Eva Mei è considerata uno dei maggiori soprani di coloratura dei nostri tempi. Le straordinarie doti tecniche unite ad una presenza scenica non comune le hanno permesso di calcare i palcoscenici dei più grandi teatro al mondo, fra i quali Covent Garden, Wiener Staatsoper, Opernhaus di Zurigo, Staatsoper di Monaco, Teatro alla Scala, Maggio Musicale Fiorentino, Rossini Opera Festival, Salzburg Festival, Accademia di Santa Cecilia e Deutsche Oper di Berlino. Nata a Fabriano, si è diplomata al Conservatorio di Firenze. Nel 1990 ottiene il premio “Catarina Cavalieri” al concorso “Mozart” di Vienna, cui fa seguito il debutto alla Wiener Staatsoper. Eccellente interprete mozartiana e rossiniana, include nel suo vasto repertorio opere di Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini, composizioni sinfoniche di Beethoven, Mozart, Haydn, Bruckner, nonché molteplici lavori nel genere sacro. Ha collaborato con prestigiosi direttori d’orchestra come Myung-Whun Chung, Nikolaus Harnoncourt, Daniel Oren, Riccardo Muti, Marcello Viotti, Franz Welser-Möst, Riccardo Chailly, Wolfgang Sawallisch, Daniel Barenboim. Gianni Fabbrini si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Firenze. Contemporaneamente al suo perfezionamento clavicembalistico, si è diplomato in canto e successivamente in musica vocale da camera. Ha lavorato come pianista collaboratore per prestigiose istituzioni concertistiche e operistiche in Italia e all’estero quali il Festival d’Aix-en-Provence, l’Opera Bastille a Parigi, il Theatre Royale de La Monnaie a Bruxelles, il Palau de Les Arts di Valencia, l’Osterfestspiele di Salzburg, il National Opera Theatre di Seul, il Biwako Hall di Kyoto e il Bunkamura Orchid Hall di Tokyo, la Semper Oper di Dresda, l’Orchestra Regionale della Toscana, gli Amici della Musica di Firenze, il Festival Pergolesi di Iesi, il Rossini Opera Festival, affiancandosi a direttori quali Claudio Abbado, Gianluigi Gelmetti, Donato Renzetti, Alberto Zedda, Renè Jacobs, Marc Minkowsky, Jeffrey Tate, Lu Ja, Claudio Scimone, Emanuelle Haim. Biglietteria e informazioni Via Giolitti 21/A 10123 Torino Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 14.30 Tel. 0115539358 Fax 0115539330 [email protected] ROMANZE D’AMORE lunedì 4 FEBBRaio 2013 ore 2i Conservatorio “G. Verdi” Piazza Bodoni, Torino Concerto n. 879 in abbonamento dalla fondazione PROSSIMO CONCERTO lunedì 25 FEBBRAIO 2013 DAL PIEMONTE A SCHUMANN Teatro Vittoria, ore 21 Trio Arché Umberto Fantini, violino Kristina Porebska, viola Musiche di Radicati, Ghebart, Schumann ROMANZE D’AMORE Eva Mei, soprano Gianni Fabbrini, pianoforte Luigi Gordigiani (1806 - 1880) Canti popolari toscani Guardate un po’ Ognuno tira l’acqua al suo mulino Ciliegie nere e pere moscatelle Lascia stare il can che dorme La donna di Toscana Francesco Paolo Tosti (1846 - 1916) Tre romanze per voce e pianoforte Chanson de l’adieu Ideale L’alba separa dalla luce l’ombra Giuseppe Verdi (1813 - 1901) Romanze per voce e pianoforte Il brigidino Stornello Ad una stella Lo spazzacamino Gioachino Rossini (1792 - 1868) Les soirées musicales La promessa Il rimprovero La partenza L’orgia L’invito La pastorella delle Alpi La gita in gondola La danza UNA SERATA MUSICALE NEL SALOTTO OTTOCENTESCO di Marina Verna Questo concerto è un tuffo nel salotto musicale ottocentesco, quel concentrato di musica e mondanità, patriottismo e cultura, che prese a modello le «schubertiadi» viennesi - le serate che ruotavano attorno al pianoforte e ai lieder - e le adattò a una cultura diversa, con il suo stile, le sue glorie, le sue tradizioni. Ecco infatti i Canti popolari toscani di Luigi Gordigiani (1806-1860), fiorentino versatile cresciuto in una famiglia di musicisti, cantante e pianista prima che compositore, autore di tre volumi di «poesie musicate» - su testi dello stesso Gordigiani, della figlia Leonina o di autori contemporanei - che non sono romanze e non piacquero ai critici. Nonostante il loro giudizio, questi canti sono arrivati fino a noi - soprattutto gli stornelli - insieme al soprannome di «Schubert italiano» dato al loro autore, apprezzato per l’armonizzazione semplice, la scrittura melodica lineare, la cantabilità immediata. E la varietà dei toni, dal comico al patetico, dall’ironico al drammatico. . Con Francesco Paolo Tosti (1846-1916) si entra nella romanza classica e nel grande personaggio ottocentesco: violinista e compositore, amico di D’Annunzio e maestro di canto di Margherita di Savoia, chiamato a Londra a insegnare alla corte della regina Vittoria e del suo successore Edoardo VII, che lo nominò baronetto. Ha lasciato oltre cinquecento romanze per canto e pianoforte, la più celebre delle quali, Ideale - scritta su versi del poeta Carmelo Errico - è un cavallo di battaglia di tutti i cantanti. Per i suoi testi, si è valso sempre del meglio. L’alba separa dalla luce l’ombra è una poesia di D’Annunzio, mentre la Chanson de l’adieu (Partire è un po’ morire) è opera del poeta francese Edmond d’Araucourt. Anche Verdi (1813-1901) ha voluto cimentarsi con la romanza da camera: ne ha scritte una trentina, in verità poco apprezzate dai critici. D’altronde, quasi tutte sono state scritte prima della grande stagione creativa operistica, e hanno ben poco della tipica romanza. Il brigidino è un canto patriottico, pare composto dal Maestro-deputato in Parlamento, tra una seduta e l’altra. Il titolo riprende il nome di una coccarda bicolore, bianca e rossa, usata nella Milano risorgimentale e portata al bavero o sul cappello, unita a una foglia di edera, in modo da formare un tricolore che la polizia austriaca non potesse condannare. Allegramente popolaresca è Lo spazzacamino, su testo di Manfredo Maggioni. Ad una stella è una delle romanze più celebri, ma è Stornello che viene considerato tra le più belle. . Tutt’altra aria si respira con Les soirées musicales di Gioachino Rossini (1792-1868), dodici canzoni per pianoforte e voce. Quando le scrisse (nei primi Anni 1930), il maestro aveva chiuso con le opere - ne aveva composte 40 tra i 19 e i 37 anni - e si era ritirato a Parigi per curare un esaurimento nervoso. Non aveva però smesso di scrivere, si era limitato a cambiare genere: musica sacra e cameristica. Anche con le canzoni diede prova di essere eccelso, le sue composizioni sono all’altezza della tradizione liederistica di lingua tedesca: grande ispirazione melodica e virtuosismo tecnico, ironia e piacere di misurarsi con un testo poetico senza le limitazioni del libretto d’opera. Erano state pensate, quelle canzoni, - e venivano eseguite - per il suo salotto parigino, dove raccoglieva belle signore e amici artisti e la musica era all’altezza del cibo che faceva servire - e che fu uno degli elementi del suo successo mondano. Un invito chez Monsieur Rossini era ambito, e mai deludeva. Les soirées musicales erano l’intrattenimento artistico, che accompagnava il gorgonzola e il panettone, fatti arrivare apposta da Milano. Al pianoforte si metteva spesso lui, gli capitava anche di cantare - in gioventù era stato contralto e cantore all’Accademia Filarmonica di Bologna. Delle otto canzoni in programma, le prime tre sono su testo del Metastasio, le altre su poesie di Carlo Pepoli, il nobile fiorentino esule a Parigi che aveva scritto il libretto per I puritani di Bellini. Il concerto si chiude con il pezzo più popolare di questa raccolta, una trascinante tarantella napoletana.