incontro R E A LTÀ NUMERO 7 PERIODICO GRATUITO - ANNO 2 ALL A dicembre 2005 IN UN MONDO DI FUGGIASCHI (TUTTI INFATTI FUGGONO DI FRONTE ALL’INEVITABILITÀ DI STABILIRE UN SENSO PER LA VITA), LA PERSONA CHE PRENDE LA DIREZIONE OPPOSTA SEMBRA CHE FUGGA. IL CRISTIANO È COLUI CHE AVANZA NELLA DIREZIONE OPPOSTA. PERCIÒ VA INCONTRO ALLA REALTÀ Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio ... "E' diventato normale pensare che tutto è uguale, che nulla in fondo ha valore se non i soldi, il potere e la posizione sociale. Si vive come se la verità non esistesse, come se il desiderio di felicità di cui è fatto il cuore dell 'uomo fosse destinato a rimanere senza risposta"... Questa frase, trascritta dall'Appello sull' educazione riportato in ultima pagina - da leggere e rileggere - toglie il respiro e sembra non lasciare scampo. Eppure per me non è cosi. Ho avuto la "fortuna" di incontrare persone che vivevano fatti di libertà, senza rinunciare a niente. Sono capitato dentro una storia fatta di volti che, a partire dai miei genitori, avevano qualcosa da raccontare. Sono capitato tra amici che, nonostante le loro mille debolezze, hanno destato e mantenuto sempre vivo il desiderio di felicità che mi porto dentro, il resto è dono. Il resto, tutto il resto, pian piano ci viene incontro. segue a pag. 3 Et Verbum caro factum est Il centro di solidarietà Vigne Nuove/Valmelaina compie 20 anni pag. 7 Visita di Giovanni Paolo II nel 1987 “Dio si è fatto uomo, si è fatto bambino. In questo modo adempie la grande e misteriosa promessa secondo la quale Egli sarà "Emanuele, un Dio con noi" FORUM DEI CORI PARROCCHIALI Si è fatto così vicino a noi , così semplice, che ognuno può parlargli dandogli del tu. Dio ci propone di dargli del tu facendosi bambino." Benedetto XVI Inaugurazione della biblioteca Don Bosco dell’UPS 40° anniversario del concilio pag. 10-11 Sito Web Da questo numero è possibile visionare il nostro giornale nel sito www.incontroallarealta.it di Marco Primarosa pag. 22 pag. 23 Festa di inizio d’anno Universitari e giovani lavoratori SS. Angeli Custodi pag. 5 Sommario Eucaristia Un più sentito bisogno di radici e di memoria Il rischio educativo Tracce (rivista internazionale di Comunione e Liberazione) Manilandia, la gioia di dare Cineclub Chaplin ‘94 a San Crisostomo Nuova stagione cinematografica a Sant’Achille Santa Maria della Speranza - Cineforum nel teatro Viganò Giornata nazionale della Colletta Alimentare 25° anniversario di sacerdozio di Don Ulderico Calisi Lo specchio di Galadriel Non lasciamo inquinare il vero Natale “Il presepio alle Valli” bella realtà nel municipio L’albero di Natale La mia “stella” di Natale Il presepio romano Conferenze del venerdì presso la parrocchia di San Mattia Festa parrocchiale a Sant’Alberto Magno I ragazzi di San Fedele La detraibilità fiscale delle donazioni Associazione “Amici di Villa Santa Maria” pag. “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 2 3 4 4 6 8 8 9 12 15 15 16 16 17 17 18 19 19 20 20 21 incontro alla realtà PAG. 2 Eucaristia: La libertà di Dio viene incontro alla libertà dell’uomo Dal 2 al 23 ottobre, si è svolto il sinodo dei vescovi sul tema dell’ Eucaristia: pubblichiamo alcuni brani del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia. Quando celebrano l'Eucaristia, “i fedeli possono rivivere in qualche modo l'esperienza dei due discepoli di Emmaus: "si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero" (Lc 24,31)»'. incontro R E A LT À ANNO 1 PERIODICO GRATUITO ALLA Per questo Giovanni Paolo II “afferma che l'azione eucaristica suscita stupore”. Lo stupore è la risposta immediata dell'uomo alla realtà che lo interpella. Esprime il riconoscimento che la realtà gli è amica, è un positivo che incontra le sue attese costitutive. San Paolo, scrivendo ai Romani, ne spiega la ragione: la realtà custodisce il disegno buono del Creatore. A tal punto che l'Apostolo ha potuto dire degli uomini «che soffocano la verità nell'ingiustizia» che sono «inescusabili» perché «pur conoscendo Dio» - dal momento che «dalla creazione del mondo in poi le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da Lui compiute» - «non gli hanno reso gloria né gli hanno reso grazie come a Dio» (cfr. Rm 1,19-21). Incertezza e timore, invece, possono subentrare in un secondo tempo nell'esperienza NUMERO 1 IN UN MONDO DI FUGGIASCHI (TUTTI INFATTI FUGGONO DI FRONTE ALL’INEVITABILITÀ DI STABILIRE UN SENSO PER LA VITA), LA PERSONA CHE PRENDE LA DIREZIONE OPPOSTA SEMBRA CHE FUGGA.IL CRISTIANO È COLUI CHE AVANZA NELLA DIREZIONE OPPOSTA . PERCIÒ VA INCONTRO ALLA REALTÀ Periodico gratuito Direttore Responsabile: Rossana Ansuini Direttore: Giovanni Sozi Segreteria di Redazione: Alessandro Candi, Carlo Fiorini, Franco Pietrosanti, Francesco Pandolfi. Antonio Pasquale, Mauro Raffaeli Redazione: Franco Cardano Roberto Battistoni, Marco Stocchi, Vittorio Altomare, Ferruccio Croia Rosario Cuglietta, Mauro Fumanti, Vito Puce, Cesare Masala, Antonio Zarola Don Mimmo Monteforte Sergio Buratti, Tina Riccardi Hanno partecipato a questo numero: Rossana Ansuini, Cristina Civitani Piera Iozzi, Cico, Giovanni Sozi Fabrizio Sotgia, Suor Massimina Piergiorgio Berardi, Carlo Cicone Daniele Nardi, Don Giorgio Tina Riccardi, Stefano Perugini Cecilia Fabri, Maria Teresa Gianluca Marletta, Maria Petti Mauro Raffaeli, Don Mario Pio, Luciano Bertini Luciano Tinto, Alessabdro Candi, Totò Editore: ADEPED Associata ANSPI Via Alpi Apuane, 1 Roma Pubblicità cell. 335 5844441 In attesa di registrazione Stampa: Capitolina ‘52 sas - Roma Coordinatore editoriale [email protected] Cell. 333 4338502 dell'uomo, quando, a causa della finitudine e del male, in lui si fa strada la paura che la positività della realtà non permanga. Così, da una parte, l'azione eucaristica, come del resto l'intero cristianesimo in quanto “sorgente di stupore”, si inscrive nell'esperienza umana come tale. Tuttavia, dall'altra, Essa si manifesta come un avvenimento inatteso e del tutto gratuito. Nell'Eucaristia si rivela che quello di Dio è un disegno di amore. In Essa il Deus Trinitas, che in Se stesso è amore (cfr. lGv 4,T-8), si abbassa nel Corpo donato e nel Sangue versato da Cristo Gesù, fino a farsi cibo e bevanda che alimentano la vita dell'uomo (cfr. Lc 22,14-20;1 Cor 11,23-26). Come i due di Emmaus, rigenerati dallo stupore eucaristico, ripresero il proprio cammino (cfr. Lc 24,3233) così, il popolo di Dio, abbandonandosi alla forza del sacramento, è sospinto a condividere la storia di tutti gli uomini. (...) Perché l'Eucaristia è l'affascinante cuore della vita del popolo di Dio destinato alla salvezza dell'umanità intera? Perché essa svela e rende presente nell'oggi della storia Gesù Cristo come senso compiuto dell'umana esistenza in tutte le sue dimensioni personali e comunitarie°. E lo docu- menta a livello antropologico, cosmologico e sociale. (...) Nell'Eucaristia Gesù diviene concretamente Via a quella Verità che dà la Vita (c&. Gv 14,6)5. In Essa, la Chiesa, realtà nello stesso tempo personale e sociale, diviene concretamente un popolo di popoli, quella mirabile entità etnica sui generis di cui parlava Paolo VI. Soprattutto in questo tempo di singolare travaglio in cui versano tutte le aree culturali del mondo, il cristiano che vive la propria esistenza comunitaria in forma eucaristica, si fa instancabile annunciatore e testimone di Gesù Cristo e del Suo Vangelo in tutti gli ambienti dell'umana esistenza: dal quartiere alla scuola, al lavoro, al mondo della cultura, dell'economia, della politica, delle comunicazioni sociali ecc. Le comunità cristiane, fondate eucaristicamente, diventano luoghi in cui ogni uomo può fare esperienza che la sequela di Cristo apre alla vita eterna offrendo, già dall'interno della storia, il centuplo (cfr. Mt 19,29). Donne ed uomini di ogni ceto, etnia e cultura possono, in ogni momento della loro vita, incontrare altri uomini e donne, i cristiani, che in forza dell'esistenza eucaristica, si propongono loro come compagni discreti di un cammino di libertà. Papa Benedetto XVI al sinodo dei vescovi incontro alla realtà PAG. 3 Un più sentito bisogno di radici e di memoria Uscito nelle edicole e nelle librerie il nuovo libro su Montesacro di Giovanni Sozi e Lucio Spinelli di G.S. Nei primi giorni del prossimo mese di dicembre, è uscito nelle edicole e nelle librerie il nuovo libro, opportuna strenna natalizia per un graditissimo e sempre accetto regalo ad amici e conoscenti, “Gente di Montesacro” di Giovanni Sozi e Lucio Spinelli, editrice La Campanella, con la preziosa presentazione del Presidente del curiosità da giornale quotidiano o da rivista; vengono messi in evidenza una più spiccata osservazione della realtà urbana, pur sempre legata ad un meticoloso filo storico, ed un utilizzo della materia in senso orizzontale, più consono alle opportunità del momento odierno. Protagonisti di quest'opera non vogliono essere i fatti storici in quanto tali ma elemento pregnante e conduttore è solo la città, il quartiere e la sua gente le cui gesta rappresentano veramente la civiltà per antonomasia con l'evolversi naturale degli avvenimenti che scivolano su luoghi e persone, con le manifestazioni che impersonano il dipanarsi dei giorni in un continuo rapporto tra territorio in quanto tale e divenire umano. Nell'iter coinvolgente della realtà storica, gli autori si muovono simultaneamente attraverso panorami diversificati di geografia, di architettura, di urbanistica, di letteratura met- tendo sempre in risalto la vita, quella semplice vita, per molto tempo misconosciuta, su cui è fondata in senso multidisciplinare la storia dell'umanità ed in particolare di tutta la gente che abita una città. Di questo c'è bisogno oggi; in questo delicato momento si avverte il bisogno di radici e di memoria ancor più sentito nella società odierna che è sempre più spesso deprivata della sua essenza, del suo passato. Il testo, in conclusione, si rivela volutamente sobrio, sincero, opportuno; non è solo una miscellanea di dati, notizie e informazioni ma intimo rapporto passionale tra scriventi e quartiere che emerge da ogni riga; è vocazione sentita e un accorato desiderio di appartenenza a Montesacro; è partecipazione attiva al processo evolutivo all'interno di un contesto comunitario, è una disinvolta dichiarazione d'amore per questo lembo di terra, tra i più belli di Roma. segue dalla prima pagina Municipio Roma Montesacro dott. Benvenuto Salducco che, oltre ed essere un sereno estimatore degli autori, si dimostra in ogni occasione fautore della cultura per il Municipio che governa. Il libro, con una accurata rilegatura cartonata ed impreziosito dalla estrosa dicotomia grafica di Fabiola Corsale, intende far parte di un “cofanetto-confezione” sui quartieri di Roma di cui Testaccio e Garbatella ne sono elementi in distribuzione da tempo. Non sembra del tutto scontato premettere che gli autori ripercorrono l'intero itinerario storico che ha visto protagonista il nostro lembo di terra montesacrina dalla preistoria fino ai nostri giorni, segnando motivi che vanno dalla protostoria al notevole bagaglio arcaico, da quelli più preganti dell'epoca imperiale al malinconico stato medioevale di incolore uniformità che si prolunga ininterrottamente fino agli Anni Venti con la nascita della armoniosa Città-giardino, dai giorni nefasti dell'ultimo periodo bellico alle vicende di un'attualità frenetica. Nel disegnare il loro saggio compositivo, gli autori, questa volta, non fanno solo emergere la loro vocazione prettamente storica ma indirizzano l'opera ad un pubblico molto più vasto della solita, ristretta cerchia di amatori e specialisti. Quello che ci si pone dinnanzi è un vero libro per tutti, che narra i fatti con interviste e Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio Allora ti senti parte di qualcosa di grande. Niente è a caso, ogni cosa torna al suo posto. Dunque c'è bisogno di luoghi di libertà., dove la realtà può essere vissuta con pienezza di significato, luoghi dove condividere il Significato. “... Chi fa entrare Cristo, non perde nulla assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in questa amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana...” (Papa Benedetto XVI). C'è bisogno di luoghi, di comunità cristiane dove far esperienza della presenza di Cristo, dove condividere il senso di appartenenza, dove riscoprire di essere popolo e di avere un'identità.Abbiamo bisogno di essere Chiesa.Allora si cerca il dialogo con tutti, allora si alza lo sguardo e con passione si incontra l'altro. La stessa passione e tenerezza che ci fa guardare i nostri figli, e le persone che incontriamo, certi di potergli raccontare una storia, anzi l'unica storia che vale la pena di essere vissuta. La stessa passione con cui Papa Benedetto abbraccia il mondo: “Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita.Amen.” Franco Pietrosanti incontro alla realtà PAG. 4 “Il rischio educativo” Presentazione del libro di Giussani Mercoledì 19 Ottobre, presso l'Istituto di Fabrizio Sotgia Augustinianum di Roma, a pochi metri da Piazza San Pietro, si è svolta la presentazione del libro di don Luigi Giussani: Il rischio educativo. Alla presentazione sono intervenuti don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, successore di don Giussani, Giancarlo Cesana responsabile di Comunione e Liberazione docente di Medicina del Lavoro presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca ed Ernesto Galli della Loggia professore ordinario di Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici all'Università di Perugia. Il libro di don Giussani, ha come obiettivo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema alquanto delicato, come quello dell'educazione. L'opera è riproposta con una nuova edizione, in un momento in cui si intuisce nella società contemporanea il bisogno di un modello educativo fondato sui valori positivi della vita. L'educazione oggi deve aiutare l'uomo a riscoprire e conoscere il vero significato della vita in modo tale che ognuno nella quotidianità può decidere come agire, ma è necessario tra l'altro educare il cuore dell'uomo così come Dio l'ha fatto. Questa è la primaria preoccupazione di un'educazione vera, questo è il "rischio", ovvero la sfida che il mondo contemporaneo è impegnato a realizzare: ricostituire un metodo educativo più corrispondente all'uomo. L'educazione deve tener conto dei valori del passato e della tradizione . Il passato può essere proposto solo se è presentato dentro un vissuto presente, affinché ognuno possa paragonarlo con il proprio cuore e darne un giudizio critico. Mediante la personale critica, l'uomo si fortifica, si rende indipendente dall'opinione pubblica generale creata dal potere, libero dalla omologazione. L'educazione oggi deve trasmettere la Verità, quella Verità che ci rende liberi sin dagli inizi dei tempi, quella Verità che si è rivelata e che si cela nel mistero della vita. La vi- Tracce ta è un mistero, perché la possediamo ma non è nostra. Il senso costitutivo della vita è la dipendenza dal Mistero. Educare è farsi responsabili di altri, riconoscerli creature di Dio nella loro libertà. Rivista internazionale di Comunione e Liberazione di Piera Iozzi "C'è una lunga, lunga traccia..." ricordano le parole di una vecchia canzone che ancora oggi ogni tanto si canta in qualche vacanza o in qualche incontro occasionale di amici. Non è un titolo casuale quello che si è scelto questa rivista, espressione di un mondo cattolico militante e contemplativo insieme, che accanto a chi sceglie il chiostro e la preghiera, vede le esperienze di un'umanità lacerante di chi parte per le missioni in paesi lontani, o di chi fa esperienza di una lacerazione forse ancora più grande, anche se non manifesta, dell'umanità dei paesi ricchi delle multinazionali e della globalizzazione. C'è una traccia sottile, invisibile, ma reale, presente, che si fa strada nel mondo da duemila anni, che si tenta di soffocare, di negare (ne è stato esempio macroscopico la Costituzione Europea che ha rifiutato il riferimento alle radici cristiane dell'Europa nonostante l'accorato appello di Giovanni Paolo II), ma che non si può cancellare perché rimangono come testimoni le pietre vive che delle cattedrali antiche rendono oggi presente la vita, tuttora prorompente, che il Natale imminente ancora annuncia al mondo. Tracce, testimonianze vive della fede nel mondo che oggi opera e rinnova, e dà speranza.Tracce non di UNAVIA, ma del-LAVIA„ che il figlio di Dio ha indicato all'uomo di tutti i tempi. "Tracce" ce ne rende la memoria, e ci aiuta a prenderne coscienza con gli esempi delle pietre vive che, lungo questa Via, hanno lasciato le loro tracce. Grazie. incontro alla realtà PAG. 5 Vivere intensamente il reale Festa di inizio anno per universitari e giovani lavoratori di Cico che inizia a rispondere ai nostri desideri, abbiamo conosciuto persone che hanno preso sul serio le nostre domande e non abbiamo intenzione di allontanarci da loro, non cerchiamo nulla altro rispetto a tutto quello che di grande abbiamo già. Testimonianze di Martino, Francesco e Lorenzo. “Siamo fatti per vivere alla grande ma tante volte ci accontentiamo di vivere per meno; abbiamo allora bisogno di un luogo, di una compagnia che ci aiuti a fare la fatica di stare di fronte alla Bellezza che ci salva". La "serata di inizio anno" svoltasi nel teatro della parrocchia SS Angeli Custodi il 9 novembre scorso, è stata pensata e realizzata all'insegna di queste parole da un gruppo di giovani vicini al Movimento di Comunione e Liberazione che da qualche anno ormai si incontrano con cadenza quindicinale nei locali della parrocchia, coinvolgendo ragazzi del quartiere e amici dalle sensibilità e esperienze più disparate. Si sono esibiti sul palco Carlo Casamichele del teatro musicisti in erba, deejay e attori allo sbaraglio, ma l'evento centrale è stata la testimonianza di due ragazzi, Lorenzo e Martino, invitati a testimoniare il proprio in- contro con il Cristianesimo e come questo condizioni e cambi la loro vita di tutti i giorni. A me toccava moderare l'incontro e raccontare come nacque l'esigenza di un appuntamento che almeno una ventina di ragazzi continuano da anni con la propria fedeltà e passione a tenere vivo. L'incontro con il Cristianesimo ha inaspettatamente dilatato e acuito il desiderio di felicità che ognuno di noi si porta nel cuore; chi non desidera vivere alla grande , chi non desidera essere amato, chi non desidera fare l'esperienza di una amicizia vera e profonda? -Vivere alla grande non vuol dire fare cose grandi, ma rendere grandi le piccole cose che tutti i giorni ci capita di dover fare, dallo studio ai nostri hobbies - ci hanno spiegato Martino e Lorenzo; ma cosa può rendere grandi le nostre giornate, cosa può soddisfare i nostri desideri? Lorenzo ha risposto con semplicità a questa domanda: Gesù, incontrato tramite i volti della nostra compagnia di amici, Lui rende le mie giornate interessanti; il Cristianesimo per me coincide con l'amicizia di queste persone attraverso la quale tutte le cose assumono un sapore diverso, insomma diventano "grandi"-. Martino ha sfidato la platea proprio sul tema dell'amicizia: -chi di voi può dire ad un suo amico "non c'è niente che mai sarà più forte di ciò che di vero c'è tra noi due?" Se c'è solo uno che può dire una cosa del genere o è matto o vive una amicizia cristiana.-. Lo stesso Martino ha tenuto a precisare che non sempre è "comodo" vivere i rapporti di cui parla :continuamente vengo corretto, e proprio cadendo e rialzandomi imparo un nuovo sguardo sulle cose; i miei amici veri non mi lasciano mai tranquillo!-. Come sono vere queste parole: non siamo mai tranquilli, ma abbiamo incontrato ciò Gli artisti stanno prendendo gli ultimi accordi. Davide alla console. incontro alla realtà PAG. 6 Manilandia, la gioia di dare “La giornata missionaria alla scuola Cocchetti compie 20 anni” di Suor Massimina Passano i giorni, i mesi, gli anni senza quasi accorgersi; è nei compleanni che si prende coscienza che è già trascorso un anno e un altro sta partendo con la stessa velocità del precedente portando con sé impegni vari, tappe significative con le loro scadenze e iter. Infatti, è da poco ricominciata la scuola e già si parla di un impegno inderogabile alla Scuola Cocchetti: Manilandia. Quest'anno, poi, tale iniziativa compie venti anni, è maggiorenne, quindi richiede un'attenzione particolare data la sua età e la sua maturità: è adulta... Cos'è Manilandia? Mani nella terra, mani che aiutano. V parlerò del mio impatto con questo evento. Arrivata a Roma nel mese di settembre, ne sento parlare, non ci capisco molto, ma le suore raccontano questa giornata con gioia, con entusiasmo, come di una festa straordinaria. Col trascorrere dei giorni noto un certo via vai di genitori che si incontrano, si fermano a conversare a lungo tra loro. Mi chiedo: "Quante cose hanno da dirsi!". " In seguito cominciano ad arrivare sacchetti, buste con materiale di ogni tipo: giocattoli, articoli per mercatini, libri ecc. Più trascorrono i giorni più mi sento coinvolta senza capire gran che. "Vedrai, vedrai" è la risposta che risuona alle mie orecchie. Finalmente è giunta la vigilia della festa. Arrivano tavolini ..."occorre la banca! Dov'è?" ...ci sono i premi della lotteria. Cerco di lasciarmi coinvolgere ma non ho le idee molto chiare. Per fortuna Direttrice di tutta questa orchestra è Sr. Crocifissa. E siamo arrivati alla festa: Giornata Missionaria alla Scuola Cocchetti. L'attività quel giorno inizia molto presto con la vendita dei giornali.. prima che si vada comprarli dal giornalaio... Bisogna disporre i tavoli, tra poco verranno gli interessati per allestirli con il materiale e renderli invitanti all'acquisto; nel frattempo in salone arrivano contenitori con cibi diversi: primi piatti, secondi, contorni, bibite. Ciascuno si è sbizzarrito secondo le proprie abilità; si realizza un vero e proprio ristorante dove si può acquistare quello che si vuole per il pranzo. In breve tempo la strada davanti alla scuola, la piazzetta, i cortili della casa e tutti gli angoli possibili vengono trasformati in un vero e proprio mercato dove trovare di tutto: dai panini imbottiti al bar, ai dolci, ai giocattoli, alla bigiotteria e tante altre sorprese. Ogni anno ci sono genitori che lasciano la scuola perché i figli hanno terminato il loro iter scolastico da noi, e ogni anno ci sono genitori che arrivano e portano la loro freschezza, originalità, creatività. ~ Chi si è lasciato coinvolgere da tale iniziativa non pub dimenticare le belle esperienze vissute e ritorna a chiedere quand'è Manilandia perché in quel giorno gradisce rendersi utile. Bambini e adulti possono cambiare gli Euro, alla nostra banca, con i manilandia e con essi fare gli acquisti vari, partecipare ai giochi organizzati, al teatrino... c'è di tutto e per tutti i gusti. Oltre ai genitori da qualche anno la società Sangemini ci fornisce bibite, acqua, succhi di frutta, un notevole contributo per le nostre missioni. Una domanda nasce spontanea: i soldi che fine fanno? Perché pagare se gli articoli sono stati donati dalle famiglie? Questo è il bello della festa! Si paga perché il ricavato sarà devoluto alle missioni. Sottolineo che una cosa è dare un'offerta, anche se cospicua, ma in modo freddo, distaccato, un'altra è lasciarsi coinvolgere in questa realtà di dono, di aiuto per chi ha più bisogno di noi... II ricavato di questa giornata viene così distribuito: un contributo va alla Parrocchia per le adozioni a distanza, un altro al Vicariato per le missioni, il resto al nostro Istituto per le sue missioni. In questi anni non è mancata l'opportunità di far incontrare qualche nostra suora missionaria con i genitori per far conoscere i problemi esistenziali delle popolazioni africane e come gestiscono i soldi ricevuti. Queste esperienza non lasciano indifferenti. Più entri dentro e più ti rendi conto quanto uno si sente coinvolto nel suo cuore, nei suoi affetti, in tutta la persona. Non si può fare a meno di dire: "c'è più gioia nel dare che nel ricevere" perché non si realizza solo un contributo per le missioni, ma si vive una vera fraternità in un clima di festa, di amicizia, di dono... Anno 2005: Manilandia compie venti anni, una maturità raggiunta in un'amicizia sempre più viva e incisiva, merita un dono adeguato. II mio grazie più vivo a tutti i collaboratori per avermi fatto fare questa esperienza, così bella, e reso più significativo il valore del dono realizzato tra sorprese, meraviglie e stupore. Pensieri... ricordi Iniziammo con il mettere insieme idee un po' a caso per poter vivere, grandi e bambini, un momento di solidarietà verso un prossimo più bisognoso: perché non realizzare un mercatino dove il "donare" e il "comprare" potesse impegnare la manualità e l'ingegno? Cose piccole, ma da realizzare con amore. E' stato un crescendo, i genitori sempre più motivati, i bambini, i ragazzi sempre più coinvolti. Oggi compiamo venti anni e sembra incredibile riconoscere le mani dei nostri figli in quelle manine piccole e grassottelle che modellavano creta per farne improbabili pupazzi da vendere come opere d'arte nella nostra prima Manilandia. Lasciata la scuola i ragazzi non dimenticano questo giorno e ogni anno tomano con l'entusiasmo di sempre per creare, inventare, aiutare. L'atmosfera è frizzante, il cortile dello scuola sempre più piccolo per accogliere le infinite "bancarelle", la partecipazione e i giochi sono talmente cresciuti da invadere perfino la piazzetta! Manilandia, buon compleanno! Con la tua tenerezza nell'accogliere, con la tua semplicità nel donare hai saputo mettere piccole e grandi mani insieme come in un'orchestra che suona una splendida melodia di note colorate. Irene Voltattorni Associazione Allievi e Genitori RISTORANTE PIZZERIA Forno a legna Specialità carne e pesce (Lunedì chiuso) Via Nomentana, 442 - 448 (P.zza Sempione - P.te Vecchio) 00141 Roma - Tel. 0682003894 -Tel.e Fax 0682086637 www.ristorantecittagiardino.it e-mail: [email protected] incontro alla realtà PAG. 7 Il Centro di Solidarietà Vigne Nuove/Val Melaina compie 20 anni Carità, legge della vita di Carlo Cicone Per le famiglie del quartiere delle Vigne Nuove / Val Melaina è un punto di riferimento quando c'è necessità di trovare una colf, una baby sitter, o una badante di fiducia. Per i commercianti e le piccole imprese della zona è dove inviare richieste di personale non specializzato, ma affidabile da adibire a mille attività diverse. Viceversa per giovani e meno giovani è il luogo a cui rivolgersi quando si è in cerca di un piccolo lavoro o di una attività per arrotondare i magri guadagni familiari o semplicemente per condividere, con qualcuno che sappia ascoltare, i problemi e il disagio sociale che la disoccupazione inevitabilmente porta con sé. Per tanti extracomunitari, magari arrivati da poco a Roma, è il luogo dove incontrare persone che facciano da ponte verso un tipo di società e una realtà molto diversa da quella dei loro paesi d'origine e li aiutino a inserirsi nel mondo del lavoro. Tutto questo è il Centro di Solidarietà che sorge presso la parrocchia di Sant'Alberto Magno, nel quale svolgono il loro servizio alcuni volontari di Comunione e Liberazione. Essi lo chiamano "caritativa". Siamo andati a trovarli un venerdì pomeriggio, quando il Centro è aperto, in un locale al primo piano della parrocchia. Due tavoli, alcune sedie, una scaffalatura con alcuni raccoglitori, un vecchio computer . Lì incontriamo alcuni dei volontari e chiediamo loro il perché di questa "caritativa". Scriveva don Giussani in un libretto dei primi anni del Movimento: «Quando c'è qualcosa di bello in noi, noi ci sentiamo spinti a comunicarlo agli altri. Quando si vedono altri che stanno peggio di noi ci sentiamo spinti ad aiutarli. Tale esigenza è talmente originale, talmente naturale, che è in noi prima ancora che ne siamo coscienti. Noi andiamo alla "caritativa" per soddisfare questa esigenza». Ambrogio, da molti anni il più assiduo nel lavoro al Centro di Solidarietà, vive questa esperienza anche come crescita personale. Ci ripete infatti: «Quanto più noi viviamo questa esigenza e questo dovere, tanto più noi realizziamo noi stessi. Interessarci degli altri, comunicarci agli altri ci fa compiere il supremo dovere della vita che è realizzare noi stessi, compiere noi stessi». Marcello, che con altri iniziò 20 anni fa questo progetto e ancora oggi lo porta avanti con dedizione e sacrificio, ci ricorda il senso ultimo di questo agire: «Tutta la parola "carità" riesco a spiegarmela quando penso che il Figlio di Dio, amandoci, non ci ha mandato le sue ricchezze come avrebbe anche potuto fare, ma si è fatto misero come noi, ha condiviso la nostra nullità. Nella caritativa noi impariamo a vivere come Cristo». Compie appunto i venti anni di vita il Centro di Solidarietà di Sant'Alberto Magno. La parrocchia nacque in questa zona, allora periferia estrema di Roma, agli inizi del 1984, tra grandi palazzi ancora in costruzione, strade fangose e assenza totale di servizi. Il suo parroco don Donato Perron, sentì subito pressanti le esigenze dei suoi parrocchiani di un aiuto nella ricerca del lavoro. Esso iniziò ad operare in un locale di Via Rina De Liguoro appartenente alla parrocchia e condiviso con i ragazzi che frequentavano il doposcuola, facevano attività teatrale o si ritrovavano per stare insieme. Alcuni adulti, finito l'orario di lavoro, vi si recavano dedicando, una volta a settimana, qualche ora del loro tempo libero agli altri. Fin dai primi tempi è stato grande l'interesse della gente del quartiere che andava numerosa a iscriversi, alla ricerca di una occupazione qualsiasi. Il Centro forniva loro informazioni sui concorsi che venivano banditi dalle Amministrazioni e raccoglieva tra parrocchiani, amici e conoscenti quelle poche offerte di lavoro che non bastavano sicuramente a soddisfare le tante necessità, ma che davano almeno una piccola speranza ad alcuni. In effetti la coscienza della sproporzione tra le necessità e quello che si può offrire è sempre stata presente tra i volontari che vi lavorano, ma non ha costituito mai ostacolo o motivo di rinuncia, anche alla luce delle motivazioni profonde che sopra sono state ricordate. Gli anni hanno portato cambiamenti notevoli al quartiere e al tessuto sociale di questa periferia romana e il Centro di Solidarietà ha saputo adeguarsi alle diverse esigenze della domanda e dell'offerta di lavoro, cercando di prendere da subito contatto con tutte le nuove realtà emergenti. Inizialmente si è assistito ad un certo sviluppo commerciale che ha portato a nuove possibilità di impiego. Poi ci sono state varie ondate di immigrazione di extracomunitari che si sono rivolti a questo servizio anche su indicazione di strutture di accoglienza più presenti a livello cittadino come la Caritas. Successivamente, sollecitati dalla sempre più numerosa domanda di lavoro, i volontari del Centro si sono spinti fuori dai confini del quartiere contattando esercizi commerciali, mense, aziende di pulizia, ecc. e si è instaurato con loro un rapporto di fiducia durato anni e risultato proficuo per tutti. Ora la sfida dei grossi centri commerciali che stanno aprendo nella zona Porta di Roma vede in prima fila la parrocchia e il suo Centro di Solidarietà: nel caso di IKEA, hanno saputo creare un canale privilegiato per le domande di assunzione riunendo presso i propri locali i responsabili locali della multinazionale e centinaia di giovani interessati ad un lavoro. Il bilancio complessivo di questi venti anni è senz'altro positivo: migliaia di persone si sono rivolte al Centro di Solidarietà di Val Melaina e alla grande maggioranza di esse è stato proposto una o più possibilità di impiego, con il risultato che centinaia di persone possono dire di aver trovato un lavoro grazie a Giovanna, Marcello, Pierluigi, Ambrogio, Marco, Carlo e a tutti gli altri che si sono avvicendati negli anni in questo servizio. Ma soprattutto ognuno è stato accolto principalmente come persona, con tutto l'amore e l'attenzione alla persona che Cristo ha insegnato: questo è il risultato più importante e più concreto, tutto il resto può essere considerato solo una conseguenza. Visita del papa Giovanni Paolo II nel 1987 STUDIOTECNICO Consulente del Tribunale di Roma Perizie - Collaudi . Verifiche statiche Prevenzioni incendi Coordinatore sicurezza cantieri Impiantistica Amministratore Soc. CO.GENE. 3 Arch. Marco di Lazzaro Viale Carnaro, 16 - 00141 Roma Tel. e Fax 068170390 - e-mail:[email protected] incontro alla realtà PAG. 8 Cineclub Chaplin ‘94 a San Crisostomo Via Emilio De Marchi, 60 00141 Roma Tel. 0686802247 di Don Giorgio II Cineclub Chaplin '94 è un circolo di cultura cinematografica, fondato nel 1994, aderente all'A.N.C.C.I. (Associazione nazionale circoli cinematografici italiani), a sua volta facente parte dell'A.C.E.C. (Associazione cattolica esercenti cinema) e nasce allo scopo di riunire, con frequenza settimanale, appassionati e non della settima arte. In quanto associazione culturale necessita dell'iscrizione come socio dei partecipanti alle attività, tramite l'emissione della tessera e non si pone finí di lucro. La sua attività è curata da Maria Rosaria Bertuccini, Enrico Bosi, Cristiano Ceccarelli, bora Primerano e don Giorgio. Le tessere, nominative e valide per l'intera stagione, saranno disponibili al prezzo di Euro 35,00 (Euro 30,00 per i soci fino a 26 anni) e saranno distribuite: - domenica 6 Novembre 2005 dalle ore 16.30 presso la sola del Cineclub in occasione della proiezione gratuita e aperta a tutti del film Shrek 2' - prima di ogni proiezione come da programma. Ci sarà la possibilità di acquistare un abbonamento a Euro 55,00 che permetterà di assistere anche ai quattro spettacoli teatrali in programma per questa stagione. Anche per questo anno le proiezioni avranno luogo il martedì alle 16.30 ed alle 21.00 ed il giovedì alle 21.00 ci partire dall'8 Novembre 2005. Programmazione cinematografica stagione 2005/2006 Marted' ore 16,30-21,00 e giovedì ore 21,00 Nuova stagione cinematografica a Sant’Achille di Tina Riccardi Quest'anno il Cineclub S. Achille, già presente in Parrocchia da 4 anni, si è ulteriormente arricchito per offrire agli utenti ancora più servizi. Innanzi tutto, per la scelta dei film si è avvalso dell'opera di una équipe di esperti, che ha effettuato un'accurata selezione fra quelli usciti nell'anno 20042005. I film sono 32, uno per settimana dal 13 ottobre al 9 giugno; come ogni anno, ogni film sarà proiettato due volte, il giovedì alle 18 e il venerdì alle 21, per andare incontro alle esigenze di tutti gli spettatori. Inoltre quest'anno alcuni film che trattano argomenti attuali e particolarmente interessanti saranno seguiti da un dibattito, a cui tutti potranno partecipare, in modo da trasformare il cineclub in un vero e proprio cineforum. Gli operatori sono tutti volontari e il ricavato delle iscrizioni, tolte le spese di iscrizione, viene devoluto per intero alla Parrocchia. C'è da precisare, comunque, visto il prezzo delle tessere veramente irrisorio, che il vantaggio maggiore che la Parrocchia ne trae non è sicuramente quello economico: attraverso questa attività, infatti, che può sembrare soltanto di carattere culturale o ricreativo, tanta gente comincia ad avvicinarsi e a gravitare nell'ambito parrocchiale e tante anime in più potranno essere portate al Signore. Presentiamo qui il programma di quest'anno. Le tessere sono ancora in vendita e gl'interessati possono rivolgersi a Tina Riccardi (347/6664193). incontro alla realtà PAG. 9 Santa Maria della Speranza - Cineforum nel teatro Viganò di Stefano Perugini Piazza Fradeletto 17 - tel. 0687131525 E. Mail : Cineforumsms a(),yahoo.it Prezzo del biglietto E.3,50 II CGS Nuovo Salario presenta: OLTRE HOLLYWOOD Cineforum 2005-2006 Dall'8 novembre 2005 incontro alla realtà PAG. 10 “Mio canto e mia forza sei tu” Forum dei cori parrocchiali (Salmo 118,14) di Daniele Nardi “Cantare è come pregare due volte”. Ed in effetti il canto, nella tradizione cristiana, è stato sempre intimamente collegato con la preghiera ed in particolare con la liturgia. Un uso che alle volte si è anche trasformato in abuso a1 punto da richiedere un recente ma non nuovo - pronunciamento vaticano sull'opportunità di utilizzare il senso della misura, scegliendo modalità e brani appropriati alla solennità richiesta dalle celebrazioni. Porre un argine alle esasperazioni non vuol dire rinunciare ad un sostegno così valido alla nostra preghiera. Anzi, vuol dire valorizzarlo nella giusta dimensione. Su questa linea si muove un mondo fatto di cori, corali, gruppi di volenterosi che in tutto il mondo si mette al servizio della comunità. E le nostre parrocchie non fanno eccezione. Abbiamo incontrato una bella fetta di questo mondo in uno di questi Forum entrati a far parte della storia del nostro giornale. Realtà composite e di diverso livello di "professionalità", al punto che anche il concetto di "coro" merita di essere ridefinito. coro quando si ottiene “una voce” e questo avviene più che con la professionalità con la crescita comune, con la coscienza di essere gruppo. Quindi non inventerei alcuna altra definizione, piuttosto direi che, per quanto il coro in parrocchia nasca per sottolineare la liturgia, un'altra sua importante funzione è anche quella di avvicinare i parrocchiani alla musica. Alcuni partecipanti al forum dei cori ENZIO BOSCHI (Angeli Custodi). Abbiamo un coro quando ci si mette a confronto con la tecnica e, in gruppo, ci si impegna a crescere nell'abilità. In sostanza quando si impara a fondere le voci in un tutt'uno. BARBARA RAVESI (Santa Maria della Speranza). Per noi parlare di professionalità è esagerato. Oserei definirci un gruppo di coraggiosi volontari che cerca di animare al meglio le celebrazioni. Siamo un coro quando si tratta di celebrazioni particolari: comunioni, cresime, matrimoni e anniversari, Natale e Pasqua. Infatti riusciamo ad essere più di 30 cantori. SS. Angeli Custodi, coro Lorenzo Grasso ELISABETTADE LEONI (San Mattia) Non metterei la questione in questi termini, è giusto dire che una corale amatoriale come quelle che si costituiscono all'interno delle Alcuni elementi del coro di S. Alessandro Coro di Santa Maria della Speranza parrocchie, formata da persone che, perlopiù, non hanno avuto alcuna preparazione musicale di base ( non parliamo di quella più approfondita) va gestita in modo completamente diverso. Ma il gruppo si forma con la stessa dinamica con cui si compatta quello delle corali dei professionisti. Ossia, il coro è Per il resto dell'anno siamo ridotti ai minimi termini, in quanto ci scindiamo in 2 gruppi, ognuno dei quali porta il suo servizio ad una differente celebrazione domenicale: ragazzi (diretto da Nicola) e adulti (diretto da me). MAURIZIO ALBANO (S.Achille). Il gruppo diventa coro quando si prefigge un risultato e si impegna per raggiungerlo, accettando la guida di un direttore autorevole e riconosciuto. CESARE GIORDANO E SALVATORE TRIOLO (S. Gemma). Ci deve essere l'impegno, certo. Ma il "cuore" deve rimanere il servizio che si offre alla comunità. Il nostro non è e non vuol essere solo un coro, magari bravo ma distaccato dalle ragioni per le quali è nato. Per questo a Santa Gemma preferiamo individuarci come un vero e proprio gruppo liturgico che si specializza nella tecnica del canto. VALERIA RAGANELLI (S.Alessandro). Questo è tanto vero anche per noi, al punto che di cori ne abbiamo due, legati alle celebrazioni che sono chiamati ad animare, uno più giovane per la Messa dei ragazzi ed uno adulto per gli adulti. Dunque, la valenza del servizio e dell'appartenenza sono comunque aspetti fondamentali nell'attività dei vostri cori... RAVESI Direi di sì. Siamo parte integrante della comunità. Apparteniamo anche ad altri gruppi. I ragazzi in particolar modo. E svolgiamo le nostre prove nei locali parrocchiali. BOSCHI. Certo. Noi abbiamo con il parroco una sorta di accordo contrattuale. Da vent'anni possiamo contare sull'ospitalità della parrocchia che mette a disposizione i locali nei quali esercitare quella che è e rimane una passione individuale. In cambio di questa ospitalità offriamo il nostro servizio "qualificato" nelle liturgie più solenni. Ma questo non significa essere "altro" rispetto alla comunità. Molti di noi fanno parte dei gruppi e si impegnano nelle attività della parrocchia. ALBANO. Non sempre è così. Anche noi nasciamo come gruppo all'interno della comunità, ma questo non basta a garantire la reale integrazione. Se si vuole andare oltre alla semplice animazione liturgica, approfondendo la propria specificità e magari specializzandoci in un settore particolare, immediatamente scatta una sorta di emarginazione, tanto più vera e tangibile quando la composizione della comunità è a sua volta frastagliata con la presenza di associazioni e movimenti che tendono a crearsi delle proprie corali autonome. Forse, allora, bisogna riflettere sulla funzione dei cori... ALBANO. Il coro dovrebbe - ed il condizionale è d'obbligo - essere espressione della comunità e fungere da traino nella solennizzazione delle liturgie. Anche nel modo di cantare non deve mai diventare un'alternativa all'assemblea. BOSCHI. Bisogna avere la forza e la pazienza di integrare il coro, con la sua preparazione e specializzazione, e l'assemblea che è il vero soggetto della liturgia. ALBANO. Ma questo è un cammino lungo e difficile. E non sempre giunge a compimento qualche volta per colpa dei limiti del coro e del suo direttore, qualche altra volta per colpa della comunità che continua ad avvertire quel coro come un corpo estraneo. incontro alla realtà Allora usciamo dai discorsi astratti. Qual è il rapporto dei vostri cori con le assemblee a cui, in un modo o nell'altro, appartenete? RAVESI Parlando per la messa degli adulti, più o meno i canti che proponiamo sono conosciuti, ripetuti e sicuramente assimilati dall'assemblea. Ma nonostante ciò c'è poca partecipazione da parte del resto della comunità. Osiamo canti nuovi in circostanze particolari, per messe solenni. Penso che il patrimonio di cui godiamo sia inestimabile, ma portare un vento di novità al repertorio classico è segno anche di crescita. RAGANELLI. Il coinvolgimento è totale. Questo implica magari rinunciare a qualche virtuosismo ed accontentarsi di mantenere un profilo basso, ma il risultato complessivo è più appagante. L'assemblea ci segue e partecipa fino in fondo. GIORDANO. L'equilibrio è oggettivamente difficile. Per questo noi preferiamo alternare i canti del coro e quelli dell'assemblea, consapevoli che la partecipazione dei fedeli non necessariamente deve coinvolgere la loro voce. In alcuni casi ed in alcune fasi della Messa si può partecipare anche con il solo udito che deve fungere da sottofondo della propria preghiera silenziosa. ALBANO. Per coinvolgere l'assemblea non basta limitarsi a canti semplici, bisogna anche mirare il proprio repertorio su canti conosciuti e tradizionali. Il singolo accetta di partecipare se conosce e conosce molto bene il canto, altrimenti preferisce mantenere il silenzio. In questo senso sarebbe anche opportuno unificare il repertorio delle varie comunità, così che il fedele che si trova in una chiesa che non è la sua possa ugualmente riconoscere e partecipare ai canti. GIUSEPPE (... ). In questi ultimi quarant'anni abbiamo buttato a mare un patrimonio ineguagliabile di tradizione liturgica. Il post Concilio, con le sue sperimentazione e le sue esasperazioni ha fatto tabula rasa del patrimonio canoro. Non sarebbe male impegnarsi in una riscoperta di quel patrimonio che è stato troppo frettolosamente messo da parte. ELISABETTADE LEONI (San Mattia) Il dato che si evince in modo evidente è la completa mancanza di cultura musicale. Mi fa piacere che il Papa Benedetto abbia incoraggiato il recupero di quelle forme musicali che si sono purtroppo perse nella liturgia. Ma Coro di S. Gemma PAG. 11 non dimentichiamoci che questo papa è tedesco e porta con sé l'enorme ultura musicale del suo paese! Per noi Italiani, nati nella culla della chiesa romana, nel paese del bel canto che ha dato i natali ai più grandi autori (dalla polifonia del '400, '500, al '900 della lirica) è triste, e direi vergognoso, non essere pronti a raccogliere l'invito. Per questo non mi stupisco di fronte ad assemblee che non cantano o che non riescono a seguire nulla al di là del conosciuto o dell'immensamente facile (di qui tanta, troppa musica brutta è stata composta e poi adottata per l'attuale liturgia). Per questo sarebbe il caso di tornare al buon gregoriano che racchiude bellezza e semplicità e nasce per l'assemblea. SCHEDA ANGELI CUSTODI. Il coro è intitolato a "Lorenzo Grasso", è in attività da oltre venti anni. Può contare su 35 cantori. Il direttore da quindici anni è il maestro Enzio Boschi. SANT'ACHILLE. E' un coro amatoriale relativamente giovane, visto che si riunisce da soli due anni. E' specializzato in musica sacra e canti medioevali anche in costume e con una ricerca sulla strumentazione. I cantori sono 15, accompagnati da tre strumentisti. E' in formazione un secondo coro, finalizzato all'animazione liturgica. SANTA GEMMA. Opera da tre anni sotto la direzione di don Marco. I cantori sono una trentina, specializzati nell'animazione liturgica ma che non disdegnano anche l'attività concertistica basata su gospel e canti spiritual. Qualunque strumento, purché ben suonato e ben usato, va bene. Vanno bene anche le basi pre-registrate. SANT'ALESSANDRO. La vocazione è quella dell'animazione liturgica. I coristi sono una ventina e possono contare sullo zoccolo duro di un nutrito gruppo di suore che hanno la casa nel territorio della parrocchia. Hanno una storia lunga quasi quindici anni fatta di alternanza con un secondo coro, figlio della medesima comunità. Se lo strumento di elezione è l'organo, non vengono disdegnate le chitarre e neppure i tamburi SCHEDA SANTA MARIA DELLA SPERANZA. Per il coro degli adulti, al completo si arriva a 15 cantori. Più 3 strumentisti: Emanuele ali' organo, Francesco alla chitarra e Claudio ai tamburi. SAN FEDELE La corale di San Fedele, guidata dal maestro Claudia Gili, è nata come gruppo corale parrocchiale che, oltre alla solennizzazione della liturgia domenicale e festiva, si fregia di un nutrito repertorio di musica rinascimentale sacra e profana, di musica popolare e di musica sacra contemporanea. Nella parrocchia di San Fedele, da un paio d'anni, si tengono due rassegne corali annuali, l'una nel periodo natalizio, l'altra a giugno, con l'intento di scambiare con altri la gioia di cantare ed anche per confrontare con altri le proprie capacità. BAMBINO GESU' Il coro “Caudate dominum” sorto dal 1997 con lo scopo di animare la liturgia festiva, ha assunto caratteristiche proprie sotto la direzione del maestro Flora Rossi che ha cercato di dar vita ad un progetto che metta il canto corale al centro dell'espressione musicale. Così, si privilegia la forza dei sentimenti che, attraverso l'espressione di molti, rappresenta un unico pensiero ed un unico desiderio e, con lo sforzo di molti singoli, un'unica armonia di più suoni tra loro fusi ed assai più espressivi di ogni singola voce. SAM MATTIA La corale di San Mattia è diretta dal maestro Elisabetta De Leoni Nasce nella parrocchia per sottolineare innanzi tutto l'importanza della funzione liturgica ed ha come conseguenza quella di avvicinare i parrocchiani al buon canto e alla musica in genere. Per questo nella la corale di San Mattia si lavora molto con la polifonia pura e, oltre al coro, si incoraggiano altri gruppi musicali che vivono nel quartiere, a collaborare con la parrocchia, affinché da questa sinergia possano sfociare concerti di buon livello. Coro di S. Fedele Coro del Bambino Gesù incontro alla realtà PAG. 12 5 milioni di persone hanno partecipato alla giornata nazionale della colletta alimentare Sabato 26 novembre sono state raccolte oltre 8100 tonnellate di generi alimentari di Cecilia Fabbri Sabato 26 novembre si è svolta la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. In questa iniziativa, promossa quest'anno per la nona volta dall'Associazione Banco Alimentare Onlus - che si impegna durante tutto l'anno a raccogliere generi alimentari in favore delle persone in difficoltà economiche - tutti gli italiani sono invitati a "condividere la loro spesa" con chi ne ha più bisogno: si chiede infatti di comprare alcuni generi di prima necessità e non deperibili come pasta, riso, legumi, tonno, carne in scatola e prodotti per l'infanzia e donarli al Banco Alimentare che provvederà a distribuirli a chi ne ha bisogno. Sono già alcuni anni che partecipo a quest'iniziativa, ma quest'anno per la prima volta ho coinvolto alcuni alunni della scuola in cui insegno. Ho proposto loro quest'iniziativa per due motivi: innanzitutto penso che sia un gesto educativo. Infatti, come dice Giorgio Vittadini - presidente della fondazione della Sussidiarietà "1'iniziativa della Colletta Alimentare educa a capire che la carità immediata verso il prossimo, mai eludibile e mai rimandabile, è espressione di quella giustizia che chiunque avverte come desiderio per sé e per tutti". Come professoressa di questi ragazzi, con un chiaro compito di formazione, ho ritenuto che quest'esperienza fosse per loro edificante per diventare uomini "veri". Mi sono inoltre venute in mente le parole di S. Bernardo:"la carità genera amicizia". Ho ritenuto che questo momento potesse essere importante per ciascuno dei ragazzi presenti, e che un gesto compiuto insieme in assoluta gratuità potesse renderli più amici tra di loro. Non so se quest'ultima cosa si avvererà - il tempo darà il suo verdetto - ma sicuramente è stata per ì piccoli volontari un'occasione per uno sguardo più ampio sul modo:"non avevo mai fatto cose di questo genere: non sapevo quanto fosse bello: voglio ritornarci", mi dice un'alunna; "Ah professorè! Questa giornata non me la scorderò mai più in tutta la mia vita!", esclama coloritamente un altro; "è stato molto bello perché sono stata con i miei amici e contemporaneamente ho aiutato gli altri più bisognosi", dice un'altra ancora. E a questo punto il numero di scatoloni raccolti (che comunque non sono stati pochi!) passa in secondo piano: la Giornata della Colletta Alimentare è stata tanto importante per chi riceverà questi pacchi quanto per chi ha contribuito a metterli insieme. Gli alunni della Prof.ssa Cecilia Gli amici di Emanuele Prof. Cecilia con i suoi alunni Gli Scout di Vigne Nuove Prof. Cecilia con i suoi alunni Gli Scout di Vigne Nuove Emanuele e i suoi amici Gli Scout di Vigne Nuove incontro alla realtà PAG. 13 Gli Scout di Vigne Nuove Marco Silvana, Rosa e Rosalba Fabrizio e il capo equipe Simone nonostante le stampelle è presente al gesto della colletta alimentare. Panecaldo e Antonio I prof. Agrippino, Iozzi con i loro alunni. Luca e Francesco Vito e il suo amico Franco e Vito Lidia e Antonio Claudio, Antonio e il suo amico Il capo equipe Andrea, Chiara, Claudio, Giorgio e Cristina Donato, Valentina e Marco Valerio, Paolo e Miriam I due amici Stefano e Claudio incontro alla realtà PAG. 14 Giovanna, Giorgio e Andrea Ettore e Antonio Marco Dea Iole e Caruso Carlo e il suo amico Piero e Piero Piero e Claudio Ambrogio e i suoi amici Giancarlo il capo equipe con Vito e Roberto Marcello Fabbri (presidente Banco alimentare del Lazio) Carlo Fiorini coordinatore zona Montesacro ci sta comunicando che siamo stati presenti su tredici supermercati e che abbiamo raccolto kg. 21000. Francesco Pierluigi e Riccardo incontro alla realtà PAG. 15 Festa a Santa Maria della Speranza 25° anniversario di sacerdozio di Don Ulderico Calisi di Maria Teresa Don Ulderico Calisi, Salesiano, Parroco di Santa Maria della Speranza, al Nuovo Salario, ha festeggiato in questi giorni il venticinquesimo anniversario del suo Sacerdozio. Tutti i parrocchiani, dai più piccoli ministrantes e allievi di catechismo, ai più anziani, si sono stretti attorno a Lui, per manifestargli la loro gioia e il loro affetto e per ringraziare insieme I' Altissimo del dono che ha fatto a lui con il sacerdozio ed a noi per la sua presenza di sacerdote e di pastore. Don Ulderico è nato e cresciuto a San Felice Circeo, un luogo benedetto dal Signore per il suo splendido mare, il promontorio verdeggiante, le sue coste dove gli scorci panoramici incantano gli occhi e l'anima. Dal luogo ove è nato don Ulderico ha ricavato la natura schiva e riservata della gente di mare, la fermezza di carattere dei pescatori che affrontano le tempeste al largo, e come Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, ha seguito il Divino Maestro per farsi pescatore di uomini. Con polso fermo e ben consapevole degli impegni di carità pastorale, si è assunto con determinazione l'eredità dell'amato parroco suo predecessore, don Stelvio Tonnini. Sono ormai quattordici anni che don Ulderico è con noi, prima come direttore dell'Oratorio e poi, come parroco dal 1997. In tutto questo passare di anni abbiamo imparato ad amarlo, la sua figura è diventata un pò più solenne, e i suoi capelli un pò più bianchi, ma i suoi occhi e il suo sorriso, sono sempre gli stessi. Quando ci guarda con qualche perplessità rispetto al nostro modo di agire in parrocchia, non occorrre che dica una parola per spiegarci le nostre deficienze; quando è contento e sorride tutto il volto gli si illumìna e comunica agli altri gioia. Sull'Altare la sua voce ferma e chiara sottolinea tutta la sacralità della celebrazione eucaristica; quando pronuncia I' omelia quello che dice scava dentro le anime dei parrocchiani e le muove a pensieri di carità e di entusiasmo. Così, per la Messa domenicale delle 11,15 la Chiesa è affollatissima, e nessuno si accorge se a volte i dieci minuti canonici di "predica" sono supera- ti. E se tutti sono edificati dalle sue parole è per gli indigenti e coloro che sono più in difficoltà che don Ulderico è vero punto di riferimento. Essi vengono accolti e consolati e aiutati materialmente a superare le avversità dal Parroco che, nel migliore stile salesiano, si fa amico e fratello, dispensando quegli aiuti economici che riesce ad avere dai parrocchiani che danno a lui le offerte per i bisognosi. Negli ultimi tempi don Ulderico è tornato anche ad essere il direttore dell'Oratorio, prodigandosi così in una attività che per lui, salesiano è quanto di meglio possa svolgere: stare in mezzo ai giovani, indirizzarli al bene, ascoltare le loro aspirazioni, comprendere i loro problemi. E poi la grande, ultima in ordine di tempo, iniziativa per la nostra Chiesa, che ora più completa non potrebbe essere: la commissione ad uno straordinario artista altoatesino di una grande statua in bronzo della Madonna, che proprio nei giorni scorsi è stata posta sul frontone di Santa Maria della Speranza, e dall'alto veglia su di noi, materna e benigna. La Vergine, coronata di stelle, ha sulle ginocchia il bambino Gesù con le braccia aperte in segno di accoglienza e poggia il piede sull'ancora, segno di speranza. Don Ulderico teneva molto alla realizzazione di quest' opera, ed i parrocchiani si sono stretti intorno a lui per collaborare con le loro offerte. Ha avuto ora la gioia di vederla realizzata proprio in occasione del venticinquesimo del suo sacerdozio, che ha coinciso anche con i dieci anni della dedicazione della nostra Chiesa. Nella lettera del parroco di dicembre, uscita su "Minipress", il nostro periodico di vita parrocchiale, don Ulderico ringrazia Dio e lo loda per tutti i benefici che gli ha elargito in questi 25 anni, tra i quali elenca il dono di '1anti amici carissimi e preziosi" e dei "buonissimi parrocchiani"; e noi lodiamo e ringraziamo Dio per il nostro buonissimo e carissimo parroco. Coro Santa Maria della Speranza Lo specchio di Galadriel Sei incontri sulle domande fondamentali alla luce della scienza e della spiritualità Teatro della scuola "Giuseppe Parini" via Mugello 71, zona Conca d'Oro, Montesacro Gli argomenti, scelti fra i più interessanti e controversi, verranno affrontati con l'ausilio di esperti e dibattuti dagli esperti. Durante gli incontri che si terranno sempre di giovedì alle ore 17,00 nel teatro del plesso "Valle Scrivia" in via Mugello 5, sarà attivo un servizio di baby-sitter e animazione. Ciclo degli incontri Giovedì 12 Gennaio 2006 "Origine della vita ed evoluzione tra scienza e mistero" Giovedì 2 Febbraio 2006 "La sapienza dei popoli: l'uomo, il mondo e il divino nelle culture tradizionali" Giovedì 2 Marzo 2006 "Gesù Cristo: mito o realtà?" Giovedì 27 Aprile 2006 "Eros Agape: splendore e degenerazione dell'esperienza d'amore" Giovedì 18 Maggio 2006 "Magia, fenomeni paranormali, miracoli: cosa c'è di vero?" Giovedì 1 Giugno 2006 "La sofferenza: catastrofe o occasione?" Relatori Roberto Fondi, prof. di paleontologia università di Siena; Gianluca Marletta, insegnante IRC e saggista; Anna Maria Mercuri, insegnante e psicopedagogista; Adolfo Moranti, psicologo e saggista; Mario Polia, prof. di antropologia università di Lima (Perù); Guglielmo Spirito, missionario francescano, prof. di spiritualità francescana all'istituto Seraficum Ins. Gianluca Marletta Cell. 338 4064823 incontro alla realtà PAG. 16 Non lasciamo inquinare il vero Natale Il Papa all’Angelus: “costruite il presepio in casa” di Salvatore Mazza (da Avvenire) L' «autentico spirito» del Natale non deve essere contaminato da quella sorta di «inquinamento commerciale» che è tipico della odierna società consumistica. Ed è per questo la Chiesa, ricordando 1'Immacolata alla svolta della prima settimana di dicembre, mostra ai fedeli con quale spirito sia necessario prepararsi alla venuta del Signore. Quasi un j'accuse quello lanciato domenica scorsa da Benedetto XVI, che nella riflessione che, come consuetudine, ha preceduto la recita dell'Angelus domenicale, ha denunciato la corruzione che l'idea stessa del Natale oggi rischia. «Nell'odierna società dei consumi ha detto infatti Papa Ratzinger alle migliaia di fedeli convenuti come sempre in Piazza San Pietro, nonostante il pessimo tempo questo periodo subisce purtroppo una sorta di inquinamento" commerciale, che rischia di alterarne l'autentico spirito, caratterizzato dal raccoglimento, dalla sobrietà, da una gioia non esteriore ma intima». Per questo è importante, ha sottolineato ancora il Pontefice, che il Natale sia preceduto dalla festa dell'Immacolata «che meglio di chiunque altro può guidarci a conoscere, amare, adorare il Figlio di Dio fatto uomo». «Lasciamo dunque che sia Lei ad accompagnarci - è stata quindi l'esortazione di Benedetto XVI ai fedeli - che siano i suoi sentimenti ad animarci, perché ci predisponia- mo con sincerità di cuore e apertura di spirito a riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio venuto sulla terra per la nostra redenzione». E insieme alla Vergine, ha ancora incitato, «camminiamo nella preghiera, e accogliamo il ripetuto invito che la liturgia dell'Avvento ci rivolge a restare nell'attesa, un'attesa vigilante e gioiosa perché il Signore non tarderà: Egli viene a liberare il suo popolo dal peccato». Benedetto XVI ha poi ricordato come «in tante famiglie, seguendo una bella e consolidata tradizione, subito dopo la festa dell'Immacolata si inizia ad allestire il Presepe, quasi per rivivere insieme a Maria quei giorni pieni di trepidazione che precedettero la nascita di Gesù». Costruire il Presepe in famiglia, ha spiegato, «può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli». Esso Infatti «ci aiuta a contemplare il mistero dell'amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme», ossia «il segreto del vero Natale», in quanto «parla dell'umiltà e della bontà misericordiosa di Cristo, il quale "da ricco che era, si è fatto povero" per noi. La sua povertà-ha spiegato ancora rima della tradizionale benedizione dei "Bambinelli" portati in piazza dai giovani romani - arricchisce chi la abbraccia e il Natale reca gioia e pace. “Il presepio alle Valli” bella realtà nel municipio Quinta Mostra-Premio Giovani “Presepi alle Valli La Luce di Betlemme” di Piergiorgio Berardi. Anche quest'anno, il “Centro Italiano di Promozione ed Assistenza per la Famiglia” che opera da tempo nel territorio del IV Municipio Montesacro ha organizzato l'annuale MOSTRA DI PRESEPI per bambini e ragazzi delle scuole, delle associazioni, dei gruppi scouts e delle parrocchie. Essendosi ormai consolidata come tradizionale momento di incontro, la mostra si svolgerà presso il “DIMA Shopping Bufalotta” dove verranno esposte oltre cento opere realizzate con abilità e fantasia dai ragazzi di tutte le età, con l'ausilio delle loro famiglie. L'iniziativa, patrocinata dal Presidente del IV Municipio On. Benvenuto Salducco, dagli Enti Regionale e Provinciali, da vari Assessorati Comunali, nonché benedetto dal Cardinale Ruini e dal Segretario Generale del Vicariato Mons. Moretti, ha come finalità immediata non solo la sensibilizzazione e lo sviluppo del significato autentico del Natale attraverso il presepe, pietra miliare per i credenti, ma anche l'annuncio di amore, di solidarietà e di pace per tutti gli uomini. A questa iniziativa tradizionale che coinvolge tanta gente, ne verrà affiancata un'altra sempre a carattere natalizio: l'accensione di una fiammella, LA LUCE DELLA PACE, prelevata dalla lampada perennemente accesa nella chiesa della Natività di Betlemme e da condurre nelle nostre case. La sacra fiamma, proveniente direttamente dalla Grotta della Natività di Betlemme in Palestina e condotta da giovani e ragazze via treno, giungerà alla Stazione Termini sabato 17 dicembre, in ambito di una significativa manifestazione. Nel periodo della mostra, allestita per l'occasione con un'accurata presentazione di presepi realizzati da bambini e ragazzi, la fiammella verrà distribuita a quanti la vorranno, affinché la luce d'amore che trapela dalla povera mangiatoia possa diffondersi nel maggior numero delle famiglie cristiane e brillare in tante case. Le finalità dell'iniziativa è quella di ricreare interesse nella costruzione del presepio in famiglia, quella di riscoprire interessi didattici della sana creatività e dell'inventiva, quella di far riemergere il piacere di stare in casa a contatto coi genitori. La manifestazione si concluderà l'8 gennaio 2006, alle ore 17.00, con la rassegna dei lavori, con la distribuzione di targhe e ricordi ai partecipanti e con la premiazione dei migliori elaborati secondo le indicazioni del voto dei visitatori. incontro alla realtà PAG. 17 L’albero di Natale Piena tradizione cristiana Di Maria Petti Durante gli incontri tenuti dalla chiarissima professoressa Luciana Siotto sull'icona della Natività, sono rimasta sorpresa, oltre che dalla ricchezza dei contenuti delle spiegazioni, anche da una precisazione fatta dalla professoressa che, rispondendo ad una domanda circa la presenza di alberi nella sacra immagine, riconduceva il discorso fino alla tradizione dell'albero di Natale, che io ritenevo essere prettamente nordica. Tale tradizione invece risale addirittura ai tempi paleocristiani, se ne trovano tracce in molte catacombe e in alcuni battisteri. L'albero pieno di luminarie e di doni posto sui sagrati delle prime chiese non era infatti un abete ma un albero classico dell'area mediterranea. (olivo, leccio, ecc).L'albero ricorda il legno della Croce di Cristo che è un legno che fiorisce, che da frutto e viene arricchito con luminarie per ricordare: " Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo." (Gv. 1,9) Poi la tradizione nell'area mediterranea si è sopita restando invece presente nel nord dell'Europa; si legge infatti in una cronaca di Strasburgo, del 1605, che alcuni cittadini portavano nelle case degli abeti che ornavano con manufatti in carta colorata, mele, zucchero e oggetti in similoro. C'è poi una tradizione medioevale per cui ( sempre in Europa del nord) si riproducevano scene del paradiso nelle chiese nella notte della vigilia del Natale, con tanto di alberi da frutta, simbolo dell'abbondanza e del mistero della vita. L'abete, che nella lingua del Papa Benedetto XVI si chiama "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ebbe modo di dire:" Già nella mia patria ho amato gli alberi. Quando li si guarda cominciano in un certo modo a parlare. ... Nella fioritura della primavera, nella maturità dell'estate, nei frutti dell'autunno e nel morire dell'inverno, l'albero racconta il mistero della vita.... Nelle nostre case e abitazioni vi è la buona usanza di mettere l'albero di Natale accanto al presepio. Come non pensare in questo contesto al paradiso, all'albero della vita, ma anche, all'albero della conoscenza del bene e del ma- le?... Gesù Cristo, il nuovo Adamo, pur possedendo la natura divina, non pensò di valersi della sua eguaglianza a Dio, ma preferì annientare se stesso, prendendo la natura di schiavo e divenendo simile agli uomini (cfr. Fil. 2, 6-7): dalla nascita fino alla morte, dal presepio fino alla croce. Dall'albero del paradiso venne. la morte, dall'albero della croce risuscitò la vita. Così l'albero appartiene al presepio, alludendo alla croce,l'albero della vita". ( Da un discorso di Giovanni Paolo ILDic. 2000) La mia “stella” di Natale Emozioni e vissuti di Mauro Raffaeli Vidi la stella di natale a casa di "Vanessa"(una mia amica)luminosa sul suo balcone in una via del quartiere "Cinquina", tra tante luci ,che si appendono nei terrazzi e le finestre delle case nel periodo natalizio. La stella, come comprensibile per noi cristiani, è un valore aggiuntivo, assume un significato "speciale". tutte le luci sono belle e gioiose ma la stella cometa e'la stella per eccellenza, non ce ne sono di uguali al mondo. Nei "vissuti" della mia infanzia, oltre che nel presepe, si appendeva la stella anche in alto sull'albero di natale spesso anche come "puntale" (od insieme ad esso). Chiesi al sig Guido (il papa'della mia amica)di poterla avere anche io. dopo pochi giorni,con un lavoro di particolare maestria nel forgiarla con "tondini" di ferro sapientemente saldati me la consegno'(lunga circa due metri ed alta più di uno).Vi applicammo lungo tutto il suo perimetro, uno dei tubi colorati con all'interno le luci e finalmente il "capolavoro"era ultimato. Accesa risaltava di un bagliore bianco-dorato,che la rendeva meraviglosamente "viva". Comprendevo che forse, non apparteneva solo a me ma era il caso di "condividerla "anche con altre persone sperando che potessero ricevere gli stessi effetti emozionali e lo stesso "stupore"che aveva avuto su di me e i miei cari. Il mio appartamento(primo piano) si affaccia su via Fucini ed il terrazzo dello stesso, sporge in alto sul piano stradale. C’e un flusso continuo di auto da tutti e due i lati, per cui la"mia"stella si poteva scorgere al meglio (diffondendo la sua suggestiva luce fin dentro le nostre stanze).Pensavo:"che effetto potrà avere su le persone che passeggiano e soprattutto in quelle nelle auto che nel periodo di Natale percorrono a migliaia ogni giorno via Fucini ?" Quante "storie"di vita vissuta dentro quegli abitacoli, quanti pensieri emozioni, sentimenti gioie, ma spesso anche quante tensioni .quante fragilità' come noi tutti. e la fretta lo stress degli spostamenti soprattutto durante le festivita'? Tutti a correre ed a comprare regali per coloro che e' giusto ricordare con quell' oggetto che li possa"rappresentare". E la stella ? La nostra stella cometa (artigianale)che sporge sulle teste occupate nella vita di tutti i giorni ? lei e'stata e sarà ancora li' anche quest'anno luminosa e piena di significati(per chi puo' e vuole "intendere"). anche in questo periodo natalizio mi auguro che "sortisca"quei piccoli grandi effetti positivi,possa recare ai cuori un po' di sollievo, riporti alla luce piacevoli ricordi della propria infanzia, meravigli un po' tutti soprattutto i bambini che hanno tanto bisogno di sognare e fantasticare in pace e serenita' d'animo per affrontare al meglio la vita. questa stella cometa e' uno dei tanti "effetti speciali" della nativita', della venuta di "qualcuno"a cui dobbiamo tutto e di più, ma che troppo spesso" trascuriamo"a svantaggio di "surrogati "che riempiono momentaneamente solo alcuni attimi della nostra esistenza! ...a proposito!"io in fin dei conti, il buio non l'ho mai sopportato".Ma sì Buon Natale a tutti, viva la vita .Grazie buon Dio nostro Salvatore che ce l'hai donata. Nasci e rinasci continuamente in noi, non ti stancare mai. illumina e dai calore alla vita di noi viandanti. Grazie della tua luce divina. che senso avrebbe la nostra esistenza senza la tua nativita'? Si :"viva la stella cometa” incontro alla realtà PAG. 18 ADEPED associazione culturale IV edizione concorso “I presepio in famiglia” SS. Angeli Custodi “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (Is 9,1). L'evento della notte di Betlemme è diventato l'inizio della nuova comunione, che penetra il cuore e la storia dell'uomo sulla terra. "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". L'Angelo del presepio ha intonato dal cielo il messaggio della nuova letizia, anche per noi: «Non temete! Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Luc. 2, 10-11). L'alleanza tra Dio e l'uomo, tra la terra e il cielo. ... Betlemme diventa il luogo in cui Dio compie la promessa di rinnovare l'alleanza con i suoi figli. In un mondo dove le incertezze, la esasperata spinta al consumismo, la frenetica attività quotidiana ci spingono a trascurare momenti che diversamente meriterebbero un tempo di riflessione, un tempo tutto nostro, intimo, per contemplare nel silenzio la bellezza e lo stupore di questo mistero che riempie la storia degli uomini, dei cristiani da più di duemila anni, silenzio dal caos ma anche dai no- stri pensieri, dai tumulti del cuore, così che Dio possa entrare e parlarci. S. Paolo con le sue parole indica lo stile della nostra vita cristiana, augurio per la nostra celebrazione di questo Natale: «Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora: rallegratevi! » (Phil. 4, 4; 2, 18; 3, 1). Sembra di sentire le parole di S. Agostino ci esortano: «Svégliati, uomo; per te Dio si è fatto uomo!" (Senno 185: PL 38, 907), non lasciare che questo tempo passi e per te non è successo nulla! Quali parole migliori per introdurre anche quest'anno un appuntamento che è entrato nella tradizione della nostra Associazione. Come abbiamo già avuto modo di dire la festa del Natale è qualcosa che tocca tutti perché riguarda ogni uomo. Infatti l'associazione culturaleADEPED, della parrocchia dei SS. Angeli Custodi, propone per il quarto anno consecutivo la realizzazione del Concorso sul Presepio in famiglia e la Seconda edizione dello stesso concorso interparrocchiale. L'adesione al concorso dovrà pervenire entro e non oltre il 30 Dicembre 2005 in Sagrestia. Il presepio romano di Gian Domenico Renzi “Partendo da Piazza Venezia ci incamminiamo lungo Via del Corso, fatti pochi passi, sulla nostra destra, possiamo ammirare la chiesa di San Marcello. Dove per ogni Natale, da più di cinquant'anni, viene allestito uno splendido Presepio. A dar vita a questa ormai consolidata tradizione è stato più di mezzo secolo fa: Fra Paolino Lirussi le cui opere erano note anche all'estero. Dopo la scomparsa di Fra Paolino, il testimone è passato allo scenografo Gian Domenico Renzi, che da vent'anni continua la tradizione presepiale di San Marcello. Quest'anno il Comune di Roma ha voluto mettere in risalto quella che è ormai una tradizione artistica consolidata, finanziando la pubblicazione del libro “Il Presepio romano”. In questa pubblicazione possiamo trovare molte curiosità sull'argomento, dalla storia, ad un corso di realizzazione, i Presepi realizzati dal 1985 ad oggi, il tutto corredato da più di cento illustrazioni a colori. Il libro si può acquistare a San Marcello (orario 8,12-15,19 piazza S. Marcello) oppure sul sito: www.presepioromano.it. Una commissione nominata dal comitato organizzatore verrà a visionare le realizzazioni entro l'Epifania. A tutti i partecipanti verrà consegnato un libro “Il presepio romano” Referenti: il Parroco p. Mario; Giovanni Sozi, Alessandro Candi, Carlo Fiorini, Francesco Pandolci, Carla di Lazzaro. Teresa Morelli eAntonio Pasquale. C.A. Il cantautore Bruno Brunelli sarà con noi a Montesacro sabato 28 gennaio 2006 alle ore 20,30 incontro alla realtà PAG. 19 Festa parrocchiale a Vigne Nuove Sant'Alberto Magno di Rossana Ansuini Lo scorso novembre, dal 10 al 13, gli abitanti di Vigne Nuove hanno festeggiato insieme un importante avvenimento che si ripete ormai da diversi anni: la festa della parrocchia di Sant'Alberto Magno. L'intero quartiere si è infatti mobilitato per l'occasione: le strade chiuse al traffico, il mercatino con i giostrai e i giochi per bambini, le luci e il profumo delle vivande cotte sulla brace sono un richiamo irresistibile per tutti quanti. II programma della festa parrocchiale è stato come ogni anno molto ricco: prevedeva infatti tanta musica, un concerto di pianoforte e uno della banda, tornei di calcio e pallavolo, spettacoli teatrali e tanti giochi per tutti dalla caccia al tesoro alla grande pesca di beneficenza e la ruota della fortuna. "E' stato un bel momento" ci dice soddisfatto il parroco don Donato Perron, mentre ci mostra le fotografie della processione con il quadro di sant'Alberto e dei vari momenti della festa, sparse sulla scrivania del suo ufficio parrocchiale. "Un forte momento di ag- gregazione e di gioia che ogni anno ci serve per commemorare un grande santo, Alberto Magno". La ricorrenza della morte di Sant'Alberto Magno cade infatti il 15 novembre e ogni anno la festa parrocchiale viene fissata nella prima domenica più vicina a questa data. Sicuramente questa occasione ha fatto sì che anche la vita del santo morto nel tardo medioevo e proveniente da un paese lontano fosse più familiare a tutti gli abitanti del quartiere romano. Alberto infatti non è italiano ma nasce in un piccolo paesino della Germania più di settecento anni fa. Di famiglia nobile, è infatti un conte, Alberto viene mandato a studiare in Italia, a Padova e ben presto sviluppa una viva intelligenza e una passione allo studio che lo porteranno a divenire un grande studioso ed osservatore; scopre la meteorologia osservando con attenzione il cielo e capendo che il tempo non cambia a caso ma che ci sono delle leggi precise che fanno arrivare o andare via la pioggia o il vento. Studia le stelle, i minerali, le piante e gli animali. Contemporaneamente alla passione per l'osservazione della natura e l'interesse per il sapere Alberto cresce nella fede verso Dio e non dimentica mai di ringraziarLo nelle sue preghiere per le meraviglie che ha creato. Ben presto la notorietà per i suoi studi lo porta ad essere chiamato all'Università di Parigi e qui molti studenti arrivano da tutta Europa solo per seguire le sue lezioni. Tra i suoi tanti allievi anche san Tommaso d'Aquino, uno dei santi più famosi di tutti i tempi. Nominato vescovo di Ratisbona, Alberto tornò finalmente in Germania, il suo paese, dove il Papa gli dà importanti incarichi che lui ricopre con grande intelligenza. Vista la passione e la fede per il nuovo compito affidatogli ben presto Alberto diventa molto popolare tra la gente della sua diocesi. Negli ultimi anni della sua vita si ritira in un convento a Colonia per dedicarsi allo studio e alla preghiera. Muore il 15 novembre 1280 ed è proclamato santo e dottore della Chiesa nel 1931. Parrocchia di San Mattia - Conferenze del venerdì di Don Mario Pio incontro alla realtà PAG. 20 I ragazzi di San Fedele Da Perrault a Goldoni continua il sogno teatrale dei ragazzi di San Fedele Di Luciano Bertini Di nuovo in scena in occasione della 2° Rassegna teatrale Natale da Ridere, che si terrà fino al 18 dicembre presso il Teatro della Visitazione di Via dei Crispolti, "I Ragazzi di San Fedele» stanno diventando una brillante realtà del teatro amatoriale romano. Ma chi sono I Ragazzi di San Fedele ? Sono un gruppo di giovani amici dai 12 ai 25 anni che si incontrano da oramai due anni nell'ambito della omonima parrocchia e che, tenuti insieme e coordinati da qualche "adulto" quali Lorenzo Barroccu e Clara Arnaud, condividono in amicizia la comune passione per il teatro. Chi li conosce li aveva infatti lasciati lo scorso anno alle prese con due sogni in via di realizzazione, il loro avviare appunto un'attività teatrale che data la cronica mancanza di mezzi e strutture dei quartieri periferici romani sembrava connotarsi più come un miracolo che come un sogno, nonché quello di Ninetta, la protagonista della loro prima commedia. Oggi, a distanza di un solo anno dall' esordio sulle scene, li ritroviamo impegnati con la loro nuova commedia, “I Conti senza l'oste”. In un deciso riadattamento de " La Locandiera" la giovane e nutrita compagnia amatoriale s'imbatte questa volta con le insidie dei complicati rapporti tra uomo e donna e si ritrova avvolta nei meandri dei misteriosi processi della seduzione. Quei pro- I bravissimi interpreti de “I conti senza l’oste” cessi, magistralmente narrati dal grande Carlo Goldoni in un'opera che egli stesso definisce "...esser la più morale, la più utile, la più istruttiva..." delle sue commedie, sono stati liberamente rivisitati e riproposti in una chiave completamente nuova dai due autori Barbara Barroccu e Luciano Bertini che con questa commedia musicale firmano il loro secondo " lavoro". Situazioni completamente ribaltate rispetto all' originale per una storia che appoggia la propria onda narrativa sulle attuali condizioni e sul ruolo che la donna è arrivata ad assumere nella nostra società e che, ironicamente, ci racconta come queste condizioni potrebbero forse avere radici nel passato. Una donna un po' troppo aggressiva e mascolina, attenta ad imitare, emulare o sostituirsi al maschio. In un eccesso di protagonismo "testosteronico" che proprio non le si addice, sembrerebbe in apparenza rinunciare a quanto di più bello madre natura le abbia concesso ...proprio la sua preziosa e rara femminilità. Andata in scena per la prima volta nello scorso mese di giugno presso il Teatro della Parrocchia di San Fedele la Commedia, diretta da Luciano Bertini, con i costumi di Barbara Barroccu, le scenografie di Lorenzo Barroccu e le luci di Antonio Di Tore ha riscosso notevole successo a settembre in apertura della stagione del Teatro delle Muse con tre giorni di tutto esaurito. Briosi, divertenti ed ironici il 16 ed il 17 dicembre sarà possibile vederli ancora in scena presso il Teatro della Visitazione, nel quartiere Tiburtino quando con la loro interpretazione chiuderanno la rassegna della commedia brillante NATALE DARIDERE. Un'esperienza nella quale lo sforzo e l'emozione che provano in scena rappresenta il piccolo regalo natalizio offerto al pubblico. La detraibilità fiscale delle donazioni alle parrocchie per iniziative culturali di Vito Puce e Antonio Zarola Quando si parla di iniziative culturali poste in essere dalle Parrocchie (quali possono essere, in particolare, opere dì restauro, manutenzione e protezione di specifici beni culturali - chiese, campanili, beni mobili e immobili di interesse storico-artistico) e dei mezzi di finanziamento con i quali tali iniziative vengono realizzate, non tutti sanno che le liberalità e donazioni fatte, per questi specifici fini, da privati e enti non commerciali residenti, sono detraibili - a norma degli arti. 15 e 147 D.P.R. n. 917/1986' - dalle imposte sui redditi da questi ultimi dovute2. Il beneficio di tale detraibiUtà fiscale' è, tuttavia, sottoposto, dalla legge, a particolari requisiti di fruibilità che riguardano sia il soggetto donante, sia il soggetto beneficiario sia, infine, la tipologia delle iniziative cultu- rali che sono oggetto di tali forme di donazioni e liberalità. !L SOGGETTO CHE EFFETTUA LA DONAZIONE. Possono usufruire del beneficio della detraibilità dalle imposte dovuto le persone fisiche e gli enti non commerciali che operino donazioni o liberalità in favore di parrocchie e altri enti ecclesiastici per la realizzazione di opere di manutenzione, restauro e protezione di beni culturali sottoposti al regime vincolistico di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004 N. 42. Più in dettaglio, per gli enti non commerciali la legge richiede che tali liberalità non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo dell'ente medesimo4; per le persone fisiche, invece, non si pongono proble- mi particolari alla detraibilità, delle donazioni fatte, dalle imposte dovute dal soggetto donante. Questo vuol dire, per gli enti non commerciali, che tali enti possono detrarre le donazioni fatte, dalle imposte dovute, quando tali donazioni ricadano nell'ambito della sfera istituzionale del soggetto donante e non anche quando la donazione venga fatta in riferimento ad un'eventuale attività commerciale che l'ente svolga collateralmente a quella istituzionale sua propria - in tale ultimo caso la donazione sarebbe non detraibile dalle imposte dovute bensì deducibile dal reddito (rectius, dalla sua determinazione) continua nel prossimo numero incontro alla realtà PAG.21 21 PAG. Associazione “Amici di Villa Santa Maria” Da più di 27 anni nel cuore di Montesacro di Luciano Tinto Villa Santa Maria, patria di San Francesco Caracciolo, è un piccolo paese dell'Abruzzo Frentano. Gli abitanti residenti sono circa 1600. Il paese è addossato ad una rupe rocciosa quasi irreale, che si protende altezzosa verso il cielo, chiamata dai villesi: LA PENNA. Nell'autunno del 1977 i pp. Caracciolini presero possesso della Parrocchia di Villa S. Maria e di quelle dei Comuni dove S. Francesco aveva pregato. In quel periodo vennero a Villa S. Maria p.Luigi Affoni ed p. Giuseppe Lucarelli. Con la loro presenza in paese maturò 1’idea di creare un'aggregazione di cittadini villesi residenti a Roma. Grazie all'ospitalità offertaci dai caracciolini con 1'utilizzo dei loro locali, è stata creata una associazione, chiamata appunto: Associazione Amici di Villa S. Maria e della Valle del Sangro. Padre Luigi da allora è stato il nostro Angelo Custode. Il sottoscritto ed un altro manipolo di villesi veraci, ufficializzammo la fondazione dellaAssociazione con regolare atto notarile ed iniziammo l'attività il 16 Marzo1978. È con orgoglio che intendo ricordare che il 16 marzo 2005 l'Associazione ha raggiunto il 27° anno della sua fondazione. Un bel traguardo se consideriamo tutti gli sforzi fatti per mantenerla in vita e raccogliere, per ogni manifestazione effettuata, gli entusiasmi di tutti i soci partecipanti. Ripensare a tutto quanto è stato realizzato in questi ultimi 27 anni mi sembra quasi impossibile credere d'essere riusciti a concretizzare tutto ciò che avevamo programmato; gite nelle più disparate località italiane e diverse all'estero; visite ai più importanti musei della capitale; la lunga faticosa ricerca dei nominativi dei soldati villesi caduti nell'ultimo conflitto mondiale per la posa della lapide in loro ricordo; È stata intestata una strada cittadina a Camillo Di Cicco sottotenente dell'84° Reggimento di Fanteria Venezia eroe della Seconda Guerra Mondiale che, offertosi volontario per salvare la vita a 22 suoi commilitoni, fu fucilato dai tedeschi nel Montenegro il 16 novembre 1943;i ripetuti tentativi per l'intestazione di strade cittadine a quei villesi che hanno scritto una pagina della storia paesana; i tanti tornei di tressette e di scopa per allietare i pomeriggi estivi villesi; le riunioni di preghiera presso le statuette delle madonnine poste negli angoli delle strade cittadine; rappresentazioni teatrali; riproposizione di scene di vita carnevalesca villese; sceneggiate delle tentazioni a S. Antonio Abate; concerti musicali di ogni tipo; cene sociali danzante nei migliori alberghi romani e nei caratteristici ristoranti villesi; la partecipazione con propri stand alle varie Rassegne dei cuochi; l'ideazione di alcune sagre di Pallotte cacio e ov'; donazione della Befana ai giovani figli dei soci; manifestazioni sportive a Villa S. Maria in Estate, quali “la Passeggiata ecologica", la "Corsa nei Sacchi; serate di Karaoke in piazza; Campionati provinciali di Calcio; memorabili serate a giocare a tombola ed altre manifestazioni ancora. Non parliamo poi dei consensi suscitati, specie per i residenti all'estero ed in altre parti d'Italia, per aver realizzato la pubblicazione del Notiziario La Penna, il fiore all'occhiello della nostra Associazione, mediante il quale si è realizzata una informazione, il più possibile aderente ed aggiornata, di tantissimi avvenimenti riguardanti i nostri associati e la vita del nostro caro paese, al quale ci sentiamo tutti vicini e tutti legati da un affettuoso vincolo di amicizia. L'unico grande rammarico e rimpianto è quello di aver perso, strada facendo, tanti cari ami- ci tra cui alcuni soci fondatori. Mi auguro che sarà ancora possibile programmare, ma soprattutto realizzare nel futuro, tutto quanto fatto finora. Chiediamo quindi la collaborazione di tutti ed in particolare dei giovani ai quali è affidato l'avvenire di questa creatura. Come già detto,tramite il suddetto Notiziario, che raggiunge tantissimi nostri concittadini sparsi nelle Americhe, nel Messico, in Venezuela, in Argentina, In Inghilterra ed a Hong Kong, comunichiamo con tutti coloro che hanno da dire qualcosa, riferiamo gli avvenimenti che realizziamo ed i programmi che proponiamo. Ad esempio gli appuntamenti di questo primo periodo dell'attuale anno sociale sono stati : l'incontro in sede per la celebrazione della Santa Messa a suffragio dei nostri cari defunti; tombolate e scambi di auguri natalizi; befana ai figli piccoli dei nostri soci; gita di tre giorni in pulman (15/ 16 e 17 gennaio) a Villa Santa Maria per la festa di S.AntonioAbate; rappresentazione scenica nel teatro della sede delle tentazioni a S. Antonio Abate, a cura dei giovani; rappresentazione teatrale della commedia" Miseria Bella" di De Filippo a cura della Compagnia Teatrale dell'Associazione; Cena sociale danzante presso 1'Hotel Sheraton di Roma; Concerto di chitarra classica offerto dal M.' Aldo Colecchia e da Felice Sciorilli, con la partecipazione straordinaria di Edda Del1'Orso; Gita di un giorno in pulman a S. Stefano di Sessanio. Torneo di Calcio a 5 con la partecipazione di tutti villesi; Studio dentistico Dott. Antonio Pasquale Medico Chirurgo Roma - Via Peralba 16 Tel. 0687195524 Cell. 339 7146860 incontro alla realtà PAG. 22 Quarant’anni dal Concilio Vaticano II 8 dicembre 1965 - 8 dicembre 2005 di Alessandro Candi Tutti abbiamo sentito 1'8 dicembre il santo padre Benedetto XVI commemorare la chiusura del Concilio Vaticano II, un evento epocale per la chiesa cattolica nel secolo appena concluso, ma che ancora non ha esperito a fondo e appieno la sua funzione. Su questo argomento ho voluto intervistare don Giovanni Di Michele Vicario Episcopale della Diocesi di Porto e S. Ruffina e, tra l'altro, Direttore dell'Ufficio Catechistico Diocesano. Allora Dongio, mi permetto di chiamarti così, data la nostra vecchia amicizia, come usiamo nelle E-mail che ci scambiamo, vorrei farti una piccola intervista sul Vaticano II di cui, come tu mi hai scritto, festeggiamo i1 40° compleanno. Comincio subito con la domanda di rito: che cosa significava il Concilio per il papa Giovanni XXIII? R. Molti si interrogarono su questo in quegli anni, e se lo chiedono ancora adesso: dopo solo due mesi e mezzo di pontificato, si avvia con fermezza sulla strada del Concilio e delle Riforme, in seno alla Chiesa. In primo luogo questa decisione del Papa veniva incontro al malessere diffuso in vari settori del mondo ecclesiastico e laico. Certamente egli si attendeva da questo evento una nuova Epifania per i cattolici e per il mondo intero. Papa Giovanni XXIII, prima di morire compie l'estremo sforzo, con soave fermezza, lanciando la Chiesa verso gli orizzonti prettamente evangelici: "... servire l'uomo in quanto tale e non solo i cattolici; difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della chiesa cattolica... Non è il Vangelo che cambia: siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio. E' giunto il momento di riconoscere il segno dei tempi, di coglierne l'opportunità e guardare lontano". E' questo lo spirito nuovo con cui il Concilio educa le coscienze. Allora l’8 dicembre 1965 è una data storica? R. Alessandro sai come la penso! Da quell'8 dicembre c'è stata una svolta storica e culturale. A quarant'anni dal Vaticano II, il Concilio dei laici (!), rinnoviamo un sogno. Per impegnarsi a favore del Concilio occorre oggi una qualità su tutte: l'entusiasmo. E poi, come sempre, occorre anche coraggio. Se non crediamo fortemente a questo evento nella vita della Chiesa, se non ci fidiamo del vento dello Spirito che ha soffiato e soffia tuttora sulla navigazione che il popolo di Dio deve compiere, lungo la storia, tra difficoltà, tempeste e bonacce varie, l'impegno vacilla e i frutti vengono meno. Come ti ho sempre detto l'entusiasmo deve essere la nostra forza. . Ma oltre a questo, o meglio, tutto questo come si è manifestato al popolo, di Dio? R. Come ti ho detto con una sensibilità molto acuta e vicina ai problemi dell'uomo d'oggi, il concilio Vaticano II ha attirato l'attenzione mondiale, riscuotendo profondi consensi anche in ambienti lontani dalla religione o critici nei confronti della Chiesa di Roma. Di grande importanza è stata la dichiarazione sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae) e soprattutto la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes). Oltre alle riforme liturgiche (riforma dei riti sacramentali e possibilità d'uso della lingua nazionale), lo spirito ecumenico del Vaticano II ha nettamente migliorato i rapporti con le denominazioni protestanti e ortodosse e con le religioni non cristiane. In assoluto però il documento della svolta è la Dei Verbum. Come memoria, che è passato e futuro è il documento più bello e fondamentale del Concilio, il documento sulle Scritture e sulla divina rivelazione. Da quel momento in poi tutti i credenti si potevano, anzi meglio dovevano, riappropriarsi delle Scritture: leggerle e studiarle. La Dei Verbum nel 1965 si metteva alle spalle gli anni bui che dal 1564, con un terribile decreto del Papa Pio IV, proibivano di tenere Bibbie in volgare in privato. Come mai tanto entusiasmo per questa Dei Verbum? R. La Dei Verbum è la costituzione dogmatica sulla divina rivelazione e conseguentemente il documento fondamentale del Concilio per la vita della chiesa. Quello che la Chiesa assegna ad ogni cristiano, soprattutto per noi oggi, è un compito assai alto, raccomandando caldamente a tutti la lettura della Bibbia. Fare ogni sforzo, perché questa accresciuta cultura biblica sia fruttuosa: " con la lettura e lo studio dei Sacri Libri la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata,e il tesoro della rivelazione affidato alla Chiesa riempia sempre più il cuore degli uomini". (Dei Verbum) Ma dal 1965 ad oggi ancora insisti su questi punti, ormai saranno ben acquisiti, o no? R. Purtroppo no! C'è ancora molta superficialità, per non dire peggio, su questo argomento, c'è ancora molto da lavorare e da costruire nel cristiano. San Girolamo nel Commentario di Isaia fa una amara affermazione "L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo"; questo ci conduce alla ragione più profonda per conoscere più a fondo le Scritture: è Cristo che conosciamo in esse. Trascurare la Sacra Scrittura o farne poco conto è trascurare o far poco conto del Cristo, è tradire Cristo.Afferma la Dei Verbum: "... perciò è necessario conservare un contatto continuo con le Scritture mediante la sacra lettura e lo studio accurato"(cap. VI,25) e aggiungo "Affinché non diventi vano predicatore della Parola di Dio chi non l'ascolta di dentro". (S. Agostino - Sermo 179,1). Caro Alessandro è necessario per il cristiano riappropriarsi a pieno di questa ricchezza, oggi il mondo appare sempre più un inferno, un mondo di sconnessi, infantili, edonisti, "giovanili sti", vuoti... un mondo senza più valori, senza ideali, di uomini che con la ragione hanno perso di vista la dimensione di Dio, il loro essere figli, essere creature: gli uomini non credono più a nulla! Allora è bene tornare sulle Scritture, che cosa sono per il cristiano i due Testamenti? Diceva già Pascal: " I due Testamenti riguardano Gesù Cristo: del Primo è l'Attesa, del Secondo il Modello, di entrambi il Centro." Bene Dongio, ancora una cosa e ti lascio, so che tu hai spesso dato una traccia, durante le tue conferenze o durante le catechesi, per leggere la Sacra Scrittura, qui ora non ho sufficiente spazio per inserire anche questo, ma se possibile di autorizzarmi a pubblicarlo nel nostro prossimo numero. R. Mi farebbe molto piacere Alessandro, sai che per me è vitale aiutare i fratelli ad impossessarsi di questa grande ricchezza, aggiungo anzi che se vorrai fare un incontro nella tua Comunità su uno di questi temi interverrò molto volentieri. Vorrei intanto fare ai tuoi lettori un affettuoso augurio per un Santo Natale di gioia e di pace. Grazie Dongio! VITO PUCE Dottore commercialista Revisore contabile 00195 Roma Via Giuseppe Palumbo, 3 Tel. 06.39.74.11.18 - 06.39.72.67.75 Tel. e Fax 06.39.73.43.61 e-mail:[email protected] incontro alla realtà PAG. 23 Educare, anche in biblioteca La nuova Biblioteca Don Bosco della Università Pontificia Salesiana inaugura i suoi spazi di Totò La storia dell'Università Pontificia Salesiana e della sua biblioteca è lunga ormai più di un secolo nello svolgersi del quale ha visto crescere sia i suoi campi di studio che , conseguentemente, la sua raccolta di testi. Il Pontificio Ateneo Salesiano è approvato dalla Santa Sede nel 1940, circa dieci anni dopo, dalla sua sede di Torino le facoltà furono trasferite a Roma e dopo un breve periodo riunite nell'attuale sede, anche per i libri si decise di raggrupparli in una biblioteca centrale. Da allora questa si andò sempre più arricchendo di nuovi volumi, di collane e pubblicazioni periodiche. Presto la biblioteca cominciò a risentire della ristrettezza dei propri ambienti. Nel 1984 fu accolta la richiesta di una sistemazione più adeguata e l'iniziativa fu inserita tra le opere programmate in vista del centenario della morte di san Bosco. L'opera di costruzione iniziata nel 1998 è stata terminata nel 2002. Quello stesso anno accademico la biblioteca è stata aperta al pubblico anche se limitatamente ad alcuni spazi, scelta dettata dall'esigenza di sperimentazione delle soluzioni migliori rispetto alle risposte dell'utenza e al maggior grado di flessibilità da ottenere dagli ambienti. Raggiunto quest'anno un buon regime d'utilizzo della struttura si è deciso per Martedì 31 gennaio a tre anni dall'apertura -di inaugurare i suoi spazi. La giornata verrà suddivisa in due momenti. Nella mattina -, di natura "tecnica", nel quale vi sarà la presentazione della biblioteca. Dopo il saluto del Gran Cancelliere Don Villanueva parteciperanno ad una tavola rotonda esperti del settore biblioteconomico al quale seguirà una visita guidata degli ambienti. Nel pomeriggio - dalle 16.30 -, di natura più "accessibile", dopo il saluto del Magnifico Rettore Proff. Mario Toso vi sarà il discorso inaugurale tenuto da Sua Em. Rev.ma Cardinal Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, un momento di ascolto di musica classica e un rinfresco. Si chiuderà con la Benedizione della biblioteca e una sua visita. La biblioteca Don Bosco ha un patrimonio librario di circa 670.000 volumi tra opere del `600 e `700, fondi ricevuti in dono riguardanti studi prevalentemente storico pedagogico, di provenienza salesiana sulla musica e il teatro oltre naturalmente ad opere di carattere generale, ai testi fondamentali e maggiormente utilizzati fra quelli che riguardano le discipline più direttamente connesse con i curricoli attivati all'università. Importante è la disponibilità di pubblicazioni periodiche di cui circa un terzo in lingua inglese. La biblioteca centrale raggruppa i settori di teoria e storia dell'educazione, metodologia pedagogica, didattica e psicologia, sacra scrittura e teologia, storia e storia della Chiesa, filosofia Quello che colpisce però il visitatore che entra in questo ambiente non è soltanto la sua ricchezza o la sua organizzazione. Per chi entra nella biblioteca la prima cosa di cui lo sguardo si riempie è sicuramente la bellezza degli ambienti dal quale traspare una cura e ricercatezza del bello tipica di chi ha attenzione per le persone con cui ha a che fare piuttosto che per una generica utenza. Attenzione che si riflette naturalmente anche a livello organizzativo che prevede una grande flessibilità di impiego degli spazi comuni, una dotazione tecnologica che permette di integrare, attraverso la rete telematica, la ricchezza della biblioteca con la didattica svolta in ateneo, l'apertura delle sue strutture a mostre e anche a chi non è iscritto ai suoi corsi, fornendo supporti a chi ne è sprovvisto. Le soluzioni innovative offerte dalla Biblioteca Don Bosco la rendono una delle più moderne e funzionali biblioteche di Roma Dalla cura e la passione che il personale della biblioteca, a partire dal Prefetto don Juan Picca ha per chi richiede i loro servizi traspa- re tutta l'importanza che i salesiani danno alla problematica educativa, tanto che chiedendo ad alcuni degli studenti che ho incontrato nel campus un giudizio sulla biblioteca tutti hanno risposto che dalla passione per il lavoro, la serietà cui si imbattono li spinge ad una sensibilità maggiore nei confronti di quanto chiedono e ottengono dalla biblioteca. Anna e Alessandro, per esempio, hanno trovato un approccio diverso alle loro esigenze di studenti: «Un approccio umano diverso, qui è favorito un rapporto di amicizia, per loro non è solo una questione di lavoro». «E' una "cosa" che sentono propria e quindi si prendono più cura, hanno più attenzione per il loro lavoro anche per le cose più banali» è proprio questa cura che permette a ragazzi come loro di poter considerare come proprio ciò che in realtà non lo è e infatti Anna riprende affermando che «Alla fine la biblioteca la senti come tua, .. consideri don Picca e don Gregorio degli amici». Don Picca è il prefetto responsabile della biblioteca dal 1993 e quando l'ho incontrato mi è apparso da subito chiaro come tutto quello che faceva non poteva essere solamente un lavoro di routine, ma il suo dettagliare tutto, non rinunciando a niente del suo raccontarmi, mi ha dato possibilità di conoscere un uomo che di fronte al suo lavoro ha una posizione seria nel tentativo di non trascurare niente. Questo stupisce, come colpisce la preoccupazione a che vi sia sempre più integrazione a livello culturale tra le discipline scientifiche e quella umane trattate in ateneo, promuovendo occasioni di lavoro comuni. Fondamentali a riguardo risultano le funzioni del terzo e quarto piano pensati proprio come spazi di non stretta attinenza con la biblioteca, ma a disposizione per gruppi di lavoro, seminari e focus group il terzo piano, per convegni e tavole rotonde il quarto. Grande la sua attenzione per chi, dei non iscritti al campus, possa fruire agevolmente delle strutture. E' questo tipo di persone più di tutte le pratiche metodologiche che permettono un educazione che sia introduzione alla realtà tutta e al suo significato. Immob.bilia Sviluppo Immobiliare s.r.l 00139 Roma Via Roberto Bracco n. 39/A Tel.0687138321 incontro alla realtà PAG. 24 Appello Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio L'Italia è attraversata da una grande emergenza. Non è innanzitutto quella politica e neppure quella economica - a cui tutti, dalla destra alla sinistra, legano la possibilità di “ripresa” del Paese -, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l'economia. Si chiama “educazione”. Riguarda ciascuno di noi, ad ogni età, perché attraverso l'educazione si costruisce la persona, e quindi la società.Non è solo un problema di istruzione o di avviamento al lavoro.Sta accadendo una cosa che non era mai accaduta prima: è in crisi la capacità di una generazione di adulti di educare i propri figli.Per anni dai nuovi pulpiti - scuole e università, giornali e televisioni - si è predicato che la libertà è assenza di legami e di storia, che si può diventare grandi senza appartenere a niente e a nessuno, seguendo semplicemente il proprio gusto o piacere.È diventato normale pensare che tutto è uguale, che nulla in fondo ha valore se non i soldi, il potere e la posizione sociale. Si vive come se la verità non esistesse, come se il desiderio di felicità di cui è fatto il cuore dell'uomo fosse destinato a rimanere senza risposta.È stata negata la realtà, la speranza di un significato positivo della vita, e per questo rischia di crescere una generazione di ragazzi che si sentono orfani, senza padri e senza maestri, costretti a camminare come sulle sabbie mobili, bloccati di fronte alla vita, annoiati e a volte violenti, comunque in balia delle mode e del potere.Ma la loro noia è figlia della nostra, la loro incertezza è figlia di una cultura che ha sistematicamente demolito le condizioni e i luoghi stessi dell'educazione: la famiglia, la scuola, la Chiesa.Educare, cioè introdurre alla realtà e al suo significato, mettendo a frutto il patrimonio che viene dalla nostra tradizione cul- turale, è possibile e necessario, ed è una responsabilità di tutti. Occorrono maestri, e ce ne sono, che consegnino questa tradizione alla libertà dei ragazzi, che li accompagnino in una verifica piena di ragioni, che insegnino loro a stimare ed amare se stessi e le cose.Perché l'educazione comporta un rischio ed è sempre un rapporto tra due libertà. È la strada sintetizzata in un libro cruciale, nato dall'intelligenza e dall'esperienza educativa di don Luigi Giussani: Il rischio educativo. Tutti parlano di capitale umano e di educazione, ci sembra fondamentale farlo a partire da una risposta concreta, praticata, possibile, viva. Non è solo una questione di scuola o di addetti ai lavori: lanciamo un appello a tutti, a chiunque abbia a cuore il bene del nostro popolo. Ne va del nostro futuro. I primi firmatari Allam Magdi, vice direttore Corriere della Sera Amicone Luigi, direttore Tempi Astorri Romeo, preside della facoltà di giurisprudenza Università Cattolica del Sacro Cuore Avati Pupi, regista Bavetta Sebastiano, professore di economiaLondon School of Economics Londra Bazoli Giovanni, presidente Banca Intesa Bechis Franco , direttore Il Tempo Belpietro Maurizio, direttore il Giornale Bersanelli Marco, professore di astrofisica Università degli Studi di Milano Bertazzi Pier Alberto, professore di medicina del lavoro Università degli Studi di Milano Bonacina Riccardo, direttore editoriale Vita Boffo Dino , direttore Avvenire Borghesi Massimo, professore di filosofia morale Università di Perugia Borgna Eugenio, libero docente in Clinica delle malattie nervose Università degli Studi di Milano Botturi Francesco, professore di filosofia morale Università Cattolica del Sacro Cuore Branciaroli Franco, attore Calearo Massimo, presidente Federmeccanica Campiglio Luigi, prorettore Università Cattolica del Sacro Cuore Caprara Massimo , scrittore Cesana Giancarlo, professore di medicina del lavoro Università degli Studi di Milano Bicocca Chiosso Giorgio, professore di storia dell'educazione Università degli Studi di Torino Colombo Valentina, professore di lingua e letteratura araba Università della Tuscia Cominelli Giovanni, esperto di politiche scolastiche De Bortoli Ferruccio, di- rettore Il Sole 24ore De Maio Adriano, presidente Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia IreR Doninelli Luca, scrittore Farina Renato, vice direttore Libero Feliciani Giorgio, professore di diritto canonico Università Cattolica del Sacro Cuore Ferrara Giuliano, direttore Il Foglio Grassi Onorato, professore di storia della filosofia medievale Lumsa Roma Guzzetti Giuseppe, presidente Fondazione Cariplo Israel Giorgio, professore di storia della matematica Università degli Studi di Roma-“La Sapienza” Liguori Paolo , direttore TGCOM Mediaset Mazza Mauro, direttore TG2 Rai Mazzotta Roberto, presidente Banca Popolare di Milano Mazzuca Giancarlo, direttore Quotidiano Nazionale Morpurgo Claudio, avvocato Muccioli Andrea , responsabile comunità San Patrignano Mussari Giuseppe, presidente Fondazione Monte dei Paschi di Siena Nembrini Francesco, presidente Federazione Opere Educative - Foe Ornaghi Lorenzo , rettore Università Cattolica del Sacro Cuore Persico Roberto, presidente Associazione Professionale Diesse Polito Antonio , direttore Il Riformista Quagliariello Gaetano, presidente Fondazione Magna Carta Ribolzi Luisa, professore di sociologia dell'educazioneUniversità degli Studi di Genova Risè Claudio , psicoanalista Rondoni Davide, poeta Rossella Carlo, direttore TG5 Mediaset Roth Luigi, presidente Fondazione Fiera Milano Roversi Monaco, Fabio Alberto presidente Fondazione Carisbo Sapelli Giulio, professore di storia economica Università degli Studi di Milano Scaglia Silvio presidente Fastweb Squinzi Giorgio, amministratore unico MAPEI Ugolini Elena preside Liceo Malpighi di Bologna Versace Santo, presidente Gianni Versace spa Vignali Raffaello, presidente Compagnia delle Opere Vittadini Giorgio presidente Fondazione per la Sussidiarietà Zamagni Stefano professore di economia politica Università degli Studi di Bologna Tutta la redazione sottoscrive l’appello sull’educazione. Nel ringraziare i benefattori e quanti vorranno sostenere il nostro giornale, la redazione augura a tutti i lettori un Santo Natale e un felice 2006 arrivederci a marzo 2006