F. Bartlett (1932) Remembering Frederic C. BARTLETT (1886-1969) psicologo di Cambridge, laureato in Lettere alla London University, incontra l’antropologo H.R. Rivers, fondatore nel 1897 del Laboratorio di Psicologia di Cambridge, che dirigerà a sua volta dal 1922. Come primo professore di psicologia sperimentale di quell’università, dal 1931 al 1951, fonda, con il suo allievo K. Craik, e dirige l’unità di psicologia applicata del Medical Research Council. Opere: Remembering (1932) Thinking (1956) L’ambiente inglese e gli autori che influenzano Bartlett 1886 Ward (1843-1925) publishes his famous article “Psychology” in the Encyclopaedia Britannica. In it he criticizes associationism and emphasizes the mind’s active engagement with the world. 1897 Philippe publishes his article “Sur les transformations de nos images mentales” 1898-9 Cambridge Anthropological Expedition to the Torres Strait which involved the first systematic experimental study in cross-cultural psychology. The expedition was directed by Haddon (1855-1940), who enlisted the help of Rivers (1864-1922), Myers (1873 – 1946) and McDougall (1871-1938, An Introduction to Social Psychology; 1920 The Group Mind). 1901 The British Psychological Society is founded by Sully, Rivers and McDougall. 1904 The British Journal of Psychology is founded by Ward and Rivers. 1922, muore Rivers e Myers lascia l’università Levy-Bruhl (1857-1969) publishes La Mentalité Primitive. 1925 Halbwachs (1877-1945) publishes Les cadres sociaux de la mémoire., con il concetto di social framework 1951 Humphrey publishes Thinking: An Introduction to its Experimental Psychology, con approccio alla Würzburg Cambridge 1955: J.S. Bruner, K.H. Pribram (teorico della memoria, proporrà il modello dell’ologramma), ecc. Bartlett con l’allievo Donald Broadbent, teorico dell’attenzione come filtro Bartlett precursore del Cognitivismo Bartlett è considerato un precursore del Cognitivismo, in quanto propone il concetto di SCHEMA. Lo schema è una variabile interna, cognitiva, che influenza l’attribuzione di significato al dato percettivo. Bartlett definisce lo schema come"UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265), che determina il comportamento attuale in funzione di tutta una serie di comportamenti precedenti analoghi. La sua ricerca sulla memoria, intesa come funzione, processo connesso con gli altri processi cognitivi: percezione, immaginazione, pensiero, e con l’emozione, è ECOLOGICA poiché usa materiale significativo. Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering G.T.Fechner (1801-87) , E.H.Weber (1795-1878) , A.W.Volkmann, professore di anatomia comparata a Lipsia Georg Elias Müller (1850-1934) psicofisico a Gottinga, inventa il metodo delle coppie associate Hermann Von Helmholtz (1821-1894) fisiologo a Heidelberg, teorico della percezione raziomorfa e dell’inferenza inconscia (teoria tricromatica e teoria locale della codificazione del tono uditivo) Ewald Hering (1834-1918) fisiologo a Praga e Lipsia, fenomenologo innatista (teoria dei processi antagonisti nella visione dei colori, autore di un libro su “La memoria come funzione della materia organizzata”) Wilhelm Wundt (1832-1920) medico, professore di filosofia a Zurigo e Lipsia, dove fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale Carl Stumpf (1848-1936), fenomenologo, allievo di Brentano e Lotze, studioso di psicoacustica e psicologia della musica a Berlino. Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering Diversa da quella di Ebbinghaus, rigorosamente sperimentale, la prospettiva di F. Galton è “attraente per il temperamento britannico” e I metodi statistici sono sviluppati da C.E. Spearman. George Udny Yule (1871-1951), statistico, studia l’associazione degli attributi all’University College di Londra e poi al St. John di Cambridge, dove incontra Bartlett. È vicino a K. Pearson (1857-1936), anche se con il padre del COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE (dipendenza lineare fra due variabili misurate su scala a intervallo) PRODOTTO-MOMENTO r (somma dei prodotti dei punteggi standard divisi per i gradi di libertà) intrattiene un acceso dibattito. Bartlett lo cita per affermare che:“Il fatto stesso che lo sperimentatore sia costretto a usare il metodo statistico costituisce un’implicita critica al suo lavoro sperimentale: dimostra infatti che ha fallito sia nel raggiungere lo scopo ultimo dell’esperimento, sia nell’escluderne elementi di disturbo.”(p.48). Porta ad esempio un problema di statistica anagrafica, il rapporto tra condizioni economiche e frequenza di matrimoni, sostenendo che “si ricorre all’interpretazione in due momenti: prima per mettere in moto l’intera ricerca e poi per verificarne e riordinarne i risultati”(p.50). B. non usa la statistica in Remembering. Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering C.S. Myers (1873-1946), nel 1898 partecipa alla spedizione antropologica organizzata dallo zoologo A.C. Haddon nello stretto di Torres, dove si occupa di musica etnica. Insegna psicologia sperimentale e diventa direttore del laboratorio di psicologia del St. John College di Cambridge sostituendo l’antropologo W.H.R.Rivers (1864-1922) ma è subito rimpiazzato da Bartlett. Durante la I Guerra mondiale con uno staff di psicoterapeuti si occupa dei soldati affetti da trauma psichico (tra i quali il poeta Siegfried Sassoon), per i quali in un articolo su Lancet, conia il termine “Shell shock” (oggi Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), v. dibattito sulle nevrosi di guerra. H. Head (1861-1940, nel 1920 pubblica Studies in neurology), neurofisiologo, amico di Rivers, per studiare la rigenerazione dei nervi periferici si sottopose nel 1903 a un esperimento di recisione del nervo radiale del braccio e tenne un diario della ripresa della sensibilità durante i cinque anni successivi. Cap 1 La critica di Bartlett (1932) a Ebbinghaus (semplificazione degli STIMOLI) Esempio di un pittore, un naturalista e un geologo che, facendo insieme una passeggiata in campagna, notano e ricordano aspetti diversi dello stimolo (paesaggi, organismi viventi e sostanze minerali): presentando loro dei pezzi di roccia (stimoli semplici) le differenze rimangono. “Lo psicologo, più di chiunque altro, non deve aver paura dello stimolo" (p.44). Presentando sillabe senza senso Ebbinghaus voleva semplificare gli stimoli e uniformare le condizioni per tutti i soggetti, ma la standardizzazione delle condizioni esterne non garantisce l'uniformità delle condizioni che determinano le risposte, che dipendono anche dalle abitudini individuali e dall’ambiente in cui il soggetto è vissuto. Sfuggono al controllo ”le condizioni interne dell'individuo” (p.51). “Lo psicologo, che usi o no il metodo sperimentale, ha a che fare non semplicemente con reazioni, ma con esseri umani” (p.53) e dev’essere attento agli atteggiamenti, agli umori, alle tendenze innate (temperamento) e acquisite (carattere) e alle implicazioni sociali della sua ricerca. Cap 1 La critica di Bartlett (1932) a Ebbinghaus (isolamento delle RISPOSTE) Inoltre Ebbinghaus voleva isolare la risposta, separandola dalle altre con cui è normalmente integrata, e studiare “in condizioni molto differenti da quelle effettive della vita di ogni giorno"(p.46), la "MEMORIA PURA" il "ricordo non contaminato da una qualsiasi delle funzioni correlate da cui è accompagnato nella vita di tutti i giorni”(ibidem), ma ciò è impossibile da parte di un organismo complesso integro. Bartlett anticipa qui la critica della mancanza di rilevanza ecologica della ricerca e ammette il SELF-REPORT: "Lo psicologo deve ...accettare come materiale su cui costruire le proprie ipotesi CIÒ CHE IL SOGGETTO GLI RIFERISCE VERBALMENTE" (p.52). B. studia “le condizioni e le fumzioni del ricordo” di materiale simile a quello di ogni giorno e tenendo conto delle differenze individuali e delle implicazioni sociali. In tal modo la memoria non è più una facoltà isolata: "il potere dissolvente della ricerca moderna sembra averla frazionata in un certo numero di funzioni variamente collegate" (p.53). "Il ricordo non è una funzione completamente indipendente, interamente distinta dalla PERCEZIONE, dall'IMMAGINAZIONE, o perfino dal PENSIERO costruttivo, ma è in intima relazione con ciascuno di questi fattori" (p.54) *v. percezioneapprendimento. Cap.2 Esperimenti sulla percezione Presentazione da 1/15 a 1/4 sec. (65-250 msec.) con il tachistoscopio di Hales (a caduta) Riproduzione grafica o descrizione a) Percezione di DISEGNI E CONFIGURAZIONI SEMPLICI 1) figure geometriche semplici, incomplete 2) figure con più dettagli, più o meno interpretabili (es. cornice) 3) figure strutturalmente più complesse, costruite secondo una regola b) DISEGNI DI COMPLESSITÀ PROGRESSIVA, con aumento o diminuzione di dettagli c) RAPPRESENTAZIONI SEMPLICI CONCRETE, oggetti familiari e scene d) MATERIALE FIGURATIVO COMPLESSO, come il quadro di Yeames “Hubert and Arthur” a) Percezione di DISEGNI E CONFIGURAZIONI SEMPLICI 1) figure geometriche semplici, incomplete 2) figure con più dettagli, più o meno interpretabili Tendenza a moltiplicare i particolari di vii, in persone con atteggiamento (attitude) sicuro e frettoloso Cap. 2 Esperimenti sulla percezione Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME “immediatamente e senza riflettere” modella “sia ciò che viene visto, sia ciò che viene ricordato “ (p.62). La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente nei dettagli. Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono: 3) figure strutturalmente più complesse, costruite secondo una regola Riproduzioni di ix, con moltiplicazione di dettagli e condensazione (la prima riproduzione è influenzata dalla figura precedente (2.6) ) b) DISEGNI DI COMPLESSITÀ PROGRESSIVA, con aumento o diminuzione di dettagli La regola di costruzione serve come base di inferenza e guida per l’osservazione. Lo schema crea un atteggiamento di aspettativa, che fa notare le differenze, specialmente le aggiunte, e la figura finale dà impressione di completezza Primi due disegni di una serie che termina con una corona: si crea un atteggiamento di aspettativa, lo schema di costruzione viene usato come base per l’esplorazione e per l’inferenza c) RAPPRESENTAZIONI SEMPLICI CONCRETE, oggetti familiari e scene (Il cartello con il divieto non può essere letto per la velocità di presentazione, ma è riconosciuto come tale; il dito puntato verso un aereoplano, scritto con l’ errore d’ortografia, è interpretato come un cannone durante la I guerra mondiale) d) MATERIALE FIGURATIVO COMPLESSO William Frederic Yeames (1835-1918) artista vittoriano, illustra una scena drammatica del King John di Shakespeare Hubert and Arthur Il principe Arturo Plantageneto (erede legittimo al trono perché figlio di Goffredo, fratello di Riccardo I Cuor di Leone), un bambino di sette anni, con Hubert de Burgh, sicario di re Giovanni (Senza Terra, che nel 1215 firma la Magna Charta) incaricato di accecarlo con un attizzatoio incandescente. Disegni di scene complesse e ambigue, affettivamente attivanti, sono stati usati da H. A. Murray nel Thematic Apperception Test (T.A.T.) un test proiettivo che consiste nel chiedere al soggetto di raccontare una storia per ogni tavola. Le storie vengono siglate nei termini dei bisogni che esprimono. La percezione in Remembering (terminologia) RICERCA DI SIGNIFICATIVITÀ (effort after meaning) come “processo di connessione di una configurazione data con determinati schemi “ (p.63) scelti fra quelli preesistenti. Plan or rule of constructing (ordine di costruzione, arrangement) pattern=configurazione esterna degli stimoli setting or scheme (= schema), sinonimi. Indicano il “modo di stare”, la posizione e la disposizione degli elementi, la loro ambientazione, lo scenario o sfondo in cui si collocano. Altro sinonimo ground, lo sfondo in senso gestaltista. Il ground più lo scheme è la strutturazione figura-sfondo, che non è semplicemente data nello stimolo, ma è costruita come ambiente interno. Lo sfondo è necessario perché emerga qualcosa come figura, ma la scelta interpretativa, il matching con gli schemi preesistenti, avviene in base a un criterio interno, dovuto all'esperienza passata e all'atteggiamento attuale (attitude) che è affettivo e temperamentale. La percezione non è analitica ma alcuni dettagli della situazione percettiva predominano sugli altri e costituiscono un nucleo intorno al quale si organizza tutto il resto; essi “pongono le basi su cui potrà agire la memoria” (p.75). Conclusioni sulla percezione • PREDOMINIO DEI PARTICOLARI (dominating details, nucleo mnestico) • SCHEMI (schemes)* • FATTORI CONNESSI AGLI ATTEGGIAMENTI (attitudes affettivi, interessi legati al temperamento) • PROCESSI INFERENZIALI deduttivi e costruttivi *Gli schemi che rendono possibile la percezione 1) ATTRIBUZIONE DI UN NOME, processo immediato per cui il modello (pattern) visivo si armonizza con (matches) qualche schema o struttura (pattern or arrangement) preesistente nella vita mentale del soggetto e che deve essere considerato operativo (operative) o pronto ad esserlo 2) con materiale complesso e poco familiare, RICERCA DI UN’ANALOGIA 3) determinazione dello schema o sfondo (setting or ground) ricorrendo a UNA REGOLA O A UN ORDINE DI STRUTTURA (a plan or order of arrangement) 4) con materiale molto complesso, esitazione ed EMERGERE DI UN’IMMAGINE SENSORIALE precisa, che forma lo sfondo (ground) Cap.2, p.57 “The experimental psychologist has only to consider that he is professing to deal with biological response, and he will at once realise that so called ‘literal’ or accurate recall is an artificial construction of the armchair, or of the laboratory. Even if it could be secured, in the enormous majority of instances it would be biologically detrimental. Life is a continuous play of adaptation between changing response and varying environment. Only in relatively few cases - and those mostly the production of an elaborately guarded civilisation- could the retention unchanged of the effects of experience be anything but an hindrance. Remembering is a function of daily life and must have developed so as to meet the demands of daily life. So our memories are constantly mingled with our constructions, are perhaps themselves be traited as constructive in character. It is true that they claim the confirmation of past perceptual personal experience; but the claim must not, psichologically speaking, be taken too seriously, for in seeking to reconcile this claim with the fleeting fluidity of life, they inevitably use the ‘mobile’ images wich are regarded as the stuff of imagination” (Remembering, p.16) Il CARATTERE COSTRUTTIVO 1 della percezione e della memoria (Calamari 1995) "Accade che, quando una certa scena viene presentata a un osservatore ed egli non riesce a percepirne che una minima parte, il suo racconto sia, ciò nonostante, molto più ampio... gran parte di ciò che va sotto il nome di percezione è, nel senso più ampio del termine, rievocazione... i vuoti della... percezione vengono riempiti, o con l'aiuto di ciò che ha già sperimentato in situazioni simili o ...con la descrizione di ciò che ...suppone sia 'adatto' o adeguato a quella situazione...senza rendersi minimamente conto di integrare o falsificare i dati della percezione" (p.55) con una "integrazione involontaria dei dati percettivi immediati" (ib.) “…per poter capire come e che cosa si ricorda dobbiamo porlo in relazione con il come e che cosa percepiamo" (p.57). QUI “COSTRUTTIVO” STA PER TOP-DOWN, ASSIMILATORIO O INFERENZIALE AL MOMENTO DELL'ESPERIENZA PERCETTIVA CHE È A SUA VOLTA COSTRUTTIVA (E LA MEMORIA RICOSTRUTTIVA) Immaginazione e atteggiamento affettivo Bartlett osserva “la straordinaria varietà di interpretazioni dello stesso materiale fornite da osservatori differenti” (cap.3, p.72), che dimostra l’intervento dell’IMMAGINAZIONE, soprattutto presentando macchie d’inchiostro del tipo del test di Rorschach (immagini dinamiche, ma in nota B. si dissocia “da qualunque speculazione che riguardi i processi dinamici del cervello”, quindi dall’ipotesi dell’isomorfismo) . Negli esperimenti sulla memoria con il METODO DELLA DESCRIZIONE (cap.4) di una serie di figure (volti di militari di diverso grado) trova TRASPOSIZIONE da un disegno all’altro e INTRODUZIONE di particolari indotti dalle domande o inventati, costruiti ex novo. Importanza dell’ ATTEGGIAMENTO (ATTITUDE) AFFETTIVO, sicuro o cauto ed esitante, di aspettativa, valutativo o critico, di fretta o di chiusura “quello di chi non ha più bisogno di altre domande”. L’atteggiamento “è in gran parte una questione di sentimenti e di affetti. Diciamo che esso è caratterizzato dal dubbio, dall’esitazione, dalla sorpresa, dalla meraviglia, dalla sicurezza, dall’antipatia, dalla repulsione e così via.” (p.271). Tavola del test proiettivo di personalità di Hermann Rorschach (1884-1922) Cap.5 Esperimenti sulla memoria MATERIALE VERBALE SIGNIFICATIVO: un racconto popolare degli indiani d'America, raccolto e tradotto dall'antropologo Franz Boas, ed altri brani di testi di vario genere letterario. Metodo delle RIPRODUZIONI RIPETUTE (cap.5) Dopo aver letto due volte il racconto, riproduzione dopo 15 minuti e a intervalli variabili per ciascun soggetto , fino a 10 anni. Metodo delle RIPRODUZIONI IN SERIE (cap.7), suggeritogli dal matematico Norbert Wiener. La riproduzione del soggetto A viene presentata al soggetto B, che riferisce la sua versione al soggetto C, in una sorta di telefono senza fili, per verificare gli effetti del sommarsi dei cambiamenti introdotti da individui diversi. LA GUERRA DEI FANTASMI Una notte due giovani di Egulac si recarono al fiume a caccia di foche, e mentre si trovavano là scese la nebbia e l’aria diventò stagnante. Udirono allora grida di guerra e pensarono: “Forse si tratta di una spedizione di guerra”. Scapparono verso la spiaggia e si nascosero dietro ad un tronco. C’erano delle canoe che risalivano il fiume, ed essi potevano udire il rumore delle pagaie, e videro che una canoa si dirigeva verso di loro. Dentro c’erano cinque uomini e uno di essi disse: “Che cosa ne dite? Vogliamo portarvi con noi. Stiamo risalendo il fiume per andare a far guerra alla gente.” Uno dei due giovani disse: “Ma non possiedo frecce”. “Le frecce sono nella canoa” , risposero. “Io non verrò. Potrei essere ucciso. I miei parenti non sanno dove sono andato. Ma tu”, disse, rivolgendosi all’altro,”potresti andare con loro”. Così uno dei due giovani andò, mentre l’altro tornò a casa. E i guerrieri continuarono su per il fiume, fino ad una città all’altro lato del Kalama. La gente scese vicino all’acqua, incominciarono a combattere, e molti vennero uccisi. Ma ben presto il giovane sentì dire da uno dei guerrieri “Presto, torniamo a casa. L’indiano è stato colpito”. Allora egli pensò “Oh, sono fantasmi” . Non sentiva dolore, ma essi dicevano che era stato colpito. Così le canoe ritornarono ad Egulac, ed il giovane alla sua casa sulla spiaggia, ed accese il fuoco. E raccontò a tutti: “Pensate, ho accompagnato i fantasmi e siamo andati a combattere. Molti dei nostri compagni sono stati uccisi, come pure molti di coloro che ci attaccarono. Essi dicevano che ero stato colpito, ma io non sentii affatto dolore”. Raccontò tutto questo e poi si calmò. Quando il sole sorse, cadde a terra. Qualcosa di nero gli venne fuori dalla bocca. Il suo volto si contrasse. La gente balzò in piedi e gridò. Era morto. La guerra dei fantasmi Bartlett (1932) distingue soggetti VISUALIZZATORI VOCALIZZATORI nei compiti di memoria di figure e di testi. e Per esempio leggendo La guerra dei fantasmi, i visualizzatori si rappresentano visivamente gli eventi narrati e quando la raccontano sono SICURI di ricordarla esattamente perché descrivono immagini, ma non risultano più accurati, perché le scene visive sono in parte deformate dall ’ IMMAGINAZIONE; i vocalizzatori, più INCERTI, ricordano meglio gli aspetti formali della narrazione e le parole che hanno usato la prima volta che hanno ripassato coscientemente la storia, e tendono a riprodurre senza variazioni la PRIMA VERSIONE del racconto, preoccupandosi di mantenersi coerenti. Tendenza alla RAZIONALIZZAZIONE di particolari strani, che vengono omessi o spiegati (fantasmi, “qualcosa di nero”) o tradotti nelle forme correnti entro il gruppo sociale di appartenenza, con ricerca di coerenza, tempo simpatetico, OMISSIONI e TRASPOSIZIONI relative a titolo, nomi propri, numeri, fantasmi, canoe. Le invenzioni o introduzioni (totem) dipendono dall’uso di immagini visive. Con il metodo della riproduzione in serie si verificano sia semplificazione sia elaborazione con abbellimenti (per duplicazione e ripetizione di particolari v.” mentalità decorativa” di Haddon, p.346). Cap. 10 Teoria della memoria. Verso il concetto di schema (“schema”) Il neurologo sir Henry Head (Studi di neurologia, 1920), propose il termine "SCHEMA" (pl. SCHEMATA) per quel “complesso criterio di riferimento” in relazione al quale vengono valutati i cambiamenti di posizione corporea riconoscibili, prima che vengano alla coscienza, un ipotetico MODELLO POSTURALE INTERNO che guiderebbe il comportamento motorio. Lo schema va distinto dall'IMMAGINE, perché un paziente con una determinata lesione corticale può immaginare la posizione del proprio braccio, ma se gli si fanno chiudere gli occhi e gli si muove il braccio (MOVIMENTO PASSIVO), sente toccare il braccio (SENSIBILITÀ AFFERENTE) ma non ne valuta più la posizione (RICONOSCIMENTO DELLA POSTURA). Per il modello posturale di noi stessi a livello neurologico, Paul Schilder (1935) adotterà l’espressione “SCHEMA CORPOREO”. Critiche di Bartlett a Head 1) Per Head la corteccia cerebrale è “il magazzino delle impressioni passate” che formano dei “modelli organici di noi stessi”. Bartlett critica il concetto di magazzino, notando che gli esperimenti di Head dimostrano soltanto che “certi processi non possono avvenire se il cervello non funziona normalmente”, ma gli stessi effetti di una lesione corticale potrebbero essere prodotti da lesioni di nervi periferici. Argomento ironico: chi ha un furioso mal di denti non può recitare tranquillamente “il mio amore è una rosa rossa”, ma questo non vuol dire che i denti siano un deposito della poesia lirica! 2) Head usa l’espressione “giungere alla coscienza” per gli schemi che, invece, “sono attivi assolutamente senza alcuna consapevolezza”, proprio nei cambiamenti di postura 3) Il termine è inadatto. Meglio”configurazione attiva in sviluppo” o“struttura organizzata” (“organized setting”). Il concetto di schema di Bartlett riunifica corpo e mente, apprendimento implicito e memoria esplicita. Comprende l’esperienza corporea, sensomotoria, e la sua registrazione come tale in un modello generale, che funziona anche senza passare per la coscienza. Il concetto di “schema” di Bartlett Definizione di “schema” (pl. “schemata”) come "UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265), che determina il comportamento attuale in funzione di tutta una serie di comportamenti precedenti analoghi; “…ogniqualvolta vi è un certo ordine o regolarità di comportamento, una risposta è possibile solo in quanto essa è in relazione con altre risposte SIMILI che sono state organizzate in serie, ma che, ciò nonostante, agiscono…come una massa unitaria.” (ib.). Tutti gli impulsi afferenti prodotti dal feedback dei MOVIMENTI ABILI formano “strutture viventi, momentanee” che intervengono nella produzione di ogni risposta di quel tipo, COME UN COLPO IN UN GIOCO VELOCE, tennis o cricket, che non è qualcosa di assolutamente nuovo né la ripetizione di qualcosa di vecchio ed è determinato da tutta una serie di movimenti precedenti, in particolare l’ultimo che precede il colpo, ma non è mai la riproduzione di una serie di movimenti da manuale. Il ricordo è una costruzione attiva basata su schemi in sviluppo che selezionano e interpretano i dati frammentari alla luce di atteggiamenti e interessi del presente. Lo schema non è una traccia mnestica statica, copia della percezione, immagazzinata una volta per tutte, è una struttura organizzata, una configurazione attiva in sviluppo. La memoria secondo i gestaltisti Assimilazione della memoria alla percezione? 1) Evoluzione spontanea della traccia nella direzione della forma buona (completamento, chiusura ecc.) Ricerche di Wulf (1922) ecc. a b 2) Esempio di Gibson (Kofka, 1935) della denominazione che influenza la riproduzione di un disegno: a "pilastri con curva" e b "impronta di piede sulla sabbia del tempo". 3) Rivincita dell’associazione per somiglianza, esempio di Koffka: se percepisco una mela e mi fa venire in mente il paradiso, non è quella mela lì, ma un'altra mela simile che è stata associata al momento dell'apprendimento. Effetto von Restorff (studiato da Hedwig von R.) o effetto isolamento-distintività: l’elemento eterogeneo in un insieme omogeneo viene riconosciuto e ricordato facilmente 4) Aspetti dinamici della memoria Kurt Lewin (1890-1947), al caffè svedese di Berlino, dove animava un gruppo di discussione di giovani psicologhe russe, baltiche e giapponesi, nota che il cameriere, dopo aver riscosso il conto, non ricorda più la cifra. Effetto Zeigarnik (studiato da Bluma Z.): si ricorda meglio un compito interrotto di uno portato a termine IMMAGINAZIONE, COSCIENZA, MEMORIA Bartlett distingue lo schema dall’ IMMAGINE RAPPRESENTATIVA, che astrae alcuni aspetti salienti dello schema e li svincola dalla serie temporale in cui erano inseriti, liberandosi dalla costrizione dell’ordine cronologico degli eventi: “una delle importanti funzioni delle immagini nella vita mentale: estrarre degli elementi dagli schemata” (p.274) mediante la COSCIENZA. Con l’aumento della complessità cognitiva l’organismo acquista “la capacità di agire sui propri ‘schemata’ e costruirli ex novo, passo questo che è cruciale nello sviluppo dell’organismo: con esso si determina dove e perché interviene la coscienza e le si attribuisce la sua fondamentale importanza” (p.270) "La rievocazione è ...una costruzione effettuata in gran parte sulla base dell'atteggiamento (stato o processo psicologico complesso...questione di sentimenti e di affetti), ed il suo effetto generale è quello di fornirne una giustificazione" (p.271) “Il ricordo è un aspetto particolare del problema generale del significato, che si presenta quando l’insieme di un gruppo di stimoli viene trattato e descritto come appartenente alla vita passata del soggetto che ricorda” (p.305). Il CARATTERE COSTRUTTIVO 2 della memoria (Calamari 1995) Ricordare è una risposta biologica e "la vita è un continuo gioco di adattamento tra risposte mutevoli e ambiente variabile" (p.57) per cui sarebbe deleteria la conservazione immutata degli effetti dell'esperienza e "il cosidetto ricordo "letterale" o accurato è una costruzione artificiale fatta a tavolino o in laboratorio" (ib.). "La memoria è una funzione della vita quotidiana...i ricordi...rivendicano la conferma dell'esperienza passata...ma... utilizzano inevitabilmente le immagini mutevoli che sono considerate il materiale dell'immaginazione". ”…pare proprio che sotto l'influenza di un atteggiamento affettivo, alcuni dei particolari forniti nella rievocazione siano stati costruiti ex novo: l'idea della memoria come qualche cosa di costruttivo" (p.103) ne consegue. "COSTRUTTIVO" STA PER IMMAGINATIVO AL MOMENTO DELLA RIEVOCAZIONE Secondo Bartlett occorre liberarsi dal preconcetto "che la memoria sia principalmente o letteralmente duplicativa o riproduttiva" (p.268) perché nel ricordo interviene la costruzione immaginativa. ”…sia nell'individuo che nel gruppo il passato viene continuamente rimaneggiato e ricostruito nell'interesse del presente" (p.386). Psicologia sociale della memoria L’antropologo W.H.R. Rivers, maestro di Bartlett, in The history of Melanesian society (Cambridge 1914) definisce la CONVENZIONALIZZAZIONE come “un processo mediante il quale una qualsiasi forma di espressione artistica introdotta in un ambiente nuovo viene modificata dall’influenza delle convenzioni e delle tecniche, ormai consolidate, proprie delle persone tra le quali viene introdotta. Si tratta sostanzialmente di un processo etnologico” (p.314). Principi per una “STORIA DEL CONTROLLO SOCIALE DEL RICORDO” (p.340). Studiando la memoria degli Swazi nel Transvaal, Bartlett evidenzia uno stile di ricordo letterale che mette in relazione alle abitudini di vita solitaria di questa popolazione di pastori nomadi e ne conclude che un tipo di RICORDO A BASSO LIVELLO, come ricapitolazione meccanica, è valorizzato dove la gente ha molto tempo e non ci sono molti centri di interesse, mentre per l'europeo, abituato alla sintesi semantica, che interroga un indigeno in tribunale, risulta fastidioso. Per capire il modo della narrazione è importante la posizione sociale del narratore entro il proprio gruppo e suoi rapporti con il gruppo che compone l'uditorio . A proposito del ricordo sociale, Bartlett critica l’inconscio collettivo junghiano e nega l’esistenza di un ricordo collettivo vero e proprio, ma ammette l’influenza del gruppo sugli individui e cita lo studio di M.Halbwachs (1925) sui QUADRI SOCIALI DELLA MEMORIA nel gruppo, per esempio la memoria familiare come schema che conferisce un alone ai ricordi di eventi condivisi dalla famiglia o sperimentati da un suo componente.. CONVENZIONALIZZAZIONE e influenza sociale Cap.8 Riproduzioni grafiche in serie “esempio in cui si ottenero da un piccolo gruppo omogeneo una serie di rappresentazioni di una maschera orientale usando il metodo delle riproduzioni successive: la maschera andò progressivamente perdendo tutti i suoi caratteri orientali e ben presto divenne una faccia del tutto comune, con caratteri occidentali” (p.316) “A psychologist who thinks that his work is done, that all that is now needed is the application of a final scheme to new instances, is dead. Psychology will go on and leave him lamenting. Like the reactions it studies, psychology is living and oriented forward: there can be no end to its achievements.” (F.C.Bartlett, 1936, Autobiography, in C. Murchison (ed.) A History of Psychology in Autobiography, Vol. III, Worcester, MA: Clark University Press (p.52). La teoria costruttivista di Jean Piaget (1896-1981) ORGANIZZAZIONE (strutturale) ADATTAMENTO (funzionale) ASSIMILAZIONE conservativa ACCOMODAMENTO innovativo Jean Piaget (Neuchâtel 1896-1980) Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi) STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI Il concetto di “schema” di Jean Piaget Piaget teorizza, all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo, lo schema sensomotorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura cognitiva): AZIONI (Trasformazioni della realtà) INPUT ORGANIZZAZIONE (Trasformazioni interne) Feedback delle azioni (Costruzione degli schemi) Feedback dei risultati (Costruzione delle funzioni rappresentative) Il cambiamento strutturale avviene grazie al feedback = informazione di ritorno sugli effetti dell’azione. La conoscenza dei risultati informa sulla correttezza della prestazione.