Anno IX - n.2 febbraio 2006
La forza del perdono…
Notizie da San Martino
Bollettino Parrocchiale mensile, allegato al mensile diocesano Il Segno e sottoposto
all’approvazione del Parroco.
IN QUESTO NUMERO
Una vittoria del cuore
Nuovo incarico don Giorgio – Esercizi spirituali
Sereno
Metti in circolo il perdono
Taizé è tornato tra noi per una sera
La pace
Tour in Andalusia
Decanato – incontri di aggiornamento 2006
Perché lo sport in Oratorio?
Calendario liturgico
don Giorgio
Farè
Parroco
telefono 02.33.00.12.50
cellulare 339.35.60.726
email
[email protected]
Piazza Villapizzone 10
don Lorenzo
Negri
Vicario
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Orari Sante Messe
Festive
Prefestive
Feriali
8.30 10.30
8.30
18.00
18.00
18.00
Oratorio
Da martedì a domenica 16.00 - 19.00
Domenica anche 11,30 - 12.00
Piazza Villapizzone 12
Centro Parrocchiale San Martino
Tutti i giorni 14.30 - 18.30
Martedì CHIUSO
Piazza Villapizzone 6
Patronato ACLI
Tutti i lunedì dalle 17.30
Piazza Villapizzone 6
telefono 02.32.72.621
cellulare 347.77.38.981
email
[email protected]
Centro di Ascolto
Mercoledì
Giovedì
tel. 347.58.86.189
9.30 - 11.30
15.30 - 17.00
Piazza Villapizzone 6
Piazza Villapizzone 10
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UNA VITTORIA DEL CUORE
“Padre nostro…, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo…”.
Quelli che si ritengono giusti non perdonano. Questa conclusione è nata in me dal contatto
con la gente in tanti anni da prete. Chi, in partenza, si mette dalla parte del giusto e non
sente di essere frutto di un perdono più grande, trova sempre tante scuse per dare ragione
al suo comportamento.
Il perdono non è nemmeno un atto di bontà che, io giusto, faccio nei confronti del fratello
che ha sbagliato, ma è un atto di giustizia: è un dare quello che io prima ho ricevuto.
Molto bello e significativo è stato il gesto iniziale compiuto il 22 gennaio nella “festa della
famiglia” alla S. Messa solenne: le nostre famiglie hanno bruciato i loro peccati davanti al
Signore per poter essere perdonate e, a loro volta, diventare strumenti di perdono.
“Metti in circolo il perdono” recitava infatti il tema della giornata.
Per mettere in circolo il perdono bisogna partire da lì, dal Signore. Ogni perdono vero è
sempre preceduto da un gesto di umiltà che riconosce, prima di tutto, il proprio bisogno di
misericordia.
Noi possiamo essere perdonati da Dio perché, come il figlio prodigo, siamo sempre vivi nel
suo cuore, e lui non perde mai la fiducia in noi. Perdonare è dunque dire ad un altro:
“Nonostante tutto, tu non sei morto nel mio cuore; tu in me vivi ancora”.
Perdonare è un atto di fiducia e di speranza col quale Dio ci raggiunge e desidera che lo
portiamo agli altri. Solo se ci riconosciamo illuminati dalla misericordia di Dio possiamo
essere luce e speranza per chi ha sbagliato.
“Quando volgi le spalle al sole vedi solo la tua ombra” (Gibran). Quando volgi le spalle a
Dio, il perdono è solo un calcolo di interessi.
Un antico rabbino spiegava così quello che accade quando Dio perdona.
“Ognuno di noi è legato a Dio con un filo. Quando commettiamo un peccato il filo si rompe.
Ma quando ci pentiamo della nostra colpa Dio fa un nodo al filo, che diviene più corto di
prima e quindi siamo a lui più vicini”.
Accorciamo anche noi il filo con il fratello che ci ha offeso e facciamolo sentire più vicino
con il perdono, allora saremo davvero figli di Dio.
“Non abbiate alcun debito con nessuno, scriveva S. Paolo ai cristiani di Roma, se non
quello di un amore vicendevole” (Rom 13, 8). C’è dunque un debito che non riuscirò mai a
pagare completamente: è l’amore al fratello, e il perdono è la forma più alta dell’amore.
Troppa gente afferma che è una follia perdonare e allora odio e guerra trionfano nel
mondo. Solo Satana non sa più ricevere il perdono e perdonare, ecco perché è la creatura
più infelice che esista.
La certezza di un perdono, ricevuto e dato, costruisce la nostra gioia.
don Giorgio
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Nuovo incarico per don Giorgio
Durante le Sante Messe della scorsa domenica, don Giorgio ci ha
annunciato che il Vescovo l’ha chiamato ad un nuovo incarico: dopo
Pasqua lascerà la nostra Parrocchia e diventerà
Parroco di Vaprio d’Adda
Auguri, don Giorgio! Continua a camminare con gioia lungo strada sulla
quale il Signore ti chiama ogni giorno in modo nuovo!
GLI ESERCIZI SPIRITUALI SERALI
6 – 10 marzo: ore 21
Tema: “TRE PERLE DEL CONCILIO VATICANO SECONDO”
Relatore: don Giuseppe Grampa (direttore de “il Segno”)
PROGRAMMA:
- lunedì
- martedì
- mercoledì
- giovedì
- venerdì
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in chiesa, imposizione delle ceneri
sala dell’Eremita: prima perla (don Grampa)
sala dell’Eremita: seconda perla (don Grampa)
sala dell’Eremita: terza perla (don Grampa)
via crucis in chiesa
L’INVITO E’ RIVOLTO A TUTTI!
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Sereno
Qualche volta l’ho visto
spazientirsi (credo anche
voi!): in un attimo si vede
che “gli viene il fumino”,
come dice suo fratello
Marco, e in quei brevi
istanti il sangue fa la sua
“onda anomala” (tanto
che lo si vede anche in
volto) e poi rientra subito
tutto. D’altra parte è il
cuore che muove tutto
questo: capita quando
uno “se la caccia” per le
cose: gli stanno a cuore!
Ma in questi quasi tre
anni non ho mai visto don Giorgio scoraggiato o sconfortato! Tante volte lucidamente critico
sulle cose che non vanno, ma mai “depresso”, schiacciato, sopraffatto.
Al contrario, anche nelle situazioni più difficili, l’ho sempre visto sereno.
Sereno! Ecco una parola che si può dire con pienezza di don Giorgio.
E c’è anche di più… qui devo dire qualcosa di un po’ personale, ma volentieri!: qualche volta è
capitato a me di essere un po’ preoccupato e teso per situazioni poco piacevoli che si sono
verificate. In queste circostanze ho sentito la delicatezza con la quale don Giorgio è stato
capace di dirmi: “non preoccuparti!”. E il cuore si è risollevato.
Questa serenità non può che derivare dalla fede! Non è certo quella di chi non si cura delle
cose, ma quella di chi ha ben presente di essere servo e non padrone della vigna! Chiamato a
lavorarvi con gioia e con tenacia, ricompensato dalla gratuità stessa dell’annuncio del vangelo,
libero da ogni desiderio di soddisfazione personale.
E chi è sereno regala serenità a chi gli sta vicino! Di questo - davvero! - voglio ringraziare di
cuore don Giorgio. E credo che tutta la Parrocchia lo possa fare!
Anche nell’annunciare lo spostamento al quale il vescovo lo ha chiamato, ci ha mostrato
ancora una volta questa sua serenità, che è una testimonianza di fede. Tra poco ci lascerà, e lo
farà ancora così: certamente con il suo bel sorriso, quello di chi ha la serenità nel cuore.
Lo vogliamo accompagnare così anche noi: perché lui possa continuare il suo servizio con
questa gioia anche a Vaprio d’Adda, e perché il suo sorriso porti ancora frutto anche qui!
Don Giorgio va, il suo sorriso resta. Sul volto di noi tutti!
don Lorenzo
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METTI IN CIRCOLO IL PERDONO
Che fosse un tema bello ed impegnativo quello scelto per la
Festa della Famiglia, celebrata in diocesi ed in parrocchia lo
scorso 22 gennaio, lo si era capito.
“Metti in circolo il perdono”: suonava così lo slogan; e già
non pareva cosa facile. Poi c’era anche un sottotitolo, quanto
mai esplicito: “La famiglia diffonde nella società relazioni
basate sul perdono”. Ecco il punto: se nelle famiglie non si
fatica sul serio a sperimentare questa decisiva dimensione
dell’essere cristiani, è inutile poi pretendere che, intorno a
noi, si sia capaci di perdonare.
Ma proprio le famiglie sono spesso, quotidianamente, luoghi in cui si vive il dramma del non
perdono, del rancore che minaccia le relazioni, sino ad eroderle dal di dentro e a minacciare
una esistenza buona. A maggior ragione, come Chiesa, non possiamo non sentirci coinvolti da
quel che succede a tanti di noi, e contemporaneamente non possiamo tirarci indietro
nell’annunciare (e nel vivere) quanto sia possibile, nonostante tutto, essere uomini e donne “di
perdono”.
Sarà stato un caso, ma il gesto più importante scelto in Consiglio di oratorio per sottolineare,
durante la Santa Messa, questa prospettiva, ha rischiato di trasformarsi in un mezzo…
disastro.
L’idea, saltata fuori dopo mille ipotesi diverse, sembrava facile da mettere in pratica: ogni
famiglia avrebbe portato, durante l’Atto penitenziale ad inizio della Messa, un proprio foglietto
che riportava una cosa negativa (un momento difficile, un comportamento che ci aveva feriti) e
di cui si ci voleva liberare; sull’altare, poi, questi foglietti sarebbero stati posti in un braciere, e
bruciati.
Con grande stupore, tantissime famiglie si sono messe ordinatamente in fila (anche noi,
addirittura con due biglietti, forse perché in casa siamo in tanti…) ed i foglietti hanno
cominciato ad accumularsi: piccoli e grandi, con disegni o frasi… Tanto che le fiamme hanno
rischiato di… spegnersi!
Dunque, i nostri limiti, i nostri “peccati”, le nostre difficoltà sembravano non permettere alla luce
di Gesù di risplendere… E’ andata avanti così, per un po’, sino a quanto, finalmente, le
fiamme si sono alzate libere, lasciando solo un mucchietto di cenere.
Quel gesto semplice ed intenso si è fatto, dunque, rito, celebrazione attuale della nostra
debolezza e della forza di Dio che, nonostante tutto, sa mettere a posto anche le cose storte.
E’ bello, ora, ripensare alla riflessione finale fatta da don Giorgio, quasi un grido al termine
della Messa: “Gesù brucia davvero i nostri peccati!” Ecco il segreto del perdono, da portare a
tutti: scoprirsi perdonati, perciò capaci di perdonare. Nonostante le difficoltà, questa verità si è
fatta strada anche in noi, per noi.
A quel punto, è stata ancora più bella la festa del pomeriggio, in cui i ragazzi hanno preparato
una ricchissima merenda per tutti i genitori. E, come talvolta accade nelle nostre feste, di cibi e
cose belle ne sono avanzate molte, pronte per essere portate anche ad altri, fuori dalle mura
di S. Martino.
Sia così - lo speriamo davvero - anche per il perdono.
Famiglia Diliberto
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Taizé è tornato tra noi per una sera!
Sabato 27 gennaio le famiglie che hanno ospitato i ragazzi e il gruppo di
quelli che hanno collaborato all’organizzazione e all’accoglienza si sono
incontrati per ripercorrere insieme quei momenti così importanti per noi e la nostra
parrocchia.
Ottanta ragazzi che si sono riversati nelle
nostre case hanno creato tanta confusione,
tanti cambiamenti, Rosanna ha persino
ceduto il proprio letto andando a dormire in
soffitta!
Cosa
prepareremo
per
colazione?
Mangeranno a cena tornando a casa alle
21? Piccole domande che tutti noi ci siamo
posti all’inizio ma che poi si sono risolte con
una nuova familiarità con quei ragazzi venuti
da tutta Europa che ci hanno portato una
grande dose di entusiasmo.
Qualcuno ha vissuto i giorni di Taizé
partecipando alla preghiera mattutina o
direttamente in fiera insieme ai propri ospiti. Più spesso è stata la sera il momento di maggiore
intensità quando, dopo una giornata chi al lavoro, chi partecipando alle attività di dibattito e
preghiera, ci si trovava davanti ad una tazza di tè a parlare di sé e delle proprie esperienze.
Comunicare non è stato poi così difficile; Paola ha potuto sperimentare il suo buon francese,
qualcuno ha usato come interprete i propri figli freschi di inglese scolastico. Molti, come noi,
hanno fatto ricorso ad ottimi vocabolari rallentando un po’ la conversazione ma trovando le
parole giuste.
Don Lorenzo è stato il più fortunato ospitando ragazzi italiani che gli hanno anche fatto da
interprete; come mai questa inaspettata fortuna?
L’intensità dei momenti di preghiera passati in quei giorni ci hanno fatto riflettere sulla nostra
partecipazione alla messa o alle occasioni di preghiera che anche noi quotidianamente
avremmo e che forse non cogliamo.
Taizé è stato anche questo, un modo per ricordarci che l’entusiasmo e l’intensità alla
partecipazione è un elemento importante per vivere il nostro essere cristiani ed essere
comunità.
Grazie Taizé per averci tanti spunti su cui meditare: l’accoglienza, la voglia di comunicare, la
diversità, il modo di interpretare la fede, i momenti di preghiera.
Non aspettiamo altri 7 anni per ricordarcelo!
Andrea Raglio
7
/DSDFH
La pace è un dono che ci fa il Signore, ma siamo noi uomini che dobbiamo costruirla grazie
all’amore.
L’amore va donato indistintamente.
Il Signore, infatti, ci ha insegnato ad amare anche chi non ci ama e a farlo senza aspettarci
nulla in cambio.
Questo è l’argomento che abbiamo
affrontato, nel mese di Gennaio,
durante gli incontri del gruppo ADO.
Abbiamo imparato a confrontare la
realtà vissuta in oratorio con quella
del mondo esterno e abbiamo
verificato che, mentre nel primo
caso, le liti tra amici portano solo
malumori temporanei, nel secondo i
grandi contrasti tra popoli portano le
guerre.
Fortunatamente ci sono delle
organizzazioni che aiutano queste
popolazioni in difficoltà.
Anche noi, nel nostro piccolo, ci siamo impegnati, affiancandoci alla CARITAS parrocchiale, ad
aiutare i più bisognosi del quartiere portando nelle loro case dei pacchi contenenti generi
alimentari.
Come sarebbe bello un mondo dove la pace vince su tutto !!!
Le opere dell’amore
sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai
il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace
che giunge a te e a loro.
Dove c’e’ pace c’e’ Dio,
è così che Dio riversa pace
e gioia nei nostri cuori.
Erika
Finché perdura il silenzio non ci sarà
verità e senza verità non c'è pace...
Odio il silenzio ma non riesco a
romperlo… servono due persone
anonimo
Madre Teresa di Calcutta
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TERRA SANTA 2000
PARIGI 2001
ASSISI ROMA FIRENZE 2002
BARCELLONA MADRID 2003
SICILIA 2004
VIENNA PRAGA BUDAPEST 2005
CENTRO PARROCCHIALE
SAN MARTINO
ORGANIZZA
Da Giovedì 8 a Giovedì 15 Giugno 2006
Un tour in
ANDALUSIA
“Spagna”
MALAGA
CORDOBA
GRANADA
SIVIGLIA
8 Giorni - 7 Notti
Aereo + pullman
Pensione completa
“bevande incluse”
Hotel ***/**** stelle
QUOTA DI PARTECIPAZIONE 1.255 €
Il programma dettagliato si potrà ritirare presso il Centro
“posti limitati”
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DECANATO -INCONTRI DI AGGIORNAMENTO PASTORALE 2006Come già evidenziato in altra parte del Bollettino, sono in corso una serie di incontri serali,
organizzati dal Decanato Cagnola, destinati a coloro che intendono impegnarsi o sono già
impegnati in una attività pastorale ma anche a tutti i battezzati che desiderano vivere con
maggiore coscienza il loro essere nella Chiesa. Per 5 mercoledì consecutivi, a partire dall’11
gennaio, qualificati oratori e stimati testimoni della fede praticata si sono impegnati a tracciarci
in modo nuovo il profilo del laico nella Chiesa di oggi ed a ribadirne le responsabilità.
Il momento che ci ha toccato più da vicino è stato indubbiamente l’incontro del 18 gennaio con
Don Raffaello Ciccone, responsabile diocesano della Pastorale del lavoro. La sala dell’Eremita
era piena di persone provenienti da tutte le Parrocchie del Decanato, e oltre. Probabilmente la
buona riuscita del primo incontro dell’11 gennaio alla G.M.G., nel quale la Dr.ssa Valentina
Soncini – vice presidente dell’Azione Cattolica Milanese - ci ha parlato specificatamente della
“responsabilità
del laico nella Chiesa”, ha stimolato l’interesse per questa iniziativa e
provocato un effetto virtuoso negli ambienti parrocchiali: su questa considerazione si basa
l’auspicio che i prossimi incontri siano sempre più partecipati e che il seme sparso su tanto
terreno produca buoni frutti.
Don Ciccone ha impressionato come al solito per la lucidità e la concretezza di pensiero, che lui
esprime con energia tale da colpire anche chi non lo ascolta per la prima volta. Racconta le
situazioni e gli episodi vissuti riuscendo a trasferire agli ascoltatori anche la passione che lo
induce spesso a condividere il senso più intimo dei problemi di vita e di fede dei suoi assistiti.
Si capisce che il suo stare fra la gente è prima di tutto guidato dal desiderio di confortare gli
uomini nel momento delle difficoltà che essi incontrano, con una dedizione particolare a quegli
“ultimi” maggiormente oberati dalle difficoltà della vita. Per cui la mancanza delle condizioni
per vivere con dignità il lavoro, la casa, la scuola, le relazioni diventano motivi prioritari da
affrontare, avendo sempre chiari gli elementi di distinzione ed i rischi di commistione fra i saldi
principi della fede e le fragili morali della convivenza sociale.
E allora, ad esempio, ci dice senza mezzi termini che il cristiano non può smettere di esserlo
dopo essersi fatto il segno della Croce al termine di una funzione religiosa ma, anzi, è proprio
da quel momento che dovrebbe cominciare ad esserlo. Ci pone così di fronte alle nostre
responsabilità di laici credenti, ci costringe a riflettere ed a chiederci se siamo capaci di portare
con noi nel mondo la parola di Cristo, tanto invocato al riparo della Chiesa, per assolvere la
missione che ci compete a fianco e ad integrazione di quella dei Sacerdoti.
Ci dice poi che in ogni situazione che ci coinvolge dobbiamo avere la forza di assumere
decisioni ispirate al Vangelo, soprattutto quando si oppongono ai comportamenti opportunistici
che impregnano ogni atto della nostra vita ma che siamo condizionati ad accettare per essere
accettati. Di non aver paura di fare “politica”, ma di forzarne con scelte coraggiose il significato
ed il corrente uso strumentale affinché si trasformi in una chiave di interpretazione del “bene
comune”.
Con tutto ciò non voglio dire che Valentina Soncini abbia meno inciso sull’uditorio, pur avendo
contenuto consapevolmente la intensità della sua testimonianza di militante. Ma quale uguale
fermezza, e quale implicita dimostrazione di impegno personale nella riflessione sul cristiano
laico, mutuate dal Concilio Vaticano II, e sugli orizzonti della Chiesa attuale.
Non avendo spazio nè competenza sufficiente per illustrare le sollecitazioni da Lei messe in
campo, mi riduco a trascrivere alcuni passi dei testi o interventi da Lei citati che in vario modo
mostrano una prospettiva profetica ai singoli ed alla comunità cristiana.
G. Colombo ( I cristiani laici e Montini, 2003) “quindi è evidente che il compito missionario non
è solo dei preti e dei religiosi, ma è di tutti i cristiani, anche dei semplici cristiani, dei cristiani
comuni, che devono vivere appunto con la stessa fede ma non con la stessa condizione di vita”
Giovanni Paolo II ( Loreto 5/9/2004) “ a voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le
virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la
tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle azioni sociali, la creatività
nell’intraprendere opere utili alla evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure
di mostrare, in stretta comunione con i Pastori, che il Vangelo è attuale, e che la fede non
sottrae il credente alla storia ma lo immerge profondamente in essa”.
A. Cornaggia
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PERCHE’ LO SPORT IN ORATORIO?
A questa domanda abbiamo sempre l’obbligo di rispondere, magari con
nuove idee, energie, attività, ma che non dobbiamo mai accantonare per non
perdere di vista l’essenza di un’associazione sportiva che è nata e vive in un Oratorio.
Quando un’attività è avviata, e si è presi da molti impegni, può capitare di perdere di vista le
origini. E’ per questo motivo che la nostra associazione sportiva dal 1960 continua e
continuerà a dare una risposta alla domanda-titolo di questo articolo.
Tutti i dirigenti e allenatori dell’ex Gruppo Sportivo, ora Associazione Sportiva, negli anni
hanno trovato e trovano in questa domanda il punto di partenza di tutte le energie, tempo,
emozioni, storie, etc… Oltre che il punto di partenza, questo quesito diviene fondamentale
anche nel proseguimento del proprio operato nonostante le mille difficoltà che si incontrano.
Ma occorre andare oltre, anche se siamo già su una buona strada! Occorre lavorare in
sinergia con l’Oratorio perché proprio nella collaborazione tra queste due realtà nasce e si
sviluppa la forza di questo Strumento Educativo.
Questo è il concetto ribadito più volte negli ultimi anni e recentemente nel Consiglio
dell’Oratorio: “L’associazione sportiva è e deve essere sempre di più parte integrante
dell’Oratorio”.
a.s. SLV
Riportiamo qui sotto uno stralcio del 47° Sinodo Diocesano che riguarda proprio questo tema.
Lo sport in oratorio
1. La pratica sportiva può assumere una rilevante valenza pedagogica se intesa
correttamente e non ridotta a fatto agonistico o a semplice riempitivo del tempo libero.
Significativi elementi educativi dello sport possono essere individuati nel campo dello
sviluppo psicofisico e delle relazioni interpersonali, nei comportamenti che chiedono
sacrificio di sé, lealtà, autocontrollo, perseveranza nel raggiungere un obiettivo, nella
gratuità e nel disinteresse di chi coglie nello sport un'occasione per migliorare sé e gli altri.
In questa prospettiva l'oratorio promuove l'attività sportiva come un servizio alla vita dei
ragazzi e dei giovani, nell'ambito dell'attenzione che la Chiesa ambrosiana riserva allo
sport (cf cost. 274). L'educazione attraverso lo sport, proposta ai ragazzi e alle ragazze,
preveda strutture adeguate alle differenti esigenze.
2. L'oratorio affida questo compito agli animatori sportivi che hanno il serio impegno di
conoscere e condividere il progetto educativo e di applicarlo a questa attività senza
isolarla dalle altre. La loro formazione va curata in modo specifico.
3. Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi educativi è necessario che gli oratori e gli
enti di promozione sportiva di ispirazione cristiana (quali il Centro sportivo italiano, la
Polisportiva giovanile salesiana) sviluppino idonee collaborazioni e sinergie.
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CALENDARIO RELIGIOSO
FEBBRAIO 2006
2 giovedì : Presentazione del Signore – ore 21 Veglia con S. Messa
5 domenica : Quinta “per annum” – Giornata per la vita
12 domenica : Sesta “per annum” – ore 16 Battesimi
15 mercoledì : Giornata mensile di suffragio – ore 18 Ufficio
19 domenica : Settima “per annum”
26 domenica : Ottava “per annum”
MARZO 2006
5 domenica : Prima di quaresima
6 lunedì
: Giorno dedicato all’imposizione delle ceneri
10 venerdì : Feria aliturgica – è di digiuno e astinenza dalle carni
12 domenica : Seconda di quaresima – ore 16 Battesimi
17 venerdì : Feria aliturgica
15 mercoledì : Giornata mensile di suffragio – ore 18 Ufficio
19 domenica : Terza di quaresima
ARCHIVIO PARROCCHIALE
DEFUNTI DI GENNAIO
Piana Ornella – anni 79 – via C. Marcello 36
Generali AnnaMaria – anni 76 – via C. Marcello 19
PROPOSTE CONCRETE PER UN CAMMINO QUARESIMALE
-
Anche quest’anno l’Eucaristia domenicale sarà particolarmente vissuta nella
celebrazione delle ore 10,30, riprendendo alcuni gesti significativi.
Ogni martedì, su Telenova, la parola dell’Arcivescovo.
Ogni giovedì la catechesi sul Vangelo secondo Marco.
I venerdì
:
ore 15 via Crucis per la terza età.
:
ore 18 incontro di preghiera per ragazzi e ragazze.
:
ore 21 vesperi e meditazione quaresimale.
La quaresima di fraternità. Verranno distribuiti i salvadanai per concretizzare le
nostre rinunce quaresimali. Andranno consegnati la domenica delle palme.
Il libretto della diocesi con le meditazioni quotidiane, in vendita presso la buona
stampa.
Il digiuno quaresimale non è fine a se stesso, ma deve essere accompagnato dalla
preghiera e dall’elemosina. E’ il cuore rivolto a Dio ed ai fratelli l’elemento indispensabile
della quaresima cristiana.
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Febbraio (0,8 Mb!)