Breve storia del mio rapporto con PC e company I primi anni di scuola • Il mio mondo fino alla fine delle scuole medie non ha contemplato minimamente l’utilizzo di computer e neanche di giochi affini. • Il primo contatto virtuale con il mondo dell’informatica è stato attraverso il film preferito di mio fratello minore: “2001: odissea nello spazio” Tuttora Hall è uno dei miei incubi ricorrenti. L’iniziale idillio Il mio primo incontro con un PC è stato in prima superiore, con l’ingresso in una sperimentazione informatica biennale. classe a Devo ammettere che inizialmente mi è piaciuto molto poter costruire piccoli e semplici programmi che avevano un utilizzo prettamente aritmetico, come calcolare il quadrato o il cubo di un numero. Ero esaltata dalle possibilità che mi dava il computer Nello stesso periodo sono entrata in contatto anche con il mondo di Internet, allora pressoché sconosciuto. Un esperto esterno ha tenuto una lezione sull’argomento, e mi ricordo ancora oggi l’impressione che mi avevano fatto i suoi discorsi. Egli asseriva infatti che di lì a pochi anni nessuno avrebbe fatto più acquisti recandosi ai negozi, ma esclusivamente via computer. • Il tempo è passato, internet è in quasi tutte le case, ma per fortuna la gente non ha perso il valore e la bellezza di poter toccare e provare ciò che acquisterà. Il primo computer in casa Intorno alla seconda superiore è entrato in casa mia il primo PC, utilizzato da mio padre per il suo lavoro. La tecnologia si è quindi fatta avanti non attraverso la gioventù – come accade nella maggior parte dei casi – ma grazie ad un uomo che ha voluto evolvere il proprio lavoro, rendendolo più veloce, snello ed efficiente. Mio papà, all’alba dei cinquant’anni è stato il vero rivoluzionario del nostro modo di vedere il nostro piccolo mondo antico. Contatto Nonostante avessi un padre decisamente all’avanguardia e un fratello minore portato naturalmente per l’utilizzo e la scoperta della tecnologia, il mio approccio ad essa non fu dei migliori – se si esclude il ristretto rapporto in ambiente scolastico. Da sempre ho incontrato difficoltà a concepire il modo di ragionare del computer, non sono mai riuscita ad iniziare un rapporto duraturo con lui, anzi la maggior parte delle volte mi alzavo dalla scrivania molto nervosa. Fino ad oggi Il computer non ha mai rivestito su di me alcun fascino, e tutt’oggi è così. Nonostante sia costruito e migliorato dalla mente umana, in esso non ci trovo nulla di umanamente logico. Non ho mai sentito l’utilizzo del PC come qualcosa di famigliare, come la protesi che è per alcuni. Anzi per me è sempre stato un compagno indubbiamente utile, ma molto scomodo. È per me impossibile riuscire a mettermi sulla stessa linea di pensiero di qualsiasi programma utilizzi. Infatti difficilmente utilizzo il PC; se devo usare programmi di scrittura è per obbligo scolastico o lavorativo, e lo stesso vale per qualsiasi altro tipo di programma, anzi più è imposto più mi risulta ostico l’approccio. Lo stesso vale per l’utilizzo di internet, entrato a far parte della mia vita già da ormai qualche anno. Molto nostalgicamente rimpiango cartoline e lettere scritte a mano. So che grazie ad esso persone molto lontane possono restare in contatto, ma rimango nonostante ciò nostalgica. Nuova prospettiva Da questa estate però qualcosa è cambiato. Facendo le attività aggiuntive per l’abilitazione al sostegno ho potuto vedere qualcosa che prima di allora non mi ero mai soffermata ad osservare: quanto il computer sia IMPARZIALE Tutti possono utilizzare questo strumento, grazie alla sua estrema duttilità. Persone cieche e sorde possono mettersi in comunicazione con il mondo intero e riuscire a lavorare e ad essere indipendenti. Bambini con gravi disabilità motorie possono far sapere a chi li circonda cosa provano, quali siano le loro esigenze e i propri sentimenti. Persone con disabilità mentali possono utilizzare programmi di vario genere, come lo stesso Power Point, per migliorare le proprie competenze e progredire più facilmente nella conoscenza del mondo. In conclusione Non so se reputerò mai indispensabile per me il computer, ma sono riuscita ad apprezzarne il grande aiuto che può darmi in ambito lavorativo: sia con bambini normodotati, sia con bambini disabili, aggiungendo anche l’aiuto che può dare in caso di piccole difficoltà contingenti di qualsiasi tipo, come l’apprendimento dell’italiano L2. Sono riuscita a vedere questo strumento attraverso gli occhi di qualcun altro e né ho percepito tutta la sua più nobile utilità: una protesi della mente umana per chi non può dare forma a tutta l’umanità che possiede.