STAGIONE D’OPERA 2012-2013
DON CARLO
Gianandrea Noseda dirige il capolavoro verdiano
in scena per i 40 anni dalla rinascita del Teatro Regio
Teatro Regio, giovedì 11 aprile 2013 ore 20
Don Carlo, l’opera più complessa e monumentale di Giuseppe Verdi, andrà in scena al Teatro
Regio dall’11 al 23 aprile nella versione in quattro atti composta dall’autore nel 1884. Con l’opera
verdiana, il Regio festeggia i quarant’anni dalla rinascita, avvenuta il 10 aprile 1973, ricordiamo che fu
fondato nel 1740 e fu distrutto da un incendio nel 1936.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio salirà il Direttore musicale del Regio,
Gianandrea Noseda, che ha più volte diretto l’opera con carisma ed energia. Domenica 28 aprile, al
termine delle recite torinesi, il maestro Noseda, sempre alla guida dell’Orchestra e Coro del Regio,
presenterà l’opera in forma di concerto al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, prima tappa della
tournée che vedrà i complessi artistici del Teatro nelle capitali europee della musica.
Don Carlo sarà trasmesso da RAI Radio3 sabato 13 aprile alle ore 20, la Rai ne realizzerà un DVD e
sarà trasmesso da RAI5 mercoledì 8 maggio.
La produzione di Don Carlo è realizzata con il sostegno di Banca Fideuram, Partner Sostenitore del
Teatro Regio.
Questa edizione del Don Carlo è curata dal regista argentino Hugo de Ana, che firma anche le
scene e i costumi. L’allestimento, realizzato dal Teatro Regio, andò in scena per la prima volta a Torino
nel giugno 2006. La coreografia è di Leda Lojodice e le luci sono di Sergio Rossi. Maestro del Coro sarà
Claudio Fenoglio.
In questa messa in scena, lo splendore degli ori della corte barocca spagnola sarà reso opaco da
un’atmosfera tenebrosa: il palcoscenico in penombra rappresenterà il contesto di oppressione autoritaria
in cui si muovono i personaggi. I toni cupi, come spiega il maestro Noseda, sono tipici del titolo
verdiano: «La tinta di Don Carlo è unica. Tutte le atmosfere sono notturne, o di interni. Raramente c’è
luce: la prigione, il chiostro, tutto è claustrofobico e oscuro. E questo si riflette nelle esperienze dei
personaggi, tutte senza sbocco: la rivolta non ha sbocco, l’amore non ha sbocco, Filippo è indeciso,
l’amicizia viene troncata bruscamente, non c’è niente che si sviluppi: e in questo è un’opera “attuale”.
Quando si è troppo attaccati alle proprie convinzioni ci si fa solo male e non si va da nessuna parte».
La genesi di un’opera così complessa e peculiare fu tutt’altro che serena. Verso il 1864 Verdi si era
proposto di abbandonare la sua attività di compositore, ma il suo ritiro era solo un vago progetto: infatti,
quando da Parigi gli giunse la richiesta di scrivere un nuovo grand-opéra, egli non seppe opporre un
netto rifiuto e si vide recapitare una serie di interessanti proposte. La scelta non fu immediata: per Verdi
era difficile giudicare la fattibilità di un lavoro dal semplice soggetto, essendo per lui fondamentale il
libretto. Nell’estate del 1865, l’auspicato libretto arrivò, firmato da François-Joseph Méry e Camille Du
Locle e ispirato al poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller. Il lavoro di
Schiller attirava Verdi da molti anni, senza però mai averlo convinto pienamente a causa della tortuosità
dell’azione. Il lavoro fu lungo e faticoso, e dopo le aggiunte sopravvennero i tagli. Don Carlos andò
finalmente in scena nel 1867 e, secondo la dichiarazione dello stesso Verdi, non fu un successo: molti
considerarono l’opera troppo lunga e priva di melodia. Nel 1882, dopo lunghe riflessioni, Verdi si decise
a ridurre le dimensioni dell’opera portando a numerosi accorciamenti e alla soppressione del primo atto
e del balletto. Molte pagine di indiscussa bellezza furono cancellate, ma il dramma acquistò essenzialità
e carattere. Nella nuova forma in quattro atti e in italiano Don Carlo debuttò alla Scala nel 1884: È questa
la versione che sarà proposta al Teatro Regio. L’azione si svolge nella Spagna cinquecentesca; Don Carlo,
infante di Spagna, è in preda alla disperazione perché suo padre, il re Filippo II, ha sposato la donna che
lui ama, Elisabetta di Valois. Come scrisse Massimo Mila: «Mai Verdi si è tanto inoltrato
nell’esplorazione dei misteri più sottili dell’anima come nella descrizione dell’amore colpevole e
soffocato tra Don Carlo e la giovane matrigna». Per sottrarre Don Carlo allo sconforto, l’amico Rodrigo,
marchese di Posa, lo incita a partire per le Fiandre a difendere la popolazione oppressa dal duro regime
spagnolo; Carlo accetta, ma chiede al marchese di aiutarlo a porgere un saluto alla regina. Elisabetta lo
riceve, e il giovane le rinnova le sue profferte d’amore per poi fuggire improvvisamente. Carlo presto
diventa paladino della causa fiamminga e va a incontrare il re che, accusandolo di tradimento, lo fa
imprigionare e condannare a morte. Il re, uomo su cui grava il peso dell’autorità e della solitudine, ha
scoperto l’amore sbocciato tra sua moglie e suo figlio, ma Rodrigo riesce a dimostrare l’innocenza della
regina e a far ricadere su di sé l’accusa di tradimento, sacrificandosi al posto dell’amico. Per le strade
intanto è scoppiata la rivolta: il popolo spagnolo preme perché Carlo esca dalla prigione; Filippo accorre
a liberarlo, ma il figlio lo rifiuta ed esce per unirsi alla folla. L’infante, prima di fuggire nelle Fiandre,
incontra la regina per congedarsi un’ultima volta; i due giovani sono sorpresi dal re e dal Grande
Inquisitore, che intendono condannarli a morte, ma si presenta il fantasma dell’imperatore Carlo V, che
porta via con sé Carlo verso la pace eterna.
Nel difficile ruolo di Don Carlo si esibirà il messicano Ramón Vargas, tenore dal timbro luminoso,
applaudito nei teatri di tutto il mondo per la sua espressione elegante e attenta. Al suo fianco, nella parte
di Elisabetta, ci sarà Barbara Frittoli, soprano che negli anni si è distinta come grande interprete delle
eroine della maturità verdiana. Filippo II sarà Ildar Abdrazakov, basso russo specializzato nel repertorio
italiano, che ha debuttato lo scorso anno in questo ruolo ottenendo entusiastici consensi. Il baritono
Ludovic Tézier vestirà i panni di Rodrigo, il mezzosoprano Daniela Barcellona quelli della principessa
Eboli e il basso Marco Spotti sarà Il grande Inquisitore.
Completano il cast: Roberto Tagliavini, Erika Grimaldi, Sonia Ciani, Dario Prola, Alejandro
EscobarLuca Casalin, Fabrizio Beggi, Antonio Di Matteo, Scott Johnson, Riccardo Mattiotto, Franco
Rizzo e Marco Sportelli.
Nel corso delle nove recite, si alterneranno nei ruoli principali Hugh Smith (Don Carlo), Svetlana
Kasyan (Elisabetta), Giacomo Prestia (Filippo II), Dalibor Jenis (Rodrigo), Anna Maria Chiuri (la
principessa Eboli) e Aleksandr Vinogradov (il grande Inquisitore).
Don Carlo sarà presentato al pubblico da Carlo Majer nell’Incontro con l’Opera che si terrà al Piccolo
Regio Puccini mercoledì 3 aprile alle ore 17.30.
Nell’ambito delle iniziative per i 40 anni del Teatro Regio, mercoledì 17 aprile alle ore 17 si terrà
in Sala Caminetto un convegno Intorno al Don Carlo con interventi di Mario Tesini dell’Università di
Parma (La concezione del potere in Verdi e nel Don Carlo), di Anna Chiarloni dell’Università di Torino (Il
linguaggio del cuore in Alfieri e in Schiller) e di Pier Paolo Portinaro dell’Università di Torino (Filippo e il
Grande Inquisitore). Il convegno è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Studi Politici.
La “prima” di Don Carlo, abbinata al turno A, avrà luogo giovedì 11 aprile alle ore 20, anziché
mercoledì 10 aprile. Si pregano gli Abbonati del Regio di verificare sul sito del Teatro le date e gli
orari abbinati al proprio Turno.
Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242 - e-mail:
[email protected]. Info - Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.
Torino, 27 marzo 2013
UFFICIO STAMPA
Teatro Regio, Direzione Comunicazione e Pubbliche Relazioni
Paola Giunti (Direttore), Sara Zago (Relazioni con la Stampa)
Telefono: +39 011 8815233 – 8815239; [email protected][email protected][email protected]
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