Ve r o n a Palazzo della Gran Guardia 5 luglio / 5 ottobre 2014 c a rt e l l a s ta m pa contenuti Comunicato stampa della mostra Scheda informativa Colophon Testi istituzionali Introduzione dei curatori dal catalogo Sezioni della mostra Il restauro del Convito in Casa di Levi Biografia Elenco delle opere Gli itinerari del Veronese in Veneto Scheda catalogo 1 Sommario Ve r o n a Palazzo della Gran Guardia 5 luglio - 5 ottobre 2014 L’arte di Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) torna nella sua città natale con una mostra dedicata alla sua figura e alla sua opera, promossa e organizzata dal Comune di Verona, Direzione Musei d’Arte e Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in associazione con la National Gallery di Londra. L’esposizione, allestita nel monumentale Palazzo della Gran Guardia di Verona, si colloca a distanza di ventisei anni dalla rassegna Veronese e Verona tenutasi nel 1988 al Museo di Castelvecchio ed è curata da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e Bernard Aikema, dell’Università degli Studi di Verona. Il Veronese ebbe la sua formazione nella Verona di Giovanni Caroto, Antonio Badile e soprattutto Michele Sanmicheli, per poi trasferirsi e svolgere la parte centrale della sua carriera a Venezia, della cui scena artistica fu uno dei principali protagonisti insieme a Tiziano Vecellio e Jacopo Tintoretto. Guidò un’operosa bottega, assistito, tra gli altri, dal fratello Benedetto e dai figli Carlo e Gabriele, che portarono avanti l’attività dopo la sua morte. In mostra sono esposte oltre 100 opere, fra dipinti e disegni, provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali, tra cui la Gemäldegalerie di Dresda, la National Gallery of Scotland di Edinburgo, il Museo degli Uffizi di Firenze, Palazzo Rosso di Genova, il British Museum e la National Gallery di Londra, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Museo Nacional del Prado di Madrid, la Pinacoteca Estense di Modena, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la National Gallery of Art di Washington. 2 Comu n i c a t o S t a m p a La mostra monografica è la prima di tale ampiezza in Italia dopo quella memorabile curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939 e presenta Paolo Veronese attraverso 6 sezioni espositive: la formazione, i fondamentali rapporti dell’artista con l’architettura e gli architetti (da Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino a Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, e infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo lavoro. Oltre ad un'ampissima scelta di capolavori dell'artista, la mostra comprende una serie di disegni eccezionale per numero, qualità e varietà tematica e tecnica, con l'obiettivo di testimoniare il ruolo della progettazione e riflessione grafica non solo nel percorso creativo di Paolo ma anche nella dinamica produttiva del suo atelier. Il percorso si conclude con la presentazione dell'importante restauro di La Cena in casa di Levi, già in San Giacomo alla Giudecca a Venezia, di proprietà delle Gallerie dell'Accademia e in deposito presso il Comune di Verona. L'intervento ha messo in luce la tavolozza del telero (5,50 x 10 metri), saldato nel 1591 alla bottega del Caliari che continuò per qualche anno il lavoro dell'artista anche dopo la sua morte, sotto il nome di Haeredes Pauli. La mostra è integrata da diversi itinerari pensati per scoprire le opere di Paolo Veronese conservate a verona - nelle chiese di San Giorgio in Braida, San Paolo e al Museo di Castelvecchio - a Vicenza, Bassano del Grappa, Maser, Castelfranco Veneto, Padova e Venezia. 3 Comu n i c a t o S t a m p a Titolo Paolo Veronese. L’illusione della realtà Sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica A cura di Paola Marini e Bernard Aikema Sede Verona, Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra Apertura 5 luglio - 5 ottobre 2014 Promossa e prodotta da Comune di Verona In collaborazione con Università degli Studi di Verona Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza In associazione con The National Gallery, London, a completamento della loro mostra Veronese: Magnificence in Renaissance Venice (19 marzo – 15 giugno 2014) Organizzazione comunicazione e catalogo Electa Con il sostegno di Regione Veneto, Provincia di Verona, Camera di Commercio di Verona Wine Top, Fondazione Cariverona, Cattolica Banca Popolare di Verona, Save Venice, Amici dei Civici Musei d’Arte di Verona, Inner Wheel-Club Verona Con il contributo di Falconeri che ha reso possibile il trasferimento e la movimentazione delle opere provenienti dalla National Gallery di Londra NCTM e l’arte – un progetto di NCTM Studio Legale Associato, Riello Industries, Belluzzo & Partners, Sdg Group, Allegrini Con il supporto di Stiftung Wolfgang Ratjen, Villa I Tatti Si ringraziano UniCredit Veronesi Holding s.p.a. Sponsor tecnico Fedrigoni, APICE Media Partner Corriere della Sera 4 Sc he d a I n f o r m a t i va Orari dal lunedì al giovedì, sabato e domenica: dalle 10.00 alle 21.00 venerdì: dalle 10.00 alle 22.00 (chiusura biglietteria un’ora prima) Ingresso Intero 12 euro Ridotto 9 euro: studenti di 18 anni, studenti universitari con libretto, oltre i 65 anni, possessori biglietti di ingresso ai Musei Civici di Verona, possessori biglietto di ingresso “Torre dei Lamberti + GAM”, possessori Verona Card, possessori di carta ICOM, possessori di ATV MoVer Card, biglietto ATV giornaliero, trigiornaliero, settimanale, possessori di biglietto ferroviario DB-ÖBB EuroCity, possessori del biglietto delle mostre del circuito Scopri il Veneto di Veronese Ridotto 6 euro: minorenni (7-17 anni), accompagnatori di disabili Gratuito: bambini fino a 6 anni, disabili, dipendenti MiBAC, giornalisti con patentino, guide turistiche con patentino Informazioni prenotazioni visite guidate www. geticket.it call center 848 002 008 (dal lunedì a sabato ore 9.00-18.00) prevendita: 1,22 euro Audioguida compresa nel prezzo del biglietto per privati, tranne nel caso di visitatori con ingresso gratuito per i quali il costo è di 5 euro Servizi didatticiAster srl tel. 045 8036353 - tel. 02 20404175 da lunedì a venerdì: 9.00-13.00 / 14.00-16.00 [email protected] Eventi e iniziative speciali www.mostraveronese.it Ufficio stampa Electa Ilaria Maggi tel. 02 71 046 250 [email protected] Responsabile comunicazione Monica Brognoli tel. 02 71 046 456 [email protected] Social media facebook.com/ElectaEditore facebook.com/PaoloVeronese2014 @ElectaEditore @MCastelvecchio #mostraveronese #restaurocenalevi #aspettandoveronese 5 Sc he d a I n f o r m a t i va PROMOSSA E PRODOTTA DA IN ASSOCIAZIONE CON IN COLLABORAZIONE CON ORGANIZZAZIONE E COMUNICAZIONE CON IL SOSTEGNO DI CON IL CONTRIBUTO DI SI RINGRAZIANO CON IL SUPPORTO DI Unicredit Stiftung Wolfgang Ratjen Veronesi Holding s.p.a. SPONSOR TECNICO Villa I Tatti SCOPRI LA MOSTRA CON App Corriere Eventi 6 Colophon Comitato di consultazione Giovanna Damiani Sergio Marinelli Stefania Mason Loredana Olivato Nicholas Penny David Rosand Saverio Urciuoli Cura della mostra Paola Marini, Bernard Aikema Grafica in mostra Centro Allestimenti con Metodo: Paolo Palma, Marcello Piccinini, Alessio Romandini Direzione della mostra Paola Marini Sindaco di Verona Flavio Tosi Il motivo decorativo è una elaborazione grafica del rilievo eseguito da Paola Frattaroli del lampasso dell’abito della santa nel Matrimonio mistico di santa Caterina (cat. 2.12) Consigliere incaricato attività culturali del Comune di Verona Antonia Pavesi per il Comune di Verona hanno collaborato Segreteria e Direzione Generale, Ufficio Stampa, Segreteria del Sindaco, i Coordinamenti e Settori Cultura, Turismo, Gare Contratti e Appalti, Bilancio e Contabilità, Datore di lavoro per la sicurezza, Economato, Edilizia Monumentale, Galleria d’Arte Moderna, Impianti Tecnologici, Istruzione, Lavori Pubblici, Manifestazioni, Manifestazioni – Servizio Serre e Addobbi, Patrimonio, Polizia Municipale, Strade e Giardini Per la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza hanno coordinato: Saverio Urciuoli, Chiara Scardellato, Cinzia Mariano Direzione dell’Area Cultura Gabriele Ren con Lucia Rizzoli, Maria Grazia Galdiolo, Marco Marchese, Roberta Bordignoni, Roberto Vassanelli, Erica Sfredda, Alberta Dalle Pezze, Fiorella Giardini, Elena Airoldi, Domenico Zugliani Apparati multimediali Alca Impianti con Tecno Service Verdari Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona: Alba Di Lieto, Ketty Bertolaso, Oscar Scattolo Ricostruzione virtuale di villa Soranzo Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona: Alba Di Lieto, Ketty Bertolaso, Ilaria Turri Laboratorio MeLa, IUAV Venezia: Malvina Borgherini, Rita El Asmar, Gianluca Asmundo con l’apporto di Diana Gisolfi Beatrice Zardini Segreteria scientifica e organizzativa Ilaria Turri con il supporto di Chiara Tranquillità, Giulia Adami, Sonia Chianchiano Amministrazione Cinzia Soffiati, Paola Sancassani Gare e contratti Chiara Bortolomasi con Marco Burlacchini, Rita Consolini, Lucia Zenari con la collaborazione di Cinzia Soffiati Documentario “Paolo Veronese” Comunicare sas: Mauro Zardetto con Luca Baldin Servizio Manifestazioni del Comune di Verona Alberto Marchesini con Stefano Cavalca, Stefano Benetti, Loredano Bertaiola Segreteria Alberta Faccini, Daniela Bonetti, Paola Borinato, Maria Cristina Rodegheri Gestione del personale Fabia Pinali Servizio Manutenzioni e Allestimenti della Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona Alba Di Lieto, Oscar Scattolo, Ketty Bertolaso, Fabio Guardini, Arianna Strazieri, Ivan Tommasi Attività didattiche e formative Margherita Bolla con la collaborazione di Giulia Sartea Aster: Silvia Cernuschi, Giorgia Fraizzoli Impianti tecnologici e Controllo climatico Settore Impianti Tecnologici del Comune di Verona: Mauro Ionta, Mariano Mazzi, Claudio Menegatti, Giuseppe Santi, Francesco Liboni, Adriano Perlini Cofely: Andrea Anoardo, Roberto Menegolo GIE Impianti: Paolo Mutinelli Conferenze a cura di Antonella Arzone, Ilaria Turri Progetto di allestimento Alba Di Lieto con Nicola Brunelli con la collaborazione di Ketty Bertolaso Manutenzione Palazzo della Gran Guardia Area Lavori Pubblici del Comune di Verona: Luciano Ortolani Settore Edilizia Monumentale del Comune di Verona: Sergio Menon, Viviana Tagetto, Mila Bobbo, Aurelio Zemiglian Allestimento Centro Allestimenti VeronaFiere Servizi Testi in mostra Thomas Dalla Costa con Carlo Corsato Traduzioni Antony Bowden Richard Sadleir 7 Colophon Sicurezza ed evacuazione del pubblico Settore Datore di lavoro unico sicurezza lavoro del Comune di Verona: Valerio Petronilli, Claudio Pierini Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona: Alba Di Lieto, Arianna Strazieri Progetto Impianti di sicurezza Oscar Scattolo Allestimento floreale Settore Manifestazioni del Comune di Verona - Servizio Addobbi Floreali e Serre: Angelo Mazzucco Coordinamento movimentazione opere Gondrand: Giovanna Gotti, Simone Neri Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona: Ettore Napione, Ilaria Turri con Oscar Scattolo, Sara Rodella, Arianna Strazieri, Fabio Guardini Trasporti Gondrand Apice Constantine Controllo e consulenza tecnico-scientifica dello stato conservativo delle opere in mostra Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza: Chiara Scardellato, Guglielmo Stangherlin Direzione Musei d’Arte Monumenti del Comune di Verona: Ettore Napione, Sara Rodella, Ilaria Turri con Stefania Stevanato Assicurazioni Si ringrazia il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, che hanno accordato la garanzia statale sostitutiva dell’assicurazione e in particolare: Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo: Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale Anna Maria Buzzi Servizio I – Valorizzazione del patrimonio culturale, programmazione e bilancio Manuel Roberto Guido Marcello Tagliente Ufficio Garanzia di Stato Antonio Piscitelli Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto Ugo Soragni con la collaborazione di Elisabetta Francescutti Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Saverio Urciuoli con la collaborazione di Federico Cetrangolo Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Gianna Gaudini con la collaborazione di Rosa Distefano Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti con la collaborazione di Francesca Ciani Passeri Servizio III – Tutela del patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e le arti contemporanee Marica Mercalli con la collaborazione di Daniela Cecchini Paola Regoli Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ragioneria Generale dello Stato Ispettorato Generale del Bilancio, Ufficio IX Rosario Stella con la collaborazione di Sebastiano Verdesca Carla Russo Corte dei Conti, Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, del Ministero della Salute e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Elena Raso Lina Pace Assicurazioni commerciali Aon spa: Laura Pettenazzi, Laura Brazzini, Anna Cotta Ramusino Cattolica Assicurazioni: Massimo Antonarelli, Emanuele Riva, Stefano Lucia Servizi di guardiania Auser SN Giorgio Tagliaferro Claudia Terribile Chiara Tranquillità Wouter Wagemakers Alessandra Zamperini Giulia Zanon Beatrice Zardini Servizi di vigilanza armata North East Services Revisione testi Gianni Peretti Electa Traduzione testi in catalogo Laura Guidetti Tessie Vecchi Coordinamento Anna Grandi Roberto Cassetta con Chiara Brighi Editoria Carlotta Branzanti con Alessandra Olivari Impaginazione e redazione del catalogo Dario Tagliabue, Giorgio Gardel, Laura Guidetti, Rossella Savio Merchandising Valérie Béliard Ricerca iconografica Marta Alvarez Progetto grafico Designwork Elisa Serra Ringraziamenti Esprimiamo le più viva gratitudine per il loro generoso apporto ai musei, ai collezionisti e alle istituzioni senza i quali questa mostra non sarebbe stata possibile Amburgo, Hamburger Kunsthalle, Kupferstichkabinett Bergamo, Comune di Bergamo, Accademia Carrara Berlino, Staatliche Museen: Gemäldegalerie Kupferstichkabinett Caen, Musée des Beaux-Arts Castelfranco Veneto, Chiesa di Santa Maria Assunta e di San Liberale Città del Vaticano, Musei Vaticani Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Edimburgo, Scottish National Gallery Firenze, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino: Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi Galleria degli Uffizi Galleria Palatina, Palazzo Pitti Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Rosso Jaromerice, The National Institute for the Protection and Conservation of Monuments and Sites in České Budějovice, Castle Jaroměřice nad Rokytnou Kassel, Museumslandschaft Hessen Kassel, Graphische Sammlung Leeds, Harewood House Trust Lille, Palais des Beaux-Arts Londra, The National Trust, Ham House Londra, The British Museum Londra, The National Gallery Los Angeles, The J. Paul Getty Museum Madrid, Museo Nacional del Prado Milano, Pinacoteca di Brera Modena, Galleria Estense Monaco, Staatliche Graphische Sammlung New York, The Metropolitan Museum of Art New York, The Pierpont Morgan Library Oxford, The Governing Body of Christ Church Parigi, École nationale supérieure Comunicazione e Ufficio stampa Monica Brognoli Ilaria Maggi con la collaborazione di Ufficio stampa del Comune di Verona: Roberto Bolis con Rossella Lazzarini, Erika Righetti Marketing Paola Simeone Social Laura Atie con la collaborazione di Giulia Adami Libreria Laura Baini Chiara Circolani Audioguide Antenna International Biglietteria e prevendita Unicredit Cura del catalogo Paola Marini, Bernard Aikema Testi Bernard Aikema Amalia Donatella Basso Anna Maria Bava Fabrizio Biferali Linda Borean Beverly Louise Brown Enrica Camerin Carlo Corsato Enrico Maria Dal Pozzolo Thomas Dalla Costa Francesca Del Torre Scheuch Isabella di Lenardo Diana Gisolfi Stefano Lodi Giorgio Marini Paola Marini Andrew John Martin Stefania Mason Monica Molteni Ettore Napione Fausta Navarro Michael Odlozil Alessio Pasian Gianni Peretti Donata Samadelli Luca Siracusano 8 Colophon des beaux-arts Parigi, Musée du Louvre - département des Peintures Parigi, Musée du Louvre - département des Arts graphiques Praga, Museo del Castello Rennes, Musée des Beaux-Arts Roma, Museo e Galleria Borghese Roma, Galleria Colonna Roma, Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen Sarasota, The John and Mable Ringling Museum of Art, the State Art Museum of Florida, Florida State University Stoccarda, Staatsgalerie Stuttgart Torino, Galleria Sabauda Venezia, Diocesi Patriarcato di Venezia: Chiesa di San Pantaleone Chiesa di San Sebastiano Venezia, Fondazione Musei Civici, Palazzo Ducale Venezia, Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare: Gallerie dell’Accademia Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro Verona, Museo di Castelvecchio Vicenza, chiesa di Santa Corona Vienna, Albertina Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie Washington, The National Gallery of Art Un particolare ringraziamento a Nicholas Penny e ai colleghi della National Gallery di Londra: Letizia Treves, Eleanor Richards, Miranda Stacey, Francesca Sidhu, Eloise Stewart, Razeeta Ram, Lizzie Phillips, Claire Hallinan, Daragh Kenny ea Ilaria Abbondandolo, Chiara Accornero, Cristina Acidini, Giulia Adami, David Adshead, Scott Allan, Sébastien Allard, Massimo Antonarelli, Irina Artemieva, Martine Aubry, Maria Elisa Avagnina, Luca Baldin, Carmen C. Bambach, Valentina Bandelloni, Sandrina Bandera, Davide Banzato, Luca Massimo Barbero, don Paolo Barbisan, monsignor Gastone Barecchia, Amalia Donatella Basso, Roberta Battaglia, Annamaria Bava, Andrea Bayer, Cristiana Beghini, Gabriella Belli, Guido Beltramini, Francesco Benedetti, Isabel Bennasar Cabrera, Raffaella Besta, Alessandro Bianchi, Paolo Biasi, Piero Boccardo, Caterina Bon Valsassina, Linda Borean, Marco Borghesi, Ilaria Borletti Buitoni, Chiara Bortolomasi, Sandro Boscaini, Bruce Boucher, Nicolas Bourriaud, Virginia Brilliant, David Alan Brown, Emmanuelle Brugerolles, Ilaria Bruno, don Tiziano Brusco, Nicoletta Buffon, Howard Burns, Mariaelisa Buttazzoni, Anna Maria Buzzi, Lisa Cain, Carla Calisi, don Bruno Campara, Thomas P. Campbell, Aldo Canale, don Gianmatteo Caputo, Marco Cardinaletti, Stefano Casciu, Alessandro Cecchi, Daniela Cecchini, Maurizio Cecconi, Matteo Ceriana, Federico Cetrangolo, don Adriano Cevolotto, Sonia Chianchiano, Bruno Chiappa, Alessandro Chiminelli, Keith Christiansen, Camilla Churchill, Francesca Ciani Passeri, Marco Ciatti, Kateřina Cichrová, Michael Clarke, Renata Codello, Anna Coliva, Prospero e Jeanne Colonna, Melissa Conn, Joe Connors, Roberto Contini, Agostino Contò, Dominique Cordellier, Carlo Corsato, Alessandro Corubolo, Valérie Corvino, Sylvia Cox, Simone Cozzarolo, Claudia Cremonini, Maria Luisa Crovetto, Jim Cuno, Vittorio Dalle Ore, Giovanna Damiani, Anne Dary, Maria Teresa De Gregorio, Francesca de Luca, Francesca Del Torre Scheuch, Christine Delaunoy, Vincent Delieuvin, Anna Dewsnap, Guidalberto di Canossa, Tommaso Edoardo Di Carlo, Isabella di Montezemolo, Rosa Distefano, Regine DierksStaiger, Francesco Donadio, Sonja Eiböck, Albert Elen, Giuliana Ericani, Sjarel Ex, Daniela Faburlani, Alberta Faccini, Marzia Faietti, Miguel Falomir Faus, Roberto Fasoli, Juliette Ferdinand, Sylvia Ferino, Giovanna Ferrari, Gabriele Finaldi, Herwig Fisher, Margherita Forestan, Antonio Foscari, Elisabetta Francescutti, Gustavo Franchetto, Carlo Fratta Pasini, Peter Frei, Marika Fucile, Edith Gabrielli, Isabella Gaetani di Canossa, Irene Galifi, Gloria Gallucci, Davide Gasparotto, Gianna Gaudini, Marina Geneletti, Augusto Gentili, Nicoletta Giordani, Bruno Girveau, Nicolò Giusti del Giardino, Sandra Giusti del Giardino Imperiali, Achim Gnann, George Goldner, Giovanna Gotti, Carlo Guarienti, Sergio Guarino, Manuel Roberto Guido, Ulrike Günter, Françoise Hack, Andreas Henning, Martin Herda, Steven High, Corinna Höper, Frederick Ilchman, Andrea Romeo Jain, Kostanze Jöger, Ingrid Kastel, Christine Kloeckner, Lubomir Konecný, Dagmar Korbacher, Michael Kwakkelstein, David Lachenmann, Mario Francesco Lamparelli, Christiane Lange, David Henry George Lascelles, Bernd Lindemann, Cristina Liva, Catherine Loisel, Giovanna Loredan Bonetti, Christiane Lukatis, Diamante Luling Buschetti Dalle Ore, Bernhard Maaz, James MacDonald, Michele Magnabosco, Giulio Manieri Elia, Alberto Marchesini, Giovanna Marchi, Giorgio Marini, Andrew John Martin, Jean-Luc Martinez, Stefania Mason, Marco Mastroianni, Dulcia Meijers, Marica Mercalli, Gudula Metze, Giulia Mezzanini, Elisabetta Michelato, Travis Miles, Francesco Monicelli, Tomaso Montanari, Hannah Morgan, Marco Mozzo, John Murrell, Ettore Napione, Antonio Natali, Fausta Navarro, Simone Neri, Arnold Nesselrath, Alessandro Nova, Bryanna O’Mara, Kathleen Ochmanski, Michael Odlozil, Mariolina Olivari, Loredana Olivato, Kyla Owen, Lina Pace, Antonio Paolucci, Jeannette Parisi, Claudio Parisi Presicce, Rossella Pasqua di Bisceglie, Laura Passuello, Anna Pasti, Valter Paties, Pierpaolo Pattaro, Ulrike Paul, Gi- Paolo Veronese, Studi di costumi per l’Edipo re di Sofocle, Parigi, École nationale supérieure des beaux-arts (cat. 2.14) anni Peretti, Anna Maria Piccinini, Patrizia Piergiovanni, Antonio Piscitelli, Cecilia Piubello, Andrea Polati, Valeria Poletto, Vincent Pomarède, Daniela Porro, Earl A. Powell III, Luciano Provenzano, Patrick Ramade, Maria Elena Raso, Antonia Pasqua Recchia, Paola Regoli, Ronald Reinke, Gabriele Ren, Ingrid Riech, Sofia Rinaldi, Emanuele Riva, Marco Riva, monsignor Piergiorgio Rizzini, Anna Robinson, Sara Rodella, Maria Cristina Rodeschini, Philip Roe, Giampaolo Romagnani, Giuliano Romalli, Cristiana Romalli, David Rosand, Vladimír Rösel, Pierre Rosenberg, Francesca Rossi, Marta Rossignoli, Julie Rowlins, Carla Russo, Marie-Pierre Salè, Xavier Salmon, Xavier Salomon, Gracia Sanchez, Maria Savino, Umberto Savoia, Michele Scardamaglio, Chiara Scardellato, don Marco Scarpa, Klaus Albrecht Schröder, HeinTh. Schulze Altcappenberg, Karl Schütz, Michael Semff, Robin Simon, Fausto Sinagra, Mark Slattery, Ugo Soragni, Sarah Staniforth, Rosario Stella, Marie Luise Sternath-Schuppanz, Stefania Stevanato, Julien Stock, Andreas Stolzenburg, Paola Strada, Christine Surtmann, Dirk Syndram, Marcello Tagliente, Sandra Tatsakis, David Taylor, Claudia Terribile, Jacqueline Thalmann, David Tobey, Andrea Tomezzoli, Anna Chiara Tommasi Arich, Camillo Tonini, Fernanda Torrente, Chiara Torresan, Paolo Tosato, Carel van Tuyll van Serooskerken, Chiara Tranquillità, Nick Trend, Stefania Tullio- Cataldo, Aurelio Urciuoli, Saverio Urciuoli, Christopher Aimery Ussher, Massimiliano Valdinoci, Tiziana Valpiana, Gert Jan van der Sman, Ivo Velisek, Flavio Veneri, Sebastiano Verdesca, Catherine Whistler, Linda Wolk-Simon, Sophie Worley, Alessandra Zambaldo, Giuliano Zanchi, Beatrice Zardini, Guido Zucconi, Miguel Zugaza Loredana Gallo, Firenze Paolo Veronese, Battesimo di Cristo, Firenze, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria Palatina, Palazzo Pitti (cat. 5.13) Luigi Parma, Milano Paolo Veronese, Agonia nell’orto, Milano, Pinacoteca di Brera (cat. 5.17a) Relart di Buda Roberto, Firenze Paolo Veronese, Annunciazione, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria degli Uffizi (cat. 2.1) Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Restauratore: Chiara Scardellato, coadiuvata da Alessandro Carcione, Florindo Romano, Sara Spagnolli Paolo Veronese, Martirio di san Giorgio, Verona, chiesa di San Giorgio in Braida (cat. 7.2) Alessandra Zambaldo, Verona Bottega di Paolo Veronese, Il battesimo di Cristo, Verona, Museo di Castelvecchio (cat. 6.9) Accompagnano la mostra i progetti Esposizione di dieci pannelli con l’analisi ricostruttiva dei patterns dei tessuti degli abiti presenti in alcuni dipinti di Paolo Veronese a cura di Paola Frattaroli, Corso di Tecniche della lavorazione dei materiali tessili per il restauro, Accademia di Belle Arti di Verona, Scuola di Restauro, con la collaborazione di Arianna Biondani, Alice Camoli, Giuliana Capasso, Giulia Castellani, Francesca Lenzi, Irene Mozzo, Consuelo La Nasa, Elena Radavelli Restauri Haeredes Pauli, Convito in casa di Levi, Venezia, Gallerie dell’Accademia, in deposito presso il Comune di Verona (cat. 6.18) Luca Pozzi – Supersymmetric partner Documentazione fotografica del “salto” davanti all’opera degli Haeredes Pauli, Convito in casa di Levi (cat. 6.18) presso San Francesco al Corso, Verona Committente Comune di Verona, Coordinamento Direzione Musei d’Arte Monumenti Direzione lavori Paola Marini, Ettore Napione, Valeria Poletto Ditta esecutrice Barbara Ferriani s.r.l., Milano In parallelo alla mostra, nell’ambito del progetto “Scopri il Veneto di Paolo Veronese”, si svolgono le seguenti esposizioni: Giulio Bono, Venezia Paolo Veronese, Due santi vescovi (Geminiano e Severo?), Modena, Galleria Estense (cat. 2.6a) Paolo Veronese, Incoronazione della Vergine (Pala di Ognissanti), Venezia, Gallerie dell’Accademia (cat. 6.4) Quattro Veronese venuti da lontano. Le Allegorie ritrovate Vicenza, Palladio Museum 5 luglio – 5 ottobre 2014 Laurence Caylux, Parigi 9 Colophon Veronese e Padova. L’artista, la committenza e la sua fortuna Padova, Musei Civici agli Eremitani 7 settembre 2014 – 11 gennaio 2015 Veronese nelle Terre di Giorgione Castelfranco Veneto, Museo Casa Giorgione 12 settembre 2014 – 11 gennaio 2015 Veronese inciso. Stampe da Veronese dal XVI al XIX secolo Bassano del Grappa, Museo della stampa Remondini 14 settembre 2014 – 19 gennaio 2015 P aolo Caliari non è solo il più grande artista di Verona, di tutti i tempi, ma è anche colui che ha portato con valore in tutto il mondo il nome della sua città natale, così nei musei come nelle collezioni pubbliche e private. Siamo orgogliosi quindi di poter presentare questo tributo adeguato alla sua grandezza, che dopo tanti anni Verona riesce finalmente a rivolgergli, grazie a uno straordinario concorso di forze, che ha visto unirsi i Civici Musei d’Arte con l’Università e la Soprintendenza, insieme con l’eccezionale generosità di oltre cinquanta prestatori, che hanno compreso la serietà e l’altezza delle nostre intenzioni. Una particolare menzione merita l’accordo con la National Gallery di Londra, che ha facilitato il nostro progetto con apprezzato spirito di paritetica collaborazione. In tempi di crisi non sarebbe stato possibile raggiungere il nostro ambizioso obiettivo senza l’aiuto fondamentale dei nostri generosi sostenitori: la Fondazione Cariverona, Unicredit, la Banca Popolare di Verona, la Regione del Veneto, Cattolica Assicurazioni, Camera di Commercio, a cui si sono aggiunte eccellenze del settore privato, Fedrigoni, Falconeri,Veronesi Aia, Riello, Studio Nctm, Studio Belluzzo & Partners, Sdg Group, Allegrini, e alcune lungimiranti fondazioni e associazioni culturali: Save Venice Inc., Stiftung Wolfgang Ratjen,Villa I Tatti, Amici dei Civici Musei d’Arte di Verona, Inner Wheel Verona. Ulteriore motivo di soddisfazione è rappresentato dal fatto che l’intero progetto è stato gestito “in economia”, direttamente dalla Direzione del Museo di Castelvecchio, con un corale impegno, con il supporto di molti settori del Comune e con l’essenziale partecipazione nella comunicazione e nel catalogo di Electa-Mondadori, una grande azienda nazionale che ha creduto e investito in questa iniziativa. Si è ricercata la più ampia inclusione e possibilità di godere di questa opportunità irripetibile, tramite conferenze, visite guidate, convegni, social media, giochi, attività didattiche, rivolti a suscitare e soddisfare il desiderio di conoscenza e di bellezza di pubblici molto ampi e diversi, tenendo presente sia il territorio sia i tantissimi ospiti che, ancor più durante i mesi estivi, visitano Verona. Un particolare ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile questa memorabile occasione, ideata e curata da Paola Marini e Bernard Aikema, che perciò aprono idealmente il lunghissimo elenco. Flavio Tosi Sindaco di Verona 10 Tes t i i s t i t u z i o n a l i P ochi artisti come Paolo Caliari hanno la capacità di rappresentare nella sua interezza e varietà il Veneto. Le sue opere sono presenti in gran numero non solo a Venezia, ma anche a Verona,Vicenza, Castelfranco, Maser,Treviso, Padova. Pochi artisti come lui hanno saputo catturare i colori e la luminosità della nostra terra, l’armonia dei suoi spazi, la ricerca dell’equilibrio tra città e campagna, tra architetture costruite e immaginate, tra passato e futuro, impegnandosi a esprimere i valori culturali, politici, religiosi e sociali della civiltà del suo tempo, il pieno Rinascimento. Mentre alla National Gallery di Londra volge al termine una importante mostra dedicata a Veronese, nei prossimi mesi, intorno a questa grande esposizione monografica che gli dedica la sua città natale, con il nostro sostegno, una serie di iniziative riporterà nel Veneto capolavori dall’Europa e dagli Stati Uniti che da secoli hanno lasciato questo territorio. Per valorizzare appieno questa eccezionale circostanza, la Regione si è fatta promotrice di un itinerario che si allarga a comprendere oltre trenta siti fra ville, chiese e palazzi, presentando la storia e la bellezza delle opere di Paolo Veronese, nella maggior parte ancora conservate nei contesti per cui furono realizzate. Abbiamo infatti voluto raccogliere e raccontare entro un’appropriata cornice unitaria l’insieme delle iniziative – a cui, siamo certi, molte altre se ne aggiungeranno come conferenze, convegni, musica, proposte didattiche – per invitare a scoprire, condividendone l’emozione, uno dei più grandi maestri del Cinquecento, amato e imitato attraverso i secoli nell’intero continente, colui che Marco Boschini chiamava il “tesoriero della pittura”. Marino Zorzato Vicepresidente - Assessore alla Cultura Regione del Veneto 11 Tes t i i s t i t u z i o n a l i L a mostra monografica dedicata a Paolo Veronese, artista di grandezza internazionale, conosciuto e ammirato in tutto il mondo, offre all’Università e alla Città una preziosa occasione per collaborare attivamente. L’iniziativa è, al tempo stesso, innovativa dal punto di vista scientifico ma anche di straordinario fascino, ed è dunque in grado di rivolgersi tanto agli specialisti quanto al grande pubblico. Il progetto scientifico, concepito da Paola Marini e Bernard Aikema, ha coinvolto un considerevole numero di docenti, studiosi e studenti del dipartimento TeSIS del nostro Ateneo. In particolare, un significativo contributo è stato fornito dagli studi effettuati nell’ambito di un dottorato di ricerca specificatamente dedicato all’artista, sostenuto dall’Università stessa e dai Musei Civici. L’argomento trattato nella tesi di dottorato è stato individuato come parte integrante dell’iniziativa. Il Laboratorio di Analisi Diagnostiche non Invasive (LANIAC) del dipartimento ha, inoltre, partecipato significativamente al restauro del grande Convito in casa di Levi degli Haeredes Pauli, in deposito a Palazzo Barbieri dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Le novità emerse dal lavoro di ricerca saranno tradotte in una pubblicazione specifica, inserita nella collana del dipartimento. Importante è stato anche il ruolo di studenti e laureandi dei corsi di Laurea in Beni Culturali e Storia dell’Arte, attivi protagonisti sia negli aspetti organizzativi sia in quelli promozionali della mostra, che per i prossimi tre mesi sarà un vero e proprio laboratorio aperto. Riconoscendo l’eccezionalità dell’iniziativa, l’Ateneo ha assunto, infine, l’incarico di promuovere, organizzare e sostenere un Convegno Internazionale su Paolo Veronese in programma dal 25 al 27 settembre 2014.Accanto alle relazioni di affermati studiosi sarà dedicato ampio spazio al contributo dei ricercatori più giovani in una apposita poster session. È, pertanto, una grande soddisfazione constatare come l’Università e le Istituzioni civiche nella nostra Città siano riuscite a integrare e valorizzare le rispettive competenze nella creazione di questo grande avvenimento, che auspichiamo inauguri una nuova stagione di fruttuose collaborazioni. Nicola Sartor Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Verona 12 Tes t i i s t i t u z i o n a l i L a Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza è stata ben lieta di partecipare all’organizzazione di questo grande progetto, con il coinvolgimento dei propri funzionari restauratori e storici dell’arte. L’attività ha interessato il Laboratorio di restauro della Soprintendenza, inizialmente per l’intervento manutentivo della grande pala d’altare raffigurante il Martirio di san Giorgio della chiesa di San Giorgio in Braida, realizzata da Paolo Caliari l’indomani della chiusura del Concilio di Trento, tanto da riportare propagandisticamente i dettami fondamentali della Controriforma. Un’opera importante, già esposta, nella nuova visione restaurata, nella recentissima e complementare mostra londinese sull’autore tenutasi alla National Gallery e ora fruibile nella chiesa di San Giorgio all’interno del percorso itinerante che gli organizzatori della nostra mostra hanno realizzato nel vasto orizzonte del territorio veneto. Parallelamente alla manutenzione, il Laboratorio di restauro della Soprintendenza ha condotto sulla tela del Martirio di san Giorgio una preziosa quanto puntuale campagna di indagini non invasive in collaborazione con l’Istituto nazionale di ottica del CNR di Firenze, con il Dipartimento di informatica dell’Università degli Studi di Verona e con il Laboratorio LANIAC del Dipartimento TeSIS dell’Università degli Studi di Verona, riuscendo a dare una lettura completa del disegno preparatorio del dipinto e ad aggiungere dati sulla tecnica esecutiva del pittore, argomenti solo in parte studiati durante i restauri manutentivi condotti, sempre dal Laboratorio della Soprintendenza, in occasione della precedente mostra sul Veronese del 1988. Un lavoro, questo, che avrò il piacere di raccogliere in una piccola pubblicazione tecnico-scientifica da me curata, con i contributi di Donata Samadelli e Chiara Scardellato della Soprintendenza, Monica Molteni, Paola Artoni e Claudia Daffara dell’Università degli Studi di Verona, Raffaella Fontana del CNR di Firenze, per donare a quanti, tra studiosi e appassionati d’arte, vorranno ricevere dettagliate informazioni. La specifica e preziosa professionalità dei funzionari restauratori della Soprintendenza continuerà per tutta la durata della mostra, seguendo lo stato di conservazione delle opere, già attentamente esaminate durante le fasi di installazione. Una bella collaborazione, che ha visto la Soprintendenza impegnata questa volta soprattutto per la manutenzione e l’indagine diagnostica, scienze non sempre evidenziate e purtroppo spesso tradizionalmente riassorbite nella generica materia della Storia dell’arte. Al personale del Laboratorio di restauro della Soprintendenza la mia stima. Al personale universitario e di ricerca la mia riconoscenza. Saverio Urciuoli Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza 13 Tes t i i s t i t u z i o n a l i Nel ricordo affettuoso di Terisio Pignatti e W.R. Rearick, che ci hanno indicato la strada viaggio l’itinerario proposto dalla Regione del Veneto (www.scopriveronese.it) e la guida Paolo Veronese. Itinerari nel Veneto sostenuta da Save Venice Inc. A cominciare da Verona, dove il Martirio di san Giorgio e la Pala Marogna rimarranno sui loro altari, l’uno, quello della chiesa di San Giorgio in Braida, pensato forse dallo stesso Paolo e l’altro, nella chiesa di San Paolo, circondato dagli affreschi dell’amico e sodale Paolo Farinati. La revisione conservativa, la manutenzione e le indagini sulle due tele vengono intanto documentate da una pubblicazione realizzata dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici di Verona, Rovigo e Vicenza. Quanto alle Cene, abbiamo l’eccezionale opportunità di veder tornare sulle rive dell’Adige – dopo quasi quattrocento anni da quando fu venduta agli Spinola di Genova – la prima di questo genere di soggetti che contraddistinse l’opera di Veronese, realizzata per il monastero benedettino riformato dei Santi Nazaro e Celso. Al termine del percorso presenteremo invece il Convito in casa di Levi, da San Giacomo alla Giudecca. A proposito di rapporto con il territorio, il pensiero va al torpedone in partenza da piazzale Roma, a Venezia per Maser pubblicizzato con la mostra del 1939. L’esposizione organizzata dal giovane Rodolfo Pallucchini resta infatti il termine di confronto anche per la nostra iniziativa. Lì furono presentati novanta dipinti, un certo numero dei quali oggi non sarebbe neppure immaginabile sottrarre alla collocazione originale – le tele dei soffitti di Palazzo Ducale, della Marciana, della chiesa dell’Umiltà, ora nella cappella del Rosario dei Santi Giovanni e Paolo – e inoltre venti disegni. Con il procedere degli studi, alcune di quelle opere sono uscite dal catalogo del pittore e numerose altre ritornano in questa mostra, che raccoglie sessantuno dipinti accompagnati da quarantasei disegni. Questi ultimi testimoniano non solo l’eccezionale qualità e varietà di Paolo disegnatore ma anche lo sviluppo delle ricerche sull’attività grafica del maestro Almeno tre motivi possono indurre a ritenere questa una mostra audace e ambiziosa: che si pensi di dedicare a Veronese un’esposizione monografica; che ciò avvenga a Verona; che a organizzarla sia un Museo civico, con la fondamentale collaborazione di un’Università e di una Soprintendenza. La possibilità di raccogliere una sequenza ampia e pienamente rappresentativa delle opere del pittore era infatti già stata esplicitamente scartata a Venezia nel 1988 e a Parigi-Venezia nel 2005. L’apparente ineluttabilità di tale situazione era stata l’implicita premessa della rassegna allestita alla National Gallery di Washington nel 1988; e aveva costituito un limite invalicabile per la mostra curata a Verona, al Museo di Castelvecchio, nello stesso quarto centenario della morte di Paolo Caliari. Nel primo caso W.R. Rearick aveva puntato su una sua specialità di studioso, il disegno, riunendo la più vasta serie di fogli di Paolo a confronto con molti importanti dipinti; nel secondo Sergio Marinelli si era intelligentemente rivolto al contesto veronese del tempo, a far corona al Martirio di san Giorgio, studiato in profondità e restaurato per l’occasione. Le criticità di un simile progetto sono oggettive, prima che psicologiche (la difficoltà di afferrare l’animo del pittore, di andare oltre la sua “serena olimpicità”), e risiedono nell’evidente intrasportabilità di una parte fondamentale dell’opera di Caliari giunta fino a noi: i soffitti di Palazzo Ducale e della Libreria Marciana e tutta la chiesa di San Sebastiano a Venezia, le monumentali Cene, gli affreschi di villa Barbaro a Maser. Un richiamo di questa produzione a scala monumentale verrà dal video appositamente realizzato e dall’ipotesi ricostruttiva della decorazione perduta di villa Soranzo a Castelfranco, ma l’auspicio è che la mostra susciti lo stimolo ad andare a visitare, o a rivedere, questi e altri luoghi, incontrando i dipinti di Veronese nel paesaggio, nelle architetture, nelle luci per cui sono stati eseguiti. Aiuteranno nella preparazione al 14 Introduzione dei curatori dal catalogo tava e meritava una revisione completa che solo la scadenza dell’esposizione ha consentito di finanziare. Gli importanti e inediti risultati di questo impegnativo intervento saranno affidati a un volume pubblicato con la collaborazione del Laniac - Laboratorio di analisi non invasive per le opere d’arte antica, moderna e contemporanea dell’Università di Verona, ma possiamo dire che almeno altri due obiettivi esso ha già permesso di raggiungere. Da un lato infatti il lavoro, condotto con la formula del “cantiere aperto” presso il Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”, ha sensibilizzato il pubblico e circa un centinaio di specifici gruppi sulla preparazione in corso della mostra: stava accadendo qualcosa di veramente grande; dall’altro ha consentito l’eccezionale presenza in mostra di un telero da refettorio conventuale, di una Cena, il cui prestito non sarebbe stato neppure ipotizzabile a causa delle dimensioni. Il percorso espositivo può quindi concludersi con il racconto dell’operatività dell’officina veronesiana nel nono decennio del Cinquecento, quando a fianco del capobottega c’erano il fratello Benedetto e i figli Gabriele e Carletto. Le singole personalità, delineate bene fra gli altri da Luciana Crosato Larcher e da Hans Dieter Huber, sono abbastanza ben distinguibili e al tempo stesso capaci di armonizzarsi fondendosi nel nome di Veronese. Avevamo già tracciato le linee guida della nostra mostra quando apprendemmo che pure la National Gallery di Londra stava preparando una rassegna su Paolo Veronese. L’amicizia antica con il direttore Nicholas Penny e nuova con il curatore Xavier Salomon ha fatto sì che i due progetti, anziché confliggere, si armonizzassero e sostenessero reciprocamente, seppur nell’indipendenza dei contenuti, sotto molteplici punti di vista. Anche il fatto che, diversamente da quanto si era inizialmente pensato, per una scelta della programmazione del Comune di Verona, l’edizione londinese dell’esposizione, “Veronese. Magnificence in Renaissance Venice” (19 marzo - 15 giugno 2014), abbia preceduto quella veronese, si è tradotto per noi in un’ulteriore opportunità, consentendoci di fare tesoro dei risultati di quel lavoro, e della giornata di studio che lo ha introdotto, effettuando “in corsa” qualche opportuno ritocco alla sequenza. (Tietze-Tietze Conrat, Rosand, Cocke, Rearick) e soprattutto forniscono una chiave fondamentale per entrare nel suo processo creativo e nella prassi operativa sua e dei collaboratori. Perciò ai disegni è data nell’allestimento una centralità fisica, quasi fossero una “spina dorsale” del ragionamento, in appositi espositori che garantiscono ai preziosi fogli ottimali condizioni conservative e, al tempo stesso, la vicinanza anche visiva ai temi e alle opere con cui essi sono in relazione o che stanno a rappresentare. La mostra ha avuto una lunga e approfondita preparazione, rintracciabile, oltre che negli studi dei curatori, in una fellowship a Villa i Tatti di Paola Marini nel 2008, nella borsa di dottorato del Fondo Sociale Europeo istituita nel 20102012 da Università e Comune di Verona - Direzione Musei, avente per oggetto l’indagine della bottega veronesiana condotta da Thomas Dalla Costa, che è stato il nostro principale collaboratore dal punto di vista scientifico (sostenuto da un generoso stipendio della Stiftung Wolfgang Ratjen), così come Ilaria Turri è stata il perno dell’organizzazione. Entrambi hanno profuso un impegno, entusiasta e intelligente, ben superiore a quello richiesto dal compito loro affidato e gliene siamo profondamente grati. L’organizzazione, preme dirlo, è stata del tutto interna all’istituzione museale e direttamente funzionale agli obiettivi culturali e formativi del progetto. A essa hanno contribuito al massimo delle loro possibilità tutte le risorse della Direzione Musei e di numerosi settori del Comune, validamente affiancati da Paola Simeone e da Electa per la comunicazione, l’editoria, i servizi; dal Dipartimento TeSIS dell’Università di Verona per gli aspetti scientifici e dalla citata Soprintendenza per l’assistenza alla movimentazione delle opere e per la Garanzia di Stato. Della approfondita preparazione fanno parte sia i numerosi interventi conservativi delle opere concesse in prestito, che la mostra è stata lieta di sostenere, sia il completo restauro del Convito in casa di Levi degli Haeredes Pauli progettato con Giovanna Damiani e Matteo Ceriana, ed eseguito da Barbara Ferriani. L’ultimo dei grandi conviti veronesiani, di proprietà delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dai primi del Novecento in deposito al Comune di Verona, necessi- 15 Introduzione dei curatori dal catalogo Cocke (1972), Lewis (1987), Crosato Larcher (1982 e 2001) e altri, e instancabilmente promosso, negli ultimi anni, da Augusto Gentili e la sua scuola. Il percorso si articola in sei sezioni: “La giovinezza”, “Architettura e decorazione”, “La committenza”, “Mito e sensualità”, “La religiosità” e “Il disegno e l’officina”. Data la ricchezza semantica oltre che pittorica dell’opera di Veronese, quelle sezioni non andranno ovviamente intese come barriere invalicabili, presentando spesso un dipinto ovvi motivi di riferimento a più tematiche.Tali scansioni trovano una stretta corrispondenza nel catalogo, dove i saggi introduttivi ai rispettivi capitoli rendono conto delle scelte e in alcuni casi sono accompagnati da ulteriori testi di approfondimento. Anche in quella sede i disegni non sono contenuti in una specifica area ma sono interpolati ai dipinti, seguendo la logica dell’esposizione. Altre novità e analisi dettagliate emergeranno nel convegno – corredato da una sessione riservata a panels di giovani ricercatori e da una dedicata a recenti interventi di restauro – promosso e sostenuto dall’Università di Verona in programma il 25, 26 e 27 settembre, e verranno raccolti negli atti che seguiranno. Desideriamo rivolgere un cordiale ringraziamento ai componenti del Comitato scientifico che, insieme a numerosi altri autorevoli colleghi, ci hanno confortati con il loro giudizio e indirizzati con i loro consigli e ai trentatré autori che hanno partecipato con corale dedizione al progetto, scambiando generosamente opinioni e suggerimenti. Ci fa piacere che in questo vivace laboratorio gli studiosi più esperti abbiano lavorato insieme con più giovani leve e la presenza di Beverly L. Brown, che fu al fianco di William R. Rearick nel 1988, al pari di quella di Tessie Vecchi per le traduzioni, ha per noi un particolare valore. Naturalmente tutto questo retroterra non avrebbe condotto al risultato sperato se oltre cinquanta musei e collezioni europei e americani non avessero risposto con eccezionale generosità alle nostre richieste. La presenza di ciascuna delle opere è stata ricercata con precisione e ognuna di loro è preziosa, ma corre l’obbligo segnalare almeno quelle più eccezionali: le tredici opere Si trattava dunque di presentare al grande pubblico l’opera di uno dei protagonisti della civiltà figurativa veneziana del Cinquecento. Un pittore proveniente dalla terraferma, dove aveva costruito il suo linguaggio, affatto differente dalla linea Bellini-Tiziano prevalente nella Dominante. Un eccezionale colorista, il “tesoriero della pittura”, come lo definì nel Seicento Marco Boschini, straordinario narratore di miti e creatore dell’immagine ufficiale della Serenissima. Un artista la cui fama si consolidava nei secoli XVII, XVIII e XIX, durante i quali le sue opere diventavano modelli canonici per la pittura narrativa e decorativa in tutta Europa (cfr. Meyer zur Capellen, Roeck 1990; Priever 1997). Lo studio scientifico della vita e delle opere di Paolo prese l’avvio nel 1888, con la pubblicazione della prima e tuttora fondamentale monografia di Pietro Caliari. Nel secolo scorso, la critica di stampo formalistico è riuscita a proporre un’immagine abbastanza coerente della produzione artistica di Paolo, con i volumi monografici di Osmond (1927), Fiocco (1928 e 1934), Pallucchini (1943 e 1984), Badt (1981) e quello, uscito postumo, di Von Hadeln (1978). La sua vasta, in tutti i sensi, produzione superstite forma un catalogo che nell’edizione del 1995 di Terisio Pignatti e Filippo Pedrocco sfiora i quattrocento numeri, con ancora molti problemi aperti intorno alla cronologia. Abbiamo deciso di strutturare l’esposizione intorno ad alcuni temi fondamentali che, senza salti cronologici troppo fastidiosi, dessero conto delle principali linee d’indagine lungo le quali si sono orientati gli studi degli ultimi decenni: quelli collegati alle mostre e ai convegni del 1988, di Sarasota 2012-2013, di Londra 2014, quelli relativi alle mostre di contesto (Verona 1980, Londra 1983, Boston e Parigi 2009), quelli più propriamente monografici (Cocke, Rosand, Zamperini), quelli dedicati a temi specifici (la giovinezza, la ritrattistica, il collezionismo: Gisolfi Pechukas 1987 e 1989-1990; Garton 2008; i contributi di Stefania Mason e dei suoi allievi, ma anche Salomon 2006), o anche a restauri di singole opere o cicli di dipinti (Parigi 1992; Venezia 2011), e quelli di iconologia e dei contesti socio-culturali, un filone di indagine relativamente nuovo per questo pittore, avviato nei vari scritti di Fehl (1961), Wind (1968), Kahr (1970), 16 Introduzione dei curatori dal catalogo go, non vogliamo nascondere che tra le assenze più dolorose vi è il ritratto il Daniele Barbaro (del Rijksmuseum di Amsterdam), che fu il vero motore, con Andrea Palladio, del prender forma di straordinarie architetture illusionisticamente dipinte da parte di un artista educato alla sensibilità per i fatti costruttivi. Da questo specifico aspetto deriva il sottotitolo della mostra. Se la Bella Nani è davvero, come crediamo, Giustiniana Giustinian, moglie di Marcantonio Barbaro, comunque un richiamo alla villa di Maser sarà in mostra, insieme al cartone per una Suonatrice della sala a crociera. Alle ante dell’organo della scomparsa chiesa veneziana di San Geminiano, architettura di Jacopo Sansovino, abbiamo voluto accostare il busto del parroco Manzini, che Paolo ritrae in uno dei santi, opera di un compagno di imprese decorative, Alessandro Vittoria, a sua volta soggetto del quadro veronesiano del Metropolitan esposto lì a fianco. Pur facendo ancora parte della sezione dedicata ad “Architettura e decorazione”, le tele esposte nella sala successiva testimoniano altresì le diverse funzioni del dipinto religioso, dal quadro per un refettorio conventuale alle pale d’altare (sublimi quelle di San Zaccaria e Santa Caterina, entrambe prestiti delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e quella di Santa Corona, a Vicenza), dal telero da “portego” (magnifici la Consacrazione di Davide di Vienna e il Cristo e il centurione del Prado), al piccolo formato di squisita fattura del Ritrovamento di Mosè, dai soggetti più volte replicati per raffinati collezionisti. La mancanza del Miracolo di san Barnaba, che avrebbe ben figurato in questa sezione, è attenuata dalla scelta di mantenere il Martirio di san Giorgio nella chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, da cui proviene anche la pala oggi a Rouen. Gli eccezionali prestiti delle quattro Allegorie della National Gallery di Londra e del Ratto d’Europa del Palazzo Ducale di Venezia contribuiscono a rendere superbo il capitolo dell’esposizione dedicato a “Mito e sensualità”, mentre un’ampia selezione di disegni e alcune preziose prove pittoriche come il modello per il Paradiso oggi a Lille permette di visualizzare la pittura di Stato, altro capitolo essenziale della produzione veronesiana. Nella sezione seguente una serie di opere eccelse, provenienti da tutto il mondo, at- concesse dal Musée du Louvre, dieci delle quali sono disegni, i dodici fogli presentati dal Kupferstichkabinett di Berlino, i cinque dipinti inviati dalla National Gallery di Londra (tra i quali le quattro magnifiche Allegorie dell’Amore, in precedenza mai uscite tutte insieme dal museo inglese), cinque tele e una scultura prestati dalla Soprintendenza del Polo museale di Venezia, la Cena in casa di Simone della Galleria Sabauda di Torino. Quest’ultima tela riassume idealmente l’esordio di Veronese, costituendone il punto d’arrivo e la sintesi. Puntando su di essa abbiamo rinunciato perciò ad altre presenze, privilegiando nella scelta le opere che non fossero state in precedenza esposte a Verona, con qualche eccezione, come il piccolo dipinto a olio su tela degli Uffizi in relazione con la Pala Bevilacqua Lazise, visto che è emerso di un luminoso splendore da una recente pulitura e ha la possibilità di essere mostrato accanto alla Resurrezione della figlia di Giairo del Louvre, eseguito con la medesima tecnica e ugualmente appartenente agli inizi della carriera di Caliari. La mostra si apre con la proposta, per noi suggestiva, che sia Paolo Veronese il pittore diciottenne ritratto probabilmente da Antonio Badile nel 1546 e prosegue accostando alla Conversione della Maddalena di Londra, oltre ai modelletti dianzi citati, la Deposizione di Castelvecchio e, nonostante la sua consunzione, la Pala Bevilacqua Lazise, sua prima opera documentata. L’eccezionale Marco Curzio di Vienna, le quattro Virtù su tavola da San Sebastiano, le tre tele divise tra la Pinacoteca Capitolina e i Musei Vaticani, con la Temperanza strappata nell’Ottocento dalla villa Soranzo a Castelfranco Veneto (Treviso), aprono la riflessione sulle prime imprese decorative, in cui Paolo era affiancato da un piccolo gruppo di artisti veronesi che, dice Vasari, Michele Sanmicheli “amava come figliuoli”, alcuni dei quali furono invitati con lui a realizzare quattro pale per il Duomo di Mantova, ciclo di cui fa parte il Sant’Antonio ora a Caen. Tra le primizie degli esordi, si rende per la prima volta facilmente accessibile al pubblico e si sottopone al dibattito degli studiosi il ritratto di Collaltino Collalto. A questo punto il percorso intreccia committenza, rapporti con l’architettura, declinazioni della religiosità. Rinviando per una approfondita disamina ai saggi del catalo- 17 Introduzione dei curatori dal catalogo Le monumentali sale della Gran Guardia, costruita dai discendenti di Sanmicheli, accolgono degnamente le tele grandiose di Paolo Caliari entro il lineare allestimento progettato da Alba Di Lieto con Nicola Brunelli, ma la chiusura delle grandi finestre, ottenuta da organizzatori privati di esposizioni, ci ha impedito di godere dell’affaccio sull’Arena e della luce naturale che per secoli tali aperture hanno garantito. Così, diversamente da Londra, che per Veronese ha voluto la luce del sole, siamo stati costretti a ricorrere, come a Ca’ Giustinian nel lontano 1939, alla illuminazione artificiale. Ci auguriamo che la forza di Paolo superi questa limitazione. testano quanto fosse intenso, colto e originale il sentimento religioso di cui Veronese seppe farsi interprete, in sintonia con l’appassionato dibattito del suo tempo, fra riforme e Controriforma. Basta citare, fra i molti esempi, il Riposo durante la fuga in Egitto di Sarasota, e le drammatiche prove degli ultimi anni del pittore: l’Agonia nell’orto di Brera, e la stupenda pala di San Pantalon, della omonima chiesa veneziana. Ci sarebbe piaciuto disporre accanto al Buon samaritano di Dresda il Battesimo e tentazioni di Cristo di Brera che mostra un’affine concezione del paesaggio, mentre il Cristo morto sostenuto da due angeli di Berlino validamente supplisce alla mancata disponibilità di quello dell’Ermitage. Paola Marini Bernard Aikema 18 Introduzione dei curatori dal catalogo GIOVINEZZA Paolo Caliari nacque in contrada San Paolo a Verona nel 1528. Figlio di uno scalpellino, si firmò per qualche tempo Paolo “spezapreda” (cioè tagliapietra), ma non si conosce quanto e come abbia aiutato il padre nella scultura. Entrò invece a bottega di Antonio Badile, discendente di una delle più antiche dinastie di pittori della città e, secondo Vasari, fu introdotto da Giovanni Caroto allo studio delle antichità di cui Verona è seconda solo a Roma.Verona aveva sviluppato un linguaggio artistico autonomo rispetto a quello della Repubblica di Venezia, di cui faceva parte, e proprio in questo clima indipendente si formò il giovane Paolo. Sin dalle sue prime opere, però, Veronese si distinse dalla tradizione pittorica locale mostrando di trarre ispirazione anche da artisti non veronesi quali ad esempio Giulio Romano, Correggio, Parmigianino ed altri. Di questa prima fase sono rappresentative opere come il Marco Curzio (Vienna, Kunsthistorisches Museum) e le Tentazioni di Sant’Antonio (Caen, Musée des Beaux-Arts). La vivace curiosità di Paolo lo spinse a confrontarsi con molteplici linguaggi artistici, che insieme alla non comune abilità tecnica e compositiva ne fecero ben presto un pittore richiesto anche oltre i confini cittadini: tra 1555 e 1557 infatti si trasferì stabilmente a Venezia. La sezione di apertura della mostra sarà quindi dedicata all’approfondimento dei principali aspetti inerenti la prima formazione di Paolo Veronese. IL RAPPORTO CON L’ARCHITETTURA Noto per la brillantezza dei colori e gli atteggiamenti eleganti dei protagonisti dei suoi dipinti, nell’immaginario collettivo Paolo Veronese è il pittore “decorativo” per eccellenza. Ma una componente altrettanto essenziale delle sue opere è la monumentale impostazione architettonica in cui le scene, sia sacre sia profane, vengono ambientate, apparendo come episodi di una rappresentazione teatrale. Nel linguaggio artistico di Veronese il rapporto tra lo spazio dipinto e quello reale è determinante, e spinse l’artista a misurarsi costantemente con le superfici architettoniche che doveva decorare. Inventando sfondi per i suoi quadri, le pareti delle ville o le volte delle chiese, Paolo mise a punto un linguaggio illusionistico che sostanzia opere come I Santi Geminiano e Severo della Galleria Estense di Modena, e l’Annunciazione degli Uffizi. L’attenzione per l’architettura è poi rivelata da disegni quali lo Studio per figure e architetture di Kassel. Questa sezione affronta un comparto degli studi su Veronese ritenuto fondamentale, ma al contempo ancora poco sondato dalla critica. 19 Le sez i o n i d e l l a m o s t ra COMMITTENZA PUBBLICA E PRIVATA Il tono ricco, solenne e al contempo elegante che la pittura di Paolo Veronese esprime fu la chiave del suo successo presso una tipologia di committenti incredibilmente variegata. Ordini ecclesiastici, confraternite e scuole di devozione si contendevano le sue prestazioni con i committenti privati, per i quali Caliari realizzò cicli affrescati, grandi teleri da portego (la zona della casa in cui i mercanti veneziani svolgevano i propri affari) e ritratti. Tra questi il ritratto femminile noto come la Bella Nani del Louvre e il Ritratto di uomo del Getty Museum (Los Angeles). Il linguaggio austero e ricco di citazioni classiche di Veronese bene si adattava anche al gusto della nuova classe dirigente veneziana, che gli affidò la decorazione del più importante edificio pubblico di Venezia, il Palazzo Ducale. I due incendi del 1574 e 1577 ne avevano danneggiato le sale principali, che vennero ridecorate dai massimi artisti dell’epoca. Qui il ruolo di Veronese fu centrale, ed il peso innovativo dei suoi interventi viene ricostruito in mostra tramite alcuni dei principali disegni di studio pervenutici. MITO E ALLEGORIE Per i medesimi committenti privati Paolo Veronese fu autore di dipinti di soggetto mitologico, una tipologia che seppe interpretare con estrema sensualità. Opere come il Ratto d’Europa (Venezia, Palazzo Ducale) e Venere, Marte e Cupido (Edimburgo, National Gallery of Scotland) adornavano le dimore private di committenti desiderosi di ammirare, nell’intimità delle proprie case, le sinuose forme femminili dipinte da Paolo. Anche le quattro Allegorie dell’amore della National Gallery di Londra, ritornate per la prima volta in Italia dopo più di quattro secoli, tele la cui iconografia è ancora da indagare, rientrano in questa tipologia di opere.Veronese seppe inoltre attribuire la stessa carica di sensualità a talune tematiche religiose, quali Giuditta e Oloferne (Genova, Palazzo Rosso). Questa sezione riguarderà il ruolo occupato da Veronese nel panorama della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento e i meccanismi tramite cui le sue immagini raccolsero enorme consenso tra i collezionisti contemporanei. RELIGIOSITà Nell’immaginario comune Veronese è solitamente visto come l’artista delle decorazioni ricche e festose, elemento che caratterizza ad esempio le sue versioni dell’Ultima Cena. Eppure una consistente parte della produzione di Veronese si inserisce pienamente nel dibattito religioso della Controriforma, facendo di Paolo – grande innovatore di iconografie – uno dei maggiori e più sensibili interpreti del nuovo spirito devozionale. Di questa tipologia di opere fanno parte il Riposo nella Fuga in Egitto (Sarasota, Ringling Museum), diverse varianti della Adorazione dei Magi, tra cui spicca quella per la chiesa di Santa Corona di Vicenza, e pale d’altare quali il Matrimonio mistico di 20 Le sez i o n i d e l l a m o s t ra Santa Caterina per la chiesa di Santa Caterina de’ Sacchi di Venezia (oggi Gallerie dell’Accademia). Alla ricchezza di queste tele si contrappongono opere come Il buon Samaritano di Dresda, l’intensa Orazione nell’orto della Pinacoteca di Brera, in cui il tono dei colori si fa più cupo e il paesaggio riveste un nuovo ruolo. Questa sezione intende andare oltre l’aspetto rutilante delle immagini sacre di Veronese, cercando di indagare il contenuto di una vasta produzione di opere religiose che rispondevano a una precisa domanda e inclinazione devozionale della società del tempo. LA BOTTEGA Come ogni grande artista del Rinascimento,Veronese non prescindeva dal supporto di un’attiva bottega che lo coadiuvava e, quando necessario, sostituiva. Diede lavoro infatti a molti garzoni, assistenti e lavoranti. Numero e tipologia di questi aiuti variavano in funzione della quantità e del genere di commissioni ricevute, perciò è difficile stabilire con certezza quanti facessero parte di questa bottega.Tra i suoi principali collaboratori vanno però ricordati il fratello Benedetto (15381598) ed i figli Gabriele (1568-1631) e Carletto (1570-1596). Parte delle più recenti acquisizioni inerenti l’organizzazione dell’atelier di Paolo Caliari verranno visualizzate in mostra attraverso dipinti e disegni di alcuni dei principali componenti della bottega che possono essere confrontati con opere del maestro. L’intento di questa sezione è quello di ricostruire, tramite esempi concreti, alcuni aspetti dell’organizzazione interna di quella che fu l’“officina” veronesiana. 21 Le sez i o n i d e l l a m o s t ra Convito in casa di Levi Haeredes Pauli, 1588-1590 Olio su tela, cm 509 × 984 Venezia, Gallerie dell’Accademia, in deposito a Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona Provenienza Venezia, chiesa di San Giacomo alla Giudecca, 1590;Venezia, Gallerie dell’Accademia, 1812;Verona, Palazzo Barbieri, 1912 Questa enorme tela, che fu realizzata per il refettorio della chiesa veneziana di San Giacomo alla Giudecca, è opera collettiva degli Haeredes Pauli, come testimonia la ricevuta di pagamento ritirata da Gabriele a nome di tutti i Caliari il 13 settembre 1590 (Venezia 1983, pp. 91-92). Lo stesso artista incassava pochi mesi dopo, nel marzo 1591, il saldo definitivo per l’esecuzione di tre dipinti che ornavano il soffitto del refettorio, l’Assunzione, l’Annunciazione e la Visitazione oggi alle Gallerie dell’Accademia. Iniziata a costruire nel 1338, soppressa e distrutta a partire dal 1806, la chiesa di San Giacomo faceva capo ai Servi di Maria, ordine per cui Paolo aveva dipinto nel 1570 circa una Cena in casa di Simone per il refettorio della chiesa di Santa Maria dei Servi (oggi a Versailles, Musée National). Nel suo Vangelo Luca racconta l’episodio dell’invito a pranzo che Cristo riceve da Levi, facoltoso esattore delle tasse, che possiamo riconoscere nell’uomo vestito di giallo, seduto sul lato della tavola opposto al Messia. A quel pranzo partecipano anche altre persone, tra cui farisei e dottori della legge (Luca 11: 37-53). Uno dei dottori è in piedi davanti a lui, indossa l’ermellino e sta rivolgendogli la parola, come intuiamo dalla sua posa: forse il momento rappresentato è quello che precede l’invettiva di Gesù, criticato per non aver compiuto le consuete abluzioni prima del pasto. Egli è infatti ritto sulla sedia, impassibile e non adirato come narra Luca. La struttura architettonica, impostata con rigore, ha subìto diverse modifiche in corso d’opera soprattutto negli edifici dello sfondo; nel complesso essa richiama quella della Cena in casa di Levi dell’Accademia di Venezia, ma le architetture giocano qui un ruolo preponderante. Il modo di organizzare la composizione affollandola di comparse che tendono a renderla poco armoniosa e di difficile lettura è tipica dei dipinti degli Haeredes e sembra preludere ai teleri realizzati dai Caliari per la sala del Maggior Consiglio tra 1590 e 1595. Nonostante i pagamenti certifichino che la tela fu consegnata dagli Haeredes, alcuni documenti indicano che il refettorio era stato completato già nell’estate del 1585 (A.S.Ve, San Giacomo della Giudecca, b. 17, n. 688): la commissione del dipinto potrebbe non essere di troppo successiva a questa data, e ciò non consente di escludere una prima partecipazione di Paolo. Tale ipotesi sembra trovare conforto nella evidente disomogeneità qualitativa della pittura, che ad esempio nella porzione di destra raggiunge i vertici dei grandi dipinti di identica tipologia realizzati sotto la guida di Paolo. Soprattutto nella zona centrale, invece, domina una maggiore disarmonia stilistica, e nel gruppo dei commensali seduti a destra si nota il cospicuo intervento di una mano meno felice. Le riprese rifletto grafiche effettuate dal Centro Laniac dell’Università di Verona, di cui verrà dato ampio resoconto in una specifica pubblicazione dedicata al restauro del dipinto, hanno evidenziato differenze qualitative considerevoli anche nel disegno preparatorio soggiacente. Come per il visibile possiamo infatti riconoscervi almeno tre mani diverse. Le analisi hanno inoltre rivelato che in certe zone pentimenti e modifiche sono stati considerevoli, in particolare nel gruppo dei farisei e degli scribi, dove le correzioni si devono alla mano di un disegnatore più dotato, forse Benedetto. Thomas Dalla Costa 22 Il restauro del Convito in Casa di Levi Il restauro in occasione della mostra 2014, analisi non invasive di P. Artoni, Laniac, Università di Verona; restauro di Barbara Ferriani Il restauro, voluto da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e curatrice della mostra insieme a Bernard Aikema dell’Università di Verona, ed eseguito dallo studio di restauro Barbara Ferriani, è stato reso possibile dal generoso contributo della Banca Popolare di Verona, gruppo bancario Banco Popolare, a cui si sono aggiunti quello di Inner Wheel-Distretto 206 e di fondazione CittàItalia. Presto saranno pubblicati i risultati di oltre un anno di lavoro e studio ma da una prima analisi è già possibile ricostruire il processo di lavorazione. Una speciale campagna di analisi diagnostiche non invasive, sfruttando la tecnica delle immagini a infrarossi, ha permesso di rilevare numerosi ripensamenti e ha reso riconoscibili le mani di almeno tre artisti, gli Haeredes Pauli: Benedetto, Carletto e Gabriele Caliari. E’ emerso inoltre che sono in principio state pensate e realizzate tutte le architetture e date le prime stesure pittoriche di colore, in particolare la campitura del cielo. In un secondo momento la tela si è animata dei personaggi, molte figure sono state ripensate proprio a coprire alcune architetture; nelle strutture architettoniche, soprattutto della tela centrale, si riconoscono i maggiori pentimenti in corso d’opera. Il telero è ripartito in tre telai ognuno costituito da almeno cinque porzioni di tela a loro volta composti da numerosi frammenti di tessuto, anche di recupero, cuciti orizzontalmente. Questa tripartizione è documentata dall’800 a seguito di uno smontaggio dell’opera dall’oratorio della Chiesa di San Giacomo alla Giudecca in Venezia, sua collocazione originaria. Da qui la scelta filologica di mantenere l’impostazione, montando la tela su tre telai a tensionamento costante e continuo, che, diversamente dal montaggio originale, non prevede un ancoraggio diretto alla montatura tramite chiodi. La tela scorre così sul telaio, tenuta in tensione da alcune molle perché si adatti naturalmente alle variazioni del microclima del luogo in cui è collocata. Si è trattato di un grande impegno, condiviso con l’ente proprietario, le Gallerie dell’Accademia di Venezia e in particolare con la soprintendente del Polo Museale Veneziano, Giovanna Damiani e con Matteo Ceriana, già direttore delle Gallerie dell’Accademia. Oltre alle migliaia di visitatori che hanno apprezzato il lavoro in corso, organizzato presso il Museo degli Affreschi “G. B. Cavalcaselle” con la formula del cantiere aperto, sono stati circa 100 i gruppi che lo hanno visitato. Oltre a costituire un importantissimo recupero dell’ultimo dei grandi conviti veronesiani e a poter arricchire l’imminente mostra di una tela di questo genere di eccezionali dimensioni, l’intervento ha avuto anche la funzione di sensibilizzare il pubblico alla sua preparazione. 23 Il restauro del Convito in Casa di Levi Paolo Veronese nacque a Verona, nella contrada di San Paolo, nel 1528 da Gabriele «spezapreda», cioè tagliapietra, e da Caterina. Dopo un primo apprendistato in qualità di scalpellino al fianco del padre, Paolo fu messo a bottega da Antonio III Badile per imparare i segreti della pittura, mentre Vasari ci dice che fu introdotto da Giovanni Caroto allo studio delle antichità. Le prime commissioni autonome si datano attorno al 1546-1548, e in questa fase Veronese non disdegnava pure di affiancarsi ai decoratori impegnati nelle fabbriche di Michele Sanmicheli. Fu forse grazie alla visibilità garantitagli dall’attività di frescante svolta nei cantieri sanmicheliani, dislocati spesso fuori Verona come nel caso della cosiddetta villa Soranza (Castelfranco Veneto, 1551), che Paolo prese contatto con i primi committenti veneziani. Sono del 1551 e 1552 le pale d’altare realizzate rispettivamente per la chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia e per il Duomo di Mantova. Da quel momento le opportunità per lavorare fuori dei confini della città natale si moltiplicarono, preparandogli la strada per il grande salto, che avvenne tra il 1554 e il 1555, quando si trasferì in laguna prendendovi casa e bottega. Sono di quegli anni le prime commissioni per Palazzo Ducale, quelle per la sacrestia e il soffitto della navata centrale della chiesa di San Sebastiano e per la Libreria Marciana. Tra 1559 e 1560 affrescò infatti la villa dei fratelli Barbaro a Maser di Treviso, dove gli spazi immaginari dipinti dall’artista dialogano con quelli reali progettati da Andrea Palladio in un crescendo illusionistico che ha reso celebre Paolo Veronese. Il pacato e oculato Veronese non si lasciò prendere la mano dal successo, decretato al principio degli anni sessanta dal crescente numero di commissioni, tanto religiose quanto private, iniziando a investire nei primi acquisti terrieri il capitale che la professione gli consentiva di accumulare. Assistito dal fratello Benedetto(1535/38-1598), cominciò a organizzare in maniera sempre più attenta la propria bottega: essa lavorava in perfetta sintonia e unità di intenti con il maestro, portando a termine imprese decorative considerevoli. Con la fama cresceva la credibilità del pittore, anche presso gli organi ufficiali della Repubblica, che non solo gli affidavano incarichi ma ne richiedevano anche la consulenza professionale, come quando nel 1563 fu chiamato a risolvere la controversia tra la Signoria e i mosaicisti Zuccato inerente alcuni lavori nella basilica di San Marco. Rientrato a Verona, città con la quale peraltro rimase sempre in contatto, il 17 aprile 1566 Paolo prese in moglie la ventiquattrenne Elena Badile, figlia dell’antico maestro, che gli diede quattro figli. Il primo e il secondogenito, Gabriele e Carletto, lo affiancheranno in bottega a partire dal 1580 circa. 24 B i o g ra f i a Al principio degli anni settanta, un decennio ricco di impegni, Veronese continuava a essere richiesto dai principali ordini religiosi per le sue Cene, dopo quella dipinta nella seconda metà degli anni cinquanta per i benedettini di San Nazaro e Celso a Verona (oggi a Torino, Galleria sabauda) e quella consegnata allo stesso ordine per il refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia (ora a Parigi, Musée du Louvre). Tra 1570 e 1571 eseguì la Cena in casa di Simone per Santa Maria dei Servi a Venezia (oggi a Versailles, Musée National du Château), nel 1572 dipinse il Convito di San Gregorio Magno per il santuario di Monte Berico a Vicenza (in situ), tra 1570 e 1573 la perduta Cena in casa di Simone per il convento delle Maddalene di Padova, mentre è del 1573 il Convito in casa di Levi per la chiesa domenicana dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia (oggi a Venezia, Gallerie dell’Accademia). In seguito a un processo dell’Inquisizione cui il pittore fu sottoposto nello stesso 1573, Paolo fu condannato ad apportare delle modifiche che si limitarono sostanzialmente nel cambiare il titolo del quadro. L’episodio del processo non intaccò la fama né la stima di cui il pittore godeva presso il governo della Serenissima, che, avendo gli incendi del 1574 e 1577 devastato alcuni dei principali ambienti di Palazzo Ducale, gli affidarono buona parte delle nuove decorazioni per sostituire quelle perdute. Molti dei soffitti e delle pareti della Sala del Collegio e di quella del Maggior Consiglio furono decorati da Paolo, che al contempo non smetteva di ricevere commesse anche fuori città: nell’ottavo decennio Veronese realizzò opere per chiese e palazzi di Padova, Udine e Vicenza. Gli anni ottanta videro l’esordio in bottega dei figli Gabriele (1568-1631) e Carlo, detto Carletto (1570-1596), che segnarono il definitivo passaggio a un’azienda di tipo familiare, inserendo così l’impresa veronesiana nell’alveo della consolidata tradizione veneta della trasmissione del mestiere di padre in figlio. In questo decennio Paolo e i suoi collaboratori, pur risultando i vincitori del concorso per la realizzazione della grande tela con il Paradiso per il Palazzo Ducale del 1582, che però non riuscirono mai a realizzare, furono impegnati soprattutto nell’esecuzione di un gran numero di opere di carattere religioso. Si tratta principalmente di pale d’altare, ma anche di dipinti per la devozione privata: nel corso degli anni infatti Veronese aveva messo a punto un linguaggio che si confaceva alla rinnovata spiritualità dettata dalla Controriforma. Non è forse un caso che l’ultima opera di Paolo databile con certezza sia il San Pantalon guarisce un fanciullo, eseguita nel 1587 per la chiesa veneziana intitolata al santo. La notte del 19 aprile del 1588 Paolo Veronese si spegneva nella sua casa veneziana sita nella parrocchia di San Samuele, in seguito al complicarsi di un’infezione polmonare contratta pochi giorni prima mentre si trovava nei suoi possedimenti di Sant’Angelo di Treviso per le festività pasquali. I famigliari lo fecero seppellire nella chiesa di San Sebastiano, in quello che può essere considerato a buon diritto il tempio veronesiano. In seguito e per alcuni anni il fratello Benedetto e i figli Gabriele e Carletto decisero di tenere in vita la bottega e la memoria del maestro, firmando talvolta le loro opere con la sigla “Haeredes Pauli Caliari Veronensis”. 25 B i o g ra f i a ✤ opere presenti alla mostra di Londra ITALIA Bergamo, Accademia Carrara 1. Carletto Caliari, Studio per uomo appoggiato al gomito destro; 296 X 201 mm Castelfranco Veneto (TV), Duomo di S. Maria Assunta e S. Liberale 2. Paolo Veronese (?), La Prudenza(?); 200 X 100 cm Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 3. Paolo Veronese, Studio per testa di donna, inv. S.7431; 437 X 231 mm 4. PaoloVeronese, Due profeti (recto), Studio per figure sedute e Vergine col Bambino (verso), inv. 12894F; 198 X 259 mm 5. Paolo Veronese, Studio per san Giorgio che uccide il drago, inv. 19845F; 410 X 505 mm Firenze, Galleria degli Uffizi 6. Paolo Veronese, Annunciazione, Inv. 1890 n. 899; 143 X 291 cm ✤ 7. Paolo Veronese, Madonna col Bambino, santi e donatori (bozzetto per la Pala Bevilacqua); 50 X 36 cm Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina 8. Paolo Veronese, Battesimo di Cristo, Inventario Palatina, n. 186 (1912); 195 X 131,5 cm Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Rosso ✤ 9. Paolo Veronese, Giuditta e Oloferne, inv. 95; 195 X 176 cm Milano, Pinacoteca di Brera ✤ 10. Paolo Veronese, Cristo nell’orto nel Getsemani, inv. Gen.115; 80 X 108 cm Modena, Galleria Estense ✤ 11. Paolo Veronese, I santi Geminiano e Severo, inv. 407; 343 X 240 cm ✤ 12. Paolo Veronese, San Menna; 246 X 120,5 cm ✤ 13. Paolo Veronese, San Giovanni Battista; 246 X 119,5 cm Roma, Galleria Borghese ✤ 14. Paolo Veronese, La predica del Battista, inv. 137; 208 X 140 cm 26 Elen c o d e l l e O p e r e Roma, Galleria Colonna ✤ 15. Paolo Veronese, Ritratto di gentiluomo, 124 X 94,8 cm Roma, Pinacoteca Capitolina 16. Paolo Veronese, Allegoria della Pace; 105 X 64 cm 17. Paolo Veronese, Allegoria del Buon Governo; 105 X 64 cm Roma, Pinacoteca Vaticana ✤ 18. Paolo Veronese, La visione di sant’Elena, inv. 40352; 166 X 134 cm 19. Paolo Veronese, Allegoria delle Arti Liberali, inv. 40346; diametro 105 cm Torino, Galleria Sabauda 20. Paolo Veronese, La cena in casa di Simone, inv. 580; 315 X 451 cm ✤ 21. Paolo Veronese, Marte e Venere, inv. 683; 47 X 47 cm Venezia, Gallerie dell’Accademia ✤ 22. Paolo Veronese, Madonna col Bambino in trono e i santi detta Pala Bonaldi, inv. 345; 341,5 X 193 cm ✤ 23. Paolo Veronese, Matrimonio mistico di santa Caterina, inv. 1170; 337 X 241 cm 24. Paolo Veronese, Allegoria della battaglia di Lepanto, inv. 136; 169 X 137 cm 25. Bottega di Paolo Veronese, Incoronazione della Vergine (Pala di Ognissanti); 396 X 219cm 26. Haeredes Pauli Veronensis, Adorazione dei pastori; 235 X 137 cm 27. Haeredes Pauli Veronensis, Cena in casa di Levi, in deposito presso il Comune di Verona; 550 X 1010 cm Venezia, Galleria G. Franchetti alla Ca’ d’Oro 28. Alessandro Vittoria, Il parroco Benedetto Manzini; 75 X 58 X 37 cm Venezia, Palazzo Ducale 29. Paolo Veronese, Ratto di Europa; 235 X 296 cm Venezia, San Pantaleon ✤ 30. Paolo Veronese, San Pantaleone risana un fanciullo; 277 X 160 cm Venezia, San Sebastiano 31. Paolo Veronese, Allegoria della Carità; diametro 95 cm 32. Paolo Veronese, Allegoria della Fede; diametro 95 cm 33. Paolo Veronese, Allegoria della Speranza; diametro 95 cm 34. Paolo Veronese, Allegoria della Giustizia; diametro 95 cm Verona, Museo di Castelvecchio 35. Paolo Veronese, Madonna col Bambino e santi, detta Pala Bevilacqua; 233 X 172 cm 36. Paolo Veronese, Deposizione, 76 X 119 cm 37. Bottega di Paolo Veronese, Battesimo di Cristo; 270 X 165 cm Vicenza, Santa Corona ✤ 38. Paolo Veronese, Adorazione dei Magi; 375 X 228 cm 27 Elen c o d e l l e O p e r e AUSTRIA Vienna, Albertina 39. Paolo Veronese, Allegoria della Vittoria, n. 40; 386 X 276 mm Vienna, Kunsthistorisches Museum 40. Paolo Veronese, Marco Curzio, Inv.-Nr. GG_6744; diametro 221,5 cm ✤ 41. Paolo Veronese, Consacrazione di Davide, Inv.-Nr. GG_40; 174 X 365 cm FRANCIA Caen, Musée des Beaux-Arts ✤ 42. Paolo Veronese, Tentazione di sant’Antonio, inv. 6; 198,2 X 149,5 cm Lille, Musée des Beaux-Arts 43. Paolo Veronese, Studio per il paradiso; 87 X 234 cm Paris, Ecole des Beaux-Arts 44. Paolo Veronese, Studi di costume per l’Edipo Re di Sofocle, inv. 415; 26,3 X 20,6 mm Paris, Musée du Louvre Departement des peintures: ✤ 45. Paolo Veronese, Resurrezione della figlia di Jairo, inv. 141; 42 X 37 cm ✤ 46. Paolo Veronese, Ritratto di donna (Bella Nani), inv. RF 2111; 119 X 103 cm 47. Paolo Veronese, Il Calvario, inv. 145; 102 X 102 cm Paris, Musée du Louvre Departement des arts graphiques: 48. Paolo Veronese, Studio per il Trionfo di Mardocheo e l’incoronazione di Ester, RF 38926; 150 X 177 mm 49. Paolo Veronese, La Vergine e il Bambino con sei angeli musicanti, INV 4666; 378 X 290 mm 50. Paolo Veronese, S. Antonio tormentato dai demoni, INV 4842; 414 X 356 mm 51. Paolo Veronese, Testa di giovane nero, INV 4679; 278 X 205 mm 52. Paolo Veronese, Studio per l’Adorazione dei Magi, RF 38927; 295 X 380 mm 53. Paolo Veronese, Studio per un miracolo di San Pantalon RF 38928; 214 X 245 mm 54. Carletto Caliari, Studio per Adorazione dei pastori; 306 X 176 mm 55. Benedetto Caliari, Studio per la Nascita della Vergine; 111 X 137 mm 56. Benedetto Caliari, Studio per testa di donna; 334 X 245 mm 57. Gabriele Caliari, Studio per la Fede; 110 X 88 mm Rennes, Musée des Beaux-Arts ✤ 58. Paolo Veronese, Perseo e Andromeda, inv. 1801.1.1; 260 X 211 cm GERMANIA Amburgo, Hamburger Kunsthalle 59. Paolo Veronese, Studi per la Fama, la Pace e una cornice; 256 X 310 mm 28 Elen c o d e l l e O p e r e Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie 60. Paolo Veronese, Cristo morto sorretto da due angeli, Kat. Nr. 295; 110 X 94 cm Berlino, Staatliche Museen, Kupferstichkabinett 61. Paolo Veronese, Studio per La pittura Sesta e Riposo nella fuga in Egitto, KdZ26362; 194 X 203 mm 62. Paolo Veronese, Studio per armatura, KdZ2034; 380 X 254 mm 63. Paolo Veronese, Studio per le Nozze di Cana, KdZ502; 206 X 174 mm 64. Paolo Veronese, Studio per un lamento sul Cristo morto e Cena in Emmaus, KdZ26358; 155 X 205 mm 65. Paolo Veronese, Studio per cavaliere, un prigioniero, un cane e un tamburo, KdZ22070; 166 X 103 mm 66. Paolo Veronese, Studi per Incoronazione della Vergine, KdZ26356; 153 X 212 mm 67. Paolo Veronese, Studi per Santi per Incoronazione della Vergine, KdZ26360; 304 X 212 mm 68. Paolo Veronese, Studio per l’Agonia nell’orto, KdZ18457; 131 X 169 mm 69. Paolo Veronese(?), Studio per Adorazione dei pastori, KdZ26359; 136 X 213 mm 70. Paolo Veronese, Studi per il Trionfo di Mordecai, KdZ26357; 129 X 112 mm 71. Paolo Veronese, Studio per una risurrezione di Lazzaro, KdZ26361; 215 X 141 mm 72. Paolo Veronese, Studio per una lavanda dei piedi, KdZ26385; 153 X 214 mm Dresda, Gemäldegalerie ✤ 73. Paolo Veronese, Resurrezione di Cristo, Gal.-Nr. 235; 136 X 104 cm 74. Paolo Veronese, Il buon samaritano, Gal.-Nr. 230; 167,5 X 253 cm Kassel, Staatliche Kunstsammlungen 75. Paolo Veronese, Studio per Venezia in trono, n. 83; 24,8 X 20,6 cm 76. Paolo Veronese, Studio di figure e architetture, n. 91; 32,5 X 22,5 cm Monaco, Staatliche Graphische Sammlung 77. Paolo Veronese, Studi per il Papa Alessandro III accolto dal Doge Sebastiano Ziani, e Papa Alessandro III e Sebastiano Ziani inviano messaggeri a Federico Barbarossa, Inv. 1951:63; 301 X 209 mm Stoccarda, Koenig Fachsenfeld 78. Paolo Veronese, Studio per il Ratto d’Europa, la Madonna del Rosario e la Pietà; 296 X 274 mm GRAN BRETAGNA Edinburgh, National Gallery of Scotland ✤ 79. Paolo Veronese, Venere, Marte e Cupido, inv. 339; 165,2 X126,5 cm Leeds, Harewood House ✤ 80. Paolo Veronese, Ritratto di uomo, 180 X 110 cm London, British Museum 81. Paolo Veronese, Riposo durante la fuga in Egitto, inv. 1854-06-28-4; 316 X 239 mm 82. Paolo Veronese, Studio per Venere e Cupido, inv. 1951-11-10-79; 171 X 127 mm 83. Paolo Veronese, Studio per la Moderazione, inv. 1969-4-12-4; 207 X 227 mm 29 Elen c o d e l l e O p e r e ✤ ✤ ✤ ✤ ✤ London, National Gallery 84. Paolo Veronese, Cristo e l’adultera, NG931; 117,5 X 163,5 cm 85. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. L’unione felice, NG1326; 187,4 X 186,7 cm 86. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. L’infedeltà, NG1318; 189,9 X 189,9 cm 87. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. Il disinganno, NG1324; 186,6 X 188,5 cm 88. Paolo Veronese, Allegorie d’amore. Il rispetto, NG1325; 186,1 X 194,3 cm London, collezione privata 89. Carletto Caliari, Maddalena penitente, 126,4 X 97,7 cm London, collezione privata 90. Paolo Veronese, Divinità naturali in un paesaggio; 421 X 564 mm Oxford, Christ Church 91. Paolo Veronese, Studio per un’Incoronazione della Vergine, n. 117; 305 X 210 mm Richmond-upon-Thames 92. Scuola Nord Italiana, Giovane pittore di 18 anni, National Trust Inv. N. 1139909; 20,9 X 27,5 cm NEDERLAND Rotterdam, Museum Boymans-Van Beuningen 93. Paolo Veronese, Studio per il Matrimonio mistico di Santa Caterina e la Santa Famiglia con sant’Anna, Giovanni Battista e Caterina, n. 56; 306 X 199 mm 94. Benedetto Caliari, Copia del Riposo durante la fuga in Egitto; 309 X 211 mm 95. Benedetto Caliari, Studio per San Sebastiano (recto) e studio per Cristo (verso); 240 X 197 mm REPUBBLICA CECA Praga, Museo del Castello 96. Paolo Veronese, Ritratto di Jacob König; 83 X 73 cm Jaromerice, The Jaroměřice nad Rokytnou State château 97. Paolo Veronese, Ritratto di Collaltino Collalto; 134 X 110 cm SPAGNA Madrid, Museo del Prado ✤ 98. Paolo Veronese, Il ritrovamento di Mosè, inv. 502; 57 X 43 cm ✤ 99. Paolo Veronese, Cristo e il centurione, inv. 492; 192 X 297 cm 30 Elen c o d e l l e O p e r e STATI UNITI Los Angeles, J. Paul Getty Museum ✤ 100. Paolo Veronese, Ritratto di uomo, inv. A71-P-17; 192, 1 X 134 cm 101. Paolo Veronese, Studio Cristo tra i dottori, inv. 83.GA.266; 78 X 170 mm New York, Metropolitan Museum 102. Paolo Veronese, Alessandro Vittoria, Acc. N. 46.31; 110, 5 X 81,9 cm 103. Paolo Veronese, Studi per le quattro Allegorie dell’Amore; 22,2 X 32,0 cm 104. Paolo Veronese, Allegoria della Redenzione del Mondo; 42 X 61,3 cm New York, Pierpont Morgan Library 105. Paolo Veronese, Studio per il ritrovamento di Mosé; 171 X 186 mm New York, collezione privata 106. Paolo Veronese, Studio per Allegoria della Lega Santa; 216 X 311 mm Sarasota, Ringling Museum ✤ 107. Paolo Veronese, Riposo durante la fuga in Egitto, inv. 82; 236,2 X 161,3 cm Washington, National Gallery of Art 108. Paolo Veronese, Martirio e ultima comunione di santa Lucia, inv. 1984.28.1; 140 X 173 cm 31 Elen c o d e l l e O p e r e 32 Gli itinerar i d e l Ve r o n e s e i n Ve n e t o PAOLO VERONESE L’illusione della realtà a cura di Paola Marini e Bernard Aikema PAGINE: 400 ILLUSTRAZIONI: 198 formato: 24x24 PREZZO: 35 euro 30 euro al bookshop della mostra IN LIBRERIA: luglio 2014 SOMMARIO Introduzione Paola Marini, Bernard Aikema 1) La giovinezza L’esordio Bernard Aikema Opere Per Paolo Spezapreda Stefano Lodi, Ettore Napione I rapporti di Paolo con l’ambiente artistico veronese negli anni della Soranza Diana Gisolfi 2) Architettura e decorazione Un “molto grande teatro”: Veronese e l’architettura Paola Marini Opere Opere Regesto Thomas Dalla Costa 4) Mito e sensualità Bibliografia Le seduzioni di Paolo Enrico Maria Dal Pozzolo Indice dei nomi a cura di Thomas Dalla Costa Opere Il fondo Pietro Caliari alla Biblioteca Civica di Verona Agostino Contò 5) La religiosità Pictor religiosus Bernard Aikema Opere 6) Il disegno e l’officina Una penna particolarmente felice Bernard Aikema, Thomas Dalla Costa Paolo Veronese e la bottega Le botteghe dei Caliari Thomas Dalla Costa 3) La committenza Opere La “presenza” dei committenti nei dipinti di Paolo Veronese Stefania Mason 7) Itinerario a Verona Opere non in mostra Veronese pittore di Stato Giorgio Tagliaferro 33 Sc h e d a C a t a l o g o l’allestimento della mostra “PAolo Veronese. L’illusione della realtà” Alba Di Lieto, Nicola Brunelli