PERIODICO GIOVANILE DI CULTURA E SPORT Anno XXIV N.7-8 Luglio 2009 Hanno collaborato a questo numero: Edoardo Ciampi, Goffredo Forconi, Eleonora Bozzoni, Chiara D’Ambrosio, Enrico Paparelli, Silvia Rognone, Pier Luigi Roesler Franz, Augusto Migliori, Vanessa Mazzetti, Federico Guerzoni, Livia Facciolo, Alessia Amato, Francesca Giacomini, Sara D’Itri, M. Concetta Gentile, Marcello Zolla, Augusto Bartolini Fotografie: E. Costa, A. Bartolini, L. Fallani, M. P. Tomassini, Sergio Andrea Amazzone Composizione, impaginazione e prestampa: SATIZ (gruppo ILTE) Stampa: ILTE SpA Moncalieri (TO) Edizione "Blutime" Via S. Sebastianello, 3-Roma SOMMARIO Direttore responsabile Virginio Mattoccia Primo Piano 5 La Bioetica e il diritto alla vita Cultura 8 La copertina di questo numero Il pittore di “Roma sparita” Autorizzazione n. 242 del 9 maggio 1986 del Tribunale di Roma Day By Day 32 Alla scoperta di storie e leggende su Bracciano Lezione non convincente di ecologia Napoli sotterranea Pompei antica e moderna Pompei cristiana e pagana Todi & Perugia: Storia e l’arte e gastronomia Sport In copertina: “Tramonto” del pittore Enrico Paparelli Distribuito gratuitamente presso il collegio S. Giuseppe - Istituto De Mérode Trofeo di Atletica fr. Valentino Campionati di atletica 2009 Primati di atletica leggera della scuola media Una giornata di sport con un campione 44 Primo piano La Bioetica e il diritto alla vita Solo l’atto umano può essere considerato sul piano etico. La connotazione morale del nostro agire viene dallo strumento per arrivare al fine. Il tema che vogliamo affrontare in queste pagine può essere trattato in modo scientifico e di ricerca. Dal punto di vista etimologico, il termine è composto dal greco Bios, che vuol dire vita e etos, nel senso di abitudine, disposizione emotiva e spirituale. In questo senso il vocabolo non comporterebbe nulla di nuo- Matisse-Viso maschera -1949 vo perché sui rapporti tra medicina e morale si trova ampia discertazione nei trattati di Teologia Morale. La novità è nell’uso del termine e del contenuto che invece suscita molto interesse per la discordanza di vedute, di significato e di atteggiamento di fondo nei confronti dei problemi che il progresso della tecnica e delle scienze esatte ha evidenziato negli ultimi decenni. In questo senso il vocabolo non comporterebbe nulla di nuovo perché sui rapporti tra medicina e morale si è parlato a sufficienza nei trattati di Teologia Morale. La novità è nell’uso del termine e del contenuto che invece suscita molto interesse per la discordanza di vedute, di significato e di atteggiamento di fondo nei confronti dei problemi che il progresso della tecnica e delle scienze esatte ha evidenziato negli ultimi decenni. E’ una scienza complessa cioè intrecciata con la filosofia, la medicina, la biologia, la genetica, la zoologia, l’ecologia, la giurisprudenza, la sociologia, la psicologia e la teologia. E’ una scienza architettonica nel senso che deve coordinare i risultati di altre scienze cercando di mettere in sintonia i linguaggi e i contenuti in un’armonica costruzione offrendo a chi l’osserva uno sguardo d’insieme. E’ una scienza di frontiera perché i temi trattati sono di grande attualidi Edoardo Ciampi tà e quindi non possiamo rifarci alle soluzione di essi interrogando il nostro passato prossimo, perché alcuni argomenti appena un decennio fa non erano neppure oggetto della fantascienza. È una scienza multidisciplinare, perché diversi saperi, pur mantenendo la loro individualità, devono, in qualche modo, cercare di coesistere e possibilmente fondersi. Circa la novità del termine gli studiosi sono tutti d’accordo nel riconoscere a Potter1 il merito di aver usato per primo questa parola in articolo del 1971 e poi nel libro Bioetica. Però già nel 1949 Aldo Leopold aveva avuto l’idea di una scienza che accomunasse diverse discipline ìn modo trasversale per studiare “la sopravvivenza dell’uomo sia per il momento presente che per le generazioni future”. La novità più rilevante si trova nel contenuto. Un panorama nuovo ed inquietante si veniva dischiudendo allo sguardo pensoso e responsabile di alcuni uomini di scienza. A partire da Potter, la bioetica viene intesa come una scienza dalle molte facce, che doveva indagare su svariati problemi direttamente collegati con la medicina e l’ambiente per consentire all’umanità di Viso Fiore-Matisse-1949 sopravvivere. ÿ5 ÿ Primo piano La Bioetica e il diritto alla vita Ma prima di Potter altri avevano tentato di “considerare se un nostro sapere speciale potesse contribuire alla sopravvivenza e al miglioramento della condizione umana”. Il tema della sopravvivenza del genere umano fu messo da parte da altri studiosi che vollero collegare alla bioetica tutto il vasto problema della cura della salute. “La preoccupazione principale era la preponderante problematica degli effetti delle tecnologie sulla società”2 e la relazione con l’ambiente in cui la persona vive... La bioetica deve essere “una scienza che accomuni, in modo interdisciplinare, le informazioni provenienti, oltre che dalle discipline biologiche tradizionali, anche dall’ecologia e dalla sociologia, inquadrate in una impostazione filosofica che abbia come centro focale l’uomo”. Anche i cambiamenti della ricerca biomedica hanno contribuito allo sviluppo della riflessione sui temi etici di alcuni indirizzi di ricerca. Già dal 1947, con il codice di Norimberga è sorta una nuova presa di coscienza sui pericoli provocati dal progresso sconsiderato. Il primo fatto che colpì molto l’opinione pubblica fu la nascita di bambini con malformazioni dovute all’assunzione da parte di madri in gestazione del t alidomide3. In America poi nel 1966 il medico Henry Beecher descrisse per un pubblico di specialisti, una serie di esperimenti (per lo più) mortali fatti su persone senza il loro consenso. L’autore giunse alla conclusione secondo la quale i procedimenti usati era- no moralmente inaccettabili, o almeno dubbi dal punto di vista etico. Quando i mass media vennero in possesso di tali notizie ci fu una f orte reazione sia nell’opinione pubblica che nella comunità scientifica. Secondo Guy Durand, negli anni successivi si venne a sapere di altri eventi eclatanti con conseguente scandalo nell’opinione pubblica mondiale 4. Anche sul fronte strettamente economico la diffusione delle cure mediche e il progresso di alcune terapie, lasciò perplessi perché non sempre il beneficio ricavato corrispose al sacrificio che la società era costretta ad affrontare. Infatti lo sviluppo dì terapie impegnative ponevano anche dei problemi d’ordine di priorità e di graduatoria delle urgenze dei pazienti con problemi di distribuzione sul territorio di una nazione delle risorse di cui si dispone. Tutti questi elementi, nei vari settori della sanità, hanno contribuito, in diverse maniere all’affermazione della riflessione etica applicata al settore della salute. Sono sorti gruppi di ricerca e di riflessione auspicando l’elaborazione di leggi e norme in riferimento al giusto comportamento in ambito sanitario. lità della vita”5... “una sapienza che sappia realizzare il ‘ponte’ tra scienze bio-sperimentali e scienze etico — antropologiche. Solo tale ‘ponte’ può assicurare il ponte per il futuro” 6. In ambito cattolico si riporta la definizione di Elio Sgreccia secondo il quale ‘la bioetica è una disciplina con uno statuto epistemologico razionale, aperta alla teologia.., che partendo dal dato scientifico, biologico e medico, esamina la liceità dell’intervento dell’uomo sull’uomo” 7. Ma la definizione che ha riscosso maggiori consensi è quella di Warren T. Reich8: “La bioetica è lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito della scienza della vita e della cura della salute, in quanto questa condotta è esaminata alla luce dei valori morali e dei principi” 9. “La bioetica è lo studio sistematico delle dimensioni morali — comprendenti la visione morale, le decisioni, la condotta, le politiche — delle scienze della vita e della cura della salute, attraverso una varietà di metodologie etiche in contesto interdisciplinare” 10. 1 Van Reusselaer Potter (nato nel South Dakota il 28-02-1912 e morto nel 2001) Medico oncologo e biochimico. Concepì il neologismo “bioetica” già negli anni sessanta attraverso gli studi nel campo della sopravivenza. Usò il termine in un suo lavoro del 1970 e nel 1971 lo pose come titolo della sua opera più famosa Bioetica, ponte per il futuro. Prima di Potter la “bioetica” non esisteva né come termine, né come disciplina, tantomeno esistevano istituzioni che se ne occupassero. 2 G. Russo, Storia della Bioetica, Armando editore, Roma 1995, p. 40. 3 Talidomide sm. o f. Nome comune dell'immide dell'acido N-ftaliglutammico. Farmaco di sintesi introdotto originariamente in terapia come ipnotico e sedativo, ormai non più in uso, si è rivelato fattore casuale di lesioni gravi degli arti del feto (amelia, emimelia, focomelia, micromelia 4 Cfr.G. DURAND, Introduction gènèrale à la bioèthique, p.45. 5 E per vita qui si vuole intendere sia quella vegetale che quella animale ed umana. 6 G. RUSSO, Storia della Bioetica, Armando, Roma 1995, p. 12, nota 7. 7 E. SGRECCIA, Manuale di bioetica, Vita e Pensiero, Milano 1999, voI, I, p. 30 passim. 8 Laureato alla PLJG e specializzato in Germania, ha insegnato Teologia Mora- le all’Università di Washington. Dopo la pubblicazione dell’enciclica Humanae La bioetica, è stato detto, è un sapere che ci fa tornare al tempo delle “Summae” quando le scienze sperimentali e le scienze umanistiche si fondevano in un unico sapere. Van Resselaer Potter definisce la bioetica come “uno sforzo per utilizzare le scienze biologiche al servizio del miglioramento della qua- ÿ6 ÿ Vitae, lasciò l’università cattolica ed approdò alla Georgetown Univcrsity. Ha fondato e diretto la Enciclopedia ofl3ioethic che da lui fu definita “la prima enciclopedia che sia stata creata non per raccogliere un sapere ma per fondarlo” (S. SPINSANTI, La Bioetica Angeli, Milano 1995, p. 227). 9 Viso Fiore-Matisse-1949 W.T. REICH, Enciclopedia ofBioethic prima edizione del 1978, p. XIX. 10 Ibidem, seconda edizione del 1995, p. XXI. ÿ7 ÿ Cultura La copertina di questo numero Il nome, la luce, il colore delle cose e dei sentimenti La copertina di questo numero di Time Out, in un tripudio di luce e colore, rappresenta il tramonto secondo il pittore Enrico Paparelli, tela eseguita appositamente per Time Out. L’esperienza del tramonto sul mare è comune a tutti, in tutte le latitudini e in tutte le stagioni, eppure comunica una magia personale, unica. Paparelli nel “suo tramonto” raccoglie non pochi pensieri e sentimenti che talvolta abbiamo provato davanti all’incanto e al mistero della natura. Di lui prima di tutto va detto che egli è un uomo comune, si direbbe “borghese” (se a questo termine non si desse un significato negativo), che tutto ha fuorché dell’abusato cliscè di artista dal volto accigliato, dall’abbigliamento trasandato, dai capelli arruffati, dal dialettale, linguaggio dalle filosofie astrali: l’aspetto e il comportamento di un gentiluomo nascondono nobiltà di animo, saggezza di esperienza, purezza di sentimenti e chiarezza di rappresentazione, fondendo etica ed estetica, oggetto e corrispondenza interiore, cose e nome delle cose, sentimento e materia. “Una rosa è una rosa, il mare è il mare”, ma il sentimento con il quale si riconoscono le cose è diver- so e diversa diventa automaticamente la maniera e il colore per fissarlo nella tela: totalmente dentro le cose, nei paesaggi siciliani o veneti, nella nuvola passeggera, in un prato di papaveri, in una vasca di ninfee, in un tramonto marino, ma anche totalmente fuori delle cose, momenti del giorno o della stagione, a cui aggiunge particolari toni di forza o malinconia, di consonanza o dissonanza spirituale. I suoi paesaggi non sono animati perché aspettano che l’osservatore li riempia con i suoi pensieri, li animi con la sua vita interiore, oppure li isoli con il suo silenzio. La sua attività artistica ha attraversato tutti i colori dell’Italia, partendo dal candore delle Alpi fino al “giallo dei limoni” della Sicilia e riscuotendo successi in numerosissime mostre personali e collettive ovunque. La copertina di questo numero di Time Out, “Tramonto” è il classico tramonto estivo sul mare, che fa bene sperare per il domani, illuminato dalla luce del sole e dal riflesso delle acque, popolato dai silenzi della sera dopo una giornata di intenso lavoro, vivificato dalla speranza del bel giorno di domani; ma quella luce che va oltre l’orizzonte in un vortice di rossi e verdi coinvolge verso altre mete indistinte di terra, cielo, acqua, luce, dove il mondo non finisce, il sole non tramonta e la luce compie la sua funzione di essere vita. V.M. perché il paesaggio esterno diventi il paesaggio dell’animo e perciò di tutti, la cifra di un percepire e riconoscere comune della realtà esterna. Per comunicare si serve essenzialmente del colore in tutte le sfumature e combinazioni possibili, come sono offerte dai ÿ8 ÿ ÿ9 ÿ Cultura Il pittore di "Roma sparita" di Pierluigi Roesler Franz Ettore Roesler Franz (roma 1845-1907) fu allievo dei Fratelli delle Scuole Cristiane Pubblichiamo anche su Time Out, questo interessante articolo dell’ex-alunno, giornalista, Pierluigi Roesler Franz, che egli ha scritto per “Lasalliani in Italia”, sul suo prozio Ettore, grande vedutista e paesaggista della “Roma Sparita”. La visione dei suoi acquerelli è una ottima lezione di urbanistica e storia sulla città di Roma e sui cambiamenti avvenuti dalla unità di Italia. L’articolo è fitto di nomi, luoghi e riferimenti familiari a chi conosce il centro storico di Roma. Gli acquerelli di Ettore sono esposti al museo di Roma, in piazza s. Egidio. Vivi ringraziamenti a Pierluigi per la collaborazione. Anche il pittore dell'Ottocento romano Ettore Roesler Franz, noto nel mondo per la celebre Serie di "Roma sparita", fu uno dei primi allievi delle Scuole Cristiane di Trinità de' Monti. Lo dimostra un saggio calligrafico del 1861 nel cui frontespizio compare al centro la sua foto all'epoca sedicenne. di un cognome straniero era quindi romano ormai da più generazioni. Era nato a Roma l'11 maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi, mentre la sua famiglia di origine tedesca si era trapiantata a Roma all'inizio del Settecento proveniente dai Sudeti (e Ritratto d non dalla Svizzera come i Ettore R oesler Fra a 18 an nz ni, paste spesso é stato inesattallo di Ett o re Ferrari. mente scritto). A dispetto ÿ10 ÿ La famiglia Roesler Franz aveva fondato nella capitale il celebre hotel d'Allemagne, tra via Condotti e Piazza di Spagna dove furono ospitati, tra gli altri, lo scrittore francese Stendhal, il fratello di Napoleone Luciano Bonaparte, l'ideatore del canale di Suez Ferdinand de Lesseps, il romanziere inglese William Thackeray, il compositore tedesco Richard Wagner e il sommo poeta tedesco e genio della storia moderna Johann Wolfgang von Goethe (1). I Roesler Franz si erano poi imparentati con le più antiche famiglie aristocratiche della città e furono persino citati in un sonetto di Giuseppe Gioachino Belli (2). Ritratto di Ettore Roesler Franz a 57 anni, olio di Giacomo Balla. Allievi delle Scuole Cristiane di Trinità de' Monti furono anche i suoi fratelli Alessandro (poi console inglese a Roma) e Adolfo (mio bisnonno, che nel 1869 aveva fondato l'omonima Banca privata, nonchè Cambio, Spedizioni e Agenzia per viaggiatori delle Ferrovie dello Stato, con sede prima a Palazzo Torlonia in via Condotti 19b-20, poi in via Condotti 87-88 e 91, adiacente al Caffé Greco, che operò per 67 anni fino al 1936). Ettore Roesler Franz aveva praticamente iniziato la sua attività artistica dopo il ritratto a 18 anni eseguito a pastello nel 1863 da Ettore Ferrari, suo coetaneo e compagno di studi all'Accademia di San Luca, noto poi per il monumento a Giordano Bruno in piazza Campo de' Fiori a Roma e successivamente deputato e Gran Maestro della Massoneria italiana. Un suo secondo e ben più importante ritratto a 57 anni fu eseguito ad olio a Villa d'Este nel 1902 da Giacomo Balla. E proprio con questo quadro il pittore piemontese debuttò alla V Biennale internazionale d'Arte di Venezia del 1903. "La sincerità fa l'artista grande" era la scritta che figurava all'ingresso del suo studio romano in piazza San Claudio 96 (che nel 1876 aveva sostituito quello precedente di via del Bufalo 133). E a questa massima Ettore Roesler Franz si è sempre attenuto. Ma non si può comunque escludere che l'artista, abbia avuto una spinta iniziale e forse determinante per intraprendere la sua carriera proprio per seguire le orme del suo amato cuginetto Giuseppe, morto ad appena 13 anni nel 1851 quando era già un valente acquarellista nonostante la giovanissima età, come dimostrano tre suoi lavori conservati nel Museo di Roma di Palazzo Braschi (3). Non a caso, quindi, nel suo monumento funebre sopra la porta di accesso alla sagrestia della basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma é scolpito un pennello. Padrone assoluto della difficile tecnica dell'acquarello (carta, pennelli e colori, da lui personalmente scelti con cura meticolosa, e il relativo raccoglitore erano tutti di provenienza inglese) perché gli sem- Cultura re i suoi personaggi quasi sempre nelle loro funzioni più umili. L'artista, viaggiò in lungo e in largo per l'Europa, facilitato anche dalla perfetta conoscenza di varie lingue (oltre all'italiano, parlava correntemente l'inglese, il francese e il tedesco). Non si limitò quindi a ritrarre la Città eterna. Le sue vedute spaziano dai cipressi di Villa d'Este a quelli di Villa Adriana a Tivoli, dalla Valle dell'Empiglione a quella dell'Aniene, dall'Acquedotto romano dell'"Anio Novus" a quello dell'Aqua Marcia", dai pratoni di Monte Gennaro alle querce di San Gregorio da Sassola, dagli stagni di Maccarese a quelli di Castelporziano, dall'Oasi di Ninfa alle paludi Pontine, dalla Via Appia Antica ai Colli Albani, dai paesaggi umbro-abruzzesi a quelli inglesi, olandesi e tedeschi. Torre e ingresso della fortezza degli Anguillara brava il mezzo migliore per riprodurre le vedute campestri e specialmente la trasparenza dei cieli e delle acque, é stato un artista cosmopolita e di mentalità "europea", che vedeva lontano e voleva dare testimonianza del proprio tempo, e soprattutto un esploratore delle città che scomparivano o rinascevano. Fu il fondatore della Società degli acquarellisti in Roma e ne fu poi più volte Presidente. L'opera di Ettore Roesler Franz che più gli ha dato notorietà in tutto il mondo è indubbiamente la "Roma sparita", o meglio, per dirla con le sue parole, "Roma pittoresca/Memorie di un'era che passa". Si tratta di 120 acquarelli (di dimensione ognuno di circa cm. 53x75, orizzontali o verticali), suddivisi in tre Serie da 40 l'una, che rappresentano l'unica testimonianza a colori di quello storico mutamento, consentendoci oggi di immaginare con facilità come fosse stata la città prima degli sventramenti. Molte sono state le zone colpite a cominciare dalla demolizione di tutte le case sulla sponda sinistra del Tevere e su quella destra nella zona di Trastevere per proseguire con Villa Ludovisi, considerata il più Via del Campanile in Borgo Predilesse il mercato inglese, favorito soprattutto dall'amicizia con il pittore e console inglese a Roma Joseph Severn(1793-1879), amico devoto di John Keats che assistette fino alla morte. Sul retro della lapide di Severn al cimitero acattolico di Testaccio figura, tra gli altri, proprio il nome di Ettore Roesler bel giardino d'Europa, se non del mondo, e continuare con la completa distruzione del Ghetto (è stato uno dei pochi artisti ad aver immortalato a colori questa storica parte della capitale abitata dalla comunità ebraica) e finire con l'irreparabile perdita del Porto di Ripetta e di quello di Ripa Grande. I successivi sventramenti della città durante il fascismo hanno poi portato ad ulteriori distruzioni di altre zone di Roma come la "Spina di Borgo" di fronte alla basilica di San Pietro (per costruire l'attuale via della Conciliazione) e tutta la zona compresa tra piazza Venezia e il Teatro Marcello, da un lato, e la via Alessandrina, dall'altro, con l'ingiustificabile abbattimento della casa di Giulio Romano. Per una ventina d'anni a partire dal 1876 Ettore Roesler Franz si aggirò con pennelli, cavalletti e macchina fotografica, l'immancabile "kinegrafo" per vicoli e cortili, strade e piazze della capitale prima che Roma venisse in gran parte spazzata a raso dai demolitori e costruita a misura dalle immobiliari piemontesi. Fu, infatti, uno dei primi pittori al mondo a servirsi di questo nuovo mezzo per meglio focalizzare con precisione assoluta tutti i particolari di una veduta e ritrar- ÿ12 ÿ ll porto di Ripetta Franz. Tra i suoi maggiori estimatori vi fu anche il grande storico tedesco e cittadino onorario di Roma Ferdinand Gregorovius (1821-1891). La sua notorietà dell’artista fu anche facilitata dal fatto che suo fratello Alessandro Roesler Franz fu per molti anni fino al 1899 console d'Inghilterra a Roma e sposò una lady, Julia Teiser, che gli aprì le porte della clientela inglese ed ospitò più volte Ettore Roesler Franz e il suo giovane allievo Adolfo Scalpelli a Uopini vicino Siena dove possedeva una villa. Nel 1883 il Sindaco di Roma Leopoldo Torlonia acquistò dall'artista per 18 mila lire i 40 acquarelli che componevano la prima serie di "Roma sparita" e che furono inizialmente conservati nel Palazzo comunale in Campidoglio. Il 4 maggio 1908, un anno dopo la morte di Ettore Roesler Franz, avvenuta nella capitale all'età di 62 anni, il Comune di Roma comprò per 35 mila lire da suo fratello e suo erede universale Adolfo Roesler Franz (mio bisnonno) i rimanenti 80 acquarelli, che componevano la seconda e terza serie di "Roma sparita". Attualmente il Comune ne possiede, però, 119 (tutti conservati al Museo di Roma in Trastevere in piazza Cultura ll porto di Ripa Grande Sant'Egidio), perchè un acquarello, raffigurante "palazzo Mattei alla Lungaretta" è stato rubato nel 1966 a Colonia (Germania) durante una mostra itinerante e da allora non è stato più ritrovato dalla polizia tedesca. Nel suo lavoro era particolarmente meticoloso, come dimostra un suo scritto in inglese (una sorta di "testamento spirituale") del 29 marzo 1894, in cui Ettore Roesler Franz auspicava che "la collezione dovrebbe essere posta in una sala speciale con una grande carta topografica della vecchia Roma in cui io darei indicazioni dei luoghi dove sono stati ripresi i quadri e questo faciliterebbe gli studiosi delle future generazioni nel capire quale era l'aspetto di Roma prima dei presenti mutamenti." Quale fosse il grande amore dell'artista per l'acquarello é anche testimoniato da una sua lettera, pubblicata nella primavera del 1880 su "il Popolo Romano", giornale diretto da Luigi Bellinzoni, in cui il pittore lamentava sia che l'acquarello non fosse apprezzato in Italia come, invece, accadeva all'estero, sia che nell'ultima Esposizione di piazza del Popolo a Roma i quadri fossero stati esposti assurdamente senza luce e in un ambiente molto umido (4). Ettore Roesler Franz, che nel 1890 era stato nominato Cavaliere della Corona d'Italia da Re Umberto I di Savoia e successivamente Commendatore, ha avuto per città di adozione Tivoli, frequentata sin dalla sua gioventù e dove nel 1900 acquistò la casa del pittore Onorato Carlandi, suo amico e suo lontano parente. Il 6 febbraio 1903 la Giunta comunale di Tivoli (il Sindaco era Fabio Mastrangeli) gli conferì all'unanimità la cittadinanza onoraria tiburtina, che gli fu consegnata in forma solenne nell'agosto di quell'anno con una splendida pergamena, miniata da Giuseppe Cellini. Il prestigioso riconoscimento fu ricambiato da Ettore Roesler Franz l'8 dicembre 1903 che donò al Comune un bellissimo acquarello raffigurante "Ponte Lupo - Poli 1898" che é tuttora appeso nella stanza del Sindaco nel Municipio di Tivoli. Nel 1908, un anno dopo la morte, il suo unico allievo Adolfo Scalpelli (giovane e valente pittore tiburtino che per testamento (5) aveva ereditato da Ettore Roesler Franz tutti i bozzetti, gli schizzi, i disegni, ÿ14 ÿ gli acquarelli non finiti dell'artista, nonché le sue foto, e che era morto nel 1917 ad appena 29 anni combattendo sull'Altipiano della Bainsizza durante la prima guerra mondiale) pose una piccola lapide lungo la strada di Pomata, nei pressi di Villa Adriana, in cui si legge: "In questo luogo di pace Ettore Roesler Franz, acquarellista insigne, desiderava ricordato Alessandro fratello suo, console d'Inghilterra. I voti del chiaro maestro reverente adempiva il suo unico allievo Adolfo Scalpelli - 1908". Il 25 settembre 2004, a conclusione della grande mostra per il 1° Centenario della cittadinanza onoraria della città latina, inaugurata il precedente 12 maggio nell'Appartamento del Cardinale di Villa d'Este, il Sindaco di Tivoli Marco Vincenzi ha intitolato all'artista la "Scalinata Ettore Roesler Franz", rampa di piazza Campitelli, adiacente all'ingresso laterale di Villa d'Este. Contestualmente alla conclusione della stessa Esposizione, che ha avuto circa 400 mila visitatori, il Comune di Tivoli ha anche intitolato alla memoria di Ettore Roesler Franz una Sala per mostre di pittura ed eventi culturali nell'ex Chiesa di S. Michele Arcangelo in Piazza Palatina. Viceversa il Comune di Roma non ha, purtroppo, sinora mostrato di avere la stessa attenzione per il suo illustre concittadino. Difatti per una "distrazione" di una Giunta capitolina verso la fine degli Anni Sessanta fu intitolata a Ettore Roesler Franz una desolata strada di Acilia, lontano dalla città a lui tanto cara e ritratta in numerosissimi suoi angoli. Ettore Roesler Franz espose più volte in Europa: a Parigi (1878 e 1900), Londra (1876, 1885, 1888 e 1904), San Pietroburgo (1876, 1898, 1902 e 1904), Berlino (1888 e 1895), Dresda (1890), Stoccarda (1891), Monaco di Baviera (1883, 1893, 1898, 1902 e 1903) e Vienna (1890), nonché in Olanda e Belgio. Numerose furono le mostre dei suoi quadri in Italia. In particolare a Roma (Esposizioni annuali della Associazione degli Acquarellisti e della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti) dal 1873 al 1895, nel 1897, nonchè dal 1899 al 1900, dal 1902 al 1905 e nel 1907. In pratica, l'artista fu assente appena 4 volte in 35 anni di mostre nella capitale. A Torino (Società promotrice di Belle Arti) espose dal 1874 al 1880, nel 1884 e nel 1902, mentre a Milano (Esposizione straordinaria nazionale ed internazionale di acquarelli) nel 1893, a Firenze (Esposizioni Busto di fr. Edoardo di Maria, assistente della Associazione degli Ex-alunni, realizzato dallo scultore Enrico Tadoilini (anche degli ex-alunno) e voluto dal presidente della Associazione Luigi Roesler Franz solenni e Festa dell'Arte e dei Fiori) nel 1874, 1876 e 1896, a Trieste nel 1876 e a Venezia (Sesta Esposizione Internazionale d'Arte) nel 1905. L'Artista, cattolico osservante, morì a Roma, munito dei conforti religiosi, il 26 marzo 1907 all'età di 62 anni ed è sepolto nella Cappella di famiglia nel cimitero del Verano.Il suo bellissimo testamento (5), che non a caso inizia così: "In nome di Dio cosi sia" e termina con questa frase: "Augurando bene a tutti il Signore vi proteggerà", é davvero un esempio del grande amore che nutriva verso le persone che gli erano state più care. Tra queste é menzionato in un posto di rilievo il suo giovane nipote Luigi Roesler Franz (mio nonno), che fu poi per 6 anni dal 1929 al 1934 Presidente dell'Associazione Ex Alunni del Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode. Dall'Ita- ÿ15 ÿ Cultura lia i suoi quadri, oltre che in Europa (Regno Unito, re sono visibili anche su numerosi siti Internet non Spagna, Francia, Germania, Repubblica Ceka, Sve- solo italiani, ma anche stranieri (USA, Gran Bretazia, Finlandia e Stati Uniti), sono così finiti nei luoghi gna, Francia, Germania, Ungheria, Finlandia e tra i più lontani del pianeta, come l'Australia, l'Ala- Giappone). ska, e l'Argentina.Tra gli acquirenti delle opere del- Le monografie sul pittore romano, nonchè i catalol'artista durante la sua vita figurano personaggi illustri ghi delle ultime dieci mostre monografiche dei suoi di Casa Savoia, che acquistarono cinque acquarelli acquarelli del 1982 a Villa d'Este di Tivoli, del Natae sei pastelli: Vittorio Emanuele II di Savoia, la Regi- le 1984 a Roma presso la Galleria Romana dell'Otna Margherita, Umberto I, Vittorio Emanuele III e il tocento, del Natale 1993 al Museo del Folklore ora Granduca d'Assia. Altri sei acquarelli furono, invece, Museo di Roma in Trastevere, delle due Esposizioni comprati dall'allora ministro delle Finanze e celebre del 1995, la prima a Roma in piazza Margana statista Quintino Sella. Tra i suoi clienti "eccellenti" figu- mentre la seconda nella Sala del Trono di Villa d'Este rano, infine, Sua Maestà l'Imperatrice Maria Fedo- a Tivoli, e da ultime quella di Villa d'Este dal 12 magrovna di Danimarca, vedova dello zar di Russia Ales- gio al 26 settembre 2004 e presso la Galleria antisandro III, e suo figlio il Granduca Giorgio che quaria Alessio Ponti di Roma dal novembre al dicembre 2004 e acquistarono due acquarelli. Un suo acquarello si l'ultima tenutasi dal dicembre trova nel Museo "Art Gallery of 2007 al 2008 al Museo di New South Wales" di Roma in Trastevere per il 1° Sydney (Australia), un Centenario della morte delaltro in quello di Boston, l'artista, sono reperibili anche mentre altri due acquasu Internet tramite le più autorelli nel Museo di Sourevoli librerie italiane ed thampton (Gran Bretaestere, e consultabili presso gna). Nel Museo di Roma biblioteche di tutto il mondi Palazzo Braschi sono do: Roma, Città del Vaticaconservati altri quattro no, Tivoli, Napoli, Caseracquarelli di Ettore Roesler ta, Firenze, Macerata, Franz, provenienti da donazioni private, tra i quali "AntiSaggio calligrafico quando Ettore Bologna, Reggio Emilia, Milano, Vicenza, Venezia, ca porta di Frascati" del era alunno a Trinità de’ Monti Madrid, Lisbona, Parigi, 1878 e "Insenatura della costa con personaggi". Un altro acquarello é di proprietà pubblica Londra, Glasgow, Heidelberg, Edimburgo, Dublino, (appartiene al Museo Centrale del Risorgimento al Vit- Cork, Amsterdam, Stoccolma, Oslo, Helsinki, toriano di piazza Venezia a Roma) e ritrae "Re Vitto- Mosca, Gerusalemme, Toronto, Boston, Milwaukee rio Emanuele II di Savoia durante la sua prima visita e Los Angeles. Delle sue opere si ha traccia anche ufficiale a Roma del 31 dicembre 1870 dopo l'inon- in 20 biblioteche di 4 Stati USA (Colorado, Florida, dazione del Tevere" in cui si testimonia la venuta del Indiana e Ohio) e di 16 Università americane (Arire sabaudo nella capitale allagata100 giorni dopo zona, Boston, California, Colgate, Columbia, Corla presa di Porta Pia.Tre acquarelli fanno parte della nell, Duquesne, Emory, Houston, Iowa, Yale, Michicollezione d'arte di Unicredit- Banca di Roma, men- gan, Notre Dame, Pennsylvania, Pittsburg e tre altri tre sue opere "Nei pressi del tempio di Vesta Rochester). In conclusione, Ettore Roesler Franz, che, a Roma - Ricordi dell'alluvione", "Scalinata a Tivoli" e secondo alcuni studiosi, può essere considerato non "Rovine antiche a Ponte Lupo presso Tivoli", fanno, solo come uno dei più validi esempi del filone del invece, ora parte della collezione d'arte del Gruppo Realismo del tardo Ottocento, ma come uno dei migliori acquarellisti italiani di ogni tempo, va certabancario Intesa Sanpaolo. In occasione del 150° anniversario della sua nasci- mente ricordato come il pittore dell'Ottocento romata l'11 maggio 1995 le Poste italiane hanno pre- no che più ha esposto e si é affermato in Italia e disposto uno speciale annullo, mentre le sue ope- all'estero. ÿ16 ÿ Villa Ludovisi NOTE 1) Roberto Zapperi, Una vita in incognito. Goethe a Roma, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, pp. 225. L'AUTORE afferma che vi sarebbe stata una relazione tra Goethe e la giovane Costanza Roesler Franz, figlia del proprietario dell'hotel d'Allemagne. 2) BELLI - Giovanni Incisa della Rocchetta, in Strenna dei Romanisti - Natale di Roma MMDCCVIII - 21 aprile 1955 - Staderini Editore Roma pag. 212: "Da quando il Belli scriveva la quartina: E' venut'uno co' du' baffi neri / Longhi come du' remi de paranze: / Dice: So' ir cacciator di munzù Franze / Che mi manna a porta' li su' doveri", i discendenti di Franz Roesler si sono sempre chiamati "Franze", tutt'al più Roesler Franz". 3) Michele Melga, Necrologia di Giuseppe Roesler Franz, Stamperia del Vaglio, 1854, codice identificativo IT/ICCU/NAP/0183591 - Indice SBN dell'Istituto Centrale per il catalogo unico. 4) E' il botta e risposta tra Ettore Roesler Franz e il direttore de "Il Popolo Romano" Luigi Bellinzoni fu riportato dal giornale nell'edizione uscita in edicola il mercoledÏ delle Ceneri 1880 (in un altro articolo della stessa pagina si parla infatti dell'ultimo giorno di Carnevale del 1880 con la corsa dei berberi in via del Corso, n.d.r.): "ESPOSIZIONE ARTISTICA IN PIAZZA DEL POPOLO" da "IL POPOLO ROMANO" di mercoledì (delle Ceneri) del 1880. "Nell'ultimo nostro articolo non c'ingannavamo nel fare una questione di forma e di convenienza nel ragionare sulla poca concorrenza dei nostri artisti, e specialmente degli acquarellisti, alle esposizioni annuali di piazza del Popolo. Nei due scorsi giorni abbiamo ricevute parecchie lettere ed attestazioni in favore delle nostre considerazioni non solo dalla parte degli artisti, ma anche da moltissimi -. che pur ve ne sono in Roma - i quali s'occupano seriamente d'arte, perché conoscono e sentono quali influenze benefiche essa apporti a quei Paesi che meglio le coltivano. Per oggi crediamo di non fare cosa discara ai nostri lettori consegnando alla pubblicità la lettera di un pittore, che è abituato alle Esposizioni mandando i suoi lavori alle mostre artistiche dell'Inghilterra, come a quelle della Germania, del Belgio, dell'Olanda e dell'Italia. Noi ci prendiamo questa libertà senza la sua autorizzazione, non tanto perché la sua lettera è informata agli stessi principi da noi antecedentemente espressi, ma perché queste frasi buttate sulla carta da un artista attivissimo in un momento di slancio sono le vere e dovrebbero servire per l'avvenire a salvare certe situazioni. La lettera è tutt'affatto che confidenziale: nell'animo dello scrivente era ben lontana l'idea che potesse servirci per base ad un articolo. E' un rinforzo valido e, come tale, chi combatte per una causa non deve respingerlo. Perciò speriamo che il giovane pittore non ci voglia ammettere ad imprudenza un tale atto; ma ce lo voglia scusare in forza del principio. Ecco la lettera: "Mio caro Bellinzoni, ho letto con piacere nella Tua Rivista artistica di stamane le giuste osservazioni per la poca o niuna considerazione nella quale si tiene l'acquarello nell'esposizione (di piazza, n.d.r.) del Popolo. E' veramente deplorevole che, dopo lo sviluppo che ha preso in Roma questo ramo della pittura, si debba ancora considerarlo come un ninnolo dell'arte ed assegnargli in tutte le esposizioni l'ultimo posto. Quanto a quella (di piazza, n.d.r.) del Popolo è poi doppiamente doloroso che per rispondere alle premure del benemerito presidente uno s'induca a mandarvi i proprii lavori per vederli poi esposti in una luce che non è luce e in un ambiente nel quale la miglior cosa che possa ÿ17 ÿ Cultura farsi è di fuggir via per non prendere un reuma od altro malanno e per la mancanza di quegli allettamenti di cui tu hai già fatto parola che si risolvono poi anche in sagrifici maggiori per gli esponenti che si vedono svanita ogni probabilità di vendita. Nella tua rivista hai trovato ben poco di apprezzabile fra gli acquarelli. Il tuo compito era però difficile! Giacché se quei lavori piuttosto che attaccati fossero esposti, chi sa che non vi avresti trovato anche degli altri meritevoli delle tue osservazioni? Tu sai quanto io abbia fatto e faccia affinché l'acquarello prenda un posto notevole fra noi, come lo ha di già altrove. Ti sarò perciò sempre più grato ogni qualvolta ti adopererai per togliere certi pregiudizi,che pur troppo dominano ancora il campo. Ti stringe la mano Il tuo amico Ettore R. Franz" In opposizione a questa lettera potrei riportare le osservazioni emesse a voce sul nostro ultimo articolo dal pittore prof. Belloli. Esso ci ha detto: "L'arte è una sola comunque si faccia". Ciò è anche nei nostri concetti. L'Arte è una sola. Quella manifestazione più vera, più spirituale, più caratteristica, più grandiosa, più bella o d'un'idea o d'una cosa in qualunque modo ci venga porta, è arte. E' un principio intangibile; ma però quando vediamo che questa manifestazione artistica si può ottenere con un mezzo il quale è ben accetto da una parte di pubblico, perché noi non dovremmo accettare questo mezzo attorniandolo di quelle premure che possono meglio farlo valere? Ripudiamo lo sterile che esso ci dà, estirpiamo le erbe cattive che pullulano tra i fiori di questo campo, trafiggiamo con gli strali della critica le nullità pretenziose; ma sosteniamo le qualità buone facendole servire allo scopo morale, supremo fine dell'arte. La scultura ci perdoni questa digressione: domani verrà alla ribalta. Bellinzoni" 5) Testamento olografo di Ettore Roesler Franz, pubblicato dal notaio Umberto Serafini di Roma con atto del 30 marzo 1907 rep. 48.119 racc. 5617. "In nome di Dio cosi sia. Le qui appresso sono le mie disposizioni testamentarie. Lascio al mio domestico Salvatore Mariotti tutto il mio vestiario e la biancheria di dosso; più gli lascio un ricordo dell'appartamento in Tivoli per un valore di lire 600, che consisterà in mobili, soprammobili, attrezzi di cucina ed altro di sua scelta e dietro stima possibilmente all'amichevole; gli dono inoltre come ricordo personale il mio anello con brillanti e infine affinchè possa star tranquillo sul suo avvenire che gli auguro felice gli lascio 15 azioni della società Anglo-Romana per l'illuminazione a gas ed altri sistemi che gli verranno consegnate libere da ogni tassa e subito dopo la mia morte. Lascio al mio allievo Adolfo Scalpelli tutti gli attrezzi e utensili per la pittura sia che si trovino nel mio studio a Roma sia che si trovino nel mio appartamento in Tivoli; tutti i miei libri che hanno attinenza all'arte e agli artisti, tutti i bozzetti, calchi, fotografie ecc.(esclusi acquarelli o quadri completi) siano di mia mano che di altri artisti e che non possono avere alcun valore commerciale; desidero che gli siano dati, se desidera di ritenerli come utili per il suo studio; gli lascio inoltre il mio pianoforte "Yot Schreck e C." che si trova in Tivoli; gli lascio come ricordo personale il mio orologio con lapis d'oro che son solito di portare e affinchè possa avere una piccola somma per far fronte alla sua carriera difficilissima, gli lascio la somma di lire tremila per una sol volta da consegnarsi subito dopo la mia morte. Oltre di ciò desidero che il mio erede (come appresso) o chi per lui in caso di morte acquisti dal detto mio allievo Adolfo Scalpelli uno o più lavori per la somma di lire millecinquecento per quattro anni consecutivi cominciando dal primo anniversario dopo la mia morte. I lavori così acquistati resteranno proprietà del mio erede o successori. Questi acquisti si devono fare a scopo di incoraggiamento, perciò nella scelta dei lavori si deve tener presente la ragione di questo mio legato. Se al tempo della mia morte il mio allievo non si fosse ancora stabilito in uno studio tutto a lui, prego il mio Erede di assisterlo in quel modo che crede migliore a tale scopo. Desidero che tutto ciò che ho donato al mio allievo gli venga dato liberamente e senza tassa di qualunque sorta. Lascio alla mia cognata Giulia Roesler Franz vedova di mio fratello Alessandro un ricordo del valore di lire cinquemila ed un ricordo personale di due dei miei migliori acquarelli di sua scelta da prendersi nel mio studio in Roma. Lascio al mio nepote Luigi, tutti i mobili intagliati-intarsiati o semplici che si trovano nella mia abitazione e Studio in Roma; oltre tutti gli oggettini-soprammobili etc. che si trovano nella credenzetta intagliata nel 2° studio; inoltre gli lascio tutti i ritratti di famiglia che conserverà insieme alle mie carte e tutti gli acquarelli miei che si trovano incorniciati sui muri di detta mia abitazione. Lascio agli altri tre miei nepoti come ricordo mio personale due acquarelli per ciascuno che sceglieranno nella mia cartella in Roma; oltre di ciò ad Arturo gli dono lo spillo ad occhio di gatto; a Francesco, lo spillo a forma di drago che regge una perla e ad Alberto lo spillo a nodo di amore in brillantini. Lascio a mia cognata Giulia moglie di Adolfo un ricordo in oro di lire mille. Nomino infine mio esecutore testamentario ed erede universale il mio fratello carissimo Adolfo, nella certezza che sarà per interpretare la mia volontà nel modo migliore che io stesso farei; così lo prego di non dimenticare di dare qualche piccolo ricordo mio ai miei amici verso i quali ho nutrito sentimenti di schietta affezione. Augurando bene a tutti il Signore vi proteggerà. Tivoli questo dì 25 Settembre 1905 Ettore Roesler Franz" ÿ18 ÿ ÿ19 ÿ Cultura Volare: un sogno diventato realta’ Viaggio alla scoperta del francobollo Vi sono parole nel nostro vocabolario che hanno il potere di far galoppare la fantasia e trasportarci in un’altra realtà. Una di queste è indubbiamente la parola “volare”, con la sua capacità di evocare spazi infiniti, mondi misteriosi e lontani, aquiloni sollevati dal vento e gabbiani che sfrecciano liberi nel cielo. I dirigibili, come le mongolfiere, sono basati sul noto “Principio di Archimede”, con la differenza che i dirigibili sono azionati a motore. Il pensiero corre al leggendario Icaro, all’aerostato dei fratelli Montgolfier, agli audaci fratelli Wright che nel 1903 riuscirono ad innalzarsi 3 metri da terra. Un’impresa inaudita per quei tempi ma di immensa portata storica, perché rappresentò la prima tappa di uno sviluppo che negli anni successivi avrebbe condotto l’uomo sulla luna. Assolvendo la loro funzione di testimoni della storia, i francobolli hanno registrato i passaggi più importanti di questa evoluzione, dai disegni di Leonardo alle sonde lanciate nello spazio alla ricerca di altre civiltà. La realizzazione dell’antica aspirazione umana di volare ha fatto sorgere, infatti, un ricco filone tematico comprendente un’infinità di francobolli, bolli, aerogrammi, buste viaggiate e documenti postali in genere, che continuano ad affascinare generazioni di collezionisti, soprattutto giovani. Emissione del 1934 in occasione della crociera del dirigibile “Graf Zeppelin”. Dirigibile: emissione del 1934 (Raduno di mongolfiere) La prima mongolfiera si innalzò nel cielo il 4 giugno 1783 Trittico della crociera Nord Atlantica: emissione del 1933. Nella prima sezione a sinistra del trittico è indicato il nome dell’apparecchio, costituito dalle prime 4 lettere del capo equipaggio (in questo esemplare è ROVI – Umberto Rovis). Le coppie di trittici furono 20, ciascuno con un nome diverso. Idrovolante: emissione del 1936 Modello dell’aereo costruito in legno e tela dai fratelli Wright. Il velivolo percorse circa 36 metri in 12 secondi La “Macchina Volante” disegnata da Leonardo da Vinci: emissione del 1932 ÿ20 ÿ Busta “per via aerea” bollata nel 1931 (Primo volo transatlantico in formazione di stormo). 50° anniversario del primo francobollo di posta aerea. E’ stato riprodotto l’apparecchio usato, un “Pomilio”, e il bollo del 1917: emissione del 1967 ÿ21 ÿ Cultura I pionieri dell’Aviazione Italiana Mario Cobianchi, GianniCaproni, Mario Calderara, Alessandro Marchetti: emissione del 2003. Partecipazione italiana al Programma di esplorazione di Marte: emissione del 2005 con annullo primo giorno. Componenti dei Progetti Spaziali Europei “Hermes” e “Columbus”:emissione del 1991 Emissione dedicata a F. Baracca nel 1968. (Francesco Baracca è stato un eroico aviatore italiano caduto in battaglia nel 1918 a Nervesa, la località indicata nell’annullo riprodotto a fianco) Elicottero NH 500 “Nardi emissione del 1982. “Frecce Tricolori” - Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Italiana: emissione del 2005. Caccia “Eurofighter 2000”: emissione del 1998 con annullo per la “Giornata Azzurra” ÿ22 ÿ Foglietto dedicato alla canzone “Nel blu dipinto di blu” – più conosciuta come “Volare”: emissione del 2008 Cartolina realizzata nel 2008 in occasione del XIV Campionato d’Europa F3A di Aeromodellismo. Raffigura un biplano, il velivolo più affascinante per l’aeromodellismo, e sullo sfondo, uno stormo di aeroplanini di carta ÿ23 ÿ Cultura L'angolo della via C'era una volta un uomo, e forse c'è ancora. Il suo nome di Silvia Rognone era, e forse è ancora, Stefano Tirocchi. Viveva, e forse vive ancora, in un angolo di strada vicino la piccola cittadina di C. L'angolo preciso non sappiamo dirvelo, però lui lo conosceva bene: c'era nato, in quell'angolo di strada, ed aveva finito per farselo andare bene per tutta la vita. Rosalina, la moglie, era passata un giorno in bicicletta proprio su quell'angolo di strada e lui l'aveva trovata così bella -improvvisamente, senza pensiero- che aveva deciso d'amarla. In realtà non era stato così facile, poi: lei era tutto fuorchè una donnina cedevole. Ma questa è un'altra storia. Tornando a Tirocchi, lavorava da anni ad un suo bislacco romanzo che non aveva mai fatto leggere a nessuno. Per pagare la luce, l'acqua, il telefono e i libri di Rosalina pubblicava su un giornale locale alcuni racconti brevi, piccole perle a detta sua, che gli davano una grande soddisfazione. Tutti i giorni, al pomeriggio, andava a caccia di idee per il suo romanzo facendo una passeggiata. In quelle ore Tirocchi pensava solo ed esclusivamente al suo romanzo, che era, sempre a detta sua, il motivo per cui era venuto al mondo. Non pensava a Matisse, la conversazione smisero di venire a cena e Rosalina nascose in grandi scatoloni tutti i libri che c'erano a casa. Svuotò gli scaffali che con perizia aveva riempito durante tutta una vita di silenzioso apprendimento mite, liberò le mensole dal peso leggero delle liriche di Saffo, salutò con una carezza le belle commedie di Pirandello e ingoiò qualche lacrima quando anche l'adorabile balocchetto di Collodi trovò posto sul fondo buio della cantina. Rosalina, ai figli che non potevano avere, alla morte, ai bisticci delle genti: no! Lui pensava al suo romanzo. Dopo cena, quando Rosalina ormai aveva sparecchiato per bene e sedeva sulla poltrona leggendo un libretto, lui metteva su certe scenate da far rabbrividire, uscendosene con aspri rimproveri alla moglie che finivano per far andare via tutti gli amici. Si infuriava, Tirocchi, e si disperava, perchè non sopportava l'idea che il suo romanzo restasse eternamente incompiuto. Alla vista della moglie racchiusa in lettura, si figurava sempre come sarebbero stati felici se lui, finalmente, avesse terminato il proprio romanzo. La povera Rosa- ÿ24 ÿ La casa si riempì allora di silenzio e Rosalina cercò di scacciarlo dagli angoli polverosi come fosse un grosso ragno, pulendo e ripulendo da cima a fondo tutte quelle camere svuotate di tutto quello che per lei e il marito era sempre stato bello. Tirocchi, dal canto suo, poco si accorse delle premure della moglie: dormiva poco e quando stava sveglio era ossessionato dai suoi carteggi. Un caro amico, resosi conto un giorno della situazione ormai intollerabile, gli domandò come mai non riuscisse a terminare il suo romanzo. Tirocchi gli raccontò, con tutta franchezza, che era un problema suo e del romanzo e che nessuno avrebbe potuto aiutarlo a risolvere la questione, se non forse Dio. Matisse - donna con abito bianco lina aveva smesso da tempo di rimproverarlo per le sue sfuriate e accettava il triste destino del suo consorte con mirabile dignità. Alle amiche non raccontava niente e difendeva Tirocchi come una vecchia leonessa col suo cucciolo cieco. Tirocchi perdeva fame e sonno e salute e giorni dietro quel diabolico romanzo e non riusciva a tirarsene fuori in alcun modo. Le sue passeggiate pomeridiane divennero un lungo arco di tedio dall'alba al crepuscolo e l'angolo della via, delizioso angolo della sua esistenza, si trasformò in una gabbia stretta, dove le idee per il suo romanzo si disperdevano al vento, come foglie. Gli amici In realtà noi, noi lo sappiamo, che cosa aveva Tirocchi! Nella sua mente si era disegnato un progetto assurdo che in alcun modo era riuscito a togliersi di testa. Egli aveva deciso, così come aveva deciso di amare Rosalina e di vivere tutta la vita all'angolo della via, che il protagonista del suo romanzo, un certo Arnaldo Chiaravoce, avrebbe dovuto mostrarsi a lui, prima o poi, come un uomo vivo e reale. Solo così lui avrebbe potuto continuare e finire il romanzo, solo vedendo in viso il suo Arnaldo, sul quale aveva scaricato tutte le immagini dolci del figlio che non aveva mai avuto. Seduto sulla sua poltrona, ogni giorno, tornato dalla passeggiata, Tirocchi iniziava sempre un nuovo foglio, descrivendo la scena in cui Arnaldo si sarebbe mostrato al suo creatore. Scriveva anche per ore, ore intense e febbrili, fin quando qualcosa del foglio lo irritava, deragliava dall'impressione che lui sentiva viva di quell'incontro mai avvenuto, e lui accartocciava e gettava via con ÿ25 ÿ Cultura rabbia tutti i suoi sforzi. Rosalina, che soffriva molto di non poter più leggere la sera, raccoglieva quei fogli uno ad uno e con amore vi si dedicava la notte, al chiarore di una piccola lampadina malferma, commuovendosi ogni volta. Ci vedeva anche lei, in Arnaldo, il figlio che non poteva avere. Disperava forse la donna? No, no. Amava suo marito più del modo in cui il mondo ha di mandare avanti le cose: credeva davvero che, un giorno, Arnaldo sarebbe apparso all'angolo della via. Solamente non vedeva né come, né quando: temeva che il mondo non avrebbe avuto pietà per il suo povero marito e di questo aveva molto paura. Quella sera Tirocchi e Rosalina si sedettero sul balcone tenendosi per mano e, proprio mentre ad alta voce lo scrittore leggeva alla moglie le pagine che erano state tutto il perché della sua vita, ecco apparve alla fine della via un giovanotto come Tirocchi se lo era proprio immaginato. Rosalina sgranò gli occhi e cercò di avvertire il marito che Arnaldo stava passando. Tirocchi, però, la tenne ferma al suo posto e le comandò con gli occhi di non farsi vedere dal giovane. Continuò a leggere, lo scrittore, e i suoi occhi erano pieni di lacrime. La luce della sera era fievole, tutte le cose del giorno sbiadivano nell'unicità indeterminata delle ombre. Il ragazzo aveva capelli rossi e uno zaino verde in spalla. A Rosalina sembrò proprio un bell’ ometto, un ragazzo felice, uno di quelli che fanno belle cose tra i loro simili. Una mattina, però, la piccola tragedia familiare trovò il suo esito: Tirocchi, svegliandosi di soprassalto da un sogno vividissimo, invece che uscire per la sua sterile passeggiata, Matisse, il sogno andò immediatamente alla scrivania e iniziò a picchiare come un pazzo sulla sua macchina da scrivere, vecchia quasi quanto lui. Rosalina, intontita dal sonno e dallo stupore, gli svolazzava dietro tenendosi le mani per la grande euforia e lo incitava con qualche bacio o qualche carezza quando lui la cercava con gli occhi. Fu una giornata memorabile: Tirocchi scris- se per ore ed ore come non aveva mai fatto, con tanta di quella concentrazione che più volte Rosalina gli dovette detergere la fronte imperlata di sudore. Il sole stava giusto calando quando lo scrittore tirò via dalla bocca fumante della macchina l'ultimo foglio ed esclamò: "Ecco! Ho finito!". E quanto sollievo c'era nel suo sorriso! ÿ26 ÿ Ancora una volta la donna, commossa, tentò di scuotere il marito: voleva correre giù, sulla via, abbracciare il figlio ritrovato, baciarlo, cucinare per lui, parlare con lui, voleva insomma conoscerlo e sentiva come se egli, quello sconosciuto, fosse frutto del suo grembo, sentiva il dolore delle doglie mai avute, sentiva quello che tutte le madri sentono. Ma Tirocchi era irremovibile: la tacitò di nuovo con gli occhi, le strinse forte la mano, continuò a leggere con le guance rigate di pianto. La luce era ormai solo un chiarore crepuscolare e il ragazzo stava per passare l'angolo. Rosalina non si trattenne e cercò con gli occhi, intensamente, lo sguardo di Arnaldo. Tirocchi lesse: "..e Arnaldo alzò gli occhi, una bella signora lo guardava da una terrazza. Nulla avrebbe poi ricordato di lei, se non il suo sguardo pieno di un amore sconosciuto e buono, un amore incondizionato." Arnaldo alzò davvero gli occhi e Rosalina potè trasmettergli quello che il suo cuore impazzito le faceva vibrare fin oltre la linea delle ciglia. Per un solo momento, Rosalina ebbe suo figlio. Il ragazzo non si fermò, non disse niente, non salutò, continuò a camminare. Girò l'angolo dove Tirocchi e Rosalina vivevano da sempre e se ne sparì, così come era giunto, nei rimasugli sottili del giorno morente. In realtà dovete sapere che Arnaldo non era assolutamente nato dalle pagine di Tirocchi! Che scemenza potrebbe mai essere questa? No, no: Arnaldo, che si chiamava in realtà Valerio, era un semplice viandante, un giramondo, un senza luogo, un conquistatore di avventure. La sua storia, se la volete sapere, vi basterà leggerla sul romanzo di Stefano Tirocchi, che in realtà hanno letto solo due, forse tre persone. Non vi stupite: Tirocchi aveva visto lungo, il suo Arnaldo era proprio Valerio, ma, come amava dire a Rosalina quando gli domandava perchè mai non avessero parlato con lui, "non si deve scocciarli, i protagonisti dei romanzi". Non sarebbe stato bene incrociarsi più di quel lieve contatto di occhi. Era bene invece, diceva Toricchi, che ognuno restasse al suo posto, loro due all'angolo della via e Arnaldo chissà dove. Dopo quella magnifica giornata di gioia Rosalina riempì nuovamente la casa di colore e sorrisi, gli amici riaffluirono a gran numero, Tirocchi passeggiò solo il pomeriggio e nel giro di due anni finì il romanzo. Come vi abbiamo detto, non fece molto scalpore, come tutte le cose belle e delicate e troppo vere, ma questo non fu certo un problema per Tirocchi e Rosalina: lo scrittore, ormai apprezzato per i suoi piccoli racconti da tutta C., prese sotto sua direzione il giornale sul quale pubblicava storielle ed ebbe una vita come quella di tutti, felice e infelice a intervalli casuali. Rosalina tenne sempre sul comodino il romanzo su Arnaldo e tutte le sere lesse ad alta voce per lei e per il marito le avventure di loro figlio, sperso chissà dove. Ancora oggi, quando spengono la luce e non hanno forza di amarsi come un tempo, Tirocchi le prende la testa dolcemente e le sussurra all'orecchio avventure inedite di Arnaldo. Solo così Rosalina e Tirocchi si addormentano, permettendo a noi Ragni di uscire dal buio e tessere le vostre e le nostre trame di silenzio, serenità e sogni. ÿ27 ÿ Cultura Convegno MGL, Massa 2009 Dio abita la tua Storia... Ascoltalo di Chiara D’Ambrosio Il convegno nazionale del Movimento Giovani Lasalliani quest’anno si è tenuto dal 2 al 5 Aprile nella scuola San Filippo Neri di Massa, che festeggiava i suoi 150 dalla fondazione. L’MGL nasce nel 2001 quando alcuni ragazzi decisero di riunirsi nel nome di San Giovanni Battista De La Salle, per condividere uno spazio più ampio e inspirarsi ai suoi principi di educatore. I cardini del nostro movimento sono tre: servizio, fede e fraternità. La fede in Dio e nella sua parola, che ci accompagna giorno dopo giorno in ogni nostra scelta, la fraternità nella vita comunitaria che ci distingue in ogni azione e il servizio educativo dei poveri attraverso l’educazione della parola. Oggi il Movimento conta centinaia di giovani ed è una realtà, oltre che Italiana, anche internazionale. In questo secondo convegno annuale, ci siamo trovati a riflettere sul tema della Pastorale, l’ascolto. Solo la capacità di ascoltare, infatti, ci permette di imparare a conoscere noi stessi e gli altri. Per riuscire veramente ad ascoltare però, sono indispensabili tre principi: il Silenzio, l’Essenziale e la Responsabilità, che sono stati i nostri punti di riferimento e argomenti di dibattito. Il Silenzio è il mezzo per trovare la perfetta comunione con Dio senza bisogno delle parole; come la preghiera, che non necessita né di parole, né di pensieri. Nel silenzio smettiamo di nasconderci di fronte a Dio e la luce di Cristo ci può raggiungere, guarire e trasformare anche quello di cui ci vergogniamo terribilmente. Ci siamo trovati in silenzio, incantati davanti allo scorrere di alcune foto che facevano vibrare le più lontane corde dell’anima, forse sormontati dai dubbi, forse in pace con noi stessi e con Dio. Ci capita alle volte di rimanere apparentemente in silenzio e, tuttavia abbiamo grandi discussioni dentro di noi; silenzio è capire che le mie preoccupazioni non possono fare molto. Nella scoperta dell’Essenziale abbiamo incontrato, lungo il nostro cammino, la figura di Don Lorenzo Milani, l’uomo dell’essenziale. Abbiamo seguito le sue tracce e trovato quattro verbi “essenziali” per descrivere lui e la sua devozione all’istruzione degli ultimi: amare, decostruire, criticare, dare la vita. Questo è indispensabile anche a noi per rispondere ai molti dubbi che spesso ci avvolgono e che calano un velo davanti ai nostri occhi, impedendoci di guardare le vere realtà. Per Don Milani l’essenziale erano i suoi ragazzi. Nel suo testamento dice “Cari ragazzi, ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che Lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto a suo conto”. Riflettendo su alcune lettere e passi del suo libro “L’obbedienza non è più una virtù” ci siamo confrontati e abbiamo capito che l’essenziale nella vita di ognuno di noi è l’amore, che ci permette di relazionarci con gli altri, di concretizzare i rapporti, viverli a pieno e, non ultimo per importanza, di trovare Dio. Come scritto da Saint-Exupery ne “Il piccolo principe” l’essenziale è invisibile agli occhi; ci sono alle volte ostacoli che ci impediscono di cogliere ciò che davvero per noi costituisce il bene primario, ma è solo sormontando questi che potremo trovare la vera strada per la serenità. Dopo una mattinata devoti a trovare il nostro Essenzia- ÿ28 ÿ le, il pomeriggio di Venerdì 3 Aprile l’abbiamo trascorso nella ricerca della vera Responsabilità, terzo punto indispensabile. Essa è forse ciò che di più concreto abbiamo nelle nostre vite di Giovani Lasalliani: è ciò che ci spinge a fare attività di volontariato per stare vicino agli ultimi. Divisi in quattro gruppi (Responsabilità verso noi stessi, Responsabilità politica, Responsabilità nell’ascolto della parola, Responsabilità verso gli ultimi) abbiamo letto diversi brani che trattavano casi di vita quotidiana con i quali ci troviamo spesso a confronto come la droga, l’alcolismo, la prostituzione o il razzismo. La storia, però, mancava di un finale e il nostro compito era quello di elaborarne quattro, ognuno con una trama diversa: uno cinico, uno scontato, uno irrazionale e uno speranzoso. Dopo aver scelto quello che a nostro giudizio era il più rappresentativo di noi stessi, siamo stati chiamati a condividerlo con tutti gli altri, riassumendo il nostro personale concetto di Responsabilità in una frase. Anche se divisi in gruppi diversi, confrontandoci tra di noi ci siamo resi conto che per noi Giovani la Responsabilità è non sottrarsi all’incontro con Dio nell’altro che trasforma entrambi e impegnarsi concretamente in ciò che siamo chiamati a fare. Tutta la giornata di Sabato poi, l’abbiamo trascorsa sulle tracce dell’uomo che ci ha guidati in tutto il nostro percor- so e che ci motiverà sempre a dare di più per gli altri. Il sacerdote di Barbiana, dopo litigi con la curia di Firenze, nel Dicembre del 1954 venne mandato a Barbiana, minuscolo paesino di montagna del comune di Vicchio, in Mugello, a 150km da Massa. E’ proprio qui che noi Giovani Lasalliani ci siamo incamminati per tentare di ripercorrerne le tracce, almeno per una giornata. Dopo 45 minuti di estenuante camminata in salita per raggiungere la sua scuola, eccoci qua finalmente arrivati nel suo mondo, proprio in cima alla montagna. Qui iniziò il primo tentativo di scuola a tempo pieno, espressamente rivolto alle classi popolari che abitavano la zona, dove sperimentò il metodo della scrittura collettiva. Infatti opera fondamentale della scuola è “Lettera ad una professoressa” risalente al Maggio 1966, in cui i suoi ragazzi denunciavano il sistema scolastico ed il metodo didattico che favoriva l’istruzione delle più ricche classi sociali, lasciando la piaga dell’analfabetismo su gran parte del paese. I ragazzi erano i protagonisti principali del libro e, proprio quel giorno, abbiamo avuto l’onore e la fortuna di incontrare un alunno e autore del libro, Michele. La sua testimonianza è stata forse il momento più silenzioso, più essenziale e più responsabile dell’intero convegno. Molti di noi avevano letto il suo libro e quelli di Don Milani, ma sentire raccontare ÿ29 ÿ Cultura le vite di quei ragazzi, le loro esperienze e gli aneddoti che li hanno fatti diventare gli uomini che sono oggi, è stata un’emozione irripetibile. Ci ha spiegato di come i simboli della scuola siano tre: il cannocchiale è il primo, realizzato dagli stessi ragazzi, quando, dopo una spiegazione del Maestro secondo la quale Saturno avrebbe avuto “gli anelli”, gli alunni increduli decisero di costruire, a sua insaputa, un cannocchiale per sperimentare se esistesse realmente un pianeta con “gli anelli”. Provvedettero a tutto munendosi di ciò che offriva il bosco ma, mancando la lente, ruppero il microscopio di Don Lorenzo; allo scoprire della realizzazione del cannocchiale, il Maestro non si arrabbiò perché gli avevano rotto il microscopio, ma anzi, li elogiò perché avevano avuto sete del sapere e si erano impegnati per dissetarla. Il secondo simbolo della scuola è il ponte di Lucianino; Luciano era un bambino piccolo piccolo che, avendo 36 mucche nella stalla, diceva: “la scuola sarà sempre meglio della merda”. Ogni mattina per raggiungere Barbiana doveva percorrere tutta la valle e, raggiunto il fondo, attraversare un torrente, per poi risalirla; Lucianino saltava sui sassi e un giorno, con il torrente in piena, cadde nell’acqua e quasi congelò. Così i suoi compagni gli misero una tavola di legno, ma questa, d’inverno, venne spazzata via dal fiume che sembrava inarrestabile. Don Lorenzo, allora, persuase i ragazzi a studiare l’intera costituzione italiana, a prendere lezione da Sindacalisti, a prepararsi difficili discorsi. Un anno dopo infatti i ragazzi si presentarono davanti al Sindaco di Vicchio che concesse loro un ponte per Luciano, senza troppe complicazioni. Il terzo simbolo di Barbiana è la vetrata della cappella. I ragazzi, dopo aver passato del tempo in Germania dove impararono la tecnica per costruire delle vetrate, tornati a Barbiana invitarono Don Milani a mettere al posto del Cristo in Croce, un disegno di un bambino-studente. Questo infatti, anche se non è sofferente come Gesù, ha tutti i simboli della religiosità: il vangelo, i sandali, la veste, l’aureola. Fu proprio Don Milani ad adottare il motto “I CARE” letteralmente “m’importa, mi sta a cuore”, in dichiarata contrapposizione con il detto “me ne frego” fascista, il quale verrà poi ripreso da numerose organizzazioni religiose e politiche. Questa frase, scritta di suo pugno su un cartello all’ingresso, riassumeva tutte le finalità educative di una scuola orientata alla presa di coscienza civile e sociale. Dopo il confronto diretto con la realtà di Don Lorenzo Milani, abbiamo avuto la gioia di festeggiare insieme la cerimonia della Domenica delle Palme, per poi dedicarci ad una serata di risate e puro divertimento. Il giorno dopo era arrivato il momento di lasciare Massa: non abbiamo chiuso tutto in una scatola di ricordi; ogni pensiero, ogni riflessione, ogni momento condiviso con amici e insegnanti ci servirà per affrontare quei numerosi obbiettivi che da Giovani Lasalliani ci imponiamo di raggiungere. Non è stata solo un’occasione di crescita spirituale, ma anche un momento che mi ha permesso di confrontarmi con gli altri e di riscoprire lati di me che a volte tengo nascosti. Non sono forse riuscita a chiarire i numerosi dubbi che una Giovane Lasalliana si porta dietro ogni giorno, ma è stato un trampolino di lancio per dare sempre di più, arrivare più in alto. E con questo spirito mi sento pronta a continuare il mio percorso, senza mai cambiare la strada vecchia per la nuova. ÿ30 ÿ Day By Day Alla scoperta di storie e leggende su Bracciano Durante il breve viaggio della III SC., considerata l’esigua distanza, di Bracciano da Roma, accompadi Augusto Migliori gnati dal professor D’Achille e dalla professoressa Volterra, abbiamo chiacchierato, riso e scherzato con quella spensieratezza ed allegria che è difficile trovare sui banchi di scuola, durante le lezioni. La cittadina di Bracciano sorge pittoresca, a 280 metri dalle sponde del suo lago, intorno al celebre castello quattrocentesco degli Orsini, ora Odescalchi. L’importanza di questa famosa meta turistica è legata, infatti, agli Orsini che ne fecero un centro di potere. Il castello domina austero, imponente ed inespugnabile, simbolo di quel pote- re che i feudatari locali si contendevano dalla campagna romana fino al mare. Durante la visita guidata, al suo interno abbiamo appreso che appartenne ai feudatari di Vivo, venne iniziato da Napoleone Orsini intorno al 1478 e potenti sovrani, come Carlo VIII e Papi, come Sisto IV della Rovere vi dimorarono in qualità di ospiti. Così, con la fantasia, immaginavamo i sontuosi banchetti, le congiure che decidevano il destino di popoli, preparati nei saloni che conservano, tutt’ora, i ricchi affreschi dell’epoca, le sculture della scuola di Bernini e gli arredi di lusso. Si narra che il duca di Bracciano, Paolo Giordano, nel 1560, quando il feudo divenne un ducato, vi sposò Isabella de’ Medici, ma poi, innamoratosi di Vittoria Accoramboni, fece uccidere la moglie per infedeltà e anche il marito della sua amante. Il castello, che con questa leggenda si tinge di amore e di morte, passò agli Odescalchi nel XVIII secolo. Provvisto di torrioni cilindrici e pianta poligonale, offre ai suoi visitatori uno splendido panorama sul lago che occupa le cavità crateriche dei monti Sabatini. Seconda tappa della nostra visita è stato il museo dell’Aeronautica Militare, che fu costruito nel 1977 nel luogo in cui all’inizio del ‘900 venne impiantato il primo cantiere sperimentale per la costruzione di dirigibili. Al suo interno è custodito il più antico reperto aeronautico d’Europa: il Pallone Aerostatico Garnerin che, lanciato in Francia durante un evento reale, riuscì ad arrivare in Italia. Vi sono inoltre conservati numerosi apparecchi aerei risalenti alle guerre mondiali l’SVA10, da cui Gabriele D’Annunzio lanciò i volantini della sua campagna interventista. Dopo aver soddisfatto tutte le nostre curiosità grazie alle informazioni forniteci da un ex comandante, ci siamo fermati in un ristorante tipico per il pranzo. Siamo rientrati a Roma con gli animi rallegrati dalla bellezza del paesaggio naturale e dalla straordinaria forza della creatività umana che, anche in questo luogo, ha lasciato i suoi segni duraturi. ÿ32 ÿ ÿ33 ÿ Day By Day IV sc.A Lezione non convincente di ecologia La destinazione della classe IV sc. A quest’anno è stata Montalto di Castro, un piccolo paese della Maremma laziale, l’ultimo della regione Lazio al confine con la Toscana (se sono così preciso è perché ho vissuto là 14 lunghi anni della mia vita!). Certo non è stato un viaggio lungo, ma sicuramente interessante, anche in relazione con il programma di fisica, importante per un liceo scientifico. Infatti, abbiamo visitato la centrale elettrica, celebre perché 20 anni fa circa fu al centro di grandi polemiche, visto che inizialmente era stata progettata per essere una centrale nucleare. Il referendum, nel 1987, bloccò i lavori di costruzione, ed oggi ci ritroviamo un vero e proprio “pezzo da museo”, ovvero un gigantesco reattore quasi completato e ormai rovinato, pieno di crepe e ricoperto da muschio. Un grande progetto andato in fumo. Senza cominciare a parlare delle scelte della politica, torniamo a noi. La nostra visita è iniziata proprio vedendo un plastico che riporta in scala tutta la superficie della centrale, un complesso veramente enorme. A questo, è seguito “un tour” tra sale controlli e generatori di energia. Oggi la centrale è poli-combustibile, quindi la corrente elettrica viene prodotta usando vari combustibili, petrolio e metano soprattutto, ma anche acqua, e a breve verranno attivati addirittura i pannelli fotovoltaici per produrre energia solare. Muniti di elmetto protettivo (anche se non so da cosa ci avrebbe potuto proteggere, visto che anche la più piccola vite era immensa) abbiamo seguito tutto il percorso che ogni singolo volt fa per arrivare nelle nostre case. La sala controlli, circondata a 360 gradi da tutte spie che monitorano ogni singolo elemento della centrale, viene presieduta dai tecnici 24 ore su 24, per garantire la continuità del servizio prevenendo i guasti e aumentando o diminuendo la produzione di corrente a seconda della richiesta. L’energia elettrica, infatti, non può essere conservata, e deve essere immediatamente adattata al nostro voltaggio, distribuita e consumata. La nostra guida, che amava dare nomignoli affettuosi ad ogni impianto, e che in un accesso di affettuosità per qualche minuto si faceva anche ÿ34 ÿ chiamare “zia” da tutti noi, alle nostre domande sull’inquinamento ha preso le difese della centrale, e ci ha garantito che i fumi di scarico, conseguenza inevitabile della combustione, sono ampiamente depurati, e quindi poco nocivi per la nostra salute, e a garanzia ci sono dei rilevatori della qualità dell’aria posti nelle vicinanze della centrale (ma nonostante tutte le parole spese, nutro forti dubbi sull’effettiva purezza dell’aria, visto che tutto il territorio circostante riporta molti più casi di tumori rispetto ad altre zone, e l’inquinamento dell’aria è una tra le cause di questa malattia). Verso mezzogiorno il tempo peggiora, e ci costringe, con nostro sommo dispiacere (ovviamente sono ironico), ad interrompere la nostra visita, che comunque era già quasi giunta al termine. Dopo solo 20 km, che però si sono trasformati in 30 visti i numerosi errori da parte dell’autista, munito di un navigatore satellitare evidentemente non troppo efficiente, arriviamo a Capalbio, dove ci aspetta la seconda parte della nostra gita, ovvero il pranzo! Ovviamente non potevamo non mangiare la specialità locale, ovvero il cinghiale. E così ci siamo lasciati andare a crostini di cinghiale, pappardelle al cinghiale, e per secondo, niente altro che cinghiale. Sazi e dissetati, c’era chi si intratteneva a parlare con la professoressa Taglietti, e chi inve- ce sfidava il professor Cosentino a tressette, che in questo gioco, grazie ai suoi calcoli matematici applicati alle carte, è praticamente invincibile! Storditi dal cibo e dalla pioggia incessante, abbiamo fatto ritorno a Roma. Andare a Montalto per me è stato un po’ scavare nei miei ricordi; anche se mi reco là ogni domenica, la centrale ormai non la vedevo da più da 4 anni. Comunque sia, non si può dire che non ci siamo divertiti durante le nostre visite, anzi, oltre ad essere stato un momento culturale per tutti noi, la gita è stata un buon pretesto per stare tutti quanti insieme, e per rafforzare, quindi, tutti i nostri legami di amicizia! ÿ35 ÿ Day By Day Day By Day Napoli sotterranea di Vanessa Brozzetti e Federico Guerzoni – I Classico B Livia Facciolo – I Classico A È stato molto difficile svegliarsi la mattina del 28 Aprile dovendo partire dalla stazione Termini alle ore 7:19. Eravamo il I Classico A e B, emozionati, ma anche un po’ stanchi, accompagnati dai professori: Malatesta, Testa e Cataluddi. Siamo partiti puntualmente, con una gran voglia di conoscere le meraviglie di Napoli. A Napoli,ci siamo subito incamminati con la guida. Abbiamo visitato per prima una casa tipica napoletana con due stanze, a differenza delle altre che avevano solo una stanza. Particolare di questa casa è il sotterraneo che fino a qualche anno fa veniva utilizzato come cantina per il vino. Successivamente si scoprì che c’era un teatro romano. Poi siamo andati a vedere i sotterranei di Napoli, le meraviglie più nascoste, vecchi acquedotti dove passava l’acqua. L'acquedotto greco, poi ampliato dai Romani, è stato per secoli la primaria fonte di approvvigionamento idrico della città, ma è stato più volte chiuso per il suo essere spesso veicolo di epidemie di peste e colera. Durante la seconda guerra mondiale è stato utilizzato anche come rifugio per i disertori e i suoi pozzi hanno costituito un obiettivo primario dei bombardamenti che Napoli ha subito. Purtroppo è stato anche utilizzato come discarica di rifiuti di vario genere, che sono però stati smaltiti con una tecnica di compressione e rivestimento del suolo. È stato molto emozionante , specialmente quando ad un certo punto abbiamo preso una candela e ci siamo incamminati per una strettoia buia; è stata una sensazione stra- ordinaria, tenebrosa, ma divertente, anche per gli scherzi che il buio induceva a compiere. Inutile aggiungere che l'umidità dell'aria era spaventosa e il buio e il freddo erano i protagonisti indiscussi di quel luogo. Tutti, soprattutto quelli che si dichiaravano claustrofobici, usciti dai sotterranei, erano molto felici di essere tornati all’aperto nonostante la pioggia. Da lì ci siamo diretti verso un ristorante tipico napoletano, dove abbiamo assaporato una autentica pizza napoletana. Assieme ai nostri accompagnatori abbiamo fatto la nostra seconda sosta gastronomica da Gambrinus, una delle più buone e famose pasticcerie napoletane. Anche se pioveva di continuo e non sembrava cessare, alcuni di noi comunque sono andati a fare shopping, tornando a Roma con buste e bustine. Abituati a conoscere Napoli come tipica città mediterranea calda e baciata dal sole, siamo rimasti particolarmente colpiti dall’aspetto piovoso in superficie, umido e buio nei luoghi sotterranei e dai colori grigi caratteristici delle città piovose del nord. Soprattutto non pensavamo che nei sotterranei da noi visitati l’umidità fosse in percentuale così elevata da consentire la vita alle piante, grazie anche all’esposizione di particolari luci artificiali.Un ringraziamento va ai nostri accompagnatori, che ci hanno permesso di fare una bellissima esperienza, visitando luoghi poco conosciuti di questa città per altri aspetti ampiamente nota, e di espandere le nostre conoscenze. ÿ36 ÿ Pompei antica e moderna Roma, 28 aprile 2009. Cielo grigio e minaccioso: l'unico rammarico di due classi frizzanti e tre professoresse serene e rilassate. Con tante cose da vedere e poco tempo da dedicare, l'atmosfera si è subito riscaldata, tenendoci compagnia per tutto il tragitto. Appena arrivati, l'esperienza di uno dei frères della scuola lasalliana ci ha guidato alla scoperta dell'imponente santuario della città, progettato su disegno di Antonio Cua. Terminata la visita, l'istituto Bartolo Longo ha messo a nostra disposizione una grande sala, dove abbiamo consumato tutti insieme un pranzo un po' particolare, basato sul principio del "porta e condividi", che ciascuno di noi ha contribuito a rendere speciale. di Alessia Amato & Francesca Giacomini tristi realtà. Tra tutte, abbiamo avuto modo di venire a contatto in modo più che mai diretto con l'allarmante ignoranza, alla base degli abusi e prevaricazioni largamente diffusi tra i giovani del luogo. Infine, dopo tre ore di viaggio, eravamo di nuovo a Roma, contenti non solo di aver conosciuto qualcosa che non si legge nei libri, né si impara sui banchi di scuola, ma anche di aver capito quanto siamo fortunati ad essere quello che siamo e a vivere dove viviamo. E sullo sfondo grigio di quella giornata è apparso l'arcobaleno: simbolo di speranza che ognuno di quei ragazzi dovrebbe portare nel cuore. Una volta sazi e, se possibile, ancora più euforici, ci siamo rimessi in cammino per le strade di Pompei, alla volta dei celeberrimi scavi dell'antica città, distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Tra i resti più notevoli non possono non essere citati la casa del Fauno, l'Anfiteatro, il Lupanare e il Foro, monumenti riportati nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. E non c'è da meravigliarsi se si pensa che si tratta del secondo sito archeologico più visitato al mondo. Ciò che stupisce, però, è che questo polo di cultura d'interesse internazionale nasconda, o tenti di nascondere, ÿ37 ÿ Day By Day Pompei cristiana e pagana di Nicole Pistilli, Valentina Macaluso Il 28 aprile il quarto e il quinto ginnasio B siamo andati in gita a Pompei, purtroppo il brutto tempo che ci ha inseguito per tutta la giornata. Ci siamo subito diretti verso l'Istituto Bartolo Longo dove frère Salvatore ci ha accolto. Un altro frère ci ha accompagnato a visitare il Santuario della Madonna del Rosario. La struttura interna del santuario è mutata nel corso degli anni: prima era a croce latina ad una navata poi si è espanso ed è diventato a tre navate. Sopra l'altare centrale è ben visibile il quadro della Madonna del Rosario che è stato donato al santuario dal suo stesso fondatore, Bartolo Longo. La facciata ha l’aspetto basilicale ed è caratterizzata da due ordini sovrapposti: l'ordine inferiore in stile ionico presenta centralmente un corpo avanzato in corrispondenza della navata centrale. In questo ordine sono presenti tre arcate che immettono al portico e quindi ciascuna ad una navata. L'ordine superiore segue la disposizione di quello infe- riore nella distribuzione dei pilastri e delle colonne, ma in stile corinzio. Nella parte centrale dell'ordine superiore, ovvero al di sopra dell'arcata maggiore, è situata la loggia papale, caratterizzata da una balaustra di marmo bianco . L'ordine superiore presenta una cornice abbellita da mensole e in mezzo un frontone nel cui timpano è collocato lo stemma in marmo bianco del papa Leone XIII. Finita la visita al Santuario siamo tornati all'Istituto Bartolo Longo, dove abbiamo pranzato tutti insieme con le cose portate da casa. Abbiamo conosciuto gli studenti di quell'Istituto. Ci siamo resi conto delle differenze che dividono il nostro modo di vivere dal loro in quanto non hanno avuto le nostre stesse possibilità di studio a causa di maggiori problemi economici e sociali, anche in considerazione del sottosviluppo del sud rispetto al nord. Nel pomeriggio sempre seguiti dalla pioggia ci siamo recati agli scavi dell'antica città... All'interno dell'antica città si possono ammirare i calchi in gesso solidificato. Questi calchi sono un'idea di Fiorelli. Della vita nella tranquilla città c'è una testimonianza originale e sincera nell'epigrafe e nelle "tabulae ceratae". Le pareti sono ricche di iscrizioni e graffiti dai quali c'è documentata l'organizzazione collegiale dei lavoratori. Giunta l'ora di fare ritorno a Roma siamo andati incontro al pullman dove si è verificato un episodio del tutto spiacevole: un nostro compagno è stato provocato da alcuni ragazzi del posto i quali desiderosi di litigio lo hanno attaccato causando la reazione di un amico che è intervenuto in suo aiuto. Così si è scatenata una rissa che poi è stata placata dalle professoresse. ÿ38 ÿ È stata senza dubbio una bella gita, movimentata, varia e culturalmente densa, specialmente della antica civiltà romana che abbiamo toccato con mano. ÿ39 ÿ Day By Day di Sara D’Itri Todi & Perugia: storia, arte e gastronomia Due Classi, il V ginnasio A ed il II scientifico B , uno stesso scopo: trascorrere una giornata divertente e istruttiva in compagnia dei nostri amici e professori. Le porte di Todi si aprono con la presentazione del Tempio della Conciliazione, grandioso in tutta la sua imponenza, progettato dal Bramante, ed è un tipico esempio rinascimentale di tempio a croce greca. Subito dopo, un interessante approfondimento sulle origini della città, che sorge sulla cima di una collina adagiata sulla valle del Tevere. La seconda tappa, seppur non meno importante è stata presso la chiesa di San Fortunato, dall’architettura francescana vasta ed ariosa, nota per la sua bellezza e per il possesso della cripta in cui riposa il “folle di Cristo”, Iacopone da Todi. Attraversando i vicoletti del borgo abbiamo raggiunto la terza tappa: la piazza, circondata da tre palazzi comunali e dal Duomo. Nonostante la piog- ÿ40 ÿ gia, dopo aver visitato il Duomo, i nostri accompagnatori, il professor Andrea Sicignano per il II scientifico B e la professoressa Barbara Pozzi per il V ginnasio A, ci hanno concesso alcuni momenti di libertà, in cui ognuno di noi ha potuto girovagare per il borgo, non dimenticando l’appuntamento in piazza, dalla quale ci saremmo, poi, spostati versotorante. Il pranzo ci ha tanto deliziati con qualsiasi tipicità locale, che è stato difficile alzarsi e proseguire per la nostra seconda destinazione: Perugia. A Perugia scopriamo l’esistenza di una città nascosta, sotterrata da anni ed anni di storia: Rocca Paolina. Visitando la fortezza, voluta da Paolo III Farnese, lo sguardo è catturato dal suggestivo percorso sotterraneo. Oggi questa rara testimonianza si fonde perfettamente con città. Emersi da Rocca Paolina, ci dirigiamo, armati di ombrelli e sorriso, verso Fontana Maggiore, capolavoro di scultara gotica di Nicola e Giovanni Pisano, e verso il Palazzo dei Priori. Dopo aver conosciuto le bellezze di Perugia, ecco altri momenti di libert, in cui molti si affrettavano a comprare il tipico cioccolato, altri semplicemente ridevano e scherzavano, con l’unico piacere di stare insieme. Un ultimo sguardo all’arco etrusco che chiude le porte della città e poi, tutti sul pullman, raggiunto per mezzo di una simpatica e modernissima minimetro. Il viaggio di ritorno, nonostante la stanchezza, è stato ricco di quell’atmosfera gioiosa per aver trascorso una stupenda giornata insieme. ÿ41 ÿ Sport Trofeo di Atletica fr. Valentino L’Ufficio Scuola della Provincia Italia dei Fratelli delle Scuole Cristiane, diretto da fr. Bernardino Lorenzini, già Preside deldi Goffredo Forconi la nostra Scuola Media, nell’ambito dei Giochi Lasalliani, quest’anno ha ripreso la bella iniziativa del Trofeo di Atletica fr. Valentino Colaluca. I Giochi Lasalliani sono una “piccola Olimpiade” tra le scuole di Italia dei Frères; il trofeo fr: Valentino è un campionato di sola atletica ugualmente tra le scuole dei Frères. Fr. Valentino Colaluca, morto improvvisamente nel 1995, è stato l’ideatore dei Giochi Lasalliani e l’animatore di molte manifestazioni e sensibilizzazioni sportive per tutta la vita. Oltre che un valente insegnante di Matematica egli per tutta la vita ha cercato di convincere le autorità scolastiche della importanza educativa della pratica sportiva nella scuola. Quando lo sport era considerato una perdita di tempo, gli sportivi “giovani senza cervello” e gli operatori sportivi insegnanti di serie B, egli ha portato l’educazione fisica e lo sport alla dignità di insegnamento curriculare nella scuola. Per questo a lui è dedicato il trofeo di Atletica, “la regina degli sport”. Su Time Out fr. Remo Guidi lo ricorda come “un gentiluomo per il quale lo sport non fu qualcosa di aggiuntivo, un optional, ma uno dei poli dialettici della sua vita” L’avv. Sandro Fasciotti, collaboratore di fr. Valentino per molti anni, conclude il suo ricordo del 1995 così: “Non posso esimermi dal ringraziare la cara persona di fratel Valentino, così come avevo fatto in precedenza con altrettante care figure di Fratelli, per essere stato esempio di numerose azioni virtuose ed in ogni caso capace di insegnamenti che rappresentano la sua eredità morale per ognuno di noi”. (Time Out, 1995) Risultati del Collegio S. Giuseppe Istituto De Mérode Il trofeo è diviso in tre categorie (a cura del prof. Goffredo Forconi) Categoria Scuola Elementare Categoria Scuola Media (7 maggio 2009-Acquacetosa) 4° e 5° Elementare = D (MeF) 1° e 2° Media= C2 (MeF); 3° Media = C(MeF) 60 metri D M 80 metri C1 M 2° Romano Michael 9.3 6° 15° Landolfi Lamberto 10.5 12° Mariani Federico 11.7 16° Fornari Nicolò 10.5 12° Damiani Edoardo 12.6 600 metri D M 2° Ottaviani Federico 11° Diofebi Paolo Troisi Luca Lupi Alessandro 800 metri C1 M 3° Gavotti Cesare 2.35.6 2.26.1 7° Ottaviani Ludovico 2.40.7 2.36.2 11° Ricci Umberto 3-.45 10° Catiglia Giacomo 3.20 14° Di Gioia Gianmaria 2.95 Lancio del vortex D M 1° Frappiccini Nicholas 41.28 6° Pinelli Federico 33.70 14° De Fonseca Filippo 26.04 Staffetta 5x50 D M 5° Frapiccini, Ottaviani, Landolfi, Romano 11.1 2.05.1 Salto in lungo D N 4° Boidi Marcello 37.5 2.44.6 Salto in alto C1 M 3° Gianni Ennio 1.37 8° Marzano Alessandro 1.25 Staffetta 4x100 C1 F 4° Fenoaltea-MorbilliCaponnetto-Iaquinta 56.1 80 metri C1 F 2° Manzoli Ludovica 11.6 4° Franceschini Nicole 12.0 5° Sperone Eleonora 12.2 800 metri C1 F 60 metri D F 6° Conso carola 10.1 2° Lombardo Beatrice 2.52.5 7° Sperati Margherita 10.1 4° Loncordia Valentina 2.56.0 Salto in alto C1 F 600 metri D F 10° Casini Livia 2.40.0 Salto in lungo D F 11° Stefanini M. Chiara 2.46 Taballi Giorgia 2.23 Lancio del vortex D F 5° Papa M. Elisabetta 9.78 4° Tomassi Beatrice 1.13 6° Tomasini Diletta 1.10 Salto in lungo C1 F 1° Bellini Federica 4.16 9° Begina Mariasole 3.06 11° Di bagno Delia ÿ45 ÿ 2.87 Trofeo di atletica fr. Valentino 800 metri C2 F Getto del peso C1 F kg. 3 7.42 2° Corsini Nikita 3.01.01 11° Stortoni Benedetta 5.37 5° Troisi Amelie 3.11.08 13° Verga Martina 4.52 6° Del Tosto Ludovica 3.12.04 2° Sforza Caterina Salto in alto C2 F Staffetta 4x100 C1 F 1° Tomassi B.-Franceschini N. Concordia V.- Manzoli L. 1.00.5 80 metri C2 M Del Gallo Beatrice 1.16 3° Gianni Flavia 1.10 4° Andrower Livia 1.05 Salto in lungo C2 F 4° Aggravi Zouev Alez 12.0 6° Palombini Aldo 12.1 4° Dionisio Isotta 3.53 12° Pozzessere Giovanni 12.8 5° Riccardi Laura 3.50 Getto del peso C2 F kg. 2 800 metri C2 M 2.40.4 2° Mari Manuela 6.59 15° Aliero Bruno 3.24.0 7° Petitti M. Cristina 5.40 16° Pignataro Alessandro 3.29.6 13° Di Mattia R. Francesca 4.79 2° Marchetti Edoardo Staffetta 4x100 C2 F 800 metri C2 M 2° Marchetti Edoardo 2.40.4 15° Aliero Bruno 3.24.0 16° Pignataro Alessandro 3.29.6 Salto in alto C2 M 1° Marini Filippo 1.25 2° Stramaccioni L.Paolo 1.20 7° Cecere G.Maria 1.00 Salto in lungo C2 M 1° Fedeli Giulio 4.00 4° Feliziani Leonardo 3.83 6° Gianserra Vittorio 3.76 Getto del peso C2 M kg. 3 4° Giacalone Guglielmo 7.05 8° De Luca Matteo 6.92 9° Falez Stefano 6.84 Staffetta 4x100 C2 M 1° 58.7 60 metri C2 F 1° Calò Mia 11° Barelli Beatrice 2° 9.00 9.9 Calò, Del tosto, Dionisio, Troisi 1.02.02 Categoria Liceo (stadio dell’Acquacetosa-6 maggio2009) Biennio= B (MeF); Triennio = A (MeF) 100 metri AM 1° Contri Filippo 11.8 2° Corsello Andrea 12.1 3° Galoni Andrea 12.4 5° Valsania Cesare 12.5 6° 12.8 Romano Nicolò 400 metri AM 1° Marchetti Valerio 55.9 3° D’Aste Michele 58.3 5° Mazzaferri Davide 59.6 1000 metri AM 1° Gianserra V.- Palombini A. Stramaccioni L.- Marchetti E. ÿ46 ÿ 2° De Giacomo Alessandro 2° Ferrari Manfredi Salto in alto AM 3° Cervelli Niccolò 4° Pacelli Antonio 5° Romano Nicolò ÿ47 ÿ 2.59.7 3.11.3 1.55 Trofeo di atletica fr. Valentino Salto in lungo AM 2° Rocco Leonardo 3° Bonini Gregorio 4° Galoni Andrea Getto del peso AM Kg.5 2° D’Attilio Dennis 3° Carpignoli Adriano 4° Valsania Cesare 7° Fabiani Carlo 5.15 5.09 4.91 11.64 11.35 11.126 10.63 Staffetta 4x100 AM 1° Marchetti-Galoni-Rulli-Contri 47.4 100 metri BM 2° Iannini Lorenzo 3° Ramella Edoardo 12.4 12.5 400 metri BM 3° Margheritini Federico 4° Trifiò Andrea 6° Sebastiani Guglielmo 1.01.4 1.01.7 1.18.7 3.49.3 4.10.9 Salto in alto AF 1° Mottura Elena 2° Siniscalchi Ilaria 3° Bassoli Laura 4° Squillaci M.Teresa 1.32 1.25 1.23 1.15 Salto in lungo AF 2° Norscia Alessandra 3° D’Ambrosio Alice 4° Berni Livia 3.92 3.85 3.75 Getto del peso AF kg. 3 1° Migliorato Giorgia 2° Zichichi Ludovica 3° Macchiuni Chiara 8.35 8.10 7.90 Staffetta 4x100 AF 1° Bassoli-NorsciaCanestri-Giangrossi 59.1 1000 metri BM 1° Mattei Edoardo 4° Schiavone Saverio 3.06.8 3.08.05 Salto in alto BM 3° Pintucci Francesco 4° Sanjust Giorgio 5° Cornetto Galeazzo 100 metri BF 2° Palombini Lavinia 3° Bellini Federica 14.6 14.8 1.50 1.45 1.45 Salto in lungo BM 4° Biotti Alessandro 300 metri BF 1° Percossi Elena 2° Giussani Barbara 3° D’Ambrosio Chiara 49.3 50.7 55.5 4.32 1000 metri BF 1° Casini Flaminia 3.25.6 Salto in lungo BF 5° Bonamico Carola 6° Bozzoni Eleonora 7° Gasparri Clelia 3.62 3.57 3.45 7.29 6.73 6.42 59.6 Getto del peso BM kg.4 1° Maraga Andrea 4° Castellano Antonio 12.33 11.13 Staffetta 4x100 BM 2° Mattei-Santini-Tagliaferri-Nicolella 50.5 ÿ48 ÿ 1000 metri AF 1° Romeo Francesca 2° Monticelli Matilde 100 metri AF 1° Giangrossi Ludovica 4° Canestri Ilaria 14.2 15.2 300 metri AF 2° Baldassi Francesca 3° Bassoli Laura 4° Guiducci Giulia Getto del peso kg. 3 1° Savarese Lucrezia 6° Fagioli Lucrezia 7° Gandola Lucrezia 53.8 54.3 54.7 Staffetta 4x100 BF 1° Bellini-GiussaniD’Ambrosio-Palombini ÿ49 ÿ Sport Campionati di atletica 2009 Biennio 100 mt maschile Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Valsania Cesare V gn A 12"4 13 2° Iannini Lorenzo II sc A 12"9 11 3° Napolitano Antonio IV gn A 13"4 8,5 4° Reverberi Andrea IV gn A 13"4 8,5 5° De Simone Manfredi IV gn A 13"8 6° Vecchio Francesco I sc B 7° Donato Emanuele 8° Gambini 8° Molinari Germani Marco II sc A 1'09"5 7 6° Repole Matteo V gn B 1'10"3 6 7° Fontanelli Dario C. A. II sc A 1'13"0 5 8° Gaudenti Francesco V gn B 1'14"5 4 1000 mt maschile Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Gorgerino Gregorio V gn A 3'08"4 13 7 2° Mattei Edoardo V gn A 3'10"6 11 13"9 6 3° Schiavone Saverio II sc B 3'11"1 9 II sc A 14"4 5 4° Percossi Giulio V gn B 3'11"9 8 Riccardo I sc A 14"5 3,5 5° Boccanelli Paolo II sc B 3'18"4 7 Alberto I sc B 14"5 3,5 6° Transi Tommaso V gn A 3'20"5 6 10° Stefanini Piero IV gn B 14"9 2 7° Alocci Marco IV gn B 3'28"2 5 11° Mattia Alberto IV gn A 16"6 1 8° Montefoschi Lorenzo I sc B 3'28"3 4 FG Margheritini Federico I sc A 13"4 9° Zappacosta Luca IV gn B 4'17"5 3 FG Pelle Alessio II sc A 14"1 10° Balsamo Federico I sc A 4'28"7 2 11° Rosi Damiano I sc B 4'33"8 1 12° Cordaro Valerio IV gn A 4'34"0 Filippo I sc B 4'53"7 200 mt maschile Cognome Nome Classe Tempo 1° Ramella Edoardo II sc B 26"1 13 13° Petrucci 2° Margheritini Federico I sc A 27"9 11 Salto in alto maschile 3° De Carli Francesco I sc B 29"9 9 4° Violante Giuseppe II sc A 30"7 8 5° Mirabile Luca II sc B 30"7 6° Del Giudice Daniele II sc A 7° Nardone Daniele 8° Chung 9° Pellegrini FG Iannini Punteggio Cognome Nome Classe Misura 1° Pintucci Francesco V gn B 1,55 13 7 2° Sanjust Giorgio I sc B 1,45 11 31"1 6 3° Cornetto Galeazzo II sc A 1,45 9 I sc B 31"4 5 4° Russo Antonio IV gn A 1,40 7,5 Seok IV gn B 31"6 4 4° Marchini Alessandro I sc B 1,40 7,5 Luca II sc A 31"7 3 6° Rulli Giacomo II sc B 1,40 6 Lorenzo II sc A 26"5 7° Diana Gianluca II sc B 1,40 5 8° Recchi Rodrigo II sc B 1,40 4 9° Siniscalchi Guglielmo V gn A 1,35 2,5 Edoardo II sc B 1,35 2,5 II sc B 1,35 1 400 mt maschile ÿ50 ÿ 5° Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Sebastiani Guglielmo V gn A 1'03"9 13 10° Cataldi 2° Trifilò Andrea II sc B 1'04"0 11 11° Angelini 3° D'Aste Carlo V gn B 1'05"1 9 12° Di Gioia Luigi I sc B 1,35 4° Cappa Andrea V gn A 1'07"3 8 13° Cocchi Andrea I sc A 1,35 ÿ51 ÿ Tommaso Punteggio 14° Baldi Edoardo II sc A 1,30 10° Pastore Alexandro V gn B 8,67 2 15° Testa Filippo II sc A 1,25 11° Cornetto Galeazzo II sc A 8,66 1 16° Santini Francesco I sc A 1,25 12° Chiavari Giacomo II sc A 8,46 17° Antonini Federico I sc A 1,20 13° Trucco Giorgio IV gn B 8,40 18° Pennazzi Andrea I sc B 1,10 14° Auci Nicolò II sc B 8,38 FG Cervelli Guglielmo II sc A 1,40 15° Mastronardi Guglielmo V gn B 8,27 FG Germani Marco II sc A 1,40 16° Di Risio Jacopo II sc B 8,15 FG Cervelli Leonardo I sc A 1,30 17° Spinelli Lorenzo II sc A 8,00 FG Sciarra Pier Carlo I sc A 1,30 18° Navarra Raffaele I sc B 7,91 19° Romani Leone V gn A 7,43 I sc A 7,38 Salto in lungo maschile Cognome Nome Classe Misura Punteggio 1° Cervelli Guglielmo II sc A 4,29 13 2° Biotti Alessandro V gn A 4,08 11 3° Pensuti Edoardo II sc B 3,83 9 4° Pavoncelli Edoardo II sc B 3,78 8 5° Berionne Giacomo V gn B 3,65 7 6° Crevatin Gianlorenzo II sc B 3,63 6 7° Agates Mattia I sc B 3,57 5 8° Lucaferri Francesco I sc B 3,44 4 9° Vannini Daniele V gn A 3,25 3 10° Coia Alessandro I sc A 3,22 2 11° Prosperi Ettore V gn B 3,16 1 12° Cervelli Leonardo I sc A 3,08 13° Bellini Filippo II sc A 3,04 FG Pistone Edoardo I sc A 3,98 FG Gambini Riccardo I sc A 3,74 FG Chiavari Giacomo II sc A 3,23 FG Ceccarelli Andrea II sc A 2,97 FG Sgrulletti Mauro I sc A 2,39 20° D'Alessandris Leonardo 21° Zhang Hong Zhao V gn A 7,13 22° Leotta Federico II sc A 7,09 23° Masciotta Riccardo I sc A 6,98 24° Mattera Edoardo IV gn A 8,40 25° Colonna Ascanio I sc A 6,34 25° De Rossi Gabriele I sc B 6,34 27° Sgrulletti Mauro I sc A 5,92 FG Valsania Cesare V gn A 11,74 FG Balsamo Federico I sc A 8,26 FG Violante Giuseppe II sc A 8,20 FG Bettini Giovanni I sc B 7,67 FG Testa Filippo II sc A 7,43 Staffetta 1° 2° Getto del peso maschile ÿ52 ÿ Cognome Nome Classe Misura Punteggio 1° Maraga Andrea II sc B 12,39 13 2° Castellano Antonio II sc B 10,86 11 3° Ceccarelli Andrea II sc A 10,57 9 4° Pistone Edoardo I sc A 10,07 8 5° Chirieleison Giorgio II sc B 9,65 7 6° Ceribelli Giacomo IV gn A 9,58 6 7° Gallenzi Filippo V gn A 9,20 5 8° Maffey Alessandro II sc A 9,07 4 9° Pedersoli Carlo V gn A 9,02 3 3° 4° 5° Classe Misura Punteggio II sc B 5'43"5 45 De Carli - Servidei - Bettini Capone - Vecchio I sc B Valentini - Lucaferri - Nardone 5'58"5 40 Fontanelli - Gasparri Cervelli - Trombetti - Pelle Mazza - Cervelli - Donato II sc A 6'13"1 35 IV gn B 6'19"8 30 IV gn A 6'27"7 25 Schiavone - Germani Trifilò - Gandola - Maraga Castellano - Ramella Stefanini - PercossiZappacosta - Giancaspro Alocci - Macaluso Trucco - Chung Ceribelli - Lo Foco Napolitano - Sirna Reverberi - Palombini Russo - De Simone ÿ53 ÿ Triennio 100 mt maschile Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Orsi Carolina IV sc B 13"8 16 2° Oliverio Francesca III cl B 14"9 14 3° Lo Bianco Elisabetta III sc A 15"1 12 4° Simoncelli Ludovica II cl B 15"2 10,5 4° Canestri Ilaria III cl B 15"2 10,5 6° Alvisini Noemi I cl A 15"8 9 7° Cossutta Elena III cl A 15"9 8 8° Violi Gloria III cl B 16"2 7 9° Graux Nicoletta III cl B 16"5 6 10° Valente Nicoletta II cl A 16"7 5 11° Mascagna Francesca II cl A 16"7 4 12° Agates Lucia V sc A 16"8 3 13° Grisolia Martina I cl B 17"3 2 200 mt femminile Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Giangrossi Ludovica I cl A 30"7 16 2° Bassoli Laura V sc B 33"3 14 3° Sala Costanza I cl A 35"0 12 4° Fagioli Fabrizia III cl B 35"3 11 5° Giuliano Domitilla IV sc A 35"4 10 6° Facciolo Livia I cl A 35"7 9 7° Mastrangelo Alessandra II cl B 35"8 8 8° Reali Veronica V sc B 36"3 6,5 8° Amodio Giulia V sc B 36"3 6,5 Federica V sc B 37"2 5 I cl B 56"7 4 10° Baldari 11° Della Vecchia Costanza 400 mt femminile Cognome Nome Classe Tempo 1° Baldassi Francesca II cl A 1'18"0 16 2° Guiducci Giulia V sc B 1'20"1 14 3° Ruffo di Calabria Asia III cl A 1'20"5 12 4° Vezza II cl A 1'24"7 11 Emilia Punteggio 1000 mt femminile Cognome Nome Classe Tempo Punteggio 1° Romeo Francesca III cl B 3'45"1 16 2° Monticelli Matilde III cl A 4'02"6 14 3° Cardinali Domiziana III sc A 4'19"4 12 4° Saponara Martina I cl B 4'23"1 11 5° Mottura Carla II cl A 4'28"1 10 6° Doruk Buket V sc A 4'32"9 9 Getto del peso femminile Staffetta femminile Cognome Nome Classe Misura Punteggio 1° Migliorato M. Chiara I cl B 7,82 16 2° Macchini M. Chiara III sc B 7,76 14 Marchetti - Diodori Santeusanio-Galoni 7° Bernasconi Federica II cl B 4'53"7 8 8° Diodori Benedetta IV sc B 5'37"6 7 3° Zichichi Ludovica III cl A 7,73 12 9° Gori Giovanna IV sc B 6'10"5 6 4° Bergodi Domiziana III cl B 7,58 11 5° Fazzalari Francesca V sc B 7,38 10 6° Munaretto Eleonora I cl B 7,20 9 7° Del Deo Francesca III sc A 6,44 8 Salto in alto femminile Cognome Nome Classe Misura Punteggio 1° Mottura Elena II cl A 1,30 16 2° Siniscalchi Ilaria III cl A 1,25 14 3° Squillaci M. Teresa III cl A 1,20 12 8° Brunetti Ludovica III cl A 6,41 7 4° Ferrone M. Chiara V sc A 1,15 11 9° Lupi Francesca III cl A 6,00 6 5° Caccia Flaminia III sc B 1,10 10 10° Zavanella Maria III cl B 5,85 5 6° Pallotta Francesca II cl B 1,00 9 11° Piola Flavia I cl B 5,85 4 12° Del Gallo Amanda I cl B 5,80 3 Salto in lungo femminile Punteggio 1° Punteggio IV sc B 5'19"0 65 III cl B 5'23"1 60 III sc B 5'23"3 55 V sc B 5'37"6 50 cl A 5'39"9 45 III cl A 5'40"8 40 II clA 5'51"1 35 II cl B 5'58"9 30 V sc A 6'00"3 25 III sc A 6'02"3 20 De Giacomo - Romeo Morlando - Canestri Bottari - Oliverio Saponaro - Sarra 3° Ferrari - Ricci Mazzaferri - Natoli Corsello - Macchini Rulli - Contri 4° De Leonardis - Guiducci Santini - Bassoli Scaravilli - Reali Cognome Nome Classe Misura 1° Norscia Alessandra I cl B 3,9 16 13° Brozzetti Vanessa I cl A 5,76 2 2° Berni Livia I cl B 3,78 14 14° Bianconi Elisa II cl A 5,70 1 3° D'Ambrosio Alice V sc A 3,67 12 15° Vesci Beatrice III sc B 5,60 4° Di Lorenzo Gaia II cl A 3,59 11 16° Di Girolamo Alessia II cl A 5,53 17° Sansone Domitilla I cl B 5,53 Cordaro - Matella D'Aste - Reinero Macchi - Boghi 5° Nikitenko - Sala Lo Foco - AlvisiniI Park - Giangrossi Riggio - Fanetti 5° Rognone Silvia V sc B 3,57 10 6° Natoli Elena III sc B 3,56 9 7° Bozzoni Elisabetta II cl A 3,47 8 18° Andreozzi Carola III sc A 5,50 8° Moscato Flaminia IV sc B 3,44 7 19° Greco Renee I cl A 5,48 9° Valeri Lucrezia III sc B 3,30 6 20° Corsi Francesca IV sc A 5,44 10° Chiarello Anna Maria III cl A 3,29 5 11° Reinero Francesca III cl A 3,28 4 21° Martellini Alessia III sc B 5,35 12° Bandini Camilla II cl B 3,05 3 22° Boldrini Francesca II cl A 5,10 13° Giacomini Livia III cl B 2,99 2 23° Damiani Eleonora III cl B 4,91 14° Esposito Lorelai III cl B 2,76 1 24° Catalano Laura II cl B 4,86 Morlando - Bergodi 15° Bettini Gaia IV sc B 2,75 25° Rosi Elena III cl B 4,84 Benedizione - Sciubba 16° Paganelli Fedra I sc A 2,74 17° Valducci Benedetta I cl B 2,71 26° Nappi Francesca I cl B 4,81 18° Cozzi Veronica I cl A 2,64 27° Rinaudo Vittoria I cl B 4,78 19° Auriemma Carolina V sc A 2,40 28° Rubei Lucrezia V sc B 4,52 Cataldi - Tordi 20° Merilli Giulia I cl A 2,33 29° Montesi Cecilia I cl A 4,20 10° Saltarello - Lo Bianco 21° Livadiotti Sabrina III sc B 2,00 FG Manna Ludovica III sc A 6,44 FG Orsi Carolina IV sc B 4,32 FG Relai Veronica V sc B 6,98 ÿ54 ÿ Misura Frigieri - Orsi Musumeci - Moscato 2° Classe 6° Frasca - Ruffo Lippolis - Moriggi 7° Tavernese-Baldassi Coia-Bozzoni Cotticelli-Mottura Rocco-Sansone 8° Corteggiani - Bernasconi Bonini - Bandini 9° Abolizione - D'Ambrosio Speziale - Auriemma Lomoro - Ferrone Bernardini - Migliori Reali - Cardinali Manni - Molaioni ÿ55 ÿ Sport a cura del prof. Claudio Cristofori Primati di atletica leggera della scuola media Campionato di atletica leggera 2009 scuola media Risultati e classifiche (Stadio della Farnesina - Roma) 80 metri piani femminili 1ª media 1° Calò Mia 2° Barelli Maria Beatrice 3° Lillo Ludovica 400 metri piani maschili 2ª media A 12”26 N.R. B 12”57 C 12”94 80 metri piani maschili 1ª media 80 metri piani femminili 2ª media A 11”91 C 12”71 B 12”80 1° Troisi Amelie 2° Mari Georgeta Manuela 3° Gianni Flavia 11”86 12”66 13”41 1° Marchetti Edoardo 2° Pozzessere Giovanni 3° Marini Filippo B 11”30 C 11”31 B 11”40 1° Concordia Valentina 2° Regina Maria Sole C 1’18”70 N.R. A 1’20”99 C 1’23”11 C 1’23”03 A 1’24”21 C 1’24”28 400 metri piani femminili 2ª media Ad ogni classificato/a in ogni gara saranno attribuiti i seguenti punteggi: 1-2-3-4-5-6- e così fino all'ultimo; alle staffette i seguenti punteggi: 1 - 5 - 9. Solo i migliori due punteggi della categoria masch. e di quella femminile in ciascuna gara, per ogni classe, saranno sommati tra loro; la classe che otterrà il miglior punteggio delle parallele sarà proclamata "Campione d'Istituto" e premiata con coppa. Alla classe che non presenti almeno due iscritti in ciascuna categoria, saranno attribuiti tanti punti quanti ne spettano all'ultimo classificato + 1. ÿ56 ÿ 1° Sansone Allegra Lucilla 2° Geisser Celesia Giulia 3° Giancaspro Giulia A A A 2’49”88 N.R. 2’57”85 3’00”00 A 3’00”83 N.R. C 3’17”90 800 metri piani maschili 2ª media 400 metri piani maschili 1ª media 1° Marchini Andrea 2° Sarra Edoardo 3° Pongelli Guglielmo B A A 800 metri piani femminili 2ª media 400 metri piani femminili 1ª media 1° Corsini Nikita 2° Dionisio Isotta 3° Lillo Ludovica B 3’08”56 C 3’23”95 C 3’30”40 800 metri piani maschili 1ª media 80 metri piani maschili 3ª media 1° Caponnetto Michael 2° Damiani Edoardo 3° Iaquinta Pierpaolo 1’18”81 1’25”95 1’31”18 800 metri piani femminili 1ª media A 11”30 C 11”76 A 12”15 B A B B A B 1° Fenoaltea Enrico Maria B 1’08”37 2° De vito piscicelli Giuseppe A 1’10”36 3° Ruffo di Calabria Pietro C 1’11”08 80 metri piani femminili 3ª media 1° Franceschini Nicole 2° Sperone Eleonora 3° Di Bagno Delia 1° Tomassi Beatrice 2° Sperone Eleonora 3° Villani Valentina 400 metri piani maschili 3ª media 80 metri piani maschili 2ª media 1° Paolombini Aldo 2° Derzhylo Roman 3° Pederzoli Giacomo A 1’14”95 B 1’19”46 C 1’19”71 400 metri piani femminili 3ª media 1° Aggravi Zouev Alexander C 11”97 N.R. 2° Pozzessere Giovanni A 12”25 3° Cecere Gianmaria C 12”34 1° Manzoli Ludovica 2° Ravarini Chiara 3° Malossi Carolina 1° Rosati Vincenzo 2° Fracassi Francesco 3° Gatti Ielizar 1’19”95 1’23”42 1’25”34 1° Gavotti Cesare 2° Buttafuoco Saro 3° Lanzetta Giorgio B 2’39”11 N.R. A 2’58”82 C 3’07”48 800 metri piani femminili 3ª media 1° Carnevali Carolina 2° Tomasini Diletta 3° Sforza Cesarini Caterina B 3’12”08 A 3’21”93 C 3’49”93 800 metri piani maschili 3ª media 1° Ricci Umberto 2° Ottaviani Ludovico 3° Nicolini Carlos Maria ÿ57 ÿ A 2’42”75 N.R. B 2’44”30 C 2’48”11 Sport Primati di atletica leggera della scuola media Salto in lungo maschile 2ª media Salto in alto femminile 1ª media 1° Del Gallo di Roccagiovine Beatrice A 2° Minnetti Francesca B 3° Transi Ilaria A 1° Gavotti Cesare 2° Fedeli Giulio 3° Gatti Ielizar 1,18 1,15 1,03 Salto in lungo femminile 3ª media Salto in alto maschile 1ª media 1° Marini Filippo 2° Cecere Gianmaria 3° Gallo Gennaro A 1,30 C 1,10 B 1,08 Salto in alto femminile 2ª media 1° Concordia Valentina 2° Bulgari Carlotta Leonilde 3° Nicotera Ida A 1,20 A 1,10 C 1,05 B B B 1,20 1,18 1,15 Salto in alto femminile 3ª media 1° Cipriani Emanuela 2° Damiani Edoardo A B 1,30 1,00 Salto in alto maschile 3ª media 1° Gianni Ennio 2° Fenoaltea Enrico Maria 3° Nicolini Carlos Maria C 1,40 B 1,38 A 1,30 Salto in lungo femminile 1ª media 1° Minnetti Francesca 2° Troisi Amelie 3° Dionisio Isotta B B A 3,67 3,50 3,35 Salto in lungo maschile 1ª media 1° Marchetti Edoardo 2° Gianserra Vittorio 3° Feliziani Leonardo B 4,09 B 3,67 C 3,62 Salto in lungo femminile 2ª media 1° Manzoli Ludovica 2° Zane’ Nicole 3° Ravarini Chiara N.R. 1° Franceschini Nicole 2° Di bagno Delia 3° Pensuti Anastasia B B B 3,30 2,91 2,84 Salto in lungo maschile 3ª media 1° Caponnetto Michael 2° Farina Riccardo 3° Ricci Umberto B A A 4,18 4,02 3,74 Lancio del peso femminile da 3 Kg 1ª media Salto in alto maschile 2ª media 1° Stramaccioni Luca Paolo 2° Sala Eugenio 3° De Martino Vincenzo B 3,67 B 3,57 C 3,51 A 3,39 B 2,91 C 2,90 1° Petitti maria cristina B 2° Pascazio chiara A 3° Catalano Gonzaga Malvina B 5,05 4,90 4,22 Getto del peso maschile da 3 Kg 1ª media 1° De Luca Borri Matteo 2° Nenci Francesco Maria 3° Bozzacchi Filippo Maria C 6,06 A 5,90 A 4,85 Getto del peso femminile da 3 Kg 2ª media 1° Regina Maria Sole C 6,32 2° Bulgari Carlota Leonilde A 5,80 3° Di Mattia Francesca Romana C 4,92 Getto del peso maschile da 3 Kg 2ª media 1° Pagano Gianmaria 2° Buttafuoco Saro 3° Arquilla Federico C 8,64 A 7,34 A 7,09 Getto del peso femminile da 3 Kg 3ª media 1° Tommasi Beatrice 2° Verga Martina Nicole 3° Stortoni Benedetta B 6,80 C 5,80 C 5,68 Getto del peso maschile da 3 Kg 3ª media 1° Mastronardi Filippo 2° Ruffo di Calabria Pietro 3° Gianni Ennio ÿ58 ÿ B 10,54 C 9,86 C 9,82 Staffetta 4x100 femminile 1ª media 1° Troisi Amelie B Staffetta 4x100 maschile 2ª media 1’05”78 N.R 1° Stramaccioni Luca Paolo Minnetti Francesca Sala Eugenio Barelli Maria Beatrice Gavotti Cesare Adrower Livia Fedeli Giulio 2° Pascazio Chiara A 1’06”36 2° Casas Carlo Maria Dionisio Isotta Pagano Gianmaria Del Gallo di Roccagiovine Beatrice Lanzetta Giorgio Calo' Mia Derzhylo Roman 3° Marrucco Marta C 1’10”99 3° Rosati Vincenzo Lillo Ludovica Pederzoli Giacomo Gianni Flavia Palombini Aldo Corsini Nikita Buttafuoco Saro Staffetta 4x100 maschile 1ª media 1° Pinelli Federico Maria B 1’03”89 N.R 1° Tomassi Beatrice Franceschini Nicole Marchetti Edoardo Di bagno Delia Gianserra Vittorio Carnevali Carolina A 1’04”44 2° Tomasini Diletta Marchini Andrea Sperone Eleonora Feliziani Leonardo Di troia Rossella Cecere Gianmaria Cipriani Emanuela 3° Sarra Edoardo C 1’04”82 3° Verga Martina Nicole Pozzessere Giovanni Stortoni Benedetta Marini Filippo Sforza Cesarini Caterina De Simone Federico Budini Gattai Francesca Staffetta 4x100 femminile 2ª media 1° Sansone Allegra Lucilla A 1’02”80 N.R 1° Mastronardi Filippo Iaquinta Pierpaolo Geisser Giulia Canali Francesco Concordia Valentina Caponnetto Michael 2° Renzetti Francesca Romana C 1’07”53 2° Zhu Wei Marco Regina Maria Sole Ottaviani Ludovico Ravarini Chiara Morzilli Daniel Gambarini Elisa Damiani Edoardo B C 1’02”80 A 1’04”5 B 1’03”74 A 1’10”67 C 1’12”74 Staffetta 4x100 maschile 3ª media Manzoli Ludovica 3° Zane’ Nicole 1’00”51 Staffetta 4x100 femminile 3ª media Micocci Valerio 2° Sperati Pietro B 1’15”44 3° Ricci Umberto Malossi Carolina Nicolini Carlos Maria De Marchis Ludovica De vito Piscicelli Giuseppe Citi Lorenza Boidi Matteo ÿ59 ÿ B 57”43 C 58”22 A 1’00”18 Sport di Augusto Bartolini Una giornata di sport con un campione Il campione del tennis Stefano Pescosolido, ex Davisman, insieme ad altri due maestri della federazione italiana tennis, ha incontrato gli alunni delle classi prima A e B della scuola primaria Istituto San Giuseppe- de Mérode. L’incontro, organizzato grazie all’interessamento delle mamme degli alunni e del Rotary Club Roma Sud insieme alla Onlus “ Lo sport è vita” si è svolto il 17 aprile 2009; il campione di tennis è venuto presso la nostra scuola e ha incontrato gli alunni delle classi prime nella palestra grande. La palestra per l’occasione era stata allestita, grazie alla collaborazione di volontari del Rotary Club Roma Sud, con tre campetti da tennis e una gimkana con birilli. Gli alunni hanno incontrato Stefano Pescosolido al quale hanno rivolto tante domande e ottenuto risposte esaurienti ai loro quesiti, poi in piccoli gruppi hanno “sfidato” il campione e i maestri in una serie di partitelle. Alla fine tutti i bambini e le maestre hanno ricevuto una medaglia di partecipazione. Finalità di questo incontro è stata quella di stimolare nei bambini l’interesse alla pratica dello sport, al rispetto delle regole, ad un sano agonismo; la testimonianza del campione ha sicuramente toccato le giuste leve nell’animo di tutti i piccoli atleti che hanno partecipato con vero entusiamo all’iniziativa. ÿ60 ÿ ÿ61 ÿ TRATTAM NTO TARM , PARASSITI P LLICC PULITURA CUSTODIA P RI#I IN S D RIPARA#IONI RIM SS A MOD LLO S RVI#IO A DOMICILIO STIRATURA L TTRONICA GRATUITA P LL , R NN , NABU SCAMOSCIATI, CAPI SINT TICI PULITURA SP CIALI##ATA CUSTODIA TAPP TI TRATTAM NTO DI PULI#IA ANTITARMICO CUSTODIA ROMA NORD L.GO G.MACCAGNO 27 TEL 06 35346441 - 06 35450000 ROMA ST VIA CARLO BUTTARELLI 31 TEL 06 2280200 - 06 2280114 www.pulifur.it