3 lotta continua CRONACA OPERAIA E DONNE Mercoledì 22 giugno 1977 Oggi in sciopero milioni di operai Milioni di lavoratori scenderanno oggi in sciopero per la vertenza grandi gruppi, le vertenze aziendali e per la difesa tìeM'occupazione. Lo sciopero, di 4 ore, riguarda i lavoratori dell'industria del Piemonte, della provincia di Milano e di Brescia, i metalmeccanici delie aziende a partecipazione statale, i tessili. I sindacati tentano, con questo sciopero di incanalare la rabbia e la tensione che sta sranpre più crescendo nelle fabbriche v^ecie alla FIAT) e frenare l'insoddisfazione operaia per l'andamento delle trattative. A Milano da piazza Napoli, piazza Firenze, Porta Venezia, piazza Grandi, Porta Romana , piazza Maciachini partiranno i cortei che confluiran- Alla manifestazione sono intervenute folte dele gazioni dai comuni vicini Riesi, Butera, Niscemi Mazzanino, Acote e Vitto ria, dove risiedono nume rosi operai deU'Anic. no poi a piazza Duomo dove parlerà Bentivogli. A Brescia si terrà un comizio a piazza della Loggia. In Piemonte lo sciopero riguarda tutti i lavo- ratori dell'industria. Intanto ieri a Gela c'è stato lo sciopero generale di 24 ore contro gli oltre L600 licenziamenti annunciati dalle ditte deU'Anic. Venerdì 24 ci sarà lo sciopero nazionale di 24 ore per i circa 500.000 a limentaristi contro l'in transigenza padronale alle trattative per il rinnovo ael contratto nazionale di lavoro, gli alimentaristi stanno lottando per avere un solo contratto per tutti i 17 settori dell'industria alimentare (ora iono 4). Per venerdì so no previste manifestazioni a Napoli e Ferrara. Il primo luglio, sempre per le vertenze, scende ranno in s c i ( ^ r o i metal meccanici pubblici e pri vati. IPCA: quando raccordo con la DC contempla anche / morti Così a caso IPCA è condanne dei responsabi- che fino al 1972 a nessu- conducibili ad una strachiuso: proprietari, medi- li. Ma le domande riman- no fosse giunto all'orec- tegia collaborazionista. co di fabbrica, tecnici so- gono. La prima è la più chio il sospetto che una Così una delle ultime più no stati condannati. Pochi drammatica e nello stes- strage fosse in carso? An- dure e vittoriose lotte anni di galera, che pro- so tempo la più importan- che questo non è vero e contro la nocività delle babilmente non sconteran- te ed è questa: come è non è credibile. Possibile cabine di verniciatura, no mai, ma il principio è potuta succedere una cosa che un singolo operatore quelle della Materferro, stato stabilito ed è ansimile? Perché il vero sindacale scapre in po- viene ignorata per non diche importante: omicidio scandalo IPCA non è il chi mesi quello che tutta re attaccata perché esce colposo, lesioni; d'ora in padrone che sfrutta gli o- questa gente non aveva dagli schemi, perché non avanti gli « omicidi bian- perai, né l'ambiente di nemmeno lontanamente è funzionale ad un certo chi» potranno portare in lavoro pazzesco, e nem- sospettato in venti anni? tipo di linea sindacale. tribunale i responsabili e meno l'esposizione di cen- Noi non crediamo ai geDobbiamo renderci con causare condanne. tinaia di lavoratori ad un ni, né agli eroi. E cre- to fino in fondo che an Eppure rimane una sen- rischio mortale; il punto diamo allora in un com- che la lotta contro la nosazione indefinita, ma che è un altro dato, per scon- pagno che ha il coraggio cività è armai completasi precisa sempre dì più tato che la cancerogeni- politico e personale, di mente sulle spalle dei leggendo i giornali di og- cità di alcuni derivati del- denunciare, di fare esplo- compagni che non accetgi, con i loro inni al tri- l'anilina era nota da cir- dere, di intervenire e di tano il compromesso stobunale, con le loro affer- ca un secolo, che su lottare a partire da dati rico: l'accordo con la DC mazioni «giustizia è sta- qualsiasi libro di medici- ed informazioni che da vai bene un po' di morti, ta fatta »: tutta questa vi- na la pericolosità di que- lungo tempo erano in pos- verrebbe da dire. Certo mai cenda rischia di servire sti composti è data come sesso di molti. Di chi e nessuno teorizzerà hanno taciuto? queste cose, si continuecome specchietto per le sicura, chi sapeva e non perché ha fatto e detto niente? Queste sono le domande rà a parlare di «ambienallodole, la tragedia dell' IPCA rischia di venire u- Quali sono le responsabi- suU'IPCA a cui non si è te », di controllo, di sistemi di informazione ed alsata per alzare polverone lità « collaterali » al mas- risposto. sulle mille tragedie cau- sacro dell'IPCA? Viene subito in mente tre cose del genere, ma sate ogni giorno dalla E qui il (Uscorso divenSeveso e l'ICMESA e non non appena gli operai « nocività » in fabbrica, ta spinoso, intricato e a caso: è opiniane cor- prendono in mano la co dagli infortuni, dallo probabilmente impopolare. rente tra tutti quelli che sa, non appena si profila sfruttamento. Vale farse Ma vale la pena di far- si sono occupati delia la possibilità di uno sconla. pena di tentare una lo. Innanzitutto i medici, questione che la diossina tro con le esigenze prorapì^ ricostruzione della e non solo il medico di produrrà nei prossimi an- duttive del padrone, tutto diluito, storia: una piccola fabbri- fabbrica: quanti sono sta- ni centinaia e centinaia viene smorzato, ca di coloranti, l'IPCA ti i medici che hanno di cancri: non sapremo in conclusione annullato, appunto, situata in una diagnosticato e tentato di mai quanti, non sapremo magari con discarsi e prozona « bianca » Ciriè, in curare il cancro alla ve- mai perché, man riuscire- poste di « sinistra », maprovincia di Torino, balza scica e non si sono chie- mo mai a metterlo in gari in nome di una «geimprovvisamente agli o- sti da dove veniva? E rapporto con la loro vera stione operaia della salute ». "ori della cronaca quan- come mai l'INAIL poteva causa tanto la diossina do si scopre che la lavo- fare pubblicazioni descri- si è sparsa in ampiezza Il compito dei comparazione in essa effettuata vendo «22 cancri alla ve- sul territorio. E le re- gni rivoluzionari è oggi prwoca il cancro alia ve- scica in una fabbrica di sponsabilità qui le cono- quello di verificare e riscica: si scopre con or- coloranti della provincia sciamo. flettere sulle esperienze We che i morti sono già di Tarino » senza avere La lotta alla fatte e di scoprire insie^cine, che altre decine l'idea ed il coraggio di nocività è stata presa, in- me nuove forine di lotta, at operai combattono una dire niente? Non sono an- gabbiata, deviata da una nuovi strumenti di inter^tta senza speranza con- che loro responsabili? Ed teoria ed ideologia revisio- vento, ma a partire spedro una malattia inguari- ancora i funzionari dell' nista che continua sem- cialmente dalle lotte di t^fe, che sicuramente nei ENPI dell'Ispettorato del pre a mettere al primo cui non si è parlato, non prossimi anni ci saranno Lavoro, nessuno ne sape- posto il metodo (i que- si parla e non si parlerà decine di morti e va niente? Non è credi- stionari, la soggettività, il mai perché hanno vinto di nuovi casi di cancro bile e non è vero. Anche libretto di rischio, ecc.) non solo in ideologia, ma vescica. Un gruppo se sarà impossibile dimo- sulla riflessione delle lot- con lo scontro diretto con di operai intraprende una strarlo in un'aula di tri- te passate, sulla concre- il padrone, a partire dalcoraggiosa quanto tardiva bunale. tezza dei risultati raggiun- l'informazione che tutti riazione di denuncia e di ti. Non a caso le <ilotte» ceviamo, anche se in moEd infine il discorso più ^^^ione legale perché ^sia spinoso di tutti, i sinda- di cui si parla (e le virgo- do frammentario, anche latta giustizia». lette non sono casuali) se a volte con una forma calisti, i membri di comtt risultato è il proces- missione intema, i patrosano sempre e solo le lot- che ci fa dubitare della so concluso ieri con le nati sindacali: possibile te « ideologizzabili », ri- laro fondatezza. • ^Prigioniere politiche' Napoli, 21 — « n nostro (kitervento al Palazzetto dello Sport in occasione della manafestazione per la liberazione di Saverio Senese intendeva colmare una lacuna fwlitica: quélla dell'assenza del movimento femmanisba e della denuncia della repressione che vivono le donne come recluse e prigioniere a cui è tolta anche la possibilità della parola. Riportiamo il testo dell' intervento: "Noi nenKsiache e il gruppo deUa creatività affermiamo che tutte le donne sono delle prigioniere ;politiche. Perché siamo delle prigionaere politiche? PeK±é siamo imprigionate nelle case senza possibilità di avere degli spasa nostri dove riomirsi e parlare delle nostre posizioni. Siamo prigionira-e politiche nelle nostre celle di isolamento, sorvegliate a vista da carcerieri che affermano di amarci. La nostra sofferenza e la nostra volontà di evadere vengono tutte riportate come crudeltà e criminalità o come delinquenza comune, ridiucendo la nostra rivolta a sesso e prostituzione, interpretai^o la nostra lotta come folclore e irresponsabilità. La nostra storia viene Questo intervento è stato impedito, senza ottenere alcuna risposta politica, con atteggiamenti immotivati, con l'unica insirtuazione - affermazione fatta da Franca Rame che l'intervento delle femministe voleva togliere spazio agli interventi degli operai e degli 800 prigionieri politici e dei disoccupati organizzati. L' intervento preparatorio, per avere U consenso del pubblico, non era di una persona politica « carne noi credevamo », ma di una professionista della scena che sa carne manipolare le platee. A questo punto le prigioniere eiano viste carne le aggressive Erinni che volevano togliere spazio agli oppressi. Erano persone da linciare. Ma la nostra energia non ha accettato la sfida, abbiamo continuato; non possiamo permetterci il lusso di chiedere la parola, la dobbiamo prendere. Sono secoli che le pazze, le isteriche, le prigioniere, le impolitiche devano tacere. Eravamo riuscite a leggere le prime frasi del testo e le donne presenti cominciavano a riconoscersi, quando Dario Fo prendendo il microfono ha. detto: « Ragazzi, a riportata sempre come storia di cronaca nera o come improvviso gesto folcloristico. Perché questo intervento? Perché la storia di rivolta deve essere fatta da chi porta avanti la propria storia di lotta. Inoltre i non-interventi sono forme diverse di dntervento. Noi ripetaamo: "quando hanno finito di bruciare le streghe, hanno aperto i manicomi". E' forse follia pretendere di intervenire par il fatto di esserci, ovunque, anche qiiesta sera, e non in rappresentanza, ma come presenza: come un soggetto politico, CTeativo; non possono continuare a scindere queste due realtà. Nessuna rivoluzione è possibile senza creatività. Tutta la realtà sotterranea che si nasconde dietro la facciata deUe case, dei manicomi, tutta la realtà che si nasconde dietro i ntodsHi, i codici, la morale, il diritto, tutta questa realtà noi la portiamo fuori e la porteremo sempre più fuori; ma gU^ spazi per incontrarci ci sono vietati. La nostra lotta è riappropriarci del nostro territorio, del nostro continente, e l'inizio è il nostro corpo. Abbattere tutte Je celle di isolamento ». questo punto stiamo zitti e sentiamo che cosa dicono le campagne femministe ». Questo intervento paternalistico, dove ci si concedeva la parola che ci eravamo conquistate, ci ha portato al disgusto e alla decisione di abbandonare il p<^o, dal momento che si tentava di ridurre una realtà politica a spettacolo. Al termine dello spettacolo in nostra assenza è stato letto un comunicato in cui si dichiarava che le nemesiache si contrap ponevano al comitato per la scarcerazione di Senese. Tale comunicato oltre a falsare completamente la posizione delle nemesiache e del gruppo della creatività, cancellava completamente la presenza di questo gruppo. L' azione comprendeva óltre il testo riportato sapra, la trasposizione artistica dei suoi contenuti in una forma di testimoniarla diretta per affermare l'inscindibile rapporto tra creatività e politica. Gruppo deUa Creatività e Nemesiache NAPOLI Mercoledì 23, alle ore 16, in via Mezzocannone 16, assemblea delle compagoe femministe.