un prezioso bassorilievo in ceramica invetriata, rinchiuso in un tabernacolo in legno di rovere, a sua volta contenuto in un pilone di pietra. Malgrado la protezione, l’immagine venne consumata a poco a poco dalla furia degli elementi e gli ultimi resti scomparvero verso la metà degli Anni Cinquanta, travolti dal crollo del pilone che li conteneva. L’attuale “Madonna della Ciamarella” è una statua in metallo, realizzata anch’essa a cura della famiglia Henry, rimasta da oltre un secolo affezionata villeggiante di Balme (il nipote, Paolo Henry, psicologo, è anche una stimata e nota guida alpina delle Valli di Lanzo). Fu portata in vetta per la prima volta l’undici agosto 1957, con il concorso unanime dei valligiani di Balme e di Ala. A differenza di quella della Bessanese, che resiste sulla vetta dal principio del secolo, la Madonna della Ciamarella è stata riportata a valle più volte per essere riparata. Colpa delle bufere, certamente assai violente alla quota di 3676 metri, ma anche delle folgori che l’hanno colpita più volte. Colpa soprattutto dell’eccessiva affluenza di gente, tra cui anche alcuni che esitiamo a defi- 40 nire alpinisti. Ci riferiamo a coloro che – a più riprese – hanno asportato, come ricordo, la punta del parafulmine. Un atto di vandalismo che, tra l’altro, potrebbe mettere in serio pericolo coloro che si trovassero in prossimità della vetta durante un temporale. Ben altro spirito animava i “temerari della Ciamarella” in quei giorni di agosto del 1899. Il mensile “La Consolata” ci aiuta a capire il clima di quell’epoca. Sono gli anni a cavallo del secolo, quando a Balme e in genere in tutta la valle si vive un momento particolarmente felice. La montagna e l’alpinismo sono di moda, gli aristocratici ed i ricchi borghesi della città affollano gli alberghi, che si moltiplicano da un anno all’altro. Ville signorili sorgono senza posa nei luoghi più pittoreschi, dando lavoro alla mano d’opera locale, mentre molti valligiani trovano impiego nella professione di guida alpina o in quella più umile di portatore. I protagonisti della nostra storia, infatti, oltre all’avv. Emilio Henry, sono le due più valide guide del momento: Antonio Boggiatto, detto Gloria (1844-1911), il decano delle guide balmesi e Giuseppe Castagneri detto Gèp dei Tuni (1855-1927), fratello del famoso Toni, tragicamente scomparso nove anni prima sul Monte Bianco. Sono coadiuvate dall’intera compagnia delle guide di Balme, che all’epoca, tra guide e portatori, annovera più di venti elementi. Accanto a loro, sono presenti alcune belle figure di ecclesiastici locali: il parroco, don Angelo Castagneri (della famiglia balmese dei Gianàngel), che morirà prematuramente, anch’egli il primo ottobre dello stesso anno e il cappuccino Innocenzo Martinengo, anch’egli di Balme, in quegli anni curato della Chiesa della Madonna di Campagna. È presente anche un altro giovane sa- cerdote nativo di Cantoira, don Giuseppe Perotti, allora cappellano di Procaria. Appassionato alpinista, diventerà poi, a sua volta, parroco di Balme lo stesso anno, succedendo a don Castagneri. Proprio sul ghiacciaio della Ciamarella, il 1° agosto 1921, don Perotti troverà la morte per assideramento, vittima di una terribile bufera. L’ardore alpinistico si intreccia con la fede religiosa ma anche la cultura non manca all’appello. Le manifestazioni hanno inizio in chiesa, con “I più squisiti concerti del violino, toccato niente meno che da artisti come la signora Virginia Teja”. Un’apprezzata strumentista, che teneva concerti in tutta Europa, da Parigi a San Pietroburgo, ma anche un’alpinista valente, che diede il nome ad alcune delle punte che si affacciano sulla conca di Balme. I discendenti della famiglia Teja (cui appartenne Casimiro, il famoso caricaturista del giornale satirico risorgimentale “Il Fischietto”) abitano tuttora una delle ville più belle ed antiche della valle, costruita nel 1880. Alla sera, proprio a Villa Teja nella frazione Cornetti, ha luogo un grande ricevimento, mentre la cascata viene illuminata con bengala a colori “e con palloncini inastati su bacchette di legno e distribuiti ai villeggianti accorsi al magico spettacolo”. Il mattino successivo ha inizio l’impresa vera e propria. Alle sette in punto, un’imponente processione lascia Balme per il Pian della Mussa. “Tra lo sparo festoso dei mortaretti, il corteo incomincia a sfilare. Precedono le venerabili confraternite del paese, segue il parroco, in cotta, mozzetta e stola, attorniato dal clero. Segue l’intera popolazione ed una moltitudine di villeggianti. Tutti sono in abito da alpinista, muniti di un lungo bastone ferrato”. Giunti al Piano, vengono celebrate ben due messe solenni, seguite da numerosi discorsi e quindi (per coloro che possono permetterselo) viene il momento di accomodarsi a tavola per “un scelto servizio di ristorante presso l’Albergo Broggi, ivi in corso di costruzione”. Al termine dell’“ottimo pranzo”, la comitiva degli “eroi della montagna” (sono sessantotto ma non tutti arriveranno in vetta) parte risolutamente per il rifugio Gastaldi, salutata da “un amichevole sventolare di cappelli e fazzoletti, un echeggiar giulivo di voci auguranti”. L’immagine della Vergine viene issata sulle spalle dell’uomo più forte del paese (la cronaca non dice chi fosse). Al rifugio la cena è molto più parca. L’edificio-albergo sarà costruito soltanto cinque anni più tardi, nel 1904. Per il momento c’è soltanto la modesta baita di pietra, costruita circa venti anni prima. Le guide accendono il fuoco, mentre lo stesso avvocato Henry si mette ai fornelli e “le signore lavano e riempiono successivamente quante volte basti le poche scodelle”. Intanto, come in ogni copione romantico che si rispetta, scoppia un temporale terribile. Tra tuoni e lampi che illuminano il piccolo rifugio attraverso le finestrelle, “un po’ di sgomento s’insinua nel cuore dei pellegrini che temono per l’ultimo e più arduo tratto dell’ascensione, da effettuarsi al domani”. Viene esposta l’immagine della Vergine e si incomincia a pregare. La bufera infuria per tutta la notte per poi placarsi improvvisamente al mattino. Il drappello, rinfrancato dalle poche ore di riposo, si mette in cammino. Al Crot delle Vigne iniziano le prime difficoltà: un nevaio con “un’inclinazione di oltre cinquanta gradi”. Alcuni rinunciano a fanno ritorno al rifugio, altri “procedono adagio, in silenzio, prendendo le necessarie precauzioni”. Ad un tratto, si sfiora la tragedia: un giovane pastore scivola, prende velocità e precipita verso le rocce al fondo del nevaio. Ma “percorsi forse cento metri, il corpo, come trattenuto da una forza misteriosa, rallenta, si arresta...”. Si rialza indenne ed anzi si dichiara pronto a riprendere la strada. Ma intanto nessuno più osa muoversi. Sono le guide a risolvere la situazione. Una di esse “pianta la picca nel ghiaccio e poi, ritto sui piedi, si lascia sdrucciolare giù per il ghiacciaio, di tratto in tratto si ferma e poi ricomincia la sua discesa. Egli è il dominatore del ghiaccio, cui affidare sicuri la nostra vita”. L’avventura continua. Superato il Ghiacciaio di Pian Ghias “lungo parecchi chilometri”, la salita procede faticosamente fino ad un “enorme crestone con passaggi scabrosissimi, fra pareti di roccia quasi a picco e finalmente appare, in tutta la sua terribile im- Val Chiusella. Chialamberto. ponenza, il Ghiacciaio della Ciamarella”. Fatte le cordate, le guide tagliano i gradini nel ghiaccio ed infine si affronta la “piramide terminale, alta circa cinquecento metri, tutta biancheggiante di neve caduta nella notte”. Alle dieci e un quarto i primi pellegrini mettono piede sulla vetta, le guide provvedono a piazzare il tabernacolo e la Madonna nel pilone in pietra già costruito in precedenza. Con le rocce della vetta costruiscono un altare, dove ben tre messe vengono celebrate successivamente. Officiano tre sacerdoti i quali (la relazione ci tiene a sottolineare) hanno compiuto l’intera salita a digiuno, come richiede la celebrazione del sacro rito. Intanto il tempo ritorna a peggiorare rapidamente. “Una tormenta impetuosa ci coglie- va alle spalle, tanto da renderci difficilissimo il ritorno. Il vento ci sbatteva, il nevischio ci percuoteva il viso, ci riempiva gli occhi e le orecchie, cadevamo ad ogni passo, in un roboar di tuoni e lampi. Finalmente, dopo otto ore di viaggio difficilissimo, ci ritrovammo sul Piano della Mussa, dove le mille volte ringraziammo Maria per la grande grazia ottenuta”. Quasi mezzo secolo era passato dal 1857, quando l’ing. Tonini aveva compiuto la prima ascensione della Ciamarella, in circostanze avventurose e senza che alcun montanaro del luogo volesse accompagnarlo, ma evidentemente la montagna manteneva ancora tutto il suo fascino, ingenuo e solenne. ■ Internet Una guida razionale ai siti e ai motori di ricerca per risolvere il problema degli acquisti senza muoversi da casa nel periodo di punta Il motore di ricerca Google www.google.it Il portale Lycos http://shopping.lycos.it/ Il portale Virgilio http://shopping.virgilio.it/ Il portale Yahoo! http://shopping.yahoo.it Acquisti www.acquisti.it AffarItalia www.affaritalia.it Alcosto www.alcosto.it AllShops www.allshops.com Amicostore www.amicostore.it BuyCentral www.buycentral.it Commercio Elettronico www.commercioelettronico.it Comodo www.comodo.it Costameno www.costameno.it Guida Regali www.simpatico.it/servizi/regali Io vorrei www.iovorrei.it Netbuyer www.zdnet.com/netbuyer Rinascente www.rinascente.it Saldi Online www.saldionline.com Saldissimi www.saldissimi.it Sconti.it www.sconti.it Spesa Etica www.spesaetica.it Spesa in casa www.spesaincasa.com Spesaonline www.spesaonline.com Libri, dischi, videogiochi e dvd Amazon www.amazon.com Ipod www.ipod.it Internet Bookshop Italia www.internetbookshop.it Librinet www.librinet.com CD Box www.cdbox.it CDflash www.cdflash.com CD Now www.cdnow.com Cd Store www.cdstore.sm Musicstore www.musicstore.it Unilibro www.unilibro.it www.stefanel.it Brooks Brothers www.brooksbrothers.com The Body Shop www.the-body-shop.com Victoria’s Secret www.victoriassecret.com Gioielli Online www.gioie.it Informatica e elettronica Buy Computer Systems www.buycomp.com CHL www.chl.it Compuline www.compuline.it Computer Discount www.computerdiscount.it Egghead www.egghead.com Expert www.negoziexpert.it Media World www.mediaworld.it Vobis www.vobis.it Volendo www.volendo.com Apple www.apple.com/it Microsoft www.microsoft.com/italy/ Dell www.dell.com Aste e collezionismo Ebay www.ebay.com Ebay Italia www.ebay.it www.aste.it Bid.it! www.bid.it QXL www.qxl.it Aste Usa www.priceline.com Auction Guide www.auctionguide.com Alimentari, vini e fiori Cibitalia www.cibitalia.com Cioccolato Peyrano www.peyrano.com Esperya www.esperya.com Esselunga www.shop.esselunga.it Vino Please www.vinoplease.it WineBid Abbigliamento, cosmetici e gioielli Yoox www.yoox.com Camiceria Su Misura www.camicie.it Gap Online www.gap.com Benetton (solo vetrina) www.benetton.it Stefanel www.winebid.com Wineshop www.wineshop.it Olio Carli www.oliocarli.it Pronto spesa (Torino e cintura) www.prontospesa.it Fiori Online www.fiorionline.it Flowers www.flowers.com Virtual Flowers www.virtualflowers.com Biglietti spettacoli e viaggi Edreams www.edreams.it Travelonline www.travelonline.it Last Minute Tour www.lastminutetour.com Ticket www.ticket.it Ticketmaster www.ticketmaster.com TicketOne www.ticketone.it Ticketweb www.ticketweb.it Donazioni Il portale Lifegate www.lifegate.it Unicef www.unicef.it Emergency www.emergency.it Amnesty www.amnesty.it Wwf www.wwf.it Italia solidale www.italiasolidale.org The hunger site www.thehungersite.com Caritas www.caritas.it I regali per e-mail di Anna Masera P dere in media almeno 50 euro a Natale per lei. Il 16% è pronto a sborsare oltre 250 euro e un tedesco, su 1.001 uomini e donne consultati, si è addirittura detto pronto a scucire 5.000 euro. Fra le donne, in genere più tirate, non ce n’è stata invece nessuna che si è spinta a tanto per lui. er il regalo di Natale gli uomini tedeschi sono disposti a spendere in media fino a quasi 200 euro per la partner. Lei invece, per lui, al massimo 75. Secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Emnid per conto della rivista Playboy, quasi due terzi dei tedeschi intendono spen- 43 E-Christmas L e previsioni americane per la stagione del commercio elettronico natalizia sono ottimistiche. I numeri che pubblicano le società di ricerche sono molto diversi tra loro ma un dato è comune: il commercio elettronico quest’anno andrà molto più forte dell’anno scorso. Le diverse previsioni infatti sono in generale comprese tra un 19 e un 30 per cento di aumento degli acquisti online sui siti di e-commerce americani nel 2004 rispetto al 2003. Tra i più ottimisti c’è la comScore che prevede che gli acquisti online per novembre e dicembre aumenteranno del 24-26 per cento nell’ultimo trimestre del 2004 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a 65,8-66-2 miliardi di dollari. Tra i più pessimisti è invece la Jupiter Research che valuta un aumento non superiore al 19 per cento per una spesa che in novembredicembre arriverà a 21,6 miliardi di dollari. Le differenze peraltro si spiegano soprattutto tenendo conto che alcune società di ricerca tengono conto anche dei viaggi in questo tipo di ■ conteggio e altre invece li escludono. In Italia non ci sono statistiche altrettanto precise. Ma è certo che quest’anno, dopo il clamore anche mediatico attorno al caro-vita portato dall’euro, a Natale le spese saranno oculate. E i commercianti per incentivare i consumi praticheranno sconti, in barba al calendario che regola i saldi. A uscirne bene sarà Internet, che offre la possibilità di scegliere e confrontare approfonditamente e con grande comodità la merce e i prezzi, prima di decidere l’acquisto. I siti di shopping online europei vanno tutti bene: occhio invece a quelli oltreoceano, per via delle tasse doganali – spesso poco chiare all’atto dell’acquisto online – che potrebbero rendere la spesa meno conveniente del previsto, o addirittura più 44 cara. Come punto di partenza per cominciare lo shopping ci sono i motori di ricerca e i portali generici: da Google a Lycos, Virgilio e Yahoo! Gli edonisti che preferiscono farsi un regalo, anziché fare un regalo, possono prenotarsi le vacanze da Internet: che siano per una destinazione esotica o per una settimana bianca in montagna. Ormai ogni località e ogni albergo ha il suo bravo sito interattivo contattabile direttamente, così come le linee aeree, ma sono tantissime le agenzie virtuali che offrono pacchetti scontati: le più note in Italia sono Last Minute Tour (www.lastminutetour.com) per le prenotazioni dell’ultimo minuto, www.travelonline.it per Capodanno e per le settimane bianche, www.tropicionline. com per evadere ai Tropici, Edreams (www.edreams.it) per offerte a 360 gradi. Chi vuole evitare qualsiasi forma di consumismo ma vuole comunque fare un dono, può sottoscrivere le iniziative di solidarietà e volontariato: il portale LifeGate (www.lifegate.it) è un buon punto di partenza, altrimenti ci sono i link diretti alle organizzazioni preferite. Un sistema originale, divertente e economico per fare acquisti è quello delle aste online: il sito leader è Ebay, un fenomeno esploso in tutto il mondo, che conta veri e propri fans dell’acquisto usato, ma anche nuovo ma “strappato” all’asta al prezzo prescelto, incluse le spese di imballaggio e di consegna. E se non si vuole comprare, si può sempre scegliere di vendere, su Ebay, i regali di Natale ricevuti di cui ci si vuole liberare. ■ Digitale Le novità: prodotti davvero innovativi, soprattutto sull’analogico, all’insegna dell’“imaging more”, motivo dominante degli ultimi saloni internazionali Nikon 8800. Canon EOS 300X front. Sony DSC-W1. Canon EOS 300X back. Un clic sotto l’albero di Edoardo Arpaia S novativi prodotti digitali ed analogici, presentati la prima volta al pubblico proprio in ambito fieristico. Ecco ad esempio la Nikon con la sua nuova ammiraglia, la Coolpix 8800, capace di raggiungere gli 8 megapixel effettivi e corredata da un potente zoom Nikkor ED ulla scia di quanto visto a settembre presso la biennale Photokina di Colonia, appuntamento di richiamo internazionale che quest’anno si è svolta all’insegna di “Imaging and more”, tutte le più importanti aziende del settore fotografico hanno introdotto sul mercato i loro più in- 45 Nikon 8800-2. con escursione focale 10x. Questa è paragonabile in termini analogici addirittura ad un 35-350mm, e può essere ul- teriormente spinta fino a 600mm con l’adozione del converter tele accessorio. Le due lenti ED contribuiscono a ridurre al minimo l’aberrazione cromatica, pur senza sacrificare le dimensioni esterne dell’apparecchio. L’obiettivo della 8800 incorpora, per la prima volta nella classe Coolpix, il sistema VR per la riduzione delle vibrazioni; questo riesce a compensare automaticamente le cause del mosso, in casi ad esempio di scarsa illuminazione o nelle riprese tele e macro. Quattro sono poi le modalità espositive (auto programmata; auto a priorità di tempi o dei diaframmi; manuale) e ben 15 quelle tematiche programmate (Scene). Le funzioni avanzate includono il BSS per la scelta dello scatto migliore; l’AE-BSS che agisce sull’esposizione automatica; il controllo della saturazio- ne; il bracketing sul bilanciamento del bianco. La Coolpix 8800 può pure effettuare filmati, magari con la nuova modalità accelerata programmabile tramite timer; durante il playback la funzione D-Lighting compensa le aree sottoesposte per ottenere un’esposizione bilanciata su tutto il fotogramma. L’operatore può facilmente tenere sotto controllo la macchina tramite un monitor LCD ad angolazione variabile, visibile anche sotto luce diurna di forte intensità. Per maggiori informazioni visitare il sito www.nital.it. All’insegna del concetto “Inquadra, archivia, condividi” che da sempre contraddistingue la gamma delle digitali Cyber-shot, il marchio Sony ha introdotto i due nuovi modelli di fascia media W1 e T3, contraddistinti da un design compatto e accattivante. Il punto di forza è per entrambi l’obiettivo progettato dalla Carl Zeiss, indiscusso leader mondiale per la precisione ottica da almeno cento anni. Per la precisione la W1 adotta un Vario-Tessar F 3,5-4,4, mentre la più prestazionale T3 monta un Vario-Tessar F 2,8-5,2; per tutte e due lo zoom ottico è un 3x, che corrisponde ad un 38114mm di tipo analogico. Le foto possono poi essere ingrandite tramite zoom digitale da 6x e subito visionate sul monitor LCD da ben 2,5 pollici. La tecnologia Stamina ideata da Sony ottimizza al massimo la velocità di scatto, e permette una lunga autonomia delle batterie ricaricabili, anche durante la ripresa di filmati (fino a 44 minuti con l’uso di una Memory Stick da 1 GB) grazie alla funzione MPEG Movie VX. La qualità è garantita anche dalla risoluzione di 5.1 megapixel che le due macchine possono raggiungere. Il tutto puntando sull’estrema semplicità di utilizzo. Informazioni sul sito www.sony.it. Nella fascia di prezzo più economica la Vivitar ha invece presentato le ViviCam 3785 e ViviCam 3760, simili per design e dimensioni esterne (85x65x30mm), ma differenti per caratteristiche tecniche. La più semplice delle due, la 3785, è un’ottica fissa con risoluzione CMOS di 3 Mp e fuoco da 7,7mm; è dotata di zoom ottico 4x, display LCD TFT a colori e memoria interna da 8 MB, e dispone della sola interfaccia USB. La 3760 possiede invece uno zoom ottico 3x e digitale 2x, con risoluzione CCD da 3,3 Mp ed una memoria interna da 16 MB. Oltre all’interfaccia USB per la connessione a PC e Mac dispone di attacco video e di alimentazione esterna. Entrambe le ViviCam funzionano con due batterie AA alcaline, permettono il bilanciamento del bianco e montano un flash utilizzabile anche per schiarita o riduzione degli occhi rossi. Maggiori dati tecnici su www.fowa.it. Visto che oltre al settore digitale esiste ancora un florido mercato dell’analogico, praticato non solo da fotografi professionisti, ma da un’intera schiera di autentici appassionati, Canon ha di recente introdotto la EOS 300X, che va a sostituire la best seller EOS 300V. Le migliorie sono evidenti, a cominciare dall’autofocus a 7 punti più rapido della categoria per arrivare alla velocità di scatto continuo con autofocus predittivo di 47 ben 2,5 fotogrammi al secondo. Il lampeggiatore incorporato, con numero guida 13 ed una copertura grandangolare di 28mm, è dotato di sistema di misurazione della luce che sfrutta il metodo E-TTL-II, capace di tener conto anche della distanza di messa a fuoco dell’obiettivo. Altra miglioria l’ha subita l’otturatore, che ha ora una velocità di scatto che spazia da 30 secondi a 1/4000 di secondo. Il motore di trascinamento particolarmente silenzioso, come già avveniva sui precedenti modelli Canon, rende la EOS 300X particolarmente apprezzata dai fotografi naturalisti. Visitare il sito ufficiale www.canon.it. ■ Sony DSC-T3. Ragazzi La televisione penserà molto a loro, fino alla Befana con cartoni per gli adulti, da segnalare il concerto in Vaticano il 24 dicembre - Capodanno Le feste davanti alla tv di Alessandra Comazzi Q il pubblico segue sempre meno la tv, nei dì di festa. Orson Welles diceva che “la televisione resta accesa come la luce in bagno, come l’acqua che scorre in cucina”. Durante le feste di Natale, e anche per Capodanno, era tradizione che gli spettatori magari non guardassero verso la scatola lu- UANDO verrà Natale, tutto il mondo cambierà, quando verrà Natale, tutto sorriderà”. Erano lontane parole di Antonello Venditti, contraddette da tanti Natali arrivati, ma con niente di cambiato. Neanche in televisione, naturalmente. Anzi, no, un cambiamento c’è: che 48 a R ni o animati e film giovanili Rai a reti unificate minosa, ma la tenessero comunque accesa: il 31 dicembre per farsi dire l’ora esatta di passaggio da un anno all’altro; il 6 gennaio per vedere chi avrebbe vinto il premio della Lotteria; intorno a Natale, per avere un po’ di compagnia in un momento che, paradossalmente ma puntualmente, diventa facile preda della solitudine. Adesso c’è un’evoluzione, le feste di Natale sono considerate un po’ come il periodo intorno a Ferragosto: molta roba, ma di poca consistenza. In modo da non sprecare i pezzi forti della programmazione in un momento in cui il pubblico è comunque distratto. E chi è solo, anziano, malato, chi dalla televisione vorrebbe compagnia, proprio quando è maggiore il rischio di sentirsi abbandonato? Peggio per lui, le nostre reti generaliste non tutelano le minoranze. Le minoranze sono più tutelate dalle reti tematiche, ma per avere quelle bisogna pagare, e non è improbabile che chi più ne avrebbe bisogno, meno possa pagare. Comunque, non è che a Natale le reti oscurino i tubi catodici. Ci sarà sempre una principessa Sissi-Romy Schneider a tenere compagnia; ci sarà sempre un “Natale in casa Cupiello” a farci pensare al presepe, ma anche alle ribellioni e ai contrasti genitori-figli: “Ti piace ‘u presepe?” “No!”. Ci sarà sempre Totò, l’uomo dei miracoli, buono per l’estate e per l’inverno. E d’altronde: chi ha trovato, quasi sempre per caso, sul piccolo schermo una cosa come “Napoli milionaria”, provi a dire se è riuscito a spegnere la televisione. Praticamente impossibile. I programmatori lo sanno e trasmettono. N el sacco di Babbo Natale, per i piccolini che non sanno ancora leggere c’è un grande libro di Scarabocchi (Corvaini, pagine 558, euro 19) da disegnare, inventare e colorare, ideato dal giapponese Taro Gomi. Si parte dall’invito a disegnare la strada in una doppia pagina con il profilo di una collina, una casetta, un albero, un bambino e una macchina. Si passa quindi a una grossa automobile da colorare con i pastelli, a un triangolo da “riempire” con un segnale stradale e a un’arteria su cui disegnare diverse auto. Tra gli altri, nelle tavole successive ci sono elementi e particolari che si osservano viaggiando: i tralicci della luce, gli animali al pascolo e i campi. Anche questi da colorare, completare, o magari da “progettare” sbrigliando la creatività. I primi lettori partono A tutto gas (De Agostini, euro 15) con il popup delle macchine superveloci, realizzato da Sue Rhiting e Rob Taos. Sulle pagine del cartonato “balzan ou” una monoposto di Formula Uno, i campioni delle due ruote nella curva più stretta del circuito, la sagoma a freccia di un aereo supersonico, un treno velocissimo e un motoscafo da competizione, raccontati simpaticamente in rima. 49 Una Topolino alle Mille Miglia. Le fiabe per i piccolini di Ferdinando Albertazzi Ascari, Fangio, Taruffi e altri assi del volante che hanno scritto la storia della leggendaria Mille Miglia, nel 1949 fecero sorprendentemente da corona a Luigi Malanca e Gianni Stori, due ragazzini che per una manciata di chilometri guidarono Una Topolino alle Mille Miglia (Gallucci, pagine 64, euro 15). Edoardo Erba ne ripercorre l’impresa in un avvincente racconto per i bambini, disegnato da Desiderio. Protagonisti Nino e Talpa, figli di un operaio mantovano con il pallino dei motori. Sulla loro Topolino color crema, che sfoggiava sulle portiere e sul cofano un vistoso “60” spennellato alla buona, i due baby piloti finirono in un canale ma meritarono i complimenti di un esterrefatto Ciccio Ascari, il vincitore di quella corsa. È ambientato in una Londra diventata Città Tradizionalista, in movimento su enormi ruote dentate, il futuro remoto di Macchine mortali (Mondadori, pagine 522, euro 15), romanzo fantascientifico per i ragazzi di Philip Reeve, “caso letterario” in Inghilterra. Come diversi altri grandi agglomerati urbani, Londra è dunque una macchina mortale che inghiotte città più piccole per “succhiarne” uomini da ridurre in schiavitù o risorse, alla maniera di un tentacolare vampiro di ferro e cemento. Tom, il giovane protagonista, si fa detective per impedire l’uccisione del capo della Corporazione degli Storici, che in quel marasma mantiene un certo equilibrio e la cui scomparsa avrebbe conseguenze devatastanti per l’ordine costituito. Però Tom si ritrova improvvisamente preda e deve salvare prima di tutto se stesso, ma in un crescendo di agguati, depistaggi e morse felicemente azzeccate. La storia è calamitante e nello stesso tempo inquietante. Ma, come ha tenuto a precisare l’autore “non lancia un messaggio, non vuole avere una morale bensì sollevare problemi morali che inducano i ragazzi a riflettere, per elaborare soluzioni, proprie soluzioni”. ■ Da Costanzo a Bonolis, da Conti a Gerry Scotti Sissi, Eduardo e Totò sono i grandi classici. Poi ci sono anche i piccoli classici: Mary Poppins, a esempio. Che comunque è sempre un bel guardare: “Oh, com’è bello passeggiare con Mary, Mary ti sa rallegrar; anche qundo è un giorno dei più neri, Mary il sole fa spuntar”; ma anche il concerto del “Natale in Vaticano” con Cristina Parodi. Va in onda su Canale 5 il 24 dicembre, anche quest’anno, e porta note musicali, e di speranza, in giro per il mondo. Le reti, in generale, manterranno la loro programmazione consueta, senza fare particolari digressioni relative alle feste. Ma vogliamo scommettere che i reality show, i talk show, tutti gli show che l’etere o la parabola mandano in terra, non avranno dei simpatici protagonisti con il berretto rosso in testa? Buono per Natale e per Capodanno? La Rai promette tanti cartoni: oh, un bel modo per sistemare i bambini. Si piazzano lì, davanti a Braccio di Ferro e a Gatto Silvestro (durante le feste si portano i classici, anche nei cartoni) e si può giocare a tombola con più tranquillità. Ammesso che a tombola si giochi ancora, tranne che nei luoghi comuni giornalistici. Un altro mini-classico che la Rai riproporrà, ramo cinema, è la serie di “Sister Act”, quella “svitata in abito da suora” interpretata da Woopy Goldberg e vista infinite volte in tv. Però, i signori dei palinsesti partono dal presupposto che, nel dorato mondo dello spettacolo, e non solo, si vince con l’iterazione. Ripetendo mille volte lo stesso concetto, raccontando la stessa barzelletta, insistendo sullo stesso argomento, alla fine crei assuefazione, e sei amato. Così avviene con il pubblico di un film quale “Sister Act” (o come “Pretty Woman”, altra pellicola replicata decinaia di volte e sempre con ottimi risultati di ascolto): ogni spettatore, ormai, fa a gara con gli attori per vedere chi dice prima le battute, chi intona prima la canzone. Un possibile gioco di Natale. Feste di fine anno che puntano molto sui film: oltre a “Sister Act”, la Rai manderà in onda, a esempio”, “Toy Story”, vicenda di giocattoli dimenticati e recuperati, una tristezza... A proposito di tristezza, però, niente può battere la scelta di Mediaset, che sotto Natale trasmetterà “A.I.”, quell’“Intelligenza artificiale” di Steven Spielberg che è uno dei film più angoscianti concepibili dalla mente umana. E non a caso la mente è quella di Spielberg, che debuttò con il terribile “Duel” (una lotta uomo-macchina, con l’uomo inseguito da un gigantesco autoarticolato di cui non si vede mai il guidatore, mostro meccanico animato) e proseguì 50 con “Lo squalo”, metafora del mostruoso dentro e fuori di noi. Il protagonista di “A.I.” è un bambino costruito artificialmente per sostituire un altro bambino, ibernato per malattia: il bambino “finto”, abbandonato quando quello vero guarisce, partirà alla ricerca della madre adottiva che peraltro non lo vuole più. Una cosa agghiacciante. Meno male che, di Spielberg, Mediaset trasmetterà pure il più rilassante “E.T.”, in versione restaurata. Per Capodanno, si potrà brindare sulla Rai, probabilmente a reti unificate, con un programma di Ballandi (Ballandi è il produttore degli show di Fiorello, di Panariello), condotto dall’eterno Carlo Conti, presentatore specializzato in miss-mie care miss e in momenti di intrattenimento collettivo come questo del 31 dicembre. A Mediaset, imperverserà Maurizio Costanzo con la sua squadra di “Buona domenica”, mentre, subito dopo le feste, ai primi di gennaio, tornerà la banda del Bagaglino. In teatro la soubrette è in questo periodo Matilde Brandi, dovrebbe esserlo anche in televisione. Gerry Scotti e Michelle Hunziker, a loro volta, intratterranno grandi e piccini con la nuova versione di “Paperissima”. E il 6 gennaio? Sulla scopa della Befana arriverà quest’anno Paolo Bonolis. Anzi, più che arrivare Bonolis troneggia, corre, si dimena e suda, come in una gara volante di “Harry Potter”. “Affari tuoi”, il suo programma dei pacchi legato alla Lotteria medesima, quest’anno è andato strabene, strabattendo “Striscia la notizia”, che dopo la lite con lui non si è più ripresa. E dopo il gran finale dell’Epifania, il buon Paolino scalderà i motori per Sanremo, di cui sarà conduttore e direttore artistico, con Baudo accantonato e in lite con la Rai. Ma intanto, Buon Natale, nonostante la tv. ■ Arturo Brachetti I torinesi celebri Grazie a Maria Ausiliatrice di Maurizio Ternavasio L appiattito, in attesa del trucco. Chissà quanto tempo avrà impiegato stamattina per vestirsi: magari cinque-dieci minuti, come tutte le persone normali. Invece, dietro le quinte, è un portento, un fenomeno, anzi il più incredibile trasformista del mondo: acclamato come una star di livello o incontriamo nel bar del teatro Alfieri, prima del solito “tutto esaurito” che ha caratterizzato l’unica tappa italiana della tournée di quest’anno. Mani nervose ma curate, scarpe alte da ginnastica, pantaloni mille tasche di color beige, un golf girocollo, il ciuffo caratteristico un po’ 51 mondiale in Francia, Germania e Inghilterra, nel nostro paese il torinese Arturo Brachetti non è così popolare come meriterebbe. Eppure si tratta di un protagonista assolutamente unico nel panorama dello spettacolo internazionale. La sua storia di artista selfmade merita di essere raccontata dall’inizio, ed ha più di un’analogia con quella di Macario. Arturo, come Erminio, si avvicina al mondo del teatro all’interno della parrocchia Maria Ausiliatrice grazie alla persuasione (occulta) di un prete con la passione della magia. Don Silvio Mantelli, in arte mago Sales, gli inculca i primi rudimenti della prestidigitazione mentre Arturo frequenta il seminario con la seria intenzione di farsi prete. Ha solo quindici anni, ma è già reduce dalle esperienze presso le sedi salesiane di Chieri, di Lanzo e del San Giovannino di via Madama Cristina. “Se non è stato quello che si dice un secondo padre, la frequentazione di Don Silvio si è rivelata per me davvero fondamentale. E pensare che recentemente lo hanno sfrattato dall’istituto Monterosa: stiamo parlando di un uomo che negli ultimi anni ha adottato oltre duemila bambini. È evidente che la sua notorietà dà fastidio a qualcuno”. Quelli di Valdocco sono stati per Brachetti anni formidabili. “Ho trovato un ambiente aperto, cordiale, pieno di gioia di vivere. E anche il modo per intrufolarmi nella stanza del mago Sales, dove potevo esercitarmi a mio piacimento con tutti i trucchi del mestiere. Insomma, è lì che mi sono fatto le ossa e che mi sono imprati- 52 chito a dovere”. Poi, dopo aver conosciuto Erminio Macario che lo accoglieva volentieri dietro le quinte, prima dei vent’anni si trasferisce un po’ avventatamente a Parigi, per cercare di sfondare nel mondo dello spettacolo. Il suo coraggio viene premiato: la carriera di Arturo ha una svolta al Paradis Latin, il folle music-hall della capitale francese diretto da Jean Marie Riviere, dove poco alla volta si mette in mostra come il miglior epigono del celebre Leopoldo Fregoli, il re del trasformismo che calcò i palcoscenici a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Poi si sposta in Germania e in Inghilterra, dove presenta pure spettacoli televisivi di grande seguito, quindi torna in Francia per interpretare un film di successo. Al rientro in Italia, siamo ormai a metà degli anni Ottanta, Brachetti è artista maturo, poliedrico e sorprendente: in “Amami Arturo” assume le sembianze (e la voce, i tic nervosi, il portamento, il modo di fare) di quaranta personaggi, cui dà vita in un batter d’occhio con esiti sorprendenti per un pubblico che al massimo aveva come riferimento l’Alighiero Noschese televisivo. In “L’uomo dai mille sogni”, che ad ottobre è stato in cartellone per due settimane al teatro Alfieri di Torino, l’artista originario di Corio Canavese ha raddoppiato il suo impegno interpretando ben ottanta ruoli diversi. Tanto da rischiare la clonazione. “È un progetto a lunga scadenza che un giorno potrebbe anche realizzarsi. Negli Stati Uniti mi hanno offerto di fungere da tutor ad un artista americano e ad uno cinese, affinché possano imparare da me cosa sta dietro all’arte del trasformismo: non so se accetterò la proposta, comunque è un fatto molto stimolante, oltre che curioso”. Torino è la sua città, ma Arturo trascorre lunghi periodi dell’anno in Francia, dove è davvero molto popolare, e in America, dove qualche anno fa ha condotto per otto mesi lo show televisivo Drew Carey Show. E siccome è artista vero e a tutto tondo, Brachetti ha dalla sua anche un paio di regie. “Ho diretto per la televisione gli spettacoli ‘Tel chi el telun’ e ‘I corti’ di Aldo, Giovanni e Giacomo. Un’esperienza nuova che mi ha molto stimolato”. Da perfezionista qual è, sempre attento a lasciarsi coinvolgere dalle più variegate esperienze artistiche, Brachetti negli ultimi anni ha parzialmente mutato registro: se prima univa numeri poetici a piccoli sketch comici nei quali, inutile dirlo, ricopriva tutti i ruoli, ora è uno degli esponenti di punta dello spettacolo di rivista internazionale. Tanto che a metà degli anni novanta il suo “Fregoli” ha ottenuto il “Biglietto d’oro”, importante riconoscimento attribuito all’artista che vende il maggior numero di biglietti nel corso di una sola stagione teatrale. Poi, nel 1998, ha cambiato per una volta genere per affrontare il classico “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Prima si era cimentato con successo nella trasmissione televisiva “Al Paradise” e in teatro in “Varietà”, “Madame Buttefly”, “I Massabilli”, ma anche in “Fregoli” e “Brachetti in technicolor”. Insomma, un artista dalle mille anime, oltre che dalle altrettante trasfigurazioni, ma pure un artigiano del palcoscenico che ha grande dimestichezza sia con i giochi di magia, sia con le sempre affascinanti ombre cinesi. 53 Torniamo alla sue ultime apparizioni sulle scene torinesi, che hanno riscosso un successo clamoroso: recensioni entusiastiche, pubblico in delirio, applausi a non finire. “L’uomo dai mille sogni”, diretto e prodotto dal canadese Serge Denoncourt, è un “one man show”, ossia uno spettacolo che si regge unicamente sulle performance (ottanta, appunto) dell’artista torinese: la prima versione, che è stata in cartellone in Francia per più di due anni e mezzo, gli ha permesso di aggiudicarsi il prestigioso premio parigino Molière 2000. Il canovaccio, piuttosto semplice, gli offre la possibilità di sbizzarrirsi: dopo molti anni Arturo rimette piede nel solaio della propria infanzia, e lì i ricordi si impossessano di lui. Ed ecco assumere, con una rapidità sensazionale, le fattezze di grandi personaggi della storia, di divi del cinema, del mondo dello spettacolo in genere, ma anche di Pinocchio, Barbie e Spiderman, accompagnato da un impianto scenografico all’assoluta avanguardia. Brachetti non si risparmia, anzi moltiplica le sue già inesauribili risorse per un pubblico che lo adora. E che alla fine viene ricompensato con una dichiarazione d’amore davvero commovente (“Ti amo, Turin”), per nulla di circostanza. Come commuove, subito dopo la doccia, vederlo a disposizione degli spettatori per un saluto, una battuta, un autografo. “Fuori dal palcoscenico sono una persona piuttosto banale”, dice di sé. “Mi diverto a stupire gli amici con i miei giochetti, ne combino di tutti i colori”. Come quella volta in cui si presentò nella clinica dove era appena nato suo nipote con un moncherino insanguinato, e gli infermieri non si capacitavano del fatto che riuscisse a camminare con tanta naturalezza nonostante il guaio che gli era capitato… ■ Una carriera dall’oratorio al Paradis Latin a Parigi I nuovi arrivati Incominciando da Capello, che ritorna a Torino dopo 28 anni, per finire a Ibrahimovic tra Emerson, Cannavaro, Kapo e Zebina Juve e la ciliegina d’oro di Angelo Caroli tessuto senza smagliature, senza lassità, senza ventre molle. Dunque molto competitivo. Dopo 28 anni Fabio torna a Torino, dove all’inizio degli Anni ’70 vince 3 scudetti facendo il “geometra” in casa bianconera. Il quarto, come regista in campo, lo conquista P er spiegare il significato della parola COMPATTO il vocabolario Palazzi usa questa definizione: “corpo che ha le sue parti molto aderenti fra di loro”. Trasportiamo l’espressione in un campo di calcio ed abbiamo la didascalia adatta alla Juve di Fabio Capello. Un 54 nel Milan. Gli altri se li cuce sulla giacca della divisa seduto sulle panchine del Milan (4), del Real Madrid (1) e della Roma (1). La Juve del Terzo Millennio lo sceglie a dispetto di chi accarezzava alternative più facili da pronosticare. Fabio, dunque, frequenta di nuovo casa Juve e constata che la squadra conserva l’originaria voglia di vincere per riaffermare se stessa. È, del resto, la filosofia secolare della società. Capello è uomo concreto, si consulta con la triade Giraudo-Moggi-Bettega e conviene che al gruppo serve maggiore solidità e compattezza. Revisiona il settore difensivo. Si mette davanti alla scacchiera e dispone torri, alfieri, cavalli e regine. Sempre con linguaggio chiaro. Sempre puntando sul gruppo titolare. Fa slittare Thuram al centro, zona che il francese ama da matti, e consiglia ai dirigenti di prelevare Cannavaro dall’Inter. Affare fatto. Il difensore napoletano inietta una grossa dose di esperienza, è forte nei contrasti, rapido nelle chiusure, tempista ed elastico come fosse uscito da una colata di caucciù. Si ricompatta il trio parmigiano Buffon-ThuramCannavaro. Per rinforzare la saracinesca, che già fruisce della duttile potenza di Zambrotta, e prima dell’avvento di Capello, la triade bianconera va a caccia di un esterno arretrato. Solido ancorché irruente. Arriva il 26enne francese Jonathan Zebina. La capacità di concentrarsi su uomo e partita spaventa chi transita dalle sue parti. Zebina proviene dalla Roma, dopo esperienze al Cannes e al Cagliari. È un mastino dal ringhio facile e dall’alto rendimento. Il mosaico prende forma. Però bisogna aumentare la solidità a centrocampo e, contestualmente, il tasso tecnico. Ferriera da Rosa Emerson, brasiliano di 28 anni dallo sguardo triste che all’improvviso si accende di malizia, milita 4 anni nel Gremio e 3 nel Bayer Leverkusen prima di trasferirsi alla Roma. Con lui Moggi mette un’altra ciliegia sulla torta bianconera, dopo la lungaggine di una trattativa stressante. Emerson è uno dei centrocampisti più forti del mondo. Il Puma, soprannome degli amici, non ricorre alle acrobazie tecniche care ai connazionali, lascia gli orpelli nello spogliatoio e diventa la bussola della squadra. Ogni passaggio ha una logica; ogni intervento è mirato al recupero del pallone; ogni spostamento, per sostenere gli avanti o puntellare i difensori, ha radici nel talento puro. Vederlo per credere! Per ribadire la ricerca primaria della robustezza, Capello tira fuori dal cilindro un centrocampista “divorachilometri” e “recuperapalloni” che non indulge a svolazzi e fa da soffietto. Manuele Blasi, 24enne di Civitavecchia, si colloca dunque là in mezzo, più o meno in linea con Emerson, Camoranesi e Nedved e corre e rincorre tutti. A inizio di stagione la sua esuberanza si esalta con esorbitanti tackle. Perciò vede spesso agitarsi davanti al naso il cartellino giallo. Blasi parla con Capello che gli spiega. Blasi riflette e si ammorbidisce. Cresciuto nel vivaio romanista, debutta in B nel Lecce (’98) e l’anno dopo nella Roma (serie A). Tre stagioni nel Perugia e una nel Parma gli consentono il lancio decisivo. Così la Juve entra nella sua vita. Un giovane molto valido tecnicamente è Olivier Kapo, 55 classe ’80, centrocampista offensivo con il mancino che usa come uno stradivari. Nasce in Costa d’Avorio, ad Abidjan, lievita su campi spelacchiati e polverosi. Sua madre è campionessa nazionale dei 400 metri piani, la zia è leader d’Africa sulla doppia distanza. C’è talento d’atleta nel Dna di Olivier. Ma lui preferisce il pallone. A 13 anni è dell’Auxerre, ritocca le notevoli qualità e vince una coppa di Francia. Ora, dopo ogni allenamento, fissa Capello e sembra dirgli: “Mister, in caso di bisogno io ci sono”. L’altra ciliegia d’oro si chiama Zlatan Ibrahimovic. Colpisce di lui l’elegante rapidità e leggerezza, tipica delle farfalle, con cui si muove. Trattasi di un talento di categoria indiscutibile. Ama il tennis, l’atletica, gli sport olimpici e il pallone. Lo ama a tal punto che ogni volta sembra intrecciare con l’attrezzo una storia passionale. Per questo è talvolta irritante. Ma signori, il ragazzo nato a Malmoe 23 anni fa, figlio di una signora croata, Jurka, e di un signore bosniaco, Sefik, è utile alla squadra almeno quanto lo è per i natanti una boa in mezzo al mare. Da bimbo gioca in un club di emigrati, il Balkan, poi passa al Malmoe dove resta un triennio, collocazione che precede il trasferimento all’Ajax. Ad Amsterdam è titolare per 4 anni e ottiene un ruolo fisso anche in Nazionale. Il suo “tacco” fa male persino agli azzurri. Con i piedi gli riesce tutto, è un prestigiatore che difende in modo impeccabile il pallone. Talvolta abusa nel trattenerlo, quasi coniugando ogni gesto con la supponenza del primo della classe. Ma quella caratteristica genetica permette ai reparti arretrati di avanzare. In gergo si dice “fa salire la squadra”. È molto rapido nonostante l’altezza, efficace nel gioco aereo anche se lo sfrut- Zlatan croato di madre, bosniaco di padre, svedese di nazionalità ta tuttora in modo limitato. Suggerisce assist prelibati alla prima punta e alla cavalleria che galoppa dalle retrovie. Un pivot ad ampio servizio. Un apriscatole. Oppure, se preferite, una raffinata “zampa di porco”. Chiedere a Del Piero, Nedved, Zalayeta e Trezeguet per credere. Lasciamo per ultimo Ruben Olivera, juventino da tre anni e per un pezzo di stagione all’Atletico Madrid dove comunque vive interessanti esperienze. Capello gli mette gli occhi addosso e lo inserisce nei grandi progetti. Il ragazzo di Montevideo ha 21 anni e una grossa personalità. Da trequartista si trasforma, con successo, in esterno di destra, come alternativa a Camoranesi. Ha stoffa e duttilità per risultare prezioso in altre zone del campo. Gli piace giocare in profondità, è veloce e ha un tiro che fa male. Una Juve più compatta Capello non poteva concepirla e desiderarla. O no? ■ I grandi emigranti torinesi Luigi Palma di Cesnola, scopritore dei tesori archeologici di Cipro e organizzatore del Metropolitan Museum di New York Il Metroplitan Museum. Luigi Palma. Le vetrine del Metropolitan Museum organizzate da lui. La facciata attuale. Raccolse 35 mila pezzi di Maria Luisa Tibone E ra il 1898, anno del Cinquantenario dello Statuto di Carlo Alberto: a Torino una Grande Esposizione Nazionale al Valentino stava celebrando il grande evento. Una sezione della mostra era dedicata ai nostri connazionali emigrati: fra questi spiccava la figura di Luigi Palma di Cesnola, scopritore dei tesori archeologici di Cipro e organizzatore di uno dei più importanti musei d’arte del mondo: il Metropolitan di New York. Di lui si cominciavano a pubblicare biografie avventurose. Tra queste,“a beneficio delle Colonie Alpine per fanciulli poveri” (la volontà benefica era tipica 57 L‘agora a Kourion. dell’epoca) un erudito, Tullio Massarani, dava alle stampe un originale “Contributo a una storia degli Italiani all’estero”. Era edita a Roma da Forzani e C., tipografi del Senato. Racconto abile e sintetico Con un tono scanzonato ma “savant”, l’argomento scelto era stato proprio “Cipro antica e moderna e il generale Luigi Palma di Cesnola”. Il saggio era già stato pubblicato die- ci anni prima nella Nuova Antologia, ma ora, ripresentato in testo autonomo, appariva destinato ad un numero certamente più vasto di lettori. Esordiva in tono giornalistico, mimando un dialogo tra ufficiali inglesi che mostrava di aver radici in un “Giornale di viaggio”. Partiva dalla localizzazione geografica dell’isola mediterranea, a metà fra Oriente e Occidente e calava subito la sua realtà nella storia, rivisitata con battute originali. “Muova verso Oriente una spedizione, e deve spiccarsi da Cipro. Alessandro il Macedone, Augusto, Riccardo Cuor di Leone e San Luigi tennero questa via. Muova una spedizione verso Occidente e deve spiccarsi da Cipro del pari. Sargon re d’Assiria, Ciro, Tolomeo e Harun-el-Rashid non seguirono diverso cammino. Quando Egitto e Siria furono di gran momento per l’Occidente, Cipro lo fu. Genova e Venezia, gareggiando per il commercio delle Indie, si contesero Cipro e n’ebbero a vicenda la signoria. Quando, trovata una nuova via marina alle Indie, Egitto e Siria scaddero nel concetto dell’Occidente, andò anche Cipro in oblìo; e per noi – soggiunge superbamente l’inglese – per noi, eredi di Genova e di Venezia, Cipro vale ora anche di più: è la scolta di Porto Said, il riscontro di quel centro nerveo, di quel polso arteriale del nostro duplice impero. Or son pochi mesi, prima della no- stra annessione (1878), Cipro per comune consenso era la gemma del mare. Bella, salubre, felice, benedetta: questi gli epiteti con i quali la salutavano, assai da lungi è vero, sovrani e poeti; Solone l’aveva sospirata, l’aveva idoleggiata Orazio; San Luigi non se ne poteva staccare”. La lunga citazione mostra una abile sintesi della vicenda storica di questa isola che vanta di aver dato i natali ad Afrodite e che, superba delle sue vette, dei suoi boschi, dei suoi frutteti, dei suoi palmizi, in un panorama sempre ricco di contrasti, offre ancora significativa testimonianza della storia con il convento di Santa Croce, fondato da Elena, madre di Costantino e la moschea della sultana Orun Haram, cugina di Maometto. Il percorso per la scoperta Ma colui che di Cipro compose un vero “Libro d’oro” fu l’italiano Luigi Pal- ma di Cesnola, generale e console degli Stati Uniti. Scopritore vero della Cipro antica, ne condusse ai musei del mondo i reperti. Tutta la sua vita fu costellata di risvolti avventurosi ma la partenza fu data dallo studio dei classici. L’isola, centro metallurgico dell’antichità che forse dal rame (in greco cùpros) ricevette il nome (o dal cipresso) aveva prodotto per Agamennone l’armatura più spettacolare. In oro e stagno, con draghi attorti. Cinto di questa splendente armatura, creata dai fabbri sapienti di Cipro con i metalli più suggestivi alternati a strisce che ricordano l’arcobaleno, l’eroe acheo muoveva all’impresa troiana. Sarà proprio Luigi Palma a scoprire il grande tempio di Venere a Golgoi. Ma più stupefacente è la voce di Pausania che addirittura ipotizza Temisto madre e Cipro patria di Omero: “Nella sonante di marino flutto/ Cipro là dove Salamina i campi/ stende ubertosi/ un apollineo labbro/ partorirai diva Temisto: il vate/ da queste spiagge muoverà per l’alto/ sale e remote canterà le terre/ e il caso e il tristo degli elleni eroi/ Fato supremo”. (Pausania Graecia descrip. Lipsia MDCXCVI p. 858). Tra le fonti curiose possiamo ricordare (citata da M. Portaluppi in “Esposizione Nazionale di Torino” del 1898) la voce di Plinio che ricordava il principe di Amatunta Cinyra (Kinyras) come inventore delle tegole (tegulas invenit Cinyra) e come capace di imbrogli nei confronti degli alleati. Infatti dopo aver promesso a Menelao un contributo di 30 navi per la spedizione di Troia, ne mandò una sola, completando il numero con navi ed equipaggi modellati in creta. Al British Museum, fra le fonti più originali, un cilindro assiro elenca ad uno ad uno i nomi di dieci re di Cipro in atto di porgere a Ninive i doni. Più tar- di, all’epoca di Alessandro Magno i sovrani di Cipro gareggiano ad offrirgli i più celebri attori per il teatro; dopo di lui i diadochi Antigono e Tolomeo si contendono l’isola e così pure Pompeo e Cesare: quest’ultimo (o Antonio) ne fa dono a Cleopatra. Un diplomatico ricercatore e collezionista Il conte Palma era stato nominato Console degli Stati Uniti a Cipro in ricompensa del suo eroico apporto alla Guerra di Secessione americana. Giungeva con la famiglia a Larnaca la vigilia di Natale del 1865; durante il viaggio per mare aveva riletto i citati classici, ricchi di quelle citazioni leggendarie capaci di adombrare una antica storia, insieme ad Erodoto, Tolomeo e Strabone. Farà ben presto tesoro delle loro suggestioni quando, secondo un costume diffuso tra i diplomatici, si darà ad organizzare i primi scavi archeologici a scopo antiquario. Ce ne ha lasciato una vasta documentazione, in numerosi testi e fotografie. Anche se talvolta priva di una rigorosa sequenza logistica e temporale, la ricerca di Luigi Palma offrì un importante panorama della storia archeologica di Cipro. Basti pensare che raccolse nientemeno che 35.000 pezzi; che ne fece sparse donazioni ad una decina di Musei fra i quali, in Italia, il Museo di Antichità, il Museo Egizio, quello di Antropologia e quello di Anatomia a Torino e il Museo Archeologico a Perugia. Le sue collezioni esposte a Londra suscitarono gli interessi dei maggiori musei del mondo, dall’Ermitage di San Pietroburgo, al British Museum, al Louvre e furono acquistate, costituendone il primo significativo nucleo, dal nascente Metropolitan Museum of Art di New York. Per acquisirle si fece una pubblica sottoscrizione che non mancò di dare in tempi brevi il suo entusiastico risultato. Della importante istituzione museale americana Luigi Palma divenne prima segretario poi direttore. Luigi Palma aveva curato la prima fondazione del grande edificio nel Central Park newyorkese che era in stile neogotico e successivamente ne aveva seguito la trasformazione in forme neoclassiche di gusto eclettico secondo l’immagine che ancora oggi si offre alla vista nel grande giardino. All’interno in belle bacheche trionfavano le grandi statue, le splendide ceramiche di stile geometrico, i sarcofagi, le collezioni coroplastiche così tipiche della cultura cipriota. I preziosi reperti del cosiddetto tesoro di Curium suscitavano l’ammirazione dei sempre numerosi visitatori; quelli che anche oggi nel vastissimo corpus metropolitano si soffermano nelle belle sale dedicate all’arte cipriota che avranno nel prossimo futuro una nuova spettacolare sistemazione. Una intervista di molti anni fa Conservato fra le carte del torinese Museo Nazionale del Risorgimento è un testo anonimo che presenta il dialogo fra Luigi Palma di Cesnola ed un intervistatore che gli pone domande a cui il Direttore del Metropolitan Museum of Art offre chiare, esaurienti ed anche inedite risposte. Ha settant’anni suonati, lavora come un giovanotto ed ha una freschezza di mente meravigliosa. Il suo racconto raccoglie il succo di un’esperienza eccezionale. Sentiamo la sua voce. “Quando io venni a New York nel 1860 avevo pochissimi quattrini e le spalline di ufficiale conquistate da volontario sedicenne sul campo di Novara e portate su quelli di Crimea combattendo nella legione straniera al servizio dell’Inghilterra. Avevo un bel nome, sì, non ignoto ai cronisti del risorgimento italiano. Mio nonno, il conte Alerino Palma di Cesnola e di Borgofranco, profugo dagli stati Sardi dopo i moti del ’21, condannato in contumacia alla pena capitale, aveva combattuto con Santarosa per la indipendenza della Grecia. Ma con tutto il mio titolo e con le mie spalline dovetti adattarmi a dar lezioni di italiano e sarei forse rimasto sempre un povero professore, se non fosse scoppiata nel 1862 la guerra di secessione”. Istruì centinaia di ufficiali in una improvvisata scuola di tecnica militare, partecipò in prima persona alla guerra, fece prodigi di valore e, ristabilita la pace, ebbe come premio la facoltà di andare come console degli Stati Uniti 60 all’estero. “Due soli erano i posti vacanti a Hong Kong e a Cipro. Per il posto in Cina l’assegno era molto superiore, ma consigliato da mia moglie scelsi quello di Cipro per aver l’occasione di tornare in Europa. (…) Se, allettato dai maggiori guadagni, io fossi andato nell’Estremo Oriente, addio scavi, addio Metropolitan Museum! Sarei rimasto nella carriera consolare e diplomatica vita natural durante.” A questo punto l’intervistatore chiede a Cesnola come gli venne l’idea di arrischiare somme enormi per intraprendere gli scavi a Cipro. “Prima di recarmi a Cipro mi procurai una quantità di libri intorno all’isola, alla sua storia, ai suoi commerci, alle sue antichità, e leggendo specialmente Erodoto durante il viaggio mi balenò l’idea che nessuno scavo era stato ancora tentato in due o tre punti nei quali (se giusti certi accenni degli antichi storici) si celavano ancora inestimabili tesori d’arte e di scienza”. L’intervista prosegue con la descrizione delle difficoltà incontrate nel lungo lavoro di undici anni: gelosie, bramosie, cupidigie, rancori, dispetti… Ma anche bellissime emozioni. Come quella dell’“intero e intatto” tesoro di Curium. È questa la scoperta del Cesnola che ha suscitato più dubbi ed incertezze, per la sorprendente ricchezza dei ritrovamenti e la rilevata imprecisione o mancanza delle relazioni di scavo. Sentiamo allora, a conclusione, la viva voce dello scopritore. “La città di Curium sorgeva al sommo di un monte roccioso… A centinaia, monticelli di ruderi indicano dove sorgevano le case, i templi, i pubblici edifici… Io le feci sterrare per assicurarne le dimensioni e le trovai posate sopra un pavimento a mosaico che, rimosse le colonne, mise a giorno quanto era largo, in modo da poter rilevarne la pianta di un tempio… Un giorno, tastando col regolo… venni ad urtare un corpo duro. Era un braccialetto d’oro… Avevo posto mano sul tesoro sotterraneo, …”. Era stata veramente, se si fa fede a questo racconto, una scoperta fra le più eccezionali. A Curium oggi sono in corso nuovi scavi in una grande area mentre un museo, piccolo ma ben attrezzato, presenta belle statue e ricchi frammenti: tutto ciò che, dopo la scoperta fortunata del conte piemontese, il terreno tutto intorno ha restituito. ■ Storia in cucina Nel 2800 a.C. parlava cinese, ma era conosciuto anche in India, la differenza era che gli indiani non lo ritenevano un companatico Il riso di Natale di Edoardo Ballone I l riso: magica parola nel mondo della cucina. La storia di questo prodotto che a noi sembra tanto di casa, che viene coltivato in tutto il nord d’Italia, forse non lo conosciamo come possiamo pensare. Nel 2800 avanti Cristo, il riso parlava cinese: lo coltivavano nel vasto impero ce- leste contadini che lo consideravano specialità esclusiva della loro cultura gastronomica. Ma anche in India lo si conosce di certo precedente alla invasione degli Ari, ossia precedente al 1200 avanti Cristo: solo che gli Indiani non lo ritengono pane e companatico come i Cinesi, ma accom- 62 Alessandro il Macedone lo assaggiò per la prima volta tra il Tigri e l’Eufrate pagnamento, anche se essenziale, ai cibi. E lo lavorano con spezie pregiate per dare non solo sapore ma anche colore al riso che appare di volta in volta ambrato, giallo, color zafferano, rosa, verde, indaco. Nel quarto secolo avanti Cristo il riso viene coltivato nelle fertili terre bagnate dal Tigri e dall’Eufrate: ed è proprio lì che per la prima volta lo assaggia Alessandro il Macedone nelle sue spedizioni di conquista. E fu proprio Alessandro, ci racconta Strabone, a portare il cereale in Europa. L’Egitto è uno dei grandi produttori di riso nell’antichità, ma lo sono anche gli Arabi che godono ancora di estesi territori verdi che non sono ancora stati conquistati dall’arido deserto. Da lì il riso sale al Nord e viene coltivato lungo la pianura bagnata dal fiume Po. Primizia e curiosità gastronomica per tanti secoli, poi medicinale consigliato dai medici dell’ospedale di Vercelli che consigliano, nel tredicesimo secolo, riso nell’alimentazione dei malati. Sempre riso anche nei conti di Casa Savoia dove compare l’acquisto di “pochi ettogrammi e poche libbre” da confezionarsi in dolci. Nel 1400 si assiste al boom del riso in alta Italia. Città importanti come Mantova, Vercelli, Cremona e Novara si trasformano in importanti capitali del riso tanto da richiamare i commercianti della vicina Oltralpe. Il riso lo scoprono i contadini, rende fino a dodici volte il seme mentre il grano rende assai meno. Anche gli eserciti cominciano a interessarsi del riso e una lotta fra gli imprenditori privati scoppia sui mercati di approvvigionamento. Nel 1800 i tipi coltivati non sono molti. C’è il Nostrale, che poi viene incrociato con il Chinese di derivazione asiatica. C’è il Bertone che con l’apertura del canale di Suez inizia a fare una forte concorrenza con il riso indiano. E c’è tutto un mondo particolare legato al riso, alle mondine, ai canti, ai lavori nelle risaie. Il riso, insomma, diventa lentamente una voce importante dell’arte gastronomica e allo stesso tempo un personaggio vincente del bel mangiare. Piace al sapore e poi si presta a una infinità di cotture. Citiamone qualcuna. Riso all’inglese: si lessa in acqua bollente e salata, dopo averlo lessato lo si scola e si passa sotto un getto di acqua fredda. Riso al vapore: si immerge per una notte il riso in acqua fredda, poi si scola e si lava sotto abbondante acqua sempre fredda; lo si mette poi in uno scolapasta, appoggiato sopra ad una pentola in parte piena di acqua in ebollizione. Si copre e il riso cuoce a contatto con il vapore acqueo. Occorrono circa cinquanta minuti per una giusta cottura. Riso lessato alla milanese: si lessa in acqua bollente senza lavarlo e si cuoce in pentola sempre scoperta, in acqua salata ma non a fiamma vivissima. Riso per insalate: si sceglie il riso fino o superfino o qualità sottoposte a lavorazione parboiled: si lessa in acqua salata che sia in ebollizione, poi si scola e si raffredda, senza averlo lavato. Riso pilaff: si soffrigge il riso in pentola con un condimento a base animale (burro e strutto) e con cipolla tritata; poi si bagna con brodo, con vino o altri liquidi, a seconda della ricetta, e infine lo si tira a cottura, stendendolo poi in un recipiente e passandolo in forno ad asciugare. Risotto pedano: si procede come per il riso pilaff orientale, ma non si passa poi il riso nel forno, bensì lo si copre e lo si lascia riposare qualche istante prima di servirlo: in genere prima di coprirlo si amalgama nella pentola con un bel pezzo di burro fresco, battendo bene la preparazione. Riso in brodo: viene gettato nel brodo quando bolle, insieme con altri ingredienti previsti nella ricetta e si tira a cottura senza poi scolarlo. Riso al forno: in genere si passa il riso a terminare la cottura nel forno, condendolo o unendo altri ingredienti e dopo averlo tirato a cottura per metà, secondo le indicazioni della ricetta, lessandolo o soffriggendolo. Riso al cartoccio: preparazione esotica del riso, che prevede di tirarlo a metà cottura e poi fargli proseguire la cottura, con un condimento a scelta, avvolto in carta metallizzata o oleata a seconda del tipo di presentazione. Riso gratinato: riso lessato a metà e poi unito a béchamel e messo in forno a proseguire la cottura. Riso lapà: è un tipico riso in uso nel Medio Oriente: si cuoce in acqua salata, ma non più di tanta acqua quanta ne basta per coprire il riso, si mescola spesso finché il riso ha assorbito tutta l’acqua di cottura e si presenta morbido, quasi stracotto. Riso bollito normale: si lessa in acqua bollente e salata senza prima lavarlo e non si raffredda come nel caso del riso all’inglese. Insomma, svariate sono le cotture per gustare il riso, uno dei più importanti piaceri del bel mangiare. Non a caso i buongustai hanno nel loro carnet gastronomico un perenne contatto con i chicchi bianchi che procurano ghiotti piaceri a chi sceglie questa voce del “douce manger”. D’altra parte la sopravvivenza di un piacevole sapore non è forse un degno omaggio al peccato di gola? ■