Anno 7 - n. N 8 Settembre 2013 Strumento di condivisione della Parrocchia San Martino in Villapizzone - Milano S O M M A R I O La lettera dell’Arcivescovo per questo Anno Pastorale ci invita ad uscire dai soliti schemi e ricordare che il Signore ha salvato tutta l’umanità. Per questo dobbiamo trovare modi nuovi per essere in dialogo con tutti gli uomini e le donne con i quali viviamo ogni giorno. La lettera verrà pubblicata lunedì 9. DOMENICA 15 tutti gli operatori pastorali della Parrocchia faranno una GIORNATA DI CONFRONTO per trovare il nostro modo di mettere in pratica le indicazioni del Vescovo. 3 ...altro che farfalle! 5 Qual è il tuo sogno? 5 Una vacanza per il gruppo 6 Danza la vita! 8 Ricordando il Card. Martini e la sua lettera Farsi Prossimo 9 Doposcuola Farsi prossimo 11 Alzati, amica mia, e vieni, presto! Redazione Marco Grassi Katia Sciarra Luca Diliberto Pietro Diliberto Davide Piantella Andrea Raglio Gisella Villa Questo giornalino viene stampato mensilmente per promuovere la comunicazione all’interno della Parrocchia. Ne è responsabile il Parroco attraverso il lavoro della Redazione. Ogni contributo è sempre ben accetto! Manda i tuoi commenti, riflessioni, foto a: [email protected] La Parrocchia Apertura della chiesa Tutti i giorni: Giovedì: 7.30 - 19.00 7.30 - 20.00 Orari Sante Messe Giorni feriali: 18.00 Giovedì: 9.00 19.00 Prefestiva (sabato): 18.00 Giorni festivi: 8.30 10.30 18.00 Segreteria parrocchiale Tutti i giorni: Da lunedì a venerdì: L’albero Martedì: Mercoledì: Giovedì: Centro di Ascolto don Lorenzo Negri decanale “Il melograno” Via Duprè 19, 1° piano Tel 02.39.215.888 Martedì 10.00 - 12.00 17.00 - 19.00 Mer - Giov - Ven 17.00 - 19.00 Oratorio 347.77.38.981 [email protected] [email protected] Tutti i giorni 18.30 - 19.00 Catechismo 9.00 - 11.00 Mercoledì CHIUSO 16.00 - 19.00 don Erminio Pozzi 17.00 - 18.00 Centro Parrocchiale 17.00 - 18.00 San Martino 17.00 - 18.00 Tutti i giorni 14.30 - 18.30 17.00 - 18.00 Giovedì CHIUSO Patronato ACLI Lunedì 02.32.72.621 16.30 - 18.00 02.33.00.12.50 347.79.23.764 [email protected] 02.39.44.83.97 [email protected] ARCHIVIO PARROCCHIALE www.smartvilla.it DEFUNTI DI LUGLIO-AGOSTO Pino Francesco – anni 87 – Via Varesina 52 Conti Licia – anni 86 – P.za P. Castelli 14 Volpe Stella – anni 69 – P.za P. Castelli 1 Mapelli Mario – anni 85 – Via C. Marcello 8 Ciccarelli Rosaria – anni 64 – P.za P. Castelli 16 Defranceschi Vittorina – anni 78 – Via E. Bianchi 6 Legnani Lidia – anni 88 – Via P. Mantegazza 20 Chieregati Giovanni – anni 78 – Via Varesina 39 Barzanò Roberto – anni 88 – Via P. Mantegazza 20 2 archivio parrocchiale ...altro che farfalle! Sguardo dal pulpito La riflessione di inizio anno di don Lorenzo ci stimola a ricominciare con libertà e con gioia nuova le nostre attività perché siamo sempre più consapevoli che proprio le nostre incertezze e fragilità ci fanno capire quale sia il nostro vero tesoro. O gni settembre è un nuovo inizio. Un po’ è normale… un po’ è “speciale”! Ogni giorno è nuovo, ma ricominciamo la giornata dando per scontato un gran numero di cose mancando le quali saremmo costretti a cambiare molto la nostra vita (che il sole sorga, che non sia crollata la casa… e tante altre molto più piccole ma altrettanto importanti, tipo che esca l’acqua dal rubinetto, che ci sia il dentifricio al suo posto… cose che se mancano si rischia di iniziare la giornata molto storti!!!). Dopo le vacanze (quest’anno ho avuto la fortuna di godermi due settimane di puro riposo!) si ha un po’ la sensazione di vedere le cose come se fossero nuove (poi il ritmo quotidiano prende presto il sopravvento e la sensazione è quella di non poter mai rialzare la testa…). Arrivare da fuori è un po’ un tornare a casa e un po’ come arrivare per la prima volta: l’insieme delle due sensazioni è “magico”… ed è tipico dei primi giorni di settembre… La prima volta è stata lunedì 1 settembre 2003 (…come fosse ieri!) e – ci credete?! – oggi ho molte meno “sicurezze” di allora! Dieci anni fa “si sapeva” che a settembre c’è la Festa dell’Oratorio, si sapeva chi la faceva e come la si faceva. Quest’anno sarà il 29 settembre (così dice il calendario diocesano): questo è ciò che io, parroco, oggi so a distanza di 20 giorni. Ma non so come sarà, chi la farà… se si farà! È tutto nuovo! E questa cosa ha il suo fascino! Dieci anni fa “si sapeva” che dopo la festa si inizia il catechismo, si sapeva chi erano le catechiste, cosa era il catechismo, che giorno era e a che età si faceva… Oggi quello che so ho cercato di scriverlo nella lettera che hanno ricevuto i genitori dei ragazzi: non si chiama più nemmeno catechismo, è un cammino che deve accompagnare la famiglia dal Battesimo alla Cresima dei ragazzi, che deve essere fatto anche dai genitori, che devono esserci non solo delle catechiste ma una “comunità educante”… e che tutto questo è ancora da “inventare”!!! Ha il suo fascino… certo!!! Ogni anno c’è qualcosa che sembrava scontata e che non lo è più! L’elenco è ben più lungo di questi due esempi. Penso che lo possiate continuare anche voi! E alla fine viene spontaneo chiedersi: ma allora qual è l’essenziale? Qual è l’anima della Chiesa? Che ci stiamo a fare nel mondo? Perché continua ad essere così affascinante essere cristiani (e preti, e parroci!) se più il tempo passa, più sembra mancarci la terra sotto i piedi?! Non mi impegno a rispondere (alle domande essenziali deve rispondere ciascuno!), ma osservo: se “siamo costretti” all’essenziale, cambia il volto della Chiesa! Due aggettivi fanno il titolo di un bel libretto che mi hanno regalato: “Libera e presente”. Così pensa che debba essere la Chiesa Mons. Dagens, Vescovo di Agouleme, in Francia. Non ho ancora terminato la lettura… ma mi sono sentito in sintonia prima ancora di aprirlo! Qualche tempo fa (aprile 2012) vi ho scritto una piccola riflessione sul “presente” (e la riflessione continua, molto importante, dentro di me); oggi vorrei lasciare una piccola provocazione per riflettere sulla libertà. È più libera una farfalla in un prato fiorito o un carcerato dietro le sbarre? Spero che nessuno abbia il benché minisguardo dal pulpito 3 Sguardo dal pulpito mo dubbio! Certamente, infinitamente di più… il carcerato!!! Per quanto possa essere “imbestialito” (appunto!) un uomo potrà sempre “essere libero”, desiderare, volere, amare… la farfalla può solo svolazzare! La libertà è quella cosa per cui nulla e nessuno potrà mai impedirci di essere ciò che siamo e vogliamo essere! Mons. Dagens inizia il libro citando San Paolo: “Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”. (2Cor 4,7-10) Forse secoli di storia cristiana in Occidente ci hanno illusi di avere realizzato dei bei vasi, adatti per un tesoro così bello ed importante… Prima di tutto i vasi di creta siamo noi, sono io. Che se a Villapizzone non ci fosse più un prete… i cristiani dovrebbero esserci ugualmente, no?! E la Chiesa andrebbe avanti ugualmente, e forse meglio (perché allora “salterebbe fuori” anche qualcuno che diventa prete!). E poi ci sono tutte le strutture, immobiliari e organizzative, che… non sono il nostro tesoro!!! E ogni anno, ogni giorno, dobbiamo essere disposti a non darle per scontate. Se ci sono e servono, ben vengano. Diversamente… riscopriamo di più il tesoro e la libertà! 4 Ve l’immaginate un Oratorio senza oratorio?! O una Chiesa senza la chiesa?! In tante parti del mondo è successo e continua a succedere! E così vivono delle Comunità cristiane libere, gioiose, ca- paci di trasmettere il tesoro, che se c’è quello… si può giocare con i ragazzi anche ai giardinetti o celebrare la Messa nelle case o nei cortili… che forse è anche meglio!!! Ma se avessimo perso il tesoro, a cosa ci servirebbero le chiese più belle o le attrezzature sportive più all’avanguardia o i mezzi di comunicazione più tecnologici?! Non preoccupatevi, non è stata l’altitudine delle montagne di queste vacanze… è – come sempre – una provocazione –seria! – a tutti e a ciascuno di noi perché possiamo insieme obbedire allo Spirito che ci sta chiaramente dicendo qualcosa di nuovo, anche quest’anno! E sulla libertà… la provocazione non è finita: «Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio» (Carlo Maria Martini). Questa è la libertà di un cristiano! Anche quando tutti i nostri vasi si spezzeranno, noi sappiamo che il tesoro è nelle mani di Dio. Morire così è la vera libertà, è la testimonianza di Gesù e di chi lo segue. Questo ci rende veramente imbattibili: di chi potremmo più aver paura?! Ma se abbiamo paura che muoiano i vasi… poveri noi!!! Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. (1Cor 15,19) Sapere che abbiamo un tesoro e sapere che è in vasi di creta sono entrambi motivi di gioia e di coraggio! Tra le due cose non c’è “purtroppo” ma “per fortuna”!!! Vorrei iniziare così questo anno nuovo con voi e con tutta la Chiesa! don Lorenzo sguardo dal pulpito Qual è il tuo sogno? C hi è stato a Courma almeno una volta lo sa: questo è il tipo di vacanza che ti entra nel cuore e difficilmente ne esce. E così è stato anche per il gruppo medie di quest’anno! Tra dure camminate, messe celebrate ad alta quota e divertenti giochi serali, i nostri ragazzi insieme a quelli dell’oratorio di GMG hanno avuto modo di domandarsi: “Qual è il mio sogno?” . Non è una domanda facile, ma pian piano abbiamo scoperto che tra di noi c’è chi sogna di diventare un cuoco, una pittrice, una stilista, o chi più semplicemente desidera un mondo senza guerre. La nostra riflessione però non si è fermata qui: una volta scoperti i nostri sogni ci siamo “buttati” tra la gente di Courmayeur e, a piccoli gruppi, abbiamo chiesto alle persone che incontravamo quale fosse il loro più grande sogno. In CRESCENDO questo modo abbiamo fatto degli incontri davvero speciali; abbiamo conosciuto un una giovane ragazza Indiana che si trova qui per lavoro e che vorrebbe tornare nel suo paese per abbracciare sua figlia, una mamma che sogna un futuro migliore per tutti noi giovani, un simpatico signore che vorrebbe abitare in cima ad una montagna circondato da immense praterie e molti altri ancora. Ognuna di queste storie ci ha colpito, e senza dubbio ha contribuito a fare di questa esperienza qualcosa di indimenticabile. Simona Parrini Una vacanza per il gruppo T utti ci aspettavamo una settimana di servizio come gli anni precedenti, eravamo già pronti psicologicamente ad affrontare realtà diverse e metterci in gioco; invece ci siamo stupiti della scelta del don e degli educatori: ci è stato chiesto di lavorare su di noi e sul nostro gruppo, crescendo cioè di metterci in gioco in modo diverso e inaspettato, ugualmente coinvolgente. Senza servizio e impegni giornalieri. Diciamo che l’unico impegno quotidiano, o meno, fatica giornaliera, era la simpatica salita e discesa che ci separava dal mare. L’obbiettivo degli educatori è stato quello di amalgamare il gruppo, può sembrare una cosa banale ma non è semplice tenere insieme ragazzi con età diverse e, ogni anno, accogliere nuovi arrivi di età inferiore. A settimana con- clusa, tra un bellissimo mare azzurro, risate, infinite salite, discese e focaccia devo ammettere che la sintonia all’interno del gruppo è davvero cresciuta! Siamo pronti a ricominciare un nuovo anno! Irene Diliberto 5 CRESCENDO Danza la vita! Le voci di Alessia, Sarah, Nicole e Valentina ci riportano all’esperienza fatta dal gruppo 18enni: il Pellegrinaggio da Assisi a Roma. Ascoltiamo i loro passi e il loro cuore. “Se poi, credi non possa bastare, segui il tempo stai pronto e… Danza la vita al ritmo dello spirito. Danza, danza al ritmo che c'è in te. Spirito che riempi i nostri cuor. Danza assieme a noi…” È questo il ritornello della canzone che ci ha accompagnato durante il cammino. Cantata da tutti in qualsiasi momento della giornata. Bastava che uno di noi iniziasse con le parole della prima strofa, per far sì che tutti, ad una sola voce, proseguissero a cantare “Danza la vita”. a tensione era visibile qualche giorno prima di partire. C’era chi ci considerava “matti” (partire la settimana più calda dell’anno!!!), chi ci ammirava, chi anche tra noi aveva dei dubbi, chi li aveva ma non li manifestava. Ma quella mattina, in stazione, eravamo tutti pronti per affrontare un’avventura che sembrava irrealizzabile. Vi assicuriamo che in questo momento è difficile per noi esprimere le sensazioni provate. Certo è che, una volta messo un piede sulla comoda via del ritorno, quello che è rimasto dentro di noi non è la stanchezza o il mal di piedi, ma qualcosa di molto più profondo… Dunque vogliamo provare a farvi capire cosa succedeva là, tra una foto sul sito e l’altra. Immaginate che se la vostra giornata iniziava alle otto, la nostra era già iniziata da quattro ore! La sveglia alle 4 può sembrare esagerata, in realtà era l’unico modo per fare una “colazione veloce ed energizzante” e alle 5 essere in cammino…e tre ore di cammino senza sole sulle sei previste per la mattinata, erano la nostra forza! Anche la proposta del Don di iniziare il cammino con mezz’ora di silenzio, in un primo momento ci pareva faticosa, ma senza rendercene conto l’abbiamo trasformata in un’occasione preziosa di riflessione personale: in mezzo a quelle prime ore riuscivamo a vivere la bellezza dell’alba! E, con quel momento magico, tra un passo e l’altro iniziavamo a recitare il Rosario. Bellissimo! Il pomeriggio tutto diventava un po’ più pesante: lo zaino, le gambe, il caldo! Però sapevamo che avremmo trovato qualcuno che si stava già occupando di noi e qualcuno che avrebbe accolto per la notte. Un’emozione da esplosione! bbiamo stampati nel cervello i pianti, ma soprattutto chi è stato a tenderci la mano, a regalarci un “ringo”, a riempire al nostro posto la bottiglietta dell’acqua, a dirci che andava tutto bene e anche chi ci faceva sorridere con foto compromettenti con cappelli (a dir poco) imbarazzanti! In ognuno di noi sono rimasti ben impressi sia i passi in cui abbiamo fatto veramente fatica, sia quelli in cui ci siamo divertiti a stare insieme. E chissà quanti passi abbiamo fatto! Una cosa è certa: passo dopo passo, giorno per giorno, camminando lentamente abbiamo vissuto una concezione del tempo diversa dal solito. Questa è una cosa incredibile e stupenda! Quello che abbiamo imparato e provato sulla pelle è che in quella settimana il cammino è la vita! Il tempo lo vivevamo secondo per secondo, e passo dopo passo ci sincronizzavamo con il nostro cuore e con quello degli altri. L A 6 crescendo CRESCENDO La sera, poi, dopo una bella doccia e un’abbondante cena, trovavamo un altro momento importante: delle brevi letture del vangelo ci aiutavano a riflettere su quello che stavamo vivendo. Ognuno di noi era libero di esprimere davanti agli altri il proprio pensiero, lo stato d’animo, con una frase o con una preghiera, o con l’esempio di un episodio vissuto quel giorno. na cosa su cui abbiamo riflettuto è stata che ognuno camminava da solo!!! Si, perché usava le proprie gambe, il proprio zaino, la propria testa, ma allo stesso tempo accadeva che si camminava insieme!!! Da solo ma con altre dieci persone!!! Spettacolare! Per farvi capire poi, come si impara ad usare il cuore per camminare, prendiamo come esempio una frase che ha detto la nipote di Valentina prima di partire: “zia ma perché non andate in macchina a Roma?” Non è stato facilissimo rispondere alla domanda, perché non si sapeva bene come sarebbe stata questa esperienza. Ma, a questo punto, se Gaia dovesse rifarci la stessa domanda le risponderemmo proprio così: “Non solo con i piedi ma soprattutto con il cuore!” È così che abbiamo vissuto il cammino da Assisi a Roma! Se pensiamo al dolore che abbiamo provato ai piedi, c’è da sentirsi male! Ma quei piedi hanno permesso il successo di questa esperienza, perché quel male pazzesco è diventato gioia infinita all’arrivo in Piazza San Pietro! E ora provate a immaginare quanto poteva battere forte il CUORE! Durante il cammino lo abbiamo usato molto, perché lo stupore veniva dal cuore, la bellezza di stare insieme in quel modo veniva dal cuore, quel rosario veniva dal cuore, quei momenti di silenzio venivano dal cuore, la Messa celebrata sulla tomba di San Pietro veniva dal cuore! Abbiamo imparato che la fatica aiuta a crescere perché la cosa più difficile era mettere da parte tutto e andare avanti, camminare, essere determinati a raggiungere la meta. Abbiamo imparato a convivere con il nostro corpo che si ribellava a noi, con i dolori che sembravano sparire la sera ma ricominciavano la mattina, abbiamo imparato che siamo in grado di fare cose enormi, cose che potrebbero sembrare impossibili. Solo alla fine ce ne siamo resi conto! Quanto siamo stati coraggiosi e determinati! Siamo cresciuti tanto in questo cammino, perché abbiamo imparato ad apprezzare le piccole cose, quelle a cui nessuno dà peso, come il valore di un bicchiere d’acqua, molto più prezioso di un telefono di ultima generazione! bbiamo seguito il tempo, siamo stati pronti… e siamo arrivati a Roma! Detto così sembra sminuire il tutto, ma in realtà la sensazione è stata questa, abbiamo iniziato gli ultimi 17 km con la restante riserva di energia che sembrava destinata a morire presto, e invece a un certo punto dovevamo solo girare l’angolo. Vi assicuriamo che è un’emozione da vivere! E’ stato un cammino che ci ha fatto conoscere non solo la fatica ma anche e soprattutto noi stessi: i nostri pregi, i nostri difetti, i nostri limiti, i nostri sentimenti, le nostre sensazioni. Siamo noi, il nostro gruppo (che adesso si può chiamare ancora di più gruppo). Questi undici pazzi volenterosi e coraggiosi hanno affrontato un percorso di conoscenza, e nonostante le disavventure passate, sono riusciti nel loro intento. Vi auguriamo con tutto il cuore di poter un giorno guardarvi in faccia con altri 10 amici stanchi tanto quanto voi e riconoscere che, in quel momento, state proprio danzando la vita! Quindi, proviamo tutti insieme a iniziare un altro anno gridando passo dopo passo: “IL CAMMINO PAURA NON CI FA!” U A crescendo Sarah Alessia Valentina Nicole 7 QUADERNO CARITAS Ricordando il Card. Martini A un anno esatto dalla scomparsa del Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo emerito della Diocesi di Milano dal 1979 al 2002, e a ventotto anni dalla pubblicazione della Lettera Pastorale Farsi Prossimo vogliamo ricordarlo con alcune riflessioni su quella Lettera Pastorale per l’anno 1985-86 indirizzata alla Diocesi di Milano. R ileggendo gli scritti pastorali del card. Martini pubblicati nel corso del suo lungo episcopato colpisce che la sequenza dei temi affrontati segua uno schema educativo e pastorale d’una lucidità estrema. Proponiamo l’indice delle sue lettere pastorali e vi invitiamo a seguire con attenzione il filo rosso tracciato dal cardinal Martini per la formazione delle coscienze dei cristiani di questa diocesi: Luca, Gesù, dopo aver presentato la profonda unità che c'è tra l'amore di Dio e l'amore del prossimo, racconta la parabola del buon samaritano, per indicare l'ampiezza illimitata e incondizionata dell'impegno con cui dobbiamo farci prossimo di ogni uomo. [2] I bisogni dei fratelli ci mettono in difficoltà. Rimaniamo chiusi in noi stessi e scarichiamo sugli altri le responsabilità. I rapporti sociali La dimensione contemplativa della vita (1981) In principio la Parola (1981-82) Attirerò tutti a me (1982-83) Partenza da Emmaus (1983-84) Farsi prossimo (1985-86) Dio educa il suo popolo (1987-88) Itinerari educativi (1988-89) Educare ancora (1989) Effatà, apriti (1990-91) sulla comunicazione Le prime quattro sulla scoperta delle radici del nostro essere credenti, la quinta sullo stile dell’esercizio della carità, e poi il ciclo sull’educazione, le due sulla comunicazione nelle sue diverse forme, quindi sembra che vengano riproposti i temi del ritornare a fare i conti con le ragioni profonde del proprio credere e del proprio agire. Difficile fare un commento complessivo sul contenuto di questa lettera senza rischiare di cadere nella banalità, preferisco riportare alcuni brani che dopo la rilettura di questo periodo hanno avuto una risonanza dentro di me: 8 Nel cap. l0 del Vangelo di San polato, 1'obbedienza, la testimonianza nei confronti di Gesù. C'è anzitutto Cristo, c'è il mistero dell'unione di Cristo con ogni uomo con ogni sofferenza, con ogni speranza, con ogni storia umana; c'è il disegno del Padre che ha voluto che un uomo, Gesù di Nazareth, fosse unito a lui nell'amore dello Spirito Santo come Figlio Unigenito e ha voluto che ogni altro uomo fosse suo figlio per partecipazione alla vita di Gesù in forza dello Spirito Santo. [7] Il lembo del mantello (1991-92) sulla stampa Sto alla porta (1992-94) Ripartiamo da Dio (1995-96) Parlo al tuo cuore (1996-97) Tre racconti dello spirito (1985-86) Ritorno al Padre di tutti (1998-99) Quale bellezza salverà il mondo (1999-2000) La Madonna del Sabato Santo (2000-2001) Sulla tua parola (2001-2002) che ci legano ai nostri simili, senza la scintilla della carità, restano inerti. Dobbiamo esaminare umilmente le difficoltà che le nostre comunità incontrano nell'esercizio della carità. [3] Nella vita cristiana la carità ha indubbiamente il primo posto e non tollera incertezze e ritardi. Una riflessione organica e programmatica sulla carità chiede però di essere inserita in un cammino di fede. La carità infatti, è inseparabile dalla vita di fede. Nella carità i singoli credenti e tutta la Chiesa esprimono se stessi, la 1oro profonda identità. Orbene l'identità profonda del cristiano e della Chiesa è la sequela, il disce- La Parola del Signore annuncia per tutti i tempi questo disegno di amore, ci conduce alla comprensione di colui che è presente nell Eucaristia e ci guida nel conformare tutta la nostra vita personale e comunitaria all'Eucaristia. Dall'Eucaristia, poi, vengono i carismi, i doni spirituali, i ministeri, con cui ogni credente è reso conforme a Cristo, rende presente Cristo nel mondo, serve i fratelli nel nome di Cristo, partecipa alla missione che Cristo ha affidato alla Chiesa. [8] L'insegnamento globale riguarda l'operosità della vita cristiana. Matteo scrisse il suo vangelo per una comunità che era quaderno caritas e la sua lettera pastorale Farsi Prossimo tentata di parole vuote, di entusiasmi superficiali, senza impegnarsi seriamente nelle opere della carità. Di qui l'invito a non accontentarsi di dire "Signore, Signore", ma a fare concretamente la volontà del Padre e a mettere in pratica la parola del Signore. Anche la pagina del giudizio finale va letta in questa prospettiva di realismo, di operosa concretezza.[20] Nella società attuale, amare con paziente concretezza il fratello povero, bisognoso, oppresso significa non limitarsi a fare qualche intervento personale, ma anche cercare e risanare le condizioni economiche, sociali, politiche della povertà e dell'ingiustizia. In altre parole, per essere buoni samaritani nella società attuale, occorre fare qualcosa di più di quello che ha fatto, secondo la parabola evangelica, il buon samaritano nella società di allora, meno complessa e stratificata. Purtroppo la fretta e la superficialità caratterizzano i nostri incontri col prossimo e disturbano l'esercizio della carità. [24] carità ha tracciato nella storia della Chiesa e della società, lasciandosi provocare dai bisogni degli uomini… Cerchiamo in particolare di approfondire la tradizione di santità e di carità della nostra chiesa milanese. [51] Q uegli anni furono una vera Primavera dello Spirito perché sollecitarono le persone di ogni età a mettersi in gioco e in ricerca, verso un modo per- Cerchiamo ora di conoscere più da vicino le vie che la QUADERNO CARITAS sonale e originale di esprimere la propria fede, non come una espressione soggettiva ma in modo corale. Quella fu una fase di grande fermento e slancio creativo per tutta la Diocesi, molte furono le iniziative che nacquero in quel periodo. Ma non fu solo l’epoca del fare ma anche di ricerca interiore per una più sincera e coerente adesione alla Parola, grande esempio di quella ricerca di vitalità e di originalità sta nell’esperienza dell’Assemblea di Sichem che vide giovani di tutta la diocesi impegnarsi in un percorso personale di approfondimento e di riflessione, coinvolgendo i sacerdoti degli oratori come guide spirituali verso il discernimento personale e le scelte significative per la vita e per la Chiesa Ambrosiana. Giusto per la cronaca, uno dei primi frutti di questa lettera pastorale fu la costituzione della Cooperativa Sociale “Farsi Prossimo” che ha sede proprio nel territorio della nostra parrocchia in Via Fusinato. Tiziano Belloni Doposcuola - Farsi prossimo Con questa parola si possono indicare realtà molto diverse! Cogliamo l’occasione per ricordare che nel settembre 2009 (vorremmo iniziare il quinto anno!) alcuni giovani e adolescenti dell’Oratorio hanno pensato di dedicare tempo ed energie ai ragazzi delle Medie che fanno fatica a fare i compiti e che in tanti casi hanno anche difficoltà familiari e/o linguistiche perché provenienti da altri Paesi e culture. Ai giovani si sono presto aggiunti diversi volontari già più maturi, in genere pensionati ma anche lavoratori, che mettendo a disposizione umilmente le loro competenze hanno fatto di questa realtà un servizio di qualità al quale molti ragazzi desiderano accedere (anche inviati dalle scuole stesse). Dall’anno scorso c’è una collaborazione molto preziosa anche con gli operatori del Progetto Poliedro. Questo è ciò che significa “Farsi Prossimo”!!! Se capisci che può essere una buona occasione anche per te… non fare come il levita e il sacerdote!!! quaderno caritas 9 diariagenda Cose fatte... MOVIMENTO TERZA ETÁ prossime tappe! Attività nuovo anno Ricominciano le attività del Movimento Terza Età. Come lo scorso anno ogni terzo giovedì del mese (a cominciare dal 19 settembre) alle 15,30 si celebrerà la Santa Messa e ogni primo giovedì (a cominciare dal 3ottobre) alle 15,30 si terrà la catechesi Terza Età. Giovedì 19 settembre: Giovedì 3 ottobre: GIORNATA DEL SEMINARIO ore 10,00 si terrà il primo incontro Animatori MTE decanale presso la nostra parrocchia. ore 15,30 Santa Messa Terza Età ore 15,30 Catechesi Terza Età tenuta da don Erminio nella sala dell’Eremita Domenica 22 settembre Come tutti gli anni celebriamo la Giornata Diocesana per il Seminario. In modo particolare ci uniamo nella preghiera per le vocazioni e a sostegno di esse! Si potrà contribuire con un’offerta straordinaria e con l’abbonamento a “La fiaccola” e “Fiaccolina”. GIORNATA DECANALE DELLO SPORT Domenica 22 settembre Tutte le Associazioni sportive dei nostri Oratori si sono date un grande appuntamento: Festa dello Sport a GMG! FESTA DELL’ORATORIO Domenica 29 settembre Come sempre, l’ultima domenica di settembre è dedicata alla festa dell’Oratorio e segna la ripresa delle varie attività. Il programma dettagliato sarà esposto nella bacheca dell’oratorio e alle porte della chiesa. GIORNATE EUCARISTICHE Da Lunedì 30 settembre a Domenica 6 ottobre Quest’anno abbiamo fissato le date ma il programma e la modalità delle Giornate Eucaristiche verrà pensato e deciso dal nostro Consiglio Pastorale riunito insieme a quello della Parrocchia di GMG nella giornata di confronto di domenica 15 settembre perché dovrebbe essere un programma comune alle due Parrocchie. VEGLIA DECANALE Mercoledì 04 ottobre sera Da molti anni il nostro decanato ha la bella consuetudine di iniziare l’Anno Pastorale con una Veglia. Quest’anno il tema sarà la salvaguardia del creato e la Veglia si svolgerà proprio nel giorno in cui si ricorda San Francesco. 10 diariAgenda Alzati, amica mia, e vieni, presto! SPUNTI PER... “Spesso rappresentiamo Cristo in croce con le ferite dorate; in questo modo potremmo riuscire a immaginare che anche le nostre ferite diventeranno perle luccicanti che ci ornano anziché deturparci”. (Anselm Grun, monaco benedettino). P rima di partire per la montagna avevo dato ad alcuni ammalati della parrocchia l’appuntamento dopo la festa dell’Assunta. Ma loro non mi hanno aspettato, sono morti prima che potessi salutarli. L’ultimo saluto è importante! Anche Gesù ha voluto salutare i suoi amici prima della sua partenza, addirittura con una cena! Quando mi accade questo, rimango molto male. Non ho vissuto il mese di agosto tranquillo, il dolore della loro morte mi ha rattristato. Riflettendo dentro di me, mi sono detto: “Don Erminio non è fondamentale la tua presenza e la tua vicinanza. Conta quella di Dio, del Signore Gesù, della Vergine Maria e dei loro cari. Non pecchi forse di superbia?”. Questo dubbio mi ha accompagnato per alcuni giorni. Sono più che convinto che Dio accompagna il nostro cammino di vita fino alla meta e ci aiuta a rendere la nostra morte una nuova nascita. Ma quando conosciamo una persona e iniziamo con lei un’amicizia e una fraternità il legame si fa più forte e vorresti esserle vicino in ogni momento. L’incontro con gli ammalati mi fa bene. Pregano con fede, non parlano tanto di guarigione, ma si affidano a Dio. Una preghiera che ho insegnato a tanti è questa: “Nelle tue mani, Signore Gesù, affido la mia vita!”. Loro la mormorano anche lungo le notti quanto il sonno tarda a venire. Alla notizia della loro morte mi sono raccolto in preghiera. Ero dispiaciuto ma nel cuore sereno. Ho parlato a Dio di questi “fratelli” e “sorelle”, anche Dio mi spunti per... ha parlato di questi suoi “figli” e “figlie” che ha accolto nella Sua Casa. La mia “vista” talvolta è “corta”, si ferma alla morte; la “vista“ di Dio è “ampia”, spazia l’eternità. Io parlo di “perdita”, Dio di “pienezza”. Accorgersi della mia errata prospettiva è stato l’ultimo regalo che mi hanno fatto. Ognuno di loro ha avuto il proprio “ruolo” sulla Terra e nella Chiesa ed è stato per me una “parola viva” di Dio. Alcune pagine di vangelo le ho compreso meglio “attraverso” la loro vita. n te, Francesco, le parole di Gesù si sono realizzate : ”Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”. Passavi da un reparto all’altre dell’ospedale ma tu eri sereno, quasi fossi già nel Regno. La tua vita, Rosaria, ha preso “alla lettera” le parole di Gesù: “Cercate, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Non mi parlavi di guarigione ma vivevi in pienezza ogni giorno gustando la tua bellissima famiglia e la gioia della fede. Lidia sei stata come Gesù “la luce che splende nelle tenebre”. Nella tua cecità e immobilità eri una luce per “quelli che sono nella casa”. Ho compreso meglio queste parole: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”. La tua vita, semplice e priva di gesti clamorosi, ha illuminato noi che “corriamo” sempre e ci dimentichiamo di contemplare il “volto” dell’altro. Roberto, quando Gesù pronunciò le beatitudini, aveva davanti a sé uomini e donne come te. Le beatitudini non erano una “lezione I teorica”, ma il Maestro beatificava la gente semplice del lago che lo ascoltava e lo seguiva. E’ stato motivo di gioia vedere come incarnavi le beatitudini del vangelo: “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Facendo passare gli incontri di questi sette anni: quanti ammalati e ammalate sono stati per me “maestri di vita”! llargando lo sguardo sul mondo, in ogni angolo della terra vi sono donne e uomini che sono arrivati alla “meta” dopo una vita buona; che hanno amato e lavorato per la giustizia, capaci di condividere quanto avevano con chi aveva di meno. Sono stati uomini e donne misericordiosi, pronti ad offrire anche l’altra guancia pur di conservare e costruire la pace. Sono “i santi” dei quartieri, delle città, dei villaggi, dei paesi piccoli, delle bidonville. La loro vita, sul “Libro della Vita”, è stata scritta con l’inchiostro d’oro dai loro Angeli Custodi. Quando il popolo ebreo si rivolgeva a Dio, iniziava dicendo: ”Ricordati di Abramo, di Isacco, di Giacobbe”. Noi possiamo pregare dicendo: “Ricordati, Signore, di Rosaria, di Giuseppe, di Lidia, di Roberto“. A don Erminio 11 “Catechismo” 2013‐2014 I nonni la chiamavano “dottrina”, papà e mamma “catechismo”, adesso si parla di “iniziazione cristiana”… il vangelo dice che “le folle facevano ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio”, Gesù stesso dice: “chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia” e addirittura il Padre ci dice dal cielo: “Questo è mio Figlio: ascoltatelo!”. Chiamiamola come vogliamo, ma ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica è una cosa che riguarda i cristiani da 0 a 100 anni, da 2000 anni a questa parte!!! Ciò che conta è imparare sempre più ad ascoltare e seguire Gesù. Iniziamo gradualmente, il meglio che riusciamo, ad attuare le nuove direttive che il Vescovo ci ha dato in maniera precisa, cioè: A) I genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli piccoli devono: - essere loro per primi “cristiani praticanti” - frequentare insieme ai loro figli gli incontri formativi (da 0 a 10 anni!) - partecipare alla formazione degli adulti (prima, dopo e durante la formazione dei figli!) B) I ragazzi (che hanno seguito la formazione con i loro genitori dal Battesimo!) faranno la Prima Confessione e la Prima Comunione in quarta elementare (9-10 anni) e riceveranno la Cresima in quinta elementare (10-11 anni) C) Ogni Parrocchia deve costituire una Comunità Educante capace di accompagnare i piccoli e i grandi in questo aspetto irrinunciabile della vita cristiana Festa dell'Oratorio e Giornate Eucaristiche Quest’anno vorremmo iniziare con qualcosa di veramente bello: domenica 29 e tutta la settimana dal 30 settembre al 6 ottobre sentire e vivere ogni giorno la presenza di Gesù in mezzo a noi: tra le nostre case! Ci piacerebbe poter celebrare la Messa nei cortili dei condomini… e sentire che davvero il vangelo non ha confini! Ne parleremo domenica 15 e poi… saremo tutti un cuore solo!!! Terra Santa Da molti anni la Parrocchia attende un nuovo Pellegrinaggio in Terra Santa! Anche questo va verificato insieme, ma speriamo proprio che possa essere l’anno buono! Certamente si tratterà di un vero e proprio Pellegrinaggio al quale dovrebbero poter partecipare anche (e soprattutto) i giovani e le famiglie giovani. Lo prepareremo insieme a GMG durante tutto l’anno e ci guideranno due Testimoni eccezionali: Sant’Ignazio di Loyola e Charles de Foucauld. Due uomini che hanno desiderato intensamente incontrare Gesù e da questo incontro hanno radicalmente cambiato la loro vita: è quello che vorremmo capitasse anche a noi!!!