Ve r o n a
Palazzo della Gran Guardia
5 luglio / 5 ottobre 2014
c a rt e l l a s ta m pa
contenuti
Comunicato stampa della mostra
Scheda informativa
Colophon
Testi istituzionali
Introduzione dei curatori dal catalogo
Sezioni della mostra
Il restauro del Convito in Casa di Levi
Biografia
Elenco delle opere
Gli itinerari del Veronese in Veneto
Scheda catalogo
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Sommario
Ve r o n a
Palazzo della Gran Guardia
5 luglio - 5 ottobre 2014
L’arte di Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) torna nella sua città natale con una mostra
dedicata alla sua figura e alla sua opera, promossa e organizzata dal Comune di Verona, Direzione
Musei d’Arte e Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza
per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in
associazione con la National Gallery di Londra.
L’esposizione, allestita nel monumentale Palazzo della Gran Guardia di Verona, si colloca a distanza di ventisei anni dalla rassegna Veronese e Verona tenutasi nel 1988 al Museo di Castelvecchio ed
è curata da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e Bernard Aikema, dell’Università degli Studi di Verona.
Il Veronese ebbe la sua formazione nella Verona di Giovanni Caroto, Antonio Badile e soprattutto Michele Sanmicheli, per poi trasferirsi e svolgere la parte centrale della sua carriera a Venezia,
della cui scena artistica fu uno dei principali protagonisti insieme a Tiziano Vecellio e Jacopo
Tintoretto. Guidò un’operosa bottega, assistito, tra gli altri, dal fratello Benedetto e dai figli Carlo
e Gabriele, che portarono avanti l’attività dopo la sua morte.
In mostra sono esposte oltre 100 opere, fra dipinti e disegni, provenienti dai più prestigiosi
musei italiani ed internazionali, tra cui la Gemäldegalerie di Dresda, la National Gallery of Scotland di Edinburgo, il Museo degli Uffizi di Firenze, Palazzo Rosso di Genova, il British Museum
e la National Gallery di Londra, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Museo Nacional del
Prado di Madrid, la Pinacoteca Estense di Modena, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, le
Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la National Gallery
of Art di Washington.
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Comu n i c a t o S t a m p a
La mostra monografica è la prima di tale ampiezza in Italia dopo quella memorabile curata da
Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939 e presenta Paolo Veronese attraverso 6 sezioni espositive: la formazione, i fondamentali rapporti dell’artista con l’architettura e gli architetti (da
Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino a Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e
mitologici, la religiosità, e infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo
lavoro.
Oltre ad un'ampissima scelta di capolavori dell'artista, la mostra comprende una serie di disegni
eccezionale per numero, qualità e varietà tematica e tecnica, con l'obiettivo di testimoniare il
ruolo della progettazione e riflessione grafica non solo nel percorso creativo di Paolo ma anche
nella dinamica produttiva del suo atelier.
Il percorso si conclude con la presentazione dell'importante restauro di La Cena in casa di Levi, già
in San Giacomo alla Giudecca a Venezia, di proprietà delle Gallerie dell'Accademia e in deposito
presso il Comune di Verona. L'intervento ha messo in luce la tavolozza del telero (5,50 x 10 metri), saldato nel 1591 alla bottega del Caliari che continuò per qualche anno il lavoro dell'artista
anche dopo la sua morte, sotto il nome di Haeredes Pauli.
La mostra è integrata da diversi itinerari pensati per scoprire le opere di Paolo Veronese
conservate a verona - nelle chiese di San Giorgio in Braida, San Paolo e al Museo di Castelvecchio
- a Vicenza, Bassano del Grappa, Maser, Castelfranco Veneto, Padova e Venezia.
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Comu n i c a t o S t a m p a
Titolo Paolo Veronese. L’illusione della realtà
Sotto l’alto Patronato
del Presidente della Repubblica
A cura di Paola Marini e Bernard Aikema
Sede
Verona, Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra
Apertura 5 luglio - 5 ottobre 2014
Promossa e prodotta da
Comune di Verona
In collaborazione con
Università degli Studi di Verona
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici
per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
In associazione con The National Gallery, London, a completamento della loro mostra
Veronese: Magnificence in Renaissance Venice (19 marzo – 15 giugno 2014)
Organizzazione
comunicazione
e catalogo
Electa
Con il sostegno di Regione Veneto, Provincia di Verona, Camera di Commercio di Verona
Wine Top, Fondazione Cariverona, Cattolica
Banca Popolare di Verona, Save Venice, Amici dei Civici
Musei d’Arte di Verona, Inner Wheel-Club Verona
Con il contributo di
Falconeri che ha reso possibile il trasferimento e la movimentazione
delle opere provenienti dalla National Gallery di Londra
NCTM e l’arte – un progetto di NCTM Studio Legale Associato,
Riello Industries, Belluzzo & Partners, Sdg Group, Allegrini
Con il supporto di Stiftung Wolfgang Ratjen, Villa I Tatti
Si ringraziano
UniCredit
Veronesi Holding s.p.a.
Sponsor tecnico
Fedrigoni, APICE
Media Partner Corriere della Sera
4
Sc he d a I n f o r m a t i va
Orari dal lunedì al giovedì, sabato e domenica: dalle 10.00 alle 21.00
venerdì: dalle 10.00 alle 22.00 (chiusura biglietteria un’ora prima)
Ingresso Intero 12 euro
Ridotto 9 euro: studenti di 18 anni, studenti universitari con libretto,
oltre i 65 anni, possessori biglietti di ingresso ai Musei Civici di Verona,
possessori biglietto di ingresso “Torre dei Lamberti + GAM”, possessori
Verona Card, possessori di carta ICOM, possessori di ATV MoVer
Card, biglietto ATV giornaliero, trigiornaliero, settimanale, possessori di
biglietto ferroviario DB-ÖBB EuroCity, possessori del biglietto
delle mostre del circuito Scopri il Veneto di Veronese
Ridotto 6 euro: minorenni (7-17 anni), accompagnatori di disabili
Gratuito: bambini fino a 6 anni, disabili, dipendenti MiBAC,
giornalisti con patentino, guide turistiche con patentino
Informazioni prenotazioni
visite guidate
www. geticket.it
call center 848 002 008 (dal lunedì a sabato ore 9.00-18.00)
prevendita: 1,22 euro
Audioguida compresa nel prezzo del biglietto per privati, tranne
nel caso di visitatori con ingresso gratuito per i quali il costo è di 5 euro
Servizi didatticiAster srl
tel. 045 8036353 - tel. 02 20404175
da lunedì a venerdì: 9.00-13.00 / 14.00-16.00
[email protected]
Eventi e iniziative speciali
www.mostraveronese.it
Ufficio stampa
Electa
Ilaria Maggi
tel. 02 71 046 250
[email protected]
Responsabile comunicazione
Monica Brognoli
tel. 02 71 046 456
[email protected]
Social media
facebook.com/ElectaEditore
facebook.com/PaoloVeronese2014
@ElectaEditore
@MCastelvecchio
#mostraveronese
#restaurocenalevi
#aspettandoveronese
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Sc he d a I n f o r m a t i va
PROMOSSA E PRODOTTA DA
IN ASSOCIAZIONE CON
IN COLLABORAZIONE CON
ORGANIZZAZIONE
E COMUNICAZIONE
CON IL SOSTEGNO DI
CON IL CONTRIBUTO DI
SI RINGRAZIANO
CON IL SUPPORTO DI
Unicredit
Stiftung
Wolfgang Ratjen
Veronesi Holding s.p.a.
SPONSOR TECNICO
Villa I Tatti
SCOPRI LA MOSTRA CON
App
Corriere
Eventi
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Colophon
Comitato di consultazione
Giovanna Damiani
Sergio Marinelli
Stefania Mason
Loredana Olivato
Nicholas Penny
David Rosand
Saverio Urciuoli
Cura della mostra
Paola Marini, Bernard Aikema
Grafica in mostra
Centro Allestimenti
con Metodo: Paolo Palma,
Marcello Piccinini, Alessio
Romandini
Direzione della mostra
Paola Marini
Sindaco di Verona
Flavio Tosi
Il motivo decorativo è una
elaborazione grafica del rilievo
eseguito da Paola Frattaroli
del lampasso dell’abito della
santa nel Matrimonio mistico
di santa Caterina (cat. 2.12)
Consigliere incaricato attività
culturali del Comune di Verona
Antonia Pavesi
per il Comune di Verona
hanno collaborato
Segreteria e Direzione Generale,
Ufficio Stampa, Segreteria
del Sindaco, i Coordinamenti
e Settori Cultura, Turismo, Gare
Contratti e Appalti, Bilancio
e Contabilità, Datore di lavoro
per la sicurezza, Economato,
Edilizia Monumentale, Galleria
d’Arte Moderna, Impianti
Tecnologici, Istruzione, Lavori
Pubblici, Manifestazioni,
Manifestazioni – Servizio Serre
e Addobbi, Patrimonio, Polizia
Municipale, Strade e Giardini
Per la Soprintendenza
per i beni storici, artistici
ed etnoantropologici per le
province di Verona, Rovigo
e Vicenza hanno coordinato:
Saverio Urciuoli, Chiara
Scardellato, Cinzia Mariano
Direzione dell’Area Cultura
Gabriele Ren
con Lucia Rizzoli, Maria Grazia
Galdiolo, Marco Marchese,
Roberta Bordignoni, Roberto
Vassanelli, Erica Sfredda, Alberta
Dalle Pezze, Fiorella Giardini,
Elena Airoldi, Domenico Zugliani
Apparati multimediali
Alca Impianti
con Tecno Service Verdari
Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona:
Alba Di Lieto, Ketty Bertolaso,
Oscar Scattolo
Ricostruzione virtuale
di villa Soranzo
Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona:
Alba Di Lieto, Ketty Bertolaso,
Ilaria Turri
Laboratorio MeLa, IUAV Venezia:
Malvina Borgherini, Rita El Asmar, Gianluca Asmundo
con l’apporto di
Diana Gisolfi
Beatrice Zardini
Segreteria scientifica
e organizzativa
Ilaria Turri
con il supporto di
Chiara Tranquillità, Giulia Adami,
Sonia Chianchiano
Amministrazione
Cinzia Soffiati, Paola Sancassani
Gare e contratti
Chiara Bortolomasi
con Marco Burlacchini, Rita
Consolini, Lucia Zenari
con la collaborazione di
Cinzia Soffiati
Documentario
“Paolo Veronese”
Comunicare sas: Mauro Zardetto
con Luca Baldin
Servizio Manifestazioni
del Comune di Verona
Alberto Marchesini
con Stefano Cavalca, Stefano
Benetti, Loredano Bertaiola
Segreteria
Alberta Faccini, Daniela Bonetti,
Paola Borinato, Maria Cristina
Rodegheri
Gestione del personale
Fabia Pinali
Servizio Manutenzioni
e Allestimenti della Direzione
Musei d’Arte Monumenti
del Comune di Verona
Alba Di Lieto, Oscar Scattolo,
Ketty Bertolaso, Fabio Guardini,
Arianna Strazieri, Ivan Tommasi
Attività didattiche
e formative
Margherita Bolla
con la collaborazione di
Giulia Sartea
Aster: Silvia Cernuschi, Giorgia
Fraizzoli
Impianti tecnologici
e Controllo climatico
Settore Impianti Tecnologici
del Comune di Verona: Mauro
Ionta, Mariano Mazzi, Claudio
Menegatti, Giuseppe Santi,
Francesco Liboni, Adriano Perlini
Cofely: Andrea Anoardo, Roberto
Menegolo
GIE Impianti: Paolo Mutinelli
Conferenze a cura di
Antonella Arzone, Ilaria Turri
Progetto di allestimento
Alba Di Lieto
con Nicola Brunelli
con la collaborazione di
Ketty Bertolaso
Manutenzione Palazzo
della Gran Guardia
Area Lavori Pubblici del Comune
di Verona: Luciano Ortolani
Settore Edilizia Monumentale
del Comune di Verona: Sergio
Menon, Viviana Tagetto, Mila
Bobbo, Aurelio Zemiglian
Allestimento
Centro Allestimenti
VeronaFiere Servizi
Testi in mostra
Thomas Dalla Costa
con Carlo Corsato
Traduzioni
Antony Bowden
Richard Sadleir
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Colophon
Sicurezza ed evacuazione
del pubblico
Settore Datore di lavoro unico
sicurezza lavoro del Comune di
Verona: Valerio Petronilli, Claudio
Pierini
Direzione Musei d’Arte
Monumenti del Comune di
Verona: Alba Di Lieto, Arianna
Strazieri
Progetto Impianti di sicurezza
Oscar Scattolo
Allestimento floreale
Settore Manifestazioni del
Comune di Verona - Servizio
Addobbi Floreali e Serre: Angelo
Mazzucco
Coordinamento
movimentazione opere
Gondrand: Giovanna Gotti,
Simone Neri
Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona:
Ettore Napione, Ilaria Turri
con Oscar Scattolo, Sara
Rodella, Arianna Strazieri,
Fabio Guardini
Trasporti
Gondrand
Apice
Constantine
Controllo e consulenza
tecnico-scientifica dello stato
conservativo delle opere
in mostra
Soprintendenza per i beni storici,
artistici ed etnoantropologici
per le province di Verona, Rovigo
e Vicenza: Chiara Scardellato,
Guglielmo Stangherlin
Direzione Musei d’Arte
Monumenti del Comune
di Verona: Ettore Napione,
Sara Rodella, Ilaria Turri
con Stefania Stevanato
Assicurazioni
Si ringrazia il Ministero
dell’Economia e delle Finanze e il
Ministero per i beni e le attività
culturali e del turismo, che hanno accordato la garanzia statale
sostitutiva dell’assicurazione e in
particolare:
Ministero per i beni
e le attività culturali
e del turismo: Direzione
Generale per la valorizzazione
del patrimonio culturale
Anna Maria Buzzi
Servizio I – Valorizzazione
del patrimonio culturale,
programmazione e bilancio
Manuel Roberto Guido
Marcello Tagliente
Ufficio Garanzia di Stato
Antonio Piscitelli
Direzione Regionale per i beni
culturali e paesaggistici
del Veneto
Ugo Soragni
con la collaborazione di
Elisabetta Francescutti
Soprintendenza
per i beni storici, artistici
ed etnoantropologici
per le province di Verona,
Rovigo e Vicenza
Saverio Urciuoli
con la collaborazione di
Federico Cetrangolo
Soprintendenza per i beni
architettonici e paesaggistici per le province di Verona,
Rovigo e Vicenza
Gianna Gaudini
con la collaborazione di
Rosa Distefano
Opificio delle Pietre Dure
Marco Ciatti
con la collaborazione di
Francesca Ciani Passeri
Servizio III – Tutela del patrimonio storico-artistico ed
etnoantropologico
Direzione Generale per
il paesaggio, le belle arti,
l’architettura
e le arti contemporanee
Marica Mercalli
con la collaborazione di
Daniela Cecchini
Paola Regoli
Ministero dell’Economia
e delle Finanze, Ragioneria
Generale dello Stato
Ispettorato Generale del Bilancio, Ufficio IX
Rosario Stella
con la collaborazione di
Sebastiano Verdesca
Carla Russo
Corte dei Conti, Ufficio di controllo sugli atti del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca, del Ministero
per i beni e le attività culturali
e del turismo, del Ministero
della Salute e del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali
Maria Elena Raso
Lina Pace
Assicurazioni commerciali
Aon spa:
Laura Pettenazzi, Laura Brazzini,
Anna Cotta Ramusino
Cattolica Assicurazioni:
Massimo Antonarelli, Emanuele
Riva, Stefano Lucia
Servizi di guardiania
Auser
SN
Giorgio Tagliaferro
Claudia Terribile
Chiara Tranquillità
Wouter Wagemakers
Alessandra Zamperini
Giulia Zanon
Beatrice Zardini
Servizi di vigilanza armata
North East Services
Revisione testi
Gianni Peretti
Electa
Traduzione testi in catalogo
Laura Guidetti
Tessie Vecchi
Coordinamento
Anna Grandi
Roberto Cassetta
con Chiara Brighi
Editoria
Carlotta Branzanti
con Alessandra Olivari
Impaginazione e redazione
del catalogo
Dario Tagliabue, Giorgio Gardel,
Laura Guidetti, Rossella Savio
Merchandising
Valérie Béliard
Ricerca iconografica
Marta Alvarez
Progetto grafico
Designwork
Elisa Serra
Ringraziamenti
Esprimiamo le più viva gratitudine per il loro generoso apporto
ai musei, ai collezionisti e alle
istituzioni senza i quali questa
mostra non sarebbe stata possibile
Amburgo, Hamburger Kunsthalle, Kupferstichkabinett
Bergamo, Comune di Bergamo,
Accademia Carrara
Berlino, Staatliche Museen:
Gemäldegalerie
Kupferstichkabinett
Caen, Musée des Beaux-Arts
Castelfranco Veneto, Chiesa
di Santa Maria Assunta
e di San Liberale
Città del Vaticano, Musei Vaticani
Dresda, Gemäldegalerie Alte
Meister, Staatliche Kunstsammlungen
Edimburgo, Scottish National
Gallery
Firenze, Soprintendenza Speciale
per il Polo Museale Fiorentino:
Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi
Galleria degli Uffizi
Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Genova, Musei di Strada Nuova,
Palazzo Rosso
Jaromerice, The National Institute for the Protection and
Conservation of Monuments and
Sites in České Budějovice, Castle
Jaroměřice nad Rokytnou
Kassel, Museumslandschaft
Hessen Kassel, Graphische
Sammlung
Leeds, Harewood House Trust
Lille, Palais des Beaux-Arts
Londra, The National Trust, Ham
House
Londra, The British Museum
Londra, The National Gallery
Los Angeles, The J. Paul Getty
Museum
Madrid, Museo Nacional del
Prado
Milano, Pinacoteca di Brera
Modena, Galleria Estense
Monaco, Staatliche Graphische
Sammlung
New York, The Metropolitan Museum of Art
New York, The Pierpont Morgan
Library
Oxford, The Governing Body of
Christ Church
Parigi, École nationale supérieure
Comunicazione
e Ufficio stampa
Monica Brognoli
Ilaria Maggi
con la collaborazione di
Ufficio stampa del Comune
di Verona: Roberto Bolis
con Rossella Lazzarini, Erika
Righetti
Marketing
Paola Simeone
Social
Laura Atie
con la collaborazione di
Giulia Adami
Libreria
Laura Baini
Chiara Circolani
Audioguide
Antenna International
Biglietteria e prevendita
Unicredit
Cura del catalogo
Paola Marini, Bernard Aikema
Testi
Bernard Aikema
Amalia Donatella Basso
Anna Maria Bava
Fabrizio Biferali
Linda Borean
Beverly Louise Brown
Enrica Camerin
Carlo Corsato
Enrico Maria Dal Pozzolo
Thomas Dalla Costa
Francesca Del Torre Scheuch
Isabella di Lenardo
Diana Gisolfi
Stefano Lodi
Giorgio Marini
Paola Marini
Andrew John Martin
Stefania Mason
Monica Molteni
Ettore Napione
Fausta Navarro
Michael Odlozil
Alessio Pasian
Gianni Peretti
Donata Samadelli
Luca Siracusano
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Colophon
des beaux-arts
Parigi, Musée du Louvre - département des Peintures
Parigi, Musée du Louvre - département des Arts graphiques
Praga, Museo del Castello
Rennes, Musée des Beaux-Arts
Roma, Museo e Galleria Borghese
Roma, Galleria Colonna
Roma, Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina
Rotterdam, Museum Boijmans
Van Beuningen
Sarasota, The John and Mable Ringling Museum of Art,
the State Art Museum of Florida,
Florida State University
Stoccarda, Staatsgalerie Stuttgart
Torino, Galleria Sabauda
Venezia, Diocesi Patriarcato
di Venezia:
Chiesa di San Pantaleone
Chiesa di San Sebastiano
Venezia, Fondazione Musei Civici,
Palazzo Ducale
Venezia, Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico,
Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo museale della città
di Venezia e dei comuni della
Gronda lagunare:
Gallerie dell’Accademia
Galleria Giorgio Franchetti alla
Ca’ d’Oro
Verona, Museo di Castelvecchio
Vicenza, chiesa di Santa Corona
Vienna, Albertina
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie
Washington, The National Gallery of Art
Un particolare ringraziamento a
Nicholas Penny e ai colleghi
della National Gallery di Londra:
Letizia Treves, Eleanor Richards,
Miranda Stacey, Francesca Sidhu,
Eloise Stewart, Razeeta Ram,
Lizzie Phillips, Claire Hallinan,
Daragh Kenny
ea
Ilaria Abbondandolo, Chiara
Accornero, Cristina Acidini,
Giulia Adami, David Adshead,
Scott Allan, Sébastien Allard,
Massimo Antonarelli, Irina Artemieva, Martine Aubry, Maria
Elisa Avagnina, Luca Baldin,
Carmen C. Bambach, Valentina
Bandelloni, Sandrina Bandera,
Davide Banzato, Luca Massimo
Barbero, don Paolo Barbisan,
monsignor Gastone Barecchia,
Amalia Donatella Basso, Roberta
Battaglia, Annamaria Bava,
Andrea Bayer, Cristiana Beghini,
Gabriella Belli, Guido Beltramini,
Francesco Benedetti, Isabel Bennasar Cabrera, Raffaella Besta,
Alessandro Bianchi, Paolo Biasi,
Piero Boccardo, Caterina Bon
Valsassina, Linda Borean, Marco
Borghesi, Ilaria Borletti Buitoni,
Chiara Bortolomasi, Sandro
Boscaini, Bruce Boucher, Nicolas Bourriaud, Virginia Brilliant,
David Alan Brown, Emmanuelle
Brugerolles, Ilaria Bruno,
don Tiziano Brusco, Nicoletta
Buffon, Howard Burns, Mariaelisa
Buttazzoni, Anna Maria Buzzi,
Lisa Cain, Carla Calisi, don Bruno
Campara, Thomas P. Campbell,
Aldo Canale, don Gianmatteo
Caputo, Marco Cardinaletti, Stefano Casciu, Alessandro Cecchi,
Daniela Cecchini, Maurizio Cecconi, Matteo Ceriana, Federico
Cetrangolo, don Adriano Cevolotto, Sonia Chianchiano, Bruno
Chiappa, Alessandro Chiminelli, Keith Christiansen, Camilla Churchill, Francesca Ciani
Passeri, Marco Ciatti, Kateřina
Cichrová, Michael Clarke, Renata
Codello, Anna Coliva, Prospero e
Jeanne Colonna, Melissa Conn,
Joe Connors, Roberto Contini,
Agostino Contò, Dominique
Cordellier, Carlo Corsato, Alessandro Corubolo, Valérie Corvino,
Sylvia Cox, Simone Cozzarolo,
Claudia Cremonini, Maria Luisa
Crovetto, Jim Cuno, Vittorio
Dalle Ore, Giovanna Damiani,
Anne Dary, Maria Teresa De Gregorio, Francesca de Luca, Francesca Del Torre Scheuch, Christine
Delaunoy, Vincent Delieuvin,
Anna Dewsnap, Guidalberto di
Canossa, Tommaso Edoardo Di
Carlo, Isabella di Montezemolo,
Rosa Distefano, Regine DierksStaiger, Francesco Donadio,
Sonja Eiböck, Albert Elen, Giuliana Ericani, Sjarel Ex, Daniela
Faburlani, Alberta Faccini, Marzia
Faietti, Miguel Falomir Faus, Roberto Fasoli, Juliette Ferdinand,
Sylvia Ferino, Giovanna Ferrari,
Gabriele Finaldi, Herwig Fisher,
Margherita Forestan, Antonio
Foscari, Elisabetta Francescutti,
Gustavo Franchetto, Carlo Fratta
Pasini, Peter Frei, Marika Fucile,
Edith Gabrielli, Isabella Gaetani
di Canossa, Irene Galifi, Gloria
Gallucci, Davide Gasparotto, Gianna Gaudini, Marina Geneletti,
Augusto Gentili, Nicoletta Giordani, Bruno Girveau, Nicolò Giusti del Giardino, Sandra Giusti del
Giardino Imperiali, Achim Gnann,
George Goldner, Giovanna Gotti,
Carlo Guarienti, Sergio Guarino,
Manuel Roberto Guido, Ulrike
Günter, Françoise Hack, Andreas
Henning, Martin Herda, Steven
High, Corinna Höper, Frederick
Ilchman, Andrea Romeo Jain, Kostanze Jöger, Ingrid Kastel, Christine Kloeckner, Lubomir Konecný,
Dagmar Korbacher, Michael Kwakkelstein, David Lachenmann,
Mario Francesco Lamparelli,
Christiane Lange, David Henry
George Lascelles, Bernd Lindemann, Cristina Liva, Catherine
Loisel, Giovanna Loredan Bonetti,
Christiane Lukatis, Diamante
Luling Buschetti Dalle Ore, Bernhard Maaz, James MacDonald,
Michele Magnabosco, Giulio
Manieri Elia, Alberto Marchesini,
Giovanna Marchi, Giorgio Marini,
Andrew John Martin, Jean-Luc
Martinez, Stefania Mason, Marco
Mastroianni, Dulcia Meijers, Marica Mercalli, Gudula Metze, Giulia
Mezzanini, Elisabetta Michelato,
Travis Miles, Francesco Monicelli,
Tomaso Montanari, Hannah Morgan, Marco Mozzo, John Murrell,
Ettore Napione, Antonio Natali,
Fausta Navarro, Simone Neri,
Arnold Nesselrath, Alessandro
Nova, Bryanna O’Mara, Kathleen
Ochmanski, Michael Odlozil,
Mariolina Olivari, Loredana Olivato, Kyla Owen, Lina Pace, Antonio Paolucci, Jeannette Parisi,
Claudio Parisi Presicce, Rossella
Pasqua di Bisceglie, Laura Passuello, Anna Pasti, Valter Paties,
Pierpaolo Pattaro, Ulrike Paul, Gi-
Paolo Veronese, Studi di costumi
per l’Edipo re di Sofocle, Parigi,
École nationale supérieure des
beaux-arts (cat. 2.14)
anni Peretti, Anna Maria Piccinini, Patrizia Piergiovanni, Antonio
Piscitelli, Cecilia Piubello, Andrea
Polati, Valeria Poletto, Vincent
Pomarède, Daniela Porro, Earl A.
Powell III, Luciano Provenzano,
Patrick Ramade, Maria Elena
Raso, Antonia Pasqua Recchia,
Paola Regoli, Ronald Reinke,
Gabriele Ren, Ingrid Riech, Sofia
Rinaldi, Emanuele Riva, Marco
Riva, monsignor Piergiorgio
Rizzini, Anna Robinson, Sara
Rodella, Maria Cristina Rodeschini, Philip Roe, Giampaolo
Romagnani, Giuliano Romalli,
Cristiana Romalli, David Rosand,
Vladimír Rösel, Pierre Rosenberg,
Francesca Rossi, Marta Rossignoli, Julie Rowlins, Carla Russo,
Marie-Pierre Salè, Xavier Salmon,
Xavier Salomon, Gracia Sanchez,
Maria Savino, Umberto Savoia,
Michele Scardamaglio, Chiara
Scardellato, don Marco Scarpa,
Klaus Albrecht Schröder, HeinTh. Schulze Altcappenberg, Karl
Schütz, Michael Semff, Robin Simon, Fausto Sinagra, Mark Slattery, Ugo Soragni, Sarah Staniforth, Rosario Stella, Marie Luise
Sternath-Schuppanz, Stefania
Stevanato, Julien Stock, Andreas
Stolzenburg, Paola Strada,
Christine Surtmann, Dirk Syndram, Marcello Tagliente, Sandra
Tatsakis, David Taylor, Claudia
Terribile, Jacqueline Thalmann,
David Tobey, Andrea Tomezzoli,
Anna Chiara Tommasi Arich, Camillo Tonini, Fernanda Torrente,
Chiara Torresan, Paolo Tosato,
Carel van Tuyll van Serooskerken,
Chiara Tranquillità, Nick Trend,
Stefania Tullio- Cataldo, Aurelio
Urciuoli, Saverio Urciuoli, Christopher Aimery Ussher, Massimiliano
Valdinoci, Tiziana Valpiana, Gert
Jan van der Sman, Ivo Velisek,
Flavio Veneri, Sebastiano Verdesca, Catherine Whistler, Linda
Wolk-Simon, Sophie Worley,
Alessandra Zambaldo, Giuliano
Zanchi, Beatrice Zardini, Guido
Zucconi, Miguel Zugaza
Loredana Gallo, Firenze
Paolo Veronese, Battesimo
di Cristo, Firenze, Soprintendenza
Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria Palatina, Palazzo Pitti (cat. 5.13)
Luigi Parma, Milano
Paolo Veronese, Agonia nell’orto,
Milano, Pinacoteca di Brera (cat.
5.17a)
Relart di Buda Roberto, Firenze
Paolo Veronese, Annunciazione,
Soprintendenza Speciale per
il Polo Museale Fiorentino, Galleria degli Uffizi (cat. 2.1)
Soprintendenza per i beni storici,
artistici ed etnoantropologici per
le province di Verona, Rovigo e
Vicenza
Restauratore: Chiara Scardellato, coadiuvata da Alessandro
Carcione, Florindo Romano, Sara
Spagnolli
Paolo Veronese, Martirio
di san Giorgio, Verona, chiesa
di San Giorgio in Braida
(cat. 7.2)
Alessandra Zambaldo, Verona
Bottega di Paolo Veronese,
Il battesimo di Cristo, Verona, Museo di Castelvecchio
(cat. 6.9)
Accompagnano la mostra
i progetti
Esposizione di dieci pannelli con
l’analisi ricostruttiva dei patterns
dei tessuti degli abiti presenti in
alcuni dipinti di Paolo Veronese
a cura di
Paola Frattaroli, Corso
di Tecniche della lavorazione dei
materiali tessili per il restauro,
Accademia di Belle Arti di
Verona, Scuola di Restauro,
con la collaborazione di
Arianna Biondani, Alice Camoli,
Giuliana Capasso,
Giulia Castellani, Francesca
Lenzi, Irene Mozzo, Consuelo
La Nasa, Elena Radavelli
Restauri
Haeredes Pauli, Convito in
casa di Levi, Venezia, Gallerie
dell’Accademia, in deposito presso il Comune di Verona
(cat. 6.18)
Luca Pozzi – Supersymmetric
partner
Documentazione fotografica del
“salto” davanti all’opera degli
Haeredes Pauli, Convito in casa
di Levi (cat. 6.18) presso San
Francesco al Corso, Verona
Committente
Comune di Verona, Coordinamento Direzione Musei d’Arte
Monumenti
Direzione lavori
Paola Marini, Ettore Napione,
Valeria Poletto
Ditta esecutrice
Barbara Ferriani s.r.l., Milano
In parallelo alla mostra,
nell’ambito del progetto “Scopri
il Veneto di Paolo Veronese”,
si svolgono le seguenti esposizioni:
Giulio Bono, Venezia
Paolo Veronese, Due santi vescovi (Geminiano e Severo?), Modena, Galleria Estense (cat. 2.6a)
Paolo Veronese, Incoronazione della Vergine (Pala di
Ognissanti), Venezia, Gallerie
dell’Accademia (cat. 6.4)
Quattro Veronese venuti da
lontano. Le Allegorie ritrovate
Vicenza, Palladio Museum
5 luglio – 5 ottobre 2014
Laurence Caylux, Parigi
9
Colophon
Veronese e Padova. L’artista,
la committenza e la sua fortuna
Padova, Musei Civici agli Eremitani
7 settembre 2014 – 11 gennaio
2015
Veronese nelle Terre
di Giorgione
Castelfranco Veneto, Museo
Casa Giorgione
12 settembre 2014 – 11 gennaio
2015
Veronese inciso. Stampe
da Veronese dal XVI al XIX
secolo
Bassano del Grappa, Museo della
stampa Remondini
14 settembre 2014 – 19 gennaio
2015
P
aolo Caliari non è solo il più grande artista di Verona, di tutti i tempi, ma è anche colui che ha portato con valore in tutto il mondo il nome della sua città natale, così nei musei come nelle collezioni
pubbliche e private.
Siamo orgogliosi quindi di poter presentare questo tributo adeguato alla sua grandezza, che dopo
tanti anni Verona riesce finalmente a rivolgergli, grazie a uno straordinario concorso di forze,
che ha visto unirsi i Civici Musei d’Arte con l’Università e la Soprintendenza, insieme con
l’eccezionale generosità di oltre cinquanta prestatori, che hanno compreso la serietà e l’altezza
delle nostre intenzioni.
Una particolare menzione merita l’accordo con la National Gallery di Londra, che ha facilitato il nostro progetto con apprezzato spirito di paritetica collaborazione. In tempi di crisi non
sarebbe stato possibile raggiungere il nostro ambizioso obiettivo senza l’aiuto fondamentale dei
nostri generosi sostenitori: la Fondazione Cariverona, Unicredit, la Banca Popolare di Verona, la
Regione del Veneto, Cattolica Assicurazioni, Camera di Commercio, a cui si sono aggiunte eccellenze del settore privato, Fedrigoni, Falconeri,Veronesi Aia, Riello, Studio Nctm, Studio Belluzzo
& Partners, Sdg Group, Allegrini, e alcune lungimiranti fondazioni e associazioni culturali: Save
Venice Inc., Stiftung Wolfgang Ratjen,Villa I Tatti, Amici dei Civici Musei d’Arte di Verona, Inner
Wheel Verona.
Ulteriore motivo di soddisfazione è rappresentato dal fatto che l’intero progetto è stato gestito
“in economia”, direttamente dalla Direzione del Museo di Castelvecchio, con un corale impegno,
con il supporto di molti settori del Comune e con l’essenziale partecipazione nella comunicazione e nel catalogo di Electa-Mondadori, una grande azienda nazionale che ha creduto e investito
in questa iniziativa.
Si è ricercata la più ampia inclusione e possibilità di godere di questa opportunità irripetibile,
tramite conferenze, visite guidate, convegni, social media, giochi, attività didattiche, rivolti a suscitare e soddisfare il desiderio di conoscenza e di bellezza di pubblici molto ampi e diversi, tenendo
presente sia il territorio sia i tantissimi ospiti che, ancor più durante i mesi estivi, visitano Verona.
Un particolare ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile questa
memorabile occasione, ideata e curata da Paola Marini e Bernard Aikema, che perciò aprono
idealmente il lunghissimo elenco.
Flavio Tosi
Sindaco di Verona
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Tes t i i s t i t u z i o n a l i
P
ochi artisti come Paolo Caliari hanno la capacità di rappresentare nella sua interezza e varietà il
Veneto. Le sue opere sono presenti in gran numero non solo a Venezia, ma anche a Verona,Vicenza,
Castelfranco, Maser,Treviso, Padova.
Pochi artisti come lui hanno saputo catturare i colori e la luminosità della nostra terra, l’armonia
dei suoi spazi, la ricerca dell’equilibrio tra città e campagna, tra architetture costruite e immaginate, tra passato e futuro, impegnandosi a esprimere i valori culturali, politici, religiosi e sociali
della civiltà del suo tempo, il pieno Rinascimento.
Mentre alla National Gallery di Londra volge al termine una importante mostra dedicata a Veronese, nei prossimi mesi, intorno a questa grande esposizione monografica che gli dedica la
sua città natale, con il nostro sostegno, una serie di iniziative riporterà nel Veneto capolavori
dall’Europa e dagli Stati Uniti che da secoli hanno lasciato questo territorio.
Per valorizzare appieno questa eccezionale circostanza, la Regione si è fatta promotrice di un
itinerario che si allarga a comprendere oltre trenta siti fra ville, chiese e palazzi, presentando la storia e la bellezza delle opere di Paolo Veronese, nella maggior parte ancora conservate nei contesti
per cui furono realizzate. Abbiamo infatti voluto raccogliere e raccontare entro un’appropriata
cornice unitaria l’insieme delle iniziative – a cui, siamo certi, molte altre se ne aggiungeranno
come conferenze, convegni, musica, proposte didattiche – per invitare a scoprire, condividendone l’emozione, uno dei più grandi maestri del Cinquecento, amato e imitato attraverso i secoli
nell’intero continente, colui che Marco Boschini chiamava il “tesoriero della pittura”.
Marino Zorzato
Vicepresidente - Assessore alla Cultura
Regione del Veneto
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Tes t i i s t i t u z i o n a l i
L
a mostra monografica dedicata a Paolo Veronese, artista di grandezza internazionale, conosciuto e
ammirato in tutto il mondo, offre all’Università e alla Città una preziosa occasione per collaborare
attivamente. L’iniziativa è, al tempo stesso, innovativa dal punto di vista scientifico ma anche di
straordinario fascino, ed è dunque in grado di rivolgersi tanto agli specialisti quanto al grande pubblico.
Il progetto scientifico, concepito da Paola Marini e Bernard Aikema, ha coinvolto un considerevole
numero di docenti, studiosi e studenti del dipartimento TeSIS del nostro Ateneo. In particolare, un
significativo contributo è stato fornito dagli studi effettuati nell’ambito di un dottorato di ricerca
specificatamente dedicato all’artista, sostenuto dall’Università stessa e dai Musei Civici. L’argomento
trattato nella tesi di dottorato è stato individuato come parte integrante dell’iniziativa.
Il Laboratorio di Analisi Diagnostiche non Invasive (LANIAC) del dipartimento ha, inoltre, partecipato significativamente al restauro del grande Convito in casa di Levi degli Haeredes Pauli, in
deposito a Palazzo Barbieri dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Le novità emerse dal lavoro di ricerca saranno tradotte in una pubblicazione specifica, inserita
nella collana del dipartimento. Importante è stato anche il ruolo di studenti e laureandi dei corsi
di Laurea in Beni Culturali e Storia dell’Arte, attivi protagonisti sia negli aspetti organizzativi sia
in quelli promozionali della mostra, che per i prossimi tre mesi sarà un vero e proprio laboratorio
aperto.
Riconoscendo l’eccezionalità dell’iniziativa, l’Ateneo ha assunto, infine, l’incarico di promuovere,
organizzare e sostenere un Convegno Internazionale su Paolo Veronese in programma dal 25 al 27
settembre 2014.Accanto alle relazioni di affermati studiosi sarà dedicato ampio spazio al contributo
dei ricercatori più giovani in una apposita poster session.
È, pertanto, una grande soddisfazione constatare come l’Università e le Istituzioni civiche nella nostra Città siano riuscite a integrare e valorizzare le rispettive competenze nella creazione di questo
grande avvenimento, che auspichiamo inauguri una nuova stagione di fruttuose collaborazioni.
Nicola Sartor
Magnifico Rettore
dell’Università degli Studi di Verona
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Tes t i i s t i t u z i o n a l i
L
a Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e
Vicenza è stata ben lieta di partecipare all’organizzazione di questo grande progetto, con il coinvolgimento dei propri funzionari restauratori e storici dell’arte. L’attività ha interessato il Laboratorio
di restauro della Soprintendenza, inizialmente per l’intervento manutentivo della grande pala d’altare raffigurante il Martirio di san Giorgio della chiesa di San Giorgio in Braida, realizzata da Paolo Caliari l’indomani della chiusura del Concilio di Trento, tanto da riportare propagandisticamente i dettami fondamentali
della Controriforma. Un’opera importante, già esposta, nella nuova visione restaurata, nella recentissima e
complementare mostra londinese sull’autore tenutasi alla National Gallery e ora fruibile nella chiesa di San
Giorgio all’interno del percorso itinerante che gli organizzatori della nostra mostra hanno realizzato nel vasto
orizzonte del territorio veneto.
Parallelamente alla manutenzione, il Laboratorio di restauro della Soprintendenza ha condotto
sulla tela del Martirio di san Giorgio una preziosa quanto puntuale campagna di indagini non
invasive in collaborazione con l’Istituto nazionale di ottica del CNR di Firenze, con il Dipartimento di informatica dell’Università degli Studi di Verona e con il Laboratorio LANIAC del
Dipartimento TeSIS dell’Università degli Studi di Verona, riuscendo a dare una lettura completa
del disegno preparatorio del dipinto e ad aggiungere dati sulla tecnica esecutiva del pittore, argomenti solo in parte studiati durante i restauri manutentivi condotti, sempre dal Laboratorio della
Soprintendenza, in occasione della precedente mostra sul Veronese del 1988. Un lavoro, questo,
che avrò il piacere di raccogliere in una piccola pubblicazione tecnico-scientifica da me curata,
con i contributi di Donata Samadelli e Chiara Scardellato della Soprintendenza, Monica Molteni,
Paola Artoni e Claudia Daffara dell’Università degli Studi di Verona, Raffaella Fontana del CNR
di Firenze, per donare a quanti, tra studiosi e appassionati d’arte, vorranno ricevere dettagliate
informazioni.
La specifica e preziosa professionalità dei funzionari restauratori della Soprintendenza continuerà
per tutta la durata della mostra, seguendo lo stato di conservazione delle opere, già attentamente
esaminate durante le fasi di installazione.
Una bella collaborazione, che ha visto la Soprintendenza impegnata questa volta soprattutto per
la manutenzione e l’indagine diagnostica, scienze non sempre evidenziate e purtroppo spesso
tradizionalmente riassorbite nella generica materia della Storia dell’arte.
Al personale del Laboratorio di restauro della Soprintendenza la mia stima.
Al personale universitario e di ricerca la mia riconoscenza.
Saverio Urciuoli
Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici
per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
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Tes t i i s t i t u z i o n a l i
Nel ricordo affettuoso di Terisio Pignatti e W.R. Rearick,
che ci hanno indicato la strada
viaggio l’itinerario proposto dalla Regione del
Veneto (www.scopriveronese.it) e la guida Paolo
Veronese. Itinerari nel Veneto sostenuta da Save Venice Inc. A cominciare da Verona, dove il Martirio
di san Giorgio e la Pala Marogna rimarranno sui
loro altari, l’uno, quello della chiesa di San Giorgio in Braida, pensato forse dallo stesso Paolo e
l’altro, nella chiesa di San Paolo, circondato dagli
affreschi dell’amico e sodale Paolo Farinati. La
revisione conservativa, la manutenzione e le indagini sulle due tele vengono intanto documentate da una pubblicazione realizzata dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici di Verona, Rovigo e Vicenza. Quanto
alle Cene, abbiamo l’eccezionale opportunità di
veder tornare sulle rive dell’Adige – dopo quasi quattrocento anni da quando fu venduta agli
Spinola di Genova – la prima di questo genere
di soggetti che contraddistinse l’opera di Veronese, realizzata per il monastero benedettino riformato dei Santi Nazaro e Celso. Al termine del
percorso presenteremo invece il Convito in casa
di Levi, da San Giacomo alla Giudecca.
A proposito di rapporto con il territorio,
il pensiero va al torpedone in partenza da piazzale Roma, a Venezia per Maser pubblicizzato con
la mostra del 1939. L’esposizione organizzata dal
giovane Rodolfo Pallucchini resta infatti il termine di confronto anche per la nostra iniziativa.
Lì furono presentati novanta dipinti, un certo
numero dei quali oggi non sarebbe neppure immaginabile sottrarre alla collocazione originale
– le tele dei soffitti di Palazzo Ducale, della Marciana, della chiesa dell’Umiltà, ora nella cappella
del Rosario dei Santi Giovanni e Paolo – e inoltre venti disegni. Con il procedere degli studi,
alcune di quelle opere sono uscite dal catalogo
del pittore e numerose altre ritornano in questa mostra, che raccoglie sessantuno dipinti accompagnati da quarantasei disegni. Questi ultimi
testimoniano non solo l’eccezionale qualità e
varietà di Paolo disegnatore ma anche lo sviluppo delle ricerche sull’attività grafica del maestro
Almeno tre motivi possono indurre a ritenere questa una mostra audace e ambiziosa:
che si pensi di dedicare a Veronese un’esposizione monografica; che ciò avvenga a Verona; che a
organizzarla sia un Museo civico, con la fondamentale collaborazione di un’Università e di una
Soprintendenza.
La possibilità di raccogliere una sequenza
ampia e pienamente rappresentativa delle opere del pittore era infatti già stata esplicitamente
scartata a Venezia nel 1988 e a Parigi-Venezia
nel 2005. L’apparente ineluttabilità di tale situazione era stata l’implicita premessa della rassegna
allestita alla National Gallery di Washington nel
1988; e aveva costituito un limite invalicabile per
la mostra curata a Verona, al Museo di Castelvecchio, nello stesso quarto centenario della morte
di Paolo Caliari. Nel primo caso W.R. Rearick
aveva puntato su una sua specialità di studioso,
il disegno, riunendo la più vasta serie di fogli di
Paolo a confronto con molti importanti dipinti;
nel secondo Sergio Marinelli si era intelligentemente rivolto al contesto veronese del tempo, a
far corona al Martirio di san Giorgio, studiato in
profondità e restaurato per l’occasione.
Le criticità di un simile progetto sono oggettive, prima che psicologiche (la difficoltà di
afferrare l’animo del pittore, di andare oltre la
sua “serena olimpicità”), e risiedono nell’evidente intrasportabilità di una parte fondamentale
dell’opera di Caliari giunta fino a noi: i soffitti di
Palazzo Ducale e della Libreria Marciana e tutta la chiesa di San Sebastiano a Venezia, le monumentali Cene, gli affreschi di villa Barbaro a
Maser. Un richiamo di questa produzione a scala monumentale verrà dal video appositamente
realizzato e dall’ipotesi ricostruttiva della decorazione perduta di villa Soranzo a Castelfranco,
ma l’auspicio è che la mostra susciti lo stimolo
ad andare a visitare, o a rivedere, questi e altri
luoghi, incontrando i dipinti di Veronese nel paesaggio, nelle architetture, nelle luci per cui sono
stati eseguiti. Aiuteranno nella preparazione al
14
Introduzione dei curatori dal catalogo
tava e meritava una revisione completa che solo
la scadenza dell’esposizione ha consentito di finanziare. Gli importanti e inediti risultati di questo impegnativo intervento saranno affidati a un
volume pubblicato con la collaborazione del
Laniac - Laboratorio di analisi non invasive
per le opere d’arte antica, moderna e contemporanea dell’Università di Verona, ma possiamo dire che almeno altri due obiettivi esso ha
già permesso di raggiungere. Da un lato infatti
il lavoro, condotto con la formula del “cantiere aperto” presso il Museo degli Affreschi “G.B.
Cavalcaselle”, ha sensibilizzato il pubblico e circa
un centinaio di specifici gruppi sulla preparazione in corso della mostra: stava accadendo qualcosa di veramente grande; dall’altro ha consentito
l’eccezionale presenza in mostra di un telero da
refettorio conventuale, di una Cena, il cui prestito non sarebbe stato neppure ipotizzabile a causa delle dimensioni. Il percorso espositivo può
quindi concludersi con il racconto dell’operatività dell’officina veronesiana nel nono decennio
del Cinquecento, quando a fianco del capobottega c’erano il fratello Benedetto e i figli Gabriele
e Carletto. Le singole personalità, delineate bene
fra gli altri da Luciana Crosato Larcher e da Hans
Dieter Huber, sono abbastanza ben distinguibili
e al tempo stesso capaci di armonizzarsi fondendosi nel nome di Veronese.
Avevamo già tracciato le linee guida della
nostra mostra quando apprendemmo che pure
la National Gallery di Londra stava preparando
una rassegna su Paolo Veronese. L’amicizia antica
con il direttore Nicholas Penny e nuova con il
curatore Xavier Salomon ha fatto sì che i due
progetti, anziché confliggere, si armonizzassero
e sostenessero reciprocamente, seppur nell’indipendenza dei contenuti, sotto molteplici punti di vista. Anche il fatto che, diversamente da
quanto si era inizialmente pensato, per una scelta
della programmazione del Comune di Verona,
l’edizione londinese dell’esposizione, “Veronese.
Magnificence in Renaissance Venice” (19 marzo
- 15 giugno 2014), abbia preceduto quella veronese, si è tradotto per noi in un’ulteriore opportunità, consentendoci di fare tesoro dei risultati
di quel lavoro, e della giornata di studio che lo
ha introdotto, effettuando “in corsa” qualche opportuno ritocco alla sequenza.
(Tietze-Tietze Conrat, Rosand, Cocke, Rearick)
e soprattutto forniscono una chiave fondamentale per entrare nel suo processo creativo e nella
prassi operativa sua e dei collaboratori. Perciò ai
disegni è data nell’allestimento una centralità fisica, quasi fossero una “spina dorsale” del ragionamento, in appositi espositori che garantiscono
ai preziosi fogli ottimali condizioni conservative e, al tempo stesso, la vicinanza anche visiva ai
temi e alle opere con cui essi sono in relazione o
che stanno a rappresentare.
La mostra ha avuto una lunga e approfondita preparazione, rintracciabile, oltre che negli
studi dei curatori, in una fellowship a Villa i Tatti
di Paola Marini nel 2008, nella borsa di dottorato del Fondo Sociale Europeo istituita nel 20102012 da Università e Comune di Verona - Direzione Musei, avente per oggetto l’indagine della
bottega veronesiana condotta da Thomas Dalla
Costa, che è stato il nostro principale collaboratore dal punto di vista scientifico (sostenuto da
un generoso stipendio della Stiftung Wolfgang
Ratjen), così come Ilaria Turri è stata il perno
dell’organizzazione. Entrambi hanno profuso un
impegno, entusiasta e intelligente, ben superiore a quello richiesto dal compito loro affidato e
gliene siamo profondamente grati.
L’organizzazione, preme dirlo, è stata del
tutto interna all’istituzione museale e direttamente funzionale agli obiettivi culturali e formativi del progetto. A essa hanno contribuito
al massimo delle loro possibilità tutte le risorse
della Direzione Musei e di numerosi settori del
Comune, validamente affiancati da Paola Simeone e da Electa per la comunicazione, l’editoria,
i servizi; dal Dipartimento TeSIS dell’Università
di Verona per gli aspetti scientifici e dalla citata
Soprintendenza per l’assistenza alla movimentazione delle opere e per la Garanzia di Stato.
Della approfondita preparazione fanno parte sia
i numerosi interventi conservativi delle opere
concesse in prestito, che la mostra è stata lieta
di sostenere, sia il completo restauro del Convito in casa di Levi degli Haeredes Pauli progettato
con Giovanna Damiani e Matteo Ceriana, ed
eseguito da Barbara Ferriani. L’ultimo dei grandi conviti veronesiani, di proprietà delle Gallerie
dell’Accademia di Venezia, dai primi del Novecento in deposito al Comune di Verona, necessi-
15
Introduzione dei curatori dal catalogo
Cocke (1972), Lewis (1987), Crosato Larcher
(1982 e 2001) e altri, e instancabilmente promosso, negli ultimi anni, da Augusto Gentili e la
sua scuola.
Il percorso si articola in sei sezioni:
“La giovinezza”, “Architettura e decorazione”,
“La committenza”, “Mito e sensualità”, “La religiosità” e “Il disegno e l’officina”. Data la ricchezza semantica oltre che pittorica dell’opera
di Veronese, quelle sezioni non andranno ovviamente intese come barriere invalicabili, presentando spesso un dipinto ovvi motivi di riferimento a più tematiche.Tali scansioni trovano una
stretta corrispondenza nel catalogo, dove i saggi
introduttivi ai rispettivi capitoli rendono conto
delle scelte e in alcuni casi sono accompagnati
da ulteriori testi di approfondimento. Anche in
quella sede i disegni non sono contenuti in una
specifica area ma sono interpolati ai dipinti, seguendo la logica dell’esposizione.
Altre novità e analisi dettagliate emergeranno nel convegno – corredato da una sessione
riservata a panels di giovani ricercatori e da una
dedicata a recenti interventi di restauro – promosso e sostenuto dall’Università di Verona in
programma il 25, 26 e 27 settembre, e verranno
raccolti negli atti che seguiranno.
Desideriamo rivolgere un cordiale ringraziamento ai componenti del Comitato scientifico che, insieme a numerosi altri autorevoli colleghi, ci hanno confortati con il loro giudizio
e indirizzati con i loro consigli e ai trentatré autori che hanno partecipato con corale dedizione
al progetto, scambiando generosamente opinioni
e suggerimenti. Ci fa piacere che in questo vivace laboratorio gli studiosi più esperti abbiano
lavorato insieme con più giovani leve e la presenza di Beverly L. Brown, che fu al fianco di
William R. Rearick nel 1988, al pari di quella
di Tessie Vecchi per le traduzioni, ha per noi un
particolare valore.
Naturalmente tutto questo retroterra non
avrebbe condotto al risultato sperato se oltre cinquanta musei e collezioni europei e americani
non avessero risposto con eccezionale generosità
alle nostre richieste. La presenza di ciascuna delle
opere è stata ricercata con precisione e ognuna
di loro è preziosa, ma corre l’obbligo segnalare
almeno quelle più eccezionali: le tredici opere
Si trattava dunque di presentare al grande
pubblico l’opera di uno dei protagonisti della civiltà
figurativa veneziana del Cinquecento. Un pittore
proveniente dalla terraferma, dove aveva costruito il suo linguaggio, affatto differente dalla linea
Bellini-Tiziano prevalente nella Dominante.
Un eccezionale colorista, il “tesoriero della pittura”, come lo definì nel Seicento Marco Boschini,
straordinario narratore di miti e creatore dell’immagine ufficiale della Serenissima. Un artista la
cui fama si consolidava nei secoli XVII, XVIII
e XIX, durante i quali le sue opere diventavano
modelli canonici per la pittura narrativa e decorativa in tutta Europa (cfr. Meyer zur Capellen,
Roeck 1990; Priever 1997). Lo studio scientifico
della vita e delle opere di Paolo prese l’avvio nel
1888, con la pubblicazione della prima e tuttora
fondamentale monografia di Pietro Caliari. Nel
secolo scorso, la critica di stampo formalistico è
riuscita a proporre un’immagine abbastanza coerente della produzione artistica di Paolo, con i
volumi monografici di Osmond (1927), Fiocco
(1928 e 1934), Pallucchini (1943 e 1984), Badt
(1981) e quello, uscito postumo, di Von Hadeln
(1978). La sua vasta, in tutti i sensi, produzione
superstite forma un catalogo che nell’edizione
del 1995 di Terisio Pignatti e Filippo Pedrocco
sfiora i quattrocento numeri, con ancora molti
problemi aperti intorno alla cronologia.
Abbiamo deciso di strutturare l’esposizione intorno ad alcuni temi fondamentali che,
senza salti cronologici troppo fastidiosi, dessero
conto delle principali linee d’indagine lungo le
quali si sono orientati gli studi degli ultimi decenni: quelli collegati alle mostre e ai convegni
del 1988, di Sarasota 2012-2013, di Londra 2014,
quelli relativi alle mostre di contesto (Verona
1980, Londra 1983, Boston e Parigi 2009), quelli
più propriamente monografici (Cocke, Rosand,
Zamperini), quelli dedicati a temi specifici (la
giovinezza, la ritrattistica, il collezionismo: Gisolfi Pechukas 1987 e 1989-1990; Garton 2008;
i contributi di Stefania Mason e dei suoi allievi,
ma anche Salomon 2006), o anche a restauri di
singole opere o cicli di dipinti (Parigi 1992; Venezia 2011), e quelli di iconologia e dei contesti
socio-culturali, un filone di indagine relativamente nuovo per questo pittore, avviato nei vari
scritti di Fehl (1961), Wind (1968), Kahr (1970),
16
Introduzione dei curatori dal catalogo
go, non vogliamo nascondere che tra le assenze più dolorose vi è il ritratto il Daniele Barbaro
(del Rijksmuseum di Amsterdam), che fu il vero
motore, con Andrea Palladio, del prender forma
di straordinarie architetture illusionisticamente
dipinte da parte di un artista educato alla sensibilità per i fatti costruttivi. Da questo specifico
aspetto deriva il sottotitolo della mostra. Se la
Bella Nani è davvero, come crediamo, Giustiniana Giustinian, moglie di Marcantonio Barbaro,
comunque un richiamo alla villa di Maser sarà
in mostra, insieme al cartone per una Suonatrice
della sala a crociera. Alle ante dell’organo della
scomparsa chiesa veneziana di San Geminiano,
architettura di Jacopo Sansovino, abbiamo voluto accostare il busto del parroco Manzini, che
Paolo ritrae in uno dei santi, opera di un compagno di imprese decorative, Alessandro Vittoria,
a sua volta soggetto del quadro veronesiano del
Metropolitan esposto lì a fianco. Pur facendo
ancora parte della sezione dedicata ad “Architettura e decorazione”, le tele esposte nella sala
successiva testimoniano altresì le diverse funzioni
del dipinto religioso, dal quadro per un refettorio conventuale alle pale d’altare (sublimi quelle di San Zaccaria e Santa Caterina, entrambe
prestiti delle Gallerie dell’Accademia di Venezia,
e quella di Santa Corona, a Vicenza), dal telero
da “portego” (magnifici la Consacrazione di Davide di Vienna e il Cristo e il centurione del Prado),
al piccolo formato di squisita fattura del Ritrovamento di Mosè, dai soggetti più volte replicati per
raffinati collezionisti. La mancanza del Miracolo di
san Barnaba, che avrebbe ben figurato in questa
sezione, è attenuata dalla scelta di mantenere il
Martirio di san Giorgio nella chiesa di San Giorgio
in Braida a Verona, da cui proviene anche la pala
oggi a Rouen.
Gli eccezionali prestiti delle quattro Allegorie della National Gallery di Londra e del Ratto
d’Europa del Palazzo Ducale di Venezia contribuiscono a rendere superbo il capitolo dell’esposizione dedicato a “Mito e sensualità”, mentre
un’ampia selezione di disegni e alcune preziose
prove pittoriche come il modello per il Paradiso
oggi a Lille permette di visualizzare la pittura di
Stato, altro capitolo essenziale della produzione
veronesiana. Nella sezione seguente una serie di
opere eccelse, provenienti da tutto il mondo, at-
concesse dal Musée du Louvre, dieci delle quali
sono disegni, i dodici fogli presentati dal Kupferstichkabinett di Berlino, i cinque dipinti inviati
dalla National Gallery di Londra (tra i quali le
quattro magnifiche Allegorie dell’Amore, in precedenza mai uscite tutte insieme dal museo inglese), cinque tele e una scultura prestati dalla
Soprintendenza del Polo museale di Venezia, la
Cena in casa di Simone della Galleria Sabauda di
Torino. Quest’ultima tela riassume idealmente l’esordio di Veronese, costituendone il punto
d’arrivo e la sintesi. Puntando su di essa abbiamo
rinunciato perciò ad altre presenze, privilegiando nella scelta le opere che non fossero state in
precedenza esposte a Verona, con qualche eccezione, come il piccolo dipinto a olio su tela degli
Uffizi in relazione con la Pala Bevilacqua Lazise,
visto che è emerso di un luminoso splendore da
una recente pulitura e ha la possibilità di essere
mostrato accanto alla Resurrezione della figlia di
Giairo del Louvre, eseguito con la medesima tecnica e ugualmente appartenente agli inizi della
carriera di Caliari. La mostra si apre con la proposta, per noi suggestiva, che sia Paolo Veronese
il pittore diciottenne ritratto probabilmente da
Antonio Badile nel 1546 e prosegue accostando
alla Conversione della Maddalena di Londra, oltre ai modelletti dianzi citati, la Deposizione di
Castelvecchio e, nonostante la sua consunzione,
la Pala Bevilacqua Lazise, sua prima opera documentata. L’eccezionale Marco Curzio di Vienna, le
quattro Virtù su tavola da San Sebastiano, le tre
tele divise tra la Pinacoteca Capitolina e i Musei
Vaticani, con la Temperanza strappata nell’Ottocento dalla villa Soranzo a Castelfranco Veneto
(Treviso), aprono la riflessione sulle prime imprese decorative, in cui Paolo era affiancato da
un piccolo gruppo di artisti veronesi che, dice
Vasari, Michele Sanmicheli “amava come figliuoli”, alcuni dei quali furono invitati con lui a
realizzare quattro pale per il Duomo di Mantova, ciclo di cui fa parte il Sant’Antonio ora a
Caen. Tra le primizie degli esordi, si rende per
la prima volta facilmente accessibile al pubblico
e si sottopone al dibattito degli studiosi il ritratto
di Collaltino Collalto. A questo punto il percorso
intreccia committenza, rapporti con l’architettura, declinazioni della religiosità. Rinviando per
una approfondita disamina ai saggi del catalo-
17
Introduzione dei curatori dal catalogo
Le monumentali sale della Gran Guardia, costruita dai discendenti di Sanmicheli, accolgono degnamente le tele grandiose di Paolo Caliari entro
il lineare allestimento progettato da Alba Di Lieto
con Nicola Brunelli, ma la chiusura delle grandi finestre, ottenuta da organizzatori privati di esposizioni, ci ha impedito di godere dell’affaccio sull’Arena e
della luce naturale che per secoli tali aperture hanno
garantito. Così, diversamente da Londra, che per Veronese ha voluto la luce del sole, siamo stati costretti
a ricorrere, come a Ca’ Giustinian nel lontano 1939,
alla illuminazione artificiale. Ci auguriamo che la
forza di Paolo superi questa limitazione.
testano quanto fosse intenso, colto e originale il
sentimento religioso di cui Veronese seppe farsi
interprete, in sintonia con l’appassionato dibattito del suo tempo, fra riforme e Controriforma.
Basta citare, fra i molti esempi, il Riposo durante la
fuga in Egitto di Sarasota, e le drammatiche prove
degli ultimi anni del pittore: l’Agonia nell’orto di
Brera, e la stupenda pala di San Pantalon, della
omonima chiesa veneziana. Ci sarebbe piaciuto
disporre accanto al Buon samaritano di Dresda il
Battesimo e tentazioni di Cristo di Brera che mostra un’affine concezione del paesaggio, mentre
il Cristo morto sostenuto da due angeli di Berlino
validamente supplisce alla mancata disponibilità
di quello dell’Ermitage.
Paola Marini
Bernard Aikema
18
Introduzione dei curatori dal catalogo
GIOVINEZZA
Paolo Caliari nacque in contrada San Paolo a Verona nel 1528. Figlio di uno scalpellino, si firmò
per qualche tempo Paolo “spezapreda” (cioè tagliapietra), ma non si conosce quanto e come abbia
aiutato il padre nella scultura. Entrò invece a bottega di Antonio Badile, discendente di una delle
più antiche dinastie di pittori della città e, secondo Vasari, fu introdotto da Giovanni Caroto allo
studio delle antichità di cui Verona è seconda solo a Roma.Verona aveva sviluppato un linguaggio
artistico autonomo rispetto a quello della Repubblica di Venezia, di cui faceva parte, e proprio in
questo clima indipendente si formò il giovane Paolo. Sin dalle sue prime opere, però, Veronese
si distinse dalla tradizione pittorica locale mostrando di trarre ispirazione anche da artisti non
veronesi quali ad esempio Giulio Romano, Correggio, Parmigianino ed altri. Di questa prima
fase sono rappresentative opere come il Marco Curzio (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e le
Tentazioni di Sant’Antonio (Caen, Musée des Beaux-Arts). La vivace curiosità di Paolo lo spinse
a confrontarsi con molteplici linguaggi artistici, che insieme alla non comune abilità tecnica e
compositiva ne fecero ben presto un pittore richiesto anche oltre i confini cittadini: tra 1555 e
1557 infatti si trasferì stabilmente a Venezia. La sezione di apertura della mostra sarà quindi dedicata all’approfondimento dei principali aspetti inerenti la prima formazione di Paolo Veronese.
IL RAPPORTO CON L’ARCHITETTURA
Noto per la brillantezza dei colori e gli atteggiamenti eleganti dei protagonisti dei suoi dipinti,
nell’immaginario collettivo Paolo Veronese è il pittore “decorativo” per eccellenza. Ma una componente altrettanto essenziale delle sue opere è la monumentale impostazione architettonica in cui le
scene, sia sacre sia profane, vengono ambientate, apparendo come episodi di una rappresentazione
teatrale. Nel linguaggio artistico di Veronese il rapporto tra lo spazio dipinto e quello reale è determinante, e spinse l’artista a misurarsi costantemente con le superfici architettoniche che doveva
decorare. Inventando sfondi per i suoi quadri, le pareti delle ville o le volte delle chiese, Paolo mise
a punto un linguaggio illusionistico che sostanzia opere come I Santi Geminiano e Severo della Galleria Estense di Modena, e l’Annunciazione degli Uffizi. L’attenzione per l’architettura è poi rivelata
da disegni quali lo Studio per figure e architetture di Kassel. Questa sezione affronta un comparto degli
studi su Veronese ritenuto fondamentale, ma al contempo ancora poco sondato dalla critica.
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Le sez i o n i d e l l a m o s t ra
COMMITTENZA PUBBLICA E PRIVATA
Il tono ricco, solenne e al contempo elegante che la pittura di Paolo Veronese esprime fu la chiave
del suo successo presso una tipologia di committenti incredibilmente variegata. Ordini ecclesiastici, confraternite e scuole di devozione si contendevano le sue prestazioni con i committenti
privati, per i quali Caliari realizzò cicli affrescati, grandi teleri da portego (la zona della casa in cui
i mercanti veneziani svolgevano i propri affari) e ritratti. Tra questi il ritratto femminile noto
come la Bella Nani del Louvre e il Ritratto di uomo del Getty Museum (Los Angeles). Il linguaggio
austero e ricco di citazioni classiche di Veronese bene si adattava anche al gusto della nuova classe
dirigente veneziana, che gli affidò la decorazione del più importante edificio pubblico di Venezia,
il Palazzo Ducale. I due incendi del 1574 e 1577 ne avevano danneggiato le sale principali, che
vennero ridecorate dai massimi artisti dell’epoca. Qui il ruolo di Veronese fu centrale, ed il peso
innovativo dei suoi interventi viene ricostruito in mostra tramite alcuni dei principali disegni di
studio pervenutici.
MITO E ALLEGORIE
Per i medesimi committenti privati Paolo Veronese fu autore di dipinti di soggetto mitologico,
una tipologia che seppe interpretare con estrema sensualità. Opere come il Ratto d’Europa (Venezia, Palazzo Ducale) e Venere, Marte e Cupido (Edimburgo, National Gallery of Scotland) adornavano le dimore private di committenti desiderosi di ammirare, nell’intimità delle proprie case,
le sinuose forme femminili dipinte da Paolo. Anche le quattro Allegorie dell’amore della National
Gallery di Londra, ritornate per la prima volta in Italia dopo più di quattro secoli, tele la cui
iconografia è ancora da indagare, rientrano in questa tipologia di opere.Veronese seppe inoltre attribuire la stessa carica di sensualità a talune tematiche religiose, quali Giuditta e Oloferne (Genova,
Palazzo Rosso). Questa sezione riguarderà il ruolo occupato da Veronese nel panorama della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento e i meccanismi tramite cui le sue immagini
raccolsero enorme consenso tra i collezionisti contemporanei.
RELIGIOSITà
Nell’immaginario comune Veronese è solitamente visto come l’artista delle decorazioni ricche e
festose, elemento che caratterizza ad esempio le sue versioni dell’Ultima Cena. Eppure una consistente parte della produzione di Veronese si inserisce pienamente nel dibattito religioso della Controriforma, facendo di Paolo – grande innovatore di iconografie – uno dei maggiori e più sensibili interpreti del nuovo spirito devozionale. Di questa tipologia di opere fanno parte il Riposo
nella Fuga in Egitto (Sarasota, Ringling Museum), diverse varianti della Adorazione dei Magi, tra cui
spicca quella per la chiesa di Santa Corona di Vicenza, e pale d’altare quali il Matrimonio mistico di
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Le sez i o n i d e l l a m o s t ra
Santa Caterina per la chiesa di Santa Caterina de’ Sacchi di Venezia (oggi Gallerie dell’Accademia).
Alla ricchezza di queste tele si contrappongono opere come Il buon Samaritano di Dresda, l’intensa
Orazione nell’orto della Pinacoteca di Brera, in cui il tono dei colori si fa più cupo e il paesaggio
riveste un nuovo ruolo. Questa sezione intende andare oltre l’aspetto rutilante delle immagini
sacre di Veronese, cercando di indagare il contenuto di una vasta produzione di opere religiose che
rispondevano a una precisa domanda e inclinazione devozionale della società del tempo.
LA BOTTEGA
Come ogni grande artista del Rinascimento,Veronese non prescindeva dal supporto di un’attiva
bottega che lo coadiuvava e, quando necessario, sostituiva. Diede lavoro infatti a molti garzoni,
assistenti e lavoranti. Numero e tipologia di questi aiuti variavano in funzione della quantità e del
genere di commissioni ricevute, perciò è difficile stabilire con certezza quanti facessero parte di
questa bottega.Tra i suoi principali collaboratori vanno però ricordati il fratello Benedetto (15381598) ed i figli Gabriele (1568-1631) e Carletto (1570-1596).
Parte delle più recenti acquisizioni inerenti l’organizzazione dell’atelier di Paolo Caliari verranno
visualizzate in mostra attraverso dipinti e disegni di alcuni dei principali componenti della bottega che possono essere confrontati con opere del maestro. L’intento di questa sezione è quello
di ricostruire, tramite esempi concreti, alcuni aspetti dell’organizzazione interna di quella che fu
l’“officina” veronesiana.
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Le sez i o n i d e l l a m o s t ra
Convito in casa di Levi
Haeredes Pauli, 1588-1590
Olio su tela, cm 509 × 984
Venezia, Gallerie dell’Accademia, in deposito a Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona
Provenienza Venezia, chiesa di San Giacomo alla Giudecca, 1590;Venezia,
Gallerie dell’Accademia, 1812;Verona, Palazzo Barbieri, 1912
Questa enorme tela, che fu realizzata per il refettorio della chiesa veneziana di San Giacomo alla
Giudecca, è opera collettiva degli Haeredes Pauli, come testimonia la ricevuta di pagamento ritirata da Gabriele a nome di tutti i Caliari il 13 settembre 1590 (Venezia 1983, pp. 91-92).
Lo stesso artista incassava pochi mesi dopo, nel marzo 1591, il saldo definitivo per l’esecuzione di tre
dipinti che ornavano il soffitto del refettorio, l’Assunzione, l’Annunciazione e la Visitazione oggi alle
Gallerie dell’Accademia. Iniziata a costruire nel 1338, soppressa e distrutta a partire dal 1806, la chiesa
di San Giacomo faceva capo ai Servi di Maria, ordine per cui Paolo aveva dipinto nel 1570 circa una
Cena in casa di Simone per il refettorio della chiesa di Santa Maria dei Servi (oggi a Versailles, Musée
National). Nel suo Vangelo Luca racconta l’episodio dell’invito a pranzo che Cristo riceve da Levi,
facoltoso esattore delle tasse, che possiamo riconoscere nell’uomo vestito di giallo, seduto sul lato della
tavola opposto al Messia. A quel pranzo partecipano anche altre persone, tra cui farisei e dottori della
legge (Luca 11: 37-53). Uno dei dottori è in piedi davanti a lui, indossa l’ermellino e sta rivolgendogli
la parola, come intuiamo dalla sua posa: forse il momento rappresentato è quello che precede l’invettiva
di Gesù, criticato per non aver compiuto le consuete abluzioni prima del pasto. Egli è infatti ritto sulla
sedia, impassibile e non adirato come narra Luca. La struttura architettonica, impostata con rigore, ha
subìto diverse modifiche in corso d’opera soprattutto negli edifici dello sfondo; nel complesso essa
richiama quella della Cena in casa di Levi dell’Accademia di Venezia, ma le architetture giocano qui un
ruolo preponderante. Il modo di organizzare la composizione affollandola di comparse che tendono
a renderla poco armoniosa e di difficile lettura è tipica dei dipinti degli Haeredes e sembra preludere ai
teleri realizzati dai Caliari per la sala del Maggior Consiglio tra 1590 e 1595.
Nonostante i pagamenti certifichino che la tela fu consegnata dagli Haeredes, alcuni documenti
indicano che il refettorio era stato completato già nell’estate del 1585 (A.S.Ve, San Giacomo della Giudecca, b. 17, n. 688): la commissione del dipinto potrebbe non essere di troppo successiva
a questa data, e ciò non consente di escludere una prima partecipazione di Paolo. Tale ipotesi
sembra trovare conforto nella evidente disomogeneità qualitativa della pittura, che ad esempio
nella porzione di destra raggiunge i vertici dei grandi dipinti di identica tipologia realizzati sotto
la guida di Paolo. Soprattutto nella zona centrale, invece, domina una maggiore disarmonia stilistica, e nel gruppo dei commensali seduti a destra si nota il cospicuo intervento di una mano
meno felice. Le riprese rifletto grafiche effettuate dal Centro Laniac dell’Università di Verona, di
cui verrà dato ampio resoconto in una specifica pubblicazione dedicata al restauro del dipinto,
hanno evidenziato differenze qualitative considerevoli anche nel disegno preparatorio soggiacente. Come per il visibile possiamo infatti riconoscervi almeno tre mani diverse. Le analisi hanno
inoltre rivelato che in certe zone pentimenti e modifiche sono stati considerevoli, in particolare
nel gruppo dei farisei e degli scribi, dove le correzioni si devono alla mano di un disegnatore più
dotato, forse Benedetto.
Thomas Dalla Costa
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Il restauro del Convito in Casa di Levi
Il restauro in occasione della mostra
2014, analisi non invasive di P. Artoni,
Laniac, Università di Verona; restauro
di Barbara Ferriani
Il restauro, voluto da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e curatrice della mostra
insieme a Bernard Aikema dell’Università di Verona, ed eseguito dallo studio di restauro Barbara
Ferriani, è stato reso possibile dal generoso contributo della Banca Popolare di Verona, gruppo
bancario Banco Popolare, a cui si sono aggiunti quello di Inner Wheel-Distretto 206 e di fondazione CittàItalia.
Presto saranno pubblicati i risultati di oltre un anno di lavoro e studio ma da una prima analisi è
già possibile ricostruire il processo di lavorazione. Una speciale campagna di analisi diagnostiche
non invasive, sfruttando la tecnica delle immagini a infrarossi, ha permesso di rilevare numerosi
ripensamenti e ha reso riconoscibili le mani di almeno tre artisti, gli Haeredes Pauli: Benedetto,
Carletto e Gabriele Caliari.
E’ emerso inoltre che sono in principio state pensate e realizzate tutte le architetture e date le
prime stesure pittoriche di colore, in particolare la campitura del cielo. In un secondo momento
la tela si è animata dei personaggi, molte figure sono state ripensate proprio a coprire alcune architetture; nelle strutture architettoniche, soprattutto della tela centrale, si riconoscono i maggiori
pentimenti in corso d’opera.
Il telero è ripartito in tre telai ognuno costituito da almeno cinque porzioni di tela a loro volta composti da numerosi frammenti di tessuto, anche di recupero, cuciti orizzontalmente.
Questa tripartizione è documentata dall’800 a seguito di uno smontaggio dell’opera dall’oratorio
della Chiesa di San Giacomo alla Giudecca in Venezia, sua collocazione originaria. Da qui la scelta
filologica di mantenere l’impostazione, montando la tela su tre telai a tensionamento costante e continuo,
che, diversamente dal montaggio originale, non prevede un ancoraggio diretto alla montatura tramite chiodi. La tela scorre così sul telaio, tenuta in tensione da alcune molle perché si adatti naturalmente alle variazioni del microclima del luogo in cui è collocata.
Si è trattato di un grande impegno, condiviso con l’ente proprietario, le Gallerie dell’Accademia di
Venezia e in particolare con la soprintendente del Polo Museale Veneziano, Giovanna Damiani e
con Matteo Ceriana, già direttore delle Gallerie dell’Accademia.
Oltre alle migliaia di visitatori che hanno apprezzato il lavoro in corso, organizzato presso il Museo
degli Affreschi “G. B. Cavalcaselle” con la formula del cantiere aperto, sono stati circa 100 i gruppi
che lo hanno visitato. Oltre a costituire un importantissimo recupero dell’ultimo dei grandi conviti
veronesiani e a poter arricchire l’imminente mostra di una tela di questo genere di eccezionali dimensioni, l’intervento ha avuto anche la funzione di sensibilizzare il pubblico alla sua preparazione.
23
Il restauro del Convito in Casa di Levi
Paolo Veronese nacque a Verona, nella contrada di San Paolo, nel 1528 da Gabriele
«spezapreda», cioè tagliapietra, e da Caterina. Dopo un primo apprendistato in qualità di scalpellino al fianco del padre, Paolo fu messo a bottega da Antonio III Badile per imparare i segreti della
pittura, mentre Vasari ci dice che fu introdotto da Giovanni Caroto allo studio delle antichità.
Le prime commissioni autonome si datano attorno al 1546-1548, e in questa fase Veronese non
disdegnava pure di affiancarsi ai decoratori impegnati nelle fabbriche di Michele Sanmicheli. Fu
forse grazie alla visibilità garantitagli dall’attività di frescante svolta nei cantieri sanmicheliani,
dislocati spesso fuori Verona come nel caso della cosiddetta villa Soranza (Castelfranco Veneto,
1551), che Paolo prese contatto con i primi committenti veneziani. Sono del 1551 e 1552 le
pale d’altare realizzate rispettivamente per la chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia e per
il Duomo di Mantova.
Da quel momento le opportunità per lavorare fuori dei confini della città natale si moltiplicarono,
preparandogli la strada per il grande salto, che avvenne tra il 1554 e il 1555, quando si trasferì in
laguna prendendovi casa e bottega. Sono di quegli anni le prime commissioni per Palazzo Ducale,
quelle per la sacrestia e il soffitto della navata centrale della chiesa di San Sebastiano e per la Libreria Marciana. Tra 1559 e 1560 affrescò infatti la villa dei fratelli Barbaro a Maser di Treviso, dove
gli spazi immaginari dipinti dall’artista dialogano con quelli reali progettati da Andrea Palladio in
un crescendo illusionistico che ha reso celebre Paolo Veronese.
Il pacato e oculato Veronese non si lasciò prendere la mano dal successo, decretato al principio degli
anni sessanta dal crescente numero di commissioni, tanto religiose quanto private, iniziando a investire nei primi acquisti terrieri il capitale che la professione gli consentiva di accumulare. Assistito dal
fratello Benedetto(1535/38-1598), cominciò a organizzare in maniera sempre più attenta la propria
bottega: essa lavorava in perfetta sintonia e unità di intenti con il maestro, portando a termine imprese
decorative considerevoli. Con la fama cresceva la credibilità del pittore, anche presso gli organi ufficiali
della Repubblica, che non solo gli affidavano incarichi ma ne richiedevano anche la consulenza professionale, come quando nel 1563 fu chiamato a risolvere la controversia tra la Signoria e i mosaicisti
Zuccato inerente alcuni lavori nella basilica di San Marco. Rientrato a Verona, città con la quale peraltro rimase sempre in contatto, il 17 aprile 1566 Paolo prese in moglie la ventiquattrenne Elena Badile,
figlia dell’antico maestro, che gli diede quattro figli. Il primo e il secondogenito, Gabriele e Carletto, lo
affiancheranno in bottega a partire dal 1580 circa.
24
B i o g ra f i a
Al principio degli anni settanta, un decennio ricco di impegni, Veronese continuava a essere richiesto dai principali ordini religiosi per le sue Cene, dopo quella dipinta nella seconda metà degli
anni cinquanta per i benedettini di San Nazaro e Celso a Verona (oggi a Torino, Galleria sabauda)
e quella consegnata allo stesso ordine per il refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia (ora a
Parigi, Musée du Louvre). Tra 1570 e 1571 eseguì la Cena in casa di Simone per Santa Maria dei
Servi a Venezia (oggi a Versailles, Musée National du Château), nel 1572 dipinse il Convito di San
Gregorio Magno per il santuario di Monte Berico a Vicenza (in situ), tra 1570 e 1573 la perduta
Cena in casa di Simone per il convento delle Maddalene di Padova, mentre è del 1573 il Convito in
casa di Levi per la chiesa domenicana dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia (oggi a Venezia, Gallerie dell’Accademia). In seguito a un processo dell’Inquisizione cui il pittore fu sottoposto nello
stesso 1573, Paolo fu condannato ad apportare delle modifiche che si limitarono sostanzialmente
nel cambiare il titolo del quadro. L’episodio del processo non intaccò la fama né la stima di cui il
pittore godeva presso il governo della Serenissima, che, avendo gli incendi del 1574 e 1577 devastato alcuni dei principali ambienti di Palazzo Ducale, gli affidarono buona parte delle nuove
decorazioni per sostituire quelle perdute. Molti dei soffitti e delle pareti della Sala del Collegio
e di quella del Maggior Consiglio furono decorati da Paolo, che al contempo non smetteva di
ricevere commesse anche fuori città: nell’ottavo decennio Veronese realizzò opere per chiese e
palazzi di Padova, Udine e Vicenza.
Gli anni ottanta videro l’esordio in bottega dei figli Gabriele (1568-1631) e Carlo, detto Carletto
(1570-1596), che segnarono il definitivo passaggio a un’azienda di tipo familiare, inserendo così
l’impresa veronesiana nell’alveo della consolidata tradizione veneta della trasmissione del mestiere
di padre in figlio. In questo decennio Paolo e i suoi collaboratori, pur risultando i vincitori del
concorso per la realizzazione della grande tela con il Paradiso per il Palazzo Ducale del 1582, che
però non riuscirono mai a realizzare, furono impegnati soprattutto nell’esecuzione di un gran
numero di opere di carattere religioso. Si tratta principalmente di pale d’altare, ma anche di dipinti
per la devozione privata: nel corso degli anni infatti Veronese aveva messo a punto un linguaggio
che si confaceva alla rinnovata spiritualità dettata dalla Controriforma. Non è forse un caso che
l’ultima opera di Paolo databile con certezza sia il San Pantalon guarisce un fanciullo, eseguita nel
1587 per la chiesa veneziana intitolata al santo.
La notte del 19 aprile del 1588 Paolo Veronese si spegneva nella sua casa veneziana sita nella
parrocchia di San Samuele, in seguito al complicarsi di un’infezione polmonare contratta pochi
giorni prima mentre si trovava nei suoi possedimenti di Sant’Angelo di Treviso per le festività
pasquali. I famigliari lo fecero seppellire nella chiesa di San Sebastiano, in quello che può essere
considerato a buon diritto il tempio veronesiano. In seguito e per alcuni anni il fratello Benedetto
e i figli Gabriele e Carletto decisero di tenere in vita la bottega e la memoria del maestro, firmando talvolta le loro opere con la sigla “Haeredes Pauli Caliari Veronensis”.
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B i o g ra f i a
✤
opere presenti alla mostra di Londra
ITALIA
Bergamo, Accademia Carrara
1. Carletto Caliari, Studio per uomo appoggiato al gomito destro; 296 X 201 mm
Castelfranco Veneto (TV), Duomo di S. Maria Assunta e S. Liberale
2. Paolo Veronese (?), La Prudenza(?); 200 X 100 cm
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
3. Paolo Veronese, Studio per testa di donna, inv. S.7431; 437 X 231 mm
4. PaoloVeronese, Due profeti (recto), Studio per figure sedute e Vergine col Bambino (verso), inv. 12894F; 198 X 259 mm
5. Paolo Veronese, Studio per san Giorgio che uccide il drago, inv. 19845F; 410 X 505 mm
Firenze, Galleria degli Uffizi
6. Paolo Veronese, Annunciazione, Inv. 1890 n. 899; 143 X 291 cm
✤ 7. Paolo Veronese, Madonna col Bambino, santi e donatori (bozzetto per la Pala Bevilacqua); 50 X 36 cm
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
8. Paolo Veronese, Battesimo di Cristo, Inventario Palatina, n. 186 (1912); 195 X 131,5 cm
Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Rosso
✤ 9. Paolo Veronese, Giuditta e Oloferne, inv. 95; 195 X 176 cm
Milano, Pinacoteca di Brera
✤ 10. Paolo Veronese, Cristo nell’orto nel Getsemani, inv. Gen.115; 80 X 108 cm
Modena, Galleria Estense
✤ 11. Paolo Veronese, I santi Geminiano e Severo, inv. 407; 343 X 240 cm
✤ 12. Paolo Veronese, San Menna; 246 X 120,5 cm
✤ 13. Paolo Veronese, San Giovanni Battista; 246 X 119,5 cm
Roma, Galleria Borghese
✤ 14. Paolo Veronese, La predica del Battista, inv. 137; 208 X 140 cm
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Elen c o d e l l e O p e r e
Roma, Galleria Colonna
✤ 15. Paolo Veronese, Ritratto di gentiluomo, 124 X 94,8 cm
Roma, Pinacoteca Capitolina
16. Paolo Veronese, Allegoria della Pace; 105 X 64 cm
17. Paolo Veronese, Allegoria del Buon Governo; 105 X 64 cm
Roma, Pinacoteca Vaticana
✤ 18. Paolo Veronese, La visione di sant’Elena, inv. 40352; 166 X 134 cm
19. Paolo Veronese, Allegoria delle Arti Liberali, inv. 40346; diametro 105 cm
Torino, Galleria Sabauda
20. Paolo Veronese, La cena in casa di Simone, inv. 580; 315 X 451 cm
✤ 21. Paolo Veronese, Marte e Venere, inv. 683; 47 X 47 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia
✤ 22. Paolo Veronese, Madonna col Bambino in trono e i santi detta Pala Bonaldi, inv. 345; 341,5 X 193 cm
✤ 23. Paolo Veronese, Matrimonio mistico di santa Caterina, inv. 1170; 337 X 241 cm
24. Paolo Veronese, Allegoria della battaglia di Lepanto, inv. 136; 169 X 137 cm
25. Bottega di Paolo Veronese, Incoronazione della Vergine (Pala di Ognissanti); 396 X 219cm
26. Haeredes Pauli Veronensis, Adorazione dei pastori; 235 X 137 cm
27. Haeredes Pauli Veronensis, Cena in casa di Levi, in deposito presso il Comune di Verona; 550 X 1010 cm
Venezia, Galleria G. Franchetti alla Ca’ d’Oro
28. Alessandro Vittoria, Il parroco Benedetto Manzini; 75 X 58 X 37 cm
Venezia, Palazzo Ducale
29. Paolo Veronese, Ratto di Europa; 235 X 296 cm
Venezia, San Pantaleon
✤ 30. Paolo Veronese, San Pantaleone risana un fanciullo; 277 X 160 cm
Venezia, San Sebastiano
31. Paolo Veronese, Allegoria della Carità; diametro 95 cm
32. Paolo Veronese, Allegoria della Fede; diametro 95 cm
33. Paolo Veronese, Allegoria della Speranza; diametro 95 cm
34. Paolo Veronese, Allegoria della Giustizia; diametro 95 cm
Verona, Museo di Castelvecchio
35. Paolo Veronese, Madonna col Bambino e santi, detta Pala Bevilacqua; 233 X 172 cm
36. Paolo Veronese, Deposizione, 76 X 119 cm
37. Bottega di Paolo Veronese, Battesimo di Cristo; 270 X 165 cm
Vicenza, Santa Corona
✤ 38. Paolo Veronese, Adorazione dei Magi; 375 X 228 cm
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Elen c o d e l l e O p e r e
AUSTRIA
Vienna, Albertina
39. Paolo Veronese, Allegoria della Vittoria, n. 40; 386 X 276 mm
Vienna, Kunsthistorisches Museum
40. Paolo Veronese, Marco Curzio, Inv.-Nr. GG_6744; diametro 221,5 cm
✤ 41. Paolo Veronese, Consacrazione di Davide, Inv.-Nr. GG_40; 174 X 365 cm
FRANCIA
Caen, Musée des Beaux-Arts
✤ 42. Paolo Veronese, Tentazione di sant’Antonio, inv. 6; 198,2 X 149,5 cm
Lille, Musée des Beaux-Arts
43. Paolo Veronese, Studio per il paradiso; 87 X 234 cm
Paris, Ecole des Beaux-Arts
44. Paolo Veronese, Studi di costume per l’Edipo Re di Sofocle, inv. 415; 26,3 X 20,6 mm
Paris, Musée du Louvre
Departement des peintures:
✤ 45. Paolo Veronese, Resurrezione della figlia di Jairo, inv. 141; 42 X 37 cm
✤ 46. Paolo Veronese, Ritratto di donna (Bella Nani), inv. RF 2111; 119 X 103 cm
47. Paolo Veronese, Il Calvario, inv. 145; 102 X 102 cm
Paris, Musée du Louvre
Departement des arts graphiques:
48. Paolo Veronese, Studio per il Trionfo di Mardocheo e l’incoronazione di Ester, RF 38926; 150 X 177 mm
49. Paolo Veronese, La Vergine e il Bambino con sei angeli musicanti, INV 4666; 378 X 290 mm
50. Paolo Veronese, S. Antonio tormentato dai demoni, INV 4842; 414 X 356 mm
51. Paolo Veronese, Testa di giovane nero, INV 4679; 278 X 205 mm
52. Paolo Veronese, Studio per l’Adorazione dei Magi, RF 38927; 295 X 380 mm
53. Paolo Veronese, Studio per un miracolo di San Pantalon RF 38928; 214 X 245 mm
54. Carletto Caliari, Studio per Adorazione dei pastori; 306 X 176 mm
55. Benedetto Caliari, Studio per la Nascita della Vergine; 111 X 137 mm
56. Benedetto Caliari, Studio per testa di donna; 334 X 245 mm
57. Gabriele Caliari, Studio per la Fede; 110 X 88 mm
Rennes, Musée des Beaux-Arts
✤ 58. Paolo Veronese, Perseo e Andromeda, inv. 1801.1.1; 260 X 211 cm
GERMANIA
Amburgo, Hamburger Kunsthalle
59. Paolo Veronese, Studi per la Fama, la Pace e una cornice; 256 X 310 mm
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Elen c o d e l l e O p e r e
Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie
60. Paolo Veronese, Cristo morto sorretto da due angeli, Kat. Nr. 295; 110 X 94 cm
Berlino, Staatliche Museen, Kupferstichkabinett
61. Paolo Veronese, Studio per La pittura Sesta e Riposo nella fuga in Egitto, KdZ26362; 194 X 203 mm
62. Paolo Veronese, Studio per armatura, KdZ2034; 380 X 254 mm
63. Paolo Veronese, Studio per le Nozze di Cana, KdZ502; 206 X 174 mm
64. Paolo Veronese, Studio per un lamento sul Cristo morto e Cena in Emmaus, KdZ26358; 155 X 205 mm
65. Paolo Veronese, Studio per cavaliere, un prigioniero, un cane e un tamburo, KdZ22070; 166 X 103 mm
66. Paolo Veronese, Studi per Incoronazione della Vergine, KdZ26356; 153 X 212 mm
67. Paolo Veronese, Studi per Santi per Incoronazione della Vergine, KdZ26360; 304 X 212 mm
68. Paolo Veronese, Studio per l’Agonia nell’orto, KdZ18457; 131 X 169 mm
69. Paolo Veronese(?), Studio per Adorazione dei pastori, KdZ26359; 136 X 213 mm
70. Paolo Veronese, Studi per il Trionfo di Mordecai, KdZ26357; 129 X 112 mm
71. Paolo Veronese, Studio per una risurrezione di Lazzaro, KdZ26361; 215 X 141 mm
72. Paolo Veronese, Studio per una lavanda dei piedi, KdZ26385; 153 X 214 mm
Dresda, Gemäldegalerie
✤ 73. Paolo Veronese, Resurrezione di Cristo, Gal.-Nr. 235; 136 X 104 cm
74. Paolo Veronese, Il buon samaritano, Gal.-Nr. 230; 167,5 X 253 cm
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen
75. Paolo Veronese, Studio per Venezia in trono, n. 83; 24,8 X 20,6 cm
76. Paolo Veronese, Studio di figure e architetture, n. 91; 32,5 X 22,5 cm
Monaco, Staatliche Graphische Sammlung
77. Paolo Veronese, Studi per il Papa Alessandro III accolto dal Doge Sebastiano Ziani, e Papa Alessandro III
e Sebastiano Ziani inviano messaggeri a Federico Barbarossa, Inv. 1951:63; 301 X 209 mm
Stoccarda, Koenig Fachsenfeld
78. Paolo Veronese, Studio per il Ratto d’Europa, la Madonna del Rosario e la Pietà; 296 X 274 mm
GRAN BRETAGNA
Edinburgh, National Gallery of Scotland
✤ 79. Paolo Veronese, Venere, Marte e Cupido, inv. 339; 165,2 X126,5 cm
Leeds, Harewood House
✤ 80. Paolo Veronese, Ritratto di uomo, 180 X 110 cm
London, British Museum
81. Paolo Veronese, Riposo durante la fuga in Egitto, inv. 1854-06-28-4; 316 X 239 mm
82. Paolo Veronese, Studio per Venere e Cupido, inv. 1951-11-10-79; 171 X 127 mm
83. Paolo Veronese, Studio per la Moderazione, inv. 1969-4-12-4; 207 X 227 mm
29
Elen c o d e l l e O p e r e
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London, National Gallery
84. Paolo Veronese, Cristo e l’adultera, NG931; 117,5 X 163,5 cm
85. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. L’unione felice, NG1326; 187,4 X 186,7 cm
86. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. L’infedeltà, NG1318; 189,9 X 189,9 cm
87. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. Il disinganno, NG1324; 186,6 X 188,5 cm
88. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. Il rispetto, NG1325; 186,1 X 194,3 cm
London, collezione privata
89. Carletto Caliari, Maddalena penitente, 126,4 X 97,7 cm
London, collezione privata
90. Paolo Veronese, Divinità naturali in un paesaggio; 421 X 564 mm
Oxford, Christ Church
91. Paolo Veronese, Studio per un’Incoronazione della Vergine, n. 117; 305 X 210 mm
Richmond-upon-Thames
92. Scuola Nord Italiana, Giovane pittore di 18 anni, National Trust Inv. N. 1139909; 20,9 X 27,5 cm
NEDERLAND
Rotterdam, Museum Boymans-Van Beuningen
93. Paolo Veronese, Studio per il Matrimonio mistico di Santa Caterina e la Santa Famiglia con sant’Anna,
Giovanni Battista e Caterina, n. 56; 306 X 199 mm
94. Benedetto Caliari, Copia del Riposo durante la fuga in Egitto; 309 X 211 mm
95. Benedetto Caliari, Studio per San Sebastiano (recto) e studio per Cristo (verso); 240 X 197 mm
REPUBBLICA CECA
Praga, Museo del Castello
96. Paolo Veronese, Ritratto di Jacob König; 83 X 73 cm
Jaromerice, The Jaroměřice nad Rokytnou State château
97. Paolo Veronese, Ritratto di Collaltino Collalto; 134 X 110 cm
SPAGNA
Madrid, Museo del Prado
✤ 98. Paolo Veronese, Il ritrovamento di Mosè, inv. 502; 57 X 43 cm
✤ 99. Paolo Veronese, Cristo e il centurione, inv. 492; 192 X 297 cm
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Elen c o d e l l e O p e r e
STATI UNITI
Los Angeles, J. Paul Getty Museum
✤ 100. Paolo Veronese, Ritratto di uomo, inv. A71-P-17; 192, 1 X 134 cm
101. Paolo Veronese, Studio Cristo tra i dottori, inv. 83.GA.266; 78 X 170 mm
New York, Metropolitan Museum
102. Paolo Veronese, Alessandro Vittoria, Acc. N. 46.31; 110, 5 X 81,9 cm
103. Paolo Veronese, Studi per le quattro Allegorie dell’Amore; 22,2 X 32,0 cm
104. Paolo Veronese, Allegoria della Redenzione del Mondo; 42 X 61,3 cm
New York, Pierpont Morgan Library
105. Paolo Veronese, Studio per il ritrovamento di Mosé; 171 X 186 mm
New York, collezione privata
106. Paolo Veronese, Studio per Allegoria della Lega Santa; 216 X 311 mm
Sarasota, Ringling Museum
✤ 107. Paolo Veronese, Riposo durante la fuga in Egitto, inv. 82; 236,2 X 161,3 cm
Washington, National Gallery of Art
108. Paolo Veronese, Martirio e ultima comunione di santa Lucia, inv. 1984.28.1; 140 X 173 cm
31
Elen c o d e l l e O p e r e
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Gli itinerar i d e l Ve r o n e s e i n Ve n e t o
PAOLO VERONESE
L’illusione della realtà
a cura di
Paola Marini e Bernard Aikema
PAGINE: 400
ILLUSTRAZIONI: 198
formato: 24x24
PREZZO: 35 euro
30 euro al bookshop della mostra
IN LIBRERIA: luglio 2014
SOMMARIO
Introduzione
Paola Marini, Bernard Aikema
1) La giovinezza
L’esordio
Bernard Aikema
Opere
Per Paolo Spezapreda
Stefano Lodi, Ettore Napione
I rapporti di Paolo con
l’ambiente artistico veronese
negli anni della Soranza
Diana Gisolfi
2) Architettura e
decorazione
Un “molto grande teatro”:
Veronese e l’architettura
Paola Marini
Opere
Opere
Regesto
Thomas Dalla Costa
4) Mito e sensualità
Bibliografia
Le seduzioni di Paolo
Enrico Maria Dal Pozzolo
Indice dei nomi
a cura di Thomas Dalla Costa
Opere
Il fondo Pietro Caliari alla
Biblioteca Civica di Verona
Agostino Contò
5) La religiosità
Pictor religiosus
Bernard Aikema
Opere
6) Il disegno e l’officina
Una penna particolarmente
felice
Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa
Paolo Veronese e la bottega
Le botteghe dei Caliari
Thomas Dalla Costa
3) La committenza
Opere
La “presenza” dei committenti
nei dipinti di Paolo Veronese
Stefania Mason
7) Itinerario a Verona
Opere non in mostra
Veronese pittore di Stato
Giorgio Tagliaferro
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Sc h e d a C a t a l o g o
l’allestimento della mostra
“PAolo Veronese. L’illusione
della realtà”
Alba Di Lieto, Nicola Brunelli
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