F. Bartlett (1932) Remembering
Frederic C. BARTLETT (1886-1969)
psicologo di Cambridge, laureato in Lettere
alla London University, incontra
l’antropologo H.R. Rivers, fondatore nel
1897 del Laboratorio di Psicologia di
Cambridge, che dirigerà a sua volta dal
1922. Come primo professore di psicologia
sperimentale di quell’università, dal 1931
al 1951, fonda, con il suo allievo K. Craik, e
dirige l’unità di psicologia applicata del
Medical Research Council.
Opere:
Remembering (1932)
Thinking (1956)
L’ambiente inglese e gli autori che influenzano Bartlett
1886 Ward (1843-1925) publishes his famous article “Psychology” in the
Encyclopaedia Britannica. In it he criticizes associationism and emphasizes the
mind’s active engagement with the world.
1897 Philippe publishes his article “Sur les transformations de nos images
mentales”
1898-9 Cambridge Anthropological Expedition to the Torres Strait which involved
the first systematic experimental study in cross-cultural psychology. The expedition
was directed by Haddon (1855-1940), who enlisted the help of Rivers (1864-1922),
Myers (1873 – 1946) and McDougall (1871-1938, An Introduction to Social
Psychology; 1920 The Group Mind).
1901 The British Psychological Society is founded by Sully, Rivers and McDougall.
1904 The British Journal of Psychology is founded by Ward and Rivers.
1922, muore Rivers e Myers lascia l’università
Levy-Bruhl (1857-1969) publishes La Mentalité Primitive.
1925 Halbwachs (1877-1945) publishes Les cadres sociaux de la mémoire., con il
concetto di social framework
1951 Humphrey publishes Thinking: An Introduction to its Experimental Psychology,
con approccio alla Würzburg
Cambridge 1955: J.S. Bruner, K.H. Pribram
(teorico della memoria, proporrà il modello
dell’ologramma), ecc.
Bartlett con l’allievo Donald Broadbent,
teorico dell’attenzione come filtro
Bartlett precursore del Cognitivismo
Bartlett è considerato un precursore del Cognitivismo, in quanto
propone il concetto di SCHEMA.
Lo schema è una variabile interna, cognitiva, che influenza
l’attribuzione di significato al dato percettivo.
Bartlett definisce lo schema come"UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA
DELLE REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265),
che determina il comportamento attuale in funzione di tutta una
serie di comportamenti precedenti analoghi.
La sua ricerca sulla memoria, intesa come funzione, processo
connesso con gli altri processi cognitivi: percezione,
immaginazione, pensiero, e con l’emozione, è ECOLOGICA
poiché usa materiale significativo.
Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering
G.T.Fechner (1801-87) , E.H.Weber (1795-1878) , A.W.Volkmann,
professore di anatomia comparata a Lipsia
Georg Elias Müller (1850-1934) psicofisico a Gottinga, inventa il metodo
delle coppie associate
Hermann Von Helmholtz (1821-1894) fisiologo a Heidelberg, teorico della
percezione raziomorfa e dell’inferenza inconscia (teoria tricromatica e teoria
locale della codificazione del tono uditivo)
Ewald Hering (1834-1918) fisiologo a Praga e Lipsia, fenomenologo innatista
(teoria dei processi antagonisti nella visione dei colori, autore di un libro su “La
memoria come funzione della materia organizzata”)
Wilhelm Wundt (1832-1920) medico, professore di filosofia a Zurigo e Lipsia,
dove fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale
Carl Stumpf (1848-1936), fenomenologo, allievo di Brentano e Lotze, studioso
di psicoacustica e psicologia della musica a Berlino.
Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering
Diversa da quella di Ebbinghaus, rigorosamente sperimentale, la
prospettiva di F. Galton è “attraente per il temperamento britannico” e I
metodi statistici sono sviluppati da C.E. Spearman. George Udny Yule
(1871-1951), statistico, studia l’associazione degli attributi all’University
College di Londra e poi al St. John di Cambridge, dove incontra Bartlett. È
vicino a K. Pearson (1857-1936), anche se con il padre del COEFFICIENTE
DI CORRELAZIONE (dipendenza lineare fra due variabili misurate su scala
a intervallo) PRODOTTO-MOMENTO r (somma dei prodotti dei punteggi
standard divisi per i gradi di libertà) intrattiene un acceso dibattito.
Bartlett lo cita per affermare che:“Il fatto stesso che lo sperimentatore sia
costretto a usare il metodo statistico costituisce un’implicita critica al suo
lavoro sperimentale: dimostra infatti che ha fallito sia nel raggiungere lo
scopo ultimo dell’esperimento, sia nell’escluderne elementi di
disturbo.”(p.48). Porta ad esempio un problema di statistica anagrafica, il
rapporto tra condizioni economiche e frequenza di matrimoni, sostenendo
che “si ricorre all’interpretazione in due momenti: prima per mettere in moto
l’intera ricerca e poi per verificarne e riordinarne i risultati”(p.50). B. non usa
la statistica in Remembering.
Autori citati da Bartlett nel cap. 1 di Remembering
C.S. Myers (1873-1946), nel 1898 partecipa alla spedizione antropologica
organizzata dallo zoologo A.C. Haddon nello stretto di Torres, dove si
occupa di musica etnica. Insegna psicologia sperimentale e diventa
direttore del laboratorio di psicologia del St. John College di Cambridge
sostituendo l’antropologo W.H.R.Rivers (1864-1922) ma è subito
rimpiazzato da Bartlett. Durante la I Guerra mondiale con uno staff di
psicoterapeuti si occupa dei soldati affetti da trauma psichico (tra i quali il
poeta Siegfried Sassoon), per i quali in un articolo su Lancet, conia il
termine “Shell shock” (oggi Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), v.
dibattito sulle nevrosi di guerra.
H. Head (1861-1940, nel 1920 pubblica Studies in neurology), neurofisiologo,
amico di Rivers, per studiare la rigenerazione dei nervi periferici si sottopose
nel 1903 a un esperimento di recisione del nervo radiale del braccio e tenne
un diario della ripresa della sensibilità durante i cinque anni successivi.
Cap 1 La critica di Bartlett (1932) a Ebbinghaus (semplificazione degli STIMOLI)
Esempio di un pittore, un naturalista e un geologo che, facendo insieme una
passeggiata in campagna, notano e ricordano aspetti diversi dello stimolo
(paesaggi, organismi viventi e sostanze minerali): presentando loro dei pezzi
di roccia (stimoli semplici) le differenze rimangono.
“Lo psicologo, più di chiunque altro, non deve aver paura dello stimolo" (p.44).
Presentando sillabe senza senso Ebbinghaus voleva semplificare gli stimoli e
uniformare le condizioni per tutti i soggetti, ma la standardizzazione delle condizioni
esterne non garantisce l'uniformità delle condizioni che determinano le risposte, che
dipendono anche dalle abitudini individuali e dall’ambiente in cui il soggetto è
vissuto.
Sfuggono al controllo ”le condizioni interne dell'individuo” (p.51).
“Lo psicologo, che usi o no il metodo sperimentale, ha a che fare non semplicemente
con reazioni, ma con esseri umani” (p.53) e dev’essere attento agli atteggiamenti,
agli umori, alle tendenze innate (temperamento) e acquisite (carattere) e alle
implicazioni sociali della sua ricerca.
Cap 1 La critica di Bartlett (1932) a Ebbinghaus (isolamento delle RISPOSTE)
Inoltre Ebbinghaus voleva isolare la risposta, separandola dalle altre con cui è
normalmente integrata, e studiare “in condizioni molto differenti da quelle effettive
della vita di ogni giorno"(p.46), la "MEMORIA PURA" il "ricordo non contaminato da
una qualsiasi delle funzioni correlate da cui è accompagnato nella vita di tutti i
giorni”(ibidem), ma ciò è impossibile da parte di un organismo complesso integro.
Bartlett anticipa qui la critica della mancanza di rilevanza ecologica della ricerca e
ammette il SELF-REPORT:
"Lo psicologo deve ...accettare come materiale su cui costruire le proprie ipotesi CIÒ
CHE IL SOGGETTO GLI RIFERISCE VERBALMENTE" (p.52).
B. studia “le condizioni e le fumzioni del ricordo” di materiale simile a quello di ogni
giorno e tenendo conto delle differenze individuali e delle implicazioni sociali. In tal
modo la memoria non è più una facoltà isolata:
"il potere dissolvente della ricerca moderna sembra averla frazionata in un certo
numero di funzioni variamente collegate" (p.53).
"Il ricordo non è una funzione completamente indipendente, interamente distinta
dalla PERCEZIONE, dall'IMMAGINAZIONE, o perfino dal PENSIERO costruttivo, ma è in
intima relazione con ciascuno di questi fattori" (p.54)
*v. percezioneapprendimento.
Cap.2 Esperimenti sulla percezione
Presentazione da 1/15 a 1/4 sec. (65-250 msec.)
con il tachistoscopio di Hales (a caduta)
Riproduzione grafica o descrizione
a) Percezione di DISEGNI E CONFIGURAZIONI SEMPLICI
1) figure geometriche semplici, incomplete
2) figure con più dettagli, più o meno interpretabili (es. cornice)
3) figure strutturalmente più complesse, costruite secondo una regola
b) DISEGNI DI COMPLESSITÀ PROGRESSIVA, con aumento o diminuzione di
dettagli
c) RAPPRESENTAZIONI SEMPLICI CONCRETE, oggetti familiari e scene
d) MATERIALE FIGURATIVO COMPLESSO, come il quadro di Yeames “Hubert and
Arthur”
a) Percezione di DISEGNI E CONFIGURAZIONI SEMPLICI
1) figure geometriche semplici, incomplete
2) figure con più dettagli, più o meno interpretabili
Tendenza a moltiplicare i particolari di vii, in persone
con atteggiamento (attitude) sicuro e frettoloso
Cap. 2 Esperimenti sulla percezione
Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con
presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica
L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME “immediatamente e senza riflettere” modella “sia ciò
che viene visto, sia ciò che viene ricordato “ (p.62).
La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente
nei dettagli.
Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono:
3) figure strutturalmente più complesse, costruite secondo una regola
Riproduzioni di ix, con moltiplicazione di dettagli e condensazione (la
prima riproduzione è influenzata dalla figura precedente (2.6) )
b) DISEGNI DI COMPLESSITÀ PROGRESSIVA, con aumento o diminuzione di dettagli
La regola di costruzione serve come base di inferenza e guida per
l’osservazione. Lo schema crea un atteggiamento di aspettativa, che fa
notare le differenze, specialmente le aggiunte, e la figura finale dà
impressione di completezza
Primi due disegni di una serie che termina con una corona: si
crea un atteggiamento di aspettativa, lo schema di costruzione
viene usato come base per l’esplorazione e per l’inferenza
c) RAPPRESENTAZIONI
SEMPLICI CONCRETE,
oggetti familiari e scene
(Il cartello con il divieto
non può essere letto per
la velocità di
presentazione, ma è
riconosciuto come tale;
il dito puntato verso un
aereoplano, scritto con
l’ errore d’ortografia, è
interpretato come un
cannone durante la I
guerra mondiale)
d) MATERIALE FIGURATIVO COMPLESSO
William Frederic Yeames (1835-1918) artista vittoriano, illustra
una scena drammatica del King John di Shakespeare
Hubert and Arthur
Il principe Arturo Plantageneto (erede
legittimo al trono perché figlio di Goffredo,
fratello di Riccardo I Cuor di Leone), un
bambino di sette anni, con Hubert de Burgh,
sicario di re Giovanni (Senza Terra, che nel 1215
firma la Magna Charta) incaricato di accecarlo
con un attizzatoio incandescente.
Disegni di scene complesse e ambigue,
affettivamente attivanti, sono stati usati da H.
A. Murray nel Thematic Apperception Test
(T.A.T.) un test proiettivo che consiste nel
chiedere al soggetto di raccontare una storia
per ogni tavola. Le storie vengono siglate nei
termini dei bisogni che esprimono.
La percezione in Remembering (terminologia)
RICERCA DI SIGNIFICATIVITÀ (effort after meaning) come “processo di connessione di
una configurazione data con determinati schemi “ (p.63) scelti fra quelli preesistenti.
Plan or rule of constructing (ordine di costruzione, arrangement)
pattern=configurazione esterna degli stimoli
setting or scheme (= schema), sinonimi. Indicano il “modo di stare”, la posizione e la
disposizione degli elementi, la loro ambientazione, lo scenario o sfondo in cui si
collocano. Altro sinonimo ground, lo sfondo in senso gestaltista.
Il ground più lo scheme è la strutturazione figura-sfondo, che non è
semplicemente data nello stimolo, ma è costruita come ambiente interno.
Lo sfondo è necessario perché emerga qualcosa come figura, ma la scelta
interpretativa, il matching con gli schemi preesistenti, avviene in base a
un criterio interno, dovuto all'esperienza passata e all'atteggiamento
attuale (attitude) che è affettivo e temperamentale.
La percezione non è analitica ma alcuni dettagli della situazione
percettiva predominano sugli altri e costituiscono un nucleo intorno al
quale si organizza tutto il resto; essi “pongono le basi su cui potrà agire la
memoria” (p.75).
Conclusioni sulla percezione
• PREDOMINIO DEI PARTICOLARI (dominating
details, nucleo mnestico)
• SCHEMI (schemes)*
• FATTORI CONNESSI AGLI ATTEGGIAMENTI
(attitudes affettivi, interessi legati al
temperamento)
• PROCESSI INFERENZIALI deduttivi e costruttivi
*Gli schemi che rendono possibile la percezione
1) ATTRIBUZIONE DI UN NOME, processo immediato per cui il modello (pattern)
visivo si armonizza con (matches) qualche schema o struttura (pattern or
arrangement) preesistente nella vita mentale del soggetto e che deve essere
considerato operativo (operative) o pronto ad esserlo
2) con materiale complesso e poco familiare, RICERCA DI UN’ANALOGIA
3) determinazione dello schema o sfondo (setting or ground) ricorrendo a UNA
REGOLA O A UN ORDINE DI STRUTTURA (a plan or order of arrangement)
4) con materiale molto complesso, esitazione ed EMERGERE DI UN’IMMAGINE
SENSORIALE precisa, che forma lo sfondo (ground)
Cap.2, p.57
“The experimental psychologist has only to consider that he is professing
to deal with biological response, and he will at once realise that so called
‘literal’ or accurate recall is an artificial construction of the armchair, or
of the laboratory. Even if it could be secured, in the enormous majority
of instances it would be biologically detrimental. Life is a continuous play
of adaptation between changing response and varying environment.
Only in relatively few cases - and those mostly the production of an
elaborately guarded civilisation- could the retention unchanged of the
effects of experience be anything but an hindrance. Remembering is a
function of daily life and must have developed so as to meet the
demands of daily life. So our memories are constantly mingled with our
constructions, are perhaps themselves be traited as constructive in
character. It is true that they claim the confirmation of past perceptual
personal experience; but the claim must not, psichologically speaking, be
taken too seriously, for in seeking to reconcile this claim with the fleeting
fluidity of life, they inevitably use the ‘mobile’ images wich are regarded
as the stuff of imagination” (Remembering, p.16)
Il CARATTERE COSTRUTTIVO 1 della percezione e della memoria (Calamari 1995)
"Accade che, quando una certa scena viene presentata a un osservatore ed egli
non riesce a percepirne che una minima parte, il suo racconto sia, ciò
nonostante, molto più ampio... gran parte di ciò che va sotto il nome di
percezione è, nel senso più ampio del termine, rievocazione... i vuoti della...
percezione vengono riempiti, o con l'aiuto di ciò che ha già sperimentato in
situazioni simili o ...con la descrizione di ciò che ...suppone sia 'adatto' o
adeguato a quella situazione...senza rendersi minimamente conto di integrare
o falsificare i dati della percezione" (p.55) con una "integrazione involontaria
dei dati percettivi immediati" (ib.)
“…per poter capire come e che cosa si ricorda dobbiamo porlo in relazione
con il come e che cosa percepiamo" (p.57).
QUI “COSTRUTTIVO” STA PER TOP-DOWN, ASSIMILATORIO O
INFERENZIALE AL MOMENTO DELL'ESPERIENZA PERCETTIVA CHE È A SUA
VOLTA COSTRUTTIVA (E LA MEMORIA RICOSTRUTTIVA)
Immaginazione e atteggiamento affettivo
Bartlett osserva “la straordinaria varietà di interpretazioni dello stesso materiale
fornite da osservatori differenti” (cap.3, p.72), che dimostra l’intervento
dell’IMMAGINAZIONE, soprattutto presentando macchie d’inchiostro del tipo del test
di Rorschach (immagini dinamiche, ma in nota B. si dissocia “da qualunque speculazione
che riguardi i processi dinamici del cervello”, quindi dall’ipotesi dell’isomorfismo) .
Negli esperimenti sulla memoria con il METODO DELLA DESCRIZIONE (cap.4) di
una serie di figure (volti di militari di diverso grado) trova TRASPOSIZIONE da un
disegno all’altro e INTRODUZIONE di particolari indotti dalle domande o
inventati, costruiti ex novo.
Importanza dell’ ATTEGGIAMENTO (ATTITUDE) AFFETTIVO, sicuro o cauto ed
esitante, di aspettativa, valutativo o critico, di fretta o di chiusura “quello di chi non
ha più bisogno di altre domande”.
L’atteggiamento “è in gran parte una questione di sentimenti e di affetti. Diciamo
che esso è caratterizzato dal dubbio, dall’esitazione, dalla sorpresa, dalla meraviglia,
dalla sicurezza, dall’antipatia, dalla repulsione e così via.” (p.271).
Tavola del test proiettivo di personalità di Hermann Rorschach (1884-1922)
Cap.5 Esperimenti sulla memoria
MATERIALE VERBALE SIGNIFICATIVO: un racconto popolare degli
indiani d'America, raccolto e tradotto dall'antropologo Franz Boas, ed
altri brani di testi di vario genere letterario.
Metodo delle RIPRODUZIONI RIPETUTE (cap.5)
Dopo aver letto due volte il racconto, riproduzione dopo 15 minuti
e a intervalli variabili per ciascun soggetto , fino a 10 anni.
Metodo delle RIPRODUZIONI IN SERIE (cap.7), suggeritogli dal
matematico Norbert Wiener. La riproduzione del soggetto A viene
presentata al soggetto B, che riferisce la sua versione al soggetto C,
in una sorta di telefono senza fili, per verificare gli effetti del
sommarsi dei cambiamenti introdotti da individui diversi.
LA GUERRA DEI FANTASMI
Una notte due giovani di Egulac si recarono al fiume a caccia di foche, e mentre si trovavano là
scese la nebbia e l’aria diventò stagnante. Udirono allora grida di guerra e pensarono: “Forse si
tratta di una spedizione di guerra”. Scapparono verso la spiaggia e si nascosero dietro ad un
tronco. C’erano delle canoe che risalivano il fiume, ed essi potevano udire il rumore delle pagaie,
e videro che una canoa si dirigeva verso di loro. Dentro c’erano cinque uomini e uno di essi disse:
“Che cosa ne dite? Vogliamo portarvi con noi. Stiamo risalendo il fiume per andare a far guerra
alla gente.”
Uno dei due giovani disse: “Ma non possiedo frecce”.
“Le frecce sono nella canoa” , risposero.
“Io non verrò. Potrei essere ucciso. I miei parenti non sanno dove sono andato. Ma tu”, disse,
rivolgendosi all’altro,”potresti andare con loro”.
Così uno dei due giovani andò, mentre l’altro tornò a casa.
E i guerrieri continuarono su per il fiume, fino ad una città all’altro lato del Kalama. La gente scese
vicino all’acqua, incominciarono a combattere, e molti vennero uccisi. Ma ben presto il giovane
sentì dire da uno dei guerrieri “Presto, torniamo a casa. L’indiano è stato colpito”. Allora egli
pensò “Oh, sono fantasmi” . Non sentiva dolore, ma essi dicevano che era stato colpito.
Così le canoe ritornarono ad Egulac, ed il giovane alla sua casa sulla spiaggia, ed accese il fuoco. E
raccontò a tutti: “Pensate, ho accompagnato i fantasmi e siamo andati a combattere. Molti dei
nostri compagni sono stati uccisi, come pure molti di coloro che ci attaccarono. Essi dicevano che
ero stato colpito, ma io non sentii affatto dolore”.
Raccontò tutto questo e poi si calmò. Quando il sole sorse, cadde a terra. Qualcosa di nero gli
venne fuori dalla bocca. Il suo volto si contrasse. La gente balzò in piedi e gridò.
Era morto.
La guerra dei fantasmi
Bartlett (1932) distingue soggetti VISUALIZZATORI
VOCALIZZATORI nei compiti di memoria di figure e di testi.
e
Per esempio leggendo La guerra dei fantasmi, i visualizzatori si
rappresentano visivamente gli eventi narrati e quando la raccontano
sono SICURI di ricordarla esattamente perché descrivono immagini,
ma non risultano più accurati, perché le scene visive sono in parte
deformate dall ’ IMMAGINAZIONE; i vocalizzatori, più INCERTI,
ricordano meglio gli aspetti formali della narrazione e le parole che
hanno usato la prima volta che hanno ripassato coscientemente la storia,
e tendono a riprodurre senza variazioni la PRIMA VERSIONE del
racconto, preoccupandosi di mantenersi coerenti.
Tendenza alla RAZIONALIZZAZIONE di particolari strani, che vengono omessi o spiegati
(fantasmi, “qualcosa di nero”) o tradotti nelle forme correnti entro il gruppo sociale di
appartenenza, con ricerca di coerenza, tempo simpatetico, OMISSIONI e
TRASPOSIZIONI relative a titolo, nomi propri, numeri, fantasmi, canoe. Le invenzioni o
introduzioni (totem) dipendono dall’uso di immagini visive.
Con il metodo della riproduzione in serie si verificano sia semplificazione sia
elaborazione con abbellimenti (per duplicazione e ripetizione di particolari v.”
mentalità decorativa” di Haddon, p.346).
Cap. 10 Teoria della memoria. Verso il concetto di schema (“schema”)
Il neurologo sir Henry Head (Studi di neurologia, 1920), propose il termine
"SCHEMA" (pl. SCHEMATA) per quel “complesso criterio di riferimento” in
relazione al quale vengono valutati i cambiamenti di posizione corporea
riconoscibili, prima che vengano alla coscienza, un ipotetico MODELLO
POSTURALE INTERNO che guiderebbe il comportamento motorio.
Lo schema va distinto dall'IMMAGINE, perché un paziente con una determinata
lesione corticale può immaginare la posizione del proprio braccio, ma se gli si fanno
chiudere gli occhi e gli si muove il braccio (MOVIMENTO PASSIVO), sente toccare il
braccio (SENSIBILITÀ AFFERENTE) ma non ne valuta più la posizione
(RICONOSCIMENTO DELLA POSTURA).
Per il modello posturale di noi stessi a livello neurologico, Paul Schilder
(1935) adotterà l’espressione “SCHEMA CORPOREO”.
Critiche di Bartlett a Head
1) Per Head la corteccia cerebrale è “il magazzino delle impressioni passate”
che formano dei “modelli organici di noi stessi”. Bartlett critica il concetto di
magazzino, notando che gli esperimenti di Head dimostrano soltanto che
“certi processi non possono avvenire se il cervello non funziona
normalmente”, ma gli stessi effetti di una lesione corticale potrebbero
essere prodotti da lesioni di nervi periferici.
Argomento ironico: chi ha un furioso mal di denti non può recitare
tranquillamente “il mio amore è una rosa rossa”, ma questo non vuol dire
che i denti siano un deposito della poesia lirica!
2) Head usa l’espressione “giungere alla coscienza” per gli schemi che,
invece, “sono attivi assolutamente senza alcuna consapevolezza”, proprio
nei cambiamenti di postura
3) Il termine è inadatto. Meglio”configurazione attiva in sviluppo” o“struttura
organizzata” (“organized setting”).
Il concetto di schema di Bartlett riunifica corpo e mente, apprendimento
implicito e memoria esplicita. Comprende l’esperienza corporea, sensomotoria, e la sua registrazione come tale in un modello generale, che funziona
anche senza passare per la coscienza.
Il concetto di “schema” di Bartlett
Definizione di “schema” (pl. “schemata”) come "UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE
REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265), che determina il comportamento
attuale in funzione di tutta una serie di comportamenti precedenti analoghi;
“…ogniqualvolta vi è un certo ordine o regolarità di comportamento, una risposta è
possibile solo in quanto essa è in relazione con altre risposte SIMILI che sono state
organizzate in serie, ma che, ciò nonostante, agiscono…come una massa unitaria.” (ib.).
Tutti gli impulsi afferenti prodotti dal feedback dei MOVIMENTI ABILI formano “strutture
viventi, momentanee” che intervengono nella produzione di ogni risposta di quel tipo,
COME UN COLPO IN UN GIOCO VELOCE, tennis o cricket, che non è qualcosa di
assolutamente nuovo né la ripetizione di qualcosa di vecchio ed è determinato da tutta
una serie di movimenti precedenti, in particolare l’ultimo che precede il colpo, ma non è
mai la riproduzione di una serie di movimenti da manuale.
Il ricordo è una costruzione attiva basata su schemi in sviluppo che selezionano e
interpretano i dati frammentari alla luce di atteggiamenti e interessi del presente.
Lo schema non è una traccia mnestica statica, copia della percezione, immagazzinata una
volta per tutte, è una struttura organizzata, una configurazione attiva in sviluppo.
La memoria secondo i gestaltisti
Assimilazione della memoria alla percezione?
1) Evoluzione spontanea della traccia nella direzione della forma buona (completamento,
chiusura ecc.) Ricerche di Wulf (1922) ecc.
a
b
2) Esempio di Gibson (Kofka, 1935) della denominazione che influenza la
riproduzione di un disegno: a "pilastri con curva" e b "impronta di piede sulla
sabbia del tempo".
3) Rivincita dell’associazione per somiglianza, esempio di Koffka: se percepisco
una mela e mi fa venire in mente il paradiso, non è quella mela lì, ma un'altra mela
simile che è stata associata al momento dell'apprendimento.
Effetto von Restorff (studiato da Hedwig von R.) o effetto isolamento-distintività:
l’elemento eterogeneo in un insieme omogeneo viene riconosciuto e ricordato
facilmente
4) Aspetti dinamici della memoria
Kurt Lewin (1890-1947), al caffè svedese di Berlino, dove animava un gruppo di
discussione di giovani psicologhe russe, baltiche e giapponesi, nota che il cameriere,
dopo aver riscosso il conto, non ricorda più la cifra.
Effetto Zeigarnik (studiato da Bluma Z.): si ricorda meglio un compito interrotto di
uno portato a termine
IMMAGINAZIONE, COSCIENZA, MEMORIA
Bartlett distingue lo schema dall’ IMMAGINE RAPPRESENTATIVA, che astrae
alcuni aspetti salienti dello schema e li svincola dalla serie temporale in cui
erano inseriti, liberandosi dalla costrizione dell’ordine cronologico degli
eventi: “una delle importanti funzioni delle immagini nella vita mentale:
estrarre degli elementi dagli schemata” (p.274) mediante la COSCIENZA.
Con l’aumento della complessità cognitiva l’organismo acquista “la capacità di agire
sui propri ‘schemata’ e costruirli ex novo, passo questo che è cruciale nello sviluppo
dell’organismo: con esso si determina dove e perché interviene la coscienza e le si
attribuisce la sua fondamentale importanza” (p.270)
"La rievocazione è ...una costruzione effettuata in gran parte sulla base
dell'atteggiamento (stato o processo psicologico complesso...questione di
sentimenti e di affetti), ed il suo effetto generale è quello di fornirne una
giustificazione" (p.271)
“Il ricordo è un aspetto particolare del problema generale del significato, che si
presenta quando l’insieme di un gruppo di stimoli viene trattato e descritto come
appartenente alla vita passata del soggetto che ricorda” (p.305).
Il CARATTERE COSTRUTTIVO 2 della memoria (Calamari 1995)
Ricordare è una risposta biologica e "la vita è un continuo gioco di adattamento tra
risposte mutevoli e ambiente variabile" (p.57) per cui sarebbe deleteria la
conservazione immutata degli effetti dell'esperienza e "il cosidetto ricordo
"letterale" o accurato è una costruzione artificiale fatta a tavolino o in laboratorio"
(ib.). "La memoria è una funzione della vita quotidiana...i ricordi...rivendicano la
conferma dell'esperienza passata...ma... utilizzano inevitabilmente le immagini
mutevoli che sono considerate il materiale dell'immaginazione".
”…pare proprio che sotto l'influenza di un atteggiamento affettivo, alcuni dei
particolari forniti nella rievocazione siano stati costruiti ex novo: l'idea della memoria
come qualche cosa di costruttivo" (p.103) ne consegue.
"COSTRUTTIVO" STA PER IMMAGINATIVO AL MOMENTO DELLA RIEVOCAZIONE
Secondo Bartlett occorre liberarsi dal preconcetto "che la memoria sia
principalmente o letteralmente duplicativa o riproduttiva" (p.268) perché nel
ricordo interviene la costruzione immaginativa.
”…sia nell'individuo che nel gruppo il passato viene continuamente rimaneggiato e
ricostruito nell'interesse del presente" (p.386).
Psicologia sociale della memoria
L’antropologo W.H.R. Rivers, maestro di Bartlett, in The history of Melanesian society
(Cambridge 1914) definisce la CONVENZIONALIZZAZIONE come “un processo mediante il
quale una qualsiasi forma di espressione artistica introdotta in un ambiente nuovo viene
modificata dall’influenza delle convenzioni e delle tecniche, ormai consolidate, proprie
delle persone tra le quali viene introdotta. Si tratta sostanzialmente di un processo
etnologico” (p.314).
Principi per una “STORIA DEL CONTROLLO SOCIALE DEL RICORDO” (p.340).
Studiando la memoria degli Swazi nel Transvaal, Bartlett evidenzia uno stile di ricordo
letterale che mette in relazione alle abitudini di vita solitaria di questa popolazione di
pastori nomadi e ne conclude che un tipo di RICORDO A BASSO LIVELLO, come
ricapitolazione meccanica, è valorizzato dove la gente ha molto tempo e non ci sono
molti centri di interesse, mentre per l'europeo, abituato alla sintesi semantica, che
interroga un indigeno in tribunale, risulta fastidioso.
Per capire il modo della narrazione è importante la posizione sociale del narratore entro
il proprio gruppo e suoi rapporti con il gruppo che compone l'uditorio .
A proposito del ricordo sociale, Bartlett critica l’inconscio collettivo junghiano e nega
l’esistenza di un ricordo collettivo vero e proprio, ma ammette l’influenza del gruppo sugli
individui e cita lo studio di M.Halbwachs (1925) sui QUADRI SOCIALI DELLA MEMORIA nel
gruppo, per esempio la memoria familiare come schema che conferisce un alone ai ricordi di
eventi condivisi dalla famiglia o sperimentati da un suo componente..
CONVENZIONALIZZAZIONE e influenza sociale
Cap.8 Riproduzioni grafiche in serie
“esempio in cui si ottenero da un
piccolo gruppo omogeneo una
serie di rappresentazioni di una
maschera orientale usando il
metodo delle riproduzioni
successive: la maschera andò
progressivamente perdendo tutti i
suoi caratteri orientali e ben presto
divenne una faccia del tutto
comune, con caratteri occidentali”
(p.316)
“A psychologist who thinks that his work is done, that all that is now needed
is the application of a final scheme to new instances, is dead. Psychology will
go on and leave him lamenting. Like the reactions it studies, psychology is
living and oriented forward: there can be no end to its achievements.”
(F.C.Bartlett, 1936, Autobiography, in C. Murchison (ed.) A History of
Psychology in Autobiography, Vol. III, Worcester, MA: Clark
University Press (p.52).
La teoria
costruttivista
di
Jean Piaget
(1896-1981)
ORGANIZZAZIONE
(strutturale)
ADATTAMENTO
(funzionale)
ASSIMILAZIONE
conservativa
ACCOMODAMENTO
innovativo
Jean Piaget (Neuchâtel 1896-1980)
Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget
STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi)
STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni)
STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI
Il concetto di “schema” di Jean Piaget
Piaget teorizza, all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo, lo schema sensomotorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968)
disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura
cognitiva):
AZIONI
(Trasformazioni della realtà)
INPUT
ORGANIZZAZIONE
(Trasformazioni interne)
Feedback delle azioni
(Costruzione degli schemi)
Feedback dei risultati
(Costruzione delle funzioni rappresentative)
Il cambiamento strutturale avviene grazie al feedback = informazione di ritorno sugli
effetti dell’azione. La conoscenza dei risultati informa sulla correttezza della prestazione.
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