GRUPPO GIOVANI
ANCE COMO
ASSEMBLEA GENERALE ANNUALE
5 GIUGNO 2009
RELAZIONE PRESIDENTE
ing. Luca Guffanti
L’Assemblea Generale Annuale rappresenta, per definizione, un
momento di sintesi, la verifica di ciò che è stato fatto, degli obiettivi
raggiunti e di quelli mancati, la presentazione delle nuove mete che
si hanno in animo di raggiungere; ma nel fare ciò non deve in alcun
modo mancare una forte dose di realismo e di autocritica, il coraggio
di individuare e segnalare anche gli errori commessi, al fine di non
ripetere in futuro i medesimi sbagli.
E’ questo lo spirito che anima la mia breve relazione, che non può
non partire con una nota di orgoglio e di gratitudine verso coloro che
hanno permesso la realizzazione di molti dei traguardi che ci eravamo
posti.
Il Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani è composto da nove
membri, ma vi assicuro che la partecipazione, l’impegno, la capacità
di proporre e di concretizzare è stata dimostrata da un numero ben
più ampio di persone, iscritti che vivono il nostro Gruppo come
un’opportunità di crescita e di condivisione e che grazie a questo
spirito infondono fiducia ed entusiasmo.
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Certo, non mancano ambiti di ulteriore miglioramento, primo fra tutti
la necessità di ripensare la strategia globale del Gruppo e poi
individuare gli obiettivi principali che si vogliono raggiungere e
concentrarsi su quelli.
Nel corso del 2008, considerato il fatto che i rispettivi programmi
avessero molto in comune, abbiamo stretto un gemellaggio con il
Gruppo Giovani di Bergamo. Da questa collaborazione è nato il CD
che vi è stato consegnato contenente il “Libretto d’uso e
manutenzione degli immobili” ed è in fase di elaborazione un
ulteriore lavoro sul tema dell’acustica. L’anno prossimo abbiamo in
animo di continuare a promuovere progetti congiunti.
Potrebbe apparire un’iniziativa ovvia, ma non è così.
Ciò che avviene oggi, infatti, è che spesso le diverse Territoriali
promuovono progetti similari, se non identici, che si sovrappongono
gli uni agli altri, senza che esista un coordinamento, senza che ci sia
razionalizzazione di costi ed energie.
Credo, quindi, si debba ripartire proprio da qui, dalla sfida di trovare
un nuovo e più incisivo metodo per fare sistema, per confrontarsi,
per essere rappresentativi di una categoria che chiede sostegno e
risposte.
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In quest’ottica credo che lo stesso ruolo di ANCE nazionale debba
essere rilanciato. Se, infatti, progetti, documenti, supporti tecnici e
formativi alle imprese nascono a livello locale ben prima di quanto
avvenga a livello nazionale, non è perché noi siamo più bravi, ma
perché noi siamo imprese e come tali, conosciamo direttamente le
necessità e i bisogni di chi rappresentiamo.
L’Associazione Nazionale manca di questo rapporto diretto, di questa
vicinanza, perde la percezione dei bisogni più immediati per
affrontare i grandi temi.
Ecco noi crediamo che il nostro compito di imprenditori, che pure
occupano posizioni nei consigli direttivi nazionali e regionali, sia
quello di accendere i riflettori su questi bisogni.
Nel nostro piccolo, quello che il Gruppo Giovani di Como potrà fare è
ripensare al proprio programma affinché tutti gli sforzi siano
maggiormente finalizzati alla soddisfazione dei bisogni dei nostri
iscritti, migliorando la formazione dei giovani imprenditori, aiutandoli
ad inserirsi nel mondo lavorativo, continuando nella promozione di
sinergie con le altre organizzazioni ed associazioni per migliorare il
nostro territorio ed il sistema economico in cui quotidianamente
operiamo.
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Il Coordinamento dei Gruppi Giovani della provincia di Como,
costituito dagli organismi giovani delle associazioni, ordini e collegi
professionali provinciali, si inserisce su questa strada, il suo rilancio
programmatico attraverso la promozione di incontri, corsi e
approfondimenti anche tecnici che possano interessare i suoi
componenti credo ci permetterà il compimento dei nostri obiettivi.
Nel 2008 abbiamo inoltre promosso, con il patrocinio del Comune di
Como, un Concorso di Idee chiamato “Ridisegnare Como”, che aveva
come oggetto la riqualificazione urbanistica del lungo lago da piazza
Matteotti a Villa Geno. L’entusiasmo con cui molti di noi si sono
adoperati per organizzarlo e quello dei giovani progettisti che vi
hanno partecipato sono stati motivo di grande soddisfazione. E anche
se, trattandosi di semplice concorso di idee, non esiste impegno da
parte dell’Amministrazione Comunale di realizzare quanto proposto,
vorremmo che gli spunti che i 18 progetti hanno prospettato, le
soluzioni che sono state avanzate, le problematicità che sono state
evidenziate diventassero concreto argomento di approfondimento e
riflessione della città. Ci piacerebbe che il Gruppo Giovani di ANCE
Como potesse essere nel futuro tra coloro che, concretamente e non
solo con belle parole, hanno contribuito a rendere più bella Como, e
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vorremmo che analoga concretezza potesse animare le nostre
prossime iniziative.
L’anno appena trascorso è stato un anno difficile: ciò che è accaduto
nei mercati finanziari ed economici ha messo a dura prova le capacità
delle nostre aziende. Presa coscienza della nuova situazione
economica mondiale, ci stiamo abituando alle nuove condizioni del
mercato. Dopo numerosi anni di risultati fortemente positivi, ci siamo
bruscamente risvegliati: eravamo abituati a vendere ogni cosa, senza
particolare sforzo. Era più problematico trovare le risorse necessarie
per svolgere i lavori piuttosto che trovare i lavori stessi. Oggi non è
più così.
Siamo
chiamati
ad
essere
molto
più
competitivi.
Dobbiamo
concentrare i nostri sforzi alla ricerca di ogni singolo ambito di
miglioramento,
sia
gestionale
che
produttivo
che
economico
all’interno di tutta la nostra catena produttiva e di vendita. Solo così
possiamo superare il momento critico.
Un vecchio adagio recita: “non tutti i mali vengono per nuocere”.
Anche nel caso della crisi economica c’è un risvolto positivo ed è nella
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spinta che esercita per migliorare le nostre aziende. Chi riuscirà a
restare nel mercato sarà più bravo e competitivo di quanto lo era
solo un anno fa. Chi non intraprenderà un serio lavoro di
miglioramento probabilmente non riuscirà a superare l’attuale
momento negativo del mercato. E la forte spinta al miglioramento
deve essere portata anche nelle associazioni di categoria così come
nel nostro sistema politico ed economico.
Non possiamo più permetterci ingenti sprechi di energie e risorse per
lungaggini burocratiche o in enti ed associazioni autoreferenziali e
che non danno alcun valore aggiunto al nostro sistema Paese. Né la
politica attuale sembra in grado di fornire risposte e strumenti
adeguati ad affrontare la competizione internazionale. Viviamo a due
velocità. Da una parte le innovazioni tecnologiche che ci proiettano
inequivocabilmente in un nuovo millennio fortemente multimediale,
multietnico e multinazionale, dall’altro esempi di inspiegabile ed
irragionevole lentezza, legati ad una burocrazia borbonica e ottusa
che ci penalizza, riconducendoci alle inefficienze ed incapacità dei
Paesi meno sviluppati.
Poco più di un mese fa siamo stati in Giappone, per una visita tecnica
alla scoperta dell’architettura nipponica. Molti degli edifici moderni
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che abbiamo visto, divenuti simboli della città di Tokyo e famosi in
tutto il mondo, sono palazzi di stilisti ed imprenditori italiani: Armani,
Prada, Tod’s. Ma come mai questi italiani investono a Tokyo per
lanciare e supportare l’immagine mondiale dei loro marchi e delle
loro aziende e non lo fanno in Italia?
Tokyo è piaciuta a tutti coloro che hanno partecipato al viaggio, è
una città affascinante, un mix di tecnologia, innovazione e tradizione,
una metropoli che non nasconde la propria vivacità e la propria
vocazione verso il domani, dove si percepisce la voglia di essere
protagonisti.
Tornato a Como, con un ricordo fresco delle sensazioni che ho
vissuto in Giappone, vi devo confessare che ho apprezzato ancora di
più la grazia della nostra città, così diversa da Tokyo ma così
unicamente bella, ma ho anche percepito nettamente la mancanza di
quella vitalità e forza propulsiva che si percepiva nella capitale
nipponica, come se le bellezze naturali o le opere lasciateci dai padri
dei nostri padri ci fossero sufficienti.
Le foto del nostro viaggio in Giappone erano già on-line su Facebook
prima che noi tornassimo in Italia. Impensabile fino a pochi mesi fa e
a tutt’oggi impensabile per chi, raggiunti gli “anta” da qualche tempo,
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ha difficoltà a restare al passo con i progressi tecnologici e,
probabilmente, ha più dimestichezza con le vecchie e romantiche
cartoline e con le serate in cui si invitavano gli amici per mostrare le
foto delle vacanze. Questo esempio evidenzia come il gap tecnologico
tra le generazioni sia forte.
È evidente che i giovani debbano ricoprire un ruolo più attivo e
centrale nella gestione del miglioramento ed ammodernamento del
nostro sistema Paese, ma è altrettanto vero ch’essi oggi sono
presenti sulla scena economico-politica italiana, eppure continuiamo
ad essere una “bella addormentata nel bosco”.
Io non conosco la ricetta che porti al risveglio del nostro Paese,
anche se ritengo che una diversa sinergia tra classe dirigente politica
e mondo economico potrebbe aiutare. Una sinergia basata sul
merito, sulle capacità, sull’efficienza, sulla volontà di sostenere chi è
più bravo. Forse solo così si potrà capire cosa effettivamente frena
l’Italia e si potrà tramutare questa crisi economica mondiale
nell’occasione per rimuovere le inefficienze, le cattive abitudini, le
manchevolezze che non ci consentono di “viaggiare” al passo dei
protagonisti del nuovo millennio.
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Il tema di questa nostra Assemblea vuole essere un primo momento
di riflessione. Vorremmo che le eccellenze di cui disponiamo in Italia
in tutti i campi, dalla medicina alla finanza, dall’informatica alla
ricerca, con il loro lavoro quotidiano non diventino un’opportunità per
quei Paesi stranieri in grado di premiarli, ma possano contribuire con
il loro genio ad un nuovo Rinascimento italiano.
Abbiamo le intelligenze, abbiamo le capacità, abbiamo un patrimonio
culturale
e
storico
incommensurabile,
smettiamo
di
auto-
commiserarci e di piangere sui mali nazionali. Impegniamoci affinché
presto i turisti di tutto il mondo non arrivino in Italia solo per visitare i
prestigiosi resti dell’Impero Romano o le nostre bellissime città
storiche, ma vengano anche ad apprezzare e visitare le opere che
realizzeremo e a respirare un’atmosfera di sana, vitale e necessaria
tensione verso il miglioramento, il progresso e l’efficienza.
Credo che questo debba essere lo spirito di chi vuole essere
protagonista del mondo di oggi e di quello di domani.
Grazie per la Vostra attenzione.
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