Anno IX - n.2 febbraio 2006 La forza del perdono… Notizie da San Martino Bollettino Parrocchiale mensile, allegato al mensile diocesano Il Segno e sottoposto all’approvazione del Parroco. IN QUESTO NUMERO Una vittoria del cuore Nuovo incarico don Giorgio – Esercizi spirituali Sereno Metti in circolo il perdono Taizé è tornato tra noi per una sera La pace Tour in Andalusia Decanato – incontri di aggiornamento 2006 Perché lo sport in Oratorio? Calendario liturgico don Giorgio Farè Parroco telefono 02.33.00.12.50 cellulare 339.35.60.726 email [email protected] Piazza Villapizzone 10 don Lorenzo Negri Vicario pag. pag. pag. pag. pag, pag. pag. pag. pag. pag. 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Orari Sante Messe Festive Prefestive Feriali 8.30 10.30 8.30 18.00 18.00 18.00 Oratorio Da martedì a domenica 16.00 - 19.00 Domenica anche 11,30 - 12.00 Piazza Villapizzone 12 Centro Parrocchiale San Martino Tutti i giorni 14.30 - 18.30 Martedì CHIUSO Piazza Villapizzone 6 Patronato ACLI Tutti i lunedì dalle 17.30 Piazza Villapizzone 6 telefono 02.32.72.621 cellulare 347.77.38.981 email [email protected] Centro di Ascolto Mercoledì Giovedì tel. 347.58.86.189 9.30 - 11.30 15.30 - 17.00 Piazza Villapizzone 6 Piazza Villapizzone 10 2 UNA VITTORIA DEL CUORE “Padre nostro…, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo…”. Quelli che si ritengono giusti non perdonano. Questa conclusione è nata in me dal contatto con la gente in tanti anni da prete. Chi, in partenza, si mette dalla parte del giusto e non sente di essere frutto di un perdono più grande, trova sempre tante scuse per dare ragione al suo comportamento. Il perdono non è nemmeno un atto di bontà che, io giusto, faccio nei confronti del fratello che ha sbagliato, ma è un atto di giustizia: è un dare quello che io prima ho ricevuto. Molto bello e significativo è stato il gesto iniziale compiuto il 22 gennaio nella “festa della famiglia” alla S. Messa solenne: le nostre famiglie hanno bruciato i loro peccati davanti al Signore per poter essere perdonate e, a loro volta, diventare strumenti di perdono. “Metti in circolo il perdono” recitava infatti il tema della giornata. Per mettere in circolo il perdono bisogna partire da lì, dal Signore. Ogni perdono vero è sempre preceduto da un gesto di umiltà che riconosce, prima di tutto, il proprio bisogno di misericordia. Noi possiamo essere perdonati da Dio perché, come il figlio prodigo, siamo sempre vivi nel suo cuore, e lui non perde mai la fiducia in noi. Perdonare è dunque dire ad un altro: “Nonostante tutto, tu non sei morto nel mio cuore; tu in me vivi ancora”. Perdonare è un atto di fiducia e di speranza col quale Dio ci raggiunge e desidera che lo portiamo agli altri. Solo se ci riconosciamo illuminati dalla misericordia di Dio possiamo essere luce e speranza per chi ha sbagliato. “Quando volgi le spalle al sole vedi solo la tua ombra” (Gibran). Quando volgi le spalle a Dio, il perdono è solo un calcolo di interessi. Un antico rabbino spiegava così quello che accade quando Dio perdona. “Ognuno di noi è legato a Dio con un filo. Quando commettiamo un peccato il filo si rompe. Ma quando ci pentiamo della nostra colpa Dio fa un nodo al filo, che diviene più corto di prima e quindi siamo a lui più vicini”. Accorciamo anche noi il filo con il fratello che ci ha offeso e facciamolo sentire più vicino con il perdono, allora saremo davvero figli di Dio. “Non abbiate alcun debito con nessuno, scriveva S. Paolo ai cristiani di Roma, se non quello di un amore vicendevole” (Rom 13, 8). C’è dunque un debito che non riuscirò mai a pagare completamente: è l’amore al fratello, e il perdono è la forma più alta dell’amore. Troppa gente afferma che è una follia perdonare e allora odio e guerra trionfano nel mondo. Solo Satana non sa più ricevere il perdono e perdonare, ecco perché è la creatura più infelice che esista. La certezza di un perdono, ricevuto e dato, costruisce la nostra gioia. don Giorgio 3 Nuovo incarico per don Giorgio Durante le Sante Messe della scorsa domenica, don Giorgio ci ha annunciato che il Vescovo l’ha chiamato ad un nuovo incarico: dopo Pasqua lascerà la nostra Parrocchia e diventerà Parroco di Vaprio d’Adda Auguri, don Giorgio! Continua a camminare con gioia lungo strada sulla quale il Signore ti chiama ogni giorno in modo nuovo! GLI ESERCIZI SPIRITUALI SERALI 6 – 10 marzo: ore 21 Tema: “TRE PERLE DEL CONCILIO VATICANO SECONDO” Relatore: don Giuseppe Grampa (direttore de “il Segno”) PROGRAMMA: - lunedì - martedì - mercoledì - giovedì - venerdì : : : : : in chiesa, imposizione delle ceneri sala dell’Eremita: prima perla (don Grampa) sala dell’Eremita: seconda perla (don Grampa) sala dell’Eremita: terza perla (don Grampa) via crucis in chiesa L’INVITO E’ RIVOLTO A TUTTI! 4 Sereno Qualche volta l’ho visto spazientirsi (credo anche voi!): in un attimo si vede che “gli viene il fumino”, come dice suo fratello Marco, e in quei brevi istanti il sangue fa la sua “onda anomala” (tanto che lo si vede anche in volto) e poi rientra subito tutto. D’altra parte è il cuore che muove tutto questo: capita quando uno “se la caccia” per le cose: gli stanno a cuore! Ma in questi quasi tre anni non ho mai visto don Giorgio scoraggiato o sconfortato! Tante volte lucidamente critico sulle cose che non vanno, ma mai “depresso”, schiacciato, sopraffatto. Al contrario, anche nelle situazioni più difficili, l’ho sempre visto sereno. Sereno! Ecco una parola che si può dire con pienezza di don Giorgio. E c’è anche di più… qui devo dire qualcosa di un po’ personale, ma volentieri!: qualche volta è capitato a me di essere un po’ preoccupato e teso per situazioni poco piacevoli che si sono verificate. In queste circostanze ho sentito la delicatezza con la quale don Giorgio è stato capace di dirmi: “non preoccuparti!”. E il cuore si è risollevato. Questa serenità non può che derivare dalla fede! Non è certo quella di chi non si cura delle cose, ma quella di chi ha ben presente di essere servo e non padrone della vigna! Chiamato a lavorarvi con gioia e con tenacia, ricompensato dalla gratuità stessa dell’annuncio del vangelo, libero da ogni desiderio di soddisfazione personale. E chi è sereno regala serenità a chi gli sta vicino! Di questo - davvero! - voglio ringraziare di cuore don Giorgio. E credo che tutta la Parrocchia lo possa fare! Anche nell’annunciare lo spostamento al quale il vescovo lo ha chiamato, ci ha mostrato ancora una volta questa sua serenità, che è una testimonianza di fede. Tra poco ci lascerà, e lo farà ancora così: certamente con il suo bel sorriso, quello di chi ha la serenità nel cuore. Lo vogliamo accompagnare così anche noi: perché lui possa continuare il suo servizio con questa gioia anche a Vaprio d’Adda, e perché il suo sorriso porti ancora frutto anche qui! Don Giorgio va, il suo sorriso resta. Sul volto di noi tutti! don Lorenzo 5 METTI IN CIRCOLO IL PERDONO Che fosse un tema bello ed impegnativo quello scelto per la Festa della Famiglia, celebrata in diocesi ed in parrocchia lo scorso 22 gennaio, lo si era capito. “Metti in circolo il perdono”: suonava così lo slogan; e già non pareva cosa facile. Poi c’era anche un sottotitolo, quanto mai esplicito: “La famiglia diffonde nella società relazioni basate sul perdono”. Ecco il punto: se nelle famiglie non si fatica sul serio a sperimentare questa decisiva dimensione dell’essere cristiani, è inutile poi pretendere che, intorno a noi, si sia capaci di perdonare. Ma proprio le famiglie sono spesso, quotidianamente, luoghi in cui si vive il dramma del non perdono, del rancore che minaccia le relazioni, sino ad eroderle dal di dentro e a minacciare una esistenza buona. A maggior ragione, come Chiesa, non possiamo non sentirci coinvolti da quel che succede a tanti di noi, e contemporaneamente non possiamo tirarci indietro nell’annunciare (e nel vivere) quanto sia possibile, nonostante tutto, essere uomini e donne “di perdono”. Sarà stato un caso, ma il gesto più importante scelto in Consiglio di oratorio per sottolineare, durante la Santa Messa, questa prospettiva, ha rischiato di trasformarsi in un mezzo… disastro. L’idea, saltata fuori dopo mille ipotesi diverse, sembrava facile da mettere in pratica: ogni famiglia avrebbe portato, durante l’Atto penitenziale ad inizio della Messa, un proprio foglietto che riportava una cosa negativa (un momento difficile, un comportamento che ci aveva feriti) e di cui si ci voleva liberare; sull’altare, poi, questi foglietti sarebbero stati posti in un braciere, e bruciati. Con grande stupore, tantissime famiglie si sono messe ordinatamente in fila (anche noi, addirittura con due biglietti, forse perché in casa siamo in tanti…) ed i foglietti hanno cominciato ad accumularsi: piccoli e grandi, con disegni o frasi… Tanto che le fiamme hanno rischiato di… spegnersi! Dunque, i nostri limiti, i nostri “peccati”, le nostre difficoltà sembravano non permettere alla luce di Gesù di risplendere… E’ andata avanti così, per un po’, sino a quanto, finalmente, le fiamme si sono alzate libere, lasciando solo un mucchietto di cenere. Quel gesto semplice ed intenso si è fatto, dunque, rito, celebrazione attuale della nostra debolezza e della forza di Dio che, nonostante tutto, sa mettere a posto anche le cose storte. E’ bello, ora, ripensare alla riflessione finale fatta da don Giorgio, quasi un grido al termine della Messa: “Gesù brucia davvero i nostri peccati!” Ecco il segreto del perdono, da portare a tutti: scoprirsi perdonati, perciò capaci di perdonare. Nonostante le difficoltà, questa verità si è fatta strada anche in noi, per noi. A quel punto, è stata ancora più bella la festa del pomeriggio, in cui i ragazzi hanno preparato una ricchissima merenda per tutti i genitori. E, come talvolta accade nelle nostre feste, di cibi e cose belle ne sono avanzate molte, pronte per essere portate anche ad altri, fuori dalle mura di S. Martino. Sia così - lo speriamo davvero - anche per il perdono. Famiglia Diliberto 6 Taizé è tornato tra noi per una sera! Sabato 27 gennaio le famiglie che hanno ospitato i ragazzi e il gruppo di quelli che hanno collaborato all’organizzazione e all’accoglienza si sono incontrati per ripercorrere insieme quei momenti così importanti per noi e la nostra parrocchia. Ottanta ragazzi che si sono riversati nelle nostre case hanno creato tanta confusione, tanti cambiamenti, Rosanna ha persino ceduto il proprio letto andando a dormire in soffitta! Cosa prepareremo per colazione? Mangeranno a cena tornando a casa alle 21? Piccole domande che tutti noi ci siamo posti all’inizio ma che poi si sono risolte con una nuova familiarità con quei ragazzi venuti da tutta Europa che ci hanno portato una grande dose di entusiasmo. Qualcuno ha vissuto i giorni di Taizé partecipando alla preghiera mattutina o direttamente in fiera insieme ai propri ospiti. Più spesso è stata la sera il momento di maggiore intensità quando, dopo una giornata chi al lavoro, chi partecipando alle attività di dibattito e preghiera, ci si trovava davanti ad una tazza di tè a parlare di sé e delle proprie esperienze. Comunicare non è stato poi così difficile; Paola ha potuto sperimentare il suo buon francese, qualcuno ha usato come interprete i propri figli freschi di inglese scolastico. Molti, come noi, hanno fatto ricorso ad ottimi vocabolari rallentando un po’ la conversazione ma trovando le parole giuste. Don Lorenzo è stato il più fortunato ospitando ragazzi italiani che gli hanno anche fatto da interprete; come mai questa inaspettata fortuna? L’intensità dei momenti di preghiera passati in quei giorni ci hanno fatto riflettere sulla nostra partecipazione alla messa o alle occasioni di preghiera che anche noi quotidianamente avremmo e che forse non cogliamo. Taizé è stato anche questo, un modo per ricordarci che l’entusiasmo e l’intensità alla partecipazione è un elemento importante per vivere il nostro essere cristiani ed essere comunità. Grazie Taizé per averci tanti spunti su cui meditare: l’accoglienza, la voglia di comunicare, la diversità, il modo di interpretare la fede, i momenti di preghiera. Non aspettiamo altri 7 anni per ricordarcelo! Andrea Raglio 7 /DSDFH La pace è un dono che ci fa il Signore, ma siamo noi uomini che dobbiamo costruirla grazie all’amore. L’amore va donato indistintamente. Il Signore, infatti, ci ha insegnato ad amare anche chi non ci ama e a farlo senza aspettarci nulla in cambio. Questo è l’argomento che abbiamo affrontato, nel mese di Gennaio, durante gli incontri del gruppo ADO. Abbiamo imparato a confrontare la realtà vissuta in oratorio con quella del mondo esterno e abbiamo verificato che, mentre nel primo caso, le liti tra amici portano solo malumori temporanei, nel secondo i grandi contrasti tra popoli portano le guerre. Fortunatamente ci sono delle organizzazioni che aiutano queste popolazioni in difficoltà. Anche noi, nel nostro piccolo, ci siamo impegnati, affiancandoci alla CARITAS parrocchiale, ad aiutare i più bisognosi del quartiere portando nelle loro case dei pacchi contenenti generi alimentari. Come sarebbe bello un mondo dove la pace vince su tutto !!! Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’e’ pace c’e’ Dio, è così che Dio riversa pace e gioia nei nostri cuori. Erika Finché perdura il silenzio non ci sarà verità e senza verità non c'è pace... Odio il silenzio ma non riesco a romperlo… servono due persone anonimo Madre Teresa di Calcutta 8 TERRA SANTA 2000 PARIGI 2001 ASSISI ROMA FIRENZE 2002 BARCELLONA MADRID 2003 SICILIA 2004 VIENNA PRAGA BUDAPEST 2005 CENTRO PARROCCHIALE SAN MARTINO ORGANIZZA Da Giovedì 8 a Giovedì 15 Giugno 2006 Un tour in ANDALUSIA “Spagna” MALAGA CORDOBA GRANADA SIVIGLIA 8 Giorni - 7 Notti Aereo + pullman Pensione completa “bevande incluse” Hotel ***/**** stelle QUOTA DI PARTECIPAZIONE 1.255 € Il programma dettagliato si potrà ritirare presso il Centro “posti limitati” 9 DECANATO -INCONTRI DI AGGIORNAMENTO PASTORALE 2006Come già evidenziato in altra parte del Bollettino, sono in corso una serie di incontri serali, organizzati dal Decanato Cagnola, destinati a coloro che intendono impegnarsi o sono già impegnati in una attività pastorale ma anche a tutti i battezzati che desiderano vivere con maggiore coscienza il loro essere nella Chiesa. Per 5 mercoledì consecutivi, a partire dall’11 gennaio, qualificati oratori e stimati testimoni della fede praticata si sono impegnati a tracciarci in modo nuovo il profilo del laico nella Chiesa di oggi ed a ribadirne le responsabilità. Il momento che ci ha toccato più da vicino è stato indubbiamente l’incontro del 18 gennaio con Don Raffaello Ciccone, responsabile diocesano della Pastorale del lavoro. La sala dell’Eremita era piena di persone provenienti da tutte le Parrocchie del Decanato, e oltre. Probabilmente la buona riuscita del primo incontro dell’11 gennaio alla G.M.G., nel quale la Dr.ssa Valentina Soncini – vice presidente dell’Azione Cattolica Milanese - ci ha parlato specificatamente della “responsabilità del laico nella Chiesa”, ha stimolato l’interesse per questa iniziativa e provocato un effetto virtuoso negli ambienti parrocchiali: su questa considerazione si basa l’auspicio che i prossimi incontri siano sempre più partecipati e che il seme sparso su tanto terreno produca buoni frutti. Don Ciccone ha impressionato come al solito per la lucidità e la concretezza di pensiero, che lui esprime con energia tale da colpire anche chi non lo ascolta per la prima volta. Racconta le situazioni e gli episodi vissuti riuscendo a trasferire agli ascoltatori anche la passione che lo induce spesso a condividere il senso più intimo dei problemi di vita e di fede dei suoi assistiti. Si capisce che il suo stare fra la gente è prima di tutto guidato dal desiderio di confortare gli uomini nel momento delle difficoltà che essi incontrano, con una dedizione particolare a quegli “ultimi” maggiormente oberati dalle difficoltà della vita. Per cui la mancanza delle condizioni per vivere con dignità il lavoro, la casa, la scuola, le relazioni diventano motivi prioritari da affrontare, avendo sempre chiari gli elementi di distinzione ed i rischi di commistione fra i saldi principi della fede e le fragili morali della convivenza sociale. E allora, ad esempio, ci dice senza mezzi termini che il cristiano non può smettere di esserlo dopo essersi fatto il segno della Croce al termine di una funzione religiosa ma, anzi, è proprio da quel momento che dovrebbe cominciare ad esserlo. Ci pone così di fronte alle nostre responsabilità di laici credenti, ci costringe a riflettere ed a chiederci se siamo capaci di portare con noi nel mondo la parola di Cristo, tanto invocato al riparo della Chiesa, per assolvere la missione che ci compete a fianco e ad integrazione di quella dei Sacerdoti. Ci dice poi che in ogni situazione che ci coinvolge dobbiamo avere la forza di assumere decisioni ispirate al Vangelo, soprattutto quando si oppongono ai comportamenti opportunistici che impregnano ogni atto della nostra vita ma che siamo condizionati ad accettare per essere accettati. Di non aver paura di fare “politica”, ma di forzarne con scelte coraggiose il significato ed il corrente uso strumentale affinché si trasformi in una chiave di interpretazione del “bene comune”. Con tutto ciò non voglio dire che Valentina Soncini abbia meno inciso sull’uditorio, pur avendo contenuto consapevolmente la intensità della sua testimonianza di militante. Ma quale uguale fermezza, e quale implicita dimostrazione di impegno personale nella riflessione sul cristiano laico, mutuate dal Concilio Vaticano II, e sugli orizzonti della Chiesa attuale. Non avendo spazio nè competenza sufficiente per illustrare le sollecitazioni da Lei messe in campo, mi riduco a trascrivere alcuni passi dei testi o interventi da Lei citati che in vario modo mostrano una prospettiva profetica ai singoli ed alla comunità cristiana. G. Colombo ( I cristiani laici e Montini, 2003) “quindi è evidente che il compito missionario non è solo dei preti e dei religiosi, ma è di tutti i cristiani, anche dei semplici cristiani, dei cristiani comuni, che devono vivere appunto con la stessa fede ma non con la stessa condizione di vita” Giovanni Paolo II ( Loreto 5/9/2004) “ a voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle azioni sociali, la creatività nell’intraprendere opere utili alla evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare, in stretta comunione con i Pastori, che il Vangelo è attuale, e che la fede non sottrae il credente alla storia ma lo immerge profondamente in essa”. A. Cornaggia 10 PERCHE’ LO SPORT IN ORATORIO? A questa domanda abbiamo sempre l’obbligo di rispondere, magari con nuove idee, energie, attività, ma che non dobbiamo mai accantonare per non perdere di vista l’essenza di un’associazione sportiva che è nata e vive in un Oratorio. Quando un’attività è avviata, e si è presi da molti impegni, può capitare di perdere di vista le origini. E’ per questo motivo che la nostra associazione sportiva dal 1960 continua e continuerà a dare una risposta alla domanda-titolo di questo articolo. Tutti i dirigenti e allenatori dell’ex Gruppo Sportivo, ora Associazione Sportiva, negli anni hanno trovato e trovano in questa domanda il punto di partenza di tutte le energie, tempo, emozioni, storie, etc… Oltre che il punto di partenza, questo quesito diviene fondamentale anche nel proseguimento del proprio operato nonostante le mille difficoltà che si incontrano. Ma occorre andare oltre, anche se siamo già su una buona strada! Occorre lavorare in sinergia con l’Oratorio perché proprio nella collaborazione tra queste due realtà nasce e si sviluppa la forza di questo Strumento Educativo. Questo è il concetto ribadito più volte negli ultimi anni e recentemente nel Consiglio dell’Oratorio: “L’associazione sportiva è e deve essere sempre di più parte integrante dell’Oratorio”. a.s. SLV Riportiamo qui sotto uno stralcio del 47° Sinodo Diocesano che riguarda proprio questo tema. Lo sport in oratorio 1. La pratica sportiva può assumere una rilevante valenza pedagogica se intesa correttamente e non ridotta a fatto agonistico o a semplice riempitivo del tempo libero. Significativi elementi educativi dello sport possono essere individuati nel campo dello sviluppo psicofisico e delle relazioni interpersonali, nei comportamenti che chiedono sacrificio di sé, lealtà, autocontrollo, perseveranza nel raggiungere un obiettivo, nella gratuità e nel disinteresse di chi coglie nello sport un'occasione per migliorare sé e gli altri. In questa prospettiva l'oratorio promuove l'attività sportiva come un servizio alla vita dei ragazzi e dei giovani, nell'ambito dell'attenzione che la Chiesa ambrosiana riserva allo sport (cf cost. 274). L'educazione attraverso lo sport, proposta ai ragazzi e alle ragazze, preveda strutture adeguate alle differenti esigenze. 2. L'oratorio affida questo compito agli animatori sportivi che hanno il serio impegno di conoscere e condividere il progetto educativo e di applicarlo a questa attività senza isolarla dalle altre. La loro formazione va curata in modo specifico. 3. Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi educativi è necessario che gli oratori e gli enti di promozione sportiva di ispirazione cristiana (quali il Centro sportivo italiano, la Polisportiva giovanile salesiana) sviluppino idonee collaborazioni e sinergie. 11 CALENDARIO RELIGIOSO FEBBRAIO 2006 2 giovedì : Presentazione del Signore – ore 21 Veglia con S. Messa 5 domenica : Quinta “per annum” – Giornata per la vita 12 domenica : Sesta “per annum” – ore 16 Battesimi 15 mercoledì : Giornata mensile di suffragio – ore 18 Ufficio 19 domenica : Settima “per annum” 26 domenica : Ottava “per annum” MARZO 2006 5 domenica : Prima di quaresima 6 lunedì : Giorno dedicato all’imposizione delle ceneri 10 venerdì : Feria aliturgica – è di digiuno e astinenza dalle carni 12 domenica : Seconda di quaresima – ore 16 Battesimi 17 venerdì : Feria aliturgica 15 mercoledì : Giornata mensile di suffragio – ore 18 Ufficio 19 domenica : Terza di quaresima ARCHIVIO PARROCCHIALE DEFUNTI DI GENNAIO Piana Ornella – anni 79 – via C. Marcello 36 Generali AnnaMaria – anni 76 – via C. Marcello 19 PROPOSTE CONCRETE PER UN CAMMINO QUARESIMALE - Anche quest’anno l’Eucaristia domenicale sarà particolarmente vissuta nella celebrazione delle ore 10,30, riprendendo alcuni gesti significativi. Ogni martedì, su Telenova, la parola dell’Arcivescovo. Ogni giovedì la catechesi sul Vangelo secondo Marco. I venerdì : ore 15 via Crucis per la terza età. : ore 18 incontro di preghiera per ragazzi e ragazze. : ore 21 vesperi e meditazione quaresimale. La quaresima di fraternità. Verranno distribuiti i salvadanai per concretizzare le nostre rinunce quaresimali. Andranno consegnati la domenica delle palme. Il libretto della diocesi con le meditazioni quotidiane, in vendita presso la buona stampa. Il digiuno quaresimale non è fine a se stesso, ma deve essere accompagnato dalla preghiera e dall’elemosina. E’ il cuore rivolto a Dio ed ai fratelli l’elemento indispensabile della quaresima cristiana. 12